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DOMENICA 12 GENNAIO 2014 ANNO XI N.2

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Servire il bene comune + ARRIGO MIGLIO

ll'inizio del nuovo anno Papa Francesco ci ha affidato il compito di essere artigiani di pace, infatti ha definito la pace come un prodotto artigianale: un'espressione efficace per farci comprendere che il cammino della pace comincia da ciascuno di noi, da casa nostra. La pace è come il pane fatto in casa, in quel particolare forno che è il nostro cuore, chiamato a mantenere la temperatura giusta per offrire sempre del pane fragrante. Tocca a noi, non ha senso aspettare che comincino gli altri. Se poi teniamo presente il tema che Papa Francesco ha assegnato per la Giornata della Pace quest'anno - Fraternità, fondamento e via per la pace - ci sentiamo ancor più chiamati a lavorare in noi e intorno a noi, poiché affermare la fraternità solo nei confronti di quanti abitano in paesi lontani può diventare una bella ipocrisia per non dire una beffa. Nostra casa è anche la terra in cui viviamo. Nei prossimi mesi la nostra regione sarà chiamata a vivere alcuni appuntamenti elettorali importanti, a livelli diversi: ecco un terreno concreto su cui verificare la nostra disponibilità a costruire pace, parola inseparabile da fraternità, giustizia, dignità, lavoro, ecc.; parola che invece non significa tranquillità sonnolenta o velo che copre i

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problemi. Lavorare per la pace nella nostra regione significa quindi anzitutto partecipare, preparati e informati, ai prossimi appuntamenti elettorali, e più ancora, significa avere tanti uomini e donne disponibili ad impegnarsi direttamente in quella particolare forma di carità alta che è la politica, sconfiggendo ogni tentazione di astensionismo, di qualunquismo, di indifferenza, di anti politica, fossero pure motivati da rabbia comprensibile. Per tutti i cristiani la ricerca del bene comune è un dovere che nasce dal Vangelo e per i fedeli laici l'impegno politico diretto è una loro vocazione specifica. Anche la ricerca del bene comune ha una necessaria dimensione artigianale, per non restare a livello di slogan e di luoghi comuni, per provare invece a declinare il bene comune nella situazione concreta. A noi in particolare Papa Francesco ha dato una consegna precisa, durante la sua visita a Cagliari: far crescere il lavoro. Come regione saremo un laboratorio di pace se sapremo essere anzitutto un laboratorio che promuove il lavoro. Quali esempi virtuosi abbiamo avuto nell'anno o nel biennio trascorso? Divulghiamoli. Quali occasioni di lavoro possiamo promuovere, utilizzando le risorse a disposizione che attendono di essere spese? Quali impedimenti da superare? Solo burocratici? Parliamone.

Quali percorsi da potenziare o da attivare per offrire ai giovani una formazione professionale che risponda anzitutto alle esigenze locali? C'é una seconda parola importante ed é proprio il territorio, l'ambiente, per i credenti tanto più prezioso perché é il Creato, il dono del Creatore. I recenti tragici eventi dell'alluvione rendono ancor più urgente e indifferibile l'accelerazione di interventi troppo a lungo rimandati, tenendo presente anzitutto che una sistematica cura del Creato offre non poche occasioni di lavoro. Dal lavoro alla Famiglia! Sostenere e incoraggiare in tutti i modi possibili la famiglia - – intesa come da sempre insegnano l’esperienza umana e giuridica, la Chiesa, e anche la nostra Costituzione, cioè fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna e aperta alla vita – significa sostenere la prima scuola di cooperazione, di solidarietà e di tutte quelle virtù umane che preparano al lavoro come dimensione fondamentale per la dignità della vita. Nessun'altra istituzione e nessun'altra forma di convivenza può offrire alla società quanto una famiglia è capace di dare, e sta dando anche oggi con grande generosità. La Sardegna conosce bene tale ricchezza e sarebbe grave che dovesse vedersi impoverita anche di questo tesoro.

SOMMARIO CARITÀ

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L’impegno assiduo della Caritas con gli immigrati SCUOLA

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Il Messaggio della Presidenza Cei sulla Religione Cattolica DIOCESI

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Gli operatori pastorali si formano alla scuola della Evangelii gaudium COMUNICAZIONE

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Prende il via il corso di formazione per webmaster SANTITÀ

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Maria Cristina di Savoia sarà dichiarata Beata il prossimo 25 gennaio


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IL PORTICO DEL TEMPO

IL PORTICO

europa FRANCIA

Franck Talleu in difesa della famiglia C’è chi si ostina a dire che i cristiani non siano discriminati, specie in Europa. Anzi in troppi casi, come in Italia, la società è permeata di valori cristiani, fino ad ipotizzare uno stato “teocratico”. Nei paesi ha forte connotazione islamica, forse si può parlare anche di persecuzione ma in Europa no. Ed invece si scopre che come in altri paesi europei anche in Francia non esiste la persecuzione violenta dei cristiani, ma una molto più sottile che vuole impedire loro di intervenire ed esprimersi pubblicamente nella società. Franck Talleu è francese ed è il direttore dell’Insegnamento cattolico a Soissons, Laon e SaintQuentin. Lo scorso 1 aprile decide insieme alla moglie e ai sei figli di fare un pic-nic ai giardini del Lussemburgo. Ad aprile la società era pervasa dal dibattito sul matrimonio gay, poi approvato dal governo Hollande, e Franck por-

tava la felpa della Manif pour tous, che rappresenta senza slogan un uomo, una donna e due bambini che si tengono per mano. Le guardie che proteggono il Senato, nei pressi dei giardini, hanno avvicinato Franck e gli hanno imposto di togliersi o coprire la maglietta “perché – a loro dire contraria ai buoni costumi”. Al rifiuto di farlo Franck è stato portato in commissariato, dove è rimasto qualche ora e rilasciato dopo essere stato costretto a togliersi la maglia. All’uscita dalla stazione di polizia Franck ha evidenziato come “il fondamento naturale della famiglia, affermando un modello preferenziale di famiglia, rischia in Francia di creare dei problemi, perché c’è chi vuole che tutti i modi di formare una coppia siano messi sullo stesso piano”. Il direttore dell’Insegnamento cattolico è stato il primo, ma in tanti sono stati tenuti, anche più di 15 ore, in prigione, per aver sostenuto che la famiglia è formata da uomo e donna. Questo è ciò che accade nella civilissima Francia.

DOMENICA 12 GENNAIO 2014

Rapporto Fides. Nel 2013 sono stati 22 i cristiani uccisi a causa delle persecuzioni contro la fede.

La persecuzione dei cristiani continua ancora nei nostri giorni Il Rapporto Fides mostra che in varie nazioni non cessano i gravi episodi di violenza ai danni dei cristiani ROBERTO COMPARETTI EL 2013 SONO morti in modo violento 19 sacerdoti, 1 religiosa, 2 laici: 22 persone che professavano la loro fede hanno perso la vita per il solo fatto di essere cristiani. Secondo il rapporto presentato dall’agenzia Fides al 31 dicembre i 22 operatori pastorali uccisi rappresentano quasi il doppio rispetto al 2012, durante il quale 13 persone avevano perso la vita a causa della fede cristiana. Ancora una volta si osserva come la maggior parte di loro sia stata uccisa in seguito a tentativi di rapina o di furto, aggrediti in qualche caso con efferatezza e ferocia, segno del clima di degrado morale, di povertà economica e culturale, che genera violenza e disprezzo della vita umana. Tutti vivevano in questi contesti umani e sociali, portando avanti la missione di annuncio del messaggio evangelico, senza compiere gesti eclatanti, ma testimoniando la loro fede nell’umiltà della vita quotidiana. In America sono stati uccisi 15 sacerdoti: 7 in Colombia; 4 in Messico;

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Asia Bibi.

uno in Brasile, Venezuela, Panama e Haiti. In Colombia sono stati uccisi nelle loro abitazioni, molto probabilmente durante dei tentativi di furto, don José Francisco Vélez Echeverri, don José Ancizar Mejia Palomino, don Luis Bernardo Echeverri e don Héctor Fabio Cabrera. Invece don Luis Alfredo Suárez Salazar è stato ucciso durante una sparatoria. Il corpo di don José Antonio Bayona Valle e quello di don Néstor Darío Buendía Martínez sono stati ritrovati in zone isolate dopo che di loro si erano perse le tracce. In Messico hanno trovato la morte: don José Flores Preciado, picchiato da ignoti, scoperti mentre commettevano un furto nella chiesa dove confessava e celebrava; don Ignacio Cortez Alvarez, don Hipólito Villalobos Lima e don Nicolás

Afra Martinelli: una vita per la Nigeria FRA MARTINELLI, missionaria laica, nata 78 anni fa a Civilerghe (Brescia), si trovava in Nigeria da oltre trent’anni, dove aveva fondato e dirigeva il Centro Regina Mundi: una scuola di informatica con annesso un collegio per ragazzi, a OgwashiUkwu, nella diocesi di Issele-Uku. La mattina del 27 settembre i suoi collaboratori l’hanno trovata nella sua stanza, gravemente ferita alla nuca con un machete, molto probabilmente per un tentativo di furto. Trasportata nell'ospedale più vicino, è morta il 9 ottobre, dopo alcuni giorni di agonia. Papa Francesco l’ha ricordata all’Angelus di domenica 20 ottobre, nella Giornata Missionaria, con queste parole: “In questa Giornata siamo vicini a tutti i missionari e le missionarie, che lavorano tanto senza far rumore, e danno la vita. Come l’italiana Afra Martinelli, che ha operato per tanti anni in Nigeria:

De la Cruz Martínez che sono stati assassinati nella loro abitazione. In Brasile è stato ucciso da due ragazzi che lo hanno aggredito a scopo di rapina padre Elvis Marcelino De Lima In Venezuela è morto don José Ramón Mendoza, aggredito da un gruppo di malviventi mentre era in automobile. A Panama è stato ucciso don Anibal Gomez, molto probabilmente per rapina, in quanto il sacerdote aveva dei lividi, era stato legato, ed è morto a causa di una grande ferita di arma da taglio. Ad Haiti Padre Richard E. Joyal è stato ucciso all’uscita dalla banca da due uomini su una moto. In Africa sono stati uccisi 1 sacerdote in Tanzania, 1 religiosa in Madagascar, 1 laica in Nigeria. In Tanzania è morto don Evarist

Mushi, ucciso a colpi di arma da fuoco da un motociclista mentre stava andando a celebrare la messa. In Madagascar è stata uccisa Suor Marie Emmanuel Helesbeux, prima colpita a bastonate e poi strangolata da tre persone che sembra dovessero restituire un prestito. In Nigeria la missionaria laica Afra Martinelli è stata ritrovata nella sua stanza gravemente ferita alla nuca con un machete, molto probabilmente per un tentativo di furto. In Asia sono 3 gli operatori pastorali uccisi: 1 sacerdote in India ed 1 in Siria; 1 laico nelle Filippine. In India ha trovato la morte don Kochupuryil J. Thomas, assassinato da ignoti nei locali del Seminario di cui era Rettore. In Siria è stato ucciso padre François Murad, nel convento della Custodia di Terra Santa, dove aveva trovato rifugio dopo lo scoppio della guerra civile. Nelle Filippine è stato ucciso a colpi di pistola il laico cattolico Dexter Condez, impegnato nella difesa dei diritti e delle prerogative degli indigeni del gruppo Ati. In Europa è stato ucciso 1 sacerdote: don Michele Di Stefano ucciso a colpi di bastone nel proprio letto, in canonica, in Sicilia nel trapanese. Sullo sfondo resta la vicenda di Asia Bibi, la giovane pakistana condannata dal governo per una presnuta blasfemia. Da troppi mesi la giovane è incarcerata ingiustamente. In tutto il mondo è in corso una campagna di sensibilizzazione alla sua vicenda.

Don Michele: pastore buono e umile

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Afra Martinelli.

Don Michele Di Stefano.

qualche giorno fa è stata uccisa, per rapina; tutti hanno pianto, cristiani e musulmani. Le volevano bene. Lei ha annunciato il Vangelo con la vita, con l’opera che ha realizzato, un centro di istruzione; così ha diffuso la fiamma della fede, ha combattuto la buona battaglia! Pensiamo a questa sorella nostra, e la salutiamo con un applauso, tutti!”.

ON MICHELE Di Stefano, 79 anni, della diocesi di Trapani, è stato ucciso a colpi di bastone nel proprio letto, in canonica, dove viveva da solo, nella notte tra il 25 e 26 febbraio 2013. Alcuni parenti, non vedendolo arrivare per pranzo come concordato, hanno chiesto ad un vicino di andare a cercarlo, e questi ha trovato il corpo del sacerdote sot-

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to le coperte, con intorno tracce di sangue. La chiesa e la canonica sorgono in un luogo isolato, a circa 250 metri dalle prime abitazioni del piccolo borgo. L’assassino, 33 anni, suo parrocchiano, catturato dopo alcuni giorni, è stato condannato a trenta anni di reclusione per rapina. Don Michele era stato parroco per 43 anni nella frazione di Fulgatore, compiuti i 75 anni ha continuato il suo ministero pastorale di parroco dedicandosi alla piccola parrocchia “Gesù, Giuseppe e Maria” della vicina Ummari. Per molti anni era stato assistente dei lavoratori di Azione Cattolica e assistente spirituale della Coldiretti provinciale. Secondo le testimonianze, il sacerdote era benvoluto, aveva rapporti sereni con tutti, era un uomo buono, cordiale e zelante. Così molte persone continuano a ricordarlo.


DOMENICA 12 GENNAIO 2014

IL PORTICO DEGLI EVENTI

Carità. Le attività portate avanti dalla Caritas diocesana a favore degli immigrati.

