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TABLET SCUOLA
a cura di Diana Di Sebastiano
Ritorno a scuola senza rischi: è possibile? Intervista a Germana Paoletti, Assessore alle Politiche Sociali ed Educative Municipio X
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In una situazione di incertezza, come quella che stiamo vivendo, e con i casi di contagio da Covid -19 in aumento, l’unica cosa sicura sembra essere, al momento, la data fissata per il rientro a scuola. Il 14 settembre, come previsto dall’ordinanza del Ministero dell’Istruzione, gli studenti si ritroveranno sui banchi di scuola, seppur con alcuni accorgimenti che sarà necessario adottare.
Per delineare il quadro attuale, abbiamo incontrato l’Assessore alle politiche sociali ed educative del X Municipio, Germana Paoletti, con la quale è stata analizzata la situazione del nostro territorio e le misure messe in atto per agevolare il rientro degli alunni.
“Il 14 settembre si torna a scuola con una didattica in presenza e con la garanzia del tempo scuola per tutti” commenta l’assessore Paoletti, “lasciando alle scuole, e ai Dirigenti Scolastici, la possibilità di decidere in autonomia le modalità operative ritenute più idonee a garantire la sicurezza negli edifici. Le scuole tuttavia non sono state lasciate sole in questo momento particolarmente delicato; nei mesi scorsi infatti” continua l’assessore Paoletti “è stato istituito un tavolo di incontro con
ASL, USR, MIUR, Comune e Municipio, finalizzato a definire le modalità di riapertura delle scuole. Noi, come assessorato, quale prima azione sul nostro territorio, ci siamo impegnati ad effettuare una serie di sopralluoghi nei vari Istituti Scolastici del X Municipio, al fine rilevare le esigenze dei singoli plessi (205 in totale) e contestualmente inviare ai Dirigenti Scolastici un questionario sulle criticità relativamente all’aspetto degli spazi che in questo momento riveste un’importanza primaria in quanto, in tutti gli ambienti, la distanza minima da tenere è di un tablet metro; tale distanza, in classe, deve essere calcolata da centro del banco a centro del banco. La stessa distanza dovrà essere rispettata anche in sala professori, nelle mense e davanti ai distributori automatici di snack. In palestra, la distanza minima dovrà invece essere di due metri. Dai sopralluoghi effettuati, è emerso un quadro tutto sommato confortante in quanto le scuole con problemi di contenimento degli spazi sono risultate essere pochissime - per le quali peraltro sono già state individuate alcune soluzioni di tipo organizzativo, quali ad esempio la dislocazione delle aule più piccole in spazi diversi (palestre, locali mensa etc…). Su tale aspetto,
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tuttavia si continua a lavorare, insieme alle scuole del territorio, per trovare spazi complementari a quelli esistenti”. Un aiuto concreto potrà avvenire grazie anche alla fornitura di nuovi banchi. Sul nostro territorio la distribuzione dei primi banchi monoposto negli istituti che ne hanno fatto richiesta (unicamente per le nuove classi – le uniche di competenza del Municipio) inizierà i primi di settembre. Relativamente all’utilizzo della mascherina, le linee guida del Ministero prevedono l’obbligo di indossare la mascherina per entrare a scuola dai 6 anni
in su; tale obbligo riguarda i docenti, i presidi, i bidelli e gli studenti. I ragazzi potranno abbassarla, una volta entrati in classe, solo se viene rispettato il metro di distanza, ma dovranno rimetterla se si spostano dal proprio banco. Per i bambini sotto i 6 anni non ne è previsto l’uso. Gli alunni disabili non dovranno indossare la mascherina se la loro disabilità è incompatibile con l’uso del dispositivo. Altro aspetto particolarmente importante è quello relativo alla mensa scolastica, mensa che è e resta garantita per tutti gli Istituti. “L’organizzazione della stessa” ricorda l’assessore Paoletti “è demandata alla scuola - nel caso di gestione diretta autonoma - e a Roma Capitale nel caso di Istituito che abbia aderito al servizio centralizzato del Comune. Tuttavia, nella necessità di dover avere minore promiscuità possibile nello stesso locale, ridurre gli spostamenti al minimo, o qualora i locali mensa siano stati riconvertiti in aule didattiche, è ipotizzabile che i Dirigenti Scolastici possano ricorrere alla soluzione alternativa del lunch box, da consumare direttamente nella propria aula”. Un’ulteriore richiesta giunta dalle scuole nelle scorse settimane è l‘attivazione dei comitati di vigilanza. L’Assessore specifica che “Si tratta di comitati temporanei creati ad hoc - previa delibera del Consilio di istituto – costituiti da genitori volontari che si rendano disponibili a prestare la loro opera di vigilanza fuori dalle scuole, iscritti in specifiche liste comunali e ben riconoscibili dai tesserini con il logo del Comune e dell’Istituto di appartenenza. E’ bene precisare tuttavia, che, qualora si decidesse di dar vita a tali comitati, i genitori volontari non avrebbero nessuna responsabilità diretta sui minori (che rimane quella prevista per legge); al contrario, si tratta di un’attività puramente organizzativa e di orientamento verso i bambini ed i ragazzi nel momento dell’ingresso a scuola. Una valida alternativa alla costituzione i tali comitati sono anche gli ingressi contingentati, soluzione verso la quale molti istituti del territorio si stanno orientando.” Ultimo, ma non meno importante aspetto da evidenziare, è quello relativo alle indicazioni sanitarie del Comitato Tecnico Scientifico; ferme restanti le indicazioni di carattere generale già note, in ogni scuola di ogni ordine e grado è prevista la presenza di un’aula COVID e regole ben precise per la sorveglianza sanitaria:
- la febbre andrà misurata a casa in quanto all’ingresso delle scuole non ci saranno i termoscanner - se lo studente ha più di 37.5 non potrà andare a lezione. Inoltre, non deve avere altri sintomi respiratori e non deve essere stato nei 14 giorni precedenti in quarantena o a contatto con una persona risultata positiva al Covid - in caso di contagio l’alunno dovrà fare immediatamente ritorno nella propria abitazione - a seconda della gravità della situazione si potrà valutare se mettere in quarantena la classe o l’intera scuola. Ringraziamo l’Assessore Germana Paoletti per la disponibilità concessa e per il chiarimento di alcuni importanti quesiti.
