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DOMENICA 9 MARZO 2014 A N N O X I N . 10
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
CAGLIARI
€ 1.00
Caravaggio, La Conversione di San Paolo (particolare), 1601, Chiesa di Santa Maria del Popolo, Roma.
Cambiare direzione N
ROBERTO PIREDDA
el Messaggio per la Quaresima Papa Francesco ha preso spunto da un testo di San Paolo: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9). A partire da queste parole siamo invitati a fissare il nostro sguardo su Cristo per comprendere come riformare la nostra esistenza. Innanzitutto c’è da chiedersi quale sia lo stile di Dio. Papa Francesco sottolinea come il Signore si riveli non «con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo», ma scegliendo quelli «della debolezza e della povertà». Il mistero dell’incarnazione del Figlio ci presenta un Dio che si è fatto povero e si è reso simile a noi. La ragione di questo movimento di Dio verso l’uomo è semplicemente l’amore: «La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto questo con noi». La logica di Dio è quindi quella di un amore senza misura, capace di arrivare fino alla sublimità della Croce. Dio «non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi dà parte del proprio superfluo con pietismo filantropico», ma si è “compromesso” con la nostra storia, si è fatto prossimo dei peccatori per consentire ad ogni uomo di poter incontrare la misericordia del Padre. Per l’A-
postolo è proprio la scelta di Cristo di farsi povero, vivendo così una spoliazione, che rende possibile l’autentica liberazione dell’uomo. La povertà di Cristo, spiega Papa Francesco nel suo Messaggio, è la ricchezza più grande per l’uomo, perché indica la strada dove ciascuno può trovare il senso dell’esistenza: «Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria […] Quando Gesù ci invita a prendere su di noi il suo “giogo soave”, ci invita ad arricchirci di questa sua “ricca povertà” e “povera ricchezza”, a condividere con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito». Un’espressione cara a San Tommaso d’Aquino e alla tradizione domenicana, contemplata aliis tradere, può aiutare a comprendere lo sviluppo della riflessione di Papa Francesco. Per lui si tratta di passare dalla realtà “contemplata” (la povertà di Cristo), all’impegno per comunicare agli altri il frutto di questo incontro con il Signore. Non a caso la seconda parte del suo Messaggio fa riferimento alla nostra testimonianza, mettendo subito in guardia dal pericolo di considerare la via della povertà come qualcosa di legato unicamente all’esperienza storica di Gesù, mentre noi oggi potremmo “salvare” il mondo con adeguati mezzi umani. Non è così secondo il Papa: «In ogni epoca e in ogni luogo, Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la
povertà di Cristo, il quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa, che è un popolo di poveri. La ricchezza di Dio non può passare attraverso la nostra ricchezza, ma sempre e soltanto attraverso la nostra povertà, personale e comunitaria, animata dallo Spirito di Cristo». Trasmettere agli altri il frutto di ciò che si è contemplato in Cristo è un esercizio concreto. Un passo decisivo è quello del “purificare” il proprio sguardo, per riuscire a vedere con gli occhi di Cristo i vari tipi di miseria che feriscono la vita dei fratelli. Sono tre per il Papa le “miserie” del nostro tempo: «La miseria materiale è quella che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana […] la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato […] la miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore». Ogni cristiano è chiamato ad andare incontro a queste miserie imitando Gesù «che è andato verso i poveri e i peccatori, come il pastore verso la pecora perduta». In questo modo, ricorda Papa Francesco, «possiamo aprire con coraggio nuove strade di evangelizzazione e promozione umana». Tutto questo diventa possibile solo se ci si conforma a Cristo lasciandosi arricchire dalla sua povertà. Questa è la via della novità evangelica. Non bisogna aver paura di cambiare direzione per riuscire a percorrerla.
SOMMARIO LAVORO
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I dati più recenti confermano il dramma della disoccupazione PAPA FRANCESCO
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In vista del Sinodo il Papa scrive una Lettera alle Famiglie CAGLIARI
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La polizia e la scuola lottano insieme contro il cyberbullismo FAMIGLIA
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La seconda parte dell’intervista in esclusiva a Costanza Miriano MISSIONI
Mons. Miglio ricorda la sua recente visita alla missione in Kenya
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IL PORTICO DEL TEMPO
IL PORTICO
DOMENICA 9 MARZO 2014
Sardegna. I dati drammatici forniti dall’Agenzia Regionale per il Lavoro relativi al terzo trimestre dello scorso anno.
Disoccupazione record in Sardegna
Una manifestazione dei lavoratori del Sulcis.
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MANUELA DEIDDA
la Sardegna aveva un tasso del 14,8% e nel secondo trimestre del 18,6% con una variazione trimestrale significativa del 3,8 e una più ridotta variazione annuale (solo 0,2) rispetto al terzo trimestre 2012 (tasso del 14,6%). In pratica, il tasso di disoccupazione nel periodo 2012-2013 non è variato in modo significativo a livello annuale, ma solo a livello trimestrale nel 2013. Questo ultimo dato viene spiegato dalla Agenzia del lavoro con il passaggio di un notevole numero di persone in cerca di occupazione dall’area dell’attività a quella della inattività, per effetto di un forte “scoraggiamento” nel cercare una nuova
‘AGENZIA REGIONALE per il Lavoro ci offre un quadro recente sulla situazione dell’occupazione-disoccupazione in Sardegna nell’ultimo trimestre del 2013. Siamo di fronte ad una “crisi” del mondo del lavoro caratterizzata da tassi di disoccupazione relativamente stabili a livello annuale ma molto variabili nell’arco di un trimestre, da uno scoraggiamento profondo delle persone nel mettersi alla ricerca di un nuovo impiego e dalle difficoltà che colpiscono soprattutto i giovani e le donne, oltre che settori tipici e caratteristici del comparto lavorativo regionale, quali industria e servizi. Da questa analisi emerge che il numero di occupati in Sardegna nell’ultimo trimestre 2013 (560 mila unità) è in linea con gli altri due trimestri (558 mila nel priNO DEI PROBLEMI più spinosi sul tema del lamo e 552 mila nel secondo). Il voro riguarda la difficoltà che le donne inconfronto di questo dato con il contrano nel trovare un’occupazione e nel terzo trimestre 2012 (602 mila mantenerla nel tempo. unità) fa cogliere però immedia- Il Direttore Generale dell’Assessorato Regionale del tamente il calo di ben 42 mila Lavoro, Antonio Mascia, intervistato recentemente, unità di occupati e di 55 mila ha evidenziato che anche nell’Isola c’è una grossa unità rispetto al terzo trimestre difficoltà a sostenere le donne nell’inserirsi piena2011 (615 mila unità). mente e con i dovuti riconoscimenti nel mondo del Considerando i tassi di occupa- lavoro. zione, il terzo trimestre 2013 ha Due sono le ragioni di fondo di questo gap femminile: una percentuale del 49%, men- il fatto che le donne non hanno le stesse opportunità tre nel secondo semestre 2012 era di accedere al mondo del lavoro rispetto agli uomidel 48,3%. Il confronto con il tas- ni e il dover talvolta rinunciare al miglioramento delso di occupazione nel terzo tri- la condizione lavorativa perché non riescono a conmestre 2012 (52,5%) fa emergere ciliare il duplice impegno familiare e professionale. subito la variazione annuale del - Si evidenzia una forte discriminazione legata al fat3,5, con un calo piuttosto mar- to di diventare “madre”, un compito che assume, cato. Sul versante della disoccu- secondo Mascia, un valore negativo soprattutto se la pazione nel terzo trimestre 2013 donna lavora. Oltre 50 mila donne sarde sono di-
occupazione. I dati ci dicono che il tasso di attività nel 2013 era del 57,7% al terzo trimestre e del 59,5% al secondo trimestre (con una variazione trimestrale del -1,8), mentre nel 2012 il tasso al terzo trimestre era del 61,6%, con una marcata variazione annuale del -3,9. Considerando il tasso di inattività si nota che è cresciuto dell’1,8% nella variazione trimestrale del 2013 e del 3,9% nella variazione annuale 2012-2013, passando da un tasso di 38,4% ad uno di 42,3%. In pratica, le persone che cercano lavoro non attivamente sono passate dalle 43 mila alle 72 mila in un solo trimestre del 2013 (+29 mila), un valore mai registrato nei tre
anni precedenti. Il totale degli inattivi in età lavorativa si aggira su 476 mila unità (2013), erano 435 mila (2012) e 455 mila (2011), superavano quota 480 mila solo nel 2010. Nell’Isola abbiamo quindi circa 1 milione di inattivi in età lavorativa e non. Osservando il totale delle forze-lavoro, la Sardegna si colloca nell’ultimo trimestre 2013 su una quota di 657 mila unità, mentre nello stesso periodo del 2012 erano 704 mila. Le persone in cerca di occupazione invece si attestano sulle 97 mila (nel III trimestre 2013) contro le 103 mila dello stesso periodo 2012; dobbiamo scendere al 2011 per trovare un dato più basso (78 mila). Se poi analizziamo il tasso di attività tra i 15-64 anni vediamo che in Sardegna c’è un 57,7% di attivi in questa fascia di età nel 2013 (il valore più basso rispetto sponibili a cercare lavoro ma scoraggiate dal farlo agli anni precedenti in cui si superava anche il 60%) e un tasso di perché non trovano le “porte aperte” per loro. Commentando i dati dell’Agenzia Regionale del la- occupazione che si aggira sul voro, Mascia afferma che rispetto ad un tasso di di- 49% che invece non si discosta soccupazione generale del 14% in Sardegna, gli uo- significativamente dagli altri pemini occupati sono circa il 57%, mentre le donne so- riodi analizzati (variabile tra il lo il 40,30%. Su 97 mila persone in cerca di lavoro, il 48% e il 52%). 15,50% sono uomini e solo il 13,60% sono donne. Le Un ultimo dato degno di nota ripersone che cercano attivamente un lavoro sono 72 guarda i settori della attività ecomila, di cui 39 mila uomini e solo 33 mila donne. Su nomica. L’Istat rileva delle varia69 mila persone disposte a lavorare, 20 mila sono zioni in positivo nel comparto degli alberghi e dei ristoranti (+ uomini e ben 49 mila sono donne. Sembra perciò confermarsi l’ostilità della società at- 16 mila unità rispetto ai mesi pretuale verso le donne e la necessità di trovare e mobi- cedenti), anche se in misura più litare una serie di accorgimenti che promuovano in limitata rispetto agli anni precegenerale la tutela del lavoro della donna e allo stes- denti. Sono invece in grossa crisi so tempo la possibilità di non farglielo perdere quan- i comparti dei servizi alle famido dovrà conciliare famiglia, figli ed occupazione. glie (- 13 mila unità) e il comparUn deciso cambio di mentalità e di prassi per can- to dell’industria (- meno 10 mila unità). cellare un ostracismo inaccettabile.
Le donne sono le più penalizzate
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IL PORTICO DEGLI EVENTI
DOMENICA 9 MARZO 2014
Regione. Raccolto quasi un milione di euro nei primi mesi dopo l’alluvione.
Dalla solidarietà di tanti rinasce la speranza nel difficile dopo alluvione Parla Mons. Sanguinetti Vescovo di Tempio: “Fin dal primo momento la Chiesa è stata al fianco della città e di tutti coloro che hanno avuto dei danni”
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FRANCESCO ARESU
di euro (di cui 80 mila già spesi per i primi interventi) raccolti in favore delle famiglie olbiesi olbiesi colpite dall'alluvione dello scorso novembre. È l'iniziativa portata avanti dalla Caritas della diocesi di TempioAmpurias, come annunciato nei giorni scorsi dal vescovo Mons. Sebastiano Sanguinetti durante una conferenza stampa in cui è stato fatto un primo bilancio del lavoro svolto finora dai volontari. Nei quattro conti correnti attivati subito dopo l'alluvione del 18 novembre scorso sono stati versati finora oltre 320 mila euro, frutto di donazioni giunte da tutta Italia da cittadini, enti vari e dalle parrocchie. La CEI – tramite la Caritas Nazionale – ha donato 545 mila euro, mentre la Diocesi di Tempio-Ampurias ha destinato alla Caritas diocesana 100 mila euro per il microcredito e per il “Prestito della speranza”. IRCA UN MILIONE
"Fin dal primo momento la Chiesa – ha detto Mons. Sanguinetti – si è sentita coinvolta, come è suo dovere, nell'essere al fianco della città e di tutti coloro che hanno subito gravissimi danni. Ciò è stato realizzato mettendo in campo le proprie risorse a disposizione in fatto di persone, volontariato, strutture e sostegni pratici. Fin dalla fase immediatamente successiva all'emergenza è stata fatta una scelta di prossimità verso le famiglie, che caratterizzerà anche la fase relativa al sostegno concreto". I criteri messi a punto per l'erogazione dei contributi alle famiglie tengono conto di fattori quali la residenza o domicilio nelle vie
colpite dall'alluvione nel territorio del Comune di Olbia; valutazione dei danni alle abitazioni, distinguendo se si tratta di abitazione di proprietà o in affitto; fasce deboli (anziani, minori, portatori di handicap, divorziati); valutazione del reddito (da lavoro, pensione, disoccupazione o altro); danni attività (piccole imprese o a conduzione familiare ecc.); componenti del nucleo familiare. L'impegno di Caritas Italiana e Caritas Ambrosiana ha riguardato innanzitutto la fornitura di elettrodomestici: sono stati donati 35 deumidificatori che al momento ha permesso di deumidificare ben 360 case, 35 tra frigoriferi, lavatrici, forni e piani cottura, 10 cucine
componibili e circa ottocento materassi. Non solo: sono stati distribuiti 40 voucher per l'acquisto di alimenti, farmaci, elettrodomestici e bombole, così come alcuni contributi a fondo perduto. Da ricordare le sette borse di lavoro assegnate per il sostegno al reddito e per la costituzione di un'équipe di muratori, idraulici, elettricisti e personale per le pulizie, da impiegare in interventi di ripristino delle case degli alluvionati. Per quanto riguarda il microcredito e il Prestito della speranza, iniziative proprie della Caritas, sono state avviate 16 pratiche mentre una decina le persone hanno usufruito di supporto psicologico. Sono state pagate bollette e rate di automobili agli alluvionati particolarmente bisognosi. "L'esperienza dell'emergenza – ha detto Suor Luigia Leoni, direttrice della Caritas diocesana di Tempio-Ampurias – è stata dolorosa, ma ci ha arricchito molto. Sono rimasta colpita dalla generosità della gente, dalla forza d'animo della popolazione di Olbia, dalla solidarietà che si è creata tra famiglie dello stesso quartiere. Le persone hanno cercato di non piangersi addosso e di guardare all'altro che aveva più bisogno. Senza dimenticare la presenza di un 'esercito' di giovani che si è speso fino all'inverosimile, senza badare alla fatica, con la gioia di fare qualcosa per gli altri".