Stare accanto ai fratelli immigrati andando oltre la sola emergenza L’azione quotidiana messa in campo dalla Caritas insieme ad altre istituzioni risponde all’invito all’accoglienza del Papa MARIA CHIARA CUGUSI

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ontinua l’impegno della Caritas diocesana accanto ai migranti presenti nell’isola, a oltre un anno dalla chiusura della ‘Emergenza Nord Africa’. Un’azione quotidiana, che risponde all’appello lanciato nei giorni scorsi da Papa Francesco a favore dell’accoglienza dei profughi e si traduce in un accompagnamento costante, costretto a fare i conti con la mancanza di una politica nazionale adeguata. Tra i destinatari, ci sono i richiedenti asilo provenienti dal Centro di accoglienza di Elmas, una novantina in tutto, a cui sono stati riconosciuti lo status di rifugiato politico o i permessi umanitario o sussidiario. «Coordinata dalla Prefettura - spiega don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana - , insieme alla Provincia e al Comune, la Caritas sta offrendo le somme necessarie per pagare le marche da bollo e le tasse, in modo da poter ottenere il permesso, l’accoglienza in un albergo cittadino e la possibilità di un biglietto per chi vuole liberamente

partire; a chi rimane garantiamo colazione, pranzo e cena. Abbiamo due operatori fissi che da Elmas li accompagnano in albergo, in questura e che seguono tutte le pratiche; abbiamo messo a disposizione un avvocato per eventuali ricorsi». Ma il vero problema è che «manca un sistema politico di accoglienza che non si riduca a una mera fase emergenziale, ma che sia in grado di offrire risposte, una casa, un reddito minimo di sussistenza, un lavoro, primi passi per un’autonomia». Intanto la Caritas di Cagliari, insieme al Comune di Quartu, ha presentato domanda per alcuni progetti

SPRAR, destinati a una ventina di profughi. Con il nuovo bando nazionale, si prevede l’attivazione nei prossimi mesi di 16mila posti di accoglienza in tutta Italia, per un periodo di sei mesi. A disposizione dei profughi, così come per gli altri immigrati, c’è il Centro d’ascolto Kepos della Caritas: «In seguito ai flussi migratori a Lampedusa dei mesi scorsi - spiega Simona Murtas, responsabile del CdA Kepos -, per tutta l’estate abbiamo avuto una grande affluenza di richiedenti asilo, che abbiamo assistito con i nostri servizi, dalla mensa e dall’ambulatorio al Centro diocesano di assistenza». Tra gli assistiti

del Kepos, anche famiglie provenienti dall’Est Europa e dall’Africa, «che pur avendo regolare permesso di soggiorno vivono in condizioni di povertà estrema, soprattutto per la mancanza di lavoro». Dallo scorso aprile, è stato aperto anche lo sportello anti-tratta, in collaborazione con le Vincenziane: le assistite sono donne vittime di sfruttamento sessuale, giovani, alcune minorenni, madri sole con figli a carico, provenienti soprattutto dalla Nigeria e dalla Romania. «È tanto dura la violenza psicologica a cui sono sottoposte - spiega la Murtas, responsabile dello sportello - che denunciare i loro aguzzini è una prova di coraggio che difficilmente, e solo dopo un lungo percorso, riescono ad affrontare». L’attenzione è volta anche verso un accompagnamento spirituale. Dal prossimo 12 gennaio, nella parrocchia di Sant’Eulalia verranno organizzati degli incontri destinati agli immigrati che vogliono accostarsi alla realtà cristiana. «È una proposta di conoscenza - spiega don Emanuele Mameli, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano e coordinatore dell’iniziativa - rivolta sia a tutti gli immigrati, anche di altre religioni o non credenti, che sono rimasti colpiti dalla figura di Gesù e vogliono saperne di più, sia a quelli che chiedono di ricevere il battesimo o gli altri sacramenti». L’idea è «creare dei piccoli gruppi guidati da uno o due catechisti, che si incontrino settimanalmente».

IL PORTICO

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il fatto DAL 24 AL 26 MAGGIO

Papa Francesco in Terra Santa Papa Francesco in Terra Santa Nel giorno del cinquantesimo anniversario dello storico incontro a Gerusalemme tra Paolo VI e il patriarca Atenagora, Papa Francesco ha annunciato il suo prossimo viaggio in Terra Santa, che sarà dal 24 al 26 maggio e avrà tappe in Giordania, Palestina e Israele, in particolare ad Amman, Betlemme e Gerusalemme. Scopo principale - ha spiegato il Papa, interrotto dagli applausi della folla - è commemorare lo storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora, che avvenne esattamente il 5 gennaio, come oggi, di 50 anni fa». «Presso il Santo Sepolcro ha aggiunto - celebreremo un Incontro Ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Gerusalemme, insieme al Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli». «Fin da ora vi domando di pregare per questo pellegrinaggio che sarà un pellegrinaggio di preghiera», ha concluso il Pontefice. Papa Francesco è il quarto Pontefice che si reca in terra Santa, dopo Paolo VI (4-6 gennaio 1964), Giovanni Paolo II (20-26 marzo 2000) e Benedetto XVI (8-15 maggio 2009). L’evento storico successivo a quell’abbraccio fu la rimozione delle scomuniche reciproche, il 7 dicembre 1965, simultaneamente a Roma e al Fanar.

Formare alla solidarietà le nuove generazioni La Caritas promuove un concorso per i giovani M. C. C.

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N CONCORSO per ‘Giovani so-

lidali’, per educarli all’ascolto dei bisogni del territorio e renderli protagonisti della solidarietà. È l’iniziativa promossa dal Gruppo di educazione alla mondialità della Caritas diocesana (GDEM), rivolta ai giovani dai 16 ai 25 anni della Diocesi di Cagliari. Questi saranno chiamati a mettersi in gioco in prima persona, attraverso la proposta di un’idea solidale destinata a favore dei più bisognosi del territorio diocesano o dei paesi delle missioni, grazie al contatto con i volontari che vi operano. «Il concorso esprime l’impegno della Caritas nella formazione delle giovani generazioni ai valori del bene comune, dell’inclusione sociale e della solidarietà - sottolinea don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana attraverso percorsi di corresponsabilità, in linea con gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per

il decennio ‘Educare alla vita buona del Vangelo’. I ragazzi sono chiamati ad aprire il proprio cuore e farsi promotori di carità per contrastare la solitudine e l’isolamento». Inoltre, il «concorso è organizzato in collaborazione con altri Uffici Diocesani, altre associazioni ecclesiali e del territorio (l’Ufficio per l’Insegnamento della Religione Cattolica, l’Ufficio Missionario Diocesano, il Centro domenicano, i missionari Saveriani e Redentoristi, l’Aifo, la Cooperativa Il Sicomoro) , in modo tale da promuovere reti che i giovani sono chiamati a coltivare attraverso la microprogettualità sociale». L’iniziativa si inserisce all’interno di due progetti avviati dal GDEM: ‘GIONA’ che durerà per tutto il 2014, con alcune proposte di animazione giovanile e servizio, dalle giornate di formazione e volontariato alle esperienze di scambio interdiocesano, fino al campo di servizio internazionale; ‘SPE, Solidarietà una Parola

Esplosiva’, partito lo scorso novembre, che durerà fino al prossimo aprile, con una serie di incontri di sensibilizzazione nelle scuole sui temi della mondialità e della pace, che finora ha visto il coinvolgimento di 300 giovani. Un percorso che rispecchia il messaggio trasmesso da Papa Francesco ai giovani sardi durante la sua visita a Cagliari: «Desideriamo dare continuità all’invito rivoltoci dal Santo Padre - spiega Giada Melis, responsabile del GDEM e coordinatrice del concorso - promuovendo iniziative di prossimità e servizio nella nostra Diocesi, affinché i giovani possano crescere nel dono di sé, nella capa-

cità di progettare nuove piccole ma sostenibili soluzioni alle problematicità concrete». Ci si può iscrivere al concorso entro e non oltre il 31 gennaio 2014, ed entro l’8 marzo i partecipanti dovranno realizzare la propria iniziativa solidale. A conclusione del concorso, il prossimo 22 marzo, saranno organizzate una mostra con i materiali inviati dai giovani e una festa di premiazione. Tutti i materiali (bando di concorso, schede di iscrizione e progettuale, volantino) sono disponibili sul sito della Caritas diocesana: www.caritascagliari.it. Per altre informazioni: 070 52843238, 3407530558; caritasanimazione.ca@tiscali.it.

Si poneva fine a dieci secoli di separazione e di penosi dissapori tra cristiani. Da allora molti gesti nella stessa direzione sono stati compiuti dai successori dei protagonisti di allora ma, lamenta Papa Francesco che in maggio si recherà a Gerusalemme con Bartolomeo I, odierno patriarca ecumenico, non si sono trasformati in ulteriori reali passi avanti verso l’unità dei cristiani: le differenze teologiche emerse all’inizio del secondo millennio restano, in particolare sul ruolo del successore di Pietro.


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IL PORTICO

IL PORTICO DEL TEMPIO

Il Papa. I magi insegnano la “santa furbizia” che sa vedere il male per evitarlo.

Il Signore chiama tutti gli uomini a vivere la gioia dell’incontro con Lui

sa simboleggiare quello di ogni uomo: «la nostra vita è un camminare, illuminati dalle luci che rischiarano la strada, per trovare la pienezza della verità e dell’amore, che noi cristiani riconosciamo in Gesù, Luce del mondo. E ogni uomo, come i Magi, ha a disposizione due grandi "libri" da cui trarre i segni per orientarsi nel pellegrinaggio: il libro della creazione e il libro delle Sacre Scritture. L’importante è essere attenti, vigilare, ascoltare Dio che ci parla, sempre ci parla». I magi, ha poi spiegato il Santo Padre, insegnano all’uomo di oggi la “santa furbizia”: «si tratta di quella scaltrezza spirituale che ci consente di riconoscere i pericoli ed evitarli. I Magi seppero usare questa luce di "furbizia" quando, sulla via del ritorno, decisero di non passa-

re dal palazzo tenebroso di Erode, ma di percorrere un’altra strada. Questi saggi venuti da Oriente ci insegnano come non cadere nelle insidie delle tenebre e come difenderci dall’oscurità che cerca di avvolgere la nostra vita. Loro, con questa santa "furbizia" hanno custodito la fede». L’esempio dei magi indica la via per lasciarsi afferrare dai desideri più profondi dell’animo umano: «ci insegnano a non accontentarci di una vita mediocre, del "piccolo cabotaggio", ma a lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello… da Dio, che tutto questo lo è in modo sempre più grande! E ci insegnano a non lasciarci ingannare dalle apparenze, da ciò che per il mondo è grande, sapiente, potente». All’Angelus del 5 gennaio, seconda Domenica di Natale, Papa Francesco ha richiamato la portata decisiva dell’incarnazione del Figlio di Dio: «questo è il messaggio di Natale: il Verbo si è fatto carne. Così il Natale ci rivela l’amore immenso di Dio per l’umanità. Da qui deriva anche l’entusiasmo, la speranza di noi cristiani, che nella nostra povertà sappiamo di essere amati, di essere visitati, di essere accompagnati da Dio; e guardiamo al mondo e alla storia come il luogo in cui camminare insieme con Lui e tra di noi, verso i cieli nuovi e la terra nuova». Al termine dell’Angelus Papa Francesco ha poi annunciato il suo pellegrinaggio in Terra Santa che si terrà dal 24 al 26 maggio. Lo scopo principale è quello di «commemorare lo storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora».

spirito inquieto, indeciso, mai soddisfatto. Sotto la guida di sant’Ignazio ha imparato a unire la sua sensibilità irrequieta ma anche dolce, direi squisita, con la capacità di prendere decisioni. Era un uomo di grandi desideri; si è fatto carico dei suoi desideri, li ha riconosciuti. Anzi per Favre, è proprio quando si propongono cose difficili che si manifesta il vero spirito che muove all’azione (cfr Memoriale, 301). Una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo. Ecco la domanda che dobbiamo porci: abbiamo anche noi grandi visioni e slancio? Siamo anche noi audaci? Il nostro sogno vola alto? Lo zelo ci divora (cfr Sal 69,10)? Oppure siamo mediocri e ci accontentiamo delle nostre programmazioni apostoliche di laboratorio? Ricordiamolo sempre: la forza della Chiesa non abita in se stessa e nella sua capacità organizzativa, ma si nasconde nelle acque profonde di Dio. E queste acque agitano i nostri desideri e i desideri allargano il cuore. E’ quello che

diceSant’Agostino: pregare per desiderare e desiderare per allargare il cuore. Proprio nei desideri Favre poteva discernere la voce di Dio. Senza desideri non si va da nessuna parte ed è per questo che bisogna offrire i propri desideri al Signore. Nelle Costituzioni si dice che «si aiuta il prossimo con i desideri presentati a Dio nostro Signore» (Costituzioni, 638). Favre aveva il vero e profondo desiderio di «essere dilatato in Dio»: era completamente centrato in Dio, e per questo poteva andare, in spirito di obbedienza, spesso anche a piedi, dovunque per l’Europa, a dialogare con tutti con dolcezza, e ad annunciare il Vangelo. Mi viene da pensare alla tentazione, che forse possiamo avere noi e che tanti hanno, di collegare l’annunzio delVangelo con bastonate inquisitorie, di condanna. No, il Vangelo si annunzia con dolcezza, con fraternità, con amore. La sua familiarità con Dio lo portava a capire che l’esperienza interiore e la vita apostolica vanno sempre insieme.

ROBERTO PIREDDA

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LL’ANGELUS della Solennità dell’Epifania del Signore il Santo Padre ha parlato di un duplice “movimento” che caratterizza il contenuto di questa ricorrenza: «da una parte il movimento di Dio verso il mondo, verso l’umanità - tutta la storia della salvezza, che culmina in Gesù -; e dall’altra parte il movimento degli uomini verso Dio - pensiamo alle religioni, alla ricerca della verità, al cammino dei popoli verso la pace, la pace interiore, la giustizia, la libertà -. E questo duplice movimento è mosso da una reciproca attrazione. Da parte di Dio, che cosa lo attrae? È l’amore per noi: siamo suoi figli, ci ama, e vuole liberarci dal male, dalle malattie, dalla morte, e portarci nella sua casa, nel suo Regno. «Dio, per pura grazia, ci attrae per unirci a Sé» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 112). E anche da parte nostra c’è un amore, un desiderio: il bene sempre ci attrae, la verità ci attrae, la vita, la felicità, la bellezza ci attrae… Gesù è il punto d’incontro di questa attrazione reciproca, di questo duplice movimento. È Dio e uomo: Gesù. Dio e uomo». Papa Francesco ha poi sottolineato come la Chiesa si debba porre dentro questo movimento di Dio verso il mondo: «la sua gioia è il Vangelo, è riflettere la luce di Cristo. La Chiesa è il popolo di coloro, che hanno sperimentato questa attrazione e la portano dentro, nel cuore nella vita». Il Papa si è poi rivolto direttamente alle persone cosiddette “lontane”, riprendendo le parole della Evangelii

gaudium: «mi piacerebbe – sinceramente – “mi piacerebbe dire a quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa - dirlo rispettosamente - dire a quelli che sono timorosi e indifferenti: il Signore chiama anche te, ti chiama ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore!” (n. 113). Il Signore ti chiama. Il Signore ti cerca. Il Signore ti aspetta. Il Signore non fa proselitismo, dà amore, e questo amore ti cerca, ti aspetta, te che in questo momento non credi o sei lontano. E questo è l’amore di Dio». Al termine dell’Angelus il Santo Padre ha ricordato la celebrazione del Natale nelle Chiese orientali e la Giornata missionaria dei bambini. Nell’omelia della S. Messa dell’Epifania Papa Francesco ha mostrato come il cammino dei magi pos-

Pietro Favre: un uomo dai “desideri grandi” Alcuni passaggi dell’omelia alla Chiesa del Gesù L 3 GENNAIO nella Chiesa del Gesù a Roma Papa Francesco ha celebrato la S. Messa in ringraziamento per la canonizzazione del primo sacerdote gesuita Pietro Favre

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Il cuore di Cristo è il cuore di un Dio che, per amore, si è «svuotato». Ognuno di noi, gesuiti, che segue Gesù dovrebbe essere disposto a svuotare se stesso. Siamo chiamati a questo abbassamento: essere degli «svuotati». Essere uomini che non devono vivere centrati su se stessi perché il centro della Compagnia è Cristo e la sua Chiesa. E Dio è il Deus semper maior, il Dio che ci sorprende sempre. E se il Dio delle sorprese non è al centro, la Compagnia si disorienta. Per questo, essere gesuita significa essere una persona dal pensiero incompleto, dal

pensiero aperto: perché pensa sempre guardando l’orizzonte che è la gloria di Dio sempre maggiore, che ci sorprende senza sosta. E questa è l’inquietudine della nostra voragine. Questa santa e bella inquietudine! Ma, perché peccatori, possiamo chiederci se il nostro cuore ha conservato l’inquietudine della ricerca o se invece si è atrofizzato; se il nostro cuore è sempre in tensione: un cuore che non si adagia, non si chiude in se stesso, ma che batte il ritmo di un cammino da compiere insieme a tutto il popolo fedele di Dio. Favre era un «uomo modesto, sensibile, di profonda vita interiore e dotato del dono di stringere rapporti di amicizia con persone di ogni genere» (Benedetto XVI, Discorso ai gesuiti, 22 aprile 2006). Tuttavia, era pure uno

DOMENICA 12 GENNAIO 2014

pietre NEPAL

Data alle fiamme una chiesa Un gruppo composto da circa 9 persone, tutte ancora ignote alle autorità, ha dato fuoco lo scorso 23 dicembre alla chiesa del villaggio di Kichet, nel distretto di Dhading, a pochi chilometri dalla capitale nepalese. Subito dopo, sono state bruciate anche le case di quattro residenti del luogo che si sono convertiti al cristianesimo. L'accaduto è stato reso noto solo nei giorni scorsi dato che i fedeli della chiesa erano tutti fuori per le vacanze natalizie. Andando nel luogo di culto per la funzione domenicale, l'hanno trovato in cenere.

