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DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 ANNO XI N.5

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Un progetto concreto ROBERTO PIREDDA

ra poco più di quindici giorni la Sardegna sarà chiamata a votare per le elezioni regionali. Pensando a questa importante scadenza elettorale, si può dire che la complessità del momento presente richiede alcuni atteggiamenti essenziali e la messa a fuoco di ambiti definiti sui quali intervenire. Gli atteggiamenti sono quelli della responsabilità e della concretezza. Se non si parte dalla realtà, è impossibile fare una buona politica; e la realtà è fatta evidentemente di persone e situazioni concrete. È grave la situazione del vasto mondo dei disoccupati, in gran parte giovani; sono numerosissime le famiglie economicamente deboli e lasciate sole a fare da “ammortizzatori sociali”. Tale realtà, fatta di fatica e sofferenza, richiede a chi verrà eletto la coscienza di dover essere al servizio del bene comune. Chi avrà il compito di governare l’Isola dovrà assumersi questa responsabilità fino in fondo, cercando di dare delle risposte reali, senza i tatticismi e i rinvii che sanno tanto di vecchio. L’unica via qui è quella della concretezza. I problemi che sono sul campo in Sardegna hanno volti e nomi precisi, non sono tema di chiacchiere per tavoli di lavoro, commissioni, convegni ecc., ma di decisioni chiare, che si pongano degli obiettivi definiti e verificabili nel tempo. Di rinvii e discussioni intermina-

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bili, ricche di retorica e poverissime di soluzioni concrete, si muore. Partendo dalla situazione presente, si possono individuare delle priorità: lavoro, famiglia, istruzione, ambiente, trasporti e infrastrutture. Nessuno ha qui la pretesa di approfondire questi grossi problemi, ma solo il desiderio di richiamare questioni concrete. Il lavoro innanzitutto. Papa Francesco, nell’incontro con i lavoratori del 22 settembre a Cagliari, ha ricordato come «un mondo dove i giovani - due generazioni di giovani - non hanno lavoro, non ha futuro questo mondo». Il lavoro, ha indicato nella stessa circostanza il Papa, «vuol dire dignità, lavoro vuol dire portare il pane a casa, lavoro vuol dire amare». Un’altra realtà da non dimenticare è la famiglia. Essa è una società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e così intesa «rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta» (Papa Francesco, Messaggio per la 47a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, 11 settembre 2013). Un’ulteriore sfida proviene dal settore della scuola, dell’istruzione e formazione professionale e dell’università. Papa Francesco usa spesso l’espressione “cultura dello scarto”, anche a proposito della superficialità con cui i giovani vengono tagliati fuori dalle priorità di chi governa. Come si fa a parlare seriamente di sviluppo dell’Isola quando il dato

dell’abbandono scolastico supera il 25 % (primato nazionale) e la formazione professionale è ridotta ai minimi termini? La tragica realtà dell’alluvione ha sollevato poi più che mai l’urgenza della cura dell’ambiente e del territorio. In questo campo non ci si deve mai dimenticare che «il degrado della natura è strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana: quando l'”ecologia umana” è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio» (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 51). Un ultimo aspetto riguarda la cronica arretratezza del sistema delle infrastrutture e dei trasporti. A nessuno sfugge come la possibilità di investire e fare impresa sia destinata a rimanere un’illusione senza una politica efficace in questo settore. Dare delle risposte concrete a dei problemi concreti: questo è il punto. Il termine “programma” allora non dovrebbe essere sinonimo di “elenco di buone intenzioni”, ma deve riprendere il suo vero significato, mettere cioè nero su bianco degli obiettivi chiari e verificabili, con la precisa indicazione delle persone coinvolte e delle risorse necessarie. Una classe politica capace di decisioni responsabili e concrete è la riposta migliore alla cosiddetta “antipolitica”. La via non può essere mai quella di cercare delle soluzioni “anti- sistema”, ma di fare una politica “buona”, cioè attenta alle persone e pronta a servire con un progetto concreto il bene comune.

SOMMARIO POLITICA

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“Italicum”, la nuova proposta sulla legge elettorale GIOVANI

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CSI e Diocesi, un’alleanza educativa per gli oratori CAGLIARI

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La recente iniziativa del Comune sugli stereotipi di genere VITA CONSACRATA

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Il due febbraio si celebra la Giornata per la vita consacrata FAMIGLIA

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Il Consultorio familiare, un modo concreto per sostenere le coppie


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IL PORTICO DEL TEMPO

IL PORTICO

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

Economia. Il Messaggio di Papa Francesco ai grandi della finanza mondiale riuniti a Davos per il WEF.

Un’economia a misura d’uomo

I lavori del World Economic Forum a Davos (Svizzera). Sotto Christine Lagarde del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

MARIA CHIARA CUGUSI

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di ogni persona umana ed il bene comune». Allo stesso modo, «non si può tollerare che migliaia di persone muoiano ogni giorno di fame, pur essendo disponibili ingenti quantità di cibo, che spesso vengono semplicemente sprecate». Inoltre, il riferimento ai profughi, che «non possono lasciare indifferenti»; persone «in cerca di condizioni di vita minimamente degne, che non solo non trovano accoglienza, ma non di rado vanno incontro alla morte, in viaggi disumani». Occorre, aggiunge il Papa, «un senso di responsabilità rinnovato, profondo ed esteso da parte di tutti», per «servire con più efficacia il bene comune e rendere i beni di questo mondo più accessibili per tutti». Inevitabile il riferimento alla Caritas in Ve-

N’ECONOMIA AL servizio del bene comune, la tutela della dignità dell’uomo, la lotta alla fame, l’inclusione sociale e l’attenzione ai rifugiati. Sono i temi affrontati da Papa Francesco nel messaggio inviato al Forum economico mondiale, svoltosi nei giorni scorsi a Davos (Svizzera). Giunto alla 44esima edizione, il tradizionale forum annuale di politica, economia e finanza ha visto, quest’anno, oltre 2500 partecipanti, tra cui capi di Stato e di governo, rappresentanti delle istituzioni internazionali, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, numerose ong, rappresentanti religiosi, cristiani, ebrei e musulmani, imprenditori ed esponenti del mondo della cultura. Nel documento, indirizzato al Presidente del Forum Klaus Schwab e letto, in apertura, dal Cardinal Peter Kodwo Appiah Turkson, PresiA RIPRESA è buona, ma inferiore alle sue reali dente del Pontificio Consiglio possibilità’. Secondo il Fondo Monetario inGiustizia e Pace, il Santo Padre ternazionale (Fmi), le previsioni di crescita per parte dalla constatazione che per il Pil mondiale nel 2014 si attestano al 3,7% (0,1% in più molte persone la povertà è stata rispetto alle previsioni precedenti), ridotta, ma ciò non basta perché anche se la stima è ancora al di sotpersiste ancora una ‘diffusa esclu- to del potenziale di crescita di circa il sione sociale’, che costringe 4%. tutt’oggi «la maggior parte degli In altre parole, come evidenziato dal uomini e delle donne a vivere in Presidente del Fmi, Christine Lagaruna continua precarietà, con de, a Davos, «il mondo potrebbe anconseguenze spesso drammati- cora generare molti più posti di lache». Di fronte a questa consape- voro senza alimentare pressioni involezza, «la politica e l’economia flazionistiche, per cui sarebbe opdevono lavorare alla promozio- portuno spingere ulteriormente, anche mediante l’une di ‘un approccio inclusivo’, che so di politiche monetarie non convenzionali, per attenga in considerazione la dignità tuare le riforme strutturali in grado di far ripartire la

ritate di Benedetto XVI: l’equità non deve essere solo economica, ma deve basarsi su una ‘visione trascendente della persona’, in modo che si possa ottenere «una più equa distribuzione delle ricchezze, la creazione di opportunità di lavoro e una promozione integrale dei poveri, che superi il mero assistenzialismo». Un concetto ripreso da Papa Francesco anche nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, con il rifiuto di una ‘economia dell’esclusione e dell’iniquità’, che privilegia alcuni e considera ‘scarti’ altri, soprattutto i più deboli, in una ‘globalizzazione dell’indifferenza’; e con il ‘no alla nuova idolatria del denaro’. E anche qui, l’invito ai dirigenti politici a una ‘solidarietà disinteressata e a un ritorno dell’economia e della finanza a un’eti-

ca in favore dell’essere umano’. Proprio a partire dall’apertura alla ‘trascendenza’ scaturisce la convinzione che «potrebbe formarsi una nuova mentalità politica ed imprenditoriale, capace di guidare tutte le azioni economiche e finanziarie, nell’ottica di un’etica veramente umana», con l’appello finale «a fare in modo che la ricchezza sia al servizio dell’umanità e non la governi» e sia gestita da persone ‘di grande onestà e integrità’, guidate da ‘alti ideali di giustizia, generosità e preoccupazione per l’autentico sviluppo della famiglia umana’. Un messaggio, quello del Santo Padre, a cui si aggiunge il monito lanciato, nei giorni scorsi, dal premio Nobel per l’Economia, Joseph Stiglitz, durante un simposio organizzato dall’Istituto italiano di cultura e dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite al Palazzo di Vetro: «La diseguaglianza è il killer del Pil, poiché porta con sé un calo della crescita e una maggiore instabilità» ha denunciato Stiglitz. «Quando crescita e creare nuovi posti di lavoro». Permangono, intanto, le preoccupazioni verso la mi- l’1% della popolazione si appronaccia mondiale rappresentata dal crescente divario pria del 25% del reddito globale, tra fasce ricche e povere della popolazione, come evi- scoppia una sorta di bomba atodenziato da uno studio presentato al mica economica». Il premio nobel ha individuato quattro fattori meeting. Tra i temi affrontati a Davos, la ripre- che sono alla base delle diseguasa economica e la competitività eu- glianze: errori nello studio e nella ropea, le sfide demografiche e quel- gestione delle sperequazioni, falle relative alla digitalizzazione, am- le nella politica e non solo nell’economia, contributi individuali biente, eco-sostenibilità, energia. Il rapporto della Lagarde si è conclu- non equi, sacrificio delle demoso con l’impegno, da parte del Fmi, a crazie a vantaggio di altri interes«lavorare con i suoi 188 Paesi mem- si; sono necessarie, ha sottolineabri, per definire e attuare le misure politiche in grado to, delle regole globali, nel comdi alimentare i motori della crescita e ricondurre l’e- mercio e nella finanza, che consentano di prevenire le crisi. conomia sui binari di una di rinnovata prosperità».

Il primo obiettivo è la crescita

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DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

IL PORTICO DEGLI EVENTI

Politica nazionale. Alla Camera parte l’iter per la riforma della legge elettorale.

“Italicum”, una proposta concreta sulla quale può partire il confronto L’accordo tra Renzi e Berlusconi sulla nuova legge elettorale, la riforma del titolo V e la trasformazione del Senato

ti e per quelli non coalizzati e 12% come minimo per essere coalizione) e il premio di maggioranza del 18% a chi ottiene "almeno il 35% di voti validi del totale nazionale", che avrà così 340 seggi. In caso di ballotaggio invece il vincitore otterrà 327 seggi. I seggi verranno assegnati attraverso una ripartizione nazionale, e le circoscrizioni dovrebbero ricalcare per numero ed estensione le province. Regolamentata anche l’elezione del Senato, che però nell’intesa dovrebbe diventare non più elettivo con modifica costituzionale. Resta però il nodo della delega al governo per disegnare i collegi elettorali, a cui i forzisti si dicono contrari mentre viene ben vista dai partiti della maggioranza. Sembrerebbe

a questo punto arrivata la fine del Senato così come lo abbiamo conosciuto dal 1948 a oggi. Il patto RenziBerlusconi si regge anche sulla trasformazione del Senato elettivo in una Camera delle Regioni, rappresentativa delle realtà territoriali. Inoltre la seconda Camera perderebbe il potere di dare la fiducia (e la sfiducia) al governo. Restano ora da stabilire particolari molto delicati dal punto di vista costituzionale: la nuova ripartizione del processo legislativo, i poteri di garanzia della seconda Camera rispetto alle leggi costituzionali e a quelle che riguardano i diritti fondamentali delle persone, la partecipazione all’elezione del capo dello Stato e delle alte magistrature. Non è inoltre ancora chiaro il destino dei senatori a vita. Facendo un passo indietro nella storia italiana emerge quanto il tema della seconda Camera tenne banco a lungo durante i lavori della Costituente. Dalla diatriba scaturì un compromesso che portò a creare due Camere fotocopia, con pari poteri da un punto di vista della legislazione. Differivano per composizione (315 senatori e 630 deputati), per il sistema elettorale (i collegi uninominali e le preferenze) e per l’età dell’elettorato attivo e passivo. Rimangono ora da valutare gli emendamenti alla Legge Elettorale. Per alcuni inizia già a scricchiolare il patto Pd-Forza Italia. Presto per dirlo, ma di certo lo scontro tra democratici e berlusconiani prosegue.

la Presidenza della Regione Sardegna. Quest’ultima ha già individuato 50milioni di euro da destinare alle imprese agricole danneggiate; inoltre, è in programma un’ulteriore misura (di 30 milioni di euro) per il microcredito specifico per il settore agricolo. Si mira dunque a «valorizzare gli strumenti già esistenti, quelli regionali e quelli attivati dalla Chiesa - spiega don Marco Lai, delegato regionale Caritas -, cercando di promuovere complementarietà, per evitare di essere dispersivi e potenziare azioni di tipo più ampio». Tra questi, appunto, il microcredito regionale, «che ha conseguito buoni risultati - ha spiegato Gianfranco Farre, della SFIRS - con un tasso di

restituzione che sfiora il 90%. Oltre che dal punto di vista gestionale, potremmo collaborare nel comunicare e nel formare, offrendo le nostre competenze». Oltre alle possibilità più strutturate, come i bandi regionali, si mira anche ad altre forme per sostenere le piccole imprese, «a cui dobbiamo dare lo stimolo per ripartire - spiega Aldo Manunta, direttore della Coldiretti di Nuoro e dell’Ogliastra -, con nuove idee e nuove sinergie». Insieme alla Caritas si cercherà di destinare al meglio le risorse. «Possiamo mettere a disposizione le nostre banche dati spiega Ermanno Mazzetti, direttore della Coldiretti di Oristano - per individuare le aziende che realmente hanno bisogno».

