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DOMENICA 27 LUGLIO 2014 A N N O X I N . 30

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

CAGLIARI

€ 1.00

La pace prima di tutto ROBERTO PIREDDA

on rinunciamo alle nostre responsabilità, ma invochiamo Dio come atto di suprema responsabilità, di fronte alle nostre coscienze e di fronte ai nostri popoli. Abbiamo sentito una chiamata, e dobbiamo rispondere: la chiamata a spezzare la spirale dell’odio e della violenza, a spezzarla con una sola parola: “fratello”. Ma per dire questa parola dobbiamo alzare tutti lo sguardo al Cielo, e riconoscerci figli di un solo Padre». Con queste parole, pronunciate in occasione dell’Incontro di preghiera per la pace in Terra Santa dello scorso 8 giugno, Papa Francesco esortava Israele e Palestina a portare avanti ogni sforzo necessario per la riconciliazione. Gli avvenimenti degli ultimi giorni vanno in una direzione tragicamente contraria. Mentre esce questo numero del nostro settimanale è in corso l’offensiva di terra contro Hamas nella Striscia di Gaza da parte degli israeliani e si parla ormai di centinaia di morti. I tentativi di ottenere una tregua, messi in atto attraverso l’azione diplomatica degli organismi internazionali e di singoli Paesi, sono andati fino a questo momento a vuoto. Le posizioni in campo non sono certamente di facile composizione. Il governo guidato da Netanyahu sostanzialmente non riconosce ad Hamas alcuna legittimità politica, considerandolo semplicemente un’organizzazione terroristica, e d’altro canto il movimento islamista ha come fine indicato nel

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suo statuto la cancellazione dello Stato d’Israele. Difficilmente si potrebbe trovare una situazione più intricata. Tra i due protagonisti del conflitto di questi giorni troviamo il movimento palestinese di Al Fatah, fondato da Arafat, e guidato oggi da Abu Mazen, che è anche il presidente dell’Autorità Palestinese. Nel 2006 Hamas vinse le elezioni palestinesi interrompendo il lungo dominio di Al Fatah, ormai visto come un movimento troppo moderato. A quel successo elettorale fece seguito una guerra civile tra le due fazioni palestinesi che, tra l’altro, portò alla presa di controllo della Striscia di Gaza da parte di Hamas. Sia Israele che l’Occidente in generale, non hanno mai riconosciuto l’autorità di Hamas sulla Striscia di Gaza. Questo ha portato i leader di Hamas a legarsi agli aiuti di Iran e Siria. Negli ultimi anni sono stati diversi gli interventi militari israeliani nella Striscia: basti ricordare le operazioni “Piombo fuso” del 2008 e “Colonna di nuvola” del 2012. Le difficili condizioni di vita degli abitanti della Striscia di Gaza hanno consentito lo sviluppo di altri movimenti di natura jihadista e quaedista, ancora più estremisti rispetto ad Hamas. A seguito delle cosiddette “primavere arabe” Hamas ha rotto i rapporti con la Siria e l’Iran avvicinandosi all’Egitto, allora guidato da Morsi, esponente dei Fratelli musulmani, e al Qatar. Nel 2011 Hamas ha anche firmato un accordo con il tradizionale rivale interno Al Fatah. Il crollo di Morsi in Egitto e la pre-

sa del potere da parte di Al-Sisi, totalmente contrario ai movimenti islamisti, hanno notevolmente indebolito Hamas, rendendo ancora peggiori le condizioni di vita a Gaza e spingendo verso il patto con Abu Mazen per un governo di unità nazionale. Israele si è mostrato fin dall’inizio decisamente contrario all’accordo dello scorso aprile tra Hamas e Al Fatah rifiutandosi di partecipare a nuovi colloqui di pace. Oggi gli attacchi di Israele indeboliscono certamente Hamas, ma allo stesso tempo il radicalizzarsi dello scontro fa avanzare i gruppi islamici più estremisti. Il conflitto non fa altro poi che ridurre i già scarsi margini di manovra di Abu Mazen, che poteva essere l’unico in grado di “moderare” Hamas. Venire fuori da questo groviglio non è semplice. L’unica strada possibile rimane quella indicata da Papa Francesco nel corso della sua recente visita in Terra Santa: «Rinnovo l’appello che da questo luogo rivolse Benedetto XVI: sia universalmente riconosciuto che lo Stato d’Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il Popolo palestinese ha il diritto ad una patria sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. La “soluzione di due Stati” diventi realtà e non rimanga un sogno» (25 maggio 2014). Se è vero che «la violenza non si vince con la violenza» (Angelus, 20 luglio 2014), solo il realismo della pace, che va costruita con pazienza e ragionevolezza, permetterà di uscire dalla crisi.

Solidarietà del Papa ai cristiani vittime di persecuzioni in Iraq Ho appreso con preoccupazione le notizie che giungono dalle Comunità cristiane a Mossul (Iraq) e in altre parti del Medio Oriente, dove esse, sin dall’inizio del cristianesimo, hanno vissuto con i loro concittadini offrendo un significativo contributo al bene della società. Oggi sono perseguitate; i nostri fratelli sono perseguitati, sono cacciati via, devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente con loro. A queste famiglie e a queste persone voglio esprimere la mia vicinanza e la mia costante preghiera. Carissimi fratelli e sorelle tanto perseguitati, io so quanto soffrite, io so che siete spogliati di tutto. Sono con voi nella fede in Colui che ha vinto il male! E a voi, qui in piazza e a quanti ci seguono per mezzo della televisione, rivolgo l’invito a ricordare nella preghiera queste comunità cristiane. Papa Francesco Angelus 20 luglio 2014


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IL PORTICO DEL TEMPO

IL PORTICO

DOMENICA 27 LUGLIO 2014

Europa. Juncker eletto presidente della Commissione. È urgente una svolta su lavoro ed economia.

L’Unione Europea al bivio

I partecipanti al Consiglio europeo; sotto Jean-Claude Juncker, nuovo presidente della Commissione europea.

FRANCO CAMBA

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OPO DUE SETTIMANE dall’insediamento del Parlamento europeo e della rielezione alla sua presidenza del socialdemocratico Martin Schulz (è la prima volta che il titolare della presidenza viene rinnovato per due volte di seguito), come ampiamente annunciato, Jean Claude Juncker è stato eletto presidente della Commissione europea. Nonostante i timori della vigilia, l’ex premier lussemburghese, candidato del Partito Popolare Europeo, ha ottenuto il sostegno di una larga maggioranza del Parlamento di Strasburgo, grazie all’accordo concluso tra centro-destra e centro-sinistra. La sua elezione è stata definita da Martin Schulz come “un passo storico per la democrazia europea”. Nella prima conferenza stampa Juncker ha parlato dell’alto rappresentante per gli affari esteri europei e la politica di sicurezza, del programma economico e delle cariche del nuovo esecutivo, sottolineando che “la composizione della nuova Commissione sarà annunciata entro il mese di agosto”, per dare ai neo commissari il tempo di prepararsi alle audizioni. Parlando di economia, il presidente della Commissione ha detto che “la capacità finanziaria propria della zona euro deve essere vista in relazione agli impegni di certi Stati a varare le riforme strutturali”, rinviando alla proposta che sarà presentata in futuro. Juncker ha anche fornito un profilo del prossimo alto rappresentante per gli affari esteri europei e la politica di sicurezza che dovrà essere “un attore forte e con esperienza per combinare gli strumenti nazionali ed europei e tutti gli strumenti della Commissione europea in modo più efficace rispetto al passato”. Profilo questo che, secondo alcuni osservatori, sarebbe diverso da

quello della responsabile degli esteri italiana Federica Mogherini, che ha cominciato la sua attività di ministro da poco meno di cinque mesi, indicata per l’incarico nella Commissione europea da parte del premier Matteo Renzi. Così, mentre il neoeletto presidente della Commissione europea Juncker prosegue i

contatti bilaterali con i capi di Stato e di governo dell’Unione europea sulla composizione del prossimo esecutivo, trascorrono le prime settimane del semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea, avviato il due luglio scorso, a ventiquattr’ore dall’inizio della nuova legislatura del Parlamento europeo. Per l’inaugurazione ufficiale del semestre ita-

liano è intervenuto Matteo Renzi di fronte al Parlamento di Strasburgo, riunito in sessione plenaria, per la presentazione del programma della Presidenza italiana. Un programma secondo il quale nei prossimi mesi l’Unione europea può gettare le basi per importanti progressi in numerosi settori. Tra le principali sfide vengono indicate la ripresa dalla crisi economica e finanziaria, l’aumento dell’occupazione, il rafforzamento dei diritti fondamentali e il sostegno ai cittadini europei per tenere il passo con un mondo in rapido mutamento. Come si afferma nel programma presentato a Strasburgo, “con oltre 26 milioni di disoccupati in Europa, la creazione di posti di lavoro è un fattore chiave per riconquistare il sostegno dei cittadini al processo di integrazione europea”. Per questo occorre “agire per creare le premesse per un aumento della crescita potenziale, assicurando servizi pubblici adeguati e sostenibili e la salvaguardia della coesione sociale necessaria affinché i sistemi economici possano beneficiare di una prosperità duratura”. La più grande sfida dei prossimi mesi sarà quella di garantire che l’Europa sia pronta a competere nell’economia globale. E la Presidenza italiana dovrà fare ogni sforzo possibile per sostenere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Decisioni strategiche comuni, come si sostiene nel Programma presentato da Renzi, non potranno essere adottate mediante semplici strumenti di coordinamento, ma sono necessari strumenti decisionali più efficaci per un’azione comune capace di ottenere risultati concreti e misurabili. Infatti, in un momento di alta disoccupazione nel nostro continente, in particolare tra i giovani, una delle più grandi sfide dell’Unione europea dovrà essere quella di fornire una risposta efficace al bisogno di maggiori opportunità di lavoro.


IL PORTICO DEGLI EVENTI

DOMENICA 27 LUGLIO 2014

Terra Santa. Nella Striscia di Gaza é partita la campagna militare di Israele contro Hamas.

Sempre più tragica la distanza che separa israeliani e palestinesi A Cagliari si è tenuta una veglia di preghiera per la pace organizzata dalla comunità palestinese insieme alla Diocesi I.P.

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UE POPOLI, una terra con-

tesa che da oltre mezzo secolo è fonte di tensioni e guerre. La Terra Santa dovrebbe essere luogo di pace e invece continua ad essere uno dei punti tra i più problematici del globo terracqueo. Da oltre due settimane è in corso una sanguinosa lotta tra ebrei e palestinesi, con centinaia di vittime, la stragrande maggioranza innocenti, senza che nessuna delle due parti voglia ascoltare i richiami della comunità internazionale. In verità questi richiami assomigliano più ad un rimbrotto di una madre che sollecita i due figli a non continuare nella lotta. Quello che manca è una reale forza dell’Occidente e dell’Onu, privi di strumenti efficaci per costringere i due contendenti a sedersi ad un tavolo di trattative. È questo il vero nodo, oltre quello delle armi che l’intero Occidente, Italia compresa, sta vendendo ai contendenti. Insomma la voce grossa la si può fare se non hai le

I bombardamenti israeliani su Gaza.

mani in pasta, in caso contrario rischi di essere poco credibile. La questione delle armi prodotte e vendute senza che ci si metta il minimo scrupolo su come e dove verranno impiegate, può forse aiutare a spiegare come mai di fronte a scene di autentico orrore nessuno agisce. Gli appelli alla pace rischiano di rimanere tali senza azioni concrete. L’unica “arma” che i credenti hanno è quella della preghiera, che lo stesso Papa Francesco ha sollecitato domenica scorsa all’Angelus. A questo si aggiungono veglie e incontri di preghiera. Nei giorni scorsi il sagrato di Bonaria a Cagliari ha ospitato una veglia di preghiera voluta dalla comunità palestine-

se, alla quale ha partecipato anche l’Arcivescovo monsignor Arrigo Miglio. “Una veglia di preghiera nata dal basso - l’ha definita nel corso dell’intervista alla Radio Vaticana- non decisa dai vertici della diocesi. È nata proprio dalla comunità palestinese che abbiamo qui e anche dalle altre comunità immigrate che sentono sulla loro pelle il dramma che si vive in questi giorni. E questa iniziativa, venuta da loro, ci ha coinvolti, ci ha fatti anche un po’ arrossire, perché saremmo dovuti arrivare prima noi a proporre un’iniziativa specifica ... e naturalmente il pensiero è andato subito a Papa Francesco e sono stati gli stessi promotori a proporre il piazzale del Santuario di Bonaria,

ricordando proprio la visita dello scorso settembre di Papa Francesco. Devo dire anche che sia l’iniziativa, che è partita da un gruppo di immigrati, ma sia anche la risposta della diocesi, che ho visto in pochi giorni, è stata molto partecipata, è stata anche molto sostenuta dall’impressione dell’incontro avvenuto in Vaticano l’8 giugno scorso, con il Papa e i rappresentanti dei due popoli. È un evento che ha segnato un po’ la coscienza e l’opinione pubblica, per due motivi. Primo, perché è stato un momento davvero inedito; secondo, l’apparente sconfitta della preghiera: questo ci interpella molto. La preghiera non è sconfitta. La speranza è che molti di più capiscano che la pace in Terra Santa significa la pace nel mondo. Il gesto del Papa non è finito, non è soffocato. E le parole di pace che sono state dette anche dalle due parti, rimangono vere, sono un seme che abbiamo bisogno di coltivare».

