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DOMENICA 13 LUGLIO 2014 A N N O X I N . 28

SETTIMANALE DIOCESANO

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CAGLIARI

Una nuova cittadinanza ROBERTO PIREDDA

ell’Evangelii gaudium Papa Francesco indica il principio per il quale «il tempo è superiore allo spazio». «Iniziare processi» è più urgente «di possedere spazi». Si tratta allora «di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci». (n. 223). Inutile dire che il primo ad attuare questo principio è proprio il Papa. Uno dei “processi” che senza dubbio sta contribuendo a far avanzare è legato al tema della misericordia. Il messaggio del perdono non riguarda soltanto la coscienza individuale, ma ha anche una forte valenza sociale. Papa Francesco lo ha indicato con chiarezza la scorsa settimana, nel corso della sua visita ad Isernia. Aprendo nella città molisana l’Anno Giubilare Celestiniano, ha legato la figura di Pietro del Morrone a quella di San Francesco d'Assisi. «Entrambi - ha affermato il Papa hanno avuto un senso fortissimo della misericordia di Dio, e del fatto che la misericordia di Dio rinnova il mondo». L’intensità spirituale del messaggio della misericordia ha spinto i due Santi ad «essere molto vicini alla vita delle persone del loro tempo». La «compassione forte per la gente», ha fatto sentire loro «il bisogno di dare al popolo la cosa più grande, la ric-

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chezza più grande: la misericordia del Padre, il perdono». Il rischio grande è quello di ridurre questo messaggio ad un generico buonismo. Ma il cristianesimo è un’altra cosa rispetto al purtroppo ancora in voga “peace and love”, tanto melenso quanto vuoto. Qui entra in gioco tutta la forza dell'incarnazione e della redenzione. Dio non si è fatto scrupolo di prendere la nostra carne, fragile, segnata dal peccato, di farsi realmente uno di noi. È sceso nell'abisso del nostro peccato per afferrarci e tirarci fuori dalle sabbie mobili della lontananza da Dio. Lo ha fatto, non con un discorso teorico, ma con il gesto del dare la vita. Sale su una croce, accetta una morte infame, e con la sua Risurrezione apre le porte di una vita nuova. L'uomo, anche il più distratto, o il peccatore più indurito, riceve un'offerta di vita nuova. La misericordia si è fatta visibile nel volto umano di Gesù. I Santi sono stati capaci di creare una vera novità, anche in campo sociale, perché non si sono basati sui loro schemi o slogan, che rischiano di nascere già logori proprio perché frutto soltanto di un progetto umano. Solo partendo da Dio hanno compreso che dall'annuncio della misericordia nasce una forza rinnovatrice per l'intera società. In questo senso il Papa ad Isernia ha parlato di una “nuova cittadinanza”, di un modo nuovo che i cristiani hanno di essere presenti dentro il proprio tempo. Non si tratta di un’utopia. È dentro le strade della vita di ogni giorno che si deve in-

carnare l’annuncio della misericordia. Papa Francesco lo ha chiarito con forza: «Non è una fuga, non è un’evasione dalla realtà e dai suoi problemi, è la risposta che viene dal Vangelo: l’amore come forza di purificazione delle coscienze, forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di progettazione per un’economia diversa, che pone al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro e il profitto». Il primo passo è la purificazione della coscienza. Anche per questo non si tratta di un’utopia. Si fanno i conti con la fragilità dell’uomo, che in primo luogo è chiamato a cambiare direzione “dal di dentro”. Solo lasciandosi afferrare in prima persona dalla forza del perdono di Dio si diventa capaci di costruire la “nuova cittadinanza”, caratterizzata dalla riconciliazione e dalla fraternità, indicata da Papa Francesco. Il cristianesimo non è mai solo un fatto privato, entra, attraverso l’esperienza dei credenti, nella vita della comunità cristiana e dell’intera società, come un fermento di novità, così come ha mostrato il Papa: «La piazza è il luogo dove ci incontriamo come cittadini, e la cattedrale è il luogo dove ci incontriamo con Dio, ascoltiamo la sua Parola, per vivere da fratelli, cittadini e fratelli. Nel cristianesimo non c’è contrapposizione tra sacro e profano, in questo senso: cittadini e fratelli». Solo la forza dell’autentica testimonianza cristiana potrà unire la “piazza” e la “cattedrale”, costruendo così il bene comune dell’intera società.

SOMMARIO POLITICA

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Il complesso iter della riforma del Senato GIOVANI

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La parrocchia di Ballao è impegnata nel CreGrest DIOCESI

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Mons. Tarcisio Pillolla ha celebrato il 60° di sacerdozio TRADIZIONI

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Nel rione di Castello si è svolta la festa della Madonna delle Grazie PAPA FRANCESCO

Il coraggio delle scelte nelle parole rivolte ai giovani del Molise

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IL PORTICO DEL TEMPO

IL PORTICO

DOMENICA 13 LUGLIO 2014

Politica nazionale. Nel mese di luglio arriva in discussione a Palazzo Madama la proposta di riforma del Senato.

Le riforme sono la prima urgenza

La facciata di Palazzo Madama, sede del Senato. Sotto: il Ministro per le Riforme Costituzionali Boschi con i Senatori Calderoli e Finocchiaro.

RAFFAELE PONTIS

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ra il 18 gennaio 2014, quando con il Patto del Nazareno, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi mettevano a punto il Piano di Riforme Istituzionali per poter dare al sistema istituzionale più economicità e maggiore certezza dal punto di vista della governabilità. Erano i giorni della proposta dell’Italicum, quale nuovo modello elettorale, ed erano i giorni della proposta di modifica dell’assetto costituzionale che avrebbe dovuto sancire la fine del Bicameralismo perfetto. Dal 18 gennaio ad oggi sono cambiate diverse cose. Prima fra tutte, il diverso peso all’interno dello scacchiere politico dei due attori principali della politica italiana. Da un lato un Berlusconi, se pur ferito, si trovava ancora in una posizione di leadership nel centrodestra e sembrava che potesse ancora governare in assoluta tranquillità Forza Italia e gli altri partiti satellite. Dall’altro lato un Matteo Renzi, fresco vincitore di Primarie del Centro Sinistra e neo Segretario del PD, ancora in fase di studio del suo nuovo ruolo. Dopo si mesi ci ritroviamo i due contendenti seduti ancora una volta uno di fronte all’altro ma con due pesi completamente diversi. Berlusconi incapace di guidare i suoi colonelli di Forza Italia e con il partito ormai allo sfascio e con le casse vuote e dall’altro Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, Mr. 40% alle Europee e fresco Leader Europeo con in mano lo scettro della Presidenza Europea di turno. In questi sei mesi c’è un altro aspetto importante da evidenziare, e non di poco conto, l’inizio di un percorso di dialogo

con il M5S, che denota la lenta maturazione istituzionale dei “grillini”. Non più Movimento dello sberleffo al tavolo delle trattative ma forza capace di poter trattare idee e proposte. Ma ritorniamo a quelle famose riforme, che nonostante l’aumentato potere del nostro Premier stentano a decollare, segno che vi sono forze interne al Parlamento che non vogliono o non gradiscono il cambiamento. Matteo Renzi, sconfitto sul campo Berlusconi, o meglio trovato l’accordo su alcuni punti cari all’ex-Cavaliere, si è trovato a dover lottare con le vecchie fronde DS (Democratici di Sinistra), che all’interno del PD continuano la lotta con il nuovo gruppo dirigente. Abbiamo visto che la prima vittima di questo lotta è stato il vecchio corrispondente Corradino Mineo che è stato sacrificato sull’altare delle riforme. Il prossimo sarà Vannino

Chiti che ha già annunciato che sulla riforma del Senato venderà cara la pelle. Certo il lavoro di Renzi sarà quello di amalgamare le varie anime del PD per poter far passare la riforma del Senato senza trovarsi a snaturare l’accordo del Nazareno e non dover riaprire il fronte con il CentroDestra. Ad oggi la riforma del Senato si trova leggermente snaturata, rispetto all’impianto originario, dagli emendamenti al Disegno di Legge proposti dall’inedito duo di relatori, Finocchiaro-Calderoli. Secondo l’emendamento in oggetto il Senato delle Autonomie, sarà composto da 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali (dalle Regioni) e da 5 senatori che potranno essere nominati dal Presidente della Repubblica. Ancora oggi però si dibatte su quali dovranno essere i criteri di indicazione dei

Consiglieri Regionali. Saranno i più votati, i più anziani, i più esperti, ad oggi non si sa. Il Bicameralismo perfetto è di fatto finito nel momento in cui vengono sancite per le due camere competenze legislative differenti, o meglio viene determinato in modo specifico e dettagliato quale funzione legislativa è esercitata collettivamente e quale invece è delegata esclusivamente alla Camera dei Deputati. Così scopriamo che collegialmente le Camere potranno esprimersi per Leggi di Revisione Costituzionale, compresi i Referendum di iniziativa popolare e la ratifica dei trattati di appartenenza dell’Italia all’Unione Europea. Le altre leggi saranno approvate dalla Camera dei Deputati. Quest’ultimo emendamento indicato come 8.1000 però in un punto è alquanto insidioso, la dove recita “i disegni di legge di cui all’art. 81, quarto comma approvati dalla Camera dei Deputati, sono esaminati dal Senato, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data di trasmissione……con delibera a maggioranza assoluta” Dove sta il problema dell’emendamento 8.1000 riguardante l’art. 81? Sta nel fatto che l’articolo costituzionale in oggetto tratta materie di Bilancio e di Entrate e sappiamo bene che con la Riforma del Titolo V della Costituzione, le vere fonti di spesa del nostro Paese sono diventate le Regioni. Ora qualsiasi legge di Bilancio che cercherà di limitare le spese “fuori controllo” anche delle Regioni, dovrà passare al vaglio del Senato. Però visto che il nuovo Senato delle Autonomie sarà espressione delle Regioni sarà in grado e avrà la forza di tagliare il ramo su cui poggia?


DOMENICA 13 LUGLIO 2014

IL PORTICO DEGLI EVENTI

Scuola. Il Ministro Giannini e il Sottosegretario Reggi annunciano nuovi interventi.

Orario di servizio, edilizia scolastica, nuovi docenti: la scuola cambierà?

sce che si tratta ancora solo di una proposta aperta e che i sindacati devono comportarsi ragionevolmente e “venire incontro” a questo innovativo assetto, ma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, non è affatto dello stesso avviso:«Impossibile annunciare una riforma così – dice - [...] se quello che la ministra Giannini vuole presentarci è un contratto di autorità, scavalcando i sindacati, da settembre sarà guerra aperta», lasciando presagire un'ondata di scioperi. Il sindacalista aggiunge anche: «colpa del governo, […] la scuola viene considerata dalla politica più co-

me una caserma, e per certi versi anche come un'azienda, che come un'istituzione educativa»rimarcando anche il fatto che gli insegnanti italiani lavorano tanto quanto tutti gli altri loro colleghi europei. Un aspetto che hanno sottolineato gli ideatori della proposta è che gli insegnanti devono continuamente formarsi e aggiornarsi, oltre che produrre attività extra curriculari per gli alunni, in modo che la scuola possa essere una struttura sfruttata al meglio delle possibilità che può offrire, e Reggi aggiunge anche un'altra considerazione:« L'Italia è l'unico Paese europeo dove il lavoro degli insegnanti non viene valutato e questo non è più tollerabile […] nessuno può entrare nelle aule per capire se la persona alla quale affidiamo i nostri figli sia veramente bravo.», prospettando l'idea di una misurazione delle competenze dei docenti già a partire da settembre. Il sottosegretario comunque annuncia un tavolo di discussione al quale prenderanno parte tutti gli organi di governo, definendo questo progetto come “un passaggio necessario” con la consapevolezza che sì, la proposta c'è e ci si può discutere al riguardo, ma senza dubbio, soprattutto per via delle incolmabili discrepanze coi sindacati, non verrà mai accettata così com'è.

dannato per omofobia. Arrivando a dover scontare una pena di oltre un anno e sei mesi di carcere. Diverse volte, in occasione delle veglie, le Sentinelle in Piedi sono state fortemente contestate. Gruppi aggressivi hanno urlato insulti e offese nei confronti di chi vegliava silenziosamente accusandoli di essere omofobi. Questi spiacevoli episodi mettono in evidenza due aspetti importanti. Da un lato conferma l’urgenza di mobilitarsi contro un testo di legge, il ddl Scalfarotto sull’omofobia, dalla portata liberticida. Se infatti oggi si viene accusati di omofobia soltanto stando in silenzio nelle piazze per manifestare il legittimo dissenso verso un provvedimento legislativo, cosa accadrà domani, se la legge entrerà in vigore? Dall’altro il grandissimo inganno che questa leg-

ge porta avanti: ovvero la presunta la contrapposizione tra omosessuali ed eterosessuali. Non esistono un “noi” e un “voi” che si combattono, non per le Sentinelle in Piedi che si rifiutano di incasellare le persone in base all’orientamento sessuale. Dietro la rivendicazione di presunti diritti negati, le lobby LGBT si arrogano il diritto di parlare a nome di tutte le persone omosessuali o transessuali, senza considerare che tra queste c’è chi è del tutto contrario alla pretesa di diritti declinati in base all’inclinazione sessuale. Molte di queste persone vegliano nelle piazze e sono Sentinelle. Non solo, con lo stesso approccio le Sentinelle in Piedi vengono goffamente catalogate con la comoda e vecchia etichetta dei “catto-reazionari” o bigotti. La realtà è invece che le Sentinelle in Piedi sono una realtà apartitica e aconfessionale, in piazza vegliano donne, uomini, operai e avvocati, insegnanti e genitori, bambini e anziani, cattolici, musulmani non credenti, e anche persone che si sono apertamente presentati come gay. Questo perché la libertà di espressione nono conosce colore politico, o bandiera associativa, o religione, non conosce nemmeno inclinazione sessuale. Ma chi veglia ha gli occhi aperti e in piazza come nella vita non si stanca di vigilare e denunciare. *Sentinelle in Piedi - Cagliari

Il Governo studia una possibile riforma complessiva dell’organizzazione scolastica. Perplessi i sindacati CHIARA LONIS

