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www.syndicom.ch Il sindacato dei media e della comunicazione

AZB 3001 Berna Cambi di indirizzo sono da inviare a: syndicom, Adressverwaltung, Monbijoustrasse 33, casella postale, 3001 Berna voto del 18 ot tobre Il commento ai risultati delle elezioni lo facciamo riprendendo alcune strofe della canzone “sinistra destra” di Giorgio Gaber. “Tutti noi ce la prendiamo con la storia ma io dico che la colpa è nostra è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra... Fare il bagno nella vasca è di destra far la doccia invece è di sinistra. Una bella minestrina è di destra il minestrone è sempre di sinistra tutti i films che fanno oggi son di destra se annoiano son di sinistra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra... la pisciata in compagnia è di sinistra il cesso è sempre in fondo a destra. L’ideologia, malgrado tutto credo ancora che ci sia, è la passione, l’ossessione della tua diversità che al momento dove è andata non si sa. Il pensiero liberale è di destra ora è buono anche per la sinistra non si sa se la fortuna sia di destra la sfiga è sempre di sinistra. Il saluto vigoroso a pugno chiuso è un antico gesto di sinistra quello un po’ degli anni ’20, un po’ romano è da stronzi oltre che di destra. Tutto il vecchio moralismo è di sinistra la mancanza di morale è a destra anche il Papa ultimamente è un po’ a sinistra è il demonio che ora è andato a destra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra... La risposta delle masse è di sinistra con un lieve cedimento a destra son sicuro che il bastardo è di sinistra il figlio di puttana è a destra.” Al di là delle definizioni chissà se la gente si è resa conto di aver scelto con il voto a destra di smantellare le assicurazioni sociali, di affondare definitivamente il servizio pubblico, di rinunciare alle politiche di energia alternativa e tutela dell’ambiente e soprattutto, di lasciare i lavoratori alla mercé dei padroni. (red)

Telecomunicazioni

Conquistati altri CCL ma la strada è ancora lunga

Europa

› Pag. 6

Economia e austerità: le tasche dei lavoratori sono sempre più leggere › Pag. 11

Italia

Il diritto alla disoccupazione con il Jobs Act fa passi avanti › Pag. 13

dossier

Un’AVS forte per giovani e vecchi! L’assicurazione vecchiaia e superstiti rimane il nostro più importante pilastro di previdenza e non ha eguali in termini di coesione sociale ed equilibrio. Bisogna quindi rafforzarla e non indebolirla. › Pagg. 2-3

AVS

Une prévoyance vieillesse forte pour jeunes Respinti gli attacchi dei datori di lavoroet vieux CCL dell’industria grafica e stampa di imballaggi

Il 30 settembre, la quarta tornata di trattative si è conclusa con la convinzione che i sindacati fossero riusciti a respingere gli attacchi dei datori di lavoro al contratto collettivo di lavoro nell’industria grafica. È stata un’intensa giornata di trattative in cui si è temuto che esse potessero essere interrotte da un momento all’altro. Ma poco prima della conclusione, la situazione si è capovolta e le delegazioni di syndicom e di syna sono tornate a casa con la speranza che nella tornata di trattative finale, prevista per il 4 novembre, si giungerà a un nuovo CCL in grado di difendere le condizioni occupazionali dei lavoratori e delle lavoratrici dell’industria grafica. Se tutto procederà regolarmente, il nuovo CCL, che entrerebbe in vigore a partire dal 1° gennaio 2016, potrà finalmente essere dichiarato di obbligatorietà generale.

Accordo raggiunto sui seguenti punti determinanti: • Non sarà effettuato alcun taglio ai supplementi per il lavoro notturno per la stampa di giornali. Questi resteranno al 70% come oggi. Le aziende che corrispondono un supplemento più alto, dovranno compensare un’eventuale diminuzione. • L’orario di lavoro normale resta inalterato a 40 ore la settimana. Questo vale sia per le tipografie commerciali sia per la stampa di giornali. Ora però può essere introdotta la settimana di 42 ore anche nella stampa di giornali. › Continua a pag. 4

© SGB

N. 10 23 ottobre 2015


2 | Dossier AVS

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015

Intervista con il presidente dell’USS Paul Rechsteiner

Riforma previdenza AVS 2020, il prezzo È metà agosto quando la commissione della salute pubblica del Consiglio degli Stati presenta le sue conclusioni sulla riforma di previdenza della vecchiaia 2020. Propone di aumentare le pensioni di 70 franchi, ma il prezzo in contropartita è decisamente alto. Le prime a doverlo pagare sono le donne che dovranno lavorare un anno in più e poi tutti gli altri che avranno un abbassamento del tasso di conversione al 6%. Ciònonostante il presidente dell’USS sostiene la revisione. Gli è stato chiesto perché. USS

non sono favorevoli all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne e alla riduzione dell’aliquota di conversione. Nonostante il parere contrario espresso da me e da un altro paio di persone, il Consiglio degli Stati è rimasto fermo sulle proprie posizioni. I sindacati tireranno tuttavia un bilancio e decideranno sulla questione del referendum solo al termine dei dibattiti parlamentari. In quanto deputato che ha fortemente influenzato il disegno di legge, ho dovuto prendere posizione fin da ora. Dopotutto per me la cosa fondamentale era impedire qualsiasi condizione svantaggiosa a carico degli attuali beneficiari delle rendite e compensare in modo sensato quelle dei beneficiari futuri.

Le proposte del Consiglio federale avrebbero indebolito l’AVS. Il governo intendeva mettere in discussione la compensazione del rincaro e sgravare in parte la Confederazione dal finanziamento dell’AVS. Tutti questi aspetti negativi sono stati scongiurati. Per gli attuali beneficiari è come se avessimo vinto un referendum. Inoltre il finanziamento dell’AVS è garantito fino al 2030. Tra le note positive vi è anche che la riduzione dell’ali-

quota di conversione sarà ampiamente compensata nell’ambito del secondo pilastro – integralmente per chi oggi ha già compiuto 47 anni, parzialmente per i più giovani. Si tratta inoltre del primo miglioramento apportato alle rendite AVS da vent’anni a questa parte. Ogni anno sono 840 franchi per le persone sole e oltre 2700 per i coniugi. Un risultato davvero notevole. Il segno del disegno di legge è dunque passato da negativo a positivo. Per questo ho sostenuto il risultato.

«La nostra iniziativa AVSplus mira proprio a ottenere un aumento delle rendite anche per gli attuali pensionati. Dopo 20 anni un nuovo innalzamento è più che legittimo. Ma il Consiglio degli Stati non è favorevole». Il Consiglio degli Stati vuole aumentare le rendite AVS per le nuove pensionate e i nuovi pensionati. Chi in pensione lo è già non ha bisogno di alcun aumento? La nostra iniziativa AVSplus mira proprio a ottenere un

Un’AVS sana grazie a un’economia più efficiente Una persona che lavora a tempo pieno produce sempre più…

1950

1975

aumento delle rendite anche per gli attuali pensionati. Dopo 20 anni un nuovo innalzamento è più che legittimo. Ma il Consiglio degli Stati non è favorevole. Dopotutto, se si esclude la questione dell’età pensionabile del-

AVS: il pilastro più importante della nostra previdenza

2013

Totale 11 305.– 156 000.–

2992.–

3°pilastro e reddito patrimoniale

113 000.–

56 000.– Produttività lavorativa (PIL per equivalente tempo pieno, ai prezzi attuali) … e i salari aumentano sempre più…

Totale 5967.–

106 000.–

476.–

66 000.– Salario medio (salario annuo per equivalente a tempo pieno, ai prezzi del 2014)

24 000.–

Totale 3487.– 213.– 174.–

… ecco perché per finanziare una rendita servono sempre meno persone attive

1950 7,3 persone attive per 1 beneficiario di rendita AVS

2013 1,7 persone attive per 1 beneficiario di rendita AVS

La rendita AVS massima ammontava a 595 franchi nel 1950 (ai prezzi attuali). Per finanziare una simile rendita servivano 7,3 persone attive. Oggi non ne servirebbero più di 1,7.

L’AVS è in grado di finanziare senza problemi l’invecchiamento demografico poiché «si nutre» del progresso economico. A più di 65 anni dalla sua creazione, l’AVS continua a essere in attivo. A dispetto dell’invecchiamento demografico e di qualsiasi allarmismo. Dato che dal 1948 si è assistito a un aumento della produttività lavorativa, e quindi dei salari, sono automaticamente aumentati anche i contributi AVS. Grazie alla sua geniale modalità di finanziamento, l’AVS beneficia direttamente della crescente produttività dell’economia svizzera. In effetti, versiamo dei contributi AVS per ogni franco guadagnato. Se i salari aumentano grazie a una maggiore produttività, aumentano anche le entrate derivanti dai contributi salariali. Nutrendosi dello sviluppo economico, l’AVS è in grado di versare rendite più numerose e più alte e di far fronte anche in futuro all’invecchiamento demografico.

3100.–

2233.–

5330.–

Rendita della previdenza professionale

Rendita della previdenza professionale

3258.–

2983.–

Rendita AVS e prestazioni complementari

Rendita AVS e prestazioni complementari

Rendita AVS e prestazioni complementari

Salari più bassi

Salari medi

Salari alti

FONT I: UFS, INDAGINE SUL BUDGET DELLE ECONOMIE DOMES T ICHE (IBED) E RILEVAZIONE SULLE FORZE DI L AVORO IN S VIZ ZERA (RIFOS)

Sgb: Il Consiglio degli Stati intende alzare le rendite AVS, ma resta fermo sulle proprie posizioni in merito all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne e alla riduzione dell’aliquota di conversione. L’aumento delle rendite AVS sarà sufficiente a far inghiottire questo gigantesco rospo ai sindacati? Paul Rechsteiner: I sindacati

Il compromesso è dunque accettabile?

FONT I: UFS; UFAS; KOF/SIEGENTHALER (2014

In passato in Svizzera la povertà era un fenomeno diffuso tra gli anziani che è stato possibile arginare in modo sostanziale proprio grazie all’AVS. Anche i giovani, che la maggior parte dei casi in passato doveva prendersi cura dei genitori, ne hanno tratto notevoli vantaggi. Oggi possono infatti spesso beneficiare dell’indipendenza raggiunta dalla generazione dei genitori, che fornisce un grande contributo ad esempio nella cura dei nipoti. Se oggi in Svizzera le persone possono invecchiare con dignità, il merito va alle assicurazioni sociali, e all’AVS su tutte. Ciononostante, o forse proprio per questo motivo, sono vent’anni che l’Assicurazione vecchiaia e superstiti è oggetto di attacchi politici. Innumerevoli studi e rapporti l’hanno messa in cattiva luce. Molti di questi lavori sono stati commissionati da banche e compagnie assicurative. Stando a certi mezzi di informazione, si ricava persino l’impressione che l’AVS sia prossima al collasso.

Per la grande maggioranza dei pensionati, la rendita AVS è la principale fonte di reddito. Chi pensa che oggi l’AVS non sia più così importante è male informato. Quasi tutti percepiscono una rendita AVS una volta raggiunta l’età pensionabile. Per contro, sono molto meno i pensionati che beneficiano della previdenza professionale e, soprattutto, privata: su 100 pensionate e pensionati, 33 non beneficiano del 2° pilastro. Con la sua rendita mensile massima di 2350 franchi (per i single) e di 3525 franchi (per i coniugi), l’AVS svolge, fino alle classi medie, un ruolo finanziario chiave. Per due terzi delle pensionate e dei pensionati, l’AVS rappresenta la più importante fonte di entrata. È necessario che l’AVS diventi ancora più forte poiché le rendite del 2° pilastro sono sotto pressione; per i pensionati attuali, queste ultime non vengono più indicizzate all’inflazione.


AVS Dossier | 3

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015

più alto lo pagano le donne «Il principio è semplice. Tutti sono tenuti a versare i contributi sulla totalità del proprio salario, ma chi paga contributi commisurati a un reddito da un milione di franchi non avrà diritto a una rendita superiore rispetto a chi percepisce un reddito medio».

© Z VG

le donne, ha rinunciato a tutti gli altri punti che si sarebbero ripercossi negativamente sugli attuali beneficiari. Chi invece vuole che l’innalzamento delle rendite riguardi tutti deve impegnarsi con questa iniziativa. Essa ha già ottenuto ottimi risultati. Ha infranto il tabù secondo cui l’AVS non poteva essere in alcun modo migliora-

L’AVS: pilastro fondamentale per le donne

Capitale investito nell’AVS e nella previdenza

Fondo di compensazione AVS 1390.–

1750.–

Il PLR e l’UDC vogliono ribaltare la soluzione proposta dal Consiglio degli Stati e combattere l’in-

Perché alcuni denigrano l’AVS

Rendita PP

Rendita AVS 1800.–

ta. Il Consiglio degli Stati punta nuovamente sull’AVS, ed è un enorme passo avanti. Se il disegno di legge non dovesse subire modifiche, un tale successo sarebbe in parte da ascrivere all’AVSplus.

2580.–

Rendite medie mensili Secondo il sesso, in franchi, 2012

nalzamento delle rendite AVS. Per ragioni demografiche queste sarebbero «totalmente fuori contesto», «inaccettabili», addirittura «paradossali». Come rispondi a questa critica?

