Occhi in salute

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XA NATH

LICH Y

RA F FOR Z A R E L A V I S TA E FA R E A M E N O DEGLI OCCHIALI Meto do B ates   •  Yo ga degl i o c c hi Qi Gong   • Ri lassamento o c u lare Prat ic he energet ic he   •   A nt igi n nast ic a

CON 30 ESERCIZI PRATICI



Xanath Lichy

Occhi in salute Rafforzare la vista e fare a meno degli occhiali

Terra Nuova Edizioni


QUESTO NON È UN LIBRO QUALUNQUE Anche un libro ha la sua filiera. Proprio come una zucchina. Per portarti un «cibo per la mente» genuino, ecologico e giusto, Terra Nuova applica severi principi di sostenibilità ambientale e sociale: ecco quali.

La carta

Occhi in salute è stampato su carta Eural Offset 100% green certificata FSC e Der Blue Angel per essere ottenuta con fibre provenienti al 100% da carta straccia, di cui almeno il 65% da raccolta differenziata. Questa scelta, rispetto a quella di carta da fibre vergini, ha consentito il risparmio di:

961 kg di RIFIUTI

2.998 kWh di ENERGIA

la produzione media di una famiglia di 3 persone in 240 giorni

il consumo di una famiglia di 3 persone in 306 giorni

22.576 litri di ACQUA

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il consumo di una famiglia di 3 persone in 43 giorni

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230 kg di CO2

pari alle emissioni di una Fiat Grande Punto 1.4 benzina per 1.405 km

Eco-calcolatore di Due Emme Pack, elaborazione dati di Arjowiggins realizzata da Labelia Conseil con metodo Bilan Carbone®

La stampa

La rivista e i libri vengono stampati rigorosamente in Italia, utilizzando inchiostri naturali

Il circuito

Terra Nuova assicura un equo compenso a tutti gli attori della filiera e promuove circuiti alternativi di distribuzione come quello di negoziobio.info

La bibliodiversità

I piccoli editori indipendenti garantiscono la pluralità di pensiero, oggi seriamente minacciata dallo strapotere di pochi grandi gruppi editoriali

La comunità del cambiamento

Sono oltre 500 mila le persone che ogni giorno mettono in pratica i temi dell’ecologia attraverso la rivista, i siti e i libri di Terra Nuova.

Per saperne di più: www.nonunlibroqualunque.it


Ad Annick, mia madre Ad Atahualpa, mio padre A Wanadi, il mio adorato fratellino Per Zale, oltre le parole‌

Quando il fatto che si incontra non concorda con una teoria dominante, bisogna accettare il fatto e abbandonare la teoria. Claude Bernard

Nota dell’autrice I consigli, i suggerimenti e le indicazioni per la rieducazione degli occhi e il miglioramento della vista esposti in quest’opera non dispensano assolutamente dal consultare medici, oculisti e ortottisti, e non sostituiscono le cure raccomandate. In queste pagine non viene proposta nessuna diagnosi.


INTRODUZIONE

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ONO DIVENTATA miope all’età di sette anni, con un leggero astigmatismo. Non vedevo più alla lavagna e per correggere la vista mi era indispensabile portare gli occhiali. Fin dall’inizio, il medico esordì con un discorso molto chiaro: “È per tutta la vita, la tua vista si abbasserà regolarmente e dovrai cambiare le lenti ogni 6 mesi, perciò prendiamo subito un altro appuntamento”. Prendeva il via un programma associato a una fatalità: i cali di vista erano definitivi! Così, ogni anno, la mia vista calava e lo spessore delle lenti aumentava. Mi sentivo sempre più dipendente e triste per il fatto di dover rinunciare ad attività che mi attiravano: nuoto, danza, equitazione. Certo, li praticavo lo stesso, ma non ero a mio agio con una vista così bassa. Verso l’età di dodici anni mi sono ribellata. Durante la visita annuale dall’oculista, quando ha di nuovo proposto il successivo appuntamento, dentro di me mi sono ripromessa che la mia vista non si sarebbe abbassata più. “Di questo passo, a vent’anni sarò cieca! No, la mia vista non calerà più!”. Ed è effettivamente quello che avvenne: stabilizzai la vista, con grande stupore del medico. Avevo appena fat-

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Introduzione

to la mia prima esperienza di pensiero creativo e positivo, ma all’epoca non avevo ancora la capacità di inventare la tappa successiva: recuperare la vista, rieducare gli occhi. Era molto lontano dalle mie credenze e da tutto ciò che avevo sentito durante l’infanzia sulla miopia e sui problemi di vista in generale. Ho quindi utilizzato, per quasi trent’anni della mia vita, delle correzioni: prima gli occhiali e, dai diciotto anni in poi, le lenti a contatto. Che liberazione furono! Grazie alle lenti dimenticavo di essere miope, ma purtroppo, nel giro di quindici anni i miei occhi hanno iniziato a rifiutarle. Fu terribile per me, mi era insopportabile il fatto di dover rimettere gli occhiali. Con una miopia a -6, senza correzione ero nella nebbia più completa. Nel frattempo, già da parecchi anni seguivo un percorso di sviluppo personale, frequentando tra l’altro seminari di rilassamento e di pensiero positivo che mi facevano enormemente bene, e ogni giorno dedicavo un po’ di tempo alla pratica di diversi esercizi. Queste tecniche mi aiutavano molto nell’ambito della mia professione, incentrata sulla produzione audiovisiva, ambiente quanto mai stressante! Mi piaceva il mio lavoro e lo trovavo appassionante, e queste pratiche quotidiane mi aiutavano a gestire lo stress. Ed è nell’ambito di questi seminari che, all’età di trentacinque anni, sentii parlare per la prima volta della possibilità di migliorare la vista in modo naturale e, con il tempo, di fare a meno degli occhiali. Rimasi fulminata. Era l’informazione che mi mancava, ed era ovvio! “Ma certamente, perché non potremmo rieducare gli occhi come rieduchiamo altri organi?”. E, subito, la decisione: “Lo farò!”. Ero convinta che tutto ciò fosse possibile ed ero assolutamente determinata! Ho letto dei libri ma, soprattutto, nel maggio del 1993 ho seguito un corso che mi ha aperto nuovi orizzonti e dato gli strumenti concreti per prendermi cura dei miei occhi. Ero motivata, ho seguito il corso più volte, ho praticato, ho letto ancora, ho cercato. Ho cominciato a portare sempre meno