La Veglia per la pace a Cagliari

Foto Alessandro Orsini

IL PORTICO

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il fatto DISASTRO AEREO IN UCRAINA

La situazione è oramai fuori controllo Incredulità e rabbia. Sono i sentimenti di molti dopo la tragedia dell’aereo della Malaysia Airlines abbattuto da un missile al confine Ucraino – russo, provocando la morte di quasi 300 persone, 80 delle quali bambini, compresi 3 neonati. Il volo partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur è stato scambiato per un jet militare e abbattuto, nonostante si trovasse ad oltre 10mila metri di quota e fosse visibile dal controllo aereo, grazie al codice che contraddistingue ciascun volo civile.

Invece chi aveva in dotazione la piattaforma di lancio missilistica, non di ultima generazione sostengono strateghi militari occidentali, ha pensato bene di puntare il missile verso quel Boeing, la cui unica colpa è stata quella di aver sorvolato una zona pericolosa, teatro di lotta da troppo tempo, e di essere stato scambiato per un aereo nemico. La maggior parte degli occupanti dell’aereo era olandese, per questo il premier, Mark Rutte, ha chiesto ad Ucraina e Russia di avere la massima collaborazione. Entrambi i contendenti, Putin da una parte e Jacenjuk dall’altra sono in forte imbarazzo, entrambi respingono le reciproche accuse sul disastro. La sostanza è che la sete di potere e di predominio sul confine euroasiatico di Russia ed Occidente ha trasformato una zona alle porte dell’Europa in teatro di guerra, con tutto ciò che ciò comporta. Accanto agli eserciti regolari ci sono miliziani, il cui unico scopo è il denaro, quindi se per incassare è necessario sparare a caso non importa, tutto al più si può parlare di “danni collaterali”. La vicenda dell’MH17 testimonia come la cosa sia sfuggita di mano ad entrambe le fazioni. In tutto il mondo sono una decina le vie aree ad alta pericolosità, una si è aggiunta con l’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines. Le compagnie, forse, ora saranno disposte a spendere qualche dollaro in più per allungare il viaggio pur di far giungere sani e salvi i propri passeggeri, mentre in molti auspicano che il terribile incidente induca le parti ad una tregua reale, con l’avvio di vere trattative sotto l’egida di autorità internazionali.


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IL PORTICO DEL TEMPIO

IL PORTICO

Il Santo Padre. Il ricordo dei cristiani perseguitati. La preghiera per Terra Santa e Ucraina.

Dio guarda alla vita di ogni persona con grande pazienza e misericordia ROBERTO PIREDDA

ll’Angelus il Santo Padre ha approfondito il messaggio del Vangelo domenicale incentrato sulla parabola del grano e della zizzania «che affronta il problema del male nel mondo e mette in risalto la pazienza di Dio». La scena, ha spiegato Papa Francesco «si svolge in un campo dove il padrone semina il grano; ma una notte arriva il nemico e semina la zizzania, termine che in ebraico deriva dalla stessa radice del nome "Satana" e richiama il concetto di divisione. Tutti sappiamo che il demonio è uno "zizzaniatore", colui che cerca sempre di dividere le persone, le famiglie, le nazioni e i popoli». Il Papa ha messo in luce due aspetti essenziali della parabola. Il primo riguarda il problema del male presente nel mondo, che «non proviene da Dio, ma dal suo nemico, il Maligno». Quest’ultimo «va di notte a seminare la zizzania, nel buio, nella confusione; lui va dove non c’è luce per seminare la zizzania. Questo nemico è astuto: ha seminato il male in mezzo al bene, così che è impossibile a noi uomini separarli nettamente; ma Dio, alla fine, potrà farlo». Un altro punto che viene sottolineato riguarda il contrasto tra l’impazienza dei servi e quella del proprietario del campo, che rappresenta Dio. A volte, ha mostrato il Papa, «abbiamo una gran fretta di giudicare,

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classificare, mettere di qua i buoni, di là i cattivi. Ma ricordatevi la preghiera di quell’uomo superbo: “O Dio, ti ringrazio perché io sono buono, non sono non sono come gli altri uomini, cattivi” (cfr Lc 18,11-12). Dio invece sa aspettare. Egli guarda nel "campo" della vita di ogni persona con pazienza e misericordia: vede molto meglio di noi la sporcizia e il male, ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino. Dio è paziente, sa aspettare». Papa Francesco ha invitato a coltivare lo stesso atteggiamento della speranza presente nella figura del padrone: «È quello della speranza fondata sulla certezza che il male non ha né la prima né l’ultima pa-

rola. Ed è grazie a questa paziente speranza di Dio che la stessa zizzania, cioè il cuore cattivo con tanti peccati, alla fine può diventare buon grano. Ma attenzione: la pazienza evangelica non è indifferenza al male; non si può fare confusione tra bene e male! Di fronte alla zizzania presente nel mondo il discepolo del Signore è chiamato a imitare la pazienza di Dio, alimentare la speranza con il sostegno di una incrollabile fiducia nella vittoria finale del bene, cioè di Dio». La parabola fa poi riferimento alla “mietitura” che rappresenta il giudizio da parte di Dio. Il Papa ha esortato a imitare l’atteggiamento di misericordia di Gesù: «Colui che ha se-

minato il buon grano nel mondo e che è diventato Lui stesso "chicco di grano", è morto ed è risorto. Alla fine saremo tutti giudicati con lo stesso metro con cui abbiamo giudicato: la misericordia che avremo usato verso gli altri sarà usata anche con noi». Al termine dell’Angelus il Pontefice ha ricordato la tragica situazione dei cristiani perseguitati in Iraq e in altre parti del Medio Oriente: «Le comunità cristiane sin dall’inizio del cristianesimo, hanno vissuto con i loro concittadini offrendo un significativo contributo al bene della società. Oggi sono perseguitate; i nostri fratelli sono perseguitati, sono cacciati via, devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente con loro. A queste famiglie e a queste persone voglio esprimere la mia vicinanza e la mia costante preghiera. Carissimi fratelli e sorelle tanto perseguitati, io so quanto soffrite, io so che siete spogliati di tutto. Sono con voi nella fede in Colui che ha vinto il male! E a voi, qui in piazza e a quanti ci seguono per mezzo della televisione, rivolgo l’invito a ricordare nella preghiera queste comunità cristiane». Il Santo Padre ha poi esortato a pregare in modo speciale per la pace in Terra Santa e in Ucraina: «Il Dio della pace susciti in tutti un autentico desiderio di dialogo e di riconciliazione. La violenza non si vince con la violenza. La violenza si vince con la pace!».

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DOMENICA 27 LUGLIO 2014

pietre MADAGASCAR

Liberato il sacerdote rapito Un sacerdote cattolico è stato preso in ostaggio da banditi dediti all’abigeato negli Altipiani centrali del Madagascar. Nei giorni scorsi alcuni malviventi armati hanno assalito il villaggio di Morarano, il cui territorio rientra nella diocesi di Antsirabé, uccidendo tre persone e saccheggiando diverse abitazioni. Tra gli edifici presi di mira c’è stata anche la parrocchia locale. Il parroco, p. Romuald Romyzafy, ha denunciato che i banditi avevano preso in ostaggio il vice parroco, p. Ferdinand, e tre apprendisti del centro di formazione agricola.

IN IRAQ

Sospensione degli aiuti ai cristiani I miliziani jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL), che dallo scorso 9 giugno controllano Mosul e hanno proclamato il Califfato Islamico, hanno ordinato ai funzionari pubblici di sospendere ogni fornitura di aiuti in cibo e bombole del gas agli sciiti, ai curdi e ai pochi cristiani rimasti nella seconda città dell'Iraq. Lo confermano fonti cristiane di Mosul, secondo le quali i rappresentanti del Califfato islamico hanno annunciato che ogni infrazione del divieto verrà punita sulla base di regole attribuite alla Sharia. Nella città dell'Iraq settentrionale – confermano fonti del Patriarcato caldeo – anche le case abbandonate dai battezzati vengono “segnalate” con la lettera iniziale della parola araba Nazarat (cristiano) e in esse si insediano occupanti sunniti fiancheggiatori del Califfato. IN SUDAN

Vietato costruire nuove chiese

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Il governo sudanese, attraverso il Ministro degli Affari religiosi, Shalil Abdullah, ha annunciato il blocco dei permessi per la costruzione di nuove chiese. La decisione - ha spiegato il Ministro - deriva dal fatto che la comunità cristiana in Sudan si è fortemente ridotta a seguito della secessione del Sud Sudan, da dove proviene la maggioranza dei cristiani che vivevano a Khartoum. Dopo l’indipendenza del Sud Sudan i cittadini originari del sud sono stati costretti a lasciare il Sudan. La Chiesa cattolica ha di recente lamentato le discriminazioni subite dai cristiani che vivono nel Paese


DOMENICA 27 LUGLIO 2014

IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

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Pastorale giovanile. I campi scuola per bambini e ragazzi organizzati dalla Parrocchia di San Sebastiano.

Ussana, una comunità che punta sempre sull’educazione cristiana dei ragazzi I campi estivi sono guidati dagli animatori dell’oratorio insieme ai giovanissimi. Coinvolti i ragazzi dai 9 ai 12 anni FEDERICA BANDE ESTATE HA PRESO ormai forma e negli altri numeri abbiamo incontrato tanti e diversi oratori con la loro storia, la loro testimonianza e il loro piccolo vissuto passato e presente. Il nostro viaggio all’interno della diocesi oggi ci porta nella parrocchia di San Sebastiano Martire di Ussana guidata da don Valter Cabula. Quest'anno la parrocchia di Ussana, con gli animatori dell'Oratorio parrocchiale, ha organizzato diversi campi estivi, rivolti e strutturati diversamente a seconda delle fasce d’età coinvolte che vanno dai gruppi dei cresimandi (seconda media), i ragazzi della prima media e i bambini della quinta elementare. Quella dei campi scuola estivi è ormai per la parrocchia di San Sebastiano Martire una vera tradizione, infatti questo è il decimo anno consecutivo che vede l’organizzazione dei campi nel Centro Spiritualità Giovani - Casa SS. An-

L’

nunziata di Cuglieri, dei padri Concezionisti. A vivere questa importante e bellissima esperienza saranno circa 34 ragazzi complessivamente tra tutti i campi e Cuglieri ospiterà queste attività in un arco di tempo che va dal 11 al 22 luglio. Vivere un campo estivo è un’esperienza grande, capace di racchiudere al suo interno tantissimi elementi che spaziano dalle attività ludiche a quelle di riflessione e crescita personale e collettiva, e per costruire qualcosa di così semplice ma allo stesso tempo complesso è necessaria una certa capacità organizzativa. Questo compito è stato infatti seguito e portato avanti dal parroco, don Valter Cabula, e da sei animatori dell’oratorio ussanese, che grazie ad un lavoro at-

tento e strutturato diversamente in base alle diverse fasce d’età dei ragazzi partecipanti ai campi estivi, hanno portato alla realizzazione di ben tre diverse esperienze. Ad accompagnare ed animare i ragazzi nella struttura di Cuglieri, sono sei animatori dell’oratorio parrocchiale che potranno contare sul sostegno e l’aiuto di otto ragazzi del gruppo parrocchiale dei Giovanissimi, alla loro prima esperienza come animatori dei campi estivi. Il primo campo, organizzato dal 11 al 14 luglio, ha visto come protagonisti il gruppo dei cresimandi. Il tema da loro affrontato è stato quello dell'amicizia, della condivisione e della fiducia in Dio, sviluppato attraverso giochi, attività di riflessione e momenti di svago.

