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DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014 A N N O X I N . 33

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

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CAGLIARI

La buona scuola ROBERTO PIREDDA

on una riforma, non un adempimento burocratico, non un libro dei sogni. Un patto, semplice e concreto. L’Italia cambierà solo se noi metteremo al centro la scuola». Con queste parole inizia il videomessaggio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che presenta il testo delle Linee guida per la riforma del sistema scolastico italiano. Il titolo delle 136 pagine prodotte dal Governo è ambizioso: La buona scuola. Facciamo crescere il Paese. Renzi aveva posto il tema della scuola in grande evidenza già nei suoi primi discorsi alle Camere quando chiese la fiducia al suo Governo. La forma che è stata scelta è quella di offrire delle linee guida che possano essere la base per una discussione allargata in vista dei successivi provvedimenti legislativi. Il dibattito che scaturirà dal testo permetterà senza dubbio di approfondirne meglio le proposte, ma già ora si possono sottolineare aspetti importanti e offrire spunti per la riflessione. Innanzitutto dopo una stagione, in modo particolare quella guidata da Tremonti e Gelmini, dove la scuola è stata semplicemente oggetto di tagli indiscriminati che non hanno interessato sprechi e disfunzioni, ma messo a dura prova l’istruzione in Italia, si torna a parlare di investimenti in questo settore. È già un passo avanti. Alcuni dei punti messi in luce dal documento appaiono poi senza dubbio decisivi: la progressione della carriera dei docenti non legata semplicemente all’anzianità ma al merito e ai risultati; il potenziamento dell’autonomia sco-

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lastica e del ruolo dei dirigenti; il legame tra scuola e mondo del lavoro; la formazione in servizio dei docenti; la valutazione dei docenti e delle scuole; il superamento del precariato “storico”. Non sarà facile tradurre le istanze citate in provvedimenti operativi efficaci. Rifletteva bene, per esempio sul tema del merito, Massimo Gramellini su La Stampadi qualche giorno fa: «L’idea di modulare lo stipendio di un dipendente pubblico in base alle sue capacità si è sempre scontrata con una difficoltà insormontabile: la totale sfiducia degli italiani nei meccanismi di selezione e nelle persone deputate a guidarli. Si può dire che proprio i sospetti che avvolgono in una nube di disincanto l’imparzialità dei “superiori” abbiano autorizzato le burocrazie sindacali a favorire la stesura di regolamenti labirintici che rendono la selezione impossibile». Le difficoltà oggettive e “ataviche” su questo e altri punti però non devono esimere dal provare a fare qualche passo avanti oltre il “gattopardismo” di chi non vuole cambiare nulla per blindare l’esistente. In questa fase di riflessione sarebbe utile riprendere due riforme importanti del sistema scolastico italiano che sono rimaste, per tanti aspetti, solo sulla carta. Si tratta dell’autonomia (cfr. Legge n. 59, 15 marzo 1997) e della parità scolastica (cfr. Legge n. 62, 10 marzo 2000). Al livello centrale potrebbero competere sempre gli indirizzi generali per l’istruzione, l’indicazione degli standard che devono essere comuni a tutti, lasciando però una reale autonomia gestionale alle singole scuole. C’è chi pro-

pone anche di affidare al singolo istituto, come avviene in altri paesi, la scelta e la valutazione dei docenti. Certamente si può riflettere, senza pregiudizi, anche su questo aspetto. Va poi superata anche la contrapposizione, soltanto italiana, se si vanno a vedere i sistemi scolastici degli altri paesi europei, tra statale e privato. In Italia esiste già un sistema nazionale d’istruzione, costituito dalle scuole statali e da quelle paritarie, private e degli enti locali. Dare reale attuazione alla libertà di scelta educativa delle famiglie non nuocerà alla scuola statale e anzi permetterà l’ampliamento dell’offerta formativa dell’intero sistema. Giova infine ricordare lo spirito che deve animare la riflessione sul tema della scuola nel nostro Paese. In questi giorni milioni di bambini e ragazzi rientrano in classe, i loro volti e le loro storie domandano una passione educativa senza riserve. I ragazzi non sono dei “problemi”, e neanche dei semplici “numeri” di una statistica, ma persone bisognose di uno “sguardo” educativo di adulti che si mettono al loro servizio. La scuola, insieme alla famiglia, può dare quello “sguardo”, così come fece l’umile maestra citata da Papa Francesco nel suo fondamentale discorso alla scuola italiana del 10 maggio scorso. Solo se non ci si dimentica di questo “sguardo” ci saranno delle “buone” riforme per una “buona scuola”. Altrimenti, forse si potranno sistemare dei posti di lavoro, assicurare qualche carriera, ma si rinuncerà a educare, e questo, davvero, sarebbe terribile.

SOMMARIO LAVORO

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La dolorosa vicenda dei lavoratori di Akhela a rischio licenziamento CAGLIARI

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Inaugurata la nuova sala multimediale dell’Archivio Diocesano DIOCESI

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Il 17 e 18 settembre si terrà il Convegno Pastorale Diocesano PAESI

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A Monserrato si rinnova la festa della Vergine Maria PASTORALE

A Pula un’originale proposta di ascolto del Vangelo

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IL PORTICO

IL PORTICO DEL TEMPO

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

Iraq. L’intervento di Mons. Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede all’ONU, al Consiglio per i diritti umani.

Siamo custodi dei nostri fratelli

Manifestazione dei cristiani in Iraq. Nella foto sotto: mons. Silvano Maria Tomasi.

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N DIVERSE REGIONI del mondo ci sono centri di violenza – l’Iraq settentrionale in particolare – che impongono alle comunità locali e internazionali di rinnovare gli sforzi nella ricerca della pace. Anche prima delle considerazioni di diritto internazionale umanitario e del diritto bellico, e a prescindere delle circostanze, uno dei requisiti indispensabili è il rispetto per la dignità inviolabile della persona umana, che è il fondamento di tutti i diritti umani. Il tragico fallimento della difesa di questi diritti fondamentali è evidente in quell’autoproclamata entità distruttiva che è il cosiddetto “Stato islamico” (ISIS). Le persone sono decapitate se resistono per la loro fede; le donne sono violate senza pietà e vendute come schiave sul mercato; i bambini sono forzati a combattere; i prigionieri vengono macellati contro tutte le disposizioni giuridiche. 2. La responsabilità della protezione internazionale, in particolare quando un governo non è in grado di garantire la sicurezza delle vittime, sicuramente si applica in questo caso, e bisogna fare passi concreti con urgenza e decisione per fermare l’aggressore ingiusto, per ristabilire una pace giusta e per proteggere tutti i gruppi vulnerabili della società. Adeguate misure devono essere adottate per raggiungere questi obiettivi. 3. Tutti gli attori regionali e internazionali devono condannare esplicitamente il comportamento brutale, barbaro e incivile dei gruppi criminali che combattono in Siria orientale e in Iraq settentrionale. 4. La responsabilità della protezione deve essere assunta in buona fede, nel quadro del diritto internazionale e del diritto umanitario. La società civile in generale, e in particolare le comunità religiose ed etni-

che, non dovrebbero diventare strumento di giochi geopolitici regionali e internazionali. Né dovrebbero essere viste come un “oggetto ininfluente” a causa della loro identità religiosa o perché altri attori le considerano una “quantità trascurabile”. Protezione senza efficacia non è protezione. 5. Le agenzie “ad hoc” delle Nazioni Unite, in collaborazione con le autorità locali, devono fornire adeguato aiuto umanitario, cibo, acqua, medicine e riparo a coloro che sono in fuga dalla violenza. Questo aiuto,

però, dovrebbe essere una assistenza temporanea di emergenza. I cristiani cacciati a forza, gli yazidi e altri gruppi hanno il diritto di tornare alle loro case, ricevere assistenza per la ricostruzione delle loro case e dei loro luoghi di culto, e di vivere in sicurezza. 6. Il blocco del traffico di armi e del mercato petrolifero clandestino, così come di qualsiasi sostegno politico indiretto, del cosiddetto “Stato islamico”, contribuirà a porre fine alla violenza.

7. Gli autori di questi crimini contro l’umanità devono essere perseguiti con determinazione. Non deve essere loro consentito di agire con impunità, altrimenti esiste il rischio della ripetizione delle atrocità che sono state commesse dal cosiddetto “Stato islamico”. 8. Come papa Francesco ha sottolineato nella sua lettera al segretario generale Ban Ki-moon, “gli attacchi violenti… non possono non risvegliare le coscienze di tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad azioni concrete di solidarietà, per proteggere quanti sono colpiti o minacciati dalla violenza e per assicurare l’assistenza necessaria e urgente alle tante persone sfollate, come anche il loro ritorno sicuro alle loro città e alle loro case”. Ciò che succede oggi in Iraq è successo nel passato e potrebbe succedere domani in altri luoghi. L’esperienza ci insegna che una risposta insufficiente, o peggio ancora, l’inazione totale, si traduce spesso in un ulteriore aumento della violenza. Un fallimento della protezione di tutti i cittadini iracheni, lasciandoli diventare vittime innocenti di questi criminali in un clima di parole vuote, equivalente a un silenzio globale, avrà conseguenze tragiche per l’Iraq, per i paesi vicini e per il resto del mondo. Sarà anche un duro colpo per la credibilità di quei gruppi e individui che si sforzano di sostenere i diritti umani e il diritto umanitario. In particolare, i leader delle diverse religioni hanno una responsabilità particolare per chiarire che nessuna religione può giustificare questi crimini moralmente riprovevoli e crudeli e barbari, e per ricordare a tutti che in quanto unica famiglia umana siamo custodi dei nostri fratelli. (2 settembre 2014).


IL PORTICO DEGLI EVENTI

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

Scuola. Il Governo ha presentato il suo progetto per la riforma dell’istruzione in Italia.

Qualcosa davvero inizia a muoversi per la crescita della scuola italiana Il presidente Renzi e il ministro Giannini hanno diffuso il testo delle linee guida per una consultazione sull’ambito della scuola CHIARA LONIS NA TIEPIDA voce di speranza e una bonaria faccia ottimista: ecco cosa mostra Renzi in un video di tre minuti e quaratasette secondi durante i quali parla apertamente del progetto rivoluzionario riguardo alla scuola italiana, e sul sito passodopopasso.italia.it campeggia il manifesto de “la buona scuola in 12 punti”, una tavola a tenui colori pastello che in 12 concisi punti, quasi fossero (non a caso) i 10 comandamenti più due, informa i cittadini sulle dritte che il governo seguirà fedelmente per mettere in atto la straordinaria impresa da qui a un anno. Uno dei principali obiettivi del governo è quello di assumere entro settembre 2015 ben 150 mila insegnanti precari ed estinguere le Graduatorie ad Esaurimento e Renzi dice chiaramente basta alla “supplentite”, assicurando alle scuole un team di docenti tale da garantire la copertura di tutte le cattedre, e prevedendo inoltre di

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assumere solo ed esclusivamente per concorso 40 mila giovani qualificati nel 2016, ponendo definitivamente fine alle liste d’attesa interminabili nel tempo. Renzi punta anche a una selezione sugli scatti di stipendio, da attribuire in base al merito e non all’anzianità grazie al Rapporto di Autovalutazione che ogni scuola annualmente pubblicherà a partire dal 2015 ed esiste anche un piano trasparenza o “scuola di vetro” che prevede la pubblicazione on-line di tutti i dati di ogni scuola, grazie anche ad un registro dei docenti che potrà aiutare i presidi a migliorare ogni anno il proprio team e ciò che il suo istituto offre coinvolgendo ciascuno di loro nell’individuazione delle procedure bu-

rocratiche più complicate, lente e gravose e debellarle. Il governo punta anche sulla maggior digitalizzazione investendo sulla banda larga (o broadband, una linea più veloce rispetto quella attuale) e il wi-fi, aumentando la qualità dei servizi, sull’incremento di insegnamenti come Lingue straniere, Musica ed Educazione Fisica nelle scuole primarie e Storia dell’Arte in quelle secondarie estendendo a queste anche l’insegnamento dei principi dell’Economia senza distinzione di ramo di studi. Ma Renzi non si accontenta, vuole anche fare in modo che bambini e ragazzi abbiano sempre maggior dimestichezza con le “nuove alfabetizzazioni”digitali, impartendo il coding (ovvero un sistema

di codificazione) e il pensiero computazionale già dalla scuola primaria e proseguendo nella secondaria col piano di Digital Makers, quelli che oggi si definiscono artigiani tecnologici, inventori del futuro. Inoltre l’alternanza scuola-lavoro sarà obbligatoria durante gli ultimi tre anni in tutti gli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, mirando anche al potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale. Un contributo per realizzare tutto questo verrà dal Fondo MOF, Miglioramento dell’Offerta Formativa, che il governo porterà avanti anche grazie a risorse private qualora si riesca a coinvolgere singoli cittadini, fondazioni, imprese ecc.. Questo è quello che in sostanza il premier ha comunicato agli italiani, spiegando che la Scuola non è sua, non è del governo, non deve stare “in fondo al sacco” ma è dei cittadini ed è molto importante, è la chiave del futuro e aggiunge “Vi chiedo una mano: i giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi, non buttiamoli via. Abbiamo il coraggio di provare insieme a disegnare la scuola che verrà, forse anche così l’Italia tornerà a essere custode della straordinaria bellezza che ha.”, una calda riflessione conclusiva che forse può indurre i cittadini a credere che per questo Paese si può ancora scommettere sulla grande bellezza che si porta dietro nonostante gli sbeffeggi.

Un’azienda che funziona e non merita la chiusura La complessa vicenda di Akhela I. P.

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A SEMPRE LA Sardegna van-

ta una buona capacità nell’innovazione tecnologia: il primo provider privato che ha sfidato il monopolio Telecom ha avuto sede nell’Isola. Decine sono invece le aziende ICT nate e sviluppatesi in Sardegna, grazie alle competenze informatiche dei fondatori e le risorse comunitarie messe loro a disposizione. È successo anche per Akhela, la società che fornisce assistenza informatica alla raffineria Saras, nata grazie a finanziamenti europei per circa 70 milioni di euro, che nel 2012 è stata ceduta a Solgenia. “Da quel momento – dicono i rappresentanti sindacali è iniziato il declino, con la contrazione di posti di lavoro, una sessantina quelli a rischio su 160. La prassi è quella consolidata dei

grandi gruppi: esternalizzare per poi chiudere o ridurre le dimensioni delle aziende. Eppure la Saras ha assicurato che non verranno tagliati posti di lavoro, un annuncio accolto con qualche perplessità dai rappresentati sindacali. Ha ragione monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, quando nello scorso numero de Il Portico parla di una marginalizzazione del lavoro non considerato più fondamentale per la ricchezza, a favore dei meccanismi finanziari e monetari. In sostanza non conta più il lavoro ma solo il denaro, per cui la centralità del primo viene meno a favore del secondo. Della vertenza Akhela si sta interessando anche la Giunta regionale, alla quale si sono rivolti i sindacati per chiedere di esercitare una qualche forma di pres-

La protesta degli operai di Akhela.

sione, e scongiurare così la riduzione di personale. Nel mezzo però ci sono, come al solito, i lavoratori e le rispettive famiglie. L’emorragia di posti di lavoro che la nostra Isola sta registrando mostra come oltre alla crisi le scelte, o meglio le mancate scelte politico – economiche, sono il vero vulnus dal quale tutto è partito. I lavoratori Akhela chiedono alla Saras di scongiurare la fine di una

delle realtà presenti nel cagliaritano da quasi mezzo secolo, dicendosi disponibili ad accettare contratti di solidarietà, pur di evitare i licenziamenti. Un gesto da parte dei lavoratori che la dice lunga sulla voglia di salvare l’azienda, a conferma di come l’occupazione stia diventando priorità esclusiva più di operai e impiegati, che degli altri soggetti interessati alla vicenda.

