Montessori da 3 a 6 anni

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L’autrice, profonda conoscitrice dell’approccio educativo di Maria Montessori, si sofferma sull’importanza dei semplici gesti della vita quotidiana, che ripetuti insieme da grandi e piccini insegnano l’autonomia in modo giocoso. Passiamo del tempo con i nostri figli: ne vedremo i benefici da adulti. Nathalie Petit è giornalista specializzata sul tema della genitorialità consapevole e formatrice per la gestione dello stress. Si interessa di neuroscienze, che è convinta possano portare un fondamento scientifico all’educazione empatica e positiva. È anche formatrice certificata all’approccio neurocognitivo e comportamentale. Profonda conoscitrice e convinta sostenitrice del metodo Montessori, ha scritto alcuni libri di grande successo in Francia, tradotti in Italia da Terra Nuova Edizioni (Montessori da 0 a 3 anni, 2019, e Montessori da 9 a 12 anni, 2019).

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NATHALIE PETIT

Nathalie Petit

da 3 a 6 anni Guida P RATICA per genitori con idee e attivita da svolgere a CASA

L’autostima e l’autocontrollo sono le acquisizioni principali della fascia 3-6 e l’inizio della scuola dell’infanzia è l’evento centrale per il bambino di 3 anni. In questo periodo vengono poste le basi di quello che sarà il comportamento futuro; i bambini imparano a tollerare la frustrazione, a resistere agli impulsi emotivi, a concentrarsi su alcuni semplici obiettivi.

Montessori da 3 a 6 anni

«I bambini di oggi sono più svegli di quanto lo fossimo noi alla loro età!»: quante volte abbiamo sentito ripetere questa affermazione! E in effetti nell’arco di una generazione lo sviluppo neurologico si è accelerato, ma è bene non dimenticare che sul piano affettivo, fisico, emotivo e sociale i bambini non evolvono alla stessa velocità. Per questo motivo oggi è sempre più importante seguire l’insegnamento di Maria Montessori: rispettare i tempi dei bambini e le loro tappe di crescita, senza avere fretta.



Nathalie Petit Illustrazioni di Pauline Amelin

MONTESSORI A CASA 3-6 ANNI

guida pratica per genitori Traduzione di Laura Tenorini

Terra Nuova Edizioni


Direzione editoriale: Mimmo Tringale e Nicholas Bawtree Curatrice editoriale: Enrica Capussotti Autore: Nathalie Petit Claudia Benatti ha curato per l’edizione italiana le seguenti sezioni: Le scuole Montessori in Italia; Per saperne di più; Tutta un’altra scuola, le idee che si muovono in Italia. Progetto grafico e copertina: Andrea Calvetti Impaginazione: Alessia Maglione Illustrazioni di Pauline Amelin Traduzione di Laura Tenorini © Actes Sud 2019 © 2020 Editrice Aam Terra Nuova, via Ponte di Mezzo 1 50127 Firenze - tel 055 3215729 - fax 055 3215793 libri@terranuova.it - www.terranuova.it I edizione: gennaio 2020 Ristampa VI V IV III II I 2024 2023 2022 2021 2020 Collana: Tutta un’altra scuola ISBN: 978 88 6681 526 6 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero dati o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, inclusi fotocopie, registrazione o altro, senza il permesso dell’editore. Le informazioni contenute in questo libro hanno solo scopo informativo, pertanto l’editore non è responsabile dell’uso improprio e di eventuali danni morali o materiali che possano derivare dal loro utilizzo. Stampa: Lineagrafica, Città di Castello (Pg)


C’

è qualcosa che hanno in comune le scuole pubbliche più all’avanguardia, le scuole steineriane, quelle che seguono il metodo Montessori, la maggior parte delle scuole parentali e di quelle libertarie. Al di là delle ovvie differenze, c’è un comune denominatore tutt’altro che insignificante e che rappresenta un elemento fondante da valorizzare. Ciò che anima questi approcci ed esperienze è il fatto che il bambino e il ragazzo sono al centro del processo educativo, che deve essere ad essi funzionale. Un’eresia? Nient’affatto. E se il comune denominatore c’è, allora è utile, anzi indispensabile, che genitori, insegnanti ed educatori possano scambiare e condividere idee, esperienze, informazioni, intuizioni. È questa l’idea al centro della collana Tutta un’altra scuola che raccoglie i titoli di Terra Nuova Edizioni dedicati alle esperienze educative, dentro e fuori la scuola. Collana che si ispira dichiaratamente al progetto “Tutta un’altra scuola”, punto d’incontro, confronto e scambio, portato avanti dai rappresentanti delle realtà educative e scolastiche più all’avanguardia allo scopo di favorire una “contaminazione educativa” che strimoli un cambio di paradigma che in tanti ormai sentono sempre più urgente.



