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DOMENICA 30 MARZO 2014 A N N O X I N . 13

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

CAGLIARI

€ 1.00

Dalle parole ai fatti I

ROBERTO PIREDDA

l lavoro del nuovo Consiglio Regionale e della Giunta guidata da Francesco Pigliaru è appena iniziato e in questa fase è indispensabile fare un piccolo esercizio di memoria. A nessuno è sfuggito come il dato più evidente delle ultime elezioni regionali sia stato quello dell'astensione. Precludersi una possibilità fondamentale di partecipazione politica non andando a votare, non è stata certamente la risposta giusta ai problemi della Sardegna. Bisogna quindi cogliere il messaggio: per una parte significativa dei sardi la politica viene percepita come qualcosa di distante dai loro problemi reali. Fare memoria di questo è un passo ineludibile per la giunta Pigliaru e per i consiglieri di maggioranza e di opposizione. Come superare questo terribile distacco? La situazione socio-economica dell’Isola è di pura emergenza, nasconderlo sarebbe folle. Quando c'è un'emergenza, non ci si ferma a fare delle belle discussioni, ma semplicemente si prendono delle decisioni rapide e chiare. Il mito del “dibattito” ha fatto il suo tempo (non certo glorioso), e tra “piattaforme condivise” e “interlocuzioni da cercare” i cittadini vorrebbero vedere velocemente qualcosa di concreto per il bene comune. L’avvio dei lavori del Consiglio regionale e della nuova Giunta coincide con l’uscita della Lettera Pastorale deiVescovi sardi, Un cammino di speranza per la Sardegna, dove vie-

ne offerto un contributo di riflessioni basate sulla visione evangelica della vita. Tra le priorità suggerite dalla Conferenza Episcopale Sarda si possono segnalare tre “emergenze”: lavoro, educazione e famiglia. Il problema della disoccupazione ferisce la dignità della persona, perché si tratta realmente- come hanno fatto notare i Vescovi sardi- di «un danno all’identità dell’uomo in tutte le sue dimensioni: nel costruire se stesso, nella sua vita, nei suoi rapporti umani, nella crescita del suo bagaglio identitario, nella sua personalità». Durante la campagna elettorale Il Portico ha rivolto ai candidati presidenti delle domande su alcune questioni chiave. La prima riguardava proprio il lavoro. L’allora candidato Pigliaru affermò che «la politica di questi ultimi anni è venuta meno al suo compito primario, creare lavoro e dare dignità all’uomo. Noi diciamo: risolviamo l’emergenza, ma guardiamo al domani. Via la cattiva burocrazia, abbassiamo le tasse, apriamo l’accesso al credito, miglioriamo i Centri per il Lavoro, investiamo in formazione qualificata e in programmi per sviluppare la capacità d’impresa». L’auspicio, non di una parte politica, ma dell’intera Sardegna, è che l’azione di governo della nuova Giunta, con il concorso attivo di tutto il Consiglio Regionale, possa dare seguito alle istanze contenute nelle parole di Pigliaru. Non deve sfuggire il riferimento alla “cattiva burocrazia”. Si può andare avanti con frasi del tipo “le faremo sapere”, “bisogna aspet-

tare solo qualche mese di tempo per la pratica” e simili? Queste paralisi uccidono la speranza e mortificano il desiderio di costruire qualcosa per sé e per gli altri. Nel campo della formazione delle nuove generazioni, i Vescovi sottolineano l’importanza di creare «significative alleanze educative» che mettano insieme scuola, famiglia, mondo del lavoro e quanti abbiano a cuore la «crescita integrale dei giovani». Non sono mancate le promesse a livello di edilizia scolastica, revisione intelligente dei piani di dimensionamento degli istituti, lotta all’abbandono della scuola, rilancio della formazione professionale. Occorre invertire decisamente la rotta in questo ambito, nella convinzione che è proprio in questo campo che si costruisce da subito il futuro dell’Isola. La crisi economica ha lasciato alla famiglia il ruolo scomodo di “ammortizzatore sociale” d’emergenza. Nella Lettera i Vescovi fanno notare con forza come sia diventata «sempre più urgente l’attenzione da parte delle istituzioni governative e amministrative a non lasciare sole le famiglie e a studiare e realizzare interventi utili ad alleviare, sul fronte dell’organizzazione del lavoro e sotto il profilo della fiscalità, quella fatica che in tante di loro sta diventando sempre meno sostenibile». Nell’ultimo periodo è diventato celebre l’hashtag di Renzi #lasvoltabuona. Speriamo che con il concorso di tutti lo sia per l’Italia e per la nostra Isola.

SOMMARIO ECONOMIA

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Gli orientamenti su lavoro e sviluppo del Governo Renzi GIOVANI

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Si è tenuto a San Vito il secondo Incontro diocesano dei giovani CAGLIARI

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Non appare vicina una soluzione per l’Anfiteatro Romano VOCAZIONI

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Il Seminario Regionale ha vissuto la celebrazione dei Ministeri DIOCESI

Mons. Miglio ricorda le figure di don Atzei e don Fanni

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IL PORTICO DEL TEMPO

IL PORTICO

DOMENICA 30 MARZO 2014

Economia. Il premier Matteo Renzi ha presentato le linee guida del suo governo su lavoro e sviluppo economico.

Non bisogna perdere tempo prezioso

Matteo Renzi e Angela Merkel al recente vertice di Berlino. Sotto: il Presidente del Consiglio con il Ministro dell’Economia Padoan.

E

RAFFAELE PONTIS

SSENDO IL TEMPO il bene più prezioso che ci sia dato, perché il meno recuperabile, l’idea del tempo eventualmente perduto provoca in noi una costante inquietudine. Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo vissuto da uomini, non avessimo fatto delle esperienze, non avessimo imparato, operato, goduto, sofferto. Tempo perduto è il tempo non pieno, il tempo vuoto”. (Dietrich Bonhoeffer) Il Sito di Matteo Renzi si presenta con questo pensiero del grande teologo tedesco nella sezione delle idee del nuovo, e per ora primo, unico e speriamo non ultimo enfant prodige della politica italiana. Ebbene sì, se solo qualche anno fa avessimo pensato ad una giovane guida del Governo Italiano, mai avremmo pensato ad un ragazzo di appena 39 anni. Con l’hashtag #lasvoltabuona si vorrebbe riconciliare la linea politica intrapresa da Matteo Renzi con il pensiero di Bonhoeffer. Basta con le svolte per non svoltare o i cambiamenti per rimanere più fermi di prima alimentando ancor di più l’inquietudine del tempo perduto. Forse è arrivato il tempo di cogliere il momento giusto, forse è arrivato il tempo per invertire definitivamente la tendenza e poter far sì che stavolta sia veramente la volta buona. Lo scorso 12 marzo il Premier ha presentato il pacchetto dei provvedimenti con cui il Governo intende attuare una serie di riforme rilevanti in materia costituzionale, economico-fiscale e del lavoro. Tutte queste riforme hanno due obiettivi fondamentali: sono orientate al recupero di risorse finanziarie attraverso il taglio della spesa pubblica improduttiva e l’immissione di capitali tali da poter incrementare la domanda interna del nostro Paese e far ripartire il “Cantiere Italia”. Ma quali sono nel dettaglio i principali pun-

ti della svoltabuona renziana? Partiamo dalla prima e più popolare modifica che andrà ad incidere sul tessuto costituzionale italiano, ovvero, l’eliminazione del Senato o meglio la sua modifica attraverso rappresentanze non remunerate. Senza voler entrare nell’aspetto prettamente politico della materia vogliamo evidenziare l’aspetto riduttivo della spesa che questo provvedimento porterà nelle casse statali. Secondo aspetto che inciderà sull’assetto costituzionale e sul risparmio della spesa, sarà la definitiva cancellazione delle provincie a partire dal 25 maggio 2014. Ed in questo tema la Sardegna ha già fatto passi avanti con il Referendum del 2012. Questi due provvedimenti oltre al risparmio dettato dalla eliminazione degli stipendi delle cariche elettive, infatti, non solo eliminerà gli stipendi dei dipendenti del Senato e delle Provincie ma farà si che, soprattutto nel caso delle Provincie venga eliminata tutta la spesa collegata al funzionamento di enti intermedi divenuti ormai inutili. Per quanto riguarda l’immissione di denaro all’interno del sistema economico nazionale sicuramente il provvedimento più rilevante è lo sblocco immediato, ovvero entro luglio, di 68 miliardi di debiti che la PA vanta nei confronti delle aziende. Questo provvedimento è un atto di assoluta giustizia nei confronti del sistema economico – produttivo nazionale e metterà realmente alla prova la credibilità di questo Governo. Infatti in questi anni abbiamo assistito al tracollo e al fallimento di aziende stritolate dallo Stato, che da un lato chiede in maniera pressante la riscossione dei propri crediti e dall’altro lato procrastina sine die il pagamento dei propri debiti. Tale provvedimento unito poi al rafforzamento del Fondo di garanzia per le PMI potrà portate ad incrementare la capa-

cità di finanziamento delle imprese. Lo sblocco e il conseguente pagamento dei 68 miliardi determinerà inoltre un rientro nelle casse dello Stato di circa 5 miliardi di euro di gettito tributario. Ma fra i vari provvedimenti quello che realmente cerca di perseguire l’obiettivo di incrementare la domanda interna attraverso l’investimento dello Stato nelle Opere Pubbliche è il cosiddetto “Piano per le Scuole” che sblocca 3.5 mld di euro per la ristrutturazione delle scuole. Questo provvedimento risulta essere di grande importanza perché oltre ad attivare i cantieri per l’edilizia scolastica in tutta Italia, fa sì che si metta al centro l’istruzione dei ragazzi e la loro sicurezza. Sul versante fiscale i provvedimenti più rilevanti sono i seguenti: l’ uno destinato alle aziende attraverso la riduzione del 10% dell’IRAP e l’altro destinato ai cittadini attraverso l’attribuzione di euro 1000 l’anno netti a chi ne guadagna non più di 1500 al mese. Entrambi a partire dal 1° di maggio 2014.

Per quanto riguarda i cittadini con contratto di lavoro dipendente o assimilato (CO.CO.CO), che guadagnano 25.000 lordi ovvero 1500 euro netti verrà riconosciuto un bonus sino a euro 1000 all’anno, ovvero circa 80 euro al mese. Tale limite dei 1500 euro netti non rappresenta di per sè uno spartiacque. Chi guadagnerà 1530 euro non verrà escluso dal beneficio (per soli 30 euro di sforamento del limite) rispetto a chi ad esempio ne percepisce euro 1470. Verrà a tal fine inserito un effetto di riduzione progressiva del contributo cosiddetto “decalage” sino ai 30.000 euro lordi. Ovviamente tutti questi provvedimenti sono un inizio di una grande opera di ammodernamento e snellimento della macchina burocratica dello Stato. Si dovrà ancora fare parecchia strada soprattutto per quanto riguarda la riforma fiscale, i grandi tagli e le grandi privatizzazioni della PA e soprattutto la riforma della Giustizia. Però in quest’ottica se Renzi vorrà giocare realmente le sue carte, lo dovrà fare forte di un mandato elettorale.


IL PORTICO DEGLI EVENTI

DOMENICA 30 MARZO 2014

Politica regionale. Il 20 marzo hanno preso il via i lavori del nuovo Consiglio Regionale.

Unità d’intenti tra Giunta e Consiglio per costruire il bene comune dell’Isola

prende il posto di Claudia Lombardo. Come da pronostico, il venticinquesimo presidente del Parlamento sardo sarà l'ex sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, eletto alla terza votazione con 34 voti (su 60 voti disponibili). Cinquantanove anni, per dieci anni Ganau è stato il Primo cittadino della sua città – eletto per la prima volta nel 2005, è stato riconfermato cinque anni dopo con il 65,9% dei voti – e alle ultime elezioni regionali è stato in assoluto il candidato più votato della Sardegna con oltre diecimila preferenze, nonostante qualche pendenza giudiziaria (poche settimane fa è stato rin-

viato a giudizio dalla Procura di Cagliari per falso e tentata concussione). Cardiologo (e responsabile del 118 delle province di Sassari, Nuoro, Gallura e Ogliastra), Ganau è anche presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna. «Auspico un confronto più sereno e produttivo tra Consiglio e Giunta regionale rispetto a quanto accadeva negli anni passati. Sono sicuro, dopo averne parlato con il presidente Pigliaru, che già dai prossimi mesi sarà inaugurata una nuova stagione istituzionale», ha dichiarato Ganau dopo il passaggio di consegne con la presidente uscente, Claudia Lombardo. «Da Presidente del Consiglio delle autonomie locali ho sempre sottolineato la necessità di colmare le distanze tra Regione, Comuni e Province. Da questo punto di vista mi conforta la presenza di tanti amministratori locali tra i banchi del Consiglio. Con il loro contributo si riuscirà a costruire un nuovo rapporto di collaborazione che consenta di raggiungere obiettivi comuni». Per quanto riguarda le attività del nuovo Consiglio regionale le prossime scadenze sono rappresentate dalla costituzione dei Gruppi consiliari (con tanto di presidente, due vice e un segretario) e dell'Ufficio di presidenza: l'aula eleggerà due vicepresidenti, tre questori e un segretario che affiancheranno Ganau nella gestione amministrativa del Consiglio.

fico, oltre 10mila km da est ad ovest del continente euroasiatico. Il timore di molti osservatori è che la vicenda ucraina spinga le autorità moscovite a non arrestarsi nell’annessione di altri territori alla “frontiera dell’impero”. Nelle scorse settimane alcune di quelle regioni hanno iniziato a dare segni di voler seguire la strada tracciata dalla vicenda di Kiev. Ciò ha messo in allarme le Cancellerie occidentali, anche se

com’è stato detto da più parti, Stati Uniti e Unione Europea non posso accusare di espansionismo la Russia, perché a loro volta si sono resi protagonisti di operazioni simili in altre zone del pianeta. Nella vicenda ucraina si sta giocando molto del futuro dell’Europa, stretta tra crisi economica, debolezza politica, crescenti populismi antieuropeisti ed incapacità a presentarsi con un’unica voce e troppi distinguo dei singoli stati.