La catena di solidarietà Il segno più eloquente ha unito tutta l’Italia è la carità di tanta gente I. P.
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uanto raccolto è da considerare una cifra di notevole entità”. Così monsignor Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Tempio – Ampurias, parla dei fondi finora raccolti a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione. “Purtroppo non è sufficiente a coprire le necessità di chi ha perso tutto – afferma il presule. Il mare di bisogni è tale che pur con una cifra che supera il milione di euro la raccolta è comunque una goccia ma comunque significativa che molteplici significati. In primis la catena di solidarietà che si è sviluppata in modo spontaneo non solo nella Diocesi ma in tutta la Sardegna e nel resto d’Italia. La Sardegna ed Olbia in particolare non si sono sentite sole ma con tante persone disposte ad aiutare chi era stato colpito dall’alluvione. Il secondo elemento è che quanto raccolto è il frutto dell’impegno di singoli ma anche di enti e società che non hanno voluto far
Mons. Sebastiano Sanguinetti.
mancare la loro vicinanza in un momento difficile, come quello vissuto in quei giorni, e che continua ancora per tante famiglie. Una buona parte di quanto arrivato è il frutto di donazioni fatte alla Caritas italiana che ha poi girato le somme a quella diocesana. Si sono fidati della Caritas perché sanno che ciò che viene donato arriva effettivamente nelle mani dei bisognosi, e di questo non possiamo che esserne felici”.
Suor Luigia Leoni.
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I. P.
on possiamo non ringraziare tutti quelli che sono venuti in aiuto alle necessità di chi nella nostra Diocesi ha perso tutto”. Suor Luigia Leoni, responsabile della Caritas di Tempio – Ampurias, racconta così della grande gara di solidarietà che si è messa in moto all’indomani di quel tragico 18 novembre. Molte offerte arrivano
dalla Sardegna ma tante ci sono giunte anche dalla Penisola e dall’estero dove tanti emigrati che si sono trasferiti per lavoro non hanno dimenticato la loro Terra. Quello che ci ha colpito è la prossimità e la vicinanza di tanti per un evento che ha lasciato il segno così come è stato bellissimo vedere tanti volontari, molti giovani, mettersi a disposizione delle diverse necessità in fase di emergenza ed anche nelle iniziative che in mille modi hanno consentito di aiutare chi ha perso tutto. Tra i giovani solo quelli censiti, se li si può definire così, sono oltre 700, ai quali vanno aggiunti tanti altri. Oltre al denaro e alle braccia che si sono prodigate per il lavoro vanno aggiunti i viveri che sono stati distribuiti, insieme a materassi ed altre cose che sono state più che mai utili per dare un segno concreto di vicinanza. Tra le attività più importanti di certo quella delle deumidificazione delle case realizzata grazie all’uso di appositi dispositivi che si stanno rivelando fondamentali per il recupero delle abitazioni”.
IL PORTICO
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il fatto UCRAINA
In Crimea la pace è messa a dura prova Mentre questo numero de Il Portico va in stampa la situazione in Ucraina è in continua evoluzione. Da oltre tre mesi il Paese è spaccato tra sostenitori dell'ormai ex presidente filo-russo Viktor Yanukovich ed una variegata opposizione dove convivono gli europeisti ed nazionalisti.
L'accordo raggiunto il 21 febbraio per risolvere la crisi non è stato rispettato. Yanukovich è stato rimosso da un voto del parlamento (tecnicamente privo di validità giuridica), è ufficialmente ricercato "per omicidio di massa di cittadini pacifici" ed è in Russia, ma si considera ancora presidente dell'Ucraina. Il capo di Stato ad interim è Olexander Turchynov; il nuovo premier è Arseni Iazeniuk. Entrambi provengono dal partito dell'ex premier Yulia Tymoshenko, uscita dal carcere il 22 febbraio scorso. In Crimea, repubblica autonoma la cui popolazione è in maggioranza russa, la situazione era tesa da alcuni giorni prima dell'intervento delle truppe di Mosca. Nella capitale Sinferopoli è stato occupato il parlamento e rovesciato il governo. Per le strade, sostenitori del nuovo governo ucraino hanno fronteggiato gruppi di filo-russi. Mentre uomini armati non identificati ma riconducibili alla Russia presidiavano gli aeroporti della repubblica, il nuovo premier filo-russo della Crimea Sergiy Aksyonov ha ufficialmente richiesto l'aiuto di Putin “per riportare la pace e la calma”. L'aiuto, come visto, è arrivato. Per il 30 marzo è previsto un referendum sull'aumento dell'autonomia.
Le diplomazie di tutto il mondo sono la lavoro. Da un lato il blocco Unione Europea e Stati Uniti che sostengono l’Ucraina indipendente, dall’altro Putin e da qualche giorno anche la Cina, che invece vogliono l’ex Repubblica sovietica sotto l’ombrello russo. Tra le voci che si sono levate per la pace quella del Papa che nell’Angelus di domenica scorsa ha chiesto il ritorno al dialogo e il confronto tra le parti.
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IL PORTICO DEL TEMPIO
IL PORTICO
DOMENICA 9 MARZO 2014
Il Papa. La comunità internazionale sostenga ogni iniziativa per la pace in Ucraina.
“Finchè ognuno cerca di accumulare per sé non ci sarà mai vera giustizia” ROBERTO PIREDDA
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LL’ANGELUS IL SANTO Padre ha proposto una riflessione sul Vangelo domenicale (Mt 6,24-34), incentrato sul tema della divina Provvidenza. Gesù esorta a fidarsi completamente di Dio che non dimentica nessuno dei suoi figli, questa parola, ha spiegato Papa Francesco, potrebbe sembrare per molte persone una realtà astratta mentre è di stretta attualità: «non si può servire a due padroni: Dio e la ricchezza. Finché ognuno cerca di accumulare per sé, non ci sarà mai giustizia. Dobbiamo sentire bene, questo! Finché ognuno cerca di accumulare per sé, non ci sarà mai giustizia. Se invece, confidando nella provvidenza di Dio, cerchiamo insieme il suo Regno, allora a nessuno mancherà il necessario per vivere dignitosamente». La brama di possedere rende cieco l’uomo, che magari può anche avere molti beni, ma è vuoto di Dio: «Per questo Gesù ha più volte ammonito i ricchi, perché è forte per loro il rischio di riporre la propria sicurezza nei beni di questo mondo, e la sicurezza, la definitiva sicurezza, è in Dio. In un cuore posseduto dalle ricchezze, non c’è più molto posto per la fede: tutto è occupato dalle ricchezze, non c’è posto per la fede». Al contrario, quando si mette Dio al primo posto «il suo amore conduce a condividere anche le ricchezze, a
metterle al servizio di progetti di solidarietà e di sviluppo, come dimostrano tanti esempi, anche recenti, nella storia della Chiesa». La Provvidenza di Dio, ha affermato ancora il Papa, «passa attraverso il nostro servizio agli altri, il nostro condividere con gli altri. Se ognuno di noi non accumula ricchezze soltanto per sé ma le mette al servizio degli altri, in questo caso la Provvidenza di Dio si rende visibile in questo gesto di solidarietà». Per Papa Francesco l’insegnamento di Gesù sulla Provvidenza è più che mai attuale dentro il contesto della crisi economica: «se ci si pensa bene, ci riporta alla giusta scala di valori. Egli dice: «La vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?» (Mt 6,25). Per fare in modo che a nessuno manchi il pane, l’acqua, il vestito, la casa, il lavoro, la salute,
bisogna che tutti ci riconosciamo figli del Padre che è nei cieli e quindi fratelli tra di noi, e ci comportiamo di conseguenza». Al termine dell’Angelus il Papa ha invitato tutti alla preghiera per l’Ucraina: «mentre auspico che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare le incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione, rivolgo alla comunità internazionale un accorato appello affinché sostenga ogni iniziativa in favore del dialogo e della concordia». In settimana il Santo Padre ha ricevuto in udienza un gruppo di vescovi amici del Movimento dei Focolari e ha proposto loro una riflessione sul tema della reciprocità dell’amore: «La società di oggi ha un grande bisogno della testimonianza di uno stile di vita da cui traspaia la novità donataci dal Signore Gesù:
fratelli che si vogliono bene pur nelle differenze di carattere, di provenienza, di età. Questa testimonianza fa nascere il desiderio di essere coinvolti nella grande parabola di comunione che è la Chiesa. Quando una persona avverte che "la reciprocità dell’amore tra i discepoli di Cristo" è possibile ed è capace di trasformare la qualità delle relazioni interpersonali, si sente chiamata a scoprire o a riscoprire Cristo, si apre all’incontro con Lui vivo e operante, viene spronata ad uscire da sé stessa per andare verso gli altri e diffondere la speranza che ha ricevuto in dono». Sempre in settimana Papa Francesco ha incontrato i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Commissione per l’America Latina. Con loro ha insistito su alcuni punti essenziali: «Primo, come struttura educativa, trasmettere contenuti, comportamenti e senso dei valori. Secondo, l’utopia del giovane, relazionarla e armonizzarla con la memoria e il discernimento. Terzo, la cultura dello scarto come uno dei fenomeni più gravi di cui sta soffrendo la nostra gioventù, soprattutto per l’uso che di questa gioventù può fare e sta facendo la droga per distruggere. Stiamo scartando i nostri giovani! Il futuro qual è? Un compito: la traditio fidei è anche traditio spei, e dobbiamo darla!». All’Udienza generale il Papa si è soffermato sul Sacramento dell’Unzione degli infermi.
IN VISTA DEL PROSSIMO SINODO DEI VESCOVI
Il Papa scrive alle famiglie
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are famiglie, mi presento alla soglia della vostra casa per parlarvi di un evento che, come è noto, si svolgerà nel prossimo mese di ottobre in Vaticano. Si tratta dell’Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocata per discutere sul tema "Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione". Oggi, infatti, la Chiesa è chiamata ad annunciare il Vangelo affrontando anche le nuove urgenze pastorali che riguardano la famiglia. Questo importante appuntamento coinvolge tutto il Popolo di Dio, Vescovi, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici delle Chiese particolari del mondo intero, che partecipano attivamente alla sua preparazione con suggerimenti concreti e con l’apporto indispensabile della preghiera. Il sostegno della preghiera è quanto mai necessario e significativo specialmente da parte vostra, care famiglie. Infatti, questa Assemblea sinodale è dedicata in modo speciale a voi, alla vostra vocazione e missione nella Chiesa e nella società, ai problemi del matrimonio, della vita fa-
miliare, dell’educazione dei figli, e al ruolo delle famiglie nella missione della Chiesa. Pertanto vi chiedo di pregare intensamente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito. Come sapete, questa Assemblea sinodale straordinaria sarà seguita un anno dopo da quella ordinaria, che porterà avanti lo stesso tema della famiglia. E, in tale contesto, nel settembre 2015 si terrà anche l’Incontro Mondiale delle Famiglie a Philadelphia. Preghiamo dunque tutti insieme perché, attraverso questi eventi, la Chiesa compia un vero cammino di discernimento e adotti i mezzi pastorali adeguati per aiutare le famiglie ad affrontare le sfide attuali con la luce e la forza che vengono dal Vangelo. Vi scrivo questa lettera nel giorno in cui si celebra la festa della Presentazione di Gesù al tempio. L’evangelista Luca narra che la Madonna e san Giuseppe, secondo la Legge di Mosè, portarono il Bambino al tempio per offrirlo al Signore, e che due anziani, Simeone e Anna, mossi dallo Spirito Santo, andarono loro incontro e riconobbero in Gesù il Messia (cfr Lc
pietre INDIA
Esproprio per una casa di Madre Teresa Il governo locale di Mumbai ha presentato una notifica di esproprio terriero alla “Cardinal Gracias Destitute's Home”, una casa per malati e moribondi delle Missionarie della Carità. L'amministrazione chiede di acquisire 3,5 m2 per motivi di ampliamento della strada, al fine di decongestionare il traffico nell'area. Suore e attivisti spiegano però che modificare la viabilità in quel punto non risolverà il problema, e distruggerà una parte della “Cardinal Gracias Destitute's Home”. Fondata nel 1962, la casa per malati e moribondi oggi ospita 70 donne. COREA DEL NORD
Missionario cristiano in prigione Il governo della Corea del Nord ha arrestato un missionario cristiano di75 anni per "distribuzione illegale di materiale religioso". John Short, di nazionalità australiana, vive a Hong Kong da 50 anni: l'arresto è avvenuto lo scorso 16 febbraio, ma la conferma è arrivata solo nei giorni scorsi. Secondo la moglie, Short "era consapevole dei suoi rischi quando ha deciso di andare a Pyongyang". Karen Short lavora con il marito presso la Christian Book Roomdi Tsuen Wan, uno dei quartieri dei Nuovi Territori. La donna racconta: "Si tratta di un evento fuori dall'ordinario, ma noi siamo missionari cristiani. Mio marito sapeva a cosa andava incontro. Alla fine siamo tutti nelle mani di Dio, e noi siamo fermamente convinti di questo". INDONESIA
In migliaia per il nuovo vescovo 2,22-38). Simeone lo prese tra le braccia e ringraziò Dio perché finalmente aveva "visto" la salvezza; Anna, malgrado l’età avanzata, trovò nuovo vigore e si mise a parlare a tutti del Bambino. È un’immagine bella: due giovani genitori e due persone anziane, radunati da Gesù. Davvero Gesù fa incontrare e unisce le generazioni! Egli è la fonte inesauribile di quell’amore che vince ogni chiusura, ogni solitudine, ogni tristezza. Nel vostro cammino familiare, voi condividete tanti momenti belli: i pasti, il riposo, il lavoro in casa, il divertimento, la preghiera, i viaggi e i pellegrinaggi, le azioni di solidarietà… Tuttavia, se manca l’amore manca la gioia, e l’amore autentico
ce lo dona Gesù: ci offre la sua Parola, che illumina la nostra strada; ci dà il Pane di vita, che sostiene la fatica quotidiana del nostro cammino. Care famiglie, la vostra preghiera per il Sinodo dei Vescovi sarà un tesoro prezioso che arricchirà la Chiesa. Vi ringrazio, e vi chiedo di pregare anche per me, perché possa servire il Popolo di Dio nella verità e nella carità. La protezione della BeataVergine Maria e di san Giuseppe accompagni sempre tutti voi e vi aiuti a camminare uniti nell’amore e nel servizio reciproco. Di cuore invoco su ogni famiglia la benedizione del Signore. Papa Francesco 2 Febbraio 2014
Migliaia di cattolici provenienti da Jakarta, Bandung e Bogor, assieme a centinaia di fedeli accorsi da altre zone dell'arcipelago indonesiano, hanno partecipato alla cerimonia di ordinazione episcopale del neo vescovo di Bogor, mons. Paskhalis Bruno Syukur. La solenne concelebrazione si è tenuta a Bogor, presenti 41 vescovi provenienti da tutto il Paese e almeno 185 sacerdoti, oltre al Nunzio apostolico in Indonesia mons. Antonio Guido Filippazi. La reggenza di Bogor negli ultimi anni è stata più volte teatro di episodi di discriminazioni e abusi a sfondo confessionale, che hanno colpito cattolici, protestanti ed esponenti della minoranza Ahmadi, ritenuta eretica perché non considera Maometto quale ultimo profeta
DOMENICA 9 MARZO 2014
IL PORTICO DEI GIOVANI
IL PORTICO
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Pastorale giovanile. Riprendono le attività della Consulta Giovani della Forania di Quartu S. Elena.
