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Poste Italiane SpA Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari

SETTIMANALE DIOCESANO

A N N O X I N .42

Stato sociale

2

Giovani

5

DI

CAGLIARI

Cagliari

DOMENICA

7

16

NOVEMBRE

2014

Testimonianze

La lotta dei malati di Sla per avere i fondi statali

Evangelizzare attraverso il canto

I 70 anni di Gigi Riva, un simbolo del calcio

La profonda umanità di Aldo Moro

n tanti sono scesi in contro i tagli. IPapapiazza Francesco ha

l 30 novembre si terrà a Cagliari la Irassegna dei cori

l campione del Cagliari rimane Iancora un esempio

l ricordo del leader DC nelle parole Icariche di intensità

espresso solidarietà

giovanili parrocchiali

per i giovani sportivi

della figlia Agnese

EDITORIALE Il dono della vita di Roberto Piredda rittanny Maynard, numero 1174. Parliamo di una donna americana di ventinove anni e il numero è quello dei malati terminali, che nello stato dell’Oregon hanno ottenuto l’autorizzazione al cosiddetto “suicidio assistito”. A Brittanny era stato diagnosticato un tumore in fase avanzata: dalla California si era trasferita in Oregon proprio per porre termine alla sua vita. Il 1 novembre ha realizzato il suo proposito. Grazie ad un video che ha fatto il giro del web, nei mesi scorsi la sua storia è diventata nota in tutto il mondo. Il suo caso, come spesso capita in queste situazioni, è stato sostenuto e propagandato dall’associazione americana pro-eutanasia Compassion and Choices (compassione e scelte). Nessuno può entrare nella coscienza della giovane americana per capire cosa l’abbia spinta ad arrivare alla decisione di togliersi la vita, solo Dio conosce cosa c’è nel profondo dell’animo umano. Il suo caso è stato però preso a pretesto da alcuni per sostenere la presunta bontà dell’eutanasia e del “diritto a morire con dignità”. Questo impone di fare delle considerazioni di carattere generale. Per una certa corrente di pensiero oggi il “suicidio”, andrebbe legalizzato, trasformandosi nel “diritto a morire”. La morte diventerebbe in questi casi “dolce” e “dignitosa”. Nella cultura contemporanea si cerca, senza riuscirci, di scansare la questione del dolore e della morte e l’insopprimibile domanda di senso che ne deriva. Alla ricerca di risposte si preferiscono le finzioni e gli eufemismi. Oriana Fallaci spiegava con grande lucidità tutto questo in un’intervista del 2004: «La parola eutanasia è per me una parolaccia. Una bestemmia nonché una bestialità, un masochismo. Io non ci credo alla buona-Morte, alla dolce-Morte, alla Morte-cheLibera-dalle-Sofferenze. La morte è morte e basta». Come al solito alcuni casi particolari vengono presi come pretesto per propagandare l’eutanasia. Ma non possiamo dimenticare le tantissime persone, certamente la maggioranza, che affrontano con dignità e coraggio malattie terribili, come ad esempio i tumori, testimoniando fino all’ultimo il valore e la bellezza della vita, seppure irrimediabilmente ferita. Alle persone provate dalla malattia e dalla prospettiva di una vita che volge rapidamente al termine, giova veramente offrire la possibilità di un suicidio “legalizzato”, magari in una clinica dove tutto è perfetto per lo scopo? Non sarebbe invece necessario stare accanto a chi si trova in tale condizione, garantendo la giusta assistenza medica e la vicinanza di familiari e amici? I progressi della medicina permettono di assistere in maniera sempre migliore i malati terminali, e in ogni caso si devono evitare forme di accanimento terapeutico. La parola della Chiesa in questo campo non è quella del “no”, ma al contrario c’è un grande “sì”, detto senza tentennamenti, alla vita, dal suo inizio fino al suo termine naturale. In questa visione si può riconoscere chiunque, a prescindere dalla sua fede, perché si tratta di un messaggio profondamente umano. La pazienza e l’amore con cui tantissime persone stanno accanto ai propri cari fino all’ultimo istante dell’esistenza, dando forza a quanti sono provati moralmente e fisicamente, non è l’ideologia di qualche pensatore, ma è semplicemente la realtà. Come ci insegna Papa Francesco, in questo campo la posta in gioco è grande: «Quanto vale l’uomo e su che cosa si basa questo suo valore. La salute è certamente un valore importante, ma non determina il valore della persona.

B

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Anniversari. 25 anni fa la caduta del Muro di Berlino

Servono ponti non muri

Il 9 novembre del 1989 veniva giù definitivamente il muro che separava in due la città di Berlino, simbolo tragico di una stagione di negazione della libertà. Papa Francesco all’Angelus ha ricordato il significato di questo avvenimento per l’oggi: “Preghiamo perché si diffonda sempre più una cultura dell’incontro, capace di far cadere tutti i muri che ancora dividono il mondo, e non accada più che persone innocenti siano perseguitate e perfino uccise a causa del loro credo e della loro religione”

Attualità

3 Senorbì

La Chiesa di fronte alla realtà delle tasse locali

75 anni fa veniva dedicata la chiesa parrocchiale

In memoria 14 Cultura Il ricordo di Padre Stefano Mascia dei Frati Cappuccini

11

16

In Facoltà Teologica il Seminario sul tema del “gender”


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