Gianfranco Ganau è il nuovo presidente del Consiglio Regionale. Pigliaru: “Il compito della Giuntà sarà quello di portare idee concrete”

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FRANCESCO ARESU PRIMI PASSI ufficiali sono stati

portati avanti, ora bisogna governare. Con l'insediamento ufficiale dei nuovi sessanta consiglieri è iniziata la nuova stagione della politica isolana. Il giuramento ufficiale per consiglieri e membri della Giunta è avvenuto nella mattinata di giovedì 20 marzo, nell'aula del Consiglio Regionale. La prima uscita pubblica per la Giunta presieduta da Francesco Pigliaru dopo la presentazione di una settimana fa: «Ho provato una grande emozione a tornare nell'aula del Consiglio Regionale in un ruolo differente», ha detto il presidente della Regione al termine della seduta, ricordando il suo precedente giuramento, prestato da Assessore nella legislatura Soru ormai dieci anni fa. «Durante la mia esperienza precedente ho vissuto un momento esaltante della politica regionale, condividendo con il Consiglio progetti di grande portata come la vertenza entrate. Grazie a una forte unità di intenti abbiamo

Un momento della seduta di avvio del nuovo Consiglio regionale.

raggiunto insieme risultati importanti. È la stessa unità di intenti che auspico di ritrovare oggi, nell'affrontare gli obiettivi strategici che riguardano tutta la Sardegna. Il nostro impegno – ha concluso il neo-governatore – è quello di portare all'attenzione di maggioranza e opposizione proposte concrete, serie ed attuabili attraverso un dialogo e un confronto sempre costruttivi e corretti, che diano ai cittadini il senso della buona politica e alla Sardegna risposte alle emergenze ma anche una visione di lungo periodo». Nella stessa mattinata è stato eletto anche il nuovo presidente del Consiglio Regionale, che

Russia, Ue e Usa sono ai ferri corti sulla Crimea Con un referendum la regione è passata alla Russia. I. P.

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Crimea ha confermato quanto a molti era già noto: il peso politico dell’Unione Europea è pressoché inconsistente. È stato sufficiente un atto di forza del premier russo Valdimir Putin perché la penisola ucraina finisse direttamente tra i “possedimenti” dell’ex agente del KGB, che guida lo sconfinato Paese come uno zar. Le sanzioni che europei e americani hanno messo in campo contro la Russia sono poco più di un’aspirina usata per curare un tumore. La realtà è che con il referendum convocato e vinto dai filorussi, così come con la pressione militare ai confini ucraini, ha portato la Crimea a diventare una regione sotto il controllo di Mosca. Il rischio è A VICENDA DELLA

che l’Ucraina si sfaldi e che le popolazioni si trovino in una sorta di partita di Risiko dagli esiti non ben definiti. Da un lato Unione Europea e Stati Uniti, il cui peso economico nello scenario mondiale è fortemente ridotto dalla crisi, hanno ben pochi mezzi per fronteggiare una “guerra” con la Russia, quest’ultima spalleggiata dalla Cina. Le nuove leve del potere economico hanno solide basi tra i magnati russi del petrolio che sostengono Putin alla guida del Paese. Le ex - repubbliche sovietiche, dalla Lituania all’Estonia, fino alla Lettonia, iniziano a temere per la loro integrità e indipendenza. Dietro all’espansionismo russo c’è il grande appetito di Putin di ricostruire una grande federazione, che va dal Baltico all’Oceano Paci-

IL PORTICO

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il fatto CONFERENZA EPISCOPALE

Superare il rischio dell’individualismo Ci sono i temi legati ai giovani e lavoro tra le priorità indicate dal cardinal Bagnasco nella sua prolusione al Consiglio episcopale permanente. “La grave crisi economica – dice il presidente della Conferenza Episcopale Italiana - cominciata più di sei anni fa, chiede un prezzo altissimo al lavoro e all’occupazione. In particolare a pagare questo prezzo sono “i giovani, che restano, come una moltitudine, fuori della porta del lavoro che dà dignità e futuro”. Senza dimenticare quanti, avendo perso il lavoro non più in giovane età, “si trovano esclusi da ogni circuito lavorativo e con la famiglia sulle spalle”. Anticipando alcuni dati del rapporto Caritas intitolato “False partenze”, il presidente della Cei denuncia che la povertà in Italia “è in rapido e preoccupante aumento”. “Sembra di essere in prima linea su una trincea più gran-

de di noi – è l’osservazione allarmata -, anche se sappiamo che la Chiesa non è chiamata a risolvere tutti i problemi sociali”. “I fondi diocesani di solidarietà aumentano dell’11% e gli sportelli, per aiutare la ricerca del lavoro o della casa, sono giunti a 216”. Il disagio sociale affligge gruppi che fino ad oggi ne erano estranei. “Il 66,1% dei separati dichiara di non riuscire a provvedere all’acquisto di beni di prima necessità”. Le 220 Caritas diocesane, gli 814 Centri di ascolto, tutte le 25.000 parrocchie e le molte aggregazioni sono uno “spiegamento che umilmente affronta un’onda sempre più grande e minacciosa”. All’origine dei mali del mondo “tanto all’interno delle famiglie quanto nell’economia, nella finanza e nella politica” – denuncia Bagnasco - c’è “una visione iperindividualista”. È questo “individualismo scellerato” il responsabile ultimo della violazione dei diritti umani: dalla tratta delle donne ai crimini contro il bambino, “oggi sempre più aggredito: ridotto a materiale organico da trafficare, o a schiavitù, o a spettacolo crudele, o ad arma da guerra, quando non addirittura esposto all’aborto o alla tragica possibilità dell’eutanasia”. Ricordando l’appuntamento del 10 maggio in piazza San Pietro con il Papa, il presidente della Cei ribadisce “l’urgenza del compito educativo; la sacrosanta libertà dei genitori nell’educare i figli; il grave dovere della società di non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi; il diritto a una scuola non ideologica e supina alle mode culturali imposte”.


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IL PORTICO DEL TEMPIO

IL PORTICO

Il Papa. Il lavoro è una realtà essenziale per la società, le famiglie e i singoli.

“Gesù non si ferma mai davanti ad una persona per pregiudizi, ci ama tutti” ROBERTO PIREDDA

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LL’ANGELUS IL Santo Padre ha invitato a riflettere sul Vangelo domenicale che proponeva l’incontro tra Gesù e la donna samaritana. Il Signore, ha fatto notare Papa Francesco, andando incontro a questa donna «supera le barriere di ostilità che esistevano tra giudei e samaritani e rompe gli schemi del pregiudizio nei confronti delle donne». Gesù «con grande delicatezza, entra nel mondo interiore di una persona alla quale, secondo gli schemi sociali, non avrebbe dovuto nemmeno rivolgere la parola. Ma Gesù lo fa! Gesù non ha paura. Gesù quando vede una persona va avanti, perché ama. Ci ama tutti. Non si ferma mai davanti ad una persona per pregiudizi. Gesù la pone davanti alla sua situazione, non giudicandola ma facendola sentire considerata, riconosciuta, e suscitando così in lei il desiderio di andare oltre la routine quotidiana». Grazie a Gesù la samaritana scopre la sua vera “sete”, che è quella del senso della vita. Questo aspetto illumina in modo particolare la Quaresima che è «il tempo opportuno per guardarci dentro, per far emergere i nostri bisogni spirituali più veri, e chiedere l’aiuto del Signore nella preghiera». L’Incontro con Gesù cambia radicalmente la vita della samaritana: «Era entusiasta. Era andata a prendere l’acqua del pozzo, e ha trovato

Papa Francesco incontra i dirigenti e gli operai delle Acciaierie di Terni.

un’altra acqua, l’acqua viva della misericordia che zampilla per la vita eterna. Ha trovato l’acqua che cercava da sempre! Corre al villaggio, quel villaggio che la giudicava, la condannava e la rifiutava, e annuncia che ha incontrato il Messia: uno che le ha cambiato la vita. Perché ogni incontro con Gesù ci cambia la vita, sempre. È un passo avanti, un passo più vicino a Dio. E così ogni incontro con Gesù ci cambia la vita». Il Papa ha invitato poi tutti a imitare la samaritana e “lasciare l’anfora”, «simbolo di tutto ciò che apparentemente è importante, ma che perde valore di fronte all’amore di Dio». Bisogna lasciare da parte “l’anfora” per sentire «la voce di Gesù che ci

LE OMELIE DEL PAPA A SANTA MARTA

parato... conosciuto il vescovo tale, il cardinale tale, il padre tale... Io sono...”. Si sentono migliori degli altri. Questa è l’ipocrisia. Il Signodobbiamo chiedere. Ma se tutti re dice: “No, quello no”. Nessuno è noi, se tutti i popoli, le persone, le giusto da se stesso. Tutti abbiamo famiglie, i quartieri, avessimo que- bisogno di essere giustificati. E l’usto atteggiamento, quanta pace ci nico che ci giustifica è Gesù Crisarebbe nel mondo, quanta pace sto». nei nostri cuori! Perché la misericordia ci porta alla pace». Papa Francesco il 20 marzo si è soffermato sull’episodio evangeIl 18 marzo il Santo Padre ha ri- lico di Lazzaro e dell’uomo ricco preso la critica (Lc 16,19-31) inche Gesù fa ai favitando a rifletrisei (cfr. Mt tere su quale 23,1-12), per inrealtà si fonda la vitare a superare nostra esistenza. l’ipocrisia e la pretesa di sentir«Il ricco non ha si migliori degli nome e questa è altri. la maledizione più forte di quel«Cosa fanno gli lo che confida in ipocriti? Si trucse stesso o nelle cano, si truccano forze, nelle possida buoni: fanno bilità degli uofaccia di immamini e non in ginetta, pregano guardando al cie- Dio: perdere il nome. Come ti chialo, facendosi vedere, si sentono più mi? Conto numero tale, nella bangiusti degli altri, disprezzano gli ca tale. Come ti chiami? Tante proaltri. “Mah - dicono - io sono mol- prietà, tante ville, tanti... Come ti to cattolico, perché mio zio è stato chiami? Le cose che abbiamo, gli un grande benefattore, la mia fa- idoli. E tu confidi in quello, e quemiglia è questa e io sono... ho im- st’uomo è maledetto. Oggi, in que-

Umiltà e misericordia

L

unedì 17 marzo Papa Francesco, prendendo spunto dall’invito di Gesù nel Vangelo a essere misericordiosi (cfr. Lc 6,36-38), ha insistito sul dovere di non giudicare gli altri e diventare capaci di perdono fraterno. «Allargare il cuore! “Ma io sono peccatore”. ‘Ma guarda cosa ha fatto questo, quello… Io ne ho fatte tante! Chi sono io per giudicarlo?”. Questa frase: “Chi sono io per giudicare questo? Chi sono io per chiacchierare di questo? Chi sono io per? Chi sono io che ho fatto le stesse cose o peggio?”. Il cuore allargato! E il Signore lo dice: “Non giudicate e non sarete giudicati! Non condannate e non sarete condannati! Perdonate e sarete perdonati! Date e vi sarà dato!”. L’uomo e la donna misericordiosi hanno un cuore largo, largo: sempre scusano gli altri e pensano ai loro peccati. “Ma hai visto cosa ha fatto questo?”. “Ma io ne ho abbastanza con quello che ho fatto io e non mi immischio!”. Questo è il cammino della misericordia che

offre un’altra acqua che ci avvicina al Signore». Al termine dell’Angelus Papa Francesco ha ricordato l’iniziativa penitenziale delle “24 ore per il Signore” che si terrà il 28 e 29 marzo a Roma e in tutto il mondo. All’Udienza generale il Santo Padre si è soffermato sulla figura di San Giuseppe come educatore. Giuseppe, spiega il Papa, è «il modello dell’educatore» che «custodisce e accompagna Gesù nel suo cammino di crescita “in sapienza, età e grazia”, come dice il Vangelo. Papa Francesco si è rivolto in modo speciale ai padri presenti all’udienza: «Chiedo per voi la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lascian-

doli crescere, ma vicini, vicini! Loro hanno bisogno di voi, della vostra presenza, della vostra vicinanza, del vostro amore. Siate per loro come san Giuseppe: custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia. Custodi del loro cammino; educatori, e camminate con loro. E con questa vicinanza, sarete veri educatori». In settimana il Papa ha ricevuto in udienza i dirigenti e gli operari delle Acciaierie di Terni e i fedeli della Diocesi di Terni-Narni-Amelia. Il Santo Padre ha affermato che il lavoro è «una realtà essenziale per la società, per le famiglie e per i singoli». Il lavoro «riguarda direttamente la persona, la sua vita, la sua libertà e la sua felicità. Il valore primario del lavoro è il bene della persona umana, perché la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue capacità intellettive, creative e manuali. Da qui deriva che il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, ma soprattutto una finalità che interessa l’uomo e la sua dignità. La dignità dell’uomo è collegata al lavoro». Il dramma della disoccupazione, ha spiegato ancora il Papa, «è la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro! Pertanto, i diversi soggetti politici, sociali ed economici sono chiamati a favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà».

sta giornata di Quaresima, ci farà bene domandarci: dove è la mia fiducia? Nel Signore o sono un pagano, che confido nelle cose, negli idoli che io ho fatto? Ancora ho nome o ho incominciato a perdere il nome e mi chiamo ‘”Io”? Io, me, con me, per me, soltanto io? Per me, per me … sempre quell’egoismo: “Io”. Questo non ci dà salvezza». Venerdì 21 marzo Papa Francesco ha commentato la parabola dei vignaioli omicidi (Mt 21,33-43. 4546) per sottolineare come vada accolta la Parola di Dio. «Questo è l’atteggiamento di quello che vuole ascoltare la Parola di Dio: primo, umiltà; secondo, preghiera. Questa gente non pregava. Non aveva bisogno di pregare. Si sentivano sicuri, si sentivano forti, si sentivano “dei”. Umiltà e preghiera: con l’umiltà e la preghiera andiamo avanti per ascoltare la Parola di Dio e obbedirle. Nella Chiesa. Umiltà e preghiera nella Chiesa. E così, non succederà a noi quello che è accaduto a questa gente: non uccideremo per difendere la Parola di Dio, quella Parola che noi crediamo che è la Parola di Dio, ma è una parola totalmente alterata da noi».

DOMENICA 30 MARZO 2014

pietre CINA

Catechesi per la Quaresima La presenza di sacerdoti e religiose nei villaggi o nelle comunità ecclesiali di base più sperdute, l’adorazione eucaristica comunitaria nelle parrocchie, le opere caritative a favore delle persone più bisognose, senza fare distinzioni tra cristiani e non cristiani, sono alcune iniziative che la comunità cattolica cinese continentale sta portando avanti in questo cammino quaresimale, in comunione con la Chiesa universale. Nella comunità di Bao Tou della Mongolia Interna è stato organizzato un corso di formazione sulla direzione spirituale per i sacerdoti e le religiose che, appena iniziata la Quaresima, sono partiti per raggiungere i piccoli centri abitati sulle zone montuose. NIGERIA

Violenze continue sui cristiani Oltre 500 cattolici uccisi e 20 tra chiese e case parrocchiali distrutte. È questo il bilancio delle vittime e dei danni inferti alla comunità cattolica nel nord-est della Nigeria dalla setta islamista Boko Haram, dal 2009 ad oggi. Mons. Oliver Dashe Doeme, Vescovo di Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, afferma che alla radice delle azioni di Boko Haram, che pure uccide in base a motivazioni religiose, c’è la corruzione, il problema numero uno della nazione l’insorgere di Boko Haram è un prodotto della corruzione. Il presule aveva denunciato le connivenze di alcuni politici locali con Boko Haram. All’inizio si trattava di un gruppo creato per difendere gli interessi di certi politici, poi si è trasformato in una setta violenta, ma le connessioni politiche sono sempre rimaste”. Il fatto che Boko Haram colpisca anche la comunità musulmana locale è indizio che la setta persegue obiettivi politici, al di là dell’etichetta religiosa attribuita alle sue azioni. LAOS

Cristiani oppressi per la loro fede I cristiani che abitano nel villaggio di Natahall, nel Laos meridionale stanno lottando duramente per difendere il diritto, costituzionalmente garantito, di professare la fede cristiana, nonché il diritto di proprietà sulle loro case. Otto famiglie cristiane del villaggio, dopo una campagna di intimidazioni e violenze che va avanti da oltre tre mesi, hanno fatto appello ai responsabili dell’Ufficio per gli affari religiosi, senza ricevere alcuna risposta. Nei giorni scorsi, il capo del villaggio, insieme ad agenti della polizia distrettuale, ha convocato le otto famiglie cristiane. I funzionari schernivano i cristiani, invitandoli ad abbandonare la loro fede, perché si tratta di “una fede straniera”.