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gli occhiali e ad utilizzarne un paio con lenti meno forti. Che vittoria! Non avevo più astigmatismo e la miopia aveva cominciato a regredire, gli occhi erano più tonici. Ho continuato e, di miglioramento in miglioramento, ho finito per non portare più gli occhiali tranne che per guidare. Nel 1995 ho potuto cominciare ad andare al cinema senza occhiali, ero perfino in grado di leggere i sottotitoli! Che vittoria per una miope! A quel punto la mia vita era rivoluzionata, ho cambiato orientamento professionale, indirizzandomi verso il benessere, e qualche anno dopo mi è stato proposto di guidare io stessa dei corsi per il miglioramento della vista, con l’idea di condividere la mia esperienza e tutto ciò che avevo imparato, letto, scoperto e vissuto. Nel 2004 ho condiviso il mio cammino e le mie ricerche nel mio primo libro Voir clair. Comment abandonner ses lunettes, che ebbe molto successo perché parlava delle esperienze e delle sensazioni provate da molti lettori, nello stesso tempo aprendo loro gli “occhi”: aiutò le persone a modificare le proprie convinzioni relativamente alla fatalità dei cali visivi, offrendo allo stesso tempo indicazioni e strumenti concreti per migliorare la vista. Dopo la stesura del libro ho continuato a tenere dei corsi, sempre più numerosi con il passare del tempo. Ho proseguito con le ricerche e le letture e ho avuto l’occasione di interagire con molti professionisti della salute, che seguivano i corsi desiderosi di sfatare la “fatalità” degli occhiali: medici, osteopati, chinesiterapeuti, infermieri, psicologi, ipnoterapeuti, operatori energetici, guaritori, naturopati ma anche professionisti dello yoga, di qi gong, praticanti di shiatsu, massaggiatori e perfino ottici e ortottisti. Molti gli scambi anche con gli optometristi (cioè gli specialisti dello studio e della misurazione dei difetti della vista). Nello scambio con questi professionisti ho arricchito le mie conoscenze, scoperto altri metodi, sviluppato nuove pratiche, semplificandole anche, e constato con gioia che più il

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Introduzione

tempo passava più i risultati erano migliori, più rapidi e semplici da raggiungere. Questo libro è il risultato di tale percorso. Ho anche scoperto che parecchi metodi teraputici utilizzavano gli occhi per sbloccare traumi o ricordi emotivi, come i movimenti oculari in PNL (Programmazione Neuro-Linguistica), l’EMDR (Eye-Movement Desensitization and Reprocessing), la TFT (Thought Field Therapy) di Roger Callahan o l’EFT (Emotional Freedom Technique) di Cary Craig (troverete nella bibliografia in fondo al libro i riferimenti per approfondire questi argomenti). Tutto ciò mi ha definitivamente convinto dell’importanza e della potenza dei nostri occhi e della necessità di restituire loro il posto adeguato. Effettivamente, in una società come la nostra in cui la vista è predominante, come possiamo dimenticare a tal punto questi organi tanto preziosi e indispensabili? Perché non impariamo fin dalla scuola elementare a preservarli, a proteggerli, a curarli? Perché, al contrario, per la maggior parte di noi si è instaurata – fino a diventare “verità” – l’idea che non ci si debba prendere cura dei propri occhi, che non si debba fare nulla per la loro salute? Venticinque anni dopo l’inizio di questo percorso di rieducazione dei miei occhi non soffro più di astigmatismo e ho recuperato l’80% sulla miopia (misure rilevate da un optometrista), continuo a far progredire la mia vista e a rafforzarla, e i miei occhi godono di ottima salute (del resto, finora non è mi stata diagnosticata nessuna presbiopia)! Sono dunque felice di poter ancora una volta proporre la mia “visione” e condividere i miei consigli e le mie pratiche con tutte le persone interessate a questo percorso e desiderose di preservare o recuperare la propria vista, insieme all’autonomia della propria funzionalità visiva.

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Fatti curiosi riguardo l’evoluzione Immaginate per un momento che una malattia interessi il 50% della popolazione: tutti griderebbero all’epidemia, si allarmerebbero, domanderebbero l’adozione di misure allo scopo di risolvere questo grave problema di salute pubblica! Ora, i problemi di vista, di alterazioni visive e patologiche dell’occhio riguardano la metà della popolazione francese, e questa proporzione si ritrova negli altri paesi occidentali. Ma, fatto strano, nessuna voce si leva, nessuno protesta, tutti accettano rassegnati: sembra sia normale che i nostri occhi vedano tanto male. Viviamo davvero in un mondo strano! Ovunque, i progressi della scienza e della medicina sono vantati, elogiati, evidenziati; ovunque ci parlano di arretramento della malattia, di allungamento della speranza di vita, delle molteplici possibilità che ci vengono offerte per restare giovani e in buona salute più a lungo. Ovunque, ci parlano dei benefici della prevenzione: prendersi cura del proprio corpo con il

