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TABLET BIKE

di Luca Santagà - fb avventure in bici

fotografie di Davide Loreti

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LA VOCE DEGLI ALBERI

C’è un periodo durante l’ anno nel quale anche i più tenaci tra noi pedalatori, si riposano. Non è solo voglia di andare in vacanza, semplicemente il nostro fisico ci manda dei segnali più o meno velati che ci dicono che è arrivato il momento di fare una pausa. Quest’ anno così strano, poi, ha complicato un bel po’ la consueta routine: da maggio, quando abbiamo potuto finalmente scatenarci, effettivamente non ci siamo più fermati e questo è il momento per così dire di tirare il fiato. Non ci crederete ma fermarsi è difficile

quanto rimettersi in moto dopo un lungo periodo di inattività. Proprio per questo, più che lo sbraco sotto l’ombrellone, il nostro periodo di riposo prevede il diradarsi delle escursioni e la diminuzione dei chilometri percorsi. Diciamocelo: pedalare sotto il solleone non è piacevole; nei percorsi in campagna, con la nostra mountain bike bisogna tenere conto delle formazioni organizzate di insetti di ogni tipo. Il tutto, se si è spossati da qualche migliaio di chilometri nelle gambe, può venire a noia. Ci sono comunque due sistemi per fare escursioni nei periodi più caldi. Il primo: alzarsi all’alba, svegliare il cane e litigare con la moglie, giustificare l’alzataccia con una colazione pantagruelica e raggiungere i nostri amici, altrettanto assonnati e abbottati di cibo per fare il solito giretto prima che orde di tafani si sveglino e decidano loro, di fare colazione a base di ciclista. Tutto questo va bene solo se non si hanno alternative migliori. Il secondo sistema, che io trovo decisamente più stimolante è quello di andare a pedalare in quota. Magari andando a cercare quei percorsi che per un motivo o per l’ altro abbiamo accantonato durante l’ anno. Ci si alza presto comunque, ma vi assicuro che si trovano delle chicche indimenticabili, si pedala col fresco, niente insetti e con l’ aria limpida e pura che è una manna per i nostri polmoni. Se alzarsi presto è un sacrificio, ne deve valere la pena, almeno ad agosto. Nei dintorni di Roma è pieno di itinerari dove scorrazzare con la nostra bici in lungo e in largo, ce n’è per tutti i gusti, percorsi facili, difficili e anche qualche cosa in più. La giornata che mi accingo a raccontarvi è proprio del tipo ”qualche cosa in più” e sono costretto a dire nel bene e nel male.

Come i miei più affezionati lettori oramai sanno, cerco di far vivere loro le emozioni che provo attraverso i miei racconti. E vorrei che alla fine di quest’ ultimo, qualcuno di voi rimanesse perplesso almeno quanto me. La mattina è fantastica: il cielo è azzurro intenso, quando posteggiamo accanto ad un maneggio ai Pratoni del Vivaro, l’aria è frizzante. Il termometro dell’ auto segna 15 gradi. Davanti a noi la sagoma del Monte Artemisio è di un bel verde scuro. Percorreremo un anello che gira intorno alla montagna, la scaleremo nell’ ultimo tratto quasi fino alla cima per poi riscendere fino al punto di partenza. Partiamo, e la traccia GPS ci porta su una strada sterrata nel bosco in ripida discesa: un toboga scavato dall’ acqua piovana su fondo bello compatto. Per circa tre chilometri scendiamo a “randanello” (come dicono i romagnoli) e mano a mano che prendiamo confidenza con il fondo le velocità crescono: 50, 55, 60 km/h e con la velocità il divertimento; ad un certo punto una curva a gomito proprio davanti all’ immancabile cimitero ci costringe ad “inchiodare” e da questo punto in avanti sappiamo che sarà tutta salita fino in cima. Poco male, il bosco in cui siamo entrati sembra non avere fine e solo la velocità tenuta fino a questo punto ci ha distratto dal godere della sua bellezza. Ora è tutto più lento, saliamo al 12% di pendenza, un poco di fiatone ma la discesa ci ha caricato a pallettoni. Non ci saremmo fermati davanti a nulla. Mi sbagliavo: dopo un chilometro dipiacevole salita nel bosco, quel bosco che non sarebbe mai dovuto finire, ebbene si è trasformato in un enorme, orrendo piazzale. Gli alberi, così verdi e maestosi, giacciono a terra, alcuni sfrondati, altri appoggiati in enormi cataste. Decine, centinaia di moncherini testimoniano uno scempio al quale mai nella vita mi sarei immaginato di assistere. Ci siamo fermati, ci siamo guardati. Quattro esseri umani in mezzo ad una strage sicuramente autorizzata, Un’orrenda ferita su una delle montagne più belle e verdi del nostro territorio.

