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SETTIMANALE DIOCESANO
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CAGLIARI
Al servizio di Pietro apertura de Il Portico di questa settimana è dedicata a Mons. Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario di Benedetto XVI. La sua esperienza al servizio di Pietro gli consente di essere particolarmente vicino al Papa emerito, al quale è accanto fin dai tempi in cui era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e al suo successore, Papa Francesco. Ordinato Sacerdote il 31 maggio 1984, per l’Arcidiocesi di Freiburg im Breisgau in Germania, Mons. Gänswein è specializzato in Diritto Canonico. Dopo essere stato giudice del Tribunale Diocesano e collaboratore personale dell’Arcivescovo, nel 1995 inizia il suo servizio presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti per passare poi l’anno successivo a quella per la Dottrina della Fede, dove è rimasto fino all’elezione di Ratzinger a Sommo Pontefice. Due anni fa, in occasione del conferimento di un premio, Mons. Gänswein descrisse il suo servizio accanto a Benedetto XVI utilizzando l’esempio del “vetro”: «Più è pulito, più raggiunge il suo scopo. Se si sporca o si rompe rimane un vetro ma non funziona come dovrebbe. Debbo lasciare entrare il sole – disse ancora - e il vetro meno appare meglio è, se non si vede proprio vuol dire che svolge bene il suo lavoro». La collaborazione con Papa Francesco e Benedetto XVI rappresenta per Mons. Gänswein una ricchezza speciale, che gli dona
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la possibilità di poter guardare alla vita della Chiesa universale da una prospettiva senza dubbio unica. L’intervista esclusiva che pubblichiamo è stata raccolta da don Marcello Loi in occasione di un incontro per sacerdoti al quale partecipava anche Mons. Gänswein. (rp) Lei ha la grazia particolare di vivere da diversi anni accanto a Joseph Ratzinger. Prendendo spunto dal suo esempio, quali insegnamenti per la vita sacerdotale vuole mettere in luce? Papa Benedetto è un uomo di preghiera, non solo di pensiero, non è solo teologo raffinato. La fonte della sua attività pastorale è stata ed è la preghiera, l’amicizia con il Signore. Per me è stato e continua a essere un esempio quotidiano di amicizia con Cristo, indipendentemente dalle decisioni, dalle critiche accettate o subite. La meta è stata sempre una: qual è la scelta giusta davanti al Signore? Per me il suo esempio quotidiano è un dono del quale sono molto grato e che cerco di imitare ogni giorno. Indipendentemente dall’incarico ecclesiale, ciò che importa è l’amicizia con Gesù, fonte della vita sacerdotale. Come Prefetto della Casa Pontificia collabora strettamente con Papa Francesco mentre continua a stare accanto a Benedetto XVI. Quali sono gli elementi principali di continuità nell’azione dei due Pontefici?
I modi sono diversi. Due personalità, due caratteri, due esperienze e biografie diverse. La diversità è infatti la prima realtà che si percepisce; poi si nota che entrambi cercano di raggiungere lo stesso obiettivo: portare, guidare, le persone a Cristo; rendere possibile, favorire, il contatto dei fedeli con Gesù. Papa Benedetto ha accentuato, per esempio, la necessità del dialogo tra fede e ragione mentre la priorità di Papa Francesco è l’attenzione alle “periferie esistenziali”, cercare la pecora smarrita, i poveri, gli ammalati, gli emarginati. Questa sensibilità viene dalla sua esperienza precedente. Il rischio è che la categoria evangelica di povero venga interpretata come categoria sociologica. Cosa può insegnare alla prassi pastorale delle nostre parrocchie, spesso legata a schemi, progetti, non di rado avulsi dalla realtà, l’andare “fuori dagli schemi” che si percepisce nel modo di agire di Papa Francesco? Molti dei gesti che Papa Francesco compie nelle visite pastorali alle parrocchie di Roma sono tipici, quotidiani, di un parroco che sta con la sua gente. Il Papa sottolinea in questo modo l’importanza della persona del pastore che deve vivere per il suo gregge. Deve “avere l’odore delle pecore”. Deve essere presente nella vita quotidiana del suo gregge. Questo è uno stile che sorprende. Il Papa vuole sorprendere per dare con forza un buon esempio del buon Pastore.
Preghiera per la pace in Terra Santa Esorto le parti interessate e tutti quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale a non risparmiare la preghiera e alcuno sforzo per far cessare ogni ostilità e conseguire la pace desiderata per il bene di tutti. Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Amen. Papa Francesco Angelus, 13 luglio 2014
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IL PORTICO DEL TEMPO
IL PORTICO
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
Immigrazione. Il difficile cammino verso una soluzione per le migliaia di persone in cerca di fortuna nel Continente Europeo.
Migranti, un dramma senza fine
Migranti sbarcati in Sicilia.
MARIA CHIARA CUGUSI
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condo le stime del Viminale 20mila, soprattutto siriani, hanno proseguito il viaggio verso il Nord Europa, mentre 50mila sono rimasti nel nostro territorio. Per assisterli, dall’inizio di ‘Mare Nostrum’ (operazione varata nell’ottobre 2013) l’Italia ha speso 600 milioni di euro. La rete dei centri di accoglienza era intasata già all’inizio dell’anno; così, il Ministero dell’Interno ha dato il via libera all’allestimento di trecento nuove strutture, i cosiddetti Cas (centri di accoglienza straordinaria), per la metà situati tra Sicilia, Calabria e Puglia. Pochi giorni fa, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha sottolineato che «Mare Nostrum è un’operazione a tempo». E ha ag-
L PROBLEMA dell’immigrazione si sta aggravando e altre tragedie si sono susseguite a un ritmo incalzante». Ecco perché «le istituzioni competenti, specialmente a livello europeo» devono essere «più coraggiose e generose nel soccorso ai profughi». A un anno dalla sua storica visita a Lampedusa (svoltasi l’8 luglio 2013), Papa Francesco, nel messaggio inviato nei giorni scorsi all’Arcivescovo di Agrigento Mons. Francesco Montenegro, non esita a lanciare un appello contro un dramma ‘che sembra senza fine’: «Il nostro cuore fa fatica ad accettare la morte di questi nostri fratelli e sorelle che affrontano viaggi estenuanti per fuggire da drammi, povertà, guerre, conflitti spesso legati a politiche internazionali», ha scritto il Santo Padre. Un problema che deve essere affrontato «non ONTINUA L’IMPEGNO della Chiesa sarda a favore con la logica dell’indifferenza», ma dei migranti. con quella «dell’ospitalità e della La Caritas diocesana è impegnata in prima licondivisione al fine di tutelare e nea nell’animare e coordinare il territorio, ponendosi promuovere la dignità e la centra- come punto di riferimento per la Prefettura, la Quelità di ogni essere umano». stura e le altre realtà locali, e promuovendo modalità Da quel giorno, dunque, nulla è di accoglienza a misura d’uomo, che non superano cambiato. Nonostante l’operazio- le 20 unità. ne ‘Mare Nostrum’ - con le navi Alla base, un’attenzione costante alle esigenze non della Marina italiana che intercet- solo materiali, ma anche spirituali, attraverso un’atano le barche di profughi a largo, zione quotidiana di ascolto e orientamento, e grazie traendoli in salvo e portandoli in alla collaborazione delle parrocchie. Sicilia, - negli ultimi mesi sono ri- Venti i giovani beneficiari del progetto San Fulgenzio, presi gli sbarchi a Lampedusa. So- nell’ambito dello SPRAR (Servizio di protezione per lo nel primo weekend di luglio le richiedenti asilo e rifugiati), portato avanti dalla Canavi della Marina militare hanno ritas diocesana in collaborazione con il Comune di soccorso oltre 2600 migranti pro- Quartu. venienti da Eritrea, Congo, Sudan, A loro vengono garantiti corsi di alfabetizzazione di Algeria. Dall’inizio dell’anno sono lingua italiana, insieme all’associazione Cosas, mesbarcati quasi 70 mila profughi. Se- diazione culturale, assistenza legale, sanitaria (gra-
giunto che gli Stati UE «hanno ribadito la volontà di contrastare fermamente l’immigrazione illegale e avviare un’azione comune sempre più forte nei confronti dei Paesi africani per prevenire le partenze». Riguardo all’attivazione di Frontex (l’Agenzia europea per le frontiere esterne) nel Mediterraneo per presidiare le frontiere, il Commissario agli affari interni UE Cecilia Malmström ha puntualizzato: «Frontex è un’agenzia piccola. Può fare molto, ma non ha i mezzi per sostituire completamente ‘Mare Nostrum’, a meno che tutti gli stati membri contribuiscano». Ecco perché il Commissario europeo e il Ministro italiano si siederanno attorno a un ta-
volo per individuare l’apporto concreto che l’Agenzia europea potrà dare in termini di mezzi e uomini. L’obiettivo è ridimensionare gradualmente ‘Mare Nostrum’, a favore di un’operazione ‘più europea’, in modo da contare su maggiori contributi degli Stati membri. Nei giorni scorsi, durante la presentazione a Bruxelles del rapporto annuale dell’Easo (Ufficio europeo di sostegno all’asilo), lo stesso Commissario aveva assicurato: «Stiamo rivolgendo un appello agli stati per la ripartizione dei rifugiati e siamo impegnati con i paesi terzi per cooperare nella gestione dei flussi migratori». Il Rapporto dell’Easo rivela che l’Italia nel 2013 è stata tra i primi cinque paesi della UE per numero di richieste d’asilo ricevute; al primo posto, la Germania con oltre 126.705 richieste (con un incremento del 64% rispetto al 2012); quinta l’Italia con 27.930 richieste, zie allo Studio medico Polispecialistico della Caritas aumentate del 61% in un anno, e diocesana) e psicologica (presso il Centro d’ascolto provenienti soprattutto da Nigeria, Somalia ed Eritrea. Dall’inizio per stranieri Kepos). Un progetto promosso nell’ambito della più ampia del 2014, si evidenzia una contirete nazionale coordinata dal Servizio centrale del nua crescita dei rifugiati siriani, olMinistero dell’Interno e dall’Anci, grazie all’espe- tre a un aumento sostanziale derienza già maturata dalla Caritas diocesana negli gli eritrei. Intanto, nei giorni scoranni passati, e, in particolare, durante la cosiddetta si, è stata pubblicata la dettagliata ‘ENA’ (Emergenza Nord Africa), con l’accoglienza (e molto critica) nota dell’OCSE di circa 250 migranti (dei 600 complessivi arrivati (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico) nell’Isola nel 2011). Inoltre, una quarantina di migranti, arrivati nell’Isola sull’integrazione degli immigrati a partire dallo scorso maggio e provenienti da Ma- in Italia che parla di sfruttamento, rocco, Pakistan, Nigeria, Ciad, Ghana, Gambia, Ma- lavoro in nero, bassa qualificazioli, Sudan, Siria e Palestina, sono accolti in alcune ne, fondi dispersi o non utilizzati, abitazioni gestite dalla cooperativa Il Sicomoro, in- piani fallimentari e burocrazia ecsieme alla Caritas diocesana, nell’ambito della cessiva, che lascia decine di mi‘emergenza Mare Nostrum’: una ‘accoglienza straor- gliaia di immigrati regolari (e con dinaria’ che coinvolge anche la Prefettura di Ca- contratto) in attesa del permesso di soggiorno. gliari.
La Chiesa accanto agli stranieri
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IL PORTICO DEL TEMPO
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
Regione. Pigliaru e Demuro presentano le loro proposte per favorire l’efficienza.
Riformare la “macchina” regionale: un traguardo davvero possibile? RAFFAELE PONTIS PER Cagliari, qualsiasi persona si può fare un’idea di cosa sia la Regione Sardegna ed il suo apparato. Passando nel triangolo d’oro compreso tra Piazzale Trento, Via Santa Gilla e Viale Trieste-Via Roma sembra di essere nel Centro Direzionale Ministeriale della Capitale di un Paese del G8. E invece no, siamo nel Centro Direzionale della Regione Sardegna. Inoltre, a chi è capitato di entrare all’assessorato agli Enti Locali avrà avuto l’impressione di entrare alla Farnesina o in qualche altro Ministero, soprattutto quando si arriva alle stanze dei bottoni. Qualche giorno fa L’Assesore agli Affari Generali GianMario Demuro rilasciando un’intervista, ha fornito un po’ di numeri sulla macchina burocratica della Regione Sardegna. Numeri impressionanti se paragonati alla popolazione sarda e ancor più impressionanti se paragonati alla popolazione lavorativa ed al tessuto economico sardo. La Regione Sardegna conta 12 assessorati e 41 società partecipate, nonché 11 fra enti e agenzie. Una organizzazione che tra dipendenti diretti ed indiretti conta circa 13 mila dipendenti, comprensivi di circa 6.651 dipendenti della forestale, superiori addirittura al numero dei forestali del Canada, che
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IRANDO
Gli uffici della Regione Sardegna in viale Trento a Cagliari.
notoriamente presenta un superficie boschiva leggermente superiore a quella sarda. È con questi numeri che si dovrebbe scontrare la Riforma Demuro. Il disegno di legge reca disposizioni in materia di organizzazione della Regione attraverso la razionalizzazione delle Direzioni Generali sia negli Assessorati, sia nella Presidenza. Ciò che rileva particolarmente è la nascita di una struttura di coordinamento fra le varie Direzioni Generali al fine di garantire l’unitarietà dell’azione amministrativa capace di mettere a sistema istanze diverse provenienti dal potere politico e da quello puramente amministrativo. Aspetto fondamentale sarà la de-
finizione e armonizzazione della Pianta organica dell’amministrazione regionale, degli Enti e delle Agenzie con il Piano Triennale del fabbisogno del personale in modo da riorganizzare le dotazioni degli uffici e la razionalizzazione dei processi. Legato a questo sarà l’introduzione di processi di mobilità tali da poter riequilibrare gli organici. Inoltre verranno soppresse le posizioni dirigenziali di ricerca e di studio per creare unità ad hoc per il conseguimento di obiettivi specifici. La Riforma Demuro è di fatto una proposta che ha come obiettivo quello di cambiare struttura e processi della macchina regionale. Vi è però una riforma ancor più im-
portante di quella Demuro e dovrebbe partire dalla classe politica al Governo della nostra Regione. Ridurre le competenze e gli interessi diretti della Regione in campo economico ed amministrativo. Prima di tutto la Regione dovrebbe ridurre la propria presenza in campo economico, attraverso un parziale abbandono di tutti gli interessi diretti ed indiretti gestiti oggi attraverso agenzie ed enti. In particolare, ricordiamo bene come il Governo Monti si era posto come obiettivo l’ eliminazione delle società in house di Regioni e Comuni e vediamo bene oggi, come quell’intento sia stato praticamente risucchiato dalla palude dalla burocrazia stessa. Nella Regione Sardegna troviamo una società in house come Sardegna.it. che assorbe risorse non indifferenti, oppure società come il Bic Sardegna o l’INSAR che sono dei carrozzoni che divorano risorse con stipendi e consulenze che qualsiasi studio medio di consulenti aziendali potrebbe fornire con costi assolutamente non paragonabili. Insomma la vera riforma sarà l’alleggerimento della macchina Regionale. Insomma il giorno in cui passeremo nel triangolo d’oro e vedremo quei palazzi occupati da società private isolane e perché no, da multinazionali, forse avremo capito di aver raggiunto l’obiettivo.