Consulta Giovani , le parrocchie lavorano unite per andare incontro a tutti i giovani di Quartu
e percorsi dedicati alla città di Quartu dalle stesse parrocchie di Quartu. Promotori di questa bella ed importante iniziativa sono i viceparroci della parrocchia di Sant'Elena, don Davide Collu e don Andrea Secci. La loro grande volontà ed il credere che sia necessario lavorare con i giovani e per i giovani, è
stata fondamentale ed è servita a ricostruire la Consulta Giovanile della forania quartese, che incontratasi la scorsa settimana ha già calendarizzato tre momenti di incontro rivolti a tutti i ragazzi ed i giovani di Quartu. Mettere insieme le varie realtà per crearne delle iniziative condivise e darsi una mano vicendevolmen-
te: è questo il comune denominatore che ha legato i componenti del neonato organo. Capita infatti che in alcune realtà parrocchiali non ci siano dei percorsi o delle attività per i giovani, quindi questo nuovo team della sta lavorando proprio per creare delle iniziative a livello cittadino. A volte spaventa il pensiero di dover costruire qualcosa che non esiste più o che non è mai esistito, ma per produrre delle proposte allettanti è necessario vincere le paure e le insicurezze e mettersi a lavoro. Ciò che però davvero riesce a far si che un'iniziativa nuova funzioni è credere nel progetto che si intende proporre agli altri. Don Davide e don Andrea sono partiti proprio dalla loro esperienza personale accompagnata da un'evidente esigenza a livello territoriale, e quindi avendo questi punti fermi hanno voluto coinvolgere tutte le parrocchie per ricreare un organo ormai inutilizzato. Gli appuntamenti che la Consulta Giovanile propone alla città di Quartu Sant'Elena saranno il 21 marzo ed il 4 e 17 aprile. Tutti appuntamenti strutturati sul tempo quaresimale ma con programmi differenti, infatti il 21 marzo sarà dedicato alla conoscenza e condivisione, il 4 aprile ad un momento di preghiera ed il 17 sarà invece destinato alla visita degli altari della reposizione nelle tante parrocchie.
L'idea è quella di una squadra legata al territorio, che possa essere un contrasto alla dispersione giovanile, e occasione, per i partecipanti, di vivere insieme l'esperienza dello sport attraverso un forte spirito di squadra e un regolamento societario molto innovativo. Tutti i giocatori della squadra, infatti, sono anche soci, e partecipano attivamente alle scelte societarie. Sono dunque persone, amici, prima che atleti, in un meccanismo di costante confronto e condivisione. Proprietà del proprio cartellino, autogestione del-
l'allenamento e verifica della gara nel post-partita sono gli altri pilastri di un progetto che va ben oltre lo sport e che il parroco- presidente definisce “un esperimento pastorale, in cui l'associazione e il gruppo devono prima di tutto far passare dei contenuti, dei valori”. E poco importa per l'ultimo posto in classifica. “Vincere il campionato” dice Don Alessandro “è un mezzo, non un fine”. E, in ogni caso, tre punti in classifica e una continua crescita tecnico-atletica, oltre che del gruppo, fanno ben sperare per il futuro.
Futuro che è tutto ancora da costruire, ma che dovrebbe prevedere, nelle intenzioni del fondatore, un'espansione e magari un ritiro estivo della squadra oltre alla partecipazione a eventi culturali e di volontariato, anche nell'oratorio in cui la squadra si allena e dunque a cui la stessa, per forte volere del parroco-presidente, deve essere molto legata. Questa la storia, ancora tutta da scrivere, di venti giovani, un pallone e un parroco. Questa la storia dei 5 Mori.
Ogni parrocchia della forania quartese sarà rappresentata in questo organismo di comunione che permette di lavorare in rete in favore dei giovani FEDERICA BANDE
A
LL'INTERNO DELLA Diocesi Quartu Sant'Elena è un centro molto importante e vivo. In passato esisteva un piccolo organo, la Consulta Giovanile cittadina, costituita da alcuni rappresentanti appartenenti alle diverse parrocchie, che insieme costruivano dei percorsi a livello cittadino da proporre a tutta la forania. Negli anni questo organo ha smesso di funzionare, ma da questa primavera la consulta giovani della forania di Quartu Sant'Elena riprende vita. Ogni parrocchia della città di Quartu ha fatto in modo che ci fossero almeno due o tre rappresentanti che dedicassero parte del loro tempo per lavorare in Consulta Giovanile, affiancati anche da due responsabili della Comunità Missionaria di Villa Regia. E' venuto così a crearsi un team di circa quindici persone che si sono
rese disponibili e che decidendosi di mettersi a lavoro rispetto a questo nuovo progetto, hanno reso possibile ricostituire un organo assopito da anni. La collaborazione dei rappresentanti delle tante parrocchie ha quindi ridonato corpo e voce ad un istituto pensato e strutturato per proporre e progettare attività
I “5 Mori”, in campo per mettere insieme lo sport e i valori A Quartucciu una nuova realtà si mette al servizio di tutti i giovani
È
GIACOMO PATERI
INIZIATO A CIRCOLARE già due anni fa, nella testa di Don Alessandro Simula, il progetto di creare da zero una squadra di calcetto, riempirla di giovani di Quar-
tu e Quartucciu tra i 17 e i 22 anni, e iscriverla nel campionato di Serie D di calcio a 5. Lui è il parroco di San Pietro Pascasio (Quartucciu), e non è nuovo a esperienze simili, come nelle precedenti parrocchie di Poggio dei Pini e Domus de Maria. Nel caso dei “5 Mori” tutto nasce da una forte amicizia con alcuni ragazzi di una delle classi in cui insegna religione al Liceo Brotzu, a Quartu. Tanto impegno ed entusiasmo, poi, hanno fatto il resto. Nel settembre scorso la fondazione dell'associazione: il sogno diviene realtà.
DOMENICA 9 MARZO 2014
IL PORTICO DI CAGLIARI
Comune. Varato il Piano triennale di lavori pubblici per il periodo 2014-2016.
Un piano articolato di opere pubbliche per dare un volto rinnovato a Cagliari
viste per la programmazione europea nel periodo 2007-2013 e non ancora stanziate, col rischio sempre più prossimo di doverle restituire all’Unione Europea; dallo status di città metropolitana, in quanto il 5% del totale della programmazione europea nel periodo 2014-2020 è destinato proprio alle realtà metropolitane, come quella di Cagliari. Da ultimo, il Sindaco ha assicurato che il nuovo sistema dei bandi triennali per gli interventi di manutenzione eviterà gli intoppi burocratici del passato, quando gli incarichi erano annuali e le tempistiche di rinnovo spesso causavano dei disservizi. È toccato poi all’Assessore ai lavori pubblici, Luisa Anna Marras, che de-
tiene anche la delega per il coordinamento degli interventi del Piano triennale, elencare e commentare le macroaree in cui si è intervenuto già nel 2013 e in cui si bandiranno altri lavori nel 2014: l’Assessore ha voluto sottolineare che «dietro ogni intervento c’è una scelta ragionata che passa attraverso temi importanti, raggruppati in macrotemi»: manutenzioni, edilizia residenziale pubblica, edilizia scolastica, beni culturali, viabilità, impianti sportivi, barriere architettoniche. Le opere inerenti i beni culturali sono anche finalizzate a rafforzare la candidatura di Cagliari a Capitale delle cultura 2019. La conclusione è spettata a Maurizio Chessa, presidente della Commissione lavori pubblici, per il quale il Piano triennale, così come proposto, sarà capace di far circolare denaro e mano d’opera ed ha ribadito la necessità che il Comune continui a pagare le imprese entro i 30/40 giorni previsti, così come si sfa facendo attualmente. Ha inoltre voluto evidenziare lo sforzo (16 milioni) che l’amministrazione sta profondendo per l’allestimento del “Global Service”, teso a far sì che i cittadini possano segnalare le situazioni che richiedono una manutenzione urgente, ottenendo un intervento rapido (l’obiettivo è quello di rimanere entro le 24 ore, salvo non si tratti di lavori complicati).
vendetta, un fenomeno a cui si deve assolutamente mettere freno. Internet é un mezzo di comunicazione che offre tante opportunità, a patto che lo si usi ragionando. Spesso, ad esempio, ci si ritrova a condividere foto molto facilmente, senza tener conto dell'eventuale consenso della persona che compare nell'immagine, una cosa del tutto illegale». Alla conferenza hanno partecipato anche i tre calciatori brasiliani del Cagliari, Adryan, Avelar e Nené. Il loro intervento è stato particolarmente seguito con curiosità e
passione dai ragazzi, con i tre che hanno parlato della loro esperienza personale fornendo consigli utili ai giovanissimi. Nené ha raccontato di essere stato vittima di un furto di identità su Facebook da parte di una persona che aveva aperto un profilo fasullo con il suo nome. La vicenda si è poi conclusa, come ha spiegato lo stesso attaccante rossoblù, con l'inevitabile denuncia del “ladro di identità”. Al termine della giornata tanta era la soddisfazione sia studenti che tra gli insegnanti, in prima linea nella lotta al cyberbullismo. «Al giorno d'oggi è necessario parlare dei social network e della rete – ha sottolineato Angela Cosca, docente della scuola media “Alfredo Rosas” di Quartu Sant'Elena – serve per informare sia noi che gli stessi ragazzi sui vari pericoli che esistono in tal senso». Ha fatto tesoro dei consigli anche Elisa, che frequenta lo stesso istituto: «È stato un incontro molto interessante, dato che ci hanno spiegato come usare correttamente i social network per evitare sorprese negative. Ci hanno detto di fare attenzione su cosa si pubblica in rete, specialmente sulle foto e sulle frasi che scriviamo. Hanno fatto anche un sondaggio con noi, scoprendo alla fine che quasi tutti utilizziamo Internet in maniera sbagliata».