Improvvisamente tutto è cambiato: l’umore prima di tutto, ma anche la temperatura, siamo sotto al sole ed ora fa un bel caldo deciso, così decidiamo di proseguire lungo la nostra traccia alla ricerca di un poco d’ombra. Quando scegli di essere amico della natura, non riesci a restare indifferente davanti a spettacoli come questo. Chi di dovere potrebbe parlare per ore, o cercare di giustificare un simile scempio senza peraltro convincermi. Ricordo, forse avevo tre anni o poco più e mia madre (cresciuta in Valtellina) mi diceva: “vedi, Luca, le radici

degli alberi si infilano nel terreno come le dita delle mani. Questo impedisce alla montagna di franare, perché la terra è trattenuta da queste enormi dita, che sono le radici. Non bisognerebbe mai abbattere gli alberi in montagna. Il terreno inclinato, senza alberi finisce a valle”. Un concetto semplice, che capisce anche un bambino di tre anni. Ora, io non dico che tutti dovrebbero ascoltare mia madre, ma visto che viviamo in una nazione che precipita a valle ogni volta che piove, qualche pensierino ce lo farei. Questo è l’ennesimo caso in cui ci troviamo di fronte all’arroganza e all’avidità di qualcuno, a spese di questo nostro pianeta che con evidenza sta lentamente ma inesorabilmente implodendo. Alimentato dalla mia stessa rabbia, continuo a pedalare lungo il sentiero che si fa mano a mano più ripido, fino ad una fonte da dove sgorga acqua freddissima. Ci fermiamo tutti a mangiare una barretta e a riempire le borracce quando sentiamo il suono di un fuoristrada che lentamente si avvicina. Si ferma e ne scende un signore di mezza età che sorridendo ci chiede da dove veniamo. Gli chiediamo subito degli alberi abbattuti. Lui era il guardaparco, ora è in pensione. Vive qui da tutta la vita. Non riesce a trovare le parole…ha quasi le lacrime agli occhi e racconta di sindaci, Provincia, Regione, un guazzabuglio di istituzioni indecifrabile con chissà quali interessi alle spalle. Mentre ci mette in guardia dalle vipere che qui sembrano essere piccole ma cattivissime, il suo sguardo si perde oltre il crinale, dove arrivano ovattati i suoni delle scavatrici all’ opera. E’ gentile, ed ha una gran voglia di parlare di come stanno deturpando la sua terra. Noi lo ascoltiamo con il rispetto che merita, poi lui stesso sdrammatizza e ci racconta brevemente dei suoi trascorsi in bicicletta, le gare, i premi e come sempre avviene, troviamo amici in comune. Ci salutiamo e ripartiamo, tra una sosta e l’altra siamo in ritardassimo sulla tabella di marcia, la mattina è inoltrata e nonostante la quota, nei tratti sotto al sole, siamo sempre in salita e si suda. Eccome se si suda. Mi sembrava di sudare persino dagli occhi. Bella scalata: un ultimo bivio sulla destra ed eccoci in vetta. Da qui il panorama è veramente maestoso e prima di affrontare quella che per differenza aritmetica sembra essere una discesa bella ripida, ci fermiamo per dare fondo alle borracce. Poi giù, a vita persa: la sensazione di toccare terra ogni tanto, incuranti di sassi e ortiche per gli ultimi tre chilometri quasi verticali che bruciano in pochi minuti fatica e tensione. Con un polverone senza precedenti arriviamo alle macchine. Mentre carichiamo le bici, un’ ultima, sfuggente occhiata al Monte Artemisio che oggi ci ha fatto vivere forti emozioni ma allo stesso tempo ci ha anche angosciato per quello che gli stanno facendo. Tranquilli, sul versante dove nessuno vede. Il monte ricambia lo sguardo. Fermo. Dignitoso. Fiero. Come quello del suo amico guardaparco. tablet

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Tablet Natura

Cavalieri d’Italia al CHM Lipu Ostia - foto di Simone Pizzichini

Alessandro Polinori - Vice Presidente Lipu - BirdLife Italia Responsabile Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia

NIDIFICAZIONI RECORD NELL’OASI LIPU DI OSTIA E AD OTTOBRE AL VIA IL “MESE DELLA NATURA”!