Il dialogo difficile tra Israele e Palestina Sempre più compromesso il rapporto tra i due Stati I. P.
continua evoluzione che mostra il lato peggiore della vicenda israelo - palestinese. L’escalation del conflitto in Terra Santa, con centinaia di vittime innocenti, mostra ancora una volta la debolezza e l’indifferenza delle grandi potenze e la malvagità dei cuori degli estremisti sia ebrei che arabi. Il coraggiosissimo gesto di Papa Francesco delle scorse settimane, quando ha convocato Abu Mazen e Peres in Vaticano, ha evidentemente ha messo in allarme i fondamentalisti di entrambe le parti: prima il rapimento e l’uccisione dei tre giovani ebrei e poi l’omicidio del giovane palestinese sono stati il pretesto per rinfocolare le anime più estremiste, le quali hanno fatto pressione sui rispettivi politici, fino a scatenare quello che in molti definiscono uno
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NA SITUAZIONE IN
scenario da Apocalisse. Ogni ora che passa cresce da entrambe le parti la rabbia e la voglia di vendetta. Un po’ come se la “Bestia” dell’Apocalisse fosse stata svegliata e si stesse muovendo ora da una parte ora dall’altra: nel mezzo ci sono vittime innocenti, bambini, uomini e donne di entrambe le parti la cui unica colpa è quella di trovarsi ora a Gaza e nei territori occupati, ora nella città ebraiche. Eppure ci sono decine di testimonianze che dimostrano come l’odio sia fomentato più dai grandi che dalle persone comuni, impegnate ogni giorno nel vivere in pace. Ora che i muri si sono alzati resta come, ha detto Papa Francesco domenica scorsa all’Angelus, la preghiera, costante e collettiva, per chiedere il dono della pace. Tra i detrattori del Pontefice c’è chi l’ha definito uno sprovveduto, perché non avrebbe dovuto invitare in Vaticano i due leader me-
Bombardamenti israeliani su Gaza.
diorientali. Chi dice questo è certamente tra i sostenitori dei radicalismi arabi o ebrei, quegli stessi che oggi continuano ad gettare benzina sul fuoco, mentre il resto del mondo fa da spettatore: i giornalisti fanno la conta dei caduti e i politici alla guida di grandi Paesi non sanno andare oltre le parole di circostanza. Fonti locali riferiscono che la polizia avesse già individuato i rapitori dei tre giovani ebrei ben prima del loro arresto. Il ritardo è stato voluto, perché bisognava passare all’azione militare, opzione che serve a chi vende armi (Usa, Russia, Cina solo per fare alcuni nomi)
e ai due contendenti per mostrare i muscoli. “Se vuoi la pace, prepara la pace” è stato scritto. Papa Benedetto XV aveva definito la prima Guerra Mondiale “l’inutile strage”. Basterebbero questi due concetti per comprendere l’assurdità di una vicenda che mostra come la discussione di guerra giusta e ingiusta sia pretestuosa, perché i mezzi bellici sterminano rei e innocenti. Pio XII alla vigilia del secondo conflitto mondiale in un radio messaggio ammoniva: “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”. Non resta che pregare.
IL PORTICO
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il fatto SCALFARI E PAPA FRANCESCO
Uno strano “portavoce” Ci risiamo. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, si potrebbe affermare citando l’adagio popolare. Stiamo parlando di Eugenio Scalfari che, dopo una lunga carriera giornalistica, pare proprio volersi ritagliare il ruolo di “portavoce”, addirittura del Santo Padre. C’è però un piccolo particolare che trascura nella missione di “portavoce” che si è dato: manca la “materia prima”, cioè la voce del Papa. Domenica 13 luglio i lanci di agenzia riportavano le frasi che provenivano da una nuova “intervista” concessa da Papa Francesco a Eugenio Scalfari. I temi erano di quelli che conquistano con facilità la prima pagina: pedofilia nel clero, condanna della mafia, il celibato sacerdotale da rivedere e via di questo passo. L’unico neo è che ancora una volta il “portavoce” ha lavorato un po’ troppo di fantasia, così come era avvenuto in occasione della sua assai reclamizzata intervista dello scorso 1 ottobre. Anche questa volta le parole attribuite al Pontefice, e messe tra virgolette, non corrispondono a quanto è stato pronunciato effettivamente. Evidentemente a Scalfari sta stretto il ruolo di “portavoce”, vuole essere proprio la “voce” e non potendo cambiare il pensiero del Papa cerca lui di attribuirgliene uno nuovo e originale. A proposito dell’intervista comparsa domenica scorsa su La Repubblica il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, ha affermato in una nota: «Come già in precedenza in una circostanza analoga, bisogna far notare che ciò che Scalfari attribuisce al Papa, riferendo “fra virgolette” le sue parole, è frutto della sua memoria di esperto giornalista, ma non di trascrizione precisa di una registrazione e tantomeno di revisione da parte dell’interessato, a cui le affermazioni vengono attribuite. Occorre ribadire con forza quanto già si era detto in occasione di una precedente “intervista” apparsa su Repubblica, cioè che le singole espressioni riferite, nella formulazione riportata, non possono essere attribuite con sicurezza al Papa». Sempre Lombardi si è anche chiesto se non si tratti di «una manipolazione per lettori ingenui». Evidentemente rimane sempre valido quanto scrisse Giampaolo Pansa nel suo libro dedicato al giornale fondato dal “portavoce”, La Repubblica di Barbapapà. Di Scalfari metteva in luce la «marmorea noncuranza mostrata nel piegare i fatti, e la loro memoria, a vantaggio di se stesso. Sino al punto di alterare la verità». Basterebbe poco per evitare questo tipo di errori: un piccolo registratore e l’onestà di riportare con chiarezza quanto detto dall’intervistato. Ma tutto questo forse è troppo banale per uno come Eugenio Scalfari. (rp)
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IL PORTICO
IL PORTICO DEL TEMPIO
Il Papa. L’invito ad impegnarsi per costruire un’economia che metta al centro l’uomo.
“Noi siamo il terreno dove il Signore getta di continuo il seme della Parola” ROBERTO PIREDDA LL’ANGELUS IL SANTO Padre si è soffermato sul Vangelo domenicale che presentava la parabola del seminatore, che «senza risparmio getta la sua semente su ogni tipo di terreno». Il Papa ha mostrato l’attualità della parabola: «Ci ricorda che noi siamo il terreno dove il Signore getta instancabilmente il seme della sua Parola e del suo amore. Con quali disposizioni lo accogliamo? E possiamo porci la domanda: com’è il nostro cuore? A quale terreno assomiglia: a una strada, a una pietraia, a un roveto? Dipende da noi diventare terreno buono senza spine né sassi, ma dissodato e coltivato con cura, affinché possa portare buoni frutti per noi e per i nostri fratelli». Ogni persona è poi chiamata anche ad essere un “seminatore”: «che tipo di seme esce dal nostro cuore e dalla nostra bocca? Le nostre parole possono fare tanto bene e anche tanto male; possono guarire e possono ferire; possono incoraggiare e possono deprimere. Ricordatevi: quello che conta non è ciò che entra, ma quello che esce dalla bocca e dal cuore». Al termine della preghiera dell’Angelus il Papa ha rivolto un forte appello per la pace in Terra Santa: «Ho ancora nella memoria il vivo ricordo dell’incontro dell’8 giugno scorso con il Patriarca Bartolomeo, il Presidente Peres e il Presidente Abbas, insieme ai quali abbiamo invocato il
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L’ANGELUS
dono della pace e ascoltato la chiamata a spezzare la spirale dell’odio e della violenza. Qualcuno potrebbe pensare che tale incontro sia avvenuto invano. Invece no! La preghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né rassegnarci a che la violenza e l’odio prendano il sopravvento sul dialogo e la riconciliazione. Esorto le parti interessate e tutti quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale a non risparmiare la preghiera e a non risparmiare alcuno sforzo per far cessare ogni ostilità e conseguire la pace desiderata per il bene di tutti». Sempre dopo l’Angelus il Pontefice ha ricordato al “Domenica del Mare”, legata al mondo dei marittimi e all’Apostolato del Mare. In settimana Papa Francesco nella Cappella della Casa Santa Marta in
modello perfetto di questa terra buona è la Vergine Maria. Questa parabola parla oggi a ciascuno di noi, come parlava agli tato a presentare la parabola, l’ha ascoltatori di Gesù duemila anni anche spiegata ai suoi discepoli. fa. Ci ricorda che noi siamo il terLa semente caduta sulla strada in- reno dove il Signore getta instandica quanti ascoltano l’annuncio cabilmente il seme della sua Parodel Regno di Dio ma non lo accol- la e del suo amore. Con quali digono; così sopraggiunge il Mali- sposizioni lo accogliamo? E posgno e lo porta via. Il Maligno in- siamo porci la domanda: com’è il fatti non vuole che il seme del Van- nostro cuore? A quale terreno asgelo germogli nel cuore degli uo- somiglia: a una strada, a una piemini. traia, a un roveto? Dipende da noi Questo è il primo paragone. Il se- diventare terreno buono senza spicondo è quello del seme caduto sul- ne né sassi, ma dissodato e coltile pietre: esso rappresenta le per- vato con cura, affinché possa porsone che ascoltano la parola di Dio tare buoni frutti per noi e per i noe l’accolgono subito, ma superficialmente, perché non hanno radici e sono incostanti; e quando arrivano le difficoltà e le tribolazioni, queste persone si abbattono subito. Il terzo caso è quello della semente caduta tra i rovi: Gesù spiega che si riferisce alle persone che ascoltano la parola ma, a causa delle preoccupazioni mondane e della seduzione della ricchezza, rimane soffocata. Infine, la semente caduta sul terreno fertile rappresenta quanti ascoltano la parola, la accolgono, la custodiscono e la comprendono, ed essa porta frutto. Il
Accogliere la voce di Dio l Vangelo di questa domenica (Mt 13,1-23) ci mostra Gesù che predica sulla riva del lago di Galilea, e poiché una grande folla lo circonda, Lui sale su una barca, si allontana un poco da riva e predica da lì. Quando parla al popolo, Gesù utilizza molte parabole: un linguaggio comprensibile a tutti, con immagini tratte dalla natura e dalle situazioni della vita quotidiana. La prima che racconta è un’introduzione a tutte le parabole: è quella del seminatore, che senza risparmio getta la sua semente su ogni tipo di terreno. E il vero protagonista di questa parabola è proprio il seme, che produce più o meno frutto a seconda del terreno su cui è caduto. I primi tre terreni sono improduttivi: lungo la strada la semente è mangiata dagli uccelli; sul terreno sassoso i germogli seccano subito perché non hanno radici; in mezzo ai rovi il seme viene soffocato dalle spine. Il quarto terreno è il terreno buono, e soltanto lì il seme attecchisce e porta frutto. In questo caso, Gesù non si è limi-
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Vaticano, ha celebrato la Santa Messa alla quale hanno partecipato alcune persone vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero, con alcuni famigliari e accompagnatori e con i membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Nell’omelia il Santo Padre ha richiamato la gravità assoluta del comportamento che alcuni uomini di Chiesa hanno avuto: «L’infanzia — lo sappiamo tutti — è un tesoro. Il cuore giovane, così aperto di speranza, contempla i misteri dell’amore di Dio e si mostra disposto in una maniera unica ad essere alimentato nella fede. Oggi il cuore della Chiesa guarda gli occhi di Gesù in questi bambini e bambine e vuole piangere. Chiede la grazia di piangere di fronte a questi atti esecrabili di abuso perpetrati
contro i minori. Atti che hanno lasciato cicatrici per tutta la vita». «Non c’è posto – ha proseguito il Papa - nel ministero della Chiesa per coloro che commettono abusi sessuali; e mi impegno a non tollerare il danno recato a un minore da parte di chiunque, indipendentemente dal suo stato clericale. Tutti i vescovi devono esercitare il loro servizio di pastori con somma cura per salvaguardare la protezione dei minori e renderanno conto di questa responsabilità. Per tutti noi vale il consiglio che Gesù dà a coloro che danno scandalo, la macina da molino e il mare (cfr Mt 18, 6)». Nei giorni scorsi il Pontefice ha incontrato i partecipanti al Seminario internazionale dedicato alla proposta di un’economia inclusiva contenuta nell’Evangelii gaudium. A loro ha ricordato il rischio del riduzionismo antropologico che finisce per dimenticare la dignità della persona umana: « Quando l’uomo perde la sua umanità, che cosa ci aspetta? Avviene quello che a me viene di dire in un linguaggio comune: una politica, una sociologia, un atteggiamento "dello scarto": si scarta quello che non serve, perché l’uomo non è al centro. E quando l’uomo non è al centro, c’è un’altra cosa al centro e l’uomo è al servizio di quest’altra cosa. L’idea è quindi salvare l’uomo, nel senso che torni al centro: al centro della società, al centro dei pensieri, al centro della riflessione».
stri fratelli. E ci farà bene non dimenticare che anche noi siamo seminatori. Dio semina semi buoni, e anche qui possiamo porci la domanda: che tipo di seme esce dal nostro cuore e dalla nostra bocca? Le nostre parole possono fare tanto bene e anche tanto male; possono guarire e possono ferire; possono incoraggiare e possono deprimere. Ricordatevi: quello che conta non è ciò che entra, ma quello che esce dalla bocca e dal cuore. La Madonna ci insegni, con il suo esempio, ad accogliere la Parola, custodirla e farla fruttificare in noi e negli altri. (13 luglio 2014)
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
pietre IN IRAQ
La Chiesa assiste i rifugiati musulmani Nella città di Kirkuk, la Chiesa è intensamente impegnata nell'assistenza ai rifugiati – in larghissima maggioranza musulmani - fuggiti da Mosul e dai villaggi finiti sotto il controllo degli insorti sunniti, nel nord dell'Iraq. Fonti locali riferiscono che tutte le risorse economiche messe in campo dalla Chiesa caldea vengono destinate alla distribuzione quotidiana di pacchi viveri a più di 500 nuclei familiari di sfollati, ospitati in moschee, scuole, centri sportivi, ostelli. Le famiglie cristiane giunte a Kirkuk dopo l'offensiva delle milizie degli insorti – guidate dai jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL) – sono meno di cinquanta. CENTRAFRICA
Uccise 17 persone rifugiatesi in Cattedrale Sono almeno 17 i morti tra gli sfollati rifugiatisi all’interno del comprensorio della Cattedrale SaintJoseph di Bambari: sono stati uccisi nell’assalto perpetrato dai ribelli Seleka. Lo riferiscono fonti della Chiesa nella Repubblica Centrafricana, che per motivi di sicurezza hanno richiesto l’anonimato. I ribelli avrebbero anche depredato gli sfollati e saccheggiato il complesso della Cattedrale, che comprende l’Episcopio e una scuola. A Bambari si fronteggiano gli ex ribelli Seleka e le milizia anti Balaka. Nonostante la presenza in città delle truppe francesi, almeno 12.000 persone hanno cercato rifugio nel complesso della Cattedrale per sfuggire alle violenze. LAOS
Pressioni su cristiana per farla abiurare Il capo di un villaggio, nella provincia di Savannakhet, e un funzionario governativo hanno intimato a una donna cristiana di abiurare la fede, altrimenti verrà cacciata dal villaggio e la sua terra sarà confiscata. La donna aveva annunciato Cristo ad un’amica deceduta nel villaggio dopo una lunga. Dopo il decesso, le autorità hanno accusato cinque leader cristiani di aver ucciso la signora, somministrandole un farmaco che ne avrebbe causato la morte. Si tratta però di un’accusa del tutto falsa, in quanto i cinque leader di comunità limitrofe si erano recati dalla donna solo per darle il conforto della preghiere in vista del trapasso. I cinque sono stati arrestati con l’accusa di omicidio : in tal modo le comunità cristiane di zona sono state “decapitate”. Funzionari governativi hanno anche fermato il funerale cristiano, autorizzando solo un rito buddista.