SIRIA

La Chiesa al servizio di tutti i bisognosi La Chiesa di Aleppo è presente nonostante le bombe, la fame e il freddo di queste settimane. Desideriamo vivere e avere fede, mostrando la nostra solidarietà verso tutti senza distinzioni di religioni o fazioni. Questa è la nostra missione, il nostro compito". È quanto afferma monsignor AntoineAudo, arcivescovo caldeo di Aleppo, che descrive la vita della popolazione in questi giorni di Natale caratterizzati da una “pioggia di bombe” e oltre 500 morti, ma anche da storie di solidarietà e condivisione fra cristiani e musulmani. Per il vescovo i continui appelli del papa alla pace hanno permesso a sacerdoti, prelati e laici di non perdere la speranza e di avere fede in Dio. SUDAN

Oramai è emergenza umanitaria Gli scontri tra militari fedeli al Presidente Salva Kiir e quelli affiliati all’ex Vice Presidente Riek Machar, hanno creato una grave emergenza umanitaria in diverse aree del Sud Sudan. Tra i più colpiti vi sono gli oltre 200.000 rifugiati sudanesi accolti nei campi di Yida e Ajuong Thok nello Stato di Unità. Queste persone si trovano di fronte alla drammatica scelta di rimanere nei campi profughi privi di assistenza oppure di tornare nelle Montagne Nuba, nel Sud Kordofan, lo Stato del Sudan, sconvolto dai combattimenti tra l’esercito di Khartoum e i ribelli del Movimento di Liberazione del Popolo SudaneseNord.


DOMENICA 12 GENNAIO 2014

IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

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Pastorale giovanile. L’equipe diocesana durante le vacanze ha programmato le attività per il 2014.

La Pastorale giovanile a servizio delle parrocchie per conoscere, comprendere e condividere Gli incontri diocesani, i campi di formazione per animatori di gruppi di adolescenti e di oratorio, tra le iniziative messe in cantiere per il nuovo anno VALENTINA DESSÌ

enso che chi sia stato chiamato in modo particolare a vivere la Pastorale, cioè l’organizzazione dell’evangelizzazione, debba continuamente cibarsi di Vangelo, perché viva di Vangelo, guardi con il Vangelo, cammini con il Vangelo. Ed è proprio il Vangelo che, sabato 28, si fa padrone di casa alla Scogliera di Solanas e dà il benvenuto alla squadra degli animatori di Pg e al suo direttore, in una mattina illuminata da un sole caldo, che filtrando dalla vetrata, poggia però i suoi raggi sul Bambinello in fasce, adornato e adorato. E’ ancora Dicembre, ultimo incontro targato 2013, anno intenso, faticoso, pieno di grazie ricevute e inaspettate, condite forse da un po’ d’orgoglio. Quello ingenuo, umano, che si fa strada tra immagini impresse in memoria di volti giovani numerosissimi, sorridenti e coinvolti in giornate a loro misura pensate. Orgoglio che è

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Un momento dei lavori dell’equipe di Pastorale giovanile

implicito nelle stesse parole di Papa Francesco appena lasciato il Largo, ancora per Lui in festa: “Sono felice.” Anno, dunque, custode di emozioni da metabolizzare e a cui dare giusta dimensione, in un’ottica che sappia d’umiltà e basilare spirito di servizio. “Guardatevi dal predicare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati”, ammonisce la Parola, in un buongiorno che sa di riflessione e indirizza alla scoperta della bellezza della ricompensa di Colui che vede nel segreto.

C’è un ordine del giorno ben stabilito per l’equipe Pg, ma una consapevolezza martellante e più forte diviene primato: è necessario farsi casa e lasciarsi abitare da Chi, facendolo, nutre la motivazione d’ogni agire e realizzare. “Esaminate voi stessi se siete nella fede: riconoscete che Gesù Cristo abita in voi?” Ciascun animatore portandosi dietro il “Lessico della vita interiore” e la Parola ascoltata, parte da se stesso. E si interroga. Ognuno prova a far silenzio, ad andare in profondità, a lasciarsi precedere da Dio che cerca e chiama, a rela-

zionarsi con Lui. Quella con Gesù, Dio Vivo, è vita di relazione, che in quanto tale necessità d’essere educata, abbisogna di una norma che sia personale prima, condivisa poi. Si inizia domandandosi quali punti saldi caratterizzino il proprio cammino di fede, si arriva alla definizione di un percorso spirituale comune, di gruppo e al proposito di seguirlo e condividerlo. Emerge così l’idea di un laboratorio che sia stavolta curato per chi lavora nella stessa Pg e di un viaggio formativo, opportunità di stimolo, crescita e arricchimento in vari ambiti.

Offrire tutto al Signore per il bene della Chiesa La lettera di don Fabrizio a Papa Francesco ON FABRIZIO De Michino era un giovane sacerdote della diocesi di Napoli. Tre anni fa gli era stata diagnosticata una rara forma tumorale che partiva dall’interno del cuore. Il primo gennaio si è spento a Napoli a soli 31 anni. Le persone che l’hanno conosciuto, gli amici, i seminaristi, i parrocchiani, lo ricordano sempre sereno e affabile anche in mezzo alla dura prova della malattia che per lui è stata l’occasione per realizzare un’offerta di sé a Dio ancora più grande. Qualche tempo fa aveva scritto una lettera a Papa Francesco per raccontare la sua storia, chiedere preghiere e promettere l’offerta della sua sofferenza per il ministero del Santo Padre. Di seguito pubblichiamo il testo della sua lettera al Papa.

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Santo Padre, nelle mie quotidiane preghiere che rivolgo a Dio, non smetto di pregare per Lei e per il ministero che il Signore stesso Le ha affidato, affinchè possa darle sempre forza e gioia per continuare ad annunciare la bella notizia del Vangelo. Mi chiamo Fabrizio De Michino e sono un giovane sacerdote della Diocesi di Napoli. Ho 31 anni e da cinque sacerdote. Svolgo il mio servizio sia presso il Seminario Arcivescovile di Napoli come educatore del gruppo dei diaconi, che in una parrocchia a Ponticelli, che si trova alla periferia est di Napoli. La Parrocchia, ricordando il miracolo avvenuto sul colle Esquilino, è intitolata alla Madonna della Neve e nel 2014 celebrerà il primo centenario dell’Incoronazione della statua lignea del 1500, molto cara a

Don Fabrizio De Michino durante la sua Prima Messa

tutti gli abitanti. Ponticelli è un quartiere degradato con molta criminalità e povertà, ma ogni giorno scopro davvero la bellezza di vedere quello che il Signore opera in queste persone che si fidano di Dio e della Madonna. Anch’io da quando sono in questa parrocchia ho potuto ampliare sempre più il mio amore fiducioso verso la Madre Celeste, sperimentando anche nelle difficoltà la sua vicinanza e protezione. Purtroppo sono tre anni che mi trovo a lottare contro una malattia rara: un tumore proprio all’interno del cuore e da qualche me-

se anche nove metastasi al fegato e alla milza. In questi anni non facili, però, non ho mai perso la gioia di essere annunciatore del Vangelo. Anche nella stanchezza percepisco davvero questa forza che non viene da me ma da Dio che mi permette di svolgere con semplicità il mio ministero. C’è un versetto biblico che mi sta accompagnando e che mi infonde fiducia nella forza del Signore, ed è quello di Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno Spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.” (Ez 36, 26)

Un’attività svolta nel primo pomeriggio, poi, spinge ancora all’interrogarsi criticamente, con occhio rivolto all’ideale: “Pixar- Animazione ideativa”, “E li mandò a due a due”, “Giocologia e Comunicazione”, sono alcuni dei titoli comparsi su un cartellone bianco, diventato per l’occasione indice del “Manuale dell’Animatore”. Dopo il dovuto confronto sull’Incontro Diocesano recentemente svoltosi ad Elmas, è tempo di progetti e obiettivi prossimi, dei quali gettare i primi semi organizzativi: un calendario ricco, che accanto al secondo ritrovo Giovani con sede San Vito, previsto per il 23 Marzo e il ritorno dei Campi di Formazione in Aprile (25-26-27 Animatori gruppi adolescentipreadolescenti; 28-29 e 1 Maggio Animatori attività oratoriali, entrambi in due livelli) annuncia per il nuovo anno pastorale un impegno concreto del Pg Tour, con la creazione di squadre diversificate che si mobiliteranno su tutto il territorio diocesano, incontrando animatori d’Oratorio, adulti collaboratori, catechisti e parroci, con l’intento primo non di verificare, ma di”conoscere”, “comprendere”, “condividere”, accostandosi e penetrando le realtà esistenti, ciascuna nel suo contesto e facendosi, al medesimo tempo, portatori di una proposta che sia preambolo di tessitura e rete, speranzosi ma coscienti di quella bellezza e complessità che della proposta costituiscono cornice.

In questo tempo molto vicina è la presenza del mio Vescovo, il Card. Crescenzio Sepe, che mi sostiene costantemente, anche se a volte mi dice di riposarmi un po’ per non affaticarmi troppo. Ringraziando Dio anche i miei familiari e i miei amici sacerdoti mi aiutano e sostengono soprattutto quando faccio le varie terapie, condividendo con me i vari momenti d’inevitabile sofferenza. Anche i medici mi assistono tantissimo e fanno di tutto per trovare le giuste terapie da somministrarmi. Santo Padre, sarò stato un po’ lungo in questo mio scritto, ma volevo solamente dirLe che offro al Signore tutto questo per il bene della Chiesa e per Lei in modo particolare, perché il Signore La benedica sempre e La accompagni in questo ministero di servizio e amore. Le chiedo, nelle Sue preghiere di aggiungere anche me: quello che chiedo ogni giorno al Signore è di fare la Sua volontà, sempre e comunque. Spesso, è vero, non chiedo a Dio la mia guarigione, ma chiedo la forza e la gioia di continuare ad essere vero testimone del suo amore e sacerdote secondo il suo cuore. Certo delle Sue paterne preghiere, La saluto devotamente. Don Fabrizio De Michino


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IL PORTICO

IL PORTICO DEI GIOVANI

DOMENICA 12 GENNAIO 2014

Scuola. Il Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana per le nuove iscrizioni.

Tante buone ragioni per avvalersi ancora dell’insegnamento della religione cattolica Per i Vescovi italiani la religione cattolica rappresenta dentro la realtà scolastica una grande occasione di crescita e confronto per gli studenti

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prossimo 10 maggio, a cui sono invitati gli studenti, gli insegnanti, le famiglie e tutti coloro che sono coinvolti nella grande avventura della scuola e dell’educazione. Riprendendo le parole del Papa, riteniamo che sia necessaria una formazione completa della persona, che dunque non trascuri la dimensione religiosa. Non si potrebbero capire altrimenti tanti fenomeni storici, letterari, artistici; ma soprattutto non si potrebbe capire la motivazione profonda che spinge tante persone a condurre la propria vita in nome dei principi e dei valori annunciati duemila anni fa da

