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DOMENICA 1 GIUGNO 2014 A N N O X I N . 22

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Artigiani di pace e unità ROBERTO PIREDDA

on lasciamoci rubare il fondamento della nostra speranza, che è proprio questo: Christòs anesti! Cristo è risorto! Non priviamo il mondo del lieto annuncio della Risurrezione! E non siamo sordi al potente appello all’unità che risuona proprio da questo luogo, nelle parole di Colui che, da Risorto, chiama tutti noi “i miei fratelli”». Le parole pronunciate da Papa Francesco nel corso della Celebrazione ecumenica che si è svolta nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, ci danno la possibilità di comprendere la forza del messaggio di pace e di unità che parte dalla Terra Santa. Una terribile contraddizione segna la vita nella terra dove è nato il Principe della Pace: la fraternità è ferita da muri che dividono e ogni giorno le popolazioni sperimentano terrore e morte. Papa Francesco indica una via che non è quella dell’utopia, ma della costruzione di una pace “possibile” e concreta, che parte dalla vita quotidiana e arriva fino alle scelte dei capi di governo. La pace è infatti, come ha detto il Papa nell’omelia della Messa ad Amman, «un dono da ricercare pazientemente e costruire “artigianalmente”, mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana» (24 maggio). Per la difficile situazione della Siria il Papa ha invitato tutti ad abbandonare «la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi» e a tornare in modo deciso «alla via del nego-

N

ziato». La soluzione del caso siriano può arrivare infatti «unicamente dal dialogo e dalla moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilità verso i fratelli» (Incontro con i rifugiati e con giovani disabili, Betania oltre il Giordano, 24 maggio). Una delle immagini che resteranno nella memoria di questo viaggio è senza dubbio quella della preghiera silenziosa di Papa Francesco davanti al muro che divide Israele dai territori palestinesi. Perché quella barriera di cemento possa essere spazzata via da una nuova era di pace c’è un’unica strada, già indicata da Benedetto XVI: «Sia universalmente riconosciuto che lo Stato d’Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il Popolo palestinese ha il diritto ad una patria sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. La “soluzione di due Stati” diventi realtà e non rimanga un sogno» (Cerimonia di benvenuto, Tel Aviv, 25 maggio). Per favorire questa soluzione Papa Francesco ha invitato i capi di stato israeliano e palestinese, Shimon Peres e Mahmoud Abbas, ad un incontro di preghiera in Vaticano. La pace si costruisce, ha ricordato in vari interventi il Santo Padre, anche con il rispetto della minoranza cristiana in Medio Oriente, garantendo la libertà religiosa e la possibilità di condurre una vita dignitosa. Il Papa ha invitato poi a costruire l’unità tra i cristiani. Non va dimenticato a questo proposito che il viaggio in Terra Santa nasce in occasione

del cinquantesimo anniversario della visita di Paolo VI e del suo storico incontro con Atenagora, Patriarca di Costantinopoli. Proprio i loro successori si sono ritrovati insieme nella Basilica del Santo Sepolcro per un incontro di preghiera comune. La via dell’unità passa per la fondamentale “lezione” che si impara dal Risorto: «Siamo consapevoli che resta da percorrere ancora altra strada per raggiungere quella pienezza di comunione che possa esprimersi anche nella condivisione della stessa Mensa eucaristica, che ardentemente desideriamo; ma le divergenze non devono spaventarci né paralizzare il nostro cammino. Dobbiamo credere che, come è stata ribaltata la pietra del sepolcro, così potranno essere rimossi tutti gli ostacoli che ancora impediscono la piena comunione tra noi. Sarà una grazia di risurrezione, che possiamo già oggi pregustare» (Celebrazione ecumenica, 25 maggio). Gli appelli alla pace e all’unità di Papa Francesco non sono generici buoni sentimenti, ma nascono da un fondamento chiaro, che è quello della fede in Cristo e nella sua volontà salvifica. Il viaggio in Terra Santa ha toccato proprio Betlemme e Gerusalemme, luoghi che riportano all’essenziale del cristianesimo. Il Dio che si fa uomo, accetta di morire in croce e vince la morte con la sua risurrezione, rende possibile la comunione con Dio e tra gli uomini. Questa non è, letteralmente, un’utopia, ma è la realtà del fatto cristiano. Sempre da lì bisogna partire, coinvolgendo tutti gli uomini di buona volontà, per essere “artigiani” di unità e di pace.

SOMMARIO POLITICA

3

Netta affermazione del PD a guida Renzi alle Elezioni europee GIOVANI

6

La Giornata Regionale dei giovani sardi ad Arborea CAGLIARI

7

Una riflessione sulle politiche familiari promosse dal Comune SPIRITUALITÀ

15

Le attività realizzate dai Servi e Serve dello Spirito Santo MISSIONI

Don Giuseppe Spiga e la pastorale sociale della Chiesa in Brasile

16


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