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movimento, l’ossigenazione, l’esercizio fisico; vigilare sull’alimentazione e sullo stile di vita allo scopo di preservare la salute e di invecchiare restando in forma. Tutto ciò sembra effettivamente saggio e sensato. Stranamente, a nessuno viene in mente che forse si potrebbero preservare anche gli occhi. Nessuno considera che potremmo prenderci cura della loro vitalità ed elasticità, che le pratiche utilizzate per il nostro corpo potrebbero forse rivelarsi benefiche per gli occhi e per la vista. Nient’affatto, ecco un ambito in cui la credenza diffusa è che non ci sia nulla da fare per la salute dei nostri organi visivi: nessuna speranza di miglioramento, ancor meno di guarigione; siamo sotto l’effetto di una fatalità e di una irreversibilità inevitabili. Come se non bastasse, la situazione non può che peggiorare, ma in questo non c’è nulla di anomalo! Una volta superata la quarantina, non è più concessa alcuna speranza: l’invecchiamento e la degenerazione degli occhi incombono su di noi, portando inevitabilmente con sé un deterioramento della vista, cui minaccia di aggiungersi un cumulo di complicazioni, ognuna più grave dell’altra. Tutto ciò ha come conseguenza l’effetto di scatenare in tutti forti timori: di non vedere più, di perdere completamente la vista. Non molto rassicurante, in effetti! Ma che cosa avviene nella nostra società? Perché si considerano gli occhi a questa stregua? Perché si propongono così poche soluzioni? Indubbiamente la chirurgia oculistica ha fatto grandi progressi e si possono risolvere con operazioni un certo numero di problematiche. Ma non sono la maggior parte, e le speranze di successo di queste operazioni sono del tutto aleatorie, a detta degli stessi medici e chirurghi. Perché non siamo capaci di prenderci cura dei nostri occhi con naturalezza e dolcezza? Perché è per tutti un’ovvietà che si possa rieducare una gamba o un braccio rotti, mentre per quanto riguarda gli occhi è tanto profonda e pressoché inamovibile la convinzione che non sia possibile alcuna rieducazione (tranne nei casi di strabismo nei bambini, per i quali si propongono sedute dall’ortottista)? Effetti-

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vamente, ci sono parecchie anomalie in questo modo occidentale di considerare gli occhi e il senso della vista! Tuttavia, se accettiamo di adottare un altro modo di considerare la questione, e di porci certe domande, scopriamo rapidamente che esistono parecchi aspetti da esplorare, veli da sollevare e molte strade da percorrere per trovare i modi per vedere diversamente e chiaramente.

Uno stile di vita pericoloso per gli occhi Come funzionano gli occhi? L’occhio è un organo estremamente complesso e delicato, collegato a numerosi altri organi, da cui dipende per la sua buona salute e il suo corretto funzionamento. Uno squilibrio nell’organismo avrà spesso ripercussioni sulla vista, proprio in virtù di questa interdipendenza. L’occhio consuma altrettanto ossigeno del cuore, contiene quaranta volte più vitamina C degli altri organi, e alcuni arrivano perfino a dire che la funzione visiva mobilita un quarto della nostra energia totale. È importante considerare che l’occhio non è un organo isolato. È un’estensione del cervello, e il nervo ottico è una delle vie del sistema nervoso centrale. L’occhio fa dunque parte del cervello, e questo spiega perché è influenzato dal nostro generale stato fisiologico e dalle nostre emozioni. Inoltre, la corteccia visiva riceve l’ossigeno e il nutrimento tramite l’arteria cerebrale posteriore, che è un prolungamento dell’arteria vertebrale. Qualsiasi spostamento delle vertebre, in particolare di quelle cervicali, può disturbare la vascolarizzazione della corteccia visiva. Qualsiasi tensione nei muscoli collegati alle vertebre o nei muscoli del collo può alterare la nostra acuità visiva. Una cattiva postura, uno shock, un incidente, un’alimentazione sbagliata, un’ossigenazione insufficiente sono tutti fattori che possono avere un’influenza sulla vista. La salute dei nostri occhi dipende dunque dalla nostra salute generale, che a sua volta è il riflesso del nostro modo di vivere e dell’ambiente circostante. L’occhio, organo estremamente fragile, sensibile e ricettivo

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a tutti gli stimoli interni ed esterni, è ancor più interessato a tutti i deterioramenti del nostro ambiente e a ogni forma di inquinamento. Inquinamento dell’aria, alimentazione innaturale, luci artificiali al neon; ambienti stretti, climatizzati, poco areati; stanchezza oculare causata dall’uso degli schermi, che siano di computer, televisione, telefonino; prodotti chimici tossici sul posto di lavoro, ritmo frenetico e stressante, ecc. Sotto molti aspetti la vita moderna, e ancora di più quella cittadina, aggredisce e affatica troppo spesso i nostri occhi! Anche questo può spiegare il motivo per cui i problemi di vista e le malattie degli occhi progrediscono tanto. Esistono soluzioni e rimedi, che nel libro tratterò ampiamente. In questo capitolo voglio invece attirare la vostra attenzione sui legami tra calo della vista e stile di vita moderno, tra malattie degli occhi e degradazione dell’ambiente; desidero aiutarvi a comprendere che parecchi problemi di vista non sono né “normali” né “naturali”, né tanto meno irrimediabili.