Gesù di Nazareth. È per questo che vogliamo ancora una volta invitare ogni studente e ogni genitore a guardare con fiducia e con simpatia al servizio educativo offerto dall’insegnamento della religione cattolica. Per rendere tale servizio sempre più qualificato e adeguato alla realtà scolastica, con l’Intesa stipulata nel 2012 tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sono stati fissati livelli sempre più elevati di formazione accademica degli insegnanti di religione cattolica, almeno pari a quelli di tutti gli altri insegnanti e spesso anche supe-

riori. Ringraziamo questi insegnanti, oggi in gran parte laici, che con la loro passione educativa testimoniano nella scuola il valore della cultura religiosa, attraverso il cui servizio cerchiamo di venire incontro alle esigenze più autentiche degli alunni che oggi frequentano le scuole italiane, alle loro domande di senso, alla loro ricerca di una valida guida. Tutto questo è ben espresso nelle Indicazioni didattiche recentemente aggiornate e attualmente in vigore nelle scuole di ogni ordine e grado. In quelle specifiche per il primo ciclo di istruzione si dichiara in maniera impegnativa che «il confronto con la forma storica della religione cattolica svolge un ruolo fondamentale e costruttivo per la convivenza civile, in quanto permette di cogliere importanti aspetti dell’identità culturale di appartenenza e aiuta le relazioni e i rapporti tra persone di culture e religioni differenti». Nella fase storica che attualmente stiamo vivendo il contributo dell’insegnamento della religione cattolica può essere determinante per favorire la crescita equilibrata delle future generazioni e l’apertura culturale a tutte le manifestazioni dello spirito umano. Con questi sentimenti, e confortati dall’elevata adesione fino ad oggi registrata, vi rinnoviamo l’invito a scegliere l’insegnamento della religione cattolica per completare e sostenere la vostra formazione umana e culturale. (Roma 25 novembre 2013)

torio italiano, che si inserisce nell’ambito delle tradizioni natalizie e che vuole trasmettere oltre alla Pace i valori di amicizia e fraternità, di altruismo e amore. Dimenticato quanto successo, Paola ed Alberto distribuiscono la Luce della Pace ai Fratelli di Sant’Antioco ed alla “mamma scout” con figlio e, in attesa dell’appuntamento delle cinque, accettano di trascorrere il tempo con noi assaggiando qualcosa di sardo. Già una mezzoretta prima delle cinque cominciano ad arrivare i gruppi Scout che hanno deciso di aderire all’iniziativa iscrivendosi nell’ap-

posito sito della Luce. Pian piano il piccolo cerchio creato da quattro panchine si riempie. Ci sono Scout dell’Agesci e degli Scout Raider Sardi- E’ tornata la “mamma scout” con il figlio in uniforme Ages. Gli Agesci vengono da Cagliari, da Selargius, da Quartu sant’Elena, da Capoterra e da altre località vicine al capoluogo. E’ presente anche il loro Responsabile zonale con il suo Clan. Gli Scaut Raider Sardi vengono da Flumini e da Quartu. Arrivano anche un ventina di soci del CSSDS con il loro fazzolettone bordeaux. Ci ha raggiunti, come promesso, Scout fra Scout, l’Arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio che si unisce ai convenuti. Prima della cerimonia ha parole per tutti. Per i più piccoli e per i più grandi. In assenza di Valeriano - assente per i postumi di una forte bronchite e di un intervento irrisorio per un ragazzino della sua età – a Sua Eccellenza viene consegnato, dai soci del CSSDS presenti, il foulard del Centro Studi. Dopo circa una mezzora in cui tutti gli Scout si sono “mischiati” parlando, ricordando, programmando, fotografando, ridendo … è stato chiamato il cerchio nel cui centro sono stati posti i due contenitori della Lu-

ce. Dopo due parole di benvenuto da parte del CSSDS, l’Arcivescovo ha richiamato i valori della Pace e della necessaria determinazione per realizzarla anche nelle piccole cose, nelle piccole dispute. Infine Paola e Alberto, con parole semplici e dirette, hanno richiamato i principi che animano la “Luce della Pace” ed hanno ricordato che ormai sono molti gli anni che la distribuzione avviene in Sardegna. Con l’inizio del canto “Alla Nostra Signora della Strada”“gli Scout si avvicinano, piano piano ed in silenzio, per accendere le loro lampade. Il tempo sembrava non passasse mai mentre con le note del canto le lampade accese hanno continuato a restare vicine alla lampada madre. Si chiude la piccola ma significativa cerimonia con il “Canto della Promessa”. Ci si lascia a malincuore. Si scambiamo indirizzi e numeri di telefono. Si scambiano gli auguri natalizi. Ci si dà appuntamento per l’anno prossimo. Magari in numero ancora maggiore. Magari … l’anno prossimo potrebbero essere Scout sardi ad andare a Vienna a “prendere” la luce per portarla in Sardegna.

ARI STUDENTI E cari geni-

tori, anche quest’anno sarete chiamati a decidere se avvalervi o non avvalervi dell’insegnamento della religione cattolica. Si tratta di un servizio educativo che la Chiesa offre alla scuola italiana in conformità a quanto stabilito dall’Accordo del 18 febbraio 1984 che ha modificato il Concordato Lateranense e dalle Intese attuative che negli anni si sono succedute. Nel quadro delle finalità della scuola, cioè aderendo agli scopi educativi che motivano l’esistenza delle scuole di ogni ordine e grado in Italia, l’insegnamento della religione cattolica consente a tutti, a prescindere dal proprio credo religioso, di comprendere la cultura in cui oggi viviamo in Italia, così profondamente intrisa di valori e di testimonianze cristiane. Parlando a un gruppo di studenti, papa Francesco ha ricordato che «la scuola è uno degli ambienti educativi in cui si cresce per imparare a vivere, per diven-

tare uomini e donne adulti e maturi, capaci di camminare, di percorrere la strada della vita. Come vi aiuta a crescere la scuola? Vi aiuta non solo nello sviluppare la vostra intelligenza, ma per una formazione integrale di tutte le componenti della vostra personalità» (Discorso agli studenti delle scuole gestite dai gesuiti in Italia e Albania, 7 giugno 2013). Sulla scia di queste parole, la Chiesa in Italia vuole ribadire il proprio impegno e la propria passione per la scuola. Quest’anno e lo farà anche in maniera pubblica con un grande pomeriggio di festa e di incontro con il Papa in Piazza san Pietro il

Da Betlemme a Cagliari la “Luce della Pace” La testimonianza degli Scout della Sardegna SALVATORE MASSIDDA

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TAZIONE F. S. di Cagliari. Sono le

tredici e trenta del 15 dicembre e la voce dell’altoparlante ha appena annunciato che il treno da Porto Torres è in arrivo al binario 4. Siamo in pochi ad accogliere alla stazione la Luce della Pace portata a Cagliari da Alberto e Paola. Quattro del CSSDS, gli scout dell’Agesci di Sant’Antioco, due degli Scout Raider Sardi di Flumini ed una “mamma scout” con figlio dell’Ages, Qualche minuto prima avevamo loro spiegato che la vera manifestazione si sarebbe svolta la sera alle cinque sempre all’interno della Stazione. Il treno si è appena fermato ed ecco che dall’unico vagone scende Alberto con due enormi zaini ed altrettanti contenitori della Luce.

Sembra abbia un diavolo per capello e non vediamo con lui Paola. Ci spiega che è ancora sul treno e che sta discutendo con il capo treno. Quando anche Paola ci raggiunge, pur con il sorriso ma con poche parole, ci spiega che la burocrazia avrebbe voluto che la luce fosse spenta. Ma la determinazione dei due tedofori ha avuto la meglio. Gli hanno spiegato che la Luce della Pace proviene dalla Chiesa della Natività a Betlemme, da una lampada che arde da moltissimi secoli con olio donato da tutti i popoli della Terra. Gli hanno spiegato che l’iniziativa consiste nella distribuzione della luce, e quindi della Pace, in tutta l’Europa con la collaborazione delle reti ferroviarie europee, che gli Scout di Trieste, a prescindere dal colore del camiciotto, si sono fatti carico della distribuzione nel terri-


DOMENICA 12 GENNAIO 2014

IL PORTICO DI CAGLIARI

Carità. Nella residenza per anziani di Terramaini si è svolto il “Pranzo della solidarietà”.

Un’occasione di festa e di amicizia accanto ai più deboli della società Mons. Miglio: “Bisogna sempre guardare a chi sta peggio di noi perchè la responsabilità è di tutti, anche nostra!”

IL PORTICO

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brevi IL 15 GENNAIO

Mons. Miglio incontra gli amministratori Mercoledì 15 gennaio, in occasione della festa di S. Efisio Patrono della Diocesi, alle 16 l’Arcivescovo, monsignor Arrigo Miglio, incontrerà le istituzioni amministrative presenti nel territorio della Diocesi. L’incontro si terrà nell’aula magna del seminario arcivescovile di Cagliari.

MATTEO PIANO UNEDÌ 6 Gennaio, giorno dell’Epifania, presso la Casa di Riposo di Terramaini, si è svolto il consueto “Pranzo della Solidarietà”, un evento promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Cagliari. L’avvenimento, che si svolge da circa una decina d’anni, ha ripagato le attese dei partecipanti: una giornata di festa e fraternità nel contesto conviviale del pranzo vissuto insieme. Presso la palestra dell’impianto sono state allestiti circa 600 posti, praticamente tutti occupati dai partecipanti. Il menù del pranzo è stato sobrio ma adatto ad una bella giornata di festa. A far da cornice al momento del pranzo c’è stata l’animazione: tanta musica, soprattutto i classici della canzone italiana, e diversi balli, nei quali i partecipanti si sono cimentati. Presente all’evento anche il sindaco Massimo Zedda. Il primo cittadino ha espresso la vicinanza a tutti coloro che oggi si trovano in difficoltà, auspicandosi che il nuovo anno possa essere veramente un “anno nuo-

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Mons. Miglio e il sindaco Zedda durante la manifestazione a Terramaini.

vo” da cui ripartire. “Il pranzo della solidarietà è un evento importantissimo” ha dichiarato il sindaco di Cagliari “non tanto per il fatto che ci sia da mangiare, ma per il fatto che l’evento è nato per eliminare solitudine e difficoltà. È doveroso che tutti debbano avere un momento di gioia, lo stare qui assieme è motivo di grande felicità”. Zedda ha poi sottolineato che il periodo attuale non è certamente facile, viste le difficoltà crescenti, perciò è giusto stare particolarmente vicino a chi è nel bisogno. Anche Mons. Miglio, accompagnato da Don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana, è stato presente all’incontro. Dopo i saluti iniziali, l’Arcivescovo si è intrattenuto a

pranzo e girando i tavoli, ha avuto modo di scambiare alcune parole con i commensali. Significative sono state le parole rivolte da Mons. Miglio nel suo saluto ai partecipanti: “l’importante è non arrendersi mai, fare ogni anno che viene un passo avanti. Auguro a tutti un anno tranquillo, ma non troppo, perché la troppa tranquillità ci fa adagiare e questo non è un bene. Bisogna sempre guardare quelli che stanno peggio di noi, perché la responsabilità è di tutti, anche nostra”. Il pranzo dell’Epifania si conferma ogni anno un incontro di gioia e di festa, atteso non solo da anziani e bisognosi, ma anche da tante famiglie che hanno la possibilità di passare una giornata di svago sereno.

Don Marco Lai conosce bene l’importanza di questa giornata: “Il pranzo della solidarietà è il momento conviviale di festa, fraternità e intensa serenità. Il pasto non è l’elemento principale dell’incontro, ma lo stare assieme è la bellezza di tutto ciò. Proprio nel giorno dell’Epifania, manifestazione dell’amore di Dio a tutti i popoli e a tutte le Nazioni, è importante stare insieme tutti quanti e vivere questo momento di festa”. Don Marco e il sindaco Zedda hanno voluto ricordare inoltre che contemporaneamente all’evento, è rimasta aperta anche la Caritas di Viale Fra Ignazio, dove è stato servito il pranzo a 100 richiedenti asilo, presenti al centro di Elmas e all’Hotel 4 mori.

L’incontro per gli operatori pastorali sulla Evangelii gaudium

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ENERDÌ 3 GENNAIO nei locali della Parrocchia “Madonna della Strada” a Cagliari, si è tenuto un incontro sui temi dell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco. Lo scopo del momento formativo guidato da Mons. Miglio e da don Franco Puddu, vicario per la pastorale, era quello di confrontarsi attraverso una lettura condivisa del testo sui temi del documento pontificio. Erano presenti all’incontro i direttori degli uffici pastorali e degli altri servizi della Curia, i loro collaboratori, i rappresentati delle aggregazioni laicali e della comunità del diaconato e dei ministeri istituiti. Il documento di Papa Francesco è un’esortazione, cioè “un invito che spinge”, che incita e coinvolge. Senza dubbio pone le sue basi sui temi della “gioia” presenti sia nell’Antico

che nel Nuovo Testamento (cfr. nn. 45), e si rivolge direttamente ai lettori dicendo «perché non entrare anche noi in questo fiume di gioia?» (n. 5). Don Franco Puddu ha dato delle indicazioni su come leggere il Documento e cioè ponendosi primariamente in ascolto per una successiva comprensione che deve arrivare poi all’annuncio. I lavori si sono svolti in cinque gruppi ciascuno dei quali ha “studiato” un capitolo del Documento che poi è stato condiviso in plenaria in modo tale da offrire a ciascuno dei partecipanti una visione complessiva della Evangelii gaudium. Mons. Miglio nel suo intervento iniziale è partito da una considerazione centrata sulla personalità di questo nuovo Pontefice. Senza dubbio a tutti, e non solo ai cattolici, ha trasmesso la sensazione di trovarci di fronte ad una svolta. Già dal nome scelto per guidare la Chiesa e dal primo saluto così affettuoso e delicato,

INIZIATIVE

Percorso catechetico per adulti L’Ufficio Catechistico diocesano, in collaborazione con la Chiesa Cattedrale, organizza un percorso catechetico, in supporto alle parrocchie diocesane, per preparare i giovani e gli adulti che intendono completare l’Iniziazione Cristiana e celebrare, in modo particolare, il Sacramento della Cresima.

Testimoniare insieme il Vangelo della gioia GIUSEPPINA ROMBI

“Nella memoria di tutto il popolo sardo - scrive monsignor Miglio nella lettera d’invito – sono ancora vive le immagini della visita di Papa Francesco, pellegrino presso il Santuario di N. S. di Bonaria il 22 settembre 2013”. “Le parole che il Pontefice ha pronunciato nei diversi eventi di questa storia giornata – si legge ancora nella lettera d’invito - sono un vero e proprio atto di consegna di un impegno concreto ad affrontare con speranza e determinazione le sfide che derivano dalla drammatica situazione economica ed occupazionale che stiamo attraversando”. Nel corso dell’incontro monsignor Miglio proporrà alcuni passaggi degli interventi del Santo Padre a Cagliari.

Papa Francesco è stato percepito come un “segno di contraddizione”, ma nello stesso tempo come una “continuità”, che rende capaci di rinnovare con slancio la nostra appartenenza alla Chiesa. L’Arcivescovo ha poi mostrato come se si guarda alla storia della Chiesa attraverso i diversi pontificati possiamo considerare ogni pastore come un diverso “colore” che compone un quadro spirituale singolare: è questo il lavoro nascosto, ma altrettanto palese, che compie da sempre lo Spirito Santo. La sua azione che “soffia dove vuole”, questa volta ha oltrepassato i confini del vecchio continente e, attraversando l’oceano, sembra aver attualizzato il concetto di “Chiesa cat-

tolica-universale”. Il nostro sguardo si è spostato dalla visione “eurocentrica” segnata da un contesto fortemente secolarizzato, ad una visione più ampia, con caratteristiche diverse, che ci permette di entrare in contatto con la prospettiva di Chiesa che viene dall’America latina. Per tutti i partecipanti si è trattato di un prezioso momento di formazione, particolarmente interessante anche perché ha messo in contatto operatori di diversi settori pastorali, portatori quindi di diverse esperienze e sensibilità. L’auspicio per tutti è che dall’approfondimento comunitario e personale delle parole del Papa nasca una forte spinta ad annunciare la “gioia del Vangelo”.

