portico20140216

Page 1

Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari

Ascolta!

FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 102,200 - 104,000 Tel. 070 523162 Fax 070 523844 www. radiokalaritana.it

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014 ANNO XI N.7

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Libertà è partecipazione ROBERTO PIREDDA

na frase di una celebre canzone di Giorgio Gaber recita così: «La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione» (La libertà, 1972). È interessante in questi versi il legame stretto che viene posto tra la libertà personale e l’importanza di porsi in relazione con gli altri. Un io chiuso in sé stesso non può essere veramente libero, gli mancherebbe lo spazio reale dove mettere in gioco questa sua libertà, che è quello del “noi”, il mondo, potremmo dire. Chi si tira indietro e non “partecipa” è allora meno libero e meno, per dir così, “realizzato” come persona. È proprio questa cultura del “noi”, indicata come decisiva recentemente dal Cardinale Bagnasco, a suggerire un campo fondamentale, nel quale ogni persona può vivere la sua “libertà” e sperimentare cosa significhi “partecipare”, per richiamare le parole di Gaber appena citate. Tale campo è quello della partecipazione alla vita politica. Nessuno qui può dire “io non c’entro, non è roba per me, se la vedano gli altri”. Uomini e donne inseriti dentro il corpo sociale non possono ignorare di essere parte di una rete viva di legami e relazioni, che richiedono responsabilità personale. È vero che non tutti vivranno un impegno politico in prima persona, per esempio facendo parte di un partito o anche candidandosi; ma ciascuno, senza eccezioni, è

U

chiamato ad esercitare il «dovere civico» del voto, come ricorda la Costituzione Italiana (art. 48). In Sardegna questo impegno diventa concreto con il prossimo appuntamento delle elezioni regionali del 16 febbraio. In tempi non facili per la vita delle istituzioni e l’attività politica in genere, si può essere tentati di cedere alla delusione e alla rabbia. Lo spettacolo non sempre limpido e coerente, dato da diverse persone impegnate in campo politico, potrebbe indurre a questi cedimenti. Così però non deve e non può essere. La tentazione dello “sfascio”, alimentata quotidianamente da quella che viene chiamata l’antipolitica, è semplicemente rispondere con il nulla a dei problemi che invece sono terribilmente reali e urgenti. L’unica via, indubbiamente difficile e impervia, è quella di cercare di costruire qualcosa con responsabilità personale e concretezza di decisione. In questa prospettiva ognuno è chiamato a fare la sua parte. A poco servirebbe volersi distinguere, con una buona dose di retorica, dai “palazzi” del potere, rimanendo ritirati. Ognuno si deve sentire parte di una storia da condividere, che è quella della propria comunità civile, e l’interesse per la politica non può non rivestire una grande importanza. Non bisogna trascurare la responsabilità d’informarsi- i mezzi non mancanoper seguire la vita politica non solo nel periodo delle elezioni, ma costantemente, per verificare l’azione di chi governa e di chi of-

fre il suo contributo stando all’opposizione. La scelta su chi votare ha necessità di questa preparazione “remota” dell’informazione che si nutre di una passione vera per il bene comune. L’importanza di partecipare alla costruzione del bene comune viene chiarita da Benedetto XVI nella Deus caritas est, che riprende su questo punto Giovanni Paolo II (Christifideles laici, n. 42): « Il compito immediato di operare per un giusto ordine nella società è invece proprio dei fedeli laici. Come cittadini dello Stato, essi sono chiamati a partecipare in prima persona alla vita pubblica. Non possono pertanto abdicare “alla molteplice e svariata azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune”» (n. 29). In questo periodo Il Portico ha posto l’accento, interpellando direttamente anche i candidati presidenti, su alcuni temi chiave: il lavoro, la famiglia, l’istruzione, l’ambiente, i trasporti e le infrastrutture. Questioni concrete e importanti per far maturare il bene comune. Punti sui quali i cristiani sono chiamati a portare il contributo della propria visione dell’esistenza ispirata ai valori evangelici attualizzati dal Magistero della Chiesa. Tutti chiedono, giustamente, alla politica di non ignorare le esigenze della collettività. I cittadini per primi però, a iniziare dal proprio voto, non si devono tirare indietro.

SOMMARIO POLITICA

3

Le proposte dei candidati Cappellacci Murgia e Sanna GIOVANI

5

Il Messaggio del Papa per la prossima Giornata della Gioventù CAGLIARI

7

Non sembra facile arrivare alla soluzione del caso Sardegna 1 DIOCESI

11

Padre Occhetta parla del rapporto tra giornalismo e democrazia MISSIONE

Il racconto della visita in Kenya di Mons. Miglio

13


2

IL PORTICO DEGLI EVENTI

IL PORTICO

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

Elezioni regionali. La presentazione dei sei candidati alla Presidenza della Regione e dei loro schieramenti.

La Sardegna verso le elezioni

FRANCESCO ARESU

S

verno per gli ultimi cinque anni, grazie anche all'appoggio di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e principale sponsor della sua ricandidatura. Che, a dire il vero, non è stata granché in dubbio data l'assenza di alternative “forti” all'interno della coalizione, al di là dell'ex governatore Mauro Pili (Carbonia, 1966). Protagonista della politica regionale dal 1999, ha dalla sua l'esperienza alla Camera dei Deputati: dal 2006 al 2013 con il Popolo della Libertà e attualmente con il suo movimento Unidos. Dopo le candidature nelle elezioni del 1999, 2001 e 2004, l'ex sindaco di Iglesias ha deciso di ripresentarsi con l'appoggio di quattro liste (Unidos,

la poltrona di presidente della Regione: Ugo Cappellacci, Francesco Pigliaru, Michela Murgia, Mauro Pili, Pier Franco Devias e Gigi Sanna. Sei candidati diversi, ognuno con la propria storia personale e politica, protagonisti nella corsa alla carica più importante del panorama politico sardo. La tornata elettorale di domenica 16 febbraio rappresenta uno snodo cruciale per le sorti dell'Isola, attanagliata da una situazione economica a dir poco preoccupante e che si aspetta dalla prossima giunta regionale le scelte giuste per poter uscire dalla crisi. Una delle principali novità di questa campagna elettorale è la frammentazione negli schieramenti “classici”: due candidature sia nella galassia del centrodestra che in quella del centrosinistra, con una omenica 16 febbraio si svolgeranno in Sarde“punta” di indipendentismo su gna le elezioni del Presidente della Regione e entrambi i fronti. Cappellacci dei componenti del 15° Consiglio regionale. I contro Pili da una parte, Pigliaru seggi apriranno alle 6:30 e si potrà votare fino alle 22 contro Murgia dall'altra, con pos- nelle 1836 sezioni. sibili ripercussioni a livello di per- Si vota nella sola giornata di domenica e lo scrutinio centuale di voti. avrà inizio lunedì mattina alle 7. Tra i sei candidati c'è il governa- L'elettore dovrà presentarsi al seggio con un docutore uscente Ugo Cappellacci (Ca- mento di riconoscimento e con la tessera elettorale. gliari, 1960), riuscito nell'intento Chi non ha la tessera o l'ha smarrita può richiederla di convincere la sua coalizione al- all'ufficio elettorale del Comune di iscrizione nelle la ricandidatura dopo le polemi- liste elettorali. che interne al centrodestra degli L'elettore riceverà un'unica scheda di colore verde e ultimi diciotto mesi. Sostenuto avrà diverse possibilità di voto: dalla coalizione formata da sette - potrà votare solo per un candidato alla carica di partiti (Forza Italia, Udc, Rifor- presidente della Regione tracciando un segno sul suo matori, Psd'Az, Fratelli d'Italia, nome. In questo caso il voto è valido solo per l'eleUds e Zona Franca Sardegna), zione del presidente e non si estende a nessuna lista Cappellacci punta al secondo circoscrizionale; mandato dopo essere stato al go- - potrà votare per una delle liste circoscrizionali tracEI NOMI PER

Mauro Pili Presidente, Fortza Paris-Aps e Soberania). Per il centrosinistra il candidato ufficiale è l'economista Francesco Pigliaru (Sassari, 1954), pro-rettore dell'Università di Cagliari e fuori dalla politica attiva da quasi un decennio, quando era assessore regionale alla Programmazione nella giunta Soru, lasciata nell'ottobre 2006 dopo alcune divergenze con l'allora governatore. E, dettaglio da non trascurare, scelto come candidato alla presidenza della Regione al posto di Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie del Partito Democratico ma finita in un vortice di polemiche per il suo coinvolgimento nell'indagine sui fondi ai grup-

pi del Consiglio regionale. A sostegno dell'economista, figlio di Antonio Pigliaru, noto giurista e filosofo orunese del Novecento, ben undici liste: Partito Democratico, Sel, Psi, Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani, Centro Democratico, Italia dei Valori-Verdi, Partito dei Sardi, Rosso Mori, La Base, Irs e Upc. Pigliaru dovrà fare i conti con la candidatura di Michela Murgia (Cabras, 1972). Da molti notisti politici nazionali il suo ruolo potrebbe essere centrale nell'intercettare voti a sinistra ma, soprattutto, quelli dei “grillini” sardi, circa 245 mila nelle ultime elezioni Politiche. Vincitrice del premio Campiello nel 2010 per il suo “Accabbadora”, la scrittrice – che nella sua biografia si è sempre definita una “donna di sinistra” – è leader del movimento Sardegna Possibile, che al suo interno annovera tre liste (Progres, Comunidades e Genciando un segno nel relativo rettangolo. In tale caso il tes), dichiaratamente indipenvoto si intende espresso anche a favore del candida- dentiste. Indipendentista convinto è Pier to presidente della Regione collegato alla lista ; - potrà esprimere una preferenza per un candidato al- Franco Devias (Nuoro, 1974), canla carica di consigliere regionale della lista circoscri- didato del Fronte Indipendentizionale votata scrivendo il cognome oppure, in caso sta Unidu: laureato in filosofia e di omonimia, il nome e il cognome nell'apposito spa- attualmente disoccupato, Devias ha dalla sua oltre venticinque anzio; - potrà votare per un candidato alla carica di presi- ni di militanza indipendentista. dente della Regione e per una delle liste circoscrizio- Il sesto candidato è Gigi Sanna nali non collegate tracciando un segno sul nome del (Abbasanta, 1939), leader del Mocandidato presidente e un segno nel rettangolo di vimento Zona Franca. Per oltre una di tali liste (cosiddetto "voto disgiunto"). Anche trent'anni docente di latino e grein tal caso potrà esprimere una preferenza per un co al liceo De Castro di Oristano, candidato a consigliere regionale della lista circo- ex esponente sardista – consiscrizionale votata, scrivendo il cognome oppure, in gliere comunale di Oristano dal caso di omonimia, il nome e il cognome nell'apposi- 1981 al 1995 e vicesindaco, dal 1989 al 1990 – Sanna è un esperto to spazio. È eletto presidente della Regione il candidato presi- di epigrafia antica, storia e lingua e letteratura sarde. dente che ottiene il maggior numero di voti validi.

La guida pratica per il voto

D


DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

IL PORTICO DEGLI EVENTI

IL PORTICO

3

Elezioni Regionali. Nel numero precedente le risposte dei candidati Devias, Pigliaru e Pili.

Il futuro dell’Isola tra crisi e nuovi progetti, le proposte di Cappellacci, Murgia e Sanna n vista delle elezioni regionali Il Portico ha elaborato delle domande dettagliate da sottoporre ai candidati alla Presidenza della Regione su cinque questioni chiave per il futuro dell’Isola: lavoro e impresa, famiglia, istruzione, formazione professionale e università, ambiente e territorio, trasporti e infrastrutture. Nello scorso numero abbiamo ospitato le risposte inviate dai candidati Devias, Pigliaru e Pili. Non ci sono pervenute delle risposte da parte di Cappellacci, Murgia e Sanna. Abbiamo tuttavia ritenuto opportuno dare comunque spazio alle loro idee sui temi da noi proposti, sintetizzandole a partire dai contenuti presenti nei loro programmi ufficiali, così come si possono trovare nei loro siti internet personali. Si tratta certamente di una presentazione diversa rispetto alle risposte dirette alle nostre domande, ma che comunque permette di poter ragionare sulle proposte dei sei candidati presidenti, che in questo modo sono stati tutti ugualmente rappresentati con un identico spazio. (rp)

I

Ugo Cappellacci Lavoro e impresa: La priorita e la riduzione delle tasse e della burocrazia per attrarre investimenti, creare imprese e posti di lavoro. Dopo la riduzione dell’IRAP del 70%, l’obiettivo è varare la zona franca integrale, abbattere le accise sulla benzina, ridurre l’IVA, le imposte sui redditi, l’IRES sulle nuove attivita. Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile è pronto un programma straordinario quinquennale, dalla dotazione finanziaria minima di 200 milioni di euro. Si deve richiamare il Governo nazionale agli impegni assunti all’indomani dell’alluvione, affinché si dia corso ad un piano di liberazione dell’Isola dal rischio idrogeologico, con progetti, risorse certe e spendibili senza blocchi burocratici e senza la tagliola del patto di stabilità. Famiglia: Interventi per la difesa e il sostegno alla famiglia, quale comunita naturale fondata sul matrimonio, come nuove misure per liberare le famiglie dai debiti finanziari e per rilanciare i consumi. Creazione di un fondo rotativo per giovani coppie per l’erogazione di prestiti, senza interessi, per superare l’ostacolo dell’anticipo sull’acquisto della prima casa. Sostegno aggiuntivo alle famiglie per l’assistenza a disabili e anziani non autosufficienti, insieme al “bonus bebe”. Introduzione di riduzioni fiscali per consentire che, a parita di reddito, paghino meno tasse le famiglie piu numerose. Rimborsi per le spese legate all’educazione e all’istruzione dei figli. Infine il potenziamento de-

gli interventi di sostegno e sviluppo degli asili nido. Istruzione, formazione professionale e università: L’impegno consiste in azioni mirate: utilizzo diffuso dei tirocini con voucher – erogazione di borse (600 euro)

co-finanziate dai soggetti ospitanti –, creazione di fondi di rotazione per le imprese (a tasso zero, per la formazione di apprendisti) e per i giovani che seguono percorsi di alta formazione finalizzati all’inserimento lavorativo. In più il potenziamento e miglioramento del Master and back e l’apertura tutto l’anno di “cantieri culturali” per i giovani. Ambiente e territorio: Un nuovo quadro normativo per la tutela del paesaggio e per l’urbanistica per riaffermare la capacita dei Comuni di programmare lo sviluppo del proprio territorio. Nuove norme per diminure burocrazia e incertezze legate a procedure farraginose dove le iniziative imprenditoriali si perdono per sfinimento. Cambiare il rapporto tra il cittadino o l’imprenditore e il Comune, tra il Comune e la Regione, in un’ottica di efficienza e trasparenza, certezza del diritto e rispetto dei tempi. Trasporti e infrastrutture: Prosecuzione di azioni – anche con il ricorso a finanziamenti e investimenti privati – per completare e potenziare le reti infrastrutturali regionali, in particolare assi viari principali, porti e aeroporti. Ottenere la competenza primaria in materia di continuita territoriale marittima (varo della Flotta Sarda) e la piena attuazione di quella aerea, con la copertura degli oneri di servizio allo Stato; infine lo sviluppo dei traffici internazionali low cost. Michela Murgia Lavoro e impresa: Pianificazione per micro-modelli, configurati come riorganizzazioni produttive permanenti sul territorio, finanziati per i primi tre anni

in forma di politiche attive per il lavoro. Così si potrà ribaltare la politica degli ammortizzatori sociali, recuperando la centralità del lavoro. Aumentare il livello di competitività delle piccole aziende, attraverso la riduzione del peso della burocrazia e l’avvio delle ‘digital fabrication’, basate sulle nuove tecnologie. Incentivazione della produzione per il mercato interno attraverso il sostegno e rafforzamento di filiere di produzione organicamente strutturate. Semplificazione dell’accesso al credito per le piccole e medie imprese. Famiglia: Si mira alla legittimazione culturale dei rapporti familiari atipici, attraverso il riconoscimento di costumi sociali non previsti dagli ordinamenti vigenti (filiazione di anima, vicinato, comparia), che generano un bilancio sociale positivo, perché favoriscono la solidarietà e l’assistenza reciproca. Istruzione, formazione professionale e università: Una leggequadro sulla scuola è necessaria per la lotta alla dispersione scolastica. Riorganizzare il sistema della formazione professionale attraverso un’integrazione tra i centri pubblici della Regione e le agenzie private; fare una programmazione mirata e specifica dei corsi professionali e sviluppare nuove competenze professionali più legate al territorio. Promuovere il diritto allo studio con incentivi e borse di studio per eccellenze e supporto per studenti a rischio di abbandono; dare alle scuole autonomia, arginare la chiusura delle scuole e promuovere un piano straordinario per l’edilizia scolastica, dare sostegno finanziario alle università e riorganizzare le sedi dei due Atenei sardi, per migliorarne l’efficacia, riformare l’ISRE per trasformarlo in un centro di ricerca di avanguardia. Inoltre, parificazione della cultura e della lingua sarda, e allo stesso tempo, l’apertura allo scambio estero.