INDICE 6  Prefazione

LE SCUOLE MONTESSORI IN ITALIA

13  Capitolo

1 PERCHÉ

27  Capitolo

2 AVVICINARSI

39  Capitolo

3 ORGANIZZARSI

51  Capitolo

4 LANCIARSI

71  Capitolo

5 RESISTERE

79  Capitolo

E POI

90  PER

6

SAPERNE DI PIÙ

97  «TUTTA

UN’ALTRA SCUOLA», LE IDEE CHE SI MUOVONO IN ITALIA


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Prefazione

LE SCUOLE MONTESSORI IN ITALIA A CURA DI CLAUDIA BENATTI, COORDINATRICE DEL PROGETTO «TUTTA UN’ALTRA SCUOLA»

L’approccio Montessori nei bambini più grandi, dai 9 ai 12 anni, che Nathalie Petit ci illustra con questo manuale semplice e chiaro, diventa uno strumento universale, che ogni genitore può scegliere e seguire per i propri figli. Ma non dimentichiamo che, oltre al Montessori a casa, esiste anche la possibilità, anzi l’opportunità, di scegliere vere e proprie scuole che seguono la pedagogia di Maria Montessori.

In Italia le scuole primarie sono abbastanza numerose, molto meno diffuse sono invece le scuole secondarie di primo grado, quelle che prima si chiamavo scuole medie. Si possono, comunque, senz’altro individuare consultando l’elenco messo a disposizione dall’Opera Nazionale di cui trovate i riferimenti in fondo al libro. Ci sono poi anche altre esperienze, che non ricadono nell’orbita dell’Opera, che si possono trovare con una ricerca in Internet; in questi casi, può essere utile recarsi in visita magari di persona nelle realtà e nelle strutture. Comunque, l’universo Montessori in Italia, cioè le scuole che applicano questa pedagogia, abbraccia ogni ordine e grado. Ecco, dunque, di seguito una panoramica sintetica della proposta esistente, frutto di innumerevoli conversazioni e interviste con insegnanti e dirigenti scolastici “impegnati sul campo”.

UNA RISCOPERTA A partire all’incirca dall’inizio degli anni 2000 si è assistito nel nostro paese a una vera e propria riscoperta dell’approccio educativo Montessori che, grazie anche alle conferme ricevute dalle


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moderne neuroscienze, pare catturare sempre più l’attenzione di insegnanti e famiglie. È cresciuta da parte dei genitori la richiesta di scuole che seguano questo approccio, è aumentato il numero delle scuole private e parentali di ispirazione montessoriana e, seppur tra ostacoli e non poche resistenze, anche nella scuola pubblica si è verificata un’apertura per l’avvio di sezioni con le caratteristiche dettate a suo tempo dalla notissima neuropsichiatra infantile che ha lasciato un segno profondissimo nell’evoluzione della pedagogia. A monitorare e seguire questo rifiorire di interesse è stata, senza dubbio, anche l’Opera Nazionale Montessori, ente voluto dalla stessa Maria Montessori e fondato nel 1924, al quale lo Stato italiano ha riconosciuto, con una legge del 1987, il diritto-dovere di sostenere da un punto di vista metodologico le scuole che decidono di adottare questo percorso educativo. Dal punto di vista dei numeri, non è semplice né immediato stimare con precisione la quantità di scuole (tra pubbliche, private paritarie, private non riconosciute e parentali), che nel nostro paese applicano o si ispirano ai principi montessoriani, ma si può a buon titolo affermare che si è nell’ordine di qualche centinaio. Naturalmente, non tutte sono realtà con una solida struttura e una lunga storia alle spalle, ma certamente non mancano l’impegno e l’entusiasmo di insegnanti e genitori. IL POLO PUBBLICO DELLA CAPITALE A Roma è attivo da decenni un polo scolastico statale a indirizzo completamente montessoriano, esperienza pubblica pressoché unica in Italia che si differenzia dagli invece più numerosi plessi pubblici misti, che vedono sia sezioni con metodo Montessori che sezioni convenzionali. Si tratta del settimo Circolo didattico della capitale, che conta circa un migliaio di alunni e che ospita sia la Casa dei Bambini, servizio che copre la fascia di età 3-6 anni corrispondente alla scuola dell’infanzia nei cicli convenzionali, sia la scuola primaria.


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Portare i principi di Maria Montessori nella scuola statale può risultare impegnativo, ma, come emerge anche dai racconti degli insegnanti, era lei stessa a volerlo e alcune sue allieve dirette, come Maria Clotilde Pini, si sono fortemente battute per questo. Sicuramente, sia da parte del corpo insegnante che degli enti di formazione (di cui sono disponibili gli indirizzi in fondo al libro) c’è grande attenzione affinché si eviti il più possibile di avere realtà che utilizzano solo certi “pezzi” del metodo senza comprenderlo nella sua complessità né applicarlo nella sua interezza. Si tratta veramente di un paradigma rivoluzionario ed è proprio per questa ragione che, quando lo si propone, occorrono impegno, convinzione, volontà, competenza e dedizione. NELLA SCUOLA STATALE È UNA SFIDA Quando si parla di scuola statale, l’applicazione e l’osservanza del metodo Montessori possono divenire una vera sfida, ma è certamente fattibile, grazie soprattutto alla legge sull’autonomia scolastica che consente di destreggiarsi tra le miriadi di circolari, ministeriali e non, e i tanti paletti e limiti. Quindi, a fare la differenza, oltre alla preparazione e alla competenza degli insegnanti, sono il dinamismo e la creatività, che consentono di mettere a frutto il tanto lavoro da fare. Chi entra nell’ottica montessoriana dell’educazione fa proprio un modo diverso di intendere il bambino e l’apprendimento. Sarebbe sbagliato pensare, come purtroppo avviene, che questo tipo di scuola sia più performante, poiché la chiave competitiva è lontanissima da quanto inteso da Maria Montessori. Inoltre, spesso si adottano materiali previsti dal metodo e che funzionano bene per inserirli però in classi assolutamente convenzionali e questo ne tradisce il senso; non devono servire al maestro per spiegare meglio, ma sono pensati per favorire e sollecitare la scoperta autonoma del bambino, al quale l’insegnante spiega brevemente come utilizzare gli strumenti disponibili.