Non sono mancate le escursioni nel bel bosco montano che circonda la casa e anche una passeggiata notturna alla vicina Madonnina. Il secondo campo invece, organizzato dal 15 al 18 luglio, ha visto la presenza del gruppo di quinta elementare. Insieme agli animatori dell'Oratorio e dei ragazzi del gruppo giovanissimi, hanno approfondito il tema della presenza reale di Gesù Cristo attraverso giochi, attività di riflessione e momenti di svago. Il terzo e ultimo campo ha visto invece la partecipazione dei ragazzi di prima media. Partendo dal primo capitolo delle Cronache di Narnia hanno ragionato intorno al tema dell'esplorazione per poi concentrarsi sugli aspetti più importanti che legano il film, tratto dall’omonimo libro di C.S. Lewis, alle tematiche della fede cristiana. In tutti i campi estivi oltre alla pro-

Le attività estive a Cuglieri

gettazione, il gioco, le escursioni e le attività è fondamentale anche il mangiare, e ad occuparsi di questo aspetto sono stati tre parrocchiani, che con il loro prezioso servizio in cucina hanno organizzato e preparato tutti i pasti per i ragazzi ogni giorno sempre con il sorriso e con gratuità. La bellezza di queste esperienze risiede nel sorriso e nell’entusiasmo degli animatori e dei ragazzi, che mettendosi in discussione crescono in un clima di famiglia e imparano a condividere gli spazi, le emozioni e parte di se stessi. Quella delle attività estive è un’esperienza forte e fondamentale per le realtà parrocchiali della nostra diocesi, e don Valter Cabula con i suoi animatori e la comunità della parrocchia San Sebastiano Martire di Ussana, ci mostrano ancora una volta come sia attiva la Chiesa e quanto sia indispensabile progettare ed investire tempo e risorse sui giovani.


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IL PORTICO DI CAGLIARI

IL PORTICO

brevi SANT’ELIA

Un film sul quartiere negli anni settanta Il quartiere Sant'Elia di Cagliari ha celebrato la festa in onore del Santo Patrono nel fine settimana. Tra i momenti di maggiore interesse dei festeggiamenti civili, quello dedicato alla proiezione del filmato “Una giornata a Sant'Elia” realizzato dai ragazzi della scuola media Don Milani a metà degli anni settanta e ritrovato quarant'anni dopo. Il lavoro della regista Marilisa Piga è servito a riproporlo in una versione digitale. “L'obiettivo dell'iniziativa è anche migliorare il futuro dei cittadini, soprattutto dei più giovani, attraverso la costruzione del rispetto che il quartiere merita - ha spiegato la regista”. DAL 12 AL 14 SETTEMBRE

83° “Programma Retrouvaille” Dal 12 al 14 settembre a Casa Betania a Bultei l’83° Programma Retrouvaille in Italia. L'associazione Retrouvaille svolge un’attività mirata ad aiutare le coppie in gravi difficoltà di relazione, che sono in procinto di separarsi o già separate o divorziate, a ricostruire la loro relazione matrimoniale. Il programma Retrouvaille è di origine cattolica, aperto a tutte le coppie sposate, senza distinzione di credo religioso. Attraverso le testimonianze di coppie e sacerdoti valorizza il sacramento del matrimonio, proposto e vissuto da cristiano, in una comunità, attraverso la preghiera e la grazia del sacramento matrimoniale. Per informazioni è possibile contattare il numero verde 800-123958. DAL 22 AL 24 AGOSTO

Incontro regionale per famiglie Sarà Casa Betania, in località “Sa Pastia”, nel comune di Bultei, ad ospitare dal 22 al 24 agosto l’incontro regionale per le famiglie, organizzato dalla commissione regionale per la Pastorale della Famiglia. Il tema scelto è “La gioia di essere famiglia oggi”. La famiglia tra Gaudium et Spes e Evangelii Gaudium”. Il programma delle giornate prevede al mattino le relazioni mentre nel pomeriggio i laboratori, la cui sintesi sarà oggetto di analisi domenica 24 agosto al termine dei lavori. Per informazioni contattare la segreteria organizzativa Tonino e Carmen Cau all’indirizzo mail: toninocau@gmail.com, oppure Tore e Loredana Marcia alla mail tore.marcia@libero.it.

DOMENICA 27 LUGLIO 2014

Cultura. La rassegna comprende concerti, mostre e laboratori sulle tradizioni sarde.

“CiViCa”, un modo originale per vivere l’estate a Cagliari Enrica Puggioni, Assessore alla Cultura: “Il Teatro Civico diventa un polo dove si incrociano vari linguaggi artistici” SUSANNA MOCCI

È

UN’ESTATE RICCA

di appuntamenti quella ideata dalla Vox Day al Teatro Civico di Castello con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari. La rassegna CiViCa ( acronimo delle parole Cultura Valore di Cagliari) ospiterà nel teatro di via De Candia numerosi eventi nei prossimi due mesi: mostre fotografiche e di artigianato, rassegne cinematografiche, incontri, concerti e laboratori per adulti e bambini. La manifestazione si inserisce nel contesto della candidatura della città di Cagliari a Capitale della Cultura per il 2019. “Siamo particolarmente contenti – ha detto in conferenza stampa l’Assessore alla Cultura Enrica Puggioni- di avere un polo dove si incrociano i vari linguaggi artistici in un’idea di apertura al territorio dove Cagliari diventa un luogo di approdo e di passaggio. Un’idea di produzione, di racconto e di nuovi linguaggi da comunicare. Il Teatro Civico diventa un’istituzione culturale che si apre al territorio, che dialoga con le comunità , che non è solo attratto-

L’interno del Teatro Civico; sotto: la facciata esterna.

re ma anche attivatore di processo”. All’interno del progetto si innesta una rassegna chiamata “Acusticamente”, come ha spiegato Davide Cattinari, Direttore Artistico di CiViCa. Si inizia con il concerto di Bologna Violenta il 1° agosto; si prosegue l’8 con l’anteprima nazionale del tour acustico del gruppo Tre Allegri Ragazzi Morti, per finire il 23 agosto con lo spettacolo di Antonio Ornano che rivisita il mondo degli animali secondo percorsi surreali ed ironici. All’apice ci saranno le 5 serate del Karel Music Expo a fine settembre, con tanta musica, arte e incontri con artisti. “Abbiamo un grande rispetto e una grande considerazione per il patrimonio culturale della Sardegna – ha detto Serenella Massacci del-

la cooperativa Vox Day presentando i laboratori- e con queste attività abbiamo voluto consegnare ai cittadini i saperi della Sardegna più vera” Il primo laboratorio è su pani e dolci e si svolgerà ogni martedì e giovedì fino al 1 agosto a cura della famosa artigiana di San Gavino Eleo-

nora Virdis, conosciuta come “Nonnora”. Il secondo è quello pensato per bambini e giovani in collaborazione con la testata “Boxis ‘e Murriali” che prevede l’insegnamento della lingua sarda applicata al giornalismo, che si terrà ogni martedì e giovedì mattina fino al 1°agosto.

Le periferie in mostra con “This is Mirrionis” Dal 17 luglio alla Galleria Comunale d’Arte VALERIO LUCA FLORIS

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S MIRRIONIS E SAN MICHELE sono due quartieri da molto tempo (forse troppo) considerati periferia della città di Cagliari: prima periferia geografica; poi periferia rispetto ai “centri decisionali ed economici”. Oggi questi due quartieri sono invece messi al centro: protagonisti di una singolare mostra fotografica, curata da Anna Maria Montaldo, vengono osservati ed immortalati con l'occhio curioso e neutro di chi “viene da fuori”, per cui è attento a tutti i particolari ed è privo di ogni pregiudizio. La mostra, proposta dall'Agenzia Fotografica Prospekt, intitolata “This is Mirrionis” è ospitata nella Galleria Comunale d'arte (Largo Giuseppe Dessì, Cagliari); è stata inaugurata lo scorso giovedì 17 luglio e sarà visitabile sino ad ottobre (tutti i giorni, tranne il martedì, dalle

10:00 alle 21:00). Oltre alle 120 fotografie sui due popolosi rioni, sono esposti anche video ed immagini che documentano il lavoro svolto durante circa 40 giorni da George Georgiu (autore di foto digitali a colori) e VanessaWinship (autrice di foto analogiche in bianco e nero). I due fotografi inglesi, specializzati in reportage, vantano entrambi un notevole curriculum professionale, ricco di lavori in varie parti del mondo (Balcani, Europa orientale, Turchia, Stati Uniti), vari premi, pubblicazioni; i loro lavori fanno parte di importanti collezioni, sia pubbliche sia private. I due artisti descrivono la mostra come un «percorso espositivo» che «si snoda tra piccoli spaccati di vita densi di umanità: siamo entrati al mercato, dentro bar, centri di aggregazione, negozi, abitazioni; ovunque abbiamo trovato accoglienza». Sono proprio gli abitanti dei due rioni, con la loro vita quotidiana, i protagonisti

Un’immagine del quartiere di San Michele. (foto di George Georgiu)

della mostra, mentre lo sfondo è costituito dal tessuto urbano, fatto di edifici, strade e vegetazione. Durante l'inaugurazione il Sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha sottolineato che «le periferie non sono solo luoghi di disagio sociale, ma una ricchezza: la riqualificazione delle periferie urbane parte anche dalla cultura, che va di pari passo con gli interventi, alcuni in corso e altri che partiranno a breve». Questa iniziativa si colloca nell'ambito di “Eureca!”, un progetto di arte pubblica e partecipata, inquadrato nella programmazione dei Musei Civici nell'ottica della candidatura di Cagliari a Capitale Europea della Cultura 2019. Tale

progetto, contestualmente al lavoro dei due fotografi, svoltosi dal 26 marzo al 5 maggio scorsi, ha presentato anche l'opportunità per circa 70 persone di partecipare gratuitamente a vari laboratori audio, video e foto, tenuti da Arianna Cocchi, Samuele Pellecchia e Jonathan Zenti: le immagini ed i documenti prodotti verranno presentati nel prossimo autunno in una grande installazione multimediale. Per l'assessore alla Cultura, Enrica Puggioni, «Eureca si inserisce nella visione di museo attivatore di processi nel tessuto urbano, con l'obiettivo di valorizzare la bellezza di ogni angolo di città, con il coinvolgimento dei cittadini».


IL PORTICO DELLA DIOCESI

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IL PORTICO

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Pellegrinaggi. Dal 4 al 13 luglio si è svolto il viaggio dell’Unitalsi a Lourdes presieduto da Mons. Arrigo Miglio.