Tablet Scuola
di Maria Gaia Pensieri Sociologa e Criminologa - Università Popolare degli Studi di Milano
Educare alla resilienza vuol dire potenziare le abilità per fronteggiare le difficoltà ed è quello che i nostri ragazzi coinvolti nelle decisioni prese dagli adulti per contenere la pandemia e proteggere tutta la comunità, hanno sperimentato durante il lockdown. A parte gli aspetti organizzativi e una prima parte di smarrimento, la scuola e gli studenti hanno risposto bene a queste modalità di fruizione delle lezioni. Gli Istituti scolastici si sono attrezzati per eliminare la digital divide e fornire a tutti gli studenti gli stru menti necessari per proseguire con la didattica e garantire il diritto all’istruzione seppur a distanza. La DAD sperimentata con successo in altri Paesi, vedeva l’Italia arretrata nel suo impiego, ma l’emergenza Coronavirus ha costretto il nostro Paese a ridurre rapidamente il gap. La classe docente si è scoperta capace e pronta a rispondere avendo cura non solo della didattica, ma ha cercato di mantene re un contatto con i propri alunni, una nuova forma di relazione mai sperimentata prima. Una relazione pedagogica necessaria a sostenere il rapido cam biamento delle abitudini fondamentali dei ragazzi e dei più piccoli. Il venir meno delle relazioni dirette con il corpo docente e quelle abituali tra pari, rich iedevano un’attenzione particolare da parte degli insegnanti che in gran parte c’è stata. Purtroppo su alcuni hanno gravato le inadeguatez ze infrastrutturali e i limiti delle competenze digitali degli alunni che hanno pesato sulla dispersione scolastica. La scuola non poteva dimenticare anche gli studenti diversamente abili, la DAD ha sicuramente limitato le attività dei ragazzi con disabilità, ma ha tentato di compensare con i docenti di sostegno che hanno mantenuto un filo diretto e di vicinanza con loro. Uno studio dell’unione Europea delinea un quadro lavorativo secondo cui nel prossimo futuro nove lavori su dieci richiederanno competenze digitali. Vale a dire che questi lavori potranno essere svolti in tutto o in parte da macchine, nuovi lavori o quelli già esistenti eseguiti con nuove modalità che richie dono di aggiornare continuamente le digital skills. La presenza di una tecnologia sempre più evoluta nel mondo del lavoro, ma che accanto richiede una
presenza umana che abbia sviluppato determinate abilità. L’Italia non brilla nelle statistiche sulle competenze digitali poiché allo stato occupa un terzultimo posto tra i 28 Stati membri dell’Unione Europea. Le stime per un futuro imminente parlano della scomparsa di 7 milioni di posti di lavoro, preva lentemente nelle aree amministrative e produttive, con la creazione di 2 milioni di nuove figure lavora tive, un saldo negativo che modificherà lo scenario con il sorgere di nuove professioni nei settori delle biotecnologie, la robotica, materiali Hi-tech, tra sporti automatici e l’intelligenza artificiale, professioni che fino a qualche anno fa non esistevano e che certamente richiedono competenze digitali specializzate. Il Covid 19 ci ha costretto a guardare in faccia i problemi e a trovare delle soluzioni, ma se accettassimo in pi eno questa sfida potremmo migliorare i programmi scolastici partendo fin dai primi anni incentivando l’impiego di strumenti tecnologici per l’apprendimento e la didattica. La scuola ha il compito di formare le generazioni dei lavoratori di domani, e il 65% dei bambini che hanno iniziato la scuola nel 2016 si stima che avranno a che fare domani con un lavoro che ancora non è conosciuto. Con il nuovo anno scolastico nonostante il virus non sia stato de bellato si punta al rientro negli Istituti; ma l’esperienza appena vissuta e che potrebbe ripetersi, ci insegna che più siamo pronti a rispondere alle sfide, più contenuti saranno i traumi e le conseguenze, questo vale in tutti gli ambiti. Come in un dopoguerra, ora dob biamo rimboccarci le maniche e pensare a rielaborare i programmi adeguandoli ad una nuova ricostru zione.