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DOMENICA 20 LUGLIO 2014 A N N O X I N . 29
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Al servizio di Pietro apertura de Il Portico di questa settimana è dedicata a Mons. Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario di Benedetto XVI. La sua esperienza al servizio di Pietro gli consente di essere particolarmente vicino al Papa emerito, al quale è accanto fin dai tempi in cui era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e al suo successore, Papa Francesco. Ordinato Sacerdote il 31 maggio 1984, per l’Arcidiocesi di Freiburg im Breisgau in Germania, Mons. Gänswein è specializzato in Diritto Canonico. Dopo essere stato giudice del Tribunale Diocesano e collaboratore personale dell’Arcivescovo, nel 1995 inizia il suo servizio presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti per passare poi l’anno successivo a quella per la Dottrina della Fede, dove è rimasto fino all’elezione di Ratzinger a Sommo Pontefice. Due anni fa, in occasione del conferimento di un premio, Mons. Gänswein descrisse il suo servizio accanto a Benedetto XVI utilizzando l’esempio del “vetro”: «Più è pulito, più raggiunge il suo scopo. Se si sporca o si rompe rimane un vetro ma non funziona come dovrebbe. Debbo lasciare entrare il sole – disse ancora - e il vetro meno appare meglio è, se non si vede proprio vuol dire che svolge bene il suo lavoro». La collaborazione con Papa Francesco e Benedetto XVI rappresenta per Mons. Gänswein una ricchezza speciale, che gli dona
L’
la possibilità di poter guardare alla vita della Chiesa universale da una prospettiva senza dubbio unica. L’intervista esclusiva che pubblichiamo è stata raccolta da don Marcello Loi in occasione di un incontro per sacerdoti al quale partecipava anche Mons. Gänswein. (rp) Lei ha la grazia particolare di vivere da diversi anni accanto a Joseph Ratzinger. Prendendo spunto dal suo esempio, quali insegnamenti per la vita sacerdotale vuole mettere in luce? Papa Benedetto è un uomo di preghiera, non solo di pensiero, non è solo teologo raffinato. La fonte della sua attività pastorale è stata ed è la preghiera, l’amicizia con il Signore. Per me è stato e continua a essere un esempio quotidiano di amicizia con Cristo, indipendentemente dalle decisioni, dalle critiche accettate o subite. La meta è stata sempre una: qual è la scelta giusta davanti al Signore? Per me il suo esempio quotidiano è un dono del quale sono molto grato e che cerco di imitare ogni giorno. Indipendentemente dall’incarico ecclesiale, ciò che importa è l’amicizia con Gesù, fonte della vita sacerdotale. Come Prefetto della Casa Pontificia collabora strettamente con Papa Francesco mentre continua a stare accanto a Benedetto XVI. Quali sono gli elementi principali di continuità nell’azione dei due Pontefici?
I modi sono diversi. Due personalità, due caratteri, due esperienze e biografie diverse. La diversità è infatti la prima realtà che si percepisce; poi si nota che entrambi cercano di raggiungere lo stesso obiettivo: portare, guidare, le persone a Cristo; rendere possibile, favorire, il contatto dei fedeli con Gesù. Papa Benedetto ha accentuato, per esempio, la necessità del dialogo tra fede e ragione mentre la priorità di Papa Francesco è l’attenzione alle “periferie esistenziali”, cercare la pecora smarrita, i poveri, gli ammalati, gli emarginati. Questa sensibilità viene dalla sua esperienza precedente. Il rischio è che la categoria evangelica di povero venga interpretata come categoria sociologica. Cosa può insegnare alla prassi pastorale delle nostre parrocchie, spesso legata a schemi, progetti, non di rado avulsi dalla realtà, l’andare “fuori dagli schemi” che si percepisce nel modo di agire di Papa Francesco? Molti dei gesti che Papa Francesco compie nelle visite pastorali alle parrocchie di Roma sono tipici, quotidiani, di un parroco che sta con la sua gente. Il Papa sottolinea in questo modo l’importanza della persona del pastore che deve vivere per il suo gregge. Deve “avere l’odore delle pecore”. Deve essere presente nella vita quotidiana del suo gregge. Questo è uno stile che sorprende. Il Papa vuole sorprendere per dare con forza un buon esempio del buon Pastore.
Preghiera per la pace in Terra Santa Esorto le parti interessate e tutti quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale a non risparmiare la preghiera e alcuno sforzo per far cessare ogni ostilità e conseguire la pace desiderata per il bene di tutti. Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Amen. Papa Francesco Angelus, 13 luglio 2014