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Anche il fatto di non prevedere valutazioni numeriche per le prove è qualcosa che stride con le modalità convenzionali; nel pubblico occorre comunque mettere i voti alla fine dell’anno, ma spesso i team di insegnanti riescono a concordare con il Ministero dell’Istruzione una formula alternativa frutto di mediazione. Nelle classi, poi, si fa in modo che prevalga il processo di autoeducazione del bambino in ambienti organizzati perché siano a sua misura. Nella fascia da 3 a 6 anni l’adulto mostra al piccolo come si usano e si spostano gli oggetti, poiché è una fase estremamente ricettiva nei confronti dell’esperienza diretta. Alla primaria inizia invece a prevalere la voglia di sapere, quindi vanno gettati i semi dei futuri interessi; non si utilizza la lezione frontale né la suddivisione rigida tra discipline, la maggior parte del lavoro viene deciso dai bambini e svolto in autonomia, con il giusto tempo poi per raccogliere le idee e maturare riflessioni. LE MEDIE SPERIMENTALI In Italia la stragrande maggioranza delle scuole, sia pubbliche che private, che applicano il metodo Montessori si ferma alla primaria, ma in Lombardia il ministero dell’istruzione ha autorizzato quattro sperimentazioni statali anche per le scuole medie, quelle che oggi si chiamano secondarie di primo grado. Capofila è l’istituto “Riccardo Massa” di Milano, le altre scuole sono gli istituti comprensivi “Ilaria Alpi” e “Arcadia” sempre di Milano, e il “Balilla Paganelli” di Cinisello Balsamo. I commenti di insegnanti, dirigente scolastica e genitori sono molto positivi, i risultati ottenuti vengono definiti ottimi, i docenti, competenti ed entusiasti, sono formati dall’Opera. I genitori hanno avuto un ruolo da protagonisti nel favorire queste esperienze e il Comune di Milano ha sostenuto gli istituti nell’acquisto dei materiali. E sono proprio gli insegnanti delle sezioni Montessori a rimarcare la validità del lavoro che in queste quattro scuole si fa con gli adolescenti, che vivono un momento della vita costellato da grandi cambiamenti, durante il quale hanno l’opportunità di


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sviluppare il loro controllo interiore e le modalità per aprirsi alla società. Accompagnare i ragazzi anche in questa parte del loro percorso consente di veder crescere in loro l’autonomia e di vederli compiere un ulteriore passo verso la completezza dell’apprendimento. Nelle classi milanesi i ragazzi lavorano in modo libero o in piccoli gruppi su attività che loro stessi scelgono tra quelle che sono proposte, vengono seguiti in percorsi personalizzati e non si ragiona per materie distinte ma con visioni intersettoriali. Nelle prove non si danno voti numerici, ma si valuta il raggiungimento di obiettivi, poi ci si confronta con i ragazzi per capire come procedere. Solo in terza, per prepararli all’ingresso alle scuole superiori, si inizia a utilizzare il voto, ma sempre accompagnato da schede di autovalutazione e da una riflessione sui passi compiuti. L’ESPERIENZA DI PERUGIA C’è poi in Italia una realtà pressoché unica per completezza di percorso educativo proposto, il Centro Internazionale Montessori di Perugia, che copre dall’asilo nido fino al diploma di maturità. Il Centro è nato nel 1950, quando Maria Montessori tornò in Italia con tutto il corredo di onori internazionali che le erano stati tributati. È nato secondo le sue indicazioni, voleva infatti che non si occupasse solo di educazione e formazione, ma facesse anche ricerca a livello psicopedagogico, e così è. La peculiarità umbra è senza dubbio la scuola superiore montessoriana, una grande sfida che pare riuscita. Si rispetta anche in questo caso la scelta in autonomia del ragazzo, affinché coltivi i propri interessi personali. Gli studenti personalizzano infatti un loro piano di studi scegliendo tra diverse proposte, dal liceo classico a quello scientifico, fino al coreutico-musicale e allo sportivo. Di fatto, è stata creata quella che dalla direzione stessa della struttura viene definita una “fornace di idee”, in continua evoluzione, che riscuote grande interesse anche all’estero.