Ambiente e territorio: Incentivare la bioedilizia e la pianificazione urbana e territoriale responsabile e riformare il sistema di smaltimento dei rifiuti; ridefinire l’uso del territorio secondo principi di sostenibilità economica e ambientale; sostenere l’economia rurale e incentivare le produzioni agro-alimentari inserite in filiere di produzione e distribuzione; garantire costi minori per l’energia. Inoltre, valorizzare il patrimonio forestale sardo e riorganizzare l’Ente Foreste per una migliore gestione del bene silvestre, fornire supporto alla produzione forestale legata a filiere alimentari locali. Trasporti e infrastrutture: Realizzazione di un piano regionale dei Trasporti e della mobilità, fondato sul criterio della sostenibilità. Promuovere integrazione tra sistemi di trasporto, anche attraverso l’uso dei sistemi tecnologicamente avanzati. Monitorare il rispetto delle convenzioni marittime e aree già in essere; rendere operativa la zona Franca doganale nel porto di Cagliari; attuare un piano per la mobilità elettrica sul territorio.

moderna di maggiore successo pratico, quella tedesca: 3 o 4 anni, con il 70% di pratica in azienda e il 30% di scuola, con materie consone al lavoro scelto e un conclusivo esame di “maestranza”, con possibile assunzione da parte della ditta sede dell’apprendistato. In questo quadro è fondamentale la conoscenza dell’inglese e tedesco, come lingue

Gigi Sanna Lavoro e impresa: È necessaria una politica che favorisca la diversificazione sia della produzione che dell’export. Per supportare il mercato, si potrebbero creare partenariati tra il pubblico e il privato con “stanze di compensazione” che governino le produzioni nell’inserimento di nuovi prodotti in mercati esistenti e in quelli nascenti. Occorre puntare alla zona franca integrale, alla biocompatibilità, intesa come impiego di materiali a basso impatto ambientale ed ecologicamente sostenibili. Dobbiamo favorire il riconoscimento di produzioni di qualità certificata biologica per migliorare la capacità commerciale dei prodotti agricoli e zootecnici primari; deve essere facilitato l’accesso al credito, ripristinata l’esistenza di casse rurali specializzate nel credito agricolo, agevolato l’accesso diretto alle energie rinnovabili. Famiglia: Occorre tutelare la prima casa, con il divieto di pignoramento, commisurato al valore catastale e con un occhio di riguardo verso persone anziane, famiglie con figli piccoli, case di campagna. Occorre inoltre aiutare chi ha figli: alcune possibilità sono l’aumento consistente degli assegni familiari, la garanzia di avere asili nido gratuiti. Sarebbe inoltre opportuno promuovere un reddito di cittadinanza o assegno sociale, per superare l’assistenzialismo. Istruzione, formazione professionale e università: Riattivare l’apprendistato nella sua forma

essenziali. Promuovere l’impiego del sardo fin dalla scuola elementare. Favorire gli studi universitari negli ambiti di priorità di sviluppo economico sardo e demotivare invece orientamenti accademici che non garantiscano uno sbocco professionale. Ambiente e territorio: Bisogna puntare su industrie “verdi”, che consentano un sistema integrato di sostenibilità ecologica, soprattutto in settori in cui la Sardegna rivesta ruoli importanti. Trasporti e infrastrutture: Un settore talmente strategico deve essere “controllato” dalla Regione con una politica di trasparenza sempre e solo nell’interesse di tutto il settore produttivo sardo. La riduzione sensibile del costo di trasporto dei traghetti potrebbe rilanciare il turismo; la mobilità aerea diventerà un elemento chiave per le decisioni degli imprenditori. Il problema della zona franca non può essere ridotto a un fatto di tassazione agevolata, ma deve essere inquadrato in un programma economico e sociale molto più complesso. Soluzioni imprenditoriali turistiche devono essere proposte e valutate non solo sulla base del prezzo ma anche su quella della qualità. Occorre che la Regione, in caso di aiuti diretti o indiretti, controlli le compagnie, adottando chiari indicatori di qualità, che facilitino il controllo del rispetto delle condizioni contrattuali. Pagina a cura di Roberto Piredda, Maria Chiara Cugusi e Francesco Aresu


4

IL PORTICO DEL TEMPIO

IL PORTICO

Il Papa. I Pastori sono chiamati a far sentire alle famiglie la sollecitudine della Chiesa.

«Il cristiano deve essere una persona luminosa, che porta la luce di Cristo» ROBERTO PIREDDA LL’ANGELUS IL Santo Padre ha approfondito il Vangelo domenicale che presentava l’invito di Gesù ai discepoli ad essere “sale della terra” e “luce del mondo” (cfr. Mt 5,13-16). Le immagini del sale e della luce erano familiari nella tradizione d’Israele e vengono applicate alla nuova realtà dei cristiani: «La Legge ebraica prescriveva di mettere un po’ di sale sopra ogni offerta presentata a Dio, come segno di alleanza. La luce, poi, per Israele era il simbolo della rivelazione messianica che trionfa sulle tenebre del paganesimo. I cristiani, nuovo Israele, ricevono dunque una missione nei confronti di tutti gli uomini: con la fede e con la carità possono orientare, consacrare, rendere feconda l’umanità». Il credente è chiamato a essere sale e luce dentro la sua vita ordinaria: «Tutti noi battezzati siamo discepoli missionari e siamo chiamati a diventare nel mondo un vangelo vivente: con una vita santa daremo "sapore" ai diversi ambienti e li difenderemo dalla corruzione, come fa il sale; e porteremo la luce di Cristo con la testimonianza di una carità genuina […] È anche molto bello conservare la luce che abbiamo ricevuto da Gesù, custodirla, conservarla. Il cristiano dovrebbe essere una persona luminosa, che porta luce, che sempre dà luce! Una luce che non è sua, ma è il regalo di Dio».

A

Al termine dell’Angelus il Papa ha richiamato la Giornata Mondiale del Malato che si celebra l’11 febbraio in occasione della festa della B.V. di Lourdes: «è l’occasione propizia per mettere al centro della comunità le persone malate. Pregare per loro e con loro, stare loro vicini […] possiamo imitare l’atteggiamento di Gesù verso i malati, malati di ogni genere: il Signore si prende cura di tutti, condivide la loro sofferenza e apre il cuore alla speranza. Penso anche a tutti gli operatori sanitari: che lavoro prezioso fanno! Grazie tante per il vostro lavoro prezioso. Essi incontrano ogni giorno nei malati non solo dei corpi segnati dalla fragilità, ma delle persone, alle quali offrire attenzione e risposte adeguate. La dignità della

LE OMELIE DEL PAPA A SANTA MARTA

La paternità di Dio Il 3 febbraio Papa Francesco nella sua omelia, partendo dalla vicenda di Davide e Assalonne, mostra come un uomo di governo non debba strumentalizzare né Dio né il suo popolo.

I

«Davide, questo è il primo atteggiamento, per difendersi non usa né Dio né il suo popolo, e questo significa l’amore di un re per il suo Dio e il suo popolo. Un re peccatore - conosciamo la storia – ma un re anche con questo amore tanto grande: era tanto attaccato al suo Dio e tanto attaccato al suo popolo e non usa per difendersi né Dio né il suo popolo. Nei momenti brutti della vita accade che forse nella disperazione uno cerchi di difendersi come può e anche di usare Dio e di usare la gente. Lui no, il primo atteggiamento è quello: non usare Dio e il suo popolo». I testi liturgici del 4 febbraio presentavano il pianto di Davide per la morte del figlio Assalonne e la sofferenza di Giairo per la malattia della figlia. A partire da questi episodi il Papa ha ricordato come Dio sia un padre sempre vicino ai suoi figli.

«Per loro ciò che è più importante è il figlio, la figlia! Non c’è un’altra cosa. L’unica cosa importante! Ci fa pensare alla prima cosa che noi diciamo a Dio, nel Credo: ‘Credo in Dio Padre…’. Ci fa pensare alla paternità di Dio. Ma Dio è così. Dio è così con noi! ‘Ma, Padre, Dio non piange!’. Ma come no! Ricordiamo Gesù, quando ha pianto guardando Gerusalemme. ‘Gerusalemme, Gerusalemme! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali’. Dio piange! Gesù ha pianto per noi! E quel pianto di Gesù è proprio la figura del pianto del Padre, che ci vuole tutti con sé». La scena della morte del re Davide, narrata nella prima lettura della Messa del 6 febbraio, ha offerto lo spunto al Papa per approfondire il mistero della morte. «Peccatore sì, traditore no! E questa è una grazia: rimanere sino alla fine nel Popolo di Dio. Avere la grazia di morire in seno alla Chiesa, proprio in seno al Popolo di Dio. E questo è il primo punto che io vorrei

persona non si riduce mai alle sue facoltà o capacità, e non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto. Penso anche alle famiglie, dove è normale prendersi cura di chi è malato; ma a volte le situazioni possono essere più pesanti». Sempre al termine dell’Angelus il Santo Padre ha rivolto un saluto agli organizzatori e agli atleti impegnati nei Giochi Olimpici Invernali a Sochi in Russia, auspicando che questa occasione «sia una vera festa dello sport e dell’amicizia». In settimana Papa Francesco ha ricevuto in udienza la Conferenza Episcopale Polacca. In Polonia si registra una tenuta sostanzialmente buona della pratica religiosa anche se

sottolineare. Anche per noi chiedere la grazia di morire a casa. Morire a casa, nella Chiesa. E questa è una grazia! Questo non si compra! E’ un regalo di Dio e dobbiamo chiederlo: ‘Signore, fammi il regalo di morire a casa, nella Chiesa!’. Peccatori sì, tutti, tutti lo siamo! Ma traditori no! Corrotti no! Sempre dentro! E la Chiesa è tanto madre che ci vuole anche così, tante volte sporchi, ma la Chiesa ci pulisce: è madre!».

non mancano dei segnali preoccupanti, ciò per il Papa «richiede un discernimento, una ricerca dei motivi e dei modi di affrontare le nuove sfide, come – per esempio – l’idea di una libertà senza limiti, la tolleranza ostile o diffidente verso la verità, o il malumore verso la giusta opposizione della Chiesa al relativismo imperante». In particolare il Santo Padre ha insistito sull’attenzione che bisogna dare alla famiglia: «Oggi il matrimonio è spesso considerato una forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno. Purtroppo questa visione influisce anche sulla mentalità dei cristiani, causando una facilità nel ricorrere al divorzio o alla separazione di fatto. I Pastori sono chiamati a interrogarsi su come assistere coloro che vivono in questa situazione, affinché non si sentano esclusi dalla misericordia di Dio, dall’amore fraterno di altri cristiani e dalla sollecitudine della Chiesa per la loro salvezza; su come aiutarli a non abbandonare la fede e a far crescere i loro figli nella pienezza dell’esperienza cristiana». In settimana sono stati diffusi i Messaggi di Papa Francesco per la Quaresima e per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù (13 aprile) e si è tenuta la catechesi all’Udienza generale sul tema dell’Eucaristia. Di questi testi presentiamo degli approfondimenti in altre sezioni de Il Portico.

Il 7 febbraio, prendendo spunto dal passo evangelico che narrava il martirio di Giovanni Battista, Papa Francesco ha insistito sulla testimonianza di Dio che i credenti devono portare avanti con grande umiltà.

«Ma anche Giovanni ha avuto il suo ‘orto degli ulivi’, la sua angoscia in carcere, quando credeva di avere sbagliato, e manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù: ‘Ma dimmi, sei tu o ho sbagliato e c’è un altro?’ Il buio dell’anima, quel buio che purifica «Santa Teresina di Gesù Bambino come Gesù nell’orto degli ulivi. E Gediceva che, nei suoi ultimi tempi, sù ha risposto a Giovanni come il Panella sua anima c’era una lotta e dre ha risposto a Gesù, confortando». quando lei pensava al futuro, a quello che l’aspettava dopo la mor- «Ci farà bene oggi, a noi, domandarte, in cielo, sentiva come una voce ci sul nostro discepolato: annunziache diceva: ‘Ma no, non essere scioc- mo Gesù Cristo? Approfittiamo o non ca ti aspetta il buio. Ti aspetta sol- approfittiamo della nostra condiziotanto il buio del niente!’. Così dice. ne di cristiani come se fosse un priviE’ la voce del diavolo, del demonio, legio? Giovanni non si impadronì delche non voleva che lei si affidasse a la profezia. Terzo: andiamo sulla straDio. Morire in speranza e morire da di Gesù Cristo? La strada dell’uaffidandosi a Dio! E chiedere questa miliazione, dell’umiltà, dell’abbasgrazia. Ma affidarsi a Dio inco- samento per il servizio? E se noi tromincia adesso, nelle piccole cose viamo che non siamo fermi in questo, della vita, anche nei grandi pro- domandarci: ‘Ma quando è stato il blemi: affidarsi sempre al Signore! mio incontro con Gesù Cristo, quelE così uno prende questa abitudine l’incontro che mi riempì di gioia?’. E di affidarsi al Signore e cresce la tornare all’incontro, tornare alla prisperanza. Morire a casa, morire in ma Galilea dell’incontro. Tutti noi ne abbiamo una! Tornare là! ». speranza».

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

pietre PAKISTAN

Cristiana 16enne rapita Una ragazza cristiana 16enne della provincia del Punjab, è stata rapita, costretta a convertirsi e a sposare con il rito islamico un ricco proprietario terriero musulmano. La ragazza è stata rapita mentre si recava a scuola, costretta a nozze islamiche con il ricco musulmano, padrone dell’abitazione dove la famiglia della giovane vive. La famiglia ha sporto denuncia alla stazione di polizia del distretto. L’avvocato cristiano che ha assunto la difesa della famiglia, ha lanciato un appello al primo ministro del Punjab chiedendo l’immediato ritorno della giovane nella sua famiglia di origine e un procedimento legale contro i rapitori.