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L GOVERNO RENZI sembra inar-

restabile sul campo delle proposte, ed ecco le idee seppur molto acerbe riguardanti la scuola. La ministra Stefania Giannini e il sottosegretario all'Istruzione Roberto Reggi hanno infatti delineato una proposta che è ancora tutta da discutere: il piano prevede soprattutto un ridimensionamento del lavoro degli insegnanti che consisterebbe nell'aumentare le ore di presenza a scuola da 18 a 36, ovvero il doppio, senza alcun aumento di stipendio e un “premio” del 30% in più in busta paga per tutti i docenti meritevoli che svolgono attività specializzate e ruoli organizzativi, e saranno gli stessi dirigenti scolastici ad occuparsene. Il progetto prevedrebbe che grazie a questa maggior disponibilità di ore gli insegnanti possano ricoprire “supplenze interne” senza alcuna remunerazione, ri-

sparmiando così sull'assunzione di ulteriori docenti, e inoltre si metterebbe in atto una rigorosa selezione di chi può effettivamente essere abilitato a insegnare, accedendo alle cariche solo con la laurea magistrale (3 anni più 2) e una stagione di tirocinio in classe, infine l'esame per l'abilitazione e solo gli abilitati potranno accedere ai concorsi per le cattedre. La proposta della Giannini e di Reggi inoltre determinerebbe la chiusura degli istituti alle 22 e la riduzione degli anni di scuola superiore da 5 a 4, per un risparmio complessivo di 1,5 miliardi di euro. Reggi in un'intervista ribadi-

Le “Sentinelle in piedi” per la libertà di opinione Il 9 luglio al Bastione la prima manifestazione cittadina *EMILIO GHIANI A QUALCHE MESE in Italia le Sentinelle in Piedi hanno portato migliaia di persone in oltre 60 piazze italiane per una rete in continua crescita, segno che la presenza silenziosa fa molto rumore di quello che si pensi e che sono ancora molti i cittadini che sono pronti all’azione per difendere l’avvenire di tutti. Sentinelle in Piedi è una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera e scende in piazza per denunciare ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà. Ispirandosi ai Veilleurs debout francesi, che lo scorso anno si sono opposti all’approvazione della legge Taubira sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, vegliano per le strade e nelle piazze, di fronte ai luoghi di potere, a un metro di distanza l’uno dall’atro, leggendo un libro, rivolti nella stessa direzione che è quella di un futuro migliore. In Italia le Sentinelle in Piedi si sono

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attivate in particolare in difesa della libertà di espressione messa in discussione dal disegno di legge “per il contrasto dell'omofobia e della trans fobia”, approvato dalla Camera dei Deputati il 19 settembre 2013, e ora in discussione alla Commissione Giustizia del Senato. Il testo, in sostanza, estende all'omofobia ed alla transfobia le norme previste dalla legge Reale - Mancino che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati di matrice nazifascista. Presentato come necessario per fermare atti di violenza e aggressione nei confronti di persone con tendenze omosessuali, il testo è invece fortemente liberticida in quanto non specifica cosa si intende per omofobia lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione vero e proprio e una semplice opinione. Che cosa potrebbe accadere dunque? Che chiunque affermi, per esempio, che il bambino per crescere abbia il diritto ad un papà ed una mamma potrebbe essere accusato, e quindi denunciato, e quindi con-

IL PORTICO

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il fatto IMMIGRAZIONE

Un grido inascoltato È trascorso un anno da quando Papa Francesco a Lampedusa, nel suo primo viaggio in Italia, aveva tuonato contro i mercanti di morte e contro l’indifferenza dell’Europa, che provocava e provoca ancora le stragi di migranti nel Mediterraneo. La cronaca ci racconta che nulla è cambiato: l’operazione Mare Nostrum continua, con l’Italia e Malta chiamate a fronteggiare da sole il flusso migratorio dal Nord Africa, mentre il resto d’Europa volta le spalle. Il cardinal Angelo Bagnasco nei giorni scorsi ha denunciato il silenzio assordante dell’Europa. “Sotto i nostri sguardi si consuma l’esodo di popoli che guardano a noi come alla terra promessa: pur di giungervi, non esitano a mettersi nelle mani di mercanti di morte. A fronte di quanto sta accadendo, sciagure e drammi rispetto ai quali nessuno può rimanere indifferente non basta l’indignazione occasionale”. Oltre all’accoglienza “semplice e cordiale, fatta di gesti concreti che, grazie alla rete delle Parrocchie, delle Caritas diocesane, di Migrantes, di tante Associazioni, intesse l’ordito di una presenza capillare sul territorio”, servono “interventi più articolati, che richiedono prospettive più ampie e risolutive”. “Se l’Europa vuole presentarsi come “casa comune”, e non un insieme di interessi dove chi è più forte prevale - ha detto Bagnasco - non può tirarsi indietro e guardare infastidita”. E lo stesso Papa Francesco nell’Angelus domenicale ha nuovamente formulato la richiesta di un impegno maggiore dell’Europa sulla questione migranti. Il problema è serio. L’impegno che gli uomini delle forze dell’ordine, specie quelli della Marina, così come quello delle popolazioni delle coste siciliane, è enorme, ma senza una presa in carico dell’Unione Europea sarà problematico tamponare l’emergenza. Difficile credere che agli scandinavi così come agli olandesi possa interessare un questione che investe il Sud del vecchio Continente. Il premier italiano Matteo Renzi ha tentato, tra le tante, di mettere nell’agenda del semestre italiano di presidenza UE anche la questione dei flussi migratori. Le risposte sono state timide a parte una vaga promessa di un commissariato all’immigrazione. Prima che il commissario diventi operativo, se mai verrà nominato, passerà del tempo, che tradotto in fatti significherà ancora altre croci sul canale di Sicilia, tanto lavoro per chi deve pattugliare le coste, mentre chi deve decidere non decide, e c’è anche chi soffia sul fuoco della discriminazione. Costoro dovrebbero ricordare che un secolo fa c’era chi dall’Isola partiva con la valigia di cartone su vecchie bagnarole per raggiungere “S’America”, senza carta verde o altro documento in grado di far entrare rapidamente negli USA.


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IL PORTICO DEL TEMPIO

IL PORTICO

Il Papa. Nella visita in Molise gli incontri con i poveri, il mondo del lavoro e i giovani.

Essere pronti a servire come Maria La carità via maestra per l’annuncio ROBERTO PIREDDA LL’ANGELUS IL SANTO Padre si è soffermato sul Vangelo domenicale. L’invito di Gesù, «venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28), ha fatto notare Papa Francesco, «si estende fino ai nostri giorni, per raggiungere tanti fratelli e sorelle oppressi da condizioni di vita precarie, da situazioni esistenziali difficili e a volte prive di validi punti di riferimento. Nei Paesi più poveri, ma anche nelle periferie dei Paesi più ricchi, si trovano tante persone stanche e sfinite sotto il peso insopportabile dell’abbandono e dell’indifferenza. L’indifferenza: quanto male fa ai bisognosi l’indifferenza umana! E peggio, l’indifferenza dei cristiani!». La settimana del Papa è stata caratterizzata in particolare dalla Visita pastorale in Molise. Incontrando nell’Aula Magna dell’Università del Molise a Campobasso il mondo del lavoro e dell’industria, il Santo Padre ha richiamato la centralità della persona in campo economico: «La domanda è: a che cosa vogliamo dare priorità? La domenica libera dal lavoro – eccettuati i servizi necessari – sta ad affermare che la priorità non è all’economico, ma all’umano, al gratuito, alle relazioni non commerciali ma familiari, amicali, per i credenti alla relazione con Dio e con la comunità». In una fase segnata da grandi diffi-

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Il Papa incontra gli ospiti della “Casa degli Angeli”.

coltà occupazionali il Pontefice è poi tornato a legare il tema del lavoro con quello della dignità dell’uomo: «Non avere lavoro non è soltanto non avere il necessario per vivere, no. Noi possiamo mangiare tutti i giorni: andiamo alla Caritas, andiamo a questa associazione, andiamo al club, andiamo là e ci danno da mangiare. Ma questo non è il problema. Il problema è non portare il pane a casa: questo è grave, e questo toglie la dignità!». Nell’omelia della Messa celebrata Campobasso, il Papa, partendo dall’esempio della Vergine Maria, ha insistito sul tema del servizio: «Alla scuola della Madre, la Chiesa impara a diventare ogni giorno "serva del Signore", ad essere pronta a partire per andare incontro alle situazioni di maggiore necessità, ad essere premurosa verso i piccoli e gli esclusi. Ma il servizio della carità siamo chiamati tutti a viverlo nelle realtà ordi-

narie, cioè in famiglia, in parrocchia, al lavoro, con i vicini… È la carità di tutti i giorni, la carità ordinaria. La testimonianza della carità è la via maestra dell’evangelizzazione. In questo la Chiesa è sempre stata "in prima linea", presenza materna e fraterna che condivide le difficoltà e le fragilità della gente. In questo modo, la comunità cristiana cerca di infondere nella società quel "supplemento d’anima" che consente di guardare oltre e di sperare». Durante l’incontro con i giovani al Santuario di Castelpetroso, Papa Francesco ha invitato ad avere il coraggio di vivere pienamente la chiamata di Dio: «È triste arrivare a una certa età, guardare il cammino che abbiamo fatto e trovare che è stato fatto a pezzi diversi, senza unità, senza definitività: tutto provvisorio… Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire nella vostra vita cose gran-

di e solide! È questo che vi porta avanti. Non accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi, di giocare in pienezza il vostro futuro insieme a Gesù». Nel corso della visita al carcere di Isernia il Santo Padre ha insistito sulla speranza in una vita rinnovata: «Si soffre dentro e si soffre anche fuori, quando uno vede che la propria coscienza non è pura, è sporca, e vuole cambiarla. Quella sofferenza che purifica, quel fuoco che purifica l’oro, è una sofferenza con speranza. C’è una cosa bella, quando il Signore ci perdona non dice: "Io ti perdono, arrangiati!". No, Lui ci perdona, ci prende per mano e ci aiuta ad andare avanti in questo cammino del reinserimento, nella propria vita personale e anche nella vita sociale». Sempre in settimana è stato diffuso il Messaggio di Papa Francesco in occasione del primo anniversario della sua visita a Lampedusa: «Mi reco ancora una volta spiritualmente al largo del mare Mediterraneo per piangere con quanti sono nel dolore e per gettare i fiori della preghiera di suffragio per le donne, gli uomini e i bambini che sono vittime di un dramma che sembra senza fine. Esso richiede di essere affrontato non con la logica dell’indifferenza, ma con la logica dell’ospitalità e della condivisione al fine di tutelare e promuovere la dignità e la centralità di ogni essere umano».

L’ANGELUS

No all’indifferenza

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el Vangelo di questa domenica troviamo l’invito di Gesù. Dice così: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). Quando Gesù dice questo, ha davanti agli occhi le persone che incontra ogni giorno per le strade della Galilea: tanta gente semplice, poveri, malati, peccatori, emarginati... Questa gente lo ha sempre rincorso per ascoltare la sua parola – una parola che dava speranza! Le parole di Gesù danno sempre speranza! – e anche per toccare anche solo un lembo della sua veste. Gesù stesso cercava queste folle stanche e sfinite come pecore senza pastore (cfr Mt 9,35-36) e le cercava per annunciare loro il Regno di Dio e per guarire molti nel corpo e nello spirito. Ora li chiama tutti a sé: «Venite a me», e promette loro sollievo e ristoro. Questo invito di Gesù si estende fino ai nostri giorni, per raggiungere tanti fratelli e sorelle oppressi da condizioni di vita precarie, da situazioni esistenziali difficili e a

volte prive di validi punti di riferimento. Nei Paesi più poveri, ma anche nelle periferie dei Paesi più ricchi, si trovano tante persone stanche e sfinite sotto il peso insopportabile dell’abbandono e dell’indifferenza. L’indifferenza: quanto male fa ai bisognosi l’indifferenza umana! E peggio, l’indifferenza dei cristiani! Ai margini della società sono tanti gli uomini e le donne provati dall’indigenza, ma anche dall’insoddisfazione della vita e dalla frustrazione. Tanti sono costretti ad emigrare dalla loro Patria, mettendo a repentaglio la propria vita. Molti di più portano ogni giorno il peso di un sistema economico che sfrutta l’uomo, gli impone un “giogo” insopportabile, che i pochi privilegiati non vogliono portare. A ciascuno di questi figli del Padre che è nei cieli, Gesù ripete: «Venite a me, voi tutti». Ma lo dice anche a coloro che possiedono tutto, ma il cui cuore è vuoto e senza Dio. Anche a loro, Gesù indirizza questo invito: “Venite a me”. L’invito di Gesù è per tutti. Ma in modo speciale

DOMENICA 13 LUGLIO 2014

pietre SUDAN

Ancora problemi per Meriam "Ogni giorno mi creano un problema che mi impedisce di partire". E' quanto afferma Meriam Yehya Ibrahim durante un'intervista trilasciata alla CNN. La donna e suo marito Daniel Wani, sono stati liberati dopo essere stati arrestati per la seconda volta al loro arrivo all'aeroporto di Khartoum, mentre cercavano di raggiungere gli Stati Uniti con i loro bambini. Ora, i due sono in attesa di vedere cosa succederà alla luce delle ultime accuse contro la donna, è accusata di aver viaggiato con documenti falsificati e di aver dato false informazioni. Difatti, le autorità sudanesi hanno accusato Meriam di aver tentato di lasciare il Paese senza la documentazione corretta.

INDONESIA

Assaltata la chiesa del Sacro Cuore Ancora una comunità cattolica sotto attacco in Indonesia, dove aumentano i casi di violenze e abusi contro le minoranze religiose. Nel mirino la parrocchia del Sacro Cuore a Pugeran, nella zona di South Yogyakarta, presa di mira da tre diversi gruppi di ignoti assalitori a bordo di motocicli. L'attacco è avvento in concomitanza della prima messa del mattino: gli autori, vestiti di nero e con il volto coperto da maschere, urlando "Allah è grande", hanno fatto irruzione dentro il perimetro della chiesa. L'assalto è avvenuto in concomitanza con l'inizio del Ramadan. Al momento restano ignote le ragioni alla base dell'attacco; le autorità hanno rafforzato i controlli attorno al luogo di culto cristiano, nel timore di nuovi assalti. IRAQ

Rapiti due suore e tre giovani caldei

per questi che soffrono di più. Gesù promette di dare ristoro a tutti, ma ci fa anche un invito, che è come un comandamento: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Il “giogo” del Signore consiste nel caricarsi del peso degli altri con amore fraterno. Una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro. La mitez-

za e l’umiltà del cuore ci aiutano non solo a farci carico del peso degli altri, ma anche a non pesare su di loro con le nostre vedute personali, i nostri giudizi, le nostre critiche o la nostra indifferenza. Invochiamo Maria Santissima, che accoglie sotto il suo manto tutte le persone stanche e sfinite, affinché attraverso una fede illuminata, testimoniata nella vita, possiamo essere di sollievo per quanti hanno bisogno di aiuto, di tenerezza, di speranza. (6 luglio 2014).