DOMENICA 30 MARZO 2014

IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

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Pastorale Giovanile. San Vito ha ospitato la folla dei giovani che hanno partecipato al secondo Incontro Diocesano.

La testimonianza di Pietro accompagna il cammino di fede dei giovani di Cagliari Nel centro del Sarrabus si sono radunate oltre 700 persone tra ragazzi della terza media e giovani delle superiori. L’intero paese coinvolto nelle attività dell’incontro FEDERICA BANDE

S

ONO APPENA le 15 quando

in Piazza Sardegna a San Vito iniziano a riversarsi i primi gruppi di ragazzi provenienti dalle tantissime parrocchie della Diocesi di Cagliari. San Vito è stata infatti la sede del II Incontro Diocesano organizzato dall'Ufficio di Pastorale Giovanile dedicato a tutti i ragazzi che quest'anno riceveranno la cresima, per coloro che fanno già parte di qualche gruppo parrocchiale post cresima e per i giovani dei primi anni delle superiori. La giornata ha avuto inizio attorno alle prime ore del pomeriggio, quando diversi pullman hanno accompagnato le diverse centinaia di partecipanti nella grande piazza sanvitese. Dopo la registrazione e la foto di gruppo, il piazzale è stato invaso dalla musica, flash mob e dall'animazione dal palco. Gli animatori della squadra di PG hanno quindi proposto ai partecipanti il

tema centrale dell'incontro, la figura del discepolo Pietro ed il suo rinnegamento, attraverso delle attualissimi e vivacissimi sketch che hanno coinvolto diversi ragazzi del pubblico. La giornata diocesana è poi proseguita all'insegna del divertimento, infatti i gruppi delle diverse parrocchie hanno letteralmente invaso le strade di San Vito alla ricerca delle diverse tappe legate ad una grandissima caccia al tesoro cittadina organizzata dagli animatori dell'oratorio della Parrocchia di San Vito Martire. Una collaborazione, quelle delle "felpe bianche", assolutamente preziosissima oltre che necessaria. La disponibilità e l'entusiasmo con

cui hanno lavorato gli animatori dell'oratorio sanvitese è stata sicuramente una delle chiavi della buona riuscita della giornata, dimostrazione del fatto che la collaborazione è un elemento essenziale nei rapporti chiaramente umani ma anche interparrocchiali. Conclusa la caccia al tesoro, l'arcivescovo di Cagliari, Monsignor Arrigo Miglio ha incontrato i 700 partecipanti al Palazzetto dello Sport del paese, che per l'occasione è stato riadattato in modo da consentire lo svolgimento della Santa Messa. Nella sala era presente anche il sindaco di San Vito, Maria Gabriela Meloni, che con la sua presenza ha mostrato

un profondo interesse nei confronti dei giovani e delle attività legate a loro. La giornata Diocesana si è quindi conclusa con il saluto di don Roberto Maccioni, parroco di San Vito Martire, e di don Alberto Pistolesi, direttore dell'Ufficio di Pastorale Giovanile. Don Pistolesi ha consegnato agli animatori e ai responsabili delle parrocchie un importante compito, quello di prepararsi alla Pasqua e al III incontro diocesano dell'11 maggio lasciando all'assemblea tre parole chiave: aggiustiamoci, riproviamoci e organizziamoci. Il prossimo appuntamento che la squadra di PG ha programmato è

quindi per l'11 maggio presso la Basilica di Sant'Elena per vivere insieme la III Giornata Diocesana. È interessante riprendere il senso della giornata con alcune voci dei partecipanti. Alessandra, animatrice dell'oratorio di Poggio dei Pini ha partecipato anche alla precedente Giornata Diocesana ed era presente con il numeroso gruppo di ragazzi che si preparano alla cresima. Lei ci racconta che «questo tipo di incontri sono molto importanti per la crescita e la formazione dei ragazzi che in questo modo vedono altri coetanei impegnati nelle medesime attività e percorsi». La vivacità, ha proseguito Alessandra, «con cui la giornata è stata scandita ha reso protagonisti i ragazzi che sin da subito hanno partecipato ai giochi con entusiasmo». Erica, animatrice dell'oratorio di Senorbì, racconta che anche per lei questi incontri sono molto importanti, «perché consentono una visione della diocesi e del mondo giovanile più completa, mettendo in comunicazione parrocchie e realtà giovanili accomunate dagli stessi ideali e progetti».

I momenti di una grande festa per i ragazzi


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IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

DOMENICA 30 MARZO 2014

Giovani e musica. Cinquanta ragazzi hanno partecipato all’undicesimo Tlc musicale tenuto a Villa Tecla.

Tlc musicale, una grande occasione per crescere, servire e approfondire la fede

la via Crucis, scritta da don Giovanni Piras. L’ho proposta io all’equipe e l’ho fortemente voluta. Pregarla insieme ai ragazzi è stato commuovente”. Una flash, un pensiero? “La frase che abbiamo fatto trovare ai ragazzi sul tavolo durante un pranzo. “Non permettere che qualcuno venga da te e vada via senza essere migliore e più contento”. Aldo Panizzi, 46 anni, è sposato e ha 4 figli. È diacono permanente della diocesi di Ventimiglia-Sanremo dove si occupa di pastorale famigliare, di un gruppo giovanile e di un coro parrocchiale. Ha sentito parlare di questo corso e ha deciso di esserci. “Un'esperienza speciale” dice. “Trovarmi a 600 km di distanza da casa con 2 facce note e una cinquantina di ragazzi mai visti è stato un impatto decisamente

strano”. “La cosa più spettacolare è che, se mi aspettavo un'esperienza tecnica di apprendimento di dinamiche corali e musicali, ho invece potuto vivere un'intensa relazione spirituale con il Signore e una bellissima amicizia con tanti “piccoli” fratelli che si sono donati a dismisura. Se mi aspettavo di fare l'esperienza di Marta ho potuto vivere anche quella di Maria, ai piedi di Gesù. Quando domenica sera ci siamo lasciati per ritornare alle nostre case ho capito che con questi nuovi amici non ci saremo mai più abbandonati perché il Signore ci ha permesso di abitare rispettivamente il cuore dell'altro”. Ma Aldo ora ha un progetto. “Con Maria Grazia e Barbara, vorremmo provare a portare il corso anche nella nostra diocesi. Ti immagini un TLC

musicale a Sanremo?”. Pasquale Dargenio, direttore musicale, commenta così. “Tutto è andato ben oltre quello che io mi aspettavo e quello che l’equipe si aspettava da me. Quando ho visto i ragazzi in cappella piangere mentre cantavano E’ bello stare insieme a te Signore, mi è passata davanti una vita. Ho ripensato in un istante al momento in cui ho composto quel brano, alla ricerca, alle prove. E ho toccato con mano che quella scrittura arriva al cuore. I ragazzi la vivono. Non è solo un fatto di soddisfazione personale. È ben di più. È sentirsi strumento di evangelizzazione nelle mani di Dio”. “Come torno a casa…Pieno di gratitudine e di gioia. Con la voglia di continuare a scrivere brani per i giovani. Non dimenticherò mai l’accoglienza e i volti delle persone che ho incontrato”. Luca Rais, 43 anni, è il coordinatore dell’11° TLC. “Sono stato alla guida di una Ferrari” dice. “I componenti dell’equipe provenivano tutti da parrocchie diverse e ognuno ha portato qualcosa della sua comunità. Questo è stato il valore aggiunto. In un anno di frequentazione abbiamo imparato a conoscerci e rispettarci, ad accettarci nel Signore”. Poi aggiunge: “Accanto alla parte teorica abbiamo Voluto rafforzare l’impronta spirituale. La liturgia è azione del popolo e il popolo loda il Signore con il cuore. In questi giorni è venuto fuori il cuore dei ragazzi”. Cosa vorresti che rimanesse in loro? “Spero che incontrandoli tra 10 anni mi possano dire: Luca sto lavorando in parrocchia. Quel corso mi ha lasciato il segno.”

importante momento d’incontro teso alla sensibilizzazione delle nuove generazioni verso le problematiche della mondialità, della tolleranza delle ingiustizie sociali e dei diritti umani. La manifestazione finale coinvolge i giovanissimi con originali e coinvolgenti performances ideate e proposte dagli stessi ragazzi coordi-

nati dai catechisti delle numerose parrocchie che aderiscono al progetto. L’Associazione Musicale “Peter’s Day”, di Assemini, che cura la direzione artistica della manifestazione, anche quest’anno ha realizzato l’inno della giornata, con la composizione del testo, della musica e della relativa registrazio-

ne di un videoclip interamente suonato e cantato da giovanissimi musicisti e cantanti. Un progetto che ha quindi al centro la sensibilizzazione dei bambini ai temi della fratellanza e della missione: due aspetti che fin da piccoli devono essere promossi per formare le future generazioni ad una cultura dell’accoglienza dell’altro.

Il 16 marzo nella Chiesa di Santa Lucia si è svolta la celebrazione del rientro dell’11°Tlc musicale. Le testimonianze di alcuni giovani che hanno partecipato all’iniziativa

B

LAURA FLORIS ASTA GUARDARLi negli occhi

per capire che è successo qualcosa di importante. Basta sentirli cantare per accorgersi che quella armonia ha qualcosa di straordinario. Dopo tre giorni e mezzo trascorsi a Villa Tecla, i 50 ragazzi dell’11°Tlc musicale sono stati accolti nella chiesa cagliaritana di Santa Lucia. Lì c’erano gli amici, i parenti e tante persone che in quegli occhi e in quelle voci hanno rivissuto il loro Tlc musicale. Come è stata questa esperienza e cosa si sono portati a casa? Lo abbiamo chiesto ad alcuni di loro. Federica Paulis, 21 anni, suona la chitarra ed è impegnata nel coro della sua parrocchia (Sant’Elena a Quartu). “E’ stata una botta di vita” – racconta. – “Una grande occasione di crescita, di conoscenza, di servizio e di approfondimento della mia fede”. “Cosa mi ha lasciato? Una forza dentro che mi dice che vale la pena continuare a camminare su questa strada, che vale la pena crederci”. “E poi” – prosegue – “la certezza che al mondo esistono ancora belle persone che hanno solidi valori, che cre-

dono in Dio e nell'amore”. Il momento più forte paradossalmente, è stato il rientro a casa. “È lì che ho capito pienamente la grandezza di quello che ho vissuto”. Maria Giulia Di Chirico, 25 anni, ha fatto diversi TLC da corsista. Questa volta ha vissuto l’esperienza nell’equipe. Canta nel coro della sua parrocchia (SS. Vergine Assunta di Selargius) e nel San Luigi Gospel Choir. “Essere in equipe mi ha fatto sentire un grande sostegno da parte di chi ha lavorato con me “– spiega. “La preparazione e i tre giorni aVilla Tecla mi hanno fatto acquisire un maggiore senso di responsabilità e mi hanno reso più consapevole delle mie potenzialità”. L’aspetto più intenso è stato “la relazione con i ragazzi e la riscoperta del “senso del servizio”. Ma il momento più forte “senza dubbio

In Fiera la grande Festa dei ragazzi missionari Domenica si rinnova a Cagliari l’appuntamento annuale.

S

I. P.

I RINNOVA DOMENICA negli spazi della Fiera di Cagliari l’appuntamento con la “Festa dei ragazzi missionari”, l’iniziativa del Centro Missionario Diocesano. Protagonisti i bambini ed i ragazzi delle classi di catechismo di diverse parrocchie della Diocesi, che già dallo scorso mese di settembre si sono impegnati nel realizzare un lavoro a presentare domenica in Fiera. La “Festa dei ragazzi missionari” è il traguardo di un percorso iniziato a settembre quando all’avvio dell’anno catechistico a tutte le parrocchie è stato recapitato il materiale necessario per predisporre il lavoro durante gli incontri della scuola di catechesi. Lo svolgimento della serata vedrà

la presentazione di un canto, di una breve rappresentazione, di un cartellone realizzato, o di un altro elaborato per illustrare il tema della giornata “Destinazione mondo”. Per tre ore i bambini ed i ragazzini presenti assisteranno alle diverse presentazioni e saranno protagonisti di alcune attività. Non meno di mille persone tra bambini ed accompagnatori affolleranno la Fiera domenica, è prevista anche la partecipazione dell’Arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio. I bambini e gli accompagnatori potranno collaborare fattivamente al progetto “Operazione Africa”, portato avanti dai padri Gesuiti per la costruzione di un centro di accoglienza per ragazzi di strada “Buon Samaritano” in Brasile. L’appuntamento rappresenta un


DOMENICA 30 MARZO 2014

IL PORTICO DI CAGLIARI

Cultura e spettacolo. Da tre anni lo spazio dell’Anfiteatro è in attesa di sistemazione.