Scoprire la bellezza della presenza di Dio stando accanto ai nostri fratelli malati Don Carlo Rotondo: “Mettersi in viaggio per Lourdes è come sedersi al banco accanto ai malati per ascoltare le ‘lezioni’ di Maria, maestra di fede” FRANCESCO ARESU

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alla Grotta di Lourdes carico di fede e devozione, il primo organizzato dopo la morte di mons. Efisio Spettu, per cinquant'anni guida spirituale e carismatica dell'Unitalsi Sarda Sud, deceduto il 14 luglio dello scorso anno. Nove giorni vissuti intensamente dai quasi seicento partecipanti tra malati, personale e pellegrini nei luoghi dove nel 1858 Santa Bernadette Soubirous vide per la prima volta la “Signora”. Un pellegrinaggio per certi versi storico, presieduto da S.E. Mons. Arrigo Miglio, caratterizzato dal “debutto” dei due nuovi assistenti spirituali della Sezione don Carlo Rotondo e il suo vice don Mario Pili, alle prese con un'eredità pesante ma entusiasti del compito cui sono stati chiamati dai vescovi sardi. «Per me è stata la prima volta da assistente della Sarda Sud – racconta don Carlo – un "esordio" bellissimo che non credo di N PELLEGRINAGGIO

La Messa nella Basilica di San Pio X. Sotto: Don Efisio Spettu.

scordare mai perché carico di significati. Su tutti il compito di sostituire don Efisio, impossibile sul piano del carisma, per la prima volta in tandem con don Mario, sì vice ma mio pari per importanza del servizio che ha svolto. Ma l'esperienza più emozionante è data dal guidare spiritualmente un pellegrinaggio di 590 persone cercando di parlare “col cuore ai cuori”. Personalmente, invece, è stato il mio primo pellegrinaggio con le mie gambe, in cui ho potuto dire grazie a Dio per la riuscita dell'intervento chirurgico dello scorso ottobre, in presenza

dell'Arcivescovo che mi ha voluto all'Unitalsi». Ancora una volta, nonostante le crescenti difficoltà logistiche – in particolare nell'allestimento del vagone-Cappella, particolarmente caro a don Efisio – è stata rispettata la tradizionale formula del pellegrinaggio di luglio, con gran parte dei partecipanti salpati da Cagliari con il traghetto per Civitavecchia, da cui è partito il treno per Lourdes dove, dopo circa venti ore di treno, la comitiva si è riunita con i pellegrini giunti con i due aerei, tra cui S.E. Mons. Piergiuliano Tiddia, Arcivescovo emerito di Oristano.

Il ricordo di mons. Efisio Spettu è stata una costante in tutti i nove giorni di viaggio, fin dalla prima messa nella sala bar della nave “Bonaria”: «La storia di ogni Pellegrinaggio – spiega Tito Aresu, presidente della Sezione Sarda Sud – è fatta di piccoli dettagli, di presenze che non sempre riesci a vedere. Quello quest'anno è segnato dalla presenza “spirituale” di don Efisio, la cui foto, quasi a volerlo chiamare in aiuto, è stata inserita nel libretto di servizio del personale volontario. La sua presenza tra noi ha portato a migliorare l’impegno ed a raggiungere risultati insperati». Un altro elemento da sottolineare è stata la contemporanea presen-

In pellegrinaggio verso la Grotta

za a Lourdes della Sezione Sarda Nord, a distanza di alcuni anni dall'ultima volta. Ad “approfittare” della compresenza sono stati i giovani delle due Sezioni che, sotto la guida di don Carlo e don Mario, hanno voluto mantenere la promessa fatta a Cagliari lo scorso maggio durante l'incontro regionale. Momenti di gioco e condivisione per facilitare la conoscenza reciproca, prima di una preghiera comune davanti alla Grotta: il tutto con la consapevolezza di voler intraprendere un cammino formativo comune, ognuno con le proprie specificità. Ai giovani volontari sardi si è aggiunto un gruppo di adolescenti proveniente dalla diocesi di Novara, guidati da don Fulvio Trombetta: una ventata entusiasmo che ha alleggerito di molto il carico del personale unitalsiano, specialmente durante le processioni e gli spostamenti. Un positivo esperimento da ripetere anche in futuro. «Spero che questo pellegrinaggio sia il preludio di nuovi momenti entusiasmanti per la Sezione Sarda Sud – conclude don Carlo Rotondo – con gli ammalati che sono la “Bellezza assoluta”. La Chiesa non sarebbe così bella senza di loro. Mettersi in viaggio per Lourdes è come sedersi al banco accanto agli ammalati per "ascoltare le lezioni" di Maria, nostra maestra di vita e maestra di fede. Ora posso dirlo: la prima lezione è stata fantastica!».


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IL PORTICO DE

IL PORTICO

XVII DOMENICA DEL T. O. (ANNO A)

dal Vangelo secondo Matteo

È simile ad una ret

Mt 13, 44-52 DON ANDREA BUSIA

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l brano di oggi ci presenta quattro similitudini, le prime due delle quali hanno una struttura e un contenuto parallelo. Prima di vederle una per una notiamo come questa sia la terza domenica consecutiva in cui il vangelo insiste sul tema del regno dei cieli: due settimane fa abbiamo letto la parabola del seminatore e la settimana scorsa un’altra raccolta di parabole sullo stesso tema, la più lunga delle quali era quella della zizzania. Matteo tra gli evangelisti è quello che dà maggiore importanza a questa tematica, probabilmente perché i primi destinatari del suo lavoro sono gli ebrei diventati cristiani e nell’antico testamento la regalità di Dio e il regno di Israele sono tematiche molto importanti, non è un caso infatti che Matteo sottolinei, nei racconti dell’infanzia il ruolo di Giuseppe invece di quello di Maria, in quanto Giuseppe era discendente di Davide e quindi anche Gesù lo era. Il tema del regno dei cieli,

il portico della fede

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n quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. ] Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

così come quello della regalità di Gesù che tanti problemi creerà durante il suo processo (visto che l’accusa rivoltagli davanti a Pilato è quella di volersi rivoltare contro Roma), è un tema spinoso perché si presta a facili fraintendimenti, per questa ragione in queste similitudini sul Regno non troviamo espressioni di potere ma immagini abbastanza umili: la pesca, la semina, ecc. è vero che all’interno del nostro brano abbiamo anche immagini di perle e di tesori, ma queste servono a sottolineare l’immenso valore dell’appartenenza al regno più che il potere derivante da tale appartenenza. Vediamo ora le similitudini, iniziando dalle prime due che, come già accennato, sono parallele e sottolineano il valore del regno di Dio. I termini usati (tesoro e perla) lasciano pochi dubbi su questa sottolineatura e così anche il fatto che entrambi i protagonisti abbandonino tutto il resto per poterne prendere possesso. Due sono

le tematiche rilevanti in queste similitudini: la prima e più evidentemente è data dalla necessità, se si vuole appartenere al regno, di porre tutto il resto (rappresentato dagli “averi”) al servizio di questo obiettivo, entrare per la “porta stretta” richiede sacrifici, non si può accedere al regno di Dio portando troppa zavorra altrimenti resta fuori la zavorra e colui che la vorrebbe portare dentro. La seconda tematica è data dalla differenza tra le due similitudini: nella prima l’uomo trova fortuitamente il tesoro, nella seconda il protagonista è un cercatore di pietre preziose. Questa differenza indica che tutti possono accedere al regno, sia coloro che hanno fatto un cammino di ricerca del regno, sia coloro che più semplicemente hanno accolto l’annuncio del regno e hanno vissuto di conseguenza. In altre parole: non importa come si è diventati cristiani, l’importante è cosa si fa per custodire e valorizzare il dono ricevuto.

La terza similitudine riprende il tema della zizzania di domenica scorsa, come lì anche oggi viene sottolineato come ci sarà un giudizio finale e come il semplice fatto di trovarsi nel campo (o nella rete in questo caso) non è una garanzia di salvezza, ma come questo invito al regno debba essere custodito e valorizzato. Il regno di Dio è offerto a tutti, Dio invita tutti, così come il seminatore seminava su tutti i terreni, ma questo non significa che il contributo umano sia ininfluente, anzi! L’ultima similitudine, che segue la risposta dei discepoli, sottolinea l’unità della rivelazione tra l’antico e il nuovo Testamento: lo scriba (cioè l’ebreo studioso della Bibbia) che diviene cristiano (discepolo del “regno dei cieli”) ha a sua disposizione un tesoro costituito dalla parola di Dio prima e dopo al venuta di Gesù, è quindi in grado di riconoscere nella storia gli interventi di Dio attraverso i quali questo regno è stato, via via, manifestato.

L’OMELIA: LA GIOIA DELL’INCONTRO CON LA PAROLA “L’omelia può essere realmente un’intensa e felice esperienza dello Spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita…non è tanto un momento di meditazione e di catechesi, ma è il dialogo di Dio col suo popolo, dialogo in cui vengono proclamate le meraviglie della salvezza…” (135). In questi paragrafi, Papa Francesco, a partire dai molti reclami, per i quali non ci si può “chiudere le orecchie”, circa le modalità improprie di molti pastori di esporre omelie che fanno perdere di vista il vero significato della celebrazione eucaristica, si sofferma a dare indicazioni precise di come deve essere preparata e modulata l’omelia all’interno del contesto liturgico, nel quale è prevista la spiegazione della Parola di Dio mediante le parole umane, al fine di una autentica inculturazione del messaggio evangelico, con la sua bellezza e le sue immagini, tale da aprire i cuori alla speranza. Infatti, il predicatore, al momento dell’esposizione

dell’omelia, deve fare attenzione anche al tempo da utilizzare, perché la sua parola non sia più importante della celebrazione della fede; non deve semplicemente sforzarsi di mostrare la sua bravura come se l’omelia fosse una conferenza o una lezione, ma deve accendere l’ardente desiderio di Dio, al punto che tutti, compreso se stesso, siano orientati “verso una comunione con Cristo nell’Eucaristia”. L’esortazione, al n.136 attinge direttamente alla fonte scritturistica, per delineare il profilo di una omelia che sia realmente in sintonia con la volontà di Cristo, cioè quella di “conquistare il cuore della gente” per promuovere concretamente quel “dialogo tra Dio e il suo popolo”. Il Papa, poi, utilizza l’immagine della Madre, in questo caso la Chiesa, che parla e insegna ai suoi figli, e lo deve fare con la stessa premura di una madre che si fa ascoltare, che trasmette coraggio e forza…soprattutto è importante che anche i gesti e le tonalità della voce denotino “mansuetudine, gioia”,

perché, dice il Papa, “un dialogo è molto di più che la comunicazione di una verità” (142). Perciò il predicatore dovrà curare e formare la sua persona alla scuola del suo Maestro, perché da Lui tragga ispirazione nella preparazione dell’omelia, soprattutto dovrà sempre tener conto, anche, di come quella Parola ha camminato nel corso della storia e ha educato e sostenuto il popolo di Dio. Il predicatore, afferma Papa Francesco, dovrà dedicare un tempo congruo per la preparazione dell’omelia, un tempo che non può esse disgiunto dallo studio, dalla preghiera, dalla riflessione e dalla creatività pastorale (cfr.145), perché lo Spirito possa agire, e il predicatore senta realmente di essere, anche mediante le sue doti personali, uno strumento nelle mani di Dio, il quale continua ad agire per la salvezza del suo popolo con eventi e parole. di Maria Grazia Pau


ELLA FAMIGLIA

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L’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo/3

te...