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
IL PORTICO DEI GIOVANI
IL PORTICO
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Pastorale giovanile. Una grande partecipazione di bambini ha accompagnato l’edizione 2014 dell’Oratorio estivo.
Essere “dimora” per accogliere tutti i fratelli: un programma di vita per i ragazzi di Senorbì VALENTINA DESSÌ
ABITARE VERO È riuscire a trovare o a creare un posto un cui stare bene.” Secondo banco di prova per l'Oratorio Santa Barbara di Senorbì, secondo anno consecutivo in cui la sfida di farsi dimora estiva per i più piccoli viene accolta e vinta. È tuttavia già dal 2011 che il termine CreGrest entra a far parte del vocabolario degli animatori del paese, ritagliandosi nel loro cuore un posto privilegiato. L'eredità del CreGrest, dopo l’opera di avvio di don Alberto Pistolesi, è passata nelle mani del nuovo parroco, Don Nicola Ruggeri, che sposa l'idea e azzarda con successo il grande passo avanti: da qualche Domenica a tema, “L'Estate ragazzi Everybody”diventa piena e intensissima settimana. La partecipazione è imponente, l'entusiasmo contagioso, le difficoltà d'esordio affrontate e arginate. La formula funziona: mente e cuore fantasticano presto sul bis, che non tarda ad arrivare. Il Cre senorbiese si è appena concluso e c'è già chi, dal suo scarso metro d'altezza, domanda impaziente “L'anno prossimo lo rifaremo, vero?” e chi invece, con la certezza bambina di un futuro prospero del Grest, calcola su due piedi , in base alla sua età, il numero di avventure estive in Oratorio che l'attendono: “Mi sono fatta i calcoli e prossimamente potrò fare altri
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sette Cre e non vedo l'ora! E poi anch'io farò l'animatrice!” Il “Piano Terra” dell'Oratorio Santa Barbara, ha visto la partecipazione di oltre 140 ragazzi. Presenza importante dunque, da curare e accogliere nel miglior modo possibile, affinché ciascun iscritto possa sentirsi a casa, stavolta ancor di più. Impegno, tempo, fatica, fantasia, passione: tutti elementi che parroco e animatori, già mesi prima delle date stabilite (7-12 luglio) mettono a disposizione per gli innumerevoli preparativi. Ma non sono soli. Un supporto eccezionale e immancabile deriva dai genitori dei bimbi, discreti, fiduciosi, pronti a soccorrere laddove occorre, senza mai invadere, mamme cuoche attente ad
ogni esigenza, papà tuttofare. “Guardiamo i nostri figli - ha detto un genitore - e ci piace pensare ai giorni trascorsi come a dei piccoli mattoncini che posti l'uno sull'altro, di volta in volta, hanno del loro cuore costruito pareti solide, ne hanno fatto “casa” nella quale imparare insieme ad abitare. Resta impressa la gioia dei bambini e di tutta la comunità, lo stupore dei passanti, la felicità di chi si è impegnato per realizzare una settimana che è stata festa, la gratitudine di noi genitori verso chi ha amato e coccolato ognuno dei nostri piccoli.” Una settimana di festa dunque, ricchissima, ideata in modo tale da riservare adeguato spazio a preghiera, divertimento, confronto.
Giornate ben scandite, inaugurate dal “Buongiorno Gesù”. A Lui che bambini e ragazzi rivolgono intenzioni, offrono impegni, dicono Grazie e affidano speranze. Seguono per il resto della mattinata i laboratori, alternati per squadra, secondo calendario: sotto l'occhio vigile e direttivo dell' “animatore master” c'è chi balla, chi scatena la propria creatività con tempere, brillantini, pennelli e compiaciuto afferma “Imbrattarsi di colori è la cosa più divertente del mondo!” Chi invece, come la piccola Marika, 6 anni, preferisce lo sport: “E' bellissimo, si corre e si allenano i muscoli!” Ma non solo. Rossi, verdi, celesti, gialli e arancioni hanno per davvero costruito casa, trave
Il CreGrest 2014
dopo trave, nonché addolcito il CreGrest con ciambelle, pizze, crostate, cucinate con le loro mani e poi gustate. Dopo la breve pausa pranzo con mamma e papà, alle 17 la festa riprende e la sfida si accende. Parco comunale, piazza, palestra, campo sportivo: ogni sera il Grest abita un posto del paese diverso, con giochi a tema e non, tradizionali o avventurosi, sempre nuovi e coinvolgenti. L'anfiteatro del Parco Santa Mariedda sabato 12, pullula di colori, esplode di vita, emana emozioni. La Messa conclusiva è il primo grande Grazie della serata. Grazie scolpiti sui volti, sciolti nelle lacrime, scritti su carta e affidati al vento, volati dal Piano Terra a quel Cielo che è ancora casa. Come casa è il CreGrest, in ogni sua sfumatura “E' Amore, è mettersi in gioco, è gioia nell'insegnare la lealtà, il rispetto, la tenacia, l'uguaglianza. E' dare tutta te stessa e ricevere di più” condivide emozionata Laura. Ma è anche famiglia, aggiunge Eleonora “Ci siamo voluti bene, ci avete voluto bene, siamo stati una famiglia aldilà delle squadre”. Un grazie particolare arriva infine in musica, composta e regalata a chi nel Cre ha creduto “Abbiamo iniziato le prove il 28 maggio e il testo l'abbiamo scritto col cuore” racconta Luca, vice animatore “Come dice la canzone «Quando mi sorridono i bambini è una grande soddisfazione», guardo il loro faccino e mi dico: ce l'ho fatta! Ho reso un bambino felice”.
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IL PORTICO
IL PORTICO DEI GIOVANI
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
Pastorale giovanile. Si è svolta la quarta edizione del Grest proposto dalla Parrocchia guidata da don Roberto.
A San Vito continua l’impegno per i giovani attraverso l’attività dell’oratorio estivo Oltre cento bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni hanno partecipato all’attività estiva. Il tema proposto era legato all’ospitalità e all’accoglienza FEDERICA BANDE
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A NOSTRA DIOCESI è gran-
de, e nei scorsi numeri per ciò che riguarda le attività estive in corso nelle comunità parrocchiali che la compongono, la parrocchia di Sant'Elena di Quartu prima, seguita da quella del Santissimo Crocifisso di Cagliari dopo ed infine Santa Maria Maddalena di Ballao, ci hanno raccontato e dimostrato come sul nostro territorio sia in atto un notevole sviluppo nell'impegno dei sacerdoti nel creare dei luoghi di incontro dedicati ai ragazzi. La tappa di questa settimana è la parrocchia di San Vito Martire di San Vito, nella quale è in corso il CreGrest "PianoTerra". Don Roberto Maccioni con una squadra formata da ben 40 giovani animatori, sono impegnati nello svolgimento di questa esperienza che durerà ben quattro settimane. Per San Vito non è però la prima esperienza di Grest, infatti per l'oratorio san vitese sarà la quarta esperienza di questo tipo che
accomuna ormai diverse realtà parrocchiali a livello diocesano, e che nell'oratorio di don Roberto quest'anno conta la partecipazione di 100 bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 ed i 14 anni. La risposta dei giovani è stata importante, ma per l'oratorio di San Vito Martire non è stato un problema perchè la riuscità del progetto è stata possibile grazie alla presenza attiva di 40 animatori, che donando il loro tempo, sostengono questo importante progetto e si impegnano affinchè i bambini del Grest trascorrano del tempo divertendosi. Il tutto infatti si svolge come fosse un grande gioco diluito in 4 settimane, nelle quali i bambini, di-
visi in squadre, partecipano a laboratori, giochi e momenti di preghiera. Il tema del CreGrest 2014 è la casa e quindi l'abitare, e la parrocchia di San Vito in questo periodo è sicuramente casa per i ragazzi del Grest, ma lo è anche nell'ospitare qualcuno che non sia della parrocchia attraverso l'iniziativa del gemellaggio con la comunità parrocchiale di Santa Maria Maddalena di Ballao. Don Andrea Piseddu e don Roberto hanno creato degli appuntamenti in cui un oratorio ospita per una intera giornata i ragazzi e gli animatori dell'altro, integrandoli nelle diverse squadre per vivere insieme le attività della gior-
nata. Un bellissimo esempio di integrazione e comunicazione a livello diocesano, che mostra la bellezza del condividere un progetto comune. Nel programma del Grest sanvitese oltre al gemellaggio con la parrocchia di Ballao, sono previste delle gite, ed il coinvolgimento del paese attraverso delle attività itineranti e anche culturali come per esempio il giro delle diverse chiese della zona, ma novità ancora più importante è il Grest per i più piccoli. Generalmente infatti quella del Cre è un'esperienza dedicata ai bambini dalle elementari in poi, ma don Roberto una volta alla settimana, con la collaborazione del-
L’estate ragazzi a San Vito
le suore della Sacra Famiglia, organizza un "mini grest" per i bambini più piccoli, in modo che anche loro possano iniziare a gustare la vita oratoriale. Questa grande macchina dell'oratorio non si muove da sola ma può contare sul sostegno dell'ANSPI che collabora e anima l'oratorio non solo per ciò che riguarda le attività estive ma durante tutto l'anno. Le quattro settimane del Grest si concluderanno il 25 luglio con una grande festa finale all'aperto, in cui verrà premiata la squadra vincitrice e per l'occasione ci saranno delle piscine che consentiranno di festeggiare questa bella esperienza nel migliore dei modi. Alla base di tutto questo impegno c'è chiaramente il forte desiderio di creare un luogo per i ragazzi ed i giovani di San Vito, dove possano trascorrere il loro tempo libero e sentirsi parte di qualcosa, o meglio sentirsi dentro una casa che loro stessi hanno la possibilità di costruire e rendere accogliente sia per loro che per i più piccoli. Don Roberto ha iniziato un'importante sfida quattro anni fa, proponendo il primo Grest di San Vito, ma l'impegno e l'entusiasmo che ha impiegato sono stati ricompensati ed ora la comunità parrocchiale e l'oratorio di San Vito Martire, sono uno dei tanti esempi diocesani di cosa significhi investire sui giovani e per i giovani.
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
IL PORTICO DI CAGLIARI
Criminalità. Anche in Sardegna si sviluppa una rete di interventi a favore delle donne.
“Donna Ceteris”, un modo concreto per dire un no deciso alla violenza Silvana Maniscalco: “L’Associazione costituisce un luogo di ascolto e incontro per le donne vittime di maltrattamenti” MARIA LUISA SECCHI
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ASSOCIAZIONE Donna Ceteris, fondata a Cagliari nel 1995, nasce come gruppo femminile del Centro studi Ceteris con la necessità di dedicarsi alla violenza sulle donne e, nello specifico, alla violenza domestica, soprattutto dopo aver verificato l’inesistenza di un servizio di questo genere sul territorio. “L’Associazione costituisce un luogo di ascolto e di incontro per le donne che subiscono maltrattamenti in ambito familiare o sociale, strumento di opportunità per uscire dal disagio – afferma Silvana Maniscalco, Presidente di Donna Ceteris. All’Associazione non serve solo farsi conoscere ma avere anche un appoggio da parte della comunità. Con piccoli gesti si possono fare grandi cose”. La violenza contro le donne è un problema globale: non ha confini e parla la stessa lingua. Le Nazioni Unite, nella loro dichiarazione del 1993, danno questa definizione della violenza: “Tutti gli atti di violenza
diretti contro il sesso femminile, e che causano o possono causare alle donne un pregiudizio o delle sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, inclusa la minaccia di tali atti, l’imposizione o la privazione arbitraria della libertà, sia essa nella vita pubblica o in quella privata”. “Rendendo noto il fenomeno attraverso i mezzi di comunicazione, - precisa la Presidente – ci auguriamo che sempre più persone vittime di violenza riconoscano di esserlo e sappiano che esistono delle associazioni, come Progetto Donna Ceteris, presso le quali si possono tutelare”. Prende il via an-
che in Sardegna il Progetto europeo Switch Off. A coordinare le attività sarà la referente regionale, la dott.ssa Antonella Pirastru, responsabile dello Sportello Anti Stalking Centro Donna Ceteris, che affiancata dall’assistente sociale, la dott.ssa Alessandra Sarais, condurrà la prima indagine regionale su uno dei fenomeni psico-sociali più attuali in tema di violenza di genere: gli orfani delle madri uccise. “Si tratta di una conseguenza drammatica rispetto a questi atti – afferma Silvana Maniscalco - sulla quale, già a livello nazionale, è stato condotto recentemente un’im-
portante studio-ricerca da parte del Dipartimento di Psicologia della Seconda Università degli studi di Napoli, all’interno del progetto europeo Switch-Off. Lo studio, coordinato a livello nazionale dalla dott.ssa Anna Costanza Baldry, evidenzia un numero crescente di orfani di “femminicidio”, pari a1500 nel corso degli ultimi 13 anni. Sono orfani due volte – prosegue la Presidente - di una madre e di un padre che finisce in carcere. Il Progetto consentirà la realizzazione di un’indagine conoscitiva sul territorio isolano per capire quale sia l’entità e la condizione degli orfani di madri uccise. I dati più preoccupanti si registrano a Nord dove è presente il maggior numero di orfani, considerato soprattutto che il cinquanta per cento delle donne uccise nei tredici anni presi in esame dall’indagine vivevano tra la Lombardia, il Veneto e il Piemonte”. L'indagine partirà dai nomi delle vittime. E' necessario un lavoro di rete che coinvolga avvocati, anagrafe comunale, parenti, parrocchie, istituzioni pubbliche, tribunali. “Chiunque sia direttamente o indirettamente coinvolto con la vita di questi orfani va inserito in un’azione di corresponsabilità collettiva. Occorre investire su un necessario affiancamento psicologico che supporti questi ragazzi a crescere, a ricostruire dentro se stessi un tessuto di accettazione del dolore capace di restituirli alla vita e alle loro emozioni - conclude”.