Anfiteatro Romano, un patrimonio da restituire presto ai cagliaritani Per il Comune si potrà riprendere a visitare il sito archeologico durante l’estate. Non appare invece vicina la possibilità di ospitare di nuovo degli spettacoli VALERIO LUCA FLORIS

È

ORMAI TRADIZIONE che ciclicamente, ad ondate ricorrenti e spesso impetuose, si rinnovino le polemiche inerenti l'anfiteatro romano di Cagliari e la sua gestione, con gli schieramenti arroccati su posizioni apparentemente inconciliabili: gli uni sostengono la necessità di preservare il monumento archeologico lo da ogni possibile danno; gli altri chiedono di perpetrare la sua vocazione spettacolistica. La querelle è abbastanza datata, considerato che esplose fragorosa nel 1998 quando l'allora sindaco Mariano Delogu, decise di montare le tribune di legno (inaugurate nel 2000), benedette da coloro che gradivano uno scenario suggestivo e prestigioso, maledette da chi vedeva il rischio di danni irreparabili al sito, eretto dai romani a partire dall'età augustea (secondo Mauro Dadea a cavallo fra I secolo a.C. ed il I d.C.). La scelta fu presto contestata dal-

L’Anfiteatro Romano con le strutture in legno.

la Sovrintendenza per i beni archeologici (che il 9 ottobre 2000 invitava il Comune a «provvedere a rimuovere tutte le impalcature lignee relative alla platea ed al palco») e da alcune associazioni ecologiste (come Gruppo d'Intervento Giuridico ed Amici della Terra), ma il successo di spettatori e la presenza di artisti di elevata caratura riuscirono a sopire le argomentazioni di chi contrastava tale soluzione. Sopire sì, cancellare no, difatti la contestazione è rimasta sempre costante e con motivazioni sempre più stringenti, specie coi ricorrenti campanelli d'allarme sullo stato di salute delle originarie gradinate calcaree: alcuni ricollegarono in modo di-

retto il deperimento delle rocce con la presenza delle tribune lignee (che avrebbero agevolato la formazione di muffe, per vie della poca areazione). Nel frattempo anche il sindaco seguente, Emilio Floris, proseguì sulla stessa strada e così le tribune lignee (sorrette da ponteggi in ferro) sono rimaste montate sino al 2011: dopo un sopralluogo tecnico, Marco Minoia, sovrintendente ai beni archeologici, ordinò la chiusura del monumento; l'amministrazione Zedda, in sella da maggio 2011, colse l'occasione per smontare la “legnaia”. A distanza di circa tre anni, l'anfiteatro romano resta ancora chiuso, fatto che scatena le lamentele

tanto di chi vorrebbe che il sito archeologico fosse sempre visitabile, tanto di chi vorrebbe vedervi di nuovo inscenati concerti e rappresentazioni teatrali. Recentemente Delogu ha difeso con vigore la scelta fatta dalla sua giunta, asserendo che l'operazione, «eseguita rispettando le gradinate in pietra, ha portato a Cagliari i grandi della musica e proposto ai cagliaritani spettacoli di altissimo livello»; l'ex sindaco ha inoltre accusato l'attuale gestione di aver trasformato «un gioiello in un immondezzaio». Dal Comune fanno sapere che i lavori sul sito stanno continuando e che dalla stagione estiva dovrebbero poter riprendere le visite al monumento, mentre quelle alla “Cagliari sotterranea” non sono mai cessate, seppur su prenotazione. Al di là di valutazioni di qualsiasi “colore politico” è curioso (tristemente curioso) constatare come i due principali siti archeologici della città di Cagliari, la zona di Tuvixeddu e l'anfiteatro, splendide vestigia rispettivamente del periodo punico e di quello romano, siano da molto tempo al centro più di polemiche e battaglie, anche legali. che di azioni concrete e di lungo respiro che mirino ad una seria indagine archeologica cui possa seguire la fruizione da parte della cittadinanza e dei turisti, che in altre città fanno la fila per visitare siti teoricamente meno importanti di quelli nostrani.

La solidarietà unisce i ragazzi con Posada

L

a bontà e la solidarietà dei bambini sono sempre le più sincere ed eloquenti, si sa, e proprio perché i protagonisti della vicenda sono bambini crea molto più impatto. Facendoci anche riflettere. Dopo il disastro dell’alluvione di novembre che ha messo in ginocchio gran parte della Sardegna, i bambini di IV elementare di alcune scuole di Cagliari e hinterland, in primis dell’Istituto Comprensivo di Pirri, hanno pensato di dedicarsi concretamente alla causa isolana. L’insegnante Giorgia Meloni ha raccontato come i bambini si siano impegnati nell’aiuto verso Giovanni Flore, un pastore di Posada, il quale durante il disastro scatenato da Cleopatra ha perso il suo gregge, unica fonte del suo manteni-

mento: “In seguito all‘alluvione si è pensato di fare qualcosa di diverso che donare materiale scolastico e abbiamo deciso, tra le varie possibilità, di aiutare un pastore a rifarsi il gregge”. Grazie alla mediazione dell’associazione ISPERAS di Posada sono state acquistate le pecore da donare al pastore e inoltre i bambini hanno organizzato una pesca di beneficenza ad offerta libera per raccogliere ulteriori fondi, per un totale di 1500 euro. Il 18 marzo scorso presso il municipio di Posada è avvenuta la cerimonia della donazione “solidale” alla quale hanno partecipato il sindaco, il parroco, l’associazione ISPERAS, il signor Giovanni Flore e le classi IV dell’Istituto Comprensivo di Pirri che hanno così instaurato un gemellaggio con quelle della scuola di Posada. La cerimonia è stata poi resa ancora più origina-

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brevi LUNEDÌ 31 MARZO

Enzo Bianchi alla Facoltà Teologica Il priore della Comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi, sarà a Cagliari lunedì 31 marzo per una conferenza alla Facoltà Teologica della Sardegna. L'incontro, aperto a tutti, si terrà alle 20,45 nell'Aula Magna della facoltà. Enzo Bianchi commenterà l'esortazione apostolica "Evangelii Gaudium" di Papa Francesco riguardante l'annuncio del Vangelo nel mondo attuale. La "Evangelii Gaudium" (La gioia del Vangelo), suddivisa in cinque capitoli, è la prima esortazione apostolica promulgata da Papa Francesco, il 24 novembre 2013. CLARISSE CAPPUCCINE

Adorazione eucaristica vocazionale Domenica 6 aprile alle ore 17 presso il Monastero delle Clarisse Cappuccine in Cagliari si ripete l’appuntamento mensile dell’adorazione eucaristica vocazionale, curata dal Centro Diocesano Vocazioni. Sono invitati tutti gli operatori della pastorale vocazionale e quanti vogliono unirsi nella preghiera al padrone della messe perché mandi operai (consacrati e consacrate) alla sua Chiesa. A QUARTU SANT’ELENA

Convegno nazionale delle Caritas diocesane

L’iniziativa di alcune scuole di Cagliari e hinterland CHIARA LONIS

IL PORTICO

Le magliette preparate per l’iniziativa di solidarietà.

le per le magliette con la stampa di una pecorella che le insegnanti promotrici hanno fatto confezionare per l’occasione. Importantissimo, oltre all’aiuto concreto verso una persona così gravemente in difficoltà, anche il messaggio pedagogico che le insegnanti hanno voluto trasmettere ai loro alunni, facendogli vivere in prima persona un’esperienza così importante e formativa come quella dell’aiuto verso

il prossimo. E intanto, dopo i numerosi interrogativi senza risposta su quale utilizzo ci sia stato dei fondi nazionali raccolti e se effettivamente siano stati destinati allo scopo previsto, questo “piccolo” gesto concreto e sincero si può dire che abbia davvero salvato la vita a un prossimo davvero bisognoso e senz’altro eternamente riconoscente a questi piccoli benefattori col grembiulino blu.

Si terrà a Quartu Sant’Elena, presso il complesso turistico alberghiero Setar da lunedì 31 marzo a giovedì 3 aprile, il 37° Convegno nazionale delle Caritas diocesane che ha come tema «Con il Vangelo nelle periferie esistenziali. “Rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza” (Col 3,1213)». Il Convegno riprende il cammino svolto a partire da quello di Montesilvano (PE) del 2013 e prelude al Convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Firenze nel 2015 sul tema «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo», che implicherà un previo percorso di preparazione a più livelli. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito della Caritas italiana.


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IL PORTICO DE

IL PORTICO

IV DOMENICADI QUARESIMA (ANNO A)

dal Vangelo secondo Giovanni (forma breve)

I

n quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa "Inviato". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Credi nel Figlio dell’uomo?

Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38

a liturgia odierna, attraverso la proposta di questo brano di vangelo, continua a insistere sulla domanda già proposta domenica scorsa: “Chi è Gesù?”. Se la settimana scorsa avevamo Gesù incontrare a un pozzo una donna che lui guida piano piano a farsi domande sulla sua identità, fino a farle esprimere l’attesa del Messia e, in risposta, affermare “sono io che parlo con te”. In questo caso invece il discorso funziona per certi versi al contrario sebbene il risultato sia diverso, vediamo quali sono le differenze principali tra i due brani e proviamo ad affiancarli. Se, come dicevamo, la donna è provocata a chiedere, ad approfondire, attraverso le sue domande la conoscenza di Gesù, in questo brano il cieco non chiede nulla, lui è chiamato a rispondere. Questa prima differenza è fondamentale per capire una delle preoccupazioni principali nella Chiesa primitiva in cui molti non conoscevano Gesù e i cristiani erano chiamati a testimoniare, a motivare la loro fede tanto stra-

il portico della fede

L

DON ANDREA BUSIA

na agli occhi dei pagani. Lo stesso Pietro nella sua prima lettera dice chiaramente ai cristiani, e a noi: “[siate] pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15). A questo tema evangelico se ne aggiungono altri due che lo rendono più esplicito: il cieco non sa effettivamente e perfettamente chi lo ha guarito ed inoltre non sta rispondendo semplicemente a dei pagani che ignorano Gesù, bensì ai farisei che hanno invece una precisa, seppur errata, idea di chi sia Gesù. Il fatto che il cieco non conosca veramente Gesù è sottolineato in tutto il brano, si dice che lui non poteva vederlo in quanto è rimasto cieco fino a quando non è arrivato alla piscina di Sìloe, quindi non sa che aspetto avesse, né conosce il suo nome, ma di due cose è fermamente certo: della sua voce e del fatto che lo ha guarito. Questa conoscenza assomiglia molto a quella che abbiamo noi oggi, non siamo in grado di vederlo con i nostri occhi fisici, ma possiamo ascoltare la sua voce, stare alla sua presenza e soprattutto sappiamo che effonde conti-

nuamente su di noi la sua grazia, i suoi doni. Non possiamo dire che crediamo perché lo abbiamo visto come il cieco alla fine del suo cammino, ma rimane comunque verissimo che possiamo credere perché ne abbiamo fatto esperienza, abbiamo imparato a fidarci di lui e ad affidarci a lui. Gesù è ben cosciente di questa differenza ineludibile e lo dice molto chiaramente a Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”. Certamente sapere che è possibile fidarsi di lui senza averlo visto ci rassicura, ma non possiamo ignorare il fatto che dobbiamo sempre migliorare in questo rapporto di fede con il Signore. Dicevamo che la seconda caratteristica da tenere presente è il fatto che il cieco si trovi di fronte ai farisei. Se guardiamo bene notiamo che ci troviamo in un ambito giuridico: i farisei, che sono l’accusa, vogliono rendere il cieco un loro testimone per poter affermare pubblicamente che Gesù è un peccatore in quanto ha guarito un uomo di sabato, giorno in cui non è permesso compiere alcun “lavoro” secondo la leg-

ge di Mosè. Paradossalmente però, in questo loro sforzo riescono solo a convincere colui che era stato cieco che colui che lo aveva guarito era un profeta, tutto l’opposto di un peccatore. Colui che era cieco diventa, contro i loro piani, un testimone della difesa di Gesù, tanto da renderlo poi capace, una volta incontrato Gesù, di riconoscere che è il Figlio dell’uomo. Una cosa importantissima da notare nel nostro brano è una sua particolarità quasi esclusiva nel contesto dei vangeli e cioè il fatto che Gesù sia, a parte l’inizio e la fine, assente all’interno del brano, e questo conferma l’idea già accennata poco fa che il brano sia stato scritto soprattutto per confermare, sostenere, coloro che nelle tribolazioni, nelle prove, nelle persecuzioni, non potendo vedere il Signore perché già salito al cielo, potevano rischiare di cadere nella tentazione di rinnegare il Signore, mentre il cristiano è chiamato, come dicevamo prima, ad essere in grado di testimoniare sempre il Signore e rendere ragione della speranza infusa in ogni discepolo.

ALLE FONTI DELLA GIOIA Lasciarsi trasformare dalla gioia dell’incontro con il Risorto: è questo l’invito di Papa Francesco che ci presenta Gesù, il “portatore” di letizia e di gioia. Il cammino del popolo d’Israele, pur segnato da momenti dolorosi, fu caratterizzato dall’attesa di poter vedere i tempi messianici in cui si sperava di poter vivere una gioia piena, la gioia della salvezza, che il Messia avrebbe portato con la sua venuta. Il Papa, in queste parti introduttive, dell’esortazione si sofferma a mettere in rilievo come i Profeti annunciavano la venuta del Messia, nonostante le difficoltà storiche contingenti, invitando sempre il popolo a rallegrarsi, a gioire, a esultare, a tendere l’orecchio per ascoltare la consolazione del Signore, preparare la venuta di Colui che sarebbe giunto per renderci capaci di esultare, come messaggeri di pace e di giustizia. Il Pontefice ripercorre i passaggi più salienti di questo cam-

mino, ponendo in evidenza le parole e i verbi più significativi della narrazione biblica: Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia…canta ed esulta…Sali e annuncia liete notizie…giubilate…rallegratevi…. Anche l’annuncio dell’Angelo a Maria è caratterizzato da un saluto che invita a rallegrarsi, e la stessa Maria esulta in Dio salvatore, per aver ricevuto il dono del messaggio divino. Anche Gesù annuncia che la sua gioia abiterà i suoi discepoli e nessuno potrà togliere dal cuore dei cristiani la forza di quella gioia che è come una guida nella strada da percorrere, nella fedeltà e nella speranza. Appare chiaro, che questa gioia, non siamo noi a darcela, ma scaturisce dall’amore di Dio che ci precede. Infatti, anche quando non ne siamo consapevoli, l’amore di Dio ci raggiunge; siamo invitati a riflettere sulla nostra stessa vita e guardare sia i momenti di angustia, sia i momenti di gioia, per scorgervi quei tratti della Provvidenza divina che

ci ha posto ora qui, ora là, non senza senso, ma per operare in un determinato modo, sempre per alimentare la gioia del vivere e dell’agire nella storia quotidiana per trasformarla con le nostre scelte etiche ispirate dall’incontro con il Risorto, che illumina ogni tenebra. L’esortazione, abbiamo già detto, è rivolta primariamente ai cristiani, cioè a coloro che hanno incontrato la Persona di Cristo e, dunque, non possono tacere: la loro gioia non può rimanere racchiusa nel proprio intimo, ma deve traboccare, deve straripare, deve saper gridare, che tutti possono e devono gioire. Ogni situazione della vita, ogni impegno professionale se realizzati con coscienza e consapevolezza, diventano “luogo” e “evento” di evangelizzazione; infatti, Dio si fa presente nell’incontro autentico e rispettoso tra le persone, si fa presente nello svolgere onestamente il proprio lavoro, la propria professione, la propria vocazione. di Maria Grazia Pau


ELLA FAMIGLIA

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Dal 31 marzo il Convegno nazionale della Caritas.