La dottrina della Chiesa sul matrimonio

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RISCRITTURE

IL VERO TESORO Il Signore, in una delle sue parabole, ci racconta del tesoro nascosto nel campo. Chi l’ha trovato, così dice a noi, vende tutti i suoi averi per poter comprare il campo, perché il tesoro nascosto supera ogni altro valore. Il tesoro nascosto, il bene sopra ogni altro bene, è il Regno di Dio – è Gesù stesso, il Regno in persona. Nell’Ostia sacra Egli è presente, il vero tesoro, sempre per noi raggiungibile. Solo nell’adorazione di questa sua presenza impariamo a riceverlo in modo giusto – impariamo il comunicarci, impariamo dall'interno la celebrazione dell’Eucaristia. Vorrei citare in questo contesto una bella parola di Edith Stein, la santa Compatrona d’Europa, che scrive in una sua lettera: “Il Signore è presente nel tabernacolo con divinità e umanità. Egli è lì, non per sé stesso, ma per noi: perché è la sua gioia stare con gli uomini. E perché sa che noi, così come siamo, abbiamo biso-

gno della sua vicinanza personale. La conseguenza per quanti pensano e sentono normalmente è quella di sentirsi attratti e di soffermarsi lì ogniqualvolta e finché è loro concesso” (Gesammelte Werke VII, 136f). Amiamo lo stare col Signore! Là possiamo parlare con Lui di tutto. Possiamo esporgli le nostre domande, le nostre preoccupazioni, le nostre angosce. Le nostre gioie. La nostra gratitudine, le nostre delusioni, le nostre richieste e le nostre speranze. Là possiamo anche ripetergli sempre di nuovo: “Signore, manda operai nella tua messe! Aiutami ad essere un buon lavoratore nella tua vigna!” Maria, ha vissuto la sua vita totalmente nello “stare con Gesù” e che perciò era, ed è tuttora, anche totalmente a disposizione degli uomini. Benedetto XVI – omelia 11 settembre 2006

el corso dei secoli, la Chiesa non ha fatto mancare il suo costante insegnamento sul matrimonio e la famiglia. Una delle espressioni più alte di questo Magistero è stata proposta dal Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Costituzione pastorale Gaudium et Spes, che dedica un intero capitolo alla promozione della dignità del matrimonio e della famiglia (cf. GS 4752). Esso ha definito il matrimonio come comunità di vita e di amore (cf. GS 48), mettendo l’amore al centro della famiglia, mostrando, allo stesso tempo, la verità di questo amore davanti alle diverse forme di riduzionismo presenti nella cultura contemporanea. Il «vero amore tra marito e moglie» (GS 49) implica la mutua donazione di sé, include e integra la dimensione sessuale e l’affettività, corrispondendo al disegno divino (cf. GS 48-49). Inoltre, Gaudium et Spes 48 sottolinea il radicamento in Cristo degli sposi: Cristo Signore «viene incontro ai coniugi cristiani nel sacramento del matrimonio», e con loro rimane. Nell’incarnazione, Egli assume l’amore umano, lo purifica, lo porta a pienezza, e dona agli sposi, con il suo Spirito, la capacità di viverlo, pervadendo tutta la loro vita di fede, speranza e carità. In questo modo gli sposi sono come consacrati e, mediante una grazia propria, edificano il Corpo di Cristo e costituiscono una Chiesa domestica (cf. LG 11), così che la Chiesa, per comprendere pienamente il suo mistero, guarda alla famiglia cristiana, che lo manifesta in modo genuino. 5. Sulla scia del Concilio Vaticano II, il Magistero pontificio ha approfondito la dottrina sul matrimonio e sulla famiglia. In particolare, Paolo VI, con la Enciclica Humanae Vitae, ha messo in luce l’intimo legame tra amore coniugale e generazione della vita. San Giovanni Paolo II ha dedicato alla famiglia una particolare attenzione attraverso le sue catechesi sull’amore umano, la Lettera alle famiglie (Gratissimam Sane) e soprattutto con l’Esortazione Apostolica Fami-

liaris Consortio. In tali documenti, il Pontefice ha definito la famiglia “via della Chiesa”; ha offerto una visione d’insieme sulla vocazione all’amore dell’uomo e della donna; ha proposto le linee fondamentali per la pastorale della famiglia e per la presenza della famiglia nella società. In particolare, trattando della carità coniugale (cf. FC 13), ha descritto il modo in cui i coniugi, nel loro mutuo amore, ricevono il dono dello Spirito di Cristo e vivono la loro chiamata alla santità. 6. Benedetto XVI, nell’Enciclica Deus Caritas Est, ha ripreso il tema della verità dell’amore tra uomo e donna, che s’illumina pienamente solo alla luce dell’amore di Cristo crocifisso (cf. DCE 2). Egli ribadisce come: «Il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa: il modo di amare di Dio diventa la misura dell’amore umano» (DCE 11). Inoltre, nella Enciclica Caritas in Veritate, evidenzia l’importanza dell’amore come principio di vita nella società (cf. CV 44), luogo in cui s’impara l’esperienza del bene comune. 7. Papa Francesco, nell’Enciclica Lumen Fidei affrontando il legame tra la famiglia e la fede, scrive: «L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza solida che non delude. La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità» (LF 53). Sinodo dei Vescovi Le sfide pastorali della famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione Instrumentum laboris nn. 4-7 26 giugno 2014


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IL PORTICO DEI LETTORI

IL PORTICO

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LETTERE A IL PORTICO Gentile direttore, riguardo all'articolo di Mons. Porcu recentemente pubblicato dal vostro giornale vorrei mi fosse chiarito il significato di una frase riguardante i laici. Pur essendo da un anno diacono permanente, e quindi almeno canonicamente parte del clero, ho vissuto i mie primi 49 anni da laico e mi sono sempre chiesto cosa voglia dire in concreto, a livello pratico, al di là degli slogan, il concetto "Laico corresponsabile della vita parrocchiale" contenuto anche nell'articolo di Mons. Antonio Porcu. La "Lumen Gentium", se non erro al n. 38, dopo aver sintetizzato la figura e l'azione del laico, sottolinea la ovvia obbedienza che egli deve ai pastori. Qual è il confine tra corresponsabilità e obbedienza? L'esortazione apostolica post sinodale "Christifideles laici", del 30.12.1988, parla di corresponsabilità nell'apostolato, una specificazione molto significativa. Anche S.E. Mons. Ignazio Sanna, Arcivescovo Metropolita di Oristano, parlando in conferenza stampa durante la 64^ Assemblea generale della C.E.I. svoltasi nella Città del Vaticano dal 21 al 25 maggio 2012, ha presentato il laicato co-

me corresponsabile della vita della Chiesa affermando necessario "far sì che ogni fedele si senta non solamente responsabile, ma corresponsabile. Non è un collaboratore, ma lo slogan è: passiamo dalla collaborazione alla responsabilità, ci mettiamo tutti intorno a un tavolo, decidiamo insieme. Occorre avere questo senso di corresponsabilità e di condivisione". Uno slogan, appunto, ma concretamente? Grazie per l'attenzione. Andrea Ghisu diacono Gentile lettore, il tema che lei propone richiede certamente un approfondimento. Cerco tuttavia di richiamare, seppur brevemente e in forma incompleta, qualche idea. Il punto fondamentale è dato dalla vocazione battesimale. È in forza di questo sacramento, insieme a quello della Cresima, che ciascun fedele è “responsabile” dentro la Chiesa. Cosa significa questo? Non si tratta di intendere questa responsabilità in termini meramente funzionali, quasi che ogni fedele debba per forza avere un “incarico”, svolgere un “ruolo” e via dicendo. Ciascuno deve senti-

re l’urgenza in primo luogo di lasciarsi trasformare dal Vangelo per divenire capace di essere un testimone nell’ambiente dove si trova ad operare nella sua vita ordinaria. La responsabilità dentro la vita comunitaria non va intesa nel senso dell’occupazione degli “spazi”, cosa che fatalmente scivolerebbe nel “potere” e, diciamolo, in un certo “clericalismo” anche da parte dei laici. La vera responsabilità che si deve sentire è quella della conversone personale, e della ricerca continua della comunione dentro l’azione ecclesiale. I pastori in forza del sacramento dell’Ordine hanno certamente il compito di guidare la comunità cristiana, questo significa che la loro intera esistenza è al servizio di essa. Questo però non toglie che i laici, proprio in forza della loro vocazione battesimale, non devono attendere chissà quale riconoscimento o incarico per impegnarsi nell’evangelizzazione. Bisogna comprendere che il “campo è il mondo” ed è lì, ponendosi in atteggiamento di “uscita”, come ripete spesso Papa Francesco, che si è chiamati a portare il Vangelo in tutti gli ambienti. È certamente importante anche l’impegno dei laici dentro la vita parrocchiale, nelle

Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo settimanaleilportico@gmail.com, specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.

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n tipo di famiglia non convenzionale raccontata in modo tutt’altro che insolito. Il film “I ragazzi stanno bene” di Lisa Cholodenko (2010) mette in risalto non la materia (una famiglia con due mamme e due figli adolescenti) e nemmeno la narrazione (lineare e senza grossi colpi di scena a parte un’inusuale ma in fondo prevedibile crisi matrimoniale), bensì l’interazione tra queste due parti. In un periodo come quello odierno dove parlare di coppie omosessuali, prima ancora che di famiglie, risulta se non scomodo come minimo ‘pesante’, questo film indie made in Usa ci porta alle fondamenta del ragionamento, che coincide spesso con un’esperienza; in questo caso non possiamo viverla ma almeno osservarla, per cercare di capirla meglio. La storia ruota intorno a Nic e Jules, coppia lesbica con due figli, Joni e Laser, dei quali la prima (al compimento dei diciott’anni e spinta dal fratello minore) decide di scoprire l’identità del padre donatore e trova in Paul, casanova con residenza a Los Angeles, un nuovo membro da dover integrare in famiglia. I toni sono quelli della commedia, dettati da una scelta intelligente e coraggiosa di parlare di una tematica seria in modo tendente molto più al leggero che al drammatico, e gli attori nelle parti dei tre adulti (Annette Bening, Julianne Moore e Mark Ruffalo) fanno benissimo il loro mestiere, rendendo la storia credibile, brillante e priva di ricami moralistici inutili. Trattare le famiglie in modo paritario sembra

associazioni e nei movimenti, non tutti però, per i loro impegni, possono farlo, questi non si devono sentire “meno responsabili” o “importanti”. Il grande spazio della vi-

In onda su Radio Kalaritana Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000

Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30

Lampada ai miei passi (28 luglio – 3 agosto) Commento al Vangelo quotidiano Radiogiornale regionale a cura di don Walter Onano Dal lunedì al venerdì 10.30 /12.15 Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Zoom Sardegna Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 La notizia nel particolare Vangelo domenicale) Dal lunedì al venerdì 11.30 / 17.30 Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00

Il racconto di una famiglia non convenzionale

I ragazzi stanno bene VALERIA USALA

essere il vero senso del film, e il voler rappresentare una famiglia così inserita, che anche per un’America all’avanguardia poteva risultare stonato, invece che isolata e additata come diversa, non è un’esigenza di nascondere il realismo ma piuttosto di voler dare l’esempio. Di famiglia si racconta in varie forme, tutte allo stesso livello, perché sempre di amore si parla. Non mancano difficoltà, dubbi, ripensamenti e domande esistenziali che primi tra tutti i due figli ormai cresciuti si pongono per cercare di svela-

ta familiare, del lavoro e delle relazioni, dove sono immersi quotidianamente, rappresenta infatti un’occasione formidabile di evangelizzazione. (rp)

re a loro stessi, e forse anche agli adulti che li hanno cresciuti, cosa voglia davvero dire essere un genitore. Il concetto, oggi sfuggevole e privo di contorni, qui è messo alla prova dall’eterna coesistenza fra il genitore che di fatto dà la vita, e quello che la mantiene sana, viva, e aiuta a coltivarla. Sono due ruoli che fino a poco tempo fa si fondevano in uno, ma che oggi trovano invece destinatari umani divisi, spesso come in questo caso, di sesso diverso. Viene quindi da chiedersi fino a che punto si può ‘essere padre/madre’, sapendo che il

ruolo viene poi interrotto da chi ‘fa il padre/la madre’; senza stare a guardare il giusto o sbagliato che risulterebbe relativo, il film mostra che di sicuro le due cose sono molto diverse. La scrittura è intelligente, spigliata e sciolta, e anche tra i personaggi aleggia un legame quasi invisibile ma in realtà indissolubile, tipico degli estranei che condividono qualcosa di importante. Questa volta anche la traduzione del titolo (The kids are all right nella versione originale) rimane fedele ad una storia che non ha lezioni da fare, ma cose da dire, senza bisogno di cambiare né aggiungere alcunché. L’idea di un tema così vecchio ma al contempo così moderno, in un’ottica sociale che muove pian piano eserciti di pro e contro la causa, e invita ad aprire dibattiti sull’idea di genitorialità e famiglia che inevitabilmente sta cambiando, funziona perché mantiene al centro di tutto, mentre spesso ce ne si dimentica, i ragazzi: questi in particolare nascono crescono e vivono cercando di dare un senso positivo al concetto di ‘famiglia allargata’, e diventano grandi cercando di imparare la lezione più importante, ovvero costruirsi un ambiente sereno e sicuro intorno. Questo film si rivolge a loro, insieme alle coppie che con forza sostengono il diritto a creare una famiglia non convenzionale ma non per questo meno famiglia, e a chiunque voglia avere per un attimo l’impressione che, nonostante le idee diverse, una convivenza pacifica e ricca nella sua diversità è possibile.


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IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

Spiritualità. Si rinnova la festa mariana nella chiesa tenuta dai Padri Carmelitani.

