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DOMENICA 23 MARZO 2014 A N N O X I N . 12
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
CAGLIARI
€ 1.00
Una speranza per l’Isola + ARRIGO MIGLIO
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apa Francesco nella sua visita pastorale in Sardegna, il 22 settembre scorso, ha dedicato un’attenzione particolare al problema della mancanza di lavoro, sia nell’incontro con i rappresentanti del mondo del lavoro sia nelle altre tappe della sua lunga giornata di pellegrino venuto a pregare N. S. di Bonaria e a confortare tutto il popolo a Lei affidato. Ha tracciato per i pastori delle chiese che sono in Sardegna un percorso impegnativo, affidando loro il compito di promuovere un discernimento serio, realistico, ma orientato anche verso un cammino di speranza. La Conferenza Episcopale regionale ha raccolto subito questo invito pressante, che si incontrava con una preoccupazione già presente nell’agenda e prima ancora nel cuore dei pastori. Così si è fatto più vivo il desiderio di pronunciare una parola comune,collegiale, raccogliendo le parole del Papa, parole che hanno saputo essere al tempo stesso grido e preghiera. Dopo l’evento drammatico dell’alluvione del novembre scorso, che ha reso ancora più acuta la sofferenza di tutta la regione e di alcune zone in particolare, e dopo i primi mesi del 2014 che hanno visto il rinnovo del governo regionale, è parso questo il momento opportuno per rilanciare l’esortazione di Papa Francesco e per invitare tutti a cercare insieme qualche via d’uscita. La Lettera Pastorale dei Vescovi Sardi esce infatti in oc-
casione della festa di S. Giuseppe, patrono dei lavoratori. Dopo l’invito a compiere un discernimento evangelico sulla nostra situazione, in primo luogo nelle sedi e attraverso gli strumenti (non pochi) già esistenti nelle diocesi, viene indicata l’urgenza di percorrere nuove strade nella realtà del lavoro e delle imprese, nella vita delle famiglie, nelle responsabilità educative, nel servizio delle istituzioni, nella sfida della mobilità sociale e umana. In ciascuno di questi ambiti è rivolta un’attenzione particolare al mondo dei giovani, a cominciare dai giovani ormai adulti, molti dei quali non sono mai entrati in una vera attività lavorativa e rischiano di invecchiare nella disoccupazione. Il danno è gravissimo, non solo dal punto di vista economico ma per la vera e propria identità di ciascuno. Rischiamo di essere una terra che si presenta incapace di valorizzare i talenti delle nuove generazioni, per la precarietà, l’ instabilità senza possibilità di futuro e di progetti di vita personale e famigliare. Il prolungarsi della crisi economica crea ulteriori difficoltà ai giovani che si preparano al matrimonio e accresce le tensioni all’interno delle famiglie già formate. Nell’ambito educativo si rileva una vera emergenza, che per essere superata richiede anzitutto che si dia fiducia ai giovani stessi, permettendo loro di essere veri protagonisti della loro crescita in un autentico rapporto educativo. Essi sono in certo modo il nostro futuro, per le responsabilità che devono assumere, ma sono in primo luogo il nostro
presente, il tesoro che il Signore ci ha affidato e di cui ci chiederà conto. La Lettera dedica particolare spazio alla missione educativa della scuola, sia la scuola pubblica statale sia la scuola pubblica paritaria, preziosa quest’ultima per assicurare alle famiglie libertà di scelta del percorso educativo da offrire ai figli e preziosa anche per arricchire il pluralismo culturale di cui ha bisogno una società veramente democratica. Senza trascurare il fatto che consente un notevole risparmio allo Stato. Questo lo hanno ben capito tutti gli altri paesi europei, mentre l’Italia rimane fanalino di coda, così come avviene per il gravissimo problema demografico. Anche in questi due ambiti si spera che l’autonomia regionale possa distinguersi dal trend negativo di tante altre regioni. Riguarda in particolare il mondo giovanile anche il fenomeno dell’emigrazione, fenomeno negativo in quanto per troppi giovani non è scelta libera ma obbligata. Ecco alcuni urgenti problemi sociali e del lavoro, che certo non si risolvono con una lettera pastorale, ma guai se non continuassimo a far sentire la nostra voce, per cercare insieme, per non dimenticare la riserva di speranza che ci viene dal nostro patrimonio spirituale e culturale, per incoraggiare coloro che sono tentati di rassegnarsi e di arrendersi. La Lettera Pastorale vuole essere un inizio, un seme: ora è affidata alle comunità cristiane e a tutte le persone di buona volontà, perché l’amore di tutti per la nostra terra diventi comune impegno di iniziativa e di perseveranza.
SOMMARIO EVENTI
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La Lettera Pastorale dell’Episcopato sardo sui problemi sociali GIOVANI
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A fine marzo ad Alghero il Convegno regionale di Pastorale Giovanile CHIESA
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Inizia su Il Portico il commento alla Evangelii gaudium SOLIDARIETÀ
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Il prossimo 23 marzo si terrà la Giornata Diocesana della Carità PASTORALE SOCIALE 12
A San Gavino Monreale si è tenuto l’incontro regionale di Policoro
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IL PORTICO
IL PORTICO DEGLI EVENTI
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Conferenza Episcopale Sarda. La Lettera su alcuni urgenti problemi sociali e del lavoro.
Il messaggio dei Vescovi: la Sardegna non deve farsi rubare la speranza per il futuro
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ARISSIMI FRATELLI e sorelle, è ancora viva in noi la memoria del pellegrinaggio con Papa Francesco ai piedi della Madonna di Bonaria, il 22 settembre dello scorso anno. Le parole del Papa ci hanno invitato a considerare i doni ricevuti e ad accoglierli con responsabilità: “La Sardegna è una terra benedetta da Dio con tante risorse umane e ambientali, ma serve nuovo slancio per ripartire. E i cristiani possono e debbono fare la loro parte, portando il loro contributo specifico: la visione evangelica della vita”. Per noi, pastori della Chiesa di Dio in Sardegna, ha tracciato un percorso impegnativo, suggerendoci obiettivi e metodo: “Voi, cari Vescovi, indicate la necessità di un discernimento serio, realistico, ma orientate anche verso un cammino di speranza… Questo è importante, questa è la risposta giusta! Guardare in faccia la realtà, conoscerla bene, capirla, e cercare insieme delle strade, con il metodo della collaborazione e del dialogo, vivendo la vicinanza per portare speranza”. Noi vogliamo accogliere con gioia e con responsabilità queste indicazioni, e perciò ci rivolgiamo a voi, cristiani delle nostre comunità, per riflettere insieme su come affrontare i problemi della famiglia, dei giovani, della situazione sociale. Rivolgiamo la nostra parola anche a tutti i cittadini della nostra Isola, e in particolare a chi ha responsabilità nelle Istituzioni civili, politiche, educative, imprenditoriali e sindacali. A.Testimoniare la visione evangelica della vita La fede che ci anima non ci permette di dare “uno sguardo puramente sociologico”, ci obbliga bensì a cercare e utilizzare strumenti utili “nella linea di un discernimento evangelico”, poiché il nostro “contributo specifico” è “la visione evangelica della vita”. La Chiesa in Sardegna sta già tentando di operare in questo senso con le Caritas diocesane, che sono in continuo contatto con le storie di disagio, non solo nelle situazioni di emergenza. Attraverso i Centri di ascolto, gli Osservatori delle povertà e delle risorse e le Caritas parrocchiali, il loro impegno va ben oltre l’assistenza: mettendo al centro ogni persona, si preoccupano di dare risposta non solo alle richieste immediate, ma ai bisogni profondi e spesso nascosti, perché ognuno cresca in umanità e dignità; con la Delegazione Regionale Caritas, indicata dal Concilio Plenario Sardo come “organismo specifico della Chiesa sarda per meglio aiutare la comunità cristiana dell’Isola a vivere la testimonianza della carità nel servizio dei poveri”. Essa periodicamente pubblica un “Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Sardegna” per getta-
re uno sguardo più obiettivo sulle situazioni di disagio nella nostra popolazione, nel tentativo di individuare nuove soluzioni pastorali per l’azione di testimonianza della carità delle nostre comunità e anche come servizio alle istituzioni civili, perché possano trarne ispirazione nel doveroso e urgente lavoro di progettazione di un nuovo assetto della nostra società; con gli Uffici diocesani di pastorale sociale e del lavoro, impegnati a studiare e affrontare le problematiche, oggi particolarmente impegnative, legate alla dimensione economica, sociale e politica della nostra Isola. In questi ultimi anni essi hanno lavorato, anche in dialogo con le istituzioni sindacali e le associazioni di volontariato, nel tentativo di dare voce ai diritti di ogni persona e di ogni famiglia, promuovendo una rinnovata e consapevole cultura del lavoro; con l’esperienza ecclesiale del Progetto Policoro, iniziativa promossa dall’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro, dal Servizio per la pastorale giovanile e dalla Caritas con lo scopo di aiutare i giovani disoccupati o sottoccupati a migliorare la propria condizione lavorativa, sia tramite la formazione e l’informazione personale sia con la fondazione di cooperative o piccole imprese; con “un Osservatorio regionale per un puntuale e documentato monitoraggio del tema “lavoro” in Sardegna, indagando sulle occasioni mancate, sugli ostacoli per mantenerlo e crearne di nuovo, sulle potenzialità da sfruttare e sulle eventuali proposte concrete da avanzare”, proseguendo così nell’impegno sollecitato dal Concilio Plenario Sardo, che affidava alla Delegazione Regionale una “funzione di studio, di denuncia, di proposta, di formazione”. Le comunità ecclesiali si apriranno costantemente agli altri, testimoniando la fede non solo negli “impegni intraecclesiali” (che devono essere vissuti come servizio e non come ricerca di visibilità e di potere), ma anche “per l’applicazione del Vangelo alla trasformazione della società”, in modo che la loro vita si rifletta “nella penetrazione dei valori cristiani nel mondo sociale, politico ed economico” .
B. Individuare insieme nuove strade 1. Nella realtà del lavoro e delle imprese È indubbio che il problema più preoccupante per la nostra Sardegna è quello del lavoro […] La grave crisi occupazionale è sotto gli occhi di tutti e ha specifici risvolti drammatici in riferimento all’età, ai ruoli, alle responsabilità familiari e sociali. […] La crisi finanziaria ed economica, con le sue gravi conseguenze nella vita sociale, ha collocato la nostra Isola in uno stato di eccezionale precarietà, aggiungendo nuove povertà alle vecchie. Le tipologie della disoccupazione sono tantissime e tutte molto drammatiche. Pensiamo anzitutto ai lavoratori dipendenti delle aziende in crisi. […] Anche per coloro che vengono sostenuti da ammortizzatori sociali la sofferenza è continua e angosciante: quale senso nuovo dare alla vita? […] La preoccupazione più assillante riguarda il futuro della gioventù, che ha dinanzi un mondo senza speranza. Diversi indicatori confermano come la nostra Isola sia un territorio tutt’altro che a misura delle giovani generazioni, risultando incapace di valorizzare i loro talenti e non affidando loro significative quote di partecipazione e responsabilità. […] Facciamo nostre le forti parole di Papa Francesco: “Non ha futuro questo mondo. Perché? Perché loro non hanno dignità! E’ difficile avere dignità senza lavorare. Questa è la vostra sofferenza qui. Questa è la preghiera che voi di là gridavate: “Lavoro”, “Lavoro”,“Lavoro”. E’ una preghiera necessaria. Lavoro vuol dire dignità, lavoro vuol dire portare il pane a casa, lavoro vuol dire amare!”. 2. Nella vita delle famiglie L’attuale crisi economica ed occupazionale sta creando ulteriori gravi difficoltà ai giovani che si preparano al matrimonio e accresce inevitabilmente le tensioni all’interno delle famiglie già formate, nei rapporti tra i coniugi e tra genitori e figli. L’assillo della mancanza improvvisa di stabilità economica si aggiunge pesantemente agli effetti negativi di una cultura che privilegia il sentimento, l’emozione, la gratificazione affettiva, la provvi-
sorietà, rispetto alla necessità di un profondo impegno per la costruzione di una totale comunione di vita e di una incondizionata dedizione al bene dei figli. […] La crisi che l’istituzione familiare attraversa anche nel nostro territorio chiede ai cristiani un non facile supplemento di impegno nel riscoprire il progetto di Dio sul matrimonio e sulla famiglia, per darne testimonianza viva nelle gravi difficoltà che gli uomini e le donne di oggi incontrano. Anche nella nostra Isola sta crescendo il numero di famiglie disgregate per la separazione dei coniugi e il divorzio; aumentano le convivenze; diventa sempre più preoccupante il fenomeno della violenza domestica. Cresce – anche in molte madri di famiglia – il
non sappiamo riconoscere e valorizzare. Non dobbiamo considerarli solo oggetto di informazione, ma veri protagonisti della propria crescita in un autentico rapporto educativo: essi sono il nostro futuro. Ad essi perciò – a partire dai giovani cristiani – vogliamo ricordare l’invito pressante loro rivolto da Papa Francesco a Cagliari: “Prendete il largo e calate le reti, giovani di Sardegna! Prendete il largo!... Non è buono – non è buono – fermarsi al «non abbiamo preso nulla», ma andare oltre, andare al «prendi il largo e getta le reti» di nuovo, senza stancarci! Gesù lo ripete a ciascuno di voi”. Una grande responsabilità è affidata all’Istituzione scolastica, a tutti i livelli. Essa ha da ripensare continuamente, nella sua struttura e
vizio della dipendenza dai giochi d’azzardo, che non di rado conduce alla schiavitù dalla drammatica e inumana piaga sociale dell’usura. Si sviluppa una cultura di separazione tra sessualità e amore. Il tasso di natalità continua a registrare un preoccupante declino. Aumenta una “cultura dello scarto” rispetto al valore della vita, nel suo inizio con il ricorso all’aborto e nel suo termine con la mancanza di attenzione agli anziani. […] Diventa sempre più urgente l’attenzione da parte delle istituzioni governative e amministrative a non lasciare sole le famiglie e a studiare e realizzare interventi utili ad alleviare, sul fronte dell’organizzazione del lavoro e sotto il profilo della fiscalità, quella fatica che in tante di loro sta diventando sempre meno sostenibile. 3. Nelle responsabilità educative […] Occorre dare fiducia agli stessi giovani. Essi hanno tante doti e capacità che noi adulti purtroppo
nell’impegno di tutti coloro che vi operano, i propri obiettivi per giungere ad offrire ai ragazzi e ai giovani una educazione integrale che dia loro la possibilità di proporsi criticamente, superando ogni ideologismo, e diventare capaci di progettualità utili al bene loro personale e di tutta la società. Oltre ad un rinnovato impegno degli operatori scolastici, bisognerà lavorare per incrementare positivamente significative alleanze educative, anzitutto con la famiglia e con il mondo del lavoro, ma anche con chiunque – persone e associazioni – abbia a cuore la crescita integrale dei giovani. Solo attraverso queste alleanze potremo superare il triste fenomeno degli abbandoni e della dispersione scolastica. Se non si interviene efficacemente a limitarlo e annullarlo, rischiamo una generazione di giovani non motivati e impreparati a dare il proprio contributo specifico alla crescita della società.