Gli incontri si svolgono nei locali della Parrocchia Madonna della Strada, a Mulinu Becciu, a Cagliari, il giovedì alle 20.30. Per la partecipazione al percorso è necessaria la lettera di presentazione del parroco della parrocchia d’appartenenza. Per informazioni: Ufficio catechistico diocesano 07052843216; 3661504634 (uffcatechistico@diocesidicagliari.it – www.ufficiocatechisticocagliari.it) oppure Cattedrale di Cagliari 070663837 (cattedraledica@tiscali.it)


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IL PORTICO DE

IL PORTICO

BATTESIMO DEL SIGNORE

dal Vangelo secondo Matteo

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n quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». Mt 3, 13-17

DON ANDREA BUSIA

il portico della fede

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l primo viaggio del Gesù adulto nel vangelo di Matteo è quello compiuto per andare al Giordano da Giovanni battista per ricevere il battesimo. Del battesimo amministrato dal battista, sebbene questo non fosse un sacramento e non segnasse l’ingresso nella comunità dei fedeli, la Chiesa ha mantenuto la simbologia, espressa soprattutto nell’uso dell’acqua, e il significato del radicale rinnovamento di vita. Giovanni battista come sappiamo ha sottolineato più volte che il battesimo da lui amministrato era e sarebbe rimasto molto diverso e molto meno importante di quello del messia, basti ricordare la sua affermazione che precede di poco il nostro brano all’interno del vangelo di Matteo: “Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt 3,11). Nonostante, come già detto, non si trat-

Venne per farsi battezzare...

tasse di un sacramento e neppure di un atto fondamentale della fede ebraica, né Gesù avesse bisogno di essere perdonato alcunché, Gesù decide di ricevere il battesimo da Giovanni Battista, e si giustifica, rispondendo alle perplessità, dicendo che “conviene che sia adempiuta ogni giustizia”: questo battesimo è l’inizio del cammino di Gesù e questo inizio viene esplicitato attraverso la manifesta sottomissione a Dio Padre. Il battista è perplesso, sa di essere il più “piccolo”, che i ruoli dovrebbero essere invertiti, Gesù non corregge, ma lo invita a fidarsi di lui, non è ancora giunto il momento del battesimo in Spirito Santo e fuoco che Giovanni attendeva e aveva preannunziato, la cosa importante adesso è, per Gesù, dichiarare pubblicamente, attraverso il battesimo, la sua sottomissione a Dio e la volontà di obbedirgli. Arriverà il tempo del battesimo di Cristo ma, paradossalmente, quando giungerà il momento esso sarà amministrato da Cristo ma in maniera mediata, attraverso i suoi apostoli e discepoli, per-

ché lui sarà risorto. L’uscita di Gesù dall’acqua del Giordano è accompagnata da una serie di eventi miracolosi: i cieli che si aprono, la discesa dello Spirito Santo come una colomba e la voce dal cielo. Nell’insieme i tre segni indicano chiaramente la vicinanza di Dio a questo suo Figlio, ma a questo si aggiungono altri significati. La discesa dello spirito di Dio su Gesù non è un evento “unico”, già nell’antico testamento troviamo dei passi in cui troviamo immagini simili, ma questa discesa è sempre finalizzata a compiti molto specifici e, una volta completata tale missione, lo Spirito si ritirava da coloro su cui era disceso. C’è, una sola eccezione: “Samuele prese il corno dell'olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi” (1Sam 16,13). Questa rimane però un’eccezione, perché unica ma soprattutto perché lo stesso re Davide è, a suo modo, anch’egli un precursore del Messia che, non per caso, apparterrà alla sua discendenza. È in ogni caso privo di ecce-

zioni il fatto che solo Gesù potesse effondere lo Spirito Santo su altre persone: “Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi” (Gv 16,17). La voce del Padre dal cielo ci dà sinteticamente tre informazioni: Gesù è suo Figlio, Gesù è “l’amato” per antonomasia, Gesù è colui in cui è presente tutto ciò che piace a Dio. Tre chiare indicazioni che da una parte sono una “presentazione” di Gesù, ma dall’altra sono una chiara indicazione a coloro che hanno assistito alla scena e a tutti noi: vuoi essere un buon cristiano? Guarda a Gesù e cerca di imitarlo. Non sai come comportarti in una particolare situazione? Guarda a Gesù e comportati come avrebbe fatto lui. Vuoi provare quella gioia che può venire solo da una vita vissuta in relazione con Dio? Guarda Gesù e segui i suoi insegnamenti e i suoi esempi. Dicendo che in Gesù è presente ciò che gli piace, automaticamente ci sta dicendo di guardare a Lui.

VIVERE LA FEDE IN FAMIGLIA Nella Lumen fidei Papa Francesco mostra i diversi ambiti in cui la fede illumina la città degli uomini. La prima realtà che lui prende in esame è quella della famiglia. Il Papa si concentra realtà familiare per mostrare come essa possa ricevere dal messaggio cristiano una prospettiva nuova che ne esalta le specificità: «penso anzitutto all’unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio. Essa nasce dal loro amore, segno e presenza dell’amore di Dio, dal riconoscimento e dall’accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne (cfr Gen 2,24) e sono capaci di generare una nuova vita, manifestazione della bontà del Creatore, della sua saggezza e del suo disegno di amore. Fondati su quest’amore, uomo e donna possono promettersi l’amore mutuo con un gesto che coinvolge tutta la vita e che ricorda tanti tratti della fede. Promettere un amore che sia per sempre è possibile quando si scopre un disegno più gran-

de dei propri progetti, che ci sostiene e ci permette di donare l’intero futuro alla persona amata. La fede poi aiuta a cogliere in tutta la sua profondità e ricchezza la generazione dei figli, perché fa riconoscere in essa l’amore creatore che ci dona e ci affida il mistero di una nuova persona» (LF, n. 52). A volte si sentono alcuni che considerano fuori luogo da parte dei genitori fare una precisa proposta di fede ai figli, sostenendo che sia meglio “lasciarli liberi” in modo tale che questi possano fare poi una scelta autonoma una volta diventati grandi. Per il Papa invece è fondamentale che «i genitori coltivino pratiche comuni di fede nella famiglia, che accompagnino la maturazione della fede dei figli» (LF, n. 53). La famiglia, insieme alla comunità ecclesiale, è chiamata ad offrire vere occasioni di crescita nella fede ai giovani. Papa Francesco prende spunto dalle Giornate Mondiali della gioventù per far comprendere come il desiderio di Dio

possa essere coltivato fin dalla giovinezza: «soprattutto i giovani, che attraversano un’età della vita così complessa, ricca e importante per la fede, devono sentire la vicinanza e l’attenzione della famiglia e della comunità ecclesiale nel loro cammino di crescita nella fede. Tutti abbiamo visto come, nelle Giornate Mondiali della Gioventù, i giovani mostrino la gioia della fede, l’impegno di vivere una fede sempre più salda e generosa. I giovani hanno il desiderio di una vita grande. L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza solida che non delude. La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità» (ibidem). di don Roberto Piredda


ELLA FAMIGLIA

DOMENICA 12 GENNAIO 2014

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Educare i figli all’uso delle nuove tecnologie

I genitori educatori nel mondo digitale ALESSANDRA ROSSI

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RISCRITTURE

IL DONO DELLA FILIAZIONE DIVINA Il Battesimo suggerisce molto bene il senso globale delle Festività natalizie, nelle quali il tema del diventare figli di Dio grazie alla venuta del Figlio unigenito nella nostra umanità costituisce un elemento dominante. Egli si è fatto uomo perché noi possiamo diventare figli di Dio. Dio è nato perché noi possiamo rinascere. Questi concetti ritornano continuamente nei testi liturgici natalizi e costituiscono un entusiasmante motivo di riflessione e di speranza. Pensiamo a ciò che scrive san Paolo ai Galati: “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5); o ancora san Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: “A quanti l’hanno accolto / ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Questo stupendo mistero che è la nostra “seconda nascita” – la rinascita di un essere umano dall’“alto”, da Dio (cfr Gv 3,1-8) – si realizza e si riassume nel segno sa-

cramentale del Battesimo. Con tale sacramento l’uomo diventa realmente figlio, figlio di Dio. Da allora, il fine della sua esistenza consiste nel raggiungere in modo libero e consapevole ciò che fin dall’inizio era ed è la destinazione dell'uomo. “Diventa ciò che sei” – rappresenta il principio educativo di base della persona umana redenta dalla grazia. Tale principio ha molte analogie con la crescita umana, dove il rapporto dei genitori con i figli passa, attraverso distacchi e crisi, dalla dipendenza totale alla consapevolezza di essere figli, alla riconoscenza per il dono della vita ricevuta e alla maturità e alla capacità di donare la vita. Generato dal Battesimo a vita nuova, anche il cristiano inizia il suo cammino di crescita nella fede che lo porterà ad invocare consapevolmente Dio come “Abbà – Padre”, a rivolgersi a Lui con gratitudine e a vivere la gioia di essere suo figlio. Benedetto XVI - Angelus 10 gennaio 2010

e statistiche che riguardano gli acquisti degli italiani ci fanno sapere che tra i prodotti di maggiore interesse, ci sono sicuramente gli oggetti elettronici come computer, tablets e oggetti simili. Questi acquisti riguardano in modo particolare i ragazzi e i giovanissimi. A questo riguardo non può che sorgere una domanda educativa: con quali criteri e come introdurre i figli all’uso di questi strumenti? Bisogna in primo luogo superare la paura di fronte a questi strumenti cercando di coglierne le indubbie possibilità delle quali sono portatori, prestando attenzione al "come" vengono utilizzati. Le nuove tecnologie non sono soltanto degli strumenti che permettono di migliorare e rendere più rapide le comunicazioni ma sono diventate il “continente digitale” . Un punto importante anche per i genitori cristiani non può che essere anche quello di cercare di gestire questo ambiente di vita, aiutando i figli a maturare. I vari strumenti digitali sono legati ad internet dando certamente una marea di possibilità ma anche di pericoli per i più piccoli. E' necessario in primo luogo stabilire da quale età sia meglio far iniziare ad utilizzare i dispositivi digitali, avere cura di inserire in questi dei filtri tecnologici che limitino l’accesso soltanto ai siti sicuri, ed evitare il rischio di entrare in contatto con contenuti legati alla pornografia e alla violenza. Potrà apparire scontato ma in questo campo il buon esempio dei genitori non è per niente da trascurare; un aspetto da curare in modo importante è quello della moderazione: sarebbe triste che i ragazzi vedessero i genitori dedicare troppo tempo a internet a discapito dello spazio da dedicare a loro per un po’ di gioco o per una passeggiata. Non va sottovalutata l’importanza anche dei piccoli gesti che celano uno stile educativo, come distogliere lo sguardo dal cellulare e fissare lo sguardo dell’interlocutore mentre si parla con i figli. Nella giovane età sarebbe meglio che i nostri ragazzi non abbiano dei dispositivi di loro esclusiva proprietà, in modo da educarli alla condivisio-

ne oltre che al rispetto di loro stessi, della famiglia e dell'uso del proprio tempo libero. I genitori anche in questo devono essere delle guide avvalendosi della tecnologia come strumento educativo e quindi giocare con i propri figli. Molto presto i giovani saranno più capaci dei genitori nell'utilizzo della tecnologia, perciò l'opportunità di condividere il tempo sfruttando questi mezzi può essere occasione di dialogo, confronto e crescita. Nel difficile periodo dell'adolescenza in cui tutti i ragazzi hanno bisogno dei loro spazi e autonomia maggiori, risulta essere più complicato l'approccio appena esaminato, così come si rivelerebbe del tutto controproducente instaurare un regime di polizia all'interno delle mura di casa. In questa delicata fase dello sviluppo i genitori dovrebbero mostrare le ragioni che si celano dietro i loro comportamenti, agendo in modo discreto ma efficace sulla capacità dei ragazzi di vivere la libertà in modo responsabile. Ciò che realmente conta non è la negazione, il dire "no", ma mostrare che dietro tutto questo discorso c'è qualcosa che è molto più bello e vero oltre che reale, ed è l'attrattiva del bene verso se stessi innanzitutto e da questo scaturirà il rispetto ed il bene per gli altri come proiezione del rispetto di se stessi. Essere presenti e partecipi nella vita dei propri figli è importantissimo; prestare attenzione ai loro interessi può diventare occasione di incontro e comunicazione oltre che mezzo educativo in cui si può mostrare che non occorre inseguire le mode ma essere a proprio agio con se stessi, la propria famiglia e l'ambiente che ruota attorno alla loro vita. Il linguaggio educativo che intercorre nel rapporto tra genitori e figli è e deve essere innanzitutto un linguaggio d'amore e stima reciproca, e di conseguenza l'educazione abbraccerà i ragazzi nella loro totalità senza la necessità per gli adulti di fare alcun corso di aggiornamento rispetto al mondo digitale perchè ormai la tecnologia è il presente e fa parte del quotidiano dei ragazzi, non è un qualcosa di estraneo ma parte di loro stessi e dell'epoca che stanno vivendo. Si può essere dei bravi genitori e dei bravi cristiani anche in questo vasto mondo virtuale!


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IL PORTICO DEI LETTORI

IL PORTICO

DOMENICA 12 GENNAIO 2014

LETTERE A IL PORTICO Grande festa per il quartiere di San Benedetto in Cagliari, che celebra il ricordo della compatrona, cui è dedicata la chiesa parrocchiale, Santa Lucia. La festa celebrata quest’anno si tinge di novità; tanti gli appuntamenti per celebrare la memoria della Santa, segno di un desiderio da parte della comunità parrocchiale di rinnovarsi e offrire, a tutti coloro che lo desiderano, momenti di crescita, di condivisione e di festa. La novità principale di quest’anno è stata la costituzione del comitato di Santa Lucia, nato dal desiderio della comunità. In stretta collaborazione e sinergia con il Parroco, don Massimo Noli, esso si è adoperato affinché l’organizzazione dei festeggiamenti potesse essere decorosa e garantire la partecipazione dell’intera comunità. La memoria liturgica della Santa martire, celebrata il 13 dicembre, è stata preceduta dal triduo di preparazione, per permettere alla comunità di poter vivere l’attesa della festa con la preghiera e la riflessione. Momento centrale è stato vissuto il

13, giorno liturgico della memoria, in cui la comunità ha testimoniato la propria fede e la venerazione per Santa Lucia accompagnado il simulacro in processione per le strade del quartiere. Altra novità è stata la presenza e la partecipazione della banda musicale proveniente da Monastir e dei Cavalieri dell’Ordine Patriarcale di Gerusalemme, da poco istituiti dallo stesso Patriarca della Chiesa d’Oriente, Sua Beatitudine Gregorio III Laham, in visita alla Arcidiocesi di Cagliari. Istituendo i Cavalieri, il Patriarca ha insignito del titolo di Assistente Spirituale per la Sardegna, don Massimo Noli, e la Chiesa di Santa Lucia, sede dell’Ordine. A conclusione della processione la comunità si è raccolta attorno al banchetto eucaristico presieduto dall’Arcivescovo, S. E. Mons. Arrigo Miglio. Alla celebrazione, concelebrata da don Massimo Noli, Mons. Giovanni Marras e don Davide Piras, hanno preso parte, inoltre, gli accoliti della Parrocchia, i seminaristi che svolgono il servizio pastorale e il gruppo dei ministranti. Il comitato ha promosso anche tan-

ti altri momenti comunitari, a partire dal concerto tenutosi nella chiesa parrocchiale nella serata del 13. Sabato 14, un’altra grande novità: il primo festival canoro per ragazzi, a cui hanno partecipato tutti i gruppi di catechismo, presentando un canto sulla scia del tema della Giornata missionaria mondiale “Sulle strade del mondo”. Una bellissima iniziativa che ha coinvolto, non soltanto i bambini e i ragazzi, ma catechisiti, famiglie, amici con i quali si è voluto far festa vivendo una nuova esperienza. Nelle giornate di festa, inoltre, è stata allestita una mostra del libro, una fiera del dolce e una lotteria, iniziative attraverso le quali si è voluto favorire l’incontro tra le persone in un clima gioioso. A conclusione dei festeggiamenti, domenica 15, la comunità ha accolto le reliquie della Beata Giuseppina Nicoli incon grande fede e tanta gioia, domandano la sua intercessione per le proprie famiglie, per la comunità parrocchiale e per la Chiesa intera. Davide Lai

Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo settimanaleilportico@gmail.com, specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.