MAROCCO

Liberato cristiano convertito dall'islam La Corte di appello di Fez ha scagionato dalle accuse di proselitismo un cristiano convertito dall'islam, che in precedenza era stato condannato a 30 mesi di prigione. Il giudice ha liberato l'uomo per insufficienza di prove. L’uomo di 31 anni, era stato arrestato il 28 agosto scorso con l'accusa di proselitismo, per aver spinto due giovani musulmani alla conversione. La polizia era giunta nella sua casa sequestrando cd e libri di contenuto cristiano, oltre a riviste e soldi. Durante il raid i poliziotti hanno insultato l’uomo per aver abbandonato l'islam e lo hanno spinto a rivelare i nomi di altri convertiti.

SIRIA

Nuovo video delle suore rapite Un nuovo video che mostra le religiose di Maaloula, la cittadina cristiana a 55 km a nord di Damasco, è stato diffuso dalla televisione Al Jazeera con base in Qatar. Le suore era scomparse il 2 dicembre scorso dal monastero greco-ortodosso di santa Tecla e finora si sapeva che erano state trasportate a Yabroud, più a nord, da un gruppo di ribelli. Nel video le suore non par-

lano, ma una voce fuori campo afferma che "esse dicono di stare in buona salute , non sono state maltrattate e attendono di essere liberate per ritornare nel loro monastero". La voce non dice nulla del luogo in cui esse sono, ma le definisce "rapite" e afferma che fra loro vi sono "siriane e libanesi".


DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

5

Il Papa. Alcuni passaggi del Messaggio del Santo Padre per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù.

Gmg 2014, «Beati i poveri in spirito perchè di essi è il regno dei cieli»

C

ari giovani, è impresso nella mia memoria lo straordinario incontro che abbiamo vissuto a Rio de Janeiro, nella XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù: una grande festa della fede e della fraternità! La brava gente brasiliana ci ha accolto con le braccia spalancate, come la statua del Cristo Redentore che dall’alto del Corcovado domina il magnifico scenario della spiaggia di Copacabana. Sulle rive del mare Gesù ha rinnovato la sua chiamata affinché ognuno di noi diventi suo discepolo missionario, lo scopra come il tesoro più prezioso della propria vita e condivida questa ricchezza con gli altri, vicini e lontani, fino alle estreme periferie geografiche ed esistenziali del nostro tempo. La prossima tappa del pellegrinaggio intercontinentale dei giovani sarà a Cracovia, nel 2016. Per scandire il nostro cammino, nei prossimi tre anni vorrei riflettere insieme a voi sulle Beatitudini evangeliche, che leggiamo nel Vangelo di san Matteo (5,112).Quest’anno inizieremo meditando sulla prima: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3);per il 2015 propongo «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8);e infine, nel 2016, il tema sarà «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). 1. La forza rivoluzionaria delle Beatitudini Ci fa sempre molto bene leggere e meditare le Beatitudini! Gesù le ha proclamate nella sua prima grande predicazione, sulla riva del lago di Galilea. C’era tanta folla e Lui salì sulla collina, per ammaestrare i suoi discepoli, perciò quella predica viene chiamata “discorso della montagna”. Nella Bibbia, il monte è visto come luogo dove Dio si rivela, e Gesù che predica sulla collina si presenta come maestro divino, come nuovo Mosè. E che cosa comunica? Gesù comunica la via della vita, quella via che Lui stesso percorre, anzi, che Lui stesso è, e la propone come via della vera felicità. In tutta la sua vita, dalla nascita nella grotta di Betlemme fino alla morte in croce e alla risurrezione, Gesù ha incarnato le Beatitudini. Tutte le promesse del Regno di Dio si sono compiute in Lui. […]. Le Beatitudini di Gesù sono portatrici di una novità rivoluzionaria, di un modello di felicità opposto a quello che di solito viene comunicato dai media, dal pensiero dominante. Per la mentalità mondana, è uno scandalo che Dio sia venuto a farsi uno di noi, che sia morto su una croce! Nella logica di questo mondo, coloro che Gesù proclama beati sono considerati “perdenti”, deboli. Sono

Un’immagine della celebrazione conclusiva della GMG 2013 a Rio de Janeiro.

esaltati invece il successo ad ogni costo, il benessere, l’arroganza del potere, l’affermazione di sé a scapito degli altri. Gesù ci interpella, cari giovani, perché rispondiamo alla sua proposta di vita, perché decidiamo quale strada vogliamo percorrere per arrivare alla vera gioia. 2. Il coraggio della felicità Ma che cosa significa “beati” (in greco makarioi)? Beati vuol dire felici. Ditemi: voi aspirate davvero alla felicità? In un tempo in cui si è attratti da tante parvenze di felicità, si rischia di accontentarsi di poco, di avere un’idea “in piccolo” della vita. Aspirate invece a cose grandi! Allargate i vostri cuori! Come diceva il beato Piergiorgio Frassati, «vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere» (Lettera a I. Bonini, 27 febbraio 1925). Nel giorno della Beatificazione di Piergiorgio Frassati, il 20 maggio 1990, Giovanni Paolo II lo chiamò «uomo delle Beatitudini» (Omelia nella S. Messa: AAS 82 [1990], 1518). Se veramente fate emergere le aspirazioni più profonde del vostro cuore, vi renderete conto che in voi c’è un desiderio inestinguibile di felicità, e questo vi permetterà di smascherare e respingere le tante offerte “a basso prezzo” che trovate intorno a voi. Quando cerchiamo il successo, il piacere, l’avere in modo egoistico e ne facciamo degli idoli, possiamo anche provare momenti di ebbrezza, un falso senso di appagamento; ma alla fine diventiamo schiavi, non siamo mai soddisfatti, siamo spinti a cercare sempre di più. È molto triste vedere una gioventù “sazia”, ma debole. 3. Beati i poveri in spirito… Prima di tutto cerchiamo di capire che cosa significa«poveri in spirito».Quando il Figlio di Dio si è fatto uomo, ha scelto una via di

povertà, di spogliazione. Come dice san Paolo nella Lettera ai Filippesi: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (2,5-7). Gesù è Dio che si spoglia della sua gloria. Qui vediamo la scelta di povertà di Dio: da ricco che era, si è fatto povero per arricchirci per mezzo della sua povertà (cfr2 Cor 8,9). E’ il mistero che contempliamo nel presepio, vedendo il Figlio di Dio in una mangiatoia; e poi sulla croce, dove la spogliazione giunge al culmine. […]. Gesù, come ha ben saputo vedere santa Teresa di Gesù Bambino, nella sua Incarnazione si presenta come un mendicante, un bisognoso in cerca d’amore. Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla dell’uomo come di un «mendicante di Dio» (n. 2559) e ci dice che la preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete (n. 2560). San Francesco d’Assisi ha compreso molto bene il segreto della Beatitudine dei poveri in spirito. Infatti, quando Gesù gli parlò nella persona del lebbroso e nel Crocifisso, egli riconobbe la grandezza di Dio e la propria condizione di umiltà. Nella sua preghiera il Poverello passava ore a domandare al Signore: «Chi sei tu? Chi sono io?». Si spogliò di una vita agiata e spensierata per sposare “Madonna Povertà”, per imitare Gesù e seguire il Vangelo alla lettera. Francesco ha vissuto l’imitazione di Cristo povero e l’amore per i poveri in modo inscindibile, come le due facce di una stessa medaglia. Voi dunque mi potreste domandare: come possiamo concretamente far sì che questa povertà in spirito si trasformi in stile di vita, incida concretamente nella nostra esistenza? Vi rispondo in tre punti. Prima di tutto cercate di essere li-

beri nei confronti delle cose. Il Signore ci chiama a uno stile di vita evangelico segnato dalla sobrietà, a non cedere alla cultura del consumo. Si tratta di cercare l’essenzialità, di imparare a spogliarci di tante cose superflue e inutili che ci soffocano. Distacchiamoci dalla brama di avere, dal denaro idolatrato e poi sprecato. Mettiamo Gesù al primo posto. […] In secondo luogo, per vivere questa Beatitudine abbiamo tutti bisogno di conversione per quanto riguarda i poveri. Dobbiamo prenderci cura di loro, essere sensibili alle loro necessità spirituali e materiali. A voi giovani affido in modo particolare il compito di rimettere al centro della cultura umana la solidarietà. […] Dobbiamo imparare a stare con i poveri. Non riempiamoci la bocca di belle parole sui poveri! Incontriamoli, guardiamoli negli occhi, ascoltiamoli. I poveri sono per noi un’occasione concreta di incontrare Cristo stesso, di toccare la sua carne sofferente. Ma – e questo è il terzo punto – i poveri non sono soltanto persone alle quali possiamo dare qualcosa. Anche loro hanno tanto da offrirci, da insegnarci. Abbiamo tanto da imparare dalla saggezza dei poveri! Pensate che un santo del secolo XVIII, Benedetto Giuseppe Labre, il quale dormiva per strada a Roma e viveva delle offerte della gente, era diventato consigliere spirituale di tante persone, tra cui anche nobili e prelati. In un certo senso i poveri sono come maestri per noi. Ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca. Un povero, una persona priva di beni materiali, conserva sempre la sua dignità. I poveri possono insegnarci tanto anche sull’umiltà e la fiducia in Dio. 4. … perché di essi è il Regno dei cieli Tema centrale nel Vangelo di Gesù è il Regno di Dio. Gesù è il Regno di Dio in persona, è l’Emmanuele, Dio-con-noi. Ed è nel cuore dell’uomo che il Regno, la signoria di Dio si stabilisce e cresce.

Il Regno è allo stesso tempo dono e promessa. Ci è già stato dato in Gesù, ma deve ancora compiersi in pienezza. Perciò ogni giorno preghiamo il Padre: «Venga il tuo regno». C’è un legame profondo tra povertà ed evangelizzazione, tra il tema della scorsa Giornata Mondiale della Gioventù - «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19) - e quello di quest’anno: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3). Il Signore vuole una Chiesa povera che evangelizzi i poveri. Quando inviò i Dodici in missione, Gesù disse loro: «Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento» (Mt 10,910).La povertà evangelica è condizione fondamentale affinché il Regno di Dio si diffonda. Le gioie più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita sono quelle di persone povere che hanno poco a cui aggrapparsi. L’evangelizzazione, nel nostro tempo, sarà possibile soltanto per contagio di gioia. Come abbiamo visto, la Beatitudine dei poveri in spirito orienta il nostro rapporto con Dio, con i beni materiali e con i poveri. Davanti all’esempio e alle parole di Gesù, avvertiamo quanto abbiamo bisogno di conversione, di far sì che sulla logica dell’avere di più prevalga quella dell’essere di più!I santi sono coloro che più ci possono aiutare a capire il significato profondo delle Beatitudini. La canonizzazione di Giovanni Paolo II nella seconda domenica di Pasqua, in questo senso, è un evento che riempie il nostro cuore di gioia. Lui sarà il grande patrono delle GMG, di cui è stato l’iniziatore e il trascinatore. E nella comunione dei santi continuerà ad essere per tutti voi un padre e un amico. Papa Francesco Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù 2014 (21 gennaio 2014)

Il Beato Giovanni Paolo II durante la veglia della GMG 2000 a Roma.


6

IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

Pastorale giovanile. L’offerta formativa rivolta ai giovani della diocesi si arricchisce della nuova edizione del TLC.

Lodare il Signore nel canto, un modo bello per esprimere la gioia di essere cristiani

consenta loro di tornare a casa e mettersi subito al lavoro per il Signore. Questo è il mio corso. Da quando è nato il TLC Musicale è stato caratterizzato dalla presenza di nomi di spicco nel panorama nazionale della musica sacra. Da Crippa a Zambuto passando per Padre Buttazzo e Fabio Baggio. Alto livello dell’ “offerta formativa”, quindi, confermato decisamente anche quest’anno Certamente. Sarà dei nostri Pasquale Dargenio, un trentacinquenne studente di teologia che è attualmente uno dei protagonisti a livello nazionale della musica sacra che parla ai giovani. Ha accolto il nostro invito con un entusiasmo inaspettato. La sua riflessione è durata appena mezzora. Don Mario Pili, giovane sacerdote, viceparroco di Dolianova (parroc-

chia di San Pantaleo) sarà la guida spirituale. Don Mario, cosa ti ha spinto a dire sì? Intanto il legame affettivo col TLC. Da ragazzo ho fatto il 39°TLC spirituale e credo che anche quello abbia contribuito a farmi scegliere di diventare sacerdote. È un’esperienza intensa e significativa e mi fa piacere dare il mio contributo affinché altri ragazzi possano viverla. Perché pensi che un giovane di 16/17 anni dovrebbe scegliere di fare questa esperienza? È una occasione di crescita, di condivisione, di amicizia. Tre giorni che ti fanno sperimentare l’aspetto più bello del vivere la fede: la gioia. Il tuo motto. Sì. Il messaggio che mi porto dentro dal primo momento della mia esperienza sacerdotale è racchiuso nel significato della frase che il Signore disse ai discepoli prima di lasciarli. “La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Ogni esperienza che viviamo deve generare in noi gioia vera. Questo è l’augurio per l’11°… Spero che i ragazzi partecipando al corso possano sperimentare una gioia personale che accompagni la loro vita. Le attività più diffuse tra i giovani in parrocchia sono la musica e il canto. Non esiste linguaggio capace di esprimere meglio la gioia di ciascuno. Chi di noi non canta quando è felice? Per informazioni: Luca Rais 340.0657846; Chiara Mostacci 328.4875577; chiaramos@hotmail.it.

che pratico sulla lettura musicale, sull’uso degli strumenti, sulla vocalità. Su cosa significa cantare a Messa. Non sempre questo concetto è chiaro? No. Per esempio molti non colgono la differenza tra musica sacra e musica liturgica. Dal punto di vista del Sacrosanctum Concilium, la musica liturgica è funzionale al momento della celebrazione, serve a far pregare, a coinvolgere l’Assemblea. La musica sacra non ha questa finalità. Pensiamo al Gloria di Vivaldi, è un pezzo da concerto ma non ci aiuta a pregare. Anche scrivere per la liturgia pre-

suppone il rispetto di regole? Certamente. Un canto d’inizio – dove esplode la gioia - non può avere musicalmente le stesse caratteristiche di un Agnello di Dio, che deve essere “in minore” e non troppo ritmato. In liturgia cantiamo e celebriamo Cristo. Tutto è in funzione Sua. Cosa dici dell’iniziativa cagliaritana? È difficile trovare diocesi che investono su questo tipo di iniziative, l’esperienza di Cagliari è esemplare. Sono cose che si apprezzano dopo 5 o 6 anni, che ti formano e ti fanno crescere. Partirò chiedendo a questi ragazzi: cosa è liturgia per voi? Molti risponderanno “un rito” perché nella mentalità comune il concetto è strettamente legato ad una ripetizione meccanica di gesti e parole. Ma vorrei che andassero via avendo fatto loro il concetto di “servizio”. Anche in musica, se sei organista o animatore e capisci il senso di quello che fai, del servizio che offri, se capisci che è un ministero, un carisma che metti a disposizione della comunità, finalmente hai capito il senso. “Chi canta prega due volte”, no?

Dal 13 al 16 marzo, a Villa Tecla, si svolgerà l’11° TLC Musicale, il corso di formazione liturgico-musicale rivolto a giovani animatori, musicisti e ministranti LAURA FLORIS

H

A FORMATO negli anni ol-

tre 300 giovani: animatori liturgici, musicisti, sacerdoti. Ha regalato entusiasmo e una voglia matta di tornare nella comunità di appartenenza per dire a tutti che la celebrazione liturgica non è un rituale stanco e ripetitivo ma un’esperienza sempre nuova di gioia e condivisione. Il TLC Musicale è un’esperienza unica nel suo genere. Nato in Sardegna nel 2003 è giunto all’undicesima edizione. E ha finalmente valicato i confini dell’isola: a Villa Tecla, dal 13 al 16 marzo, ci saranno quest’anno anche alcuni corsisti da Torino. Un sacerdote arriverà da Treviso. Ma non è tutto: il direttore musicale, come da tradizione, sarà uno dei cantautori cristiani più in auge del momento, viene dalla Puglia ed è Pasquale Dargenio. Luca Rais è il coordinatore del corso. Cagliaritano doc, veterano della Parrocchia di San Giacomo, nel cuore del quartiere di Villanova, è impegnato nella pastorale familiare. Con la moglie Daniela anima il coro delle famiglie nella Chiesa di

Il momento della Celebrazione Eucaristica durante un recente TLC musicale.