IL PORTICO

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il fatto L’INCENDIO A CAPO FRASCA

La questione delle servitù militari La stura alla vexata quaestio delle servitù militari l’ha data nei giorni scorsi l’incendio di diverse decine di ettari nel poligono di Capo Frasca, nell’oristanese. Da lì è partita una campagna, molto mediatica, sul carico di servitù militari che la nostra Isola sopporta, circa il 60% dell’intera nazione. Probabilmente troppo. Per l’episodio del poligono andato a fuoco sono state chieste anche le dimissioni del Ministro della Difesa, mentre altri invece hanno auspicato la totale chiusura dei poligoni sardi. Due le scuole di pensiero: chi chiede di rivedere l’accordo e chi invece vuole una fuoriuscita totale dei militari dall’Isola. Come al solito la misura potrebbe arrivare dalla via di mezzo. Per diversi motivi. Primo. Sarebbe interessante chiedere ai sindaci di quei territori cosa ne pensano. Qualche anno fa, nel bel mezzo dell’indagini della Procura di Lanusei sull’inquinamento nel poligono di Quirra, alcuni amministratori locali avevano definito terrorismo i dati diffusi dagli organi di informazione sulla presenza dei metalli pesanti in quei terreni, mentre i militari, a loro dire, rappresentavano una risorsa importante nell’economia della zona. In alcune interviste alcuni arzilli pensionati difendevano la presenza dei militari, forse per via di compensazioni in cambio della cessione di porzioni di terreno. Dunque una presenza positiva. Secondo. Sarebbe interessante capire dove i militari, la cui utilità per uno stato moderno non credo debba essere messa in discussione, dovrebbero prepararsi per gli interventi di qualsiasi natura in ogni parte del mondo, dove sono chiamati a operare. Dove far esercitare uomini e mezzi da impiegare nell’operazione “Mare Nostrum”, che sta salvando migliaia di persone, o per la scorta al prezioso petrolio che viaggia lungo le coste del corno d’Africa (zona di mare dove sono stati arrestati i due marò Latorre e Girone, ancora inspiegabilmente prigionieri in India)? Dove dovrebbero esercitarsi gli aerei chiamati ad arrestare l’avanzata dei fondamentalisti islamici dal Medio Oriente al Mediterraneo? Al di là degli interrogativi che restano, la questione delle servitù militari va affrontata, non sull’onda dell’emotività, quanto nelle sedi appropriate, senza preconcetti e senza ambiguità. Non si può, per opportunità politica, un giorno far parlare gli anziani di Perdasdefogu che elogiano la base militare e camminane con il freno tirato sulle indagini della magistratura, e l’altro dare voce a chi chiede la chiusura delle basi. Il rischio è di creare solo confusione, nascondendo la necessità di un dibattito più pacato e meno schizofrenico. (rc)


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IL PORTICO DEL TEMPIO

IL PORTICO

Il Papa. L’invito agli sportivi ad essere dei testimoni di umanità e altruismo per i giovani.

Evitare il giudizio e la maldicenza per essere capaci di vera comunione ROBERTO PIREDDA LL’ANGELUS il Santo Padre si è soffermato sul Vangelo domenicale che presentava l’insegnamento di Gesù sulla correzione fraterna. Gesù, mostra Papa Francesco, «ci insegna che se il mio fratello cristiano commette una colpa contro di me, mi offende, io devo usare carità verso di lui e, prima di tutto, parlargli personalmente, spiegandogli che ciò che ha detto o ha fatto non è buono. E se il fratello non mi ascolta? Gesù suggerisce un progressivo intervento: prima, ritorna a parlargli con altre due o tre persone, perché sia più consapevole dello sbaglio che ha fatto; se, nonostante questo, non accoglie l’esortazione, bisogna dirlo alla comunità; e se non ascolta neppure la comunità, occorre fargli percepire la frattura e il distacco che lui stesso ha provocato, facendo venir meno la comunione con i fratelli nella fede». La gradualità d’intervento suggerita dal Signore è motivata dalla carità e dall’intenzione di recuperare il fratello che si trova nell’errore: «Le tappe di questo itinerario indicano lo sforzo che il Signore chiede alla sua comunità per accompagnare chi sbaglia, affinché non si perda. Occorre anzitutto evitare il clamore della cronaca e il pettegolezzo della comunità – questa è la prima cosa, evitare questo -. “Va’ e

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ammoniscilo fra te e lui solo” (v. 15). L’atteggiamento è di delicatezza, prudenza, umiltà, attenzione nei confronti di chi ha commesso una colpa, evitando che le parole possano ferire e uccidere il fratello. Perché, voi sapete, anche le parole uccidono». Ciò che bisogna evitare in modo assoluto, richiama con forza il Papa, è la chiacchiera e la maldicenza: « Quando io sparlo, quando io faccio una critica ingiusta, quando io "spello" un fratello con la mia lingua, questo è uccidere la fama dell’altro! Anche le parole uccidono. Facciamo attenzione a questo. Nello stesso tempo questa discrezione di parlargli da solo ha lo scopo di non mortificare inutilmente il peccatore. Si parla fra i due, nessuno se ne accorge e tutto è finito. È alla luce di questa esigenza che si

LE OMELIE DEL PAPA A SANTA MARTA

Lo stile del cristiano Il Vangelo in tasca a Chiesa ci dice che Gesù è presente nella Scrittura, nella Sua Parola”. Per questo è così importante “leggere durante la giornata un passo del Vangelo”: “Perché, per imparare? No! Per trovare Gesù, perché Gesù è proprio nella Sua Parola, nel Suo Vangelo. Ogni volta che io leggo il Vangelo, trovo Gesù. Ma come ricevo questa Parola? Eh, si deve ricevere come si riceve Gesù, cioè con il cuore aperto, con il cuore umile, con lo spirito delle Beatitudini. Perché Gesù è venuto così, in umiltà. E’ venuto in povertà. E’ venuto con l’unzione dello Spirito Santo”. “Ci farà bene oggi, durante la giornata, domandarci: ‘Ma, come ricevo, io, la Parola di Dio? Come una cosa interessante? Ah, il prete oggi ha predicato questo … ma che interessante! Che saggio, questo prete!’, o la ricevo così, semplicemente perché è Gesù vivo, la Sua Parola? E sono capace – attenti alla domanda! – sono capace di

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comprare un piccolo Vangelo – costa poco, eh? – comprare un piccolo Vangelo e portarlo in tasca, portarlo in borsa e quando posso, durante la giornata, leggere un passo, per trovare Gesù lì? Queste due domande ci faranno bene. Il Signore ci aiuti”. (Lunedì 1 settembre) L’identità del discepolo Noi possiamo domandarci quale sia la nostra identità di cristiani? E Paolo oggi lo dice bene. ‘Di queste cose – dice San Paolo – noi parliamo non con parole suggerite dalla sapienza umana’. La predicazione di Paolo non è perché ha fatto un corso alla Lateranense, alla Gregoriana… No, no, no! Sapienza umana, no! Bensì insegnate dallo Spirito: Paolo predicava con l’unzione dello Spirito, esprimendo cose spirituali dello Spirito in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: l’uomo da solo non può capire questo!”

comprende anche la serie successiva di interventi, che prevede il coinvolgimento di alcuni testimoni e poi addirittura della comunità. Lo scopo è quello di aiutare la persona a rendersi conto di ciò che ha fatto, e che con la sua colpa ha offeso non solo uno, ma tutti. Ma anche di aiutare noi a liberarci dall’ira o dal risentimento, che fanno solo male: quell’amarezza del cuore che porta l’ira e il risentimento e che ci portano ad insultare e ad aggredire. E’ molto brutto vedere uscire dalla bocca di un cristiano un insulto o una aggressione. È brutto. Capito? Niente insulto! Insultare non è cristiano. Capito? Insultare non è cristiano». Correggere il fratello diventa allora «un servizio, ed è possibile ed efficace solo se ciascuno si riconosce

“L’autorità di Gesù - e l’autorità del cristiano - viene proprio da questa capacità di capire le cose dello Spirito, di parlare la lingua dello Spirito. Viene da questa unzione dello Spirito Santo. E tante volte, tante volte noi troviamo fra i nostri fedeli, vecchiette semplici che forse non hanno finito le elementari, ma che ti parlano delle cose meglio di un teologo, perché hanno lo Spirito di Cristo. Quello che ha San Paolo. E tutti noi dobbiamo chiedere questo. Signore donaci l’identità cristiana, quella che Tu avevi. Donaci il Tuo Spirito. Donaci il Tuo modo di pensare, di sentire, di parlare: cioè Signore donaci l’unzione dello Spirito Santo. (Martedì 2 settembre) L’incontro con Cristo Il luogo privilegiato per l’incontro con Gesù Cristo sono i propri peccati. Se un cristiano non è capace di sentirsi proprio peccatore e salvato dal sangue di Cristo, questo Crocifisso, è un cristiano a metà cammino, è un cristiano tiepido. E quando noi troviamo Chiese decadenti, quando noi troviamo parrocchie decadenti, istituzioni de-

peccatore e bisognoso del perdono del Signore. La stessa coscienza che mi fa riconoscere lo sbaglio dell’altro, prima ancora mi ricorda che io stesso ho sbagliato e sbaglio tante volte». Al termine dell’Angelus il Pontefice ha invitato a pregare per i progressi del dialogo in Ucraina e per la riconciliazione nel Lesotho. In settimana all’Udienza Generale il Santo Padre ha proposto una catechesi sul tema della Chiesa madre, che si lega in modo particolare al ruolo della Vergine Maria: «La maternità della Chiesa si pone proprio in continuità con quella di Maria, come un suo prolungamento nella storia. La Chiesa, nella fecondità dello Spirito, continua a generare nuovi figli in Cristo, sempre nell’ascolto della Parola di Dio e nella docilità al suo disegno d’amore». Sempre in settimana il Papa ha incontrato i partecipanti all’iniziativa di solidarietà della “Partita interreligiosa per la pace” che si è giocata allo Stadio Olimpico di Roma. Per il Santo Padre gli atleti possono offrire, specie ai giovani, una testimonianza importante: «Anche con i vostri atteggiamenti quotidiani, carichi di fede e di spiritualità, di umanità e di altruismo, potete rendere una testimonianza in favore degli ideali di pacifica convivenza civile e sociale, per l’edificazione di una civiltà fondata sull’amore, sulla solidarietà e sulla pace».

cadenti, ma sicuramente i cristiani che sono lì mai hanno incontrato Gesù Cristo o si sono dimenticati di quell’incontro con Gesù Cristo. La forza della vita cristiana e la forza della Parola di Dio è proprio in quel momento dove io, peccatore, incontro Gesù Cristo e quell’incontro rovescia la vita, cambia la vita … E ti dà la forza per annunziare la salvezza agli altri. (Giovedì 4 settembre) Vino nuovo in otri nuovi Paolo distingue bene: figli della legge e figli della fede. A vini nuovi, otri nuovi. E per questo la Chiesa ci chiede, a tutti noi, alcuni cambiamenti. Ci chiede di lasciare da parte le strutture caduche: non servono! E prendere otri nuovi, quelli del Vangelo. Non si può capire la mentalità - per esempio - di questi dottori della legge, di questi teologi farisei: non si può capire la mentalità loro con lo spirito del Vangelo. Sono cose diverse. Lo stile del Vangelo è uno stile diverso, che porta alla pienezza la legge. Sì! Ma in un modo nuovo: è il vino nuovo, in otri nuovi. (Venerdì 5 settembre)

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

pietre BURUNDI

Una vita per i poveri spezzata dalla violenza Dolore e sgomento in tutto il mondo per l’uccisone di tre missionarie in Burundi, assalite nella loro parrocchia a Kamenge (Bujumbura). Sono morte in Burundi, nel cuore di quell’Africa a cui avevano dedicato la vita da missionarie per aiutare gli ultimi nel nome del Vangelo. Due missionarie saveriane italiane, suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti, di 75 e 83 anni, sono state uccise nella località di Kamenge, in quello che appare essere stato un tentativo di rapina, forse di un balordo, finito nel sangue. Suor Bernadetta Boggian, 79 anni, anch’essa saveriana, è stata uccisa successivamente, dopo l’omicidio delle prime due. Le tre sorelle vivevano nel quartiere più disagiato di Bujumbura, luogo di violenti scontri tra etnie Hutu e Tutsi. Insieme con i missionari saveriani promuovevano la conciliazione fra etnie, aprendo laboratori di formazione lavoro per i giovani e le donne del posto. È l’ennesimo episodio di violenza contro chi ha lasciato le proprie case per dedicarsi agli altri. Al di là delle motivazioni e degli autori del massacro, resta sconcertante come l’accanimento verso queste religiose ultrasettantenni sia passato come notizia di poca importanza sui media internazionale. Esiste un serio problema di rispetto e tutela delle minoranze religiose in tutto il mondo. I dati parlano chiari: i cristiani sono i più colpiti, quelli che più di altri subiscono maggiormente perché professano la propria fede. Basti pensare alle atrocità che vengono commesse dai militanti dell’Isis in Medio Oriente sulla minoranza cristiana. L’uccisione violenta delle tre religiose saveriane in Africa è terribile. Ancor di più però è lo spaventoso tentativo di marginalizzare i cristiani e le loro istanze nella civilissima Europa. Se in Africa o Medio Oriente la spada uccide, il silenzio e l’ostracismo in Europa fanno peggio.


DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

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Attività estive. L’esperienza del campo scuola per i gruppi post-cresima e giovanissimi della Parrocchia di Ussana.