MARIA LUISA SECCHI

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A SCORSA SETTIMANA è stato depositato in commissione Affari costituzionali alla Camera il testo relativo alla riforma della legge elettorale. Il testo base, "Italicum", concordato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi nell’incontro di sabato 18 gennaio, arriva da tutte le componenti della maggioranza di governo, più Forza Italia; assente Sel, hanno votato contro M5S e Lega. Circoscrizioni plurinominali piccole, listini bloccati di 45 nomi, ripartizione dei seggi su base nazionale tra i partiti che superano il 5%, premio di maggioranza alla coalizione più votata, per accedere alla quale occorre superare una soglia. Sono queste le linee guida del modello elettorale proposto dall'asse Renzi-Berlusconi. "C'è una profonda sintonia su tre temi delicati ma capaci di segnare una svolta: riforma del titolo V della Costituzione, trasformazione del Senato in Camera delle autonomie e sulla legge elettorale un modello che favorisca la governabilità, bipolarismo, e che

elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli". Lo ha affermato il segretario del Pd, Matteo Renzi,subito dopo l'incontro con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. "Durante il nostro colloquio, pur ribadendo le critiche di Forza Italia all'azione dell'esecutivo, ho garantito al segretario Renzi che Forza Italia appoggerà in Parlamento le riforme volte a semplificare l'assetto istituzionale del Paese, e in particolare quelle relative alla trasformazione del Senato e alla modifica del Titolo Quinto della Costituzione", ha dichiarato invece il leader di Forza Italia. Fra le novità introdotte a seguito del confronto con i partiti contraenti : il no alle candidature multiple. Confermate invece le tre soglie (5% e 8% rispettivamente per i partiti coalizza-

Riuscireafarealleanzaper rimettere in moto l’Isola Caritas e altri Enti in campo per il dopo alluvione. M.C.C.

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per sostenere famiglie e piccole imprese agro-pastorali, attraverso progetti mirati e interventi di microcredito. La Delegazione regionale Caritas, Caritas Italiana, Regione Sardegna, SFIRS e Coldiretti si sono incontrate, nei giorni scorsi, per promuovere un coordinamento di strumenti e competenze, a sostegno delle famiglie sarde colpite dall’alluvione. Un momento di confronto ristretto, svoltosi nell’ambito del più ampio incontro tra la Delegazione regionale Caritas e la Caritas nazionale a Oristano: una settantina di partecipanti, direttori ed équipes di tutte le Caritas della Sardegna. Tra i temi affrontati, oltre all’emergenza alluvione, anche il 37esimo Convegno nazionale delle Caritas diocesane, che si svolgerà a Cagliari a partire dal prossimo 31 marzo, e la promozione delle Caritas parrocchiali. Durante il confronto sull’alluvione, N IMPEGNO COMUNE

erano presenti anche i rappresentati della Regione Sardegna, SFIRS e Coldiretti. Punti cardine, mirare al reinserimento lavorativo e facilitare l’accesso al credito: «La scommessa è far ripartire l’economia reale - ha spiegato don Andrea La Regina, responsabile dell’area macroprogetti di Caritas Italiana - con piccole iniziative, in grado di dare risposte concrete e restituire dignità alle famiglie». Da un lato, interventi per famiglie e piccole imprese, sotto forma di presentazione di progetti, come ha spiegato don Francesco Soddu, direttore Caritas Italiana, secondo la metodologia che contraddistingue la Caritas. Dall’altro, la definizione di interventi di microcredito, nell’ambito del più ampio Protocollo sulla Finanza etica, finalizzati a dare respiro alle aziende colpite, tra cui quelle agricole, per le quali il danno «ammonta 58 milioni di euro», come ha sottolineato Franco Manca, rappresentante del-

IL PORTICO

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il fatto CONFERENZA EPISCOPALE

La prolusione del Card. Bagnasco Nel segno della prossimità e della cultura dell’incontro. È la trama della prolusione tenuta il 27 gennaio dal cardinale Angelo Bagnasco al Consiglio permanente dei vescovi italiani. Una prolusione asciutta ma propositiva, non priva di una lettura attenta della vita della Chiesa in Italia, secondo lo spirito della Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Emerge una sintonia di fondo che si percepisce persino nella scelta delle parole e delle immagini, quando viene evocata

la “foresta che cresce”, come lo stesso Santo Padre ha detto nell’omelia a Santa Marta lunedì mattina. Dire “una parola di prossimità” alla gente, per far crescere quella “foresta buona e silenziosa” che è la “fede umile e semplice”, in modo che abbia “più voce degli alberi che cadono rumorosi”. Il cardinal Bagnasco, ha usato quel “filo d’oro, forte e duttile insieme, capace di adattarsi senza spezzarsi” che è la gioia del Vangelo per spiegare come i vescovi italiani vogliano “essere compagni di strada”, e non “censori arcigni”, dell’uomo di oggi, credente e non credente. La revisione dello Statuto della Cei, il Sinodo sulla famiglia, il grande appuntamento del 10 maggio per la scuola in piazza S. Pietro con il Papa – a cui sono invitati “tutti coloro che – a prescindere dal proprio credo, sono convinti della posta in gioco per i giovani, le famiglie, la società” - gli argomenti all’attenzione della Cei in questi giorni. “Dio c’entra”, ripete la Chiesa al “mondo moderno” con voce “alta e mite”. Punto di forza: la cultura del “noi” che “capovolge” i rapporti - sociali, economici, politici, fra le nazioni – e funziona come antidoto a “una cultura che sembra una bolla di fantasmi, di miti vuoti, di apparenze luccicanti, di bugie promettenti”. È il “noi” che ispira la “cultura dell’incontro e del dialogo, per cui ci si ascolta al fine di comprendersi senza finzioni”. È il “noi” che ci aiuta a contrastare l’immagine dell’Italia come “palude fangosa”, trovando il coraggio di diventare “voce dei senza lavoro” e di superare la tentazione di “omologare tutto e tutti”.


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IL PORTICO DEL TEMPIO

IL PORTICO

Il Papa. La Beata Maria Cristina di Savoia straordinario esempio di carità cristiana.

Le divisioni tra i cristiani feriscono la testimonianza da rendere a Gesù ROBERTO PIREDDA LL’ANGELUS il Santo Padre si è soffermato in primo luogo sulla pagina del Vangelo domenicale che presentava gli inizi della missione pubblica di Gesù a partire dalla cosiddetta “Galilea delle genti” (Mt 4,1217). Il Papa fa notare come si tratta di un crocevia di persone e culture vicino alla complessità del mondo attuale: «è una terra di frontiera, una zona di transito dove si incontrano persone diverse per razza, cultura e religione. La Galilea diventa così il luogo simbolico per l’apertura del Vangelo a tutti i popoli. Da questo punto di vista, la Galilea assomiglia al mondo di oggi: compresenza di diverse culture, necessità di confronto e necessità di incontro. Anche noi siamo immersi ogni giorno in una "Galilea delle genti", e in questo tipo di contesto possiamo spaventarci e cedere alla tentazione di costruire recinti per essere più sicuri, più protetti. Ma Gesù ci insegna che la Buona Novella, che Lui porta, non è riservata a una parte dell’umanità, è da comunicare a tutti. È un lieto annuncio destinato a quanti lo aspettano, ma anche a quanti forse non attendono più nulla e non hanno nemmeno la forza di cercare e di chiedere». Al termine dell’Angelus il Santo Padre ha ricordato la Giornata mondiale dei malati di lebbra, i conflitti in Ucraina e il piccolo Cocò Campolongo, ucciso a soli tre anni a Cassa-

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Papa Francesco con due ragazzi dell’ACR di Roma.

no allo Jonio. Non è mancato poi il ricordo del Papa in occasione della beatificazione, che si è svolta a Napoli, di Maria Cristiana di Savoia, il cui «straordinario esempio di carità testimonia che la vita buona del Vangelo è possibile in ogni ambiente e condizione sociale». All’Angelus hanno partecipato anche i ragazzi dell’Azione Cattolica della Diocesi di Roma al termine della consueta “Carovana della Pace”. Nella ricorrenza liturgica della Conversione di San Paolo Papa Francesco ha celebrato i secondi vespri nella Basilica di San Paolo fuori le mura a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Le divisioni nella Chiesa, ha mostrato il Santo Padre non possono essere considerate «un fenomeno in

qualche modo naturale, inevitabile per ogni forma di vita associativa» perché «feriscono il suo corpo, feriscono la testimonianza che siamo chiamati a rendergli nel mondo». Tutti i cristiani sono allora chiamati a camminare verso la piena unità: «tutti noi camminiamo insieme […] facendo unità anche nel camminare, quell’unità che viene dallo Spirito Santo e che ci porta una singolarità speciale, che soltanto lo Spirito Santo può fare: la diversità riconciliata. Il Signore ci aspetta tutti, ci accompagna tutti, è con tutti noi in questo cammino dell’unità». Il tema dell’unità dei cristiani è stato al centro anche dell’Udienza Generale nella quale il Papa ha ricordato che «il nome di Cristo crea comunione ed unità, non divisione! Lui è

venuto per fare comunione tra noi, non per dividerci. Il Battesimo e la Croce sono elementi centrali del discepolato cristiano che abbiamo in comune. Le divisioni invece indeboliscono la credibilità e l’efficacia del nostro impegno di evangelizzazione e rischiano di svuotare la Croce della sua potenza (cfr 1 Cor 1,17)». Al termine dell’Udienza del mercoledì il Papa ha rivolto un appello per la pace in Siria in occasione della Conferenza internazionale di Montreux e dell’apertura dei negoziati a Ginevra. In settimana il Santo Padre ha ricevuto in udienza i Prelati uditori, gli officiali e gli avvocati della Rota Romana in occasione dell’apertura dell’Anno giudiziario. A loro ha ricordato come «la dimensione giuridica e la dimensione pastorale del ministero ecclesiale non sono in contrapposizione, perché entrambe concorrono alla realizzazione delle finalità e dell’unità di azione proprie della Chiesa». Sempre in settimana Papa Francesco ha incontrato le partecipanti al congresso Nazionale del Centro Italiano Femminile mostrando il valore della presenza femminile nei diversi ambiti di vita: «i nuovi spazi e responsabilità che si sono aperti, e che auspico vivamente possano ulteriormente espandersi alla presenza e all’attività delle donne, tanto nell’ambito ecclesiale quanto in quello civile e delle professioni, non possono far dimenticare il ruolo insostituibile della donna nella famiglia».

LE OMELIE DEL PAPA A SANTA MARTA

Le chiacchiere distruttive unedì 20 gennaio Papa Francesco, a partire del Vangelo (Mc 2,18-22) che presentava l’esigenza di mettere il «vino nuovo in otri nuovi», ha insistito sull’accoglienza docile della novità di Dio.

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«Il Vangelo è novità. La Rivelazione è novità. Il nostro Dio è un Dio che sempre fa le cose nuove e chiede da noi questa docilità alla sua novità. NelVangelo, Gesù è chiaro in questo, è molto chiaro: vino nuovo in otri nuovi. Il vino lo porta Dio, ma dev’essere ricevuto con questa apertura alla novità. E questo si chiama docilità. Noi possiamo domandarci: io sono docile alla Parola di Dio o faccio sempre quello che io credo che sia la Parola di Dio? O faccio passare la Parola di Dio per un alambicco e alla fine è un’altra cosa rispetto a quello che Dio vuole fare?». «La libertà cristiana e l’obbedienza cristiana sono docilità alla Parola di Dio, è avere quel coraggio di diventare otri nuovi, per questo vino nuo-

vo che viene continuamente. Questo coraggio di discernere sempre: discernere, dico, non relativizzare. Discernere sempre cosa fa lo Spirito nel mio cuore, cosa vuole lo Spirito nel mio cuore, dove mi porta lo Spirito nel mio cuore. E obbedire. Discernere e obbedire. Chiediamo oggi la grazia della docilità alla Parola di Dio, a questa Parola che è viva ed efficace, che discerne i sentimenti e i pensieri del cuore». Il 21 gennaio il Papa, rifacendosi alla prima lettura, in cui si leggeva l’episodio dell’unzione di Davide (1 Sam 16,1-13a), ha ricordato l’importanza di farsi “piccoli” di fronte al Signore. «La fedeltà cristiana, la nostra fedeltà, è semplicemente custodire la nostra piccolezza, perché possa dialogare con il Signore. Custodire la nostra piccolezza. Per questo l’umiltà, la mitezza, la mansuetudine sono tanto importanti nella vita del cristiano, perché è una custodia della piccolezza, alla quale piace guar-

dare il Signore. E sarà sempre il dialogo fra la nostra piccolezza e la grandezza del Signore. Ci dia il Signore, per intercessione di San Davide - anche per intercessione della Madonna che cantava gioiosa a Dio, perché aveva guardato la sua umiltà - ci dia il Signore la grazia di custodire la nostra piccolezza davanti a Lui».

strumento sono le chiacchiere. Cerca sempre e vedrai che dietro una chiacchiera c’è la gelosia e c’è l’invidia. E le chiacchiere dividono la comunità, distruggono la comunità. Sono le armi del diavolo».

Venerdì 24 gennaio il Papa ha portato avanti la sua riflessione sull’importanza dell’unità e della concordia facendo ancora riferimento Papa Francesco, nella Messa del 23 alla prima lettura che proseguiva gennaio, prendendo spunto dalla la narrazione delle vicende di Saul prima lettura (1 Sam 18,6-9;19,1- e Davide (1 Sam 24,3-21). 7) dove si ricordava la gelosia di Saul verso Davide, ha stigmatizzato le «Per dialogare è necessaria la miinvidie e divisioni che lacerano la tezza, senza gridare. E necessario anche pensare che l’altra persona comunità cristiana. ha qualcosa di più di me, e Davide lo «La persona invidiosa, la persona pensava: ‘Lui è l’unto del Signore, è gelosa è una persona amara: non più importante di me’. L’umiltà, la sa cantare, non sa lodare, non sa co- mitezza… Per dialogare, è necessasa sia la gioia, sempre guarda ‘che rio fare quello che abbiamo chiesto cosa ha quello ed io non ne ho’. E oggi nella preghiera, all’inizio della questo lo porta all’amarezza, un’a- Messa: farsi tutto a tutti. Umiltà, mimarezza che si diffonde su tutta la tezza, farsi tutto a tutti e anche – comunità. Sono, questi, seminatori però non è scritto nella Bibbia – tutdi amarezza. E il secondo atteggia- ti sappiamo che per fare queste cose mento, che porta la gelosia e l’invi- bisogna ingoiare tanti rospi. Ma, dia, sono le chiacchiere. Perché que- dobbiamo farlo, perché la pace si fa sto non tollera che quello abbia così: con l’umiltà, l’umiliazione, cerqualcosa, la soluzione è abbassare cando sempre di vedere nell’altro l’altro, perché io sia un po’ alto. E lo l’immagine di Dio».

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

pietre IRAQ

Un ambulatorio per cristiani e musulmani A Baghdad è stato realizzato un ambulatorio medico, sostenuto con forza dal Patriarcato caldeo e aperto a cristiani, musulmani e altre fedi religiose, senza alcuna distinzione o discriminazione. Nelle scorse settimane i vertici della Chiesa irakena hanno inaugurato il complesso ospedaliero di San Giuseppe, che sorge nella zona est di Baghdad. Alla cerimonia del taglio del nastro, effettuato da Mar Sako, hanno partecipato il nunzio apostolico , vescovi, sacerdoti, suore, religiosi musulmani, esponenti del governo centrale e semplici cittadini, curiosi di osservare da vicino la rinnovata struttura. L'ambulatorio sorge in un'area a maggioranza sciita; i vertici della comunità musulmana hanno voluto ringraziare i cristiani, sottolineando il ruolo della Chiesa nella costruzione del Paese e nel diffondere i principi di pace e convivenza fra tutti i cittadini.