San Domenico. Di corsi ne ha fatti tanti. Ci racconta come sarà il suo. Luca, spieghiamo innanzitutto cosa è il TLC Musicale Mi piacerebbe pensarlo come una opportunità, ma credo che più propriamente sia un dono del Signore, un modo per lodare Dio attraverso la liturgia. La cosa più bella è che i protagonisti sono i giovani che parlano ai giovani. Si tratta di una esperienza unica, nata proprio in Sardegna ma pronta a diffondersi anche fuori dal territorio regionale. A chi venne l’idea? Ai giovani don Gabriele Casu, ora missionario in Brasile, e a Salvo di Giuseppe ancora impegnato nel movimento, che misero insieme una equipe di 10 ragazzi di parrocchie diverse con l’obiettivo di far comprendere fino in fondo il va-

lore della Liturgia a tutti quelli che partecipavano al corso. Cosa si fa in questi tre giorni? Si imparano tante cose. Si parla della figura dell’animatore e del gruppo liturgico, si cerca di capire il significato della Messa in tutte le sue parti, si spiega il valore della musica nelle celebrazioni. Si canta e si compone. Ma soprattutto vengono forniti gli strumenti per agire nel concreto una volta che si rientra nelle proprie comunità. Qual è il target di riferimento? Non c’è un vero e proprio target. Il corso è aperto a tutte le persone che vogliono conoscere e approfondire. Si va dai 16 ai 30-35 anni. Ma abbiamo avuto anche corsisti, diciamo, “con più esperienza”. Per cosa vorresti che si caratterizzasse il tuo corso? Vorrei dare ai giovani qualcosa che

«Nella liturgia celebriamo Cristo, tutto è per Lui» Intervista a Pasquale Dargenio, animatore dell’11° TLC L.F.

suonare in chiesa a 7 anni, mentre i compagni nel piazzale giocavano a pallone. Se gli chiedi cosa è per lui la musica risponde “un’estensione di me”; se incalzi alla ricerca della scintilla che ha acceso la passione, sei costretto a rinunciare. “Innata”, dice. Gli piace l’espressione di Gigi D’Alessio “la mia vita è in bianco e nero come i tasti di un pianoforte”. E oggi, che di anni ne ha 35, collabora con la Commissione di Liturgia e Musica Sacra della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Pasquale Dargenio, studente di teologia, presta servizio come animatore liturgico musicale nella Basilica del Santo Sepolcro a Barletta. All’attivo ha la composizione di diversi fortunati lavori,

H

A COMINCIATO A

Esulta il cielo, Sorgente di vita, Tu sei qui. Fin da piccolo è conquistato dalla musica di Matteo Zambuto di cui canta le canzoni – tredicenne - durante i suoi primi campi scuola; poi, 10 anni dopo, lo conosce personalmente. Accade quando entrambi entrano a far parte della Associazione Nazionale Artisti Cristiani, Il mio Dio canta giovane, che si propone di evangelizzare in musica tramite la diffusione di valori universali. Da lì un’amicizia personale e professionale. Raggiungiamo Pasquale al telefono. Sono le 19.30. Con tono basso e cortese ci chiede di rimandare la chiacchierata di mezzora. “Sto per animare la Messa” dice. Ed eccoci. Pasquale, sarai l’animatore dell’11° TLC Musicale. Sappiamo che hai accettato in un baleno.

Pasquale Dargenio all’organo.

È vero. Non conoscevo il TLC Musicale. Subito dopo la telefonata del coordinatore ho chiamato Matteo Zambuto che aveva partecipato a un corso e mi ha raccontato qualcosa. Sono stato subito felice di mettermi in gioco in questa nuova esperienza. Avrai davanti giovani animatori ma anche persone che non sono propriamente esperte di musica. Quale sarà il tuo approccio e quali i tuoi obiettivi? Innanzitutto sarò aperto all’ascolto. Mi lascerò guidare dai loro input, mi farò raccontare le loro esperienze e poi porterò la mia. Cercherò di dare qualche elemento an-


IL PORTICO DI CAGLIARI

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

Comunicazione. La complessa vertenza che vede al centro i lavoratori di Sardegna 1.

Il caso Sardegna 1, una vicenda triste per il pluralismo dell’informazione

Teatro Lirico. Oltre al nostro futuro ci sono in ballo sei mensilità arretrate, con un atteggiamento silente da parte della nuova proprietà (dal canto suo in una nota la nuova proprietà ha parlato “di acuta fase di difficoltà”, ma ha assicurato di voler continuare a lottare, dotandosi di “un nuovo modello organizzativo”, definendo “provocazioni” e “spettacolarizzazione” le proteste dei dipendenti, ndr). Ora – conclude il giornalista - saranno anche le associazioni sindacali a ritrovarsi nello studio legale della proprietà per la trattativa sindacale. Noi abbiamo sollecitato la parte politica e l’opinione pubblica per capire se la voce storica di Sardegna 1 fosse importante per il

pluralismo dell’informazione: se lo fosse la riduzione del personale e l’idea che la nuova proprietà ha per la Sardegna 1 del futuro non coincide con la pluralità dell’informazione, con il mantenimento dei posti di lavoro e con una televisione che nel passato ha fatto anche cultura”. La vicenda di Sardegna 1 è solo l’ultima in ordine di tempo nella nostra Isola. In poco meno di due anni Cagliari ha perso voci importanti che garantivano il pluralismo dell’informazione. Hanno chiuso i battenti l’edizione locale del free press “Metro”, i quotidiani “Sardegna 24” e “Sardegna Quotidiano”. “La Nuova Sardegna”, da alcune settimane è priva delle pagine di Cagliari e del Sulcis Iglesiente, e quindi la cronaca di Cagliari è ritornata ad essere monopolio de “L’Unione Sarda”, come accadeva negli anni ’80. Sul fronte radiotelevisivo, dopo la morte di “Radio Press”, ora si levano all’orizzonte nubi sulla sede Rai della Sardegna e sulla programmazione radiofonica regionale, che tanti consensi riscuote. Insomma un panorama preoccupante per il pluralismo informativo, del quale in molti sembrano non accorgersi: meno pluralità comporta un deficit di democrazia e a questo nessuno può rimanere indifferente.

donna di Lourdes di martedì scorso, un gruppo dell’Oftal è partito in pellegrinaggio. Il programma prevedeva anche la visita al monastero dove santa Bernardette si era ritirata dopo le apparizioni e dove sono custodite le sue spoglie mortali. Ma il calendario delle attività Oftal prevede anche la formazione spirituale e umana. “Ci riuniamo tutti i mesi - riprende Mario Marini - prevalentemente al Centro Giovanile di Selargius sotto la guida del nostro assistente spirituale diocesano, il domenicano padre Alberto Fazzini, attraverso incontri organizzati dal consiglio direttivo dell’associazione. Il tema su cui si focalizza l’attenzione quest’anno è la conversione. Da alcuni anni abbiamo iniziato ad incon-

trarci e confrontarci anche con gli altri gruppi o movimenti diocesani. Il prossimo 2 marzo - prosegue il referente dell’associazione - avremo un incontro alla comunità di recupero per tossicodipendenti Papa Giovanni XXIII di Camp’è Luas, Un appuntamento interessante di confronto tra quelli che avevano la salute e se la sono giocata e quelli che invece la salute, intesa come integrità fisica, non l’hanno avuta e vivono i loro limiti con molta dignità e rispetto per se stessi. Sarà l’occasione per confrontare le diverse esperienze e sostenerci reciprocamente”. L’associazione cura poi l’aspetto dell’autofinanziamento durante l’anno con diverse iniziative. In questo modo, si fa di tutto per non far pagare una tessera mensile ai membri dell’Oftal, ma anche per sostenere i più bisognosi, non in grado di accollarsi l’intera spesa per il pellegrinaggio o la partecipazione alle vacanze e venire incontro alle spese sostenute dagli stessi volontari giovani per svolgere le attività proposte. “Questo il nostro compito - conclude Mario Marini - dare la possibilità ai disabili di poter vivere le diverse esperienze che senza l’aiuto dei volontari, o degli stessi amici dell’associazione, non avrebbero mai potuto fare, perché impossibilitati dalla loro situazione fisica”.

ROBERTO COMPARETTI NAVICENDATRISTE che dovrebbe far indignare. È quella dei 27 lavoratori di Sardegna 1 Tv che da oltre due anni sono impegnati nella difesa dei posti di lavoro. La storica emittente televisiva regionale, dopo la cessione all’imprenditore Giorgio Mazzella da parte del gruppo Ragazzo, che per anni ne è stato il proprietario, ha visto man mano scendere la qualità dei programmi informativi fino alla vendita la scorsa estate del pacchetto di maggioranza a tre soci dipendenti della tv, per la cifra di 4.000 euro. I tre, secondo quanto denunciato dai dipendenti, non sarebbe in grado di far fronte alle spettanze dei lavoratori e nei giorni scorsi, dopo oltre due anni di contratto di solidarietà, che in soldoni significa riduzione del 33% dello stipendio, l’annuncio della messa in mobilità per 13 dei 27 lavoratori, una mazzata. Una folta delegazione di lavoratori di Sardegna 1 Tv ha fatto visita alle diverse redazioni della città, per chiedere sostegno ai colleghi e per informare lettori ed ascoltatori. Anche la redazione di Radio Kalaritana, che fin dall’inizio della vertenza ha dato voce ai lavoratori, ha ospitato nei giorni scorsi una decina di colleghi impegnati nella

U

Una rappresentaza dei lavoratori di Sardegna 1 in visita a Radio Kalaritana

difesa del posto di lavoro. “Proprio voi – ha detto Giuseppe Giuliani, componente del Comitato di redazione – siete i primi ai quali annunciamo quanto ci ha comunicato l’azienda: l’avvio delle procedure per la messa in mobilità di 13 lavoratori, tra giornalisti, tecnici ed amministrativi. Era un sospetto che avevano – prosegue Giuliani perché sia la vecchia che la nuova proprietà avevano ed hanno un testa la riduzione degli organici. Oggi si apre una nuova partita ma noi continueremo a tenere viva la nostra voce come abbiamo fatto in tutti questi mesi, sensibilizzando le istituzioni, il mondo dello spettacolo, come abbiamo fatto prima del concerto di Massimo Ranieri, al

Testimoniare la fede nel servizio ai fratelli malati Parla Mario Marini, referente dell’Oftal. FABIO FIGUS

D

OMENICA 16 FEBBRAIO si cele-

bra in diocesi la giornata del malato, con la Santa Messa nella Basilica di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari alle 15.30, presieduta dall’arcivescovo Monsignor Arrigo Miglio. In questa occasione verrà anche amministrato il sacramento dell’Unzione degli infermi ai malati presenti. Nella nostra diocesi sono diverse le associazioni, i gruppi e i movimenti che svolgono la loro attività a favore dei malati, come l’Opera Federativa Trasporto Ammalati Lourdes (OFTAL). La prima iniziativa del rettore della facoltà di teologia della Sardegna, allora a Cuglieri, il gesuita padre Boschi, risale al 1955, quando organizzò il primo pellegrinaggio a Lourdes della durata di cinque giorni, con la collaborazione dell’Ordine di Malta che mise a disposizione i suoi aerei. Il pellegrinaggio fu animato dai chierici del seminario regionale e con l’assistenza

medica della dottoressa Dora Pinna Fois e altri collaboratori. Il numero totale dei partecipanti fu di circa 150, di cui 50 malati. “Ancora oggi l’attività dell’Oftal, che conta 2500 iscritti - spiega Mario Marini, referente dell’associazione e diacono permanente della parrocchia Sant’Elia di Cagliari – organizza ogni anno due pellegrinaggi regionali. Le date previste per il 2014 sono dal 2 al 9 luglio e dal 7 al 14 settembre, e verrà presieduto dai vescovi delle diocesi sarde”. L’associazione dispone anche di una colonia ad Arborea dove si effettuano turni di vacanza estivi ed invernali, oltre ai locali della vecchia scuola don Milani di Sant’Elia, oggi sede dell’Opera. “Cogliamo tutte le occasioni possibili per festeggiare e stare insieme, come ad esempio il carnevale, il capodanno, e anche domenica 16, dopo la santa Messa a Bonaria – sottolinea Marini - ci riuniremo nell’oratorio della parrocchia di Sant’Elia per un momento di condivisione”. In occasione della festa della Ma-

IL PORTICO

7

brevi INIZIATIVE

Nuovo inserto diocesano su Avvenire La Diocesi di Cagliari ha intrapreso una nuova esperienza comunicativa attraverso la pubblicazione di quattro pagine sul quotidiano Avvenire, ogni terza domenica del mese. Attraverso questa pubblicazione mensile, la Chiesa locale si è dotata di uno strumento che, congiuntamente al settimanale “Il Portico”, contribuirà a riflettere più approfonditamente sui temi che ci stanno maggiormente a cuore e per i quali vale la pena utilizzare un ulteriore canale comunicativo. Domenica 16 è prevista la pubblicazione di un altro inserto. Per informazioni consultare il sito www.chiesadicagliari.it. A BONARIA

Si celebra la Giornata del malato Domenica, alle 15.30, nella Basilica di Nostra Signora di Bonaria, si terrà la celebrazione diocesana in occasione della giornata mondiale del malato. In questa circostanza verrà amministrato il sacramento dell’unzione degli infermi. Nella medes i m a celebrazione, l’arcivescovo Arrigo Miglio affiderà il mandato di ministro straordinario della distribuzione della comunione eucaristica a un gruppo di laici che ha preso parte al recente corso promosso dall’ufficio liturgico diocesano. IN SEMINARIO

Incontro diocesano dei fidanzati Sabato, quasi in concomitanza con la ricorrenza di San Valentino, si tiene l’Incontro diocesano dei fidanzati. L’appuntamento, nell’Aula Magna del Seminario Diocesano di Cagliari, è rivolto in particolare ai giovani fidanzati che stanno frequentando la catechesi in preparazione al matrimonio o hanno appena concluso il corso nelle parrocchie della Diocesi, oltre che alle equipe che accompagnano i fidanzati nel cammino di preparazione. Il programma della serata prevede alle 18 l’accoglienza e la festa di benvenuto, alle 20 la Santa Messa nella Cappella del Seminario, al termine un buffet nell’Aula Magna.