43 mia. franchi

891 miliardi di franchi

Investimenti e liquidità dell’AVS

L’effetto compensativo dell’AVS Ai fini del diritto alla pensione, l’AVS non considera soltanto i salari compensando così la disparità tra donne e uomini

Motivi per cui chi guadagna un reddito molto alto e i superricchi non vogliono un’AVS troppo forte

+ assicurati anche senza un lavoro + finanziamento solidale

• anche chi guadagna redditi molto alti nonostante i contributi milionari versati non riceve più della rendita massima di 2350 franchi

+ computo del reddito del coniuge

• anche chi guadagna redditi molto alti, e che dunque non ha bisogno della rendita AVS, deve pagare l’8,4% sul reddito totale bonus incluso

Salario

Salario

FONT I: UFS; SESAM

+ accrediti per compiti educativi e assistenziali

Molti sottostimano la grande importanza dell’AVS per le donne. Solo l’AVS tiene conto delle attività educative e assistenziali per il calcolo della rendita. Nel 2° pilastro molte donne vengono svantaggiate. Moltissime pensionate dispongono solo di una rendita modesta. Su 100, quasi tutte beneficiano di una rendita AVS, ma solo 58 hanno un 2° pilastro (uomini: 78). E quelle che ne hanno uno non percepiscono un granché. Le rendite del 2° pilastro delle donne, in media 1390 franchi al mese, sono due volte inferiori a quelle degli uomini e le prestazioni in capitale (50 000 franchi) tre volte inferiori. Nell’AVS, per contro, le rendite degli uomini sono quasi equivalenti a quelle delle donne.[Oggi la maggioranza delle donne è attiva professionalmente. Ma quasi una su cinque non è assicurata poiché guadagna troppo poco. Molte donne lavorano a tempo parziale.] Per il lavoro familiare e assistenziale non retribuito, l’AVS assegna degli accrediti per le mansioni educative e assistenziali e questo si ripercuote positivamente sulla rendita AVS.

• i superricchi, che vivono del proprio patrimonio, pagano una parte dei fondi federali AVS attraverso le loro imposte • l’AVS chiude la forbice salariale. E fa sì che i vantaggi siano per tutti e non solo per i pochi più alti.

2350.–

8,4%

FONT I: US T; FONDO DI COMPENSAZIONE AVS/AI/IPG; FINMA; UFAS

Capitale investito

Predire il collasso dell’AVS significa sostenere le campagne condotte dalle assicurazioni e dalle banche. Insieme a coloro che percepiscono redditi elevati, queste ultime combattono un’AVS troppo forte, a favore dei propri interessi. Dalla creazione dell’AVS, le banche e le assicurazioni hanno fatto di tutto per far sì che le sue rendite restassero basse e non consentissero di coprire il minimo vitale. Questo spinge di fatto a investire il più possibile nella previdenza professionale e privata. I 40 miliardi di entrate annuali dell’AVS servono a finanziare immediatamente le rendite. Le eccedenze finiscono nel fondo di compensazione AVS che funge da ammortizzatore in caso di oscillazione delle entrate. Attualmente, questo fondo gestisce un patrimonio di 43 miliardi di franchi. Il capitale immobilizzato del 2° pilastro ammonta a ben 891 miliardi di franchi. La gestione di tale importo costituisce un grande affare per l’industria finanziaria.

Gli ambienti che avanzano queste argomentazioni sono rimasti all’era Couchepin: vogliono peggiorare le rendite. A queste persone consiglio di frequentare un corso di base sul funzionamento dell’AVS. Ci sono un paio di dati di fatto elementari che sfuggono loro in merito al finanziamento dell’assicurazione. Tra tutti i sistemi previdenziali l’AVS dispone del miglior finanziamento possibile, consente infatti di far fronte ai costi legati all’aumento dell’aspettativa di vita e al numero di pensionate e pensionati. Il principio è semplice. Tutti sono tenuti a versare i contributi sulla totalità del proprio salario, ma chi paga contributi commisurati a un reddito da un milione di franchi non avrà diritto a una rendita superiore rispetto a chi percepisce un reddito medio. La crescita economica e quindi l’aumento degli stipendi vengono pertanto assorbiti in toto dall’AVS. È questo il principio fondamentale del funzionamento dell’AVS, e non il numero di persone attive rispetto ai pensionati, un rapporto che in effetti è diminuito dall’introduzione dell’AVS. Senza questo brillante modello di finanziamento non sarebbe stato possibile evitare un aumento dei contributi AVS, anche se dal 1975 il numero dei beneficiari delle prestazioni AVS è più che raddoppiato, passando da 900 000 a oltre 2,1 milioni. È stato aggiunto solo un piccolo punto percentuale all’IVA.

Le rendite dei giovani non sono dunque in pericolo, come presunti esperti continuano a ripetere? No. Rafforzare l’AVS è, anzi, proprio nell’interesse dei giovani. Se l’AVS non esistesse, i giovani dovrebbero innanzitutto prendersi direttamente cura dei propri genitori, ci ritroveremmo quindi nuovamente in una difficile situazione di dipendenza reciproca tra giovani e anziani. In secondo luogo – ma ancora più importante – in assenza dell’AVS i giovani dovrebbero provvedere alla pensione con piani privati. E sarebbe davvero troppo oneroso da sostenere. L’AVS è la forma previdenziale meno onerosa. Per chi percepisce un reddito medio o basso il rapporto prezzo/prestazione non ha eguali.


4 | Dalle professioni  Respinti gli attacchi dei datori di lavoro   Continua da pag. 1 Analogamente a quanto avviene nelle tipografie commerciali, un tale aumento dell’età lavorativa può essere deciso solo previo accordo con i comitati del personale e con le commissioni aziendali, oppure, in mancanza di questi ultimi, con i lavoratori che possono farsi sostenere dalle loro parti sociali. • I salari minimi per il personale non qualificato restano nel CCL, così come il salario minimo per i dipendenti qualificati dopo il 5° anno di lavoro. Questo scongiura il rischio di dumping salariale, in particolare nelle regioni periferiche come il Ticino. • Per ottenere tutto questo, i sindacati hanno dovuto rinunciare alla richiesta di un modello di prepensionamento.

Tornata speciale di negoziat i e let tera di protesta L’andamento del quarto incontro di trattative tenutosi il 30 settembre ha evidenziato ancora una volta quanto sia stata importante la tornata speciale di negoziati del 16 settembre a cui erano stati invitati i responsabili delle grandi tipografie di giornali e i presidenti delle commissioni aziendali dei principali centri stampa. Anche se i datori di lavoro si sono fatti notare per la loro assenza, le argomentazioni dei rappresentanti dei lavorato-

ri non hanno mancato di sortire il loro effetto. Probabilmente hanno fatto addirittura più impressione sulla ridotta delegazione Viscom. Altrettanto impressionante e determinante per l’andamento delle trattative del 30 settembre è stata la consegna della lettera di protesta dei tipografi di giornali firmata da 480 colleghe e colleghi dei centri di stampa Tamedia, Ringier, St. Galler Tagblatt, AZ Medien e Centro stampa Ticino. 480 firme corrispondenti a circa il 70% dei dipendenti delle aziende in questione! Con le loro firme essi hanno ribadito la loro determinazione a non accettare tagli salariali esprimendo nel contempo la loro indignazione sulla scarsa considerazione da parte dei datori di lavoro che non hanno ritenuto necessario intavolare un dibattito con le commissioni aziendali.

Prossime trat tat ive L’ultima tornata di trattative è prevista per il 4 novembre e dovrà definire gli ultimi dettagli, ad esempio la durata di validità del CCL che syndicom e syna intendono fissare a 4 anni, oppure la regolamentazione della garanzia dei diritti acquisiti (ad esempio in caso di indennità per il pranzo). Ma noi di syndicom siamo fiduciosi che la delegazione incaricata sarà in grado di presentare un risultato concreto in occasione della conferenza settoriale del 5 dicembre a Berna: un buon CCL e presto anche uno di obbligatorietà generale.

Conferenza di divisione dell’industria grafica e imballaggio (IGI) Sabato, 5 dicembre 2015, ore 10.30 - 15.40 Hotel Bern, Zeughausgasse 9, Berna Alla conferenza sono invitati tutti i membri della divisione IGI. Il diritto di voto però ce l’hanno soltanto i soci che lavorano in un’azienda della divisione, i membri del comitato di divisione IGI e due membri pensionati e due membri disoccupati per regione. CCL industria grafica 2016 Il 4 novembre si terrà l’ultima tornata di trattative riguardante il CCL per l’industria grafica 2016. A questa conferenza verrà pertanto presentato il risultato di questi negoziati per poi decidere se questo CCL potrà entrare in vigore il prossimo 1° gennaio o meno. Riserva quindi questa data, partecipa e decidi tu direttamente delle tue future condizioni di lavoro. • Presentazione del risultato delle trattative • Votazione sul risultato delle trattative • Eventuali I partecipanti della conferenza di divisione IGI riceveranno per tempo l’ordine del giorno. Le iscrizioni e/o le disdette vanno segnalate entro venerdì 20 novembre 2015 all’amministrazione del settore media, a Caroline Vogt, caroline.vogt@syndicom.ch oppure per telefono allo 058 817 18 72.

Il saluto di Fritz Gurtner dopo anni di at tività per il sindacato

Sostenere una causa comune è importante

Fritz Gurtner, responsabile del settore logistica e membro da ormai molti anni del comitato direttivo del sindacato, lascia syndicom per andare in prepensionamento. Ci confida, in un’intervista, il suo rapporto con la Posta, con il sindacato e con le sfide del settore. Intervista: Bruno Schmucki Nei prossimi giorni lascerai syndicom e andrai in prepensionamento. Ci sarà finalmente un po’ di tranquillità nella tua vita o hai già progettato qualcosa di nuovo? fritz gunter: Non credo che mi farò cogliere dalla frenesia da pensionamento. Ho finito di lavorare e correre e ora si apre un periodo nuovo e speriamo entusiasmante in cui poter fare tutte le cose che non ho mai potuto fare quando ero in attività. Però prometto una cosa: non congestionerò i treni dei pendolari indossando calzettoni rossi e scarpe da trekking.

© FRANT ISEK MATOUS

CCL dell’industria grafica e stampa di imballaggi

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015

La Posta ha contraddistinto praticamente tutta la tua vita professionale: dall’apprendistato come postino fino al tuo ruolo di rappresentante di syndicom nel corso delle trattative e dell’implementazione del nuovo CCL Posta. Che rapporto hai con quest’azienda? Che cosa ti affascina e cosa ti fa arrabbiare? Mi lascio alle spalle 44 anni di Posta e i cambiamenti sono stati enormi. L’azienda facente capo alla Confederazione, che una volta aveva un’impronta locale, è diventata un moderno gruppo nel settore informatico e della logistica. Se si ha la possibilità di accompagnare un gruppo come la Posta verso un futuro nuovo, si vedono naturalmente anche le conseguenze negative. I colleghi addetti al recapito sono sottoposti a una maggiore pressione professionale e, nei centri di elaborazione, il “lavoro mentale” viene sempre più sostituito dalle macchine. Questa situazione determina, in parte, una precarizzazione del lavoro. Un motivo di grande preoccupazione è per me anche il ridimensionamento della rete di uffici postali. Non ritengo che si debba mettere il settore di rete vendita sotto una campana di vetro, ma, quando feci il mio apprendistato, esistevano

in Svizzera ancora oltre 4’000 uffici postali – oggi ne è rimasto poco meno di un terzo. La politica voleva un cambiamento in seno alla Posta e l’ha trasformata in una società anonima, con l’obiettivo che essa conseguisse degli utili. In quanto cittadino critico non lo capisco. Rientra nello stesso capitolo il fatto che la cassa pensioni sia stata esternalizzata con coperture estremamente insufficienti. Le conseguenze di tutto ciò oggi non sono state ancora sanate. Sono tutte cose che mi fanno arrabbiare e che richiedono molta forza da parte di syndicom. Gli sviluppi in Germania dovrebbero altresì farci riflettere: vengono liberalizzati i mercati e smembrate le ex aziende statali. In questo modo si producono molti perdenti. Il mio appello: le persone che lavorano alla Posta non possono cadere nel dimenticatoio. Il gruppo è quello che è proprio grazie ai 60’000 colleghi. Come si presenterà l’azienda Posta tra dieci anni? Quali conseguenze ha tutto ciò per il comparto della logistica nel suo complesso? Non ho la sfera di cristallo. Bisogna rimanere con i piedi ben per terra. La logistica è un com-

Qual è per te la maggiore sfida per syndicom quale sindacato dei dipendenti del settore? syndicom deve riflettere su ciò che ci ha reso forti! Dobbiamo assolutamente tornare al fianco dei colleghi nelle aziende. Dobbiamo farci carico dei loro problemi e trattarli in modo deciso. Il settore è molto eterogeneo e vi sono, in quest’ambito, anche aziende “perdenti”. syndicom deve metterlo in conto e negoziare contratti collettivi di lavoro con associazioni e aziende consapevoli delle proprie responsabilità. Non si deve considerare la

quali modelli professionali e di vita vengono promossi: lavoro a chiamata, apparente autonomia, onorari che generano dumping e disponibilità illimitata da una parte, soddisfacimento della smania di acquisti e del consumismo sfrenato ventiquattro ore su ventiquattro dall’altra.

vitabilmente delle conseguenze negative per i lavoratori al di fuori e all’interno della Posta. syndicom pertanto si opporrà sia contro l’annunciato ampliamento degli orari di recapito che contro l’esternalizzazione di un ulteriore servizio postale. Il recapito domenicale, che ora viene testato in alcune grandi città, viola altresì il diritto in materia di lavoro in vigore. Esso prevede infatti solo limita-

tamente delle eccezioni al divieto fondamentale del lavoro domenicale – ad esempio per questioni relative all’interesse generale della società. Certamente non rientrano in questo senso i recapiti per i commercianti online. Da ultimo ciò determina anche una pressione sui salari del comparto, poiché si ricorre a persone apparentemente autonome e a subappaltatori non tutelati da un CCL. Pertanto,

parto in crescita estremamente dinamico e, purtroppo, anche un settore in cui operano società piuttosto complesse. In questo comparto occorrono necessariamente delle regolamentazioni tramite dei contratti collettivi di lavoro. Abbiamo iniziato con il contratto collettivo di lavoro per il comparto KEP&Mail. Altri seguiranno. C’è ancora molto da fare in questo senso! Le multinazionali premono su questo mercato (Zalando, Amazon, Google e via dicendo), e il commercio online genera sempre più pacchi. Per questo motivo, la Posta dev’essere pronta ed equipaggiarsi.