IN INDIA

4.000 casi di violenza anticristiana nel 2013 Sono oltre 4.000 casi di violenza anticristiana registrati nel 2013, operati soprattutto da gruppi estremisti indù attivi nel paese. Gli episodi includono l’omicidio di 7 fedeli, fra cui un minore; abusi e percosse su 1.000 donne, 500 bambini e circa 400 preti di diverse confessioni; attacchi a oltre 100 chiese e luoghi di culto cristiano. Sono le cifre contenute nel nuovo “Rapporto sulle persecuzioni 2013”, elaborato da un forum di enti e organizzazioni cristiane nella società civile indiana. Sui 4.000 incidenti oltre 200 sono gravi casi di persecuzione avvenuti soprattutto in alcuni stati: spiccano il Karnataka dove, nonostante il cambio di governo, la persecuzione cristiana è più diffusa; e il Maharashtra che sembra essere il prossimo laboratorio dell’estremismo indù. PAKISTAN

I cristiani chiedono asilo allo Sri Lanka Circa 200 cristiani pakistani chiedono aiuto alla Chiesa cattolica per ottenere asilo politico in Sri Lanka. Da quasi tre anni questi profughi vivono nell'area di Negombo senza però avere alcun sostegno da parte del governo locale. Un problema, soprattutto per gli oltre 50 bambini che non possono andare a scuola, o per i giovani che rischiano di finire vittime della criminalità. Questa comunità di profughi è sostenuta da alcuni membri del clero cattolico di Negombo, in particolare da suore clarettiane, della Sacra Famiglia, del Buon Pastore, e da sacerdoti domenicani e clarettiani. P. Terrance Bodiyabaduge.


DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

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Pastorale Giovanile. Il 25 gennaio si è tenuto il terzo Meeting informativo sul Centro Sportivo Italiano.

CSI e Pastorale Giovanile, un’alleanza per mettere al centro la formazione dei ragazzi La collaborazione tra CSI e Diocesi ha come obiettivo l’attenzione verso le nuove generazioni e la loro formazione

recente collaborazione nata tra la Diocesi di Cagliari e il CSI. Sport, è stata dunque la parola chiave che ha accompagnato le tematiche affrontate durante tutta la serata in cui Maurizio Siddi ha illustrato i tanti e diversi progetti ideati e dedicati per coinvolgere i ragazzi e gli oratori all'interno del mondo dello sport. Questo percorso è iniziato ormai da circa un anno, e molti oratori hanno partecipato a questa collaborazione. Il CSI non si preoccupa solo di portare le attività

sportive in questi contesti, infatti propone della formazione per gli animatori sportivi attraverso dei corsi in cui si può imparare ad organizzare una manifestazione, gestire gli aspetti fiscali, imparare la prevenzione agli infortuni e le manovre di primo soccorso, BLS, nonchè l'utilizzo del defibrillatore. Con il progetto " i Campanili" il Centro Sportivo Italiano coinvolge direttamente gli oratori, che creando delle squadre specializzate nelle tante e diverse specialità

sportive classiche e tipiche dell'ambiente oratoriale, potranno partecipare ad una serie di campionati, con la prospettiva di poter arrivare a giocare delle finali in qualche regione d'Italia diversa dalla Sardegna. L'ambiente parrocchiale ed oratoriale non accoglie solamente ragazzi e bambini, ma anche adulti. Questo non è sfuggito Stefano Melis, presidente dell'Associazione A.P.A. Training, che propone un progetto denominato "Fitness e Wellness. Benessere e saluto nel tuo oratorio" rivolto in particolare a due tipologie di utenti, quelli tra i 55 ed i 65 anni e quelli over 65. L'obiettivo sarà quello di creare una proposta di attività motoria dedicata a queste fasce d'età, in modo da coinvolgere tutte le persone che vivono l'ambiente parrocchiale e rilanciando l'oratorio come luogo in cui tutti possono trovare uno spazio a loro dedicato; inoltre si vuole investire anche sulla salute e la cura della persona attraverso l'attività motoria. Lo sport ed il gioco possono veramente diventare uno stile di vita non solo per i ragazzi ma anche per gli adulti. La collaborazione tra CSI e diocesi ha come comune denominatore l'attenzione verso i giovani e la loro formazione, e vuole dimostrare che esistono tanti strumenti per crescere; lo sport è sicuramente uno di quelli, e può essere facilmente adottato e proposto da tutti.

mail alle domande dei ragazzi che, a partire dalla home page, possono subito trovare, grazie ad una grafica semplificata, la sezione di loro interesse. Per gli 11-13enni la navigazione si snoda fra pagine dedicate a istituti professionali, tecnici, indirizzi liceali e formazione professionale regionale. Per chi, invece, va verso il diploma, il sito mette a disposizione un test di orientamento realizzato dal Con-

sorzio Interuniversitario AlmaLaurea e pagine di approfondimento su Alta formazione artistica e musicale, Università, Istituti tecnici superiori e mondo del lavoro. Al rientro dalla pausa natalizia alle scuole è stata inviata una nota di indirizzo che indica a dirigenti e insegnanti come sviluppare le nuove politiche di orientamento scolastico in raccordo con il territorio. Tra le novità introdotte: un tutor dedicato all’orientamento in ogni istituzione scolastica, la formazio-

ne dei docenti anche attraverso l’istituzione di Master specifici, la creazione di un Wiki, un ipertesto pubblico, costruito on line e gestito da un gruppo di esperti in materia di orientamento aperto ai contributi della comunità professionale. Sono inoltre previsti laboratori per l’acquisizione di competenze di orientamento al lavoro (Career management skills) con la presenza di imprenditori, strutture di supporto, reti e Centri interistituzionali che operino come MultiAgency di orientamento.

FEDERICA BANDE QUANTI DI noi sarà capitato di vedere dei bimbi che nei pomeriggi assolati bussano alla porta del don per chiedere il permesso di giocare a pallone nel campetto dell'oratorio? O magari erano proprio già li a giocare. Il gioco è una fase della vita che si attraversa, e lo sport è un gioco strutturato con regole ben definite che conosciamo da bambini e che molti coltivano anche in età adulta. Il motivo è molto semplice: attraverso lo sport abbiamo modo di esprimere noi stessi a tutte le età, ed inoltre è un modo per incontrare delle persone, stringere amicizie e combattere problemi di salute come l'obesità. Settanta anni fa l'importanza di tutto questo è stato capito e portato ad un livello maggiore con la nascita del Centro Sportivo Italiano che si è sempre preoccupato di portare avanti campionati e tornei coinvolgendo anche le scuole. Quest'attenzione infatti è stata ri-

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Un momento dei lavori del Meeting.

volta anche per quei centri di aggregazione diversi dalle scuole, come per esempio le parrocchie e gli oratori. Lo scorso venerdì 25 gennaio presso i locali del Seminario Arcivescovile di Cagliari, si è tenuto il III Meeting Informativo per animatori ed educatori impegnati nelle attività parrocchiali ed oratoriali. L'incontro è stato promosso dall'Ufficio di Pastorale Giovanile e dal Centro Sportivo Italiano, infatti tema centrale e obiettivo primario di questo evento è stato proprio il parlare della

Un’opportunità per fare orientamento scolastico La campagna “Io scelgo, Io studio” del MIUR FRANCO CAMBA O SCELGO, Io studio’: è questo lo slogan della campagna del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per l’Orientamento, avviata l’ultima settimana di dicembre per aiutare chi frequenta la scuola secondaria di primo e secondo grado a fare la propria scelta per il futuro. Tra gli strumenti in campo, oltre una nota indirizzata a tutte le scuole, anche uno spot tv, un sito dedicato aperto al contributo delle istituzioni scolastiche e degli studenti, e una task force di esperti a disposizione dei ragazzi. Nel presentare quest’ultima iniziativa che affronta in modo organico il tema dell’Orientamento, il ministro Maria Chiara Carrozza ha spiegato: «Il futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi dipende dalle loro scelte di oggi. È per que-

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sto che l’orientamento deve svolgere un ruolo fondamentale all’interno dei percorsi scolastici, per aiutare gli studenti nelle loro decisioni, indicare la via migliore per seguire le proprie inclinazioni, e farlo presto, perché le sfide e la competizione che abbiamo di fronte sono ormai globali. Con le nostre indicazioni e l’investimento previsto vogliamo aiutare scuole e studenti a raggiungere l’obiettivo di scegliere presto e farlo bene». Tutte le informazioni necessarie agli studenti per conoscere i diversi percorsi di studio e le opzioni in campo possono essere acquisite dal sito www.istruzione.it/orientamento. Inoltre una task force di esperti è a disposizione per rispondere via e-


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IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

Pastorale della Salute. L’11 febbraio in tutto il mondo viene celebrata la XXII Giornata Mondiale del Malato.

La cultura del dono deve entrare a far parte della vita quotidiana dei credenti Il Papa invita i fedeli ad avere più attenzione al mondo della malattia. “Nei malati - dice il Santo Padre nel suo messaggio c’è una speciale presenza di Cristo sofferente” I. P. A CHIESA RICONOSCE in voi, cari ammalati, una speciale presenza di Cristo sofferente”. È uno dei passaggi del messaggio che Papa Francesco ha pubblicato in occasione della Giornata Mondiale del Malato, che si celebra l’11 febbraio, festività della Beata Vergine di Lourdes. Le linee guida che la Chiesa Italiana ha elaborato hanno al centro il tema “Educati dal Vangelo alla cultura del dono”: due vocaboli importanti, educare e cultura, che mettono in evidenza un dato più che mai importante ovvero l’approccio al tema della salute e della malattia presuppongono una crescita nella cultura in questo caso del dono. L’amore al prossimo che soffre presuppone un atteggiamento di dono verso gli altri. Lo stesso Papa Francesco nel messaggio sottolinea “Come il Padre ha donato il Figlio per amore, e il Figlio ha donato se stesso per lo stesso amore, anche noi possiamo amare gli altri come Dio ha amato noi, dando la vita per i fratelli. La fede

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Malati a Lourdes.

nel Dio buono diventa bontà, la fede nel Cristo Crocifisso diventa forza di amare fino alla fine e anche i nemici. La prova della fede autentica in Cristo è il dono di sé, il diffondersi dell'amore per il prossimo, specialmente per chi non lo merita, per chi soffre, per chi è emarginato”. “In forza del Battesimo e della Confermazione - continua il Pontefice nel suo messaggio - siamo chiamati a conformarci a Cristo, Buon Samaritano di tutti i sofferenti. «In questo abbiamo conosciuto l'amore; nel fatto che egli ha dato la sua

vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3,16). Quando ci accostiamo con tenerezza a coloro che sono bisognosi di cure, portiamo la speranza e il sorriso di Dio nelle contraddizioni del mondo. Quando la dedizione generosa verso gli altri diventa lo stile delle nostre azioni, facciamo spazio al Cuore di Cristo e ne siamo riscaldati, offrendo così il nostro contributo all'avvento del Regno di Dio”. Una realtà quella della malattia e della sofferenza che secondo i do-

cumenti pubblicati dalla CEI fa parte integrante della pastorale ordinaria. Nella nota della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute del giugno 2006 si legge “La comunità cristiana nel suo complesso deve sentirsi soggetto corresponsabile della pastorale della salute, integrandola in una pastorale d’insieme”. Quindi l’intera comunità dovrebbe sentire come prioritaria l’accoglienza e la condivisione delle sofferenze in una cultura del dono che la figura del

Samaritano incarna. Si legge ancora nella scheda Teologico - Pastorale 2014 della CEI. “Promuovere “la cultura del dono” per la pastorale della salute significa anzitutto affermare il riconoscimento incondizionato della dignità di ogni persona umana, “Sua trasparente immagine”. È questo atteggiamento di fondo, in un tempo di “crisi etica e antropologica” che ci renderà capaci non solo di rispetto della vita e di ogni vita, ma anche di intraprendenza nel prenderci cura della persona ferita dalla storia, malata, gravemente disabile perché la sua esistenza sia percepita come realtà buona e degna di essere vissuta”. La tanto vituperata cultura della vita è perciò la modalità con la quale approcciarsi al tema della malattia. Per molti invece sarebbe sufficiente porre fine alle sofferenze del malato con scelte individualistiche come l’eutanasia per risolvere la questione. La Chiesa vede anche nella sofferenza e nella Croce “La certezza dell'amore fedele di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci…La Croce di Cristo invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna a guardare sempre l'altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto”. Lo ha detto Papa Francesco lo scorso 26 luglio ai giovani che partecipavano alla Via Crucis alla GMG di Rio.

La Parola di Dio può commuovere il cuore Dal 9 febbraio a Settimo S. Pietro la Settimana Biblica. MARIA VITTORIA PINNA IO PARLA ANCORa e dice: “Coraggio, sono Io, non abbiate paura” “Gesù prese la parola” (Mt 5,2): questo il titolo della settimana biblica che si svolgerà a Settimo San Pietro a partire dagli inizi di febbraio. Si esordirà domenica 9 con l’intronizzazione dell’Evangeliario affiancata da una icona di Cristo docente preparata appositamente dall’iconografo Maestro Michele Ziccheddu. Ogni mattina, alle nove per consentire alle mamme dei ragazzi del catechismo di partecipare mentre i figli sono a scuola, i lettori incaricati leggeranno a turno i capitoli del Vangelo di Matteo, che è il Vangelo domenicale del corrente anno liturgico, dopo una breve presentazione dell’argomento delle letture giornaliere da parte di don Elenio. In-

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terverranno poi a concludere i lavori l’Arcivescovo di Cagliari Mons. Arrigo Miglio e Mons. Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero - Bosa. È da settembre che il parroco ha iniziato a preparare questo momento eccezionale ed ha chiesto alle monache Clarisse di Iglesias di comporre una preghiera alla Madonna perché renda ricco di frutti questo momento così importante per il percorso di fede iniziato in modo intenso ed esplicito in occasione dell’Anno della Fede appena concluso. Tale preghiera viene recitata quotidianamente alla fine della Messa vespertina. Il motivo di questa iniziativa eccezionale per una parrocchia – dice don Elenio – è il fatto che solo la Parola di Dio può commuovere il cuore dell’uomo, “inquieto finché non riposa in Lui”. Accostandosi ad essa infatti ciascuno di noi può percepi-

L’intronizzazione dell’Evangeliario aprirà la Settimana Biblica. (foto Rosalba Montisci)

re il battito pulsante del Suo cuore che arde alla ricerca del cuore delle sue creature. Ecco perché occorre “auscultare” (ascoltare come fanno i medici con il cuore, le viscere) la Parola di Dio per percepire quel battito che è il solo capace di commuovere il nostro cuore. Avviene così la scoperta di quella relazione di parentela che si è instaurata con il Battesimo ed è incrementata dalla conoscenza della parola di Dio. Perché Dio vuole agire nella vita di ciascuno, ma se non c’è la relazione

coltivata dal singolo nell’ascolto adorante della Sua parola, non può intervenire perché rispetta la nostra libertà. Inoltre, poiché la vocazione del cristiano è l’evangelizzazione, occorre ricordare che la Chiesa non evangelizza se non si lascia evangelizzare. Ci ricorda Papa Francesco nella Evangelii gaudium: “Il discepolo, nel Vangelo di Matteo, è chiamato a crescere nella fiducia. Una fiducia che ascolta la Parola, si fida della Parola, si affida alla Parola. Insieme all’evangelista Matteo la co-

munità Cristiana, e quindi ciascun credente, è chiamato a fidarsi solo del Dio con noi. La parola di Gesù nella nostra vita ci fa trovare sempre “una via d’uscita”. Questi sette giorni intensissimi – saremo impegnati mattina e sera – saranno una sorta di esercizi spirituali all’insegna della Parola di Dio guidati dal più qualificato dei maestri, dalla Parola incarnata che è Gesù stesso e saranno una sintesi della catechesi che ci accompagnerà in tutto quest’anno.


DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

IL PORTICO DI CAGLIARI

Comune. Una controversa iniziativa per l’abbattimento degli stereotipi di genere.

La libertà di educare i propri figli, un diritto da difendere e promuovere La proposta rivolta alle scuole primarie appare problematica e segnata dalla cosiddetta “ideologia gender” EUGENIO LAO*

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O SCORSO 30 dicembre il Comune di Cagliari ha aggiudicato alla “Società Cooperativa Sociale Agape Onlus” la realizzazione di un progetto “per l'abbattimento degli stereotipi di genere ed educazione alle differenze nelle scuole primarie cittadine”. L'iniziativa nasce su proposta del Comitato Pari Opportunità, costerà 8,500 euro e verrà svolta in via sperimentale presso le Scuole Primarie di Pirri e Mulinu Becciu. A prima vista non si capisce molto: cosa significa stereotipi di genere? Cosa significa educare alle differenze? Apparentemente potrebbe sembrare che il progetto del Comune voglia affrontare i problemi della violenza sulle donne e del bullismo. Sorge però il sospetto che di ben altro si tratti, se non altro perché il linguaggio, il codice linguistico utilizzato, è estremamente rivelatore e si inquadra senza grosso sforzo nell'ideologia del Gender che sta trovando inquietante e preoccupante diffusione nel nostro paese, dopo avere dilagato in Europa e fatto parlare di se presso le Istituzioni Europee. Le teorie del Gender sostengono che l'orientamento sessuale delle persone non sarebbe un dato di natura quanto piuttosto un'acquisizione culturale. In questo modo l’identità sessuale verrebbe vista come sganciata da una struttura corporea e semplicemente stabilita dalla volontà del soggetto. L'iniziativa del Comune di Cagliari si pone sulla scia – e ne costituisce attuazione pratica – dei documenti dell'UNAR, l'ufficio nazionale anti-discriminazione, insediato presso il Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L'UNAR nei mesi scorsi ha adottato una direttiva denominata “Strategia nazionale per la promozione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, documento che a sua volta fa seguito al programma promosso dal Consiglio d’Europa "Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere" per l’attuazione e l’implementazione della Raccomandazione del Comitato dei Ministri CM/REC (2010)5. La strategia è stata predisposta e coordinata dall’UNAR, con la consultazione delle sole associazioni LGBT, (ben 29)

IL PORTICO

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brevi IL 16 FEBBRAIO

Nuovo inserto diocesano su Avvenire La Diocesi di Cagliari ha intrapreso una nuova esperienza comunicativa attraverso la pubblicazione di quattro pagine sul quotidiano Avvenire, ogni terza domenica del mese. Attraverso questa pubblicazione mensile, la Chiesa locale si è dotata di uno strumento che, congiuntamente al settimanale “Il Portico”, contribuirà a riflettere più approfonditamente sui temi che ci stanno maggiormente a cuore e per i quali vale la pena utilizzare un ulteriore canale comunicativo. Domenica 16 è prevista la pubblicazione di un altro inserto. Per informazioni consultare il sito www.chiesadicagliari.it. A BONARIA

Il 16 febbraio si celebra Giornata del malato

mentre le associazioni familiari e quelle dei genitori degli alunni delle scuole ne sono stati tenuti fuori. La questione ha avuto ampia eco anche nelle aule parlamentari, dove i deputati Gigli e Sberna, entrambi del neo-gruppo “Per l'Italia”, hanno rivolto in proposito un'interrogazione urgente al Governo il quale, per bocca del Sottosegretario all'Istruzione Rossi Doria, ha dato risposte generiche, ambigue e ritenute dagli interroganti del tutto insoddisfacenti. Le famiglie, molte famiglie, quelle che fanno parte dell'associazionismo cattolico, e non solo, non ci stanno. Non ci stanno al pensiero dominante (ma lo è veramente?) che ambisce a diventare pensiero unico, come testimonia l'ancora più inquietante vicenda dalla legge sull'omofobia che pretenderebbe di punire con la sanzione penale, oltre agli atti di violenza e discriminazione omofobica, e fin qui nulla da obiettare, anche atteggiamenti semplicemente riconducibili alla libera manifestazione del pensiero, in violazione dell'art. 18 della Costituzione. In questo dibattito monopolizzato da minoranze rumorose e ben organizzate anche le famiglie e le loro associazioni, che stranamente non hanno voce nelle istituzioni, vogliono dire la propria, per rivendicare il diritto a educare i propri figli nell'ambiente familiare, come previsto dall'art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e per appellarsi al principio di corresponsabilità educativa, che impone la consultazione e l'assenso dei genitori riguardo all'introduzione nei percorsi scolastici di tematiche particolarmente sensibili come quelle che attingono alla sfera della sessualità e dell'affettività. Le famiglie non vogliono negare ad alcuno il diritto a credere e divulgare i propri convincimenti, ma in nome di quella stessa libertà rivendicano il diritto di dissentire e non allinearsi ad impostazioni contrarie alle

proprie sensibilità religiose, morali e civili. Nello specifico il progetto promosso dal Comune di Cagliari sembrerebbe mancare gravemente di alcuni requisiti minimi. Per poter entrare nelle scuole qualsiasi progetto extra-curricolare deve ricevere l'approvazione dagli organi di istituto. Le scuole, i dirigenti di quei circoli, la direzione regionale sono stati coinvolti? Il progetto va anche ad incidere sull'offerta formativa, quando oramai l'anno scolastico è iniziato e le famiglie hanno iscritto i figli a scuola confidando in un certo tipo di proposta educativa, curricolare e non, che certo non prevedeva “stereotipi di genere” e “educazione alle differenze”. Anche in questo senso occorrerebbe garantire la massima libertà delle famiglie di conoscere nel dettaglio i contenuti e gli obiettivi finali del progetto e, ovviamente, di poter liberamente decidere di non aderirvi.

Sono tante le domande che le famiglie e le loro associazioni avrebbero voluto porre se fossero state consultate e coinvolte. Per queste ragioni il Forum delle Associazioni familiari della Sardegna, insieme con l'Associazione Famiglie Numerose e altre associazioni aderenti al Forum, hanno scritto nei giorni scorsi al Sindaco e al Dirigente Comunale responsabile, per porre tutti questi interrogativi, chiedendo di aprire una fase di consultazione e di verifica sulla natura e gli obiettivi del progetto. E anche per chiedere di parteciparvi a pieno titolo, in quanto rappresentanti di genitori, con l'affiancamento di propri esperti e soprattutto per garantire che sia data ampia informazione preventiva alle famiglie e rispettata la loro libertà di farvi partecipare o meno i propri figli. * Coordinatore per la Sardegna dell’Associazione Famiglie Numerose

Domenica 16 febbraio, alle 15.30, presso la Basilica di Nostra Signora di Bonaria, si terrà la celebrazione diocesana in occasione della giornata mondiale del malato. In questa circostanza verrà amministrato il sacramento dell’unzione degli infermi. Per avere ulteriori informazioni rivolgersi al proprio parroco o al responsabile diocesano per la pastorale della salute (giuseppe.carrucciu@gmail.com – 3387653959). Nella medesima celebrazione, l’arcivescovo Arrigo Miglio affiderà il mandato di ministro straordinario della distribuzione della comunione eucaristica a un gruppo di laici che ha preso parte al recente corso promosso dall’ufficio liturgico diocesano. IL 15 FEBBRAIO

Incontro diocesano dei fidanzati Sabato 15 Febbraio, dalle 18 alle 22, quasi in concomitanza con la ricorrenza di San Valentino, si terrà l’Incontro diocesano dei fidanzati. L’appuntamento, nell’Aula Magna del Seminario Diocesano di Cagliari, è rivolto in particolare ai giovani fidanzati che stanno frequentando la catechesi in preparazione al matrimonio o hanno appena concluso il corso nelle parrocchie della Diocesi, oltre che alle equipe che accompagnano i fidanzati nel cammino di preparazione. Il programma della serata prevede alle 18 l’accoglienza e la festa di benvenuto, alle 20 la Santa Messa nella Cappella del Seminario, al termine un buffet nell’Aula Magna.


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IL PORTICO DE

IL PORTICO

IV DOMENICA DEL T. O. (ANNO A)

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dal Vangelo secondo Luca

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uando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Lc 2,22-40

DON ANDREA BUSIA

il portico della fede

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acciamo un passo indietro rispetto ai brani delle ultime settimane e, nel quarantesimo giorno dal Natale, torniamo a guardare a Gesù come a un bambino. Solo che stavolta siamo chiamati a guardarlo attraverso gli occhi, le attese, le speranze, l’abbandono in Dio di due personaggi che incontrano la Santa Famiglia per la prima volta: Simeone e Anna. Prima però di chiedere a questi due anziani personaggi di contagiarci con i loro sentimenti alla vista del bambino e dei suoi genitori dobbiamo fermarci un attimo a cercare di capire cosa stesse succedendo. Maria e Giuseppe (notare il nome della madre prima di quello del padre) portano Gesù al tempio in occasione della loro purificazione per presentarlo al Signore, ma di per sé i due avvenimenti non sono necessariamente legati l’uno all’altro: chi doveva essere “purificata” era la madre del neonato (Lv. 12) mentre Gesù doveva essere presentato al Signore e riscattato (Es. 13). La purificazione della madre per noi può essere abbastanza incomprensibile nel suo significato. Nel levitico

leggiamo “Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole. L'ottavo giorno si circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora trentatré giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione. Quando i giorni della sua purificazione per un figlio o per una figlia saranno compiuti, porterà al sacerdote all'ingresso della tenda del convegno un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una tortora in sacrificio di espiazione. Il sacerdote li offrirà davanti al Signore e farà il rito espiatorio per lei; essa sarà purificata dal flusso del suo sangue. Se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l'olocausto e l'altro per il sacrificio espiatorio. Il sacerdote farà il rito espiatorio per lei ed essa sarà monda” (Lv 12,2-4.6-8). Il sangue uscito dal corpo era considerato causa di impurità e questo causava l’impossibilità di partecipare ai sacri riti. Diversa era la situazione del neonato che doveva essere

presentato al Signore e doveva essere offerto a Lui perché era suo, secondo la parola del Signore a Mosè: “Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli Israeliti - di uomini o di animali -: esso appartiene a me”. Ma i genitori avevano un’alternativa: quella di riscattare questo figlio primogenito attraverso un offerta al tempio pari a cinque sicli di argento (quindi circa cinquanta grammi di argento in totale), come stabilito nel libro dei Numeri (18,15-16). L’offerta di cui si parla nel testo, “una coppia di tortore o due giovani colombi”, non è il riscatto per Gesù ma, come abbiamo letto prima nell’ultima frase della citazione del testo del Levitico, è l’offerta per la purificazione di Maria. Non c’è traccia di un’offerta di cinque sicli per riscattare Gesù e questo non è casuale: Gesù non viene riscattato perché è “santo” che significa “consacrato a Dio”, Gesù non è della sua famiglia, Gesù è di Dio e solo di Dio! Gesù è presentato al Signore ma non è riscattato dal Signore, rimane del Signore. Luca gioca molto e si diverte a rendere complicato questo inizio del brano, il lettore che conosce la Legge di Mosè, si aspet-

ta l’offerta per Gesù, ma trova solo quella per la purificazione di Maria, ne rimane sorpreso ed è chiaramente portato a capirne il senso così come abbiamo fatto noi. Ci siamo dilungati molto su questa premessa, non per trasmettere cultura biblica, ma perché questo gioco di Luca è fondamentale per capire chi è Gesù, è si un gioco, ma un gioco finalizzato a farci chiedere: chi è Gesù? Abbiamo qui due risposte (quella di Simeone e quella implicita di Anna) a questa domanda e altre, una è quella di Simeone che ha visto in quel bambino, quanto Dio aveva preparato per il suo popolo, la sua rivelazione definitiva. Ma più che le parole e la loro spiegazione, è probabilmente meglio fermarsi su ciò che Luca ci fa percepire raccontandoci cosa fanno: entrambi benedicono Dio ed entrambi parlano del bambino. Le due cose vanno assieme e sono espressione di una gioia incontenibile, così come quella di Maria che esplode ormai nel magnificat, Maria come Simeone e Anna non possono fare altro che lasciarsi contagiare senza opporre resistenza dalla gioia del vedere realizzarsi le promesse di Dio.

MARIA, ICONA PERFETTA DELLA FEDE Nella parte conclusiva della Lumen fidei Papa Francesco invita il lettore a fissare lo sguardo sulla Vergine Maria, «icona perfetta della fede» (LF, n. 58). In Maria «si compie la lunga storia di fede dell’Antico Testamento, con il racconto di tante donne fedeli, a cominciare da Sara, donne che, accanto ai Patriarchi, erano il luogo in cui la promessa di Dio si compiva, e la vita nuova sbocciava» (ibidem). Nella sua vita, Maria «ha compiuto il pellegrinaggio della fede, alla sequela di suo Figlio. Così, in Maria, il cammino di fede dell’Antico Testamento è assunto nella sequela di Gesù e si lascia trasformare da Lui, entrando nello sguardo proprio del Figlio di Dio incarnato» (ibidem). Nella figura di Maria il credente viene pienamente coinvolto nella confessione di fede, proprio perché Lei è associata, in forza del suo legame con Gesù, ai fondamenti della fede stessa.

Nel concepimento verginale abbiamo un segno della filiazione divina di Cristo: «l’origine eterna di Cristo è nel Padre, Egli è il Figlio in senso totale e unico; e per questo nasce nel tempo senza intervento di uomo. Essendo Figlio, Gesù può portare al mondo un nuovo inizio e una nuova luce, la pienezza dell’amore fedele di Dio che si consegna agli uomini» (LF, n. 59). La vera maternità di Maria offre al Figlio «una vera carne nella quale morirà sulla croce e risorgerà dai morti» (ibidem). Maria sarà poi presente anche nel Cenacolo, dopo la Risurrezione e Ascensione, per ricevere con gli Apostoli il dono dello Spirito Santo. Il Papa sottolinea poi come «al centro della fede si trova la confessione di Gesù, Figlio di Dio, nato da donna, che ci introduce, per il dono dello Spirito Santo, nella figliolanza adottiva (cfr Gal 4,4-6)». Il testo della prima enciclica di Papa Francesco si conclude con una preghiera a Maria, madre della Chiesa e della fede:

«Aiuta, o Madre, la nostra fede! Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata. Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa. Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede. Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare. Semina nella nostra fede la gioia del Risorto. Ricordaci che chi crede non è mai solo. Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!». di don Roberto Piredda


ELLA FAMIGLIA

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

tarono il bambino erusalemme ...