8

IL PORTICO DE

IL PORTICO

VI DOMENICA DEL T. O. (ANNO A)

dal Vangelo secondo Matteo

DON ANDREA BUSIA

I

l brano odierno del vangelo è abbastanza lungo e per questa ragione non è possibile vederne tutte le componenti nello spazio a nostra disposizione, per questa ragione siamo tenuti a fare una selezione. Iniziamo dalla premessa che Gesù stesso fa all’inizio del discorso ai suoi discepoli: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento”. Gesù è chiaramente la migliore manifestazione della misericordia di Dio, soprattutto attraverso il suo sacrificio sulla croce, ma la sua missione e il suo insegnamento non possono essere ridotti solo a questo aspetto: qui lui stesso ci dice di essere venuto a “dare compimento alla Legge e ai Profeti”. Questo forse non avremmo voluto sentirla dire, perché significa che essere cristiani è più impegnativo, richiede un maggiore sacrificio, rispetto all’essere ebrei. Certo, non è che Gesù stia dicendo cose totalmente nuove negli esempi che seguono, già ai tempi di Gesù gli ebrei

il portico della fede

I

n quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non uccidere"; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio"; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno». Mt 5, 17-37

Avete inteso che fu

andavano ben oltre la legge della lettera; quello che Gesù sta comunque facendo è mostrare come un esecuzione “formale” della Legge o delle pratiche religiose non sia assolutamente sufficiente se non è espressione di ciò che è presente nel profondo del cuore. Uccidere o adirarsi con un fratello non sono esattamente la stessa cosa, né tantomeno dargli del pazzo o dello stupido, ma sono comunque tutte espressioni di un atteggiamento non rispettoso della dignità e dell’identità dell’altra persona, sebbene con diverse gradazioni di gravità. Gesù non nega le differenze ma sottolinea che non è sufficiente trattenersi dall’uccidere il fratello, ciò che è necessario è ricordarsi sempre e comunque che accanto si ha un fratello. “Non commettere omicidio” è il principio minimo e ovvio di ogni legislazione umana, ma tra coloro che, attraverso il battesimo, sono diventati “fratelli in Cristo” rispettare questo comando non è assolutamente sufficiente, si deve puntare a un rispetto che vada ben oltre il semplice “non uccidere”.

La parola “fratello” ritorna anche nel brano immediatamente successivo che ci pone implicitamente una domanda: che senso ha presentare un’offerta a Dio se non sono in pace con il mio fratello? L’esempio nel nostro brano è paradossale: a Gesù non importa affatto se, nella lite con il suo fratello, colui che sta portando il sacrificio abbia ragione o torto, in un caso o nell’altro deve fare tutto il possibile per riconciliarsi con il suo fratello prima di offrire il suo dono! Dio stesso, per nostra fortuna, non si è fermato a valutare se avesse ragione Lui o l’uomo prima di mandare suo figlio per riconciliarci con Lui! L’esempio del nostro brano è chiaramente “esagerato” e non va assolutizzato ma, detto questo, rimane evidente un fatto: la riconciliazione con il fratello, o almeno la disponibilità a ricercarla anche affrontando sacrifici e mettendo da parte il proprio orgoglio se necessario, deve essere per il cristiano una priorità, anche rispetto allo stesso culto, perché altrimenti anche la nostra preghiera ne risulta rovinata e vie-

ne privata di parte del suo significato. Con altre parole e in un contesto diverso, ma con un significato simile, si esprimerà più avanti Giovanni nella sua prima lettera: “Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello” (1Gv 4,20-21). Giovanni, così come Gesù, ci sta dicendo che non devono esistere particolarismi nella Chiesa, siamo tutti a servizio di Dio e questo servizio a Dio si realizza nel servizio ai fratelli, nessuno può pretendere di andare avanti da solo o scegliendosi i compagni di strada perché il battesimo ci ha reso tutti fratelli in Cristo. Ci sarebbe molto altro da dire, ma conviene fermarsi solo su questo aspetto, e cercare di impegnarci tutti quanti a verificare quanto lasciamo che l’amore di Cristo per noi diventi, nel nostro cuore e nelle nostre azioni, amore per i nostri fratelli in Cristo

L’EUCARISTIA MEMORIALE DELLA PASQUA All’Udienza generale Papa Francesco si è soffermato sul Sacramento dell’Eucaristia che si colloca nel «cuore dell’iniziazione cristiana, insieme al Battesimo e alla Confermazione, e costituisce la sorgente della vita stessa della Chiesa». L’organizzazione dello spazio liturgico offre spunti importanti per comprendere la Celebrazione Eucaristica: «Al centro dello spazio destinato alla celebrazione si trova l’altare, che è una mensa, ricoperta da una tovaglia, e questo ci fa pensare ad un banchetto. Sulla mensa c’è una croce, ad indicare che su quell’altare si offre il sacrificio di Cristo: è Lui il cibo spirituale che lì si riceve, sotto i segni del pane e del vino. Accanto alla mensa c’è l’ambone, cioè il luogo da cui si proclama la Parola di Dio: e questo indica che lì ci si raduna per ascoltare il Signore che parla mediante le Sacre Scritture, e dunque il cibo che si riceve è anche la sua Parola». La Parola e il Pane, mostra il Papa, «nella Messa diventano un tutt’uno, come nell’Ultima Cena, quando tutte le parole

di Gesù, tutti i segni che aveva fatto, si condensarono nel gesto di spezzare il pane e di offrire il calice, anticipo del sacrificio della croce, e in quelle parole: “Prendete, mangiate, questo è il mio corpo … Prendete, bevete, questo è il mio sangue”». Per comprendere il significato dell’Eucaristia è essenziale approfondire il concetto di “memoriale”: «la Celebrazione Eucaristica è ben più di un semplice banchetto: è proprio il memoriale della Pasqua di Gesù, il mistero centrale della salvezza. “Memoriale” non significa solo un ricordo, un semplice ricordo, ma vuol dire che ogni volta che celebriamo questo Sacramento partecipiamo al mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. L’Eucaristia costituisce il vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa infatti su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, così da rinnovare il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli». Con il Sacramento del Corpo e del San-

gue del Signore si arriva ad una reale comunione con Dio: «quando ci si accosta a questo Sacramento, si dice di “ricevere la Comunione”, di “fare la Comunione”: questo significa che nella potenza dello Spirito Santo, la partecipazione alla mensa eucaristica ci conforma in modo unico e profondo a Cristo, facendoci pregustare già ora la piena comunione col Padre che caratterizzerà il banchetto celeste, dove con tutti i Santi avremo la gioia di contemplare Dio faccia a faccia». È fondamentale per i credenti «andare a Messa non solo per pregare, ma per ricevere la Comunione», questo pane «che è il corpo di Gesù Cristo che ci salva, ci perdona, ci unisce al Padre». Il Papa ha sottolineato poi come sia «importante che i bambini si preparino bene alla prima Comunione e che ogni bambino la faccia, perché è il primo passo di questa appartenenza forte a Gesù Cristo, dopo il Battesimo e la Cresima». di don Roberto Piredda


ELLA FAMIGLIA

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

9

Proposte sulla famiglia per le prossime regionali

detto...

Mettere la famiglia al centro della politica I. P.

I

RISCRITTURE

LA PIENEZZA DELLA LEGGE Dopo le “Beatitudini”, che sono il suo programma di vita, Gesù proclama la nuova Legge, la sua Torah, come la chiamano i nostri fratelli ebrei. In effetti, il Messia, alla sua venuta, avrebbe dovuto portare anche la rivelazione definitiva della Legge, ed è proprio ciò che Gesù dichiara: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti: non sono venuto ad abolire, ma a dare il pieno compimento”. E, rivolto ai suoi discepoli, aggiunge: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,17.20). Ma in che cosa consiste questa “pienezza” della Legge di Cristo, e questa “superiore” giustizia che Egli esige? Gesù lo spiega mediante una serie di antitesi tra i comandamenti antichi e il suo modo di riproporli. Ogni volta inizia: “Avete inteso che fu detto agli antichi…”, e poi afferma: “Ma io vi dico…”. Ad esempio: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà

essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio” (Mt 5,21-22). E così per sei volte. Questo modo di parlare suscitava grande impressione nella gente, che rimaneva spaventata, perché quell’“io vi dico” equivaleva a rivendicare per sé la stessa autorità di Dio, fonte della Legge. La novità di Gesù consiste, essenzialmente, nel fatto che Lui stesso “riempie” i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in Lui. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito Santo, che ci rende capaci di vivere l’amore divino. Perciò ogni precetto diventa vero come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso. “Pienezza della Legge è la carità”, scrive san Paolo (Rm 13,10). Benedetto XVI – Angelus 13 febbraio 2011

l forum delle Associazioni Familiari della Sardegna insieme all’Associazione Famiglie Numerose hanno elaborato una serie di proposte da sottoporre ai candidati alle elezioni regionali. Innanzitutto si chiede la rapida approvazione di una legge regionale sulla famiglia orientata sul Benessere Familiare, per superare la logica assistenzialistica. La legge deve avere - secondo il Forum - un chiaro ed esplicito riferimento alla famiglia come la definisce la Costituzione e deve prevedere inoltre un'adeguata dotazione di risorse (almeno 40 milioni aggiuntivi rispetto agli interventi già finanziati). In un documento viene chiesta la rapida approvazione della legge regionale sulle adozioni e affidi familiari già approvata in Commissione. L’introduzione della “Valutazione di impatto familiare”, una procedura amministrativa di sostegno alle autorità decisionali istituzionali, finalizzata ad individuare, a descrivere ed a valutare gli impatti sulle famiglie di un determinato progetto o iniziativa legislativa. La costituzione dell’Agenzia Regionale per la famiglia, al fine di garantire interventi di formazione degli amministratori, anche con la collaborazione delle Università sarde, e l’attivazione di un master universitario in politiche familiari. Il Forum chiede altresì un forte contrasto alla denatalità, con interventi strutturali in una prospettiva di medio - lungo periodo per incentivare la nascita di nuove famiglie, con programmi di formazione alla famiglia e alla genitorialità anche attraverso il rilancio e l'ampliamento delle funzioni dei consultori pubblici e degli enti privati. Vengono richiesti benefici economici per giovani coppie, per l'acquisto della prima casa, di mobili ed elettrodomestici, interventi efficaci di conciliazione/armonizzazione famiglia - lavoro. Viene chiesta l’applicazione alle addizionali regionali, alle imposte locali e alle tariffe dei servizi del Fattore Famiglia, elaborato dal Forum delle Associazioni familiari, un meccanismo che nasce dall’esigenza di quantificare la capacità contributiva rispettoso dell’articolo 53 della Costituzione. Per ciò che riguarda la scuola viene chiesto di potenziare l’offerta di asili nido, di realizzare, nei territori sprovvisti, mense e trasporti scola-

stici adeguati, con specifiche agevolazioni per famiglie numerose; l’attivazione sul sito istituzionale della Regione di un'area tematica Scuola in Chiaro, con i dati delle scuole di ogni ordine e grado, perché le famiglie possano avvalersi di un valido strumento di scelta; vengano messe a disposizione risorse adeguate per sviluppare percorsi scolastici ed extrascolastici, per il coinvolgimento dei genitori nella progettazione insieme ad oratori, circoli ricreativi, associazioni di famiglie; vengono richiesti interventi sugli edifici scolastici per renderli non solo funzionali e sicuri, ma anche accoglienti e fruibili senza difficoltà. È necessario, secondo il Forum, favorire un confronto fra genitori e insegnanti in tutte le scuole sui temi educativi e sul patto scuola-famiglia, per una ripresa di responsabilità educativa da parte di tutti gli adulti; si deve promuovere la meritocrazia attraverso l'aumento della dotazione per Borse di studio e premialità per gli studenti meritevoli, soprattutto rivolte a chi intende intraprendere percorsi di alta formazione. Dovrà essere riattivato il progetto “Scuola digitale in Sardegna” per rivoluzionare la didattica attraverso l'interazione di docenti, studenti e famiglie e per sgravare le famiglie dei costi dei testi scolastici. Per ciò che riguarda i temi dell’urbanistica e dell’ambiente il forum chiede interventi di riqualificazione family friendly, con quartieri e servizi pubblici a misura di famiglia, sostegno all'impresa agricola familiare, un rilancio dei programmi di edilizia residenziale pubblica, con la previsione di quote di alloggi di metratura adeguata per famiglie numerose, e la revisione dei criteri di assegnazione degli alloggi con l'attribuzione di punteggi maggiori per le famiglie con figli. Per il Forum è necessario sperimentare forme innovative di sviluppo locale e territoriale nella logica del Distretto Famiglia, quale circuito economico e locale, uno spazio all’interno del quale operatori economici, istituzioni e famiglie esprimono nuove relazioni di fiducia reciproca e di cooperazione. Infine per il Forum è necessario dare attuazione al principio di sussidiarietà con il coinvolgimento delle associazioni nell'elaborazione, implementazione ed esecuzione delle politiche familiari.


10

IL PORTICO DEI LETTORI

IL PORTICO

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

LETTERE A IL PORTICO La preghiera - personale e, massimamente, liturgica - va intesa come il consenso adorante all'azione di Dio, per Gesù nello Spirito Santo. È il vertice dell'accoglienza dell'azione trasformante: nel cuore giunge a rifare il mondo dell'io fin dalle fondamenta. Ed è qui e non altrove negli strati verbali e rumorosi delle nostre sovrastrutture psichiche e devote - che si accede alla fonte dell'essere: il punto pullulante della divina origine. In questa contemplazione si fa vissuta e reale la sintonia con l'energia divina. Raggiungiamo la radice del cuore, in un assenso-consenso che lo cambia da cuore di pietra in cuore di carne. È questa trasformazione cardiaca che rende capaci di negare la negazione, di porre freno e fine al movimento della de-creazione di sé, delle relazioni e del mondo. È questa la trasformazione che, in un atto gratuito permanente, da cui sgorga il movimento per un mondo migliore a Dio gradito e a noi gradevole. La preghiera non serve a sollecitare Dio perché faccia qualcosa che non sta facendo, ma è ordinata a cambiare noi stessi, a rifare il mondo – la coppia, le comunità, le nostre Chiese – spesso avvolti come siamo, in una nube tossica, frene-

tica e anonima. Dio Padre, nello Spirito, pronuncia sempre e solo una sola parola: il suo Verbo, fatto germe di nuova umanità. Lo pronuncia nell'interiorità di ogni uomo e di ogni donna che vengono al mondo. E li attrae verso l'ulteriorità del divenire se stessi nell'abbraccio delle relazioni conviviali. Nella preghiera adorante del cuore è resa possibile l'inseminazione cristica. Veniamo ricolmati di quella energia creatrice che alimenta il nostro sviluppo di creature, resi capaci di accogliere, esprimere e comunicare forza vitale in modo sempre più profondo e creativo. Quan-

do cambia un'epoca, solo chi, docile allo Spirito, sa cambiare la qualità della sua preghiera, adeguandola alla minaccia incombente e alle sfida che in essa si cela di un nuovo saper stare al mondo nella fatica di generarlo di nuovo. Così possiamo scoprire la direzione dell'esodo, stare sotto la protezione della Nube Luminosa, colpire, come Mosè, la roccia e farne sgorgare fiumi di acqua viva. Scopriremo, con grato stupore, che quella roccia è il cuore palpitante degli Oranti. Voglia Dio che sia il mio, il tuo, il nostro cuore. Don Gino Moro

A

Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000

Oggi parliamo di… arte e fede La cattedrale di Cagliari (Terenzio Puddu) Domenica 16 febbraio ore 18.10 Lunedì 17 febbraio ore 8.30

Cantantibus organis Ascolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain (a cura di Andrea Sarigu) Domenica 16 febbraio ore 21.30 Oggi parliamo di… comunicazione Scuola e media digitali (Simone Bellisai) Martedì 18 febbraio ore 19.10 Mercoledì 19 febbraio ore 8.30

Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo settimanaleilportico@gmail.com, specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.

