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DOMENICA 6 LUGLIO 2014 A N N O X I N . 27
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
€ 1.00
CAGLIARI
Una recente manifestazione delle Sentinelle in Piedi a Genova.
Sosteniamo la famiglia ROBERTO PIREDDA
L
e parole sono importanti!» gridava il personaggio interpretato da Nanni Moretti in una scena del film Palombella rossa. Le parole sono davvero decisive. Lo dovrebbe sapere anche la senatrice Monica Cirinnà, che forse ha fatto finta di dimenticare il significato di termini come “famiglia” e “matrimonio”, quando ha presentato alla Commissione Giustizia del Senato il testo unificato sulla "Regolamentazione delle unione civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze". Il testo verrà preso in esame in Commissione per arrivare poi ad una proposta che sarà oggetto del dibattito nell’aula di Palazzo Madama. Due sono i punti che vengono chiamati in causa dalla proposta della senatrice democratica: il contratto di convivenza e le unioni civili. Il primo, che riguarda coppie sia eterosessuali che dello stesso sesso, si potrebbe realizzare dopo tre anni di convivenza stabile o anche solo un anno se vi sono dei figli in comune. I conviventi che stipulerebbero questo tipo di contratto avrebbero garantite una serie di possibilità quali, ad esempio, l'assistenza in caso di malattia o ricovero, le decisioni in materia di salute e in caso di morte e l'inserimento nelle liste locali per gli alloggi popolari. Il secondo punto riguarda le unioni civili. In questo caso, riferito unicamente alle persone dello stesso sesso, sostanzialmente s’intende riconoscere tutti i diritti che attualmente sono
previsti per il matrimonio eterosessuale, tranne l’adozione dei figli. Sarebbe possibile allora ottenere, ad esempio, la reversibilità della pensione, il diritto alla successione in caso di morte, l’ereditarietà dei beni anche in assenza di testamento, l’iscrizione alle liste per l’assegnazione delle case popolari e il diritto all’assistenza. Per questo tipo di unioni è prevista anche una sorta di “cerimonia” in Comune. I figli di uno dei due contraenti il patto, nati magari attraverso la fecondazione eterologa, sarebbero riconosciuti come tali anche per l’altro convivente, nonostante sia dello stesso sesso. Le parole sono importanti si diceva all’inizio. Si utilizza il termine “unione” ma, di fatto, ci troviamo davanti, anche se per ora non lo si vuole dire con chiarezza, ad una vera e propria equiparazione al matrimonio tra un uomo e una donna. Questa sorta di “simil-matrimonio”, come è stata definita, in realtà non è altro che l’anticamera del matrimonio tra persone dello stesso sesso e della possibilità di adozione da parte di queste coppie. La fuga in avanti è talmente evidente che anche diversi compagni di partito della Cirinnà, hanno sentito l’esigenza di dissociarsi, proponendo delle forme diverse di tutela per le coppie di fatto, che con chiarezza lascino la condizione di queste persone distinta dal matrimonio. È del tutto evidente che qui in gioco c’è la concezione stessa di matrimonio. Si tratta di una parola che può essere utilizzata semplicemente come sinonimo di “amore”? In tal modo se “love is love”, basterebbe questo per dire che è “matrimonio” anche il legame tra due persone
dello stesso sesso? Oppure è qualcosa che ha a che fare con la natura dell’uomo e della donna? La nostra Costituzione non lascia spazio a molti dubbi e parla del riconoscimento dei «diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio» (art. 29), e utilizza parole che hanno un preciso significato come “paternità” e “maternità”, quando tratta dei diritti e dei doveri dei cittadini. La discussione non deve cadere nell’errore di contrapporre semplicemente “credenti “ e “non credenti”. Difendere il matrimonio e la famiglia, così come sono presentati nella nostra Carta Costituzionale, è semplicemente una battaglia a difesa della verità della persona umana. Non si tratta di andare “contro” qualcuno, ma semplicemente di lavorare a favore della famiglia che nasce dal matrimonio tra un uomo e una donna. Manifestazioni pacifiche e desiderose semplicemente di far circolare delle idee, come quella delle Sentinelle in piedi, non fanno che testimoniare tutto questo. Facendo riferimento al dettato costituzionale, Papa Francesco ha affermato che «la famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta» (Messaggio ai partecipanti alla 47a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, 11 settembre 2014). Questa pista che si fonda su un’antropologia saldamente ancorata alla verità della persona umana, è l’unica capace di costruire futuro. Chi in Parlamento è chiamato a decidere su questi temi dovrebbe ricordarsi di tutto questo.
SOMMARIO SOCIETÀ
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A Cagliari il convegno della Cisl sulla famiglia GIOVANI
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A Bonaria il Grest 2014 sul tema del dono CAGLIARI
7
Le attività in favore dei bambini cerebrolesi CARITÀ
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Presentati i dati della raccolta Cei per gli alluvionati IN MEMORIA
Ci hanno lasciato Don Nino Tolu e Padre Giulio Baldus
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