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4. Nel servizio delle istituzioni Le recenti elezioni che hanno rinnovato il Consiglio regionale sono una occasione che ci richiede una riflessione approfondita. Anzitutto a motivo dell’alta percentuale di astensionismo. Il nostro popolo attende una Amministrazione regionale che sappia comprendere e affrontare con coraggio i problemi e le aspettative della Sardegna, custodendo e rivendicando la sua specialità anche sotto il profilo giuridico, e che si ingegni a trasformare la condizione attualmente sfavorevole dell’insularità in una risorsa di positiva opportunità […] Saranno necessari interventi adeguati a riorganizzare una politica del lavoro, a garantire con maggiore equità l’accesso al credito, a ripensare una politica della casa, a semplificare con determinazione la burocrazia, a tagliare con coraggio risorse improduttive ed enti parassitari e inutili, a razionalizzare l’esistente per promuovere il bene comune e non l’interesse degli apparati. 5. Nella sfida della mobilità sociale e umana Una delle cause dell’attuale crisi economica ed occupazionale è pure la scarsa mobilità sociale che caratterizza anche la nostra Isola. Molti giovani, anche preparati culturalmente e professionalmente, non riescono a trovare spazi adeguati a valorizzare i loro talenti e ad esercitare le loro competenze e sono spesso costretti a cercare sbocchi definitivi in altre regioni o in altri Paesi. […] Preoccupa la crescente realtà della nuova emigrazione, in particolare quella giovanile. Ne deriva inevitabilmente un calo di presenze attive nell’organizzazione del lavoro e l’impoverimento non solo demo-
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grafico dell’Isola, soprattutto delle zone interne. […] Per la stessa ragione è doverosa l’accoglienza degli immigrati. […] La posizione geografica della Sardegna al centro del Mediterraneo e la tradizionale ospitalità che contraddistingue il nostro popolo possono essere interpretate come segno di una vocazione all’accoglienza e alla valorizzazione delle diverse culture presenti nei Paesi che ci circondano. C. La collaborazione e il dialogo come metodo Ci sembra urgente, ora, proporre alle nostre Chiese alcuni impegni precisi: - ogni nostra Diocesi trovi modi adeguati per proporre a tutti con maggiore intensità, in particolare ai cristiani laici più impegnati nella vita sociale, un impegno rinnovato di formazione e di crescita di consapevolezza nello studio della Dottrina sociale della Chiesa. sollecitiamo le nostre Chiese a diventare sempre più testimonianza viva dell’amore di Dio per ogni uomo, attraverso l’animazione delle Caritas parrocchiali e diocesane, degli Uffici per la pastorale sociale e del la-
voro in sinergia con gli altri Uffici pastorali e con le attività del Progetto Policoro e di qualunque realtà di volontariato ispirata al Vangelo. - vogliamo impegnarci ad una maggiore sobrietà e trasparenza nell’uso dei beni delle nostre Diocesi, ad esempio con una più attenta valorizzazione del patrimonio immobiliare a servizio della comunione ecclesiale e del bene comune. - le nostre Chiese di Sardegna siano attente a superare le tentazioni dello sconforto e della rassegnazione, sappiano mettersi in costante ascolto della Parola, si impegnino concretamente a seguire lo Spirito di Dio che ci spinge a testimoniare la carità e la fraternità nella ricerca del vero bene comune. - le nostre comunità parrocchiali verifichino e rinnovino le modalità di preparazione al matrimonio cristiano, affinché le coppie si sentano adeguatamente sostenute. - si dia nuovo impulso a tutta l’azione educativa nelle famiglie e alle iniziative a favore dei ragazzi e dei giovani (in particolare attraverso gli oratori parrocchiali), creando alleanze educative, particolar-
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mente in collaborazione con le istituzioni scolastiche. - la comunità cristiana sappia superare ogni paura e barriera e aprirsi alla “cultura dell’incontro”, affrontando positivamente le questioni poste dalla mobilità sociale e accogliendo i migranti, nella considerazione positiva verso ogni cultura. Nel rispetto delle responsabilità di ogni persona e di ogni istituzione, anche al di là delle convinzioni religiose, vogliamo chiedere a tutte le persone di buona volontà di saper affrontare con lungimiranza i problemi che affliggono la nostra società, senza cedere alla rassegnazione e senza perdere la speranza. - ognuno sappia superare la tentazione dell’individualismo e ripartire dall’ascolto e dall’accoglienza di ogni persona – e non solo dei loro problemi – in stile di profonda relazione con tutti. - la crisi che stiamo vivendo ci solleciti a comprendere che non possiamo ridurre lo sviluppo alla pura crescita economica, spesso conseguita senza guardare al rispetto dell’ambiente e alle persone più
deboli e indifese. - Servono delle politiche attive più incisive e incentivanti in ordine al mercato del lavoro e alla formazione professionale, a maggior ragione in un periodo di crisi strutturale come quello che stiamo attraversando. - sentiamo soprattutto doveroso richiamare i responsabili della vita politica – a livello regionale e negli enti locali – ad un dialogo sincero con tutti i cittadini e con le istituzioni sociali, imprenditoriali e sindacali. D. Artigiani di speranza Le gravi difficoltà che la nostra società sta patendo possono spingerci alla delusione e alla tristezza. Ma per la fede che abbiamo ricevuto in dono, noi siamo convinti che “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù” e che “nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore”. La nostra fede in Cristo – quella che “vince il mondo” – è l’unica fonte che ci permette di affrontare anche i problemi di oggi, nella consapevolezza che il Signore è vicino e non ci lascia soli.
dell'Anci) avrà le deleghe per Urbanistica ed Enti locali. Folta la presenza femminile in Giunta, a dispetto della scarsa rappresentanza consiliare (soltanto 4 donne): a Claudia Firino, 35 anni e project manager al Cnr, va l'assessorato a Cultura e istruzione, mentre l'Agricoltura sarà guidata dall'oristanese Elisabetta Falchi, 49 anni, presidente regionale di Confagricoltura. All'Industria va invece Maria Grazia Piras, 61 anni, presidente del Fai e membro del Cda del Banco di Sardegna. Due tecnici, infine, per due assessorati chiave: al Lavoro va Virginia Mura, direttore della Dire-
zione regionale del Lavoro, mentre per la Sanità è stato designato l'ematologo Luigi Arru, 53 anni, presidente dell'Ordine dei medici di Nuoro. «Il nostro immediato dovere è attuare azioni concrete che diano speranza ai giovani, ai disoccupati e alle fasce più deboli, per uscire insieme da questa crisi profonda. I primi punti all'attenzione della Giunta saranno la semplificazione burocratica, l'edilizia scolastica, i servizi per il lavoro, la formazione professionale» ha dichiarato Pigliaru, che ha convocato la prima seduta del nuovo Consiglio regionale per giovedì 20 marzo.
Pigliaru ha presentato la squadra di governo I nuovi assessori della Giunta regionale sarda
L
FRANCESCO ARESU A SARDEGNA in mano a pro-
fessori e tecnici, con la speranza che le competenze vengano sfruttate al massimo per garantire una pronta riscossa all'isola. «Durante la campagna elettorale ho sempre dichiarato di voler puntare sulle competenze. Questa è una Giunta di qualità, con persone capaci in grado di affrontare le emergenze e di impegnarsi nella costruzione di un futuro prossimo», ha dichiarato il nuovo presidente della Regione Francesco Pigliaru durante la conferenza stampa di presentazione della nuova Giunta regionale. Il neo-governatore ha scelto con cura (e diplomazia, viste le lunghe mediazioni con i partiti della coalizione) i nuovi dodici assessori regionali, pescando soprattutto dal mondo dell'università. A Gianmario Demuro, 53 anni e docente di Diritto costituzionale, va l'assessorato agli Affari generali e riforme: da sempre legato a Renato Soru
(è il presidente di “Sardegna Democratica”, associazione nata nel 2009), Demuro ricopre incarichi accademici anche negli Stati Uniti, dove insegna European Governance a Chicago. Per il Bilancio Pigliaru ha scelto il collega Raffaele Paci, 58 anni e docente di Economia applicata, in passato preside della facoltà di Scienze Politiche e direttore del Crenos. La delega ai Trasporti va a Massimo Deiana, 52 anni, professore di Diritto della navigazione nella facoltà di Giurisprudenza – di cui è stato anche preside – ed esperto in materia di continuità territoriale (tanto da essere consulente della Giunta Cappellacci). «Si tratta di una Giunta che ha tutte le competenze necessarie e un certo tasso di esperienza politica. L'esperienza – ha spiegato Pigliaru – crescerà nel dialogo con la maggioranza così come con l'opposizione, con cui sono certo troveremo punti di costruttivo confronto e collaborazione. Le idee dichiarate in cam-
La prima riunione della Giunta Pigliaru.
pagna elettorale sono le azioni che compiremo al governo». La rappresentanza accademica in Giunta è garantita anche da Donatella Spano, 56 anni e docente di Scienze arboree all'Università di Sassari cui, viste le specifiche competenze, va l'assessorato all'Ambiente. Dall'ateneo turritano arriva anche il neo-assessore al Turismo Francesco Morandi (49 anni, bolognese), presidente del corso di studi in Economia turistica con sede a Olbia. Paolo Maninchedda, 53 anni e consigliere regionale uscente, sarà il nuovo assessore ai Lavori pubblici mentre Cristiano Erriu (50 anni, presidente regionale
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IL PORTICO
IL PORTICO DEL TEMPIO
Il Papa. La visita pastorale alla Parrocchia di Santa Maria dell’Orazione a Setteville.
“Siamo chiamati ad ascoltare la voce di Gesù e prendere sul serio la Parola” ROBERTO PIREDDA
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LL’ANGELUS il Santo Padre ha approfondito diversi aspetti del Vangelo domenicale, che presentava l’episodio della Trasfigurazione del Signore. Gesù conduce in disparte su un monte Pietro, Giacomo e Giovanni. L’elemento della montagna non è secondario, fa notare Papa Francesco: «La montagna nella Bibbia rappresenta il luogo della vicinanza con Dio e dell’incontro intimo con Lui; il luogo della preghiera, dove stare alla presenza del Signore. Lassù sul monte, Gesù si mostra ai tre discepoli trasfigurato, luminoso, bellissimo; e poi appaiono Mosè ed Elia, che conversano con Lui. Il suo volto è così splendente e le sue vesti così candide, che Pietro ne rimane folgorato, tanto che vorrebbe rimanere lì, quasi fermare quel momento. Subito risuona dall’alto la voce del Padre che proclama Gesù suo Figlio prediletto, dicendo: Ascoltatelo». Il punto fondamentale, ribadisce il Papa, è proprio quello dell’ascolto. Si tratta dell’atteggiamento caratteristico del discepolo: «Teniamo, questa settimana, questa parola nella testa e nel cuore: "Ascoltate Gesù!". E questo non lo dice il Papa, lo dice Dio Padre, a tutti: a me, a voi, a tutti, tutti! E’ come un aiuto per andare avanti nella strada della Quaresima. "Ascoltate Gesù!". Non dimenticare. È molto importante questo invito
del Padre. Noi, discepoli di Gesù, siamo chiamati ad essere persone che ascoltano la sua voce e prendono sul serio le sue parole». Quando si parla di ascoltare Gesù non viene richiamata una realtà generica ma si insiste, come spiega Papa Francesco, sul rapporto stretto che ogni credente deve avere con la Parola di Dio: «ascoltiamo Gesù nella sua Parola scritta, nel Vangelo. Vi faccio una domanda: voi leggete tutti i giorni un passo del Vangelo? Sì, no…sì, no… Metà e metà… Alcuni sì e alcuni no. Ma è importante! Voi leggete il Vangelo? E’ cosa buona; è una cosa buona avere un piccolo Vangelo, piccolo, e portarlo con noi, in tasca, nella borsa, e leggerne un piccolo passo in qualsiasi
momento della giornata. In qualsiasi momento della giornata io prendo dalla tasca il Vangelo e leggo qualcosina, un piccolo passo. Lì è Gesù che ci parla, nel Vangelo! Pensate questo. Non è difficile, neppure necessario che siano i quattro: uno dei Vangeli, piccolino, con noi. Sempre il Vangelo con noi, perché è la Parola di Gesù per poterlo ascoltare». Il Santo Padre ha sottolineato altri due elementi presenti nel testo evangelico, riassunti nelle parole “salita” e “discesa”: «Noi abbiamo bisogno di andare in disparte, di salire sulla montagna in uno spazio di silenzio, per trovare noi stessi e percepire meglio la voce del Signore. Questo facciamo nella preghiera.
IL DISCORSO DEL SANTO PADRE AL CLERO DI ROMA
Ministri di misericordia
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OI NON SIAMO qui per fare un bell’esercizio spirituale all’inizio della Quaresima, ma per ascoltare la voce dello Spirito che parla a tutta la Chiesa in questo nostro tempo, che è proprio il tempo della misericordia. Di questo sono sicuro. Non è solo la Quaresima; noi stiamo vivendo in tempo di misericordia, da trent’anni o più, fino adesso.