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LA FORMAZIONE DEI DOCENTI Un aspetto sicuramente fondamentale nell’approccio Montessori è la formazione degli insegnanti, che deve essere rigorosa e completa, e al Centro di Perugia è prevista per tutti gli ordini e gradi di scuola. A svolgere un ruolo importante nel nostro paese su questo fronte è senza dubbio l’Opera Nazionale, che non solo provvede a formare i docenti, ma anche a preparare gli stessi formatori, con riconoscimento e autorizzazione ministeriale. L’Opera fornisce inoltre un elenco di scuole con cui ha contatti, convenzioni o per le quali garantisce consulenze metodologiche. A occuparsi di formazione di alto livello è anche la Fondazione Centro internazionale di studi montessoriani con sede a Bergamo, ente fondato dal figlio della Montessori nel 1961 e riconosciuto dall’AMI, l’Association Montessori Internationale, che la neuropsichiatra e pedagogista aveva a sua volta costituito nel 1929 ad Amsterdam, dove si era trasferita, con il compito di preservare l’integrità del suo lavoro e operare per la sua diffusione a livello internazionale. Anche la Fondazione Montessori Italia, con sede a Trento, ha ottenuto l’autorizzazione del Miur per organizzare corsi di differenziazione didattica che forniscono un’abilitazione agli insegnanti. L’ente segue in particolar modo una rete di scuole nell’Alto Piemonte, oltre ad alcune altre realtà educative nel centro e nord Italia. Altro ente che propone formazione, ma non ha riconoscimenti del Miur, è l’associazione Montessori in Pratica, guidata da Prisca Melucco, formatasi all’Opera. In questo caso, le attività si svolgono soprattutto online e sono declinate su aspetti estremamente pratici del metodo.



Capitolo 1

PERCHÉ Tra i tre e i sei anni, vostro figlio fa dei progressi enormi. Inoltre, poiché nell’arco di una generazione lo sviluppo neurologico si è accelerato, è più sveglio di quanto lo fossimo noi alla sua età, e questa precocità intellettuale potrebbe farci dimenticare che il piano affettivo, fisico, emotivo e sociale non evolvono alla stessa velocità. Il suo sistema corporeo, così come il suo equilibrio, risulteranno infatti più stabili solo intorno ai sei anni di età. Ricordandoci le fasi dello sviluppo del bambino, il metodo Montessori ci invita a lasciare il tempo necessario al raggiungimento delle acquisizioni fondamentali di questa età, ovvero l’autostima e l’autocontrollo, le quali saranno gli ingredienti chiave della sua socializzazione. Questo invito a rispettare i suoi tempi, tra l’altro, rappresenta per noi anche una buona occasione per rallentare.


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A

tre anni, vostro figlio vive una tappa importante della propria vita: l’inizio della scuola dell’infanzia. Il cambiamento maggiore, però, avviene in profondità, in quanto vostro figlio sta acquisendo forza di volontà e autocontrollo. Durante questo periodo che inizia intorno ai tre anni, si creano le basi del suo comportamento: la capacità di resistere agli impulsi emotivi, di tollerare la frustrazione, e di focalizzare la propria attenzione al fine di raggiungere un obiettivo. La dottoressa Maria Montessori (1870-1952), la cui peculiarità consiste nell’aver affrontato l’educazione in maniera scientifica, ha osservato che il bambino acquisisce l’autocontrollo proprio attraverso la capacità di coordinare i movimenti e le azioni per il raggiungimento di un obiettivo preciso. Ciò si verifica mettendo in atto una capacità fondamentale: la concentrazione. È allora che s’innesca quello che viene definito “processo di normalizzazione”, il quale, passo dopo passo, conduce il bambino verso l’autodisciplina. In questo modo, a partire da questa età, vostro figlio accede a uno stato interiore di calma, tranquillità e gioia. Inoltre, secondo Maria Montessori, questa concentrazione, che sembra rivolta a priori nei confronti di se stesso, risveglia nel bambino il proprio senso sociale.

«I bambini quando hanno compiuto questo lavoro raccolto appaiono sempre riposati e intimamente corroborati. Sembra quasi che nella loro anima si sia aperta una strada alle forze latenti, svelando il lato migliore del loro carattere»1. 1. Maria Montessori, Il Maria Montessori

bambino in famiglia, Milano, Garzanti, 2000.


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DALLA CONCENTRAZIONE ALLA COESIONE SOCIALE Una delle principali scoperte rivendicate da Maria Montessori è quella del ruolo della concentrazione nella costruzione psichica: scegliendo liberamente quale attività svolgere e ripetendo gli stessi gesti, il bambino accede a uno stato di concentrazione grazie al quale sviluppa la fiducia in se stesso, l’autostima e la forza di volontà. Dopo essersi totalmente dedicato alla propria attività, infatti, il bambino si sente tranquillo e soddisfatto e, anche se ovviamente a questa età è molto

concentrato su di sé, al termine di questo momento sembrerà adottare uno sguardo nuovo verso ciò che lo circonda, e una possibile apertura nei confronti degli altri. Quando poi sarà in grado di controllare appieno la propria volontà, allora dimostrerà una maggiore autodisciplina e riuscirà a seguire le indicazioni fornitegli da un adulto di cui si fida. In materia di disciplina, quindi, l’approccio montessoriano è profondamente umanistico: non cerca di sottomettere il bambino al desiderio dell’adulto, bensì di aiutarlo a diventare adulto accettando le leggi del gruppo in virtù del suo desiderio di coesione sociale.

