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DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014 A N N O X I N . 33

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

La buona scuola ROBERTO PIREDDA

on una riforma, non un adempimento burocratico, non un libro dei sogni. Un patto, semplice e concreto. L’Italia cambierà solo se noi metteremo al centro la scuola». Con queste parole inizia il videomessaggio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che presenta il testo delle Linee guida per la riforma del sistema scolastico italiano. Il titolo delle 136 pagine prodotte dal Governo è ambizioso: La buona scuola. Facciamo crescere il Paese. Renzi aveva posto il tema della scuola in grande evidenza già nei suoi primi discorsi alle Camere quando chiese la fiducia al suo Governo. La forma che è stata scelta è quella di offrire delle linee guida che possano essere la base per una discussione allargata in vista dei successivi provvedimenti legislativi. Il dibattito che scaturirà dal testo permetterà senza dubbio di approfondirne meglio le proposte, ma già ora si possono sottolineare aspetti importanti e offrire spunti per la riflessione. Innanzitutto dopo una stagione, in modo particolare quella guidata da Tremonti e Gelmini, dove la scuola è stata semplicemente oggetto di tagli indiscriminati che non hanno interessato sprechi e disfunzioni, ma messo a dura prova l’istruzione in Italia, si torna a parlare di investimenti in questo settore. È già un passo avanti. Alcuni dei punti messi in luce dal documento appaiono poi senza dubbio decisivi: la progressione della carriera dei docenti non legata semplicemente all’anzianità ma al merito e ai risultati; il potenziamento dell’autonomia sco-

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lastica e del ruolo dei dirigenti; il legame tra scuola e mondo del lavoro; la formazione in servizio dei docenti; la valutazione dei docenti e delle scuole; il superamento del precariato “storico”. Non sarà facile tradurre le istanze citate in provvedimenti operativi efficaci. Rifletteva bene, per esempio sul tema del merito, Massimo Gramellini su La Stampadi qualche giorno fa: «L’idea di modulare lo stipendio di un dipendente pubblico in base alle sue capacità si è sempre scontrata con una difficoltà insormontabile: la totale sfiducia degli italiani nei meccanismi di selezione e nelle persone deputate a guidarli. Si può dire che proprio i sospetti che avvolgono in una nube di disincanto l’imparzialità dei “superiori” abbiano autorizzato le burocrazie sindacali a favorire la stesura di regolamenti labirintici che rendono la selezione impossibile». Le difficoltà oggettive e “ataviche” su questo e altri punti però non devono esimere dal provare a fare qualche passo avanti oltre il “gattopardismo” di chi non vuole cambiare nulla per blindare l’esistente. In questa fase di riflessione sarebbe utile riprendere due riforme importanti del sistema scolastico italiano che sono rimaste, per tanti aspetti, solo sulla carta. Si tratta dell’autonomia (cfr. Legge n. 59, 15 marzo 1997) e della parità scolastica (cfr. Legge n. 62, 10 marzo 2000). Al livello centrale potrebbero competere sempre gli indirizzi generali per l’istruzione, l’indicazione degli standard che devono essere comuni a tutti, lasciando però una reale autonomia gestionale alle singole scuole. C’è chi pro-

pone anche di affidare al singolo istituto, come avviene in altri paesi, la scelta e la valutazione dei docenti. Certamente si può riflettere, senza pregiudizi, anche su questo aspetto. Va poi superata anche la contrapposizione, soltanto italiana, se si vanno a vedere i sistemi scolastici degli altri paesi europei, tra statale e privato. In Italia esiste già un sistema nazionale d’istruzione, costituito dalle scuole statali e da quelle paritarie, private e degli enti locali. Dare reale attuazione alla libertà di scelta educativa delle famiglie non nuocerà alla scuola statale e anzi permetterà l’ampliamento dell’offerta formativa dell’intero sistema. Giova infine ricordare lo spirito che deve animare la riflessione sul tema della scuola nel nostro Paese. In questi giorni milioni di bambini e ragazzi rientrano in classe, i loro volti e le loro storie domandano una passione educativa senza riserve. I ragazzi non sono dei “problemi”, e neanche dei semplici “numeri” di una statistica, ma persone bisognose di uno “sguardo” educativo di adulti che si mettono al loro servizio. La scuola, insieme alla famiglia, può dare quello “sguardo”, così come fece l’umile maestra citata da Papa Francesco nel suo fondamentale discorso alla scuola italiana del 10 maggio scorso. Solo se non ci si dimentica di questo “sguardo” ci saranno delle “buone” riforme per una “buona scuola”. Altrimenti, forse si potranno sistemare dei posti di lavoro, assicurare qualche carriera, ma si rinuncerà a educare, e questo, davvero, sarebbe terribile.

SOMMARIO LAVORO

3

La dolorosa vicenda dei lavoratori di Akhela a rischio licenziamento CAGLIARI

7

Inaugurata la nuova sala multimediale dell’Archivio Diocesano DIOCESI

11

Il 17 e 18 settembre si terrà il Convegno Pastorale Diocesano PAESI

13

A Monserrato si rinnova la festa della Vergine Maria PASTORALE

A Pula un’originale proposta di ascolto del Vangelo

14


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