1. Nella Chiesa tutta è il tempo della misericordia. Questa è stata un’intuizione del beato Giovanni Paolo II. Lui ha avuto il "fiuto" che questo era il tempo della misericordia. Pensiamo alla beatificazione e canonizzazione di Suor Faustina Kowalska; poi ha introdotto la festa della Divina Misericordia. Piano piano è avanzato, è andato avanti su questo […] Sta a noi, come ministri della Chiesa, tenere vivo questo messaggio soprattutto nella predicazione e nei gesti, nei segni,
nelle scelte pastorali, ad esempio la scelta di restituire priorità al sacramento della Riconciliazione, e al tempo stesso alle opere di misericordia. Riconciliare, fare pace mediante il Sacramento, e anche con le parole, e con le opere di misericordia. 2. Che cosa significa misericordia per i preti? I preti si commuovono davanti alle pecore, come Gesù, quando vedeva la gente stanca e sfinita come pecore senza pastore. Gesù ha le "viscere" di Dio, Isaia ne parla tanto: è pieno di tenerezza verso la gente, specialmente verso le persone escluse, cioè verso i peccatori, verso i malati di cui nessuno si prende cura… Così a immagine del Buon Pastore, il prete è uomo di misericordia e di compassione, vicino alla sua gente e servitore di tutti. Questo è un criterio pastorale che vorrei sottolineare tanto: la vicinanza. La prossimità e il
servizio, ma la prossimità, la vicinanza!… Chiunque si trovi ferito nella propria vita, in qualsiasi modo, può trovare in lui attenzione e ascolto… In particolare il prete dimostra viscere di misericordia nell’amministrare il sacramento della Riconciliazione; lo dimostra in tutto il suo atteggiamento, nel modo di accogliere, di ascoltare, di consigliare, di assolvere… Ma questo deriva da come lui stesso vive il sacramento in prima persona, da come si lascia abbracciare da Dio Padre nella Confessione, e rimane dentro questo abbraccio… Se uno vive questo su di sé, nel proprio cuore, può anche donarlo agli altri nel ministero […] Il prete è chiamato a imparare questo, ad avere un cuore che si commuove. I preti - mi permetto la parola - "asettici" quelli "di laboratorio", tutto pulito, tutto bello, non aiutano la Chiesa. La Chiesa oggi possiamo pensarla come un "ospedale da campo". Questo scusatemi lo ripeto, perché lo vedo così, lo sento così: un "ospedale da campo". C’è bisogno di curare le ferite, tante ferite!
Ma non possiamo rimanere lì! L’incontro con Dio nella preghiera ci spinge nuovamente a "scendere dalla montagna" e ritornare in basso, nella pianura, dove incontriamo tanti fratelli appesantiti da fatiche, malattie, ingiustizie, ignoranze, povertà materiale e spirituale. A questi nostri fratelli che sono in difficoltà, siamo chiamati a portare i frutti dell’esperienza che abbiamo fatto con Dio, condividendo la grazia ricevuta». La Parola ascoltata non può essere trattenuta semplicemente per sé, deve essere condivisa con gli altri: «La Parola di Cristo in noi cresce quando noi la proclamiamo, quando noi la diamo agli altri! E questa è la vita cristiana. È una missione per tutta la Chiesa, per tutti i battezzati, per tutti noi: ascoltare Gesù e offrirlo agli altri». Sempre domenica, alla sera, Papa Francesco si è recato in visita nella Parrocchia romana di Santa Maria dell’Orazione a Setteville di Guidonia. Nell’omelia della Messa il Santo Padre è tornato ancora sul tema dell’ascolto della voce del Signore: «Quali sono i compiti del cristiano? Forse qualcuno mi dirà: “andare a Messa la domenica, fare digiuno e astinenza nella Settimana Santa…” Ma il primo compito del cristiano è ascoltare la Parola di Dio, ascoltare Gesù! Lui ci parla e ci salva con la sua Parola! E lui fa più robusta la nostra fede con quella Parola. Ascoltare Gesù!».
3. Misericordia significa né manica larga né rigidità. Capita spesso, a noi preti, di sentire l’esperienza dei nostri fedeli che ci raccontano di aver incontrato nella Confessione un sacerdote molto "stretto", oppure molto "largo", rigorista o lassista. E questo non va bene. Che tra i confessori ci siano differenze di stile è normale, ma queste differenze non possono riguardare la sostanza, cioè la sana dottrina morale e la misericordia. Né il lassista né il rigorista rende testimonianza a Gesù Cristo, perché né l’uno né l’altro si fa carico della persona che incontra. Il rigorista si lava le mani: infatti la inchioda alla legge intesa in modo freddo e rigido; il lassista invece si lava le mani: solo apparentemente è misericordioso, ma in realtà non prende sul serio il problema di quella coscienza, minimizzando il peccato. La vera misericordia si fa carico della persona, la ascolta attentamente, si accosta con rispetto e con verità alla sua situazione, e la accompagna nel cammino della riconciliazione. (6 marzo 2014)
DOMENICA 23 MARZO 2014
pietre PAKISTAN
Restano in carcere due cristiani Due cristiani innocenti, Shafaqat Emmanuel, paralitico, e la sua moglie, Shagufta Kausar, accusati di “blasfemia via sms” restano nel carcere di Toba Tek Singh: l’Alta Corte di Lahore ha infatti rifiutato la richiesta di rilascio su cauzione, inoltrata dagli avvocati difensori. In precedenza, anche un tribunale di primo grado aveva negato la richiesta di cauzione. I giudici dell’Alta Corte si erano inizialmente convinti degli argomenti della difesa. Ma, dopo le pressioni dei leader religiosi musulmani e le minacce di estremisti di Gojra, i giudici hanno negato la cauzione, affermando che il caso si concluderà entro due mesi. Musulmani radicali avevano già minacciato gli avvocati della difesa molte volte. INDIA
Bloccata la costruzione di una chiesa Un gruppo di fondamentalisti indù ha bloccato la costruzione di una cappella cattolica nel villaggio di Gudrikia, nell'arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneshwar (in Orissa). Il fatto ha seminato paura e tensione nel villaggio, già colpito in modo duro durante i pogrom anticristiani del 2008. Tutto sarebbe avvenuto intorno quando gli aggressori hanno minacciato alcuni fedeli, e portato via le pietre raccolte dai cristiani della zona per avviare i lavori. Secondo le fonti locali, il gruppo estremista ha minacciato il catechista del villaggio, e suo padre. I due cattolici rivelano di avere "molta paura" e di voler denunciare al più presto quanto accaduto. NEL BRUNEI
Fede cristiana vietata nelle scuole cattoliche Presidi e professori in scuole e istituti di istruzione privati in Brunei rischiano fino a cinque anni di carcere e una multa fino a 20.000 dollari se insegnano o parlano a un bambino musulmano di religioni diverse dall'Islam. Nell'ambito del nuovo Codice penale, impostato sulla “sharia” (legge islamica), che entrerà in vigore nel mese di aprile, è reato “persuadere, raccontare, influenzare, incitare, incoraggiare un bambino con insegnamenti non- islamici”. E’ reato anche “esporre il bambino a ogni cerimonia, atto di culto o qualsiasi attività non islamica o farlo partecipare ad attività a beneficio di altre religioni”. Il provvedimento e le restrizioni preoccupano le scuole cristiane frequentate anche da allievi musulmani, soprattutto per le possibile distorsioni o strumentalizzazioni: nelle scuole cristiane, infatti, si garantisce un’istruzione di qualità, del tutto scevra da forme di proselitismo.
DOMENICA 23 MARZO 2014
IL PORTICO DEI GIOVANI
IL PORTICO
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Pastorale Giovanile. Il 29 e 30 marzo sarà il centro Frassati di Alghero ad ospitare il secondo convegno regionale.
È necessario mettersi in rete per poter educare i giovani ad essere missionari Al centro dei lavori i temi dell’educazione e della missione. Il Convegno è dedicato a formatori ed animatori, impegnati in tre sessioni di lavoro e in diversi laboratori tematici ROBERTO COMPARETTI
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URA EDUCATIVA: cercasi alleanze verso la missione”. Un titolo più che mai attuale per il secondo convegno regionale di Pastorale Giovanile in programma dal 29 al 30 marzo al Centro diocesano di pastorale “P. G. Frassati” in località Montagnese, ad Alghero. L’appuntamento è destinato in modo particolare ai responsabili e agli operatori di pastorale giovanile (educatori e animatori) nelle diocesi, nelle parrocchie, nelle famiglie religiose, nei gruppi, nei movimenti e nelle associazioni. È rivolto, inoltre, agli insegnanti di religione, ai docenti sensibili alla realtà giovanile, ai catechisti, ai presbiteri, ai diaconi, ai seminaristi, ai religiosi, alle religiose, ai novizi e alle novizie. “L’idea – dice don Massimo Cabua, responsabile re-
I partecipanti al primo Convegno Regionale di Pastorale Giovanile.
gionale del servizio di Pastorale Giovanile – è quella di proseguire il cammino intrapreso con il primo convegno regionale, nel quale abbiamo posto al centro la questione educativa. Lo scorso anno abbiamo riflettuto su giovani e parrocchia, e nel secondo convegno volevamo continuare a ragionare su questa relazione, su come sia pos-
sibile costruirla, in questo tempo che abitiamo, ma soprattutto volevamo riprendere i temi del convegno nazionale di Genova dello scorso febbraio, specie sulla cura educativa”. L’intento è quello di formare educatori ed animatori a dare vita o ad integrare le reti di relazioni senza le quali è difficile arrivare ad al-
leanze che possano poi favorire il lavoro “missionario”, prendendosi cura dell’educazione dei giovani. Le agenzie educative come famiglie, scuola, Chiesa ed associazioni devono unire le forze per essere riferimento nel percorso di crescita dei giovani. Il convegno vedrà la partecipazione di due esperti in materia edu-
La gioia di donarsi, nessuno è escluso dall’amore di Dio La testimonianza di Tommaso sull’esperienza di volontariato a Buoncammino
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TOMMASO DI STEFANO A STUPENDA avventura da vo-
lontario in Carcere che ho intrapreso nella Primavera del 2012 a conclusione di un cammino in preparazione del nostro primo incontro con i detenuti e le detenute é un’Avventura che mi ha tanto coinvolto e che ancor oggi mi appassiona! É stata già la prima Catechesi alla quale
partecipai una buona occasione per avvertire forte in me la chiamata a portar Luce oltre le sbarre e ad alleggerir così attraverso le mie parole, i miei gesti e la mia semplice presenza la prigionia degli amici e delle amiche che scontavano la loro pena! Ho sentito forte in me il desiderio di voler trasmettere un messaggio di speranza, ho desiderato render loro partecipi delle tante gioie e delle tante sofferenze che ho vissuto e superato aiutato dalla Fede nel Dio Misericordioso che ama i suoi figli e desidera per loro il sommo Bene! Dal momento in cui intrapresi questa straordinaria Avventura feci in modo d’essere limpido specchio affinché cogliessero la mia volontà d’esser sincero sollievo e di voler condividere con le loro anime
Una cella del carcere di Buoncammino. Foto sotto: Tommaso Di Stefano
ciascuna delle gioie e delle difficoltà che rappresentano il mio come il loro personale vissuto! È stata preziosa la premessa di voler condividere con loro la Parola come l’esperienza che m’apparteneva ed il racconto di questa commosse tanto poiché questa mia condivisione toccò i loro cuori al punto da lasciar scorrere delle lacrime da occhi che sembravano apparire freddi e privi d’Amore. Le Catechesi che fino ad oggi ho
avuto l’opportunità di vivere a Buoncammino vantano il carattere sempre vivo dell’originalità perché ogni incontro ha un sapore nuovo e detenuti e detenute sono sempre portatori e portatrici di un gran entusiasmo e del desiderio di esser resi e rese partecipi riguardo la vita che scorre all’esterno come delle news che colorano le giornate di noi volontari. La preghiera comunitaria é di un’intensità commovente e ap-
cativa: il professor Mario Pollo e don Mimmo Beneventi. Il primo è professore associato di Pedagogia Generale e Sociale del Dipartimento di Scienze Umane della Lumsa di Roma, ed è esperto di giovani avendo fatto anche ricerca sulla marginalità nel mondo dei giovani, su tematiche legate al cosiddetto “popolo della notte” e a quelle delle droghe. Il secondo invece ha svolto fino allo scorso anno il ruolo di aiutante di studio del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, ed oggi è parroco, anche se continua il suo lavoro con e per i giovani come incaricato diocesano e regionale di Pastorale giovanile in Basilicata. Attraverso tre sessioni di lavoro ed i laboratori previsti, i partecipanti approfondiranno il tema della cura educativa, declinata nelle alleanze tra agenzie educative, capaci di collaborare per fare rete. Prevista la partecipazione anche di monsignor Mosè Marcia, vescovo di Nuoro e delegato della Conferenza Episcopale per la Pastorale Giovanile e di monsignor Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero – Bosa. Per informazioni è possibile inviare una e-mail all’indirizzo: pgrsardegna@gmail.com, oppure visitare la pagina Facebook: “Pastorale giovanile regionale della Sardegna”.
paiono toccanti le parole di tanti e tante di loro che partendo dai ricordi di vita passata, dagli errori commessi come dalle conquiste intraprese, sono desiderosi di recuperare il tempo trascorso in cella operando a motivo del nuovo Amore che hanno avuto l’opportunità di riscoprire. È sensazionale trascorrer del tempo in armonia con loro ed é meraviglioso leggere nei loro volti e nel loro sguardo una “Luce” nuova e scorgere la nascita di spontanei sorrisi che sono frutto di nuove speranze acquisite dal racconto nostro del Padre Misericordioso che é nei Cieli e della Parola di Vita! È sorprendente il rapporto instaurato con loro e la loro riconoscenza é tanto grande da ripagare per mezzo di accoglienze attente, di saluti affettuosi e di doni realizzati per mezzo delle loro mani, il tempo speso al di là delle mura carcerarie e le fatiche dovute alle corse per far sì che le giornate di noi giovani volontari comprendano tempi di riflessione e preghiera assieme ad amici ed amiche d’eccezione! Da volontario attento e partecipe consiglierei a tutti e tutte di intraprendere questa forte esperienza comprendente un’efficace sintesi del Messaggio che il Signore suggerisce a noi: “Tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
IL PORTICO DI CAGLIARI
DOMENICA 23 MARZO 2014
Turismo. Cagliari è stata rappresentata al “Seatrade Cruise Shipping” a Miami.