Recapito domenicale dei pacchi

Illegale e inaccettabile A inizio ottobre la Posta ha reso noto di voler proseguire la sua offensiva nell’e-commerce e di introdurre in fase di test il recapito dei pacchi di domenica. In questo modo la Posta promuove un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro e spinge verso una società senza limiti 24 ore su 24.

syndicom è stupito che proprio un’azienda che fa capo alla Confederazione come la Posta acceleri un ampliamento del lavoro domenicale, e quindi un peggioramento delle condizioni di lavoro. Sebbene la Posta si esprima solo in termini molto vaghi sulle innovazioni previste, occorre domandarsi

Illegale e inaccet tabile Una strategia di questo tipo ha ine-


Dalle professioni | 5

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015 STOP all’esternalizzazione!

Sei sempre stato anche un membro convinto del sindacato. Quale significato ha per te? Qual è il ruolo esercitato ancora oggi dai sindacati nella società? Mi ricordo bene quando incominciai l’apprendistato presso le PTT nel 1971. Allora mio padre mi disse: se entri in un sindacato, non entrare in quelli cristiani. Ho seguito il suo consiglio. Il mio primo contatto con i sindacati avvenne già pochi giorni dopo e divenni membro dell’Unione PTT. Ero, e sono tuttora convinto, che ci sia bisogno dei sindacati come non mai. Siamo il movimento sociale in Svizzera che può affrontare i problemi, senza dover temere eventuali perdite durante le elezioni. Nell’ambito delle assicurazioni sociali siamo la forza politica in Svizzera che può scongiurare molti peggioramenti. Anche nell’epoca attuale – dove dominano i social media – rispondere per una cosa comune è importante. E si possono appassionare anche i giovani colleghi. Ricordiamoci dello slogan della vecchia DDR. Lo slogan “Noi siamo il popolo” fece crollare il Muro. Noi, i movimenti sociali in Svizzera, siamo il popolo! Ho apprezzato sempre questa comunanza ed è per questo che sono stato, e sono tuttora un membro convinto del sindacato.

Quali ricordi porti con te nel tuo ultimo giorno di lavoro? So che dovrò sgomberare il mio ufficio e riconsegnare la famosa chiave. So che un nuovo team motivato proseguirà il lavoro. Le cose cambieranno e va bene così. Se guardo al passato, mi resta solo una cosa da dire: grazie al mio team, a Sonja, Yasmina, Heinz, Kaspar, Martin e Pascal. Siete stati di grande sostegno per me. È stato bello lavorare con voi.

Primo successo grazie alla giornata di mobilitazione In occasione della giornata d’azione dei conducenti il 29 settembre è stato ottenuto un primo successo. La Posta ha rinviato di venti giorni il termine di consultazione prolungandolo al 25 ottobre. I negoziati continuano grazie alla determinazione mostrata dai lavoratori.

Grazie di cuore, Fritz A nome di syndicom ringrazio Fritz per il suo lungo e immenso impegno a favore del nostro sindacato. Come membro base, persona di fiducia, segretario regionale e membro del comitato direttivo sei sempre stato presente laddove ce ne fosse bisogno. Fedele al tuo lavoro e fedele alla tua convinzione ti sei sempre impegnato, con quasi inesauribile energia e senza contare le ore. Ti auguriamo un magnifico e lungo futuro da pensionato e speriamo di rivederti presto per bere insieme un bicchiere di vino o migliorare il mondo. O meglio ancora entrambe le cose. Alain Carrupt, presidente di syndicom

© Z VG

controparte solo come un nemico. Finora, instaurando un dialogo, abbiamo trovato le soluzioni migliori. syndicom dovrebbe assolutamente strutturare e ampliare anche la capacità di mobilitazione. Presto si terranno le prossime trattative per il CCL.

Azione nazionale ∙ syndicom e i conducenti di camion della Posta hanno protestato con successo contro l’esternalizzazione dei loro impieghi.

Da quando la Posta il 4 settembre ha annunciato la sua intenzione di esternalizzare dalla fine del 2016 la sua flotta di camion facendo sparire 187 impieghi, si sta organizzando la resistenza. Sostenuti da syndicom, i conducenti della Posta si oppongono a questo outsourcing. Hanno manifestato con vigore il proprio malcontento il 29 settembre con un’azione simbolica (vedi anche pag. 14) decisa in occasione della conferenza professionale del 20 settembre 2015 a Olten. Alla vigilia di un incontro con la direzione della Posta hanno avuto luogo, con successo, delle azioni mirate in tutta la Svizzera e specialmente a Daillens (VD), a Ginevra e nel Giura a Delémont, Bienne e a Boudry e in Ticino. Si sono tenute anche altre azioni nella Svizzera tedesca, soprattutto a Ostermundigen (Berna). I conducenti porta-

La Tunisia in Norvegia

syndicom, con L’Express

Trasporto su strada

Un Nobel per il sindacato Il 10 ottobre un quartetto in rappresentanza dell’Unione Generale del Lavoro di Tunisia (UGTT) ha ricevuto a Oslo il premio Nobel per la pace. La motivazione della scelta di questo premio è data dall’importante ruolo svolto dal sindacato a favore della stabilizzazione del paese dopo le proteste di piazza che avevano spinto il presidente Ben Ali ad andarsene e permettendo così di instaurare nuovamente la democrazia in Tunisia.

vano la t-shirt nera della campagna “No all’esternalizzazione” e un manifesto affisso sul camion. La Posta deve conservare al suo interno il trasporto dei pacchi, dei giornali e delle lettere. Si tratta di un ambito chiave della sua attività principale. «È impensabile immaginare che la Posta non debba più trasportare la sua merce», commenta Jean-Charles Froidevaux, conducente di Bienne, dove sono a rischio 17 impieghi, nonché rappresentante dei romandi nei negoziati. Oltre al timore che questa prima esternalizzazione totale di una parte della catena di distribuzione sarà seguita da altre, viene segnalato un degrado delle condizioni di lavoro. Mentre alla Posta un conducente a fine carriera si avvicina ai 5000 franchi netti al mese, il salario nel privato in media è più bas-

so di mille franchi. Questo succede dove non esiste un contratto collettivo di lavoro: «È la giungla», sottolinea Jean-Charles Froidevaux. A Boudry, Charles Baume fa parte degli ultimi sei conducenti rimasti. Sceso da La Chaux-de-Fonds nel 2004 quando lo smistamento è stato centralizzato per il cantone, egli ha alle spalle 43 anni di servizio. «A 60 anni, chi mi assume? Io non voglio tornare indietro e fare della distribuzione o della raccolta». Teme che la Posta gli proponga un impiego come postino di pacchi, con un camioncino, con più carichi da portare e un ritmo di lavoro ancora più alto. Il settore del trasporto stradale è sprovvisto di un contratto collettivo di lavoro e le condizioni di lavoro attuali nel ramo sono meno buone che presso la Posta. Esternalizzando totalmente il trasporto, essa si espone sempre di più al rischio che la sua merce venga affidata a terzi, alimentando così la catena del subappalto. La Posta, azienda di Stato, detiene una responsabilità sociale nazionale e deve provvedere a dei buoni posti di lavoro. Questo tentativo di esternalizzare completamente una parte della catena di distribuzione potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Ecco perché è ancora più importante opporsi. Il 30 settembre si è tenuta a Berna una riunione tra la Posta, syndicom e una delegazione di lavoratori. È stato ottenuto un primo successo. La Posta ha rinviato di venti giorni il termine di consultazione fissandolo per il 25 ottobre. I negoziati proseguono, i conducenti hanno mostrato la loro determinazione e resteranno vigili.

Questo premio è anche la dimostrazione che il sindacato gioca un ruolo importante nella struttura sociale di un paese. Insieme all’UGTT hanno ricevuto il premio anche l’Unione tunisina dell’industria, del commercio e dell’artigianato, la Lega tunisina per i diritti dell’uomo e l’Ordine nazionale degli avvocati della Tunisia. Tutte e quattro le organizzazioni hanno infatti lanciato nel 2013 “un processo politico alternativo, pacifi-

co, in un momento nel quale il paese era sull’orlo della guerra civile e che ha così potuto garantire il rispetto dei diritti fondamentali per l’insieme della popolazione”, stando a quanto rilevato dal comitato del premio Nobel per la pace. Questa scelta, ha spiegato il comitato, voleva da un lato incoraggiare il popolo tunisino a continuare a percorrere la via della democrazia e dall’altro invitare altri paesi, in particolare del Medio Oriente a voler seguire questo esempio. (red)

DHL annunciati licenziamenti DHL, filiale di Deutsche Post, ha annunciato il 22 settembre di prevedere dei licenziamenti nei mesi a seguire che potrebbero toccare da 60 a 70 persone nel settore dei trasporti su strada. In Svizzera la società impiega 481 persone. DHL spiega questa misura come conseguenza di un calo dall’inizio dell’anno della cifra d’affari pari al 25%. Il motivo del calo lo si lega all’abbandono da parte della BNS del tasso fisso di conversione dell’euro

con il franco. A seguito dell’annuncio i dipendenti sono stati chiamati due volte in assemblea dopo la quale la delegazione del personale ha redatto un documento con una serie di rivendicazioni. In questa delicata fase di consultazione syndicom si è attivato per cercare di salvare il maggior numero di posti di lavoro possibili. Il termine di consultazione scade il 25 ottobre e un piano sociale è già in corso di negoziazione. (red)

Pubblicità per syndicom, è assolutamente inaccettabile che, per il recapito dei pacchi di domenica mattina, subentrino tassiste e tassisti. Domenica: un giorno di riposo Non da ultimo syndicom si oppone anche al tentativo di rendere presentabili un prolungamento degli orari di apertura dei negozi e il lavoro dome-

nicale. La Posta è tenuta a garantire condizioni di lavoro corrette, senza appoggiare un ulteriore scardinamento del divieto del lavoro domenicale. L’opposizione di syndicom viene sostenuta anche dall’«Alleanza per la domenica». Quest’ultima è un’unione di organizzazioni come chiese, sindacati e partiti, che difendono la domenica come giorno di riposo. syndicom

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6 | Dalle professioni

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015

Telecom IT

Le telecomunicazioni un set tore in fermento

Conquistati nuovi CCL All’ultima conferenza di settore Telecom/IT sono stati approvati sia il bilancio provvisorio 2015 della direzione del settore sia la risposta alla consultazione sul progetto “syndicom 2020”, il cui messaggio chiave invita a concentrarsi sui settori, sulle aziende e sulla politica dei contratti collettivi.  Franz Schori* Il settore Telecom/IT orienta il suo lavoro in modo da essere il più vicino possibile ai suoi iscritti nelle aziende e nei vari rami. Così negli ultimi anni sono stati istituiti diversi comitati professionali e aziendali. Ma i successi non si vedono soltanto in una democrazia rafforzata all’interno del sindacato, ma anche nella politica CCL. Solo in questo anno il settore Telecom/IT è riuscito a firmare due contratti collettivi di lavoro settoriali. Con il CCL per i contact center sono stati assoggettati alla tutela del CCL ben 3000 impiegati. E non appena il Consiglio federale conferirà l’obbligatorietà generale (DOG) a questo CCL ne seguiranno altre migliaia. Stessa cosa si può dire del CCL per il ramo della costruzione reti che dovrebbe essere firmato il 28 ottobre ed entrerà in vigore il 1° luglio 2016. Saranno inizialmente assoggettati 5000 dipendenti, ma dopo

Altri successi CCL sono stati la firma del CCL aziendale Network 41, l’attuale sviluppo costruttivo del CCL Skyguide AOT e la firma imminente di un CCL con upc cablecom. Oltre alla politica CCL, la direzione del settore si è impegnata nella revisione della Legge sulle telecomunicazioni e ha pubblicato una ricerca sullo sconfinamento del lavoro. In più il settore Telecom/IT ha condotto un sondaggio presso Swisscom sulla nuova job architecture e negoziato dei buoni piani sociali nella ristrutturazione di aziende del settore.

La sfida Industria 4.0

Da quest’anno il settore Telecom/IT sta anche affrontando la quarta rivoluzione industriale (Industria 4.0). La digitalizzazione del mondo del lavoro conduce ad una sempre maggiore fusione dei settori e dei profili professionali. Da una parte c’è il rischio che sempre più perso«Il messaggio chiave di questa risposta ne vengano cacciate dal mercato del lavoro e dall’altra che ai lavoè che syndicom deve focalizzare ratori rimasti si chieda una flesla sua attenzione sui settori, sulle sibilità ancora più grande. Quali aziende e sulla politica CCL». posizioni politico-sindacali risulteranno da queste conoscenze è la dichiarazione di obbligatorietà generale una parte del lavoro dei prossimi anni. DOG del Consiglio federale ne seguiranno La conferenza di settore ha anche approvaanche qui altre migliaia. to all’unanimità la risposta alla consultazione sul rapporto intermedio del progetto “syndicom 2020”, elaborato dal comitato Il CCL come strumento contro direttivo del settore. Il messaggio chiave di il dumping salariale A parte i miglioramenti materiali che la con- questa risposta è che syndicom deve focaclusione di questi CCL apporta ai lavorato- lizzare la sua attenzione sui settori, sulri, i contratti collettivi di lavoro a cui viene le aziende e sulla politica CCL. Secondo il conferito l’obbligatorietà generale hanno comitato di settore urge una base sindacaun altro effetto benefico: essi infatti impe- le viva, emancipata e attiva, sia per ottenediscono che aziende con sede in Svizzera re altri successi politico-sindacali sia per o ditte di nazioni vicine o lontane metta- garantire il futuro di syndicom. La direziono sotto pressione i posti di lavoro e i salari ne del settore legge questo messaggio come dei dipendenti in Svizzera praticando prez- un mandato a proseguire nella stessa direzi dumping. I contratti collettivi di lavoro zione, di formare altri comitati di divisiodichiarati di obbligatorietà generale dun- ne e aziendali e di affidare loro chiari ruoque rappresentano un’importante misura li e competenze. di accompagnamento alla libera circolazione delle persone nonché una “cura” effica- * Franz Schori, segretario politico speciace contro la xenofobia. lizzato Telecom/IT.