Troppe forme di inquinamento Il fenomeno di deterioramento ambientale si è aggravato nel corso degli ultimi cinquant’anni fino a raggiungere proporzioni allarmanti. Inquinamento atmosferico, industriale, da pesticidi e nitrati, da onde elettromagnetiche; inquinamento chimico, da materiali utilizzati nelle case; inquinamento dell’industria agroalimentare, da prodotti per l’igiene personale e per la cosmesi. Purtroppo l’elenco è illimitato! Tutte queste forme di inquinamento colpiscono i nostri occhi e contribuiscono ad abbassare la qualità della nostra vista. Viene messo sotto accusa un prodotto ancora molto recente nella storia dell’umanità, divenuto onnipresente in pochi anni: il cellulare! Numerosi scienziati, medici e ricercatori lanciano allarmi preoccupanti per le possibili conseguenze sulla salute (soprattutto del cervello, dell’orecchio, dell’occhio, della retina, del nervo ottico…) legate al

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suo utilizzo galoppante, ma chi ne tiene conto? Per esempio, ecco un semplice principio di precauzione quando telefonate con il cellulare: utilizzate l’auricolare e riducete drasticamente la durata delle comunicazioni (massimo tre minuti, dicono questi specialisti!). Mi stupisce sempre molto vedere quante poche persone si servono dell’auricolare. Poi, da quando i nostri telefoni sono diventati “intelligenti” (smartphone), tutti hanno gli occhi incollati sullo schermo in ogni momento. E con l’arrivo dei tablet gran parte della lettura avviene sullo schermo! Internet naturalmente, ma anche quotidiani, riviste, newsletter e, la cosa a mio parere più desolante, i libri! Vi invito, vi consiglio vivamente di continuare a leggere su carta per preservare gli occhi, ovviamente (la lettura su carta è molto meno stancante per la vista), ma anche il cervello! Ora, quasi nessuno tiene in considerazione questi fattori quando si stabilisce una diagnosi degli occhi. Da parte sua, il professor Dominique Belpomme (docente di Oncologia all’Université Paris V, incaricato dell’applicazione del Plan Cancer, fondatore dell’Associazione francese per la ricerca terapeutica anticancro) denuncia con forza tutti i pericoli da queste fonti di inquinamento. Fa un’equazione semplice e spaventosa: inquinamento = malattie, inquinamento = cancro. Non a caso ha intitolato il suo libro Quelle malattie create dall’uomo. Come la degradazione dell’ambiente mette in pericolo la nostra salute. Per lui è semplicissimo: o il terzo millennio diventa ecologista, o l’essere umano scomparirà. E questa constatazione non è ideologica, ma è il risultato di tutta una vita di ricerca medica. Si capisce dunque fino a che punto l’uomo, il suo organismo e il suo stato di salute dipendano dall’ambiente. Certo, lo si sapeva da tempo, ma sempre più studi lo confermano e sempre più personalità, in ogni ambito, lo sottolineano con urgenza. Abbiamo poco tempo prima che la situazione sia irrimediabile.

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Eppure, di norma gli oculisti non stabiliscono un legame tra degradazione ambientale e problemi di vista; sembra che siano allarmati dalla progressione delle patologie oculari, come il glaucoma o la degenerazione maculare, ma dichiarano di non avere alcun indizio sulle eventuali cause. Davvero nessun indizio? Per esempio, ci sarebbe un rapporto stretto tra l’assunzione di corticoidi (cortisone) e alcune affezioni oculari, in particolare il glaucoma. In effetti, conviene in particolar modo essere prudenti soprattutto con i corticoidi inalati, che vengono prescritti agli asmatici, anche giovanissimi; questi farmaci aumentano il rischio di glaucoma ad angolo aperto, il tipo più diffuso1. Altri studi mostrano legami tra diverse allergie – che provocano rossore, gonfiore, irritazione o secchezza degli occhi, oppure congiuntivite, prurito oculare – e prodotti domestici. Ma la maggior parte delle volte gli specialisti non cercano la causa e prescrivono semplicemente dei colliri. Invece spesso l’origine del problema si trova nei componenti dei prodotti per la pulizia domestica (quelli attuali sono dei temibili veleni), nei prodotti per l’igiene personale o nei cosmetici. Per esempio sapevate che la maggior parte degli smalti per unghie in commercio contiene prodotti altamente tossici e irritanti? E noi ci tocchiamo spesso il viso e gli occhi con la punta delle dita. E che dire dei prodotti che molte donne utilizzano direttamente sugli occhi per truccarsi? Prudenza è consigliata anche per quanto riguarda i profumi: sono sostanzialmente prodotti con sostanze di sintesi, dunque chimiche, e molti contengono i temibili esteri dell’acido ftalico, o ftalati, riconosciuti come pericolosi, ma molto usati! Non a caso sempre più persone sviluppano allergie ai profumi classici. Ora, il profumo, sostanza altamente volatile, si mette sul collo, sulle spalle, sul décolleté, perfino direttamente sulle guance, nel caso degli uomini. Si diffonde 1.  Pratiques de santé, n. 11, maggio 2004.

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dunque facilmente dappertutto e naturalmente raggiunge anche la zona degli occhi2. Alla luce di questa volatilità, si consiglia prudenza anche per i profumi naturali fabbricati a partire dagli oli essenziali. Anche questi prodotti, sebbene ricchi di elementi benefici per la salute, possono scatenare reazioni allergiche, coinvolgendo gli occhi. Se negli ultimi anni si sono moltiplicati gli allarmi per l’inquinamento delle nostre città (sebbene le misure di contrasto siano poi molto deboli), minore attenzione ricevono le ricerche che riguardano l’aria che respiriamo nelle nostre case, un cocktail tossico prodotto dai beni di consumo comuni, come gli apparecchi elettrici ed elettronici, i tessuti, i cosmetici, i prodotti per la pulizia domestica3. Dalla formaldeide, una sostanza cancerogena utilizzata per produrre materiali per l’edilizia, al gas radon, che si trova soprattutto al piano terra, al benzopirene e ai Cov provocati dalle cotture, tutte queste sostanze danneggiano il nostro organismo e, va da sé, gli occhi. Perciò conviene interrogarci sui prodotti che utilizziamo e sull’impatto che l’ambiente ha sulla nostra salute e sugli occhi. Forse non possiamo cambiare tutto, ma ognuno di noi può fare attenzione a ciò che utilizza quotidianamente dentro casa, per la pulizia personale e domestica e per la cosmesi; possiamo anche cercare di sensibilizzare superiori e colleghi sulle condizioni del luogo di lavoro, per limitare le fonti di inquinamento nell’ambiente circostante. Potremmo anche prendere decisioni più radicali e decidere di allontanarci dai grandi centri urbani inquinatissimi! I grandi cambiamenti di vita non si fanno forse in poche settimane, ma sono realizzabili. Da vari decenni migliaia di persone stanno lasciando le 2.  Leggete, a proposito, il libro La vérité sur les cosmétiques, di Rita Stiens. 3.  Per approfondire si veda P. Mannuccio Mannucci e M. Forte, Cambiamo Aria!, Baldini & Castoldi, 2017.