La bellezza di Cagliari risalta nelle sue tradizioni e si apre al turismo straniero Parla l’assessore al turismo Barbara Argiolas: “L’azione di promozione passa anche attraverso la valorizzazione della Festa di S. Efisio e della Settimana Santa” VALERIO LUCA FLORIS
È
ORMAI DA TEMPO che il turismo costituisce una risorsa importante per la città di Cagliari ed è proprio per questo motivo che il Comune del capoluogo, al fine di promuovere la città ed aumentare le presenze turistiche, ha deciso di puntare su un mix fra le attrazioni offerte dalla tradizione cagliaritana e quelle più recenti. Dal mese di marzo è partita una campagna pubblicitaria ad hoc con inserzioni sulle riviste di bordo della compagnia aerea Easyjet (cui si aggiungeranno a breve spazi pubblicitari su riviste di altre compagnie) e dei treni Eurostar (sulla tratta Londra-Parigi). La campagna, volta alla diffusione dell'immagine della città, ha come target coloro che, in tutta Europa, viaggiano spesso e che quindi rappresentano dei potenziali futuri visitatori. Nelle inserzioni, che a breve saranno affiancate da altre azioni pubblicitarie su riviste online, si offrono notizie soprattutto sulle feste tradizionali di Cagliari: l’Assessore al Turismo,
Il cocchio di Sant’Efisio in via Roma il 1 maggio.
Barbara Argiolas, ha spiegato che «l’azione di promozione è volta ad aumentare la notorietà della città di Cagliari attraverso la valorizzazione delle sue risorse identitarie e culturali, come la Festa di Sant’Efisio e i Riti della Settimana Santa» ed ha inoltre ricordato che «tutte le campagne di promozione del 2014 hanno come obiettivo anche la promozione di Cagliari a capitale europea 2019, una sfida che la città sta assumendo con grande impegno e determinazione». Fra le iniziative più qualificanti per il patrimonio culturale cagliaritano e col maggior richiamo di turisti va poi annoverata la manifestazione “Monumenti Aperti”, organizzata dall'associazione culturale Imago Mundi Onlus e che nel 2014 si svolgerà per la diciottesima edizione: nel 2013 la manifestazione ha riguardato 32 comuni, per un totale di 520 monumenti, con 240 mila firme lascia-
te dai visitatori (per lo più nei siti dislocati a Cagliari). Uno degli aspetti innovativi su cui l'Amministrazione comunale punta parecchio è il mercato dei crocieristi, realtà che negli ultimi anni ha visto il capoluogo sardo come piacevole novità in questo settore: una novità molto apprezzata da chi ama trascorrere le vacanze a bordo di qualche colosso del mare. In questi giorni si è svolto a Miami il “Seatrade Cruise Shipping”, la più importante fiera del settore crocieristico dedicata agli operatori, cui la città di Cagliari è stata presente con uno stand all'interno del padiglione Italia, organizzato da Autorità portuale, Comune e Cagliari Cruise Port. Valeria Mangiarotti, responsabile marketing, ha sottolineato che «la politica dell'Autorità Portuale sarà sempre più quella di attrarre compagnie con navi medio grandi e di lusso, i cui passeggeri
con elevata capacità e propensione alla spesa, possono generare maggiori ricadute economiche sul territorio». A Miami si sta lavorando alla programmazione del biennio 2015-16: Vincenzo di Marzo, commissario straordinario dell'Autorità Portuale, prevede che «dopo la flessione di quest'anno, il 2015 potrà essere una stagione di ripresa sia per le crociere a Cagliari che per l'intero comparto in Italia». Tra le novità previste per il 2015 si segnala la presenza della Norwegian Epic della NCL, colosso su cui possono viaggiare ben 4.200 passeggeri, nonché il ritorno della Costa Crociere, dopo un anno di assenza; sono invece avviate le trattative con la Royal Caribeann che potrebbe far fare scalo a Cagliari alla sua ammiraglia (“Quantum of the Seas”), che può ospitare addirittura a 5.000 passeggeri.
Una nave da crociera in porto a Cagliari.
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UTENTICO E SINCERO affetto per Papa Francesco. È quello che traspare dal libro, “Caro Papa Francesco…”, una raccolta disegni e lettere dei bambini della parrocchia San Francesco d’Assisi di Cagliari. Una pubblicazione che il parroco, padre Carlo Atzei, assieme ai più piccoli tra i suoi parrocchiani, ha voluto donare al Papa. L’immagine di copertina, con il Santo Padre sulla Papa mobile, mostra alle sue spalle gli edifici che fanno riferimento alla parrocchia cagliaritana: il convento e la chiesa. L’idea è nata alla fine di giugno quando, ai bambini presenti alla messa al termine dell’Anno catechistico, è stato proposto di realizzare un disegno, una lettera e di
brevi IL 28 MARZO
A Sant’Antonio 24 ore di adorazione Una giornata interamente dedicata alla preghiera. “Il 28 marzo nella chiesa di via Manno a Cagliari – dicono gli organizzatori sarà una giornata nella quale si vuole celebrare l’unione a Cristo in comunione con Papa Francesco”. Il programma prevede alle 17 i Vespri e a seguire la Messa, con l’inizio dell’Adorazione e della Confessioni. Durante l’Adorazione verranno letti passi scelti della sacra Scrittura e due
sacerdoti saranno disponibili per il sacramento della Riconciliazione. Alle 19 la recita del Rosario che verrà ripreso alle 24 e alle 3, alle 21 la Via Crucis, mentre alle 6 è previsto l’Ufficio delle Letture, alle 8 le Lodi Mattutine, alle 9 l’Ora Terza, alle 10 la recita del Rosario. Alle 12 la recita dell’Angelus e l’Ora Sesta, alle 15 la recita dell’Ora Nona e la Coroncina alla Divina Misericordia. Alle 16.30 i Vespri della IV Domenica di Quaresima e infine alle 17 la Benedizione Eucaristica.
Ad aprile campi di formazione
I ragazzi di S. Francesco d’Assisi scrivono al Papa coniare uno slogan per Papa Francesco. L’arrivo delle vacanze estive non ha aiutato nella realizzazione perché in molti avevano dimenticato quella richiesta. Tuttavia diversi bambini hanno voluto comunque dare seguito a quanto il loro parroco chiedeva e alla fine disegni, slogan e lettere sono state recapitate sul tavolo di padre Carlo. “È stato così raccolto il materiale per la pubblicazione – dice padre Carlo – che è stata recapitata al Papa, e sappiamo che il Papa ha gradito. Per la nostra parrocchia e per i bambini la visita del Papa in Sardegna è stata contrassegnata da un’opportunità particolare, perché il corteo papale ha transitato nei pressi di via Piemonte, dove si trovano il nostro convento e la chiesa. La prima volta
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PASTORALE GIOVANILE
L’affetto dei bambini per Papa Francesco R. C.
IL PORTICO
Papa Francesco riceve il libro dei bambini di Cagliari.
quando è sceso dalla Cattedrale per dirigersi alla Facoltà Teologica, e la seconda volta quando è andato nel Largo Carlo Felice per incontrare i giovani. La foto del Papa, che alle sue spalle ha le nostre strutture, è stata poi scelta per la copertina. È stata un’occasione unica, perché non credo che capiterà così facilmente di veder passare due volte il Papa di fronte alla nostra parrocchia, la considero una grazia per noi”. Il libro contiene disegni e letterine scritte dai bambini ma anche
alcune immagini dello slogan che i bambini, riprendendo l’intercalare tipico sardo, hanno coniato: “Ajò Papa Francesco. Siamo con te”. I bambini avrebbero voluto salutare di persona il Papa ma non è stato possibile. Come scrive, il parroco nella prefazione, “Lo facciamo idealmente con questo piccolo omaggio, che contiene lettere e disegni … al naturale senza correzioni”. Proprio come sono i bambini che hanno scritto e disegnato per Papa Francesco.
Sono aperte le iscrizioni per i prossimi campi di formazione proposti dall’Ufficio di Pastorale Giovanile e previsti nel mese di aprile. Dal 25 al 27 aprile è previsto un corso di formazione per Animatori di gruppi preadolescenti e gruppi “post-cresima” (età dei partecipanti prevista: 17 ai 25 anni). Dal 29 aprile al 1 maggio un corso di formazione per gli Animatori che degli Oratori che animano le attività invernali ed estive (età dei partecipanti prevista: 15 ai 19 anni). Per tutti i corsi previsti l’Ufficio di Pastorale giovanile rilascerà un attestato di partecipazione e una dichiarazione per il credito formativo scolastico da presentare a scuola. I corsi di formazione per gli animatori di Oratorio saranno organizzati con la collaborazione del Centro Sportivo Italiano e si terranno a Solanas, nella colonia “San Domenico Savio”. Per le informazioni si può contattare direttamente l’Ufficio di Pastorale Giovanile: don Alberto Pistolesi e-mail: apisto@tiscali.it oppure giovani@diocesidicagliari.it.
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IL PORTICO DE
IL PORTICO
Sedev
III DOMENICA DI QUARESIMA(ANNO A)
dal Vangelo secondo Giovanni (f. breve)
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DON ANDREA BUSIA
l brano di oggi ruota intorno alla domanda “chi è Gesù?” e questo si può notare sia leggendo il testo in maniera veloce sia notando che la samaritana così come gli altri abitanti del villaggio si pongono esplicitamente la domanda: la samaritana chiede prima a Gesù “Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe?” e poi pone una domanda retorica ai suoi concittadini (“Che sia lui il Cristo?”) gli altri samaritani esplicitano direttamente la risposta (“questi è veramente il salvatore del mondo”), ed inoltre – cosa che può stupire chi ha presenti i vangeli di Marco, Matteo e Luca – Gesù stesso, alla samaritana che gli chiede se lui sia il Messia, il Cristo, che deve venire, risponde: “Sono io, che parlo con te”. Come è facile vedere il brano, come è nello stile dell’evangelista Giovanni, non presenta tante azioni, ma presenta una lunga serie di dialoghi in cui ciascuno degli interlocutori, Gesù e la samaritana in primis, viene interrogato e interroga a sua volta. Proprio la sequenza di dialoghi e l’alternarsi della presenza- assenza degli attori sulla scena
il portico della fede
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n quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua.Vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre.Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». Gv. 4, 5-15.19b-26.39a.40-42 del racconto ci aiutano a evidenziare la struttura del brano e quindi a leggerlo. Nella prima scena, la più lunga, troviamo Gesù e la samaritana, i discepoli si sono allontanati a comprare delle provviste e Gesù rimane solo, questa solitudine è il motivo scatenante di tutta la reazione perché Gesù, impossibilitato ad attingere dal pozzo, è tenuto a chiedere aiuto a una donna samaritana, e si intrecciano quindi qui due difficoltà ben evidenziate nel testo: quella di Gesù finalizzata al bere e quella di un giudeo che rivolge la parola a una donna samaritana. L’atteggiamento della donna è caratterizzato dallo stupore, intanto perché vede Gesù andare oltre la proverbiale chiusura dei giudei verso i samaritani che durava da vari secoli, ma soprattutto perché non riesce stare dietro alle affermazioni di Gesù. Questo stupore diventa presto “confusione” quando Gesù cambia registro e inizia a parlare per metafore usando la parola “acqua” per indicare lo Spirito e il Battesimo. Gesù pian piano la guida a capire che quel giudeo che ha di fronte a sé non è semplicemente un uomo che ha sete perché è mezzogiorno e il sole è
a picco, bensì è molto di più: la donna inizia a considerarlo un profeta già dopo che gli ha parlato dei suoi mariti, e poco più avanti arriva a prendere in considerazione l’ipotesi che lui sia Gesù fino a chiedergli una conferma diretta, conferma che Gesù fornisce in maniera molto esplicita. La donna va via ed entrano in scena i discepoli che vorrebbero fare a Gesù delle domande, ma riescono solo a pensarle (“Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?»”) o a farle tra sé (“i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?»”), anche in questo caso regna lo stupore perché Gesù gioca sul senso della parola “cibo” intendendo con essa il “fare la volontà di Dio”. Questo senso di confusione dei discepoli però è meno sottolineato dal narratore rispetto al precedente della samaritana perché ciò che in questa scena è importante è il discorso di Gesù ai discepoli, discorso in cui vengono messe in evidenza tre cose: che Gesù vive per fare la volontà del Padre, che i frutti del “raccolto” (e quindi della venuta di Gesù) sono prossimi ad arrivare e, soprattutto,
che saranno i discepoli a dover cogliere quei frutti che altri hanno seminato. Mentre ancora Gesù sta parlando arrivano (terza scena) i samaritani che ascoltano Gesù e lo invitano a stare con loro e a insegnare loro, è la conclusione del brano, una conclusione che Giovanni ha per così dire sigillato con una delle sue “firme”, e ricollegando la fede dei samaritani a quella che sarà poi la fede della Chiesa. Questo “sigillo” è dato dalla frase “noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo” che, non a caso, è molto simile a quella con cui Giovanni inizia la sua prima lettera: “Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi” (1Gv 1.3a). La fede cristiana non si basa su una leggenda, su un sentimento fugace o meno, ma sull’incontro con una persona, Gesù, sull’esperienza di un cammino percorso in sua presenza.
LA GIOIA CHE SI RINNOVA E SI COMUNICA Con questo numero de Il Portico iniziamo un cammino che ci porterà dentro l’esortazione apostolica di Papa Francesco Evangelii gaudium, per coglierne stimoli e suggestioni che possano dare slancio alla nuova evangelizzazione, e così promuoverla in tutti quei contesti storici attuali, anche nella nostra Chiesa diocesana. L’esortazione apostolicaè attraversata dall’invito a gioire, a gioire sempre, anche nelle difficoltà e nell’azione articolata e multiforme dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo. La gioia di cui parla, il Pontefice non è però, semplicemente un’allegrezza fine a se stessa, neppure un riso effimero e passeggero, dimentichi della realtà concreta nella quale viviamo. La gioia, che segna come un filo rosso tutta l’esortazione è la gioia biblica, vale a dire la gioia che ha fondamento nella certezza che Dio è al nostro fianco, comunque, anche nella sofferenza, nel dolore e nelle difficoltà; Egli è compagno
del nostro cammino, e anche quando non ci pare di sentire la Sua presenza. L’esortazione si snoda riproponendo nelle sue argomentazioni i fondamenti della gioia che si possono ritrovare leggendo la Sacra Scrittura. Anzi possiamo dire che, la Parola di Dio che leggiamo nei libri biblici è traboccata da sè stessa per immergersi nell’esortazione del Pontefice che, quale Padre e Pastore, ci guida a coglierne gli aspetti più inediti, a illuminare in modo nuovo le differenti realtà, incarnandosi nelle fibre della contemporaneità. Percorreremo, dunque, l’esortazione, ponendo in evidenza il tema della “gioia” che deve accompagnare la vita dei fedeli cristiani, tutti chiamati a evangelizzare, ad accogliere il dono del vangelo nella propria storia e ad assumersi questa responsabilità di permettere che tutti gli uomini, donne, bambini, possano incontrare Cristo, il Risorto, perché nessuno si senta escluso da questo incontro. Infatti, secondo l’esortazione, incontrare Cristo nella propria
esperienza umana, qualunque sia l’ occasione, triste o gioiosa, ci apre agli altri, ci rende partecipi della ricchezza dell’altro, ci rende nuovi e ci fa uscire dall’isolamento e dalla tristezza. Anche i credenti, ai quali è rivolta in prima istanza l’esortazione, corrono il rischio di perdere l’entusiasmo di evangelizzare, dunque di accogliere l’altro e di amarlo, e di godere di quella gioia intima dell’incontro con la ricchezza di cui è portare l’altro, nella sua unicità e irripetibilità. Già dalle prime righe si può intravedere che l’esortazione alla gioia, di Papa Francesco è un vero e proprio mandato missionario, e dunque è una sorta di imperativo ad agire con franchezza, senza timore, perché l’annuncio del vangelo concretamente si incarni nella realtà e la trasformi, la trasfiguri perché nessuno perda la speranza, soprattutto a tutti sia restituita la gioia del vivere con gli altri, per gli altri, e negli altri. di Maria Grazia Pau
ELLA FAMIGLIA
DOMENICA 23 MARZO 2014
va presso il pozzo...