Swisscom/1

«La riduzione dei l’incremento della

Giorgio Pardini, responsabile del settore Telecom/IT di syndicom, si esprime a proposito del taglio dei posti di lavoro a Sunrise, della tensione nel mercato delle telecomunicazioni e delle conseguenze per le trattative salariali d’autunno. Intervista di Patrick Probst* L’annuncio di Sunrise di voler licenziare oltre 200 dipendenti è stato per lei come un fulmine a ciel sereno? Giorgio Pardini: Niente affatto. Quando nel 2014 Swisscom ha abbassato i prezzi, in particolare le tasse del roaming, ho detto ai miei colleghi che questo avrebbe provocato una perdita di posti di lavoro per i concorrenti. Avevo previsto un taglio di circa 300 posti e purtroppo non ci sono andato molto lontano. Tuttavia, nel corso di una procedura di consultazione con Sunrise, syndicom e la commissione del personale sono riusciti a limitare i tagli a 175 posti. Come si presenta la situazione presso Salt? Anche lì le riduzioni dei prezzi e le perdite di margini si fanno sentire. Per evitare licenziamenti, l’azienda tenta di promuovere le uscite volontarie ricorrendo agli incentivi e riducendo così in modo significativo i posti di lavoro (secondo una mia stima circa il 10 per cento). Swisscom può permettersi questa guerra dei prezzi? Evidentemente sì. Rispetto alla concorrenza è meglio attrezzata per compensare la diminuzione dei prezzi grazie a una grande quota di mercato e per gli effetti di scala. Inoltre il suo successo è da ricondurre a intelligenti decisioni strategiche. Secondo lei la completa privatizzazione di Swisscom è la soluzione al problema dei margini per Sunrise e Salt? Niente affatto. Swisscom continua a svolgere un ruolo importante nella fornitura dei servizi essenziali e lo si può vedere attualmente con l’introduzione della tecnologia a fibra ottica a banda larga. Swisscom svolge, insieme a Sunrise e a UPC cablecom, un importante compito per l’economia nazionale e contribuisce a far sì che la Svizzera si attesti per la settima volta di seguito, secondo lo studio WEF, come la nazione più competitiva al mondo. E

questo in un paese in cui circa il 50% dei lavoratori è soggetto a un CCL. Il contrario risolverebbe il problema? L’approvazione dell’iniziativa «a favore del servizio pubblico» del K-Tipp? No, neppure quella. Il nome non mantiene purtroppo quanto promette. L’iniziativa sarebbe nociva per gli investimenti nel settore e quindi per i posti di lavoro. La soluzione migliore al problema di Sunrise e Salt sarebbe stata l’approvazione a suo tempo della fusione di Sunrise e Orange. Ma per questo è probabilmente troppo tardi. La pressione sui posti di lavoro è elevata nel settore. Allo stesso tempo l’opuscolo di syndicom «Sconfinamento del lavoro» rileva che le prestazioni dei lavoratori del settore Telecom sono sempre maggiori. La densità occupazionale è in aumento, così come il lavoro gratuito a causa degli straordinari non retribuiti. Com’è possibile conciliare tutto questo? È ciò che vogliamo sapere anche noi. Ecco perché abbiamo fatto valutare all’ufficio BASS (Büro für arbeits- und sozialpolitische Studien) lo sviluppo della produttività nel settore Telecom e IT. Lo studio BASS conferma i risultati del nostro studio, ovvero le risposte delle colleghe e dei colleghi al nostro ampio sondaggio. Le loro prestazioni sono in effetti sempre maggiori, addirittura molto maggiori! Tra il 2008 e il 2012 la produttività è ad esempio aumentata in termini quantitativi di oltre il 20 per cento. Solo che queste prestazioni supplementari non si sono tradotte in valore aggiunto in termini monetari. La diminuzione dei prezzi ha divorato l’incremento della produttività del lavoro. E questa tendenza pare non cessare. Lei quindi ha una visione pessimistica del futuro delle telecomunicazioni? Purtroppo sì. Ai problemi specifici del settore si aggiungono quelli noti: il franco forte e l’iniziativa sull’immigrazione

swisscom/2

Richiesta salariale dell’1-2%

Prolungato il contratto collettivo

Per il comitato aziendale va migliorata la trasparenza e rafforzato il diritto generale a ricevere più stipendio.

L’attuale CCL Swisscom è entrato in vigore il 1° gennaio 2013 con una durata di quattro anni.

Su incarico del comitato aziendale, la conferenza aziendale Swisscom Group il 18 settembre ha fissato la richiesta salariale verso Swisscom. Come già due anni fa dovrebbe essere ipotizzabile aspirare ad un accordo salariale su due anni. Infatti la richiesta è 1% o 2% per un accordo salariale su uno o due anni. È nuova la negoziazione di una somma per i dipendenti che

Su richiesta di Swisscom la conferenza aziendale Swisscom Group il 18 settembre ha dato il consenso alla proroga del CCL di un anno, con termine il 31 dicembre 2017. Il motivo di questo prolungamento è l’attuale situazione economica poco sicura, scaturita dall’accettazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa e la forza del franco svizzero. Il prolungamento del CCL per syndicom ha un

alla loro assunzione sono stati inquadrati troppo bassi. In questo modo aumenterebbe il margine per gli aumenti salariali dei lavoratori di lunga data. Inoltre va migliorata la trasparenza nella distribuzione dell’aumento concordato della massa salariale e rafforzato il diritto generale a ricevere più stipendio. (SF).

effetto positivo in quanto il gruppo strategico CCL Swisscom ha più tempo a disposizione per lavorare alle rivendicazioni riguardo allo sviluppo del contratto collettivo. Accanto alle richieste materiali, i punti centrali del prossimo rinnovo CCL saranno le misure contro lo sconfinamento del lavoro e le misure a sostegno della formazione e del perfezionamento. (SF)


Dalle professioni | 7

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015

di massa mettono a dura prova anche gli investimenti in attrezzature necessari nel mercato Telecom/IT. Questo è attualmente addirittura penalizzato in modo particolare dal calo degli investimenti. Che cosa può fare il sindacato in questa difficile situazione di mercato? Tanto. Il caso di Swisscom dimostra quanto riusciamo a fare se veniamo coinvolti nella pianificazione strategica del personale. Analizzando per tempo insieme all’azienda quali tecnologie debbano essere sostituite e quando, riusciamo ad accompagnare il cambiamento tecnologico attraverso la partnership sociale. In concre-

to: riqualificare il personale in modo che possa mantenere o addirittura migliorare la propria occupazione, anche in caso di cambiamento della tecnologia. Vogliamo cercare di introdurre anche in altre aziende questo modello di successo con i dovuti adeguamenti.

Cosa significa la difficile situazione del mercato per le trattative salariali del prossimo autunno? Come dimostrano i nostri studi, ai lavoratori vengono richieste prestazioni sempre maggiori. Una cosa è chiara: per prestazioni maggiori richiediamo uno stipendio maggiore. Tra l’1 e il 2 per cento, a seconda dell’azienda.

E altrimenti: quali margini di manovra intravede per il sindacato? La formazione e la formazione continua sono fondamentali per i lavoratori del settore e devono essere garantite. Ed è su questo che la partnership sociale deve concentrarsi sia oggi che in futuro. In fondo nell’attuale situazione viene attribuita

Non è contraddittorio chiedere un aumento salariale nonostante la pressione sui posti di lavoro? No. La rinuncia agli aumenti salariali non salverebbe un solo posto di lavoro. Da 1 a 2 punti percentuali supplementari aumentano i costi complessivi di un’azienda solo di un paio per mille. L’abbattimento dei

Sot to pressione la Orell Füssli Sicherheitsdruck

Il Tribunale del lavoro dà ragione ai dipendenti Il 15 settembre il Tribunale del lavoro di Zurigo ha pronunciato la sua sentenza nei confronti della direzione di OF Sicherheitsdruck: questa dovrà versare a posteriori a tutti i lavoratori turnisti le pause di mezz’ora non retribuite a suo tempo per il periodo compreso tra il 1° gennio 2011 e il 31 dicembre 2013! Dall’antefatto alla sentenza del Tribunale del lavoro di Zurigo: nel corso del terzo ciclo di trattative tenutosi a metà febbraio 2014 per il rinnovo dell’accordo aziendale del 2011, la direzione di OF Sicherheitsdruck aveva continuato a sostenere che la pausa da retribuire negli ultimi tre anni fosse parte integrante dello stipendio di base. Tutto questo in netto contrasto con l’accordo aziendale del 2011 e con il parere dei lavoratori e del loro sindacato syndicom. Per non compromettere la conclusione di un nuovo accordo aziendale, la direzione aveva però accettato una proposta di syndicom: il Tribunale del lavoro di Zurigo avrebbe dovuto esaminare il punto controverso e si sarebbe pronunciato in tal senso. Al fine di semplificare la procedura, la denuncia doveva essere presentata da un solo turnista interessato. In caso di un’eventuale sentenza positiva a favore del ricorrente, OF Sicherheitsdruck avrebbe pagato a tutti gli interessati le pause non retribuite per il periodo sopraccitato. L’importo complessivo che OF Sicherheit-

sdruck dovrà ora pagare al personale interessato ammonta a diverse centinaia di migliaia di franchi. Basti pensare che solo il collega che ha presentato la denuncia percepirà, dopo aver detratto il 7,6% di contributi previdenziali, un importo di 10’653,25 franchi! Le colleghe e i colleghi di OF Sicherheitsdruck – fortemente sostenuti da syndicom – non hanno avuto successo solo davanti al Tribunale del lavoro di Zurigo. Nei due-tre anni passati la direzione aziendale ha dovuto cedere, dopo essersi a lungo opposta, anche su due ulteriori punti materiali fondamentali. Nel 2011 e nel 2012 OF Sicherheitsdruck aveva ridotto, ai sensi del CCL, i supplementi per il lavoro notturno. La compensazione prevista dal CCL (garanzia dei diritti acquisiti) non venne tuttavia corrisposta agli interessati. Inoltre, la tredicesima mensilità dal 2011 al 2013 non conteneva le indennità per il lavoro a turni retribuite nel corso dell’anno (componente salariale)! Entrambi i punti hanno potuto essere regolati con la piena soddisfazione degli interessati. Risultato: non cedere e non dire sempre sì a tutte le proposte della direzione aziendale conviene non “solo” a livello materiale! In questo modo le colleghe e i colleghi avranno una maggiore consapevolezza di non essere semplicemente una rotellina dell’intero ingranaggio aziendale.

Proget to claire

Incontri in tutta la Svizzera Da fine settembre a fine novembre syndicom organizza nelle 23 sedi principali di Swisscom alcune manifestazioni informative/ workshop sulla nuova job architecture. In occasione di tali workshop il trainer ICT di Swisscom e moderatore Sébastien Bourquin presenta i risultati del sondaggio «Claire» che syndicom ha condotto in primavera. Successivamente i partecipanti discutono di come poter sviluppare e implementare al meglio in futuro i principali adeguamenti al sistema salariale.

Da segnalare: per queste manifestazioni informative i lavoratori e le lavoratrici di Swisscom potranno segnare fino a 30 minuti come orario di lavoro. Per sapere dove e quando si svolgono con esattezza le manifestazioni informative vi invitiamo a consultare il nostro sito web: syndicom.ch/claire. (SF).

© JENS FRIEDRICH

margini divora produttività»

grande importanza ai nostri piani sociali. In particolare i programmi di outplacement orientati a una rapida reintegrazione dei lavoratori nel mercato del lavoro continuano a dare buoni risultati.

posti di lavoro è piuttosto dovuto alla crescente automatizzazione nella categoria, alle tecnologie convergenti e all’integrazione di diversi segmenti della clientela. Il lavoro viene semplicemente eliminato. Con un atteggiamento sottomesso del sindacato non possiamo cambiare nulla. * Patrick Probst è direttore di Komform, ufficio della comunicazione.

Legge sul servizio informazioni (LSI)

Saremo tutti sorvegliati speciali La nuova legge sull’informazione permette ai servizi d’intelligence di controllare maggiormente le comunicazioni tra privati. Il 25 settembre 2015, il Parlamento ha adottato una nuova Legge sull’informazione (LSI) espandendo così notevolmente le competenze del servizio svizzero d’informazioni. Ciò significa più concretamente che in futuro la sicurezza di Stato potrà, senza avere bisogno di un sospetto fondato e senza “salvaguardia”, spiare le comunicazioni e la privacy dei cittadini. Il governo invece dovrebbe stabilire dei paletti giuridici chiari alla sorveglianza dei cittadini per garantirne la tutela, ma questa legge va proprio nella direzione opposta. Regula Rytz, co-presidente de I Verdi Svizzera, spiega: «Questa legge porta a mischiare le competenze delle inchieste giudiziarie con quelle del servizio informazioni e gioca così con i principi del nostro Stato di diritto. In uno Stato di diritto le competenze per l’inchiesta e la sorveglianza devono essere in mano ad autorità civili e non ai servizi segreti». Per il consigliere nazionale socialista Jean Christophe Schwaab è chiaro: «La sorveglianza preventiva è riprovevole, perché corrisponde a una lesione della propria sfera privata senza sospetto fondato. È riconosciuto che ciò è una notevole interferenza nella privacy, già solo considerando il principio della presunzione d’innocenza di ciascuno. Di conseguenza è necessario che ciò venga eseguito solo sulla base di un sospetto fondato per un grave reato e sotto controllo giudiziario, e assolutamente non sulla base di dati finti o assunzioni intuitive, quali la partecipazione a una manifestazione e una barba da hipster poco curata». In particolare, attraverso la sorveglianza dei segnali via cavo, i diritti fondamentali vengono violati gravemente, come mostrato da Simon Gantenbein di Digitalen Gesellschaft (società digitale): «Veniamo tutti sorvegliati, ma non lo sospettiamo minimamente. La sorveglianza inizia già dalla ricezione e registrazione di informazioni. Per questo motivo, la sorveglianza dei segnali via cavo è una forma di spionaggio di massa indipendente da sospetti concreti e viola in modo eclatante i nostri diritti fondamentali». Insomma in un’era di paure la soluzione che

viene presentata è quella di alzare sempre più barriere così che gli spazi vitali di ciascun cittadino si stanno sempre più riducendo. Se uno Stato di diritto è il fondamento della nostra società e permette la convivenza nel rispetto, lo Stato di polizia rischia di trasformarsi pericolosamente in Stato antidemocratico come purtroppo la storia ci ha spesso dimostrato. È dunque necessario per tutti questi motivi lanciare il referendum contro la nuova LSI. Per farlo si sono già unite diverse forze politiche e sociali e hanno creato l’Alleanza contro lo Stato ficcanaso. (red/bb) La raccolta delle firme per il referendum sostenuto da syndicom (v. riquadro) è iniziata il 6 ottobre. Potete scaricare i fogli del referendum al sito: http://etat-fouineur.ch

syndicom sost iene il referendum A parte qualche miglioramento rispetto al progetto iniziale, la nuova versione della legge sul servizio informazioni (LSI) è inaccettabile. La detenzione dei dati e la sorveglianza della rete via cavo nonché l’utilizzo di software di spionaggio come il «cavallo di Troia federale», rappresentano una grave lesione alla protezione della sfera privata dell’intera popolazione. Queste misure violano i diritti fondamentali della protezione della sfera privata e della libertà di espressione e di stampa. Se i giornalisti non possono più garantire il segreto delle loro informazioni e si vedono ostacolati nel loro lavoro di ricerca, non saranno più in grado di informare adeguatamente il pubblico. La LSI ha totalmente mancato l’obiettivo creando più minacce che sicurezza. Se lo Stato paternalista sfrutta tutti i mezzi tecnici contro i propri cittadini e sorveglia, ascolta e spia qualsiasi scambio di informazioni, i media liberi spariranno dalla circolazione. (syndicom)


8 | Migranti Giovani

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015

Per una politica di asilo umana

L’USS: non si può rimanere in silenzio!