Oggi il processo che Maria Montessori aveva definito “normalizzazione psichica” è stato ribattezzato “funzioni esecutive”. Con questa espressione ci si riferisce alle competenze che permettono a un individuo di esercitare un controllo sul proprio comportamento, di adattarsi a una data situazione e di raggiungere i propri obiettivi. Ad esempio, se a tre anni il bambino non riesce a resistere a pulsioni come quella di gridare o di colpire, l’acquisizione di queste abilità gli permetterà poco a poco di regolare le proprie reazioni emotive. Tuttavia, attualmente queste capacità sembrano più fragili nei bambini di cinque anni che in quelli delle generazioni precedenti, e tra le cause individuate vi sarebbero l’iperstimolazione e l’eccessiva esposizione agli schermi.


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In vent’anni, dagli anni Ottanta agli anni Duemila, i bambini hanno perso 12 ore di tempo libero a settimana, di cui 8 ore di gioco libero all’aperto2. Naturalmente incentrato sullo sviluppo di queste funzioni, il metodo Montessori rappresenta una fonte d’ispirazione per allenare in modo facile queste capacità a casa propria. Queste competenze vengono infatti sollecitate quando proponete al bambino, nel rispetto della sua libertà di scelta, delle attività manuali semplici come, ad esempio, infilare delle perline, suddividere i semi per categoria (piselli, ceci, fagioli, mais…), versare dell’acqua senza rovesciarla, colorare un mandala o spazzolare un tappeto. Anche tutte le attività motorie che prevedono un obiettivo, come la danza, la musica o semplicemente il lancio di una palla all’interno di un cesto, rappresentano delle ottime alternative. Queste funzioni si rafforzano anche ogni volta in cui lasciate vostro figlio libero di agire in maniera autonoma. È proprio ciò che il bambino richiede tra i tre e i sei anni: fare come l’adulto senza l’aiuto di un adulto. La sensibilità nei confronti del linguaggio è un’altra grande caratteristica di questo periodo, durante il quale il bambino attraversa una fase di acquisizione naturale della lingua. A partire dai tre anni, vostro figlio adora parlare e inizia a pronunciare delle frasi, e voi vivete la gioia d’intavolare le prime conversazioni e di ritrovare in lui delle espressioni che voi siete soliti utilizzare.

2. David Elkind, The Power of Play. Learning Comes Naturally, Da Capo Lifelong Books, 2007.


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PARLARE, LEGGERE, SCRIVERE Maria Montessori ha individuato dei “periodi sensitivi”, ovvero delle finestre temporali favorevoli all’acquisizione di determinate competenze. Ad esempio, l’apprendimento della scrittura e della lettura sarebbe facilitato tra i due e i sei anni, così come confermano le scoperte neuroscientifiche. Le reti cerebrali corrispondenti al linguaggio, infatti, si sviluppano molto

3. Monique Sénéchal, Jo-Anne LeFevre, “Parental involvement in the development of children’s reading skill. A five-year longitudinal study”, Child Development, vol. LXXIII, n. 2, marzoaprile 2002, pp. 445-460.

presto, subito dopo le reti sensoriali (visive e uditive) e prima delle funzioni cognitive superiori. I bambini che iniziano a scrivere e a leggere a quest’età raggiungono quindi questo obiettivo con maggiore facilità e con più benefici per i successivi anni scolastici. Questo periodo è l’ideale anche per iniziare ad ascoltare una seconda lingua1. 1. Dolores Durkin, “The achievement of pre-school readers. Two longitudinal studies”, Reading Research Quarterly, vol. I, n. 4, 1966, pag. 5-36.

Quando vostro figlio inizia a interessarsi alle parole, potete aiutarlo a soddisfare questa curiosità in maniera piacevole e allo stesso tempo gettando le basi del suo apprendimento3. Il metodo Montessori, infatti, fornisce gli strumenti per introdurre queste nozioni linguistiche all’insegna del divertimento: potrete rafforzare le varie abilità preparatorie nei confronti della scrittura attraverso giochi e attività semplici, come cercare degli oggetti il cui nome inizia o finisce con un suono particolare. Allo stesso tempo, in questo periodo è utile anche rafforzare la capacità di utilizzo della matita e perfezionare la motricità fine attraverso il disegno: iniziate con attività che richiedono meno precisione, come la pittura con le dita, poi passate all’uso di pennelli di grosse dimensioni, spugne, pennelli sottili e infine cotton-fioc.