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Papa Francesco e il Centro Italiano Femminile
Il genio femminile arricchisce la società
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RISCRITTURE
LA SETE DI VITA ETERNA Gesù, come dice Sant’Agostino, “aveva sete della fede di quella donna” (In Ioh. Ev. 15, 11), come della fede di tutti noi. Dio Padre lo ha mandato a saziare la nostra sete di vita eterna, donandoci il suo amore, ma per farci questo dono Gesù chiede la nostra fede. L’onnipotenza dell’Amore rispetta sempre la libertà dell’uomo; bussa al suo cuore e attende con pazienza la sua risposta. Nell’incontro con la Samaritana risalta in primo piano il simbolo dell’acqua, che allude chiaramente al sacramento del Battesimo, sorgente di vita nuova per la fede nella Grazia di Dio. Questo Vangelo, infatti, fa parte dell’antico itinerario di preparazione dei catecumeni all’iniziazione cristiana, che avveniva nella grande Veglia della notte di Pasqua. “Chi berrà dell’acqua che io gli darò – dice Gesù – non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14). Quest’acqua rap-
presenta lo Spirito Santo, il “dono” per eccellenza che Gesù è venuto a portare da parte di Dio Padre. Chi rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, cioè nel Battesimo, entra in una relazione reale con Dio, una relazione filiale, e può adorarLo “in spirito e verità” (Gv 4,23.24), come rivela ancora Gesù alla donna Samaritana. Grazie all’incontro con Gesù Cristo e al dono dello Spirito Santo, la fede dell’uomo giunge al suo compimento, come risposta alla pienezza della rivelazione di Dio. Ognuno di noi può immedesimarsi con la donna Samaritana: Gesù ci aspetta, specialmente in questo tempo di Quaresima, per parlare al nostro, al mio cuore. Fermiamoci un momento in silenzio, nella nostra stanza, o in una chiesa, o in un luogo appartato. Ascoltiamo la sua voce che ci dice: “Se tu conoscessi il dono di Dio…”. Benedetto XVI, Angelus 27 marzo 2011
ENDO GRAZIE CON voi al Signore per tutto il bene che il Centro Italiano Femminile ha compiuto durante i suoi quasi settant’anni di vita, per le opere che ha attuato nel campo della formazione e della promozione umana, e per la testimonianza che ha dato circa il ruolo della donna nella società e nella comunità ecclesiale. Infatti, nell’arco di questi ultimi decenni, accanto ad altre trasformazioni culturali e sociali, anche l’identità e il ruolo della donna, nella famiglia, nella società e nella Chiesa, hanno conosciuto mutamenti notevoli, e in genere la partecipazione e la responsabilità delle donne è andata crescendo. In questo processo è stato ed è importante anche il discernimento da parte del Magistero dei Papi. In modo speciale va menzionata la Lettera apostolica del 1988 Mulieris dignitatem, del beato Giovanni Paolo II, sulla dignità e vocazione della donna, documento che, in linea con l’insegnamento del Vaticano II, ha riconosciuto la forza morale della donna, la sua forza spirituale (cfr n. 30); e ricordiamo anche il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1995 sul tema “La donna: educatrice di pace”. Ho ricordato l’indispensabile apporto della donna nella società, in particolare con la sua sensibilità e intuizione verso l’altro, il debole e l’indifeso; mi sono rallegrato nel vedere molte donne condividere alcune responsabilità pastorali con i sacerdoti nell’accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, come nella riflessione teologica; ed ho auspicato che si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 103). Questi nuovi spazi e responsabilità che si sono aperti, e che auspico vivamente possano ulteriormente espandersi alla presenza e all’attività delle donne, tanto nell’ambito ecclesiale quanto in quello civile e delle professioni, non possono far dimenticare il ruolo insostituibile della donna nella famiglia. Le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l’animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l’irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana
sarebbe irrealizzabile. E questo è importante. Senza questi atteggiamenti, senza queste doti della donna, la vocazione umana non può essere realizzata. Se nel mondo del lavoro e nella sfera pubblica è importante l’apporto più incisivo del genio femminile, tale apporto rimane imprescindibile nell’ambito della famiglia, che per noi cristiani non è semplicemente un luogo privato, ma quella “Chiesa domestica”, la cui salute e prosperità è condizione per la salute e prosperità della Chiesa e della società stessa. Pensiamo alla Madonna: la Madonna nella Chiesa crea qualcosa che non possono creare i preti, i vescovi e i Papi. Èlei l’autentico genio femminile. E pensiamo alla Madonna nelle famiglie. A cosa fa la Madonna in una famiglia. La presenza della donna nell’ambito domestico si rivela quanto mai necessaria, dunque, per la trasmissione alle generazioni future di solidi principi morali e per la stessa trasmissione della fede. A questo punto viene spontaneo chiedersi: come è possibile crescere nella presenza efficace in tanti ambiti della sfera pubblica, nel mondo del lavoro e nei luoghi dove vengono adottate le decisioni più importanti, e al tempo stesso mantenere una presenza e un’attenzione preferenziale e del tutto speciale nella e per la famiglia? E qui è il campo del discernimento che, oltre alla riflessione sulla realtà della donna nella società, presuppone la preghiera assidua e perseverante. Ènel dialogo con Dio, illuminato dalla sua Parola, irrigato dalla grazia dei Sacramenti, che la donna cristiana cerca sempre nuovamente di rispondere alla chiamata del Signore, nel concreto della sua condizione. Una preghiera, questa, sempre sostenuta dalla presenza materna di Maria. Lei, che ha custodito il suo Figlio divino, che ha propiziato il suo primo miracolo alle nozze di Cana, che era presente sul Calvario ed alla Pentecoste, vi indichi la strada da percorrere per approfondire il significato e il ruolo della donna nella società e per essere pienamente fedeli al Signore Gesù Cristo e alla vostra missione nel mondo. Grazie! Papa Francesco, Discorso ai partecipanti al Congresso Nazionale del Centro Italiano Femminile, 25 gennaio 2014
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IL PORTICO DEI LETTORI
IL PORTICO
DOMENICA 23 MARZO 2014
TESTIMONIANZE La prima domenica di Quaresima Un grande fiume di grazia si è riversato sulla nostra comunità parrocchiale. Al mattino durante la Messa dei fanciulli, 55 ragazzi e 10 adulti hanno chiesto di essere ammessi a ricevere il Sacramento della Confermazione, impegnandosi davanti a Dio e alla comunità a vivere nella fede in Cristo. Inoltre, Nicola, Fausto, Andrea, Mattia, Jacopo e Matteo hanno chiesto di diventare ministranti, promettendo di impegnarsi a servire il Signore sull’altare terreno; aiutati dai loro genitori hanno indossato l’abito liturgico che Don Sergio ha benedetto e consegnato loro. Quattro bambini hanno ricevuto il Sacramento del Battesimo diventando membri del Corpo di Cristo e del Popolo di Dio. Al pomeriggio 45 bambini, dopo un cammino di preparazione con Don Sergio e i catechisti, si sono accostati per la prima volta al Sacramento della Riconciliazione: con gioia sono andati incontro a Dio che li perdona attraverso il sacerdote e hanno rinnovato la loro amicizia con Lui e con i fratelli. I genitori e i parenti presenti alla ce-
In onda su Radio Kalaritana Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000
lebrazione hanno vissuto con commozione questo incontro, consapevoli che il perdono va dato e ricevuto scambievolmente in casa prima che in Chiesa. La celebrazione si è conclusa con la “Festa del perdono” perché, co-
me ci ha ricordato Papa Francesco: “Ogni volta che noi ci confessiamo, Dio ci abbraccia, Dio fa festa!” Maria Grazia Catte Parrocchia SS. Redentore Monserrato
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Cantantibus organis Ascolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain (a cura di Andrea Sarigu) Domenica 23 marzo ore 21.30 Oggi parliamo di… comunicazione La Quaresima (Simone Bellisai) Martedì 25 marzo ore 19.10 Mercoledì 26 marzo ore 8.30 L’ora di Nicodemo Evangelii Gaudium Lettura dell’Esortazione (nn.5075) di Papa Francesco Mercoledì 26 marzo 21.30
Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo settimanaleilportico@gmail.com, specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.
orniamo in Italia. Dopo i festeggiamenti per l'Oscar a La grande bellezza della coppia Sorrentino-Servillo che tra interviste, discorsi abbozzati in inglese e tante polemiche è finalmente tornata in patria e ci ha reso tutti non tanto più ricchi ma almeno più ottimisti - è bene che ci guardiamo intorno e cerchiamo di vedere “di che pasta siamo fatti”. Davvero oltre alle eccezioni riconosciute a livello mondiale (una ogni quindici anni circa stando alle statistiche) rimangono solo i cinepanettoni, i film con protagonisti di internet o dei programmi tv e le commedie di Zalone? Qualcosa di buono nel cinema italiano esiste ancora, e non stiamo parlando di Fellini o altri registi del passato che piace molto alla stampa e alla critica riportare in superficie per svalutare il panorama presente; esistono ancora persone che fanno cinema in modo intelligente, personale e accorato. Quest'ultimo aggettivo forse più degli altri caratterizza Ferzan Ozpetekche in film come Saturno Contro, Cuore Sacro, Il bagno turco e Mine vaganti ha raccontato le proprie storie col cuore, le ha pensate in modo scrupoloso e tradotte in immagini con altrettanto trasporto. L'inquadratura iniziale del suo ultimo lavoro,'Allacciate le cinture', parte proprio da lì, da una macchina da presa che ci trasporta lungo una strada leccese su cui batte la pioggia, per fermarsi poi davanti ad una pensilina che copre una fermata dell'autobus piuttosto affollata da cappotti infreddoliti. Lì si incontrano per la prima volta Elena (Kasia Smutniak) e Antonio (Francesco Arca), si rivolgono la pa-
Oggi parliamo di… arte e fede Le chiesa di S. Francesco di Paola e di Sant’Agostino (Terenzio Puddu) Domenica 23 marzo ore 18.10 Lunedì 24 marzo ore 8.30
Oggi parliamo con… Suor Roberta Vinerba Esperta di problematiche giovanili Sabato 22 marzo 19.10
L’ultima fatica del regista Ferzan Ozpetek
Allacciate le cinture VALERIA USALA
rola per insultarsi a vicenda e si allontanano sperando di non rivedersi mai più. Si sa però che il destino è fatale, la sorte è beffarda ed entrambi finiranno non solo per incontrarsi di nuovo ma, come è ovvio, addirittura innamorarsi. Fin qui niente di nuovo. Il racconto però non si limita a presentare una storia di opposti, ma cerca invece di andare più a fondo chiedendosi quali strani legami occorrono per ottenere una miscela chimica tanto potente malgardo rischino di scoppiare da un momento all'altro. Pur seguendo un arco relativamente ampio delle vite dei protagonisti (tredici anni) il film non ha tanto le caratteristiche narrative di un'odissea dell'amore quanto forse più quelle analitiche dello studio di un fenomeno. Il trasporto forse non è completo, pur essendo Ozpetek molto abile nel far entrare lo spettatore dentro la storia, forse perchè questa necessità di mostrare non ha lasciato abbastanza spazio
per l'approfondimento delle psicologie dei personaggi. In questo senso la scelta di Francesco Arca (ex tronista di Uomini e Donne) è significativa, e forse in piccola parte è anche causa di un limite nella rese filmica; ma il regista è stato spesso pioniere di attori (allora) in erba come Luca Argentero e Ambra Angiolini. Se anche con Arca avrà avuto ragione lo sapremo di qui a qualche anno. Nonostante l'introspezione del singolo non vada in profondità però, ciò che davvero è scrutato fino in fondo è il sentimento - che deve attraversare difficoltà quasi insormontabili come la malattia, i tradimenti, le diversità di fondo che prima uniscono poi rischiano di allontanare - e infine si ricongiunge con un se stesso diverso ma in fondo sempre uguale che in modo circolare sembra quasi diventare eterno, e insieme eternamente vero. Il succo non è nuovo, ma di sicuro è raccontato in modo piacevole
Domenica 23 marzo ore 10.30 La Via Crucis Venerdì 28 marzo 21.10 Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30 Radiogiornale regionale Dal lunedì al venerdì 10.30 / 12.15 / 13.30 Lampada ai miei passi (24 – 30 marzo) Commento al Vangelo quotidiano a cura di don Mariano Matzeu Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 vangelo domenicale) Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00 Oggi è già domani Nel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno (A cura di don Giulio Madeddu) Ogni giorno alle 00.01 circa
e bello da vedere. Belli sono anche i corpi, vero centro della storia, dove due caratteri inconciliabili non soltanto, ma sopratutto attraverso i corpi si parlano, e qualche volta atttraverso i corpi vengono anche fraintesi. Antonio, il vero grande ed inspeigabile amore, Fabio il migliore amico gay (interpretato da un Filippo Scicchitano che sembra non sbagliare un colpo dal suo esordio in Scialla) ma anche la mamma e la zia (Elena Sofia Ricci e Carla Singoris in parti secondarie perfette) e la migliore amica Silvia (Carolina Crescentini); sono tutte stelle nel cielo notturno di Elena, che in qualche modo cercheranno di aiutarla a non spegnersi nel momento in cui le ombre crescono e le scelte di vita si fanno pesanti. La volontà di bilanciare toni drammatici e a tratti comici (vedi il titolo sfuggente che toglie forse parte della profondità d'insieme) e un finale che vero finale non è, sembrano alleggerire la storia e non correre il rischio di prendersi una responsabilità nei confronti dello spettatore che esige spiegazioni e risposte. Ma chi conosce Ozpetek sa che egli è in grado di rendere in modo intenso anche quella parte; questa volta forse non gli interessava farlo, e il motivo è semplice: raccontare una storia di turbolenze significa partire con l'adrenalina, raggiungere alte quote e attraversare grossi vuoti d'aria, nei quali è difficile non pensare al peggio. La vita è un po' una turbolenza, e non importa capire subito dove va a finire, ma assicurarsi di avere le cinture allacciate per affrontare il viaggio. Non sarà cinema da Oscar, ma è cinema nazionale di qualità che per lo meno ci tiene lontano dal baratro.