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grandi città, trasformando la propria vita e guadagnandone in qualità e salute. Vedere bene è molto più facile in certe regioni, in certi posti e a seconda dell’ambiente circostante. Ciò non significa, ovviamente, che tutti coloro che desiderano preservare i propri occhi e la propria salute debbano lasciare la città; significa piuttosto essere consapevoli dell’ambiente in cui si vive e prodigare sempre più cure ai propri occhi allo scopo di preservarli. È possibile, parecchie persone lo fanno e vivono senza occhiali. Ma occorrono motivazione e rigore! Quest’opera intende aiutarvi proprio in questo.

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4 LA GINNASTICA OCULARE SECONDO I DIVERSI METODI

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A TEMPO mi pongo una domanda semplice: perché la ginnastica oculare non viene insegnata a scuola, proprio come la ginnastica generale del corpo? Viviamo in un mondo in cui l’esercizio fisico è valorizzato, si consiglia di praticare una forma o l’altra di sport per tutta la vita, allo scopo di preservare la salute. Queste raccomandazioni sono ora ampiamente comprese da tutti, e un gran numero di persone le seguono. Per molti, c’è un’equazione che sembra evidente: movimento = forma fisica, tonicità e salute. Allora, perché questa evidenza scompare quando si tratta degli occhi? Purtroppo, in questo caso si sono insediate altre convinzioni: per gli occhi non c’è niente da fare, la ginnastica non serve, e chi lo afferma è un ciarlatano! Tuttavia, anche in oculistica esiste una branca dedicata alla rieducazione visiva: l’ortottica. Gli oculisti possono prescrivere delle sedute,

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in particolare in caso di strabismo, di problemi di convergenza o di accomodazione. Ma sembra che nella loro “visione” le applicazioni restino limitate e non possano contribuire a migliorare una miopia o un’altra carenza visiva, né tanto meno a evitare la presbiopia! Ma da sempre sul pianeta esistono delle pratiche, alcune millenarie come il qi gong o lo yoga, che tengono in considerazione la salute degli occhi e la possibilità di preservare, recuperare e migliorare la vista, grazie a esercizi oculari, stiramenti, rilassamenti, respirazioni, circolazioni energetiche; tutto affiancato a consigli sullo stile di vita e sull’alimentazione. In diverse parti del mondo si trovano persone molto anziane, in buona salute e con una vista buona! Perché il nostro mondo occidentale moderno non è ancora stato capace di scoprire queste pratiche, accoglierle e integrarle nell’ambito delle cure per la salute e delle regole di base per la prevenzione? Tanto più che il nostro stile di vita, con la sua moltiplicazione di schermi, illuminazione artificiale e forme di inquinamento di tutti i tipi, sollecita sempre di più gli occhi in modo aggressivo7. Perché non attuare, fin dalla scuola primaria, dei programmi di prevenzione in materia di salute degli occhi? Sarebbe davvero interessante iniziare i giovani studenti alle pratiche di base del rilassamento oculare, anche perché, come posso testimoniare, i bambini sono molto ricettivi a questi esercizi. Li apprezzano, ne traggono beneficio, se non addirittura un miglioramento della vista. Vi propongo ora di scoprire alcuni di questi metodi, con i relativi esercizi raccomandati per mantenere in forma gli occhi. Inizio attirando la vostra attenzione su un flagello dei tempi moderni che causa gravissimi danni agli occhi e alla vista, ma anche alle 7.  Per quanto riguarda l’Italia, nel 2018 la Commissione per la difesa della vista stimava che il 78% della popolazione avesse difetti visivi; a livello mondiale, secondo dati OMS el 2018, sono 1,2 miliardi i portatori di occhiali nel mondo e 217 milioni gli ipovedenti. N.d.T.

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vertebre cervicali, alla schiena e a tutto lo scheletro: si tratta delle pessime posture tenute dalla maggior parte di noi davanti allo schermo del computer e soprattutto quando usiamo cellulari o tablet. La nuca è tesa, la testa troppo china in avanti, la schiena piegata, le anche deviate; spessissimo, poi (soprattutto per i bambini), lo schermo è davvero troppo vicino agli occhi! Assistiamo tra l’altro a una vera e propria “epidemia” di scoliosi. Non solo, sono pure persuasa che sia anche questo a favorire in modo crescente i problemi e deficit visivi, oltre che la stanchezza oculare. Quando leggete un libro, consultate un cellulare o un tablet o lavorate al PC, bisogna assolutamente che il bacino sia ben assestato, la schiena dritta, la testa dritta (così non ci sono tensioni a livello del collo). Solo gli occhi si muovono per vedere, o leggermente verso il basso – se quello che state leggendo è su un piano inclinato (a questo scopo potete utilizzare dei supporti) – o dritto davanti a voi se lo schermo è all’altezza dello sguardo. Questi consigli sono convalidati dagli specialisti della postura e dalla medicina del lavoro. A tutto ciò si aggiunge l’illuminazione insufficiente o assente! Effettivamente molte persone pensano che non sia necessario avere una luce quando si guarda uno schermo di notte. Ma il contrasto tra la penombra di un ambiente e l’illuminazione dello schermo è deleterio e molto stancante per gli occhi. Di notte, accendete sempre una lampada, anche con una luce bassa, quando guardate un qualsiasi schermo, anche quello televisivo. Accendete una lampada anche quando la luce esterna si abbassa, compreso in pieno giorno quando il cielo è grigio. In questo modo gli occhi vedranno senza affaticarsi, si stancheranno meno e voi vi sentirete meglio. A mio parere, troppe persone vogliono fare economie assolutamente irrisorie, che vanno a scapito della salute degli occhi. Perché per essere molto efficienti e performanti nelle attività del mondo attuale, i nostri occhi hanno bisogno di luce.

