Purgatorio Canto IX SINTESI UNITRÈ ARQUATA – GRONDONA CORSO DIVINA COMMEDIA A CURA DI BENITO CIARLO
Purgatorio Canto IX Ci troviamo, inizialmente, ancora nella valletta fiorita dell’Antipurgatorio, di cui il custode è Catone e, successivamente, nei pressi della Porta del Purgatorio, di cui custode è l’angelo portiere. Siamo nel tempo compreso tra il tramonto del 10 aprile 1300, domenica di Pasqua ed il mattino dell’11 aprile, lunedì di Pasqua.
Purgatorio Canto IX I personaggi descritti nel canto sono: Lucia, santa martire siracusana, e l’angelo portiere. Una curiosità Dante era un profondo devoto di santa Lucia, ma perché?
Il Poeta soffrì gravemente di una malattia agli occhi, verso i 30 anni. Si raccomandò a santa Lucia e guarì.
Purgatorio Canto IX – Tema Allegorico la caratteristica più evidente del canto è la ricchezza di elementi allegorici e simbolici, da cui si intuisce chiaramente che ci troviamo di fronte ad uno dei punti chiave della cantica. Il primo dato è costituito dal sogno di D., dove l’aquila dalle penne d’oro che lo solleva fino alla porta del P. è simbolo della Grazia divina e della giustizia imperiale, che si raccolgono nella figura umana di S. Lucia, colei che aiuta il poeta a superare miracolosamente le difficoltà che gli impediscono di salire al vero regno della penitenza.
Il secondo elemento sono i tre gradini della porta del P., simbolo delle tre fasi della confessione [la contritio cordis (la contrizione del cuore), la confessio oris (la confessione a parole) e la satisfactio operis (la soddisfazione per mezzo delle opere)], che sola può introdurre l’anima sinceramente pentita al luogo della purificazione.
Purgatorio Canto IX Tema Allegorico
Si può considerare allegorico tutto l’episodio dell’angelo custode del Purgatorio, con la spada di fuoco simbolo della giustizia, le due chiavi simbolo del potere ecclesiastico ad ammettere il peccatore alla salvezza, e le sette P. segnate sulla fronte di Dante, simbolo dei sette peccati capitali, che verranno man mano cancellati dall’espiazione e penitenza nelle varie cornici.
Purgatorio Canto IX Tema Strutturale
la porta del Purgatorio. Nell’arco della narrazione, il canto rappresenta un momento importante poiché chiude una lunga introduzione con i luoghi e le anime dell’Antipurgatorio, ed immette direttamente al vero e proprio secondo regno dei morti. Questo passaggio è evidenziato fisicamente dalla presenza della porta.
Purgatorio Canto IX Tema Strutturale
Da ricordare che una porta aveva anche introdotto all’Inferno (cfr. canto III dell’Inferno); da notare anche come l’Antipurgatorio occupi molto più spazio, quasi un terzo della cantica, mentre la descrizione dell’Antinferno si era risolta in un solo canto.
Purgatorio Canto IX Tema Strutturale La porta si apre a fatica e pesantemente, a sbarrare il passo al peccato ma anche ad indicare come siano pochi coloro che vi entrano, nonostante la misericordia di Dio, sottolineata dalle parole dell’angelo. Dall’apertura della porta subito esce il suono di un canto di lode a Dio, così che l’entrata del Purgatorio subito si assimila all’entrata in una cattedrale.
Purgatorio Canto IX L’Angelo Custode L’angelo posto a guardia della porta del Purgatorio è la figura che domina il canto. Dante aveva già visto esseri angelici: il primo ad aprirgli la porta della città di Dite nel canto IX dell’Inferno, poi l’angelo nocchiero nel II di questa cantica, quando Virgilio gli aveva annunciato che ne avrebbe visti molti (il primo dei quali – nel purgatorio vero e proprio – sarà l’angelo dell’umiltà che cancellerà – canto XII – la prima P, relativa alla superbia, dalla fronte di Dante); ancora nel canto precedente gli angeli che stanno a guardia della Valletta dei Principi.
Purgatorio Canto IX L’Angelo Custode
Questo è però l’angelo che introduce al vero regno dei destinati alla salvezza, dove altri angeli simili a lui si mostreranno sempre più di frequente, ad occupare ed a popolare i luoghi a loro destinati da Dio, come è per i diavoli in Inferno.
Purgatorio Canto IX L’Angelo Custode
Questo angelo ha ancora un altro importante motivo di interesse: si inserisce in quella particolare categoria di personaggi che svolgono la funzione di custodi di un determinato luogo, tanto più in evidenza come l’entrata dell’intero regno purgatoriale. Esso completa la figura di Catone e propone il confronto con alcune figure infernali, quali Caronte, o Minosse, Flegias e altre ancora.