Sono stati mesi davvero difficili, con una pandemia planetaria che ha avuto effetti sulla vita quotidiana di tutti noi e imprevedibili conseguenze che dureranno ancora a lungo.

Mesi in cui, tra le altre cose, è stato anche proibita la frequentazione delle aree naturali. Provvedimenti drastici, impensabili fino a solo poco tempo prima, ma adottati per contrastare un virus estremamente pericoloso, la cui origine è peraltro da ricercare in un errato rapporto con la natura e gli animali, domestici e selvatici.

Nel frattempo, mentre noi esseri umani rimanevamo a casa, la vita nella natura continuava ad andare avanti e, in particolare per quanto riguarda gli uccelli, la stagione riproduttiva proseguiva regolarmente come ogni anno, in alcuni casi con un minor disturbo da parte dell’uomo.

Sul Litorale Romano, nell’oasi Lipu di Ostia, sita alla foce del Tevere, le nidificazioni hanno fatto registrare un vero e proprio record. Ancora dobbiamo stilare il bilancio definitivo, ma possiamo già dire che questa sarà una stagione da ricordare, in particolare per la contemporanea nidificazione di alcune specie estremamente importanti.

Per la seconda volta dall’istituzione dell’oasi, avvenuta nel 2001, abbiamo infatti assistito alla nidificazione del bellissimo Cavaliere d’Italia, con almeno tre coppie, insieme ad una rara coppia di Fistione turco, anch’essa per la seconda volta in assoluto (la prima nel 2005) ed all’importantissima conferma del maestoso Airone rosso, nidificante in oasi con più coppie e con continuità sin dal 2004, quando, proprio nell’area protetta lidentablet se, ebbe luogo la prima nidificazione di tutto il territorio della regione Lazio. Accanto a loro, numerose altre specie, sicuramente meno rare, ma altrettanto affascinanti, hanno messo sù famiglia nella zona umida a pochi metri dal Parco Letterario Pier Paolo Pasolini, tra cui gli eleganti cigni reali ed ancora svassi maggiori, tuffetti, folaghe, gallinelle d’acqua, cannaiole e molte altre ancora, trasformando

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Giovani Cigni reali al CHM Lipu Ostia - foto di Alessandro Polinori

per settimane lo stagno lidense in una vera e propria nursery a cielo aperto, per centinaia, migliaia di volatili! Un sito in cui, in circa 20 anni, sono state complessivamente censite oltre 200 specie di uccelli e che, in tempi “normali”, conta su oltre 20.000 presenze l’anno, con birdwatchers, fotografi, appassionati di natura ed arte provenienti da ogni angolo del pianeta (tra cui, per ben

Giovani Cigni reali al CHM Lipu Ostia - foto di Alessandro Polinori

due volte, la poetessa, cantautrice e artista statunitense Patti Smith). Per quanto concerne le attuali possibilità di visita dell’area, dopo il lungo lockdown, le attività con il pubblico sono ripartite da luglio all’insegna della prudenza, con iniziative (a numero chiuso, su prenotazione e nel pieno rispetto dei provvedimenti anti-coronavirus)

Tuffetti al CHM Lipu Ostia - foto di Franco Baccelli

che hanno da subito fatto registrare il tutto esaurito, a dimostrazione di quanto questo scrigno di biodiversità strappato al degrado sia amato ed apprezzato dalla popolazione, di tutte le età. Tra i tanti eventi in programma nella passata primavera, cancellati a causa della grave situazione sanitaria internazionale, vi è stata anche la tradizionale Festa delle Oasi e Riserve Lipu. Per recuperare quest’importante momento di aggregazione e sensibilizzazione, come Lipu abbiamo deciso di organizzare, per il mese di ottobre, il “Mese della Natura nelle Oasi Lipu”, con tante iniziative, per grandi e piccini, che avranno luogo, in sicurezza, nel corso di cinque week-end: si partirà il 3 e 4 ottobre con l’Eurobirdwatch 2020, il consueto appuntamento che, nel pieno del passo autunnale dei migratori, vedrà coinvolti migliaia di birdwatchers in tutta Europa, per poi proseguire con visite guidate, presentazioni di libri, liberazioni di rapaci curati dal CRFS Lipu Roma, conferenze, attività didattiche ed artistiche e molto altro ancora!