La carità è l’intima essenza della Chiesa MARIA CHIARA CUGUSI

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RISCRITTURE

LA RAGIONE DEL GIOIRE La liturgia di questa domenica, denominata “Laetare”, invita a rallegrarci, a gioire. Qual è la ragione profonda di questa gioia? Ce lo dice il Vangelo odierno, nel quale Gesù guarisce un uomo cieco dalla nascita. La domanda che il Signore Gesù rivolge a colui che era stato cieco costituisce il culmine del racconto: “Tu credi nel Figlio dell’uomo?” (Gv 9,35). Quell’uomo riconosce il segno operato da Gesù e passa dalla luce degli occhi alla luce della fede: “Credo, Signore!” (Gv 9,38). È da evidenziare come una persona semplice e sincera, in modo graduale, compie un cammino di fede: in un primo momento incontra Gesù come un “uomo” tra gli altri, poi lo considera un “profeta”, infine i suoi occhi si aprono e lo proclama “Signore”. In opposizione alla fede del cieco guarito vi è l’indurimento del cuore dei farisei che non vogliono accettare il miracolo, perché si rifiuta-

no di accogliere Gesù come il Messia. La folla, invece, si sofferma a discutere sull’accaduto e resta distante e indifferente. Gli stessi genitori del cieco sono vinti dalla paura del giudizio degli altri. E noi, quale atteggiamento assumiamo di fronte a Gesù? Anche noi a causa del peccato di Adamo siamo nati “ciechi”, ma nel fonte battesimale siamo stati illuminati dalla grazia di Cristo. Il peccato aveva ferito l’umanità destinandola all’oscurità della morte, ma in Cristo risplende la novità della vita e la meta alla quale siamo chiamati. In Lui, rinvigoriti dallo Spirito Santo, riceviamo la forza per vincere il male e operare il bene. Infatti la vita cristiana è una continua conformazione a Cristo, immagine dell’uomo nuovo, per giungere alla piena comunione con Dio. Benedetto XVI - Angelus 3 aprile 2011

A DIOCESI DI Cagliari ospiterà il 37esimo Convegno nazionale delle Caritas diocesane ‘Con il Vangelo nelle periferie esistenziali’, dal 31 marzo al 3 aprile prossimo, nel complesso turistico alberghiero Setar (Quartu Sant’Elena, via Lipari, 1/3, località S’Oru e Mari). «Si tratta di un’occasione di crescita per la Chiesa sarda e di un’opportunità per sentirsi parte attiva della Chiesa italiana - spiega don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana e delegato regionale Caritas -. A iniziare dalla possibilità di rafforzare una ‘pastorale integrata’, grazie alla rete tra i vari uffici, e di recuperare il senso più profondo della ‘carità’, intesa come ‘intima essenza della Chiesa’, da cui la pastorale ordinaria non può prescindere. Molto spesso, infatti, pur vedendo riconosciuta la sua puntuale e costante azione umanitaria, la ‘caritas’ viene relegata a un assistenzialismo emergenziale: occorre invece recuperarne il senso specifico, in una forma teologica, sulla linea del Magistero di Papa Francesco e in piena continuità con quello di Benedetto XVI». Riflessioni che vanno inoltre inquadrate, per il delegato regionale Caritas, «nella specificità del contesto sardo: una ‘periferia esistenziale’ - in linea con il titolo scelto quest’anno - con le sue molteplici problematiche, come il rischio spopolamento, la disoccupazione giovanile, la criticità rappresentata dalla continuità territoriale, le difficoltà di accesso al credito, l’insufficiente cooperazione, la necessità di salvaguardare le produzioni locali e la dimensione agro-pastorale. In questo senso, ci si presenta l’occasione per uscire da una ‘marginalità’ geopolitica e assumere un ruolo centrale nel Mediterraneo, proprio

a partire dalle Caritas sarde, che hanno mostrato, negli anni, una presenza costante accanto agli ‘ultimi’, attraverso un ruolo di animazione pastorale e una funzione pedagogica». Una presenza confermata durante la recente alluvione, «dalla piena fiducia accordataci da parte della società civile, per la nostra capacità di collaborazione, sussidiarietà, e per il contributo nell’analisi dei bisogni concreti». Tra i momenti più significativi del Convegno, ci saranno l’accoglienza nel Santuario di N.S. di Bonaria, con la Messa presieduta dall’Arcivescovo di Cagliari Mons. Arrigo Miglio, e la serata dedicata alla presentazione degli stand delle Diocesi sarde, intitolata ‘Attraversiamo l’Isola: un percorso tra i Semi della Carità che divengono Alberi di Comunità’: «Sarà un momento di accoglienza- spiega il delegato regionale Caritas - , in cui avremo la possibilità di raccontare la nostra anima, cultura, generosità, giustizia sociale, in un criterio di condivisione e prossimità. Sarà come attraversare il piccolo ‘continente’ della Sardegna, contrassegnato dalle singole Caritas diocesane, ognuna con la propria creatività e azione pastorale, in una reciproca conoscenza e arricchimento». Negli stand, «ogni Diocesi potrà raccontare le proprie radici, la propria storia, con il sottofondo del suono musicale delle launeddas, del canto a tenore, dei balli sardi; non mancherà un richiamo alla drammaticità dell’alluvione dello scorso novembre, con il monologo di Gianluca Medas, uno dei maggiori artisti sardi». Inoltre, va sottolineato «lo stile sinodale dell’iniziativa - aggiunge don Lai - : le linee d’azione che emergeranno saranno frutto di un lavoro condiviso tra le équipe partecipanti, con l’opportunità di dare sostanza concreta ai percorsi che la Chiesa italiana ci propone».


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IL PORTICO DELLE IDEE

IL PORTICO

DOMENICA 30 MARZO 2014

LETTERE A IL PORTICO In India fra qualche mese si terranno le votazioni per il rinnovo del congresso. Un nuovo raggruppamento si presenta alle elezioni: l’Aap che infastidisce assai il partito del Congresso nato a seguito della liberazione dal giogo della Inghilterra, ma oggi partito dilaniato da lotte intestine, da una assurda corruzione, da parti conservatrici che non intendono modificare la società patriarcale che ritiene la donna una entità da non prendere in alcuna considerazione, da non considerare nella famiglia e nella società.( conseguentemente le violenze verso il ceto femminile; causa anche una legge sussistente che dichiara l’identità Gay un pericolo, prodotto della importazione occidentale e da combattere. L’Aap che presentatasi per la prima volta alle elezioni della capitale, ha ottenuto una enorme suffragio ottenendo ben 28 seggi su 70, chiamato a formare il nuovo governo con a capo il Guru di quel partito (da noi … segretario) nonostante partito di minoranza. Partito che ha governato 49 giorni e che in tale periodo ha tentato di cambiare le carte in tavola dei partiti di vecchio stampo: tra cui una legge importante anti corruzione; ma rimanendo battuto ha ritenuto doveroso dimettersi. Gruppo politico dalle idee molto chiare, assurto al go-

verno con la intenzione di cambiare una mentalità corrotta e iniziare una nuova era. Persone semplici dalle idee molto chiare nel pretendere e nell’esprimersi; mani pulite, servizi decenti, diminuzione dei costi della politica e dei servizi primari; ciò a favore in specie delle parti più povere; Se mi è permessa una similitudine una specie di Grillini nostrani ma con le idee più chiare e moderne; con a capo una persona che tanto assomiglia per la grinta, la modernità delle idee, perseveranza, al nostro Renzi nazionale. Similitudine resa possibile in quanto il nostro Renzi, al governo da solo un mese, è riuscito a convincere la maggioranza degli italiani della bontà del proprio modo di pensare, delle azioni da condurre nel prossimo futuro, ponendo un primo termine di verifica al 30 settembre di questo anno; fatto questo mai accaduto fino ad oggi, dove il politico di turno avvezzo a promettere senza termini. Un Renzi che se il parlamento non intenderà assecondarlo, ( ovvero metterlo nelle condizioni di non poter svolgere il proprio mandato, ed in primo piano abolire prebende e stipendi, pensioni d’oro) per non modificare il proprio modo di fare e pensare, ovvero ancora per continuare a fare melina come suo solito e menare il can per l’aia, dovrà buttare

la spugna e ritirarsi dalla tenzone, (per impossibilità di operare, in quanto per operare è il parlamento a dover legiferare per emettere quei provvedimenti atti a cambiare il nostro paese); ma se dovesse “bucare”, ovvero non riuscire a trovare quelle norme atte a formalizzare i suoi pensieri, allora dovrà abbandonare la politica per averci rimesso la faccia. Essendo fin da ora acclarato che imprevedibili saranno le conseguenze di un popolo ormai dissanguato dalle tasse, stressato dai sacrifici, con il 50 % dei giovani in cerca di lavoro, con le imprese che impunemente continuano a delocalizzare, e con un esercito di pensionati ormai alla fame e per ciò stesso inferociti. Carlo Ponticelli Cagliari Gentile lettore, come ha evidenziato anche lei, da subito, e con grande chiarezza, Matteo Renzi ha fatto intendere che in questo momento della nostra storia politica o si riesce a far qualcosa di veramente efficace a livello di riforme, oppure si torna a casa. L’auspicio non può che essere quello di augurarsi la riuscita di questo tentativo, non tanto per le fortune politche dell’ex sindaco di Firenze, quanto per il bene dell’Italia, che viene prima di tutto. (rp).

Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo settimanaleilportico@gmail.com, specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.

S

tupore e gioia si leggono in questi giorni sul volto della gente per l’elezione di Papa Francesco. Nel clima dell’attesa e dei pronostici non era mancato qualcuno che azzardava proprio quel nome, quasi come un’utopia! E invece eccolo: “venuto dalla fine del mondo”, come ha detto nel presentarsi la sera del 13 marzo 2013, portando dentro alla veste bianca nuova tutta la sua umanità e la sua storia, e su tutto questo la semplice croce che lo accompagna da quando è diventato vescovo. Lo stupore e la gioia della gente li ho sperimentati anch’io attraverso le molte persone sconosciute che mi hanno fermato e parlato, per la strada, in chiesa e anche in aeroporto e sull’aereo, per dirmi la loro partecipazione che, si indovina subito, è piena di speranza. Proprio attraverso la Chiesa, vista nei suoi vertici, lo Spirito del Signore ha voluto parlarci e rassicurarci: non temete, sono proprio io! Sono molto contento di tutto questo specialmente per i giovani. La mia generazione aveva vissuto qualcosa di simile all’elezione di Giovanni XXIII, nel ’58, dopo un momento di delusione perché alla figura ieratica e autorevole di Pio XII era subentrata la figura bonaria e un po’ contadina di Papa Roncalli. Ma ci volle poco a capire quale grande dono fosse quel Papa per il mondo, benché così diverso dal grande predecessore. Sono contento dunque per i giovani di oggi, perché possono vedere che il Signore sa fare cose sempre nuove nella sua Chiesa e con la sua Chiesa. Sono le novità vere, quelle che ci fanno sperimentare la novità del Vangelo,

In onda su Radio Kalaritana Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000

Oggi parliamo di… arte e fede Le chiese di S. Michele e S. Efisio (Terenzio Puddu) Domenica 30 marzo ore 18.10 Lunedì 31 marzo ore 8.30 Cantantibus organis Ascolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain (a cura di Andrea Sarigu) Domenica 30 marzo ore 21.30 Oggi parliamo di… comunicazione L’ora di comunicare (Simone Bellisai) Martedì 1 aprile ore 19.10 Mercoledì 2 aprile ore 8.30 L’ora di Nicodemo Evangelii Gaudium Lettura dell’Esortazione (nn.76109) di Papa Francesco Mercoledì 3 aprile 21.30 Oggi parliamo con… Francesco Aresu e Angela Murru Animatori Progetto Policoro Sabato 29 marzo 19.10 Domenica 30 marzo ore 10.30

Una riflessione di Mons. Miglio ad un anno dall’elezione di Papa Francesco

Sorpresi dalla gioia + ARRIGO MIGLIO

che non abolisce nulla della legge di Dio, neppure un punto o una virgola, ma ci guida a trovare nelle parole del Signore la vita vera che non invecchia mai. Inutile dunque cer-

care di inquadrare il nuovo Papa negli schemi vecchi, vecchi come le ideologie che li producono. La sua storia di prete e di vescovo, radicata nella fede e nella laborio-

La Via Crucis Venerdì 4 aprile 21.10 Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30 Radiogiornale regionale Dal lunedì al venerdì 10.30 / 12.15 / 13.30 Lampada ai miei passi (24 – 30 marzo) Commento al Vangelo quotidiano a cura di don Walter Onano Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 vangelo domenicale) Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00 Oggi è già domani Nel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno (A cura di don Giulio Madeddu) Ogni giorno alle 00.01 circa

sità di una famiglia di emigrati, è lì che ci parla e attende di essere meglio conosciuta e ascoltata. L’ideologia delle dittature militari del suo paese non è riuscita ad arruolarlo e neppure l’ideologia contrapposta dei guerriglieri: quindi giù sospetti e accuse, anche da parte di qualcuno dei suoi preti che invece si erano fatti “arruolare”. Lui ha risposto sempre e solo con la vita, con la carità e con la preghiera. E con la misericordia: è la prima parola del suo motto e in questi primi giorni da Vescovo di Roma l’ha già ripetuta più volte. Evidentemente si è reso conto che ce n’è bisogno anche in Europa, anche a Roma e nella Chiesa: altri muri devono cadere, dopo quello minato e saltato durante il pontificato di Papa Wojtyla. Inutile anche giocare a cogliere contrapposizioni con il Predecessore. Vedo due parole che ci aiutano a cogliere il filo della continuità: la ricerca dell’essenziale e la via della Carità. Papa Benedetto ci ha offerto un insegnamento solare su questi temi: basti pensare alle tre encicliche Deus Caritas Est, Spe Salvi, Caritas in Veritate e ai tre volumi su Gesù. Papa Francesco,nei suoi primi gesti e nelle sue parole, sobrie ed essenziali, sembra dirci che in fondo vivere tutto questo è molto semplice, è una via aperta a tutti, come ha potuto sperimentare egli stesso nelle “villas miserias” di Buenos Aires per tanti anni. Ora è il nostro Papa, incontrerà altre miserie non meno gravi ma la strada rimane quella a lui ben nota, che già ci ha indicato giovedì 14 marzo 2013 dalla Cappella Sistina, invitandoci a camminare, edificare, confessare il Cristo Crocifisso e Risorto.


IL PORTICO DELLA DIOCESI

DOMENICA 30 MARZO 2014

Apostolato dei laici. Sono ripresi i lavori della Consulta Diocesana dei laici.