Lavori in corso per migliorare la viabilità
IL PORTICO
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brevi DAL 31 LUGLIO AL 3 AGOSTO
Ad Arborea campo per la famiglie Anche quest'estate è in programma il campo Famiglie. Da ormai diversi anni a fine luglio, si rinnova l'appuntamento per una 4 giorni all'insegna del divertimento, della condivisione, ma soprattutto della preghiera. L’iniziativa verrà ospitata della Casa di Accoglienza Salesiana di Arborea, dove un gruppo di famiglie con età, vissuti e provenienza diverse, hanno dedicato un po’ del loro tempo durante tutto l'anno, per far vivere ad altre famiglie quella che è stata la loro esperienza l'anno passato. Col necessario supporto di figure religiose (da 3 anni i Frati Francescani e da quest' anno in collaborazione con la Pastorale Familiare) l' equipe si è lasciata ispirare dalle frequenti esortazioni di papa Francesco, scegliendo come tema la triade permesso-grazie-scusa. Le giornate sono scandite da momen-
ti di preghiera, catechesi, confronto tra coniugi e, non ultimi, divertimento e svago, con serate dedicate a giochi comunitari ed occasioni di socializzazione. Naturalmente è stato studiato con cura il tempo dei più piccoli: animatrici di lunga esperienza si dedicano ad un campo parallelo ma con lo stesso tema. Lo scopo del campo famiglie è ritagliare un prezioso momento, lontano dalla frenesia del quotidiano, per dedicarlo all'approfondimento del rapporto col coniuge, con i figli e con Dio. Per info: paolazeta@gmail.com; fb Gruppo campo famiglie 2014 ORDO VIRGINUM
Novità in vista per via Roma e altri punti della Città MATTEO PIANO
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automobilisti avranno potuto notare, soprattutto per via del traffico e dei rallentamenti alla circolazione, lunedì 7 luglio, di buon mattino, sono iniziati i lavori destinati a modificare il profilo della viabilità della via Roma. I lavori, previsti per il rifacimento della corsia preferenziale (per intenderci quella che oggi viene utilizzata esclusivamente dagli autobus), avranno una durata di circa sei mesi e costeranno al Comune di Cagliari un milione di euro. Il progetto, illustrato dall’assessore alla viabilità Mauro Coni, non si limiterà al semplice rifacimento della pavimentazione stradale, oggi in condizioni disastrose, ma prevede la sistemazione dei due binari della metropolitana leggera, che permetteranno di collegare piazza Matteotti e piazza ReOME MOLTI
pubblica. L’attuale corsia preferenziale degli autobus, riservata oggi alle linee Ctm e Arst, sarà quindi destinata alla metropolitana di superficie. Il percorso degli autobus sarà dirottato sulla Via Roma lato portici. In direzione piazza Deffenu saranno eliminati gli attuali parcheggi a spina di pesce presenti lungo il marciapiede centrale. Nella stessa direzione verrà inoltre tracciata una corsia preferenziale per pullman e Taxi. Le fermate oggi esistenti sulla via Roma lato mare saranno traslate sul lato portici in prossimità della via Concezione e della via Baylle. I parcheggi riservati ai residenti del quartiere Marina non verranno toccati, mentre potrebbero essere necessari dei divieti temporanei per consentire lo svolgimento dei lavori. L’intera viabilità sarà riorganizzata e in un futuro non così prossi-
Incontro nazionale in Sardegna
Il cantiere nella via Roma a Cagliari.
mo anche la stessa via Roma dovrebbe cambiare volto. Proprio come ha spiegato, durante la conferenza di presentazione dei lavori, il presidente della commissione trasporti Guido Portoghese: “Il nostro obiettivo è quello di creare una via Roma pedonale, o comunque a pedonalità privilegiata. Vogliamo ridurre l’invasività delle auto e rendere aperta la via verso il porto”. I lavori del Comune non si limiteranno alla sola via Roma e al quartiere Marina. Sono previste ulteriori modifiche in relazione al futuro passaggio della metropolitana. La rotatoria del Molo Ichnusa è un esempio di come il Comune
abbia intenzione di riqualificare l’intera area portuale e rendere più agevole il traffico in una zona centralissima. La stessa piazza Deffenu, utilizzata in questi giorni come cantiere per i lavori, dovrebbe essere rinnovata e abbellita. Sono previste delle rotatorie anche in viale Diaz e in viale Bonaria (incrocio con viale Cimitero). Della pedonalità e della guerra alle macchine la giunta Zedda sta facendo un vero e proprio cavallo di battaglia. Anche in Castello si attendono importanti novità. Infatti piazza Palazzo e alcune vie limitrofe, come via La Marmora e via Santa Croce, sono destinate a diventare aree pedonali.
Sarà Orosei, dal 31 luglio al 3 agosto prossimi, a ospitare l’Incontro nazionale dell’Ordo virginum delle Diocesi che sono in Italia. Al centro della riflessione sarà posta la Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium sulla liturgia a cui è dedicata in particolare la relazione di padre Silvano Maggiani. Confermata anche la presenza di Mons. Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini e Presidente della Commissione CEI per il Clero e per la Vita Consacrata che presenterà la Nota pastorale L’Ordo virginum nella Chiesa in Italia, promulgata dalla Commissione Cei da lui presieduta e pubblicata lo scorso 25 marzo. Il programma prevede poi incontri di gruppo e tavole rotonde tra le consacrate. Oggi l’Ordo è presente in 113 diocesi italiane e conta circa 500 consacrate, altre 450 sono in fase di discernimento e formazione.
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IL PORTICO DE
IL PORTICO
XVI DOMENICA DEL T. O. (ANNO A)
dal Vangelo secondo Matteo
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n quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?. Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo!. E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo a raccoglierla?. No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio». Mt 13,24-30 DON ANDREA BUSIA
il portico della fede
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e il vangelo della scorsa domenica ruotava attorno a quattro tipi di terreni, di cui tre improduttivi e uno capace di portare notevole frutto, questa domenica l’opposizione è tra due tipi di prodotti del suolo: il grano e la zizzania. In questa nuova parabola manca un analisi delle motivazioni del fallimento, presente invece nella parabola del seminatore, ma allo stesso tempo, così come domenica scorsa, si prende semplicemente atto della possibilità di tale fallimento. Inoltre, come domenica scorsa troviamo la presenza dell’avversario del seminatore, e questa riproposizione mette in evidenza come non faccia parte del piano di Dio il fallimento ma questo può essere causato o dall’azione del maligno o dal mancato radicamento del regno di Dio nel cuore dell’uomo. Ma, come vedremo tra poco, è un’altra la differenza principale tra la parabola del seminatore e quella proposta dal vangelo odierno, e consiste nella saggezza mostrata dal seminatore.
Al momento della
Prima di sottolineare qualche aspetto della parabola non possiamo non riportare la spiegazione della parabola che Gesù stesso propone ai suoi apostoli, e che non viene ripresa nel vangelo in forma breve: “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro” (Mt 13, 37-43). Fermiamoci intanto a sottolineare come il nemico si sia messo all’opera “mentre tutti dormivano”: non è un caso il fatto che Matteo sottolinei questo aspetto visto che in tutto il vangelo si sottolinea la necessità
di vegliare perché chi si addormenta rischia di farsi trovare impreparato: si pensi ad esempio alla parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13). Ovviamente non si parla tanto qui del sonno fisico, della necessità di riposare, bensì di un invito a non abbassare la guardia, a non lasciare campo libero alle nostre tentazioni o all’agiatezza, ma tenere fisso lo sguardo sul Signore. Il termine ha modificato il suo significato in seguito alla parabola che stiamo leggendo, esso di per sé indicava semplicemente una pianta infestante che può essere confusa con il grano e che per questo è difficile da eliminare subito, problematiche che compare anche nella parabola. Allo stesso tempo però ora dicendo “seminare zizzania” si indica l’azione con cui si cerca di creare elementi conflittuali. L’attenzione del padrone, quando i servi lo avvisano del misfatto del nemico, non si concentra però sulla zizzania, non è quella la sua prima preoccupazione bensì guarda alla salvaguardia del grano. Ma questa attenzione, come esplicitato molto chia-
ramente nella parabola e nella successiva spiegazione, non è finalizzata soltanto al presente, ma contiene uno sguardo sul futuro: nella spiegazione si menziona esplicitamente la “fine del mondo”. Questo dato non deve trarci in inganno, è anch’esso un avvertimento molto forte e un invito a perseverare perché farsi trovare pronti richiede un impegno costante: così come i servi non hanno potuto distinguere il grano dalla zizzania ancor più difficilmente noi possiamo automaticamente giudicarci “buoni cristiani”. Il fatto di essere stati invitati a far parte del regno non è una garanzia di potervi effettivamente prendere parte, lo è nella misura in cui veglieremo e terremo pronto l’abito delle nozze (Mt 22,114) che è stato lavato dal sangue di Cristo, ma che sta a noi custodire. L’attesa della “fine del mondo” è quindi da una parte un lungo tempo offerto a noi in quanto “chiamati” affinché vegliamo e valorizziamo quanto ricevuto, ma è anche un tempo offerto a noi in quanto “peccatori” perché ci convertiamo.
LA GIOIA DEL DIALOGO TRA FEDE E RAGIONE “L’annuncio alla cultura implica anche un annuncio alle culture professionali, scientifiche e accademiche. Si tratta dell’incontro tra la fede, la ragione e le scienze, che mira a sviluppare un nuovo discorso sulla credibilità… che aiuti a creare disposizioni perché il vangelo sia ascoltato da tutti” (132). In questi paragrafi Papa Francesco mostra come non sia possibile annunciare il Vangelo agli uomini del nostro tempo senza entrare in dialogo con tutte le categorie culturali: quelle più semplici della pietà popolare,quelle accademiche delle università, come anche quelle teologiche che non possono rimanere racchiuse in una riflessione “da tavolino”. Tutte le culture perché ricevano luce dall’incontro con il Vangelo devono tener conto delle esperienze umane e di tutte le altre scienze, in un confronto sereno e onesto. Dunque, colui che è chiamato a evangelizzare non può non tener
conto dei contesti nei quali si muove ed opera, chiamato sempre a comprendere, ad interpretare e a discernere. In questo paragrafo il Papa, esorta anche i teologi perché la loro elaborazione teologica non sia disgiunta da un confronto sereno con il mondo e con le culture, e perché tutto ciò abbia come fine l’evangelizzazione; dunque “l’investigazione teologica” deve avere a cuore di dimostrare la ragionevolezza della fede cristiana, altrimenti le parole di quei teologi fanno perdere di vista il nucleo dell’annuncio che è Gesù Cristo, che attraverso la Chiesa continua, oggi a compiere la sua missione salvifica. In questo vasto impegno di evangelizzazione delle culture, si muovono anche le Scuole cattoliche, le quali “cercano sempre di coniugare il compito educativo con l’annuncio esplicito del vangelo”. Si pensi, ad esempio, nel nostro contesto, anche alla risibilità dei finanziamenti pubblici alle scuole di ispirazione cri-
stiana, le quali mantengono alto il principio costituzionale della libertà di educazione, e pur rendendo un servizio pubblico, loro malgrado si trovano ad affrontare difficoltà enormi di carattere economico, e accuse ingenerose di carattere ideologico. I brevi paragrafi che abbiamo percorso, aprono molte piste di applicazione anche nella nostra Diocesi, in considerazione che, proprio a Cagliari, vi è la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, in cui avviene, certamente, una profonda riflessione teologica; il Pontificio Seminario Regionale, dove si ritrovano i seminaristi di tutta la Sardegna per la loro formazione, e non ultime le molte scuole cattoliche presenti in tutto il territorio regionale: tutti possono trarre da questi insegnamenti di Papa Francesco linee operative per una efficace nuova evangelizzazione. di Maria Grazia Pau
ELLA FAMIGLIA
DOMENICA 6 LUGLIO 2014
mietitura...