L’Oratorio è sempre più il luogo che accoglie e fa crescere i ragazzi sulla via del Vangelo A fine agosto ad Arborea si è tenuto il campo estivo che ha offerto ai ragazzi una preziosa occasione formativa ANDREA PALA

ntrare, uscire, creare e custodire. Questi quattro verbi hanno fatto da cornice al quarto e ultimo campo estivo promosso dall’Oratorio della parrocchia di San Sebastiano in Ussana. Dopo le tre esperienze del mese di luglio, pensate per i gruppi di quinta elementare, prima e seconda media, e realizzate, come ogni anno, nel Centro Spiritualità Giovani di Cuglieri, dal 25 al 27 agosto è stata invece la Casa San Pancrazio di Arborea ad accogliere i gruppi del post-cresima e dei giovanissimi. Accompagnati da quattro animatori dell’Oratorio e dal parroco don Valter Cabula, 30 ragazzi hanno preso parte al primo campo parrocchiale estivo realizzato in una località marina. I due gruppi, post-cresima e giovanissimi, durante l'anno, hanno svolto un cammino composto da diversi momenti, tra i quali la partecipazione agli incontri pro-

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mossi dalla Pastorale giovanile diocesana. Nella vita dell'Oratorio, ai ragazzi è stato proposto, come tema guida, i sette doni dello Spirito Santo, attraverso attività a tema, caratterizzate da momenti di gioco, riflessione e preghiera. Il cammino di tutto l'anno ha così avuto la sua realizzazione ad Arborea, dove i due gruppi, oltre a vivere momenti di riposo e amicizia, hanno preso parte a dei grandi momenti di riflessione, vissuti al mattino e al tardo pomeriggio, intorno ai quattro verbi richiamati dalla proposta del Grest per l’anno in corso. Il tema dell’entrare e dell’uscire è stato affrontato attraverso l’e-

sperienza dell’oratorio e dell’appartenenza a un gruppo. Ai ragazzi, infatti, è stato chiesto, nel corso delle attività, di esprimersi su quale sia il tipo di porta ideale in cui si riconoscono. A partire proprio dalla porta dell’Oratorio, luogo di ingresso per trovare una motivazione di crescita e di servizio. Il tema del creare e del custodire è stato invece affrontato in modo creativo e contrapposto fra i due gruppi. Al gruppo giovanissimi è stato infatti chiesto di creare una serie di castelli di sabbia entro un dato limite di tempo. Contemporaneamente, ogni componente del gruppo post-cresima ha inventato un metodo d’assalto, su-

bordinato però alla scelta di una domanda da porre a uno dei ragazzi del gruppo giovanissimi. Solo in caso di risposta sbagliata alla domanda di taglio catechistico, il ragazzo del post-cresima ha potuto assaltare l’opera creata dall’altro gruppo, non più custodita, in virtù dell’errore commesso. Questo per far capire come, per costruire ogni cosa nella vita, è necessario il sacrificio e la propria messa in gioco. Allo stesso tempo è necessario impegnarsi proficuamente perché nulla vada perso o distrutto. Oltre alla riflessione, sono stati tanti i momenti di svago e di condivisione vissuti dai ragazzi, grazie anche al tempo eccellente che ha caratterizzato i tre giorni di campo e al bel clima d’interazio-

ne che si è creato tra i partecipanti. Per tutti i ragazzi protagonisti dei campi estivi, l’Oratorio ha infine organizzato mercoledì un momento di festa comunitaria per ripercorrere insieme i giorni vissuti, ma anche per ripartire nel migliore dei modi con le attività che la parrocchia ha pensato per loro. Questo campo ha avuto ovviamente la sua conclusione con la Santa Messa dove il nostro parroco don Valter ha cercato di spiegare a questi 30 giovani che sono importanti per la Chiesa e per la vita della nostra parrocchia. Il sacerdote li ha invitati quindi a offrire il loro aiuto, la loro disponibilità e potenzialità per vivere un cammino tutti insieme per far diventare quei quattro verbi vera realtà.

persino spettacoli preparati dai piccoli. Un menù da favola per accompagnare i bimbi durante le vacanze estive. “Una formula vincente – hanno evidenziato monsignor Onofrio Serra e il diacono Franco Usai – Per la parrocchia rappresenta una forma di aggregazione piacevole ed all’insegna della spensieratezza per i bambini ed i ragazzi, da replicare anche nei mesi invernali”. Un modello davvero funzionale alla galassia degli over 14. “Abbiamo raggiunto cifre davvero impensabili con centinaia di adesioni per tutte le attività”. Tappa finale del-

l’estate il campeggio marino di Cala Sinzias, con 43 partecipanti. Il soggiorno, sotto l’egida del parroco monsignor Onofrio Serra, ha visto alternarsi la preghiera e le giornate al mare, con giochi in spiaggia e caccia al tesoro preparati da uno staff di animatori. San Giorgio è sempre più una parrocchia impegnata su diversi fronti, proiettata verso il futuro con la speranza scaturita dalle nuove generazioni. C’è poi l’importante realtà della chiesa campestre di San Gemiliano: un palcoscenico di fede, dall’immenso patrimonio culturale e ambientale. La festa segna per tanti sestesi e non un tuffo nella religiosità e nelle tradizioni popolari della Sardegna. Si tratta dell’evento che suggella, quasi simbolicamente, l’estate degli eventi nella cittadina ai piedi della Carlo Felice. Il comitato festeggiamenti propone anche quest’anno un ricco programma religioso, con le celebrazioni principali che si terranno il venerdì – con la partenza del simulacro verso la chiesa a cinque chilometri dal paese – la domenica mattina con la messa solenne, il martedì sera con la processione per le strade del paese. C’è poi il calendario delle manifestazioni civili, con vari momenti di musica e spettacolo.

Tornei di calcio, grest campi : tanti eventi per i giovani di Sestu Un ricco programma di attività ha visto protagonisti i ragazzi della parrocchia di San Giorgio martire LUCIANO PIRRONI NA GRANDE VETRINA per il calcio a cinque isolano, con i protagonisti della disciplina che si sono sfidate per oltre un mese nel piccolo campetto sulla via Parrocchia a Sestu. E, soprattutto, una mega festa per gli appassionati del futsal e non solo. Si è chiuso il sipario sull’XI edizione del “Memorial Giovanni Spiga” che si è svolto nel Circolo parrocchiale di San Giorgio. A sollevare il trofeo è stata la squadra Sfontani – guidata da William Congera (miglior gio-

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catore del torneo) - che in finale ha prevalso per 6 - 4 sul Roman Cafè trainato da Giancarlo Mereu. Sul podio anche la compagine del Consorzio Agrario, con la medaglia di bronzo. Numeri da record per un evento dedicato a un pezzo di storia dell’attività sociale e pastorale del centro campidanese: “Trenta squadre – hanno detto Andrea Pinna e Gianmarco Bullita, artefici della macchina organizzativa – e oltre 240 atleti. Davvero un piccolo grande miracolo che speriamo si possa ripetere all’insegna del rispetto, dell’amicizia e della fede, oltreché del sano divertimento”. Non è un caso che alla cerimonia conclusiva, oltre i familiari del compianto, abbia partecipato anche il sindaco Aldo Pili: “Signor Giovanni – ha ricordato – è stato per tantissime generazioni di ragazzi un’icona della fede e della spiritualità, da coniugare con lo sport e le attività culturali”. L’esta-

La serata finale del Memorial.

te della parrocchia di San Giorgio non è rimasta legata solo alle manifestazioni calcistiche. Nell’oratorio di via Parrocchia si sono alternate per due mesi le iniziative legate al Grest (Gruppo estivo) messe in campo da un’equipe di catechisti e giovani animatori. “Una bellissima esperienza di fede e aggregazione – hanno rilevato Alessandra, Claretta, Pina, Cristina, Daniela, Debora e Pinella – con un esercito di 185 bambini impegnati nel cartellone di appuntamenti”. Preghiera, canti, giochi di società, tornei di biliardino e tennistavolo,


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IL PORTICO DEI GIOVANI

IL PORTICO

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

Seminario. A fine agosto l’esperienza estiva dei seminaristi di teologia ad Ars e Taizè insieme a Mons. Miglio.

I futuri preti arricchiti dalla testimonianza del Curato d’Ars e dalla preghiera di Taizè “La settimana passata insieme - spiega il seminarista Francesco Deffenu - ha permesso di rinforzare i legami e vivere un’intensa esperienza spirituale” ENRICO MURGIA

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NO DEGLI APPUNTAMENTI,

ormai consolidati da tempo è una settimana in piena estate, dei seminaristi della diocesi con l'Arcivescovo Mons. Arrigo Miglio. Seminaristi di Cagliari che vedono l'avvicendamento dei rettori, il passaggio di testimone tra don Paolo Sanna, neo parroco a San Pietro in Assemini, e don Michele Fadda che ritorna in diocesi dopo aver concluso i suoi studi a Roma, dal 1 settembre coadiuvato dal nuovo vicerettore don Davide Curreli. Con l'Arcivescovo, ad accompagnare i seminaristi dal 18 al 23 agosto scorso, i tre sacerdoti, insieme a don Roberto Ghiani vice rettore del Collegio Capranica a Roma. Dopo Laconi 2012 e Carloforte 2013, quest'anno la comunità seminaristica, che porta con se il van-

La statua del Curato d’Ars. Sotto: un’immagine di Taizé.

taggio e la ricchezza di essere dislocata in vari seminari dal Regionale di Cagliari, fino al seminario francese, il collegio Capranica e il seminario Romano, si è portata oltre, alla volta di Ars e Taizè in Francia, tra le mete principali. Certo, l'incontro e la condivisione come obiettivo, il ritrovarsi tra compagni, amici che immessi in esperienze formative diverse camminano verso una meta comune: Cristo. Per cui poco importano le località, anche se quest'anno, nella scelta, l'occhio e il cuore si sono incentrati su alcune figure ancora oggi importanti e rilevanti per la spi-

Ascolto e condivisione per servire i ragazzi Il nuovo anno della pastorale giovanile FEDERICA BANDE AULA MAGNA del Seminario della nostra città è stata la sede di un meeting organizzato dal direttore dell’Ufficio di Pastorale Giovanile diocesana, don Alberto Pistolesi, che ha voluto incontrare i referenti degli oratori, i quali, durante lo scorso inverno, hanno partecipato alle tante e diverse iniziative proposte loro dall’Ufficio PG. Tema centrale della serata è stato il voler fare verifica insieme rileggendo le esperienze vissute e dialogando per capire come si possa migliorare e focalizzare il lavoro della diocesi per le proprie parrocchie; sin da subito è risultato chiaro che l’obiettivo da raggiungere quest’anno riguarderà l’investire nuovamente sul coinvolgimento o la creazione dei gruppi giovani, e il porre rimedio alle difficoltà incontrate dalle parrocchie rispetto a questa tematica. Il clima di condivisione ed ascolto hanno fatto in modo che al termine della serata si potesse avere un quadro abbastanza chiaro della realtà

L’

diocesana, una realtà in evoluzione grazie all’impegno di tanti animatori ed adulti che gratuitamente si dedicano ai giovani delle loro parrocchie aderendo ad iniziative quali giornate diocesane, corsi di formazione e momenti di verifica organizzati a livello diocesano. Rispetto ai diversi punti analizzati con i referenti , ciò che emerge con prepotenza sono i problemi legati all’assenza di un viceparroco che si occupi delle iniziative oratoriali e giovanili in alcuni casi, l’esodo dei giovani verso altre regioni o città in altri, o ancora la necessità di coinvolgere le famiglie e gli adulti per educare la comunità rispetto al ruolo dell’oratorio nella quotidianità parrocchiale. La giornata apertasi con le note del gruppo” Black Soul” e la preghiera guidata dall’arcivescovo monsignor Arrigo Miglio, si è poi conclusa portando con se nuove consapevolezze e spunti di lavoro per l’ufficio PG, che quest’anno porterà avanti nuovi progetti dedicati alle tante parrocchie del vasto territorio diocesano.

ritualità del sacerdote diocesano, con Giovanni Maria Vianney in testa tra i tanti. "La settimana passata con i miei condiocesani in Francia è state entusiasmante" - dice Francesco Deffenu, al quarto anno, alunno presso il Seminario Romano, "ci ha permesso di rafforzare maggiormente i legami tra noi, caratterizzati spesso dalla lontananza dei rispettivi luoghi di formazione. Abbiamo vissuto bellissimi momenti di preghiera, spiritualità e condivisione, a contatto con dei santi del calibro di San Francesco di Sales, Santa Maria Margherita Alacoque e San

Giovanni Maria Vianney." Particolarmente significativi i giorni trascorsi nella comunità ecumenica di Taizè, ideata, pensata e fondata dal priore frere Rogèr ucciso nel 2005, e oggi sostituito da frere Alois, che i seminaristi hanno avuto modo di conoscere ed incontrare. Canto e preghiera che parte dalla Parola ricevuta e ascoltata aiutati dalle icone; silenzio, canto e tanto impegno a favore dei giovani che provenienti da tutto il mondo, con un grande senso di corresponsabilità diventano davvero l'anima e il cuore di Taizè: segni e strumenti concreti di riconciliazione e misericordia, perchè sperimentata proprio al villaggio durante il loro soggiorno. "Abbiamo vissuto intensi momenti di spiritualità nel piccolo paesino di Ars, nel bel mezzo della Borgogna", prosegue ancora Francesco, "dove

San Giovanni Maria Vianney svolse il suo ministero come parroco di quella comunità. Abbiamo respirato davvero un bel clima di preghiera, difficile da trovare altrove. È stato per noi importante riflettere sull'identità sacerdotale proprio a contatto con quel santo che più volte è stato indicato dai pontefici quale modello e guida per un sacerdozio vissuto nella totale e costante donazione di sè per il Popolo di Dio". Riprende e riparte da questa esperienza il cammino formativo per i nostri diciotto seminaristi maggiori; da una settimana formazione originale e itinerante anche d'estate, che presieduta dall'Arcivescovo, ridice l'attenzione della nostra Chiesa particolare di Cagliari, verso i sacerdoti di domani confermandone ancora una volta la cura e la premura.

La PG al lavoro


IL PORTICO DI CAGLIARI

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

Cultura. Inaugurata l’otto settembre la sala multimediale dell’Archivio Arcivescovile.

I documenti dell’Archivio Diocesano: un patrimonio di fede e cultura Sarà ora possibile consultare il ricco materiale dei fondi documentari digitalizzati I. P.