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Una riflessione a partire da Giovanni 4, 1-26

Il lieto annuncio di Dio sull’amore umano SUOR RITA LAI

l lieto annunzio di Dio sull’amore umano o l’amore umano evangelo, cioè annunzio lieto, dell’amore di Dio? Vogliamo riflettere sulla realtà dell’amore di coppia inserito nel contesto dell’amore di Dio per me, singolo uomo, ma anche nel contesto del mio rapporto con Dio e della mia vita di cristiano adulto e consapevole, che ha deciso di vivere questo dono nella Chiesa, optando per il matrimonio sacramento, per lo “sposarsi nel Signore”. Partiamo dal testo di Gv 4, 1-26: cosa cogliamo da questo racconto? Raccolgo alcune linee di lettura: a) il luogo (il pozzo) è un contesto tipico, nella Scrittura, dell’incontro significativo e d’amore; b) c’è un “dono di Dio” da conoscere, anzi da ri-conoscere; chi è veramente questo Gesù che si fa incontro alla donna? E chi è veramente la donna? c) solo nel riconoscimento reciproco io posso vivere la mia vita vera per scoprire che in quella persona dono, Messia, Figlio di Dio, io vivo il mio rapporto col Signore, senza più luoghi e culti particolari. Ci poniamo poi una domanda: Cosa dice tutto questo al mio vissuto? Il contesto è quello di un incontro significativo, anche in senso lato, per cui posso dedurre, nel concreto della mia vita personale, che il mio amato/a diviene per me lo spazio di incontro col Signore, il sacramento del riconoscimento totale, nella verità profonda, il luogo dell’incontro con Dio (e qui il riferimento a Maria di Magdala è d’obbligo: anche qui un’altra donna, ugualmente frammentata e ancor più in ricerca, ma di un cadavere, trova nel Vivente che la chiama per nome la ragione stessa del suo vivere e del suo testimoniare: Gv 20, 11-18). In altre parole, l’amato diviene per me il Volto di Cristo, si identifica con Lui, e l’uno rimanda all’altro. Scopro allora che anche nel mio piccolo orizzonte di coppia c’è una realtà ancora più grande e più intensa, un evento che non si misura da un incontro, da un dialogo, da una condivisione an-

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RISCRITTURE

CRISTO È LA VERA LUCE La festa della Presentazione del Signore, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, ci mostra Maria e Giuseppe che, in obbedienza alla Legge mosaica, si recano al tempio di Gerusalemme per offrire il bambino, in quanto primogenito, al Signore e riscattarlo mediante un sacrificio (cfr Lc 2,22-24). E’ uno dei casi in cui il tempo liturgico rispecchia quello storico, perché oggi si compiono appunto quaranta giorni dalla solennità del Natale del Signore; il tema di Cristo Luce, che ha caratterizzato il ciclo delle feste natalizie ed è culminato nella solennità dell’Epifania, viene ripreso e prolungato nella festa odierna. Il gesto rituale dei genitori di Gesù, che avviene nello stile di umile nascondimento che caratterizza l’Incarnazione del Figlio di Dio, trova una singolare accoglienza da parte dell’anziano Simeone e della profetessa Anna. Per divina ispirazione, essi riconoscono in quel bambino il Messia annunziato dai profeti. Nell’incontro tra il vegliardo Simeone e Ma-

ria, giovane madre, Antico e Nuovo Testamento si congiungono in modo mirabile nel rendimento di grazie per il dono della Luce, che ha brillato nelle tenebre ed ha impedito loro di prevalere: Cristo Signore, luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo Israele (cfr Lc 2,32). Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della presentazione di Gesù al tempio, si celebra la Giornata della Vita Consacrata. In effetti, l’episodio evangelico a cui ci riferiamo costituisce una significativa icona della donazione della propria vita da parte di quanti sono stati chiamati a ripresentare nella Chiesa e nel mondo, mediante i consigli evangelici, i tratti caratteristici di Gesù, vergine, povero ed obbediente, il Consacrato del Padre. Nella festa odierna celebriamo, pertanto, il mistero della consacrazione: consacrazione di Cristo, consacrazione di Maria, consacrazione di tutti coloro che si pongono alla sequela di Gesù per amore del Regno di Dio. Benedetto XVI – Presentazione del Signore 2012

che di vita, perché va oltre tutto questo e lo supera infinitamente: è l’evento, l’irruzione dell’amore di Dio nella mia vita. L’amore di Dio è un avvenimento, è accaduto un giorno e accade continuamente. E’ un evento che entra dentro di me e cresce e matura fino a poter essere celebrato, in momenti privilegiati, ma anche nelle umili, scontate vicende della vita di tutti i giorni. Qualcosa che “avviene” nella mia esistenza e mi “stana” dalle mie sicurezze e dal mio tran-tran per immettermi nei grandi orizzonti di Dio. Nell’incontro col Dono del Signore io vivo un’epifania del Suo amore, della sua presenza salvifica nella mia vita, la vivo come un evento ordinario e feriale, perché Lui è entrato nella mia ferialità, vestendosi delle categorie a me familiari, per rendersi comprensibile e familiare a me, secondo la logica dell’Incarnazione. Quando questo accade nella vita e viene poi celebrato nella liturgia, quella che era prima solo una mia realtà personale, diviene anche ecclesiale e sociale, una realtà da vivere nella comunione e nella comunità. Attraverso la celebrazione io ricevo il mio posto e il mio compito da vivere nella Chiesa e nel mondo. Divento un testimone, un mandato ad annunciare. E la chiave di spiegazione e di lettura di questo evento per me è la mia chiamata, potremmo dire la mia vocazione. La vocazione all’amore, potremmo dire in fattispecie all’amore per la persona che vive con me questa chiamata particolare, è la porta d’ingresso, per la mia vita, della storia della salvezza. Ossia, la grande storia della salvezza, quella che racconta e celebra gli appuntamenti d’amore di Dio con il suo popolo, entra nella mia piccola vicenda personale non esclusivamente, ma certo in gran parte attraverso il volto della persona amata. Esso esprime per me una Parola di Dio nella mia vita, è per me il luogo d’incontro del Signore e lo sarà per sempre. Questa Parola di Dio, Gesù Cristo, si fa carne per me nella vita e nella persona amata. Si fa Parola mia, si fa vita mia, tanto che io ne prendo atto e rispondo con la mia vita.


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IL PORTICO DEI LETTORI

IL PORTICO

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

LETTERE A IL PORTICO Grazie padre Bruno, Nasce spontaneo un vivo ringraziamento al Signore per i tanti doni ricevuti attraverso questo grande Monaco benedettino presso l’Abbazia di San Pietro di Sorres Uomo entusiasta della vita monastica, sacerdote instancabile sino alla fine. Sofferente da molto tempo ,non ha mai fatto trapelare i suoi seri problemi di salute. Ha dedicato con gioia, passione, fede e generosità tutta la sua vita al servizio di Dio. Rendeva sempre Lode a Dio in diversi modi. Era appassionato di musica e di canto, in particolare gregoriano; ha organizzato corsi di musica gregoriana, concerti d organo e cori , festival ed altre attività ad altissimo livello, portando in Sardegna illustri musicisti. Corsi di Iconografia. Insieme alla sua comunità ha curato in modo intenso e continuativo lo studio della Parola di DIO e dei documenti della Chiesa senza trascurare le realtà locali, come i documenti del Concilio Plenario Sardo.

Padre Bruno è stato un sacerdote sempre attento ai segni dei tempi, sensibile alle urgenze e ferite della società attuale. Aveva capito con chiarezza che gli uomini hanno una gran sete di Cristo e del suo insegnamento, in un momento storico di grande aridità spirituale e di valori. Ha saputo utilizzare nel modo più efficace gli strumenti offerti dalla tecnologia per diffondere in ogni angolo della terra il messaggio evangelico, i testi della Chiesa, le testimonianze di cristiani e di laici. Era convinto che il messaggio di Speranza è Cristo stesso: il Cristo che trasforma la vita delle persone, che distrugge il buio del cuore e porta semi di luce da cui generano la crescita umana e spirituale, personale e di intere società. Padre Bruno era un grande comunicatore! Ha coltivato la cultura dell’incontro, comunicazione lasciando un ruolo centrale al silenzio e alla preghiera. Con la comunità ,ha realizzato con successo i laboratori “ora et laboratorio” rendendo vive le parole di Benedetto nel messaggio per le

Comunicazioni Sociali, con le quali il Papa scriveva: “Ascoltare se stessi e gli altri. Comunicare bene ci aiuta ad essere più ricchi ed entrare in rapporto di reciprocità.” Un monaco aperto all’accoglienza verso tutti i fratelli: singole persone, famiglie, gruppi ecclesiali e non, giovani, anziani, religiosi, sacerdoti, suore e laici professionisti. In tanti abbiamo goduto dei bellissimi momenti di preghiera e della sua calorosa accoglienza nella bellissima Abbazia di Sorres, Padre Bruno è stato capace di infondere Vita, di trasmettere la gioia della Carità dando sostegno e speranza anche agli ammalati. Attraverso Internet ha coltivato l’amicizia oltre la vicinanza spirituale, inviando puntualmente tutto ciò che poteva; relazioni, meditazioni in musica ecc. Ancora grazie padre Bruno. Ci auguriamo e preghiamo che altre persone possano continuare questa grande eredità che ci hai offerto. In suo ricordo e a sostegno della comunità benedettina sarà celebrata alle ore 18 dopo la recita dei Vespri cantati, una S. Messa, martedì 4 febbraio nel santuario di N.S. di Bonaria. Lettera firmata

Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo settimanaleilportico@gmail.com, specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.

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gni figlio è volto del “Signore amante della vita” (Sap 11,26), dono per la famiglia e per la società. Generare la vita è generare il futuro anche e soprattutto oggi, nel tempo della crisi; da essa si può uscire mettendo i genitori nella condizione di realizzare le loro scelte e i loro progetti. La testimonianza di giovani sposi e i dati che emergono da inchieste recenti indicano ancora un grande desiderio di generare, che resta mortificato per la carenza di adeguate politiche familiari, per la pressione fiscale e una cultura diffidente verso la vita. Favorire questa aspirazione (valutata nella percentuale di 2,2 figli per donna sull’attuale 1,3 di tasso di natalità) porterebbe a invertire la tendenza negativa della natalità, e soprattutto ad arricchirci del contributo unico dei figli, autentico bene sociale oltre che segno fecondo dell’amore sponsale. La società tutta è chiamata a interrogarsi e a decidere quale modello di civiltà e quale cultura intende promuovere, a cominciare da quella palestra decisiva per le nuove generazioni che è la scuola. Per porre i mattoni del futuro siamo sollecitati ad andare verso le periferie esistenziali della società, sostenendo donne, uomini e comunità che si impegnino, come afferma Papa Francesco, per un’autentica “cultura dell’incontro” (Papa Francesco, Omelia nella Santa Messa con i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i seminaristi in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, 27 luglio 2013). Educando al dialogo tra le generazioni potremo unire in modo fecondo la speranza e le fatiche dei giovani con la sag-

In onda su Radio Kalaritana Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000

Oggi parliamo di… arte e fede Le chiese del Gerrei. (Terenzio Puddu) Domenica 2 febbraio ore 18.10 Lunedì 3 febbraio ore 8.30

Oggi parliamo con… Don Elenio Abis, Giornata della vita: generare il futuro Sabato 1 febbraio 19.10 Domenica 2 febbraio ore 10.30

Cantantibus organis Ascolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie- Claire Alain. Preludio e fuga in Mi Minore BWV 533 e in fa minore BWV534 (a cura di Andrea Sarigu) domenica 2 febbraio ore 21.30

Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30

Oggi parliamo di… comunicazione L’autoscatto nell’era dei social network (Simone Bellisai) Martedì 4 febbraio ore 19.10 Mercoledì 5 febbraio ore 8.30

Lampada ai miei passi (3 febbraio - 9 febbraio) Commento al Vangelo quotidiano a cura di Don Mariano Matzeu Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Sabato 5.00 / 6.48 / 21.00 (vangelo domenicale) Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00

L’ora di Nicodemo Il Vangelo di Matteo (Commento esegetico - spirituale a cura di Sabino Chialà – Biblista) Mercoledì 5 febbraio 21.30

Oggi è già domani Nel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno (A cura di don Giulio Madeddu) Ogni giorno alle 00.01

Il Messaggio della CEI in occasione della Giornata per la Vita (2 febbraio)

Generare il futuro gezza, l’esperienza di vita e la tenacia degli anziani. La cultura dell’incontro è indispensabile per coltivare il valore della vita in tutte le sue fasi: dal concepimento alla nascita, educando e rigenerando di giorno in giorno, accompagnando la crescita verso l’età adulta e anziana fino al suo naturale termine, e superare così la cultura dello “scarto”(Cfr Papa Francesco, Udienza generale, 5 giugno 2013). Si tratta di accogliere con stupore la vita, il mistero che la abita, la sua forza sorgiva, come realtà che sorregge tutte le altre, che è data e si impone da sé e pertanto non può essere soggetta all’arbitrio dell’uomo. L’alleanza per la vita è capace di suscitare ancora autentico progresso per la nostra società, anche

Radiogiornale regionale Dal Lunedì al venerdì 10.30 / 12.15 / 13.30

da un punto di vista materiale. Infatti il ricorso all’aborto priva ogni anno il nostro Paese anche dell’apporto prezioso di tanti nuovi uomini e donne. Se lamentiamo l’emorragia di energie positive che vive il nostro Paese con l’emigrazione forzata di persone – spesso giovani – dotate di preparazione e professionalità eccellenti, dobbiamo ancor più deplorare il mancato contributo di coloro ai quali è stato impedito di nascere. Ancora oggi, nascere non è una prospettiva sicura per chi ha ricevuto, con il concepimento, il dono della vita. È davvero preoccupante considerare come in Italia l’aspettativa di vita media di un essere umano cali vistosamente se lo consideriamo non alla nascita, ma al concepimento. La nostra società ha bisogno oggi di solidarietà rinnovata, di uomini e donne che la abi-

tino con responsabilità e siano messi in condizione di svolgere il loro compito di padri e madri, impegnati a superare l’attuale crisi demografica e, con essa, tutte le forme di esclusione. Una esclusione che tocca in particolare chi è ammalato e anziano, magari con il ricorso a forme mascherate di eutanasia. Vengono meno così il senso dell’umano e la capacità del farsi carico che stanno a fondamento della società. “È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori”(Papa Francesco, Omelia nella Santa Messa per l’inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, 19 marzo 2013). […] Generare futuro è tenere ben ferma e alta questa relazione di amore e di sostegno, indispensabile per prospettare una comunità umana ancora unita e in crescita, consapevoli che “un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa”(Papa Francesco, Messaggio ai partecipanti alla 47a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, Torino, 12-15 settembre 2013, 11 settembre 2013). Roma, 4 novembre 2013 Memoria di San Carlo Borromeo Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana


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Vita Consacrata. La pastorale vocazionale dimensione essenziale della vita ecclesiale.