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L’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo/2
Il disegno di Dio sulla famiglia l libro della Genesi presenta l’uomo e la donna creati ad immagine e somiglianza di Dio; nell’accoglienza reciproca, essi si riconoscono fatti l’uno per l’altro (cf. Gen 1,24-31; 2,4b-25). Attraverso la procreazione, l’uomo e la donna sono resi collaboratori di Dio nell’accogliere e trasmettere la vita: «Trasmettendo ai loro figli la vita umana, l’uomo e la donna, come sposi e genitori, cooperano in modo unico all’opera del Creatore» (CCC 372). La loro responsabilità, inoltre, si estende alla custodia del creato e alla crescita della famiglia umana. Nella tradizione biblica, la prospettiva della bellezza dell’amore umano, specchio di quello divino, si sviluppa soprattutto nel Cantico dei Cantici e nei profeti. 2. L’annuncio della Chiesa sulla famiglia trova il suo fondamento nella predicazione e nella vita di Gesù, il quale è vissuto e cresciuto nella famiglia di Nazareth, ha partecipato alle nozze di Cana, di cui ha arricchito la festa con il primo dei suoi “segni” (cf. Gv 2,111), presentandosi come lo Sposo che unisce a sé la Sposa (cf. Gv 3,29). Sulla croce, si è consegnato con amore fino alla fine, e nel suo corpo risorto ha stabilito nuovi rapporti tra gli uomini. Svelando pienamente la divina misericordia, Gesù concede all’uomo e alla donna di ricuperare quel “principio” secondo cui Dio li ha uniti in una sola carne (cf. Mt 19,4-6), per il quale – con la grazia di Cristo – essi sono resi capaci di amarsi per sempre e con fedeltà. Pertanto, la misura divina dell’amore coniugale, cui i coniugi sono chiamati per grazia, ha la sua sorgente nella «bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (EG 36), cuore stesso del Vangelo. 3. Gesù, nell’assumere l’amore umano, lo ha anche perfeziona-
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RISCRITTURE
LA SIGNORIA DI DIO Le parabole evangeliche sono brevi narrazioni che Gesù utilizza per annunciare i misteri del Regno dei cieli. Il Signore “vuole indicarci il vero fondamento di tutte le cose. Egli ci mostra … il Dio che agisce, che entra nella nostra vita e ci vuole prendere per mano” (Gesù di Nazaret. I, Milano, 2007, 229). Con tale genere di discorsi, il divino Maestro invita a riconoscere anzitutto il primato di Dio Padre: dove Lui non c’è, niente può essere buono. E’ una priorità decisiva per tutto. Regno dei cieli significa, appunto, signoria di Dio, e ciò vuol dire che la sua volontà dev’essere assunta come il criterio-guida della nostra esistenza. Il tema contenuto nel Vangelo di questa domenica è proprio il Regno dei cieli. Il “cielo” non va inteso soltanto nel senso dell’altezza che ci sovrasta, poiché tale spazio infinito possiede anche la forma dell’interiorità dell’uomo. Gesù paragona il Regno dei cieli ad un campo di grano, per farci comprendere che dentro di noi è seminato qualcosa
di piccolo e nascosto, che, tuttavia, possiede un’insopprimibile forza vitale. Malgrado tutti gli ostacoli, il seme si svilupperà e il frutto maturerà. Questo frutto sarà buono solo se il terreno della vita sarà stato coltivato secondo la volontà divina. Per questo, nella parabola del buon grano e della zizzania (Mt 13,24-30), Gesù ci avverte che, dopo la semina fatta dal padrone, “mentre tutti dormivano” è intervenuto “il suo nemico”, che ha seminato l’erba cattiva. Questo significa che dobbiamo essere pronti a custodire la grazia ricevuta dal giorno del Battesimo, continuando ad alimentare la fede nel Signore, che impedisce al male di mettere radici. Sant’Agostino, commentando questa parabola, osserva che “molti prima sono zizzania e poi diventano buon grano” e aggiunge: “se costoro, quando sono cattivi, non venissero tollerati con pazienza, non giungerebbero al lodevole cambiamento” . Benedetto XVI - Angelus 17 luglio 2011
to (cf. GS 49), consegnando all’uomo e alla donna un nuovo modo di amarsi, che ha il suo fondamento nella irrevocabile fedeltà di Dio. In questa luce, la Lettera agli Efesini ha individuato nell’amore nuziale tra l’uomo e la donna “il grande mistero” che rende presente nel mondo l’amore tra Cristo e la Chiesa (cf. Ef 5,31-32). Essi possiedono il carisma (cf. 1Cor 7,7) di edificare la Chiesa con il loro amore sponsale e con il compito della procreazione ed educazione dei figli. Legati da un vincolo sacramentale indissolubile, gli sposi vivono la bellezza dell’amore, della paternità, della maternità e della dignità di partecipare così all’opera creatrice di Dio. 8. La nostra stagione ecclesiale è caratterizzata da un’ampia riscoperta della Parola di Dio nella vita della Chiesa. La ripresa della Sacra Scrittura, in ambito ecclesiale, ha segnato, in modo differenziato, la vita delle diocesi, delle parrocchie e delle comunità ecclesiali. Dalle numerose risposte e osservazioni pervenute, risulta però che la conoscenza, la comunicazione e la ricezione degli insegnamenti della Chiesa riguardanti la famiglia avvengono in modalità assai diversificate, secondo il vissuto familiare, il tessuto ecclesiale e il contesto socio-culturale. Nelle zone in cui è viva una tradizione cristiana ed una pastorale ben organizzata, si trovano persone sensibili alla dottrina cristiana sul matrimonio e la famiglia. Altrove, per motivi diversi, si trovano molti cristiani che ignorano la stessa esistenza di questi insegnamenti. Sinodo dei Vescovi Le sfide pastorali della famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione Instrumentum laboris nn. 2-3; 8 26 giugno 2014
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IL PORTICO DEI LETTORI
IL PORTICO
CONFERENZA EPISCOPALE SARDA COMUNICATO STAMPA Il futuro della Facoltà Teologica della Sardegna e una più efficace azione della Chiesa sarda sul piano regionale. Sono i due principali argomenti che la Conferenza Episcopale Sarda ha affrontato nella riunione di lunedì 1 luglio a Donigala Fenughedu. Il tema della Facoltà Teologica è all’ordine del giorno già dal 2009, da quando il Provinciale della Compagnia di Gesù, a causa della drastica diminuzione del personale di cui possono disporre, comunicò alla CES l’intenzione di un ridimensionamento della presenza dei Gesuiti nella direzione accademica della Facoltà e in parte nelle attività didattiche. Da allora iniziò un fitto confronto tra i Vescovi sardi e i Superiori dei Gesuiti. Riconoscendo l’importante ruolo dei Gesuiti nella conduzione dell’Istituzione accademica e nella storia della Chiesa sarda negli ultimi 75 anni, si tentò ogni via per sondare la possibilità di un eventuale ripensamento o, per lo meno, di una congrua dilazione. L’orientamento raggiunto è che a partire dall’anno accademico
2017-2018 la direzione accademica diretta della Facoltà passerà in mano alla Conferenza Episcopale Sarda. A tal fine si sta procedendo alla revisione della Convenzione tra la Provincia dei Gesuiti e la Regione Ecclesiastica della Sardegna e a un contestuale aggiornamento degli Statuti. I Gesuiti continueranno a prestare il loro servizio didattico, compatibilmente con le risorse disponibili di personale, il loro Superiore provinciale sarà Vice Gran Cancelliere, per sottolineare il legame istituzionale tra la Compagnia di Gesù e la Facoltà, e i locali di loro proprietà, continueranno ad essere messi a disposizione per tutte le attività accademiche e istituzionali. E’ facile comprendere che tale passaggio rappresenta un’assunzione non solo formale di responsabilità da parte dei Vescovi e della Chiesa Sarda tutta, nei confronti di un’istituzione così fondamentale per la vita e la missione della Chiesa in Sardegna. Un altro momento importante della riunione dei Vescovi è stato l’in-
contro con un folto gruppo di incaricati regionali dei diversi settori (pastorale familiare e giovanile, catechesi, pastorale sociale e del lavoro, Caritas, Federazione Italiana Esercizi Spirituali, Beni culturali ecclesiastici…). I Vescovi hanno ascoltato dalla viva voce dei collaboratori i progetti e le iniziative in atto, ma soprattutto hanno voluto sottolineare la necessità di un sempre più organico lavoro di coordinamento e di individuazione di percorsi per dare all’azione della Chiesa in Sardegna un volto sempre più unitario e incisivo, capace di individuare obiettivi rispondenti alle domande poste dalla nostra realtà regionale. Si è sottolineata l’urgenza di superare steccati e ritardi, per dare corpo all’invito di Papa Francesco ad essere “Chiesa in uscita”, non arroccata e attendista, ma capace di andare verso quelle periferie esistenziali che attendono di essere sostenute e permeate dal Vangelo della carità. Fra le proposte avanzate, che hanno bisogno di ulteriore approfondimento, se ne ricordano alcune: avviare, finalmente, il “Centro Regionale di pastorale” auspicato dal Concilio Plenario Sardo, come motore di riflessione, coordinamento e promozione delle attività regionali;
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E FAMIGLIE DI oggi sono multiformi, indefinite e problematiche. Non si sa dove iniziano ne' dove finiscono, come si formano ne' come si riesce a mantenerle in piedi, e voler fare un passo in avanti per guardarle da fuori sembra quasi impossibile perche' ognuno e' immerso nella propria e inevitabilmente guarda alle altre con occhi imparziali. I film cercano di rispondere a delle domande, se ne pongono delle nuove, ma sopratutto riflettono la realta' (o almeno una sua versione) e al contempo ci invitano a riflettere su di essa. Che il numero di famiglie separate, tanto legalmente quanto affettivamente, sia vertiginosamente aumentato in pochi decenni, e' noto a tutti. Quello che ancora non si capisce e' se il problema si possa ricondurre ad una scelta di sposarsi molto affrettata, che non tiene conto delle conseguenze in termini di oneri e responsabilita', oppure se semplicemente ci si puo' sbagliare, e capire, a volte dopo tanti anni, che la persona che abbiamo affianco non e' piu' quella giusta per noi. Rimane pero' il fatto che la famiglia, una volta formata, non e' facile da sciogliere, e chi finisce per pagarne le conseguenze sono sempre loro, i figli. Il film "Quel che sapeva Maisie" di qualche anno fa, racconta una di queste innumerevoli storie di incompatibilita' tra due genitori che non solo non sembrano piu' innamorati (ammesso che lo siano mai stati) ma addirittura non sono piu' disposti a provarci. Lei (Julianne Moore) e' una cantante rock ancora famosa anche se di una certa eta', tristemente memore del suo spirito libero
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una calendarizzazione più organica e puntuale delle iniziative regionali; un convegno regionale di rilancio dei contenuti e prospettive della recente Lettera Pastorale dei Vescovi sardi “Un cammino di speranza per la Sardegna”; reintroduzione da parte della Facoltà Teologica della Sardegna di un Corso di Licenza in teologia pastorale e catechetica. L’incontro è anche servito per confermare che il progetto sull’ex Seminario di Cuglieri che vede cointeressati la Regione Sardegna, il Comune di Cuglieri e la Conferenza Episcopale Sarda, procede nelle fasi preliminari del suo iter attuativo. Concludendo l’incontro, ci si è lasciati con l’impegno di istituziona-
lizzare, almeno una volta all’anno, l’appuntamento della CES con gli incaricati regionali. La CES ha anche proceduto alle seguenti nomine: don Lucio Casula, della Diocesi di Oristano, assistente ecclesiastico regionale del Movimento ecclesiale d’Impegno Culturale (MEIC); don Battista Mura, della Diocesi di Lanusei, Assistente ecclesiastico regionale per il settore Giovani di AC; don Giammaria Canu, della Diocesi di Ozieri, Assistente ecclesiastico regionale dell’Azione Cattolica Ragazzi (ACR). +Sebastiano Sanguinetti Segretario CES
In onda su Radio Kalaritana Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000
Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30
Lampada ai miei passi (21 – 27 luglio) Commento al Vangelo quotidiano Radiogiornale regionale a cura di don Mariano Matzeu Dal lunedì al venerdì 10.30 /12.15 Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Zoom Sardegna Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 La notizia nel particolare Vangelo domenicale) Dal lunedì al venerdì 11.30 / 17.30 Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00
Un film ricco di spunti per riflettere sulla famiglia
Quel che sapeva Maisie VALERIA USALA
ormai perduto e gettata controvoglia in una vi- dimenticando che il contesto di litigi e prota da madre ma soprablemi 'da adulti' influitutto moglie che le va sce nelle sue giornate stretta. Lui (Steve Cooserene e ingenue. Quelgan) e' un affarista lo che manca davvero molto occupato per cui a Maisie, come a tanti la famiglia non e' mai bambini che hanno stata una priorita', privissuto e vivono questo ma affascinato ma ora tipo di separazioni, e' stufo delle poco adulun'attenzione sincera te scenate di gelosia e e incondizionata, che irascibilita' della mofinira' per trovare in glie. Situazioni cosi al due figure vicine ai gelimite ne sono state nitori: l'ex babysitter raccontate tante, ma Margo ormai moglie cio' che rende questa del papa', e Lincoln, particolare e' il fatto fan e nuovo compagno che il punto di vista e' della mamma. Tutti e quello della loro piccodue,loro malgrado, dola figlia Maisie. vranno badare alla Nonostante tutti i limibambina perche' i veri ti nella loro relazione genitori non riescono a di coppia, i due genitofarlo, e daranno a Mairi sembrano infatti essie, pur non essendo i sere moto affettuosi e attenti alla bambina, veri genitori, cio' di cui ha piu' bisogno.
L'idea di tenere la telecamera sempre all'altezza della bambina ci mostra atteggiamenti adulti con occhi nuovi, e cosi spesso appaiono distanti, distratti e lontani, di giganti a cui lei guarda alzando gli occhi ma che spesso non le ricambiano il sorriso. La piccola Onata Aprile rende benissimo un'alienazione da cio' che la turba, tipica dei bambini che si accorgono che qualcosa non va, ma non possono intervenire. L'attenzione affettiva che le serve viene coperta con fiori, giochi, regali e promesse sempre piu' ambiziose, che poi per un motivo o per l'altro vengono deluse. La difficolta' sembra arrivare al culmine con una decisione drastica come quella di dividere una famiglia, ma il vero disagio in realta' viene dopo, quando c'e' bisogno di adattamento e non sempre si e' disponibili ad accoglierlo. Maisie viene accompagnata, ripresa, a volte dimeticata ad aspettare un genitore che non arriva, altre a sperare di passare il pomeriggio con le uniche persone che sembrano accorgersi dei suoi bisogni. Questo mare mosso in cui i trova a navigare senza rotta data la sua piccola eta' diventa oceano d'incertezza e straniamento, che tanti bambini ai giorni nostri vivono sulla loro pelle e faticano moltissimo a lasciarsi alle spalle. E con questo esempio spesso e' difficile che quei bambini, una volta diventati adulti, credano in una famiglia dove i litigi diventano discussioni risolvibili e l'amore resiste alle intemperie perche' ci si e' scelti, e in una scelta cosi importante non ci si puo' sbagliare.
IL PORTICO DELLE IDEE
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Chiesa. L’intervista al Cardinale Dominik Duka, dal 2010 Arcivescovo di Praga.
Il lungo cammino dalla Chiesa del “ghetto” a quella “in uscita” R. P.
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OME OGNI ANNO tanti fe-
deli provenienti da tutta la Repubblica Ceca si sono ritrovati il 5 luglio a Velehrad per la celebrazione della festa dei Santi Cirillo e Metodio. La ricorrenza si lega alle origini della presenza cristiana in quelle terre. I due fratelli Cirillo e Metodio nell’861 circa, furono inviati in Moravia dall’imperatore Michele III, a seguito della richiesta del principe moravo Ratislao di poter avere dei maestri «in grado di spiegarci la vera fede nella nostra lingua». Una delle opere più importanti che realizzarono i due fratelli fu proprio la traduzione della liturgia in lingua slava. Successivamente, nell’anno 867, Cirillo e Metodio si recarono a Roma da Papa Adriano II che li confermò e incoraggiò nella loro complessa missione. Come spiegò Benedetto XVI nella catechesi del 17 giugno 2009, dedicata ai due Santi, «il Papa intuì che i popoli slavi avrebbero potuto giocare il ruolo di ponte, contribuendo così a conservare l’unione tra i cristiani dell’una e dell’altra parte dell’Impero. Egli quindi non esitò ad approvare la missione dei due Fratelli nella Grande Moravia, accogliendo e approvando l’uso della lingua slava nella liturgia». Il legame con i Santi Cirillo e Metodio ha caratterizzato anche la storia recente della Chiesa Cattolica in quelle terre, segnata in modo particolare dalla persecuzione operata dal regime comunista. L’allora Cecoslovacchia fu oggetto di un tentativo di completa “ateizzazione” della società. Le proprietà della Chiesa vennero confiscate. Nel tentativo di porre sotto il completo controllo del regime l’attività ecclesiastica fu disposto che ogni prete dovesse ricevere uno stipendio dallo Stato e avere una “licenza” per esercitare il suo ministero. In questo contesto nacque la Chiesa clandestina, formata da vescovi e preti provenienti da Paesi vicini, oppure ordinati segretamente in patria, che portavano avanti il loro ministero di nascosto, continuando a svolgere pubblicamente un altro mestiere. La fine del regime comunista in Cecoslovacchia avvenne per mezzo della cosiddetta “Rivoluzione di velluto” che aveva come leader carismatico l’intellettuale Vaclav Havel. Nel 1990 San Giovanni Paolo II riuscì finalmente a visitare Velehrad, dopo essersi visto negato negato il permesso da parte dello Stato in occasione dell’Anno giubilare del 1985. In quell’occasione il Papa polacco, rivolgen-
La celebrazione dei SS. Cirillo e Metodio a Velehrad. Sotto: Il cardinale Duka.