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Fra meno di due settimane saranno rese pubbliche le nomination agli Oscar e il 2 marzo l'Academy consegnerà le ambitissime statuette. Se facciamo un passo indietro ad un anno fa troviamo Argo, il terzo film di Ben Affleck regista (e qui anche attore) dopo Gone baby gone e The town, che conta 7 nomination e alla fine si aggiudica tre oscar, fra cui quello di miglior film. E' uscito a dicembre in dvd ed è di sicuro una buona occasione di recuperarlo per chi se l'è perso, visto che per i prossimi mesi nelle sale ci sarà il pienone di titoli favoriti per qualche premio. Argo è un film intelligente e ben girato, non perfetto né indimenticabile ma di sicuro maneggiato con molta consapevolezza del cinema nella sua accezione di 'macchina'. Il soggetto non è originale ma uscito allo scoperto abbastanza di recente attraverso un libro omonimo scritto da Tony Mendez, protagonista delle vicende ma impossibilitato per anni a parlare per questioni diplomatiche, che racconta del suo passato come dipendente della CIA specializzato in infiltrazione e di come, per liberare 6 connazionali rifugiati nell'ambasciata canadese in Iran dopo il colpo di stato del 1979, riuscì ad entrare nel paese grazie ad una intelligente e finta produzione di un film, Argo appunto, e riportarli a casa evitando ulteriori scontri. Lo spunto narrativo è di per sé potente, perché ha un'ambivalenza che invece che dividere i consensi, li unisce: c'è il fattore d'azione, riempito nel film attraverso una suspense che accompagna fino all'ultimo minuto, insieme al fattore storico, adatto al pubblico che ci tiene a non dimenticare. Ma l'astuzia di Ben Affleck è stata quella di aver unito una convergenza di generi con un linea guida che in fin dei conti piace

È uscito il DVD del terzo film da regista di Ben Affleck

Argo: fuga dall’Iran col trucco VALERIA USALA

sempre a tutti, agli americani più che mai: il parlare di cinema con il cinema, o meglio ancora parlare del suo potere salvifico. Servirsi di un film come pretesto per salvare delle vite è un ottimo biglietto da visita per gli Oscar, ma una storia che racconta come si possa trovare la libertà senza far scoppiare una guerra grazie ad un film è vittoria assicurata. Sicuramente le due ore sono organizzate bene, anche se la prima parte che 'prepara' il terreno all'azione della seconda rimane leggermente più debole e un filo più noiosa; per il resto però l'ambientazione anni '80, la caratterizzazione del protagonista (un Ben Affleck che sa benissimo come non rubare la scena), dei rifugiati che diventano una finta troupe e persino lo svelamento di quei rapporti politici ed economici che hanno incastrano gli Stati Uniti per anni nella

pozzanghera del compromesso, mostrati ma non giudicati in modo definitivo, sono tutti aspetti impeccabili. Argo è di sicuro di una pellicola dal grande valore, arrivata forse anche nel momento giusto, quello in cui si può guardare ad avvenimenti datati e delicati senza il senso di colpa per esserne stati colpevoli direttamente, ma non abbastanza lontani da superarli senza rimpianti, o peggio ancora, rimorsi. E' anche doveroso però ricordare, forse per amore di cronaca o per un personale senso di giustizia, che pur avendo vinto, Argo non era il miglior film dell'anno passato. L'uso tutto sommato originale dello strumento cinema e la bravura di Ben Affleck nei molteplici ruoli che ha rivestito per questo film

meritano il riconoscimento, ma nell'olimpo dei film che fanno la storia Argo fa fatica a salire. Statisticamente si sa che per il premio più prestigioso nel campo vengono predilette grandi storie di grandi uomini, meglio se americani e socialmente svantaggiati, perchè l'idea di rivalsa e orgoglio è nella loro indole da sempre e per sempre avrà la meglio. Questa volta ad avere una rivalsa e richiamare l'attenzione era non una storia ma un mondo, quello stesso del cinema, e dell'arte che con lui si guadagna il diritto di dire la sua riguardo a questioni importanti come la politica, per una volta non solo stando a guardare ma finalmente entrando anche in azione. Lasciando da parte questo istinto di giustizia e dovere, forse film come Vita di Pi, enorme visivamente ma ancora più grande nel contenuto e nella (velata) dichiarazione d'amore al mondo cinema e alle magie che può produrre, o Django Unchained, opera sui generis che avrebbe potuto vincere solo per come rappresenta in toto una delle personalità cinematografiche più importanti degli ultimi decenni come Quentin Tarantino, ovviamente rischiosissima da eleggere come migliore per una giuria sofisticata come l'Academy, questi due forse avrebbero meritato di più. Certo non è solo il riconoscimento a fare il valore, e anzi quasi sicuramente il film migliore dell'anno sarà uscito in poche sale del paese d'origine e visto da pochi fortunati senza aver ricevuto nessun premio. La tradizione è che si premi un film che racchiude un certo mondo e una certa idea di cinema, e in questo ad Argo non si può rimproverare davvero nulla. Ma la speranza, come ogni anno, è quella che si celebri un film che semplicemente non ci faccia pentire di aver sognato, anche se per due ore soltanto.


DOMENICA 12 GENNAIO 2014

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Cultura. Intervista a Dom Guillame, abate trappista a Mont-des-Cats, in Francia.

I cristiani devono cercare il dialogo con chi sta ai margini della Chiesa Il religioso a Cagliari, nelle scorse settimane per presentare il suo nuovo libro, parla del rapporto dei francesi con Papa Bergoglio. R. C.

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OM GUILLAME, abate trappista al Mont-des-Cats, in Francia, è nato nel 1957 nel nord del Paese, da una famiglia di origine polacca. Nel 1982 entra nell’abbazia trappista del Mont-des-Cats e dal quel momento la sua attività lo conduce in diversi parti del mondo ad animare anima ritiri e sessioni di studio. A Cagliari, ospite della libreria Paoline per presentare la sua ultima pubblicazione “La sorpresa dell'incontro. In cammino con l'evangelista Matteo”, descrive così il discepolo. “La cosa più importante nel personaggio di Matteo – dice Guillame – è l’incontro con lo sguardo di Gesù. Quando si pensa a Matteo subito ci si riferisce a questo sguardo sulla persona e sulla sua risposta, come se ci fosse stato un dialogo silenzioso tra lui e Cristo, e da questo incontro scaturisce tutto il Vangelo di Matteo”. Nel 1996 nella comunità del monastero di Tibhirin, in Algeria, sette

Dom Guillame nella Libreria Paoline di Cagliari.

dei nove religiosi presenti sono stati uccisi. Cosa ha provocato quell’episodio? Dopo quell’episodio sono due le cose che ne sono scaturite. La prima è che molte monache e monaci hanno scoperto questa vocazione a vivere ai margini, a testimoniare il Vangelo, una scelta che forse all’inizio non era così chiara. Nel XX secolo si è sviluppata molto la dimensione contemplativa della vita monastica, con il desiderio di riscoprirne le fonti mistiche. Con i fatti di Tibhirin si è compreso che la testimonianza doveva essere portata anche ai margini della Chiesa: non solo dentro, con la vita contempla-

tiva, ma anche lontano. In questo senso il monastero è diventato laboratorio per tutta la società e in un certo senso i monaci di Tibhirin hanno fatto questo. E il secondo aspetto? Credo che spesso nel mondo di oggi si veda la vita monastica come una vita tranquilla. I monaci di Tibhirin ci hanno dimostrato che non è così, ma anzi è un’avventura, forse l’unica vera avventura moderna che esista ancora, non solo interiore ma anche esteriore. La Francia, una nazione dove i cristiani son ai margini. Qual è la realtà? Essere ai margini è la vocazione del

cristiano, troppo sale rende immangiabile un cibo. Fuori metafora la marginalità è necessaria per dare il sapore giusto alle cose. Credo che la vocazione del cristiano non sia avere uno sguardo critico verso la società quanto discernerne tutto il bello ed il bene che c’è, anche in Francia. Le faccio un esempio. Quando è arrivato il ciclone nelle Filippine lo scorso novembre sono stati i laici a dare il via alle iniziative di solidarietà: senza saperlo hanno vissuto il Vangelo. Mi sembra bello poterlo dire e vedere come ilVangelo ha trasformato la società francese: forse i francesi non se ne rendono conto ma è un dato di fatto ed è ciò che accade. Quale impatto ha avuto l’elezione di Papa Francesco per voi trappisti e per i francesi? Quando sono stato in America Latina l’estate scorsa i confratelli si sono detti felici. Per me l’arrivo di Papa Bergoglio è un segno molto interessante, perché lui ha dato importanza non solo a chi è dentro la Chiesa ma anche a chi è lontano. Negli ultimi tempi sono stato spesso a Roma ed ho potuto constatare come tantissime persone si radunino in piazza San Pietro per ascoltare il Papa. Ci sono molti che non vanno neanche in chiesa ma si sentono attratti da ciò che il Santo Padre dice loro. La stessa cosa l’ho sentita in Francia dove Papa Bergoglio gode di buona fama anche tra i non credenti.

“La carità di Cristo ci precede sempre” Si scioglie ancora il voto a San Francesco di Paola FRANCESCO ARESU

NA TRADIZIONE CHE dura da 275 anni, che vede ogni anno l'Arcivescovo di Cagliari sciogliere il voto fatto a San Francesco di Paola dall'amministrazione comunale nell'aprile del 1739, in seguito alla feroce siccità che in quell'anno colpì la città. Oltre due mesi senza piovere, con gravi danni al raccolto: come raccontano le cronache del tempo, solo la processione con la statua del santo seppe porre fine alla siccità, con una pioggia abbondante in grado di riportare la situazione alla normalità e garantire un buon raccolto alla città. Da allora, ogni anno nel primo venerdì “dei tredici che si sogliono consacrare al detto glorioso Santo”, come recita il documento presente nell'Archivio Municipale cagliaritano, viene celebrata la festa in ringraziamento del beneficio ricevuto nella chiesa di via Roma. Così è avvenuto anche

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lo scorso venerdì 3 gennaio, quando l'Arcivescovo mons. Arrigo Miglio ha celebrato la solenne messa di scioglimento del voto. «Ammiriamo oggi l'umiltà della città di quel tempo», ha detto mons. Miglio, «la stessa di cui abbiamo bisogno anche oggi, quando ci facciamo sopraffare da una sorta di pericolosa autosufficienza, che rischia di farci perdere di vista i segni della carità». Proprio il tema della carità è stato al centro dell'omelia dell'Arcivescovo, che ha sottolineato come essa non corrisponda soltanto alla mera distribuzione dei propri averi, specie in un contesto cittadino come Cagliari. Prendendo spunto dal punto

IL PORTICO

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brevi VITA CONSACRATA

Il 1 febbraio messa in Cattedrale La Celebrazione in Cattedrale della Presentazione di Gesù al Tempio, Festa della Vita Consacrata è anticipata a sabato 1 Febbraio. L’incontro alle 15.30 nella Chiesa della Purissima, via Lamarmora, dove si terrà il rito della benedizione delle candele, subito dopo seguirà la processione verso la Cattedrale per la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da monsignor Arrigo Miglio. COMUNITÀ DI TAIZÈ

Due appuntamenti con fr. John Al rientro dall’incontro europeo di Strasburgo su invito dell’Arcivescovo monsignor Arrigo Miglio fr. John da Taizè tornerà in Sardegna. Due gli appuntamenti previsti.

Lunedì 13 gennaio alle 20:30 momento di condivisione e dibattito sul tema “Verso una nuova solidarietà”, a Cagliari nel Salone dei Salesiani in Viale fra’ Ignazio (fronte all’orto botanico), “Come rendere visibile una grande comunità d’amicizia?”. Martedì 14 gennaio alle ore 20:30 un momento di preghiera comune, secondo lo stile della comunità di Taizè a Selargius in Piazza Maria Vergine Assunta.

VOCAZIONI

71 dell'esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco, mons. Miglio ha spiegato come la principale preoccupazione dei cristiani sia quella di «scoprire i segni della presenza di Dio nella comunità. Negli ultimi tempi, penso soprattutto alla recente emergenza-alluvione, ritengo che si siano avuti esempi positivi a riguardo». L'Arcivescovo ha voluto poi fare un parallelo tra la Cagliari di quasi trecento anni fa e quella di oggi, pur con i dovuti distinguo. Allora la priorità era la lotta alla siccità, oggi è la crisi economica e sociale a creare i maggiori problemi. Anche per questo è centrale la carità: «Noi dobbiamo scoprire i segni di carità, come accadde nel lontano 1739 a Cagliari. Anche allora Dio non abbandonò la sua città, anche se non tutti colsero

la potenza del messaggio. Qualcuno attribuì la copiosa pioggia ad altre cause, non all'intercessione di San Francesco di Paola. Eppure l'atto di umiltà portato avanti dalla Magistratura di quel tempo è per noi un monito, in modo da essere più attenti alle necessità delle persone e della città». Umiltà, carità e speranza: tre valori da seguire anche oggi. «Dobbiamo essere umili cercatori dei segni della presenza di Dio, sia nel cuore delle persone che nei gesti. La carità di Dio ci precede e non aspetta che siamo noi a prendere l'iniziativa: grazie ad essa abbiamo un fondamento di speranza, che cresce in noi e ci dà coraggio, nonostante qualche attimo di debolezza momentanea. Che San Francesco di Paola ci illumini la strada che porta alla speranza».