Nessuna traccia di suor Atur e suor Miskinta, due religiose caldee della Congregazione delle Figlie di Maria Immacolata, rientrate in auto a Mosul dalla città di Dohuk in compagnia di due ragazze e di un ragazzo cristiani. I cinque componenti dell'equipaggio risultano irraggiungibili al cellulare. Secondo quanto riferito da fonti del Patriarcato caldeo, le due suore e i tre ragazzi sono stati fermati da miliziani dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL) che per ora confermano le loro buone condizioni e affermano di tenerli in stato di fermo per garantire la loro “sicurezza”. Le autorità ecclesiastiche sono in contatto permanente con i capi religiosi della comunità sunnita di Mosul per tenere sotto controllo la situazione e fare in modo che i fermati tornino al più presto a godere della piena libertà di movimento.


DOMENICA 13 LUGLIO 2014

IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

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Pastorale giovanile. Nella Parrocchia di Santa Maria Maddalena si sta svolgendo il CreGrest 2014 “PianoTerra”.

Animatori e famiglie in campo per servire i ragazzi A Ballao si scommette sul progetto dell’Oratorio Nel centro del Gerrei è in piena attività l’Oratorio estivo. Sono previsti anche dei gemellaggi con le parrocchie di Sinnai e San Vito FEDERICA BANDE

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ROSEGUE IL viaggio all’interno della nostra diocesi per scoprire cosa significhi vivere e progettare l’estate nelle parrocchie. Dopo la basilica di Sant’Elena e la parrocchia del Santissimo Crocifisso, la meta di questa settimana è Ballao, o meglio la parrocchia Santa Maria Maddalena. Questa comunità è guidata da tre anni da don Andrea Piseddu, che sin dal suo arrivo ha dedicato all’estate delle attenzioni particolari organizzando e strutturando delle attività per i giovani della parrocchia. Dal 16 giugno infatti si sta svolgendo il CreGrest “PianoTerra” che affronta il tema della casa e dell’abitare. Quindici animatori di età compresa tra i 14 ed i 23 anni hanno lavorato a questo progetto sin dal mese di maggio incontrandosi tutti i sabati con il don per organizzare tutte le attività, i giochi, i laboratori, le riflessioni e le catechesi nei minimi dettagli, e con la fine della scuola il lavoro si è addirittura fatto più fitto, perché gli stessi ragazzi hanno poi provveduto all’arredo e alla predisposizione dei locali dove i bambini oggi vivono questa importantissima esperienza. Il Cre infatti non è solamente giochi ma comporta una lunga preparazione e gli animatori di Bal-

lao come tutti quelli delle diocesi che affrontano questi progetti, sanno bene cosa voglia dire investire il loro tempo gratuitamente per gli altri. Don Andrea infatti, una volta individuati gli obiettivi da raggiungere, consegnava a questi ragazzi lo sviluppo delle tematiche, insegnando loro a lavorare in autonomia ma non lasciandoli mai soli. Così dal 16 di giugno ben 50 bambini dalla prima elementare fino alla terza media, dalle 9 alle 13 vivono il Cre nel salone parrocchiale, tra bans, laboratori, sport, arte e preghiera. In questa parrocchia il CreGrest durerà 4 settimana e nel vasto programma proposto da don Andrea ed i suoi animatori ci sono svariate iniziative come lo “Spiaggia Day”, che prevede un’uscita settimanale in spiaggia con tutti gli animatori ed i ragazzi del Cre, e dei gemellaggi con le vicine parrocchie di San Vito Martire di San Vito e Santa Vittoria di Sinnai, creando

così un’occasione per conoscersi, condividere e collaborare su un disegno comune. Ruolo fondamentale in queste settimane è quello dei genitori, che si occupano del lato pratico del CreGrest rendendo quotidianamente il salone parrocchiale un luogo pulito e accogliente ed occupandosi dei gemellaggi e delle merende dei ragazzi. La realizzazione di tutto questo è stata possibile innanzitutto grazie all’investimento che don Piseddu ha fatto sulla formazione dei suoi animatori, dedicando loro durante l’anno degli incontri specifici ogni 15 giorni, offrendo la possibilità di partecipare ai corsi di formazione proposti dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile ed infine seguendo attentamente il lavoro di preparazione del Cre “PianoTerra”, che è la seconda esperienza di questo tipo dopo quella vissuta la scorsa estate con “Everibody”. Non manca il sostegno comunale, che

attraverso dei contributi agevola la riuscita e la realizzazione delle attività parrocchiali. La parrocchia di Santa Maria Maddalena è uno dei tanti esempi diocesani di cosa significhi investire su progetti grandi valorizzando le proprie risorse ed il territorio; gli oratori non sono solo strutture ma sono principalmente costituiti da persone che

Le attività estive per i ragazzi

con grande voglia di costruire bellezza si danno da fare testimoniando che è la comunità il punto di partenza non il cemento o le mura. Prendersi cura e avere cura dei più piccoli sono le vera fondamenta di una comunità viva e sana e la parrocchia di Ballao e le nostre realtà diocesane ce lo mostrano sempre di più.


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IL PORTICO

IL PORTICO DEI GIOVANI

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Assemini. È giunta alla decima edizione l’attività estiva per i ragazzi proposta dalla comunità guidata da don Alamanni.

“Summer Acr”, la Parrocchia del Carmine punta sul coinvolgimento di tutti i ragazzi L’attività promossa dall’Azione Cattolica parrocchiale coinvolge oltre cento ragazzi guidati dai giovani animatori insieme ad un gruppo di famiglie MAURIZIO PIRAS

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IECI ANNI di attività rendono ormai il Summer Acr un appuntamento tradizionale per la comunità parrocchiale della Beata Vergine del Carmine ad Assemini. L’attività estiva che accompagna i più piccoli dalla chiusura delle scuole ai festeggiamenti patronali di metà luglio, anche quest’anno ha incontrato il gradimento dei ragazzi e delle loro famiglie. “L’attività del Summer Acr – spiega Matteo Venturelli, presidente parrocchiale di Azione Cattolica- comincia 10 anni fa su iniziativa degli educatori Acr della parrocchia dopo un piccolo convegno sul legame tra Azione Cattolica e pastorale oratoriale. Il Summer Acr permette di continuare a seguire nel periodo estivo i ragazzi che da settembre a maggio frequentano i gruppi Acr e Giovanissimi, non riducendo cosi l’impegno dell’Azione Cattolica e dell’oratorio solo al periodo scolastico. Questo sicuramente è pos-

I bambini del Carmine durante il “Summer”.

sibile grazie a un grosso contributo di educatori Acr, animatori e genitori dei ragazzi che tutto l’anno si affiancano nell’impegno”. Numerose le attività che accompagnano le giornate dei ragazzi, organizzate per laboratori diversi a seconda del giorno della settimana. “ Al classico laboratorio di bricolage – raccontano gli animatori – quest’anno abbiamo affiancato attività sportive quali il calcio, il pattinaggio, la pallacanestro e grazie alla collaborazione consolidata negli anni con l’associazione locale di tiro con l’arco i piccoli, si sono esercitati per diventare quasi dei Robin Hood. Non sono mancati laboratori musicali come il corso base di chitarra, o artistici, come pittura e teatro. Con il contributo del-

le signore più grandi della comunità, anche quest’anno abbiamo potuto realizzare il laboratorio di cucina. Ogni giornata poi è stata accompagnata dal classico tuffo in piscina e dalla merenda”. Sono le piccole le cose che colpiscono di questa esperienza ma che fanno la differenza. “ Sia per i ragazzi che per i genitori – sottolinea Cinzia Testa, una delle animatrici – è importante il legame familiare che si crea. Sembra veramente di stare in famiglia, non si avverte il distacco dalla casa ad un altro luogo”. Per Barbara Orrù “l’impegno che mettiamo nel servizio dei più piccoli è un continuo crescere, un continuo dare, e non si ha mai voglia di smettere anche se la sera si è distrutti il giorno dopo ci si rimette in

gioco con più grinta”. Cristina Locci, una mamma coinvolta direttamente nell’animazione, richiama che “il fatto di avere un punto a disposizione come l’oratorio è importante. Qui i bambini con meno possibilità economiche e oggi sono la maggior parte, hanno la possi-

La proposta dell’Oratorio si apre a tutto il quartiere L’attività estiva alla Madonna della Strada. MATTEO PIANO

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OME È BELLO e gioioso stare insieme come fratelli”. Così recita l’inizio del Salmo 132. Con lo stesso spirito di gioia e fratellanza, anche la parrocchia Madonna della Strada vuole offrire ai propri ragazzi la possibilità di passare l’estate in maniera diversa. Nei locali e negli spazi della parrocchia si svolge “Estate Ragazzi 2014”, l’attività estiva proposta dall’oratorio, che permette ad una cinquantina di bambini, di età compresa tra i 3 e 11 anni, di giocare e divertirsi in maniera sana e costruttiva. Infatti, suddivisi in tre gruppi a seconda dell’età (3-5, 68, 9-11 anni), i bambini hanno l’opportunità di trascorrere il pomeriggio, dalle 16,30 alle 20, (dal lunedì al venerdì) svolgendo numerose attività, come i laboratori di

arte e disegno, la sala video, i giochi d’acqua e i tornei di calcio e pallavolo. “L’obiettivo principale - ci spiega Sabrina Zanda, referente per le attività- è quello di proporre alle famiglie qualcosa di sano, che permetta ai bambini di crescere e affrontare la vita nel rispetto del prossimo. Infatti Estate Ragazzi tiene i ragazzi lontani dalle noie e dall’invadenza delle tecnologie”. I bambini non si annoiano mai e sono seguiti in tutti i momenti da un team di giovani animatori, che si occupa del divertimento e dell’incolumità dei ragazzi. “Il ruolo dell’animatore non è mai semplice e banale. Bisogna imparare a conoscere ciascun bambino, fermo restando che tutti hanno un carattere diverso.” Essere animatore è anche un momento di crescita, come spiega Giovanni, studente univer-

Le attività estive nella parrocchia Madonna della Strada.

sitario: “Stare a contatto con i bambini insegna a relazionarsi con il prossimo. Anche in vista di una futura occupazione lavorativa, tutto ciò è molto utile e permette di acquisire esperienza”. “Estate ragazzi” è molto più che la semplice attività oratoriale. Infatti si configura come una vera e propria proposta rivolta a tutto il quartiere di Mulinu Becciu, come ci illustra Don Emanuele Mameli, parroco di Madonna della Strada: “L’i-

niziativa vuole essere una proposta per il territorio. La parrocchia è presente e deve essere un punto di riferimento. Al momento abbiamo ricevuto delle risposte positive, ma si può fare ancora tanto per ampliare il progetto. Diciamo che stiamo ponendo le basi per crescere nel futuro”. Con quale spirito si affronta un’avventura di tale portata? “Lo spirito dell’oratorio vorrebbe essere quello di offrire dei momenti di aggre-

bilità di vivere in tranquillità tante esperienze. “ Quando anni fa abbiamo pensato al Summer Acr – svela Isa, responsabile storica dell’ACR locale – ci siamo dati come punto fermo la gratuità. Un’attività del genere ha come scopo finale non solo l’educazione dei più piccoli ma anche l’educazione della comunità stessa. Tutti si devono fare carico dell’iniziativa. Ai ragazzi non viene richiesta nessuna quota, alle istituzioni nessun contributo. Le famiglie, se vogliono, danno un offerta che viene immediatamente spesa. I parrocchiani invece sono chiamati a collaborare in tanti modi, con la preghiera, il servizio o l’acquisto di materiali. San Giovanni Paolo II disse all’Azione Cattolica di non aver paura del futuro perché è sempre nel cuore della Chiesa. Ecco, nelle grandi come nelle piccole iniziative cerchiamo di aver presente questo. Anche quest’anno si sono iscritti oltre cento bambini e non ci è mancato nulla. La Provvidenza ha ancora qualche cosa da dire”.

gazione per tutti, ma in particolar modo è rivolto a chi non ne ha la possibilità. I ragazzi non pagano niente, se non una piccola quota d’iscrizione. Cerchiamo di venire incontro alle famiglie, offrendo dei momenti aggregativi ed evitando di lasciare i ragazzi alla strada, che sappiamo bene quali “alternative” può offrire.” Per quanto riguarda l’animazione, Don Davide Meloni, viceparroco, ha offerto la sua preziosa collaborazione: “Don Davide si occupa delle attività per i ragazzi. Durante l’anno ha intrapreso un percorso insieme al gruppo delle medie, che partiranno in queste vacanze per il campo scuola. I ragazzi hanno la possibilità di frequentare l’oratorio tutto l’anno. La ludoteca rimane aperta con l’obiettivo di fornire uno spazio di accoglienza e gioco”. Accoglienza è una delle parole che ricorre spesso nel nostro dialogo con Don Mameli: “L’oratorio è essenzialmente accoglienza. Il valore aggiunto è il fatto che nessuno rimane vincolato a quello che può/ non può dare. Sei accolto, basta questo. Inoltre l’oratorio è lo spazio aperto ideale per affiancare i momenti di catechesi con un ambito formativo fatto di relazione e divertimento.”


IL PORTICO DI CAGLIARI

DOMENICA 13 LUGLIO 2014

Estate. Il Comune insieme ai commercianti propone la terza edizione dell’iniziativa.