dosi in particolare ai giovani, disse: «Ecco, la notte è passata, è arrivato di nuovo il giorno. Il vostro pellegrinaggio verso la libertà deve tuttavia continuare. Camminate come figli della luce (cf. Ef 5, 8). La libertà soltanto esterna, senza la liberazione interiore, produce il caos. Rimanete nella libertà per la quale vi ha liberati il Cristo (cf. Gal 5, 1)! L’unione tra la libertà esterna ed interna deve costruire l’Europa del domani, la civiltà dell’amore e della verità; e questa unione si fonda su Cristo, pietra angolare. Continuate a camminare verso la piena libertà». Effettivamente ad una certa ripresa delle attività ecclesiali legata alla ritrovata libertà religiosa non ha fatto seguito una vera e propria rinascita della vita di fede della popolazione. I lunghi anni dell’ateismo di stato hanno lasciato il segno, e gran parte delle persone, specie in Boemia, continua a rimanere lontana dalla pratica religiosa. Significative a tale proposito sono le parole pronunciate da Benedetto XVI nel 2009, in occasione della sua visita in Repubblica Ceca: « Normalmente sono le minoranze creative che determinano il futuro, e in questo senso la Chiesa Cattolica deve comprendersi come minoranza creativa che ha un’eredità di valori che non sono cose del passato, ma sono una realtà molto viva ed attuale». In occasione del Pellegrinaggio dello scorso 5 luglio alcuni sacerdoti sardi hanno partecipato alle celebrazioni per i Santi Cirillo e Metodio. La circostanza ha permesso a Il Portico di intervistare il Cardinale Duka. Domenicano, divenuto Arcivescovo di Praga nel 2010, creato Cardinale nel 2012, la sua vicen-
da personale ha attraversato quella della Chiesa ceca degli ultimi decenni. Ordinato sacerdote nel 1970, potè svolgere con la licenza statale il suo ministero solo per cinque anni. In seguito proseguì il suo servizio clandestinamente mentre lavorava nella fabbrica metalmeccanica della Skoda Pilsen. Per lunghi anni vicario del Priore provinciale dei domenicani, si occupò clandestinamente anche della formazione dei novizi. Nel 1981 venne arrestato e tenuto per 15 mesi in carcere, dove conobbe anche Havel. Il 5 luglio per la Repubblica Ceca è una data particolarmente significativa: si celebra la festa dei Santi Cirillo e Metodio, e un gran numero di pellegrini si riunisce a Velehrad. Che significato ha questa ricorrenza per la storia cristiana della Repubblica Ceca? La festa dei Santi Cirillo e Metodio ha realmente un valore speciale. I nostri santi sono stati i traduttori della Bibbia nella lingua paleoslava. Con la loro attività missionaria hanno dato una struttura alla Chiesa cristiana nella nostra terra. La grande Moravia, che proveniva dalla tradizione dei barbari, divenne una nazione cristiana. Dal punto di vista storico Cirillo e Metodio hanno poi un altro merito particolare: sono gli iniziatori della grande idea della lettura della Bibbia nella lingua nazionale. Le loro figure hanno poi un significativo risvolto ecumenico. All’inizio del XX secolo proprio a Velehrad si svolsero i Congressi unionistici che videro protagonisti esponenti del mondo cattolico e ortodosso. Si è trattato del primo importante momento di dialogo con le chiese ortodosse slave.
La sua storia personale è particolarmente legata al tempo della persecuzione ai cattolici durante il regime comunista. Non si può certamente dimenticare il ruolo che la devozione ai Santi Cirillo e Metodio e i pellegrinaggi a Velehrad hanno svolto durante questa terribile stagione della storia ceca. Velehrad è un luogo legato alla grande battaglia a difesa della libertà della Chiesa e della Nazione Ceca, prima in occasione dell’invasione da parte della Germania di Hitler e, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, contro la dittatura comunista. I pellegrinaggi a Velehrad hanno segnato la grande protesta pacifica contro il regime in risposta alla persecuzione subita dalla Chiesa Cattolica. Tra i momenti più significativi sono da segnalare i pellegrinaggi del 1968, legato alla fondazione dell’Opera per il rinnovamento Conciliare, e del 1985. In occasione dell’Anno giubilare del 1985 (1100 anni dalla morte di San Metodio n.d.r.) si tenne un grande pellegrinaggio di sacerdoti e fedeli guidato dal Cardinale Tomášek, e fu senza dubbio la più grande dimostrazione contro la dittatura comunista dal tempo della “Primavera di Praga”. Il primo anno dopo la fine dittatura, nel 1990, ci fu la visita di Giovanni Paolo II. In quell’occasione il Papa diede anche l’annuncio dell’Assemblea Speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi. Sono passati oltre vent’anni dal crollo del regime comunista. La Chiesa Cattolica, dopo la lunga stagione della persecuzione, quali sfide è chiamata ad affrontare in questa fase? Ci sono diverse problematiche da prendere in considerazione. La prima questione è la necessità del cambio di mentalità: dalla Chiesa del “ghetto” si deve passare alla Chiesa del dialogo e della nuova evangelizzazione. Una grande tristezza è data dal fatto che non esiste una reale ripresa della catechesi sia nella vita parrocchiale che nel mondo della scuola. Questa è la conseguenza del tempo della persecuzione. È mancata completamente la formazione, e siamo carenti nel campo della metodologia. Un’altra importante questione è la mancanza di vocazioni. Subito dopo la fine del regime comunista, appena riconquistata la libertà da parte della Chiesa, c’è stato una sorta di apogeo per quando riguarda le vocazioni. Sia le diocesi che gli ordini religiosi ebbero numerosi nuovi ingressi. Ma questa crescita non è poi andata avanti. Ultimamente, dopo diverso tempo, c’è una piccola ripresa delle vocazioni che fa ben sperare.
IL PORTICO
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brevi SOLANAS
“Summer school” in Dottrina Sociale Dal 29 luglio al 1 agosto nella Casa S. Domenico Savio di Solanas è prevista la “Summer School” in Dottrina Sociale della Chiesa sul tema “Una speranza per l’Europa”. Per quattro giorni esperti in materia socio- economiche, oltre ad imprenditori e sindacalisti si alterneranno nel proporre le loro relazioni. L’iniziativa vede il patrocinio di diversi soggetti impegnati nel campo della Dottrina Sociale della Chiesa. INPS
Cambiano gli orari degli sportelli territoriali La Direzione regionale INPS informa che fino al 31 agosto gli sportelli al pubblico delle Agenzie territoriali saranno aperte dal lunedì al giovedì dalle 8,30 alle 12,30, mentre il venerdì su appuntamento da fissarsi contattando il Contact Center integrato InpsInail al numero 803164 (gratuito per l’utenza che chiama da telefono fisso) o allo 06164164 (per chiamate da telefoni cellulari con costo a carico dell'utente con la tariffazione del proprio gestore). Le sedi di Cagliari, Sassari, Iglesias, Olbia, Nuoro e Oristano non subiranno variazioni d'orario. PASTORALE FAMILIARE
Incontro regionale a Bultei Sarà Casa Betania, in località “Sa Pastia”, nel comune di Bultei, ad ospitare dal 22 al 24 agosto l’incontro regionale per le famiglie, organizzato dalla commissione regionale per la Pastorale della Famiglia. Il tema scelto è “La gioia di essere famiglia oggi”. La famiglia tra Gaudium et Spes e Evangelii Gaudium”. Il programma delle giornate prevede al mattino le relazioni mentre nel pomeriggio i laboratori, la cui sintesi sarà oggetto di analisi domenica 24 agosto al termine dei lavori. Per informazioni contattare la segreteria organizzativa Tonino e Carmen Cau all’indirizzo mail: toninocau@gmail.com, oppure Tore e Loredana Marcia alla mail tore.marcia@libero.it.
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IL PORTICO DELLA CARITÀ
IL PORTICO
brevi IN LIBRERIA
Massimo Serretti e il martirio di S. Paolo Il libro di Massimo Serretti “Il martirio dell’apostolo Paolo”, ed. Paoline, si dispiega nell’intreccio di due fili: uno storico-narrativo e l’altro teologico-meditativo. La narrazione avvicina con l’immaginazione e l’affetto alla concretezza semplice ai luoghi, alle persone, alle storie che Paolo incontra nel suo viaggio e dà colore e sapore alla sua biografia e quindi a ciò che il Signore ha voluto operare attraverso l’apostolo. La meditazione teologica che Paolo stesso ci fornisce nel suo epistolario e che ricaviamo dagli scritti di Luca dà un senso e un ordine a ogni dettaglio concreto. Dal lavoro di Serretti si evince come l’ultimo episodio della vicenda terrena di Paolo diventi rivelativo del Mistero che abitava la sua vita ordinariamente, Mistero che ha un nome: Gesù Cristo. DA OTTOBRE
Corso in Scienze del Matrimonio L’Ufficio di Pastorale Familiare e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose hanno organizzato il VII Corso in Scienze del Matrimonio e della Famiglia. Il corso partirà ad ottobre mentre le iscrizioni inizieranno il 22 settembre nella sede dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose a Cagliari. La durata del corso è biennale, per tre ore di corso alla settimana ed un totale di 200 ore. Per informazioni contattare l’Istituto di Scienze religiose il mercoledì dalle 18,25 alle 20,50.
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Solidarietà. Fino a domenica trenta volontari impegnati a Torpè per un campo di lavoro.
Aiutare a ricostruire per infondere speranza in chi ha perso ogni cosa Il Movimento Umanità Nuova, in collaborazione con Azione Mondo Unito e Comune di Torpè hanno dato vita all’iniziativa che prevede interventi edilizi nelle case danneggiate ROBERTO COMPARETTI
necessità di una comunità duramente provata dall’alluvione dello scorso 18 novembre. È questo il senso del campo di lavoro che si svolge fino a domenica a Torpè, comune del nuorese colpito otto mesi fa dal ciclone Cleopatra. Una trentina di volontari dai 19 ai 66 anni, provenienti da diverse parti della Sardegna, coordinati da alcuni professionisti, sono impegnati nel ripristinare le condizioni minime di abitabilità di una dozzina di abitazioni seriamente danneggiate dal passaggio del ciclone Cleopatra, individuate per mezzo di un bando pubblico tramite l’Amministrazione Comunale. Il Comune ha comunicato all’intero paese la disponibilità dei volontari ad intervenire per la risistemazione delle abitazioni ancora danneggiate ed inagibili a causa dell’alluvione. Hanno risposto dodici famiglie, con le quali si è provveduto a
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ISPONDERE ALLE
prendere i necessari contatti. Successivamente, insieme ad alcuni tecnici si è provveduto, ad una valutazione dei danni per poter meglio pianificare gli interventi necessari al ripristino degli immobili. Alcuni dei volontari sono impegnati nel supporto alla mensa nelle pulizie degli alloggi ricavati nella scuola media, mentre nella palestra comunale è possibile usufruire del servizio doccia. I locali della scuola materna sono invece diventati la mensa in cui si
consumano i pasti. Il campo è stato organizzato dal Movimento Umanità Nuova, che fa riferimento all’Opera di Maria, fondata da Chiara Lubich, dalla "One Lab - Laboratorio di unità", dall’ONG “Azione per un Mondo Unito” con sede a Rocca di Papa in provincia di Roma, con il supporto del comune di Torpè, dell’Associazione "Santo Torpè" e della parrocchia Nostra Signora degli Angeli. I lavori consistono essenzialmente in lavaggio - sanificazione,
tinteggiatura delle pareti e piccoli interventi di sostituzione di parti danneggiate sugli impianti elettrici. Altri interventi che per complessità e durata non sarebbero completabili in una settimana saranno oggetto di una seconda fase che si svolgerà comunque entro breve tempo. “One Lab” e AMU hanno raccolto i fondi per il Progetto attraverso pubbliche sottoscrizioni mettendo insieme complessivamente oltre 15.000 € destinati a coprire le spese relative a materiali, organizzazione, manodopera specializzata, spese organizzative e quant’altro serve per l’attuazione del progetto, constatando un’ampia e generosa partecipazione. Al termine del campo è previsto un momento di valutazione, a cura dello staff organizzativo, ed un altro a tre mesi di distanza, con il coinvolgimento dei beneficiari, delle realtà locali coinvolte, associazione, parrocchia e amministrazione comunale e, se possibile, dei finanziatori. Nella serata di domenica scorsa i volontari hanno incontrato i proprietari delle abitazioni interessate per prendere gli accordi necessari e dalla mattinata successiva sono diventati operativi, mentre per sabato 19 è previsto un momento di festa e di scambio culturale con il paese di Torpè, con la collaborazione delle associazioni culturali, ricreative, di volontariato e dell’Amministrazione Comunale.
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
IL PORTICO DELLA DIOCESI
Missione. Dal 7 al 13 luglio si è tenuta la Mostra fotografica sul Congo e il Kenya.