Ai confini dell’Europa, come pure al suo interno, si sta attualmente verificando una catastrofe umanitaria. La Svizzera non può far finta di niente. Deve assumersi la sua parte di responsabilità. L’USS e in particolare la sua Commissione della migrazione rivendicano una politica di asilo solidale e umana. José Corpataux* Rifugiati intrappolati tra il filo spinato, poliziotti in tenuta da combattimento che picchiano i bambini, persone che nuotano incontro alla morte. Per sopravvivere queste persone hanno dovuto scappare da situazioni drammatiche, da campi di miseria dove non avevano alcuna prospettiva. Sono partiti verso un continente che associavano alla speranza, ma proprio su questo continente la maggioranza della classe politica reagisce alzando barriere di filo spinato. La Svizzera non può chiudere gli occhi davanti alla tragedia uma-

nitaria che sta avvenendo alle frontiere dei suoi paesi confinanti. La Commissione della migrazione ritiene di dover apportare il proprio contributo per limitare questa situazione drammatica. E non solo per la sua lunga tradizione umanitaria: la Croce Rossa, le Convenzioni di Ginevra e l’accoglienza dei rifugiati nel corso dei secoli. Ma anche perché ora si chiedono solidarietà e dignità umana! Ed è ciò che vogliono sempre più i cittadini svizzeri e i loro rappresentanti politici. La Svizzera deve rispettare i suoi obblighi.

E chi, se non la Svizzera sarebbe in grado di adottare una politica di asilo generosa? Ma anche una politica che consenta l’integrazione di questi nuovi arrivati nel mercato del lavoro a condizioni dignitose? Durante la guerra del Kosovo, la Svizzera ha accolto 53 000 rifugiati. Anche oggi può accogliere un numero simile di richiedenti l’asilo. Ed è in questo senso che la Commissione della migrazione ha scritto a tutti i membri del Parlamento federale lanciando un appello ai rappresentanti politici per far sì che adottino una politica di asilo soli-

L’USS sostiene la manifestazione Mentre il Mediterraneo si sta trasformando in un immenso cimitero anonimo, i populisti locali si scatenano senza remore diffondendo messaggi razzisti e astiosi sul “caos dell’asilo”, divenuto l’argomento principale dell’estate pre elettorale in Svizzera. L’USS si oppone chiaramente a questa tendenza dichiarandosi a favore di una politica di asilo solidale. D’intesa con l’Alleanza per una Svizzera solidale, l’USS pone le seguenti rivendicazioni: • Stop al rinvio dei rifugiati al paese di prima accoglienza; • aiuto finanziario, supporto logistico e medico ai paesi situati alle frontiere dell’Europa, ai paesi di transito o vicini ai conflitti in cui risiedono numerosi rifugiati, senza tagli di budget nell’aiuto allo sviluppo; • una politica di accoglienza generosa per le persone da proteggere, partecipazione a un sistema di quote europeo; • vie d’accesso all’Europa sicure e legali, tra l’altro con la reintroduzione della procedura di asilo in ambasciata. In questo senso l’USS ha partecipato alla catena umana e alla manifestazione per una politica di asilo umana organizzata dall’Alleanza per una Svizzera che si è svolta a Berna sabato 26 settembre.

dale. La Commissione richiede in particolare che la Svizzera rispetti “i suoi obblighi internazionali nei confronti di tutti i richiedenti protezione e che non respinga

I giovani preoccupat i per il futuro

nessuno di loro mettendo in pericolo la loro vita”.

* José Corpataux è segretario della Commissione della migrazione. dimissioni

Il 26 e il 27 settembre, il GI Giovani si è incontrato a Bienne per la sua conferenza annuale. Tra input interessanti e dibattiti animati, si è analizzato e discusso dell’attuale situazione e del futuro del mondo del lavoro dal punto di vista dei giovani di syndicom. Fra i temi all’ordine del giorno c’erano: la digitalizzazione, il cloudworking e il passaggio da orari di lavoro fissi a un workload generale. Per quasi tutti i giovani questi temi non sono più dei concetti astratti, ma sono già oggi realtà. La discussione si è quindi incentrata non più su come contrastare queste nuove realtà, bensì su come plasmarle attivamente. Come possiamo, in quanto sindacato, influenzare il mondo che ci sta venendo incontro? Michael Moser* Una tendenza percepita già oggi da molti è che compenso e ore di lavoro sono sempre meno strettamente correlati tra loro. Né l’orario di lavoro né il luogo di lavoro sono fissi. Il lavoro può essere svolto da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Il cloudworking, che vede la compartecipazione a un progetto di più persone, delle quali non tutte saranno retribuite, è già una realtà. Operai edili nepalesi subiscono le conseguenze per essere sfruttati fino alla morte nei cantieri FIFA in Qatar. Ma anche in Svizzera i grafici progettano gratuitamente loghi nella

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speranza di ricevere un compenso. Le aziende possono accedere sempre più a prestazioni lavorative gratuite. Inoltre già oggi più della metà del lavoro prestato non viene retribuito (ad esempio tutto il lavoro di natura assistenziale). Il futuro sarà ancora quello di una settimana da 40 ore con 5 settimane di ferie? Sarà difficile e se lo fosse, non varrebbe certamente più per tutti. In questo i giovani sono già un passo avanti. Se la maggior parte del lavoro prestato non viene comunque retribuito, perché non percorrere strade completamente nuove? Un approccio

potrebbe essere ad esempio il reddito di base incondizionato. Che reddito di base non significa reddito di base unico e che oggi, con l’iniziativa appena presentata, siamo ben lontani dal vedere presentate soluzioni facili, è chiaro a tutti. Pertanto il GI Giovani è molto favorevole alla ricerca di alternative. Nelle nostre prossime riunioni approfondiremo le discussioni con la ferma volontà di plasmare il futuro insieme e in modo attivo. Se anche tu hai meno di 31 anni e vuoi prendere parte alle discussioni, dai un’occhiata qui www.syndicom.ch/jugend

La plasmatura è già stata avviata domenica nell’Atelier di Seyo. Il workshop sui graffiti con l’artista di Bienne è stato un vero successo e si è concluso con un’interessante opera di grandi dimensioni. Se lavoriamo tutti insieme, possiamo plasmare il futuro in base alle nostre idee. Ulteriori immagini della conferenza dei giovani e del workshop sui graffiti al sito: www.syndicom.ch/ jugend/konferenz2015.

* Michael Moser è segretario centrale Giovani.

© LDD

Per un lavoro di qualità e retribuito All’inizio di ottobre Bernadette Häfliger Berger ha informato il comitato direttivo della sua decisione di lasciare syndicom. Il comitato direttivo si rammarica enormemente di questa decisione. Il 23 ottobre sarà l’ultimo giorno di lavoro per Bernadette. Auguriamo a Bernadette successo per il suo futuro privato e professionale e la ringraziamo del suo importante e pluriennale impegno presso syndicom! Nella prossima edizione del giornale dedicheremo a Bernadette Häfliger Berger un articolo più ampio.


Ritratto Diritto | 9

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015 56 anni, presidente della divisione posta sezione Svizzera centrale

L’impegno per migliori condizioni di lavoro

Consegna la posta e i giornali ma vende anche gelati: ecco come si guadagna da vivere Piero Christen. E poi c’è l’impegno sociale con i pompieri volontari e il sindacato. E il tempo libero dedicato al giardinaggio e alla famiglia. Suleika Baumgartner*

Prima e dopo Cresciuto nel canton Nidvaldo, Piero finora ha quasi sempre vissuto nella zona di Lucerna/Zugo. Terminato il tirocinio inizia a girovagare, quindi lavora alcuni anni come magazziniere. Oggi vive assieme alla moglie Maria e alla figlia Jessica nell’ex Hexenhüsli di Steinhausen. Dieci anni fa la famiglia ha ristrutturato casa. «Abbiamo rialzato il tetto in modo da ricavare un altro piano, spostato le finestre, costruito una veranda e scelto nuovi colori», racconta Piero, mentre la figlia arriva con l’album delle foto che documentano i lavori di ristrutturazione. La differenza è notevole: i noiosi toni del beige e del marrone scuro sono stati rimpiazzati dall’azzurro della facciata e dal blu oltremare delle imposte.

Posta e giornali Quando Piero, alle 6 di mattina, prende servizio al centro di smistamento di Baar, è in piedi già da due ore e mezza. Grazie a una speciale autorizzazione concessa dal datore di lavoro, dal lunedì al sabato consegna i giornali. L’introito extra gli permette di trascorrere regolarmente dei periodi prolungati di ferie a Madeira, l’isola di cui è originaria la moglie. Nella sua funzione di presidente della sezione Svizzera centrale della Divisione Posta di syndicom – o Post-Mail secondo la nuova denominazione –, il 56enne è impegnato sul fronte dell’ottenimento di migliori condizioni di lavoro. È anche grazie al suo lavoro che, a novembre del 2013, il Congresso sindacale ha deciso di estendere l’orario di lavoro dei postini al pomeriggio. «Ci sono giorni in cui il sovraccarico di lavoro ci impone di ricorrere ai lavoratori a tempo parziale, altre in cui non raggiungiamo il nostro monte ore», così riassume Piero la ben nota problematica. «Molti di noi non raggiungono più un grado di occupazione del 100% e hanno quindi difficoltà finanziarie». Negli ultimi anni la quotidianità lavorativa è cambiata, e sempre più spesso accade che i giri di recapito

è scattato un allarme incendio. «Spesso di tratta solo di falsi allarmi e dieci minuti più tardi sono di nuovo sul posto di lavoro, altre volte l’allarme è reale e per quel giorno non faccio più il postino». Naturalmente anche l’impegno con i vigili del fuoco volontari è concordato con il datore di lavoro. «Alla fin fine se in una casa scoppia un incendio qualcuno dovrà pur spegnerlo», aggiunge Piero scherzosamente.

E la storia dei gelati? Com’è nata?

© SABINE ROCK

Davanti alla casa della famiglia Christen-Perestrelo, in un comune della periferia di Zugo, è esposto un cartello di gelati. Chi ha voglia di una fresca leccornia può suonare il campanello fino alle 21. «Dall’altro lato della strada c’è una filiale Denner, dovevamo pur inventarci qualcosa», racconta Roger Peter Christen, noto a tutti come Piero. Piero in realtà fa il postino, a parte una breve interruzione nell’arco di 30 anni.

Piero Christen, postino, nel tempo libero fa il venditore di gelati da asporto ed è membro del corpo dei vigili del fuoco volontari di Steinhausen.

della posta vengano accorpati. «In questo modo i tragitti che percorriamo a bordo dei nostri motorini elettrici sono più lunghi». Nel corso del pomeriggio, non appena rientrato a casa, Piero si dedica come prima cosa al suo orto: «Mi aiuta a staccare la spina». La primavera scorsa la coppia ha preso anche in affitto un

terreno nell’area dedicata agli orti di famiglia.

Dal caldo al freddo Di tanto in tanto può succedere che Piero Christen abbandoni buste e lettere e lasci il giro di consegna di punto in bianco, neanche fosse stato morso da una tarantola. In questi casi la spiegazione è una sola:

Piero racconta di aver rilevato il deposito nei primi anni 80, quando lavorava come magazziniere per Luganella, una piccola azienda di gelati. «L’azienda cercava collaboratori che eseguissero le forniture in occasione di feste ed eventi». Fino a qualche anno fa gli affari andavano bene, oggi è più che altro un hobby. Piero Christen è allora un uomo dolce visto che si rifornisce quotidianamente di gelati? «Dolce lo sono senza dubbio», commenta, «ma personalmente al gelato preferisco di gran lunga la cioccolata e la birra portoghese».