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IECI POSTAZIONI multimediali per meglio offrire agli studiosi opportunità di ricerca più veloci. È su queste basi che nei giorni scorsi è stata inaugurata la nuova sala multimediale dell’Archivio Storico Diocesano di Cagliari, diretto da don Ferdinando Loddo, parroco di San Nicolò Gerrei. L’importante innovamento tecnologico consentirà la consultazione dei fondi documentari digitalizzati, e quindi facilmente fruibili da chi svolge ricerche nella realtà di studi tra le più importanti dell’Isola. Alla presenza del sindaco del capoluogo, Massimo Zedda, dell’assessore ai Lavori Pubblici, Luisanna Marras l’Arcivescovo di Cagliari Monsignor Arrigo Miglio, nel corso del suo saluto, ha ricordato come anche le postazioni informatiche dell’Archivio “rappresentino – ha affermato il presule – un’ulteriore possibilità per continuare un’attività preziosa,

Un’immagine dell’inaugurazione della sala multimediale.

quella di ricerca, con un notevole risparmio di tempo. Il servizio dell’Archivio va visto in ottica di rete con le altre istituzioni, non solo per ragioni economiche, perché da soli non riusciremo a farcela, quindi un grazie al Comune di Cagliari per il prezioso sostegno, ma anche per un motivo legato alla pratica dello studio che è cambiata, grazie proprio alle nuove tecnologie. Questo ulteriore passo in avanti dell’Archivio si inserisce nella serie di iniziative per Cagliari Capitale Eu-

ropea della Cultura”. Un concetto che anche il primo cittadino, Massimo Zedda, ha ripreso nel suo saluto. “Come ha detto l’Arcivescovo – ha affermato il sindaco – quanto è stato fatto si può inserire in questa sfida tra le città nel mettere a disposizione delle persone il patrimonio di cui è in possesso. L’Archivio rappresenta un ulteriore presidio di cultura della città di Cagliari”. Don Ferdinando Loddo nel saluto ai presenti ha ricordato i documenti digitalizzati “Quinque

Il Cagliari di Giulini punta sui giovani Una rosa rinnovata per l’undici rossoblù FRANCESCO ARESU

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ARGO AI GIOVANI. Quattordici acquisti, dodici cessioni e un organigramma profondamente rinnovato. È l'effetto dell'avvento di Tommaso Giulini sul Cagliari Calcio, passato in estate nelle mani dell'imprenditore milanese da quelle esperte – e forse stufe del pallone italico – di Massimo Cellino, da aprile proprietario del Leeds United (serie B inglese). Con Zdenek Zeman in panchina come ciliegina sulla torta e la sua voglia di calcio strozzata durante l'ultima esperienza con la Roma, conclusasi con l'esonero a metà stagione. Al tecnico boemo, 67 anni, il compito di guidare il gruppo rossoblù, con tante facce nuove e dall'età media ben inferiore rispetto al passato. Come da impronta data dal neopatron Giulini, un passato da dirigente dell'Inter (da cui proviene anche il vi-

cepresidente Filucchi, uomo Saras), ovvero dare spazio ai giovani. Sarà un azzardo che pagherà? È presto per dirlo, ma non è un caso che tra i quattordici volti nuovi giunti ad Assemini il più “vecchio” sia il terzino Balzano, richiesto da Zeman che già lo allenò a Pescara, con i suoi 28 anni. Tutti gli altri, dal diciottenne brasiliano Caio Rangel – in prestito con diritto di riscatto dal Flamengo – al coetaneo ghanese Donsah (dall'Hellas Verona), fino agli ex Inter Crisetig (21), Longo e Benedetti (entrambi di 22), hanno meno di 25 anni. Nuova anche la batteria dei portieri, con i giovani Colombi (23 anni, scuola Atalanta) e Cragno (20, dal Brescia e nel giro dell'Under 21) a rimpiazzare i non confermati Avramov e Silvestri, finito a Leeds. A completare la rosa anche i difensori Ceppitelli (24) e Capuano (22), arrivati rispettivamente da Bari e Pescara, i centrocampisti offensivi Ca-

Tommaso Giulini.

pello (19, scambiato con il greco Oikonomou) proveniente da Bologna, il brasiliano ex Palermo Joao Pedro (22, dai portoghesi dell'Estoril) e il connazionale Diego Farias (24), pupillo di Zeman, guizzante ala ex Chievo. Sul fronte cessioni spicca quella di Astori, finito – in prestito con diritto di riscatto – alla Roma di Rudi Garcia, che ha rilevato pure l'intero cartellino di Nainggolan. Il difensore lascia il Cagliari dopo 179 presenze in rossoblù: nella Capitale potrà lottare per lo scudetto e per un posto da titolare in Nazionale. Reduce dal buon Mondiale giocato

Libri, Res Questua e visite pastorali – ha detto don Ferdinando sono un prezioso bene a disposizione degli studiosi. Siamo in attesa di ulteriori finanziamenti per proseguire in quest’opera di catalogazione digitale, al fine di fornire un miglior servizio agli utenti. Un ringraziamento speciale vorrei farlo alla Sovraintendenza Archivistica della Sardegna per la preziosa collaborazione instaurata, alle dottoresse Pinella Usai, Maria Bonaria Lai e Claudia Campanella, che con padre Vincenzo Cannas, hanno ordinato il nostro Archivio, non solo quello della Diocesi ma anche quello capitolare. Un grazie anche alla dottoressa Maria Teresa Ponticelli che ha voluto depositare qui l’Archivio di famiglia: tra i documenti anche della pergamene riguardanti il cardinal Diego Cadello”. Tra i saluti anche quello della dottoressa Claudia Campanella, rappresentante della Sovraintendenza Archivistica della Sardegna, che ha sottolineato il rapporto tra Archivio e Sovraintendenza. “Il mio rapporto con questa realtà è datato, ed il lavoro fatto nella catalogazione è stato molto importante ed affascinante, anche perché questo è uno degli archivi più importanti della Sardegna, proprio perché conserva i documenti più antichi in assoluto. Una vera miniera inesauribile di notizie ancora da scoprire”.

con la maglia del Cile, anche Pinilla ha salutato la Sardegna il centravanti è stato ceduto a titolo definitivo (per circa 2 milioni di euro) al Genoa, con cui ha subito segnato all'esordio contro il Napoli. Destino simile per l'ex compagno di reparto Nenè, svincolato dopo cinque stagioni in rossoblù, accasatosi all'Hellas Verona dove farà da riserva a Toni e Saviola. Via pure Perico (ceduto al Cesena), Cabrera (all'Estoril nell'affare Joao Pedro) e i vari Tabanelli, Vecino e Ibraimi. Discorso diverso per Del Fabro e Adryan, volati a Leeds negli ultimi giorni di mercato: il giovane difensore algherese era passato – in prestito secco – al Pescara, ma dopo poche settimane di lavoro ha preferito trasferirsi alla corte di Cellino, imitato dal collega brasiliano che pure aveva svolto il precampionato in rossoblù. Tra le notizie più importanti, infine, il rinnovo dei senatori Daniele Conti e di Andrea Cossu. Zeman punterà sulla loro esperienza per fare da chioccia ai nuovi arrivati. L'obiettivo è una salvezza tranquilla, ottenuta però con il gioco offensivo, da sempre peculiarità del boemo: sarà più facile con l'apporto della tifoseria, che potrà tornare a riempire gli spalti del Sant'Elia di nuovo operativo (a oggi) fino a 12 mila posti a sedere.

IL PORTICO

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brevi POZZO DI SICHAR

Corso di esercizi spirituali L’Opera Esercizi Spirituali di Cagliari organizza da venerdì 12 settembre a venerdì 19 un corso di Esercizi spirituali su: "L'uomo creato da Dio è un essere visitato - mai più solo!" tenuto da Marina Stremfelj del Centro “Aletti” di Roma. Gli esercizi si terranno al “Pozzo di Sichar” a Capitana in via dei Ginepri sul litorale di Quartu S. Elena. Per informazioni e adesioni contattare il numero 070 650880. IL 21 SETTEMBRE

In edicola “Avvenire Cagliari Mese” Domenica 21 settembre, come ogni terza del mese, è prevista la pubblicazione di quattro pagine sul quotidiano Avvenire. È un’esperienza comunicativa che la

Diocesi di Cagliari ha intrapreso per dotarsi di uno strumento che, congiuntamente a “Il Portico”, contribuisce a riflettere più approfonditamente sui temi che stanno maggiormente a cuore e per i quali vale la pena utilizzare un ulteriore canale comunicativo.Le modalità di ricezione della pubblicazione sono disponibili sul sito www.chiesadicagliari. SENTINELLE IN PIEDI

Il 13 settembre veglia ai Giardini Pubblici Il 13 settembre dalle 17 alle 18 si terrà a Cagliari la seconda veglia delle Sentinelle in piedi presso i Giardini Pubblici. Per sensibilizzare i genitori, prima dell’apertura delle scuole, le sentinelle torneranno in silenzio, in piedi, a leggere un libro come segno di difesa e promozione del-

la dignità della persona, della famiglia e della libertà di espressione e di educazione dei figli. Seguirà un incontro con l’Avv. Gianfranco Amato, presidente dell’associazione Giuristi per la Vita, e autore del libro “Omofobia o eterofobia?”, presso il chiostro di S. Domenico.


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IL PORTICO DE

IL PORTICO

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

dal Vangelo secondo Giovanni

MICHELE ANTONIO CORONA

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n questa domenica, la liturgia della Parola che si impone è quella propria della festa dell’esaltazione della Croce. A differenza di molte altre feste, che si omettono quando coincidono con la liturgia domenicale, la commemorazione solenne del legno salvifico (festa intimamente cristologica) permette al ‘popolo domenicale’ di riflettere e celebrare il mistero della Croce di Cristo. La ricchezza della Parola di Dio si sprigiona con straordinaria abbondanza di immagini e suggestioni che trasformano un legno secco in pianta rigogliosa. La possibilità di partecipare ad una tale rinnovamento è aperta: ‘questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica’ (Dt 30,14). Il brano evangelico sembra condurre su questa direzione di prossimità, di vicinanza, di offerta. Si tratta di una parte del lungo dialogo tra Gesù ed il ‘buon Nicodemo’, fariseo incuriosito dall’insegnamento del Maestro di Na-

il portico della fede

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n quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Gv 3, 13-17

Bisogna che sia innalzato...

zareth. La sezione che la liturgia ci offre si trova alla fine del colloquio, nel punto in cui la parola di Gesù diventa un vero e proprio monologo. Nicodemo ha mostrato di avere un bagaglio di conoscenze teologiche ampie e circostanziate, ma sembra mancargli il coraggio di farsi travolgere dalla dinamica della rinascita dall’alto. Sarà proprio la dimensione verticale a dominare la prima parte del vangelo. ‘Salire’, ‘discendere’ ed ‘essere innalzati’ sono le tre pennellate di un quadro che cristallizza la cifra dell’esperienza salvifica del Cristo e del coinvolgimento proposto all’uomo. Il richiamo al serpente di bronzo innalzato da Mosè è un eloquente segno della salvezza donata gratuitamente. ‘Quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita’ (Nm 21,9). Gesù paragona se stesso a quell’immagine taumaturgica, richiamando la partecipazione di fede – non più meramente con lo sguardo – dell’uomo. La discesa non è solo

un’allusione al mistero dell’incarnazione, ma anche alla missione del Figlio che si dona totalmente ‘svuotando se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini’ (Fil 2,7). Il mi(ni)stero dell’amore che si sprigiona da questa doppia direzionalità del dono offre a chi crede la vita eterna. Non più come il serpente che poteva solo vaccinare dai morsi, ma il Figlio dell’uomo innalzato rende partecipe chi crede in lui della stessa pienezza di vita col Padre. Per chi ascolta questa pagina evangelica non può che correre un brivido di vertigine sulla schiena. Chi mai avrebbe pensato di ricevere la stessa vita del Figlio? Chi poteva e può sperare in un amore così esagerato? ‘Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna’. Questa è tra le affermazioni più sublimi di tutto l’annuncio cristiano, poiché rivela il rapporto tra Padre e Figlio, la relazione instaurata da Dio con l’uomo e la solidarietà tra gli uo-

mini, che si riconoscono salvati e amati. Come Giovanni predilige operare nel suo vangelo ribaltando il senso comune, l’innalzamento sulla croce non sarà segno di una condanna infame e ingiusta – come era tipico per l’epoca – ma diverrà la posizione di colui che ama, che salva, che guarda il mondo con lo stesso amore del Padre. In un’immagine: il crocifisso prolunga lo sguardo del Padre sull’uomo, attraverso la condivisione piena dell’umanità debole e della divinità che ama fino alla fine. Credere in lui, pertanto, non è un semplice atto di intelligenza o di burocrazia religiosa, ma l’accettazione piena della gratuità, il riconoscimento dell’amore sovrabbondante, la disponibilità personale a sentire se stessi e gli altri in quanto salvati. Il pianto ininterrotto di Francesco d’Assisi nel pensare al Cristo, non era certo causato da uno slancio pietoso, ma dallo squarcio di un cuore che si struggeva per ‘un Amore non amato’.

LA GIOIA DI CONDIVIDERE L’IMPEGNO PER L’EVANGELIZZAZIONE Evangelizzare è rendere presente nel mondo il Regno di Dio…(176), Dal cuore del vangelo riconosciamo l’intima connessione tra evangelizzazione e promozione umana…, L’accettazione del primo annuncio…provoca nella vita della persona e nelle sue azioni una prima e fondamentale reazione: desiderare, cercare e avere a cuore il bene degli altri” (178). In questi paragrafi del quarto capitolo, l’esortazione pone in evidenza la dimensione sociale dell’evangelizzazione, cioè la promozione del bene di ogni singola persona: questa ricevendo l’annuncio che Cristo “ha dato il suo sangue” per redimere l’umanità, di fatto è aiutata a scoprire la dignità che l’amore di Dio le conferisce, ma non semplicemente nella dimensione personale bensì anche nelle relazioni sociali. Il kerygma, cioè il primo annuncio non rimane racchiuso nella persona che lo riceve ma si apre agli altri, diventa “contagioso”, così che la gioia della scoperta dell’amore di Dio si

estende alle relazioni sociali facendole diventare relazioni fraterne e, di conseguenza la fraternità fa nascere la carità, la quale a sua volta ha una dimensione morale e non ha vita se non impegnandosi per promuovere la giustizia. Papa Francesco cerca di dimostrare tutto ciò, radicando il suo insegnamento nella Scrittura, e in questo caso cita Mt 25,40: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Appare chiaro che ogni impegno nel sociale deve avere il suo corrispondente nella Parola di Dio: anzi è la Parola di Dio che ispira e muove alle azioni nel sociale: la stessa evangelizzazione è certamente una tra le tante espressione della carità cristiana. Papa Francesco, ci mette in guardia, però, dal credere che la proposta del Vangelo sia una questione privata, e si risolve nel rapporto personale tra Dio e l’uomo, e comunque tra persone singole, neppure può essere esplicitata in forme di mero proselitismo: l’evangelizzazione che pro-

muove la carità con le sue innumerevoli ripercussioni morali è un’anticipazione del Regno di Dio, pertanto essa va condotta lasciando che sia l’amore di Dio a raggiungere ogni spazio della vita, perché vi sia fraternità, giustizia e dignità per tutti (cfr 180). Perché, ripete insistentemente il Papa, non ci può essere frattura tra l’annuncio del vangelo e la vita concreta degli uomini. Perciò è importante che i cristiani, soprattutto coloro che sono impegnati nell’evangelizzazione, perché siano credibili nel loro agire, siano capaci di discernimento così da saper leggere e interpretare alla luce del vangelo le complesse questioni sociali considerando sempre che ogni annuncio evangelico ha come obiettivo il conseguimento del bene comune, per meglio dire la interezza della felicità per tutti i figli di Dio su questa terra, in cammino verso la pienezza della vita eterna. di Maria Grazia Pau


ELLA FAMIGLIA

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L’instrumentum laboris del prossimo Sinodo/6