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NOTA BENE: è importante osservare che questi diversi esercizi si rivolgono a tutti, indipendentemente dall’età e dai problemi di vista o dallo scopo perseguito (prevenzione, rieducazione, tono o rilassamento oculare…). Queste pratiche si inseriscono in un approccio globale e olistico.

In ogni caso, non bisogna fare tutti gli esercizi proposti in questo libro in una sola seduta! Sceglietene alcuni di volta in volta, a seconda del tempo di cui disponete e della voglia di fare che avete.

Il Metodo Bates Il dottor William H. Bates, oculista americano (1860-1931), intraprese la carriera in modo accademico, applicando quello che aveva imparato all’università. Ma nel corso delle sue visite, in maniera empirica, cominciò a rimettere in discussione le proprie conoscenze. Scoprì che le cause dei deficit visivi erano parecchie, indubbiamente spesso fisiologiche, ma talvolta anche emotive, e che era possibile porvi rimedio e rieducare la vista. Studiò, osservò, testò e infine pubblicò il risultato delle sue ricerche e dei suoi studi di caso. Si allontanò sempre più dal dogma, al punto tale da essere trattato da ciarlatano e poi radiato dalla professione. Ha pubblicato il risultato di anni di studi e osservazioni con i pazienti nel 1920, in un libro intitolato Perfect sight without glasses, tradotto in italiano solo nel 19898. Essendo scritto da uno scienziato e ricercatore, la sua lettura potrà sembrare ardua per qualcuno. Bates stabilisce che le principali cause dei cali di vista sono lo stress, la paura, le emozioni forti, ma anche che questi problemi di vista interessano di più le persone depresse, tristi, senza prospettive 8  William H. Bates, Il Metodo Bates per una vista perfetta senza occhiali, Astrolabio, 1989. N.d.T.

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attraenti, come se per preservare la vista fosse importante avere il piacere di vedere la propria vita. Mette così in evidenza il legame tra lo stato d’animo e la visione: un elemento davvero innovativo per quei tempi! Per aiutare i suoi pazienti a migliorare la vista, Bates propose dunque principalmente delle tecniche di rilassamento generale dell’organismo, per poi concentrarsi sulla zona oculare in particolare. Il suo metodo, che è insegnato ancora oggi (ma non dai medici, che per la maggior parte non si interessano più ai suoi lavori) e incontra sempre molto successo, fu reso popolare soprattutto dallo scrittore inglese Aldous Huxley, che salvò gli occhi (anche se gli oculisti gli avevano predetto la cecità) grazie a Margaret Corbett, discepola di Bates. L’autore di Il mondo nuovo ha reso omaggio al Metodo Bates e condiviso la storia della propria guarigione nel libro L’arte di vedere9. Le pratiche principali sono i bilanciamenti, il sunning e, soprattutto, il famoso palming, ripreso in tutti gli altri metodi di miglioramento naturale della vista, di una semplicità e di un’efficacia formidabili!

Il palming Il palming dovrebbe essere insegnato dalla prima elementare fino al liceo, nelle università e in tutte le aziende dove le persone svolgono attività che stancano la vista! Si tratta di tenere gli occhi nell’oscurità totale e nel calore dei palmi delle mani. In inglese, palm significa appunto palmo. Bisogna posare i palmi davanti agli occhi, ma senza appoggiarli sui globi oculari, in questo modo: mettete le mani a coppa, serrate bene le dita per evitare che la luce passi dagli interstizi e posate i palmi davanti agli occhi, senza poggiare sui globi né premere sul naso (dovete riuscire a respirare facilmente). Dopo aver verificato che la luce non passi attraverso le 9.  Aldous Huxley, L’arte di vedere, Adelphi, 1989 (16a edizione ). N.d.T.

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dita (altrimenti aggiustate la posizione delle mani), chiudete gli occhi e restate così per il tempo che desiderate. Gli occhi sono a riposo, si rigenerano nell’oscurità (in assenza di sollecitazioni luminose) e nel calore che si sprigiona dai palmi delle mani. Si consiglia di appoggiare i gomiti a un tavolo o di posarli su un cuscino, così da non creare tensioni nelle braccia, nelle spalle e nella nuca. IL MIO CONSIGLIO: ◆ praticate il palming molto regolarmente durante il giorno, anche soltanto un minuto per volta, in modo da avere momenti di riposo per gli occhi. ◆ A tutti quelli che svolgono un’attività stancante per gli occhi (lavoro al PC, ma anche cucito, pittura, lavori di precisione di qualsiasi tipo, bricolage, attività di laboratorio…), si consiglia di fare una pausa di palming ogni 45 minuti od ogni ora! ◆ Ad alcune persone piace praticare il palming prima di dormire, perché le aiuta ad addormentarsi.

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I bilanciamenti Il dottor Bates insisteva quindi sull’importanza del rilassamento oculare e del riposo, indispensabili per gli occhi, ma raccomandava anche il rilassamento generale di tutto l’organismo per eliminare tensioni, blocchi, nodi o contratture che possono alterare la visione ostacolando una corretta circolazione sanguigna o la buona ossigenazione degli organi. A questo scopo consigliava i bilanciamenti; ne distingueva sei diversi tipi, tra cui i più praticati sono il piccolo e il grande bilanciamento.

