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DOMENICA 7 SETTEMBRE 2014 A N N O X I N . 32
SETTIMANALE DIOCESANO
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CAGLIARI
Ogni vita è un dono MARIA STELLA LEONE
urtroppo, anche molti cristiani ci cascano. Sul sito di un centro che pratica procreazione medicalmente assistita viene detto in modo suadente che ogni coppia ha diritto a generare un figlio e che, dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato una norma della Legge 40 del 2004, il centro attuerà le procedure di fecondazione eterologa. Per fecondazione eterologa s’intende una tecnica di procreazione medicalmente assistita che mira a ottenere embrioni con gameti maschili o femminili forniti da una terza persona, per cui nella coppia, se si otterrà un figlio, egli sarà biologicamente figlio solo di uno dei genitori. Se guardiamo altri siti internet, dove gli utenti possono dialogare, è facile leggere discussioni di donne che, con gergo da professioniste delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, parlano con disinvoltura di questi argomenti, sfogano frustrazione e si incoraggiano a vicenda a continuare, citando distrattamente e saltuariamente i loro uomini. Non demordono, anche se ognuna di loro stila un elenco di embrioni (cioè di figli) già prodotti e poi morti, o congelati. In fondo, in queste storie di testarda sofferenza, non si è disposti a perdere di vista l’obiettivo, il figlio che si salverà, quello che è la realizzazione del “sogno”, del presunto diritto (a questo proposito è utile considerare i dati ministeriali reali sulle percentuali di gravidanze ottenute, e confrontarli con il numero di bambini nati).
P
Che male c’è se questo figlio perde il diritto delle proprie origini e viene generato con uno o entrambi i gameti di un estraneo? Si è già deciso che questo bambino non soffrirà , o che non gli verrà detto nulla. Eppure, uno dei problemi evidenziati negli Stati che da tempo consentono tale tecnica è proprio la necessità dei figli, a volte anche per motivi di salute, di ottenere le generalità del cosiddetto “donatore”. Oltre a vari pasticci inevitabili: rischio vendita di gameti, possibilità di errori nella selezione sanitaria dei donatori, selezione dei donatori in base a standard di bellezza e di presunto quoziente intellettivo! La Chiesa ha una parola di conforto che molte coppie ignorano: i fidanzati e le coppie di sposi dovrebbero conoscere il documento Donum vitae, pubblicato nel 1987 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. «Ogni essere umano – ricorda il testo - va accolto sempre come un dono e una benedizione di Dio. Tuttavia dal punto di vista morale una procreazione veramente responsabile nei confronti del nascituro deve essere il frutto del matrimonio. La procreazione umana possiede infatti delle caratteristiche specifiche in virtù della dignità dei genitori e dei figli: la procreazione di una nuova persona, mediante la quale l'uomo e la donna collaborano con la potenza del Creatore, dovrà essere il frutto e il segno della mutua donazione personale degli sposi, del loro amore e della loro fedeltà». Nel dibattito sulla fecondazione eterologa si dimentica con troppa facilità il bene del bambino. La Donum vitae ci ricorda invece come
«il figlio ha diritto ad essere concepito, portato in grembo, messo al mondo ed educato nel matrimonio: è attraverso il riferimento sicuro e riconosciuto ai propri genitori che egli può scoprire la propria identità e maturare la propria formazione umana» (Parte II A.1). Non si tratta di temi che riguardano solo il “privato” delle coppie di sposi, poiché possiedono una rilevanza sociale. In forza della vocazione – si legge sempre nella Donum vitae - e delle responsabilità sociali della persona, il bene dei figli e dei genitori contribuisce al bene della società civile; la vitalità e l'equilibrio della società richiedono che i figli vengano al mondo in seno a una famiglia e che questa sia stabilmente fondata sul matrimonio. La tradizione della Chiesa e la riflessione antropologica riconoscono nel matrimonio e nella sua unità indissolubile il solo luogo degno di una procreazione veramente responsabile» (ibidem). Quando si affronta il discorso sulle coppie che non possono avere dei figli spesso si dimentica il valore dell’adozione: «Adottare dei bambini – ebbe a dire San Giovanni Paolo II sentendoli e trattandoli come veri figli, significa riconoscere che il rapporto tra genitori e figli non si misura solo sui parametri genetici. L’amore che genera è innanzitutto dono di sé. C’è una "generazione" che avviene attraverso l’accoglienza, la premura, la dedizione» (Discorso, 5 settembre 2000). Solo il mettere al centro il vero valore della persona umana potrà aiutare a orientare in modo giusto le decisioni a livello giuridico ed etico nel campo della procreazione umana.
SOMMARIO ESTERI
2
Il tragico calvario della minoranza cristiana in Iraq GIOVANI
5
L’esperienza degli Scout sardi alla Route nazionale Agesci MISSIONE
6
Una delegazione di giovani della Diocesi per un mese in Kenya SOCIETÀ
12
Mons. Toso e Pezzotta parlano dell’attualità della dottrina sociale IN MEMORIA
15
Il ricordo di Mons. Giovanni Cadeddu scomparso in agosto