La presenza dei laici è decisiva per il cammino della Chiesa diocesana Prossimamente verrà ricostituito anche il Consiglio Pastorale Diocesano. Si tratta di strumenti al servizio della comunione MARIA LUISA SECCHI

I

L 2015 PROPONE un appunta-

mento importante per la Diocesi. E' previsto infatti il convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Firenze. Un cammino di comunione in grado di coinvolgere non soltanto i pastori ma l'intera comunità e in modo particolare i laici provenienti dalle numerose parrocchie diocesane, assieme a quelli che provengono dalle diverse aggregazioni ecclesiali. “La presenza e l’azione dei laici è imprescindibile per la realizzazione di questo cammino” - sottolinea l'Arcivescovo nel piano pastorale 2013–2014. All’inizio dell’anno Monsignor Miglio ha approvato lo Statuto della Consulta Diocesana dei laici. In passato non c’è stata una convocazione stabile della Consulta seppure fosse forte il desiderio di costituzione del Consiglio Pastorale. “Siamo prossimi alla pubblicazione dello Statuto che consentirà il corretto funzionamento del Consiglio Pastorale Diocesano, dove la presenza dei laici è superiore rispetto a quella del Clero - dice monsignor Franco Puddu, Vicario

Un recente incontro di Associazioni e Movimenti in Seminario.

Episcopale per la programmazione pastorale diocesana e per il coordinamento degli uffici pastorali diocesani”. La Consulta si rivolge ai laici che già sono aggregati a movimenti e associazioni. Lo scorso anno è stato rinnovato il consiglio presbiterale mentre nei prossimi mesi è previsto il rinnovamento del Consiglio Pastorale diocesano, che costituirà il luogo dove si incontreranno tutte le componenti della Chiesa cagliaritana, non ultimi i laici provenienti dai

diversi territori della diocesi assieme a quelli che provengono dalle aggregazioni ecclesiali, al fine di studiare assieme un cammino che rappresenti il bene comune per la comunità diocesana, anche in vista dell'appuntamento in Toscana del prossimo anno. L'attenzione della Diocesi si apre a tutto campo e si rivolge in ugual misura anche a coloro non direttamente coinvolti in queste organizzazioni. “Nel prossimo Consiglio Pastorale diocesano siede-

ranno 26 laici, tra i quali 22 saranno indicati dalle parrocchie e dalle foranie, mentre i restanti quattro saranno eletti dalla Consulta diocesana dei laici – sottolinea il Vicario Episcopale”. All'interno del Consiglio Pastorale, oltre ai laici, è prevista la presenza di due religiosi e quattro religiose. Saranno inoltre presenti i vicari episcopali, mentre il vescovo può designare altre quattro persone a sua scelta. Per quanto concerne la composizione della segreteria si contano al suo interno cinque persone elette dalle associazioni che operano in ambito alla consulta stessa, mentre ne fa parte di diritto il presidente diocesano dell'Azione cattolica. “Per un anno, la nostra Diocesi, in seguito all’arrivo di monsignor Miglio – spiega monsignor Puddu – ha lavorato in maniera informale, riunendo le diverse associazioni dove è forte l’impegno dei laici. Diverse volte abbiamo riflettuto insieme sui temi che caratterizzano la vita pastorale della diocesi. Attualmente Monsignor Miglio può contare su diverse realtà consultive, tra le quali il Consiglio presbiterale diocesano e il Consiglio pastorale diocesano. All'ultima seduta del primo organismo – conclude il Vicario Episcopale abbiamo dato uno sguardo d'insieme allo Statuto e in questo mese stiamo raccogliendo le diverse nomine provenienti dalle parrocchie e dalle foranie, in proporzione al numero degli abitanti”.

Ozanam, un testimone sempre attuale della carità La mostra promossa dalla Conferenza di S. Vincenzo R.C.

U

NA MOSTRA PER ricordare il bicentenario dalla nascita del beato Federico Ozanam, fondatore della Società di San Vincenzo De Paoli, è stata ospitata nel chiostro di San Domenico a Cagliari. La mostra, organizzata dall’Associazione Consiglio Centrale di Cagliari della Società di San Vincenzo De Paoli, oltre a ripercorrere i 40 anni di vita di Federico Ozanam, è stata l’occasione per raccontare e diffondere i valori, la missione, le azioni dei vincenziani in Italia e in particolare in Sardegna. “Federico Ozanam – dice Silvana Calatri, una delle responsabili del volontariato vincenziano – è stato capace di trasporre la vita di fede in carità effettiva verso i bisognosi, anticipando così alcune istanze

della dottrina sociale della Chiesa, ed è stato beatificato da Giovanni Paolo II nel 1997. In lui organizzatore di conferenze di storia alla Sorbonne di Parigi nacque il desiderio di aiutare i più bisognosi e diede vita così alle conferenze vincenziane, per venire incontro alle famiglie più povere”. Ben presto il suo operato crebbe e si sviluppò fino a raggiungere oggi tutti i Paesi del mondo. Oggi in Diocesi ci sono due consigli centrali: uno, quello di Cagliari e hinterland, conta 21 conferenze, un altro a Quartu, con una decina di conferenze che operano nella terza città dell’Isola. A queste si aggiungono due opere speciale, la “Federico Ozanam”, con sede in viale sant’Ignazio dove si occupa dei senza fissa dimora, mentre a Quartu opera la Mensa del Viandante. Solo a Ca-

La mostra nel chiostro di San Domenico. (foto Elio Piras)

gliari ci sono 205 soci del volontariato che assistono 458 famiglie. Fin qui i dati. “La mostra – continua la responsabile – che è rimasta aperta per due giorni ed ha riscosso un buon successo. Tante persone sono passate, anche giovani. Questo è un fatto importante perché al momento il problema più serio per le conferenze vincenziane della città è la carenza di ricambio generazionale: l’età media dei volontari è alta, perciò è necessario sensibilizzare i giovani verso il servizio ai più deboli”. Attraverso la mostra è stato possibile avvicinare diverse persone, facendo consocere loro la vita del

fondatore, assieme al lavoro che quotidianamente portano avanti i tanti volontari nei diversi centri operativi. In molte parrocchie si trova il volontariato vincenziano che si occupa di raccogliere donazioni di viveri e vestiario, per poi recapitarlo alle famiglie bisognose, quasi sempre indicate dal parroco o a stretto contatto con i volontari. Un prezioso servizio per chi vive le difficoltà della crisi economica che sta provando molti nuclei familiari, così come tanti single, portato avanti con lo stesso spirito del fondatore, Federico Ozanam, che oltre un secolo e mezzo fa mise da parte gli studi per aiutare i poveri.

IL PORTICO

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brevi APPUNTAMENTI

Lunedì 31 a Cagliari Chiara Giaccardi “Chi ha paura della rete? Crescere, adulti e ragazzi, nella comprensione e nell’uso dei nuovi media”. È il tema dell’incontro con C h i a r a Giaccardi, docente di Sociologia e Antropologia dei Media all’Università Cattolica di Milano, in programma lunedì 31 marzo alle 20.30, nel Teatro dei Gesuiti di San Michele, in Via Ospedale 4 a Cagliari. INIZIATIVE

Successo per la festa “Giovani solidali” Si è conclusa con una grande festa multietnica (con balli, canti e degustazione di piatti tipici) presso la parrocchia di Sant'Eulalia l'iniziativa “Giovani Solidali” edizione 2014. Nell'ambito del concorso di progettualità solidale, coordinato dal Gruppo diocesano di Educazione alla mondialità in collaborazione con una rete di realtà attive nella solidarietà, sono stati presentati diciotto progetti, oggetto di esposizione durante la mostra tenutasi presso il Centro domenicano di Cagliari. Hanno partecipato circa duecentosessanta giovani, di cui una quarantina adolescenti, provenienti da sette istituti superiori di Cagliari (i licei Siotto, Tommaseo ed Euclide, gli istituti tecnici Deledda e Leonardo da Vinci) e hinterland (liceo Bruno e il tecnico Einaudi, entrambi di Muravera). In totale dieci classi e tre gruppi interclasse, insieme a quattro gruppi giovani espressione di parrocchie del territorio – il gruppo adolescenti salesiano di Selargius, i gruppi del Meg delle parrocchie di San Sebastiano e Sant'Eulalia a Cagliari, insieme al gruppo cresimandi dell'oratorio di San Biagio a Villasor – e uno di ispirazione missionaria, facente capo alla Comunità di Villaregia. 11 APRILE

La Via Crucis a Monte Urpinu Venerdì 11 aprile alle 20, a partire dalla chiesa parrocchiale dei Santi Giorgio e Caterina in Cagliari, si terrà la tradizionale Via Crucis sul colle di «Monte Urpinu».


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IL PORTICO DELLA DIOCESI

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brevi IL 10 APRILE

Incontro formativo per ministri e diaconi Giovedì 10 aprile, a partire dalle 18,30, nel Seminario Arcivescovile, si terrà l’incontro di formazione permanente per i membri della comunità per il diaconato permanente e i ministeri istituiti.

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Pastorale sociale. Si è tenuta a Sant’Elia la Giornata del lavoro e della solidarietà.

L’insegnamento sociale della Chiesa indica la via per la testimonianza Mons. Miglio: “La Chiesa deve affrontare la sfida della dimensione sociale della fede, superando l’individualismo e andando verso la condivisione e la solidarietà”

AL SS. REDENTORE

Le catechesi del Papa sui Sacramenti Nella parrocchia del SS. Redentore di Monserrato, quest’anno, il cammino quaresimale comprende anche la proiezione delle catechesi sui Sacramenti che Papa Francesco sta proponendo durante le udienze del mercoledì. Il parroco don Sergio, consapevole che non tutti, per vari motivi, possano assistere direttamente in TV alle catechesi, ha voluto proporre questa iniziativa che precede di mezz’ora la Messa ve-

spertina del Sabato sera. La folta partecipazione, l’attenzione e l’interesse dimostrano che fa sempre bene riflettere sull’importanza e il valore dei Sacramenti, ancor più se a spiegarli sono le parole semplici e profonde del Santo Padre. Il Gruppo Media del SS. Redentore

U

F. A.

discussione sul tema del lavoro e della solidarietà nel giorno della ricorrenza di San Giuseppe, patrono dei lavoratori, nel solco della tradizione avviata dall'allora Arcivescovo di Cagliari mons. Ottorino Pietro Alberti. Con una particolare attenzione al mondo dei giovani, grazie all'aiuto del Progetto Policoro e della formazione professionale salesiana del Cnos-Fap. «Dobbiamo far sì che l'insegnamento sociale della Chiesa, che in passato veniva chiamato “dottrina sociale”, non sia un insegnamento di nicchia. Il lavoro riguarda la fisionomia del cristianesimo, la Chiesa è obbligata a una risposta» ha detto mons. Arrigo Miglio durante il suo intervento al Lazzaretto di Sant'Elia, ricordando la grande attenzione data al tema del lavoro da Papa Francesco nella sua “Evangelii Gaudium”. «Dobbiamo promuovere un incontro con tutti gli enti e realtà che si occupano del mondo del lavoro», ha aggiunto l'Arcivescovo sottolineando l'importanza della nuova lettera pastorale dei vescovi sardi “Un cammino di speranza per la Sardegna”. «Una delle sfide che deve affrontare la Chiesa è la responsabilizzazione di tutti, credenti e non, NA GIORNATA DI

Gerrit Van Honthorst, Il Bambino Gesù nella bottega di San Giuseppe, 1620, Hermitage, San Pietroburgo.

della dimensione sociale della fede, non più tendente solo all'individualismo ma a un cammino in condivisione, solidarietà e comunione». All'incontro, tra le hanno preso parte anche i vertici di sindacati (Cgil e Cisl) e associazioni di categoria e imprenditoriali (ad esempio Confcooperative) regionali, tutti molto soddisfatti dell'apertura e degli impegni presi dalla diocesi. Il salesiano don Simone Indiati, referente diocesano del Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane – Formazione e aggiornamento professionale), ha descritto le attività svolte dall'istituto di Selargius, dotato di diversi laboratori (tra cui quelli di elettronica, elettrica, falegnameria, informatica): «Come ha detto il Papa, non c'è speranza senza lavoro. Il nostro compito è quello di fornire ai giovani pro-

mozione e tutela per il proprio impegno, puntando alla valorizzazione del lavoro manuale ma senza tralasciare la possibilità di creare nuova impresa, sempre nell'ottica del bene comune». Grande spazio è stato riservato alle attività del Progetto Policoro, “braccio operativo” della Chiesa italiana in fatto di giovani e lavoro. I due animatori di comunità della diocesi di Cagliari, Angela Murru (Terzo anno) e Francesco Aresu (Primo anno) hanno illustrato ai presenti gli ultimi anni di lavoro e i risultati prodotti all'interno della diocesi. «Durante il nostro lavoro di orientamento e ascolto – spiega Angela Murru, animatrice “senior” – abbiamo notato, purtroppo, che spesso la ricerca di lavoro è sterile: anche per questo cerchiamo di stimolare i giovani che più di una volta ci sono sembrati sul punto di ar-

rendersi. Vogliamo che ci mettano entusiasmo e la voglia di provarci nonostante le tante difficoltà che, obiettivamente, ci sono». Anche per questo gli sforzi del Progetto Policoro, che a Cagliari può vantare un'equipe diocesana composta dai tre direttori degli uffici pastorali coinvolti (pastorale sociale e del lavoro, Caritas e pastorale giovanile), due animatori e ben cinque volontari, ognuno dei quali mette a disposizione del progetto le proprie competenze tecniche e professionali, dal commercialista alla counsellor, fino agli esperti di impresa. «Nel 2014 stiamo seguendo tre nuovi progetti imprenditoriali, che si aggiungono ai tre in essere dall'anno scorso – ha concluso Angela – la nostra speranza è che tutti i passaggi verso il “gesto concreto” siano il più rapidi possibile».

LA SARDEGNA DA PAPA FRANCESCO

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Novità editoriali. Alla Libreria San Paolo la presentazione del volume di Suor Vinerba.