Piccolo bilanciamento In piedi, gambe divaricate alla larghezza delle anche; lentamente e regolarmente, muovetevi da un lato, dall’altro, come il bilanciere di un orologio, mantenendo ben saldi i piedi a terra. Gli occhi sono distesi e seguono il movimento, spostandosi così sul paesaggio davanti a voi. Potete guardare dalla finestra se siete all’interno o, se praticate i bilanciamenti all’esterno, osservate davanti a voi senza fissare nulla in particolare. La respirazione è lenta e regolare. Fate almeno dieci bilanciamenti, di più se lo desiderate.

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Grande bilanciamento In piedi, gambe un po’ più allargate (ma non troppo), braccia ciondoloni e morbide, ruotate il busto poggiando sulla gamba destra; il tallone sinistro si solleva, la testa e gli occhi seguono il movimento e guardano quindi dal lato destro. Posate il tallone sinistro, poi cominciate a ruotare lentamente verso sinistra, poggiando questa volta sul piede sinistro. Il tallone destro si solleva e gli occhi seguono sempre il movimento del corpo, esplorando quindi lentamente tutto il campo visivo. Respirate lentamente e regolarmente. Questo movimento si fa senza forzare, non si deve torcere il busto né vedere il più lontano possibile dietro di sé, ma semplicemente bilanciarsi e ruotare da una gamba all’altra lentamente e regolarmente, mentre tutto il corpo accompagna questi movimenti. Praticate almeno dieci grandi bilanciamenti. In certi corsi del Metodo Bates, i partecipanti possono essere invitati a fare questi bilanciamenti per venti minuti.

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Il sunning William Bates insisteva sull’importanza del sole e della luce naturale per gli occhi, la vista e la salute in generale. La luce naturale è fondamentale per conservare una buona vista, al contrario della luce artificiale o della penombra. Da qui l’importanza di compiere delle attività all’esterno, di cercare il contatto con la natura, ma anche di vivere, studiare o lavorare in stanze dotate di ampie finestre che lascino passare quella luce. Inoltre con la luce naturale gli occhi si affaticano meno, quindi sono protetti dalla stanchezza che è automaticamente provocata dalla mancanza di luminosità. In piedi, seduti o sdraiati, all’aperto con un tempo soleggiato, chiudete gli occhi e lasciate che il sole vi accarezzi le palpebre. Girate lentamente la testa da un lato e dall’altro, percepite il sole che riscalda e vitalizza gli occhi dietro le palpebre chiuse. Smettete quando gli occhi vi sembrano troppo caldi e iniziate a sentire fastidio. In realtà, noi pratichiamo naturalmente “il soleggiamento” quando siamo in spiaggia! ATTENZIONE: non bisogna assolutamente guardare il sole!

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Lo yoga degli occhi L’espressione “yoga degli occhi” è spesso usata a sproposito e in modo generico per intendere la rieducazione naturale degli occhi, indifferentemente dal metodo interessato. Alcuni assimilano anche il Metodo Bates allo yoga degli occhi, ma le due pratiche sono invece ben distinte e soprattutto dalle origini completamente diverse. Il Metodo Bates è basato sulle ricerche di un oculista occidentale, lo yoga degli occhi viene dalla millenaria tradizione orientale, e le sue origini si perdono in diversi lignaggi dello yoga tradizionale e della medicina indiana, l’Ayurveda. Certo, un medico indiano con formazione ayurvedica poi diventato oculista in Inghilterra, il dottor Agarwal, ha fatto una sintesi tra il Metodo Bates, lo yoga degli occhi praticato in India e l’Ayurveda. È nato così lo yoga degli occhi “moderno” che, in effetti, mescola queste diverse tecniche, creando talvolta confusione tra questi approcci. Vi si ritrovano dei punti comuni, come il palming, il rilassamento, la distensione, i bilanciamenti, il sunning… Ma lo yoga degli occhi “classico” propone anche parecchi esercizi di ginnastica oculare e un’intera sezione basata sull’igiene di vita: il contatto con la natura, le cure naturali a base di piante, l’alimentazione, uno “stato mentale” da raggiungere con il rilassamento, la meditazione, la sorveglianza dei pensieri allo scopo di insediare pensieri e credenze positivi ecc. Lo yoga degli occhi diventa una “filosofia di vita” che va ben oltre i semplici esercizi oculari. Vi propongo qui alcuni esercizi tratti dallo yoga degli occhi “classico”; potrete praticarli a vostro piacimento, da pochi minuti al giorno fino a 30-35 se ne avete la voglia e il tempo, ma anche se non vi stancate gli occhi. Un consiglio importante, offerto in parecchi ashram in India: non forzate, non sollecitate troppo gli occhi. Certamente, altri insegnanti indiani spingono a forzare, a raggiungere il dolore, la tensione, per “superarsi”, ma per quanto ne so io

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non sono la maggioranza. Molti incitano piuttosto alla dolcezza e all’ascolto di sé, del proprio corpo e degli occhi durante le pratiche, raccomandando di non sentire male e di smettere se ciò avviene. È quanto dico anch’io durante i miei corsi e nei miei libri. Le sedute devono essere gradevoli, un appuntamento di benessere per i nostri occhi, con noi stessi. Vi invito dunque a eseguire questi esercizi dolcemente, lentamente, senza mai forzare e senza arrivare al massimo dei movimenti, evitando il punto di “tensione”, quel famoso punto in cui si comincia a sentire male. In base alla mia esperienza, questo modo dolce di praticare è anche efficace, più di quanto si pensi, e ha il grande vantaggio di essere gradevole, quindi motivante. L’altro vantaggio è che con questo tipo di pratica tutti possono svolgere gli esercizi, compresi i grandi miopi, le persone che hanno subito interventi oculistici (a patto che il medico li autorizzi), e tutti quelli che hanno gli occhi fragili. Ancora più delle altre, queste persone devono fare attenzione a non forzare e a smettere non appena percepiscono tensione o dolore, e a fare delle sedute brevi.

