Poste Italiane SpA Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari
SETTIMANALE DIOCESANO
A N N O X I I N .15
Economia
2
Chiesa
5
DI
CAGLIARI
Cagliari
DOMENICA
7
12
APRILE
€ 1.00
2015
Diocesi
11
Proposte per un fisco più equo
Dieci anni fa la nascita al cielo di Papa Wojtyla
Un piano contro il dissesto idrogeologico
Le celebrazioni del Triduo Pasquale in Cattedrale
a Cisl ha promosso una raccolta di firme per L una proposta di legge
l ricordo grato di San Giovanni Paolo II nelle Iparole di Joseph Ratzinger,
Comune ha previsto serie di interventi Iinluna particolare per la zona
ons. Miglio: “Siamo chiamati ad essere rami M fruttuosi della pianta della
d’iniziativa popolare
suo primo successore
di Pirri
vera vita che è il Risorto”
EDITORIALE La via dell’umiltà di Roberto Piredda a fretta inutile e l’agitazione superficiale non vanno mai bene in nessun campo della vita e tanto meno per quanto riguarda il nostro cammino di fede. Abbiamo vissuto le giornate intense della Settimana Santa, culminate nella luce sfolgorante della Pasqua di Risurrezione. Il rischio più terribile ora è quello di dare per scontato tutto questo, di consegnare la ricchezza di grazia di questi giorni ad un momento, magari importante, ma che passa come tanti altri. Si gira pagina, si va avanti, ed è come se quanto si è vissuto fosse d’un tratto sparito, rimesso nel cassetto, in attesa di essere tirato fuori l’anno successivo. Non può essere certamente questo l’atteggiamento dei cristiani di fronte all’avvenimento decisivo della Risurrezione. Qui si gioca tutto della nostra fede: «Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede» (1 Cor 15, 14). La sapienza della liturgia della Chiesa ci aiuta a non passare oltre con troppa leggerezza, donandoci per questo la possibilità di sostare nella contemplazione del mistero della Risurrezione durante l’ottava e in tutto il tempo pasquale. Per non perdere di vista la grazia della Pasqua, può essere d’aiuto riprendere in mano anzitutto alcune riflessioni contenute nelle omelie di Papa Francesco durante la Settimana Santa. Una sola via permette di non perdere il contatto con la Pasqua: l’umiltà. È la via scelta dal Figlio di Dio per portarci la salvezza ed è l’unica strada che siamo chiamati a percorrere per seguirlo da autentici discepoli. Umiliarsi, ha spiegato il Santo Padre, «è prima di tutto lo stile di Dio: Dio si umilia per camminare con il suo popolo, per sopportare le sue infedeltà […] è la via di Dio, la via dell’umiltà. È la strada di Gesù, non ce n’è un’altra. E non esiste umiltà senza umiliazione» (Omelia, Domenica delle Palme, 29 marzo). Percorrere la strada dell’umiltà ci apre alla scoperta sempre più profonda del mistero di Dio: «Non si può vivere la Pasqua senza entrare nel mistero. Non è un fatto intellettuale, non è solo conoscere, leggere… è di più, è molto di più! […] Per entrare nel mistero ci vuole umiltà, l’umiltà di abbassarsi, di scendere dal piedistallo del nostro io tanto orgoglioso, della nostra presunzione; l’umiltà di ridimensionarsi, riconoscendo quello che effettivamente siamo: delle creature, con pregi e difetti, dei peccatori bisognosi di perdono. Per entrare nel mistero ci vuole questo abbassamento che è impotenza, svuotamento delle proprie idolatrie… adorazione. Senza adorare non si può entrare nel mistero» (Omelia, Veglia Pasquale, 4 aprile). Il cammino dell’umiltà, così come ce lo ha indicato Papa Francesco, non è un generico sentimento che riscalda il cuore per un momento, ma senza cambiarlo; è invece una via di reale umiliazione, di rifiuto della mondanità per aprirsi al servizio verso Dio e i fratelli nella vita quotidiana. La mondanità «ci offre la via della vanità, dell’orgoglio, del successo… È l’altra via. Il maligno l’ha proposta anche a Gesù, durante i quaranta giorni nel deserto. Ma Gesù l’ha respinta senza esitazione. E con Lui, con la sua grazia soltanto, col suo aiuto, anche noi possiamo vincere questa tentazione della vanità, della mondanità, non solo nelle grandi occasioni, ma nelle comuni circostanze della vita» (ibidem). Solo chi si umilia, ha spiegato il Santo Padre, «può andare verso le “cose di lassù”, verso Dio. L’orgoglioso guarda “dall’alto in basso”, l’umile guarda “dal basso in alto”» (Messaggio alla Benedizione Urbi et Orbi, 5 aprile). Continua a pagina 2
L
Attualità. Il massacro degli studenti cristiani nell’Università di Garissa in Kenya
I martiri di oggi
«Deve continuare da parte di tutti il cammino spirituale di preghiera intensa, di partecipazione concreta e di aiuto tangibile in difesa e protezione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani. Loro sono i nostri martiri di oggi, e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nei primi secoli. Auspico che la Comunità Internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Auspico veramente che la Comunità Internazionale non volga lo sguardo dall’altra parte». (Papa Francesco, Regina Coeli, 6 aprile 2015) 3-4
Chiesa La festa di Pasqua in Terra Santa
Pastorale
3 Quartu S.E.
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I giovani in visita agli altari della reposizione
12 Eventi
Il 19 aprile si terrà L’Incontro la Giornata Diocesana diocesano delle famiglie dei cori liturgici
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