Suor Vinerba, la ricchezza della donna come spazio, deserto e speranza

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LUISA MURA

A LIBRERIA PAOLINE ha invitato Sr Roberta Vinerba a Cagliari il 20 marzo in occasione della presentazione del suo nuovo libro, all’interno dell’iniziativa Incontro con l’Autore. L’appuntamento è stato introdotto da Cristina Arcidiacono, Pastora Evangelica Battista di Cagliari. Sr Roberta, suora francescana diocesana incorporata alla diocesi di Perugia – Città della Pieve, ha scritto altre originali pubblicazioni, nate sempre dalla sua esperienza nella pastorale giovanile, ma per la prima volta scrive dell’universo donna, nel testo dal titolo “Nel grembo e nel cielo. La donna come spazio, deserto e speranza”. Con Paoline aveva già pubblicato “Fare i padri, essere figli”, dedicato al lato paterno rispetto a quello materno ma sempre analizzato nella reciprocità e nella comunione del maschile e del femminile. La pastora ha definito la lettura del nuovo testo come un’opportunità per affacciarsi ad accostamenti nuovi anche un po’ impertinenti, come quello della creazione di Dio come travaglio del parto, ma significativi per una riflessione sia biblica che personale. La scrittrice ha saputo raccogliere le amiche-

La presentazione del libro a Cagliari. (foto Stefano Fadda)

voli provocazioni per raccontare come nelle pagine del suo lavoro ci siano le esperienze di vita da suora, da teologa ma soprattutto come donna: figlia, madre e sposa nel senso spirituale ma autentico e reale. Sr Vinerba, aveva delle ritrosie a scrivere un libro sulla donna, nonostante le pressanti richieste sia dei lettori che del pubblico dei suoi numerosi incontri; era convinta che si fosse già parlato delle donne e che non fosse così necessario il suo pensiero a riguardo, finché alcune esperienze personali l’hanno portata in un lampo a “iniziare a ragionare di spazio, di

deserto e di cielo”. La sua concezione di donna lontana dalla parità che si limita a ricalcare il peggio del maschile o che rivendica l’essere come l’uomo, dal femminismo di piazza, da coloro che ritengono che il maschile e il femminile non esista in natura ma che sia solo una scelta di libertà personale. Anche se l’oggetto specifico del testo è la donna, l’autrice non dimentica mai che l’uomo è per la donna e la donna per l’uomo. La triplice dimensione con cui la teologa presenta la donna è molto efficace: spazio che accoglie; l’esperienza della maternità; un’accoglienza che ricalca quella

di Dio; deserto ; spazio di verità; in cui la donna è chiamata ad andare oltre gli aspetti negativi dell’amore; speranza che il deserto fiorirà. Per la teologa la Magna charta del libro è la Lettera Apostolica Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II, che ha colto la dignità e la vocazione del genio femminile (MD 30-31) e la caratteristica profetica della donna, che nella Vergine Madre di Dio ha la più alta espressione (MD 29). A Maria la scrittrice dedica il testo, perché Lei è la Vera Madre, prototipo del cielo, grembo che accoglie tutta l’umanità, madre universale, madre della Chiesa, donna del paradiso, in lei, secondo la profezia biblica, il deserto è fiorito. Significative le riflessioni sul ruolo della donna nella Chiesa sia Cattolica che Evangelica (con la comune speranza di un cammino più di comunione che di divisione di poteri!), e sulla teoria del gender, per la teologa vera emergenza umana e gnosi del nostro tempo. La religiosa invita a prendere consapevolezza del nostro essere tra grembo e cielo, tra l’amore di Dio e la Gerusalemme celeste, la nostra storia parte dall’utero di DioTrinità, che è comunione-rivelazione per poi crescere in una famiglia in comunione.

“C’è bisogno di adulti presenti e credibili”

È

teologhe donne in Italia con competenze anche in campo educativo. Suor Roberta Vinerba è docente di teologia morale, direttrice della scuola di teologia “Leone XIII” di Perugia, catechista di adulti, da molti anni è impegnata nell’evangelizzazione dei giovani e degli adolescenti. A Cagliari per presentare il suo libro “Nel Grembo e nel cielo. La donna come spazio, deserto e speranza”, parla della sua attività con le famiglie. “Con il mio lavoro – dice – sento e vedo quanto analfabetismo affettivo ci sia. Incontro genitori anche di 40 - 50 anni che, alla fine dell’incontro stupiti mi dicono “È la prima volta che sentiamo queste cose”. Oggi i genitori non devono aspettare di essere formati o di sapere far tutto, ma devono impegnarsi ad essere se stessi: hanno un carisma, quello di essere genitori, da vivere fino in fondo. Se deve esserci formazione è quella di coppia. Si spieghi meglio? UNA DELLE POCHE

I figli hanno bisogno di un padre e di una madre che si vogliono bene. Più che dire come si fa il genitore bisogna mostrare come ci si ama fra marito e moglie, perché da educatrice di giovani vedo che questo è il primo indispensabile servizio verso i giovani. E la Chiesa che ruolo può svolgere? È necessario che prenda sul serio l’umanità, nell’amore umano brilla la luce divina, bisogna decodificarla insieme alle persone. Quando si segue questa via si scopre che quanto è scritto nel cuore è già traccia di Dio ed allora diventa più facile vivere questo, diventa più semplice incontrare Dio. Questa è la vera emergenza: parlare dell’amore ed aiutare le persone a comprenderlo è ciò che dobbiamo fare, evidenziando i bisogni affettivi che sono primari rispetto a quelli fisici. Le cronache isolane hanno recentemente registrato fatti legati alla droga con minorenni protagonisti. Come leggere questi episodi? Credo che ci sia un’assenza dei ge-

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brevi DOMENICA IN SEMINARIO

Festa diocesana delle famiglie Domenica dalle 9.30 alle 18, nei locali del Seminario Arcivescovile, si terrà la festa diocesana delle famiglie che avrà come tema “La famiglia educa all’amore”. L’invito alla partecipazione è rivolto a tutte le famiglie delle comunità parrocchiali, dei movimenti e delle associazioni della diocesi. Per informazioni contattare: don Marco Orrù: 334.6033118 – marco.natale.55@alice.it, oppure Claudio Congiu e Giovanna Frau: 339.5680657 – claudiocongiu@tiscali.it.

UFFICIO CATECHISTICO

Percorso catechetico per adulti L’Ufficio Catechistico diocesano, in collaborazione con la Chiesa Cattedrale, organizza un nuovo percorso catechetico, in supporto alle parrocchie diocesane, per preparare i giovani e gli adulti che intendono completare l’Iniziazione Cristiana e celebrare, in modo particolare, il Sacramento della Cresima. Gli incontri si svolgono nei locali della parrocchia Madonna della Strada a Cagliari, il giovedì alle 20.30. Per informazioni: uffcatechistico@diocesidicagliari.it. INIZIATIVE

Parla suor Roberta Vinerba, teologa ed educatrice. R. C.

IL PORTICO

Giornata per i ragazzi missionari in Fiera

nitori e del coraggio di educare. Le ragioni sono le più diverse: da famiglie in difficoltà a genitori impegnati per tanto tempo al lavoro. Non si tratta colpevolizzare qualcuno ma credo che il problema vero siano gli adulti che non sono più un punto di riferimento credibile. I nipotini di una cultura del “vietato vietare” si sono congedati dal compito di essere adulti, che è compito di fedeltà, di serietà e del dovere. Quando noi adulti pensiamo che sia un diritto seguire la nostra felicità a scapito della famiglia o seguire la propria autorealizzazione a scapito dei figli, in realtà stiamo portando avanti una cultura che ci rende degli incapaci di voler bene ai giovani. Come adulti dobbiamo esserci, dire dei no, dare delle regole, poche ma

fondamentali, per esprimere una presenza autorevole, di persone autentiche. Il suo libro si concentra su tre modi di vedere la donna? Certo. La donna è uno spazio che accoglie, l’altro nel rapporto intimo con l’uomo ed accoglie il figlio nella gravidanza, siamo una cavità accogliente. La donna come deserto perché è capace di lasciare uscire l’altro e la Vergine Maria in questo senso fa da apripista: ha accolto il Verbo e la lasciato libero. E poi la donna come speranza proprio come Maria che dopo la morte ha atteso la Resurrezione del Figlio. La capacità di sperare contro ogni speranza di una donna o di una madre è al di là di ogni umana comprensione

Domenica, a partire dalle 15, nel padiglione D della Fiera Internazionale della Sardegna, è in programma “La festa dei ragazzi missionari”. Una serata nella quale diverse classi di catechismo o gruppi di varie parrocchie della Diocesi, si esibiranno con un canto, una breve rappresentazione, un cartellone realizzato, o un altro elaborato per illustrare il tema della giornata “Destinazione mondo”. Per tre ore i bambini ed i ragazzini presenti assisteranno alle diverse presentazioni e saranno protagonisti di alcune attività. È prevista anche la presenza di alcuni stand espositivi sulle attività missionarie della Diocesi.


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avviso Prot. Causa 30/2012 SEZ. BUCCIERO Nullitatis Matrimonii: FRESU – FORTUNATO Prot. Postale 13847/2014 NOTIFICA EDITALE DELLA SENTENZA Ignorandosi il luogo e l’indirizzo dell’attuale abitazione del Sig. FORTUNATO Vincenzo, -Visto che il Comune di Cagliari ha certificato la sua irreperibilità dal 24 novembre 2011; -Visto che l’indirizzo fornito in sede di deposizione era falso, stante il certificato del comune di Selargius che riferisce “non è anagrafato in questo comune”; -Visto che non è iscritto neanche nei registri anagrafici del comune di Pula; -A norma del c. 1507§ CIC dell’Art. 126 della Dignitatis Connubii, INVITIAMO I parroci, i sacerdoti e di fedeli tutti, che in qualche modo abbiamo notizia del domicilio attuale del Sig. FORTUNATO Vincenzo abbiano cura di informarlo che è stata pubblicata la sentenza affermativa emessa in 01.10.2013 e che detta sentenza è disponibile presso la nostra Cancelleria. Ordiniamo che la presente venga pubblicata per 2 numeri consecutivi nel settimanale diocesano della Arcidiocesi di Cagliari, sede dell’ultimo domicilio conosciuto c/o Forte Village Resort – SS 195 Km 39,600 – Località Santa Margherita di Pula (CA), e affissa per 30 giorni presso la curia arcidiocesana di Cagliari ed alla porta della parrocchia componente per territorio dell’ultimo domicilio conosciuto, ad norman Iuris. Si prega di comunicare a questo Tribunale l’esito della presente disposizione, scaduti i termini fissati, la causa proseguirà il suo iter. Cagliari, 04.02.2014 Dott.ssa Sabrina Agus Capo della Cancelleria Sac. Dott. Mauro Bucciero Vicario Giudiziale

DOMENICA 30 MARZO 2014

Seminario Regionale. Il 19 marzo si è tenuto il Conferimento dei ministeri ai seminaristi.

Nuovi lettori e accoliti in cammino per donarsi a Cristo e alla Chiesa I nuovi lettori e accoliti sono chiamati a vivere il loro percorso verso il sacerdozio con sempre maggiore dedizione. Mons. Atzei ha presieduto la Celebrazione

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FRANCO CAMBA

conferiti mercoledì 19 marzo, solennità di san Giuseppe patrono della Chiesa Universale, nella Basilica di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari, i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato a nove seminaristi del Pontificio Seminario Regionale Sardo. Sei di loro hanno ricevuto il ministero del Lettorato: Paolo Baroli (Oristano), Giovanni Cossu (Orgosolo), Ignazio Devoto (Cagliari), Emanuele Martini (Siniscola), Daniele Porcu (Terralba) e Mattia Porcu (Villacidro); gli altri tre hanno ricevuto il ministero dell’Accolitato: Roberto Biancu (Siniscola), Leonardo Idili (Villanova Monteleone) e Gianfranco Nonnis (Terresoli). Il conferimento dei ministeri è avvenuto nella celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Sassari monsignor Paolo Atzei, e concelebrata da monsignor Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano, monsignor Luigi De Magistris, pro-penitenziere maggiore emerito della Penitenzieria Apostolica, monsignor Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias, monsignor Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero-Bosa, padre Maurizio Teani, preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, monsignor Gian Franco SaONO STATI

Il gruppo dei nuovi Lettori ed Accoliti. (foto Furio Casini)

ba, rettore del Seminario regionale, insieme a tanti altri sacerdoti tra i quali gli educatori e i collaboratori del Seminario regionale, i parroci delle parrocchie d’origine degli istituendi ministri e i parroci delle parrocchie sede degli stage per il servizio pastorale. Alla celebrazione eucaristica, che è stata animata dal coro del Seminario regionale accompagnato dal maestro Lorenzo Zonca e dal professor Giacomo Baroffio, hanno preso parte, insieme ai genitori e ai parenti degli istituendi ministri, numerosi rappresentanti delle comunità parrocchiali d’origine, che sino a tarda sera hanno partecipato ad un momento di festa e fraternità in seminario per condividere la gioia dei doni dello Spirito Santo ricevuti dai neo lettori e accoliti.

Con il conferimento dei ministeri i nove seminaristi hanno ricevuto il mandato ufficiale da parte della Chiesa per l’annuncio della Parola e la distribuzione dell’Eucaristia, due dimensioni esistenziali dei ministeri del Lettorato e dell’Accolitato che, come tali, sono ministeri d’amore. Attraverso tale ministerialità i giovani seminaristi, nel percorso di studio e di preparazione all’ordine del sacerdozio, saranno più strettamente coinvolti nel servizio per l’edificazione del Regno. Infatti, i ministeri si pongono come un duplice servizio: a Dio e all’uomo. A Dio per servirlo nella sua opera di salvezza, e all’uomo per aiutarlo a scoprire la salvezza che viene da Dio. I giovani seminaristi, consapevoli del dono e della responsabilità che ne deriva, hanno pronunciato il lo-

ro “eccomi”, rinnovando quello già espresso nella tappe precedenti del loro cammino, impegnandosi a proseguire il percorso di formazione sacerdotale nell’esercitare i compiti derivanti dal ministero ricevuto. I Lettori dovranno proclamare le letture della Sacra Scrittura (ma non il Vangelo), enunciare le intenzioni della preghiera universale dei fedeli, dirigere il canto, guidare la partecipazione del popolo fedele e istruire i fedeli per ricevere degnamente i sacramenti; Gli Accoliti, invece, dovranno curare il servizio all’altare, aiutare il diacono e il sacerdote nelle azioni liturgiche, specialmente nella celebrazione della Santa Messa, esporre pubblicamente all’adorazione dei fedeli il sacramento della Santissima Eucaristia e poi riporlo senza la benedizione eucaristica.

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IL PORTICO DELLA DIOCESI

DOMENICA 30 MARZO 2014

In ricordo/1. Ci ha lasciato Mons. Giancarlo Atzei, Canonico e Cancelliere Arcivescovile.