Parla il Sindaco Zedda: “Il piano sarà capace di dare risposte alla crisi anche in termini di opere pubbliche e di nuove opportunità”
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VALERIO FLORIS
ECENTEMENTE IL Comune di Cagliari ha reso noto, durante una conferenza stampa, il Piano triennale delle opere pubbliche per il periodo 2014-2016; piano che, secondo Massimo Zedda, sarà capace di «dare risposte alla crisi anche in termini di opere pubbliche e di nuove opportunità». Il Sindaco nella sua relazione ha voluto sottolineare il fatto che, verosimilmente, le opere da bandire durante il 2014 saranno maggiori rispetto a quelle dell’anno da poco conclusosi, questo perché, mentre l’anno scorso il bilancio era stato approvato ad agosto, quest’anno si è molto in anticipo, dando anche una chance in più al capoluogo sardo per l’ottenimento di fondi europei per il periodo 2014-2020, considerato che l’Unione Europea darà la priorità alle amministrazioni che
Un cantiere alla periferia di Cagliari.
presenteranno progetti “immediatamente cantierizzabili”; e Zedda sostiene che questo sarà il caso di Cagliari. I fondi attualmente previsti dal Piano triennale 2014-2016 ammontano a 343 milioni di euro, cifra elevata, frutto di un «primo importante risultato di opera di pulizia del bilancio, di eliminazione di tutte le spese superflue, di lavoro costante e continuo di monitoraggio della spesa» e di partecipazione a bandi per la realizzazione di opere pubbliche, dice il Sindaco soddisfatto, che poi aggiunge che potrebbero arrivare ulteriori fondi da due differenti fonti: dallo Stato, che avrebbe l’urgenza di individuare tempestivamente dei progetti cui attribuire le risorse pre-
Polizia e Scuola insieme contro il cyberbullismo L’iniziativa “Una vita da social” della Polizia di Stato
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FRANCESCO ARESU N'INIZIATIVA VOLTa
a sensibilizzare il mondo degli adolescenti sui pericoli derivanti da un cattivo uso dei social network, soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto “cyberbullismo”, una nuova piaga che si è sviluppata nell'ultimo decennio. Oltre seicento studenti delle scuole di Cagliari e della provincia hanno partecipato lo scorso 26 febbraio alla campagna educativa itinerante chiamata “Una vita da social”, organizzata dalla polizia di Stato e dedicata proprio al delicato tema del cyberbullismo. Protagonisti dell'iniziativa – tenutasi a Cagliari in Piazza dei Centomila, a bordo del pulmino itinerante della Polizia – gli specialisti della polizia postale di Cagliari, che hanno spiegato ai ragazzi presenti come comportarsi quando navigano in rete e in particolare come usare in modo corretto i social network, alla lu-
ce dei tanti episodi di cronaca legati al tema che negli ultimi mesi hanno affollato gli organi di stampa, nazionale e locale. «I ragazzi sono molto interessati all'argomento ma anche spaventati – ha sottolineato l'ispettore della polizia postale, Roberto Manca – abbiamo cercato di spiegare loro come utilizzare Internet, ma anche altre applicazioni per smartphone spesso usate per auto-esibizionismo con diffusioni di foto di ragazzine nude poi fatte girare da compagni o ex fidanzati per vendetta». Sono queste le nuove frontiere del bullismo, con conseguenze spesso nefaste per il fragile equilibrio psicologico di chi subisce questo tipo di vessazioni, data la giovanissima età. «Sono almeno una quindicina i casi di cyberbullismo o diffusione di foto osé che stiamo trattando in questo momento – ha continuato Manca – Stiamo assistendo allo stravolgimento dell'uso della tecnologia, che diventa un'arma per la
IL PORTICO
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detto tra noi Lettera del Papa alle famiglie di D. TORE RUGGIU
Papa Francesco in data 2 febbraio, Presentazione del Signore, ha scritto una lettera a tutte le famiglie del mondo, in preparazione dall'assemblea straordinaria dei vescovi, convocata per il prossimo ottobre, per discutere sul tema: “le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell'evangelizzazione”. Lo scopo è quello di inserire nel contesto generale dell'annuncio del Vangelo, anche le nuove urgenze pastorali che riguardano la famiglia. Il Papa desidera che a questo importante appuntamento siano coinvolti tutti i fedeli cristiani, consacrati e laici, con appropriati suggerimenti e soprattutto con la preghiera. Soprattutto la preghiera è suggerita da Papa Francesco a tutte le famiglie, per riscoprire la peculiare vocazione e missione che hanno tutte le famiglie. E il Papa annuncia che all'assemblea
straordinaria farà seguito una assemblea ordinaria che avrà come culmine l'incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia nel settembre del 2015. l'intento è che le famiglie abbiano la grazie e la forza di affrontare le sfide attuali con la luce e la forza del Vangelo. Il Papa spiega, quindi, perchè scrive la lettera nel giorno della presentazione di Gesù al tempio, facendo una esegesi semplice la efficace del fatto narrato da Luca 2, 22-38. E sottolinea che Gesù fa incontrare due generazioni: i suoi giovani genitori con i due vegliardi, Simeone e Anna. “E' un'immagine bella: davvero Gesù fa incontrare e unisce le generazioni”, scrive il Papa. E aggiunge: “Gesù è la fonte inesauribile di quell'amore che vince oltre ogni chiusura, ogni solitudine, ogni tristezza ... Se manca l'amore, manca la gioia e l'amore autentico ce lo dona Gesù: ci offre la sua parola, che illumina la nostra strada; ci da il pane di vita, che sostiene la fatica quotidiana del nostro cammino”. Quindi il Papa conclude la sua breve lettera invocando la protezione di Maria e di San Giuseppe. Davvero urgente fermarsi, tutti, a riflettere sulle problematiche della famiglia, definita “grande malata”. A diversi livelli, lo stato e le istituzioni pubbliche devono preoccuparsi che le famiglie stiano bene; la Chiesa perchè le famiglie siano buone, chiese domestiche dove Cristo è messo al centro del rapporto educativo, delle scelte di vita, di ogni preoccupazione. Un Gesù cercato, conosciuto, incontrato, amato e testimoniato è la garanzia non solo della tenuta della famiglia, ma aiuto per essere luce, sale e lievito per l'intera società. Insomma, la famiglia è e deve diventare il centro delle nostre attenzioni e dei nostri aiuti, materiali e spirituali.
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IL PORTICO DE
IL PORTICO
I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)
dal Vangelo secondo Matteo
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n quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Fu condotto dallo Sp nel deserto...
Mt 4, 1-11
il portico della fede
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DON ANDREA BUSIA
on la prima domenica di Quaresima entriamo in un cammino battesimale che ci accompagnerà per tutto questo tempo liturgico, questo è infatti il tema particolare che raccoglie le tematiche dei vangeli quaresimali del ciclo “A”, quello in cui ci troviamo quest’anno e nel quale si legge il vangelo di Matteo e, come vedremo, di Giovanni. La prima tappa di questo cammino ci mette davanti a un episodio molto particolare, quello delle tentazioni, in cui osserviamo Gesù resistere e controbattere a varie prove. Matteo non esplicita la ragione del digiuno di Gesù, sottolinea invece due aspetti fondamentali: lo Spirito conduce Gesù nel deserto “perché sia tentato” e non semplicemente, ad esempio, per stare solo e pregare come capiterà altre volte; la seconda cosa è che, attraverso la menzione del prolungato digiuno, sottolinea come Gesù sentisse effettivamente un bisogno di mangiare. Prima di analizzare le singole tentazioni notiamo alcune caratteristiche generali del brano. La prima caratteristica è che l’iniziativa nelle tentazioni è sempre del diavolo, Gesù ha
già “agito” andando nel deserto sotto la spinta dello Spirito Santo. La seconda caratteristica è che, nelle prime due tentazioni, il tentatore si propone partendo da una verità (“Se tu sei figlio di Dio”) così come all’inizio del brano della Genesi fece leva, per convincere Eva, sul fatto che Dio avesse vietato di mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male. La terza caratteristica, la più importante, è data dalla risposta di Gesù che risponde sempre e solo citando la parola di Dio. La prima tentazione ha, come dicevamo, due presupposti: la fame di Gesù dovuta al lungo digiuno e la verità certa della figliolanza divina di Gesù, già affermata solennemente da Dio al momento del battesimo («Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» Mt 3,17). Due dati inconfutabili, e che il diavolo si guarda bene dal mettere in discussione, che il tentatore usa per provare a scalfire la santità di Gesù. La risposta di Gesù mette bene in evidenza il fatto che è ben cosciente di chi è colui che nutre veramente le sue creature e, per esplicitarlo meglio, è una citazione di un discorso di Mosè in cui si mo-
tiva il senso del prolungato peregrinare nel deserto (“quaranta anni”) e il significato dei miracoli che ha compiuto per sostenere il suo popolo: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, […] per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore” (Dt 8,23). La seconda tentazione è più complessa: il diavolo risponde a Gesù con le sue stesse armi e cita anche lui l’antico testamento, in particolare il Salmo 90 (v. 11), ma Gesù risponde citando Dt 6,16. Il significato di questa seconda tentazione, durante la prima lettura del vangelo di Matteo, potrebbe rimanere oscura, ma diventa chiarissima quando si collega a due episodi: la richiesta di un “segno dal cielo” (Mt 12,38; 16,1) come quello richiesto dal tentatore, e soprattutto il rifiuto di Gesù nel Getsemani di chiamare gli angeli:
“[Allora Gesù disse a Pietro]: «Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?»” (Mt 26,53-54). Proprio quest’ultima citazione ci permette di capire che il tema centrale di questa tentazione è l’obbedienza alla volontà di Dio. Dio non lo si tenta, non lo si mette alla prova, gli si obbedisce con fiducia. Anche la terza tentazione si presenta come una discussione dialettica tra Gesù e il diavolo, ma qui, nella citazione di Gesù, si arriva al cuore della tradizione ebraica, alla professione di fede nell’unico Dio (Dt 6,4). Anche in questo caso la spiegazione più profonda della tentazione è posticipato, alla fine del vangelo: “E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra” (Mt 28,18). Ciò che il diavolo aveva prospettato si è realizzato, ma con due importanti differenze: il potere a Gesù viene dato da Dio Padre e non dal diavolo e questo potere non è limitato ai “regni del mondo” come aveva proposto il tentatore, ma corrisponde a “ogni potere in cielo e in terra”.
IL SACRAMENTO DELL’UNZIONE DEGLI INFERMI Nella catechesi che ha tenuto all’ultima Udienza generale, Papa Francesco, proseguendo il ciclo dedicato ai Sacramenti, ha approfondito l’Unzione degli Infermi. Alla radice di questo Sacramento c’è il mandato del Signore, così come viene esplicitato nella Lettera di Giacomo: «Chi è malato, chiami presso di sé i presbiteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (5,14-15). Appare evidente, leggendo questo testo, che quella dell’unzione dei malati, è una prassi già comunemente in uso in epoca apostolica. Gesù, spiega il Santo Padre, «ha insegnato ai suoi discepoli ad avere la sua stessa predilezione per i malati e per i sofferenti e ha trasmesso loro la capacità e il compito di continuare ad elargire nel suo nome e secondo il suo cuore sollievo e pace, attraverso la grazia speciale di
tale Sacramento». L’icona biblica del “buon samaritano” aiuta a comprendere la realtà dell’Unzione degli infermi: «Ogni volta che celebriamo tale Sacramento, il Signore Gesù, nella persona del sacerdote, si fa vicino a chi soffre ed è gravemente malato, o anziano. Dice la parabola che il buon samaritano si prende cura dell’uomo sofferente versando sulle sue ferite olio e vino. L’olio ci fa pensare a quello che viene benedetto dal Vescovo ogni anno, nella Messa crismale del Giovedì Santo, proprio in vista dell’Unzione degli infermi. Il vino, invece, è segno dell’amore e della grazia di Cristo che scaturiscono dal dono della sua vita per noi e si esprimono in tutta la loro ricchezza nella vita sacramentale della Chiesa. Infine, la persona sofferente viene affidata a un albergatore, affinché possa continuare a prendersi cura di lei, senza badare a spese. Ora, chi è questo albergatore? È la Chiesa, la comunità cristiana, siamo noi, ai quali ogni giorno il Signore Gesù affida coloro che
sono afflitti, nel corpo e nello spirito, perché possiamo continuare a riversare su di loro, senza misura, tutta la sua misericordia e la salvezza». Il Papa in modo molto chiaro ha invitato a ricorrere a questo Sacramento senza avere nessun timore: «quando c'è un malato a volte si pensa: "chiamiamo il sacerdote perché venga"; "No, poi porta malafortuna, non chiamiamolo", oppure "poi si spaventa l’ammalato". Perché si pensa questo? Perché c’è un po’ l’idea che dopo il sacerdote arrivano le pompe funebri. E questo non è vero. Il sacerdote viene per aiutare il malato o l’anziano; per questo è tanto importante la visita dei sacerdoti ai malati. Bisogna chiamare il sacerdote presso il malato e dire: "venga, gli dia l’unzione, lo benedica". È Gesù stesso che arriva per sollevare il malato, per dargli forza, per dargli speranza, per aiutarlo; anche per perdonargli i peccati». di don Roberto Piredda
ELLA FAMIGLIA
DOMENICA 9 MARZO 2014
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La controversa iniziativa dell’Unar per le scuole
pirito
Tutelare la libertà di educazione
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RISCRITTURE
IL TEMPO DI QUARESIMA Se ci domandiamo: perché la Quaresima? perché la Croce?, la risposta, in termini radicali, è questa: perché esiste il male, anzi, il peccato, che secondo le Scritture è la causa profonda di ogni male. Ma questa affermazione non è affatto scontata, e la stessa parola “peccato” da molti non è accettata, perché presuppone una visione religiosa del mondo e dell’uomo. In effetti è vero: se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo, non si può parlare di peccato. Come quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole; così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato. Perciò il senso del peccato – che è cosa diversa dal “senso di colpa” come lo intende la psicologia – si acquista riscoprendo il senso di Dio. Di fronte al male morale, l’atteggiamento di Dio è quello di opporsi al peccato e salvare il peccatore. Dio non tollera il male, perché è Amore, Giustizia, Fedeltà; e proprio per questo non vuole la morte del
peccatore, ma che si converta e viva. Per salvare l’umanità, Dio interviene: lo vediamo in tutta la storia del popolo ebraico, a partire dalla liberazione dall’Egitto. Dio è determinato a liberare i suoi figli dalla schiavitù per condurli alla libertà. E la schiavitù più grave e più profonda è proprio quella del peccato. Per questo Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo: per liberare gli uomini dal dominio di Satana, “origine e causa di ogni peccato”. Lo ha mandato nella nostra carne mortale perché diventasse vittima di espiazione, morendo per noi sulla croce. Contro questo piano di salvezza definitivo e universale, il Diavolo si è opposto con tutte le forze, come dimostra in particolare il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, che viene proclamato ogni anno nella Prima Domenica della Quaresima. Infatti, entrare in questo Tempo liturgico significa ogni volta schierarsi con Cristo contro il peccato, Benedetto XVI – Angelus 13 marzo 2011