* Suleika Baumgartner è una giornalista freelance di Zurigo.

punto e dirit to

Persone che lavorano da sole in presenza di pericoli sul posto di lavoro Delle persone che lavorano da sole sono presenti in diverse aziende, attività e professioni. Soprattutto lo sviluppo tecnico e la progressiva razionalizzazione determinano, in particolare per le professioni nell’ambito della produzione, che diversi macchinari o impianti vengano affidati a una singola persona. Molti strumenti tecnici hanno insiti dei rischi che possono portare a degli infortuni. Le conseguenze di un infortunio sono decisamente maggiori, poiché, per i posti di lavoro singoli, può non esserci un soccorso immediato. Si ritiene che una persona lavori da sola se, dopo un infortunio o in una situazione critica, non possa venir immediatamen-

te soccorsa; quindi la persona lavora senza un contatto visivo e non è nemmeno in grado di chiamare altre persone. Per i posti di lavoro singoli, da una parte, e le persone che lavorano da sole, dall’altra, si applicano maggiori requisiti in materia di sicurezza. A livello personale occorre garantire che, per tali posizioni e lavori, vengano impiegate solamente persone adatte sul piano psichico, fisico e intellettuale. Il datore di lavoro può assegnare lavori che prevedono particolari rischi solo ai dipendenti dotati della relativa formazione. Per ogni persona operante da sola occorre strutturare il posto di lavoro in modo tale che, nelle vicinanze della postazione di

lavoro, ci sia la possibilità, in caso di emergenza, di chiedere aiuto in qualsiasi momento. Occorre garantire che la chiamata d’aiuto venga sempre udita. Laddove un lavoro pericoloso venisse eseguito da un dipendente solo, il datore di lavoro sarà tenuto a farlo sorvegliare. In quale forma ciò debba avvenire dipende dalla pericolosità del lavoro. Una sorveglianza continua e automatica tramite un impianto con un’organizzazione per l’allarme è necessaria nel caso in cui occorresse che la chiamata di soccorso sia udita in ogni momento, essendo elevato il rischio di pericoli. È sufficiente una sorveglianza passiva tramite cellulare se si

suppone che, nel caso di un ferimento o di una situazione critica, la persona continui a godere di una certa mobilità e possa agire in modo tale da poter chiedere tempestivamente aiuto in prima persona. Tuttavia il lavoro da soli è sempre proibito se può generare un ferimento che rendesse necessario un aiuto immediato di una seconda persona. Stiamo parlando di lavori caratterizzati da rischi particolari (ad esempio lavori su macchinari, per cui sussiste il rischio che parti del corpo finiscano in punti di caricamento o che vengano afferrate da strumenti in rotazione). Pertanto il tuo lavoro da solo presso la tipografia è fondamentalmente consentito, posto che

© Z VG

Lavoro in una tipografia. Attualmente la mia azienda non impiega praticamente più nessuno, pertanto – quasi sempre – lavoro da solo alla produzione. Anche il mio superiore gerarchico non è presente. È ammissibile una cosa del genere? Che cosa accadrebbe se, per qualsiasi ragione, avessi un capogiro e restassi steso per terra?». Néomie Nicolet M Law, avvocatessa Collaboratrice servizio giuridico

non si tratti di un lavoro con rischi particolari e i requisiti relativi a te come persona e all’allestimento del tuo singolo posto di lavoro (possibilità di lanciare un allarme) vengano rispettati. Laddove essi, a tuo giudizio, non fossero osservati, risp. fossero insufficienti, fallo immediatamente presente al tuo datore di lavoro. Controlla che le “pecche” vengano rimosse, cosicché il tuo posto di lavoro diventi sicuro. Puoi ordinare una brochure dettagliata relativa a questo tema presso la suva.


10 | Diario di viaggio La via della stampa COSA MANGIARE

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015

due giovani all’avventura

Persepoli e Isfahan: viaggio fra le scritture dell’Antica Persia

© ET

Il percorso alla scoperta di calligrafi e stampatori prosegue. In Iran, dopo aver letto le gesta di Dario in una delle meraviglie architettoniche del mondo antico, ritorniamo a Isfahan dove incontriamo una miniatrice che ha il proprio studio all’interno del gigantesco bazar cittadino. Andrea Ventola* La Mirza è un’ottima crema di melanzane e pomodori che secondo l’usanza iraniana fa bene perché mantiene il giusto equilibrio fra gli alimenti che riscaldano il corpo e quelli che lo raffreddano. La ricetta prevede di grigliare le melanzane, farle soffriggere con tanta cipolla e aglio, unire la polpa di pomodoro, la curcuma e cuocere il tutto fino a quando non diventa una crema. Si guarnisce la crema con uova sode tagliuzzate e prezzemolo e la si serve con il pane arabo.

Quando Alessandro arrivò alle sue porte, diede un solo ordine all’esercito macedone: “Bruciatela”. Mentre le fiamme giocavano arancioni, la città, lentamente, scompariva. I persiani impiegarono quasi settant’anni a edificare uno dei maggiori simboli di potere del mondo antico, la leggendaria città di Persepoli, prima che nel 330 a. C. l’invasione di Alessandro ponesse fine al progetto di Dario. Persepoli fu costruita per dimostrare la potenza dell’impero persiano, intimorendo con la sua magnificenza le delegazioni dei paesi tributari che la visitavano. Oggi la maestosità di Persepoli

© ET

Dove andarE

Vicino alle meravigliose rovine di Persepoli si trova anche Naqsh-e Rostam, impressionante complesso di tombe scavate nella roccia di Dario I e II, Serse e Artaserse. La città di Shiraz, famosa per i suoi giardini e per lo storico vino, dista solo un’ora di auto e merita una visita, anche se a nostro avviso non raggiunge i livelli della magnifica Isfahan.

scuote di dosso gli spettri della città di Dario.

Come è nata la miniatura in Persia e quali sono le sue caratteristiche, Fatima?

sembra rimasta intatta. La città venne abitata per oltre due secoli e, nonostante il passare degli anni, presenta diversi elementi in ottimo stato di conservazione: la grande scalinata, le porte, i bassorilievi dell’Apadana e le antiche scritture cuneiformi sembrano essere stati appena scolpiti. Attraversiamo l’entrata principale poco dopo l’alba e già il sole batte sulle macerie del mito. L’edificio che prende il nome di Tachara, collocato a sud-ovest dell’Apadana (la maestosa residenza di Dario), è considerato un vero e proprio museo di calligrafia. Le pareti presentano iscrizioni di diverse epoche: testi cunei-

formi di Dario, Serse, Artaserse III, testi di scribi sasanidi, testi cufici, scritti persiani del periodo dei re selgiuchidi e timuridi. Le iscrizioni sono tutte in persiano cuneiforme. Fu l’esploratore danese Carsten Niebuhr a porre le prime solide basi teoriche per la decifrazione di questa scrittura. Niebuhr confermò la direzione della scrittura da sinistra a destra e distinse i diversi tipi di scrittura, isolando i caratteri semplici da quelli più complessi. Strascichiamo i piedi nella polvere, in silenzio, con la terra che suda sotto i calcagni, mentre il deserto, bianco animale paziente, copre i cocci di una civiltà

sepolta, muto testimone del passaggio del tempo, ed è in questo luogo dimenticato, tra le rovine di un impero, che intuiamo il coraggio dell’umanità e siamo orgogliosi di farne parte. Ritorniamo a Isfahan, al bazar brulicante di vita e di immagini nitide, colorate, in netto contrasto con la quiete disarmante di Persepoli, una calma che pare un’immagine vivente della morte, scolpita nella pietra, che agita la mano in segno di minaccia, verso una folla immobile di figure inanimate. Fatima, una studentessa di miniatura, ci accoglie nell’atelier Persian Art Galley, e il suo sorriso ci

“Quando gli arabi invasero l’Iran (attorno al 700 d. C.) il nostro popolo si convertì progressivamente all’islam, adottandone i caratteri arabi che compongono la scrittura sacra del Corano, ma decise di mantenere intatto lo spirito nazionale attraverso la propaganda artistica. Vennero prodotti manoscritti miniati con storie iraniane e poesie, tra le quali il Ferdosi, un importante poema che riprende le origini del Paese allo scopo di preservarne la tradizione. Trattandosi di miniaturisti che vivevano in città diverse, ciascuno creò un proprio stile. Ad Isfahan ci si è focalizzati sul viso e sui dettagli degli abiti. Nello stile di Tabriz l’attenzione è invece focalizzata sui palazzi e sulle moschee, e i visi sono diversi, trattandosi di etnia mongola. Shiraz è famosa per i giardini, l’omonimo stile è caratterizzato da rappresentazioni floreali e animali. Lo stile di Arat è più orientato sulla natura, in particolare sulla sua ciclicità”.

Ci puoi dire qualcosa sui materiali usati? “Il pennello è realizzato a mano con peli di gatto, mentre le piume di piccione servono a costruire il manico. In precedenza era usanza dipingere sull’avorio, ora si è passati al cammello. L’aspetto è simile, le ossa sono forti e durano decenni, sono resistenti a qualsiasi temperatura e la sua carne è ottima. Per i formati più grandi usiamo dei fogli ottenuti da un impasto di polvere d’ossa di cammello pressata”. Ringraziamo Fatima e ci ributtiamo nella calca del bazar, i vestiti imbevuti di storia e gli occhi pieni di una bellezza infinita, mentre lentamente, molto lentamente, muoviamo i primi passi verso casa.

* Andrea Ventola è giornalista indipendente, ha collaborato per Ticino Passion e per la Rivista di Lugano.

Foto: Elena Turienzo


Attualità Ticino | 11

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015 conferenza uss

Economia e tasche dei lavoratori, bisogna mettere ordine nel caos Europa Politiche di austerità, disordini sociali, rischio di disgregazione della zona euro. Il futuro dell’UE descritto dall’economista Sergio Rossi dell’Università di Friburgo è tutt’altro che roseo. A farne le spese sarebbero i lavoratori. Giovanni Valerio* “Non ci resta che piangere”: con questa battuta dal retrogusto amaro il professor Sergio Rossi ha concluso il suo intervento alla conferenza sull’Unione Europea, organizzata ai primi di ottobre dall’Unione Sindacale Svizzera Ticino e Moesano. Dopo aver snocciolato cifre, mostrato grafici e tabelle, il docente di macroeconomia ed economia monetaria all’Università di Friburgo è giunto a conclusioni pessimistiche sul futuro dell’Unione Europea. «È molto probabile che nei prossimi anni la situazione economica diventi insostenibile. Se i cosiddetti paesi PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) non riusciranno a far fronte alle scadenze, ci sarà la corsa agli sportelli bancari e si piomberà nella depressione. Anche se la Grecia dovesse uscire dall’euro, bisognerà vedere fino a che punto Spagna e Italia reggeranno alle pressioni per sottostare ai vincoli, anche perché l’eventuale disgregazione della zona euro sarebbe uno shock su scala globale».

Insomma, ci vorrà un bel po’ di tempo per uscire dal tunnel, ha proseguito Rossi. «Prima o poi, si toccherà il fondo e non si potrà che risalire. Forse, a fine decennio si inizierà a mettere ordine in tutto questo disordine. L’attuale debito greco, ormai insostenibile (200% del PIL), verrà in parte cancellato, gli Stati nazionali dovranno rinunciare ad accampare pretese, verranno privatizzate le aziende statali. Certo, l’austerità verrà edulcorata, con il meccanismo di stabilità europeo che potrebbe imporre imposte sugli armatori, sulla Chiesa e sul patrimonio. Tutto questo porterà a una reazione di natura protezionistica, con parecchi disordini sociali».

Sulle spalle dei lavoratori A essere colpiti, ancora una volta, saranno i lavoratori. «Negli ultimi anni, la pressione fiscale è aumentata non sulla proprietà mobiliare o immobiliare ma su chi lavora, sul reddito di

lavoro dipendente. Poi c’è l’IVA (in Europa più alta che in Svizzera) che colpisce i consumi, ma senza disturbare i poteri forti. Le politiche di austerità impongono il contenimento della spesa pubblica, con lo smantellamento di quello Stato sociale che caratterizza l’economia europea rispetto a quella anglosassone. Come ho già detto in un’intervista radiofonica – ha aggiunto Sergio Rossi – questa Europa ha sempre più le sembianze dell’Unione Sovietica: un’economia pianificata contro il volere del popolo, piani di austerità imposti con il bazooka, condizioni draconiane da rispettare, sanzioni e minacce della Troika (Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale), ispezioni anche umilianti come è stato fatto in Grecia…». Tutto sbagliato, tutto da rifare, quindi? L’analisi economica (ma anche storica) del docente dell’Università di Friburgo ha sottolineato anche alcuni aspetti positi-

vi dell’Unione Europea. «Rimane comunque il continente più ricco, più democratico, con maggiore attenzione sociale. Ma anziché guardare gli altri, si potrebbe fare di più, ad esempio distribuire meglio la ricchezza. Diciamo che l’unione monetaria è avvenuta a scapito degli ideali». Dietro tutto questo c’è il sistema capitalistico attuale, basato su un assunto impossibile come quello della crescita infinita: lo ha spiegato bene il professor Rossi. «Tutti i paesi dovrebbero esportare più di quanto importano, ma questo non è possibile, perché l’economia mondiale è chiusa. Non si può esportare verso Marte o un altro pianeta!». Rispetto al capitalismo attuale, si sente persino la nostalgia di quello industriale, come ha ricordato ancora Rossi: «Ford pagava i suoi operai in modo tale che potessero comprare le auto che producevano. Perché, in fondo, i lavoratori spendono nel mercato dei prodotti ciò che guadagnano nel mercato del

lavoro, mentre le imprese guadagnano nel mercato dei prodotti ciò che spendono sul mercato del lavoro».

bilaterali, situazione difficile Nel corso del dibattito, sollecitato dalle domande del pubblico, Rossi ha toccato infine il tema dei rapporti tra Svizzera e Unione Europea. Come andrà a finire? «Domanda da un milione di… franchi! Forse i nostri negoziatori dovrebbero avere una visione sistemica. Finora si è ragionato su dossier separati (energia, trasporti, Erasmus, segreto bancario…) cercando di strappare un risultato su ognuno. Forse un approccio integrato potrebbe essere utile per entrambi: magari vincenti su un dossier e perdenti su un altro, ma nel suo insieme Unione Europea e Svizzera avanzerebbero con una strategia “win-win”. In questo momento i rapporti sono tesi, la popolazione è sorda e i partiti di destra hanno vita facile. La spinta a cercare un dialogo è venuta meno… Ora i paesi europei vivono situazioni troppo difficili, questo tipo di approccio andava fatto quando lo spazio economico europeo venne rifiutato dalla Svizzera. Ormai i buoi sono fuori dalla stalla…».