La vita consacrata è un dono di Dio per tutta la comunità cristiana Riccorre il 2 febbraio, festa liturgica della Presentazione del Signore, la Giornata Mondiale. Un’occasione preziosa di preghiera per le vocazioni *MONS. SALVATORE RUGGIU OMENICA RICORRE la Presentazione del Signore al Tempio. Tradizionalmente questa festa era dedicata alla Madonna (in Sardegna la festa della candelora). Con il Concilio Vaticano II è stata ripristinata la sua origine e, cioè, la festa del Signore, presentato al tempio, come prescriveva la legge mosaica. La festa che celebriamo parla a tutti, nel senso che ci invita a riscoprire la nostra personale vocazione e la gioia di essere testimoni e discepoli del Signore. Ora, se la presentazione di Gesù parla a tutti, essa parla in modo del tutto particolare a coloro che sono chiamati ad una speciale consacrazione, nelle diverse forme ed espressioni, siano dediti principalmente alla contemplazione o all’apostolato, alla vita comunitaria o eremitica, siano appartenenti a ordini o istituti religiosi, istituti secolari o società di vita apostolica, a comunità antiche o nuove. È a questi consacrati e consacrate

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che si rivolge il pensiero e la preghiera di tutta la Chiesa, perché siano forti nella fede, gioiosi nella speranza e operosi nella carità. E siano, tutti, aiutati a vivere intensamente i consigli evangelici (castità, povertà e obbedienza). Il messaggio della giornata si rivolge anche a tutti i cristiani perché, in tutti e in ciascuno, aumenti il desiderio di promuovere sempre più la comprensione, la promozione, l’apprezzamento e la riconoscenza a Dio per la vita consacrata. Dobbiamo essere grati al Beato Giovanni Paolo II che nel

1997 ha voluto dedicare una giornata mondiale alla vita consacrata. L’importanza di questa vita si inserisce nella missione della Chiesa di essere, tra i popoli, luce delle genti. Così recita la costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II : “Cristo è la luce delle genti. La Chiesa è in Cristo, in qualche modo, il Sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”. Nella nostra arcidiocesi di Cagliari sono presenti 4 monasteri di

clausura, 33 istituti religiosi femminili, 19 istituti religiosi maschili e 15 istituti secolari, oltre circa 200 Sacerdoti del clero diocesano. La loro presenza, nella varietà di carismi e ministeri, arricchisce la Chiesa diocesana che accoglie e apprezza con gratitudine i doni dello spirito “per la utilità di tutti”, come scrive S. Paolo nella prima lettera ai Corinti. Naturalmente la crisi delle vocazioni, maschili e soprattutto femminili, si fa sentire per cui molti ordini religioso sono costretti anche a chiudere le loro opere. Si pone pertanto con urgenza il problema vocazionale. Gesù ci ha lasciato una chiara indicazione per risolverlo: “pregate il padrone delle messe perché mandi operai nella sua messe”. E questo impegno vale per tutti i cristiani. Per gli ordini religiosi, maschili e femminili, come per le vocazioni sacerdotali, urge una seria e permanente pastorale vocazionale, che si sviluppa in tre tappe: annuncio, proposta e accompagnamento…il resto lo farà il Signore. Ci stringiamo tutti attorno ai fratelli e alle sorelle consacrate per assicurare la quotidiana preghiera, per esprimere la nostra gratitudine per avere risposto alla chiamata del Signore e per augurare il dono di numerose e sante vocazioni, perché è ancora attuale il rilievo fatto da Gesù: “la messe molta, ma gli operai (e operarie) sono pochi”. *Vicario Episcopale per la vita consacrata

Premi per i presepi e per i cittadini illustri A Monserrato le cerimonie si sono svolte nei giorni scorsi. DISTANZA DI una settimana l’una dall’altra si sono svolte le premiazioni per due concorsi che da anni sono molto attesi a Monserrato. Il primo il “Premio Pro Monserrato”, assegnato dalla Pro Loco a cittadini che hanno dato lustro al nome del centro, ha visto quest’anno premiati il campione di Taekwondo Gianluca Muscas, il campione di pugilato degli anni '80 Pino Contu (al centro nella foto di Tonio Argiolas), mentre il premio alla memoria è andato alla prof.ssa Albina Angioni, scrittrice monserratina. Un premio è stato assegnato all'asilo monumentale ai caduti per quanto ha fatto per la città di Monserrato (nella foto in alto Suor Patrizia, la superiora, ritira il premio). Una seconda serata si è svolta nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista de La Salle, dove sono stati premiati i vincitori del concorso “Presepe di Natale”, organiz-

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zato sempre dalla Pro Loco con il patrocinio l’Assessorato comunale della Cultura, Sport e Spettacolo ed in collaborazione con le parrocchie del Santissimo Redentore, Sant'Ambrogio e San Giovanni Battista de La Salle. Primo classificato Sandro Agnese, secondo Pinuccio Banni, terzo Maria Antonietta Garau e quarto classificato è stato Carlo Leo. Sono stati conferiti anche due premi speciali: uno a Nicola Strazzullo, per il mantenimento delle tradizioni, l’altro ad Antonio Putzu (nella foto in basso) per l'impegno e la passione nella realizzazione delle opere. Sono stati premiati anche sei bambini tutti a pari merito: Riccardo Sessini, Vanessa Porcu, Nicola Abis, Nicoletta Scioni, Tamara Santus e Massimo Anedda. Le famiglie che hanno partecipato alla quarta edizione del concorso sono oltre cinquanta.

IL PORTICO

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brevi PASTORALE FAMILIARE

Formazione nelle parrocchie L’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare è a disposizione per le parrocchie che lo desiderassero persone esperte e o sensibili alle tematiche di vita coniugale e familiare dal punto di vista sia umano che cristiano. Un’opportunità di crescita per chi vuole avvicinarsi a queste tematiche ma anche per la comunità parrocchiale che avrebbe risorse umane in più da mettere al servizio delle esigenze delle famiglie. Per eventuali contatti è possibile inviare una mail a ufficiofamiglia@diocesidicagliari.it. IL 9 FEBBRAIO

Incontro animatori della comunicazione Domenica 9 febbraio alle 16, nell’Aula magna del Seminario diocesano di Cagliari (via mons. Cogoni, 9), si terrà l’annuale incontro diocesano per gli animatori delle comunicazioni sociali: membri delle redazioni dei giornali, delle radio e dei siti internet delle parrocchie, degli istituti religiosi, delle aggregazioni laicali, degli uffici diocesani; operatori pastorali impegnati nella diffusione e distribuzione della stampa cattolica. Il programma prevede la presentazione del messaggio di Papa Francesco per la 48ª giornata mondiale delle comunicazioni sociali, a cura del Dott. Andrea Pala, giornalista professionista e collaboratore dell’Ufficio diocesano comunicazioni sociali; la relazione sul tema “Il settimanale diocesano: prospettive per una rinnovata valorizzazione nel territorio” a cura di don Roberto Piredda, direttore de “Il Portico”; la relazione “I media diocesani: novità in atto e ambiti di collaborazione con le realtà ecclesiali” di don Giulio Madeddu, direttore dell’Ufficio diocesano comunicazioni sociali”. Dopo gli interventi dei presenti alle 18 la Santa Messa. SAN SEBASTIANO

I festeggiamenti per il patrono

Foto di Tonio Argiolas

Nel programma delle manifestazioni che la Parrocchia di San Sebastiano di Cagliari ha organizzato per la festa patronale è previsto per domenica 2 la celebrazione della Presentazione di Gesù al Tempio, la festa della Candelora. Alle 9,30 verrà celebrata l’Eucaristica con la benedizione dei ceri e la consegna del Padre Nostro ai cresimandi.


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brevi PASTORALE GIOVANILE

Campi di formazione ad aprile Sono aperte le iscrizioni per i prossimi campi di formazione proposti dall’Ufficio di Pastorale Giovanile e previsti nel mese di aprile. Dal 25 al 27 aprile è previsto un corso di formazione per Animatori di gruppi preadolescenti e gruppi “post-cresima” (età dei partecipanti prevista: 17 ai 25 anni). Dal 29 aprile al 1 mag-

Famiglia. Le attività portate avanti dal Consultorio familiare diocesano in via Logudoro.

Consultorio familiare, una presenza concreta accanto alle coppie

le difficoltà, secondo la nostra visione che tutela il matrimonio e le nascite». Importante puntare alla ‘prevenzione’: «Vorremmo organizzare gruppi di formazione per le giovani coppie, attraverso una collaborazione più strutturata con le parrocchie: ci piacerebbe offrire un servizio a queste ultime, con percorsi che affrontino i problemi legati alla relazione, ma anche all’educazione dei figli, con un occhio di riguardo all’età dell’infanzia, che è la più delicata». Vengono affrontate, inoltre, le problematiche legate al disagio individuale: «Molti utenti hanno problemi esistenziali, personali, legati al mondo del lavoro, alla disoccupazione, problemi di ansia legati soprattutto alla vita moderna». Oltre ai colloqui individuali - in ge-

nere, i singoli percorsi prevedono una media di 10-12 colloqui, che variano a seconda delle esigenze vengono organizzati incontri di gruppo (ogni giovedì, dalle 18 alle 19.30/20): «In tutto, una quarantina di partecipanti - spiega la Mauri Valentino - , che hanno già frequentato il corso di base sulle tecniche di rilassamento; usiamo varie metodologie, per rafforzare la conoscenza di sé, l’autostima, lo sviluppo delle risorse personali, la capacità di affrontare i problemi positivamente, di ascoltare gli altri e riuscire ad entrare in relazione con essi. Gli utenti si mostrano molto soddisfatti del servizio». Alla base, «un clima familiare, fraterno. Cerchiamo di spronare ad avere speranza, fiducia, a non scoraggiarsi, a utilizzare le proprie risorse, aiutare a vedere i propri talenti e spenderli nel modo migliore». Per alcuni casi particolari, il Consultorio collabora anche con la Caritas diocesana: «Ci appoggiamo allo Studio medico, che per noi costituisce una grande risorsa; inoltre, partecipiamo costantemente agli incontri di coordinamento». Il Consultorio è aperto dal lunedì al venerdì pomeriggio, dalle 17 alle 20 (e in caso di necessità, anche la mattina), in via Logudoro 40 (Cagliari). Per info: 070654845; consultoriofami@tiscali.it; www.consultoriofami.org

di cui la Sacra Scrittura ci parla abbondantemente. Essa «di fronte al disabile si trova come Pietro alla porta Bella di fronte allo storpio: senza né oro né argento, ma con il potere, se non di guarirlo dall handicap, di guarirlo nell handicap, annunziandogli l unico nome sotto il cielo in cui è data la salvezza» (UCN, L'iniziazione cristiana alle persone disabili. Orientamenti e proposte,EDB 2004, n.2). Il Settore della Catechesi per i disabili desidera porsi accanto alle comunità parrocchiali per accompagnare parroci, catechisti e operatori pastorali nel compito dell evangelizzazione a ciascuna persona nella sua unicità e irripetibilità. Tale Settore, operante anche nell Ufficio Catechistico dell Arcidiocesi di Cagliari, ha deciso di of-

frire un appuntamento, rivolto a tutti coloro che hanno a cuore questa tematica, in particolare ai sacerdoti, ai catechisti e a tutti coloro che sono impegnati, all interno della Diocesi nel servizio apostolico della catechesi: un incontro con la responsabile nazionale del Settore della Catechesi per le persone disabili, Suor Veronica Donatello, francescana alcantarina, che giovedì 30 gennaio, presso l' Aula Magna del Seminario Arcivescovile di Cagliari, condividerà la sua esperienza in proposito, al mattino con i sacerdoti e al pomeriggio con i catechisti e gli operatori pastorali. Suor Veronica affronterà il tema dell' iniziazione cristiana, tema molto caro alla nostra Diocesi in questo triennio pastorale, inserendolo nel contesto della catechesi "per" e "con" le persone disabili. Tale iniziativa nasce dal compito appartenente alla Chiesa intera, attraverso l'Ufficio Catechistico e lo specifico Settore della Catechesi per le persone disabili: «essere di stimolo e coordinamento nella comunità ecclesiale e nelle diverse realtà sociali, agendo attraverso una progettazione adeguata, puntando sulla formazione dei catechisti e sull attenzione alla famiglia» (Veronica Donatello, a cura di, Una fede per tutti. Persone disabili nella comunità cristiana, EDB 2013).

Sono oltre 250 gli utenti che si rivolgono ogni anno al Consultorio per avere un sostegno nelle necessità della vita familiare MARIA CHIARA CUGUSI

gio un corso di formazione per gli Animatori che degli Oratori che animano le attività invernali ed estive (età dei partecipanti prevista: 15 ai 19 anni). Per tutti i corsi previsti l’Ufficio di Pastorale giovanile rilascerà un attestato di partecipazione e una dichiarazione per il credito formativo scolastico da presentare a scuola. Il prima possibile saranno disponibili le schede di adesione con le notizie tecniche e le modalità di iscrizione. I corsi di formazione per gli animatori di Oratorio saranno organizzati con la collaborazione del Centro Sportivo Italiano e si terranno a Solanas, nella colonia “San Domenico Savio”. Per le informazioni si può contattare direttamente l’Ufficio di Pastorale Giovanile: don Alberto Pistolesi e-mail: apisto@tiscali.it oppure giovani@diocesidicagliari.it

S. GIOVANNI EVANGELISTA

Gli sposi hanno rinnovato le promesse Domenica 26 gennaio alla celebrazione per le famiglie delle 9.30 nella Parrocchia di San Giovanni Evangelista in Quartu Sant’Elena, gli sposi, con la cornice dei figli e l’animazione del coro parrocchiale, hanno rinnovato le promesse matrimoniali. Il parroco don Gianfranco Falchi, che ha

fatto dono alle copie di una rosa e di una immagine ricordo raffigurante lo sposalizio della B.V Maria con San Giuseppe del Raffaello e nel retro la preghiera per le famiglie per il sinodo di Papa Francesco, prima di far rivivere le promesse ha sollecitato la riflessione sulla pagina del Vangelo di San Giovanni delle nozze di Cana. Ha invitato a meditare, anche alla luce della liturgia odierna, sulla chiamata di Cristo e sul senso missionario della famiglia nella società.