CESARE ANCIS*
l Forum delle Associazioni Familiari della Sardegna, da molti mesi, osserva l’evolversi in Italia dei progetti di educazione alle diversità ed in particolare del documento prodotto dal’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Questo documento, dal titolo “Strategia Nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” si è poi concretizzato nella pubblicazione di tre manuali “Educare alla diversità a scuola” realizzati dall’Istituto Beck su mandato dell’UNAR. Di queste pubblicazioni si è fatto un gran parlare nei quotidiani, con dichiarazioni e smentite degli organi ministeriali competenti. Questo progetto ha suscitato grande attenzione sia per i contenuti che per il metodo, ed è già sotto l’osservazione del Forum Nazionale. Compito del Forum Sardegna è quello di occuparci di casa nostra, e anche il nostro territorio è stato coinvolto in questo progetto. Il Comune di Cagliari, con bando pubblico, ha assegnato alla Cooperativa Sociale “Agape” il: “Progetto per l’abbattimento degli stereotipi di genere ed educazione alle differenze nelle scuole cittadine” da attuarsi nelle primarie dei plessi scolastici di Pirri e Mulinu Becciu . Per meglio chiarire l’azione del Forum è opportuno riflettere sulla nostra posizione al riguardo affermando che, per Statuto, il nostro punto di riferimento è la “Carta internazionale dei diritti della Famiglia”. Nello specifico riteniamo positivo ed auspicabile un progetto atto a creare, nelle nuove generazioni, una cultura antirazzista ed una educazione al rispetto delle diversità; siano esse di colore, cultura, religione od orientamento sessuale. Siamo sicuri, oggi più che mai, di quanto sia basilare affermare questi concetti, come elementi essenziali di convivenza civile e democratica. Non dimentichiamo, anzi mettiamo in evidenza, come una cultura discriminante e razzista sia irrispettosa dell’elemento più rilevante: ciascuna Persona, “ unica ed irripetibile”, preziosa agli occhi di Dio. Questi percorsi, proprio per la loro intrinseca utilità, non possono e non devono essere frutto di un pensiero unico, ma risultato di una riflessione comune e condivisa. Questa posizione risulta condivisibile, sia dalla cultura laica sia dalle realtà ecclesiali di cui il Forum delle Associazioni Familiari, si fa portavo-
ce. Siamo consapevoli come parte della Chiesa Cattolica di non averne l’ appannaggio unico, ma nello stesso tempo siamo fieri di far sentire la nostra voce. A favore di questa nostra posizione, ci siamo attivati. Non conoscendo il contenuto dell’intervento della Cooperativa “Agape” , abbiamo ritenuto fosse simile a quanto già prodotto in altre regioni d’ Italia. Il Forum Sardegna, attraverso il suo Presidente, ha inviato ufficialmente al Sindaco di Cagliari una lettera in cui chiedevamo di poter conoscere i contenuti del progetto, e comunicavamo le perplessità e le preoccupazioni dell’attuazione di questo specifico progetto. Ciò che più ci ha lasciato perplessi è la mancanza di comunicazione: come mai non sono state chiamate ad un tavolo di lavoro per un confronto produttivo le agenzie educative preposte? Perché le famiglie non sono state coinvolte? Anche noi come Forum avremmo potuto dare il nostro contributo. Alla nostra richiesta, il Sindaco ha risposto in modo cortese e rassicurante, nella forma, ma scarsa nel contenuto poiché mancava il testo del Progetto. Il nostro impegno continua e siamo in attesa di nuovi sviluppi. Una prima reazione è arrivata da parte di una scuola di Pirri che, ci risulta, abbia ufficialmente rinunciato a portare avanti il progetto. Delle altre due scuole, al momento non ci è dato conoscere le posizioni. Queste sono le azione che il Presidente del Forum, nell’ambito del suo servizio alla famiglia, può compiere. Nell’attuale contesto culturale i genitori non possono firmare una delega in bianco, neppure alla scuola; Il ruolo primario nel compito educativo spetta loro, come sancito dalla Costituzione. Essi hanno il diritto e il dovere d’interloquire ed intervenire con la scuola, in merito all’offerta formativa (POF), i diversi piani educativi e la scelta dei progetti da portare avanti, attraverso la rappresentanza nel Consiglio d’Istituto; ma a volte non basta. Siamo consapevoli di come la delega educativa, pur essendo atto volontario, non è disinteresse ma dovuto alla compressione dei tempi che opprime. A queste famiglie vogliamo dire che ci sono persone pronte a portare avanti le loro istanze. Le diverse associazioni iscritte al Forum, ognuna con la propria sensibilità, sono rappresentate e contribuiscono alla tutela della famiglia. *Presidente Forum delle Associazioni Familiari della Sardegna
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IL PORTICO DEI LETTORI
IL PORTICO
DOMENICA 9 MARZO 2014
LETTERE A IL PORTICO Sono rientrato dall’Argentina con la promessa di poter incontrare personalmente Papa Francesco. Lo avevo incontrato nel 2009 quando, da Cardinale di Buenos Aires, era venuto ad Oràn per predicare gli esercizi spirituali al clero diocesano: Era venuto volentieri perché stavamo vivendo una situazione abbastanza critica: eravamo senza Vescovo ( l’ avevano trasferito a Lomas de Zamora (Buenos Aires) e da poco era capitato un gravissimo alluvione a Tartagal, seconda città della diocesi. In quel momento io feci gli onori di casa, essendo amministratore diocesano. Durante gli esercizi lo accompagnai ad una conferenza sul Documento di “Aparecida” della recente Conferenza dei Vescovi latino - americani in Brasile, di cui il card. Bergoglio era stato il coordinatore, e, successivamente, a una cena. Così avevo avuto occasione di conoscerlo molto da vicino. Quando parlai col Vescovo di Oràn, nominato dal papa Francesco nel mese di agosto - di cui era stato segretario nella Conferenza Episcopale Argentina presieduta da Bergoglio - prima di viaggiare in Italia per la mia solita vacanza di fine anno, mi disse che anche lui doveva andare a Roma per salutare il Papa e mi promise di farmi incontrare Papa Francesco . Questa stessa promessa la fece a don Totoni Cossu e a Marietta Buttu, che stavano in Argentina quando venne Ber-
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goglio. Questi i antecedenti della nostra visita a Papa Francesco. Il 15 gennaio scorso, mercoledì, come d’accordo, all’udienza generale in Piazza san Pietro, ci troviamo alla porta sant’Anna, don Totoni, Marietta, Alba , un’altra volontaria , ed io, con il mio Vescovo Argentino, pronti per essere accompagnati ad una postazione privilegiata, dietro il palco da cui il papa doveva fare la sua catechesi. Arriva il Papa con la sua solita “papamobile” e dal seggio, non molto distante da noi, però dandoci le spalle, fa la catechesi sul Battesimo, breve,ma molto efficace, con un esempio sulla fede predicata in Giappone dalle mamme , che resiste due secoli dopo il martirio dei sacerdoti e di tutti i battezzati. Dopo la traduzione della sua catechesi in varie lingue inizia il suo giro tra la gente, a piedi, incominciando dalla piazza, salutando e stringendo la mano a tutti. Vicino a noi ci sono anche degli amici friulani del nostro vescovo, Gustavo Zanchetta, di origine friulana. Tra gli altri riconosciamo un personaggio molto popolare alcuni anni fa: Abel Balbo, ex giocatore dell’Udinese e della Roma, con la sua famiglia. Poco lontani da noi c’erano dei vigili urbani di Civitavecchia che avevano portato un’immagine del Sacro Cuore, per farla benedire dal Papa. Dopo un’attesa di circa un’ora, intirizziti dal freddo, ecco apparire, di fronte a noi Papa Fran-
hiunque non abbia meno di sei anni quasi sicuramente conosce la storia di un 'vento dell'Est' presagio di qualcosa di strano, di una tata 'praticamente perfetta sotto ogni aspetto' e della parola magica e impronunciabile 'Supercalifragilistichespiralidoso'. Dagli anni '60 in poi la figura di Mary Poppins è diventata icona mondiale di intere generazioni, e la famiglia londinese dei Banks teatro di sogni e magie. Walt Disney ne fece un film nel '64 ma in realtà la storia era già stata scritta in un libro del '34 dalla signora Pamela London Travers, che per vent'anni fu letteralmente pregata lusingata e infine assediata dal sig. Disney per ottenerne i diritti. Il film Saving Mr.Banks nelle sale nelle ultime settimane racconta la storia di questo corteggiamento, con uno spirito musicale e melodrammatico che ci riporta indietro dai ricordi del film fino a quelli più remoti dell'infanzia. I successi dell'industria Disney sono stati tanti, tantissimi nel corso degli anni, e continuano ancora oggi a disseminare qui e lì personaggi, storie e atmosfere che nei bambini suscitano sogni e nei grandi evocano ricordi commoventi, non ultimo il bellissimo film d'animazione natalizio candidato all'Oscar Frozen. Questa volta però lo spunto narrativo è bello e inaspettato: non è né la storia della scrittrice di Mary Poppins né la storia della realizzazione del film tratto dai suoi libri. E' invece una somma di entrambe le componenti, che si lasciano a vicenda gli spazi necessari per non copiare altri film che hanno raccontato il 'backstage' delle opere e dei loro autori, ma allo stesso tempo non allontanano mai gli eventi dal mito che gli si è creato intorno. Il
cesco, per nulla stanco del suo camminare. Nessuno sfugge alla sua stretta di mano o al suo abbraccio. Non potendo salutare singolarmente i vigili di Civitavecchia, posa per una foto di gruppo, benedice la statua ed eccolo dai Friulani che gli danno una cassetta piena di lettere. Poi, quando era ancora lontano, mi sento chiamare: “padre Andrès”. Mi aveva riconosciuto, non ne dubitavo, e, avvicinandosi a noi, mi abbraccia e dice; “Questi missionari sardi!”, forse ricollegandosi alla visita in Sardegna, e senz’altro ricordando il padre Diego Calvisi che , tramite il Vescovo, gli aveva mandato una lettera e un messaggio perorando la causa di beatificazione di padre Solinas e don Pedro Ortiz de Zarate, dei quali disse: “Sono già beati!”. Poi abbracciò don Totoni, che aveva conosciuto negli esercizi di Oràn, mentre Marietta e Alba restavano mute per l’emozione. Gli consegnai una lettera che mi avevano consegnato le donne di Telecom di Nuoro perché pregasse per la loro situazione di precarietà nel lavoro. Che emozione! Sembrava un sogno, eppure era vero, ci ha abbracciato, ci ha parlato come si fa nell’incontro tra amici. Era un amico che si ricordava di noi. Sapete che impressione mi ha dato? Che non è cambiato da quando l’ho conosciuto da cardinale. L’unica cosa che ha cambiato è che prima lo conoscevano gli argentini, non tutti, oggi lo conosce tutto il mondo. don Andrea Buttu Missionario Fidei donum
In onda su Radio Kalaritana Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000
Oggi parliamo con… Marco Sulis Presidente Regionale Confesercenti Sabato 8 marzo 19.10 Domenica 9 marzo ore 10.30 Oggi parliamo di… arte e fede La chiesa di Sant’Anna a Cagliari (Terenzio Puddu) Domenica 9 marzo ore 18.10 Lunedì 10 marzo ore 8.30 Cantantibus organis Ascolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain (a cura di Andrea Sarigu) Domenica 9 marzo ore 21.30 Oggi parliamo di… comunicazione Il Messaggio del Papa per la 48^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (Simone Bellisai) Martedì 11 marzo ore 19.10 Mercoledì 12 marzo ore 8.30
Tom Hanks e Emma Thompson insieme in un nuovo film
Saving Mr. Banks VALERIA USALA
film è prima di tutto una storia di promesse: la prima evidente, di Walt nei confronti delle figlie che pretendono un film dal libro di Mary Poppins che hanno letto e adorato; la seconda, più nascosta, di Pamela al padre, un sognatore australiano che costretto dalla vita a dipendere dai soldi per mantenere la famiglia cede all'alcol finendo per perdere il lavoro e la salute, e chiede di essere salvato se non nella vita almeno nelle pagine di un libro. Le due visioni non sembrano combaciare affatto, tra pinguini animati e canzoni gioiose che gli Studios propongono alla scrittrice londinese, e tate severe con regole ferree che dal libro sembrano dover svanire, tra un gioco non troppo rigoroso e un rigore non troppo giocoso. Ma il vero problema sembra essere proprio quel padre con baffi e bombetta che rende i Banks una banca più che una famiglia, e che una tata speciale sembra voler relegare nell'ombra senza possibilità di riscatto. Riuscirà il signor Disney a trovare un compromesso e salvare il signor Banks dai pomeriggi tutti canto e gioco di Mary Poppins? Ma so-
pratutto riuscirà Pamela a liberare il signor Travers (vero nome del padre che prese in prestito come cognome per onorarne il ricordo) dalle grinfie di quei ricordi d'infanzia che a volte hanno nodi tanto stretti da sembrare catene? Il film dà una risposta chiara, quasi da favola, ma questa volta vera, perchè vera è la storia da cui prende spunto e vero è il successo che in tutto il mondo fece la storia di Mary Poppins. I due personaggi principali sono perfetti: Tom Hanks sembra un Walt Disney riesumato dalle ceneri, ruba la scena e si atteggia da boss come di fatto era il vero Walt all'interno degli Studios, consapevole di aver creato un impero e pronto a goderselo senza però rinunciare ad ingrandirlo ancora. Emma Thompson, forse ancora più brava perchè determinante per la buona riuscita del racconto dentro il racconto, immeritatamente scartata dalle nomination come miglior attrice protagonista, è una Pamela fredda algida ed egoista in superficie, ma altrettanto fragile ferita e spaventata nel profondo, un volto da adulta
L’ora di Nicodemo Lettura dellʼEvangelii Gaudium (nn. 1-18) di Papa Francesco Mercoledì 12 marzo 21.30 Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30 Radiogiornale regionale Dal lunedì al venerdì 10.30 / 12.15 / 13.30 Lampada ai miei passi (10 – 16 marzo) Commento al Vangelo quotidiano a cura di don Giuseppe Tilocca Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 vangelo domenicale) Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00 Oggi è già domani Nel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno (A cura di don Giulio Madeddu) Ogni giorno alle 00.01 circa
che nasconde un cuore da bambina, e mentre l'età è andata avanti imperterrita, la paura infantile di deludere i genitori e non andare avanti per la propria strada sono rimaste e l'hanno bloccata. La Thompson fa sue tutte queste sensazioni e le rende magnificamente in due ore di film, rischiando tanto ma vincendo in pieno la scommessa (a maggior ragione il film andrebbe visto in lingua originale per coglierne espressioni e atteggiamenti squisitamente inglesi). Due personalità opposte, sia per provenienza che per ambizioni, si scontrano e alla fine si incontrano nella speranza di dare pace ai fantasmi del passato, rendendo le esperienze arte semplicemente accomunando i rispettivi talenti. D'altronde è lo stessoWalt a dire alla Travers dopo averle provate tutte:“Mr. Banks può essere salvato. Magari non nella vita, ma nell'immaginazione. Perchè è questo che facciamo, noi narratori. Infondiamo speranza ancora, e ancora e ancora. Quindi si fidi di me Mrs. Travers. Lasci che glielo dimostri.” Il film inizia e finisce col vento, quel vento che viene dall'Est, presagio di qualcosa di strano che deve accadere, un vento che porta novità e nuovi incontri, forse con una tata speciale che con una canzone riuscirà a farci mandare giù la tanto odiata medicina. E sarà lo stesso vento che sparirà verso Ovest, inaspettato nella partenza quanto nell'arrivo, e che con un ultimo soffio non cancellerà tutte le ferite, ma risucirà almeno ad alleviare quelle che ci tenevano legati. Perchè, come dice Mary, “chi ben comincia è già a metà dell'opera.”