Domenica Adorazione Eucaristica Domenica alle 16,30 presso il Monastero delle Clarisse Cappuccine in Cagliari si ripete l’appuntamento

mensile dell’adorazione eucaristica vocazionale, curata dal Centro Diocesano Vocazioni. Sono invitati tutti gli operatori della pastorale vocazionale e quanti vogliono unirsi nella preghiera al padrone della messe perché mandi operai (consacrati e consacrate) alla sua Chiesa


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IL PORTICO

brevi UFFICIO CATECHISTICO

Incontri per adulti immigrati L’Ufficio Catechistico in collaborazione con Caritas e Migrantes, ha preparato un percorso di incontri rivolti ad immigrati adulti, con lo scopo di far conoscere e scoprire, a chi ne ha espresso il desiderio, la novità di Gesù, della fede cristiana, del Vangelo e della comunità dei discepoli del Signore.

Primo annuncio. L’iniziativa dell’Ufficio catechistico insieme a Caritas e Migrantes

Essere accanto agli immigrati anche con l’annuncio di Cristo La proposta di evangelizzazione si rivolge agli immigrati presenti nella diocesi e rappresenta un’occasione per accostarsi al Vangelo ENRICO MURGIA ON SARÀ UN'OCCASIONE tra tante, l'incontro che domenica 12 gennaio alle ore 16 nel teatro della Parrocchia di Sant'Eulalia, accoglierà gli immigrati adulti desiderosi di accostarsi alla fede. Saranno loro, i principali destinatari di un percorso nato da una nuova e singolare collaborazione tra l'ufficio Catechistico, la Caritas e l'ufficio Migrantes. Un incontro che spiana la strada a tanti altri, con l'unico intento di far scoprire e quindi di avvicinare a Cristo, attraverso testimonianze e canti religiosi. Sarà questo, uno dei segni che dicono l'attenzione concreta, e tutto l'interesse di una comunità cristiana che desidera anzitutto servire il mondo dell'immigrazione che fa spesso i conti con storie di vita intense e travagliate. Ai lettori de Il Portico, don Emanuele Mameli, direttore dell'ufficio catechistico diocesano, ne illustra i dettagli. Una Chiesa diocesana, la nostra, che intende anzitutto seguire e farsi carico del cammino di vita degli adulti immigrati. In che senso, questo

N L’incontro di accoglienza per gli immigrati adulti che desiderano avvicinarsi ai temi della fede cristiana, che desiderano iniziare o completare il cammino dell’Iniziazione cristiana, oppure che semplicemente sono curiosi di conoscere e confrontarsi con la novità del Vangelo, si svolgerà domenica 12 gennaio, alle 16, ail Teatro di Sant’Eulalia, a Cagliari. Sarà un incontro costruito con testimonianze, canti religiosi appartenenti a diverse tradizioni e colorato dall’accoglienza della comunità cristiana che desidera farsi, anche in questo modo, compagna di strada.

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può costituire una novità? All’immigrato che raggiunge le nostre terre, con una varietà di situazioni, di sofferenze, di legami e nostalgie che abitano il suo cuore, con la paura e la difficoltà nell’inserimento in un nuovo e non sempre accogliente contesto di vita, come comunità cristiana, accanto all’immancabile e prezioso aiuto materiale, siamo chiamati a compiere un altro importante e insostituibile atto di carità: quello dell’annuncio del Vangelo. Papa Francesco lo esplicita in modo molto chiaro nella Evangelii Gaudium: il Vangelo è ciò che di più bello, di più prezioso e di più trasformante possediamo come comunità cristiana. Ecco il senso di questo percorso che non è “proselitismo” né tantomeno pubblicità: è un’occasione con cui la comunità cristiana propone “la novità di Gesù e del Vangelo”. Accoglienza e carità; può essere questo un binomio su cui fondare l'iniziativa frutto tra l'altro della sinergia dei tre uffici diocesani, Catechistico,

Caritas e Migrantes? L’iniziativa nasce dalla richiesta esplicita di diversi immigrati che, entrando in contatto con le comunità cristiane ed in modo specifico con le attività della Caritas, hanno chiesto esplicitamente il Battesimo oppure di concludere il percorso, iniziato nei loro paesi d’origine, di Iniziazione Cristiana. Quindi l’iniziativa si è sviluppata assumendo, sempre più, i tratti di un “primo annuncio” di Gesù per chi, entrato in contatto con la Chiesa in relazione alla situazione di necessità materiale, ha espresso il desiderio di “saperne di più”, e di, con curiosità, confrontarsi con la testimonianza di fede dei cristiani. Si parte considerando la ricchezza e l'unicità della persona umana in quanto tale, ognuno con il suo vissuto e la sua storia. Perchè constatarlo diviene un valido contributo nella scoperta o riscoperta di Cristo? Il percorso, dopo l’incontro di accoglienza del 12 gennaio 2014 nel salone della Parrocchia di sant’Eulalia,

in un quartiere che abbonda della ricchezza di tradizioni culturali e religiose provenienti da diversi paesi, sarà strutturato con la formazione di piccoli gruppi guidati dal catechista, privilegiando, in questo modo, l’espressione del vissuto e della storia personale davanti all’annuncio della novità del Vangelo. Possiamo dire che il senso di questo percorso è dato dall’aiutarsi nella scoperta del Signore Gesù che, come ad Emmaus, si fa “compagno di strada”per ciascuno. L'impegno per la nuova evangelizzazione, ribadisce Papa Francesco, è comune. Quali, a tale riguardo, le aspettative e le speranze per i cristiani laici più direttamente impegnati e coinvolti in questo "nuovo" percorso? Chiaramente, essendo un’esperienza nuova, chiede di essere sperimentata e vissuta, consapevoli del delicato compito dell’evangelizzazione, o meglio ancora, della “nuova evangelizzazione”. Un’attenzione che comunque incontra una sensibilità sempre crescente delle nostre comunità: quella di far seguito alla dolorosa costatazione di Papa Francesco a Lampedusa: la globalizzazione dell’indifferenza. Anche così, semplicemente così, i cristiani di Cagliari, insieme a centomila altre iniziative, intendono farsi vicini agli immigrati, pronti a raccogliere, nella loro originale esperienza di vita, un'importante occasione per rivitalizzare la fede e viverla nella concretezza dei problemi e degli appelli del nostro tempo. Anche nella fede è valida l’affermazione che “donando si riceve”.


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Comunicazioni sociali. Il 9 gennaio prende il via il corso per webmaster parrocchiali.

Anche la Rete può diventare una risorsa per la pastorale

IL 16 GENNAIO

In Seminario incontro per ministri istituiti Giovedì 16 gennaio, a partire dalle 18,30, nel Seminario Arcivescovile, è in programma l’incon-

Per Simone Bellisai, docente del corso organizzato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali, la comunità cristiana evangelizza anche attraverso il digitale tro di formazione permanente per i membri della comunità per il diaconato permanente e i ministeri istituiti.

ANDREA PALA INIZIATO GIOVEDÌ 9 gennaio, nei locali della Curia arcivescovile di Cagliari, il corso per webmaster parrocchiali, un ciclo di tre incontri dedicati a chi segue, o intende seguire, il sito internet della propria comunità. Chi è il “webmaster”? È colui che ha le necessarie e adeguate conoscenze informatiche per creare e gestire quella sorta di “vetrina” online della propria chiesa parrocchiale, riportando testi, foto, audio e video relativi a tutto quello che si sviluppa intorno e nella propria comunità ecclesiale. «Il Corso per Webmaster parrocchiali è stato pensato per fornire un aiuto concreto a tutti coloro che già si occupano del sito web della propria parrocchia, e naturalmente anche per coloro che sono intenzionati a proporne la realizzazione ex novo», spiega Simone Bellisai, indicato dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali come docente. «Il corso – analizza – ha lo scopo di fornire tutti gli strumenti necessari per realizzare un sito web che rispecchi realmente le esigenze delle singole comunità, in base alla storia e alle peculiarità della parrocchia e a dare una forma organica e strutturata a tutta una serie di nozioni, che tanti che si dilettano nel web co-

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MONSERRATO

Due premiazioni volute dalla Pro Loco Simone Bellisai in sala stampa durante la visita a Cagliari di Papa Francesco.

noscono, ma in ordine sparso». Insomma il corso vuole essere non solo uno strumento per garantire una forma, seppur basilare, di formazione, ma anche un mezzo per dare una visione d’insieme intorno alle conoscenze teoriche e pratiche intorno al sito internet. Come noto, infatti, l’online ci circonda, grazie, e non solo, ai social network, realtà che ormai da qualche anno accompagnano le nostre giornate. «In questo percorso che si snoderà attraverso tre appuntamenti di due ore ciascuno – precisa Bellisai – non c'è la pretesa di formare da zero un webmaster con tutte le nozioni tecniche che questo comporterebbe. Per questo è stato chiesto che i partecipanti fossero un minimo già a conoscenza degli strumenti offerti dal web. Ma non solo. Al giorno d'oggi non si può nemmeno prescindere dall'integrazione con i social network, che sono luoghi frequentati tan-

tissimo non solo dai giovani, ma anche da molti parrocchiani adulti e non mancherà certo negli incontri con i webmaster un approfondimento di questo argomento che troppo spesso, per tanti motivi, è considerato frivolo e superficiale». E invece i social network si stanno rivelando sempre più efficaci nel veicolare messaggi di vario tipo in tutto il pianeta. Basti pensare ai cosiddetti “tweet” di Papa Francesco, che in 140 caratteri riporta su Twitter e, sono poi a loro volta, come si dice in gergo, “retwittati” dagli altri utenti di questo social network. Oggi, intanto, sono sempre più le parrocchie della nostra diocesi che hanno a disposizione un proprio spazio su Facebook, dove sono riportati gli annunci domenicali, ma anche foto e video delle diverse attività. E in molti casi questo spazio si associa al sito internet parrocchiale. «Questo

strumento – analizza – non è un aspetto secondario o decorativo della vita della parrocchia, ma un'esigenza per chi vuole portare il messaggio del Vangelo e la testimonianza della comunità cristiana anche negli ambienti digitali. Il fatto che la diocesi di Cagliari abbia sentito la necessità di promuovere un corso di questo tipo non deriva certo da un voler seguire la moda del momento, ma è frutto di una presa d'atto: gli ambienti digitali necessitano della presenza viva sul web, e perché no, anche esteticamente bella e funzionale, delle nostre comunità parrocchiali».

Sabato 11 alle 18.30, nella scuola "Monumento ai Caduti" di via del Redentore è prevista la manifestazione della biennale, del "Premio Pro Monserrato", il riconoscimento a persone che hanno onorato con il loro operato la città di Monserrato. Animerà la

serata il “Quartetto d'Archi”. La manifestazione è organizzata dalla Pro Loco Monserrato che sabato 18 gennaio alle 18.45 nella parrocchia San Giovanni Battista de La Salle in Monserrato, per il IV Concorso "Presepe di Natale", ha organizzato la premiazione dei quattro migliori presepi realizzati.

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DOMENICA 12 GENNAIO 2014

Cagliari. Le celebrazioni per il Te Deum e la Giornata Mondiale della Pace.

CLERO

il card. Poletto guida gli esercizi spirituali Dal 24 al 28 febbraio, nella casa di spiritualità “Pozzo di Sichar”, si terranno gli esercizi spirituali per il clero di Cagliari. Sarà il Card. Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino, a guidare gli esercizi.

Essere portatori di speranza e di pace dentro la propria vita quotidiana Mons. Miglio ha presieduto la Messa per il Te Deum a S. Elia e la celebrazione per la Giornata della pace in Cattedrale

CONSULTA DEI LAICI

Domenica incontro in Seminario Domenica alle 15 nei locali del Seminario Arcivescovile di Cagliari, in via Monsignor Cogoni 9 è previsto un incontro della consulta diocesana dei laici. Un appuntamento che arriva all’inizio del nuovo anno per una verifica del percorso fatto e per programmare i prossimi appuntamenti. USMI

Ritiro mensile il 25 gennaio Sabato 25 gennaio dalle 9 alle 12.30 nella casa provinciale delle Figlie della Carità in via dei Falconi a Cagliari, è previsto il ritiro mensile delle religiose. Relatore sarà don Fabio Trudu, docente di Liturgia alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna.

A.P.

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ARIA È arricchita dalla

fecondità e a lei possiamo affidare le nostre preoccupazioni per il nuovo anno». L'Arcivescovo ha pronunciato questo pensiero in occasione dell'omelia che ha tenuto l'ultimo giorno del 2013 nella parrocchia cagliaritana di Sant'Elia. In questa comunità Monsignor Arrigo Miglio ha deciso di presiedere alcune celebrazioni natalizie e, in occasione del nuovo anno, giorno che il calendario liturgico dedica alla solennità di Maria Santissima Madre di Dio, ha orientato la sua omelia sulla figura della Madonna. «C'è sempre una speranza nuova che il Signore ci dona attraverso il grembo fecondo di Maria», ha sottolineato l'Arcivescovo. «Possiamo diffondere quella speranza – ha precisato – che non ha origine dai cuori umani, perché nasce dalla grotta di Betlemme». Monsignor Miglio ha poi evidenziato come alcune parole devono essere estranee al nostro vocabolario. «Impossibile, non c'è nulla da fare sono espressioni micidiali che spengono la speranza. Mentre tutti noi possiamo essere portatori di fiducia e di certezza che nulla è irreversibile. Il Signore è infatti capace di grandi cose». Per il nuovo anno, dunque, «dobbiamo essere

Un momento della Messa a Sant’Elia. Sotto Mons. Miglio in cattedrale il primo gennaio.

portatori di fiducia. Non possiamo mai dire di non essere amati da Dio e quindi è sempre possibile riscoprire di essere amati dal Signore». Davanti alla comunità parrocchiale di Sant'Elia, l'Arcivescovo ha anche fatto riferimento alla 47esima Giornata mondiale della pace, fissata ogni anno al primo gennaio. «Desidero rivolgere a tutti, singoli e popoli l'augurio di un’esistenza colma di gioia e di speranza», aveva scritto il Santo Padre nel suo messaggio reso noto l'otto dicembre scorso. «Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna – aveva anche sottolineato Papa Francesco – alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere e abbracciare». Per monsignor Miglio la giornata della pace, che la diocesi ha celebrato nella chiesa Cattedrale cagliaritana la sera del 1 gennaio, va

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vissuta in fraternità. «La pace ci sembra lontana perché, ai nostri occhi, è legata a quelle realtà dove imperversa la guerra», ha detto l'Arcivescovo nella chiesa parrocchiale di Sant'Elia, aggiungendo poi che «è la fraternità che ci deve consentire di costruire un dialogo con i nostri vicini». «Noi dobbiamo – ha precisato – essere portatori di pace in grado di contagiare gli altri e trasmettere loro questa condizione».

Monsignor Miglio ha rivolto un pensiero anche al significato del Natale festeggiato la settimana prima. «Nel Gloria cantiamo pace in terra – ha sottolineato – ma il mistero di questa ricorrenza ci fa capire la novità della Parola. Dio infatti non si stanca mai di amare gli uomini uno per uno e, come i pastori a Betlemme, anche noi abbiamo il compito di vivere e di comunicare il messaggio del Vangelo».


