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DOMENICA 8 DICEMBRE 2013 A N N O X N . 45

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Studenti all’ingresso del Liceo “Dettori” di Cagliari.

Il bene più prezioso ROBERTO PIREDDA

ra la seconda ora di un qualsiasi venerdì di scuola in un’aula al piano terra, lato via Palomba, del Liceo Classico “Dettori” di Cagliari. I ragazzi della I C stavano facendo un compito di greco, croce e delizia di tutti gli studenti del classico. Qualcosa però in quel venerdì ha preso una piega differente: ad un tratto dal soffitto dell’aula piovono dei calcinacci, colpiscono la professoressa di greco e poi anche degli alunni. Subito l’aula viene abbandonata, per fortuna senza che nessuno abbia subito gravi danni, e poi l’intero istituto viene fatto sgombrare. È accaduto al Liceo “Dettori” ma poteva succedere in una qualunque delle scuole sparse nel territorio italiano che per oltre la metà non risultano in linea con le norme di sicurezza. La ferita di una scuola ferisce tutta la scuola. La gravissima situazione dell’edilizia scolastica è però soltanto la spia di una questione più profonda: che posto concreto hanno la scuola e più in generale l’educazione delle nuove generazioni negli interessi della politica e della società? La scuola, una realtà che ogni giorno coinvolge milioni di studenti a partire dall’infanzia fino alla secondaria di II grado, sembra non esistere per molte persone. Non meraviglia allora la scarsa attenzione data alla sicurezza dentro

E

le sue strutture. L’importanza di intervenire in modo rigoroso sull’edilizia scolastica con finanziamenti mirati sì, ma veramente adeguati, e non con briciole di bilancio che non servono a nessuno, deriva da una duplice necessità: la prima, lo abbiamo già detto, dal dovere di far entrare gli studenti in strutture assolutamente sicure e a norma, la seconda, ancora più profonda, dal “tesoro” che queste strutture accolgono. Avere delle scuole belle e sicure è un dovere per una società, perché queste strutture custodiscono, come uno scrigno dei gioielli, il bene più prezioso di un paese: i suoi giovani. Quest’ultima potrebbe sembrare una di quelle frasi banali buone per una chiacchierata al bar o sull’autobus, ma è realmente così: l’attenzione che una società dà alla scuola e all’educazione è la cifra della sua capacità di superare una visione miope e schiacciata sul presente per sapersi invece aprire verso il futuro. Non ci sono alternative: una società che non scommette concretamente sulla scuola ha già perso la partita con il futuro. Chi non si rende conto di questo dovrebbe passare almeno un giorno davanti all’entrata di una scuola, vedere i volti di quei ragazzi, incrociare i loro sguardi e sentire per un momento le loro storie. Ad un osservatore attento non sfuggirebbe una verità evidente: la società e in particolare chi è chiamato ad ammini-

strare la cosa pubblica, ha un debito con ciascuno di questi ragazzi, gli deve davvero qualcosa, e questo “qualcosa” si chiama educazione. E la scuola rappresenta uno degli strumenti essenziali perché questo debito sia colmato. Benedetto XVI, nell’importante Lettera alla Città e alla Diocesi di Roma sul compito urgente dell’educazione(21-01-2008), inquadrò bene la portata di questa sfida educativa: «… si parla perciò di una grande “emergenza educativa”, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita […] aumenta oggi la domanda di un’educazione che sia davvero tale. La chiedono i genitori, preoccupati e spesso angosciati per il futuro dei propri figli; la chiedono tanti insegnanti, che vivono la triste esperienza del degrado delle loro scuole; la chiede la società nel suo complesso, che vede messe in dubbio le basi stesse della convivenza; la chiedono nel loro intimo gli stessi ragazzi e giovani, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita». Investire sulla scuola, sulle sue strutture materiali e sulle persone che ci lavorano a servizio dei ragazzi, è qualcosa d’ineludibile se si vuole affrontare la sfida educativa del nostro tempo. La scuola non può continuare ad essere l’ultima ruota del carro, proprio no.

SOMMARIO POLITICA

3

L’impegno politico dei laici cristiani a favore del bene comune GIOVANI

5

Il programma della Pastorale giovanile per il nuovo anno SCUOLA

6

Formazione professionale: che fine ha fatto in Sardegna? CAGLIARI

7

La comunità filippina: un esempio di integrazione possibile PAPA FRANCESCO

16

Presentata l’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”


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