* Giovanni Valerio è giornalista freelance.

press e media elet tronici

Una collaborazione propositiva A inizio 2015, un’azione sindacale congiunta tra syndicom e impressum ha segnalato agli ispettorati del lavoro di numerosi cantoni svizzeri, fra cui il Ticino, la possibile violazione della legge sul lavoro in materia di attività redazionali.

© BB

Nicola Morellato*

In base alle segnalazioni raccolte emerge una preoccupante inosservanza delle disposizioni di legge in quanto, nella maggior parte delle redazioni, non vengono registrati i tempi di lavoro effettivi che troppo spesso risultano essere in contrasto con quanto prevede la legge federale sul lavoro. In mancanza di un corretto rilevamento dell’orario di lavoro, diventa impossibile vigilare sui carichi di lavoro eccessivi, definire un’eventuale compensazione dei tempi di riposo, prendere i dovuti provvedimenti volti

a salvaguardare la salute delle/i colleghe/i. Questa tendenza alla deregolamentazione delle condizioni di lavoro è evidentemente frutto della scelta degli editori ticinesi che, da ben undici anni, non considerano necessaria l’esistenza di un contratto collettivo di lavoro. L’azione sindacale congiunta ha suscitato diverse reazioni sia tra i datori di lavoro, che si sono improvvisamente resi conto dell’effettiva esistenza di un problema serio che da anni veniva denunciato dai sindacati, sia da parte di alcuni giornalisti che hanno temuto di perdere la necessaria libertà di gestione del proprio lavoro. L’attuale mercato del lavoro parla però molto chiaro. Da anni, in molti settori professionali si evidenzia una forte tendenza a risparmiare sui costi del personale tramite una maggiore richiesta di flessibilità e un aumento dei carichi di lavoro.

Questa tendenza crea una maggiore competizione tra i colleghi e un conseguente aumento delle pressioni sul posto di lavoro. Un nuovo paradigma che da una parte consente temporaneamente ai datori di lavoro di aumentare la produttività, dall’altra porta a un netto peggioramento delle condizioni lavorative, del clima di lavoro, della qualità dell’informazione. Il rilevamento degli orari di lavoro è dunque una misura concreta che permette di tenere sotto controllo la situazione. Le associazioni ticinesi di rappresentanza dei lavoratori syndicom e ATG hanno elaborato e sottoposto alle redazioni alcune linee guida per l’implementazione di un corretto rilevamento dell’orario di lavoro. Entro la fine dell’anno le associazioni del personale si pongono l’obiettivo di incontrare le redazioni dei quotidiani ticinesi e poter svolgere attivamente il loro ruolo di partner sociali.

Questi incontri si auspica possano gettare le basi per una rinnovata collaborazione con le redazioni che saprà finalmente convincere gli editori ticinesi sulla necessità di garantire una solida regolamentazione del settore tramite un contratto collettivo di lavoro. Durante questo percorso, che ci porterà a stabilire le linee guida definitive, sarà fondamenta-

le il coinvolgimento di tutte/i le/i colleghe/i che sono invitati a partecipare attivamente a questa causa collettiva e a formulare al nostro segretariato regionale tutte le osservazioni del caso. Più rappresentanza riusciamo ad avere, maggiore sarà la nostra forza rivendicativa.

* Nicola Morellato è segretario regionale.

Vademecum dell’orario di lavoro Ogni redazione è tenuta a definire, in base alle proprie esigenze, fasce orarie e orari di lavoro che sappiano tener conto dei seguenti principi: • la settimana di 40 ore lavorative • il principio della settimana di 5 giorni (2 giorni di libero possibilmente consecutivi) • la compensazione delle ore supplementari entro 3 mesi • l’indicazione nella busta paga del saldo ore (monte ore massimo +100 ore; minimo -40 ore) • la giornata lavorativa con un orario minimo garantito di 4 ore • la compensazione dei giorni festivi e delle domeniche in tempo libero • tutto il tempo di trasferta dev’essere considerato tempo di lavoro • il riposo quotidiano dura normalmente almeno 11 ore consecutive • le pause devono potersi svolgere fuori dal posto di lavoro, in caso contrario vengono considerate tempo di lavoro • 7 giorni massimi consecutivi consentiti; in seguito almeno 48 ore consecutive di riposo


12 | Cultura cineoltre

Alla scoperta della macchina cinema

© C AS TELLINARIA . CH

Castellinaria, il festival del cinema giovane di Bellinzona, continua a far scoprire i mestieri dietro il grande schermo. Quest’anno, una mostra dedicata agli attrezzi di scena si aggiunge ai consueti atelier di regia, sceneggiatura e critica cinematografica.

Dal 14 al 21 novembre, a Bellinzona si terrà la nuova edizione di Castellinaria, la numero 28. Ma il conteggio delle edizioni non è soltanto anagrafico. Il Festival internazionale del cinema giovane, come si definisce, cresce anno dopo anno. Ha ottenuto il meritato riconoscimento (anche economico) di “festival” da parte dell’Ufficio federale della Cultura. Ha via via allargato la rete delle collaborazioni (quest’anno c’è pure la sede lombarda del Centro Sperimentale di Cinematografia) e le proiezioni decentrate, sia della Svizzera interna che del Nord Italia. Nel frattempo, continua con la missione iniziale: quella di combattere l’ignoranza, il luogo comune, il pensiero unico, attraverso una vera e propria “scuola” di introduzione al linguaggio delle immagini. I legami con le scuole, i docenti, gli stessi allievi che diventano poi spettatori (e talvolta collaboratori) del Festival, testimoniano il successo di una “formula” unica. Quest’anno Castellinaria accompagna i più giovani (e non solo) alla scoperta dell’“attrezzeria”, ovvero di tutti quegli oggetti fondamentali sul set, al pari della scenografia e dei costumi. All’Espocentro di Bellinzona, i visitatori potranno indossare un elmo vichingo, fare un selfie sul trono di Cleopatra o mettersi al timone di un veliero. Graie alla collezione dell’attrezzeria Rancati, si potrà viaggiare nel tempo attraverso la storia del cinema, dalle valigie di C’era una volta in America alle spade dei Pirati dei Caraibi. Secondo lo spirito di Castellinaria (se ascolti, dimentichi; se fai, impari), i giovani appassionati di cinema (dai 12 ai 20 anni) potranno seguire un workshop di sceneggiatura e regia, in collaborazione con l’associazione REC. Altri giovani potranno seguire un atelier di critica cinematografica, per “entrare” dentro l’oggetto-cinema. La tradizionale serata dedicata ai cortometraggi avrà un’appendice di confronto fra autori e produttori. Insomma, la crescita del Festival è davvero a 360°, dalla scoperta dei mestieri del cinema all’educazione all’immagine. E poi ci sono i film. La commissione di esperti di Castellinaria ha fiuto: un anno fa aveva portato a Bellinzona Whiplash, che avrebbe poi vinto tre Oscar. Con un’attenzione particolare a tematiche “sindacali”, nelle scorse edizioni ha offerto la possibilità di vedere i film dei fratelli Dardenne (Deux jours, une nuit, su un’operaia minacciata di licenziamento) o dell’inglese Ken Loach “il rosso”. Nel programma di quest’anno (sul sito www.castellinaria.ch), la rassegna per i più piccoli invita a stimolare la sensibilità verso i temi ambientali. Per tutti, sia per i ragazzi che per gli adulti, si segnala il film francese Microbe et Gasoil. Il titolo si riferisce ai soprannomi di due compagni di scuola, un po’ “sfigati” (come oggi direbbero i giovani), che costruiscono una casa semovente e iniziano un viaggio estivo, di scoperte e di iniziazione alla vita. Dietro alla macchina da presa c’è il geniale Michel Gondry, regista di videoclip e già autore di Se mi lasci ti cancello.

Giovanni Valerio

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015 lo scaffale

C’era una volta... e c’è ancora “Con umiltà sincera chiediamo a voi, care lettrici e cari lettori, di concedervi un momento per ascoltare, leggere e raccontare queste storie messicane, lasciandole vibrare dentro di voi”. Petra Demarchi Nel giugno dell’anno scorso, syndicom il giornale pubblicava un reportage sull’esperienza all’interno delle comunità autonome zapatiste in Chiapas, nel sud del Messico. L’occasione era quella dell’escuelita, invito a condividere e imparare dall’esperienza di lotta trentennale di questo movimento per i diritti indigeni, contro la barbarie capitalista. L’ammirevole forza rivoluzionaria di uomini e donne e bambini della Selva si traduce anche in una profonda umanità e umiltà che permea il loro processo di cambiamento e la loro vita. Nonostante la tremenda complicatezza del loro tempo, che li ha portati a scelte di grande coraggio, le zapatiste e gli zapatisti rimangono persone semplici, le cui esistenze sono basate su principi veri. L’invito alla lettura di questo numero riporta a questa naturalezza e lealtà, a un libro di racconti che “non solo riflettono momenti storici di resistenza, ma rispecchiano anche la saggezza ancestrale indigena e i principi etici e filosofici che impregnano la vita degli zapatisti”. Questo libro è partecipe della loro battaglia. I fondi raccolti saranno destinati ai progetti delle Giunte di Buon Governo presenti nelle cinque zone autonome zapatiste (vedi dossier del 20.6.2014, syndicom - il giornale N. 8). Fiabe Resistenti, racconti del Subcomandante Marcos è un libro multimediale, un libro-disco, che raccoglie 12 dei diversi racconti scritti dal Subcomandante Insurgente Marcos. Illustrate da differenti autori complici, lette e musicate da altrettanti attori, compagni e solidali. Attraverso immagini e parole questa raccolta di storie ci introduce in maniera originale e semplice alla cosmovisione zapatista, a concetti come quello di resistenza, rispetto della differenza, relazione col mondo e la natura, con l’uomo e con la storia. Per questo non si può definire semplicemente un libro di racconti per bambini perché è indubbio che, anche se questi restano i referenti privilegiati, il libro è rivolto alle persone di tutte le età. Il libro contiene dunque un Dvd multimediale dove i racconti prendono vita attraverso voci e musica di personaggi conosciuti al pubblico e solidali con la causa zapatista. Subcomandante Insurgente Marcos era, fino al giugno 2014, il nome del principale portavoce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), Chiapas, Messico, noto anche per le sue abilità letterarie e per i molti testi che ha dato alla luce in questi anni. Il 1º gennaio 1994 l’EZLN e Marcos come suo rappresentante militare e politico, fanno la loro apparizione sul palcoscenico mondiale lanciando un’offensiva militare occupando alcune città del Chiapas, reclamando Democrazia, Libertà, Terra, Pane e Giustizia tra le altre cose. In questi più di venti anni di ribellione l’EZLN ha continuato a lottare nei territori liberati e autogestiti per costruire, attraverso l’autonomia indigena, un’alternativa concreta al modello neoliberista: “Un mondo che contiene molti mondi”. Questo libro, dedicato al maestro Galeano,

Questa rubrica viene riproposta con appuntamenti regolari. L’intento è di suggerire delle scrittrici e degli scrittori intriganti e intelligenti capaci di avere uno sguardo “diverso” sulla società, la storia e l’economia. Suggerimenti per chi volesse inserire nella propria biblioteca casalinga opere grintose o a volte un po’ ai margini... fiabe resistenti Racconti del Subcomandante Marcos, Kairos edizioni, Roma, settembre 2015. Kairos_Moti Contemporanei è un progetto editoriale indipendente nato nel 2013. Audio registrato e realizzato presso la sala prove e studio di registrazione Renoize Project (http://renoize.org) di Acrobax Project con la collaborazione de La Carretera (http://lacarreterarecording.blogspot. it). Per acquistare delle copie contattare il segratariato syndicom allo 058 817 19 61 o scrivere a marla@inventati.org. i racconti . Sogna il vecchio Antonio . La storia degli altri . La storia dello sguardo . La storia di Durito . La storia del leone e dello specchio . La storia del rumore e del silenzio . Il leone uccide guardando . La storia dell’aria e della notte . La storia della spada, l’albero, la pietra e l’acqua . Durito e la poltrona del potere . Gli zapatisti e le mele . Noi di oggi sì, abbiamo capito

zapatista e combattente, cantastorie di speranze e ribellioni, nasce da un sogno, “nutrire il tessuto vivo dell’immaginario sociale”, come scritto nella prefazione “con l’auspicio che nuove figure e nuove forme possano animare i sogni comuni” e “da un fatto: pensiamo con Italo Calvino, che le fiabe siano vere, e capaci di generare mondi. Esse insegnano che la persecuzione dell’innocente e il suo riscatto sono i termini di una dialettica interna a ogni vita”. Alla realizzazione di questo primo libello della rete editoriale Kairos. Moti contemporanei (v. box) hanno contribuito persone mosse dal desiderio di promuovere il racconto e l’arte di raccontare: come “intelectuales descalzos” hanno letto, tradotto, interpretato, musicato e illustrato le Fiabe Resistenti, favole per bambini e non.