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Tra i tre e i sei anni, questa progressiva acquisizione del linguaggio permette al bambino di iniziare a strutturare i propri pensieri, ma fino all’età di sei anni il principale strumento di accesso alla conoscenza e di costruzione della propria intelligenza è rappresentato dalle esperienze sensoriali. Introducendo delle forme, degli odori, dei materiali o delle dimensioni di vario genere ma selezionati con cura, lo aiutate a strutturare le proprie percezioni e quindi ad apprendere progressivamente dei concetti astratti come quello di proporzione, numero, ecc. Tuttavia, considerando il bombardamento sensoriale a cui è soggetto, per aiutarlo a comprendere le proprie percezioni bisogna scegliere un unico criterio di riferimento. Ad esempio, proponendogli di costruire una torre con dei cubetti dello stesso materiale e colore, ma di misure differenti, lo aiutate a focalizzarsi sulla dimensione dei cubi, per cui apprenderà il concetto di rapporto “dal più piccolo al più grande”. Se invece gli proponete delle tavolette di legno o dei pezzi di pasta dello stesso colore e della stessa consistenza ma di varie lunghezze, lo aiutate a comprendere il concetto “dal più corto al più lungo”.


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Moltissimi oggetti presenti in casa possono trasformarsi in attività sensoriali. Se a questa età vostro figlio inizia a saper svolgere compiti semplici come lavarsi i denti, è tuttavia ancora un po’ “lento” nel comprendere ciò che gli chiedete. La frase “Sbrigati, tra cinque minuti dobbiamo uscire” non ha infatti alcun senso per lui, e ciò è dovuto al suo funzionamento cerebrale, in quanto fino all’età di sei anni nel suo cervello si creano all’incirca 10.000 connessioni al secondo. Questa lentezza è quindi la conseguenza della sua intensa permeabilità: lui vede un numero di dettagli enormemente maggiore rispetto a quello che vediamo noi, e per lui l’esecuzione


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di un compito preciso significa resistere a tutti quegli stimoli ambientali che ai nostri occhi risultano impercettibili, per cui gli è necessario un grande sforzo. Per questo motivo, Maria Montessori propone ai bambini un numero limitato di attività, e lo fa presentando un solo elemento di difficoltà alla volta, ad esempio la dimensione, il colore o la forma. Ciò permette al bambino di focalizzare la propria attenzione e di vivere un numero maggiore di piccoli successi, i quali rafforzano la sua fiducia nelle proprie capacità e il suo piacere di apprendere.

4. Helen Fowler Neville, Is This a Phase. Child Development & Parent Strategies, Birth to 6 Years, Parenting Press, 2007.

Tra i tre e i sei anni, il bambino diventa capace di mantenere la propria concentrazione più a lungo: da 15 a 30 minuti consecutivi all’età di sei anni4.

Sul piano fisico, permettere a vostro figlio di muoversi e proporgli di correre, saltare, spingere, trasportare, arrampicarsi o andare in bicicletta, lo aiuta non solo a canalizzare la propria energia e ad acquisire consapevolezza della propria struttura fisica, ma anche a consolidare ciò che ha appreso. Movimento e cognizione, infatti, sono strettamente legati.


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ALLEGGERIRE Un bambino americano possiede in media da 90 a 140 giochi. Non si conoscono le cifre precise relative ai bambini italiani, ma la spesa media annua si colloca piuttosto in alto a livello mondiale, con un trend che sembra in crescita. Il metodo Montessori vi invita quindi a mettere in atto una selezione, una semplice attività da svolgere a casa: riducendo il numero di giochi e giocattoli di vostro figlio, lo aiutate a focalizzare la

propria attenzione e a essere più concentrato e creativo1. Semplificare e alleggerire l’ambiente dei bambini che soffrono di disturbi dell’attenzione porta alla scomparsa dei sintomi in quattro mesi nel 68% dei casi e aumenta del 40% le loro capacità cognitive2. 1. Carly Dauc; Michelle Imwalle; Brooke Ocasi; Alexia E. Metz, “The influence of the number of toys in the environment on toddlers’ play”, Infant Behavior and Development, febbraio 2018, pp. 78-87. 2. Kim John Payne, Simplicity Parenting, Ballantine Books, 2009.

Se vostro figlio ha difficoltà a giocare con lo stesso giocattolo per più di qualche istante, allora forse ne ha troppi. Eliminandone alcuni, potrete privilegiare delle attività semplici come scoprire i diversi alimenti, fare il burro, spazzare i vari tipi di foglie… o lasciargli il tempo di vestirsi e lavarsi secondo il proprio ritmo. Queste attività, che a noi sembrano ordinarie e quindi poco invitanti, per lui sono delle occasioni per accrescere la propria sicurezza e autostima a un’età in cui il suo bisogno principale è quello di agire in maniera autonoma.


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Lasciargli tutto il tempo di cui ha bisogno per procedere secondo il proprio ritmo e ripetere le varie azioni, gli è molto utile non solo per stabilire la fiducia in se stesso, ma anche per pensare operando un maggior numero di riflessioni anziché dei pensieri automatici e impulsivi. La riflessione approfondita emerge quando il bambino, autorizzato alla lentezza, impara a focalizzare la propria attenzione.

