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DOMENICA 26 GENNAIO 2014 ANNO XI N.4
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
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CAGLIARI
Papa Francesco durante la lavanda dei piedi dell’ultimo Giovedì Santo.
Una questione di stile ROBERTO PIREDDA
occasione questa volta era troppo ghiotta: l’annuncio dei nuovi Cardinali da parte di Papa Francesco. Subito nei vari media si è parlato di “rivoluzione”, oppure di “nuovo corso in Vaticano”, di “rimpasto di governo nella Chiesa” e poi anche degli, immancabili, “esclusi eccellenti”. A dire il vero però non sono neanche mancati gli elogi sinceri, spesso però legati ad una visione un po’ parziale, potremmo dire semplicemente “socio-politica”, della vita ecclesiale. Come sempre per leggere con verità questo e altri atti della vita della Chiesa è d’obbligo far riferimento diretto alle parole del Papa. Ai nuovi Cardinali il Santo Padre ha indirizzato una breve lettera che fa emergere con chiarezza quale debba essere lo stile da seguire. Il Cardinalato «non significa una promozione, né un onore, né una decorazione», esso è soltanto «un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore». A ciascuno dei nuovi porporati il Papa si rivolge in modo diretto e confidenziale: «Ti chiedo, per favore, di ricevere questa designazione con un cuore semplice e umile. E, sebbene tu debba farlo con gaudio e con gioia, fa’ in modo che questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da qualsiasi festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di austerità, sobrietà e povertà». Una questione di stile, è questo il punto in-
L’
dicato dal Papa. Da un lato ci potrebbe essere l’ambizione umana, l’effimero, e spesso passeggero, applauso e consenso del mondo, dall’altro l’umiltà e la discrezione di chi cerca ogni giorno di stare dentro la storia come “colui che serve”, prendendo come riferimento lo stile del Signore Gesù, che, come ha ricordato il Papa ai nuovi Cardinali, ha scelto per primo «la via dell’abbassamento e dell’umiltà, prendendo forma di servitore (cfr Fil 2,5-8)». Lo stile suggerito da Papa Francesco non è quello di un modello esteriore costruito per attirare attenzione, quasi come se si trattasse di una mera logica di marketing, ma è qualcosa che viene dal di dentro, dal fatto che ci si lascia trasformare sempre più dalla logica di Cristo che è quella del dono, del sacrificio che non dice mai basta, ma va avanti fino in fondo. Se si vuole proprio parlare di “rivoluzione”, possiamo dire che è quella del Vangelo. Lo stile che il Papa suggerisce è quello del rifiuto della “mondanità spirituale”, per usare un’espressione di De Lubac a lui molto cara. Tra i nuovi Cardinali c’è anche l’antico segretario del Beato Giovanni XXIII, mons. Loris Capovilla. Un episodio della sua vita accanto a Papa Roncalli può aiutare a capire meglio lo stile di chi è chiamato ad assumere delle responsabilità. Dopo che il Papa gli aveva confidato l’intenzione di convocare il nuovo Concilio, Capovilla e altri erano preoccupati delle difficoltà da affrontare, anche a motivo della sua età avan-
zata. Giovanni XXIII gli disse in quella circostanza: «Tu dimentichi che le cose non si fanno per fare bella figura, ma per obbedire a Dio. È solo quando avrai messo il tuo io sotto i piedi che potrai dirti davvero un uomo libero!». La libertà della quale parlava Giovanni XXIII con il suo segretario Capovilla è proprio quella di “colui che serve”. Anche in questo caso si potrebbe cadere in un errore tipico del cristiano tiepido di fronte alle parole del Papa: rimanere alla finestra. Lo si ascolta, lo si applaude, ma si rischia di riferire la sua azione sempre ad altri. Dice tante cose buone sì, ma per gli altri, mai per se stessi. Invece il Papa parla proprio a tutti, andando anche oltre il riferimento immediato. Lo stile di servizio umile e disinteressato che indica ai Cardinali non ha proprio niente da dire ai politici o agli amministratori? Può lasciare indifferenti professionisti, insegnanti o chi svolge qualsiasi altra mansione? Con il distacco di chi si mette a servire gli altri puoi occupare anche un’alta responsabilità ma allo stesso tempo ti puoi affannare per avere anche un piccolo podio semplicemente per metterti un po’ in mostra nel tuo ambiente. Dove sta la differenza? Nel proprio atteggiamento, nel cercare soltanto se stessi, volendo essere padroni di tutto; oppure nel servire con distacco e rettitudine d’intenzione. Tutta una questione di stile, appunto.
SOMMARIO REGIONE
2
Il Seminario di Cuglieri rivivrà come centro dedicato alla carità GIOVANI
6
Riapre i battenti l’oratorio parrocchiale di Sant’Elena CAGLIARI
7
Le Figlie della Carità e l’Arma dei Carabinieri in difesa delle donne CATECHESI
12
Inizia l’attività della Scuola diocesana per i catechisti DIOCESI
13
Il secondo incontro dell’Arcivescovo con gli amministratori