lzi la mano chi ha mai desiderato di incontrare attori famosi per strada, per caso. Alzi la mano chi ha mai pensato di volerci magari passare una giornata, o almeno un pranzo. Alzi la mano chi ha realizzato, subito dopo, che se anche dovesse succedere non avrebbe mai qualcosa di abbastanza intelligente e disinvolto da dire al momento. La reazione di intontimento comune ai tanti fan del mondo di fronte ad un idolo nel caso in cui lo si debba incontrare per strada è molto simile a quella che da spettatore si può avere guardando I segreti di Osage County, ennesima notevole aggiunta nel listino Oscar che ha fatto doppietta di nomination nel settore attoriale. La ricetta è molto semplice: un basso budget (almeno per gli standard oltreoceano), un copione a ritmi serrati adattato da una pièce teatrale (di Tracy Letts), una famiglia strana e forse per questo super convenzionale, ma sopratutto una madre come Meryl Streep che si ritrova per primogenita nient'altro che Julia Roberts. La protagonista è quindi una famiglia alternativa, che potrebbe sembrare in-credibile sulla carta ma che al contrario è resa con una sapienza tale da sembrare non verosimile ma addirittura vera. La promozione del film si fa forte di questi due nomi molto graditi all'Academy da sempre, e piazza il film drammatico-parentale natalizio (uscì proprio il 25 dicembre in America) con un'ironia sul calore del 'focolare' che si fatica a trovare nella storia. Quello degli anziani coniugi Beverly e Violet

In onda su Radio Kalaritana

L’ora di Nicodemo Il vangelo di Matteo (13,5318,35) (Commento esegetico spirituale a cura di Sabino Chialà) Mercoledì 19 febbraio 21.30 Oggi parliamo con… Tito Aresu Presidente UNITALSI Sarda Sud

Il film di John Wells tratto dalla pièce teatrale di Tracy Letts

I segreti di Osage County VALERIA USALA

non è più un matrimonio felice, e l'improvvisa scomparsa del primo porterà la seconda, sotto abuso di farmaci e al limite della crisi di nervi, a richiamare a casa la sorella e le tre figlie con rispettive famiglie, portando alla luce segreti e verità mai confessate. Tanto basterebbe a svelare la trama del film senza anticipare nulla dato che la storia si regge sui personaggi e il modo in cui si relazionano invece che sui fatti che accadono. Il dire sovrasta il fare quindi, e dietro alle parole si nascondono vite non poi così lontane da tanti - se abbiamo vergogna a dire familiari – come minimo nostri conoscenti. La figlia maggiore Barbara (una Julia Roberts vera e intensa come forse mai prima) ha tanti rimpianti ma sopratutto tanta rabbia verso tutti; la seconda, Karen, ricerca e riempie le carenze d'affetto con l'ennesimo discutibile fidanzato e Ivy, la più piccola, bloccata dalle coincidenze della

vita ancora a casa dei genitori progetta e nasconde in silenzio un futuro incerto. A capo di tutti però c'è Violet (una Meryl Streep camaleontica in grado di fare ormai qualsiasi parte): madre in via di esaurimento, spietata ma allo stesso tempo liberatoria, perfida ma non meno succube, destinata ad una vecchiaia che davvero ha il volto della condanna e che porta ad un finale discusso (l'ultima scena infatti è stata aggiunta nel film ma non era stata scritta per la versione teatrale). La portata è servita: un bel minestrone di vite sapientemente mescolato in modo da dare ad ogni parte un ingrediente segreto che il pubblico può riconoscere e nel quale si può riconoscere. In questo nugolo rosa fanno da contrappeso le figure maschili – un marito infedele e debole ma in fondo buono, un fidanzato dal passato oscuro quanto il volto e un cugino

Sabato 15 febbraio 19.10 Domenica 16 febbraio ore 10.30 Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30

Radiogiornale regionale Dal lunedì al venerdì 10.30 / 12.15 / 13.30

Lampada ai miei passi (17 – 23 febbraio) Commento al Vangelo quotidiano a cura di don Elenio Abis Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 vangelo domenicale) Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00 Oggi è già domani Nel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno (A cura di don Giulio Madeddu) Ogni giorno alle 00.01 circa

instabile e rasseganto al ruolo di perdente che gli è stato affidato dalla famiglia - che sembrano quasi sbiadire al confronto ma che invece vengono ritagliati con puntigliosità perchè in qualche modo modellano le mogli/compagne/sorelle come bombe ad orologeria senza però avere il coraggio di accendere la miccia, che a quello ci pensano da sole. L'unica leggerezza del film, se gliene si può fare una colpa, è stata quella di aver forse per questo cercato di rivolgersi ad un pubblico più strettamente femminile, capace di entrare a fondo nei 'meccanismi' relazionali e in qualche modo anche goderseli, invece che rendere un po' più avvincente la vicenda per chi si aspettava qualcosa di più e per questo non è stato coinvolto né intrattenuto. Vero è che il teatro ha una grande forza, quella di saper cogliere le sfumature dell'agire umano e metterle in scena stimolando l'orecchio ancor prima dell'occhio, e ciò rende sempre abbastanza complicato trasporle poi in un mezzo come il cinema che oggi più di ieri si fa forte della visione per sbalordire. Lo scompenso si riequilibra presto con due attrici premio Oscar che da sole fanno due terzi del film (e questo fa riflettere se pensiamo alle performance dell'anno appena trascorso, tutte davvero di altissimo livello e in grado di elevare pellicole medio-discrete ai piani alti del cinema) ma va dato atto alla storia di essere un validissimo esempio di tutto ciò che siamo o per lo meno ci accorgiamo di essere quando, ad un certo punto della vita, guardiamo indietro.


DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

11

Media. La conferenza di Padre Occhetta, consulente nazionale dell’UCSI, alla Facoltà di Teologia.

«É necessario un giornalismo di alto livello per riuscire a servire la democrazia in Italia» Lo scorso 7 febbraio si è tenuta la Conferenza di Padre Occhetta. La capacità di fare memoria e di leggere con profondità la realtà, devono qualificare l’attività giornalistica

la veridicità dei fatti, della loro contestualizzazione e degli eventuali sviluppi, mentre di questi tempi in cui, come abbiamo già detto prima, basta un clic per avere la diapositiva in tempo reale di un certo fatto, al giornalista non resta che dare dignità all'informazione attraverso l'interpretazione. Interpretare la notizia, contestualizzarla e gerarchizzarla sono gli unici strumenti rimasti nelle mani del giornalista per certificare la notizia e darle qualità. Occhetta conclude quindi questo importante discorso ricordandoci che proprio per tutti questi motivi i giornalisti sono tutti dei comunicatori, ma non tutti i comunicatori sono giornalisti.

Occhetta fa quindi un'analisi antropologica e sociale, sottolineando come i principi laici della Costituzione caratterizzino fortemente il codice deontologico del giornalista nonchè le caratteristiche essenziali per fare del buon giornalismo, ed evidenzia il fatto che il giornalismo dovrebbe essere memoria. Essere memoria però, in

un'epoca in cui l'informazione non qualificata viaggia in pochi clic è un'impresa piuttosto ardua, e tanti lettori perdono la cognizione di notizia, non riuscendo più a distinguere il gossip dalla notizia qualificata. Il relatore prosegue dicendo che i primi soggetti a far le spese di questa tipologia di informazione sono i giovani, che vivendo collegati alla rete si vedono scorrere sotto gli occhi fiumi di notizie poco chiare e certificate. La comunicazione deve fare i conti con questa realtà e tenere la mappa del contesto culturale ben chiara per far fronte a questi disagi sociali e culturali. I giornalisti per svolgere bene la loro professione e custodire la democrazie si possono avvalere di un'importante strumento, l'onestà, che non scansa o evita gli errori ma schiva le distorsioni maliziose e le malignità. Attraverso l'informazione il giornalista deve formare, perchè la parola ha un suo grande potere ed il bene ha poca risonanza rispetto al male, ma grazie al potere della parola può essere tutelato. Il linguaggio infatti è una componente essenziale nel giornalismo, ed i giornalisti lo devono sfruttare al meglio. Padre Occhetta poi racconta che il giornalismo nel corso degli anni è mutato; prima si costruiva tutto il lavoro articolandolo in diverse tappe nelle quali il giornalista, appresa la notizia, si recava nei luoghi per accertarsi del-

Per quanto riguarda lo specifico del settimanale diocesano don Roberto Piredda ha fatto particolare riferimento alle linee portate avanti a livello nazionale dalla Federazione Italiana Settimanali Cattolici. Questi strumenti sono al servizio della missione ecclesiale, legati al Magistero del Papa e dei vescovi locali, “popolari”, cioè con l’intenzione di raggiungere un pubblico vasto di lettori. Nella vita della chiesa locale vogliono poi essere uno strumento di comunione tra le diverse realtà e un ponte che lega il mondo ecclesiale con il territorio. Anche se la carta stampata

vive una certa crisi, il settimanale rimane sempre un mezzo importante, per svolgere il suo servizio non può semplicemente guardare al passato, seppure significativo, ma deve sapersi rinnovare interagendo sempre meglio con i nuovi contesti della comunicazione. Nell’ultimo intervento don Giulio Madeddu, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali ha richiamato il lavoro svolto nell’ultimo anno, che ha visto come momento più significativo quello della visita del Papa, e l’impegno per creare una reale sinergia tra i diversi media diocesani che

hanno grandi potenzialità. Per quanto riguarda il futuro, ha affermato don Madeddu, sarà molto importante incrementare la collaborazione con le parrocchie e le altre realtà ecclesiali, per servire meglio l’intera realtà diocesana. L’ufficio promuove poi anche percorsi di formazione, si è appena concluso quello per webmaster parrocchiali e la prossima estate dal 31 luglio al 4 agosto si terrà un campo di lavoro per animatori della comunicazione sociale. L’incontro degli operatori si è concluso, dopo un breve dibattito, con la Celebrazione Eucaristica.

FEDERICA BANDE O SCORSO 7 FEBBRAIO presso l'aula magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, si è tenuto un incontro dedicato al rapporto tra giornalismo e democrazia. L'UCSI e l'Ordine Regionale dei Giornalisti con la collaborazione dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Cagliari, Radio Kalaritana, Radio Bonaria, Cappuccini TV e Meic, hanno promosso una serata di formazione che ha voluto illustrare l'importanza di questa professione inserita in un contesto di continuo e profondo cambiamento. All’inizio dell’incontro il presidente dell’Ordine Filippo Peretti, ha mostrato l’importanza di creare dei percorsi formativi adeguati per chi intende svolgere la professione giornalistica. La parola passa quindi a padre Francesco Occhetta, consulente nazionale dell'UCSI, che da subito

L

Padre Francesco Occhetta

parla di giornalismo e democrazia come fossero dei vasi comunicanti; più basso sarà il livello del giornalismo più grande sarà l'ingerenza politica, mentre se il livello del giornalismo dovesse essere alto sarebbe sintomatico di una politica malata. Il giornalismo deve essere coscienza della democrazia, e per essere tale deve essere qualificato.

Informare per costruire la comunione ecclesiale L’Incontro degli operatori della comunicazione I. P.

F

are rete tra gli operatori, evangelizzare, offrire una lettura cristiana della realtà che ci circonda. Sono questi i temi chiave che hanno segnato la riflessione proposta all’Incontro diocesano per gli operatori delle comunicazioni sociali che si è svolto nel pomeriggio di domenica 9 febbraio in Seminario Arcivescovile. I lavori dell’incontro si sono aperti con l’intervento di Andrea Pala, collaboratore dell’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali e di Radio Kalaritana, che ha presentato il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata delle Comunicazioni Sociali. Nel suo intervento Andrea Pala si è collegato alla riflessione sul testo pontificio proposta da Padre Antonio Spadaro nel suo blog CyberTeologia. Per il Papa la rete può essere la “profezia” di un mondo nuovo «perché può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà». L’icona biblica del buon

samaritano è per Papa Francesco un punto di riferimento importante per la comunicazione: «non basta passare lungo le "strade" digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero. Non possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed essere amati. Abbiamo bisogno di tenerezza». La rete può essere poi un campo significativo di presenza di Chiesa e come cristiani si è chiamati ad “uscire” anche in questo contesto per portare il messaggio evangelico e una prospettiva cristiana di lettura della realtà. Il secondo intervento è stato quello di don Roberto Piredda, direttore del settimanale diocesano Il Portico. Don Piredda ha richiamato in primo luogo come lo stile di chi fa informazione sui media ecclesiali deve essere quello del “coinvolgimento” e della “vicinanza” rispetto a quanto viene presentato.


12

IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

brevi PASTORALE GIOVANILE

Ad aprile campi di formazione Sono aperte le iscrizioni per i prossimi campi di formazione proposti dall’Ufficio di Pastorale Giovanile e previsti nel mese di aprile. Dal 25 al 27 aprile è previsto un corso di formazione per Animatori di gruppi preadolescenti e gruppi “post-cresima” (età dei partecipanti prevista: 17 ai 25 anni). Dal 29 aprile al 1 mag-

Carità. Nei giorni scorsi è stata siglata la Convenzione tra l’Alb spa e la Caritas regionale.

“Tutti con Caritas”, un’opportunità per legare solidarietà ed economia Il progetto prevede la possibilità per la Caritas di accedere a dei prodotti a prezzi di costo e per le aziende di riuscire a mantenere a regime la loro produzione MARIA CHIARA CUGUSI

gio un corso di formazione per gli Animatori che degli Oratori che animano le attività invernali ed estive (età dei partecipanti prevista: 15 ai 19 anni). Per tutti i corsi previsti l’Ufficio di Pastorale giovanile rilascerà un attestato di partecipazione e una dichiarazione per il credito formativo scolastico da presentare a scuola. Il prima possibile saranno disponibili le schede di adesione con le notizie tecniche e le modalità di iscrizione. I corsi di formazione per gli animatori di Oratorio saranno organizzati con la collaborazione del Centro Sportivo Italiano e si terranno a Solanas, nella colonia “San Domenico Savio”. Per le informazioni si può contattare direttamente l’Ufficio di Pastorale Giovanile: don Alberto Pistolesi e-mail: apisto@tiscali.it oppure giovani@diocesidicagliari.it

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

U

N’ECONOMIA SOLIDALE ca-

pace di generare un circuito virtuoso, sia per gli indigenti che per la stessa produttività. È l’obiettivo dell’iniziativa ‘Tutti con Caritas’: capofila è l’azienda Alb spa, produttrice dell’acqua minerale Smeraldina, che, nei giorni scorsi, ha donato 33mila bottiglie d’acqua alla Caritas regionale. Alla donazione ha fatto seguito la firma di una convenzione tra Mauro Solinas, presidente dell’azienda, e don Marco Lai, delegato regionale della Caritas Sardegna, con cui la spa si impegna ad assicurare per un anno alle dieci Caritas dell’isola, una fornitura di acqua minerale Altura (prodotta nello stabilimento di Bortigiadas) a prezzo di costo, ossia 15 centesimi anziché 27 centesimi (prezzo di vendita al pubblico); la convenzione annuale è rinnovabile. Si tratta della seconda fase di una più ampia ‘operazione solidarietà’, ideata dallo studio di comunicazione ‘Mediatris’ di Olbia, che l’an-

Mauro Solinas, Mons. Zedda e don Marco Lai durante la firma della convenzione.

no scorso ha visto la donazione di 66 mila scatolette di tonno As Do Mar blu da parte dell’azienda Generale Conserve di Olbia, guidata da Vito Gulli. Due i punti chiave del progetto: donazioni e firma delle convenzioni, che consentono da un lato alla Caritas di accedere ai prodotti alimentari a prezzi di costo e quindi fuori mercato, e dall’altro alle aziende di mantenere a regime la produzione, evitando la riduzione della forza lavoro. Una logica che contribuisce a «costruire equilibri virtuosi - ha spiegato il delegato regionale Caritas -, in grado di superare la logica della ras-

segnazione e dell’assistenzialismo, e promuovere una ‘cultura altra’, costruendo nuovi equilibri sociali che si reggono sulla produzione, sul lavoro, e rafforzando un sistema di mercato che metta al primo posto il bene comune». I vantaggi sono anche per le aziende: «Questa iniziativa - ha spiegato Mauro Solinas - rappresenta un’opportunità per aiutare chi ha bisogno; cercherò di sensibilizzare anche altri marchi sardi, che hanno già mostrato un interesse per l’iniziativa: speriamo che entro l’anno si riesca a coinvolgere una decina di aziende locali, attraverso una sorta di ‘effetto-contagio’».