5. Barometro sul rapporto tra genitori e figli, Ipsos Public Affairs, 2017.

«Sbrigati» è una delle cinque parole maggiormente pronunciate dai genitori (56%) e udite dai bambini (54%)5.

Questi pensieri cosiddetti “lenti” sono associati a decisioni migliori, così come ha dimostrato lo psicologo e Premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman6. Uno studio ha inoltre dimostrato che questi pensieri permettono ai bambini nati in quartieri controllati da bande di scegliere più facilmente una strada diversa da quella delle gang7.

6. Daniel Kahneman, Pensieri lenti e veloci, Milano, Mondadori, 2017. 7. Sara B. Heller; Anuj K. Shah; Jonathan Guryan; Jens Ludwig; Sendhil Mullainathan; Harold A. Pollack, “Thinking, fast and slow? Some field experiments to reduce crime and dropout in Chicago”, The National Bureau of Economic Research, maggio 2015.


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Nell’ambito familiare, il metodo Montessori mette in discussione il nostro rapporto con il tempo e ci invita e tornare all’essenziale, lasciando ai nostri bambini la libertà di scegliere a cosa dedicarsi e facendoli partecipare alle attività e ai compiti della vita quotidiana, anche se forse ciò significa organizzarci in modo differente per investire in un tempo privo di obiettivi o di performance particolari. Indipendentemente dal fatto che abbiate appena scoperto questo tipo di approccio o che lo conosciate già, il metodo Montessori può essere messo in pratica a casa propria senza spese particolari: aiutandovi a percepire ciò che avviene nel bambino, vi dona degli strumenti per comprenderlo meglio e adattare il vostro comportamento al suo sviluppo.

«Nell’ambito dell’educazione, è attraverso una maggiore libertà che si può raggiungere una maggiore uguaglianza»8. Jean-Michel Blanquer, Ministro della Pubblica Istruzione francese

8. Jean-Michel Blanquer, intervista per Les Matins d’été, France Culture, 27 luglio 2017.


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MONTESSORI EGALITARIA? È stato dimostrato che l’adozione di un approccio montessoriano prima dell’inizio della scuola primaria permetta di dotare i bambini di capacità cognitive, sociali, e di fondamenta in grado di ridurre gli effetti delle disuguaglianze sociali nei successivi anni di studio1. Maria Montessori non sarebbe indubbiamente rimasta sorpresa

da questi risultati, che già a suo tempo aveva constatato nei bambini provenienti dai quartieri poveri dell’Italia e dell’India. In quanto militante umanista, nell’educazione lei vedeva una potente arma a favore dei diritti e della dignità umana. 1. Angeline S. Lillar; Megan J. Heise; Eve M. Richey; Xin Tong; Alyssa Hart; Paige M. Bray; “Montessori preschool elevates and equalizes child outcomes. A longitudinal study”, Frontiers in Psychology, 30 ottobre 2017.


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GRAZIE A • Maria Montessori, che non smette mai di meravigliarmi; • Marie-Noëlle Himbert, per il suo esempio di perfezionamento continuo; • Julie Poussard (Chrysalides et Papillons), Marie-Aude Lhotellery (Les ateliers pour de(ux)main), per la loro generosità e il loro entusiasmo comunicativo; • Yanek Husianycia, presidente dell’associazione Public Montessori, per la sua testimonianza e il suo impegno; • tutti i genitori e gli educatori che ho incrociato in occasione di incontri, attività o in libreria, e le cui testimonianze e domande non hanno mai smesso di arricchirmi e di stimolarmi; • Claudine e Gérard, per il loro delicato incoraggiamento; • Pauline Amelin, le cui illustrazioni riflettono il suo amore per i bambini; • Marie, per farmi sempre crescere.


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«TUTTA UN’ALTRA SCUOLA», LE IDEE CHE SI MUOVONO IN ITALIA In Italia è attivo dal 2014 un tavolo di lavoro che ha dato vita al progetto chiamato “Tutta un’altra scuola”, una sorta di punto d’incontro, di confronto e di scambio, portato avanti dai rappresentanti delle realtà educative e scolastiche più all’avanguardia che hanno scelto di mettere il bambino al centro. Il gruppo di lavoro, coordinato da Terra Nuova, si è costituito intorno all’esigenza, sempre crescente e non più ignorabile, di offrire uno sguardo nuovo al senso dell’educazione nel nostro Paese, a fronte di un modello, quello convenzionale, che mostra tutti i suoi limiti e che viene stigmatizzato da più parti, insegnanti, famiglie, ragazzi. “Tutta un’altra scuola” ha realizzato un portale web (www. tuttaunaltrascuola.it), una mappa scaricabile online delle esperienze educative più all’avanguardia in Italia, mette in rete idee e realtà, produce materiale documentale, organizza eventi di formazione e informazione. L’obiettivo è quello di portare al grande pubblico il racconto di esperienze educative anche molto diverse tra loro per farle dialogare: statali, paritarie e private, strutturate e destrutturate, con un’organizzazione verticale e orizzontale. I promotori del progetto puntano a favorire il confronto, mettendo in rete i patrimoni di conoscenze, tentativi riusciti e anche errori, che possano nutrire un modello educativo e scolastico differente da quello che oggi si è andato cristallizzando e all’interno del quale spesso non manifestano disagio solo solo i bambini e i ragazzi, ma anche gli operatori e le famiglie. Il gruppo promotore è costituito da pedagogisti, insegnanti, ricercatori, sperimentatori ed esperti di alternative educative. Qui la composizione: www.tuttaunaltrascuola.it/chi-siamo.