“Notti colorate”, shopping e cultura per promuovere la Città di Cagliari Parla l’assessore alla Cultura Argiolas: “La manifestazione intende consolidare il binomio turismo e cultura” MARIA LUISA SECCHI

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HOPPING E CULTURA: saranno questi gli ingredienti che per il terzo anno consecutivo animeranno il centro storico di Cagliari. E' iniziato sabato scorso, in concomitanza con l'avvio dei saldi estivi, l'appuntamento con le Notti Colorate, l’iniziativa che vedrà i negozi delle vie dello shopping aperti fino alla mezzanotte ogni giovedì sino al prossimo 21 agosto. “Quest’anno il Comune e le associazioni dei commercianti vogliono arricchire l’evento con l’apertura straordinaria della Cittadella dei Musei, in piazza Arsenale – assicura l'assessore comunale al Turismo Barbara Argiolas. Intendiamo in questo modo avvicinare i cagliaritani e i turisti presenti in città alla bellezza dei Giganti di Mont’e Prama, i guerrieri in pietra in mostra a Cagliari, e Cabras, dopo 40 anni dal loro ritrovamento”. Sono tanti i centri culturali visitabili, dall'Exma al Ghetto, dall'Antico Palazzo di Città ai Musei Civici alla Torre dell'Elefante. Tante serate, ognuna caratterizzata da un

Shopping notturno a Cagliari; sotto: l’Assessore Barbara Argiolas.

colore diverso in cui tutti possono attivamente partecipare indossando il colore dedicato alla serata: rosso, bianco, verde, arancio, azzurro, giallo e bianco secondo un calendario preciso.“Un percorso di cambiamento – prosegue l'assessore Argiolas - che ha consolidato il binomio turismo - cultura, un binomio che si rafforza nella candidatura di Cagliari a Capitale Europea della Cultura 2019”. Notti Colorate è inserito nel dossier come esempio d’integrazione delle politiche di sviluppo economico e culturali cittadine. “Credo che Caglia-

ri abbia le carte in regola per superare anche questo scoglio – afferma l'assessore al Turismo – nonostante le altre città concorrenti abbiano dalla loro diversi punti di forza. In ogni caso è indubbio che questa candidatura rappresenti un'ottima opportunità e una vetrina per Cagliari”. Confcommercio, Confesercenti, Confindustria Sardegna Meridionale, ASIT, MIBACT, Musei Civici, Beni Culturali Cagliari, Consorzio Camù e Associazione culturale “L’Isola che vorrei” sono soltanto alcuni tra i numerosi partner del Comune di Cagliari che

hanno reso possibile l'avvio dell'iniziativa anche per l'estate 2014. “Oltre all'aspetto culturale la nostra volontà è anche quella di creare una complementarietà con altri gli settori strategici della città – specifica Barbara Argiolas. Ogni giovedì il Centro storico per la Marina ad esempio, organizza il colore dell’ospitalità: i ristoranti e le trattorie propongono menù a tema e piatti tipici della migliore cucina tradizionale cagliaritana”. Immancabile inoltre il coinvolgimento dei social network. Parte il contest su Instangram dove sarà sufficiente postare le foto a tema con il colore usando l’hashtag #notticolorate2014. Le più cliccate entreranno a far parte della gallery ufficiale propria dell'Assessorato al Turismo. La spesa sostenuta dall'amministrazione comunale per i giovedì colorati è pari a 50mila euro. “Abbiamo ridotto il budget, immettendo la maggior parte delle risorse per promuovere l'evento con volantini negli hotel della costa”- spiega Barbara Argiolas - “tenere aperto il negozio fino a mezzanotte è un costo ulteriore per un commerciante, un fatto da non banalizzare. Confidiamo nell'azione sinergica tra più settori, come quello della cultura. Sui numeri degli arrivi di turisti la città tiene rispetto alla costa, anche grazie alla notevole campagna di promozione su aerei di compagnie a basso costo che abbiamo portato avanti da mesi, per attirare soprattutto verso tedeschi, francesi e inglesi”.

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NA PARTENZA con il botto per il festival “La Notte dei Poeti”, organizzato da 32 anni dal Cedac. Giancarlo Giannini con il pianista Giovanni Bellucci interpreta la magia di un “Sogno di una notte di mezza estate”, in un viaggio nell'immaginario shakespeariano. L'attore da voce ai personaggi del bardo insieme alle straordinarie note del pianoforte di Giovanni Bellucci, in un raffinato gioco di accostamenti tra poesia e musica, tra la crudele bellezza e profondità del teatro elisabettiano e il Romanticismo di Beethoven, Mendelssohn, Liszt e Chopin, le partiture rinascimentali di Byrd e i virtuosismi di Alkan, e citazioni di Rossini e Busoni. La trentaduesima edizione del Festival, che si concentrerà a Nora tra l'11 e il 25 luglio, ma con anticipazioni significative a Cagliari, dove godrà an-

brevi COMUNICAZIONI SOCIALI

Campo – laboratorio a Cuglieri L’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali propone, dal 31 luglio al 3 agosto, un campo-laboratorio per giovani impegnati nelle proprie comunità parrocchiali nei diversi ambiti della comunicazione. L’esperienza punterà, in modo particolare, ad abilitare ad un corretto ed efficace uso dei diversi mezzi di comunicazione in ambito parrocchiale: riviste in stampa, foglio e calendario settimanale, gestione della bacheca per gli avvisi, sito internet, social network, email, sms, cartellonistica, audiovisivi. Sarà approfondito anche il tema dell’identità spirituale dell’animatore della comunicazione, e delle sue competenze ecclesiali, comunicative e di programmazione del proprio servizio.

Il corso inizia alle 19 del 31 luglio e termina con il pranzo del 3 agosto. - E’ necessario portare con sé la Bibbia, un quaderno, le lenzuola, gli effetti personali e un eventuale strumento musicale. La quota di partecipazione è di € 50,00. L’esperienza è aperta ai giovani a partire dai 18 anni, e l’iscrizione va fatta entro e non oltre il 20 luglio. Per informazioni e iscrizioni contattare don Giulio Madeddu alla mail: ucs@diocesidicagliari.it.

Incontro regionale per famiglie

Il celebre attore inaugura la 32a “Notte dei Poeti”. che di un'importante appendice autunnale, ha come filo conduttore il viaggio, e con esso la magia della scoperta e la cultura delle diversità, che bene si combinano con le origini di Nora e la sua storia. “La Notte dei Poeti” ospita il 18 luglio la moderna epopea dei migranti il 18 luglio con “Il tempo dalla mia parte” di Mohamed Ba: attore e autore teatrale nonché musicista senegalese, accompagnato dal violoncellista Marco Ravasio, rievocherà le vicissitudini di quanti spinti da guerra, fame e persecuzioni attraversano mare, cielo, montagne e deserti inseguendo il sogno di un futuro migliore nell'Europa (in)ospitale. Il giorno dopo spazio a “Los Hermanos Macana” in “Tango Bar 2014” con i fratelli Enrique e Guillermo De Fazio che rievocano le origini del ballo popolare, danzando in coppia come i “compadritos” (i guappi dell'epoca). Iaia Forte torna nell'Isola il 20 luglio,

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DAL 22 AL 24 AGOSTO

Giancarlo Giannini illumina il teatro di Nora I. P.

IL PORTICO

dopo il successo dalla tournée internazionale con le “Operette Morali” di Martone: l'attrice sarà protagonista nel ruolo en travesti di Tony Pagoda in “Hanno Tutti Ragione”, dall'omonimo romanzo di Paolo Sorrentino. Per ritratto d'artista – in anteprima nazionale il 25 luglio alle 20 – in scena “Modigliani et ses femmes” di Angelo Longoni, che firma anche la regia dell'opera multimediale ispirata alla vita e all'opera del pittore Amedeo Modigliani, interpretato da Marco Bocci, attore di cinema e teatro. “Polvere di Stelle” è il titolo del trittico che si svolge nella spiaggia di Nora con le acrobazie aeree e i “numeri”

del “Circus Maccus!” ideato e diretto da Virginia Viviano per proseguire a Casa Frau, con il “Volo dell'Innocenza”, poetico frammento proposto dal Teatro Tages e infine il divertissement teatral musicale “Bestie Feroci Revolution” del Teatro dallarmadio (in programma giovedì 17 luglio alle 22 a Casa Frau: in scena Fabio Marceddu e Antonello Murgia per un amarcord tra storia e canzoni. Si gioca invece con la fantasia ne “La Notte dei Piccoli Poeti” pensata per bambini e ragazzi, con una serie di appuntamenti che coinvolgeranno i giovanissimi. Due settimane di spettacoli per tutti, come tradizione da 32 anni è “La Notte dei Poeti”.

Sarà Casa Betania, in località “Sa Pastia”, nel comune di Bultei, ad ospitare dal 22 al 24 agosto l’incontro regionale per le famiglie, organizzato dalla commissione regionale per la Pastorale della Famiglia. Il tema scelto è “La gioia di essere famiglia oggi”. La famiglia tra Gaudium et Spes e Evangelii Gaudium”. Il programma delle giornate prevede al mattino le relazioni mentre nel pomeriggio i laboratori, la cui sintesi sarà oggetto di analisi domenica 24 agosto al termine dei lavori. Per informazioni contattare la segreteria organizzativa Tonino e Carmen Cau all’indirizzo mail: toninocau@gmail.com, oppure Tore e Loredana Marcia alla mail tore.marcia@libero.it.


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IL PORTICO DE

IL PORTICO

XV DOMENICA DEL T. O. (ANNO A)

dal Vangelo secondo Matteo (forma breve)

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uel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Uscì a seminare...

Mt 13,1-9 DON ANDREA BUSIA

il portico della fede

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a parabola del seminatore è una delle più conosciute del vangelo e una delle non tante raccontate da tutti e tre gli evangelisti sinottici (Matteo, Marco e Luca). Questa parabola è, in qualche modo, propedeutica all’intero vangelo in quanto si occupa in modo particolare di come ascoltare lo stesso vangelo e di come accogliere il regno dei cieli. Nella parabola le risposte alla “parola del regno” sono esemplificate da quattro diversi tipi di terreno su cui il seminatore getta il seme: la strada, il terreno sassoso, sui rovi e sul terreno buono. Poiché è Gesù stesso, nella seconda parte del brano, a spiegare il significato di ciascuno di questi terreni non è utile fermarsi a rifare ciò che è già stato fatto. Ci soffermeremo invece su alcuni altri punti. Innanzitutto notiamo come ritorni un tema già presente nel vangelo di domenica scorsa, lì avevamo letto: “Ti rendo lode o Padre, perché hai nascosto que-

ste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”, anche nel brano odierno troviamo una sorta di preferenza da parte di Dio per alcune categorie di persone, quelle che ascoltano e accolgono la parola del Regno. A questo proposito viene ripresa una parte dell’oracolo divino rivolto a Isaia al momento della sua vocazione in cui si preannuncia al profeta che le sue profezie non saranno accolte dal popolo, perché altri interessi prevarranno rispetto all’ascolto di ciò che viene detto da Dio. Un ascolto che invece, se attuato con la dovuta attenzione, è capace di aprire alla conversione e quindi alla salvezza da parte di Dio. I piccoli del vangelo di domenica scorsa, i quali hanno aperto il loro cuore per accogliere ciò che il Signore ha voluto rivelare loro, costituiscono il terreno buono, coloro che “hanno” e a cui sarà dato, semplicemente perché hanno dimostrato di accogliere e valorizzare ciò che hanno già ricevuto allargando il loro cuore permetten-

dogli di custodire in maniera più piena e fruttuosa il Signore, si pensi a questo proposito alla parabola dei talenti. L’altra categoria di persone, quelli che l’altra domenica erano chiamati i dotti e i sapienti, vengono qui esemplificati dai primi tre tipi di terreno e vengono definiti “quelli che non hanno” quelli a cui sarà tolto anche quello che hanno (o come dice Luca in maniera più “pungente”: “sarà tolto anche quello che a loro sembra di avere”). La parabola del seminatore contiene elementi di speranza uniti ad altri di ammonimento: il seminatore semina a piene mani senza badare a dove cade il seme, questo seme è in grado di portare un frutto eccezionale, anche il centuplo, nelle giuste condizioni, allo stesso tempo però questo seme assume il valore di un giudizio, perché dall’accoglienza o meno di questa Parola dipende direttamente la nostra salvezza. È quindi necessario fare attenzione a tutto ciò che può distoglierci dal portare frutto: una fede troppo

superficiale incapace di custodire ciò che si è ricevuto, una fede che si manifesta solo quando va tutto bene ma che, nel momento della prova, viene meno lasciandoci in balia della tristezza o della voglia di fare come se Dio non ci fosse, o una vita che cerca l’agiatezza e il piacere e che nei momenti in cui li trova li assolutizza mettendoli al primo posto, relegando Dio al ruolo di comprimario o peggio. Non dobbiamo mai dimenticare che tutto ciò che il Signore ha fatto per noi è un dono che non è legato ai nostri meriti ma solo alla sua bontà (vedi il seminatore che semina se preoccuparsi di scegliere dove seminare), ma allo stesso tempo questo dono è troppo grande per poter essere semplicemente ricevuto, esso è destinato a cambiare la nostra vita perché è un dono finalizzato alla felicità vera, rispetto alla quale non esistono mezze misure e non possono esistere, da parte nostra, “mezze responsabilità”.