Purgatorio Canto IX Il sogno di Dante È da rilevare il fatto che Dante usi qui un sogno, luogo tipico della retorica letteraria, per narrare come poté superare la ripida costa che portava alla porta del Purgatorio. È espediente tradizionale per inserire avvenimenti miracolosi e fantastici, che il poeta aveva usato in altre opere come la Vita Nuova, ma che colpisce per la sua novità nella Commedia. Si ripeterà ogni notte passata nel Purgatorio (cfr. c. XIX e c. XXVII).
Purgatorio canto IX SINTESI
Purgatorio Canto IX
Alle tre di notte, quando in Italia l’aurora già si appresta ad imbiancare il cielo, D., vinto dal sonno, si stende sull’erba dov’era seduto insieme ai suoi compagni di viaggio e si addormenta.
Purgatorio Canto IX Poi, verso l’alba, quando i sogni si fanno più veritieri, vede sul monte Ida, e sopra di sé, in alto, librarsi un aquila dalle penne d’oro, che dopo aver roteato un poco, si cala a piombo su di lui, lo ghermisce e lo rapisce su nel cielo, incendiandosi.
Purgatorio Canto IX Il calore delle fiamme sognate risveglia D. bruscamente; spaventato il poeta si guarda attorno non riconoscendo il luogo dove si trova
Purgatorio Canto IX Di fianco a sé Dante vede solo Virgilio, sono svaniti Sordello e i due principi. Il sole è già alto ed il maestro, riconfortandolo, gli dice che si trova alle soglie del Purgatorio: mentre dormiva infatti, era giunta S. Lucia che presolo tra le braccia lo aveva trasportato fin lassù. Quindi la donna santa, dopo avergli mostrato l’entrata, si era dileguata poco prima che si risvegliasse.
Purgatorio Canto IX
Egli allora si rianima e Virgilio, vista cancellata ogni traccia d’ansia sul viso del compagno, si alza per intraprendere la salita alla porta del Purgatorio, seguito da Dante
Purgatorio Canto IX Dopo un avvertimento al lettore perchÊ noti l’elevarsi dello stile in questo passaggio decisivo del viaggio, Dante racconta che, avvicinandosi al punto in cui la cinta di roccia sembra rotta, egli vede una porta con tre gradini di diverso colore
Purgatorio Canto IX
Sull’ultimo è seduto l’angelo: silenzioso, splendente in volto, ha una spada in mano che riflette i raggi del sole verso i due pellegrini, tanto da non poter essere guardata.
Purgatorio Canto IX
L’angelo chiede loro che cosa vogliano e con quale autorizzazione si presentino lÏ; Virgilio cita la donna santa che li ha guidati, e subito il guardiano, divenuto cortese, li invita ad avanzare.
Purgatorio Canto IX
Dante sale il primo gradino, di marmo bianco, cosÏ liscio e lucente che vi si specchia, quindi il secondo, in pietra grezza, nera e crepata, infine il terzo di porfido rosso come il sangue, su cui l’angelo posa ambo i piedi, sedendo sulla soglia, dura come il diamante
Purgatorio Canto IX
Su richiesta di Virgilio, Dante si getta ai piedi dell’angelo, percuotendosi il petto e chiedendo di aprirgli la porta del secondo regno.
Purgatorio Canto IX
L’angelo allora con la punta della spada gli incide sulla fronte sette P. esortandolo a cancellarle nella salita verso la cima del monte.
Purgatorio Canto IX
Poi, tratte da sotto la veste grigia (è il colore della penitenza: tutti gli altri angeli hanno invece la veste bianca) due chiavi, una d’oro, l’altra d’argento, apre la porta, spiegando come ogni volta che una delle due non funziona, quell’uscio non si apre.
Purgatorio Canto IX
La più preziosa è quella d’oro, simbolo della potestà, ma l’altra, che simboleggia la scienza, esige troppa arte e ingegno per aprire, così da essere quella che scioglie il nodo del peccato.
Purgatorio Canto IX
L’angelo aggiunge che ha avuto le chiavi da Pietro, con la raccomandazione di essere piuttosto indulgente che severo. Quindi spinge l’uscio della porta sacra, avvertendo che chi si volga indietro ne uscirà subito fuori
Purgatorio Canto IX La porta si apre girando sui cardini massicci con un gran ruggito, (piĂš forte di quello della rupe Tarpea quando Metello volle impedire a Cesare di impadronirsi del tesoro custodito nel tempio di Saturno) che si stempera nel dolce suono di un coro che canta il Te Deum, accompagnato da un suono come di organo