Famiglia, persona e società a famiglia è riconosciuta nel popolo di Dio come un bene inestimabile, l’ambiente naturale di crescita della vita, una scuola di umanità, di amore e di speranza per la società. Essa continua ad essere uno spazio privilegiato in cui Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo. Accanto all’affermazione condivisa di questo dato originario, la grande maggioranza delle risposte afferma che la famiglia può essere questo luogo privilegiato, lasciando intendere, e talvolta esplicitamente constatando, una distanza preoccupante tra la famiglia nelle forme in cui oggi è conosciuta e l’insegnamento della Chiesa al riguardo. La famiglia si trova obiettivamente in un momento molto difficile, con realtà, storie e sofferenze complesse, che necessitano di uno sguardo compassionevole e comprensivo. Questo sguardo è quello che consente alla Chiesa di accompagnare le famiglie come sono nella realtà e a partire da qui annunciare il Vangelo della famiglia secondo le loro specifiche necessità. 32. Si riconosce, nelle risposte, come per molti secoli la famiglia abbia ricoperto un ruolo significativo all’interno della società: essa è infatti il primo luogo dove la persona si forma nella società e per la società. Riconosciuta come il luogo naturale per lo sviluppo della persona, è per questo anche il fondamento di ogni società e Stato. In sintesi, essa è definita la “prima società umana”. La famiglia è il luogo dove si trasmettono e si possono imparare fin dai primi anni di vita valori come fratellanza, lealtà, amore per la verità e per il lavoro, rispetto e solidarietà tra le generazioni, così come l’arte della comunicazione e la gioia. Essa è lo spazio privilegiato per vivere e promuovere la dignità e i diritti dell’uomo e della donna. La famiglia, fondata sul matrimonio, rappresenta l’ambito di formazione integrale dei futuri cittadini di un Paese. 33. Una delle grandi sfide della famiglia contemporanea consiste nel tentativo della sua privatizza-

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RISCRITTURE

AI PIEDI DELLA CROCE Contempliamo l’immagine della Crocifissione, che rappresenta la Vergine Maria ai piedi della Croce, secondo la descrizione dell'evangelista Giovanni, unico degli Apostoli a restare accanto a Gesù morente. Ma che senso ha esaltare la Croce? Non è forse scandaloso venerare un patibolo infamante? Dice l'apostolo Paolo: "Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani" (1 Cor 1, 23). I cristiani, però, non esaltano una qualsiasi croce, ma quella Croce che Gesù ha santificato con il suo sacrificio, frutto e testimonianza di immenso amore. Cristo sulla Croce ha versato tutto il suo sangue per liberare l'umanità dalla schiavitù del peccato e della morte. Perciò, da segno di maledizione, la Croce è stata trasformata in segno di benedizione, da simbolo di morte in simbolo per eccellenza dell'Amore che vince l'odio e la violenza e genera la vita immortale. "O Crux, ave

spes unica! O croce, unica speranza!". Così canta la liturgia. Narra l'evangelista: ai piedi della Croce stava Maria (cfr Gv 19, 25-27). Il suo dolore forma un tutt'uno con quello del Figlio. È un dolore pieno di fede e di amore. La Vergine sul Calvario partecipa alla potenza salvifica del dolore di Cristo, congiungendo il suo "fiat", il suo "sì", a quello del Figlio. Spiritualmente uniti alla Madonna Addolorata, rinnoviamo anche noi il nostro "sì" al Dio che ha scelto la via della Croce per salvarci. Si tratta di un grande mistero che è ancora in atto, fino alla fine del mondo, e che chiede anche la nostra collaborazione. Ci aiuti Maria a prendere ogni giorno la nostra croce e a seguire fedelmente Gesù sulla via dell'obbedienza, del sacrificio e dell'amore. Benedetto XVI - Angelus 17 settembre 2006

zione. Vi è il rischio di dimenticare che la famiglia è la «cellula fondamentale della società, il luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri» (EG 66). Occorre proporre una visione aperta della famiglia, sorgente di capitale sociale, vale a dire, di virtù essenziali per la vita comune. Nella famiglia s’impara cosa sia il bene comune, perché in essa si può fare esperienza della bontà di vivere insieme. Senza famiglia l’uomo non può uscire dal suo individualismo, poiché solo in essa s’impara la forza dell’amore per sostenere la vita, e «senza un amore affidabile nulla potrebbe tenere veramente uniti gli uomini. L’unità tra loro sarebbe concepibile solo come fondata sull’utilità, sulla composizione degli interessi, sulla paura, ma non sulla bontà di vivere insieme, non sulla gioia che la semplice presenza dell’altro può suscitare» (LF 51). 34. Occorrerà riflettere su che cosa voglia dire oggi promuovere una pastorale capace di stimolare la partecipazione della famiglia nella società. Le famiglie non sono solo oggetto di protezione da parte dello Stato, ma devono recuperare il loro ruolo come soggetti sociali. Tante sfide appaiono in questo contesto per le famiglie: il rapporto tra la famiglia e il mondo del lavoro, tra la famiglia e l’educazione, tra la famiglia e la sanità; la capacità di unire tra di loro le generazioni, in modo che non si abbandonino i giovani e gli anziani; lo sviluppo di un diritto di famiglia che tenga conto delle sue specifiche relazioni; la promozione di leggi giuste, come quelle che garantiscono la difesa della vita umana dal suo concepimento e quelle che promuovono la bontà sociale del matrimonio autentico tra l’uomo e la donna. Sinodo dei Vescovi Le sfide pastorali della famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione Instrumentum laboris nn. 31-34 26 giugno 2014


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IL PORTICO DEI LETTORI

IL PORTICO

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

TESTIMONIANZE

L’incontro regionale delle Famiglie Si è conclusa domenica 24 agosto, con la celebrazione della Santa Messa presieduta da monsignor Mosè Marcìa -vescovo di Nuoro e delegato per la famiglia e per i giovani-, la tre giorni annuale dedicata alla famiglia. Riunite nell’accogliente Casa Betania, nel comune di Bultei, le famiglie hanno potuto pregare, confrontarsi e vivere il tema dell’incontro di quest’anno: “La gioia di essere famiglia oggi”. Partendo dall’analisi del testo conciliare “Gaudium et Spes” è stata approfondita la conoscenza dell’istituzione matrimoniale e la consapevolezza che la famiglia cristiana è una comunità d’amore, prima alleata di Gesù Risorto nel fare dell’umanità una famiglia. Il testo conciliare ha fornito anche spunti per un’analisi della condizione attuale della famiglia nella società. Riuniti in laboratori i partecipanti si sono confrontati su cinque tematiche riprese dalla “Gaudium et Spes”: dignità del matrimonio e della famiglia, promozione della cultura, vita economico-sociale, vita della comunità politica, promozione della pace. Durante l’anno le commissioni di lavoro nate nei laboratori approfondiranno l’a-

nalisi dei temi e promuoveranno proposte concrete per una partecipazione attiva delle famiglie nella comunità civile ed ecclesiale, attuando, in tal modo, quel proficuo confronto con la cultura e con il mondo indicato dai padri sinodali nel documento conciliare. L’esortazione apostolica di papa Francesco “Evangelii Gaudium” è, invece, il testo scelto per dare senso e significato alla gioia cristianamente intesa; in quanto la famiglia è il luogo originario della gioia umana e cristiana essa è invitata a contagiare ogni ambito ecclesiale e civile. Il testo pontificio è stato oggetto della relazione di monsignor Sebastiano Sanguinetti -vescovo di Tempio-Ampurias-, il cui intervento è stato incentrato sulle dinamiche comunicative di papa Francesco promotore di “un pontificato fatto di gesti prima che di parole” e contestualmente portatore di un “messaggio profondo che va ben al di là dei gesti esterni”. L’esortazione apostolica ha anche aiutato a far luce sulla crisi che l’istituzione matrimoniale sta attraversando, indicando nell’errata percezione del matrimonio, che “tende ad essere visto come una

mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno”, una delle ragioni della mancata coesione familiare. Le relazioni e le testimonianze dei coniugi intervenuti, oltre a costituire dei momenti di forte emozione, hanno dato alle famiglie la consapevolezza del loro ruolo nella società, ma anche la profonda convinzione che solo unite potranno assolvere i compiti propri della famiglia cristiana, realizzando così l’invito di San Giovanni Paolo II “famiglia diventa ciò che sei”, contenuto nell’esortazione apostolica “Familiaris Consortio”. Coprotagonisti della tre giorni, insieme agli adulti, sono stati i bambini. Per loro, guidati dagli animatori dell’ “Animatema di famiglia”, sono state predisposte attività incentrate sui medesimi temi attraverso modalità e tempi rispettosi delle esigenze e delle diverse età dei bambini. I momenti di preghiera, i giochi e le attività di gruppo -alcune vissute insieme da adulti e bambini- hanno costituito l’intreccio in cui sperimentare “La gioia di essere famiglia oggi”: un desiderio presente in tutte le famiglie, chiamate a realizzarlo ogni giorno. Christian Deiana

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a famiglia come esempio (a volte mancato) d’amore, nucleo infallibile di scontro, confronto e crescita ma soprattutto famiglia come incontro dell’altro, chiave che non solo apre ma spalanca le porte del pregiudizio e le trasforma con un solo tocco in amore incondizionato. Quando i legami si ‘sentono’ vivendo una sincera attenzione all’altro, ancora prima che vedendoli scritti in qualche carta d’identità, si può già parlare di famiglia, e a volte quella iniziale finisce per allargarsi ben oltre i confini di sangue. L’ospite inatteso è un film del 2008 firmato da Thomas Mccarthy, alla sua seconda esperienza per il grande pubblico, ed è uscito in Italia parecchio in sordina per via della mancanza di grandi nomi e grossa pubblicità, ma lascia un segno indelebile su chi lo guarda con attenzione e cerca risposte ad un presente che, in America e non solo, ha ancora tanto bisogno di trovare strade alternative per quanto riguarda le discriminazioni, razziali ancor prima che sociali. La storia è quella di Walter (Richard Jenkins), professore ieri indaffarato nella vita di tutti i giorni, tra famiglia carriera e preoccupazioni effimere, e oggi sempre più chiuso in un guscio impenetrabile, fatto di solitudine (dopo la morte della moglie), stanchezza (verso il lavoro) e disillusione (verso la vita). Il pretesto per cambiare glielo dà una conferenza a New York, alla quale va controvoglia ma che gli permette di scoprire che nel suo vecchio appartamento si sono insediati Zainab (ragazza senegalese) e Tarek (giovane siriano con la passione per la musica).

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In onda su Radio Kalaritana Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000

Oggi parliamo di… arte e fede La parrocchia di Gergei (Terenzio Puddu) Domenica 14 settembre ore 18.10 Lunedì 15 settembre ore 8.30 Cantantibus organis Ascolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain (a cura di Andrea Sarigu) Domenica 14 settembre ore 21.30 Oggi parliamo di… comunicazione La comunicazione “balneare” Martedì 16 settembre ore 19.10 Mercoledì 17 settembre ore 8.30 L’ora di Nicodemo Bibbia e Liturgia Introduzione - Seconda parte A cura di Sabino Chialà. Monaco di Bose Mercoledì 17 settembre 21.30 Oggi parliamo con… Giuseppe Vargiu Presidente Reg. Unione Barracelli Mercoledì 17 settembre 19.10 Giovedì 18 settembre ore 08.30

L’apertura verso l’altro nel film di Thomas McCarthy

L’ospite inatteso VALERIA USALA

Dal loro scontro/incontro nascerà un’amicizia che dovrà affrontare la diffidenza iniziale di Walter prima e i problemi di immigrazione con il governo americano poi. La musica unisce le anime e non guarda a colori, età né titoli di studio; con due strumenti diversissimi tra loro è in grado di esprimere un cambiamento lento ma inesorabile: dallo ‘statico’ e ‘serio’ pianoforte suonato in ricordo della moglie al ritmo orientale e coinvolgente dello djambè, Walter riuscirà ad uscire dal guscio che si è costruito e sarà di nuovo in grado di preoccuparsi e occuparsi di qualcuno che gli sta a cuore, e che per una volta ha davvero bisogno del suo aiuto. Jenkins, dopo tantissime parti secondarie in grandi produzioni, è finalmente capace e messo in condizione di muoversi tra le corde

sottili che stanno esattamente a metà tra commedia e dramma dai sapori indipendenti, mettendo a disposizione una grande capacità recitativa senza perdere quella sensibilità verso temi così delicati che nessuna scuola può insegnare. Il battito del cuore inizia ad andare a tempo con il tamburo di Tarek, e presto capiamo che non è impossibile trovare una famiglia diversa da quella che ci ha cresciuti, dobbiamo solo accettare di poterla incontrare. Tutto ad un tratto però questo battito si interrompe, perché il governo americano trattiene Tarek costringendolo all’espulsione dal Paese, proprio mentre Walter non c’è; lui e la mamma del ragazzo Mouna cercheranno così di evitare il peggio. Il cinema può ancora essere mezzo di condivisione, conoscenza ed espressione. Que-

L’udienza La catechesi di Papa Francesco Il giovedì ore 21.10 circa Kalaritana ecclesia Informazione ecclesiale diocesana - Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30

Radiogiornale regionale Dal lunedì al venerdì 10.30 / 12.15

Lampada ai miei passi (15 - 21 settembre) Commento al Vangelo quotidiano a cura di don Giuseppe Tilocca Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 / 21.00 Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 vangelo domenicale) Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00 Oggi è già domani Nel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno (A cura di don Giulio Madeddu) Al termine sarà possibile ascoltare le cantate Sacre di Bach. Ogni giorno alle 00.01 circa

sti tre elementi si fondono in una storia che non ha nulla di particolare, ma allo stesso tempo qualcosa di unico. Ci mostra una diversa consapevolezza di famiglia, che va al di là delle mura domestiche, anche se può cominciare proprio da lì, e non si ferma nemmeno di fronte a divari generazionali, culturali e sociali. E’ un senso profondo di appartenenza ad un genere umano che ci rende tutti uguali, in qualche modo fratelli, e per qualcuno di conseguenza figli di un unico padre. Senza questa consapevolezza non sentiremmo l’urgenza di aiutarci, in tutti i modi possibili, a qualunque costo. E una volta fatto questo passo, l’aiuto diventa reciproco, si allarga per cerchi concentrici verso gli altri, e se non va a buon fine non rimaniamo delusi, perché sappiamo che comunque il bene ha preso il volo. La riflessione del film non conclude con così tanto ottimismo una storia che malgrado le aspirazioni, rimane comunque ben ancorata alla realtà a volte spiacevole di leggi e regole assurde, ma mantiene in sottofondo un’aria di uguaglianza commovente, che molte pellicole di questo genere fanno fatica a raggiungere. Quasi a urlare a gran voce che partire dal nostro vicino di stanza, di casa, di scrivania, è il modo migliore per cambiare, noi stessi ancora prima degli altri o del mondo, e farlo partendo dalle piccole cose, dai piccoli gesti, dalle piccole sicurezze che ci siamo costruiti, ci apre ad altre frequenze che prima non eravamo in grado di percepire. E basterà ascoltare con attenzione, per diventare improvvisamente capaci di suonare una musica diversa.