Confine Ticino | 13

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015 Modifica di legge

Nella folta “giungla fiscale” tra Italia e Svizzera si inizia finalmente a intravedere una radura

©FDA

Berna e Bruxelles hanno firmato i sette Accordi bilaterali il 21 giugno 1999. Approvati dal Popolo svizzero il 21 maggio 2000 ed entrati in vigore il 1° giugno 2002, uno dei grandi dilemmi che hanno generato ha riguardato la modalità di riscossione delle rendite erogate dalla Svizzera a cittadini-lavoratori-pensionati residenti in Italia. Quali sarebbero dovuti essere gli adempimenti fiscali da espletare da parte dei frontalieri o dei loro familiari che avrebbero percepito o ricevevano una rendita AVS (vecchiaia, superstiti, invalidità), del II Pilastro, o entrambe? Ferdinando D’Agostino*

Attraverso il “Jobs Act” il Governo italiano guidato da Renzi ha introdotto una nuova prestazione di disoccupazione, già modificata appena tre anni fa dal precedente Governo Monti, chiamata Aspi e mini Aspi. I requisiti fondamentali sono tre: - aver perso il lavoro involontariamente, - avere almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio della disoccupazione - avere 30 giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti sempre l’inizio delle prestazioni. Questi requisiti devono essere validi contemporaneamente. Alcuni cambiamenti sono molto rilevan-

ti, soprattutto quelli che riguardano la durata dell’erogazione che non dipenderà più dall’età, ma dalle settimane di lavoro, e il periodo di riferimento che è raddoppiato, passando da due anni (Aspi) a quattro. Noi consigliamo, vista la velocità con cui certe ditte nascono e spariscono, di abituarsi ogni qual volta si cambia un impiego di richiedere i certificati al datore di lavoro anche se non ci si iscrive immediatamente in disoccupazione. Per aver diritto alle prestazioni bisogna “aver perso il lavoro involontariamente” cioè non hanno diritto alla Naspi quei lavoratori che hanno dato le dimissioni e quelli che hanno risolto consensualmente il contratto. Naturalmente rientrano sempre nel diritto i lavoratori dimessisi per “giusta causa”, cioè coloro che: non hanno ricevuto il pagamento della retribuzione, che sono stati oggetto di molestie sessuali o che hanno subito mobbing. Inoltre quelli che hanno subito variazioni delle

condizioni di lavoro nel caso in cui l’azienda sia stata ceduta ad altri o per spostamento ad altra sede senza che sussistano ragioni tecniche, produttive, organizzative. In questo sistema attuato dal Governo vengono considerate “settimane utili per far nascere il diritto” tutte le settimane retribuite dove risulti sia stata pagata o dovuta una retribuzione, tenendo presente che per contribuzione utile si intende anche quella dovuta ma eventualmente non versata dal datore di lavoro. Nelle 13 settimane di contribuzione bisogna includere anche i seguenti periodi coperti da: contributi figurativi per maternità obbligatoria e congedo parentale, se non si è stati licenziati, i periodi di lavoro all’estero in Paesi comunitari o collegati alla CEE (il caso dei frontalieri), i periodi di astensione dal lavoro per malattia del figlio fino a otto anni di età e infine i periodi di malattia e infortunio se c’è stata integrazione della retribuzione da par-

te del datore di lavoro. Sono esclusi i periodi per cui un lavoratore ha già usufruito delle indennità di disoccupazione. La prestazione è percepita mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni per un massimo di 24 mesi. Verrà versato un importo pari al 75% della retribuzione mensile fin ad un importo di 1195 euro mensili. Nei casi in cui la retribuzione mensile sia superiore a 1195 euro, caso di molti frontalieri, l’indennità sarà pari al 75% del predetto importo a cui si dovrà aggiungere un ulteriore importo pari al 25% calcolato sulla differenza tra la retribuzione mensile ricevuta e i 1195 euro. Comunque l’indennità mensile non potrà in ogni caso superare nel 2015 il tetto massimo di 1300 euro; inoltre l’indennità sarà ridotta progressivamente nella misura del 3% al mese dal primo giorno del quinto mese in cui si percepisce

nel 2015, mentre per i lavoratori licenziati dal 1° gennaio 2016 tale riduzione verrà applicata dal primo giorno del quarto mese. Come abbiamo scritto precedentemente la durata della NASpI è stabilita per un periodo pari alla metà delle settimane contributive effettivamente lavorate, invece a partire dal 2017 il periodo massimo aumenterà a 78 settimane. La nostra considerazione è che tutelare sia finanziariamente che per un periodo maggiore il lavoratore è fondamentale, ma non basta più in un mondo dove le congiunture economiche negative cicliche sono sempre più ravvicinate. Questa nuova legge dovrebbe essere volta anche a dotare i famosi “Centri per l’impiego” di strumenti effettivamente efficaci. Il lavoratore che perde l’impiego deve poter aumentare la propria capacità di rientrare in tempi accettabili nuovamente nel mondo del lavoro. Questo può avvenire unicamente con “armi” più solide e adeguate ad affrontare le nuove sfide e soprattutto le nuove barriere come ad esempio l’aumento dell’età pensionabile, l’aumento del rischio di essere licenziati perché considerati “lavoratori obsoleti” dal punto di vista produttivo e costosi per le prestazioni sociali a cui si ha diritto dopo una certa età.

*Ferdinando D’Agostino è responsabile Ufficio Patronato Ital Uil di Mendrisio, frontalieri@bluewin.ch.

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la sezione in gita

Gli attivi (e non) al Bernina Express Sono rimasto sorpreso dalla grande partecipazione alla gita del Bernina Express effettuata domenica 6 settembre 2015. La prima tappa dei 100 partecipanti è stata Tirano dove si è potuto fare dello shopping e, poi, il pranzo con i famosi pizzoccheri. Al termine siamo saliti tutti sul ormai famoso treno rosso del Bernina Express divenuto patrimonio dell’Unesco. Una giornata splendida fatta di panorami mozzafiato, come Brusio e il famoso viadotto elicoidale che si avvolge a spirale verso l’alto rispettivamente verso il basso. Le Prese - Li Curt, tutte frazioni di Poschiavo che è di per sé uno dei luoghi più belli dei Grigioni, dove ci sono costruzioni in stile edificate dai poschiavini emigrati. Uno dei quartieri di Poschiavo è infatti chiamato “quartiere spagnolo”. Alp Grüm fa da spartiacque, a sud

l’acqua confluisce nel mare Adriatico e a est verso il mar Nero. Nel 1926 furono costruite le centrali elettriche di Palü e Cavaglia. L’Ospizio del Bernina è il punto più alto, la stazione della ferrovia retica si trova a 2253 m.s.l.m e fa da confine linguistico: a sud verso Poschiavo si parla italiano, nell’Engadina il retoromanzo e il tedesco. Morterasch con l’imponente ghiacciaio, che purtroppo continua a sciogliersi. Arrivati a Pontresina, è ora di scendere e riprendere i nostri bus per il rientro verso il Ticino via Julier e San Bernardino. Devo ringraziare i colleghi Bonetti Piergiorgio e Bontagnoli Aldo che hanno fatto da Cicerone spiegando con passione la regione attraversata. Grazie a tutti i partecipanti e appuntamento all’anno prossimo. Bubi

impressum redazioni syndicom, die zeitung caporedattrice Nina Scheu svizzera italiana syndicom, il giornale Barbara Bassi, Via Genzana 2, 6900 Massagno, Tel. 058 817 19 63 redazione@syndicom.ch Grafica e impaginazione Daniela Raggi (i) Correttrice Petra Demarchi (i) Notifica cambi di indirizzo syndicom, Adressverwaltung

Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336, 3001 Bern inserzioni e pubblicità Priska Zürcher, Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336, 3001 Berna Tel. 058 817 18 19 Fax 058 817 18 17 stab@syndicom.ch Stampa Ringier Print Adligenswil AG, Casella postale 3739, 6002 Lucerna

ISSN 1664-8978 Editore syndicom – sindacato dei media e della comunicazione Monbijoustrasse 33, Casella postale 6336, 3001 Berna, Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17 Il prossimo numero uscirà il 20 novembre 2015. La chiusura di redazione è fissata martedì 3 novembre 2015.


14 | In chiusura

syndicom | N. 10 | 23 ottobre 2015

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Trasporto su strada

© LUC AS DUBUIS

No all’esternalizzazione

CCl subito! ∙ La presidentessa di Unia Vania Alleva, gli autisti Jean-Charles Froidevaux e Bruno Fürst con il presidente di syndicom Alain Carrupt (da sinistra a destra)

Uniti contro il dumping salariale Corsi per tutti: Social Media-La comunicazione digitale professionale lunedì 9, mercoledì 11, sabato 14 novembre (due serate e un sabato mattina) Orario: 19.00-21.30, orario di sabato 8.20-11.30 Termine d’iscrizione: contattare il segretariato Animatore: Marko Valdarnini Obiettivi del corso: Ottenere maggiore consapevolezza dei linguaggi e degli stereotipi / Acquisire le basi della comunicazione digitale / Conoscere i limiti e le potenzialità della tecnologia / Tracciare la propria identità multimediale / Costruire una rete di conoscenze / Sfruttare la rete come risorsa / Strutturare un profilo proficuo

I sindacati syndicom e Unia hanno unito le forze per lottare contro il deterioramento delle condizioni di lavoro e in particolare dei salari per gli autisti dei trasporti su strada. Così l’8 ottobre hanno consegnato a Berna una rivendicazione per un contratto collettivo nel settore dei trasporti su strada e della logistica. Il settore soffre sotto una crescente concorrenza ma non bisogna dimenticare che gli autisti cominciano le loro giornate molto presto al mattino e hanno spesso dei ritmi di lavoro intensi, nel traffico e con sempre maggiori responsabilità. “Le aziende svizzere ricorrono sempre più ad autisti stranieri disposti a lavorare a condizioni inferiori e salari più bassi” ha detto J.C. Froidevaux, autista della Posta. “Vogliamo evitare un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro” ha affermato Alain Carrupt, presidente di syndicom. Vania Alleva, presidente di Unia spiega che con l’aumento di acquisti via internet gli autisti devono lavorare sempre più la notte per rispettare i termini delle consegne. Unia stima che ci sono circa 60’000 autisti professionisti che non sottostanno ad alcun contratto collettivo. Le associazioni padronali hanno reagito per mezzo stampa con veemenza alla richiesta dei sindacati. La battaglia deve ancora cominciare.

il cruciverba di syndicom

I conducenti del trasporto su camion degli invii postali dicono No! A seguito della campagna lanciata a livello nazionale il 29 settembre (vedi pag. 5) per combattere contro l’esternalizzazione del servizio di invii postali su camion della Posta, si sono incontrati in assemblea a Bellinzona il 3 ottobre i conducenti di Postlogistic della sede di Cadenazzo. Uniti hanno deciso di continuare a sostenere la lotta per garantire il mantenimento anche in futuro del loro posto di lavoro all’interno del gigante giallo. (red)

agenda Conferenza aziendale Cablex Venerdì 30 ottobre 2015 ore 10.15-14, Berna Per info contattare il segretariato. Conferenza divisione industria Grafica e imballaggio (IGI) 5 dicembre 2015, Berna ore 10.30 -15.45 (vedi pag. 4) condoglianze Gianfranco Figus, Bioggio, deceduto in data 12.6.2015 all’età di 64 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1996.

Luogo: Centro di formazione Viscom, Viale S. Franscini 25, 6500 Bellinzona

Silvano Grandi, Locarno, deceduto in data 29.9.2015 all’età di 82 anni. Membro della sezione Ticino e Moesano. Socio dal 1955.

Indirizzi

Divisione della comunicazione visiva Il sindacato che coltiva e promuove Game Development - Un primo approccio le qualità dei suoi iscritti. nel mondo del game design Corsi visual project:

Segretariato Centrale CP 6336 Monbijoustr. 33, 3001 Berna Tel. 058 817 18 18 • Fax 058 817 18 17 syndicom mail@syndicom.ch

7 novembre 2015 /ORARIO: 09.00-16.30 Luogo: SUPSI Trevano Animatore: Alan Marghitola e Antonio Daniele Mu Obiettivi del corso: Un corso che non vuole perdersi unicamente in nozioni teoriche, ma che permetterà anche ai profani di mettere le “mani in pasta” nella creazione di un progetto reale e completo nelle sue macrofunzionalità. Max. 20 partecipanti Workshop Corso gratuito

e laboratori

Mettersi in proprio: informazioni giuridiche e consigli pratici comunicatori visivi per per essere sempre e grafici indipendenti aggiornati Sabato 21 novembre 2015 ORARIO: 09.00-12.15 Luogo: Professionale Trevano VisualCentro Project-Syndicom organizza giornate dedicate (CPT) alla18comunicazione Max. partecipanti virtuale. Corso gratuito Prossimo appuntamento Game Development con Alan Marghitola e Antonio Daniele Mu Un primo approccio nel

Formazione continua e corsi di aggiornamento

Segretariato regionale Massagno Via Genzana 2, 6900 Massagno Tel. 058 817 19 61 • Fax 058 817 19 66 ticino@syndicom.ch Orari: lu e gio 8.00 - 12.00 | ma-me-ve 13.30 - 17.30 Segretariato regionale Bellinzona Piazza Giuseppe Buffi 6A cp 1270, 6501 Bellinzona | Tel. 058 817 19 67 • Fax 058 817 19 69 ticino@syndicom.ch

Workshop e laboratori

Eventi Cassa disoccupazione Bellinzona con grandi Piazza Giuseppe Buffi 6A rappresentanti casella postale 1270, 6501 Bellinzona del settore Tel. 091 826 48 83 • Fax 091 826 48 84

per una crescita per stimolare per prendere professionale creatività esempio solo In palio un portafogli offerto dalla nostro partner assicurativo CPT. La soluzione sarà pubblicata costante dai migliori sul prossimo numero insieme con il nome del/della vincitore/vincitrice. Non è previsto alcuno

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scambio di corrispondenza sul concorso. Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione indicanhttp://www.syndicom.ch/it/gi/pensionati/ Syndicomdo offre aglieiscritti possiProject-Syndicom organizzato il nome l’indirizzo, entro il 9 Visual novembre 2015, a: syndicom - il giornale, viaL’evento Genzana principale 2, 6900 bilità di formazione organizza giornate dedicate da Visual Project - syndicom è la gruppo-regionale Massagno. attraverso il programma www.helias.ch e l’ente prestigiosa “Giornata del design alla comunicazione visiva. E-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch, Il vincitore sudoku pubblicato su syndicom - il giornale N. 9 è il signor Luca Sangiorgi di Vezia. di formazione ECAPdel Ticino. e della comunicazione visiva castori.gabriele50@gmail.com Sono organizzati anche dei corsi Communico”. Relatori internazioProssimo appuntamento per aiutare i freelance a gestire nali di prim’ordine presentano il L’infografica la parte burocratica del lavoro. loro lavoro stuzzicando gli ospiti.

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