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DOMENICA 13 LUGLIO 2014 A N N O X I N . 28
SETTIMANALE DIOCESANO
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CAGLIARI
Una nuova cittadinanza ROBERTO PIREDDA
ell’Evangelii gaudium Papa Francesco indica il principio per il quale «il tempo è superiore allo spazio». «Iniziare processi» è più urgente «di possedere spazi». Si tratta allora «di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci». (n. 223). Inutile dire che il primo ad attuare questo principio è proprio il Papa. Uno dei “processi” che senza dubbio sta contribuendo a far avanzare è legato al tema della misericordia. Il messaggio del perdono non riguarda soltanto la coscienza individuale, ma ha anche una forte valenza sociale. Papa Francesco lo ha indicato con chiarezza la scorsa settimana, nel corso della sua visita ad Isernia. Aprendo nella città molisana l’Anno Giubilare Celestiniano, ha legato la figura di Pietro del Morrone a quella di San Francesco d'Assisi. «Entrambi - ha affermato il Papa hanno avuto un senso fortissimo della misericordia di Dio, e del fatto che la misericordia di Dio rinnova il mondo». L’intensità spirituale del messaggio della misericordia ha spinto i due Santi ad «essere molto vicini alla vita delle persone del loro tempo». La «compassione forte per la gente», ha fatto sentire loro «il bisogno di dare al popolo la cosa più grande, la ric-
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chezza più grande: la misericordia del Padre, il perdono». Il rischio grande è quello di ridurre questo messaggio ad un generico buonismo. Ma il cristianesimo è un’altra cosa rispetto al purtroppo ancora in voga “peace and love”, tanto melenso quanto vuoto. Qui entra in gioco tutta la forza dell'incarnazione e della redenzione. Dio non si è fatto scrupolo di prendere la nostra carne, fragile, segnata dal peccato, di farsi realmente uno di noi. È sceso nell'abisso del nostro peccato per afferrarci e tirarci fuori dalle sabbie mobili della lontananza da Dio. Lo ha fatto, non con un discorso teorico, ma con il gesto del dare la vita. Sale su una croce, accetta una morte infame, e con la sua Risurrezione apre le porte di una vita nuova. L'uomo, anche il più distratto, o il peccatore più indurito, riceve un'offerta di vita nuova. La misericordia si è fatta visibile nel volto umano di Gesù. I Santi sono stati capaci di creare una vera novità, anche in campo sociale, perché non si sono basati sui loro schemi o slogan, che rischiano di nascere già logori proprio perché frutto soltanto di un progetto umano. Solo partendo da Dio hanno compreso che dall'annuncio della misericordia nasce una forza rinnovatrice per l'intera società. In questo senso il Papa ad Isernia ha parlato di una “nuova cittadinanza”, di un modo nuovo che i cristiani hanno di essere presenti dentro il proprio tempo. Non si tratta di un’utopia. È dentro le strade della vita di ogni giorno che si deve in-
carnare l’annuncio della misericordia. Papa Francesco lo ha chiarito con forza: «Non è una fuga, non è un’evasione dalla realtà e dai suoi problemi, è la risposta che viene dal Vangelo: l’amore come forza di purificazione delle coscienze, forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di progettazione per un’economia diversa, che pone al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro e il profitto». Il primo passo è la purificazione della coscienza. Anche per questo non si tratta di un’utopia. Si fanno i conti con la fragilità dell’uomo, che in primo luogo è chiamato a cambiare direzione “dal di dentro”. Solo lasciandosi afferrare in prima persona dalla forza del perdono di Dio si diventa capaci di costruire la “nuova cittadinanza”, caratterizzata dalla riconciliazione e dalla fraternità, indicata da Papa Francesco. Il cristianesimo non è mai solo un fatto privato, entra, attraverso l’esperienza dei credenti, nella vita della comunità cristiana e dell’intera società, come un fermento di novità, così come ha mostrato il Papa: «La piazza è il luogo dove ci incontriamo come cittadini, e la cattedrale è il luogo dove ci incontriamo con Dio, ascoltiamo la sua Parola, per vivere da fratelli, cittadini e fratelli. Nel cristianesimo non c’è contrapposizione tra sacro e profano, in questo senso: cittadini e fratelli». Solo la forza dell’autentica testimonianza cristiana potrà unire la “piazza” e la “cattedrale”, costruendo così il bene comune dell’intera società.
SOMMARIO POLITICA
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Il complesso iter della riforma del Senato GIOVANI
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La parrocchia di Ballao è impegnata nel CreGrest DIOCESI
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Mons. Tarcisio Pillolla ha celebrato il 60° di sacerdozio TRADIZIONI
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Nel rione di Castello si è svolta la festa della Madonna delle Grazie PAPA FRANCESCO
Il coraggio delle scelte nelle parole rivolte ai giovani del Molise
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