IL PORTICO DELLA DIOCESI

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

IL PORTICO

Vita ecclesiale. Il 17 e 18 settembre si terrĂ il Convegno Pastorale Diocesano.

Famiglia, lavoro e giovani al centro del cammino pastorale diocesano Durante il convegno sarĂ presentato il piano pastorale. L’invito a partecipare è rivolto a tutti i membri della comunitĂ cristiana MARIA LUISA SECCHI

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anca ormai poco all'avvio del Convegno Pastorale Diocesano che si svolgerĂ il 17 e 18 settembre nell'Aula Magna del Seminario Arcivescovile di Cagliari. “Famiglie e parrocchie in camminoâ€? è la tematica che farĂ da filo conduttore alla due giorni, organizzata secondo lo schema seguito negli ultimi anni che prevede due sessioni giornaliere, una al mattino e l'altra al pomeriggio rivolte rispettivamente al clero e ai laici. “Il Convegno Pastorale di quest'anno si pone in continuitĂ con quello di due anni fa che Monsignor Miglio aveva donato alla comunitĂ per un triennio – spiega Monsignor Franco Puddu, Vicario episcopale per la programmazione pastorale diocesana e per il coordinamento degli uffici pastorali diocesani. Continueremo ad occuparci soprattutto di iniziazione cristiana con particolare riguardo al battesimo. Non mancherĂ inoltre l'attenzione per i giovani e gli oratori – prosegue don Francoâ€?. Nella prima giornata, che inizierĂ con l'accoglienza dei partecipanti sarĂ proposta una relazione su “Famiglia

Mons. Franco Puddu e mons. Arrigo Miglio al convegno pastorale del 2013.

oggi: criticità , risorse, progetti� a cura degli Uffici di Pastorale familiare, sociale e del lavoro. Sono convinto che siamo in un crinale molto importante di trasformazione dei modelli di vita familiare, dovuti alla crisi economica, strutturale e morale – specifica don Franco. Di questo dobbiamo renderci conto anche a livello della pastorale locale, nel territorio e nelle nostre parrocchie. Credo che le comunità cristiane debbano assumere in pieno questo problema�. Sono invitati a partecipare in particolare Presbiteri, Diaconi, Religiosi e Religiose, Membri dei Consigli Pastorali Parrocchiali, Laici impegnati nelle parrocchie, nelle Associazioni e Movimenti ecclesiali. In entrambe le giornate, alla relazione seguirà una Comunicazione a cura di don Franco Puddu che il 16 parlerà di

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brevi 24 - 25 SETTEMBRE

Convegno diocesano per i catechisti Si terrĂ il 24 ed il 25 settembre 2014 il consueto Convegno Diocesano dei Catechisti. Il tema di quest’anno “L’Iniziazione Cristiana oggi: Il catechista con i preadolescentiâ€? è in continuitĂ con la riflessione diocesana, proposta nelle lettere pastorali dell’Arcivescovo, sull’Iniziazione Cristiana e desidera rispondere ad un’avvertita e diffusa esigenza di approfondimento sul ruolo del catechista nella delicata e nodale fase di vita dei preadolescenti. Anche a livello nazionale, riflettendo sul tempo della “mistagogiaâ€?, l’attenzione è stata dedicata proprio ai preadolescenti: capirne meglio la fase di passaggio esistenziale che coinvolge anche la ricerca nella fede e i relativi cammini di fede. Il Convegno, in sinergia con l’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile che curerĂ alcuni momenti di riflessione, provocazione e progettazione, si avvale dell’esperienza del Prof. Alessandro Ricci, dell’Istituto di Psicologia dell’UniversitĂ Pontificia Salesiana, per ciò che concerne la conoscenza delle potenzialitĂ e dei rischi insiti nella preadolescenza, e della Prof.ssa Suor Cettina Cacciato Insilla, della FacoltĂ di Scienze dell’Educazione Auxilium per l’aspetto relativo a competenze e attenzioni del catechista con i preadolescenti. Il dibattito con i relatori, le comunicazioni sulle attivitĂ dell’Ufficio Catechistico e altri contributi sulle buone pratiche della catechesi con i preadolescenti, consegnano al Convegno il compito di ri-lanciare, in modo operativo e deciso, la catechesi parrocchiale in tutte le sue componenti ed espressioni. Per informazioni: 07052843216, 3661504634; www.ufficiocatechisticocagliari.it uffcatechistico@diocesidicagliari.it

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“PietĂ popolareâ€?. “La mia relazione riprenderĂ quanto è emerso al Convegno del Clero svoltosi lo scorso mese di giugno – anticipa don Puddu. E' una piccola sintesi delle indicazioni che ci perviene dalla Evangelii nuntiandi e dalla Evangelii Gaudium, dai Capitoli contenuti nel Concilio Plenario Sardo e dal Direttorio per la PietĂ Popolare della Congregazione Vaticanaâ€?. “In GesĂš Cristo il nuovo umanesimoâ€? sarĂ invece il fulcro della Comunicazione, proposta sempre dal Vicario episcopale per la pastorale, nella seconda giornata. “In questo caso abbiamo ripreso il titolo dato dai vescovi ita-

liani per il Convegno decennale ecclesiale della Chiesa Italiana che si terrĂ a Firenze nel novembre del prossimo anno – spiega don Franco – e io faccio parte, assieme ad altre tre persone, del comitato preparatorio in rappresentanza della Chiesa Sarda. Siamo nella fase nella quale andiamo ad individuare i membri delle diverse Diocesi e il nostro Arcivescovo ha suggerito che l'attivitĂ principale del Consiglio Pastorale Diocesano si basi sui percorsi, sulle considerazioni e le riflessioni che perverranno dall'appuntamento di Firenze. Di fatto il Comitato Preparatorio ha il compito di predisporre il documento di invito e preparazione al Convegno che sarĂ poi fatto pervenire a tutte le comunitĂ diocesaneâ€?. “Ragazzi e giovani: chiamati alla speranzaâ€? è il tema al centro della relazione che sarĂ proposta giovedĂŹ 18, a cura degli Uffici pastorali per la catechesi, i giovani e le vocazioni. In entrambe le giornate saranno proposte diverse testimonianze, sempre relative alle tematiche trattate. “Di per sĂŠ il Convegno si pone come obbiettivo quello di presentare il Piano Pastorale dell'Arcivescovo per l'Anno Liturgico 2014-2015 che contiene tanti obbiettivi e tante indicazioni con particolare rilievo ai fanciulli, ai giovani e all'iniziazione cristiana – conclude don FranCOâ€?.

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MERCOLEDĂŒ

17 - GIOVEDĂŒ 18

SETTEMBRE

2014

F Famiglie amiglie e P Parrocchie arrocchie in cammino

Consegna del progetto progetto pastorale per l’Anno l’Anno liturgico liturgico 2014/15

Prima gior giornata nata 09,30

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17.00

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17,30

Seconda gior giornata nata 09,30

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17.00

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17,15

Accoglienza, pr preghiera eghiera e intr introduzione oduzione ai lavori

Pr Preghiera eghiera iniziale

10,00

09,45

Relazione:

Famiglia oggi: criticitĂ , risorse, pr progetti ogetti

11,00

/

18,30

11,15

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Relazione:

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Intervallo

Testimonianze, T estimonianze, estim domande e interventi in assemblea Comunicazione:

La pietĂ popolar popolare e

Mons. Francesco Puddu, V Vicario icario per la pastorale

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Intervallo

Testimonianze, T estimonianze, domande e interventi in assemblea Comunicazione:

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In GesĂš Cristo il nuovo umanesimo,

Convegno ecclesiale enze novembre cclesiale della Chiesa italiana, Fir Firenze renze novembre 2015 Mons. Francesco Puddu, Membr o del Comitato pr eparatorio Membro preparatorio


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IL PORTICO DELLA DIOCESI

IL PORTICO

brevi 19-20 SETTEMBRE

Convegno dell’Unione Giuristi Cattolici Il 19 e 20 settembre nell’Aula Magna della Corte d’Appello di Cagliari, al Palazzo di Giustizia – è previsto un convegno dal titolo “Un futuro per la famiglia”, organizzato dall’Unione Giuristi Cattolici Italiani di Cagliari. Dopo il saluto delle autorità è prevista la relazione della prof.ssa Maria Teresa Russo, docente di Antropologia presso l’Università di Roma 3, sul tema “ “I beni della famiglia e la cultura attuale : segnali di allarme, segnali di speranza”. Nel pomeriggio l’intervento del prof. Andrea Nicolussi, ordinario di diritto civile presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. A seguire l’intervento del dott. Salvatore Pisu, medico, docente di bioetica

all’Università di Cagliari, sul tema “La difesa della vita nell’era del progresso biotecnologico: aspetti etici”. Sabato 20 settembre alle 9 l’intervento del prof. Michele Belletti, associato di diritto costituzionale presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di “Bologna, sul tema “ Famiglia, famiglie, unioni : tra Costituzione e giurisprudenza costituzionale . Parliamo di “gender”; alle 10 la relazione del prof. Franco Poterzio, psichiatra, docente presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma su “Metamorfosi della struttura familiare attuale alla luce della cultura del gender e di nuove realtà come la sindrome da alienazione genitoriale ( PAS)”. Alle 11 l’intervento del prof. Lucio Fumagalli, docente di Organizzazione e Comunicazione Aziendale, presidente BAICR cultura della relazione e past - president della Fondazione “Marco Vigorelli”, su “Modelli di impresa e culture organizzative : la conciliazione tra vita familiare e lavoro professionale è un obiettivo realistico nell’attuale scenario di crisi economica ?”. La conclusione dei lavori è prevista per le 12.30. IL 23 SETTEMBRE

Seminario Regionale. Al via il nuovo anno della comunità che ospita i futuri sacerdoti.

Il delicato e prezioso compito di formare i nuovi presbiteri Il rientro dei seminaristi è stato preceduto dal lavoro di progettazione educativa del nuovo anno da parte dell’equipe dei formatori

FRANCO CAMBA ORMARE FORMANDOSI.

Educare alla vita buona del Vangelo nella formazione sacerdotale”. È questo il titolo del quinto corso di formazione permanente dell’équipe dei formatori del Pontificio Seminario Regionale Sardo, che ha avuto inizio la settimana scorsa. Le attività sono state avviate con una giornata di preghiera e di condivisione fraterna che ha visto come partecipanti gli animatori del Seminario maggiore e del Propedeutico. In tale contesto, monsignor Gian Franco Saba, rettore del Seminario, ha presentato le linee guida del programma formativo dell’anno 2014-2015 insieme all’organigramma funzionale per le attività previste dalla Proposta formativa. Nei successivi incontri, rivolti non solo ai formatori, ai collaboratori e alle figure complementari del Seminario maggiore, ma anche agli educatori dei Seminari minori delle diocesi sarde, interverranno, come docenti, esperti impe-

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gnati nella formazione dei formatori in Centri specialistici e presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Pontificia Salesiana. Tra questi il gesuita padre Jaime Emilio Gonzàlez Magaña e il salesiano don Mèthode Gahungu. I temi dei prossimi incontri, in programma a settembre, ottobre, gennaio, febbraio, marzo e maggio, verranno approfonditi temi quali la progettazione e la programmazione degli itinerari formativi, l’identità pedagogica dell’équipe dei formatori, la dimensione pedagogica e spirituale nella formazione sacerdotale, le linee metodologiche per la verifica personale e comunitaria, la direzione

spirituale. Specifici approfondimenti sono previsti relativamente agli aspetti dell’accompagnamento spirituale, la corrispondenza pedagogico-spirituale tra la dimensione comunitaria e la dimensione personale della formazione, la metodologia di una regola di vita personalizzata. Le modalità operative saranno caratterizzate da incontri plenari, incontri per ambiti e tappe formative, attività di gruppo e incontri tra l’équipe dei formatori e le figure complementari. Nell’illustrare il percorso di formazione per i formatori monsignor Gian Franco Saba ha affermato: “Tra gli obiettivi della for-

Don Luigi - Napoli

Insieme.

Don Gigi Pisano celebra 25 anni di sacerdozio Con una celebrazione Eucaristica nella parrocchia di Sant’Anna a Selegas don Gigi Pisano ricorderà i 25 anni dalla sua ordinazione sacerdotale. Il parroco che guida la comunità del piccolo centro della Trexenta dal 1997, presiderà la messa di ringraziamento alle 18 ed invita fedeli e quanti lo conoscono ad unirsi in preghiera di ringraziamento di quanto finora ricevuto.

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

Insieme ai poveri. Insieme ai dimenticati. Insieme alle vittime della camorra. Insieme ai detenuti. Insieme ai malati. Insieme agli anziani soli.

Conto corrente postale n.57803009 - www.insiemeaisacerdoti.it Segui la missione dei sacerdoti sulla pagina FB facebook.com/insiemeaisacerdoti

CEI Conferenza Episcopale Italiana Chiesa Cattolica

mazione permanente vi è quello di potenziare e sviluppare le conoscenze e le competenze dei formatori per poter rispondere in maniera adeguata alle esigenze della formazione sacerdotale nel contesto contemporaneo, approfondendo i principali temi della formazione umana, spirituale, intellettuale, comunitaria e pastorale”. La metodologia che verrà applicata mira a favorire l’integrazione tra gli aspetti teorici e quelli pratici attraverso lezioni frontali, laboratori e studio personale. Intanto, da giovedì 11 a domenica 14 settembre, è stato programmato, presso l’Istituto Buon Pastore, a San Gregorio, l’incontro residenziale per gli alunni che inizieranno la loro esperienza di primo anno del Seminario maggiore. L’incontro, che sarà coordinato da don Riccardo Pinna, animatore del Primo biennio con la collaborazione del Rettore monsignor Gian Franco Saba e del Direttore spirituale don Gianni Sanna, mira a favorire l’inserimento dei nuovi alunni nelle relazioni e negli itinerari formativi e a favorire una conoscenza fraterna, sincera e serena tra educatori e alunni in vista dell’accompagnamento formativo. Per gli altri alunni del Seminario regionale, il rientro nella sede di via Monsignor Parraguez, dopo le vacanze estive, è avvenuto martedì 8 settembre. Per loro dal 10 al 20 settembre è prevista una sessione d’esami esami presso la Facoltà Teologica.


DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

IL PORTICO DEI PAESI TUOI

Feste patronali. All’inizio di settembre si celebra la ricorrenza di Santa Maria de Paulis

Monserrato, un paese sempre legato alla devozione mariana

alla Madonna”, afferma don Marcello Lanero, parroco a Sant’Ambrogio da poco più di un mese. Partecipazione significativa che è indice di una devozione mariana che anche il sindaco Gianni Argiolas sottolinea, facendo riferimento al “rinnovamento dell’atto di affidamento della città al Cuore Immacolato di Maria, attestato da una lastra in marmo fatta collocare dal Consiglio Comunale il 24 maggio dell’anno scorso, in occasione del 59° anniversario dell’atto di consacrazione del 1954, nella piazza dedicata alla Beata Vergine”. E proprio alla devozione mariana della comunità cittadina è dedicato il libro dal titolo “La Chiesa della

Beata Vergine di Monserrato e la devozione comunitaria”, pubblicato, a cura dello storico Serafino Agus, a luglio dalle Grafiche Ghiani. “La Vergine di Monserrato ha un significato particolare per i monserratini perché nei secoli si è sviluppata una devozione popolare singolare”, afferma il professor Agus citando il primo documento d’archivio, datato 1183, nel quale si parla della chiesa di Santa Maria de Paulis, donata ai Vittorini del priorato di Cagliari da Orzocco, giudice di Cagliari. L’antica chiesa, dedicata inizialmente a Santa Maria, con la diffusione del culto della Vergine di Montserrat, dopo la conquista spagnola dell’isola, così come avvenne nel resto della Sardegna per molte chiese dedicate a Santa Maria, mutò la denominazione con l’aggiunta del nome della località catalana. L’attuale edificio dedicato alla Beata Vergine, costituito da una pianta a croce greca con cupola centrale ascrivibile al XIX secolo, dopo la seconda guerra mondiale ha subito una modifica nella facciata. All’interno, pregevole, raffinato e con proporzioni volumetriche che lo rendono suggestivo, è custodito il piccolo simulacro ligneo della Madonna che con la mano destra regge il Bambino, mentre con la sinistra una sega, ad indicare che si tratta della Vergine di Mont-serrat, ossia della Vergine del Monte a forma di sega.

la per i bambini e ragazzi della parrocchia con l’omaggio floreale a Sant’Elena e alle 11.30, la Messa Solenne presieduta da don Marco Orrù. Domenica 21 settembre invece, alle 19.00 Santa Messa per l’anniversario della visita di Papa Francesco a Cagliari, animata dal Coro diocesano dei giovani. Ricchissimo il calendario dei festeggiamenti civili. Grande risalto alle produzioni tipiche locali ed artigianali con convegni, mostre mercato, la IX edizione della degustazione del piatto tipico campidane-

se e l’ormai famosa Sagra dell’uva in programma Domenica 21 dalle 10. Ampio spazio è dedicato all’animazione dei bambini e dei ragazzi, con giochi e attività sportive in piazza, nei locali dell’Oratorio Sant’Elena e al palazzetto Antonianum. Ma anche la cultura, in particolare quella sarda, trova grande risalto nelle serate quartesi alle 21.30 in piazza Sant’Elena. Si va dalla gara poetica dialettale campidanese di sabato 13, ai concerti di musica di martedì 16, dalla commedia dialettale in lingua sarda campidanese dell’Associazione teatrale amatoriale Sacro Cuore di Quartu in programma mercoledì 17, alla serata con gli improvvisatori di “Su cantu nostu e sa canzoni a cruba” di sabato 20, a quella folkloristica “Suoni e colori della Sardegna” di Domenica 21. Non solo musica e cultura sarda. Si va dal Concerto di Pago e i Turn Over di Domenica 14 alle 22.00, a quello di Banditi e di lunedì 15, a quello dei Project Sound di venerdì 19. Tante dunque le occasioni per condividere l’appartenenza alla comunità di Quartu e per l’accoglienza di tutti quelli che si riconoscono viventi sotto la Croce.

Don Marcello Lanero: “I festeggiamenti sono sentiti non solo dalla parrocchia ma dall’intera comunità cittadina” F. C.

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Monserrato, come da tradizione, in onore di Santa Maria de Paulis, così come i monserratini più anziani chiamano la Beata Vergine. Ad organizzare i festeggiamenti è stata la Parrocchia di Sant’Ambrogio, con il patrocinio del Comune e della Provincia. Con un nutrito programma che ha saputo armonizzare le celebrazioni liturgiche con i festeggiamenti civili, l’intera città ha reso onore alla Beata Vergine di Montserrat, dalla quale ha origine l’attuale toponimo del comune in lingua italiana. Che, per volontà del Consiglio comunale, nel 1888 è diventato Monserrato per legare la cittadina alla Vergine Maria venerata nella località spagnola di Montserrat, dove sorge il santuario benedettino dedicato alla Virgen Nigra, patrona della Catalogna. Iniziate con il rito della vestizione del simulacro della BeataVergine, le celebrazioni religiose si sono svolte con liturgie penitenziali ed euESTA MANNA A

caristiche, e con giornate e celebrazioni dedicate alla famiglia, ai malati e alle vocazioni. Domenica, vigilia della festa della Natività di Maria, dopo la celebrazione della Messa presieduta da don Michele Fadda, si è svolta la solenne processione per le vie cittadine. Tra le iniziative d’intrattenimento non sono mancati i tornei in oratorio e gli spettacoli musicali e di danze etniche in piazza. “I festeggiamenti in onore della Beata Vergine sono particolarmente sentiti e partecipati non solo dalla nostra comunità parrocchiale, nel cui territorio sorge la chiesa dedicata a Maria, ma dall’intera comunità cittadina devota

Uniti grazie alla Croce: il messaggio di S. Elena Il programma della festa patronale di Quartu FABIO FIGUS

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A CROCE CI UNISCE” è il titolo dell’edizione 2014 della festa di Sant’Elena Imperatrice che proprio in questi giorni a Quartu entra nel vivo delle celebrazioni. L’appuntamento di settembre cade proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, in quanto a lei viene attribuito il ritrovamento nel 326 della tomba di Cristo scavata nella roccia, della croce del Signore e quelle dei due ladroni. “Sant’Elena porta un messaggio di comunione per la cittadinanza e per la parrocchia. Il mondo intero si ritrova a vivere un momento difficile della storia, ma anche nei nostri ambienti certamente, viviamo situazioni di divisione all’interno delle singole realtà di cui un po’ tutti risentiamo. La Croce è segno di amore, di misericordia e riconci-

liazione”. Queste le parole di speranza del parroco don Alfredo Fadda durante la presentazione del programma che caratterizza i festeggiamenti della patrona di Quartu. Il programma dei festeggiamenti religiosi prevede momenti di preparazione iniziati martedì 9 con il Triduo e culminati nella liturgia penitenziale parrocchiale di giovedì 11, oltre alle diverse celebrazioni liturgiche che in questo fine settimana entrano nel vivo, con la Santa Messa di sabato 13 alle 17.30 presieduta dal parroco, a cui segue la Solenne processione del simulacro per le vie della città. Al rientro in parrocchia viene impartita la benedizione con la reliquia del Lignum Crucis. Domenica 14, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, al mattino sono in programma celebrazioni eucaristiche ad ogni ora a partire dalle 6.00. Alle 10.00 quel-

IL PORTICO

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brevi IL 25 OTTOBRE

Convegno ecclesiale regionale sulla crisi È stata definita la data e la sede del Convegno ecclesiale regionale sui temi della crisi sociale, economica e lavorativa, annunciato dai vescovi della Sardegna in occasione della festa dell'Assunzione, lo scorso 15 agosto. Si terrà sabato 25 ottobre 2014 a Cagliari, presso la Fiera internazionale della Sardegna. Questo il titolo ufficiale: «Convegno ecclesiale regionale. Per un cammino di speranza. La comunità cristiana in Sardegna di fronte alla crisi a un anno dalla visita di Papa Francesco». Il lavoro preliminare di studio e organizzazione è stato condotto, già da diversi mesi, dalla delegazione regionale, composta dai responsabili diocesani per la pastorale sociale e del lavoro, e presieduta dal vescovo d'Iglesias Giovanni Paolo Zedda. Martedì 2 settembre, presso la sede Caritas Oristano si è tenuto un incontro con i responsabili regionali delle aggregazioni laicali e delle organizzazioni di ispirazione cristiana affinché questo evento ecclesiale possa essere espressione corale di tutte le componenti della comunità cristiana sarda. Il convegno si propone, infatti, tre obiettivi principali: il rilancio delle tematiche della lettera pastorale dei vescovi della Sardegna consegnata lo scorso 19 marzo, il coinvolgimento delle comunità parrocchiali e delle aggregazioni laicali sulle attuali problematiche sociali, l'individuazione di alcune linee di azione dentro la realtà ecclesiale e di richiesta alle istituzioni. A partire dall'ultima decade del mese di settembre sarà possibile dare la propria adesione all'evento. Le notizie relative al Convegno ecclesiale regionale saranno rese fruibili anche attraverso il sito internet www.camminodisperanza.it.

AD OTTOBRE

Corso di Scienze del matrimonio L’Ufficio di Pastorale Familiare e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose hanno organizzato il VII Corso in Scienze del Matrimonio e della Famiglia per coppie e famiglie. Il corso partirà ad ottobre, le iscrizioni si ricevono dal lunedì al mercoledì, dalle 17 alle 19 a partire dal 22 settembre fino all’8 ottobre 2014, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose a Cagliari. La durata del corso è biennale, per tre ore di corso alla settimana e un totale di 200 ore, suddivise in due semestri. Per informazioni contattare i numeri 3482603149 - 3337468785.


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IL PORTICO DEI PAESI TUOI

IL PORTICO

segnalazioni INIZIATIVE

Pellegrinaggio notturno di San Pio da Pietrelcina La notte tra il 22 ed il 23 si vivrà (per le strade di Cagliari) il nono pellegrinaggio itinerante a piedi “San Pio da Pietrelcina”, una notte di preghiera così strutturata. Il raduno dei pellegrini è previsto alle 23 del 22 settembre all'ospedale Marino, con benedizione. Alle 23.30 i pellegrini partiranno alla volta dell'ospedale Binaghi, breve sosta di preghiera al Santuario di Bonaria per poi dirigersi verso l'ospedale San Giovanni di Dio (osp. Civile), raggiungeranno il carcere, arriveranno all'ospedale SS. Trinità.

Pula. La Parrocchia di S. Giovanni Battista ha proposto un’iniziativa di pastorale turistica.

“MangiaBeviAscolta”, meditare il Vangelo in una cornice originale Il sagrato parrocchiale si è trasformato in una sorta di “refettorio monastico” dove poter ascoltare il Vangelo in un contesto di convivialità I. P.

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Da lì i pellegrini si dirigeranno verso l'Hospice, l’Ospedale Businco (Oncologico), l’Ospedale Microcitemico e l'ospedale Brotzu, raggiungendo la meta di quest’anno: la parrocchia della Madonna della Strada”, dove verrà celebrata la Santa Messa. Lo spirito del pellegrinaggio è quello di “iniziare” da un luogo di sofferenza (portando ognuno la propria, ma pregando fiduciosamente per tutte le persone) per “arrivare” a lodare e ringraziare Dio, condividendo la “Pasqua”, vivendo insieme la Santa Messa, facendo memoria importante per tutti, del vissuto di San Pio da Pietrelcina e chiedendo a Dio Padre, il dono della stessa fede. Per informazioni 3391576025.

EI GIORNI SCORSI a Pula si

è svolta una nuova iniziativa voluta dalla parrocchia, guidata da Don Marcello Loi. In che cosa consiste l’esperienza che hai progettato e come è nata l’idea? Premetto che si tratta di un progetto nell’ambito della pastorale turistica. Nasce dalla consapevolezza che il turista è un “ospite del territorio“ , da accogliere nel migliore dei modi. Egli non cerca solo beni e servizi, ma, soprattutto in un territorio come il nostro, può essere interessato a proposte che riguardino lo spirito. In tutto questo, la parrocchia è il luogo elettivo per esaltare la dimensione spirituale della persona, facendo leva sul desiderio di convivialità, di conoscenza delle tradizioni del luogo e di relazioni con i residenti. Come si è svolto l’evento? La Piazza della chiesa parrocchiale è stata allestita come a rappresentare un refettorio monastico a cielo aperto, nel quale si mangia, si beve e si ascolta. A tavola, il pane e il vino, elementi naturali pregni di significato umano, culturale e religioso, insieme al prodotto degli orti del nostro territorio, serviti da un gruppo di ragazze della comunità. L’orto è infatti,

Immagini del sagrato parrocchiale durante l’evento “MangiaBeviAscolta”.

una grande metafora della vita spirituale, la quale necessita di essere coltivata e lavorata. Insieme, facendo fraternità con i nostri ospiti, abbiamo consumato un pasto frugale e gustoso ascoltando brani scelti tratti dai quattro vangeli. Tra un brano e l'altro Hanno accompagnato la nostra agape alcuni pezzi musicali suonati all'Organo e ancora le musiche tipiche della nostra cultura. Tutto è stato curato perché potessimo vivere una vera esperienza simbolica, da ricordare e raccontare. È stata un’esperienza aperta anche ai residenti? L’esperienza, in realtà, è aperta anche ai residenti. Del resto la parrocchia è una comunità che in estate accoglie gli ospiti. Dico spesso ai miei parrocchiani che Pula non è solo un bellissimo territorio dal punto di vista paesaggistico e scenografico; bellissime sono anche le persone che lo abitano. Quanti vengono da noi per le vacanze, non sono anonimi collezionisti di bellezze territoriali, sono persone che hanno un’anima e sono alla ricerca di una bel-

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lezza che superi quella dell’immagine da cartolina. Cercano la bellezza di un popolo. Eventi come questo tendono a creare opportunità relazionali tra residenti e turisti. Tornando all’esperienza, quali sono i principali commenti che i partecipanti fanno, quali sono le

principali emozioni, sensazioni che hai notato? Anzitutto sono stati colpiti dai particolari curati in ogni aspetto. Pur non essendo una liturgia, l’evento mantiene comunque un certo linguaggio simbolico, rituale, che risponde all’esigenza umana di vivere un’esperienza globale, che coinvolga l’intelletto, i sensi, gli affetti, i sentimenti. “MangiaBeviAscolta” viene descritta di solito come una “bella esperienza”, nella quale la parola del Vangelo si ascolta con particolare interesse e piacere. Alla fine, ciò che si mangia – ancorché molto gustoso – è una componente marginale rispetto a ciò che l’esperienza trasmette nel suo complesso. I partecipanti dimostrano un “appagamento” a livello più profondo. Insomma, evidentemente non è un momento di semplice degustazione, come avviene in altri contesti turistici, e questo è un plus anche per il posizionamento del territorio.


IL PORTICO DELL’ANIMA

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

Incontriamo Gesù/1. Il testo degli Orientamenti per la catechesi in Italia.