LA GIOIA DELL’INCONTRO DA PERSONA A PERSONA “Si tratta di portare il Vangelo alle persone con cui ciascuno ha a che fare, tanto ai più vicini quanto agli sconosciuti. È la predicazione informale che si può realizzare durante una conversazione…, avviene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro, in una strada.” (127). Dunque, Papa Francesco ci fa intravedere le varie modalità di questa nuova urgente evangelizzazione che si esplica nel rispetto dell’incontro con l’altro, con “gentilezza”, e cioè con garbo, condividendo le gioie, le speranze le preoccupazione di cui l’altro è portatore anche quando non è pienamente consapevole della sua domanda di senso. I battezzati, lasciandosi suggerire dall’azione dello Spirito, troveranno di volta in volta i momenti più adatti anche per proporre la Parola di Dio nella condivisione di una lettura biblica “ma sempre ricordando l’annuncio fondamentale: l’amore personale di Dio che si è fatto uomo, ha dato se stesso per noi e, vivente offre la sua salvez-

za e la sua amicizia” (128). Tutti coloro che si dichiarano cristiani, dovrebbero riscoprire, prima per sé stessi il significato di questo annuncio, in modo da trovare la forza e il coraggio per comunicarlo a tutti gli altri che si incontrano nella propria strada: ogni volta che recitiamo il Credo, noi proclamiamo questa verità della fede, ma non è detto che ne siamo pienamente consapevoli, perché la consuetudine con cui lo recitiamo ci fa perdere di vista il significato profondo dell’affermazione che Cristo è morto per noi! Propter nos homines, et propter nostram salutem! Se i cristiani fossero pienamente consapevoli di tutto questo non perderebbero l’audacia e neanche la creatività per trasformare la storia, come hanno fatto molti testimoni e padri della fede che ci hanno preceduto, e che hanno saputo far entrare il Vangelo nelle culture, elevandole e rinnovandole dal di dentro, facendo emergere quei valori che hanno ispi-

rato il vivere civile dei popoli. Infatti, se ci pensiamo, nel nostro orizzonte culturale il vangelo ha saputo mettere in luce i valori della paideia greca e della humanitas latina, declinando quell’antico patrimonio di elementi positivi con la bellezza e la profondità nuova degli insegnamenti di Gesù, e realizzando così una felice sintesi che compone in modo organico tutta la ricchezza teologica del Cristianesimo, con il quale oggi, veniamo in contatto. Inoltre, Papa Francesco, ci mette in guardia dal pensare che “l’annuncio evangelico sia da trasmettere sempre con determinate formule stabilite” (129), in modo assolutamente invariabile, bensì è necessario lasciarsi ispirare dallo Spirito del Risorto per trovare quelle forme proprie della cultura del contesto di ciascuno, perché, comunque, Cristo sia annunciato e fatto conoscere perché altri lo incontrino e siano attratti da Lui e dal suo insegnamento. di Maria Grazia Pau


ELLA FAMIGLIA

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L’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo

La realtà della famiglia e l’evangelizzazione

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RISCRITTURE

L’AMORE RISPETTA LA LIBERTÀ Gesù si rivolge alla folla con la celebre parabola del seminatore. E’ una pagina in qualche modo “autobiografica”, perché riflette l’esperienza stessa di Gesù, della sua predicazione: Egli si identifica con il seminatore, che sparge il buon seme della Parola di Dio, e si accorge dei diversi effetti che ottiene, a seconda del tipo di accoglienza riservata all’annuncio. C’è chi ascolta superficialmente la Parola ma non l’accoglie; c’è chi l’accoglie sul momento ma non ha costanza e perde tutto; c’è chi viene sopraffatto dalle preoccupazioni e seduzioni del mondo; e c’è chi ascolta in modo recettivo come il terreno buono: qui la Parola porta frutto in abbondanza. Ma questo Vangelo insiste anche sul “metodo” della predicazione di Gesù, cioè, appunto, sull’uso delle parabole. “Perché a loro parli con parabole?” – do-

mandano i discepoli (Mt 13,10). E Gesù risponde ponendo una distinzione tra loro e la folla: ai discepoli, cioè a coloro che si sono già decisi per Lui, Egli può parlare del Regno di Dio apertamente, invece agli altri deve annunciarlo in parabole, per stimolare appunto la decisione, la conversione del cuore; le parabole, infatti, per loro natura richiedono uno sforzo di interpretazione, interpellano l’intelligenza ma anche la libertà. In fondo, la vera “Parabola” di Dio è Gesù stesso, la sua Persona che, nel segno dell’umanità, nasconde e al tempo stesso rivela la divinità. In questo modo Dio non ci costringe a credere in Lui, ma ci attira a Sé con la verità e la bontà del suo Figlio incarnato: l’amore, infatti, rispetta sempre la libertà. Benedetto XVI - Angelus 10 luglio 2011

8 ottobre 2013 Papa Francesco ha convocato la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: Lesfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione. La Segreteria Generale del Sinodo ha iniziato la preparazione con il l’invio del Documento Preparatorio, che ha suscitato un ampio riscontro ecclesiale nel popolo di Dio, raccolto nel presente Instrumentum Laboris. Il Santo Padre, considerata l’ampiezza e la complessità del tema, ha stabilito un itinerario di lavoro in due tappe, che costituisce un’unità organica. Nell’Assemblea Generale Straordinaria del 2014, i Padri sinodali valuteranno e approfondiranno i dati, le testimonianze e i suggerimenti delle Chiese particolari, al fine di rispondere alle nuove sfide sulla famiglia. L’Assemblea Generale Ordinaria del 2015, maggiormente rappresentativa dell’episcopato, innestandosi sul precedente lavoro sinodale, rifletterà ulteriormente sulle tematiche affrontate per individuare adeguate linee operative pastorali. L’annuncio del Vangelo della famiglia è parte integrante della missione della Chiesa, poiché la rivelazione di Dio illumina la realtà del rapporto tra l’uomo e la donna, del loro amore e della fecondità della loro relazione. Nel tempo odierno, la diffusa crisi culturale, sociale e spirituale costituisce una sfida per l’evangelizzazione della famiglia, nucleo vitale della società e della comunità ecclesiale. Tale annuncio si pone in continuità con l’Assemblea sinodale su La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana e l’Anno della fede, indetto da Benedetto XVI. L’Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo sul tema: Lesfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione, tenendo conto che «la Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo» (DV8), è chiamata a riflettere sul cammino da seguire, per comunicare a tutti gli uomini la verità dell’amore coniugale

e della famiglia, rispondendo alle sue molteplici sfide (cf. EG 66). La famiglia è una risorsa inesauribile e una fonte di vita per la pastorale della Chiesa; pertanto, suo compito primario è l’annuncio della bellezza della vocazione all’amore, grande potenziale anche per la società. Dinanzi a questa urgenza, l’episcopato, cum et sub Petro, si pone in docile ascolto dello Spirito Santo, riflettendo sulle sfide pastorali odierne. La Chiesa, cosciente che le difficoltà non determinano l’orizzonte ultimo della vita familiare e che le persone non si trovano solo di fronte a problematiche inedite, constata volentieri gli slanci, soprattutto tra i giovani, che fanno intravedere una nuova primavera per la famiglia. Testimonianze significative a questo proposito sono riscontrabili nei numerosi incontri ecclesiali dove si manifesta chiaramente, soprattutto nelle nuove generazioni, un rinnovato desiderio di famiglia. Di fronte a tale aspirazione, la Chiesa è sollecitata ad offrire sostegno e accompagnamento, a tutti i suoi livelli, con fedeltà al mandato del Signore di annunciare la bellezza dell’amore familiare […] Sin dall’inizio del Suo pontificato, Papa Francesco ha ribadito: «Dio mai si stanca di perdonarci, mai! [...] noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono» (Angelus del 17 marzo 2013). Tale accento sulla misericordia ha suscitato un rilevante impatto anche sulle questioni riguardanti il matrimonio e la famiglia, in quanto, lungi da ogni moralismo, conferma e dischiude orizzonti nella vita cristiana, qualsiasi limite si sia sperimentato e qualsiasi peccato si sia commesso. La misericordia di Dio apre alla continua conversione e alla continua rinascita. Sinodo dei Vescovi Le sfide pastorali della famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione Instrumentum laboris Presentazione e premessa. 26 giugno 2014


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IL PORTICO

IL PORTICO DEI LETTORI

DOMENICA 13 LUGLIO 2014

TESTIMONIANZE 60° Anno di Fondazione della Parrocchia del SS. Redentore in Monserrato Sabato 12, 19 e 26 luglio p.v. alle 20, dopo la Santa Messa, saranno proiettati i filmati (con fotografie, documentazione e testimonianze) sulla storia della parrocchia in preparazione alla ricorrenza dei 60 anni di fondazione che cade il 1 agosto 2014, quando alle 18 sarà celebrata la S. Messa di ringraziamento e a seguire sarà inaugurata una mostra fotografica che ripercorre la vita della parrocchia. La storia inizia il 24 settembre 1922 quando il Canonico Mons. Salvatore Deiana, animato dallo spirito salesiano, ebbe l’idea di fondare un oratorio festivo e acquistò un terreno di circa 5.000 m2 oltre il passaggio a livello situato nei pressi del monumento al SS. Redentore. Proprio in quel campo fu deciso di erigere la nuova parrocchia di Monserrato intitolata al SS. Redentore e Maria Ausiliatrice. La storia continua sino ai nostri giorni. Per saperne di più, filmati e mostra ci saranno d’aiuto. Il gruppo Media ha raccolto foto, documentazione e testimonianze con lo scopo di conoscere, ricordare e ringraziare le persone e le Istituzioni che, negli anni, hanno contribuito alla edificazione delle strutture parrocchiali e hanno collaborato in vario modo alla vita e alla crescita della comunità. Don Sergio e il gruppo Media

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Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30

Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo settimanaleilportico@gmail.com, specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.

LETTERE A IL PORTICO Signor direttore, da troppo tempo nelle scuole di ogni ordine e grado (dalle materne alle superiori) è in atto un tentativo di diffondere la cultura del”gender” e tutto all’insaputa dei genitori, resi edotti su quanto succede in classe dalle reazioni, più o meno esplicite, dei loro figli. Anzitutto che cosa significa “gender”? Significa spiegare e fare accogliere a dei bambini, a degli adolescenti una teoria alquanto bizzarra che va affermando che non si nasce maschi o femmine ma di fatto si è ciò che ciascuno desidererebbe essere, non conta più la natura ma solo il dato culturale ideologico. Il tutto sostenuto anche dall’O.M.S, Organizzazione Mondiale della Sanità, con un suo progetto di educazione sessuale, stupefacente nei contenuti ed improponibile alla mentalità comune della stragrande maggioranza dei genitori. A questo punto non avrebbe più senso usare i termini “padre “ o “madre” ( vedi il tentativo di sostituirli con “ Genitore 1” e “ Genitore 2 “ nei documenti scolastici) e saremmo di fronte ad una discriminazione non solo delle persone eterosessuali, ma della stessa civiltà e della stessa natura umana che da sempre ci

rende figli di un padre e di una madre. Da dove nasce tutto questo marasma? Sappiamo che dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri dipendono diversi Dipartimenti operanti per occuparsi delle tante necessità presenti nella nostra società. Esiste perciò anche il Dipartimento delle Pari Opportunità da cui dipende l’Ufficio Nazionale anti discriminazioni razziali che chiameremo UNAR. Detto Ufficio però non si è applicato alla prevenzione di ogni tipo di discriminazione ma piuttosto a divulgare la teoria del “gender” con l’introduzione nelle scuole degli opuscoli “Educare alle diversità a scuola”, totalmente orientati alle tematiche “LGBT” (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) e in cui si pretende di “instillare” (testuale) l’ideologia del “gender” nelle menti degli studenti. Sappiamo quanto sia urgente e doveroso educare i giovani al rispetto dell’altro contrastando ogni discriminazione, omofobia compresa, e, in tal senso, si è espresso, alla Camera, il Ministro dell’Istruzione, secondo cui il concetto di “alterità” che comprende capitoli come diversità religiosa, culturale, omofobia ecc., deve essere inserito in maniera sistematica ed ha espresso l’in-

tenzione di introdurre nelle scuole corsi permanenti per educare i ragazzi alla “tolleranza”. Il Ministro ha pensato che “bisogna agire in modo laico e non ideologico nel rispetto di tutte le sensibilità presenti, cioè di tutte le parti interessate, comprese le associazioni dei genitori, per una larga condivisione dei contenuti”. Come ha agito l’UNAR ? Per scrivere la strategia nazionale per il contrasto delle discriminazioni, ha coinvolto 29 associazioni ma stranamente tutte “LGBT”. In alcune scuole si sono verificati fatti inquietanti. Nel Liceo Giulio Cesare di Roma, ai ragazzini di 13/15 anni, è stata imposta la lettura di un romanzo a forte impronta omosessuale, con alcuni passi che rivelano un chiaro contenuto pornografico tali da sconvolgere alcuni allievi, i cui genitori hanno denunciato l’insegnante, colpevole di aver violato diversi articoli del Codice Penale, perché dal suo atteggiamento emerge una condotta di proselitismo e di istigazione a com-piere pratiche omosessuali e a sperimentare la sessualità in una prospettiva “gay”. L’UNAR porta avanti una strategia che prepara l’arricchimento delle offerte di formazione con la predisposizione di biblioteche sulle tematiche “LGBT” e sulle nuove realtà familiari (due papà, due mamme) col

Lampada ai miei passi (14 – 20 luglio) Commento al Vangelo quotidiano Radiogiornale regionale a cura del diacono Ignazio Boi Dal lunedì al venerdì 10.30 /12.15 Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Zoom Sardegna. Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 La notizia nel particolare Vangelo domenicale) Dal lunedì al venerdì 11.30/17.30 Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00

rischio di diventare più stereotipati e discriminanti della discriminazione che vorrebbero combattereDavanti a tutte queste strategie “LGBT”, l’Associazione Italiana Genitori, l’AGE, si mobilita con documenti “Libertà di Rieducazione” in cui si ricorda l’art. 30 della Costituzione che afferma il dovere - diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli, diritto ampiamente calpestato dalle strategie “LGBT”. L’AGE” denunci anche il fatto che, come scrive Paolo Ferrario su “Avvenire“ del 21 Maggio 2014: “La strategia delle “LGBT” sta imponendo, in Italia e in Europa, in modo sempre più subdolo, mascherandosi dietro la difesa e la tutela di una minoranza, per rieducare i cittadini alla ideologia del “gender” a scuola, su i massmedia, nelle scelte di amministrazione nazionali e locali, italiane ed europee, muovendo ingenti risorse pubbliche. A questo punto restare indifferenti non è possibile. È necessario invece “informarsi” per capire che è in corso una rivoluzione antropologica dove la posta in gioco è la negazione della umanità da parte dell’uomo. Maria Vittoria Piu Desogus Cagliari Gentile lettrice, giustamente lei dice che è neces-

sario informarsi sulle tematiche legate all’ideologia gender. È quanto cerca di fare anche il nostro settimanale che da diversi mesi dedica uno spazio importante all’approfondimento dei valori messi in discussione nell’ultimo periodo. Non bisogna sottovalutare quanto sta accadendo. In gioco c’è davvero, non la posizione di una parte, ma una prospettiva antropologica legata alla realtà della persona, nel suo essere uomo e donna. Il tentativo, più volte denunciato anche dalle autorità ecclesiastiche, è quello di “rieducare” ad un pensiero unico che riduce il dato di natura ad un mero “stereotipo di genere”, da eliminare in nome di un nuovo “progresso”. Non si può rimanere in silenzio di fronte a tutto questo. Quello che dobbiamo dire poi, è che si tratta di una “battaglia” di ragione, non di uno scontro tra “credenti” e “non credenti”. Qui ci si muove semplicemente sul piano della legge naturale che può unire, come già accade, persone di diversa estrazione culturale e religiosa. La difesa e la promozione del matrimonio, della famiglia, della libertà di educazione dei figli, è qualcosa che non può essere per nessuna ragione sottovalutata nel nostro tempo (rp).