IL PORTICO DELLA DIOCESI
DOMENICA 23 MARZO 2014
Solidarietà. Il prossimo 23 marzo si celebra la Giornata Diocesana della Carità.
Un modo concreto per essere vicini ai fratelli che soffrono La Giornata è promossa dalla Caritas diocesana. Don Lai: “Siamo chiamati a dare speranza e offrire possibilità di ‘risalita’ e promozione umana” MARIA CHIARA CUGUSI
D
OMENICA, TERZA di Quaresima, avrà luogo la Giornata diocesana della carità, promossa, come ogni anno, dalla Caritas diocesana. Un’iniziativa di solidarietà rivolta agli ‘ultimi’, in uno scenario sempre più aggravato dalla crisi: secondo gli ultimi dati della Caritas Sardegna, nell’Isola la povertà si è triplicata negli ultimi sei anni, facendo registrare una ‘crescita esponenziale’ delle persone che si rivolgono ai centri d’ascolto Caritas: «famiglie, padri separati, i cosiddetti ‘nuovi poveri’, vittime dell’usura, del sovra-indebitamento, di un sistema economico afflitto da diseguaglianze e sperequazioni», spiega Don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana e delegato regionale Caritas. Una crisi aggravata da un’emergenza alimentare ormai quotidiana: nei CdA delle Caritas diocesane il 47,7% degli interventi sono finalizzati a garantire cibo; nel 2012, esse hanno distribuito
880 mila pasti: 440mila nelle mense, e altrettanti pacchi viveri. «È in questo contesto - sottolinea Don Lai - che siamo chiamati a dare speranza, a promuovere interventi di medio e lungo termine, ad accompagnare percorsi di ‘risalita’ che mirino a tutelare i diritti essenziali e la promozione umana, accogliendo l’invito rivoltoci da Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, con il rifiuto di una ‘economia dell’esclusione e dell’iniquità’, che privilegia alcuni e considera ‘scarti’ altri, soprattutto i più deboli, in una ‘globalizzazione dell’indifferenza’» Un concetto «richiamato dal Santo Padre anche nel Messaggio per
la Quaresima 2014, in cui il Santo Padre dice ‘ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza’». Complessivamente, ogni anno, la Caritas diocesana, attraverso i suoi servizi e le ‘opere-segno’ assiste circa 20mila persone; nel corso del 2013 si è registrato un incremento delle richieste di aiuto del 37%: circa 3000 gli utenti dei Centri d’ascolto, oltre 800 gli ascolti effettuati nel CdA del Carcere di Buoncammino, dal 1 gen-
naio al 31 ottobre 2013. Nella Mensa della Caritas diocesana vengono distribuiti, ogni anno, in media circa 600 pasti al giorno; inoltre, l’anno scorso sono state garantite 2000 prestazioni nello Studio Medico Polispecialistico. Per quanto riguarda l’attività della Fondazione Anti-usura, nel 2013 le pratiche effettivamente concluse, nel periodo da gennaio a settembre, con l’intervento degli istituti di credito convenzionati, sono state una settantina per un totale di circa 900.000,00 euro; per quanto riguarda il Prestito della Speranza, nei quasi 4 anni di operatività le pratiche istruite sono state 228, quelle finanziate sono state 101, con un indice di positività del 44,3%, e con l’erogazione di finanziamenti per un valore complessivo di 686.000 euro. Infine, per il microcredito d’impresa sono stati sinora attivati prestiti per un valore di 120.000 euro, 70.000 dei quali nel solo ultimo anno. Chi desiderasse animare questa Giornata nella propria parrocchia con la presenza di un operatore Caritas, potrà contattare la Caritas diocesana: tel. 070/52843238, 3407530558 e-mail:caritas.ca@tiscali.it. Arcidiocesi di Cagliari Caritas Diocesana: Banca Prossima IBAN IT70 Z033 5901 6001 0000 0070 158; Bancoposta IBAN IT87 Z076 0104 8000 0101 2088 967.
La mostra legata al concorso “Giovani solidali”.
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NA MOSTRA “SOLIDALE” della durata di tre giorni, prima della conclusione con tanto di premiazione finale, musica, balli e degustazione di cibi etnici. Dal 20 al 22 Marzo presso il Centro Domenicano in Piazza San Domenico 5, a Cagliari, si terrà la mostra conclusiva del concorso “Giovani solidali” organizzato dal Gruppo di educazione alla mondialità (GDEM) della Caritas di Cagliari. La mostra, organizzata grazie al contributo dei diversi gruppi di giovani che hanno partecipato al concorso, è l'iniziativa finale e riassuntiva dell'esperienza di “Giovani solidali” del 2014, che ha visto la partecipazione di alcuni gruppi parrocchiali e diverse classi dei vari istituti superiori di Cagliari e hinterland. L'obiettivo del concorso era quello di formare dei gruppi di lavoro solidale per rea-
lizzare delle iniziative verso situazioni di emarginazione e povertà nella diocesi di Cagliari o nei territori della missione. In tutto circa trecento giovani, provenienti da diversi punti della diocesi, da Muravera a Villasor, come spiega Giada Melis, operatrice Caritas e coordinatrice del progetto. «Siamo contenti della partecipazione e per il coinvolgimento dei tanti ragazzi e ragazze in un tema importante come la solidarietà. Mettersi in gioco dando una risposta solidale a una situazione di povertà o disagio non è semplice per in giovane. Nella mostra emerge il loro ruolo da protagonisti: ci saranno alcune frasi e messaggi che invitano alla solidarietà, consigli e nuovi contenuti – immagini, foto, disegni – destinati ai giovani. In più è un'occasione per scoprire le attività e il lavoro portato avanti dagli enti partner della mostra (Ufficio mis-
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brevi DAL 13 AL 15 MAGGIO
In pellegrinaggio da Papa Francesco La Diocesi di Cagliari, insieme alle altre della Sardegna, ha organizzato un pellegrinaggio a Roma con i Vescovi dell’Isola per rendere visita a PapaFrancesco. Dal 13 al 15 maggio prossimo, i pellegrinaggio porterà i partecipanti nella capitale dove è prevista la presenza all’Udienza generale del mercoledì, la visita alle Basiliche maggiori. Un ulteriore appuntamento sarà la visita alla città. Per informazioni è possibile prendere contatto con l’agenzia Sardivet a Cagliari, telefono 070288978. ALLA MADONNA DELLA STRADA
Percorso catechetico per adulti L’Ufficio Catechistico diocesano, in collaborazione con la Chiesa Cattedrale, organizza un nuovo percorso catechetico, in supporto alle parrocchie diocesane, per preparare i giovani e gli adulti che intendono completare l’Iniziazio-
ne Cristiana e celebrare, in modo particolare, il Sacramento della Cresima. Gli incontri si svolgono nei locali della parrocchia Madonna della Strada a Cagliari, il giovedì alle 20.30. Per informazioni: uffcatechistico@diocesidicagliari.it.
I ragazzi hanno raccolto la sfida della solidarietà F. A.
IL PORTICO
IL 30 MARZO
Festa diocesana delle famiglie sionario diocesano, Missionari domenicani, Aifo, Cooperativa Sicomoro, Associazione Idem, Associazione Oscar Romero e Associazione la Rosa Roja, ndr)». Soddisfatto anche don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana: «Questa iniziativa è un tassello del più ampio percorso di educazione alla mondialità, un tema centrale che vuole incidere sul presente. Bisogna promuovere il seme di una nuova coscienza, diversa dalle logiche di conflitto come purtroppo stiamo vedendo in Crimea tra Russia e Ucraina. Basta con l'individualismo, dobbiamo offrire qualcosa di nuovo per creare dinamiche positive: il concorso è il nostro piccolo contributo per cercare di avere un mondo migliore».
Questo il programma dell'iniziativa: l'accoglienza dei gruppi giovani e visita alla mostra solidale nel Centro Domenicano, Piazza San Domenico 5 avverrà Giovedì 20 Marzo (orario 8:30-13:30), Venerdì 21 Marzo (mattina 8:3013:30; pomeriggio 16-19) e Sabato 22 Marzo (orario 8:30-13:30). Nel pomeriggio di Sabato, a partire dalle ore 16 fino alle 19, si terrà la festa di premiazione finale del Concorso Giovani Solidali con testimonianze, musica, danze dei Popoli e degustazione di alcuni piatti etnici nella Parrocchia di Sant’Eulalia, Via del Collegio 2. Chiunque avesse necessità di informazioni può telefonare al numero 070-52843238, oppure via mail all'indirizzo caritasanimazione.ca@tiscali.it .
Domenica 30 marzo dalle 9.30 alle 18, nei locali del Seminario Arcivescovile, si terrà la festa diocesana delle famiglie che avrà come tema “La famiglia educa all’amore”. L’invito alla partecipazione è rivolto a tutte le famiglie delle comunità parrocchiali, dei movimenti e delle associazioni della diocesi. Per informazioni contattare: don Marco Orrù: 334.6033118 – marco.natale.55@alice.it, oppure Claudio Congiu e Giovanna Frau: 339.5680657 claudiocongiu@tiscali.it.
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IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
brevi PASTORALE GIOVANILE
Secondo incontro per i giovani a San Vito Domenica è previsto il secondo incontro diocesano di pastorale giovanile. Questo secondo appuntamento sarà rivolto ai ragazzi di III media/I superiore, ai loro educatori e animatori. Sono invitati anche i gruppi dei ragazzi delle scuole superiori che nelle parrocchie o negli Oratori svolgono un servizio di animazione. L’incontro si svolgerà a San Vito. Per partecipare alla giornata sarà necessario iscrivere i gruppi dei partecipanti, il modulo è disponibile sul sito www.chiesadicagliari.it. IL 30 MARZO
Giornata per i ragazzi in Fiera Domenica 30 marzo, a partire dalle 15, nel padiglione D della Fiera Internazionale della Sardegna, è in programma “La festa dei ragazzi missionari”. Una serata nella quale diverse classi di catechismo o gruppi di varie parrocchie d e l l a Diocesi, si esibiranno con un canto, una breve rappresentazione, un cartellone realizzato, o un altro elaborato per illustrare il tema della giornata “Destinazione mondo”. Per tre ore i bambini ed i ragazzini presenti, assisteranno alle diverse presentazioni e saranno protagonisti di alcune attività. È prevista anche la presenza di alcuni stand espositivi sulle attività missionarie della Diocesi.
DOMENICA 23 MARZO 2014
Giovani e lavoro. Si è svolto a San Gavino Monreale il primo Workshop regionale di Policoro.
Policoro, dalla sapienza del Vangelo nasce un’azione per il bene comune Nell’incontro a San Gavino le diverse equipe diocesane del Progetto hanno vissuto un momento di confronto sul lavoro svolto finora. Presenti Mons. Miglio e Mons. Zedda
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F. A.
di riflessione e confronto tra gli operatori delle varie diocesi di tutta la Sardegna, per rendere il Progetto Policoro sempre più rispondente ai reali bisogni dei giovani sardi. Con queste premesse si è tenuto il primo Workshop regionale del Progetto Policoro, alla presenza dei direttori degli uffici pastorali coinvolti (Pastorale Sociale e del Lavoro, Caritas e Pastorale Giovanile), animatori di comunità e volontari di vario genere. L'incontro, che si è svolto sabato a San Gavino Monreale, si è articolato in due fasi: durante i lavori mattutini, presieduti dal Vescovo di Iglesias, Mons. Giovanni Paolo Zedda e coordinati da Simone Cabitza, segretario regionale di Policoro, ogni equipe ha raccontato la propria esperienza con un rapido excursus sugli ultimi anni di attività, proponendo alcune testimonianze sulle buone prassi realizzate e delineando un orizzonte territoriale eterogeneo. N MOMENTO
La tavola rotonda sul tema del lavoro giovanile.
Nel pomeriggio si è tenuta una tavola rotonda sul tema del lavoro giovanile e sulle risposte che la Chiesa può dare oggi, cui sono intervenuti l'Arcivescovo di Cagliari, Mons. Arrigo Miglio e i tre delegati regionali delle pastorali interessate da Policoro, don Giulio Madeddu (Pastorale sociale), don Marco Lai (Caritas) e don Massimo Cabua (Pastorale giovanile). «Policoro è un aspetto dell'impegno sociale della Chiesa italiana – ha detto Mons. Miglio – che fa capire come dal Vangelo nascano possibilità di bene comune che riguardano tutti, credenti e non. Bisogna far comprendere la rilevanza del Van-
gelo e la sua dimensione sociale». Dimensione legata alla politica, che deve occuparsi in primis della mancanza di lavoro. «Il nostro compito è mettere la politica di fronte alle priorità, richiamando all'urgenza del lavoro. Come Chiesa sarda creeremo un osservatorio dedicato ai problemi del lavoro, con un'attenzione specifica e concreta ad aspetti virtuosi e ostacoli. È necessario poi rilanciare la formazione professionale rendendola in linea con la realtà sarda, senza costringere i nostri giovani a emigrare». Per don Massimo Cabua il problema principale è l'esistenza di una
«società “geriatrizzata”, che non lascia spazio ai giovani, confinati in una sorta di periferia. Serve un atto di fede verso i nostri giovani, che la nostra società ora non sembra in grado di compiere». Don Giulio Madeddu ha sottolineato l'importanza di una collaborazione tra Policoro e le altre realtà che si occupano di formazione e orientamento al lavoro nel settore pubblico: «Dobbiamo metterci in una prospettiva di dialogo, conservando però la specificità del nostro intervento, seguendo la catena “giovani-Vangelo-lavoro” che sta alla base di Policoro. Bisogna produrre gesti concreti etici secondo forme a noi più vicine, grazie al contributo dei partner della filiera della formazione, come Confcooperative, Coldiretti e Acli». Dello stesso avviso don Marco Lai, che ha rimarcato il “peso” della cooperazione: «Bisogna educare all'importanza del cooperare, il confronto col mondo a noi affine (volontariato, associazioni di categorie) non può venir meno. Va però strutturato in una rete stabile e ordinata a livello locale e regionale, per promuovere una “tendenza” virtuosa, basata su una nuova cultura del lavoro e della cooperazione. Anche per questo la questione dell'accesso al credito è centrale per Policoro: è una scommessa, ma a livello regionale potremmo cercare di favorire un Microcredito dedicato al Progetto, per creare buone prassi, attirare l'attenzione e scommettere sul lavoro come nodo centrale per i giovani».