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SCOLTO E SOSTEGNO per prevenire ed affrontare il disagio sociale, psicologico e relazionale. Il Consultorio familiare diocesano, voluto dai Vescovi sardi con la finalità di creare una struttura di orientamento cattolico che si occupasse dei problemi della famiglia, opera dal 1976. Oltre una quindicina di figure professionali, volontarie, (più un’altra quindicina in corso di formazione): psicologi e psicoterapeuti, assistenti sociali, pedagogisti, avvocati, un insegnante dei metodi naturali della regolazione della fertilità, avvocati e consulenti legali, tutti con competenze di consulenza familiare. Lo scorso 18 dicembre, c’è stata la visita dell’Arcivescovo di Cagliari Mons. Miglio: «È stata una grande gioia - racconta la presidente del Consultorio Maddalena Mauri Valentino, psicologa e psicoterapeu-

Mons. Miglio e la presidente del Consultorio, Maddalena Mauri Valentino.

ta-: abbiamo notato una sensibilità all’ascolto dei problemi, a darci dei consigli e sostenerci per poter fare il nostro lavoro nel modo migliore». Una media di 250 utenti all’anno, una cinquantina al mese: circa una decina i colloqui individuali settimanali destinati ai singoli e alle coppie, e una quarantina i partecipanti al gruppo settimanale finalizzato a combattere l’ansia e rafforzare l’autostima. Il servizio, gratuito, è aperto a tutti. Particolare attenzione viene data ai problemi delle coppie: «Le problematiche maggiori - spiega - riguardano la difficoltà di capirsi, di comunicare, soprattutto tra giovani sposi o fidanzati, ma anche nelle coppie anziane. Cerchiamo di aiutarle a restare unite, a superare

L’importanza della catechesi con i disabili Il 30 gennaio l’incontro con Suor Veronica Donatello DAVIDE LAI

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EI NUMERI precedenti è stato

presentato l'Ufficio catechistico e le sue finalità, la sua composizione interna, focalizzando l'attenzione sul Settore dell'Apostolato biblico, compito fondamentale ed imprescindibile di tale Ufficio, che non può evangelizzare se non a partire dalla Sacra Scrittura, cuore di ogni azione catechistica. In questo numero, invece, viene presentato il Settore della Catechesi per le persone disabili. Come ricordato dall'Arcivescovo, Mons. Arrigo Miglio negli Orientamenti pastorali per l'anno pastorale 20122013, è necessario, nell'azione catechistica, tenere ben presente la "centralità della persona". Non è possibile prescindere dalla persona, soggetto attivo di ogni catechesi; essa deve essere messa in grado di poter partecipare in maniera attiva a questa azione, secondo le sue necessità e le sue caratteristiche. Ed è così, che nel 1991, viene isti-

tuito tale Settore, parte integrante dell'Ufficio Catechistico Nazionale, che si occupa di fare in modo che le persone che presentano disabilità di vario genere (sensoriale-fisica, intellettiva, psichica, sociale), abbiano la possibilità di vivere il cammino formativo cristiano, secondo le caratteristiche che contraddistinguono l'unicità di ciascuno e che arricchiscono la comunità intera, utilizzando strumenti e metodologie atti a promuovere la persona e a favorirne l inclusione . Anche Gesù, come testimoniato dagli evangelisti, ha avuto una particolare attenzione per ciascuno dei suoi interlocutori: si è rivolto a ciascuno secondo le proprie abilità, in particolari situazioni, in determinati contesti sociali. Di ciascuno ha messo in risalto l'unicità e la ricchezza, senza mai discriminare, ma soltanto per promuovere. Seguendo, così, il suo Maestro, la Chiesa desidera porsi alla Sua scuola, per venire incontro alle esigenze di coloro che definiamo "disabili" e


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Vita parrocchiale. A S. Maria degli Angeli di Flumini l'OFS festeggia vent’anni.

Francesco d'Assisi, una guida per andare incontro a Cristo La ricorrenza è stata occasione d’incontro per tutti i professi della fraternità, anche malati, e dare nuovo impulso alla propria vita di fede FABIO FIGUS

L

A COMUNITÀ parrocchiale di Santa Maria degli Angeli a Flumini di Quartu ha celebrato nei giorni scorsi il ventesimo anniversario di fondazione della fraternità OFS, l'Ordine Francescano Secolare. Un traguardo importante. Un momento per fermarsi in preghiera e fare un bilancio di quanto vissuto per tutti i professi di questi anni, ben trentadue, che hanno voluto dire il proprio “si” alla forma di vita, come recita la regola OFS, di “osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo secondo l'esempio di San Francesco d'Assisi, il quale del Cristo fece l'ispiratore e il centro della sua vita con Dio e con gli uomini”. “È stata l'occasione per dare una nuova spinta al gruppo e quell'orgoglio di essere professi francescani - racconta Maria Rosaria Corona, responsabile della fraternità di Flumini. Per questo abbiamo organizzato un semplice momento di incontro, culminato nella Celebrazione Eucaristica, presieduta dal parroco, nonché assistente spirituale, don Gianni Paderi”. Un'occasione per incontrare anche tutti coloro che hanno fatto parte della fraternità di Flumini ed oggi

sono residenti in altri paesi della Sardegna. “È stato bellissimo perché ci siamo sentiti veramente in fraternità – prosegue Maria Rosaria. La celebrazione è stata curata nei minimi dettagli, con grande raccoglimento e partecipazione di tutta la comunità parrocchiale”. In questi vent'anni il gruppo ha vissuto momenti di grande difficoltà, in seno alla comunità parrocchiale, soprattutto nel passaggio dai frati minori, che l'hanno fondata e per oltre trent'anni l'hanno guidata, alla dio-

cesi. Uno strappo, che con dedizione e tanta preghiera, si è riusciti a ricucire attraverso un cammino di crescita, di correzione fraterna, per essere di nuovo una comunità unita. Sono stati diversi gli assistenti spirituali, nella storia della fraternità. Da padre Alessandro Nocco, deceduto alcuni anni fa, fondatore della stessa comunità parrocchiale di Flumini e parroco per oltre trentatré anni, a P. Nicola Tolu, P. Antonio Solinas, anche essi ormai tornati alla casa

del Padre, e p. Mario Solinas, l'attuale parroco di Sant'Antonio di Quartu. Il cammino di vita dei membri della fraternità è scandito da incontri di formazione settimanali, ritiri spirituali nei tempi forti dell'anno liturgico e nelle festività francescane. “Il gruppo del terzo ordine – afferma l'attuale assistente e parroco don Gianni Paderi – è sempre stato molto attivo in parrocchia nell'assistenza ai poveri e nella visita agli ammalati. Oggi continua la sua opera soprattutto a livello spirituale e noto, con assoluto piacere, la grande importanza e assiduità riservata all'Adorazione Eucaristica. E questo è fondamentale nella vita di fede. Io, pur essendo sacerdote diocesano, mi sento molto francescano. Sono stato felicissimo e ho accolto con gioia l'invito ad essere loro assistente perché serve anche alla mia vita sacerdotale, meditare e soffermarmi con loro sulla spiritualità di Francesco d'Assisi, in quanto lui deve essere per noi lo specchio del Vangelo: come lui ha imitato Gesù, anche noi passando tramite Francesco, dobbiamo arrivare a Cristo. Una fraternità che vuole ripartire, aprendosi anche ai più piccoli. “Oggi – riprende la responsabile del gruppo francescano – stiamo incominciando anche con gli “araldini”, per proporre il carisma francescano ai bambini, creando per loro momenti di incontro, socializzazione, per fare amicizia e conoscere il Santo Patrono d'Italia. Un desiderio della fraternità custodito nel cuore da tempo, ma che con la partecipazione della comunità e soprattutto l'appoggio dei loro genitori, può diventare realtà”.

Il Museo Diocesano e l’educazione alla fede

IL PORTICO

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brevi IL 6 FEBBRAIO

Incontro con padre Occhetta Giovedì 6 febbraio alle 18, nell’Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna a Cagliari in via Sanjust, Padre Francesco Occhetta, consulente ecclesiastico nazionale dell’UCSI, terrà una conferenza dal tema: «Quale giornalismo per riformare la democrazia?». Intervengono padre Maurizio Teani, preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, Mario Girau, Presidente regionale Unione Cattolica Stampa Italiana, Filippo Peretti, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna. Modera i lavori Francesco Birocchi, Presidente dell’Assostampa Sardegna. IL 4 FEBBRAIO

Una serata su Giovanni Paolo II Martedì 4 febbraio alle 17, all’Hotel Regina Margherita di Cagliari, è in programma una serata di approfondimento sul tema “Totus tuus”. L’amore di Gesù e di Maria in Giovanni Paolo II e San Luigi Maria di Montefort”. Relatore sarà padre Francois Marie Lethel, carmelitano scal-

zo, professore ordinario di Teologia Dogmatica e Spirituale alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum di Roma, consultore per la cause dei santi. L’iniziativa è organizzata dai padri carmelitani scalzi di Sant’Isidoro di Quartucciu e dalle monache di clausura del monastero “Nazareth del Verbo Incarnato” di Terramala a Quartu in occasione della prossima canonizzazione del beato Giovanni Paolo II prevista per il 27 aprile a Roma.

A MAGGIO

I laboratori catechistici proposti dal Museo del Duomo. I.P.

il Museo del Duomo di Cagliari di via del Fossario, diretto dall’ing. Maria Lucia Baire, propone, all’interno del programma della sezione didattica, i laboratori creativi rivolti agli alunni della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado e delle classi del catechismo. L’educazione all’osservazione delle opere d’arte che raccontano la storia delle nostre tradizioni religiose permette ai ragazzi di conoscere i protagonisti della storia sacra e di ricostruirne in modo giocoso e istruttivo le storie, i volti e i luoghi. Attraverso i racconti, le immagini e i colori, i bambini ven-

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NCHE QUEST’ANNO

gono guidati nelle diverse tappe del percorso cristiano per diventare i protagonisti del loro cammino di fede. Nei laboratori didattici alla parte di illustrazione dei manufatti artistici e dei preziosissimi oggetti utilizzati durante le celebrazioni religiose, segue una parte esperienziale e pratica progettata in modo differente secondo i temi trattati e l’età dei ragazzi che vi partecipano. Tante le tematiche affrontate, dal mistero della mensa eucaristica e dei sacramenti, alle storie della vita di Maria, all’utilizzo nelle opere d’arte della simbologia cristiana, per citare soltanto alcuni esempi delle tracce dei laboratori proposte.

In pellegrinaggio da Papa Francesco

Attività laboratoriali al “Museo del Duomo”.

Questa attività è pensata come un momento di condivisione ed evangelizzazione dove attraverso uno scambio continuo e interattivo tra gli operatori e gli alunni, non solo vengono trasmesse conoscenze teoriche, ma attraverso la pratica queste vengono assimilate in modo costruttivo attraverso il gioco e le attività manuali. I laboratori vengono fatti su prenotazione dal martedì alla dome-

nica. Si svolgono in sale appositamente predisposte: la prima dotata di un grande schermo per la proiezione delle immagini con il supporto dei mezzi informatici, la seconda offre uno spazio dove i ragazzi possono dedicarsi alla parte creativa. Per qualsiasi informazione è possibile scrivere una mail a info@museoduomodicagliari.it o museoduomodicagliari@tiscali.it.

La Diocesi di Cagliari, insieme alle altre della Sardegna, ha organizzato un pellegrinaggio a Roma con i Vescovi dell’Isola per rendere visita a papa Francesco. Dal 13 al 15 maggio prossimo, i pellegrinaggio porterà i partecipanti nella capitale dove è prevista la presenza all’Udienza generale del mercoledì, la visita alle Basiliche maggiori. Un ulteriore appuntamento sarà la visita alla città. Per informazioni è possibile prendere contatto con l’agenzia Sardivet a Cagliari, telefono 070288978.


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IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

brevi 24 -25- 26 FEBBRAIO

Il card. Poletto guida gli esercizi spirituali Dal 24 al 28 febbraio, nella casa di spiritualità “Pozzo di Sichar”, si terranno gli esercizi spirituali per il clero di Cagliari. Sarà il Card. Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino, a guidare gli esercizi.

Santità. Si è svolto il 25 gennaio a Napoli il rito della beatificazione della “Reginella”.

Maria Cristina di Savoia è beata, un grande dono per tutta la Chiesa Un tratto distintivo della santità di Maria Cristina è dato dall’attenzione verso la condizione delle donne, con lo scopo di restituire loro la sovranità sulla propria esistenza ILARIA MUGGIANU SCANU

A VALLERMOSA

Il 2 marzo ritiro per diaconi e ministri Domenica 2 marzo, a partire dalle ore 9.30, presso la “Casa Sacra Famiglia” di Vallermosa, si terrà

una giornata di ritiro per i membri della Comunità per il diaconato permanente e i ministeri istituiti. IL 1 FEBBRAIO

Convegno con Padre Suchecki Sabato 1 febbraio alle 10 nei locali del Seminario Arcivescovile è previsto un convegno con padre Zbigniew Suchecki, O.F.C. conv., sul tema “Perché i cattolici non possono essere massoni”. Modera i lavori Alfonso Olla.

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RISTINA, LA nostra Regi-

nella Santa, ha trasformato la nobiltà di censo in nobiltà di Grazia”. Riesce a stento a concludere il solenne pontificale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che lo scroscio d’applausi rende difficile la prosecuzione della suggestiva cerimonia di Beatificazione della “reginella poverella” di tutti i Napoletani, funzione concelebrata dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e Monsignor Arrigo Miglio arcivescovo di Cagliari. Non esiste quartiere di Napoli che non abbia pensato ad un affettuoso epiteto per la regina fanciulla mancata a ventiquattro anni per una complicazione puerperale per i meno complottisti - o per una sapiente operazione politica ad opera di Giuseppe Mazzini che pareva non gradire la progressiva influenza della sovrana sulla Corona borbonica. E’, tuttavia, il giorno della vigilia della sua Beatificazione che Maria Cristina Efisia di Savoia si dimostra ancora una volta artefice di unità affratellando, oggi come ieri, “Regno Sardo e Regno della Due Sicilie”. durante il convegno sulla “sardità” della principessa dai natali cagliaritani, svolto nel cuore di Napoli, che intellettuali sardi e partenopei

Un’immagine dal backstage del docufilm su Maria Cristina di Savoia. (Foto L. Desogus)

scoprono una parentela, ingiustamente decurtata dalla storiografia classica. I Napoletani si appassionano alla grande difficoltà del popolo Sardo che, così come durante gli anni della nascita di Maria Cristina, vivono momenti di prostrante difficoltà economica che, come nel proverbiale annu doxi, anno in cui nacque la Beata, funesta la terra che protesse la corte sabauda dallo strapotere napoleonico. Suggestioni restituite durante la cerimonia che vedono un popolo festante, tra i visi rigati di lacrime durante la messa, anche quello dell’artista sarda Claudia Tronci che interpreterà la futura santa nel docu-film dedicato alla straordinaria figura. Non è esagerato, dun-

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que, ricordare i versi in cui il sommo vate nel XXII canto dell’Inferno dichiarava E a dir di Sardigna le lingue lor non si sentono stanche, tanta è la fierezza con cui una falange di sardi ricorda il cordone ombelicale che ancora li lega a Maria Cristina Efisia consacrata ai piedi della Madonna di Bonaria a pochi giorni dalla nascita. Duecento anni orsono Castello, fino allora luogo del privilegio alimentare, è funestato da una fame inaudita e insopportabile. Sono trascorse esattamente due settimane dalla congiura di Palabanda quando la Corte Sabauda dovrà rinunciare per sempre alla speranza dell’erede sospirato. Dopo la morte del piccolo Carlo Emanuele nel 1799 (sepolto nella cripta del Duo-

mo di Cagliari) Maria Teresa e Vittorio Emanuele I vedono nella nuova gravidanza della Sovrana una speranza che si spegnerà col primo vagito della bambina Maria Cristina, bellissima e sana, ma femmina. La Corona passerà infatti al ramo cadetto dei Carignano nella persona di Carlo Alberto, che alla morte dei genitori della Venerabile ne diverrà tutore legale. Fu il padre spirituale della ragazza, l’olivetano G. Battista Terzi, che destrutturò il sogno monacale della giovane convincendola, per ragion di stato di non avere una spiritualità aderente alle esigenze della dura vita claustrale, nonostante i ripetuti episodi di estasi mistica di Cristina. La Beata, in totale spirito di obbedienza, si persuase che la vita di Corte avrebbe potuto permetterle di applicare quella “politica della carità” come ebbe a definirla Benedetto Croce, che unanimemente con insospettabili protagonisti della storia quali Cavour, ammirava la Sovrana di Napoli. Mette in crisi le sue finanze private ma recupera tutta una “fascia debole” del regno. Un tratto distintivo dell’emancipazione sociale di Cristina risiede nel rapporto con le donne, ma non di una solidarietà tra donne si tratta ma dell’emergenza di restituire a delle persone la sovranità sulla propria esistenza. La gioia più grande è raggiunta da Cristina nella nascita trionfale di un’erede, ma la medesima, oceanica folla che il 16 gennaio 1836 si stringe in commozione attorno alla puerpera reale convertirà il proprio pianto in dolorosa mestizia per la morte improvvisa di quella fanciulla che il destino strapperà al suo talento di sovrana in quel 31 gennaio che ora, per disposizione di Papa Francesco, diverrà memoria liturgica della Reginella Sarda.


