Franz kafka e jaroslav hasek l incontro tra due mondi paralleli il venerdi di repubblica 05 04 2013

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KAFKA HASEK STORIE PARALLELE

ILLUSTRAZIONE DI YEVGENI VEDERNIKOV (1960) PER IL BUON SOLDATO SVÈJK DI JAROSLAV HASEK

SOTTO IL CIELO DI PRAGA MAGICA

UNO DI CULTURA EBREO-TEDESCA, L’ALTRO SLAVA. UNO MALINCONICO E VEGETARIANO, L’ALTRO CUOCO E BEVITORE. DUE MONDI CHE CONVIVEVANO NELLA CAPITALE BOEMA S’INCONTRARONO. E DIVENNERO LA CHIAVE PER CAPIRLA di DANILO DE MARCO

GETTY (2)

A DESTRA, LO SCRITTORE JAROSLAV HASEK (PRAGA, 1883-1923) CELEBRE PER IL SUO ROMANZO IL BUON SOLDATO SVÈJK. QUEST’ANNO RICORRONO GLI ANNIVERSARI DELLA SUA NASCITA E MORTE. OLTRE A QUELLO DELLA NASCITA DI FRANZ KAFKA, SOTTO(PRAGA, 1883-1924)

I

l buon soldato Sv•jk non era ancora nato quando Hasek giˆ era famoso in decine di bettole praghesi. In due locali si mise particolarmente in vista: un ristorante con giardino alla periferia di Zizkov e ancor pi• al Cabaret Balkan in Templarska ulice (via dei Templari) nella cittˆ Vecchia. Al Balkan dal 1910 e sino allo scoppio della Prima guerra mondiale si davano convegno giornalisti, letterati ed artisti ai margini dellÕanarchismo: una sorta di scapigliatura ceca. Per entrarvi non era necessario il biglietto dÕinvito. Vi si vendevano allÕasta disegni, quadri, anche manoscritti; il ricavato veniva subito speso in baldorie. Una volta, ricorda Michael Mares, anarchico e amico di Jaroslav Hasek, Çaccompagnai Franz Kafka al Balkan e fu l“ che conobbe Hasek, cos“ come altri scrittori cechi divenuti famosi in seguito: S.K. Neumann, Karel Toman, Frana Sramek, Gellern, il pittore Brunner e lo scultore Stursa. Tutti questi formavano una compagnia di veri mattacchioniÈ. Pare che a Kafka, normalmente cos“ serio e chiuso, piacque molto il locale e soprattutto lÕatmosfera che vi si respirava, osserv˜ quellÕanimazione con un dolce sorriso, lievemente incrinato da una piega di tristezza. Quando poi Hasek con voce

sgraziata da avvinazzato, tra capriole da saltimbanco, cominci˜ a cantare una vecchia canzone... E fu, e fu a Solferino / che il sangue scorse a fiumi ben più del vino / hop, hop, in Franz svan“ la malinconia. Si racconta di un secondo ultimo incontro tra Kafka e Hasek nel locale Kravin (Stalla per le mucche) nel quartiere di Kr‡lovskŽ Vinohradiy, in occasione dellÕauto-candidatura alle elezioni e del comizio di Jaroslav Hasek su Situazione politica, Alcolismo, Prostituzione, Darwinismo ed il re di Bulgaria. Çé notoÈ disse Çche un deputato riceve unÕindennitˆ di dieci fiorini al giorno. Ed • proprio per questo che

mi candido. Con il mio mestiere di scrittore e giornalista non potrei mai guadagnare dieci fiorini e tanto meno se facessi la spia della polizia come seconda professione... Dieci fiorini! S“. Dieci fiorini, che se sar˜ eletto sarˆ una bella somma comune, poichŽ la scialacquer˜ con gli amici di partito, simpatizzanti ed elettoriÈ. QuellÕuomo dal dolce triste sorriso, sempre immerso in se stesso Ð scrive ancora Michal Mares Ð rise sonoramente e di gusto. Una frequentazione, quella dei postriboli anarchici, che non fu mai segnalata neppure da Max Brod nelle sue numerose memorie biografiche sullo scrittore. Si pu˜ immaginare che in quel loro incontro si sia divertito non solo Kafka, ma