IL PORTICO DELLA DIOCESI
DOMENICA 23 MARZO 2014
Seminario Regionale. La conferenza di Marco Impagliazzo su Papa Francesco.
Il Papa indica a tutta la Chiesa la via del rinnovamento e della prossimità Il Presidente della Comunità di S. Egidio ha tenuto una conferenza sulla figura di Bergoglio e le linee portanti del suo pontificato
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FRANCO CAMBA
L PONTIFICATO di Papa Francesco: rinnovamento e attenzione all’altro”. È questo il titolo della conferenza che si è svolta giovedì scorso a Cagliari per iniziativa Pontificio Seminario Regionale Sardo nell’ambito delle attività dell’Agorà culturale. Dopo il saluto iniziale di monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, che ha invitato i partecipanti a «rendere grazie al Signore per questo primo anno di pontificato di Papa Francesco, cercando di porsi nella prospettiva giusta per cogliere i segni e comprendere quello che il Signore dice attraverso il Papa», la relazione è stata tenuta dal professor Marco Impagliazzo, docente di Storia contemporanea all’Università per Stranieri di Perugia, presidente della Comunità di Sant’Egidio e consultore dei Pontifici Consigli per la Cultura e per la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti. Dopo un’articolata premessa nella quale il professor Impagliazzo ha illustrato il contesto sociale e politico nel quale è avvenuta l’elezione del cardinale Mario Jorge Bergoglio al soglio pontificio, la relazione si è incentrata nel cercare una risposta all’interrogativo che ha accompagnato l’intera conferenza: che cosa significa essere Chiesa nell’epoca della globalizzazione, caratterizzata dal-
IL PORTICO
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brevi APPUNTAMENTI
Giornata per i missionari martiri In occasione della Giornata per i missionari martiri, che si celebra il 24 marzo, memoria della morte di mons. Oscar Romero, sono stati organizzati due appuntamenti in diocesi. Il primo è previsto è in programma venerdì 21 alle 18.30 della parrocchia di Guasila per la forania della Trexenta e dintorni, il secondo per le 19 di giovedì 27 marzo nella chiesa della Madonna del Suffragio a Cagliari. QUARTU SANT’ELENA
Convegno nazionale delle Caritas
Monsignor Gianfranco Saba, Marco Impagliazzo e monsignor Arrigo Miglio. (foto Manuel Bruno Usai)
l’individualismo e dalla rarefazione dei legami sociali? Nell’epoca che per qualche studioso è caratterizzata dalla «morte del prossimo» e nella quale «si è soli nel teatro della vita»? La risposta all’interrogativo è stata data rileggendo lo spirito del Concilio Vaticano II e ripercorrendo i pontificati che si sono sinora susseguiti nell’attuarlo. In modo particolare la relazione ha posto attenzione alla crisi della Chiesa come appariva, nel momento dell’elezione di Papa Francesco, agli occhi dell’opinione pubblica, soprattutto quella anglosassone. Con la competenza dello studioso della storia moderna della Chiesa, il professor Impagliazzo ha aiutato a ripercorrere gli anni nei quali una certa campagna di stampa ha presentato «la Chiesa in crisi, opaca nelle sue strutture
e in un certo senso declinante» sino a giungere, già dai primi mesi dell’elezione di Papa Francesco, «alla grande attenzione e al grande interesse a livello internazionale per il suo pontificato». L’analisi è poi proseguita approfondendo come sia stato possibile che una Chiesa che sino ad un anno fa era giudicata in declino, oggi possa essere considerata invece positivamente e in buona salute, in una stagione che sembra proprio una «nuova primavera» della Chiesa. Nell’ampio approfondimento è emerso che il pontificato di Papa Francesco sin dal suo inizio si presenta caratterizzato da una «comunicazione rinnovata e profonda del Vangelo, dall’alleanza del Vescovo di Roma con il suo popolo, da un rapporto nuovo tra il Papa e le tante persone che lo ascoltano e che si ritrovano
LA SARDEGNA DA PAPA FRANCESCO
PELLEGRINI A ROMA
13 - 14 - 15 MAGGIO 2014 Viaggio in aereo, pullman a disposizione per trasferimenti e visite Pernottamento in hotel a 4 stelle Iscrizioni presso la Sardivet oppure rivolgersi al proprio parroco
Per informazioni e prenotazioni: CAGLIARI - V.LE S. AVENDRACE 181 TEL. 070.288978 - 070.280279 FAX 070.281784 E-mail: sardivet@tiscali.it Sito internet : www.sardivetviaggi.it
in un popolo». Proseguendo la propria riflessione, il professor Impagliazzo ha sottolineato che «l’alleanza che si è stabilita tra il Papa e il popolo non è qualcosa di mediatico» ma che «si è realizzata una simpatia, nel vero senso della parola, tra il Papa e il popolo. La dimensione di tale simpatia non può però essere interpretata solo come un fatto caratteriale di Papa Bergoglio, ma è la conseguenza di una chiara dimensione vitale della Chiesa». Nel concludere l’intervento, dopo aver messo in evidenza come altre caratteristiche del pontificato di Papa Bergoglio la centralità dei poveri e la cultura della vicinanza e dell’incontro, il professor Impagliazzo ha affermato che «con Papa Francesco si è cominciato a guardare il futuro della Chiesa con più speranza e il mondo con minore pessimismo».
Si terrà a Quartu Sant’Elena, presso il complesso turistico alberghiero Setar da lunedì 31 marzo a giovedì 3 aprile, il 37° Convegno nazionale delle Caritas diocesane che ha come tema «Con il Vangelo nelle periferie esistenziali. “Rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansue-
tudine, di pazienza” (Col 3,12-13)». Il Convegno riprende il cammino svolto a partire da quello di Montesilvano (PE) del 2013 e prelude al Convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Firenze nel 2015 sul tema «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo», che implicherà un previo percorso di preparazione a più livelli. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito della Caritas italiana.
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IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
avviso Prot. Causa 30/2012 SEZ. BUCCIERO Nullitatis Matrimonii: FRESU – FORTUNATO Prot. Postale 13847/2014 NOTIFICA EDITALE DELLA SENTENZA Ignorandosi il luogo e l’indirizzo dell’attuale abitazione del Sig. FORTUNATO Vincenzo, -Visto che il Comune di Cagliari ha certificato la sua irreperibilità dal 24 novembre 2011; -Visto che l’indirizzo fornito in sede di deposizione era falso, stante il certificato del comune di Selargius che riferisce “non è anagrafato in questo comune”; -Visto che non è iscritto neanche nei registri anagrafici del comune di Pula; -A norma del c. 1507§ CIC dell’Art. 126 della Dignitatis Connubii, INVITIAMO I parroci, i sacerdoti e di fedeli tutti, che in qualche modo abbiamo notizia del domicilio attuale del Sig. FORTUNATO Vincenzo abbiano cura di informarlo che è stata pubblicata la sentenza affermativa emessa in 01.10.2013 e che detta sentenza è disponibile presso la nostra Cancelleria. Ordiniamo che la presente venga pubblicata per 2 numeri consecutivi nel settimanale diocesano della Arcidiocesi di Cagliari, sede dell’ultimo domicilio conosciuto c/o Forte Village Resort – SS 195 Km 39,600 – Località Santa Margherita di Pula (CA), e affissa per 30 giorni presso la curia arcidiocesana di Cagliari ed alla porta della parrocchia componente per territorio dell’ultimo domicilio conosciuto, ad norman Iuris. Si prega di comunicare a questo Tribunale l’esito della presente disposizione, scaduti i termini fissati, la causa proseguirà il suo iter. Cagliari, 04.02.2014 Dott.ssa Sabrina Agus Capo della Cancelleria Sac. Dott. Mauro Bucciero Vicario Giudiziale
DOMENICA 23 MARZO 2014
Visita pastorale. L’Arcivescovo si è recato nella parrocchia cagliaritana dei frati conventuali.
San Francesco d’Assisi, una comunità chiamata ad annunciare libertà e gioia Mons. Miglio: “La libertà e la gioia vissute e insegnate da San Francesco ci permettono di fare un cammino che ci porta a conoscere il Padre”
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MATTEO PIANO ROSEGUE LA VISITA pastora-
le dell’arcivescovo all’interno della vicaria dei Santi Pietro e Paolo. Questa settimana è stata la volta della parrocchia di San Francesco d’ Assisi in Cagliari. La chiesa, edificata intorno alla fine degli anni 50’, territorialmente comprende il quartiere “La Vega” e una parte del quartiere “Villanova”. La parrocchia è retta dai Frati Minori Convenutali, che risiedono nel convento di Via Piemonte. Attualmente il parroco è Padre Carlo Atzei, coadiuvato nel suo mandato da Padre Umberto Zucca. La visita pastorale ha avuto ufficialmente inizio nella giornata di giovedì 6 marzo, durante la veglia di preghiera organizzata dalla comunità parrocchiale di San Francesco. Mons. Miglio, durante quest’incontro, ha voluto ricordare la bellezza della visita: “La visita pastorale è una bella novità per tutti, in particolar modo durante questi momenti di veglia, dove si vede e si sente la vicinanza del Signore. Gli incontri davanti al Signore sono sempre fonte di bellezza”. Alla fine della veglia, l’arcivescovo ha voluto mandare un messaggio ai giovani presenti: “Voglio lasciarvi questo slogan per questo periodo quaresimale: Liberta è gioia e liberta e gioia. Queste due parole,
Mons. Arrigo Miglio presiede l’Eucaristia a San Francesco d’Assisi.
vissute e insegnateci da San Francesco, ci permettono di intraprendere un cammino che porta alla vera conoscenza del Padre. La Quaresima non è un periodo di tristezza, ma è il tempo dove bisogna essere più gioiosi, perché la vera gioia ci dà numerose soddisfazioni”. Nella giornata di domenica si è tenuta la Santa Messa di fronte alla comunità parrocchiale. Durante l’omelia, il vescovo ha voluto ricordare il ruolo di questo incontro con la comunità: “La visita pastorale vuole essere un incoraggiamento a camminare con gioia, ad annunciare il Vangelo, che molti hanno dimenticato. Per fare questo è necessario rivolgersi al Signore per ottenere da lui un aiuto, per poter dare una vera e profonda testimonianza”. La comunità di San Francesco è molto attiva. Non vi è solo una
grande collaborazione fra parroco e fedeli, ma vi è anche un gran coinvolgimento nelle attività parrocchiali. Grande partecipazione soprattutto fra i giovani, si contano infatti due gruppi post-cresima e un gruppo universitario. Vi sono diversi incontri di catechesi sia per bambini che per adulti. Nella parrocchia è presente anche un gruppo Famiglie. Tra gli aspetti più interessanti della parrocchia s’inseriscono le diverse commissioni (evangelizzazione, giovani, carità, liturgica, famiglia) che permettono un sereno incontro di crescita e confronto fra parroco e fedeli. Inoltre, durante l’anno, vi sono diversi momenti d’incontro con importanti biblisti e liturgisti. Padre Carlo Atzei, parroco di San Francesco, è soddisfatto della visita dell’arcivescovo: “Ho avuto un ottima impressione dalla visita di Mons. Miglio. Sua Eccellenza, pri-
vilegiando l’incontro personale con i fedeli, rende la visita pastorale un incontro vivo e reale. Non si tratta di un semplice incontro istituzionale e burocratico. Si tratta della visita del “Pastore al suo gregge”, è un padre che viene in mezzo ai suoi figli”. Padre Carlo ha ricordato quali sono le problematiche del quartiere: “Il nostro quartiere, negli ultimi anni, tende all’invecchiamento. Nonostante questo dato di fatto, non bisogna dimenticarsi che all’interno del quartiere vivono diverse giovani coppie e numerosi studenti. Abbiamo inoltre tante potenzialità all’interno della comunità. Si tratta di far uscire dal recinto quelli che sono all’interno della parrocchia per andare incontro e per farsi prossimi a coloro che sono lontani. Insomma quello che Papa Francesco e Mons. Miglio ci stanno suggerendo”.
DOMENICA 23 MARZO 2014
IL PORTICO DEI PAESI TUOI
Iniziative. Proposto a Selegas un ciclo di incontri per l'orientamento al lavoro.