Maria è il modello della vera fede e conduce i credenti verso Cristo Padre Mario Serra: “I fedeli vivono un’attrattiva verso la Vergine che permette di compiere un vero percorso spirituale” MATTEO PIANO

L

Beata Vergine del Carmelo viene considerata tra le ricorrenze più sentite dalla popolazione cagliaritana. Mercoledì 16 luglio numerosi fedeli hanno avuto modo di ringraziare e pregare la Vergine nella chiesa parrocchiale di Cagliari, situata in Viale Trieste. Questa solennità fu istituita per commemorare l’apparizione Mariana, avvenuta il 16 luglio del 1261, a San Simon Stock, all’epoca priore generale dell’Ordine. Durante l’apparizione, la Madonna concesse un privilegio all’Ordine Carmelitano, consegnando al priore lo “scapolare”, detto anche “abitino”, con la promessa che avrebbe protetto chiunque lo avesse indossato. Secondo la spiritualità Carmelitana, lo scapolare non è solamente l’abito dell’Ordine, (in origine indicava una striscia di stoffa che i monaci indossavano sopra l'abito religioso durante il lavoro maA FESTIVITÀ DELLA

nuale), ma costituisce un vero e proprio legame di consacrazione a Maria. Abbiamo avuto modo di parlare della festività con Padre Mario Serra, parroco di Nostra Signora del Carmine. Padre Mario, quali sono stati i momenti principali della festa? Nella parrocchia festeggiamo la nostra patrona soltanto in modo religioso, concentrandoci sull’atto spirituale. Per questo motivo abbiamo preparato la festa con una novena, predicata da un nostro sacerdote, Padre Carlo Cicconetti, il quale ha ricoperto per due volte la carica di provinciale. Durante la novena, Padre

Cicconetti ha parlato di Maria come nostra Speranza e via per la salvezza. Per tutta la settimana si sono tenuti diversi incontri sulla spiritualità, approfondendo la tematica dello Scapolare. Nel giorno 16, la mattina sono state celebrate messe dalle 8 alle 12, mentre la sera si è tenuta la celebrazione con l’Arcivescovo in Piazza del Carmine. Quali idee vuole sottolineare tra quelle proposte dall’Arcivescovo? Mons. Miglio ha saputo individuare in pieno la spiritualità Carmelitana, incentrata sulla devozione al Carmelo, con la presenza di Elia che prega con intensità

perché il popolo abbia di nuovo il dono della pioggia. Nella richiesta del profeta Elia c’è l’insistenza e la preghiera incessante si rispecchia nella nostra spiritualità. Le parole dell’Arcivescovo ci hanno reso molto contenti, anche perché ha ricordato i santi e la tradizione Carmelitana. Quale valore ha per i cagliaritani questa solennità? Personalmente mi sono meravigliato perché è stato un tripudio di gente. La chiesa si è riempita di fedeli, provenienti non solo dalla parrocchia e da Cagliari, ma anche dall’hinterland e dall’entroterra. I Carmelitani sono presenti a Cagliari dal 1500, formarono inizialmente una comunità eremitica sul promontorio di Sant’Elia, portando la devozione al grande profeta Elia e alla Madonna. In seguito alle invasioni barbaresche si spostarono verso l’interno, stabilendosi più o meno dove oggi sorge la parrocchia, ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. I fedeli vivono quell’attrattiva verso la Madonna, che non assicura soltanto la grazie quotidiane, ma permette di vivere un percorso di fede che ha come obiettivo finale la salvezza eterna. È bello vedere che durante tutto l’anno, numerose persone si fermano per passare qualche minuto di raccoglimento e preghiera all’interno della nostra parrocchia.

Cagliari in festa per la Madonna del Carmine

Foto Elio Piras

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brevi AD OROSEI

Incontro nazionale Ordo Virginum Sarà Orosei, dal 31 luglio al 3 agosto prossimi, a ospitare l’Incontro nazionale dell’Ordo virginum delle Diocesi che sono in Italia. Al centro della riflessione sarà posta la Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium sulla liturgia a cui è dedicata in particolare la relazione di padre Silvano Maggiani. Confermata anche la presenza di Mons. Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini e Presidente della Commissione CEI per il Clero e per la Vita Consacrata che presenterà la No-

ta pastorale L’Ordo virginum nella Chiesa in Italia, promulgata dalla Commissione Cei da lui presieduta e pubblicata lo scorso 25 marzo. Il programma prevede poi incontri di gruppo e tavole rotonde tra le consacrate. Oggi l’Ordo è presente in 113 diocesi italiane e conta circa 500 consacrate, altre 450 sono in fase di discernimento e formazione. DAL 31 LUGLIO AL 1 AGOSTO

Campo Famiglie ad Arborea Anche quest'estate è in programma il campo Famiglie. Da ormai diversi anni a fine luglio, si rinnova l'appuntamento per una 4 giorni all'insegna del divertimento, della condivisione, ma soprattutto della preghiera. L’iniziativa verrà ospitata della Casa di Accoglienza Salesiana di Arborea, dove un gruppo di famiglie con età, vissuti e provenienza diverse, hanno dedicato un po’ del loro tempo durante tutto l'anno, per far vivere ad altre famiglie quella che è stata la loro esperienza l'anno passato. Col necessario supporto di figure religiose (da 3 anni i Frati Francescani e da quest' anno in collaborazione con la Pastorale Familiare) l' equipe si è lasciata ispirare dalle frequenti esortazioni di papa Francesco, scegliendo come tema la triade permesso-grazie-scusa. Le giornate sono scandite da momenti di preghiera, catechesi, confronto tra coniugi e, non ultimi, divertimento e svago, con serate dedicate a giochi comunitari ed occasioni di socializzazione. Naturalmente è stato studiato con cura il tempo dei più piccoli: animatrici di lunga esperienza si dedicano ad un campo parallelo ma con lo stesso tema. Lo scopo del campo famiglie è ritagliare un prezioso momento, lontano dalla frenesia del quotidiano, per dedicarlo all'approfondimento del rapporto col coniuge, con i figli e con Dio.


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IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

segnalazioni IN LIBRERIA

L’annuncio e la catechesi in Italia Dopo un lungo cammino, fatto di ascolto e di mediazione, a conclusione di un decennio di sperimentazioni catechistiche e nell’orizzonte dell’impegno educativo del decennio, i Vescovi consegnano alla Chiesa italiana e al popolo di Dio il testo del nuovo documento (approvato il 21 maggio scorso) intitolato Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia. Tra le sottolineature maggiormente rimarcate dai Vescovi, la figura e la formazione del catechista, il senso del Mandato, il ruolo dei padrini, l’importanza dell’Ufficio Catechistico diocesano e, non ultimo, la necessità di dotarsi di strumenti che veicolino la ricchezza dei contenuti della fede. Sono tutti elementi che appartengono a una comunità matura; sono il segno di una Chiesa missionaria che affianca la famiglia e dona all’uomo d’oggi quanto ha di più prezioso: non una ricetta o una formula, ma una Persona. Il Documento raccoglie l’esortazione di papa Francesco di non attardarsi ancora su una pastorale di conservazione – di fatto generica, dispersiva, frammentata e poco influente – per assumere, invece, una pastorale che faccia perno sull’essenziale.

DOMENICA 27 LUGLIO 2014

Formazione. Dal 29 luglio a Solanas la Summer School di Dottrina Sociale della Chiesa.

“Vincere rinvii e rassegnazione per dare vera speranza ai giovani” L’Arcivescovo ha presentato l’iniziativa di formazione. Mons. Toso, P. Occhetta e Savino Pezzotta tra i relatori del corso I. P.

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UATTRO GIORNI di studio

e incontri per meglio comprendere le peculiarità della dottrina sociale della Chiesa. È lo scopo della “Summer School” “Una Speranza per l’Europa”, in programma da martedì 29 luglio a giovedì 1 agosto nella casa dei salesiani a Solanas. Ogni giorno due relazioni la mattina e due il pomeriggio con esperti e studiosi del settore. “Un parterre di relatori importanti – ha detto monsignor Arrigo Miglio, nel corso della conferenza stampa di presentazione – che testimonia la validità dell’iniziativa. C’è bisogno di questi momenti nei quali ritrovarsi specie in Sardegna per parlare di speranza, quella da infondere ai più giovani. Dobbiamo combattere due nemici: uno è la rassegnazione. L'altro, parente del primo, è la tentazione di rimandare la soluzione dei problemi. Non possiamo continuare a dir loro che devono aspettare: vent’anni fa glielo abbiamo detto

La presentazione alla stampa della Summer School.

e nulla è cambiato”. Tra i relatori anche monsignor Mario Toso, segretario del pontificio consiglio Giustizia e pace. A lui si devono tanti contributi al magistero degli ultimi papi, da Benedetto XVI e Francesco, rispettivamente nella Caritas in Veritate e nell’Evangelii Gaudium. Sarà presente anche Savino Pezzotta, già segretario generale della Cisl, ed ex parlamentare, l’economista Leonardo Becchetti, da sempre impegnato nella diffu-

sione della cultura di cittadinanza attiva, il collega sardo Giuseppe Argiolas, esperto di economia di comunione, o economia partecipata ed anche il gesuita Francesco Occhetta, direttore di Civiltà Cattolica che parlerà della sussidiarietà come mezzo per realizzare la democrazia. L’ultimo giorno spazio alle testimonianze di imprenditori isolani affermati che racconteranno del loro impegno quotidiano per stare sul mercato in momento tutt’altro che facile, e di come l’im-

pegno e la determinazione, unite alla capacità imprenditoriali siano in grado di mantenere in piedi la propria azienda. Esempi virtuosi di chi fa impresa in Sardegna, in una realtà economicamente e socialmente provata, ma dove l’inventiva e la forza di volontà possono sostenere l’impegno a fare impresa. La tavola rotonda del 1 agosto sarà moderata da Claudio Gentili, responsabile di Education Confindustria “una scelta – ha detto ancora l’Arcivescovo – di come anche gli industriali italiani credano nella formazione all’impresa, portata avanti da tempo proprio da Gentili”. Don Alessandro Fadda, salesiano e coordinatore scientifico del corso, nel corso della presentazione alla stampa dell’appuntamento ha ricordato come la Summer School sia un’iniziativa già sperimentata in altre realtà. “Quando sono stato trasferito a Roma – ha detto il salesiano – avevo in cuore il desiderio di realizzare qualcosa per la mia terra. Questi giorni a Solanas spero abbiano delle ricadute positive su chi vi parteciperà, soprattutto giovani, che mi auguro accolgano l’invito a partecipare”. Organizzatori dell’appuntamento, oltre ai salesiani e la Cisl, anche la Fondazione “Centesimus Annus Pro Pontifice”, la scuola di formazione politica “Pro Libera Civitate”. Per informazioni è possibile inviare una mai a sandrosdb64@virgilio.it.


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DOMENICA 27 LUGLIO 2014

Silius. Grande partecipazione di fedeli alla festa patronale di Santa Barbara.