Don Giancarlo Atzei, fede e cultura al servizio della missione della Chiesa Uomo di autentica cultura filosofica e teologica, ha approfondito con passione il mistero di Dio. Èstato un servo generoso della Chiesa di Cagliari

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GIOVANNI LIGAS

ENERDÌ 21 MARZO ha concluso la sua esistenza terrena il Sacerdote Mons. Giancarlo Atzei. Nato a Usellus il 20 gennaio 1941, venne ordinato presbitero il 18 marzo 1965. Alunno del Seminario Romano, aveva conseguito la licenza in filosofia e la laurea in teologia. Ultimamente ricopriva gli incarichi di Cancelliere della Curia Arcivescovile, Canonico effettivo del Capitolo Metropolitano, Direttore del Notiziario Diocesano e Collaboratore nella Parrocchia dei SS. Giorgio e Caterina. Dopo il ricovero del 25 febbraio presso l’Ospedale “SS. Trinità” per una presunta polmonite, le sue condizioni di salute davano segni di miglioramento ma, in realtà, benché improvvisa, la morte è sopraggiunta perché affetto da un male incurabile. La sorella racconta di una morte molto serena, essendosi egli abbandonato con piena fiducia alla volontà di Dio. Il ricordo della figura di Don Giancarlo si ferma in particolare su due periodi della sua vita. Il pri-

Monsignor Giancarlo Atzei.

mo è quello che lo ha visto impegnato come docente presso la Facoltà Teologica della Sardegna, prima nel Seminario di Cuglieri e poi nella sede di Cagliari. Ha iniziato ad insegnare dal 1968, tenendo corsi di filosofia a diverse generazioni di studenti, per la maggior parte diventati sacerdoti; ma è stato vivo l’interesse anche per le materie teologiche. Come docente curava molto l’approfondimento delle questioni implicate nei vari argomenti e, suscitando il dibattito tra gli studenti, prendeva in considerazione ogni riflessione proposta. Il secondo periodo è quello dell’inca-

rico di Cancelliere presso la Curia Arcivescovile. Dall’Arcivescovo Mons. Mani venne nominato Vice Cancelliere nel 2004 e Cancelliere nel 2007. Sostenuto da una preparazione filosofica e teologica profonda, con l’esperienza e lo studio aveva presto acquisito competenza nel campo del Diritto Canonico. Nessuna pratica complessa veniva portata avanti senza prima valutare attentamente le possibili soluzioni. Ma in questi anni Don Giancarlo ha dedicato del tempo anche al ministero pastorale: per un breve periodo come Amministratore parrocchiale della Parrocchia “Ma-

Don Fanni, un umile e fedele servitore di Dio Una vita spesa per l’insegnamento e il seminario. R.P.

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MILTÀ E FEDELTÀ. La vita di don Giovanni Fanni, che si è conclusa lo scorso 21 marzo, è stata segnata in modo speciale dall’esercizio di queste virtù che hanno accompagnato tutto il suo cammino di uomo di fede e sacerdote. Originario di San Vito, entrò giovanissimo in seminario, fu ordinato sacerdote nel 1960 da Mons. Paolo Botto. Il suo ministero è legato in modo particolare alla realtà del seminario e dell’insegnamento in genere. Oltre alla licenza in teologia conseguì le lauree in biologia e in scienze naturali. Nella scuola interna del Seminario Arcivescovile insegnò materie scientifiche e lingua francese fino alla sua chiusura nel 1976. In seguito insegnò sempre materie scientifiche nelle scuole statali. I suoi alunni ricordano la

sua profonda preparazione, l’affabilità e la disponibilità. I colleghi hanno sempre potuto apprezzare il suo spirito di collaborazione e la sua competenza, esercitata anche in numerose occasioni nelle quali svolse il compito di presidente di commissione agli esami di maturità. La realtà del seminario ritorna per don Fanni nella seconda metà degli anni novanta quando fu chiamato all’impegno al Regionale, prima come confessore ordinario e, successivamente, come padre spirituale. In questo ruolo don Fanni ha potuto donare ai seminaristi la sua capacità di ascolto e di consiglio nella Confessione e nella direzione spirituale, e la profondità della sua spiritualità attraverso la predicazione. Insieme agli impegni nella scuola e nel Seminario, don Fanni ha lavorato in diverse realtà pastorali. Nel corso degli anni sessanta fu colla-

Don Giovanni Fanni

boratore nella parrocchia di S. Ambrogio a Monserrato e cappellano delle Figlie di San Giuseppe a Cagliari. Dal 1976 fino a quando si ritirò nel 2009, fu cappellano della clinica Villa Elena e collaboratore nella parrocchia di S. Carlo Borromeo a Cagliari. In quest’ultima realtà fu sempre apprezzato in modo particolare come confessore, ministero al quale dedicava un tempo importante, e come presbitero delle comunità del Cammino Neocatecumenale. Negli ultimi anni la malattia lo costrinse al ritiro presso la Casa “Mons. Piovella” di Dolianova, dove trovò un ambien-

donna di Fatima” a Giorgino e per un tempo molto più lungo come collaboratore nella Parrocchia dei SS. Giorgio e Caterina. Domenica in questa chiesa, alle 11.30, si sono svolte le esequie. L’Arcivescovo Mons. Arrigo Miglio ha presieduto la celebrazione, alla presenza di Mons. Tiddia, Arcivescovo Emerito di Oristano, e di oltre trenta sacerdoti, tra i quali i Canonici del Capitolo Metropolitano e altri confratelli amici e compagni di studi, provenienti da Roma. Nella sua omelia Mons. Miglio ha ricordato la figura di questo sacerdote, sottolineando in particolare la gentilezza e la signorilità del tratto e, inoltre, il grande impegno profuso nella ricerca filosofica e teologica, con numerose pubblicazioni scientifiche. La vita di Mons. Atzei è stata segnata anche da difficoltà e sofferenze notevoli, ma la sua attenzione, più che al passato, era rivolta alle attività da seguire nel presente e da programmare per il futuro. Sempre affabile e cordiale con i collaboratori della Cancelleria e della Curia, è stato costantemente presente al posto di lavoro, sino a quando non si sono presentati i sintomi acuti della malattia. Eravamo fiduciosi di rivederlo presto nel suo ufficio, in quanto le notizie riferivano di un miglioramento delle condizioni di salute; invece per lui era venuto il momento di “sciogliere le vele” perché, guidato dallo Spirito, era “giunto all’altra riva”. te sereno e accogliente. Nell’omelia della Messa esequiale Mons. Miglio ha mostrato come la vita di don Fanni possa essere di esempio per tante persone che cercano Dio: «con la sua umiltà e la sua dedizione a Dio ci ha insegnato come si arriva nella casa del Padre». L’umiltà, definita da Mons. Miglio «quasi proverbiale», di don Fanni lo ha sempre accompagnato in tutti i servizi che ha svolto. Era un uomo «di profonda cultura teologica e scientifica» che «fuggiva sempre l’apparire». Don Fanni fu anche un vero uomo di scienza: «professore per tante generazioni di studenti», ha ricordato ancora l’Arcivescovo, «ha sempre visto negli studi scientifici l’occasione per scoprire sempre meglio il Dio Creatore e Signore». A don Fanni si può applicare molto bene una definizione data al venerabile don Giuseppe Quadrio, salesiano, “un prete dal sorriso di fanciullo”. Davvero lui è riuscito a farsi “piccolo”, e i grandi doni che aveva li metteva con semplicità a servizio degli altri. La frase che mise nel ricordino della sua Ordinazione e Prima Messa è stata davvero il suo programma di vita e la testimonianza che ci lascia: «La gloria a Dio, la gioia al prossimo, la croce a me».

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detto tra noi Italiani popolo dalla memoria corta di D. TORE RUGGIU

Curioso come spesso ci comportiamo dimenticando che nel passato, più o meno remoto, facevamo le stesse cose che oggi magari contestiamo agli altri. Sarebbe sufficiente una grattatine alla testa per far tornare in mente le cose. Forse sarà utile ricordare le cose di un tempo per essere più equilibrati nei giudizi. Facciamo qualche esempio nel campo della politica. Sono tanti i parlamentari che a Palazzo Madama o a Montecitorio non accettano le contestazioni, neppure garbate come il lancio delle monetine, mentre al tempo della loro giovinezza lanciavano bombe molotov o oggetti contundenti. Davvero se facessero un esame di coscienza, sarebbero più comprensivi. Un altro esempio recente è la contestazione da parte di molti giornalisti e uomini politici su qualche telefonata in diretta da parte di qualche politico.

In particolare, in una puntata di Ballarò di qualche anno fa, telefonò Silvio Berlusconi; tra gli ospiti Rosy Bindi che dissentiva, dimenticando di avere fatto la stessa cosa telefonando ad una trasmissione di Giletti quando era ministro della salute, per difendere il suo operato e per invitare il conduttore a non utilizzare impropriamente il mezzo televisivo. Ho scelto solo due esempi, ma se ne potrebbero citare tantissimi altri e non solo nel campo della politica. Ricordo benissimo un mio compagno del liceo che contestava sempre tutti i professori e le autorità costituite e, una volta seduto in cattedra, non riuscendo a tenere la disciplina, ricorreva ai metodi da lui un tempo contestati: mandare fuori classe gli indisciplinati, note sul registro e sospensioni, e si giustificava cos’: “sai, quando passi dall’altra parte, si vedono le cose diversamente”. Benissimo! Allora rinnega il tuo passato e chiedi scusa! Come è meschino il comportamento umano! Si dice, giustamente “ma da quale pulpito arriva la predica?”. Comunque, diciamolo francamente: l’incoerenza è un altro male diffuso. Ecco perché Gesù ammonisce: “chi è senza peccato scagli per primo la pietra”. Un breve esame di coscienza non farebbe male a nessuno per evitare di essere ridicoli. Aveva ragione Guareschi quando affermava: “il mondo è pieno di gente che predica acqua e beve vino”.


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IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

In ricordo/2. Don Giancarlo Atzei e Don Giovanni Fanni nelle parole di Mons. Miglio.

Don Atzei e Don Fanni vivono ora la primavera del Signore

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+ ARRIGO MIGLIO

l 21 marzo, antica memoria della nascita al cielo di san Benedetto da Norcia, Abate, il Signore ha chiamato a sé due nostri cari sacerdoti: don Giovanni Fanni, professore emerito, da qualche anno ospite della Casa di Dolianova, e mons. Giancarlo Atzei, cancelliere arcivescovile. La malattia e la repentina scomparsa di mons. Atzei ci ha particolarmente colpiti, abituati come eravamo a vederlo fino a poche settimane fa puntuale e sorridente nell'ufficio della cancelleria. Accompagnati e confortati dal segno suggestivo e misterioso delle Ceneri – “ricordati, o uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai” – attraverso il quale hanno anticipato il passaggio da questo mondo al Padre e hanno fatto fronte al duello dell’ora della morte, hanno entrambi svestito il sudario e le vesti, realizzando così in pienezza il grande mistero della Sequenza di Pasqua: “Il Signore della vita era morto, ora, regna vivo. […] Cristo mia speranza è risorto e precede i suoi in Galilea. Siamo certi che Cristo è veramente risorto”. Perciò il distacco doloroso si illumina di speranza. Don Fanni e don Atzei: due preti stimati e benvoluti da coloro che li hanno conosciuti. Il primo ha trascorso la sua vita tra seminario, scuola, ammalati e parrocchia; anche il secondo si è dedi-

Monsignor Giancarlo Atzei e don Giovanni Fanni.

cato allo studio e all'insegnamento, al servizio in parrocchia, specialmente nella parrocchia dei Santi Giorgio e Caterina, alla Cattedrale e alla Cancelleria. Chi ha potuto in qualche modo avvicinarli si sarà reso conto dello specifico che li accomunava: entrambi erano innamorati del dono ministeriale e della fatica dello studio. Don Giovanni appassionato di scienze naturali e di biologia, ha trasmesso questa disciplina per oltre un ventennio nella scuola pubblica; don Gian-

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carlo immerso nella ricerca filosofica e nella scienza teologica, non ha mai smesso di ricercare e di pubblicare. Non hanno atteso un’Enciclica per rendersi conto di quanto fede e ragione non vadano mai separate perché sono bisognose l’una dell’altra: “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell'uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conosce-

re Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso ” (Giovanni Paolo II, Fides et Ratio, Roma 1998, incipit). La loro vita, spesa tra ministero e studio, diventa per noi tutti un forte richiamo all’importanza della riflessione e dell’approfondimento nella vita del cristiano e specialmente del sacerdote. Don Fanni e don Atzei hanno sperimentato quanto “il desiderio di conoscere è così grande e comporta un tale dinamismo, che il cuore dell'uomo, pur nell'esperienza del limite invalicabile, sospira verso l'infinita ricchezza che sta oltre, perché intuisce che in essa è custodita la risposta appagante per ogni questione ancora irrisolta” (id. 16). Mentre ringraziamo il Signore per averceli donati, e loro per il Si generoso e totale al Padrone della Messe, ci piace vedere così i nostri due cari: col volto meravigliato, sereno e luminoso davanti alla Misericordia infinita che si mostra loro come la semplice soluzione a tutte le questioni lasciate irrisolte. Li abbiamo accompagnati nel loro ritorno verso il Padre nella luce della terza domenica di Quaresima, caratterizzata dal Deserto, dall'Acqua viva, dall'incontro con il Signore, e li abbiamo sentiti ripetere anche per noi: "ora sappiamo noi stessi che Questi è veramente il Salvatore del mondo" (cfr. Gv. 4, 42).

Messaggio dell’Arcivescovo Carissimi, il giovedì della III settimana di Quaresima segna la metà esatta del percorso quaresimale: sentiamo la gioia per la Pasqua che si avvicina, gioia che la liturgia ci propone nella IV domenica di Quaresima, domenica “Laetare”. In questa domenica sono permessi i fiori e il suono dell’organo anche quando non accompagna il canto. È importante che si veda la differenza tra questa domenica e tutti gli altri giorni di Quaresima. Sono anche questi segni del digiuno quaresimale: dal canto dell’Alleluia (è quello più osservato), dalla musica e dai fiori, e nelle ultime due settimane anche il digiuno degli occhi, espresso nella tradizione (lasciata liberamente alla consuetudine dei luoghi) di velare le immagini e i crocifissi. Sono piccoli segni che hanno la loro importanza e ci richiamano le diverse forme di digiuno che devono accom-

pagnare la nostra vita quotidiana. A metà Quaresima facciamo dunque una verifica del nostro cammino personale e comunitario, con l’aiuto delle indicazioni dateci nel Messaggio del Papa e nella mia lettera per la Quaresima. Infine, vi invito a offrire una preghiera particolare per i catecumeni adulti che si preparano a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana, alcuni nella Veglia pasquale e altri a Pentecoste. Incontrandoli ho visto nei loro occhi gioia vera e le loro testimonianze di vita mi hanno dato gioia. Per loro, per tutti i cresimandi (li attendo per la Messa crismale) e per tutte le famiglie che preparano i loro figli ai sacramenti dell’iniziazione cristiana offriamo il sostegno della nostra preghiera e della nostra testimonianza di vita. Vi accompagno con la benedizione del Signore. + Arrigo Miglio

DOMENICA 30 MARZO 2014

curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

Direttore responsabile Roberto Piredda Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico, Manuelbruno Usai, Alessandro Orsini, Elio Piras, Stefano Fadda, Furio Casini Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Redazione: Francesco Aresu, Federica Bande, Roberto Comparetti, Maria Chiara Cugusi, Fabio Figus, Maria Luisa Secchi. Hanno collaborato a questo numero: Tore Ruggiu, Andrea Busia, Maria Grazia Pau, Raffaele Pontis, Laura Floris, Valerio Luca Floris, Chiara Lonis, Luisa Mura, Franco Camba. Per l’invio di materiale scritto e fotografico e per qualsiasi comunicazione fare riferimento all’indirizzo e-mail: settimanaleilportico@gmail.com L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).

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QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI


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