“Vorrei trasmettere al mondo intero che la gioia si trova in mezzo ai poveri” Rossana Fulghesu 25 anni, da quattro si reca volontaria in Africa per prestare servizio in ospedale e nella scuola SUSANNA MOCCI
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AL 7 AL 13 LUGLIO l’Associazione Solidando Onlus ha ospitato, nella sua sede di via Tempio a Cagliari, la mostra fotografica di Rossana Fulghesu: “ Vieni in Africa, ti presento la Vita”. Scatti di vita quotidiana in Missione dai quali trapela molta gioia. Rossana è una ragazza di 25 anni, alla sua quarta esperienza come volontaria in Africa ( è stata due volte in Congo e due in Kenya). Le fotografie scattate durante la sua visita sono diventate una mostra a fine benefico. Rossana, raccontaci com’è andata. Sono partita il 31 marzo e sono stata per due mesi ad Archer’s Post, in Kenya, a 350 chilometri a nord di Nairobi, dalle Missionarie FALMI (Francescane Ausiliarie Laiche Missionarie dell’Immacolata). Il tempo è davvero volato. Per il primo mese ho dato una mano d’aiuto in ospedale. Facevo tutto quello che
serviva: medicazioni, trasporto di medicinali; passavo il tempo dedicandomi ai pazienti, offrendo loro il mio Amore, che è la cosa che più mi sta a cuore. Ho anche organizzato un coro: cantavamo canzoni in swahili per intrattenerli. Nel secondo mese invece ho fatto l’aiuto maestra in una scuola: insegnavo ai bambini a leggere e scrivere, controllavo i loro compiti, li facevo giocare. Come ti sei trovata in questa Missione? Le missionarie Falmi mettono davvero in pratica il Vangelo: nell’amore al prossimo, nel modo di rapportarsi, nella cura dei malati. Sono riuscite a far crescere il dispensario medico fino a farlo diventare un piccolo ospedale con 33 posti letto; ci sono anche la maternità, le sale parto e i laboratori per le analisi. È come
un primo soccorso. Quando poi i malati sono troppo gravi vengono trasferiti con l’ambulanza all’ospedale più vicino e la missione si fa carico delle spese di degenza: un costo che i pazienti non potrebbero sostenere. Inoltre fanno periodicamente il giro dei villaggi, quelli in mezzo alla savana nel parco dei Samburu. Arrivano con un mezzo carico di medicinali, vaccini, attrezzature e si occupano di queste persone. Quando è nato il desiderio di organizzare una mostra? Durante la mia permanenza mi sono accorta che mancava del materiale sanitario indispensabile, come ad esempio il saturimetro, un’apparecchiatura che misura la quantità di ossigeno nel sangue. Lì c’è l’indispensabile, ma si può fare di più. Mentre ero in Africa e scattavo
queste fotografie pensavo che sarebbe stato bello esporle, e devolvere quanto ricavato alla missione. Sarei felice di continuare a esporle altrove, se qualcuno fosse interessato a mettere a disposizione uno spazio. Le hai dato un nome molto suggestivo. Come mai? Vorrei trasmettere al mondo intero che la vita vera si trova proprio lì, in mezzo alla gioia di quelle creature. Quali progetti hai per il futuro? Il mio desiderio più grande è quello di diventare infermiera per poter andare a lavorare in Africa stabilmente. Dopo mille peripezie e anni di tentativi sono riuscita ad entrare in una facoltà di infermieristica a Valencia, in Spagna. Ho ricevuto tante porte in faccia, ma non mi sono mai fermata, non mi sono mai buttata giù. Qualcuno diceva che se un sogno incontra tanti ostacoli significa che è quello giusto: penso sia proprio il mio caso. Un’ultima – ma fondamentale- domanda: perché vuoi sempre andare in Africa? Perché mi sono ammalata, ogni secondo che passo lontana vivo l'attesa del ritorno. Per me non esiste guarigione , è il mio “bene incurabile”. ( Chi desiderasse mettere a disposizione uno spazio espositivo può contattare Rossana tramite e-mail: rossana.fulghesu@outlook.it )
Un’oasi spirituale a misura di famiglia
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L MOVIMENTO Domenicano delle Famiglie dal 1 al 5 Agosto organizzerà presso il Convento Domenicano di Cagliari la 4a settimana per famiglie. Si desidera così offrire a tutte le famiglie la possibilità di interpretare la propria esperienza coniugale e famigliare alla luce della vita domenicana e nello stesso tempo far arricchire la vita domenicana dalla vita nuziale e famigliare. S'intende proporre a coniugi e genitori la ricchezza della sapienza ed esperienza dello stile di vita domenicana, dei suoi contenuti e delle sue figure più significative in luce prettamente famigliare. Il movimento ha l'obiettivo di studiare, benedire, lodare e predicare la famiglia, nasce e si estende in rete attraverso un proprio sito, skype, mailinglist e con un incontro annuale estivo a Cagliari. Il movimento quindi ha la vastità della rete. Quest'anno la settimana sarà incentrata sul tema: "La carne come car-
dine della Storia della Salvezza". “Caro cardo salutis”. In questa frase concisa si trova una grande verità richiamata da Tertulliano (scrittore e apologeta cristiano del II° secolo d.C.). Secondo Fr. Christian-M. Steiner op, presidente del movimento, questa verità riassume il mistero della redenzione e della glorificazione dell'uomo in Gesù Cristo. Fr. Timothy Radcliffe op, nella sua lettera "La promessa di vita", evidenziava il rapporto con la propria corporeità e con quella degli altri come un aspetto curioso per i Domenicani, dato che sono stati storicamente fondati per contrastare un’eresia che riteneva il corpo malvagio. Il teologo domenicano invitava a capire il significato del corpo attraverso "l’esempio di Cristo fatto uomo: Lui si dona gratuitamente. Con questo gesto straordinario noi possiamo apprezzare la bellezza e l’unicità dei nostri corpi e imparare a donarci reciprocamente nella comunione, giacché si comprende che la corporeità va oltre i muscoli, la pelle e le ossa". Le relazioni svilupperanno i seguen-
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brevi VOLONTARIATO
Ad agosto un campo di formazione Dal 17 al 24 agosto per i giovani dai 16 ai 30 anni è possibile partecipare al Campo internazionale di formazione e volontariato. Un’esperienza di amicizia e fraternità con i giovani in arrivo dai diverse zone del Mediterraneo. L’iniziativa voluta dalla Caritas Diocesana prevede la mattina le attività di servizio nelle opere segno della Caritas diocesana di Cagliari ed in realtà associative di inclusione sociale, nel pomeriggio momenti di formazione attraverso la conoscenza di chi si impegna a vivere la solidarietà, con visite a realtà significative della città. Maggiori informazioni sul sito www.caritascagliari.it. DOMENICA
“Avvenire Cagliari Mese” è in edicola Domenica, come ogni terza del mese, è prevista la pubblicazione di quattro pagine sul quotidiano Avvenire.
È una nuova esperienza comunicativa che la Diocesi di Cagliari ha intrapreso per dotarsi di uno strumento che, congiuntamente al settimanale “Il Portico”, contribuisce a riflettere più approfonditamente sui temi che stanno maggiormente a cuore e per i quali vale la pena utilizzare un ulteriore canale comunicativo.Le modalità di ricezione della pubblicazione sono disponibili sul sito www.chiesadicagliari.
A GERGEI
Campo di volontariato nel bene confiscato
Dal 1 al 5 agosto al Convento domenicano di Cagliari LUISA MURA
IL PORTICO
ti temi: San Domenico e la sfida dei catari: dualismo o unità? a cura di Sr. Thérèse Boillat op; dall’attrazione erotica al compimento dell’eros: l’agape a cura dei coniugi Ilaria Delicati e Francesco Maiorca; un padre in carne ed ossa a cura dei coniugi Sonia Cannas e Stefano Galletta; amare nella libertà: etica del corpo? a cura dei coniugi Luisa Mura e Stefano Fadda; confusione dei ruoli familiari o centralità coniugale? a cura di Fr. Christian-M. Steiner op. L’orario delle giornate è molto flessibile secondo le esigenze delle famiglie partecipanti. In mattinata si svolge il momento formativo con il tempo per la riflessione personale, in coppia e in gruppo. Il pomeriggio è dedicato alle gite al mare e nei posti più belli della città o dintorni. Le serate prevedono atti-
vità ludiche e culturali che coinvolgono genitori e figli. La giornata si apre e si conclude con un momento di preghiera. Le famiglie avranno modo di confrontarsi, aiutarsi e crescere insieme. Gli incontri di formazione si svolgeranno presso il suggestivo Chiostro del Convento Domenicano di Cagliari in via XXIV Maggio, 5. Il Convento mette a disposizione gli spazi per dormire e mangiare. La partecipazione è aperta a tutte le persone interessate alle dinamiche familiari. Sarà garantita l'animazione a tema e gratuita per i figli e sarà prevista un'offerta libera per vitto e alloggio. Per info e iscrizioni scrivere a famiglieop@gmail.com e visitare il sito www.movimentodomenicanodellefamiglie.com.
Si svolge a Gergei, località Su Piroi, fino a domenica 20 il primo campo di volontariato del 2014 nel bene confiscato. L’iniziativa “E!state Liberi!” ogni anno coinvolge centinaia di giovani su tutto il territorio nazionale, nell’Isola è promossa da Libera Sardegna, dal CSV Sardegna Solidale e dall’Associazione La Strada e ha l’obiettivo di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. I partecipanti al campo arriveranno a Gergei da varie regioni d’Italia e vivono l’esperienza principalmente attraverso tre attività diversificate: il lavoro agricolo e di risistemazione del bene, la formazione e l’incontro con il territorio per uno scambio interculturale. Sono previsti incontri con le Istituzioni locali, i referenti dei vari presidi di Libera Sardegna, gruppi giovanili, associazioni di volontariato e la comunità locale di Gergei.
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IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
brevi COMUNICAZIONI
Campo - Laboratorio a Cuglieri L’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali propone, dal 31 luglio al 3 agosto, un campo-laboratorio per giovani impegnati nelle proprie comunità parrocchiali nei diversi ambiti della comunicazione. L’esperienza punterà, in modo particolare, ad abilitare ad un corretto ed efficace uso dei diversi mezzi di comunicazione in ambito parrocchiale: riviste in stampa, foglio e calendario settimanale, gestione della bacheca per gli avvisi, sito internet, social network, email, sms, cartellonistica, audiovisivi. Sarà approfondito anche il tema dell’identità spirituale dell’animatore della comunicazione, e delle sue competenze ecclesiali, comunicative e di programmazione del proprio servizio. Il corso inizia alle 19 del 31 luglio e termina con il pranzo del 3 agosto. - E’ necessario portare con sé la Bibbia, un quaderno, le lenzuola, gli effetti personali e un eventuale strumento musicale. La quota di partecipazione è di € 50,00. L’esperienza è aperta ai giovani a partire dai 18 anni, e l’iscrizione va fatta entro e non oltre il 20 luglio. Per informazioni e iscrizioni contattare don Giulio Madeddu alla mail: ucs@diocesidicagliari.it. CANCELLERIA
Orari di apertura a luglio e agosto La Cancelleria Arcivescovile è aperta nel mese di luglio dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30, mentre ad agosto nei seguenti giorni: 15-6-8-12-13-19-20-22-26-2729, dalle 9.00 alle 12.30.
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
Società. Una buona accoglienza ha segnato la prima manifestazione del 9 luglio a Cagliari.
“Sentinelle in Piedi”, una voce discreta a favore della famiglia La realtà delle Sentinelle è una rete di resistenza pacifica di cittadini, senza legami di carattere politico o confessionale. Forte l’opposizione al Ddl Scalfarotto EMILIO GHIANI*
M
ERCOLEDÌ 9 LUGLIO, si é
svolta per la prima volta a Cagliari la veglia delle Sentinelle in Piedi, una rete di resistenza pacifica di cittadini, apartitica e aconfessionale, cui hanno partecipato 110 persone, giovani, anziani, coppie con bambini, vegliando in silenzio, per un'ora, a un metro di distanza l'uno dall'altro, per dire no al ddl Scalfarotto, in quanto testo liberticida e anticostituzionale, che, già approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato, di fatto introduce il reato di opinione nel nostro paese. Il Ddl Scalfarotto sull’omofobia è stato presentato come necessario per fermare atti di violenza e aggressione nei confronti di persone con tendenze omosessuali, il ddl non definisce cosa si intenda per omofobia, lasciando al giudice la facoltà di decidere il confine tra discriminazione vera e propria e semplice opinione. In questo modo potrebbe essere denunciato chiunque si dica, ad esempio, contrario alle adozioni da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso o sostenga che la famiglia sia fondata sull’unione tra un uomo e una donna. Con il rischio di finire in carcere per un anno e mezzo. Le Sentinelle si oppongono pertanto a un testo di legge che si pre-
senta come uno strumento per sanzionare violenze e aggressioni, e nulla ha a che vedere con cambiamenti della famiglia e all’apertura verso quelle omosessuali. Il testo non nasce per tutelare delle persone (il nostro ordinamento giuridico punisce già chiunque si renda protagonista di aggressioni per motivi abbietti) ma è un testo dal forte impianto ideologico perché ha il solo scopo di fare da apripista a leggi e provvedimenti che non riguardano la tutela di una categoria di persone, ma nasce su pressioni dell'attivismo LGBT, che con la rivendicazione di presunti diritti negati, si arroga diritto di parlare a nome di tutte le persone omosessuali o transessuali, senza considerare che tra queste c’è chi è del tutto contrario alla pretesa di diritti declinati in base all’inclinazione sessuale, e, molte di queste, vegliano con le Sentinelle nelle piazze d’Italia. C’è stata una grande accoglienza sia da parte di cittadini cagliaritani
LOURDES
22 – 26 AGOSTO 26 – 29 AGOSTO 29 AGOSTO – 2 SETTEMBRE
TERRA SANTA
Voli diretti da Cagliari sull’aeroporto di Lourdes
16 – 23 OTTOBRE
Presieduto da S. Ecc. Mons Arrigo Miglio
• UNICO RAPPRESENTANTE DEI PAOLINI IN SARDEGNA •
Volo diretto da Cagliari
Per informazioni e prenotazioni: CAGLIARI - V.LE S. AVENDRACE 181 TEL. 070.288978 - 070.280279 FAX 070.281784 E-mail: sardivet@tiscali.it Sito internet : www.sardivetviaggi.it
che passeggiavano nel Bastione sia da turisti stranieri con i quali le Sentinelle hanno interloquito spiegando l’iniziativa. L’accoglienza dell’iniziativa è testimoniata anche dal gran numero di contatti sulla pagina facebook, i cui “Mi piace”, nel giorno successivo all’iniziativa, sono quasi raddoppiati, da circa 650 a oltre 1200.
La veglia non è la rappresentazione di una contrapposizione tra chi è a favore dei matrimoni omosessuali e chi lo è per quelli eterosessuali, come invece hanno riportato i giornali che ne hanno parlato. Questo è uno degli inganni che le politiche LGBT portano avanti: la presunta contrapposizione tra omosessuali e eterosessuali, lo ribadiamo, non esiste. Non esiste perché non è l'inclinazione sessuale a definire le persone. Riceviamo continuamente contatti di persone che ci chiedono di conoscere l’iniziativa e del motivo per cui manifestiamo, e ciò è per noi una grande spinta ad andare avanti. É inoltre la conferma che la libertà di espressione non conosce appartenenza religiosa o associativa, e nemmeno inclinazione o orientamento sessuale: ci riguarda e ci coinvolge tutti. Le persone coinvolte sono, nell’ambito della Sardegna, oltre un migliaio, la pagina facebook ha avuto oltre 35.000 visualizzazioni in meno di 3 settimane. Sono numeri destinati a crescere perché l'esperienza delle Sentinelle ci dice che c'è un popolo che ancora crede nella libertà di espressione e che aspetta solo di essere risvegliato. * Sentinelle in Piedi - Cagliari
IL PORTICO DELL’ANIMA
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
IL PORTICO
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Chiesa. Pubblicata l’autobiografia del Cardinale Joao Braz de Aviz, già Arcivescovo di Brasilia.
detto tra noi
Uomo del dialogo franco e fraterno, chiamato a Roma da Papa Benedetto
In attesa degli aiuti statali
cane, emerge il ritratto di un brasiliano che porta nel suo agire le modalità di chi ha vissuto in una terra così particolare come il Brasile. Non buonismo ma carità nella verità, con la consapevolezza che il suo amore per la Verità è stato l’elemento attraverso il quale Benedetto XVI lo ha scelto. Non l’ha visto molte volte nel corso del suo arrivo a Roma ma il rapporto con il Pontefice è stato sempre molto costruttivo, animato dal desiderio di aiutarlo nel governo della Chiesa. Ora con Papa Bergoglio la verifica delle decisioni è una costante, e l’intesa è più che mai consolidata, con franchezza e semplicità di relazione il proporato collabora con lui nelle scelte, a volte dolorose, che devono essere prese. Uno dei capitoli che più ha attirato l’attenzione dei lettori è quello relativo alla vicenda dei Legionari di Cristo. Una storia per troppo tempo tenuta nei cassetti e che finalmente è emersa così come altre, perché si legge nel libro è necessario non na-
scondere nulla per mettersi al servizio della verità Nel libro emerge come, nonostante la comune origine sudamericana di De Aviz e di Bergoglio, la chiesa brasiliana è diversa rispetto a quella argentina. Lo spiega bene Michele Zanzucchi in una recente intervista. “La Chiesa argentina – dice il direttore di Città Nuova - è forse ancora più legata all’Europa rispetto a quanto non solo sia quella brasiliana, che è molto più popolare e meno intellettuale, quella di un popolo di Dio, gregge che lascia il proprio odore sul vestito dei pastori. La comunanza tra le due realtà è data, oltre alla collocazione geografica, anche dal fatto che entrambe hanno una grande sensibilità per le tematiche sociali. Il cardinal De Aviz ha scritto diversi testi sulla Teologia della Liberazione, e continua a credere che un riequilibrio delle ricchezze tra Nord e Sud del mondo sia una strada da percorrere. Un altro tratto che contraddistingue il cardinale è il fatto che dall’età di 14 anni conosce il Movimento dei Focolari, grazie alla testimonianza di un focolarino brasiliano. Dice Zanzucchi “Il legame tra Focolari e vescovi è molto spirituale, lontano mille miglia dal pensiero di Chiara Lubich (la fondatrice scomparsa nel 2005) e di quegli stessi vescovi il fare lobby. Loro servono il papa e la Chiesa, punto. Al cardinal De Aviz non interessano i salotti. Testimoniano, ma sempre con il Vangelo, non sono gruppi di potere”. Più chiaro di così!