La fede di una comunità cristiana legata alla sua storia mineraria Come tradizione il paese del Gerrei ha celebrato la sua Patrona. Al centro la miniera e la vita di tante persone che vi hanno lavorato D. NICOLÒ SEBASTIANO PRAXOLU

A

NCHE QUEST ’ANNO,

nei giorni 12 e 14 luglio, come tradizione vuole, si è festeggiata nella miniera di Silius la festa di Santa Barbara. Festa che nel Gerrei ha una valenza tutta particolare. Ma è nel cuore della terra, che la santa viene maggiormente venerata ed invocata. Si arriva alla miniera dopo una processione di macchine cappeggiata dal camion del sig. Giovanni Quartu, che da ormai 47 anni porta la Santa. Appena giunti ci si prepara per un breve giro attorno al pozzo, che porterà tutti i fedeli dinnanzi alla porta dell’argano principale. Si recitano le preghiere di rito, si introduce la santa all’interno del grande ascensore, e si benedicono i fiori che verranno poi adagiati all’interno della miniera. Il direttore della miniera, assieme ai sacerdoti e a due minatori obrieri della festa, scendono fino a seicento metri, e cosi si arriva al livello “100” sopra il livello del mare; qui si nota l’acqua che gronda dalle pareti della miniera, ed un forte odore di terra. Una sensazione interessante. Come quando si va in aereo, le orecchie iniziano a fischiare, e non appena l’argano si blocca, si apre la saracinesca vendendo così una piccola stazione ferroviaria. Si avanza con grande cautela e attenzione, guardando

Due momenti della festa di Santa Barbara a Silius

quel luogo che pare dimenticato, ricordando che per anni quello è stato luogo di lavoro, di sacrificio, e di dolore. Dopo qualche metro si entra in un piccolo locale, chiamato “ricetta”, dove alla parete si trova una nicchia con la santa dei minatori. Gli obrieri pongono quei fiori vicino alla nicchia e don Luigi Melis, predicatore della festa, prega per le intenzioni dei minatori. Usciti dalla ricetta, e ripreso il cammino, si ricordano i tanti lavoratori che hanno perso la vita in quel luogo che è divenuto così anche il loro sepolcro. Risaliti nel pesante argano, si ripercorre la strada, verso l’uscita. Alcuni tocchi in codice di campana avvertono “l’arganista” e così il grande ascensore si muove. Arrivati in cima, si ode il rosario cantato dalle donne, alla maniera siliese, che diviene così poesia, da ascoltare e da meditare. Ricomposta la processione, si attraversa il cortile della miniera, concludendosi poi sul luogo pre-

parato per la Messa. Rivestitisi dei paramenti, inizia la Santa Messa, presenti il sindaco di Silius, il sindaco di San Basilio, e altre autorità. Il coro della parrocchia, diretto dal maestro Andrea Pilloni, esegue i canti tipici della festa, cosi come is goccius dedicati alla

LOURDES

22 – 26 AGOSTO 26 – 29 AGOSTO 29 AGOSTO – 2 SETTEMBRE

TERRA SANTA

Voli diretti da Cagliari sull’aeroporto di Lourdes

16 – 23 OTTOBRE

Presieduto da S. Ecc. Mons Arrigo Miglio

• UNICO RAPPRESENTANTE DEI PAOLINI IN SARDEGNA •

Volo diretto da Cagliari

Per informazioni e prenotazioni: CAGLIARI - V.LE S. AVENDRACE 181 TEL. 070.288978 - 070.280279 FAX 070.281784 E-mail: sardivet@tiscali.it Sito internet : www.sardivetviaggi.it

santa. La predica di don Luigi Melis, inizia con una bellissima ottava in rima e in sardo, che fa commuovere gli astanti e gli ricorda la bellezza di quei luoghi, che lo hanno visto negli anni di Mons. Antonio Piga, giovane vice parroco e poi parroco. Gli obrieri, con il casco d’ordinanza dei minatori, reggono il cero, segno della fede, e della devozione a santa Barbara. Dopo la santa messa ed un piccolo rinfresco, si risale a bordo del camion riportando la Santa nella chiesa di san Sebastiano. Il lunedì seguente, il predicatore don Andrea Piseddu, ha celebrato la santa Messa solenne conclusiva. La festa civile, che segna anche in modo positivo le strade del paese, ha dato anche ai piccoli motivi di gioia. Dopo quindici anni, si è riproposta la gara dei is Carrucieddus che ha visto sia nei grandi ma molto nei piccoli, un entusiasmo unico, che i moderni videogames non riescono a dare. La festa si è conclusa, con il tradizionale augurio Attrus Annus, sperando che la Santa ottenga la grazia del lavoro per i minatori e per le famiglie.

IL PORTICO

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brevi MEIC

Incontri nella chiesa di San Lorenzo “Le donne senza nome del Vangelo e il loro incontro con Gesù. È il tema degli incontri promossi dal Capitolo metropolitano della Cattedrale di Cagliari e dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale. L'appuntamento è ogni martedì di luglio e agosto alle 20.15 nella chiesa di san Lorenzo di Buoncammino. Guida gli incontri monsignor Mario Ledda. DOMENICANI

Quarta settimana delle Famiglie Dal 1 al 5 agosto il Movimento Domenicano delle Famiglie ha organizzato la Quarta settimana domenicana delle Famiglie nei locali del Convento di Cagliari. Il tema sarà “La carne come cardine della storia della salvezza”. Il programma prevede venerdì 1 agosto alle 10.30 la relazione di sr. Therese Boillat, op, sul tema “San Domenico e la sfida dei catari: dualismo o unità di spirito e corpo”. Sabato 2 agosto alle 18 i coniugi Ilaria Delicati e Francesco Maiorca parleranno del tema “Dall’attrazione erotica al compimento dell’eros: l’agape”. Domenica 3 agosto alle 10.30 i coniugi Sonia Cannas e Stefano Galletta proporranno il tema “Uno sposo e un padre in carne e ossa”. Lunedì 4 agosto alle 10.30 Luisa Mura e Stefano Fadda interverranno sul tema “Amare nella libertà: etica del corpo”. Infine martedì 5 agosto padre Christian Steiner proporrà il tema “Confusione dei ruoli familiari o centralità coniugale?”. Per informazioni ed iscrizioni famiglieop@gmail.com, oppure 3337468785.


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IL PORTICO DEI PAESI TUOI

IL PORTICO

brevi CANCELLERIA

Orari di apertura a luglio e agosto La Cancelleria della Curia Arcivescovile è aperta nel mese di luglio dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30, mentre ad agosto nei seguenti giorni: 1-5-6-812-13-19-2022-26-27-29, dalle 9.00 alle 12.30.

Tradizioni. Don Giovanni Abis presenta i festeggiamenti per la Santa di Nicomedia.

A Sinnai rivive l’antica tradizione dedicata alla patrona S. Barbara La festa, oltre alle celebrazioni liturgiche, ha visto anche il ricordo di Maria Paola Olla, missionaria in Brasile, che ha dedicato la sua vita al servizio dei poveri

DA OTTOBRE MARIA LUISA SECCHI

Corso di Scienze del matrimonio L’Ufficio di Pastorale Familiare e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose hanno organizzato il VII Corso in Scienze del Matrimonio e della Famiglia per coppie e famiglie. Il corso partirà ad ottobre, le iscrizioni si ricevono dal lunedì al mercoledì, dalle 17 alle 19 a partire dal 22

settembre fino all’8 ottobre 2014, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose a Cagliari. La durata del corso è biennale, per tre ore di corso alla settimana e un totale di 200 ore, suddivise in due semestri. Per informazioni contattare i numeri 3482603149 - 3337468785.

DOMENICA 27 LUGLIO 2014

F

ESTA A SINNAI lo scorso fine

settimana per festeggiare la Patrona, Santa Barbara. “La preparazione alla festa è stata scandita come ogni anno dal Triduo – afferma il parroco don Giovanni Abis, alla guida della parrocchia intitolata alla Santa dal 1986. Ciò che ha caratterizzato queste giornate sono stati soprattutto i momenti di preghiera”. Santa Barbara è nata a Nicomedia nel 273. A seguito della sua conversione alla fede cristiana, che aveva generato dissapori con il padre, la ragazza è costretta a rifugiarsi in un bosco. Il 2 dicembre 290 è la data di inizio del processo contro Barbara che in sua difesa inizia ad invitare i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana. Questa posizione è stata per lei causa di dolorose torture e della decapitazione, il 4 dicembre, per la quale viene utilizzata la spada dallo stesso Dioscoro, suo padre, poi colpito da un fulmine. La tradizione invoca Barbara contro i fulmini, il

I componenti del Comitato; sotto la serata in ricordo di Maria Paola Olla.

fuoco e la morte improvvisa. I suoi resti si trovano nella cattedrale di Rieti. Barbara è oggi protettrice dei vigili del fuoco. "La festa votiva di S. Barbara si celebra a Sinnai da secoli, la terza domenica di luglio - ricorda il parroco. Da un manoscritto del 1775, conservato nell'archivio parrocchiale, si legge che il 19 luglio ricorre l'anniversario della dedicazione della Chiesa parrocchiale a Santa Barbara Vergine e Martire di Nicodemia, titolare della parrocchia e Patrona del paese. Il 4 dicembre si celebra invece la festa

strettamente religiosa". S. Barbara è venerata con speciale culto in tutto il mondo cristiano ed è festeggiata oltre che a Sinnai, in diversi centri della Sardegna, in particolare del Sulcis-Iglesiente e di altre aree a vocazione mineraria. "Originariamente a Sinnai la Festa riservava un momento di ringraziamento per il raccolto, ma oggi alcune tradizioni si sono perse - ricorda don Abis. A me piacerebbe riportare alla luce alcune usanze e che anche il Comitato organizzatore possa così riappropriarsi delle antiche manifestazioni legate al

mondo agricolo. Nella giornata di lunedì abbiamo festeggiato i Santi Anna e Gioacchino con la Santa Messa e la processione – racconta ancora don Giovanni. Abbiamo anticipato il loro ricordo così come facciamo ormai da qualche anno. C'è stata quindi la Festa dei nonni e dei nipoti, poiché Anna e Gioacchino erano i nonni di Gesù”. Altro momento molto sentito dalla comunità è stata la serata musicale in memoria di Maria Paola Olla, missionaria sinnaese in Brasile, realizzata dai bambini della parrocchia. “La serata dedicata a Paola ha visto come protagonisti soprattutto i bambini e le famiglie con un'impronta missionaria – ricorda il parroco. Ci sono state diverse iniziative promosse per sostenere la missione della nostra compaesana”. Nel febbraio 1998, dopo gli studi e il suo cammino di formazione nella Comunità di Villaregia, Maria Paola parte per fare la missionaria nelle favelas di Campo Limpo, nella periferia di San Paolo del Brasile, dove la gente vive in estrema povertà. Il suo compito era soprattutto quello di incontrare i “meninos de rua” ( i bambini di strada). Nel gennaio del 2000, insieme a due sacerdoti sardi, padre Antonello Cadeddu e padre Enrico Porcu, entrambi cagliaritani, hanno dato vita ad un nuovo progetto: “Aliança de Misericordia”. L'8 giugno del 2009 Maria Paola, appena quarantenne, è tornata alla casa del Padre dopo aver dedicato buona parte della sua vita ai più poveri e ai bisognosi.


IL PORTICO DEI PAESI TUOI

DOMENICA 27 LUGLIO 2014

Selegas. Nel fine settimana si terrà la celebrazione dei Santi Patroni del paese.

Un’intera comunità si ritrova insieme per celebrare Gioacchino e Anna Sono in programma eventi civili e religiosi, con particolare attenzione ai nonni e agli emigrati che per l’occasione ritornano in paese I. P.