anche Hasek, pensando che Kafka sarebbe stato un iscritto ideale del vero Partito del lieve progresso nei limiti della legge. Kafka e Hasek (di cui questÕanno ricorrono gli anniversari di nascita e morte: 1883-1923) sono totalmente diversi tra loro per etn“a, lingua, provenienza sociale, aspetto e scrittura. La percezione che essi avevano del mondo viene trasportata sulla carta da Kafka nel silenzio della notte e con tormento. Da Hasek, tra rumori inimmaginabili: sui tram, nelle osterie tra boccali di birra e gli schiamazzi degli ubriachi, talvolta leggendo anche qualche frase per verificarne lÕeffetto. La famiglia di Kafka era di cultura ebraico tedesca. Il padre di estrazione proletaria in rapida ascesa sociale e sempre pi• imborghesito. Il padre di Hasek, un intellettuale slavo in catastrofica perdita di stima e in rovina economica. Kafka timido e facile agli sgomenti frequenta le lezioni di filosofia di un allievo del Brentano. Hasek dorme nei fienili, chiede Kafka • alto lÕelemosina e frequenta un ed esile, Hazek marinaio depravato. piccolo Kafka • alto ed esile; Ha- e rotondetto. sek • piccolo e rotondetto. Il primo Kafka • vegetariano e aste- morirà di tisi, mio. Hasek un eccellente lÕaltro di cirrosi cuoco, unÕottima forchetta. E alcolizzato. Persino nella morte Kafka, colpito dalla tisi, muore di fame, mentre Hasek • spinto nella tomba per eccesso di cibi e di alcool. Franz Kafka morirˆ nel sanatorio di Wiener Wald il 3 giugno del 1924; Jaroslav Hasek si arrenderˆ alla cirrosi pochi mesi prima, nella casa di Lipnice a pochi passi dallÕosteria, il 3 gennaio 1923. Il fascino segreto per lÕidea anarchica potrebbe far parte dellÕinteresse del Kafka scrittore. Ancora Mares ne parla indicando la presenza di Kafka a una riunione anarchica nella locanda Alla città di Praga e ne accenna nel 1909 parlando dellÕabbigliamento di Kafka: Ç...un ampio feltro come lo portavano un tempo i carbonari italiani e un fiocco di seta alla VerdiÈ. Una ribellione narrativa, quella del Kafka scrittore, che per˜ non era accompagnata dalla ribellione sociale, paralizzata e atterrita di fronte alle leggi di cui non si po-