della legge non è un’attività che estranea dalla vita, che aliena dalla società, ma è proprio quel ‘ruminare la Torah’ a dar colore e gusto al vivere. La scelta etica non è dettata da imperativi categorici, ma dalla metabolizzazione del libro della vita. D’altra parte, la seconda categoria presentata è accostata simbolicamente alla pula – involucro dei semi di cereali – che viene dispersa al vento. I contadini si riunivano nell’aia e, in giornate ventose, sollevavano in alto il
grano e, facendolo ricadere a terra, permettevano alla pula, leggera e secca, di essere trasportata via dalle folate di vento. L’immagine è estremamente pregnante e ricorda il monito di Gesù sulla zizzania: Lasciate che la zizzania cresca col grano ‘perché c'è pericolo che estirpando la zizzania sradichiate insieme ad essa anche il grano’ (Mt 13,29). L’uomo del salmo è chiamato beato non tanto per la sua bravura di essere giusto, di buon meditatore, di essere come albero fresco, ma a causa dell’opera costante di Dio che ‘veglia sul cammino dei giusti’ (v.6). Dunque, la lode per la figura presente nel salmo 1 non è un encomio per qualcuno, bensì la possibilità offerta a chiunque si appresta a meditare notte e giorno la Torah rispecchiata e metabolizzata nei 150 salmi. Il salmo 119 nell’elogiare la Torah scrive: ‘Beato chi è integro nella sua via e cammina nella legge del Signore. Beato chi custodisce i suoi comandamenti e lo cerca con tutto il cuore’ (vv.2-3).
R. C.
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ALLE PERIFERIE del mondo
al Vaticano: la mia storia verso la Chiesa di domani”. È il titolo dell’autobiografia scritta dal cardinal Joao Braz De Aviz, in collaborazione con Michele Zanzucchi, direttore della rivista Città Nuova. Nel libro il Prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica racconta la sua storia. Il cammino del porporato brasiliano ricorda molto quello di Papa Francesco. Sud americano come lui, vissuto in una famiglia tutt’altro che agiata in periferia, e tra l’altro ha rischiato la vita quando nel corso di una rapina è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco. Arcivescovo di Brasilia dal 2004, monsignor De Aviz nel 2011 fu chiamato da Papa Benedetto XVI a guidare una Congregazione molto delicata: le problematiche erano tante ed era necessario ricostruire il rapporto tra il Vaticano e vari gruppi di religiosi e di religiose di tutto il mondo, incrinatosi con il suo predecessore. “Quando sono arrivato a Roma - racconta non sapevo che c’era questa situazione. Le difficoltà erano molte difficoltà di rapporti e senza nessuna polemica, abbiamo cercato soprattutto di ripristinare la fiducia”. Un aneddoto, raccontato nel corso della presentazione romana del libro, vorrebbe che l’allora cardinal Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, fosse stato interpellato dal Va-
ticano, riguardo la nomina del nuovo Prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. L’attuale Papa avrebbe detto testualmente “Perché non chiedete al vescovo di Brasilia?”. E così Papa Benedetto chiamò a Roma monsignor De Aviz, creandolo cardinale nel 2012. Lo stesso Bergoglio racconta che dopo la sua elezione nell’incontrare il card. De Aviz lo abbia accolto definendolo “Un brasiliano infiltrato in Vaticano” e gli abbia chiesto “Ti sei vendicato in Conclave?”. E lui ha risposto “Sì ho votato per lei”. Al di là dei retroscena nel libro viene raccontata la storia di un uomo di Dio, che come cardinale non sembra prendersi molto sul serio. Dalla grande affabilità con la quale interagisce con qualunque dei suoi interlocutori, alla caparbietà con al quale cerca di intessere rapporti, specie quando si tratta di situazioni delicate, come la vicenda dei Legionari di Cristo, o delle suore ameri-
PERSONAGGI DELLA BIBBIA
Il meditabondo di MICHELE ANTONIO CORONA
I
l grande libro dei Salmi sembra essere estraneo alla nostra analisi in questa rubrica dei personaggi della bibbia. Molti sono i salmisti, innumerevoli i soggetti richiamati, ma – apparentemente – pochi i personaggi che vi si muovono. Tuttavia, il primo dei salmi apre l’intero libro con l’immagine di un uomo particolare, di un credente, di uno fiducioso, di un personaggio che medita la legge. Il libro dei salmi è suddiviso in cinque sottosezioni, che riflettono la penta-divisione della Torah. Perciò l’uomo del salmo 1 è figura di colui che ascolta, legge, medita, approfondisce l’intera Scrittura. La composizione poetica è straordinariamente brillante, melodica, esaltante a livello letterario e retorico. Si evidenziano nel salmo due tipologie di per-
sone: uno che si astiene da qualsiasi connivenza con l’ingiustizia, con il male, con l’empietà. Non è un atteggiamento di disprezzo o giudizio verso i peccatori, ma di fiducia nel Dio che sa salvare, di fede nei confronti del bene, di slancio verso gli indifesi, verso i poveri. La meditazione diuturna della legge si corrobora armonicamente con una vita giusta, etica, spalancata all’altro. ‘È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo; le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene’ (v.3). La metafora vegetale è ossigenante, dal momento che immerge ‘l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi e non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti’ (v.2) in un paesaggio bucolico di rara bellezza. La meditazione
di D. TORE RUGGIU
A otto mesi dalla alluvione che ha colpito il nord Sardegna, le diocesi più colpite hanno reso pubblico il bilancio dei progetti partiti non senza far notare, attraverso il Vescovo di Tempio Ampurias: “aspettiamo ancora l’intervento delle istituzioni, Stato e Regione, affinché diano quello che hanno promesso, secondo le necessità”. Siamo alle solite: la Chiesa deve supplire a quello che non fanno le istituzioni. La Caritas ha fatto il punto sul denaro raccolto: un milione e novecento mila euro a cui si aggiunge un milione stanziato dalla CEI attraverso l’otto per mille. La cosa importante è che i soldi sono stati messi subito a disposizione per le vittime dell’alluvione, anche se le cifre sono irrisorie di fronte alle reali necessità. Nello specifico: 2 milioni e cento mila euro a famiglie e piccole imprese; 155 mila euro per l’emergenza; 25 mila per attrezzature varie; 100 mila euro per progettualità sociali o per incrementare il fondo per il micro credito. Questo è quanto la Chiesa ha già fatto, senza contare gli aiuti quotidiani che vengono dati regolarmente per le necessità immediate dei poveri. La domanda che tutti ci poniamo, è questa: perché lo Stato, quando capitano questi tristi eventi si presenta spesso con i massimi esponenti istituzionali che dichiarano che sono stati decisi interventi per un certo importo e poi non arriva nulla? È davvero triste che l’unica istituzione (più altri volontari fra i comuni cittadini o associazioni) che è sempre in prima linea, è la Chiesa. Eppure è la più criticata, da gente che non sa o fa finta di non sapere, accusandola ingiustamente di non far nulla per i poveri, denunciando presunte ricchezze che avrebbe e così via. Eppure la Chiesa, lo si sappia, spesso fa opera di supplenza. Lo fa volentieri, evangelicamente, ma con mezzi inadeguati alle necessità dei poveri e dei bisognosi. Ma lo sa la gente che tutte le parrocchie, ogni 6 mesi, devono rendicontare tutto alla curia, comprese le questue imperate (tra le quali ci sono missioni, migranti, le missioni diocesane, la Caritas diocesana, i cristiani della Terra Santa, la carità del Papa, i seminaristi poveri e ante altre). E facciamoci un serio esame di coscienza, tutti noi fedeli praticanti: quale è il nostro contributo durante le questue in Chiesa, nelle cassette dei lumini votivi dei poveri e le offerte (sempre libere) per Battesimi, prime Comunioni, funerali, matrimoni….. forse più di uno dovrà vergognarsi, come spesso succede in molte parrocchie, per la poco generosità soprattutto quando ci si nasconde nella busta anonima, mentre non si bada a spese per i festeggiamenti “pagani”. Non mancano certo le persone generose e sono proprio queste che consentono di mandare avanti l’economia di una parrocchia che può contare solo sulle offerte dei fedeli. Lo stesso capita per le calamità naturali. E lo Stato? Non ne parliamo, ma guardiamoci attorno.
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IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO
IL PORTICO
Il Santo Padre. Alcuni passaggi dell’omelia della Messa con le vittime della pedofilia.
I fanciulli sono davvero i piccoli che il Signore guarda con amore immagine di Pietro che, vedendo uscire Gesù da questa seduta di duro interrogatorio, e che incrocia lo sguardo con Gesù e piange, mi viene oggi nel cuore incrociando il vostro sguardo, di tanti uomini e donne, bambini e bambine; sento lo sguardo di Gesù e chiedo la grazia del suo piangere. La grazia che la Chiesa pianga e ripari per i suoi figli e figlie che hanno tradito la loro missione, che hanno abusato di persone innocenti. E io oggi sono grato a voi per essere venuti qui. Da tempo sento nel cuore un profondo dolore, una sofferenza, per tanto tempo nascosto, dissimulato in una complicità che non trova spiegazione, finché qualcuno non si è reso conto che Gesù guardava, e un altro lo stesso e un altro lo stesso... e si fecero coraggio a sostenere tale sguardo. E quei pochi che hanno cominciato a piangere, hanno contagiato la nostra coscienza per questo crimine e grave peccato. Questa è la mia angoscia e il mio dolore per il fatto che alcuni sacerdoti e vescovi hanno violato l’innocenza di minori e la loro propria vocazione sacerdotale abusandoli sessualmente. Si tratta di qualcosa di più che di atti deprecabili. È come un culto sacrilego perché questi bambini e bambine erano stati affidati al carisma sacerdotale per condurli a Dio ed essi li hanno sacrificati all’idolo della loro concupiscenza. Profanano la stessa
L’
immagine di Dio a cui immagine siamo stati creati. L’infanzia — lo sappiamo tutti — è un tesoro. Il cuore giovane, così aperto di speranza, contempla i misteri dell’amore di Dio e si mostra disposto in una maniera unica ad essere alimentato nella fede. Oggi il cuore della Chiesa guarda gli occhi di Gesù in questi bambini e bambine e vuole piangere. Chiede la grazia di piangere di fronte a questi atti esecrabili di abuso perpetrati contro i minori. Atti che hanno lasciato cicatrici per tutta la vita. […] I peccati di abuso sessuale contro minori da parte di membri del clero hanno un effetto dirompente sulla fede e la speranza in Dio. Alcuni si sono aggrappati alla fede, mentre per altri il tradimento e l’abbandono hanno eroso la loro fede in Dio. La vostra presenza qui parla del miracolo della speranza che ha il soprav-
INDUSTRIA GRAFICA
GRAFICHE
vento sulla più profonda oscurità. Senza dubbio, è un segno della misericordia di Dio che noi abbiamo oggi l’opportunità di incontrarci, di adorare il Signore, di guardarci negli occhi e cercare la grazia della riconciliazione. Davanti a Dio e al suo popolo sono profondamente addolorato per i peccati e i gravi crimini di abuso sessuale commessi da membri del clero nei vostri confronti e umilmente chiedo perdono. Chiedo perdono anche per i peccati di omissione da parte dei capi della Chiesa che non hanno risposto in maniera adeguata alle denunce di abuso presentate da familiari e da coloro che sono stati vittime di abuso. Questo, inoltre, ha recato una sofferenza ulteriore a quanti erano stati abusati e ha messo in pericolo altri minori che si trovavano in situazione di rischio. D’altra parte, il coraggio che voi e altri avete dimostrato facendo emergere la verità è stato un servizio di amore, per aver fatto luce su una terribile oscurità nella vita della Chiesa. Non c’è posto nel ministero della Chiesa per coloro che commettono abusi sessuali; e mi impegno a non tollerare il danno recato a un minore da parte di chiunque, indipendentemente dal suo stato clericale. Tutti i vescovi devono esercitare il loro servizio di pastori con somma cura per salvaguardare la protezione dei minori e renderanno conto di
questa responsabilità. Per tutti noi vale il consiglio che Gesù dà a coloro che danno scandalo, la macina da molino e il mare (cfr Mt 18, 6). Inoltre continueremo a vigilare sulla preparazione al sacerdozio. Conto sui membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, tutti i minori, a qualsiasi religione appartengono, sono i piccoli che il Signore guarda con amore. Chiedo questo ausilio affinché mi aiutino a far sì che possiamo disporre delle migliori politiche e procedimenti nella Chiesa universale per la protezione dei minori e per la formazione di personale della Chiesa nel portare avanti tali politiche e procedimenti. Dobbiamo fare tutto il possibile per assicurare che tali peccati non si ripetano più nella Chiesa. Fratelli e sorelle, essendo tutti membri della famiglia di Dio, siamo chiamati a entrare nella dinamica della misericordia. Il Signore Gesù, nostro Salvatore, è l’esempio supremo, l’innocente che ha portato i nostri peccati sulla croce. Riconciliarci è l’essenza stessa della nostra comune identità come seguaci di Cristo. Rivolgendoci a Lui, accompagnati dalla nostra Madre Santissima ai piedi della croce, chiediamo la grazia della riconciliazione con tutto il popolo di Dio. La soave intercessione di Nostra Signora della Tenera Misericordia è una fonte inesauribile di aiuto nel nostro percorso di guarigione. […] Gesù esce da un giudizio ingiusto, da un interrogatorio crudele e guarda gli occhi di Pietro e Pietro piange. Noi chiediamo che ci guardi, che ci lasciamo guardare, e possiamo piangere, e che ci dia la grazia della vergogna, perché come Pietro, quaranta giorni dopo, possiamo rispondergli: «sai che ti amiamo» e ascoltare la sua voce: «torna al tuo cammino e pascola le mie pecore» — e aggiungo — «e non permettere che alcun lupo entri nel gregge». (7 luglio 2014)
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