IL PORTICO DELLA DIOCESI
DOMENICA 9 MARZO 2014
Scout. Oltre 500 persone hanno partecipato al Forum Regionale Rover e Scolte.
La speranza cristiana dona il coraggio per agire dentro la vita quotidiana Il tema dell’incontro alla Fiera Campionaria è stato il coraggio. L’invito forte è quello di crescere insieme e scoprire la propria strada
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IL PORTICO
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brevi DOMENICA ALLE 16.30
In Duomo celebrazione penitenziale Domenica, prima di Quaresima, alle 16,30 in Cattedrale, Monsignor Arrigo Miglio invita tutti i fedeli dell’Arcidiocesi, soprattutto gli operatori pastorali ad ogni livello di collaborazione, ad una Celebrazione penitenziale comunitaria, quale impegno per tutti nell’autentica conversione e come preparazione alla celebrazione del Sacramento della Riconciliazione nelle diverse celebrazioni che si terranno durante la Quaresima soprattutto nelle parrocchie.
ANDREA MATTA*
ORAGGIO DI AGIRE, coraggio di prendere la propria strada e di crescere insieme. Cinquecento scout tra ragazzi e capi provenienti da tutta l'isola si sono incontrati alla Fiera Campionaria di Cagliari per il Forum Regionale dei Rover e delle Scolte. I giovani dai 16 ai 21 anni si sono confrontati sul coraggio, il tema cardine dell'incontro del prossimo agosto a San Rossore quando, insieme ad altri trentamila ragazzi con la camicia celeste si incontreranno per la Route Nazionale. Dopo il benvenuto dato dagli incaricati regionali alla branca, Nicola Pili e Serenella Bronzini, l'apertura è stata affidata a Padre Giovanni Gallo, Assistente Ecclesiastico Nazionale alla Branca Rover e Scolte che, ai ragazzi che chiedevano cosa fosse per lui il coraggio ha risposto: “E' leggere nella crisi la speranza che diventa il coraggio di agire nella realtà quotidiana”. Durante la sua chiacchierata iniziale, Padre Gallo ha chiesto ai ragazzi di camminare verso il futuro: “Chiunque di voi ha una straordinaria storia di coraggio da raccontare che diventerà una rete fitta e bella dalla quale non potrà più cadere nessuno”. Il tardo pomeriggio di sabato è stato dedicato alle Bancarelle delle esperienze, stand nei quali i ragazzi dei quarantatré clan presenti,
A VILLA TECLA
Incontri sulla “Evangelii Gaudium”
La Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Miglio. (foto Mattia Nocerino)
hanno condiviso le avventure vissute con i loro clan per la scelta e lo sviluppo della strada di coraggio presentate attraverso video, cartelloni e immagini. In serata, la Veglia R/S, un momento di preghiera animato da letture, canti e da un gruppo musicale formato dai ragazzi. La giornata di domenica è iniziata con la Santa Messa celebrata dall'Arcivescovo di Cagliari, Mons. Arrigo Miglio “Ognuno di noi deve essere considerato amministratore del mistero di Dio e - dal punto di vista dei capi scout e dei rover in servizio - ogni ragazzo è un mistero che va amministrato”. Per il monsignore, ci vuole coraggio, nella nostra isola martoriata dalla crisi, per cercare il regno di Dio senza pensare al domani ma cercarlo significa credere nella solidarietà, nella giustizia con più attenzione verso i più piccoli per poter trova-
re nella maniera giusta il pane, il vino e il vestito necessario. La mattinata è proseguita con un forum nel quale i capi si sono confrontati sulle strade di coraggio e con i giovani sulle direzioni e i sentieri da raggiungere in vista di San Rossore. Insieme a loro, tanti testimoni che hanno raccontato la loro strada di vita percorsa per aiutare il prossimo attraverso il servizio e il volontariato. Dopo l'immancabile foto di gruppo e il pranzo, il forum si è chiuso con la presentazione delle cinque strade di coraggio: il coraggio di amare rischiando con semplicità e libertà ; il coraggio di farsi ultimi con amore incondizionato, la buona volontà e il sacrificio; il coraggio di essere Chiesa; il coraggio di essere cittadini con libertà, andando controcorrente e dando la propria disponibilità e il coraggio di liberare il futuro con fiducia, pas-
agenda pastorale 5 marzo 2014 - 19.00 Celebrazione diocesana del Mercoledì delle Ceneri Cattedrale di Cagliari Sono invitati alla Messa con l’imposizione delle ceneri in modo particolare tutti i laici delle Associazioni, Movimenti e Aggregazioni laicali. 6 marzo 2014 - 10.00 Riunione del Consiglio Presbiterale Cagliari - Curia arcivescovile 9 marzo 2014 16.30 – 17.30 Celebrazione penitenziale diocesana d’inizio Quaresima Cattedrale di Cagliari Sono invitati tutti i fedeli dell’Arcidiocesi, soprattutto gli operatori pastorali ad ogni livello di collaborazione.
13 marzo - 9.00 Ritiro mensile del Clero. Seminario Arcivescovile - Cagliari Guida il ritiro Mons. Concetto Occhipinti, Rettore del Seminario Romano 16 marzo 2014 - 9.30 - 14.30 Incontro Pre seminario. Seminario Arcivescovile - Cagliari A cura del Centro Diocesano Vocazioni 16 marzo 2014 - 17.30 - 20.00 Ritiro spirituale per le famiglie Parrocchia San Pietro - Assemini A cura dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare.
sione attraverso la scelta. La chiusura è stata affidata a Annalisa Demuro, Luca Muru e Don Salvatore Fois, rispettivamente responsabili e assistente ecclesiastico regionale dell'Agesci Sardegna: “Abbiamo visto tanta voglia di partecipare, un momento importante per i nostri giovani che, partendo dal Forum regionale di Cagliari si proiettano al futuro rendendosi loro stessi protagonisti del cambiamento. Ora – ha concluso la Demuro – portate la Sardegna a San Rossore”. Lo scautismo della nostra isola riparte dai cinquecento ragazzi della Fiera di Cagliari e dalla voglia di mettersi in gioco, di impegnarsi, di indossare uno zaino per mettersi in strada e camminare “dritti al futuro”. *Pattuglia comunicazione Agesci Sardegna
A Villa Tecla, centro di spiritualità, continuano gli incontri di formazione cristiana e di spiritualità sulla esortazione apostolica del Santo Padre Francesco “Evangelii Gaudium”. Il prossimo incontro è previsto per domenica 9 dalle 16 e prevede la preghiera dei Vespri, a seguire la meditazione guidata da Monsignor Tore Ruggiu, Vicario episcopale per la vita consacrata. Al termine la preghiera personale, il tempo per le confessioni e la celebrazione della Santa Messa.
Gli incontri sono aperti a tutti coloro che desiderano riscoprire e vivere la gioia del Vangelo, e trovare opportunità autentiche per un impegnativo cammino quaresimale. Per informazioni è possibile contattare le Suore Orsoline di Somasca a Villa Tecla, in via Rimini, 29 a Quartu. Tel.070.890707.
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IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
brevi PASTORALE FAMILIARE
Il 16 marzo incontro ad Assemini Domenica 16 marzo dalle 17.30 alle 20 la parrocchia di San Pietro ad Assemini ospita il ritiro per la famiglie. L’iniziativa rientra nella serie di appuntamenti che l’Ufficio di Pastorale familiare ha programmato nel corso dell’anno.
Per informazioni è possibile contattare i responsabili don Marco Orrù, e-mail marco.natale.55 @alice.it, oppure Claudio Congiu e Giovanna Girau, e-mail claudiocongiu@tiscali.it.
AZIONE CATTOLICA
Lectio Divina sul Vangelo di Marco L'Azione Cattolica della Diocesi di Cagliari organizza mercoledì 12 marzo 2014 alle ore 20,00 presso la Basilica di San Saturnino a Cagliari una Lectio Divina sul tema "Mc 14, 1-11: l'unzione di Betania, due economie a confronto: quella dell'uomo e quella di Dio". L'incontro quaresimale di spiritualità sarà guidato da don Pierpaolo Piras, parroco della Chiesa di San Lucifero e assistente diocesano del settore Adulti dell'Azione Cattolica di Cagliari.
DOMENICA 9 MARZO 2014
Aggregazioni laicali. L’Azione Cattolica ha eletto il nuovo Consiglio Diocesano.
Azione Cattolica, educare i cristiani a portare il Vangelo nel quotidiano La Presidente diocesana dell’Azione Cattolica presenta le attività portate avanti dall’associazione nell’ultimo triennio. La priorità è la formazione cristiana dei laici
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ANDREINA PINTOR
domenica 23 febbraio per l’Azione Cattolica di Cagliari, riunita in assemblea per eleggere il Consiglio diocesano dei prossimi tre anni, dopo aver fatto un bilancio di altrettanti appena trascorsi e definito le imminenti priorità di impegno. L’AC ragiona così, per trienni, e lo fa a tutti i livelli: parrocchiale, diocesano e nazionale, dove tra dicembre e maggio i soci danno piena espressione alla democraticità, costitutiva dell’associazione, con il rinnovo dei ruoli di responsabilità, il confronto sul cammino percorso e la progettazione per il futuro. Con un vincolo: un medesimo incarico elettivo non può essere ricoperto per più di due trienni consecutivi; ecco perché sarà necessariamente nuovo il Presidente diocesano che l’Arcivescovo nominerà a breve, scegliendo tra una terna di nomi votati dal neoeletto Consiglio. Esercizio di democrazia dei laici e IORNATA INTENSA
Un raduno dell’ACR
affidamento al Pastore diocesano, questo il senso di una nomina e del servizio che ho svolto per la Chiesa, attraverso l’Azione Cattolica, negli ultimi sei anni. Un lungo periodo in cui l’associazione ha camminato accanto alla Chiesa diocesana, condividendone scelte ed eventi significativi, con la specificità della formazione della persona, dell’attenzione al territorio e della collaborazione con i sacerdoti. Formazione, spiritualità e promozione associativa sono state le priorità sviluppate con iniziative dimensionate alle fasce di età: dagli incontri festa per i bambini ai week end di spiritualità per adolescenti; dai percorsi di formazione
– psicopedagogica, catechetica e spirituale – per educatori, agli “Osservatori della realtà” per gli adulti (sguardo attento su tematiche di attualità sviscerate con l’intervento di esperti del settore e cristianamente interpretate), agli Esercizi spirituali serali in preparazione dei tempi forti dell’anno liturgico. Numerose iniziative pensate e promosse al di fuori dei confini associativi, nell’ottica di un servizio al laicato indipendente dall’appartenenza aggregativa. Difficile perciò quantificare la diffusione dell’AC nell’attuale contesto diocesano, i numeri non rendono conto della condivisione delle iniziative proposte, mentre purtrop-
po esplicitano la crisi economica che anche in questo frangente registriamo. L’Azione Cattolica è presente con circa 900 soci (quasi 500 bambini e ragazzi; un centinaio tra i 14 ed i 30 anni; adulti i restanti) in venti parrocchie disseminate tra l’area cittadina (S. Lucifero, S. Anna, S. Avendrace, N.S. Bonaria, SS. Nome Maria, Medaglia Miracolosa), l’hinterland (le due parrocchie di Monserrato e le due di Selargius; S. Elena, Sacro Cuore e S. Stefano a Quartu) e zone limitrofe (S. Giorgio a Sestu; B.V. Carmine ad Assemini, S. Giusta a Uta; Madonna di Lourdes a Poggio dei Pini) sino alle più lontane S. Barbara a Senorbì e S. Vincenzo ad Orroli; a cui si aggiunge un gruppo diocesano ispirato alla figura di Giorgio La Pira. Un panorama di realtà variegate ma accomunate dal desiderio di realizzare il fine apostolico della Chiesa attraverso un’associazione che chiede a ciascuno di farsi presente e che accompagna ciascuno perché sia laico formato per portare il Vangelo in ogni ambito di vita; lo fa con la disponibilità di chi accoglie la responsabilità di un incarico e con la collaborazione dei Sacerdoti Assistenti parrocchiali e diocesani. Mons. Miglio ha incaricato quattro sacerdoti per la costituzione del Collegio Assistenti diocesano, con loro e con i nuovi responsabili l’Azione Cattolica di Cagliari continuerà ad essere fermento della vita delle nostre chiesa e presenza profetica nei nostri territori.
