MA CHI TE LO FA FARE?!
"Perchè? Chi te lo fa fare? Cosa ci guadagni?" Sono le domande che spesso ci vengono rivolte dai nostri coetanei (e non solo) in riferimento alla nostra militanza: azioni, tempo e sacrifici che dedichiamo incondizionatamente ad una causa, all'Idea (una visione del mondo) per cui non chiediamo e non vogliamo nulla in cambio! Facciamo tu e questo perché, in un mondo che va sempre più a rotoli, è quello che deve essere fa o. E' un qualcosa che ci viene dal cuore non un certo dal portafoglio, è la voglia di fare, di costruire di provare a cambiare le cose partendo dal cambiare noi stessi, dandoci una forma. "Militanza" è il rifiuto del mondo a uale, borghese e putrido: “militanza” è un pugno in faccia alla falsità che ci circonda! faccia Perciò, quando vi chiederanno, "Perché fai militanza?!" Rispondete tranquilli: "Perché comba o per una giusta causa, al di là di vi oria o sconfi a, per un vincere più grande!”.
EDUCAZIONE SIBERIANA Torna il regista Gabriele Salvatores con la sua nuova pellicola tra a
dall’omonimo romanzo di Nicolai Lilin “Educazione Siberiana”. Il film racconta della formazione del giovane Kolima all’interno della comunità criminale siberiana degli Urka, stanziata nella regione della Transnistria, l’odierna Moldavia, dopo la deportazione ad opera del regime stalinista. La comunità ha delle regole molto rigide, ad esempio l’uso di droghe e l’estorsione sono vietate come lo spaccio, i fur e le rapine sono concesse solo se compiute contro lo stato e i ricchi, l’omicidio è consen to soltanto per una giusta causa. Kolima e il suo amico Gagarin vengono educa fin da piccoli ad essere, come vengono defini nel gergo Urka, “criminali ones ”. Il film non è la solita storia sulla malavita russa ma una vera e propria storia di formazione, dove viene data rilievo alle scelte di vita, come quella di Kolima di con nuare a lo are dalla parte degli “ones ” imparando a dominarsi e seguendo con dominarsi coerenza le regole della sua comunità. Una par colarità del romanzo è la capacità da parte di Lilin di portare il le ore in un mondo quasi astorico, al di là dello spazio e del tempo, facendo focalizzare l’a enzione facendo del le ore sull’essenza vera e propria delle azioni e delle scelte compiute dai personaggi, sensazione che riesce a regalarci anche la pellicola di Salvatores.
21 aprile 753 a.C., nasce Roma ed il suo mito. Più che le vicende storiche ci interessa ciò che ha significato Roma nell’affermazione a va, poli ca e religiosa dei principi eterni. Una civiltà che ha dato forma ed armonia al mondo, portando un messaggio universale che è stato efficace tra diverse gen e lo è ancora nonostante il passare dei secoli. Ciò che è universale è infa valido in ogni tempo ed Ciò in ogni luogo; per noi infa Roma è, qui e ora, come sempre, un faro di luce da seguire senza alcuna esitazione. Come? Anche se alcuni lo pensano, avere uno s le romano non è imitare esteriormente gli an chi nelle loro is tuzioni poli che, nelle usanze, o addiri ura nell’abbigliamento come i “centurioni” che si fanno le foto con i turis al Colosseo... E non che è neanche fare il borgataro o il trasteverino alla festa dè noantri! S le romano è azione, lucidità, scelta. Cara eris che che quando mai troviamo nei nostri amici, spesso pigri e con la canna in
bocca? Romanità è prendersi le responsabilità delle proprie azioni, è donarsi senza stare a pensare se c’è da guadagnarci o da perderci, è mantenere la parola data, è onore. Ma se vogliamo cambiare il mondo schifoso che ci circonda, dobbiamo prendere come riferimento la romanità e dare prima a noi stessi quella forma e quello s le, con la militanza e l’impegno di ogni giorno. Questo è il messaggio rivoluzionario di Roma. Far rivivere in noi e nel mondo il mito della nascita di Roma è il modo in cui trovare, con amore, quel solco tracciato allora e farlo proseguire come un’orma per chi verrà dopo di noi. Questa è la legge inesorabile di Roma.
“Se votare servisse a qualcosa non ce lo lascerebbero fare”. Questa citazione di Mark Twain riassume tu e le chiacchiere pre e post-‐ele orali. I fa lo dimostrano. Le elezioni -‐ l’emblema della democrazia -‐ non sono riuscite a dare una stabilità ed un governo all’Italia. I vari poli can di turno hanno già iniziato a cercare soluzioni per il “bene supremo dell’Italia”: una frase intrisa di ipocrisia se de a da personaggi dai tra gro eschi, come Bersani, orgoglioso del fa o che la banca Goldman Sachs auspicasse una orgoglioso sua vi oria. Ma neanche Berlusconi, malato cronico di protagonismo televisivo, non è stato da meno, preoccupato com’è di rimandare la sicura condanna giudiziaria che lo a ende. Per non parlare poi di Grillo, unico vincitore delle elezioni. Ma siamo sicuri sia un “ribelle”? Il comico genovese rappresenta invece lo strumento per incanalare, nei binari del sistema, quel senso di protesta presente nelle persone. Non è un caso che mantenga protesta grandi rappor con la piovra yankee. Infa è proprio di pochi giorni fa l’intervento dell’ambasciatore americano a Roma, il quale, ha esortato i giovani ad “agire come il Movimento 5 stelle”. Questa è la dimostrazione di come sia impossibile considerare il M5S un movimento “an -‐sistema”. Grillo e i suoi hanno dato un po’ di colore (sbiadito) al grigiore conformista del sistema, tale da farlo apparire più vero di quanto non lo sia. Ma il da problema non sono tanto ques scemo da qua ro soldi, quanto il popolino che ancora crede alle ca**ate in nome di un cambiamento che non ci sarà MAI! Il 3% di schede bianche e nulle, alle ul me elezioni, sommate ai quasi 16 milioni di italiani che hanno preferito starsene a casa sono da che nessuno cita. Come mai? Ma sono tu o questo non basta, ci vuole di più... Non basta “riformare”, occorre “rivoluzionare”!
Recentemente abbiamo appreso della tragedia che ha coinvolto il mondo dello sport. Oscar Pistorius lo sprinter olimpico sudafricano ha assassinato la sua fidanzata, la modella Reeva Steenkamp. Questo è l'ul mo dei numerosissimi drammi che hanno unito la cronaca nera allo sport, tragedie forse dovute alle frustrazioni e alle pressioni che subiscono i grandi atle . Molte altre sono state le disgrazie simili. Il caso più disgrazie famoso fu quello di O.J. Simpson la stella del football americano che uccise con più di 30 coltellate la moglie e il suo migliore amico. Un altro esempio fu quello di Andrew Hall il giovanissimo talento Hall dello Stoke City, che a dicio o anni uccise la fidanzata quindicenne ad una festa con sessanta coltellate a causa di un raptus di gelosia. Ma forse il caso che più impressionó fu quello di Chris Benoit, il wrestler canadese amato da tan giovani che soffocó la moglie e il figlio, e in seguito si impiccò. Ques numerosi esempi ci portano a comprendere la pressione psicologica che subiscono mol spor vi, costre pressione dallo show business ad essere sempre al top, sempre sorriden e perfe . Ma la vita non è uno show: e quando le telecamere si spengono, ecco che tu a la mediocrità di
ques fin -‐eroi si rivela. Ques spor vi non sono semi-‐dèi: ma veri uomini di merda!