U

NA COMUNITÀ CHE si ritrova per festeggiare i santi patroni. Selegas nel fine settimana vivrà la festa per i santi Gioacchino ed Anna, patroni del piccolo centro della Trexenta. Come ogni anno un apposito comitato si è impegnato per realizzare la festa, sotto la supervisione del parroco, don Gigi Pisano. “E’ importante come è già stato sottolineato in più sedi e da alcuni documenti – afferma il parroco - che il lavoro di comitati ed associazioni sia fatto seguendo le linee del presidente e del legale rappresentante, che è il parroco. Cito solo un articolo dello statuto della Parrocchia S. Maria della Stella di Militello in Val di Catania. Si legge che “A norma delle leggi ecclesiastiche e civili, il parroco pro tempore è il Presidente del Comitato e suo rappresentante legale , il quale, una volta sentito il parere dei membri del Direttivo provvede alle nomine del (Vicepresidente, Segretario, Cassiere e Consiglieri)”. Ciò significa che il comitato provvede alle incombenze di cui necessita la festa,

ma sempre sotto la supervisione del parroco”. In questo senso a Selegas ci si muove da tempo, con i 50enni del paese che ogni anno si incaricano, fin dal mese di ottobre, della realizzazione della festa. “Come consuetudine – dice Paola Spiga, una delle rappresentanti del comitato – ci siamo mossi a partire dallo scorso autunno, quando abbiamo ci siamo attivati coinvolgendo il maggior numero di persone. Oggi siamo ventidue su una cinquantina di coetanei ed abbiamo organizzato tutta una serie di appuntamenti per raccogliere quante più risorse economiche possibili: lotterie, pesche di beneficienza e quant’altro. Nonostante la profonda crisi siamo comunque riusciti a raggiungere la somma necessaria per realizzare la festa, con il con-

torno di appuntamenti civili previsti nel fine settimana”. Ad aprire i festeggiamenti venerdì la celebrazione vespertina e la successiva processione per le vie del paese dei simulacri dei due santi, accompagnati da gruppi folk e cavalieri, mentre in tarda serata concerto dei Modena City Rumblers. Il sabato, memoria liturgica dei santi Gioacchino ed Anna, è prevista una messa alle 7.30 e una alle 10.30, la messa solenne dei patroni, dedicata agli emigrati. “È una celebrazione particolarmente sentita – afferma Paola Spiga – abbiamo coinvolto anche loro nel sostegno alla festa, in tanti ci hanno inviato dei contributi e diversi tornano in paese proprio per l’occasione. La messa è presieduta da don Guido Palmas, che festeggerà con la comunità di Selegas i 60 anni di sa-

cerdozio”. In serata la messa per i nonni, e poi il consueto spettacolo pirotecnico e il concerto di musica etnica con i “Cantigos” in piazza per chiudere la giornata. Domenica 27 la mattina le messe alle 7.30 e alle 10.30, mentre nel pomeriggio i giochi per i bambini e in serata il liscio con “I Romagna”. Nella giornata di lunedì ancora appuntamenti in serata con i gruppi di ballo e quelli musicali locali. Al centro della festa patronale di Selegas restano però gli appuntamenti liturgici particolarmente sentiti. “Sono tante le possibilità per stare assieme - conclude la rappresentante del comitato ma i riti religiosi sono quelli che maggiormente interessano le persone che ogni anno si ritrovano per celebrare i nostri patroni”.

sua fama di santità contribuì un episodio avvenuto nell'ottobre del 1601; fra Lorenzo volle essere uno dei quattro cappellani richiesti per assistere spiritualmente le truppe cattoliche nella campagna in atto contro i turchi ed il 9 ottobre giunse ad Albareale, in Ungheria, ove era accampato l'esercito imperiale. Il 24 maggio 1602, quasi all'unanimità, fra Lorenzo viene eletto Vicario Generale dell'ordine; con l'alta carica gli è affidato il compito di visitare tutte le province cappuccine.

Nel triennio del generalato può tornare a Brindisi ove decide, nel 1604, la costruzione di una chiesa sotto il titolo di Santa Maria degli Angeli con annesso monastero per le suore di clausura. Più volte, dopo il 1604, pensa di tornare a Brindisi e nel 1618 vi è ormai diretto quando è costretto a mutare itinerario e fermarsi a Napoli. Il 25 maggio 1619, evitati sicari e ostacoli d'ogni genere, fra Lorenzo raggiunge il re a Lisbona. Ma proprio quando le trattative sembravano favorevoli, si ammalò e dopo un mese, il 22 luglio del 1619, probabilmente avvelenato, all’età di 60 anni esatti, moriva fra il compianto della corte e di quanti lo avevano conosciuto; il suo corpo viene trasportato a Villafranca del Bierzo (Galizia) e tumulato nel monastero delle francescane scalze. Fra Lorenzo fu beatificato nel 1783 da Pp Pio VI , canonizzato nel 1881 da Pp Leone XIII e proclamato dottore della chiesa, col titolo di “Doctor Apostolicus”, nel 1959, da San Giovanni XXIII

STORIE DI SANTI

San Lorenzo da Brindisi di ANDREA AGOSTINO

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orenzo da Brindisi, al secolo (Giulio Cesare Russo),nasce nella città pugliese, il 22 luglio 1559 da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella. Quando intraprese gli studi nelle scuole dei Francescani Conventuali di S. Paolo Eremita in Brindisi, era già orfano del padre. Tra il 1565 e il 1567 prese l'abito dei conventuali e iniziò gli studi per i candidati alla vita religiosa. Orfano ora anche di madre, è in notevoli difficoltà economiche. I parenti non pare se ne prendessero molta cura; è forse per questo che Giulio Cesare, quattordicenne, si trasferisce in Venezia presso uno zio sacerdote che dirigeva una scuola privata e aveva cura dei chierici di S. Marco. La scelta, infatti, gli consente di proseguire i suoi studi e maturare la vocazione all'Ordine dei Frati Mi-

nori Cappuccini. Il 18 febbraio 1575veste l'abito francescano e gli è imposto dal vicario provinciale, padre Lorenzo da Bergamo, il suo stesso nome: da quel momento sarà fra Lorenzo da Brindisi. Dopo aver seguito a Padova i corsi di logica e filosofia e a Venezia quello di teologia, il 18 dicembre 1582 viene ordinato sacerdote. La sua ascesa nell'ordine è rapida :Nel 1589 è Vicario Provinciale in Toscana- nel 1594 Provinciale di Venezia- nel 1596 secondo Definitore Generale -nel 1598 Vicario Provinciale in Svizzera nel 1599 ancora Definitore Generale. In questo stesso anno è posto a capo della schiera di missionari che i Cappuccini, su sollecitazione del pontefice, inviano in Germania. Qui, a divulgare e ad accrescere la

IL PORTICO

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detto tra noi Il fenomeno del bullismo di D. TORE RUGGIU

Secondo Rino Cammilleri il bullismo è un fenomeno vecchio come la Bibbia. Lo afferma in un articolo nella rivista “Il Timone” n. 131 a pag. 20, dal titolo “A proposito di bullismo”. Il giornalista afferma che è eccessivo parlare di bullismo come fenomeno sociale dei nostri tempi. E per dimostrare la sua tesi racconta tanti episodi della sua fanciullezza e adolescenza, con metodi educativi e anche prese in giro da parte dei compagni di classe che in confronto a quello che capita oggi, è poco o niente. Chi di noi non ricorda la prepotenze dei compagni più grandi (magari pluriripetenti) che non esitavano a prendere in giro i più deboli, i più bravi a scuola e, all’uscita, non era raro che si assistesse a vere e proprie sassaiole da parte della banda dei più forti (o più maleducati), nei confronti dei cosiddetti “bravi ragazzi”. Per non parlare dei metodi educativi nelle scuole, a casa

e perfino in parrocchia. Tutto dimenticato? Con questo non giustifichiamo i metodi repressivi o le incursioni barbariche di bande di mascalzoni, in cammino verso la delinquenza, per non parlare delle botte che si davano e si ricevevano, naturalmente con evidente vantaggio del più forte. Fa notare ancora il giornalista che, finito il bullismo scolastico, iniziava il nonnismo da militari. Era la stessa cosa, un poco più pesante perché giovanotti più grandi e più forti. E finito il militare o prima, chi non ricorda gli scherzi all’università nei confronti delle matricole? Insomma, secondo il citato giornalista, la differenza tra bullismo di ieri e di oggi non esiste. C’è solo una novità secondo Cammilleri e, cioè, la partecipazione a pieno titolo delle femmine: “la parità conquistata dopo decenni di dure lotte ha permesso la loro parità in questo esaltante settore. Prima il fidanzatino se lo contendevano a frasi, occhiate, maldicenze, bigliettini velenosi… ora a pedate sul muso pure loro”. Così termina l’articolo: “la differenza tra ieri ed oggi sta tutta qui: oggi da un lato si espongono visivamente i giovani fin dalla culla a ogni sorta di libertinaggio; dall’altro si ritiene di ovviare ad un fenomeno vecchio come il mondo con corsi di non discriminazione nelle scuole. Che hanno lo stesso effetto delle scritte allarmanti sui pacchetti di sigarette. Eh, forse si stava meglio quando si stava peggio”. Meditiamo, grandi e piccoli, perché questo fenomeno in qualsiasi epoca è segno di un quoziente intellettivo basso e di mentalità selvaggia….a che cosa son serviti tanti secoli di storia.


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IL PORTICO DELLA CARITÀ

IL PORTICO

Accoglienza. Caritas e Associazione “La Rosa Roja” hanno celebrato il “Mandela day”.

La Chiesa lievito nella società per un “nuovo umanesimo” iritti umani, immigrazione e accoglienza. Sono i temi affrontati in occasione del ‘Mandela’s day Cagliari-Sestu’, organizzato dalla Caritas diocesana e dall’Associazione ‘La Rosa Roja’, in collaborazione con altre realtà, nel Teatro Sant’Eulalia e nel Centro sociale del Comune di Sestu. Un’iniziativa organizzata in occasione del ‘Mandela day’, giornata internazionale istituita dall’Onu per celebrare il leader sudafricano. Uno spunto per parlare di immigrazione e accoglienza, temi che sempre più investono l’Isola: «Abbiamo bisogno di costituzioni - ha sottolineato don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana - che possano regolare il nostro vivere insieme negli stati, che ci mettano tutti sullo stesso piano». «Questa giornata - spiega Elizabeth Rijo, presidente della Rosa Roja - intende valorizzare il senso del volontariato e della solidarietà: stare insieme, ascoltarsi per superare i pregiudizi». Tra i partecipanti, i giovani immigrati accolti grazie al progetto San Fulgenzio nell’ambito dello SPRAR (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) - portato avanti dalla Caritas diocesana in collaborazione con il Comune di Quartu -, che hanno raccontato le loro esperienze. Come G., originario del Gambia, arrivato nell’Isola nove mesi fa, ancora in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato: «Ho rischiato

SPRAR e delle accoglienze ‘straordinarie’, in collaborazione con la Prefettura. «Rispetto alla cosiddetta ‘Emergenza Nord Africa’, oggi c’è una maggiore consapevolezza che questo fenomeno non è più un’emergenza - spiega Stefania Russo, responsabile del progetto SPRAR San Fulgenzio ma un esodo che non si può fermare, e che ci spinge a interrogarci, a migliore la nostra organizzazione sociale. Tuttavia ci sono paesi che continuano ad effettuare respingimenti». Dal primo gennaio ad oggi sono arrivati in Italia circa 80mila profughi, di cui un migliaio è stato assegnato all’Isola. Complessivamente, sono circa un migliaio i comuni che in Italia hanno preso in carico gli SPRAR (tre in Sardegna). «I territori si stanno organizzando - spiega Don Lai - ma il problema resta il passaggio dalla prima alla seconda accoglienza, che spetta agli enti locali». L’importanza dell’azione della Chiesa e il riferimento al ‘nuovo umanesimo’ - a cui sarà dedicato il prossimo convegno ecclesiale sono stati affrontati da Pasquale Mistretta, professore emerito di urbanistica nell’Università di Cagliari: «Esso è improntato al recupero della persona come soggetto di riferimento: un’attenzione che deve necessariamente basarsi sul dialogo, sulla formazione dei più piccoli, sulla tolleranza, sul passaggio da un’economia di mercato a un’economia che tenga conto della persona».

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la vita per arrivare qui, ma non ho ancora alcun diritto. Ringrazio gli operatori Caritas che mi aiutano a non perdere la speranza». Tra le iniziative, anche una tavola rotonda sui diritti umani e immigrazione. Pietro Ciarlo, docente di diritto costituzionale all’Università di Cagliari, ha sottolineato il legame tra le costituzioni e l’accoglienza: «Nel corso degli anni si sono susseguite diverse costituzioni rimaste inap-

plicate, anche se oggi, in Italia e forse in Europa, qualcosa sta cambiando, grazie all’operazione ‘Mare Nostrum’ che rappresenta un’inversione di tendenza, rendendo permeabile la frontiera italiana: ciò segna un momento di svolta per l’applicazione concreta del diritto di accoglienza, a cui ha contribuito molto Papa Francesco». Sullo sfondo, l’impegno della Caritas diocesana nell’ambito dello

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curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

Direttore responsabile Roberto Piredda Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico, Elio Piras, Alessandro Orsini, Aristide Melis Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Redazione: Francesco Aresu, Federica Bande, Maria Chiara Cugusi, Fabio Figus, Maria Luisa Secchi, Roberto Comparetti. Hanno collaborato a questo numero: Tore Ruggiu, Andrea Busia, Matteo Piano, Valeria Usala, Maria Grazia Pau, Franco Camba, Susanna Mocci, Valerio Floris, Nicolò S. Praxolu, Andrea Agostino. Per l’invio di materiale scritto e fotografico e per qualsiasi comunicazione fare riferimento all’indirizzo e-mail: settimanaleilportico@gmail.com L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).

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QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI


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