DOMENICA 9 MARZO 2014
IL PORTICO DELLA DIOCESI
Salesiani. A Selargius si è svolta la festa dell’Associazione “Mamma Margherita”.
Accogliere i ragazzi in difficoltà con lo spirito di “Mamma Margherita” L’Associazione fondata nel 1991 si ispira alla figura della madre di San Giovanni Bosco e si occupa di minori in situazione di disagio ed emarginazione
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CLAUDIA SERRI
I È SVOLTA nei giorni scorsi nell'istituto salesiano di Selargius la festa dell'Associazione “Mamma Margherita”, nata a Cagliari nel gennaio del 1991 su iniziativa di due sacerdoti salesiani e di quattro cooperatori con l'intenzione di creare una presenza significativa nel mondo dell'emarginazione e del disagio. Alla base dell’iniziativa il desiderio di aiutare durante l’anno scolastico i ragazzi poveri ed emarginati che avevano fatto l’esperienza della colonia salesiana di Solanas, in modo da continuare il discorso educativo iniziato in estate. Il servizio di Semiconvitto, in collaborazione con i servizi sociali di Cagliari, è stato affiancato il 1 luglio 1993 dal servizio di Casa Famiglia. Nell’estate del 2000 l'Associazione si trasferisce presso l’istituto salesiano San Domenico Savio di Selargius, dove inizialmente permane solo la Casa Famiglia, mentre il servizio di Semiconvitto è stato riproposto nel 2009. La Casa Famiglia, come struttura
Un momento della festa dell’Associazione “Mamma Margherita”.
residenziale di tipo familiare che accoglie minori che presentano pregiudizievoli situazioni di disagio o si trovano in particolari momenti di bisogno, e il Semiconvitto sono caratterizzati dallo stile del metodo preventivo di Don Bosco, i cui cardini sono Ragione, Religione e Amorevolezza. La comunità attualmente ospita nove minori in Casa Famiglia e dodici al Semiconvitto. Il nome dell’Associazione è ispirato a Margherita Occhiena, madre di don Bosco e prima collaboratrice della sua missione educativa,
che è stata la "madre" dei primi ragazzi accolti da don Bosco a Valdocco. La festa intendeva sottolineare l'importanza della presenza salesiana nel mondo del disagio e dell'emarginazione ed essere un momento di festa per onorare don Bosco in vista del bicentenario della sua nascita, il 16 agosto 2015. La giornata si è aperta alle 10:30 con la presentazione della giornata a cura di don Pietro Paolo Piras; alle 12:00 la Santa Messa; alle 13:00 un lauto "buffet" e per concludere momenti ricreativi per tutti i bam-
bini e i ragazzi presenti. L’incontro è stata l'occasione per dire Grazie a don Bosco, padre maestro ed amico, che ha creato accoglienza e ha dato un futuro a tanti giovani; a Mamma Margherita che "ha saputo forgiare il cuore di Giovannino a quella bontà e a quell'amorevolezza che lo faranno l'amico e il padre dei suoi poveri giovani"; a tutte le persone che hanno riposto la loro fiducia nel lavoro e nell’idea di educazione basata sul metodo preventivo di don Bosco.
IL PORTICO
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brevi GIORNATA DEI MINISTRANTI
Due incontri di preparazione Quest’anno la Giornata diocesana dei Ministranti si terrà in una duplice data e duplice sede, per ragioni logistiche e per andare incontro alle parrocchie “periferiche”. Pertanto venerdì 25 aprile la sede dell’incontro sarà il Seminario Arcivescovile riservato ai gruppi ministranti delle parrocchie delle Vicarie di Cagliari, Pirri, Campidano, Capoterra, Quartu S. Elena, Capoterra e Dolianova, e domenica 27 aprile la sede dell’incontro sarà Senorbì nella parrocchia S. Barbara per i gruppi ministranti delle parrocchie delle Vicarie di Mandas, Nuraminis, S. Nicolò Gerrei, S. Vito e Senorbì. Le numerose Parrocchie della estesa Vicaria di Decimomannu possono scegliere tra le due sedi dell’incontro quella più vicina. Per entrambe le date il programma della giornata sarà secondo il seguente schema: dalle 9.30 gli arrivi e l’accoglienza, alle 10 il saluto di benvenuto e le attività per gruppi. Alle 12 la S. Messa con tutti i ministranti che dovranno indossare la veste propria. Al termine il pranzo al sacco e poi i giochi pomeridiani per i quali occorre portare abbigliamento sportivo. La conclusione è prevista per le 16. Verranno realizzati con Responsabili parrocchiali dei Gruppi Ministranti, anche per concordare con loro alcune attività e per chiedere la loro collaborazione. L’incontro è previsto anch’esso in duplice sede e duplice data, a seconda della zona di preferenza: domenica 16 marzo alle 17 a Senorbì nei locali dell’Oratorio parrocchiale, oppure lunedì 17 marzo alle 18,30 in sala stampa nei locali della Curia diocesana presso il Seminario Arcivescovile.
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IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
brevi COMUNICATO STAMPA
Mons. Miglio vicino alla realtà di Sardegna 1 Sono arrivati a 43 i giorni consecutivi di sciopero dei lavoratori di Sardegna Uno Tv. Giornalisti e tecnici dell’emittente regionale hanno incontrato Mons. Arrigo Miglio al quale hanno esposto le ragioni della loro vertenza. L’arcivescovo di Cagliari ha condiviso le preoccupazioni dei lavoratori in seguito ai tagli al personale annunciati dalla nuova proprietà di Sardegna Uno Tv e concentrato la sua attenzione in particolare sul problema dei posti di lavoro a rischio e sulla necessità che nell’isola sia garantito il pluralismo dell’informazione. Quest’ultimo tema sarà portato all’attenzione della Conferenza dei Vescovi in programma a Cagliari il prossimo 11 Marzo. Mons. Arrigo Miglio ha auspicato che la questione venga affrontata con la necessaria attenzione dal mondo della politica e della cultura. L’arcivescovo inoltre ha espresso la sua vicinanza particolare a tutte le famiglie in ansia per il posto di lavoro dei loro congiunti. Le organizzazioni aziendali RSU e CDR
IL 16 MARZO
Quarto incontro del pre-seminario Domenica 16 marzo dalle 9 alle 14.30 nei locali del Seminario arcivescovile, si terrà il quarto incontro del pre-seminario. Sono invitati, previa una comunicazione del proprio parroco al rettore del seminario, i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 13 anni che desiderano conoscere l’esperienza comunitaria del seminario minore diocesano per un discernimento vocazionale.
DOMENICA 9 MARZO 2014
Figlie della Carità. Il 23 febbraio si è svolta la giornata dedicata a Suor TeresaTambelli.
Suor Teresa Tambelli, modello per una Chiesa “in uscita” verso i poveri La Suora dei “marianelli” è stata protagonista nel suo tempo di un’azione missionaria dentro le “periferie” della città, andando incontro in particolare ai giovani SUOR RITA COLUMBANO
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OMENICA 23 FEBBRAIO è sta-
ta “la prima” di Suor Teresa Tambelli Figlia della Carità nel 50° della sua nascita al Cielo. La giornata, fortemente voluta dalle sue Consorelle Figlie della Carità e dai Marianelli, è stato un momento di gioia e di festa. La mattinata, intensa, coinvolgente, ben cadenzata nel suo svolgersi, è volata via presto. Suor Caterina Bua, visitatrice delle Figlie della Carità ha accolto con un gioioso benvenuto i convenuti da Cagliari e dalle diverse parti della Sardegna. Padre Italo Zedde, Direttore provinciale delle Figlie della Carità, introduce l’incontro riferendo sulla stima vicendevole e la profonda unione spirituale tra Suor Nicoli e Suor Tambelli ( si chiamavano sante l’una con l’altra). Una fraternità tale da creare intorno a loro il profumo della carità attraverso il Vangelo che ad altro non serve se non a trasformare le persone. Il Vangelo ha dato a queste due Sorelle una energia tale da trasformarle completamente e farle vivere come persone divinizzate. Paolo Fadda, scrittore e storico dell’economia, presenta “Cagliari al tempo di Suor Tambelli”. Le sue parole appassionate ci riportano a pagine dolorose della storia di Cagliari: l’inverno del 1943,
I “Marianelli”
uno dei più rigidi e tristi che si ricordi. Il relatore racconta con precisione che, in quel frangente di profondissimi squilibri sociali, Suor Tambelli è stata «una figura solida e coraggiosa nella storia della città e del Quartiere Marina. Da lì la Carità parte e arriva; con Lei Via Baylle diventa l’epicentro di una vasta Opera di Carità». Dott. Lecis, ricercatore universitario, ha parlato del “Cattolicesimo in Sardegna”, soffermandosi sull’espansione capillare della presenza cattolica in Sardegna e sugli aspetti di rinnovamento ecclesiale che hanno coinciso quasi in concomitanza con la fine dell’ esistenza terrena di Suor Tambelli. Un rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II che Paolo VI definì urgente per tutto l’associazionismo cattolico in occasione del discorso per l’approvazione del Nuovo Statuto di Azione Cattolica: «Un discorso che rompeva definitivamente con gli schemi tradizionali
del passato ed esortava “ad una precipua missione di mobilità e a diffondere il messaggio evangelico a tutti i livelli della società umana e vivere il proprio impegno sociale in maniera diversa”». A noi piace evidenziare che le Associazioni promosse da Suor Tambelli, compreso il Circolo femminile di Azione Cattolica, sono sempre state ben lontane dal noioso immobilismo tanto avversato da Paolo VI. Quello di Suor Tambelli è un genere di apostolato missionario che si muove a partire dai “sommersi” della società. Non può essere altrimenti data la tempra di Carità che Suore come Suor Nicoli e Suor Tambelli possedevano, penetrate da quel carisma di Vincenzo de Paoli il cui motto è Caritas Cristi urget nos Non è un caso che Armida Barelli, giunta a Cagliari per visitare le varie sezioni di Azione Cattolica, vuole conoscere e pubblicamente salutare Suor Tambelli. Lo svolgimento dei lavori è prose-
guito con la proiezione di un cortometraggio dal titolo “Suor Tambelli: la vita, le opere, le testimonianze” a cura di Marco Biggio. E col filmato l’atmosfera si infervora, ci sentiamo tutti più prossimi e concordi di fronte alle semplici verità delle testimonianze. Il bellissimo video se da un lato ha messo in evidenza la creativa competenza tecnica del regista e curatore, dall’altra ha messo in luce la sua sensibilità cristiana che gli ha permesso di ricostruire il personaggio di Suor Teresa nel suo contesto di vita in modo efficace, giovane, leggero. Il messaggio che se ne ricava è quello di chi porge senza barriere la Verità che trascende e sottende, nella Carità, ogni autentica comunicazione e relazione. In conclusione il giornalista Mario Girau nel suo intervento: “Suor Teresa Tambelli, Figlia della Carità”, ne ha ricordato la vicenda umana, il lavoro sul suo carattere inizialmente spigoloso, il suo cammino spirituale, lieto, gioioso, non sempre facile ma tuttavia infaticabile verso tutti. La vasta e interessante relazione ha avuto pagine molto belle a proposito della confluenza di due storie di santità, quella di Suor Nicoli e di Suor Tambelli, in un'unica Casa. I lavori si sono conclusi con la Solenne Concelebrazione presieduta da Mons Tiddia che, da giovane Sacerdote, ha conosciuto Suor Tambelli negli anni dell’anzianità. Era Lui a celebrar Messa per i Marianelli, sempre di primissima mattina d’estate come d’inverno. Nel pomeriggio, insieme ai Marianelli e a un bel gruppo di persone, ci siamo recate davanti alla Tomba di Suor Tambelli per pregare il S. Rosario, che qualcuno ha definito “Rosario dei ricordi” poiché traccia in cinque momenti, un breve identikit della persona e dell’opera di Suor Teresa Tambelli.
IL PORTICO DELL’ANIMA
DOMENICA 9 MARZO 2014
IL PORTICO
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Famiglia. La seconda parte dell’intervista concessa a Il Portico dalla giornalista e scrittrice Costanza Miriano.