Per essere aggiornati sul programma completo è sufficiente seguire la pagina Facebook “Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia” o scrivere all’indirizzo chm.ostia@lipu.it. Ripartiamo dalla Natura, vi aspettiamo in oasi! Per info: alessandro.polinori@lipu.it - www.lipu.it

L’associazione Meihua si occupa delle discipline del benessere a sostegno della persona. Ma cosa significa benessere? Se con- trolliamo il significato sul vocabolario viene riportata la seguente descrizione

“Stato felice di salute, di forze fisiche e morali”.

Quindi chi ha a cuore la propria salute fisica e morale si dedica ad alcune disci- pline in grado di mantenere e rafforzare questo stato. Quali sono i pregi di queste discipline? Con una regolare attività infrasettima- nale di una o due volte alla settimana è possibile avere dei benefici evidenti nel giro già di poche lezioni. Queste disci- pline sono ottimi alleati contro lo stress, quando lo stress diminuisce la nostra sa- lute ne guadagna, le difese immunitarie si alzano, migliora la qualità del sonno, gli stati di ansia diminuiscono, la respira- zione diviene naturalmente più profonda in modo di svolgere un effetto antalgico. Ma non soltanto il nostro stato emotivo mostrerà dei risultati apprezzabili, anche il nostro corpo ne beneficerà attraverso un lavoro posturale svolto in maniera dolce e con semplici esercizi. Andiamo a vedere le specifiche di queste discipline: Il Qi Gong: svolge un’azione importante sull’asse dello stress, aiuta concentra- zione e coordinazione, flessibilità ed in- tenzione. E’ legato alla medicina cinese proprio come la più famosa agopuntura, ed allo stesso modo ci permette di ri- equilibrare la nostra energia interna. Il lunedì pomeriggio ore 18.00 classe di Zhineng Qi Gong ottimo strumento raf- forzare il nostro corpo in maniera dolce ed aumentare le capacità di rilassamen- to. Qi Gong per la salute della donna il martedì mattina ore 10.30-11.30 Il nutri- mento dell’utero tecnica indicata anche durante la gravidanza, consiste in eser- cizi molto dolci, respirazioni sonore ed automassaggi ottimo strumento per raf- forzare il rapporto materno fetale. Venerdì ore 10.00-11.30 La ragazza di gia- da questa tecnica non può essere esegui- ta in gravidanza ed accompagna la don- na in tutte le fasi della sua vita. Qi Gong per il benessere esercizi adatti a tutti ed in ogni momento della vita il mercoledì ore 9,30-11.00 e 11.15-12.45.

Il Taiji Quan (tai chi) può essere affron- tato a vari livelli prendendo da questa meravigliosa arte ciò che più ci fa star bene, una ginnastica per la salute, una meditazione in movimento oppure come vera arte marziale. Il corso si sviluppa per livelli di pratica, iniziando con le tecniche a mano nuda per poi proseguire con l’utilizzo delle armi e degli esercizi in cop- pia. Lo stile Yang mostra movimenti più ampi e regolari sia nel ritmo che nella se- quenza delle tecniche. Questo stile può essere facilmente approcciato ad ogni età e può essere considerato un vero ausilio per recuperare una buona postu- ra, alleviare i disturbi della colonna e rin- forzare le gambe. Le lezioni sono tenute di lunedì ore 11,00-12,30 ed il martedì ore 17,45-19.00. Lo stile Chen Xiaojia è lo stile originario che conserva ancora inal- terato lo spirito marziale del Taiji Quan. Nell’esecuzione delle sequenze i due as- petti morbido e duro si alternano come i cambiamenti di ritmo. Questo stile è adatto a chi cerca nella pratica, oltre a ril- assamento e concentrazione, anche agil- ità ed efficacia marziale. Orari di lezione lunedì ore 9,30-10,45 oppure martedì ore 19.15-20,30.

Meditazione: giovedì ore 18,00-19,30 la prima parte della lezione è dedicata alla meditazione mentre la seconda parte prevede il rilassamento attraverso stru- menti da meditazione, campane tibet- ane, handpan… I pomeriggi di Meihua si tengono il sa- bato pomeriggio dalle 15,30 alle 18,30 e prevedono incontri tematici di Medicina Cinese, Feng Shui, Qi Gong, I Ching e molto altro ancora.

L’associazione è certificata per il con- trasto del nuovo coronavirus saranno rispettate tutte le procedure di sicurezza previste della legge. Le lezioni sono a nu- mero chiuso e su prenotazione. tablet

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