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Poste Italiane SpA Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari

SETTIMANALE DIOCESANO

A N N O X I N .43

Chiesa

2

Regione

3

DI

CAGLIARI

Famiglia

DOMENICA

11

23

NOVEMBRE

2014

Cultura

13

Una riflessione sulla vita dei presbiteri

La riforma della sanità in Sardegna

Il servizio del Tribunale Ecclesiastico

Il Convegno sul “gender” in Facoltà Teologica

’Assemblea Generale della CEI ha lavorato L sulla realtà della

l Consiglio Regionale ha approvato la Ilegge che modifica il

’intervista a don Mario Bucciero, L Vicario Giudiziale, sui

ristide Fumagalli ha approfondito A il tema della

formazione permanente

sistema sanitario

casi di nullità

differenza di genere

EDITORIALE

€ 1.00

Diritto alla vita. Le parole del Papa ai Medici Cattolici

La Chiesa per la scuola di Roberto Piredda on bisogna smettere di lavorare per “La buona scuola”. Il 15 novembre è terminato il periodo di consultazione sulle linee guida del Governo italiano in materia d’istruzione. Pur nella normale dialettica tra le diverse posizioni intorno alle proposte governative, c’è sicuramente da notare un fatto positivo: si parla di scuola e si cerca di discutere su qualcosa di concreto. Non è poco. Il mondo cattolico non è rimasto estraneo al dibattito sulla scuola e questo grazie alle riflessioni, portate avanti sulla stampa e nella rete, e anche ai contributi specifici sul testo de “La Buona scuola”, che sono stati realizzati da varie realtà associative di insegnanti e studenti. Un campo significativo dove si realizza il contributo della comunità ecclesiale all’istruzione è senza dubbio quello dell’Insegnamento della Religione Cattolica (Irc), che rappresenta una risorsa preziosa dentro il sistema della scuola pubblica italiana, sia statale che paritaria. Mentre l’attenzione della gran parte dei media si concentra soltanto su “scandali” inventati come quello dell’insegnante di Moncalieri o della lettera circolare dell’Ufficio Irc della diocesi di Milano, si tace su ciò che avviene ogni giorno nelle scuole italiane. Nove studenti su dieci, statistiche ufficiali alla mano, scelgono di avvalersi ogni anno dell’Irc. Nella diocesi di Cagliari, per esempio, la percentuale supera il 94%. Si tratta di una scelta libera e consapevole, che fa emergere il riconoscimento evidente dell’importanza dell’ora di religione da parte delle famiglie e degli studenti. Nell’Accordo di revisione del Concordato del 1984 leggiamo che «la Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado» (Art. 9. 2). Comprendiamo quindi - ed è cosa da sottolineare che l’Irc non è una forma di “catechesi dentro la scuola”, ma una materia scolastica curricolare che viene impartita nel «quadro delle finalità della scuola». La realtà dell’Irc è di carattere concordatario, deriva cioè da un particolare accordo tra lo Stato Italiano e la Santa Sede, che ha reso possibile il suo inserimento nel quadro delle finalità della scuola. La normativa concordataria ha poi sempre riconosciuto il diritto dell’Ordinario (il vescovo diocesano) di concedere l’idoneità all’insegnamento ai docenti e decidere, attraverso l’Intesa con l’Autorità scolastica, sulla loro destinazione nelle scuole. L’Irc costituisce una realtà “atipica”, ma questa è proprio la sua ricchezza: è istituzionalmente inserito nel quadro delle finalità della scuola e, al contempo, mantiene un riferimento decisivo con la comunità ecclesiale, che garantisce la formazione iniziale e permanente dei docenti, li sceglie e li invia nelle scuole come espressione della sua missione educativa. Perché l’Irc sia sempre più efficace è necessario che i docenti, preti e laici, coltivino questa sana “atipicità”, data soprattutto dalla capacità di offrire il valore aggiunto di chi sente la chiamata ad essere educatore, sta attento alle necessità dei ragazzi espresse in diverse forme-, e li aiuta ad essere delle persone libere e responsabili, operando da cristiani nella scuola. Continua a pagina 2

N

Fedeli al Vangelo della vita Il Santo Padre ha ricordato il vero significato del prendersi cura di ogni persona e ha messo in guardia contro una falsa idea di compassione: “Alla luce della fede e della retta ragione, la vita umana è sempre sacra e sempre ‘di qualità’. Il pensiero dominante propone a volte una ‘falsa compassione’: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica ‘produrre’ un figlio, considerato come un diritto, invece di accoglierlo come dono” 16

n VEGLIA

D’AVVENTO

Lavoro

3 Giovani

I Vescovi sardi vicini ai dipendenti di Meridiana

Cagliari Un’indagine sul quartiere di Is Mirrionis

5

Un percorso di fede per i cresimandi del Poetto

7 Spettacolo 10 Il grande successo della Traviata al Teatro Lirico

Sabato 29 novembre alle ore 20, si terrà a Cagliari, nella chiesa Cattedrale, la Veglia di preghiera per l’inizio dell’Avvento, “Vieni e illumina la nostra casa”, presieduta dall’Arcivescovo. Sono invitati tutti i fedeli della Diocesi: in particolare i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i diaconi, i catechisti, i membri dei consigli pastorali, i laici delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, i tanti collaboratori nelle attività pastorali, diocesane e parrocchiali.


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