DANILO DEMARCO

IL GIOCO DELLE COPPIE / 2

LO SPIRITO DI JAROSLAV HASEK NON

È SCOMPARSO DA ALCUNE BIRRERIE DI PRAGA. tevano intravedere né causa né ragione. ALLA TIGRE D'ORO (U ZLATHEO TYGRA), Per Kafka la scrittura è importante in NELLA FOTO, ANCHE PER MERITO DEL GRANDE SCRITTORE BOHUMIL HRABAL quanto rifugio, in quanto suo progetto esiL'AMBIENTE NON È CAMBIATO stenziale. Solo finché scrive può nascondersi. Appena posa la penna si trova allo scoperto. La scrittura diventa un rifugio. va. Confrontandoli si scopre che sono La finestra gli serve per guardare il mon- identici anche nelle virgole e nei punti. do fuori, quando ne ha voglia o necessità. La sua testa non produce storie, ma ne È come un occhio che si può chiudere, è il deposito dal quale queste vengono fuori può esserci l’abisso. «Correre contro prelevate per poter soddisfare la gola, la la finestra ed attraversare i vetri scheg- pancia, la parte digestiva del corpo. Egli giati, scavalcare, dopo l’impiego di tutte le sembra negare il cosiddetto processo forze, il davanzale», nota nei Diari. creativo esaltando quella parte della vita La scrittura è fonte di insormontabili (e del corpo) che, rispetto alla testa, di sodifficoltà per Kafka e per quelito viene considerata meno nosto non vuole essere esposto bile. L’importante per lui non è Kafka agli occhi degli altri. Alla scritlo scrivere ma il prodotto, che si legge per tura è disposto a sacrificare interpretarlo, ha valore esistenziale in quanto non solo corpo e salute, ma Hasek per gli permette, scambiato per persino i risultati dello scrive- ridere, scrive una certa somma, di rimanere re, non producendoli o, se pub- il filosofo fuori casa tra la gente e ubriablicati, distruggendoli. La lette- Karel Kosik carsi. Hasek desacralizza lo ratura come fonte di sostentascrivere. Per quanto i contatti mento sarebbe la sconfitta. tra Kafka ed il gruppo dei letteHasek fa del vagabondagrati boemi siano stati esigui, rigio tra foreste e bettole in Slovacchia, mangono gli unici che abbia avuto con la Austria, Germania, Croazia, Ungheria, letteratura ceca. Per il resto tutti i suoi leuna professione. In Russia diventa com- gami rimangono racchiusi nell’area tedemissario politico durante la rivoluzione sco-ebraica dalla quale la letteratura ceca dei Soviet. Nonostante abbia già una si sentiva divisa da una barriera storica moglie e un figlio, sposa un’operaia che pressoché insormontabile. al suo rientro a Praga fa passare per La storia della letteratura praghese è Principessa. la storia di una muta convivenza accomPer lui scrivere è fare una copia di ciò pagnata dallo sforzo di estirpare, per che custodisce in sé; copia senza valore né quanto debole e destinata ad appassire, importanza. Scrive senza mai correggere ogni radice comune tra comunità ceca, tee rileggere i testi e li firma con il nome di desca ed ebraica. L’episodio dei rapporti amici o anche di nemici; con nomi intravi- tra Kafka e Hasek esprime quasi simbolisti sulle insegne dei negozi. Nelle birrerie camente i silenzi e le ombre di questa conperde manoscritti che riscrive e poi ritro- vivenza territoriale forzata, nascondendo

una tanto occulta quanto unica simbiosi sbocciata tra le mura di Praga: simbiosi fatta di silenzio. La divisione dei tre elementi era quasi totale e a tutti i livelli. I tedeschi avevano con mezzo milione di cechi rapporti esclusivamente commerciali. Mai un tedesco si sarebbe acceso il sigaro con un fiammifero della Utrední matice Skolska e mai nessun ceco con un fiammifero della Schulveriein tedesca. Mai un tedesco ha messo piede nella Mestanska beseda ceca, così come mai un ceco nel Casinò tedesco. Persino i concerti erano esclusivamente in lingua unica, così come i bagni pubblici, i parchi, i campi da gioco, la maggioranza dei ristoranti, dei caffè e delle botteghe. «La passeggiata dei cechi era via Ferdinando, mentre quella dei tedeschi era in via Prikopy» scrive Egon Erwin Kisch. E Villy Hass, amico di Kafka ricorda: «Subito dopo vi era la zona dell’Irraggiungibilità, Misteriosità o almeno dell’Estraneità, dell’Avventura e dell’Incontrollabilità». Chi a mezzogiorno faceva alcuni passi e si spostava verso via Ferdinando (oggi via Narodní), dove passeggiavano le belle signore, era d’un tratto allontanato dalla sua patria, dalla terraferma più di un giovanotto che oggi raggiungesse a piedi, diciamo, il Paraguay». Kafka si legge per interpretarlo, mentre Hasek per ridere, scrive il filosofo Karel Kosik. L’opera di Kafka viene considerata enigmatica, sibillina, difficile da decifrare. Nell’opera di Hasek tutto sembra chiaro; è letteratura trasparente che si comprende di per sé, provoca il riso e nient’altro. Ma anche questa è solo apparenza. DANILO DE MARCO


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