La catechesi è chiamata a condurre verso l’incontro personale con Cristo

municare la vita buona e nuova del Vangelo, se non incontrerà di nuovo Gesù e se non tornerà, come vero discepolo, ad ascoltare nuovamente il primo annuncio della Pasqua; se non assumerà, lei per prima, in tutte le sue espressioni la “dimensione domenicale” (IG, 98), quella della Pasqua, della salvezza, del perdono, della gioia e della testimonianza. Il verbo declinato alla seconda persona plurale, Incontriamo, disegna il volto della catechesi per i prossimi anni: non l’ iniziativa sporadica di qualcuno,

non l’attività consegnata alla libera volontà del singolo parroco, del catechista, del movimento o dell’associazione. Piuttosto la scelta condivisa e il rinnovato impegno di tutta la comunità cristiana: “Non è pensabile una buona catechesi senza la partecipazione di tutta la comunità” (RdC, 200). Cioè, tutto l’agire pastorale della Chiesa, oggi più che mai, se vissuto nella comunione e nella fraternità, forma, educa ed accompagna. L’accesso popolare alla fede, ancora così caratteristico e visibile anche nella nostra Diocesi, non può costituire l’alibi per una stanca ripetizione, per assecondare l’abitudine, dando per scontata la trasmissione della fede alle nuove generazioni. Oggi più che mai alla comunità cristiana è chiesto di rinnovare le forme con cui i credenti sono chiamati a stare nel mondo, portando il primo e nuovo annuncio della Pasqua di Cristo. Per questo gli Orientamenti costituiscono per la nostra comunità cristiana, in tutte le sue espressioni, il punto di riferimento nell’accompagnare il cammino di rinnovamento nell’annuncio, nell’evangelizzazione e nella catechesi. La rubrica, curata dall’Ufficio Catechistico Diocesano, a partire da questo numero, ci permetterà di declinare, anche per la nostra concreta pastorale, la novità e le indicazioni di Incontriamo Gesù.

lava e rispondeva con una teologia semplice ed efficace. Amava i poveri, alzava la voce contro gli abusi dei potenti. Amabile, sapeva essere sapiente nel dare consigli ed era molto ricercato dentro e fuori del suo Ordine. Dopo due anni a frate Giuseppe si accentuarono i fenomeni delle estasi con levitazioni, Giuseppe costituì un problema per i suoi Superiori che, per distogliere da lui l'attenzione del popolo, che sempre più numeroso accorreva a vedere il santo francescano, lo mandarono in vari con-

venti dell'Italia Centrale. Di lui si interessò l'Inquisizione di Napoli, che lo convocò per capire di cosa si trattasse e, nel monastero napoletano di S. Gregorio Armeno, davanti ai giudici, Giuseppe ebbe un'estasi. La Congregazione romana del Santo Uffizio, alla presenza del Pp Urbano VIII (Maffeo Barberini, 1623-1644), lo assolse dall'accusa di abuso della credulità popolare e lo confinò in un luogo isolato, lontano da Copertino e sotto sorveglianza del tribunale. Il 9 luglio 1657 Pp Alessandro VII (Fabio Chigi, 1655-1667) mise fine al suo peregrinare destinandolo ad Osimo, dove rimase per sette anni fino alla morte, continuando ad avere estasi, a sollevarsi da terra e ad operare prodigi miracolosi. Muore il 18 settembre 1663 a 60 anni; il suo corpo è custodito nella cripta del santuario, in un'urna di bronzo dorato. Fu beatificato da Papa Benedetto XIV il 24 febbraio 1753 e dichiarato santo da Papa Clemente XIII il 16 luglio 1767.

DON EMANUELE MAMELI

29 GIUGNO SCORSO è stato consegnato alla comunità cristiana nazionale il testo Incontriamo Gesù, redatto dalla Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi e sancito dal voto della 66ma Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana (Roma, 19-22 maggio 2014). Un documento “condiviso”, in quanto nella sua stesura confluiscono i contributi di tutte le Conferenze Episcopali Regionali Italiane, e che nel suo lungo percorso di redazione ha conosciuto diverse ed importanti svolte, non ultima la novità del pontificato di Papa Francesco e soprattutto la linea pastorale tracciata dall’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium. È bene precisare che Incontriamo Gesù non è un documento che muta radicalmente la catechesi e non ha la pretesa di colmare vuoti, inadempienze e fatiche progettuali e pastorali che facilmente si sperimentano nella catechesi. È sicuramente un documento che, inserendosi nel cammino tracciato dal Rinnovamento della Catechesi e alla luce della significativa stagione di sperimentazione che ha coinvolto le diocesi italiane da quindici anni a questa parte relativamente all’Iniziazione Cristiana, intende richiamare la Chiesa al compito

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missionario che le è stato affidato dal Signore e che ne qualifica la sua presenza nel mondo, attivando una sensibilità, un dinamismo e una nuova progettualità. L’anima, l’ispirazione e la prospettiva del documento sono tutti nel titolo: Incontriamo Gesù. Forse, parlando di annuncio e di catechesi ci saremo aspettati Annunciamo Gesù, Comunichiamo Gesù o qualcosa di simile. Con questa scelta la Chiesa italiana si è voluta mettere in gioco: non annuncerà Gesù e non potrà co-

STORIE DI SANTI

S. Giuseppe da Copertino di ANDREA AGOSTINO

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on la ripresa delle attività scolastiche la figura di San Giuseppe da Copertino risulta essere una figura importante, infatti è il patrono degli studenti. San Giuseppe nasce a Copertino, presso Lecce il 17 giugno 1603. A sette anni iniziò la scuola, ma una grave malattia lo costrinse ad abbandonarla. Quando guarì, a 15 anni, si attribuì il miracolo alla Madonna delle Grazie di Galatone (Lecce). Durante la malattia aveva pensato di farsi sacerdote francescano ma gli mancava, però, la dovuta istruzione. Nel 1625, all'età di 22 anni, i frati presero a cuore la situazione e lo ammisero nella comunità, prima come oblato, poi come terziario e finalmente come fratello laico. Addetto ai lavori pesanti ed alla cura della mula del convento, Giuseppe,

ben presto, espresse il desiderio di diventare sacerdote: sapeva appena leggere e scrivere ma intraprese gli studi con volontà e difficoltà. Quando dovette superare l'esame per il diaconato davanti al vescovo, accadde che a Giuseppe, il quale non era mai riuscito a spiegare il Vangelo dell'anno liturgico tranne un brano, il vescovo aprendo a caso il libro domandò il commento della frase:«Benedetto il grembo che ti ha portato»: era proprio l'unico brano che egli era riuscito a spiegare. Quando trascorsi i tre anni di preparazione al sacerdozio, per la seconda volta fra Giuseppe, superò l'ostacolo degli esami in modo stupefacente e, il 18 marzo 1628, a Poggiardo, fu ordinato sacerdote. Nel corso della sua vita, ebbe tanti incontri con persone di elevata cultura, con le quali par-

IL PORTICO

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detto tra noi Meno male che la Chiesa c’è di D. TORE RUGGIU

Il numero 134 del mensile di informazione e formazione apologetica “Il Timone” a pag. 12 pubblica un interessante servizio, a cura di Andrea Zambrano, sugli interventi della Chiesa a favore di poveri. E il titolo, parafrasando il canto di Forza Italia “Meno male che Silvio c’è”, è accattivante: “Povertà, meno male che la Chiesa c’è”. Solo in Italia, riferisce il giornalista, sono oltre 4 milioni i poveri e in continuo aumento. Un dramma sociale solo attenuato dalla presenza capillare delle organizzazioni cattoliche che distribuiscono cibo, vestiario, danno ospitalità, talora perfino trasformando le Chiese in dormitori. I dati citati sono presi dal Censis, fonte sicura e autorevole. Purtroppo, dobbiamo dirlo, il volontariato ha dovuto e deve rimboccarsi le maniche, spesso nel disinteresse generale e specificamente dello Stato e della politica. Le strutture caritative, la maggior parte cattoliche, sono 8.800. La Caritas ha 814 centri di ascolto e distribuisce pasti gratuiti quotidianamente a favore di circa 300.000 persone. La carità in Italia ha, dunque, una forte impronta cattolica. Se tutte queste organizzazioni chiudessero, lo Stato rischierebbe il fallimento, oppure sarebbe costretto ad aumentare le tasse ai poveri contribuenti già tartassati. La Chiesa e tutto il volontariato fa un atto di supplenza….e meno male! Si è calcolato che lo Stato dovrebbe corrispondere annualmente un valore di circa 200 milioni di euro per sostenere pasti gratuiti a quasi 2 milioni di persone. Purtroppo i volontari (circa 1.700 solo del banco alimentare), riescono a raggiungere almeno la metà dei 4 milioni di poveri. E gli altri? E i profughi e i rifugiati? E le 25 mila organizzazioni no profit (la stragrande maggioranza cattoliche) e i 900 mila volontari impegnati quasi quotidianamente, si trovano impotenti davanti ad un fenomeno di così vaste proporzioni. Significativa la dichiarazione del direttore del banco alimentare, settore farmaceutico: “da quando dirigo il banco farmaceutico, non ho mai ricevuto una richiesta di incontro e nessuna telefonata da nessun rappresentante di partito. Qualcuno apprezza, ma questo non si traduce in un appoggio dalla parte delle istituzioni”. Qualcosa si è ottenuta con la legge del buon samaritano approvata dal Parlamento nel 2003, che consente di raccogliere pasti caldi nelle mense scolastiche, ospedali, caserme….che diversamente sarebbero andati buttati. Sarebbe bene che chi critica la Chiesa (molti) dovrebbe prima di parlare tapparsi la bocca, contare almeno fino a cento, accertarsi che la lingua sia ben collegata al cervello e che questo funzioni. Perché francamente non se ne può più di sentire bugie, falsità, calunnie e luoghi comuni da ambiente di mercatino. Se estendessimo la riflessione ai Paesi di missione, dove molti uomini e donne danno la vita per i più poveri, molti criticoni e calunniatori dovrebbero arrossire e tapparsi il becco per il resto della propria vita. Amen!


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IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO

IL PORTICO

Il Santo Padre. La catechesi all’Udienza generale sul tema della Chiesa madre.

La Chiesa è madre dei credenti sul modello della Vergine Maria ella sua maternità, la Chiesa ha come modello la Vergine Maria, il modello più bello e più alto che ci possa essere. È quanto già le prime comunità cristiane hanno messo in luce e il Concilio Vaticano II ha espresso in modo mirabile (cfr Cost. Lumen gentium, 63-64). La maternità di Maria è certamente unica, singolare, e si è compiuta nella pienezza dei tempi, quando la Vergine diede alla luce il Figlio di Dio, concepito per opera dello Spirito Santo. E tuttavia, la maternità della Chiesa si pone proprio in continuità con quella di Maria, come un suo prolungamento nella storia. La Chiesa, nella fecondità dello Spirito, continua a generare nuovi figli in Cristo, sempre nell’ascolto della Parola di Dio e nella docilità al suo disegno d’amore. La Chiesa è madre. La nascita di Gesù nel grembo di Maria, infatti, è preludio della nascita di ogni cristiano nel grembo della Chiesa, dal momento che Cristo è il primogenito di una moltitudine di fratelli (cfr Rm 8,29) e il nostro primo fratello Gesù è nato da Maria, è il modello, e tutti noi siamo nati nella Chiesa. Comprendiamo, allora, come la relazione che unisce Maria e la Chiesa sia quanto mai profonda: guardando a Maria, scopriamo il volto più bello e più tenero della Chiesa; e guardando alla Chiesa, riconosciamo i lineamenti sublimi di Maria. Noi cristiani, non siamo orfani, ab-

Nella sua sollecitudine materna, la Chiesa si sforza di mostrare ai credenti la strada da percorrere per vivere un’esistenza feconda di gioia e di pace. Illuminati dalla luce del Vangelo e sostenuti dalla grazia dei Sacramenti, specialmente l’Eucaristia, noi possiamo orientare le nostre scelte al bene e attraversare con coraggio e speranza i momenti di oscurità e i sentieri più tortuosi. Il cammino di salvezza, attraverso il quale la Chiesa ci guida e ci accompagna con la forza del Vangelo e il sostegno dei Sacramenti, ci dà la capacità di difenderci dal male. La Chiesa ha il coraggio di una madre che sa di dover difendere i propri figli dai pericoli che derivano dalla presenza di satana nel mondo, per portarli all’incontro con Gesù […] 3. Cari amici, questa è la Chiesa, questa è la Chiesa che tutti amiamo, questa è la Chiesa che amo io: una madre che ha a cuore il bene dei propri figli e che è capace di dare la vita per loro. Non dobbiamo dimenticarci però che la Chiesa non sono solo i preti, o noi vescovi, no, siamo tutti! La Chiesa siamo tutti! D’accordo? E anche noi siamo figli, ma anche madri di altri cristiani. Tutti i battezzati, uomini e donne, insieme siamo la Chiesa. Quante volte nella nostra vita non diamo testimonianza di questa maternità della Chiesa, di questo coraggio materno della Chiesa! Quante volte siamo codardi! 3 settembre 2014

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biamo una mamma, abbiamo una madre, e questo è grande! Non siamo orfani! La Chiesa è madre, Maria è madre. 2. La Chiesa è nostra madre perché ci ha partoriti nel Battesimo. Ogni volta che battezziamo un bambino, diventa figlio della Chiesa, entra nella Chiesa. E da quel giorno, come mamma premurosa, ci fa crescere nella fede e ci indica, con la forza della Parola di Dio, il cammino di salvezza, difendendoci dal male. La Chiesa ha ricevuto da Gesù il tesoro prezioso del Vangelo non per trattenerlo per sé, ma per donarlo generosamente agli altri, come fa una mamma. In questo servizio di evangelizzazione si manifesta in modo peculiare la maternità della Chiesa, impegnata, come una madre, ad offrire ai suoi figli il nutrimento spiri-

tuale che alimenta e fa fruttificare la vita cristiana. Tutti, pertanto, siamo chiamati ad accogliere con mente e cuore aperti la Parola di Dio che la Chiesa ogni giorno dispensa, perché questa Parola ha la capacità di cambiarci dal di dentro. Solo la Parola di Dio ha questa capacità di cambiarci ben dal di dentro, dalle nostre radici più profonde. Ha questo potere la Parola di Dio. E chi ci dà la Parola di Dio? La madre Chiesa. Lei ci allatta da bambini con questa parola, ci alleva durante tutta la vita con questa Parola, e questo è grande! È proprio la madre Chiesa che con la Parola di Dio ci cambia da dentro. La Parola di Dio che ci dà la madre Chiesa ci trasforma, rende la nostra umanità non palpitante secondo la mondanità della carne, ma secondo lo Spirito.

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

Direttore responsabile Roberto Piredda Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico, Elio Piras Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Redazione: Francesco Aresu, Federica Bande, Maria Chiara Cugusi, Fabio Figus, Maria Luisa Secchi, Roberto Comparetti. Hanno collaborato a questo numero: Tore Ruggiu, Chiara Lonis, Valeria Usala, Maria Grazia Pau, Michele Antonio Corona, Andrea Pala, Luciano Pirroni, Enrico Murgia, Christian Deiana, Franco Camba, Emanuele Mameli, Andrea Agostino. Per l’invio di materiale scritto e fotografico e per qualsiasi comunicazione fare riferimento all’indirizzo e-mail: settimanaleilportico@gmail.com L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).

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