Non bisogna mai scoraggiarsi nell’impegno di trasmettere la gioia del Vangelo ai propri figli Costanza Miriano interviene su varie tematiche: l’educazione cristiana dei figli, l’ideologia del gender, l’apostolato dei laici nella vita ordinaria
N
R. P.
el campo della famiglia e dell’educazione dei figli si parla molto in questo periodo della cosiddetta “ideologia gender”, per la quale la differenza tra maschio e femmina viene ridotta agli “stereotipi di genere”. Come vede questa problematica? Per me è un pericolo assoluto proprio reale e grandissimo, perché fondamentalmente rende l’uomo infelice, non accogliendo l’idea della complementarietà. In questo modo l’uomo non dice la verità su se stesso. Nella Genesi si dice che l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio, maschio e femmina. In questo passo c’è un segreto grandissimo, c’è la verità sull’uomo. Lo diceva Giovanni Paolo II, invitando i suoi collaboratori a leggerlo più e più volte, perché lì c’è la verità sull’uomo. Se incominciamo a dire che l’uomo e la donna sono sovrapponibili, intercambiabili, che non hanno bisogno l’uno dell’altra, che non si definiscono in relazione l’uno all’altra, non gli diciamo la verità e l’uomo sarà infelice perché non è que-
il tuo
sta la sua natura. L’ideologia gender è un’ideologia sterile perché l’uomo e la donna devono essere simili a Dio, maschio e femmina dice la Genesi, e sono chiamati alla fecondità che, evidentemente viene da un’unione tra un maschio e una femmina. Penso che l’ideologia del gender provochi molta infelicità, perché se l’uomo e la donna smettono di accogliere e abbracciare la propria differenza e di riconoscere il bisogno l’uno dell’altro, di essere complementari, e cominciano invece a competere negli stessi campi sugli stessi ruoli e con le stesse modalità, alla fine si genera conflitto e infelicità e le famiglie si spaccano. Nel privato ognuno è libero di fare quello che vuole e se la vedrà con la sua coscienza e con Dio, ma nella sfera pubblica quello per cui noi dobbiamo combattere sono le
adozioni. I bambini hanno bisogno di un padre e di una madre; su questo non si può cedere. Contro l’ideologia noi possiamo solo far vedere la bellezza e la verità della proposta cristiana, quindi non dobbiamo demonizzare nulla, né avere paura di nessuno né imporre niente. Però, specialmente sulle adozioni, dobbiamo essere pronti a combattere, perché la Chiesa e noi come parte della Chiesa, crediamo che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre. Lei è una giornalista e una scrittrice affermata, ha diversi canali per far girare le idee nelle quali crede. Una persona comune, che non ha queste possibilità, in che modo si può impegnare per promuovere gli ideali ai quali lei ha fatto riferimento? Intanto leggere e informarsi perché, per esempio, a manifestare in
piazza contro la legge cosiddetta antiomofobia non eravamo in molti perché tanti non sanno bene di cosa si tratta. Ognuno di noi poi deve passare la voce ai propri amici, ai propri cari, cercare di stare vicini agli amici che vivono delle difficoltà di coppia per esempio. Bisogna cercare di essere testimoni credibili nelle occasioni che già abbiamo: in parrocchia e ancora di più a scuola e negli ambienti più lontani. Dobbiamo testimoniare la bellezza dell’essere cristiani e, come dice il mio padre spirituale, evangelizzare “per inseguimento”, cioè far vedere che noi stiamo bene, e che nonostante i nostri limiti e le nostre fragilità, cadute e ferite, siamo convinti di aver preso la strada più bella, più divertente, e più lieta e quindi farsi “inseguire”. Non si tratta di dire “Vieni con me al gruppo”, ma di essere così credibili e belli che alla fine gli altri ci chiedano: “Ma dimmi dove vai?”. Io a volte dico “No ma non fa per te, mi dispiace non ti ci posso portare”, in realtà vado solo a Messa, però voglio essere così credibile da far chiedere agli altri dove vado. Non è semplice vivere la fede per una persona che magari ha tanti impegni: lavoro, famiglia, figli ecc. Si parla poi sempre di cristiani impegnati perché fanno parte di un gruppo. Ma un cristiano comune che cosa può fare nella vita ordinaria?
ci aiuta essere aiut a ad e ss er e famiglia f amiglia a g con n chi c e l’ha. h non ce Nel 1968 Don Oreste Benzi ha fondato la Comunità Papa Giovanni XXIII, un’unica grande famiglia fatta di persone che, ogni giorno, in 32 paesi del mondo, condividono la loro vita con bambini abbandonati, disabili, anziani soli, senzatetto, prostitute, poveri e affamati. Con il tuo 5x1000 possiamo continuare ad accoglierli nella nostra famiglia, dando loro un papà e una mamma, aiuto e affetto e tentando ogni giorno di rimuovere le cause che provocano emarginazione, miseria e ingiustizia. Fai un gesto d’amore che non ti costa nulla. Aiutaci ad essere ancora famiglia di chi non ce l’ha. Grazie.
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Io non faccio parte di nessun gruppo, sono una cattolica “diocesana”, vado solo a Messa tutti i giorni e cerco di pregare, se non sono al telefono, nei tragitti, nel trovare dei momenti oppure a casa. Il vero punto è che con Gesù Cristo si può avere un rapporto più intimo che con noi stessi, Lui è quello che ci può conoscere. Se noi coltiviamo questo rapporto, può essere, come dice Sant’Agostino, più intimo a noi di noi stessi. Il punto è che se abbiamo questo rapporto vero, cioè se lo cerchiamo, lo desideriamo, poi Lui ce lo concede perché lo vuole anche Lui. Se noi abbiamo questo rapporto vero, intimo con Gesù Cristo, troviamo il modo di coltivarlo. Ricordo che quando andavo a Messa solo la domenica chiesi a un’amica “Dimmi dove vai?” e lei mi disse che andava a messa tutti i giorni. Io risposi:“Io non posso, ho quattro figli e lavoro”. E lei “Anch’io”. Allora ho detto: “Se ci riesce lei ci proverò anch’io”; e ho cominciato così una settimana per sfida per dimostrare a me stessa che non ce la facevo. Invece ho scoperto che era possibile e adesso è diventata un’esigenza coltivare questo rapporto personale. Molti genitori che si impegnano per educare cristianamente i figli, spesso si scoraggiano perché questi non li seguono dal punto di vista della fede. Nasce allora lo scoraggiamento e il pensiero di aver fallito. Che cosa si sentirebbe di suggerire ai genitori? Io direi due cose: Primo che i figli attraversano sicuramente il loro periodo in “Babilonia” come il popolo eletto. Quindi non bisogna preoccuparsi per un momento di ribellione, se poi verrà una scelta libera che può diventare feconda. Ma i genitori devono essere credibili. Ecco il secondo punto: credo che la fede si trasmette se uno è credibile. Come per educare bisogna purificare il proprio comportamento, così per trasmettere la fede bisogna lavorare sulla propria santificazione, per essere credibili e santi. I ragazzi poi, che hanno un fiuto tremendo, percepiscono la vitalità della nostra fede e la sua importanza nella nostra vita, che di conseguenza viviamo con gioia e senza mai farci abbattere dalle difficoltà. Poi c’è il momento dell’allontanamento e il padre e la madre devono rimanere in panchina a guardare aspettando il ritorno come un quadro del figliol prodigo. Il padre deve rimanere a casa a custodire la casa e farla trovare in piedi quando il figlio torna. Ovviamente tutte queste cose le dico con questa serenità perché ancora i miei figli sono adolescenti!
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IL PORTICO DELLA MISSIONE
IL PORTICO
Missioni. L’intervista a Mons. Miglio sulla sua recente visita pastorale in Kenya.
Cagliari e Nanyuki, creare ponti fatti di dialogo e condivisione
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erché un viaggio a Nanyuki Da molti anni la diocesi di Cagliari, come molte altre diocesi italiane, ha inviato sacerdoti in missione pastorale sia presso l’arcidiocesi di Nyeri, nel cui territorio si trova Nanyuki, in Kenya, sia in Brasile, nella diocesi di Viana, nel Maranhao, nelle parrocchie di Viana e di Matinha. Qui si trovano don Giuseppe Spiga e don Gabriele Casu, che ho visitato la scorsa estate assieme al gruppo dei giovani che avevano partecipato alla GMG di Rio. A Nanyuki lavora da tanti anni don Franco Crabu, che avevo conosciuto negli anni ’90 quando mi recavo a visitare la missione della diocesi di Iglesias, ma che non avevo ancora visitato come arcivescovo di Cagliari. L’esperienza dei sacerdoti diocesani inviati presso altre chiese, più povere e bisognose, prende il via e il nome dall’enciclica Fidei Donum pubblicata dal Venerabile Pio XII nel 1957. Prima normalmente i missionari presso i paesi più poveri appartenevano tutti a qualche congregazione religiosa. Fu proprio Pio XII a incoraggiare le diocesi più ricche di clero a inviare missionari alle diocesi più povere, ecco perché questi sacerdoti sono detti sacerdoti Fidei Donum. Essendo sacerdoti diocesani restano incardinati nella diocesi di origine ed il vescovo ne rimane responsabile, naturalmente in accordo con il vescovo presso cui si trovano.
Mons. Miglio durante una celebrazione liturgica in Kenya.
Quale realtà ha trovato? Mancavo dal Kenya e in particolare da quella zona da 15 anni e sono rimasto favorevolmente colpito da alcuni segni di sviluppo, ad es. le strade e altre infrastrutture. Naturalmente la prima cosa che salta all’occhio è la tecnologia: diffusione capillare di telefonia e di internet, canali televisivi- compresa l’Italiaa disposizione, per cui se da una parte l’italiano che vive là è molto meno isolato, per contro praticamente tutti gli abitanti locali vedono in tempo reale la nostra vita, che a loro continua a dare l’immagine del bengodi. Certo, anche il Kenya rimane
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Africa, sia per il livello generale di vita sia per le condizioni poverissime di periferie e villaggi. Ho trovato anche un grande sviluppo della missione di Nanyuki: in particolare l’Istituto Superiore NICAT(Nanyuki Institute per le Comunicazioni e l’Alta Tecnologia), l’ospedale “Centro della Misericordia”, l’accoglienza dei bambini senza famiglia nel “Centro della Speranza”, il laboratorio artigianale che dà lavoro a un bel gruppo di giovani disabili , oltre a tutte le opere che già esistevano da tempo. Il parroco don Franco segue a nome della diocesi di Nyeri tutte queste opere ed è coadiuvato da alcuni laici volontari italiani, sia dell’OSVIC di Oristano sia di altre regioni italiane. Naturalmente segue anzitutto la pastorale parrocchiale e in questi anni ha fatto crescere sino a diventare parrocchie alcuni villaggi periferici: l’ultimo, Kalalu, è stato quello visitato domenica 9 febbraio, in occasione dell’inaugurazione della nuova parrocchia, dotata da don Franco di chiesa, casa parrocchiale e locali di pastorale. Perché mantenere ancora una parrocchia lontana geograficamente dalla Sardegna. All’inizio l’esperienza Fidei Donum era quasi esclusivamente a senso unico: andare a portare aiuti, spirituali e materiali. Oggi la situazione è cambiata, soprattutto a motivo della globalizzazione che interessa profondamente anche la Chiesa e le fa riscoprire il senso più profondo del suo essere Cattolica. L’aiuto materiale e anche pastorale è ancora prezioso per quelle chiese, ma oggi siamo noi a sentire bisogno di questa collaborazione e di questa esperienza che potremmo definire “dei vasi comunicanti”. Per globalizzare la solidarietà abbiamo bisogno più
che mai di rapporti personali e concreti. Paradossalmente la possibilità di sapere e vedere in tempo reale quanto succede in tutto il mondo rende ancora più preziosa la visita personale, per superare il rischio di ridurre tutto a rapporti virtuali. Abbiamo bisogno di toccare con mano le varie miserie presenti in quei paesi, per usare un’espressione utilizzata da Papa Francesco nel Messaggio di questa Quaresima. Abbiamo bisogno di vedere e toccare, di condividere, senza pesare, superando complessi di superiorità che ancora ci portiamo dentro ma anche imparando ad apprezzare meglio quanto abbiamo in casa nostra, in termini di beni materiali ma anche di cultura e di fede. L’esperienza fatta con i giovani la scorsa estate in Brasile mi ha confermato questa esigenza. Anche don Franco attende visite di laici, giovani e adulti. C’è bisogno di qualche campo di lavoro, da vivere unitamente ai fedeli di quella parrocchia. Riusciremo a realizzarlo? Cosa si è portato via da quella terra e da quella gente. Mi sono portato a casa in primo luogo la fede e il coraggio dei Vescovi che ho incontrato: i due arcivescovi di Nairobi e di Nyeri, che l’anno scorso erano stati a Cagliari, e il vescovo di Isiolo, che ancora non conoscevo . Ho portato nel cuore anche lo sguardo dei preti africani, carico di speranza e di attesa nei nostri confronti, bisognosi di sentirsi vicini al cuore della Chiesa Cattolica e ai paesi di antica tradizione cristiana. Dalla liturgia delle comunità africane si torna sempre con occhi, orecchi e cuore pieni della loro fede gioiosa ed semplice, una fede profonda che li sostiene in condizioni di vita molto precarie. Mi sono portato a casa in particolare l’amore dei nostri sacerdoti per quella gente e quella terra: penso a don Franco, a padre Tallone dei missionari della Consolata e a tutti gli altri, vite donate senza limiti, che hanno messo radici profonde in quella terra, pur restando affezionati all’Italia e alla loro diocesi. Si nota immediatamente la diversità tra il legame dei nostri preti con quella terra e quello degli altri italiani ed europei che vi si trovano per motivi diversi, di lavoro o di commercio o di investimenti. Di questo quadro non si può dimenticare la cornice, cioè la bellezza della natura, degli animali e di tutto l’ambiente dominato dalla figura maestosa e imponente del Monte Kenya, con i nevai che rendono difficile pensare di essere all’equatore.
DOMENICA 9 MARZO 2014
curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004
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