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IL PORTICO DELL’ANIMA

Ecumenismo. Una riflessione di P. Moschetti sul testo “Dal conflitto alla comunione”.

Il complesso cammino verso l’unità portato avanti da cattolici e luterani Il recente documento della Commissione mista per l’unità, composta da luterani e cattolici, sull’interpretazione della Riforma in vista del 2017 STEFANO MARIA MOSCHETTI

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ELL’OTTAVARIO di Preghiera tutti i Cristiani si esercitano anzitutto nell’Ecumenismo spirituale, cioè nella conversione del cuore, nell’accoglienza di Cristo e del progetto di Salvezza offerto a tutti gli uomini, in Lui iscritto e da Lui qualificato. L’Ecumenismo spirituale appella necessariamente all’Ecumenismo della Verità professata nella Chiesa: come stare insieme davanti a Cristo, fondamento della Creazione, operatore della Redenzione. Qual è ora l’orientamento, la preghiera di Luterani e Cattolici, dopo il recente Documento siglato dalla Federazione Luterana mondiale e dal Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani? Esso porta un titolo significativo: «Dal conflitto alla Comunione»; è stato formulato come frutto di uno studio comune di 50 anni, in previsione dell’anniversario (2017) dei 500 anni della drammatica frattura della Chiesa occidentale. Un evento così doloroso non può essere celebrato, deve piuttosto essere ricordato, ricostruendo la sua storia, una storia libera da faziosità, ricercando gli aspetti comuni di fede, nel dinamismo verso la riconciliazione piena. Per alimentare questa Speranza, che la Preghiera esprime e sostiene, esponiamo in questo articolo aspet-

ti di una ricostruzione storica condivisa, per poi procedere in un prossimo articolo alla puntualizzazione della progressiva convergenza dottrinale. Una narrazione storica condivisa deve partire dall’appassionata ricerca di Lutero: come trovare un Dio misericordioso? Il riformatore non intendeva creare una nuova Chiesa; cercò di superare dentro di sé un «Cattolicesimo che non era pienamente cattolico». Il Documento considerato espone in modo condiviso la ricerca spirituale di Lutero, in quel difficile passaggio dal Medioevo, talora oggetto di indiscreto disprezzo, alla Modernità, con il suo umanesimo, l’affacciarsi del metodo sperimentale razionale, in un contesto culturale di prevalente Nominalismo, con il suo Dio arbitrario, lontano dall’uomo. Tutto poi aggravato dalla situazione politica della Germania, un governo imperiale dell’asburgico CarloV, che nelle sue Diete ( Worms, 1521, Augusta,1530) tratta delle nuove questioni religiose suscitate, che diventano così occasione di calcoli e contrasti politici. In questo ambiente di commistione tra il politico, sociale e religioso, Lutero porta avanti la sua ricerca di un Dio Misericordioso, che giustifica gratuitamente il peccatore nella Croce di Cristo. È motivo di consolazione che tra Luterani e Cattolici su questo tema fondamentale si è trovato un accordo vincolante in una Dichiarazione congiunta nel 1999. Allora il contrasto si sviluppò su questioni di autorità, la supremazia delle SS Scritture, su cui tutti sono concordi, in relazione all’autorità del Papa, della Tradizione. Notevole il tentativo, con la Confessione luterana di Augusta (1530), di trovare un

accordo che non divida la Chiesa. Possiamo constatare in questi anni un vero arricchimento della vita e pietà cristiana con la Traduzione in tedesco della Bibbia, importante fattore unificante della lingua e cultura germanica, l’elaborazione di due Catechismi per sovvenire all’ignoranza popolare, la geniale formulazione di Canti e Lodi per nutrire la pietà dell’Assemblea liturgica; e accanto a questi fatti positivi, anche l’evento traumatico, non voluto direttamente da Lutero, cui dovette adattarsi nel ritorno a Wittenberg nel 1522, dell’abolizione del Canone Romano, e con esso della Messa-sacrificio. La situazione di stallo creatasi dopo la Dieta di Augusta (1530), pose alle nuove comunità riformate la questione urgente di provvedere Ministri riconosciuti. La riscoperta del Sacerdozio universale del Cristiano richiedeva la consacrazione di Presbiteri per la retta gestione del culto e della vita comunitaria; inoltre un ufficio di natura episcopale per il coordinamento delle varie chiese. Ma come agire senza Vescovi disponibili a tali ordinazioni? La soluzione individuata nel 1235 fu di ripiegare su ordinazioni “presbiterali”, appellandosi all’autorità di Girolamo. Ma così si formano due chiese contrapposte, l’accordo diviene sempre più difficile. Lo si può rilevare negli Articoli di Smalcalda (1537-1538); tutto si basa sul primo articolo,quello fondamentale: ci giustifica solo quella fede di cui parla S. Paolo in

Rm 3, «Noi riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede, senza le opere della Legge». La Messa-Sacrificio deve essere considerata la più orribile deviazione del papismo, in quanto contraddice quell’articolo fondamentale. La stesura del documento «Dal conflitto alla riconciliazione» è il frutto di una storia condivisa, senza faziosità, nella comune ricerca della Verità. Decisiva l’impostazione ecumenica del Vaticano II: l’affermazione “guida” la troviamo al n 8 della Lumen gentium, ove si afferma l’esistenza nella Chiesa cattolica un Soggetto storico dotato dei mezzi necessari alla Salvezza, benché anche nelle comunità separate si trovano “parecchi elementi di santificazione e di verità” che “appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l’unità cattolica”. “Unitatis reintegratio” li specifica meglio: «La parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la carità, e altri doni interiori dello Spirito Santo ed elementi visibili». Nel dialogo ecumenico si tratta sempre di partire da ciò che è comune, per considerare ciò che differenzia, nella comune ricerca della verità rivelata, nelle radici di un millennio e mezzo di vita cristiana condivisa. Ciò che faremo in un secondo articolo, esaminando quattro temi che propone il Documento in esame: la Giustificazione, l’Eucaristia, il Ministero, Scrittura e Tradizione.

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Alcune immagini degli incontri ecumenici a San Sebastiano (foto Elio Piras), alla Madonna della Strada e al Seminario Regionale Sardo.

IL PORTICO

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detto tra noi Curiosando tra le spese del G8 del 2009 di D. TORE RUGGIU

Il numero 4 dell’Espresso del 2009, a firma di Primo Di Nicola, pubblicava i costi del G8 (8-10 luglio 2009). Anche se si tratta di un avvenimento risalente, fatte le debite proporzioni, i costi sono impressionanti, soprattutto quando sono conosciuti nei dettagli. La spesa complessiva è stata di 512.474.178 (più di mezzo miliardo di €!), di cui 327 milioni e mezzo sono stati spesi per i lavori a La Maddalena (dove si sarebbe dovuto svolgere il vertice) e 185 milioni dopo il trasferimento del vertice a L’Aquila. La protezione civile ha emesso bel 145 fatture. Vediamo di curiosare: 24.420 € per accappatoi e asciugamani; 26.000 € per le 60 penne edizione unica con lui i leaders presenti al vertice hanno firmato i trattati; 36.000 € per il trasporto delle opere d’arte (oltre 15.000 €solo per il trasferimento da Rieti alla sede del G8 della scultura “il

guerriero di Capestrano”). E fermiamoci qui per non sentirci male leggendo le cifre spese per materiale vario, noleggio di poltrone, ciottoline di argento regalate ai capi di Stato, rivestimento degli ascensori, tessuto con logo per la personalizzazione delle transenne etc. Tutti comprendiamo che un qualsiasi vertice ha dei costi e immaginiamo anche alti. Ma, francamente, visti nei dettagli vien da chiedersi : ma non si poteva risparmiare in qualche voce. Non vorremmo, pensando male ma indovinando, che anche questi vertici siano l’occasione propizia per tante ditte per lucrare significativi guadagni e, magari (?!?!?) con qualche vantaggio per gli organizzatori. Insomma, in Italia gli sprechi non si contano! In questi ultimi anni abbiamo avuto interessanti e documentate pubblicazioni che hanno dimostrato non soltanto spese folli ma anche inutili da parte di enti pubblici; e questo è quanto sappiamo, anzi vien da pensare che sia soltanto la punta di u n iceberg. Se anche facessimo esercizio di sbizzarrirci nella fantasia, siamo certi di non discostarci della verità. E questo è u tempo in cui la crisi economica non è finita, con tanta gente che deve fare i conti con pensioni da fame e salari al limite della sopravvivenza. A questi signori, in fondo, non si chiede molto ma, semplicemente, che si guardini attorno e si mettano una mano sulla coscienza.


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IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO

IL PORTICO

Il Papa. Alcuni passaggi del Messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali.

Comunicazione, una conquista umana prima che tecnologica rofezia di un mondo nuovo Il mondo soffre di molteplici forme di esclusione, emarginazione e povertà; come pure di conflitti in cui si mescolano cause economiche, politiche, ideologiche e, purtroppo, anche religiose (…). In questo mondo, i media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa. I media possono aiutarci in questo, particolarmente oggi, quando le reti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi. In particolare internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio. La comunicazione è una conquista più umana che tecnologica L’ambiente comunicativo può aiutarci a crescere o, al contrario, a disorientarci. Il desiderio di connessione digitale può finire per isolarci dal nostro prossimo, da chi ci sta più vicino. Senza dimenticare che chi, per diversi motivi, non ha accesso ai media sociali, rischia di essere escluso. Questi limiti sono reali, tuttavia non giustificano un rifiuto dei media sociali; piuttosto ci ricordano che la comunicazione è, in definitiva, una conquista più umana che tecnologica. Dunque, che cosa ci aiuta nell’ambiente

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digitale a crescere in umanità e nella comprensione reciproca? Ad esempio, dobbiamo recuperare un certo senso di lentezza e di calma. Questo richiede tempo e capacità di fare silenzio per ascoltare. Al servizio di una cultura dell’incontro: nella rete da “buoni samaritani” Come allora la comunicazione può essere a servizio di un’autentica cultura dell’incontro? E per noi discepoli del Signore, che cosa significa incontrare una persona secondo il Vangelo? Come è possibile, nonostante tutti i nostri limiti e peccati, essere veramente vicini gli uni agli altri? Queste domande si riassumono in quella che un giorno uno scriba, cioè un comunicatore, rivolse a Gesù: «E chi è mio prossimo?» (Lc 10,29). Questa domanda ci aiuta a capire la comunicazione in termini di prossimità.

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Non basta passare lungo le "strade" digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero. Non possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed essere amati. Abbiamo bisogno di tenerezza. Non sono le strategie comunicative a garantire la bellezza, la bontà e la verità della comunicazione. Anche il mondo dei media non può essere alieno dalla cura per l’umanità, ed è chiamato ad esprimere tenerezza. La rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane. La neutralità dei media è solo apparente: solo chi comunica mettendo in gioco se stesso può rappresentare un punto di riferimento. Il coinvolgimento personale è la radice stessa dell’affidabilità di un comunicatore. Proprio per questo la testimo-

nianza cristiana, grazie alla rete, può raggiungere le periferie esistenziali. Testimoni ed evangelizzatori nella rete digitale Lo ripeto spesso: tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima. E le strade sono quelle del mondo dove la gente vive, dove è raggiungibile effettivamente e affettivamente. Tra queste strade ci sono anche quelle digitali, affollate di umanità, spesso ferita: uomini e donne che cercano una salvezza o una speranza. Anche grazie alla rete il messaggio cristiano può viaggiare «fino ai confini della terra» (At 1,8). L’icona del buon samaritano, che fascia le ferite dell’uomo percosso versandovi sopra olio e vino, ci sia di guida. La nostra comunicazione sia olio profumato per il dolore e vino buono per l’allegria. La nostra luminosità non provenga da trucchi o effetti speciali, ma dal nostro farci prossimo di chi incontriamo ferito lungo il cammino, con amore, con tenerezza. Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale. Papa Francesco, Messaggio per la 48a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2014, Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro.

agenda pastorale 31 gennaio 2014 - 19.00 Festa di San Giovanni Bosco Cagliari - Parrocchia San Paolo Piazza Giovanni XXIII Mons. Arrigo Miglio presiederà la Santa Messa in onore di San Giovanni Bosco

9 febbraio 2014 - 16.30 Adorazione Eucaristica per le vocazioni Monastero Clarisse Cappuccine Via Gaetano Cima, Cagliari A cura dal Centro Diocesano Vocazioni

1 febbraio 2014 - 16.00 Giornata della vita consacrata Cattedrale di Cagliari In occasione della Giornata per la vita consacrata, Mons. Arrigo Miglio presiederà la Celebrazione Eucaristica

9 febbraio 2014 - 16.00 Incontro diocesano animatori della comunicazione sociale Aula magna del Seminario Arcivescovile - Cagliari A cura dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali

6 febbraio 2014 - 18.00 Conferenza di Padre Occhetta Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna Padre Francesco Occhetta, consulente ecclesiastico nazionale dell’UCSI, terrà una conferenza dal tema: «Quale giornalismo per riformare la democrazia?».

13 febbraio 2014 - 9.00 Ritiro mensile del Clero. Seminario Arcivescovile Cagliari Guida il ritiro Mons. Giovanni Dettori, Vescovo di Ales- Terralba.

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

Direttore responsabile Roberto Piredda Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico, Elio Piras, Valentina Dessì, Rosalba Montisci, Luigi Desogus, Tonio Argiolas, Seminario Rgionale Sardo Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Redazione: Francesco Aresu, Federica Bande, Roberto Comparetti, Maria Chiara Cugusi, Fabio Figus, Andrea Pala, Maria Luisa Secchi. Hanno collaborato a questo numero: Tore Ruggiu, Andrea Busia, Franco Camba, Maria Vittoria Pinna, Eugenio Lao, Rita Lai, Davide Lai, Ilaria Muggianu Scanu, Stefano maria Moschetti. Per l’invio di materiale scritto e fotografico e per qualsiasi comunicazione fare riferimento all’indirizzo e-mail: settimanaleilportico@gmail.com L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).

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QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI


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