DOMENICA 12 GENNAIO 2014

IL PORTICO DELL’ANIMA

Santità. Il 25 gennaio a Napoli sarà dichiarata Beata Maria Cristina di Savoia.

Maria Cristina di Savoia: esempio di santità in mezzo al mondo Un ritratto di Maria Cristina di Savoia, prossima Beata, testimone autentica di una via laicale alla santità ILARIA MUGGIANU SCANU EL POMERIGGIO del 2 maggio 2013, il Santo Padre, durante un’udienza privata con il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per la Causa dei Santi, ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione di Maria Cristina Efisia di Savoia e la conseguente Beatificazione della Regina. L’iter di beatificazione troverà, dunque, pieno compimento a chiusura dei festeggiamenti per il bicentenario della nascita a Cagliari della “Reginella Santa”, il cui nome tradisce inesorabilmente le origini sarde della giovane sovrana. Durante l’Anno della Fede, significativamente, la terra di Sardegna può guardare con rinnovata speranza al proprio serto di santità. Grande l’interesse dei Sardi che hanno deciso di dedicarle un Docu Film con protagonista l’artista sarda Claudia Tronci. Ma qual è il legame di Cristina con l’Isola? Certamente non solo, il più noto, geopolitico. Sono gli sgoccioli del proverbiale Annu Doxi sardo quando Castello - storico quartiere di Cagliari - fino allora luogo del privilegio alimentare, è funestato da una fame inaudita e insopportabile. Sono trascorse esattamente due settimane dalla congiura di Palaban-

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da quando la Corte Sabauda dovrà rinunciare per sempre alla speranza dell’erede sospirato. Dopo la morte del piccolo Carlo Emanuele nel 1799 (sepolto nella cripta del Duomo di Cagliari) Maria Teresa e Vittorio Emanuele I vedono nella nuova gravidanza della Sovrana una speranza che si spegnerà col primo vagito della bambina Maria Cristina, bellissima e sana, ma femmina. La Corona passerà dunque al ramo cadetto dei Carignano nella persona di Carlo Alberto, che alla morte dei genitori della Venerabile ne diverrà tutore legale. La realtà storica contraddirà la convinzione carducciana di Carlo Alberto “Italo Amleto” o quella del Giusti che vide nel sovrano un “Re Tentenna”, dimostrando di non conoscere il decisionismo di cui era capace il reggitore nell’ordire il vero e proprio marchingegno politico del matrimonio reale di Maria Cristina con Ferdinando II che fece della fanciulla, obtorto collo, Regina delle Due Sicilie. Vero cavallo di Troia del machiavellico piano diplomatico fu il pa-

La programmazione di Radio Kalaritana Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000

Oggi parliamo di… arte e fede Le chiese di Pirri (Terenzio Puddu) Domenica 12 gennaio ore 18.10 Lunedì 13 gennaio ore 8.30 Cantantibus organis Ascolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain (a cura di Andrea Sarigu) Trio Sonata N. 3 in Re minore BWV 527 (Andante / Adagio e dolce / Vivace) Trio Sonata N. 4 in Mi minore BWV 528 (Adagio-Vivace / An-

dante / Un poco allegro) Domenica 12 gennaio ore 21.30 Oggi parliamo di… comunicazione Nativi e immigrati digitali (Simone Bellisai) Martedì 14 gennaio ore 19.10 Mercoledì 15 gennaio ore 8.30 L’ora di Nicodemo Il vangelo di Matteo (3,1-4,25) (Commento esegetico spirituale a cura di Sabino Chialà) Mercoledì 15 gennaio 21.30

dre spirituale della ragazza, l’olivetano G. Battista Terzi, che destrutturò il sogno monacale della giovane convincendola di non avere una spiritualità aderente alle esigenze della dura vita claustrale, nonostante i ripetuti episodi di estasi mistica di Cristina. La presto Beata, in totale spirito di obbedienza, si persuase che la vita di Corte avrebbe potuto permetterle di applicare quella “politica della carità” come ebbe a definirla Benedetto Croce, che unanimemente con insospettabili protagonisti della storia quali Cavour, ammirava la Sovrana di Napoli. Cristina sa di economia, di matematica e scienze naturali, cosa non comune in una donna di quell’epoca, ha spiccate doti intellettive e mette su, autonomamente, un progetto che concentra un po’ tutte le sue convinzioni religiose e sociali. Mette in crisi le sue finanze private ma recupera tutta una “fascia debole” del regno. Lo strappo nella carne provocato dalla coscienza di tanta miseria portò Cristina a ritenere sempre più urgen-

Oggi parliamo con… Luca Murgianu (Presidente Confartigianato Imprese Sardegna) Sabato 11 gennaio 19.10 Domenica 12 gennaio ore 10.30 Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30 Radiogiornale regionale Dal lunedì al venerdì 10.30 / 12.15 / 13.30 Lampada ai miei passi (13-19 gennaio) Commento al Vangelo quotidiano a cura di don Roberto Maccioni Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00

te un intervento radicale, un progetto caritatevole che fosse utile contemporaneamente al maggior numero di persone, la sola idea di far rinascere la seteria di San Leucio, vicino a Caserta, la riempiva di vigore: lontana dai tumulti le ricordava la sua prima età a Moncalieri. I sette articoli dello statuto della Colonia di San Leucio fissavano le regole per un’idilliaca vita in comune. Non deve destare stupore se il percorso finale che conduce Maria Cristina all’onore degli altari sia stato fortemente voluto da un’associazione di laicato cattolico (anche nell’Isola è il laico Cav. Vito Fusaro ad avere contribuito sommamente e in maniera decisiva alla causa): Mutate le condizioni per un interessamento diretto di Casa Savoia al fine della beatificazione, proprio un gruppo ecclesiale di laici se n’è fatto promotore, per offrire alla Chiesa l’opportunità di venerare un modello di santità laicale estraneo agli schemi tradizionali ma infinitamente vicino all’orientamento della Gaudium et Spes. Possiamo ben dire che Maria Cristina di Savoia ha anticipato i santi sociali dell’Ottocento con la sua costante opera d’impulso a opifici e laboratori artigiani. Il fatto è che credeva nel lavoro come mezzo di promozione umana e spirituale. Ed era in anticipo sui tempi il suo netto rifiuto della pena di morte, rifiuto che l’ha portata a chiedere e ottenere la grazia per tutti i condannati a morte del suo regno. Coordinando sapientemente la vita di corte con le ore dedicate alla preghiera, con i continui impegni di regina, Maria Cristina di Savoia ci dà un esempio di santità nella normalità della vita, rispondendo alla vocazione laicale alla santità.

Sabato 5.00 / 6.48 / 21.00 (vangelo domenicale) Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00 Oggi è già domani Nel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno (A cura di don Giulio Madeddu) Ogni giorno alle 00.01

IL PORTICO

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detto tra noi Nati incendiari muoiono pompieri di D. TORE RUGGIU

È curiosa la vita di molti individui: fino ad un certo punto della vita stessa, sono incendiari, poi diventano e muoiono pompieri. Diremmo, a proposito, che la coerenza non è virtù diffusa. Qualche esempio, per riderci su. Ci sono stati (e ci sono) studenti, in verità talora poco avvezzi allo studio, ma pronti a scendere in piazza per manifestare (talvolta senza saper il perché), che una volta conclusi gli studi, magari in età avanzata, si siedo in cattedra e ripetono esattamente (maggiorati), gli errori che per anni hanno contestato ai loro professori. Uno di mia conoscenza mi diceva: “sai, quando si passa all’altra parte, si vedono le cose diversamente”. Alla facciaccia! Grazie dell’informazione! Tuttavia, e meno male, qualcuno (pochi), lo riconoscono. Ci sono stati (e ci sono), figli che hanno contestato i genitori perché severi ed esigenti e poi fanno altrettanto con i loro figli, anche se in questo campo, sono in gran numero superiore quelli che sono passati all’eccesso opposto: tolleranti sempre, contribuendo a far crescere bambocci viziati e prepotenti. Ci sono stati (e ci sono) politici che da giovani (mica tanto!), partecipavano ad assalti alle istitu-

zioni (ne sanno qualcosa Montecitorio e Palazzo Madama), con bombe molotov e oggetti contundenti, che una volta raggiunto il potere predicano tolleranza e si scandalizzano per il lancio di monetine e di uova o semplicemente per qualche espressione verbale sopra le righe. Tutti questi, ed altri in ogni comprato della società, assomigliano a quei signori che ne combinano di tutti i colori, che non vanno d’accordo con nessuno, che nel condominio litigano continuamente ma espongono nelle finestre la bandiera della pace. Insomma, un richiamo alla coerenza fa bene a tutti. Diceva Giuseppe Giusti: “non mutò bandiera”. Altra è la conversione: tanto di cappello. Chi cambia vita, è capace di ripudiare con chiarezza il proprio passato, riconoscendo i propri errori, come fecero S. Paolo e S. Agostino tanto per citare due grandi. Chi invece nasce incendiario e diventa pompiere solo per interessi personali o convenienza, è un pover’uomo, al quale si può almeno dire: “da che pulpito viene la predica!”.


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IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO

IL PORTICO

Papa Francesco. Gli interventi per il Te Deum e la Giornata Mondiale della Pace.

Essere attenti a chi è dimenticato per realizzare la fraternità a visione biblica e cristiana del tempo e della storia non è ciclica, ma lineare: è un cammino che va verso un compimento. Un anno che è passato, quindi, non ci porta ad una realtà che finisce ma ad una realtà che si compie, è un ulteriore passo verso la meta che sta davanti a noi: una meta di speranza e una meta di felicità, perché incontreremo Dio, ragione della nostra speranza e fonte della nostra letizia. Mentre giunge al termine l’anno 2013, raccogliamo, come in una cesta, i giorni, le settimane, i mesi che abbiamo vissuto, per offrire tutto al Signore. E domandiamoci coraggiosamente: come abbiamo vissuto il tempo che Lui ci ha donato? Lo abbiamo usato soprattutto per noi stessi, per i nostri interessi, o abbiamo saputo spenderlo anche per gli altri? Quanto tempo abbiamo riservato per stare con Dio, nella preghiera, nel silenzio, nella adorazione? E poi pensiamo, noi cittadini romani, pensiamo a questa città di Roma. Che cosa è successo quest’anno? Che cosa sta succedendo, e che cosa succederà? Com’è la qualità della vita in questa Città? Dipende da tutti noi! Com’è la qualità della nostra "cittadinanza"? Quest’anno abbiamo contribuito, nel nostro "piccolo", a renderla vivibile, ordinata, accogliente? In effetti, il volto di una città è come un mosaico le cui tessere sono tutti coloro che vi abitano. Certo, chi è investito di autorità ha maggiore responsabilità, ma ciascuno di noi è cor-

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curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

Direttore responsabile Roberto Piredda Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico, Alessandro Orsini, Elio Piras Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA)

Il Papa durante l’omelia dei primi vespri di Maria SS. Madre di Dio. Sotto durante la Messa del primo gennaio.

responsabile, nel bene e nel male. Roma è una città di una bellezza unica. Il suo patrimonio spirituale e culturale è straordinario. Eppure, anche a Roma ci sono tante persone segnate da miserie materiali e morali, persone povere, infelici, sofferenti, che interpellano la coscienza di ogni cittadino. A Roma forse sentiamo più forte questo contrasto tra l’ambiente maestoso e carico di bellezza artistica, e il disagio sociale di chi fa più fatica. È l’ultimo giorno dell’anno. Che cosa faremo, come agiremo nel prossimo anno, per rendere un poco migliore la nostra Città? La Roma dell’anno nuovo avrà un volto ancora più bello se sarà ancora più ricca di

umanità, ospitale, accogliente; se tutti noi saremo attenti e generosi verso chi è in difficoltà; se sapremo collaborare con spirito costruttivo e solidale, per il bene di tutti. (Omelia della Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità di Maria SS. Madre di Dio, 31 dicembre 2013).

no, si accettano nelle loro diversità e si prendono cura gli uni degli altri. Siamo anche chiamati a renderci conto delle violenze e delle ingiustizie presenti in tante parti del mondo e che non possono lasciarci indifferenti e immobili: c’è bisogno dell’impegno di tutti per costruire una società veramente

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Hanno collaborato a questo numero: Tore Ruggiu, Andrea Busia, Valeria Usala, Matteo Piano, Valentina Dessì, Salvatore Massidda, Giuseppina Rombi, Alessandra Rossi, Enrico Murgia, Ilaria Muggianu Scanu. Per l’invio di materiale scritto e fotografico e per qualsiasi comunicazione fare riferimento all’indirizzo e-mail: settimanaleilportico@gmail.com L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).

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Redazione: Francesco Aresu, Federica Bande, Roberto Comparetti, Maria Chiara Cugusi, Fabio Figus, Andrea Pala, Maria Luisa Secchi.

Versamento sul All’inizio del nuovo anno rivolgo a tutti voi gli auguri di pace e di ogni bene. Il mio augurio è quello della Chiesa, è quello cristiano! Non è legato al senso un po’ magico e un po’ fatalistico di un nuovo ciclo che inizia. Noi sappiamo che la storia ha un centro: Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto, che è vivo tra noi; ha un fine: il Regno di Dio, Regno di pace, di giustizia, di libertà nell’amore; e ha una forza che la muove verso quel fine: la forza è lo Spirito Santo. Il tema di questa Giornata Mondiale della Pace è «Fraternità, fondamento e via per la pace». Fraternità: sulla scia dei miei Predecessori, a partire da Paolo VI, ho sviluppato il tema in un Messaggio, già diffuso e che oggi idealmente consegno a tutti. Alla base c’è la convinzione che siamo tutti figli dell’unico Padre celeste, facciamo parte della stessa famiglia umana e condividiamo un comune destino. Da qui deriva per ciascuno la responsabilità di operare affinché il mondo diventi una comunità di fratelli che si rispetta-

più giusta e solidale. Ieri ho ricevuto una lettera di un signore, forse uno di voi, che mettendomi a conoscenza di una tragedia familiare, successivamente elencava tante tragedie e guerre oggi, nel mondo, e mi domandava: cosa succede nel cuore dell’uomo, che è portato a fare tutto questo? E diceva, alla fine: "E’ ora di fermarsi". Anche io credo che ci farà bene fermarci in questa strada di violenza, e cercare la pace. Fratelli e sorelle, faccio mie le parole di quest’uomo: cosa succede nel cuore dell’uomo? Cosa succede nel cuore dell’umanità? E’ ora di fermarsi! Da ogni angolo della terra, oggi i credenti elevano la preghiera per chiedere al Signore il dono della pace e la capacità di portarla in ogni ambiente. In questo primo giorno dell’anno, il Signore ci aiuti ad incamminarci tutti con più decisione sulle vie della giustizia e della pace. E incominciamo a casa! Giustizia e pace a casa, tra noi. Si incomincia a casa e poi si va avanti, a tutta l’umanità. (Angelus, 1 gennaio 2014).

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QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI


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