portico20140518

Page 1

Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari

Ascolta!

FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 102,200 - 104,000 Tel. 070 523162 Fax 070 523844 www. radiokalaritana.it

DOMENICA 18 MAGGIO 2014 A N N O X I N . 20

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Non dimentichiamoli ROBERTO PIREDDA

assata la festa, gabbato lo Santo». Questo rischio, molto “italiano”, potrebbe riguardare anche il grande evento dello scorso 10 maggio, La Chiesa per la scuola. Oltre 300.000 persone hanno popolato Piazza San Pietro e via della Conciliazione per l’incontro del mondo della scuola italiana con Papa Francesco. Un bellissimo giorno di festa … e poi? Il rischio grande sarebbe quello di lasciar finire tutto nell’oblio, fatto magari di qualche tweet, un hashtag indovinato, una photogallery con delle immagini simpatiche e così via. Di oblio sempre si tratterebbe. Sarebbe un grave errore quello di consegnare una giornata come La Chiesa per la scuola al “consumismo” dei grandi eventi. La Chiesa italiana ha deciso infatti di puntare sul tema dell’educazione in questo decennio e il paese intero vive in modo acuto quella che venne definita da Benedetto XVI, con una sapiente intuizione, “l’emergenza educativa”. Dall’incontro del 10 maggio arriva il messaggio della gente che l’ha vissuto e di Papa Francesco. Si tratta di idee che rappresentano una sfida seria per il nostro tempo. C’era tutto il popolo della scuola pubblica in piazza, quella statale e non statale, i ragazzi, i docenti e le famiglie. Che cosa ci hanno detto? Due cose fondamentali. La prima è che esiste, ed è sotto gli occhi di tutti, una domanda fortissima di una scuola e

P

di un’educazione di qualità. La seconda è che nel nostro Paese sono presenti delle grandi energie da spendere in questo campo. Lo testimoniano i ragazzi e i docenti che ogni giorno, dentro le mura delle aule, non smettono di cercare e comunicare il bello, il vero e il bene. Questo tesoro non può lasciare indifferente il Paese e chi, in campo politico-amministrativo, è chiamato a decidere. Le questioni della libertà di scelta educativa, della formazione dei docenti, dei fondi alle scuole, dell’edilizia scolastica, solo per citarne alcune, non devono continuare ad allungare le infinite litanie dei “le faremo sapere” e “ci vuole pazienza”. Alla gente del 10 maggio e a tutta la scuola italiana Papa Francesco ha proposto una riflessione che, proprio perché ha a che fare con il vero e il reale, ha la forza di indicare un cammino. Le sue parole partono da un’affermazione chiara: «Io amo la scuola». Il Papa ha dato poi ragione di questa dichiarazione d’amore. Un primo motivo non è di ordine teorico, ma esperienziale. Il Santo Padre ha ricordato la sua maestra di quando era bambino. «Non l’ho mai dimenticata. Amo la scuola, perché quella donna mi ha insegnato ad amarla». La maestra del giovanissimo Bergoglio educava, perché amava e comprendeva che la vita di ognuno dei ragazzi affidati al suo lavoro era qualcosa di unico e speciale. «Amo la scuola perché è sinonimo di aper-

tura alla realtà». Questa è la seconda ragione richiamata da Papa Francesco. Andare a scuola «significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E questo è bellissimo!». Si educa superando le strettoie del “pensiero unico” e dell’ideologia e lasciandosi provocare dalla realtà. I primi ad essere chiamati a rimanere aperti al reale sono i docenti: «I ragazzi capiscono, hanno “fiuto”, e sono attratti dai professori, che hanno un pensiero aperto, “incompiuto”, che cercano un “di più”; e così contagiano questo atteggiamento agli studenti». La scuola va amata, perché è un luogo d’incontro. Questo è il terzo aspetto, su cui ha posto l’accento il Papa, che a tal proposito ha citato un proverbio africano: «Per educare un figlio ci vuole un villaggio». L’avventura dell’educare non è solitaria, ma coinvolge tante persone: ragazzi, docenti, famiglie. L’ultima ragione, che Papa Francesco mette a fondamento dell’amore per la scuola, è in qualche modo la sintesi di tutte le altre: «Amo la scuola, perché ci educa al vero, al bene e al bello». Questa è la sua missione, perché «l’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla». Il “popolo” del 10 maggio ha dato voce agli oltre 8 milioni di studenti italiani, tutti in ricerca di bellezza, verità, bene, per la propria vita. Non dimentichiamoci di loro.

SOMMARIO POLITICA

3

La posta in gioco nelle imminenti elezioni europee GIOVANI

5

Il messaggio che ci lascia l’Incontro Diocesano SPIRITUALITÀ

11

A San Michele una serie di incontri sulla Evangelii gaudium CARITÀ

13

Al via la Campagna di Caritas e Focsiv per il diritto al cibo CATECHESI

Concluso il primo ciclo della Scuola diocesana per catechisti

15


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.