Parrocchia e Acli lavorano insieme contro la piaga della disoccupazione L'elevato numero di persone senza lavoro nel territorio richiede maggiore formazione e conoscenza dei percorsi di inserimento lavorativo per giovani e adulti FABIO FIGUS
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ON SI PARLA ormai d'altro su giornali, tv, radio e internet. Vertenze sindacali, licenziamenti, cassa integrazione. Oggi tutti hanno preso coscienza del problema, perché troppe famiglie vivono la mancanza di lavoro. Per non parlare dei giovani disoccupati, che non hanno mai fatto un'esperienza lavorativa e sono alla ricerca, o addirittura si sono “stancati” di cercare. Per questo motivo l’oratorio della parrocchia Santi Anna e Gioacchino di Selegas, in collaborazione con il Circolo Acli di Selegas, le Acli provinciali e il Servizio Punto Famiglia Acli di Cagliari, hanno promosso nei giorni scorsi il seminario “L’ABC del lavoro: come e dove cercarlo”. L’iniziativa, è stata realizzata grazie anche al contributo della Regione Autonoma della Sardegna. “L'obiettivo generale – spiega Mauro Carta, presidente Acli provinciali di Cagliari ed esperto in politiche attive del lavoro che ha condotto il
seminario – era quello di coinvolgere principalmente i giovani in cerca di occupazione e dunque interessati ad un percorso di inserimento lavorativo. Sono state illustrate le dinamiche del mercato del lavoro, gli strumenti da utilizzare e suggeriti alcuni metodi per una ricerca attiva e proficua. Durante l'incontro è stata anche preparata una simulazione sulle modalità di approccio ai colloqui per la selezione del personale”. Il seminario ha avuto ottimi risultati in termini di partecipazione ed interesse. “Da quanto emerso durante l'incontro – riprende Carta – molti disoccupati o inoccupati non conoscono le opportunità, i canali at-
traverso i quali trovare un lavoro. Spesso non hanno le informazioni per partecipare ai bandi, per accedere a determinate agevolazioni, informazioni reperibili sui siti istituzionali, pubblicate dai Centri Servizi per il Lavoro o da altri soggetti”. Non solo un momento di apprendimento, ma sopratutto di confronto, di richieste di informazioni in merito ai sistemi e alle possibilità di ricerca da parte dei partecipanti. “Sono state poste diverse domande specifiche riguardanti il mercato del lavoro – prosegue Carta – ma sopratutto sugli strumenti come tirocini, apprendistato e altri percorsi di inserimento che pos-
sono dare una chance a tanti giovani, ma anche molti adulti senza lavoro”. L'età media dei partecipanti era di 27-28 anni. Parecchi i giovani studenti interessati ad approfondire queste tematiche. Nel territorio della Trexenta non sono presenti servizi di orientamento, di incontro domanda/offerta. Il servizio auto-impiego è inesistente. Tutte mancanze che penalizzano ancora di più giovani e adulti disoccupati del territorio. “È stata manifestata la necessità di organizzare frequentemente questo tipo di percorsi – dice ancora Mauro Carta – per questo motivo nel mese di aprile abbiamo già in calendario un appuntamento sul programma Garanzia Giovani anche in Sardegna, che prevede diversi incentivi, da borse lavoro a tirocini, insieme ad altri percorsi di inserimento lavorativo. L'obiettivo – conclude Carta – sempre in collaborazione con la parrocchia, è quello di informare immediatamente su tutte le linee d'azione previste dal programma. Per maggio invece stiamo programmando un incontro sui programmi europei per i giovani in particolare sul Servizio Volontario Europeo, il programma Erasmus e tutte le diverse possibilità a disposizione dei giovani per rafforzare le loro competenze linguistiche di carattere internazionale ed arricchire il proprio profilo professionale”.
Comunicato della Conferenza Episcopale Sarda
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a Conferenza Episcopale Sarda nella riunione che ha tenuto martedì 11 marzo a Cagliari, presso il Seminario Regionale, sotto la presidenza di Monsignor Arrigo Miglio, ha affrontato alcuni argomenti di particolare rilievo. Ampio spazio è stato dato all’incontro con Monsignor Nunzio Galantino, Segretario generale della CEI, che, su esplicito mandato di Papa Francesco, sta facendo un giro d’orizzonte presso tutte le Conferenze regionali, per coglierne umori, osservazioni e proposte al fine di meglio calare nel vissuto delle singole Chiese particolari e sul piano nazionale il ricco e stimolante magistero del Santo Padre. Nello spirito della collegialità episcopale al quale il Papa continuamente si ispira, sulla scia degli incontri da lui avuti in occasione della recente visita ad limina, c’è bisogno di una sempre più ampia convergenza, frutto di un dialogo costruttivo, intorno alle prospettive di una “chiesa in uscita”, vicina alle periferie esistenziali della nostra società.
L’incontro con Monsignor Galantino, protrattosi per l’intera mattinata, si è svolto in un clima di cordiale fraternità, di serrato e costruttivo confronto, di convinta e corale adesione alle straordinarie sollecitazioni che il Sommo Pontefice sta consegnando alla Chiesa intera. Il Segretario Generale ha avuto parole di compiacimento per il contributo che i Vescovi sardi hanno elaborato nella precedente riunione del 7-8 gennaio, poi confluito nell’ampio panorama delle proposte delle altre regioni. In esso era ben espressa l’incondizionata adesione dei Vescovi Sardi allo stile e ai contenuti del magistero del Santo Padre. Magistero che, secondo i Vescovi, contiene ampio materiale di riflessione e di verifica, oltre a straordinari stimoli per un convinto impegno anche della Chiesa sarda ad essere, come la vuole Papa Francesco, Chiesa coraggiosa e audace, dell’audacia evangelica, come una “madre dal cuore aperto che deve arrivare a tutti, senza eccezioni… soprattutto ai poveri e agli infermi,
a coloro che spesso sono disprezzati e dimenticati”. La stessa convinta adesione è stata confermata anche nell’odierna riunione, che si tradurrà, nei prossimi mesi in approfondimenti e individuazione di percorsi concreti di applicazione, sia sul piano nazionale, che su quello regionale e locale. Un altro punto all’ordine del giorno è stata l’approvazione della lettera collegiale dei Vescovi sardi, che raccoglie le sollecitazioni consegnate da Papa Francesco sulla questione del lavoro nel corso della sua recente visita a Cagliari. La Lettera porta il titolo: “Un cammino di speranza per la Sardegna”. Sarà pub-
blicata e diffusa in tutte le diocesi della Sardegna per la festa di San Giuseppe, il 19 marzo. La lettera e i suoi contenuti verranno presentati in una prossima conferenza stampa. Si è pure confermato il pellegrinaggio a Roma delle Diocesi di Cagliari e della Sardegna il prossimo 14 maggio, per ringraziare Papa Francesco della sua visita dello scorso 22 settembre. Sarà un ulteriore occasione per rafforzare il legame di fede e di comune impegno apostolico che lega la Sardegna al Successore di Pietro. +Sebastiano Sanguinetti Segretario
IL PORTICO
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detto tra noi I costi della pena di morte di D. TORE RUGGIU
Per fortuna in Italia ed in Europa non esiste più la legge disumana della pena di morte. Abbiamo tanti altri problemi, ma almeno questo, no. Purtroppo, invece, vige in tanti altri Stati del mondo. Talvolta le esecuzioni della pena capitale vengono taciute anche dai mass media, a meno che non si tratti degli USA. Questioni politiche, un po’ come i campi di concentramento: tutti conoscono (e ne facciamo memoria annuale) quelli nazisti, si tace invece su quelli comunisti (vedi ex URSS, Cina, Corea, Sudan etc…). Ma, torniamo alla pena di morte e fermiamoci agli Usa (anche perché sugli altri Stati si conosce poco o niente). In California si è votato per abolire le dispendiose esecuzioni. L’Unione Sarda, in quella occasione, in un pezzo a firma di Daniele Barbieri, ci diede utili notizie che è bene riprendere: per il referendum di cui sopra, furono raccolte 800.000 firme bipartisan (da ambedue gli schieramenti politici americani, democratici e repubblicani). Qualcuno sostiene che la pena di morte, costa 184 milioni di dollari all’anno allo stato, secondo il Los Ageles Times, 308 milioni di dollari. Le voci, per queste spese folli sono: speciali condizioni di sicurezza e spese legali. A prescindere dal referendum, secondo il giornalista dell’articolo citato, la pena di morte in California fu abolita nel 1972 e ripristinata nel 1978. Da allora 13 condannati sono stati uccisi. Negli USA la pena di morte è prevista, a tutt’oggi, su 33 Stati. Mentre nel mondo sono 58 le nazioni che conservano questa orrenda pena. Si sa che il dibattito, soprattutto quando siamo di fronte a crimini orrendi, si divide fra favorevoli e contrari alla pena di morte. Tanto che qualcuno ha affermato: “aboliamo pure la pena di morte, ma incomincino i signori assassini”. Cristianamente parlando è abolito il precetto vetero testamentario dell’”occhio per occhi e dente per dente”. Ma la dottrina cristiana va oltre perché promuove e difende la vita dal concepimento fino alla morte naturale, bandisce la vendetta e l’odio e promuove la cultura della vita in contrapposizione alla cultura della morte. Il catechismo della Chiesa Cattolina al n. 2267 recita: “la pena inflitta deve essere inflitta alla gravità del delitto. Oggi, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere il crimine rendendo inoffensivo il colpevole, i casi si assoluta necessità della pena di morte sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti. Quando i mezzi incruenti sono sufficienti, l’autorità si limiterà a questi mezzi, perché questi corrispondono meglio alle condizioni concrete del bene comune, sono più conformi alla dignità della persona de non tolgono definitivamente al colpevole la possibilità di redimersi”. Insomma, la via giusta è stare con Abele, ma “guai a chi tocca Caino”. La carità, si sa, ha due sorelle: la verità e la giustizia. Non sempre è facile coordinare queste tre virtù, ma deve rimanere fermo il principio che la vita è sacra e toglierla spetta solo a Dio.
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IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO
IL PORTICO
Il Papa. L’omelia domenicale del Santo Padre nella Messa a S. Maria dell’Orazione.
Mettersi in ascolto della Parola per essere solidali con i fratelli
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ell’orazione all’inizio della Messa abbiamo chiesto al Signore due grazie: "ascoltare il tuo amato Figlio", perché la nostra fede sia nutrita dalla Parola di Dio, e – l’altra grazia – "purificare gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere un giorno la visione della gloria". Ascoltare, la grazia di ascoltare, e la grazia di purificare gli occhi. Questo è proprio in relazione col Vangelo che abbiamo sentito. Quando il Signore si trasfigura davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni, questi sentono la voce di Dio Padre, che dice: "Questo è mio Figlio! Ascoltatelo!". La grazia di ascoltare Gesù. Perché? Per nutrire la nostra fede con la Parola di Dio. E questo è un compito del cristiano. Quali sono i compiti del cristiano? Forse mi direte: andare a Messa le domeniche; fare digiuno e astinenza nella Settimana Santa; fare questo… Ma il primo compito del cristiano è ascoltare la Parola di Dio, ascoltare Gesù, perché Lui ci parla e Lui ci salva con la sua Parola. E Lui fa anche più robusta, più forte la nostra fede, con questa Parola. Ascoltare Gesù! "Ma, Padre, io ascolto Gesù, lo ascolto tanto!". "Sì? Cosa ascolti?". "Ascolto la radio, ascolto la televisione, ascolto le chiacchiere delle persone…". Tante cose ascoltiamo noi durante la giornata, tante cose… Ma vi faccio una domanda: prendiamo un po’ di tempo, ogni giorno, per ascoltare Gesù, per ascoltare la Parola di
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curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004
Direttore responsabile Roberto Piredda Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico, Manuel Bruno Usai Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Redazione: Francesco Aresu, Federica Bande, Roberto Comparetti, Maria Chiara Cugusi, Fabio Figus.
Papa Francesco a S. Maria dell’Orazione.
Gesù? A casa, noi abbiamo il Vangelo? E ogni giorno ascoltiamo Gesù nel Vangelo, leggiamo un brano del Vangelo? O abbiamo paura di questo, o non siamo abituati? Ascoltare la Parola di Gesù, per nutrirci! Questo significa che la Parola di Gesù è il pasto più forte per l’anima: ci nutre l’anima, ci nutre la fede! Io vi suggerisco, ogni giorno, di prendere alcuni minuti e leggere un bel brano del Vangelo e sentire cosa succede lì. Sentire Gesù, e quella Parola di Gesù ogni giorno entra nel nostro cuore e ci fa più forti nella fede. Vi suggerisco anche di avere un piccolo Vangelo, piccolino, da portare in
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non sono di Gesù, anche sono contro Gesù: cose mondane, cose che non fanno bene alla luce dell’anima. E così questa luce si spegne lentamente e senza saperlo finiamo nel buio interiore, nel buio spirituale, nel buio della fede: un buio perché non siamo abituati a guardare, a immaginare le cose di Gesù. Questo è quello che noi oggi abbiamo chiesto al Padre, che ci insegni ad ascoltare Gesù e a guardare Gesù. Ascoltare la sua Parola, e pensate a quello che vi dicevo del Vangelo: è molto importante! E guardare: quando leggo il Vangelo immaginare e guardare come era Gesù, come faceva le cose. E così la nostra intelligenza, il nostro cuore vanno avanti nel cammino della speranza, nel quale il Signore ci mette, come abbiamo sentito che ha fatto con il nostro padre Abramo. Ricordate sempre: ascoltare Gesù, per rendere più forte la nostra fede; guardare Gesù, per preparare i nostri occhi alla bella visione del suo volto, dove noi tutti - il Signore ci dia la grazia – ci troveremo in una Messa senza fine. (16 marzo 2014)
tasca, nella borsa e quando abbiamo un po’ di tempo, forse nel bus… quando si può nel bus, perché tante volte nel bus siamo un po’ costretti a mantenere l’equilibrio e anche a difendere le tasche, no?... Ma quando tu sei seduto, qui o là, puoi leggere, anche durante la giornata, prendere il Vangelo e leggere due paroline. Il Vangelo sempre con noi! Di alcuni martiri dei primi tempi si diceva – per esempio santa Cecilia – che portavano sempre il Vangelo con loro: loro portavano il Vangelo; lei, Cecilia portava il Vangelo. Perché è proprio il primo pasto nostro, è la Parola di Gesù, quello che nutre la nostra fede. E poi la seconda grazia che abbiamo chiesto è la grazia della purificazione degli occhi, degli occhi del nostro spirito, per preparare gli occhi dello spirito alla vita eterna. Purificare gli occhi! Io sono invitato ad ascoltare Gesù e Gesù si manifesta e con la sua Trasfigurazione ci invita a guardarlo. E guardare Gesù purifica i nostri occhi e li prepara alla vita eterna, alla visione del Cielo. Forse i nostri occhi sono un po’ ammalati perché vediamo tante cose che
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GHIANI dal 1981 stampatori in Sardegna
Hanno collaborato a questo numero: Tore Ruggiu, Andrea Busia, Valeria Usala, Matteo Piano, Maria Grazia Pau, Tommaso Di Stefano,Valerio Floris, Franco Camba. Per l’invio di materiale scritto e fotografico e per qualsiasi comunicazione fare riferimento all’indirizzo e-mail: settimanaleilportico@gmail.com L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).
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