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IL PORTICO DELLA DIOCESI

Ricorrenze. Celebrato il 60° anniversario di sacerdozio di Mons. Tarcisio Pillolla.

“La bellezza del sacerdozio si fonda sull’essere innamorati di Gesù Cristo” Già ausiliare di Cagliari e vescovo di Iglesias Mons. Pillolla parla della sua vocazione e delle prospettive attuali del presbiterato FABIO FIGUS

G

RANDE FESTA lo scorso 4 luglio per il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di Monsignor Tarcisio Pillolla. Originario di Pimentel, è stato ordinato nel 1954. Eletto vescovo titolare di Cartenna e ausiliare della diocesi Cagliari il 3 maggio 1986, è stato ordinato l'8 giugno dello stesso anno dall’Arcivescovo Giovanni Canestri. Il 3 luglio 1999, diventa Pastore della diocesi di Iglesias, succedendo a Monsignor Miglio nominato Vescovo di Ivrea. Eccellenza, come è nata la sua vocazione? Tutto è iniziato il giorno della mia Prima Comunione. L'8 settembre 1937, avevo appena sette anni, facevo il chierichetto e quel giorno non c'erano altri compagni della mia età. In quell'occasione il mio parroco disse: “Auguriamo a Tarcisio che un giorno possa diventare sacerdote”, e riflettendo frequentemente su queste parole, alla conclusione delle scuole elementari, con il consenso dei miei genitori, entrai in seminario. Un filo conduttore lega quel giorno,

il mio nome, se pensiamo a San Tarcisio martire per l'Eucarestia, e la decisione di diventare sacerdote, ma protagonista di tutto il mio percorso è stata la grazia di Dio. Non sempre chiama le persone migliori e i suoi criteri nella scelta sono misteriosi ai nostri occhi. Quali secondo lei, i cambiamenti più importanti nella Chiesa in questi sessant'anni? È molto difficile fare una sintesi. Ho vissuto molto intensamente il tempo del Concilio. Quando è iniziato, nel 1962, ero sacerdote già da otto anni. Ero direttore del settimanale diocesano Orientamenti e per poter informare i lettori sugli sviluppi, ho avuto modo di approfondirne le diverse tematiche e penso che abbia educato a una apertura maggiore rispetto ai problemi della società. La Gaudium et Spes ne è la riprova quando parla di

una Chiesa aperta al mondo senza distinzioni. La grande intuizione di Papa Giovanni XXIII di guardare a ciò unisce piuttosto che a ciò che divide e distinguere tra peccato e peccatore, mi sembra una sintesi molto felice. Cosa consiglia ad un giovane che oggi si prepara a diventare sacerdote? Di essere ben motivato. Il sacerdozio non è un mezzo per avere una sicurezza economica e sociale. È una responsabilità. Lo stesso Papa Francesco nei suoi frequenti contatti con i sacerdoti e i seminaristi ha insistito molto sull'essenzialità della vita sacerdotale, consacrata per il bene della società. Nell'essere innamorati di Dio e di Gesù Cristo, sta la bellezza del sacerdozio. Tutto il resto è una conseguenza. Nel Vangelo si legge che “Gesù parlava con autorità” perché lui praticava per primo ciò che insegnava. Lo stesso deve avvenire per il sacerdote. In quali ambiti si è impegnato principalmente nella sua vita sacerdotale? Nell'insegnamento, nelle problematiche del mondo del lavoro e in quelle legate alla sofferenza. Ho insegnato in seminario, all'istituto tecnico “Martini”, all'Assunzione, alla scuola per assistenti sociali e queste esperienze mi hanno arricchito moltissimo. Ho ricevuto più di quanto sono riuscito a dare, entrando in contatto con le problematiche dei ragazzi e dei colleghi, con i quali ho rapporti ancora oggi di grande affetto e simpatia. Per fare un esempio, alcune setti-

mane fa mi è stato chiesto di amministrare il battesimo a due gemelline. I loro nonni sono stati miei alunni quando avevano circa sedici anni. Nelle problematiche del mondo del lavoro, durante il mio servizio nella diocesi di Iglesias, territorio da diversi anni attanagliato da una grave crisi, sono sempre stato vicino ai lavoratori, alle loro istanze e specialmente ai disoccupati. Il contatto con il mondo della sofferenza è avvenuto nelle mie prime esperienze da sacerdote come cappellano a Villa Elena, alla clinica Sant'Antonio e all'ospedale oncologico, vivendo a stretto a contatto fin da giovanissimo con questa realtà. Un ricordo particolare al mio impegno di vescovo a Cagliari come ausiliare di Monsignor Canestri per un anno, con cui mantengo tutt'ora un bel rapporto di stima e affetto, e per dodici anni di Monsignor Alberti che mi ha sempre trasmesso tanta bontà e sono sicuro che in paradiso prega per me. Non posso dimenticare Monsignor Miglio che mi ha accolto con tanta bontà, ricordando in modo particolare quanto ha fatto nella diocesi di Iglesias prima del mio arrivo, fecondata dal suo lavoro con una profonda incidenza nella comunità. Ora inizia l'ultimo tratto di strada. Come dice san Paolo, mi auguro di avere conservato, anzi arricchito giorno dopo giorno la mia fede, affidandomi come sempre alla misericordia del Signore e alla comprensione dei confratelli.

Cagliari ha reso omaggio a N. S. di Bonaria

IL PORTICO

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brevi POZZO DI SICHAR

A luglio gli esercizi spirituali L’Opera Esercizi Spirituali di Cagliari ha organizzato nel mese di luglio, nella Casa di Esercizi Spirituali “Pozzo di Sichar” una serie di Esercizi spirituali. Da domenica 13 a domenica 20 padre Graziano Calci s.j. terrà un corso di su "Sono stato crocifisso con Cristo" (Gal 2, 20) - Evangelizzare i propri dolori. Da lunedì 21 a domenica 27 padre Carlo Manunza s.j. terrà un corso di su "Le parole di Dio crescono con chi legge" (S. Gregorio, omelie su Ezechiele, VII, 8) Per informazioni e adesioni contattare il numero 070/650880. DOMENICA 20 LUGLIO

“Avvenire Cagliari Mese” è in edicola Domenica 20 luglio, come ogni terza del mese, è prevista la pubblicazione di quattro pagine sul

quotidiano Avvenire. È una nuova esperienza comunicativa che la Diocesi di Cagliari ha intrapreso per dotarsi di uno strumento che, congiuntamente al settimanale “Il Portico”, contribuisce a riflettere più approfonditamente sui temi che stanno maggiormente a cuore e per i quali vale la pena utilizzare un ulteriore canale comunicativo.Le modalità di ricezione della pubblicazione sono disponibili sul sito www.chiesadicagliari. DAL 28 LUGLIO AL 4 AGOSTO

Il “Cammino di Compostela” Un “Camino a Santiago” per giovani italiani under 35 è stato organizzato dal 28 Luglio al 4 Agosto. Oggi l’antica via dei Pellegrini che va a Santiago de Compostela è interesse diffusissimo così che raccogliereste l’attenzione di molta gente. Molti scelgono di fare il cammino per motivi stranissimi, del tutto impensabili rispetto al luogo e alla sua tradizione; per camminare, per pensare, per fare incontri, per fuggire… Tutte cose buone, ma pochissimi optano per questo cammino nell’antico senso dei Pellegrini che andavano “ad tumbas”. Con quello che significava nella vita di cambio e di scelte. È possibile trovare informazioni sul tipo di esperienza che viene proposta da Guanelliani, padri e suore, per tentare di ri-dare al Cammino la sua direzione originaria sul sito www.guanellianisantiago.it.


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IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

brevi IN LIBRERIA

Riscoprire la bellezza della preghiera La cura della nostra interiorità, la preghiera e l’incontro personale con il Signore sono punti centrali della fede cristiana e stanno ritornando di grande attualità. Gianfranco Matarazzo, Provinciale dei Gesuiti d’Italia, raccoglie propone nel libro “Dov’è il tuo tesoro?” non una trattazione teorica, ma un percorso agile e collaudato, secondo lo stile della preghiera di sant’Ignazio di Loyola. Le tracce offerte nel testo richiedono un breve impegno quotidiano e sono articolate secondo uno schema fisso. Le tracce aiutano a scendere in profondità su questi aspetti decisivi della nostra vita. DAL 17 AL 24 AGOSTO

Campo di formazione e volontariato Dal 17 al 24 agosto per i giovani dai 16 ai 30 anni è possibile partecipare al Campo internazionale di formazione e volontariato. Un’esperienza di amicizia e fraternità con i giovani in arrivo dai diverse zone del Mediterraneo. L’iniziativa voluta dalla Caritas Diocesana prevede la mattina le attività di servizio nelle opere segno della Caritas diocesana di Cagliari ed in realtà associative di inclusione sociale, nel pomeriggio momenti di formazione attraverso la conoscenza di chi si impegna a vivere la solidarietà, con visite a realtà significative della città. Maggiori informazioni sul sito www.caritascagliari.it.

DOMENICA 13 LUGLIO 2014

Tradizioni. Il primo sabato di luglio si celebra in Cattedrale la festa in onore di Maria.

A Castello rivive l’antica tradizione della Madonna delle Grazie *MONS. ALBERTO PALA

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GNI ANNO nel primo saba-

to del mese di luglio il rione di Castello si anima con tanti piccoli gesti di amore verso la protettrice di questa zona alta della città. E’ la festa della Madonna delle Grazie, tanto cara a tutti coloro che hanno vissuto nella parte antica della città o che a Lei sono legati da motivi di devozione. E’ l’incanto, per tanti, che ormai hanno lasciato “Casteddu e susu”, di ritornare ad annodare quei legami di fede e di amicizia che hanno costituito l’ordito della loro infanzia o della loro giovinezza. Inizia il triduo di preparazione alla festa e si riaffacciano in Cattedrale volti noti e meno noti che vogliono dire il loro grazie a Maria e desiderano ritornare alla loro Nazaret. Ma soprattutto durante il giorno della festa e per la processione serale, numerosi “castellani” vogliono andare a venerare la loro protettrice, vogliono riabbracciare i loro vecchi amici e di nuovo respirare un po’ di quell’aria fresca che il maestrale non fa mancare mai in Castello. La devozione alla Madonna delle Grazie è antica sia per le sue immagini, presenti nel rione, sia per i legami storici con la famiglia Zapata proveniente dall’Aragona e da Valencia in Spagna, che ne ha sempre zelato il culto. Infatti proprio accanto alla casa Brondo, oggi Zapata, esiste, sopra la porta detta dell’Aquila, una immagine della Madonna delle Grazie. Così la descrive il

canonico Giovanni Spano nella sua guida della città di Cagliari: «Merita un’occhiata quel quadretto sullo stile antico, collocato internamente sopra la porta, rappresentante la Vergine che graziosamente accarezza il Divin Bambino». Un altro di questi quadretti è posto, sempre a custodia di una via d’accesso al Castello, nel portico Lamarmora, dove i Castellani, che passano per le loro commissioni, si fermano a salutare la loro protettrice. E’ così che, proprio per questa grande devozione, la contessa Zapata regalò alla Cattedrale una immagine della Madonna delle Grazie, oggi conservata nella chiesa della Purissima, poi riprodotta in legno per volontà dei parrocchiani della Cattedrale, che viene ogni anno portata in processione per le vie di Castello.

Il titolo di Madre delle Grazie o, nella variante forse più bella, di Madre di grazia, riferito a Maria Santissima, spiega bene il ruolo e la mediazione materna della Madre del Signore nel nostro cammino cristiano. Il Concilio Vaticano II, nel 1964, ha spiegato ampiamente la funzione della beata Vergine Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa; ed ha accuratamente esposto il senso e la forza della «mediazione» della beata Vergine: «La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce l’unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Poiché ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da vera necessità, ma dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di

lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita» (Lumen Gentium, 60). Dio infatti ha voluto, come dice il nostro sommo poeta: «che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali» (Dante, Paradiso, Canto XXXIII, 14-15). Ogni grazia che viene dal Signore, passa per le mani di Maria, che sapientemente la amministra e la media per i suoi figli. Maria adempie così a quel testamento d’amore che il Redentore crocifisso ci ha lasciato morente sulla croce, essendo madre di ogni cristiano, gli ottiene prima di tutto la grazia stessa e, in ordine a questa, le grazie necessarie per la propria vita cristiana. Così Maria nel mirabile disegno di amore del Padre è stata costituita madre e collaboratrice del Redentore. La Vergine Maria è madre di grazia, poiché ha portato nel suo grembo purissimo Cristo vero Dio e vero uomo e ci ha donato lo stesso Autore della grazia. La Vergine Maria è mediatrice di grazia, poiché è stata socia di Cristo nel procurarci la grazia più grande, la redenzione cioè e la salvezza, la vita divina e la gloria che non ha fine. Maria stende il suo manto di protezione su tutta la Chiesa, ma con occhi odi particolare benevolenza sopra il suo Castello che si gloria di averne la sua provvidenza d’amore, di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace. * Parroco della Cattedrale


IL PORTICO DELLA DIOCESI

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Tradizioni. Nella Chiesa di Sant’Antonio a Cagliari si rinnova la devozione alla Vergine.