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IL BAMBINO AL CENTRO Se ci si domanda cosa abbiano in comune le scuole pubbliche più all’avanguardia, le scuole steineriane, quelle che seguono il metodo Montessori, la maggior parte delle scuole parentali e di quelle libertarie, l’educazione esperienziale, fino all’homeschooling e agli approcci più radicali della controeducazione, si può osservare che, al di là delle ovvie differenze, c’è un comune denominatore tutt’altro che insignificante e che rappresenta un elemento fondante da valorizzare. Ciò che anima questi approcci ed esperienze è il fatto che il bambino e il ragazzo sono al centro del processo educativo, che deve essere ad essi funzionale. Un’eresia? Nient’affatto. E se il comune denominatore c’è, allora è utile, anzi indispensabile, che chi lavora, ragiona, riflette e agisce mosso dal rispetto per i bambini e i ragazzi possa scambiare e condividere idee, esperienze, informazioni, intuizioni. E i promotori di “Tutta un’altra scuola” puntano proprio a questo, a favorire una “contaminazione educativa” che costruisca, faccia crescere, agevoli un cambio di paradigma che in tanti ormai sentono sempre più urgente.


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NUOVI ORIZZONTI Sono ormai tantissimi gli operatori e le famiglie che si sono resi conto di come il modello scolastico convenzionale, sempre più statico, nozionistico, autoritario e aziendalista, abbia fatto il suo tempo. I bambini reclamano la loro gioia di vivere e di imparare, ed è sempre più chiara l’esigenza di recuperare una dimensione dell’insegnamento a misura di bambino e di ragazzo. È urgente e vitale conoscere e valorizzare tutti quei percorsi dove proprio i bambini e i ragazzi possano finalmente essere coinvolti, come persone che possiedono intelligenza ma anche emozioni, intuizioni, immaginazione e creatività. E un corpo vivo, senziente, troppo spesso trascurato nell’ambito educativo. È senza dubbio il momento di mettere in rete chi garantisce ai giovani il diritto di esprimersi, di partecipare, di decidere, di far valere la propria soggettività, insieme a chi incentiva la passione di imparare, di comunicare, di condividere, al di là della logica della valutazione. E “Tutta un’altra scuola” lavora proprio in questo senso.




L’autrice, profonda conoscitrice dell’approccio educativo di Maria Montessori, si sofferma sull’importanza dei semplici gesti della vita quotidiana, che ripetuti insieme da grandi e piccini insegnano l’autonomia in modo giocoso. Passiamo del tempo con i nostri figli: ne vedremo i benefici da adulti. Nathalie Petit è giornalista specializzata sul tema della genitorialità consapevole e formatrice per la gestione dello stress. Si interessa di neuroscienze, che è convinta possano portare un fondamento scientifico all’educazione empatica e positiva. È anche formatrice certificata all’approccio neurocognitivo e comportamentale. Profonda conoscitrice e convinta sostenitrice del metodo Montessori, ha scritto alcuni libri di grande successo in Francia, tradotti in Italia da Terra Nuova Edizioni (Montessori da 0 a 3 anni, 2019, e Montessori da 9 a 12 anni, 2019).

www.terranuovalibri.it ISBN  88  6681  526  6

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ecologica 100% • carta in Italia • stampa  inchiostri naturali • rilegatura di qualità • circuito solidale •

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NATHALIE PETIT

Nathalie Petit

da 3 a 6 anni Guida P RATICA per genitori con idee e attivita da svolgere a CASA

L’autostima e l’autocontrollo sono le acquisizioni principali della fascia 3-6 e l’inizio della scuola dell’infanzia è l’evento centrale per il bambino di 3 anni. In questo periodo vengono poste le basi di quello che sarà il comportamento futuro; i bambini imparano a tollerare la frustrazione, a resistere agli impulsi emotivi, a concentrarsi su alcuni semplici obiettivi.

Montessori da 3 a 6 anni

«I bambini di oggi sono più svegli di quanto lo fossimo noi alla loro età!»: quante volte abbiamo sentito ripetere questa affermazione! E in effetti nell’arco di una generazione lo sviluppo neurologico si è accelerato, ma è bene non dimenticare che sul piano affettivo, fisico, emotivo e sociale i bambini non evolvono alla stessa velocità. Per questo motivo oggi è sempre più importante seguire l’insegnamento di Maria Montessori: rispettare i tempi dei bambini e le loro tappe di crescita, senza avere fretta.


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