Si delinea così, come spiega Solinas, «un’economia più umana, in grado di restituire il senso civico all’attività imprenditoriale, che non può rispondere solo al cinismo dei numeri. La virtuosità consiste proprio nel capire che la Caritas vuole avere un tavolo aperto con l’imprenditore, in modo tale da aiutarsi a vicenda: non si parla di fare elemosina, ma di dare la possibilità a tutti di mantenere la propria identità». Un’iniziativa accolta con soddisfazione da parte della Chiesa, a testimonianza «di un aiuto concreto - ha sottolineato Mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo delegato della CES per il servizio della carità durante la presentazione -: per affrontare le situazioni di disagio oggi è necessaria la collaborazione di tutti, che ci porta ad essere capaci di condivisione e solidarietà concreta». L’acqua «sarà destinata ai poveri, alle mense, alle case famiglia», ha spiegato don Lai. Un’iniziativa importante, di fronte a una povertà crescente, «nel 2013, le richieste dei nostri assistiti sono aumentate del 37%, e abbiamo fornito 600 pasti al giorno»; e nel 2012, le dieci Caritas diocesane hanno distribuito 880 mila pasti: 440mila nelle mense Caritas, più 440mila pacchi viveri. Richieste che non trovano risposte da parte delle istituzioni pubbliche: «La Comunità Europea ha smesso di finanziare i contributi per gli indigenti, oggi completamente azzerati dopo la riduzione del 60% nel 2013».


DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

IL PORTICO DELLA MISSIONE

Missione. ll racconto delle giornate della visita in Africa di Mons. Arrigo Miglio.

Testimoniarelagioiadellafedecristiana in mezzo ai fratelli e le sorelle d’Africa CARLO ROTONDO

D

AL 2 AL 12 FEBBRAIO Mons. Miglio si è recato in terra africana, nello stato del Kenya, dove opera come missionario fidei donum don Franco crabu, per visitare la missione di Nanyuki che da oltre quarant’anni è gemellata con l’Arcidiocesi di Cagliari. L’Arcivescovo ha inteso cosi continuare la visita alle realtà missionarie di Cagliari avendo già iniziata la scorsa estate con il Brasile dove operano don Giuseppe Spiga e don Gabriele Casu. Mons. Miglio ha voluto dare a queste visite un forte senso di legame con la vita diocesana. Anche don Franco, come tutti i preti che sono in missione ad gentes, è sempre parte viva della nostra chiesa di Cagliari. Mons. Arrigo Miglio era accompagnato da me, che dal 1994 al 2004, sono stato missionario fidei donum proprio a Nanyuki. La visita è stata breve (2 giorni di viaggio e 8 giorni in missione) ma molto intensa. All’arrivo a Nairobi don Franco ci ha accolto all’areoporto e subito ci siamo diretti alla residenza dell’ambasciatore italiano per un pranzo, dove erano presente anche il cardinale di Nairobi John Njue, Sr. Fidelis delle Paoline di Nairobi, originaria di Siliqua, e Antonio Curreli, capo della sicurezza dell’ambasciata italiana, originario di Iglesias, che insieme a don Franco ha organizzato l’evento. Subito dopo si sono affrontati i 200 km di strada per raggiungere l’equatore, alle falde del monte Kenya

dove si trova la nostra missione di Nanyuki. Negli otto giorni di permanenza l’Arcivescovo, ha avuto la possibilità di conoscere le numerose realtà che compongono la missione. Il primo giorno, dopo aver celebrato la Messa, nella chiesa parrocchiale intitolata a Cristo Re, ci siamo recati a Nyeri, sede della diocesi, per incontrare l’Arcivescovo locale Mons. Peter Kairo. Mons. Miglio, che in passato è stato anche assistente generale dell’Agesci, nella stessa cittadina di Nyeri, ha voluto rendere omaggio alla tomba di Baden Powell, iniziatore dello scautismo. Il giorno dopo siamo andati in piena savana a celebrare Messa nel villaggio di Ngari-Nyiro, all’estremo confine ovest della missione. Durante il trasferimento non sono mancati incontri con zebre, gazelle, giraffe e impala, con i fieri pastori masai e gli immancabili Matatu (gli autonoleggi locali), carichi fino all’inverosimile. Al rientro abbiamo visitato il Centro Pastorale, che don Franco ha costruito a fine anni novanta, ed è utilizzato per varie attività pastorali, tra cui in particolare la formazione dei catechisti. Sempre lì vicino abbiamo visitato una nuova importante realtà: il N.I.C.A.T. ovvero il Nanyuki Institute per le Comunicazioni e l’Alta Tecnologia. Si tratta di una Facoltà affiliata all’Università Cattolica dell’Est Africa (C.U.E.A.), che conta più di 800 alunni iscritti e che da sei anni offre ai giovani della zona opportunità importanti di lavoro. Successivamente abbiamo visitato l’ Huruma

Health Centre, gestito da don Franco insieme alle Suore Feliciane (congregazione religiosa polacca con molte vocazioni locali). Il Centro della Misericordia è un vero e proprio ospedale con un centinaio di posti letto, laboratori di analisi, una farmacia, un reparto di assistenza ai neonati, uno di fisioterapia e quattro postazioni per dentisti. Mons. Miglio ha celebrato nel centro medico la Messa per il personale e i pazienti, al termine della quale ha benedetto una sala chirurgica per piccoli interventi. Negli stessi giorni siamo andati a visitare il progetto delle ceramiche portato avanti da due coniugi di Bassano del Grappa, Giancarlo e Graziella, a favore di portatori di handicap che si stanno specializzando nella decorazione della ceramica e della terra cotta. Sempre in settimana c’è stata la visita al Tumaini Centre, il Centro della Speranza, che da oltre dieci anni accoglie bambini sieropositivi, molti dei quali sono orfani a causa dell’Aids. Oggi il progetto è guidato, con il patrocinio dell’Osvic di Oristano, da Maria Grazia Muzzittu, originaria di Decimoputzu. In questa occasione è stata amministrata l’Unzione degli infermi ad un’anziana della baraccopoli di Majengo. Di passaggio, siamo poi entrati nelle prigioni di Nanyuki, dove abbiamo avuto la possibilità di incontrare e di

dare un saluto alle detenute. Un’altra bellissima esperienza è stata la Messa al villaggio di Nturukuma, nella chiesa di legno intitolata a San Luca. Si è trattato di una liturgia ricca di canti e danze, in tipico stile africano. La giornata di domenica è stata la giornata più intensa ed importante della visita. Alle otto c’è stata la Messa festiva nella chiesa parrocchiale. Alle 10.00 ci siamo recati a nord della missione dove si trova il villaggio di Kalalu. Erano presenti l’Arcivescovo di Nyeri Mons Kairo, insieme a diversi preti, tra i quali il nuovo parroco, le autorità civili e più di duemila fedeli. In questa occasione è stata inaugurata la nuova parrocchia dedicata a San Matteo. La missione negli anni ha generato tre nuove parrocchie guidate da parroci locali. Nella stessa liturgia i due vescovi presenti hanno amministrato la Cresime a centocinquanta persone. La festa, durata cinque ore, si è conclusa poi con il pranzo. Lunedì ci siamo recati ad Isiolo, cento kilometri a nord di Nanyuki, dove si trova la missione di Camp Garba che Mons. Miglio contribuì a fondare quando era vescovo di Iglesias. Nello stesso viaggio, dopo aver incontrato il vescovo locale, Mons. Miglio ha voluto rendere omaggio alla tomba di Mons Luigi Locati, ucciso nel 2002, col quale fece l’accordo per la nascita della missione di Camp Garba.

Visita pastorale di Mons. Miglio in Kenya

IL PORTICO

13

brevi FIGLIE DELLA CARITÀ

Un convegno su Suor Tambelli Nel 50° anno della morte Domenica 23 febbraio nella Casa Provinciale delle Figlie della Carità in via Dei Falconi, 10 a Cagliari “Omaggio a Suor Teresa Tambelli”, un convegno sulla religiosa così amata in città. L’inizio dei lavori è previsto per le 9 con la Proiezione del video: “Suor Tambelli: la vita, le opere, le testimonianze”, a cura di Marco Biggio, Anim. Comunicazione e Cultura. Durante la mattinata previsti gli interventi di Paolo Fadda, Scrittore e Storico dell’Economia su “Cagliari al tempo di Suor Tambelli”, di Luca Lecis, Ricercatore Universitario sul tema “Il cattolicesimo in Sardegna”, di Mario Girau, Presidente UCSI Sardegna che parlerà di “Suor Teresa Tambelli, Figlia della Carità”. Alle 12 monsignor Pier Giuliano Tiddia, Arcivescovo emerito di Oristano celebrerà la Santa Messa. Nel pomeriggio, alle ore 16,00, raduno all’ingresso del Cimitero di Bonaria, davanti alla Tomba di Suor Tambelli, verranno lette alcune sue lettere e recitato il Santo Rosario.

FRATI CONVENTUALI

Padre Zirano sarà Beato Francesco Zirano, il francescano conventuale di Sassari, andato nel 1602 a riscattare schiavi ad Algeri ed ucciso in odio alla fede il 25 gennaio 1603 sarà presto beato. L’ha annunciato l’Arcivescovo di Sassari, monsignor Paolo Atzei nei giorni scorsi, dopo aver ricevuto comunicazione dalla Santa Sede. È l’epilogo di un lavoro delicato, lungo e complesso, fatto in tre fasi negli ultimi 35 anni. La fase di studio, tesa a rintracciare a tappeto tutti i documenti possibili sulla sua vita, martirio e fama del martirio, portata avanti per otto anni (1978/85) in archivi e biblioteche soprattutto di Sardegna, Vaticano, Italia e Spagna da parte dei frati minori conventuali di Sardegna. La seconda fase, quella diocesana, con l’avvio della causa da parte dell’allora Arcivescovo di Sassari mons. Salvatore Isgrò, ha avuto prima il parere favorevole dell’Episcopato sardo, poi l’editto diretto a clero e ai fedeli. Ne è seguito il lavoro di anni da parte di una commissione storica sui documenti allegati, il processo o inchiesta diocesana, conclusosi con seduta pubblica il 7 settembre 1991 nella chiesa di S. Maria di Betlem, a Sassari, dove padre Zirano aveva vissuto 22 anni. La terza fase, quella romana della Congregazione per le cause dei Santi, dopo il decreto di validità giuridica dell’inchiesta diocesana, con l’esame della “Posizione sul martirio del Servo di Dio” da parte di tre organismi o sezioni della Congregazione stessa che si sono così pronunciati positivamente.


14

IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

brevi 24 -25- 26 FEBBRAIO

Il card. Poletto guida gli esercizi spirituali Da lunedì 24 al venerdi 28 febbraio, nella casa di spiritualità “Pozzo di Sichar”, sono in programma gli esercizi spirituali per il clero di Cagliari. Sarà il Card. Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino, a guidare gli esercizi.

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

Domenicani. Il 28 gennaio è stata celebrata la festa liturgica di S. Tommaso d'Aquino.

San Tommaso d’Aquino, una guida sempre attuale per conoscere Dio Dalla figura dell'Aquinate l'esempio di una vita che ha fatto dello studio una risorsa imprescindibile nella testimonianza della fede autentica MARCO OLIANAS

A MAGGIO

In pellegrinaggio da Papa Francesco La Diocesi di Cagliari, insieme alle altre della Sardegna, ha organizzato un pellegrinaggio a Roma con i Vescovi dell’Isola per rendere visita a papa Francesco.

Dal 13 al 15 maggio prossimo, i pellegrinaggio porterà i partecipanti nella capitale dove è prevista la presenza all’Udienza generale del mercoledì, la visita alle Basiliche maggiori. Un ulteriore appuntamento sarà la visita alla città. Per informazioni è possibile prendere contatto con l’agenzia Sardivet a Cagliari, telefono 070288978.

o scorso martedì 28 gennaio la Chiesa ha proposto alla venerazione di tutti i fedeli la figura del santo sacerdote Tommaso d'Aquino, frate domenicano del periodo della Scolastica, definito dai suoi contemporanei doctor angelicus. Allievo di S. Alberto Magno, egli rappresenta uno dei principali pilastri teologici e filosofici della cattolicità, punto di raccordo fra la cristianità e la filosofia classica. Come ogni anno, per onorare e venerare tale ingegno e guida di ogni teologo, nella suggestiva cripta della chiesa di S. Domenico a Cagliari, che rappresenta una delle più significative espressioni dell'arte gotica catalana, l'intera comunità del Seminario Regionale Sardo ha voluto riunirsi con i formatori, i docenti e i padri domenicani per invocare il patrono degli studenti e delle scuole, proprio in prossimità dell'inizio degli esami della sessione invernale del corrente anno accademico. Due i momenti liturgici significativi, preparati e curati nell’animazione dai seminaristi e vissuti da tutta l'assemblea in un clima composto e partecipe: la preghiera dei Vespri e la santa messa presieduta da fr. Christian Steiner OP e concelebrata dal Preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, padre Mauri-

L

Un momento della Celebrazione Eucaristica presieduta da P. Christian Steiner O.P.

zio Teani sj, e dal Rettore del Seminario Regionale Mons. Gian Franco Saba, insieme agli altri animatori e responsabili della formazione dei futuri presbiteri sardi e ai padri domenicani che guidano la realtà comunitaria nel quartiere di Villanova. Diversi gli spunti offerti durante l'omelia, come quelli riguardanti l'importanza che Tommaso riveste per la cultura teologica, figura più che mai attuale per gli esperti, ma anche esempio e guida sicura per chi si appresta a scrutare più a fondo i misteri della fede cristiana. Il suo motto, contemplata aliis tradere (partecipare agli altri i frutti della propria riflessione), si tradusse infatti in una mole di libri che ha del prodigioso, se si pensa che la morte lo colse alla giovane età di appena 48 anni. Certamente la sua opera più famosa fu la Summa. Proprio nel Prologo ad essa, si trova un pensiero molto vivace nella sua concretezza e pla-

Ricordati di rinnovare il tuo abbonamento a

48 numeri a soli Abbonamento 48 “Il Portico” + 12 Avvenire con Cagliari a 36 euro

30 euro

sticità: lo scopo che si proponeva nello scrivere era quello di esporre tutto ciò che riguardava la religione cristiana nel modo che meglio conviene alla formazione dei principianti, legati ancora al “latte” più che al cibo solido. Venne incontro, quindi, alle difficoltà degli studenti, all'epoca frastornati dalla inutile moltiplicazione dei problemi, non evitando con questo di approfondire al massimo il dato di fede. Solidamente ancorato alla documentazione biblica, patristica e filosofica, s. Tommaso sapeva adeguarsi alle esigenze e alle capacità dei suoi uditori, senza dare troppo spazio a fantasie o a sentimenti, avendo come obiettivo principale la ricerca della verità. Il primato dell'intelligenza non si risolveva in lui in un astratto intellettualismo, fine a se stesso. Il suo pensiero, espresso in uno stile spesso semplice e preciso, formulato con una eccellente capacità di sin-

tesi, era sempre legato ad un amore condizionante, ad una beatitudine sentita nel proprio intimo e comunicata quindi con gli scritti. Il momento di fraternità, vissuto nei locali del convento al termine dell’intera giornata e condiviso con la comunità dei frati domenicani, ha concluso un appuntamento divenuto ormai tradizione per ogni seminarista chiamato ad imitare nel proprio piccolo il percorso di ricerca promosso e attuato dall’Aquinate. La sua acutezza nell'intendere, la facilità nell'imparare e la profonda comprensione nello studio, frutto di una fede sempre più viva e di una pietà non sterile e chiusa in se stessa, ma aperta ad accogliere gli aiuti preziosi provenienti dalla ragione umana, possano essere quelle qualità peculiari, fatte proprie dagli studenti di oggi, per una sempre più profonda e lucida comprensione del mistero della vera Sapienza.


DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

IL PORTICO DELLA DIOCESI

Solidarietà. Le iniziative di sostegno portate avanti a Cagliari dal Movimento per la vita.

Se ti chiedessero «Vorresti aiutare una mamma a salvare il suo bimbo?» L’aiuto che viene dato dal Movimento per la Vita è un modo concreto per superare la “cultura dello scarto” denunciata da Papa Francesco MARIA STELLA LEONE

È

UNVOLONTARIATO prezioso ed entusiasta, che a Cagliari dal 1981 ha aiutato a nascere 500 bambini attraverso un sostegno alle loro mamme. Aiuto concreto, con l’ascolto e la personalizzazione dell’aiuto. Se si eliminano alcune problematiche la donna può nuovamente scoprire le sue potenzialità. Noi puntiamo in alto: l’obiettivo migliore è salvare il bambino dall’aborto volontario, facendo sentire amata la sua mamma, che vorremmo rendere autonoma col suo bambino! Vogliamo dire no alla “cultura dello scarto”, che è realmente presente e condiziona pesantemente la società. Come si diventa volontari per la Vita? Esistono due associazioni: il Movimento Per la Vita (MPV) e il Centro

Un’iniziativa di raccolta fondi promossa dal Movimento per la Vita

di Aiuto alla Vita (CAV). MPV divulga una cultura di accoglienza alla vita: i soci di MPV si riuniscono per organizzare eventi come la Giornata per la Vita, il concorso scolastico per la prevenzione dell'aborto con i giovani, interviste su radio locali, incontri per con medici e per ascoltare testimonianze, corsi di formazione. Un'attività dove ogni socio fa la sua parte, secondo ciò che ciascuno può fare. Siamo associazione ONLUS apolitica, aconfessionale. L'attività CAV consiste nell’acco-

glienza alla donna che ha una gravidanza non desiderata. Il volontario pratica un periodo di formazione, legge il manuale dell operatore, si reca al centro per conoscere con discrezione le assistite, mentre i soci "anziani" lo guidano. Può approfondire la preparazione con eventi locali o nazionali organizzati almeno una volta all'anno. Dopo tale periodo, il volontario stesso capisce quale mansione gli è congeniale: tra noi c'è la persona che cura i corredini, la volontaria che organizza le schede delle assistite, o quella

che affronta i colloqui con le donne tentate di abortire. Qual è la gratificazione per i due tipi di volontariato? Per i soci MPV rinsaldare negli animi l’amore per la vita, lo scambio di idee con le persone, la buona riuscita della raccolta fondi per le mamme assistite, i due milioni di firme raccolte per la petizione “UNO DI NOI”… e l’apporto di amicizia che si realizza! Nella Giornata Per la Vita (che si terrà ancora il 23 febbraio a Cagliari- Madonna della Strada e San Gregorio Magno) assistiamo alla Provvidenza che va incontro alle mamme con segni concreti. Per i soci CAV è ancora più breve esporre cosa dà motivazione: nel 2013 si sono rivolte al Centro 48 donne, già nati 18 bambini, e negli ultimi mesi abbiamo potuto coccolare Marco, Arianna, Giulia, Greca, Stefano, Sofia e Mohamed. Attendiamo a breve la nascita di altri 9 bambini, ed è una gioia vedere il sorriso sereno delle mamme che ritrovano fiducia o prendere in braccio quei piccoli che sentiamo un po’ anche “figli nostri”. Per chi volesse contattarci siamo a Cagliari in piazza San Sepolcro 7, (lun-mer-ven h 17-19) tel.070667701.

L’arte è via privilegiata per esprimere la fede L’iniziativa di Neocatecumenali e Sardegna Promozione MATTEO PIANO

S

abato 8 Febbraio è stata una giornata di festa per tutte le comunità Neocatecumenali della Sardegna. Infatti, presso la parrocchia “Vergine della Salute”, meglio conosciuta dai Cagliaritani come “Chiesa del Poetto”, davanti ad una grande assemblea, composta da persone giunte da tutta l’isola, sono state presentate due importanti realtà. La prima è stata la presentazione ufficiale, tramite l’architetto Mattia Del Prete, del grande retablo posto alle spalle dell’altare, con la spiegazione circa l’importanza dell’arte oggi all’interno della fede Cristiana. La seconda è stata la presentazione, in attesa di futura ufficialità, del riconoscimento che la Regione attribuirà al Cammino Neocatecumenale: il Movimento e la Parrocchia “Vergine della Salute” infatti dovrebbero essere inseriti tra gli Itinerari dello Spirito. Questo importante riconoscimento è sotto la lente di studio dell’Agenzia Sardegna Promozione, struttura tecnico-operativa della Regione, che ha l’obiettivo di favorire i flussi turistici verso la Sar-

degna e promuovere l’immagine unitaria della nostra isola. In particolar modo, l’agenzia non si occupa solamente di promuovere la classica idea della Sardegna che viene venduta all’estero (mare, sole e spiagge), ma si è proposta infatti di presentare l’isola anche dall’angolo visuale della fede, elemento fondante della nostra tradizione e luogo dell’identità di un popolo. Il direttore di Sardegna Promozione, Dott. Mariano Mariani, ha spiegato il motivo di questa scelta: “ Riconoscere formalmente il ruolo del Cammino e della Fede riflette il ruolo che le varie religioni possono avere per la promozione della pace nel mondo. Il nostro obiettivo è quello di riconoscere alcuni segmenti del turismo religioso e portarli a conoscenza delle persone. Il Cammino Neocatecumenale risponde ai principi dell’essere cristiano oggi e si può inserire perfettamente in questa realtà”. Anche il presidente della Regione Ugo Cappellacci, per via telefonica ha voluto ricordare il ruolo del Cammino: “Il Movimento Neocatecumenale risponde oggi a situazione difficili, preserva l’identità

Il nuovo retablo della chiesa della Beata Vergine della Salute a Cagliari.

della Famiglia ed è sempre attivo nell’ambito della solidarietà”. Il Prof. Renato Versace, nei saluti iniziali ha ricordato il percorso e il carisma del movimento: “Il Cammino Neocatecumenale non è solamente una realtà del Poetto, ma anche di molte zone della Sardegna. Qui abbiamo iniziato in pochi nel 1980, mentre oggi contiamo più di 30 comunità, composte dalle 30 alle 70 persone. Il futuro di questa parrocchia sarà quello di essere un oasi della fede, aperta a tutti i fratelli”. La presentazione dei nuovi ambienti parrocchiali è stata affidata all’architetto, nonché curatore del progetto, Mattia Del Prete, che dal 1976 collabora con il fondatore del cammino neocatecumenale, Kiko Arguello, alla ricerca di una nuova estetica degli spazi ecclesiali come servizio all’evangelizzazione. L’architetto romano ha illustrato

il valore del retablo, la grande pala posta alle spalle dell’altare, come elemento della tradizione sarda, ma di origine chiaramente spagnola. “Il luogo dove s’incontra Cristo deve essere espressivo, cioè vivo e vero. L’arte svolge una funzione di accoglienza, infatti l’immagine viene incontro a colui che è affranto, che ha bisogno di un’illuminazione sulla propria vita”. Soddisfatto della giornata il parroco, Padre Enrico Spano: “Questo evento riassume il cammino di due anni. Tutta la comunità ha partecipato sia con la preghiera che economicamente. La bellezza della nostra comunità è quella di trovare famiglie numerose legate alla fede, che ogni giorno, nonostante le difficoltà del quotidiano, affrontano la crisi nel miglior modo possibile. Questo è un bel modo di annunciare con la propria vita il Signore”.

IL PORTICO

15

detto tra noi Il declino della fede in Olanda di D. TORE RUGGIU

Dati recenti fotografano la situazione ecclesiale in Olanda, abbastanza preoccupante. Solo il 7% di cattolici partecipa alla Messa festiva e solo il 16% chiede il Battesimo dei figli. Nulla di nuovo sotto il sole, si potrebbe commentare. Tant’è che negli anni ’80 ad Amsterdam, un gruppo di pellegrini italiani non sono riusciti, di domenica, a trovare una chiesa per la celebrazione Eucaristica. I partecipanti al viaggio turistico ricordano di aver dovuto celebrare l’Eucarestia in una piazzola dell’autostrada. E meno male che non sono stati cacciati via dalla polizia. In città, gli sessi turisti, ricordano di aver visto di tutto e di più di quanto si possa immaginare: abbigliamenti stravaganti, capigliature variopinte a cresta di gallo, spaccio di droga nelle piazze e nelle strade, prostitute nelle vetrine dei negozi, come qualsiasi altro tipo di merce in vendita, etc. Oggi le cose sono cambiate? Si….in peggio! Visti i dati succitati e visto che c’è perfino intenzione di fondare un partito che sostiene la pedofilia, come una delle tante forme di modernità e di libertà sessuale. Non ci si meraviglia di tutto ciò se si considera che, sempre secondo la testimonianza dei succitati turisti, la guida, interrogata sulla religiosità degli olandesi, rispose: “è un problema che a noi non interessa”. Quando un popolo o anche il singolo mette Dio da parte, tutto è possibile e tutto diventa lecito o, quanto meno, relativo. Tante volte questa nazione viene portata come esempio di modernizzazione, per le conquiste sociali e per altre forme di progresso civile. Certamente per alcune cose sono efficienti: la viabilità, la foresta artificiale, i laghi artificiale, la bellezza delle città e della campagna, i prodotti tipici e forse anche l’organizzazione politica e la stabilità economica. Ma a che serve tutto ciò se manca l’attenzione all’anima? Direbbe Gesù: “a che serve all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?”. Aborto, divorzio, matrimoni gay, una certa apertura alla pedofilia, eutanasia, droga libera, trasgressioni di fatto legalizzate, senza alcun limite, fanno di questa nazione una povera nazione! E noi dovremmo recepire questi modelli? È proprio il caso che questi comportamenti vadano presi come esempi di progresso e di civiltà? Ma per favore! Non siamo in possesso di altri dati che sarebbero interessanti, per esempio quanti sono i suicidi, quanti i malati psichici, quanti antidepressivi vengono consumati e così via. Come sarebbe interessante poter leggere dentro il cuore delle persone per vedere se sono felici. Ma questo è un potere che ha solo Dio. E, allora, a Lui affidiamo questo popolo e tutti i popoli della terra e affidiamo noi stessi, perché ci preservi dalla tentazione di vivere la vita come de Lui non ci fosse.


16

IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO

IL PORTICO

II Papa. I passaggi salienti del Messaggio del Santo Padre per la prossima Quaresima.

Gesù Cristo si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà ari fratelli e sorelle, in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni, perché possano servire al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo spunto dall’espressione di san Paolo: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9). L’Apostolo si rivolge ai cristiani di Corinto per incoraggiarli ad essere generosi nell’aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno. Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico?

C

La grazia di Cristo Anzitutto ci dicono qual è lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi…». Cristo, il Figlio eterno di Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre, si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino ad ognuno di noi; si è spogliato, “svuotato”, per rendersi in tutto simile a noi (cfr Fil 2,7; Eb 4,15). È un grande mistero l’incarnazione di Dio! Ma la ragione di tutto questo è l’amore divino, un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, e

Il Papa in visita in una parrocchia della periferia di Roma.

non esita a donarsi e sacrificarsi per le creature amate. La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto questo con noi. […] La povertà di Cristo che ci arricchisce è il suo farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, comunicandoci la misericordia infinita di Dio. La povertà di Cristo è la più grande ricchezza: Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria. La nostra testimonianza Potremmo pensare che questa “via” della povertà sia stata quella di Gesù, mentre noi, che veniamo dopo di Lui, possiamo salvare il mondo con adeguati mez-

INDUSTRIA GRAFICA

GRAFICHE

GHIANI dal 1981 stampatori in Sardegna

www.graficheghiani.it • commerciale@graficheghiani.com • 070 9165222 (r.a.)

zi umani. Non è così. In ogni epoca e in ogni luogo, Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la povertà di Cristo, il quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa, che è un popolo di poveri. La ricchezza di Dio non può passare attraverso la nostra ricchezza, ma sempre e soltanto attraverso la nostra povertà, personale e comunitaria, animata dallo Spirito di Cristo. Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza. Possiamo distinguere tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale. La miseria materiale è quella che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale. Di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità. Nei poveri e negli ultimi noi vediamo il volto di Cristo; amando e aiutando i poveri amiamo e serviamo Cristo […] Non meno preoccupante è la miseria morale, che consiste nel

diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri – spesso giovane – è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. In questi casi la miseria morale può ben chiamarsi suicidio incipiente. Questa forma di miseria, che è anche causa di rovina economica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera. Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna. Il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e di speranza! È bello sperimentare la gioia di diffondere questa buona notizia, di condividere il tesoro a noi affidato, per consolare i cuori affranti e dare speranza a tanti fratelli e sorelle avvolti dal buio. Si tratta di seguire e imitare Gesù, che è andato verso i poveri e i peccatori come il pastore verso la pecora perduta, e ci è andato pieno d’amore. Uniti a Lui possiamo aprire con coraggio nuove strade di evangelizzazione e promozione umana. Papa Francesco Messaggio per la Quaresima 2014 (26 dicembre 2013)

agenda pastorale 13 febbraio 2014 - 9.00 Ritiro mensile del Clero. Seminario Arcivescovile Cagliari Guida il ritiro Mons. Giovanni Dettori, Vescovo di Ales- Terralba.

15 febbraio 2014 - 18.00 Incontro diocesano fidanzati. Aula magna del Seminario Arcivescovile - Cagliari A cura dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare.

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014

curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

Direttore responsabile Roberto Piredda Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico, Lidia Lai, Archivio Seminario Regionale Sardo Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Redazione: Francesco Aresu, Federica Bande, Roberto Comparetti, Maria Chiara Cugusi, Fabio Figus, Maria Luisa Secchi. Hanno collaborato a questo numero: Tore Ruggiu, Andrea Busia, Valeria Usala, Matteo Piano, Laura Floris, Carlo Rotondo, Marco Olianas, Maria Stella Leone. Per l’invio di materiale scritto e fotografico e per qualsiasi comunicazione fare riferimento all’indirizzo e-mail: settimanaleilportico@gmail.com L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).

Abbònati a Il Portico 48 numeri a soli 30 euro 1. conto corrente postale Versamento sul CONTO CORRENTE POSTALE n. 53481776

intestato a: Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari.

2. bonifico bancario Versamento sul CONTO CORRENTE BANCARIO n. 1292

intestato a: Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari presso Banca Prossima Sede di Milano, IBAN IT 39 U033 5901 6001 0000 0001 292

3. L’abbonamento verrà immediatamente attivato Inviando tramite fax la ricevuta di pagamento allo 070 523844 indicando chiaramente nome, cognome, indirizzo, cap, città, provincia, telefono, l’abbonamento sarà attivato più velocemente.

QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.