Il culto di N.S. d’Itria resiste al tempo e indica la via dell’incontro con Dio L’Arciconfraternita dedicata a N.S. d’Itria fu istituita nel 1607. L’origine è legata probabilmente al titolo di “Hodegetria” ADRIANO PILIA

L’

ARCICONFRATERNITA SS. Vergine d’Itria nel 407° anno dalla fondazione ha di recente festeggiato la sua Patrona la Vergine d’Itria, con una solenne celebrazione eucaristica e consacrazione del nuovo confratello Adriano Pilia, presieduta dal cappellano monsignor Francesco Porru, seguita dal rinnovo delle promesse di consacrazione di tutta la comunità confraternale. Per la ricorrenza è stata mostrata ai fedeli e ai devoti il Breve Apostolico d’istituzione del 1607. L’Arciconfraternita Nostra Signora d'Itria di Cagliari prese avvio come associazione laicale presso il convento dei Padri Agostiniani nel quartiere della Marina di Cagliari. La Confraternita aveva come scopo principale la diffusione nell'isola del culto della Vergine d'Itria. Il papa Urbano VIII la elevò ad Arciconfraternita con bolla del 1625, concedendole i privilegi e le indulgenze goduti dall'Arciconfraternita di Santa Monica e quella di Sant'Agostino della chiesa di San Giacomo a Bologna. Gli Agostiniani, con atto del 3 marzo 1608, donarono ai confratelli della Vergine d'Itria un tratto di terreno alle spalle della chiesa per costruirvi un oratorio. L'Arciconfraternita si trasferì nel 1881 nella chiesa di Sant'Antonio Aba-

Un’antica icona della Vergine Hodegetria.

te, ceduta dal Municipio e dall'Amministrazione dell'Ospedale Civile in cambio del vecchio oratorio. Nata sotto impulso dei religiosi di Sant'Agostino, l'associazione si componeva di settantadue fratelli, che eleggevano gli ufficiali ed il governatore, coadiuvato da due congiunti, due sacrestani, due maestri dei novizi, due visitatori degli infermi, un tesoriere, un segretario ed un vigilatore degli assenti, incaricato del controllo dei confratelli che contravvenivano

alle disposizioni della confraternita o che si assentavano dalle funzioni religiose. Le cariche duravano sei mesi e venivano svolte senza alcun compenso. Alla carica di governatore seguivano in ordine di importanza e responsabilità le cariche di tesoriere e segretario. Il tesoriere teneva i libri contabili e redigeva l'inventario delle carte relative all'Oratorio. Il segretario, invece, registrava in un libro le tasse dei confratelli e le elemosine, inoltre compilava la

LOURDES

22 – 26 AGOSTO 26 – 29 AGOSTO 29 AGOSTO – 2 SETTEMBRE

TERRA SANTA

Voli diretti da Cagliari sull’aeroporto di Lourdes

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Presieduto da S. Ecc. Mons Arrigo Miglio

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lista dei confratelli inadempienti alle regole fornitagli dal vigilatore e la consegnava al governatore. Il titolo di M “Idria” molto probabilmente è abbreviazione dell’icona Hodegetria. Il prototipo originale di Hodegetria è andato perduto. Le più antiche icone di M Hodegetria risalgono al V sec.; ne abbiamo testimonianza a partire dal VI sec. Nell’Icona Hodegetria, la Madre regge con il braccio sinistro sul suo petto il Figlio, e con la mano destra, precisamente con l’indice destro addita il Figlio, e vuol dire: la Madre è guida sicura e totale verso il mistero eucaristico del Figlio. I bizantini così interpretano questa icona: in quanto Hodegetria, “Guida” a Cristo, nell’Eucarestia la Vergine rivolge ai credenti questo molteplice invito, che si articola in 5 momenti, distinti ma inseparabili tra di loro. “Venite e contemplate Cristo!, icona visibile del volto invisibile del Padre” (Riti di introduzione): la Vergine dell’accoglienza per formare l’assemblea celebrante. “Venite e ascoltate Cristo!”, il Verbo sapienza, il Profeta e il Maestro (Liturgia della Parola): la discepola fedele nell’ascolto del Figlio maestro. “Venite e celebrate il Signore!”, il sommo Sacerdote del Padre per l’umanità (Liturgia eucaristica): la Madre gloriosa che presiede alle nozze eucaristiche. “Venite: mangiate e bevete Cristo!” nel suo pane di vita e nel calice dello Spirito (Riti di comunione): la Sposa regale che esorta i fedeli all’unione nunziale con Gesù sposo. “Venite, e andate ad annunciare il Signore!” (Riti di congedo): la Vergine del viaggio apostolico verso Elisabetta, la donna delle visite.

IL PORTICO

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brevi A SOLANAS

“Summer school” in Dottrina Sociale Dal 29 luglio al 1 agosto nella Casa San Domenico Savio è prevista la “Summer School” in Dottrina Sociale della Chiesa sul tema “Una speranza per l’Europa”. Per quattro giorni esperti in materia socio- economiche, oltre ad imprenditori e sindacalisti si alterneranno nel proporre le loro relazioni. L’iniziativa vede il patrocinio di diversi soggetti impegnati nel campo della Dottrina Sociale della Chiesa. DOMENICANI

Quarta settimana delle Famiglie Dal 1 al 5 agosto il Movimento Domenicano delle Famiglie ha organizzato la Quarta settimana domenicana delle Famiglie nei locali del Convento di Cagliari. Il tema sarà “La carne come cardine della storia della salvezza”. Il programma prevede venerdì 1 agosto alle 10.30 la relazione di sr. Therese Boillat, op, sul tema “San Domenico e la sfida dei catari: dualismo o unità di spirito e corpo”. Sabato 2 agosto alle 18 i coniugi Ilaria Delicati e Francesco Maiorca parleranno del tema “Dall’attrazione erotica al compimento dell’eros: l’agape”. Domenica 3 agosto alle 10.30 i coniugi Sonia Cannas e Stefano Galletta proporranno il tema “Uno sposo e un padre in carne e ossa”. Lunedì 4 agosto alle 10.30 Luisa Mura e Stefano Fadda interverranno sul tema “Amare nella libertà: etica del corpo”. Infine martedì 5 agosto padre Christian Steiner proporrà il tema “Confusione dei ruoli familiari o centralità coniugale?”. Per informazioni ed iscrizioni famiglieop@gmail.com, oppure 3337468785.


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IL PORTICO DEI PAESI TUOI

IL PORTICO

brevi 11-13 LUGLIO

Claudia Koll è in Sardegna L’attrice Claudia Koll sarà a l’11 luglio a Pirri, il 12 a Gesturi ed il 13 a Maracalagonis. Nel corso degli appuntamenti l’artista proporrà la sua testimonianza ed il cammino di fede portato avanti attraverso “Le opere del padre” , l’Associazione da lei fondata.

Pietà popolare. Celebrata solennemente la festa patronale di Nostra Signora delle Grazie.

Il cammino di fede a Decimoputzu passa sempre attraverso la Vergine Per don Gianmarco la festa è occasione per avvicinarsi alla confessione. Nutrito anche il programma di festeggiamenti civili I. P.

PASTORALE FAMILIARE

Corso in Scienze del Matrimonio L’Ufficio di Pastorale Familiare e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose hanno organizzato il VII Corso in Scienze del Matrimonio e della Famiglia per coppie e famiglie. Il corso partirà ad ottobre mentre le iscrizioni inizieranno il 22 settembre

nella sede dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose a Cagliari. la durata del corso è biennale, per tre ore di corso alla settimana e un totale di 200 ore, suddivise in due semestri. Per informazioni contattare l’Istituto di Scienze religiose il mercoledì dalle 18,25 alle 20,50.

DOMENICA 13 LUGLIO 2014

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ELL’EPOCA IN cui domina il

web non poteva mancare una pagina facebook dedicata anche alle feste patronali. Così a Decimoputzu il comitato che sovraintende ai festeggiamenti per la patrona Nostra Signora delle Grazie ha aperto un profilo sul quale vengono postate notizie e foto sulla festa, con una particolarità: i testi sono bilingue, italiano e sardo. Un modo nuovo forse di tramandare una tradizione secolare che caratterizza la vita del piccolo centro agricolo. I diciassette membri del comitato si sono impegnati negli ultimi mesi per preparare nel migliore dei modi la festa che, come ogni anno, ha avuto il suo triduo di preparazione, con i predicatori appositamente chiamati dal parroco don Gianmarco Casti. Quest’anno don Eugenio Cocco, parroco di San Basilio e di Arixi, e nel giorno della festa, il 2 luglio, don Michele Fadda, fresco di nomina a Rettore del Seminario Arcivescovile.

Due momenti della festa. (foto Elio Piras)

“La festa di Nostra Signora delle Grazie è molto sentita – dice don Gianmarco – insieme a quella di San Basilio e a San Giorgio. La processione per le vie del paese è molto seguita, segno di una profonda devozione di tanti. La maggior parte delle persone partecipa con fervore alla festa, testimoniando fede autentica. Certo non mancano quelli più legati alla parte civile o chi vive le celebrazioni in maniera superficiale, in tanti invece si avvicinano alla confessione e alla comunione in questa occasione”. La festa ha inizio il 28 giugno con la vestizione del simulacro della Vergine e la Santa Messa vespertina. Nei giorni successivi la celebrazione della messa serale con omelia prepara alla festa. Martedì 1 luglio,

dopo la messa, la processione per le vie del paese è stata accompagnata dal suono delle launeddas e dai gruppi folk, anche il 2 luglio, giorno della festa si è ripetuta la proces-

sione sempre con i gruppi folk e la banda musicale di Siliqua. Il bagno di folla è stato imponente per entrambi gli appuntamenti, con le strade addobbate a festa e l’asfalto ricoperto de “Sa Ramadura”, caratteristica di molte celebrazioni in diversi centri dell’Isola. La consueta messa del 3 luglio definita dell’Angelo ha chiuso il programma religioso della festa. Naturalmente non sono mancati gli appuntamenti del programma civile con spettacoli in piazza, concerti, teatro e festival canoro. Sia per il programma religioso e per quello religioso la partecipazione è stata significativa, segno che per i putzesi la festa del patrono resta un appuntamento sentito. Grazie ad internet però quanto è accaduto viene condiviso anche con i fruitori della rete, allargando così il numero di persone che vivono, se pur virtualmente, la celebrazione della patrona della comunità di Decimoputzu.


DOMENICA 13 LUGLIO 2014

IL PORTICO DELL’ANIMA

Spiritualità. Il cammino della preghiera apre all’amore verso Dio e i fratelli.

Lo Spirito Santo è il maestro interiore che guida l’uomo all’unione con Dio Nell’orazione il cristiano sente di essere perdonato nonostante il suo peccato. In questo modo può sperimentare la gioia che deve condividere con tutti i fratelli ADORATRICI PERPETUE A PREGHIERA è l’“arma potente” che ci ha donato il Signore. Non per la nostra gloria, ma per la Sua, nella quale Egli rivela la sua infinita Misericordia e il Suo sviscerato Amore per ogni sua creatura, attraverso Suo Figlio. L’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, esalta questo suo aspetto nella misura in cui prega, e quindi rimane in comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e nella misura in cui vive questa comunione Trinitaria quotidianamente con le buone opere. Il mettersi in preghiera è un atto, se anche piccolo, di umiltà, un riconoscersi piccoli e bisognosi davanti a Dio. Dio è Padre, e stare con Lui ci impegna a vivere la virtù della carità. Come spiega S. Paolo: «La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità» (1 Cor. 13,6). È un cammino che ogni cristiano è chiamato a fare, consapevole di non essere solo, ma guidato e sostenuto dallo Spirito Santo, Colui che ci dà la forza per vincere ogni avversità dello spirito e della carne. Chi ama prega veramente, chi prega impara ad amare, poiché viene istruito alla scuola stessa dell’Amore. Ancora di più per chi prega davanti a Gesù nel SS.mo Sacramento e lo contempla già da ora “faccia a faccia”: vede in Lui la Parola fatta Carne, quella Parola che Gesù ha annunciato con la vita e con le opere. Non si può non imitarne l’esempio. «O Diletto Gesù! Eccovi per me: nascosto solitario in questo Ciborio» (Aspirazioni Amorose; B. Maria Maddalena dell’Incarnazione). La preghiera è quindi un incontro d’Amore con Dio. S. Giovanni ci ammonisce dicendo: «Noi amiamo, perché Egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: “Amo Dio”, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello» (1 Gv. 4, 19-21). Come possiamo, infatti, andare in

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Chiesa, partecipare alla S. Messa, ricevere Gesù, stare davanti a Lui in adorazione e poi parlare male del fratello o addirittura averlo in odio? Così il Signore ci dice: «Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono» (Mt. 5,23), e poi ancora: «Quando vi mettete a pregare, sa avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati» (Mc. 11,25). Non bisogna pretendere dagli altri il primo passo, ma affrettarci noi stessi ad andare incontro al fratello per riconciliarci e così amarci gli uni gli altri con affetto fraterno nella pace del Risorto. Può capitare anche di chiedere al Signore qualcosa ritenuta importante, ma sulle prime sembra che non risponda. In questi casi, quanto ama il Padre la nostra fiducia in Lui, il nostro chiedere, ma con umiltà, abbandonandosi alla Sua Volontà. Il Padre ascolta sempre, Egli conosce già ciò di cui abbiamo bisogno (Mt 6,8), se attende è per provare la nostra fede. Gli esempi ci sono dati nel Vangelo dalla cananea, dal centurione e da tanti altri, dove in alcuni la preghiera è insistente, ma colma di fiducia che verrà ascoltata. Alle volte nemmeno la Parola di Dio sembra rispondere ai nostri momenti di sofferenza, come se Dio improvvisamente tacesse. Anche Gesù tace durante la Sua Passione, dinanzi a Erode, al momento della condanna. Questo ci deve interrogare. Nei momenti più duri e più sofferti Dio sta con noi, porta con noi la croce, si fa carico del nostro dolore, ci sta così vicino e si fa così intimo che non vi è bisogno di parole. Lui è con noi sia nella gioia, sia nella prova. Gesù è l’amico che si fa risposta. «O Solitario amor mio,Voi siete l’unico ristoro di questo mio cuore, Voi mi cambiate in Paradiso la solitudine, in chiara luce la notte, in un nettare di dolcezza il silenzio» (Asp. Amorose; B. M. Maddalena dell’Incarnazione). Ascoltiamo perciò il silenzio eloquente di Dio, lasciamo per un attimo, e anche più, il frastuono di tante voci e rumori, proviamo a stare davanti a Gesù, a parlargli con il cuore, anche per raccontargli ciò che ci è capitato di bello o meno bello e ringraziarlo. «State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie;

questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi» (1 Ts. 5,16-18). Proviamo a frequentare Gesù, a stare un po’ di più con Lui. Quanto ne gioiremo, quanto sollievo ne trarrà la nostra anima e anche quando ci sembra di non ricevere umanamente consolazione, scopriremo che anche il solo esser stati in Sua Presenza, in Sua compagnia, avrà colmato di non poco quel vuoto che prima portavamo nel cuore. La preghiera avrà come conseguenza la lode, il ringraziamento, la gioia anche nel dolore, seguito dal desiderio che l’Amore di Dio per ciascuno di noi sia conosciuto e vissuto da ogni essere vivente presente sulla faccia della terra, Il cristiano è colui che ha sperimentato la gratuità dell’amore di Dio. Il cristiano è colui che si è sentito perdonato e amato nono-

stante il suo peccato. Il cristiano è colui che per l’infinito Amore di Dio verso di lui, povero peccatore, piange copiosamente ai Santissimi piedi di Lui, nostro Padre, per la gratitudine. Il cristiano infine è l’uomo della gioia, l’uomo che è pronto a dare al prossimo ciò che ha ricevuto dalle mani e dal cuore stesso di Dio, perché nessuno rimanga ignaro di tale Verità d’Amore e perché questo stesso amore trabocca dal suo cuore e non gli è possibile trattenerlo! La Preghiera, che è comunione con le Tre divine Persone, diviene, o è chiamata a divenire, comunione con i fratelli e tale comunione non è però possibile se non viene alimentata dalla comunione con Dio. «O Amor mio, Voi che potete tutto, riscaldate, dilatate, infiammate tutti i cuori verso di Voi, unico nostro Bene» (Asp. Amorose; B. M. Maddalena dell’Incarnazione). Martedì 15 luglio alle 19:30 si terrà un’ora di Adorazione Eucaristica nella nostra chiesa di San Cesello via san Giovanni 212 a Cagliari

Causa di Beatificazione di Don Oreste Benzi A tenore dell’articolo 43 § 2 della Istruzione Sanctorum Mater si rende noto in questa Diocesi, in cui ha operato il Servo di Dio, il seguente Decreto: Francesco Lambiasi, per grazia di Dio e della Sede Apostolica Vescovo di Rimini Prot. VS2014/19 DECRETO DI INTRODUZIONE DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE DEL SERVO DI DIO SAC. ORESTE BENZI Vista l’istanza a me rivolta dalla Dott.ssa Elisabetta Casadei, Postulatrice legittimamente costituita della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Sac. Oreste Benzi, del Clero della Diocesi di Rimini, con la quale si chiedeva l’introduzione di detta Causa, fatte le opportune e dovute indagini, convinto del solido fondamento della Causa e della non esistenza di ostacoli perentori contro di essa, come consta dal Nihil obstat della Congregazione delle Cause dei Santi del 3 gennaio 2014 (Prot. 3138-1/13), sentiti i fratelli nell’Episcopato della Regione Ecclesiastica Emilia Romagna, riuniti in Assemblea il 31 marzo 2014, e avuto in medesima data il loro parere favorevole dichiaro di avere accolto l’istanza della Postulatrice e DECRETO l’introduzione della Causa di beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Sac. Oreste Benzi e dispongo che si apra il Processo sulla vita, virtù e fama di santità del suddetto Servo di Dio, a norma della vigente legislazione per la Cause dei Santi. Invito pertanto tutti i fedeli a fornirmi notizie utili riguardanti detta Causa e quanti fossero in possesso di autografi, lettere e ogni altro scritto del Sac. Oreste Benzi a farmeli pervenire, anche in copia autenticata. Rimini, 8 aprile 2014 Il Cancelliere vescovile don Agostino Pasquini

Il vescovo di Rimini + Francesco Lambiasi

IL PORTICO

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detto tra noi Il nascituro non si tocca di D. TORE RUGGIU

Sappiamo tutti che anche in Italia esiste una legge, la 194/1978, per noi iniqua, sulla interruzione volontaria della gravidanza. E sappiamo tutti che la Chiesa italiana dedica la prima domenica di febbraio alla preghiera per le famiglie in difficoltà ad accogliere il dono della vita e per promuovere la verità che la vita è sacra dal concepimento fino alla morte naturale e che è un dono di Dio a cui solo spetta il diritto di darla e toglierla come e quando vuole. Si sa che in Italia, ogni anno, a circa 120.000 bambini e bambine è impedito di nascere, perché si ricorre alla pratica dell'aborto, talora con molta superficialità e, cioè, anche solo perché un figlio non è desiderato. Ne ha parlato anche di recente Papa Francesco, ospitando per la Messa a S. Marta una quindicina di coppie di sposi. Li ha invitati ad essere aperti alla vita, a non essere sterili per scelta e a non preferire un cagnolino ad un bambino. Questa volta la stampa non si è accanita contro il Papa. L'impressione che si ha è che godendo, Papa Francesco, di molta popolarità, molti giornalisti che in altre simili circostanze si sono scagliati contro i predecessori di Papa Bergoglio, preferiscano sorvolare. Viene in mente facilmente il comportamento di Erode Antipa, che davanti ai rimproveri anche pubblici che Giovanni Battista rivolgeva al re perché teneva in casa la moglie del fratello Filippo (la famosa Erodiade, famosa solo perché ha fatto sgozzare Giovanni Battista), avrebbe voluto farlo arrestare, ma aveva paura della gente che considerava Giovanni Battista un grande profeta. Noi crediamo modestamente che questo silenzio della stampa non durerà a lungo. Ad ogni modo, anche se la campagna contro la Chiesa si scatenasse di nuovo anche in Italia, certo non dobbiamo avere paura perché il nascituro deve essere difeso e non si tocca per nessuna ragione. Si, lo ripetiamo: per nessuna ragione!!! E tutti coloro che hanno scatenato la campagna in favore dell'aborto, non si meraviglino che molti medici sono obiettori di coscienza. È o no anche questo un diritto? Quando il medico non si presta ad uccidere un bambino indifeso, va lodato. La medicina, e quindi medici e tutti gli operatori sanitari, sono nativamente costituiti tali per essere sempre in favore della vita, per tentare la guarigione del malato e per lenire il dolore. Ci dispiace non concordare con chi pensa che la strage degli innocenti non può passare come una conquista sociale o un segno di modernità. Al contrario apprezziamo ed incoraggiamo tutte le associazioni in difesa della vita e tutti coloro che si affiancano con amore alla mamme in attesa, che vivono un momento particolare, talora anche di fragilità psicologica. Comunque, bando alle chiacchiere: il nascituro non si tocca. È proprietà di Dio che ne fa dono all'uomo perché lo accolga con rispetto e con amore.


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IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO

IL PORTICO

Papa Francesco. Alcuni passaggi del Discorso tenuto ai giovani del Molise.

Nonaccontentarsidipiccolemete eavereilcoraggiodisceltegrandi entusiasmo e il clima di festa che sapete creare sono contagiosi. L’entusiasmo è contagioso. Ma voi sapete da dove viene questa parola: entusiasmo? Viene dal greco e vuol dire “avere qualcosa di Dio dentro” o “essere dentro Dio”. L’entusiasmo, quando è sano, dimostra questo: che uno ha dentro qualcosa di Dio e lo esprime gioiosamente. Siete aperti – con questo entusiasmo - alla speranza e desiderosi di pienezza, desiderosi di dare significato al vostro futuro, alla vostra intera vita, di intravedere il cammino adatto per ciascuno di voi e scegliere la via che vi porti serenità e realizzazione umana. Cammino adatto, scegliere la via… cosa significa questo? Non stare fermi – un giovane non può stare fermo! – e camminare. Ciò indica andare verso qualcosa; perché uno può muoversi e non essere uno che cammina, ma un “errante”, che gira, gira, gira per la vita… Ma la vita non è fatta per “girarla”, è fatta per “camminarla”, e questa è la vostra sfida! Da un lato, siete alla ricerca di ciò che veramente conta, che rimane stabile nel tempo ed è definitivo, siete alla ricerca di risposte che illuminino la vostra mente e scaldino il vostro cuore non soltanto per lo spazio di un mattino o per un breve tratto di strada, ma per sempre. La luce nel cuore per sempre, la luce nella mente per sempre, il cuore riscaldato per

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Il Papa durante la Celebrazione Eucaristica a Campobasso.

sempre, definitivo. Dall’altro lato, provate il forte timore di sbagliare - è vero, chi cammina può sbagliare –, provate la paura di coinvolgervi troppo nelle cose - l’avete sentita, tante volte -, la tentazione di lasciare sempre aperta una piccola via di fuga, che all’occorrenza possa aprire sempre nuovi scenari e possibilità. Io vado in questa direzione, scelgo questa direzione, ma lascio aperta questa porta: se non mi piace, torno e me ne vado. Questa provvisorietà non fa bene; non fa bene perché ti fa venire la mente buia e il cuore freddo. La società contemporanea e i suoi prevalenti modelli culturali – per esempio, la “cultura del provvisorio” – non offrono un clima favorevole alla formazione di scelte di vita stabili con legami solidi, costruiti su una roccia d’a-

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more, di responsabilità piuttosto che sulla sabbia dell’emozione del momento. L’aspirazione all’autonomia individuale è spinta fino al punto da mettere sempre tutto in discussione e da spezzare con relativa facilità scelte importanti e lungamente ponderate, percorsi di vita liberamente intrapresi con impegno e dedizione. Questo alimenta la superficialità nell’assunzione delle responsabilità, poiché nel profondo dell’animo esse rischiano di venir considerate come qualcosa di cui ci si possa comunque liberare. Oggi scelgo questo, domani scelgo quell’altro… come va il vento vado io; o quando finisce il mio entusiasmo, la mia voglia, incomincio un’altra strada… E così si fa questo “girare” la vita, proprio del labirinto. Ma il cammino non è il labirinto! Quando voi vi trovate a girare in un labirinto, che prendo di qua, prendo di qua, prendo di qua… fermatevi! Cercate il filo per uscire dal labirinto; cercate il filo: non si può bruciare la vita girando. Tuttavia, cari giovani, il cuore dell’essere umano aspira a cose grandi, a valori importanti, ad amicizie profonde, a legami che si irrobustiscono nelle prove della vita anziché spezzarsi. L’essere umano aspira ad amare e ad essere amato. Questa è la nostra aspirazione più profonda: amare e essere amato; e questo, definitivamente. La cultura del provvisorio non esalta la nostra libertà, ma ci priva del nostro vero destino, delle mete più vere ed autentiche. E’ una vita a pezzi. E’ triste arrivare a una certa età, guardare il cammino che abbiamo fatto e trovare che è stato fatto a pezzi diversi, senza unità, senza definitività: tutto provvisorio… Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire nella vostra vita cose grandi e solide! E’ questo che vi porta avanti. Non accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi, di giocare in pie-

nezza il vostro futuro insieme a Gesù. Da soli non possiamo farcela. Di fronte alla pressione degli eventi e delle mode, da soli mai riusciremo a trovare la via giusta, e se anche la trovassimo, non avremmo la forza sufficiente per perseverare, per affrontare le salite e gli ostacoli imprevisti. E qui entra l’invito del Signore Gesù: “Se vuoi… seguimi”. Ci invita per accompagnarci nel cammino, non per sfruttarci, non per farci schiavi, ma per farci liberi. In questa libertà ci invita per accompagnarci nel cammino. E’ così. Solo insieme con Gesù, pregandolo e seguendolo troviamo chiarezza di visione e forza di portarla avanti. Egli ci ama definitivamente, ci ha scelti definitivamente, si è donato definitivamente a ciascuno di noi. È il nostro difensore e fratello maggiore e sarà l’unico nostro giudice. Com’è bello poter affrontare le alterne vicende dell’esistenza in compagnia di Gesù, avere con noi la sua Persona e il suo messaggio! Egli non toglie autonomia o libertà; al contrario, irrobustendo la nostra fragilità, ci permette di essere veramente liberi, liberi di fare il bene, forti di continuare a farlo, capaci di perdonare e capaci di chiedere perdono. Questo è Gesù che ci accompagna, così è il Signore! Una parola che a me piace ripetere, perché spesso la dimentichiamo: Dio non si stanca di perdonare. E questo è vero! E’ tanto grande il suo amore, che è sempre vicino a noi. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono, ma Lui perdona sempre, tutte le volte che glielo chiediamo. [...] Non voglio finire senza dire una parola su un problema che vi tocca, un problema che voi vivete nell’attualità: la disoccupazione. E’ triste trovare giovani “né-né”. Cosa significa, questo “né-né”? Né studiano, perché non possono, non hanno la possibilità, né lavorano. E questa è la sfida che comunitariamente tutti noi dobbiamo vincere. Dobbiamo andare avanti per vincere questa sfida! Non possiamo rassegnarci a perdere tutta una generazione di giovani che non hanno la forte dignità del lavoro! Il lavoro ci dà dignità, e tutti noi dobbiamo fare il possibile perché non si perda una generazione di giovani. Sviluppare la nostra creatività, perché i giovani sentano la gioia della dignità che viene dal lavoro. Una generazione senza lavoro è una sconfitta futura per la patria e per l’umanità. Dobbiamo lottare contro questo. E aiutarci gli uni gli altri a trovare una via di soluzione, di aiuto, di solidarietà. 5 luglio 2014

DOMENICA 13 LUGLIO 2014

curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

Direttore responsabile Roberto Piredda Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico, Elio Piras Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Redazione: Francesco Aresu, Federica Bande, Maria Chiara Cugusi, Fabio Figus, Maria Luisa Secchi. Hanno collaborato a questo numero: Tore Ruggiu, Andrea Busia, Alberto Pala, Raffaele Pontis, Chiara Lonis, Emilio Ghiani, Maurizio Piras, Matteo Piano, Valeria Usala, Maria Grazia Pau, Adriano Pilia, Michele Antonio Corona. Per l’invio di materiale scritto e fotografico e per qualsiasi comunicazione fare riferimento all’indirizzo e-mail: settimanaleilportico@gmail.com L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).

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QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI


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