Esercizi pratici Questi esercizi si praticano in una posizione comoda, su una sedia, una poltrona, un cuscino oppure un tappetino da yoga. Chi pratica yoga e meditazione (zen, buddhista ecc.) potrà mettersi nella posizione del loto. Se siete seduti su una sedia, i piedi sono ben aderenti al suolo; non bisogna incrociare mai né le gambe, né le braccia né le dita. La schiena è dritta, senza essere rigida, la nuca è morbida, la testa dritta e tutto il corpo è rilassato. Potete appoggiare la schiena per evitare che si stanchi. Le mani sono messe di piatto sulle cosce, oppure con i palmi rivolti verso l’alto, nella posizione che vi risulta più comoda e naturale.

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È indispensabile che siate completamente rilassati prima di cominciare gli esercizi. Chiudete gli occhi lentamente (senza aggrottare né corrucciare le palpebre o la fronte), verificate che tutto il vostro corpo sia a proprio agio e rilassato, regolate la posizione se necessario. Sbadigliate più volte per distendere le mascelle e tutto il viso e allontanare così qualsiasi tensione. Poi respirate lentamente, profondamente, ampiamente, quante volte lo desiderate, fino a sentirvi tranquilli e rilassati. Qualche volta, potrete avere la sensazione di non riuscirci, ma tranquillizzatevi, il semplice fatto di respirare così, lentamente per qualche minuto, rilassa molto più di quanto non si possa credere. Eccovi pronti per la pratica della ginnastica oculare dolce come viene proposta nello yoga degli occhi.

Le verticali Sistematevi comodamente come indicato in precedenza. Aprite gli occhi lentamente e guardate verso l’alto, senza forzare. Ora abbassate gli occhi lentamente per guardare verso il basso, poi risollevate lentamente gli occhi per guardare di nuovo verso l’alto. Ripetete 3-5 volte, con calma, respirando lentamente e regolarmente, sbattendo le palpebre in modo prolungato. Quando avete terminato la serie, fate una breve pausa di palming (si veda pag. 60) per circa 30 secondi-1 minuto, a seconda delle vostre sensazioni.

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NOTA BENE: durante gli esercizi, non bloccate mai il battito impercettibile e quello prolungato (quei movimenti naturali delle palpebre), altrimenti stancherete gli occhi inutilmente e rischierete di averli secchi. In effetti, battere leggermente le palpebre permette di far riposare la retina dando una frazione di oscurità (come un “mini-palming”). Allo stesso modo, il battito prolungato degli occhi procura questa oscurità, ma è un movimento più deciso che stimola anche le ghiandole lacrimali, consentendo la diffusione di un filo di lacrime sulla superficie oculare che mantengono l’occhio sempre idratato e lubrificato, condizione indispensabile per il benessere oculare e per una visione chiara. Tutti gli specialisti della vista e tutti gli approcci insistono su questo punto essenziale, e tanto semplice, per il comfort dei nostri occhi! La diffusione degli schermi nella nostra quotidianità incrementa il rischio di avere gli occhi secchi: in un certo senso gli schermi ci “ipnotizzano”, e noi tendiamo a bloccare i movimenti come quando siamo concentrati su un lavoro minuzioso. È stato osservato che invece di sbattere le palpebre ogni 2-7 secondi come necessario, alcune persone lo fanno al massimo 5-7 volte al minuto!

Le orizzontali Sistematevi comodamente, come indicato a pag. 66 all’inizio di Esercizi pratici. Aprite gli occhi lentamente, guardate verso destra, senza forzare, poi lentamente spostate gli occhi orizzontalmente per portare lo sguardo verso sinistra. In seguito ritornate verso destra. Ripetete dalle 2 alle 5 volte, lentamente, senza mai forzare (non cercate di vedere il più lontano possibile a destra e a sinistra), sempre respirando lentamente e regolarmente, e sbattendo gli occhi.

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Poi effettuate una pausa di palming (si veda pag. 60), tenendo gli occhi ben al caldo nell’incavo delle mani e nell’oscurità totale.

Le diagonali Sistematevi comodamente, come indicato a pag. 66 all’inizio del paragrafo Esercizi pratici. Guardate direttamente verso l’angolo superiore destro, poi lentamente abbassate lo sguardo verso l’angolo inferiore opposto, a sinistra, disegnando una diagonale. Risollevate gli occhi sempre lungo questa diagonale. Non forzate mai negli angoli, può essere doloroso e, a mio parere, inutile. Ripetete 2-5 serie, tranquillamente: la respirazione è leggera, le palpebre sbattono in modo naturale. Fate una pausa di palming (si veda pag. 60). Poi aprite gli occhi e ripetete l’esercizio effettuando le diagonali nell’altro senso, dall’angolo superiore sinistro verso l’angolo inferiore a destra. NOTA BENE: perché queste pause di palming dopo ogni serie? Lo scopo di questi esercizi è stimolare gli occhi e tonificare i piccoli muscoli che circondano e sostengono i globi oculari, ma non di stancare gli occhi. Ecco perché si suggerisce di offrire loro questo tempo di riposo, per consentire loro di recuperare. Alcune persone, per “guadagnare tempo”, sopprimono le pause di palming, realizzando solo la parte che pensano sia “efficace”, la ginnastica. Lo sconsiglio assolutamente perché il palming, oltre a permettere il riposo – indispensabile – rappresenta anche una “cura”

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per gli occhi, una “rigenerazione” che va bene al di là del tempo di riposo e che è parte integrante del processo di recupero visivo. Per altre spiegazioni, si consiglia di leggere le ricerche del dottor Bates sulle molteplici implicazioni del palming.

I cerchi Sistematevi comodamente, come indicato per gli altri esercizi. Guardate verso l’alto, verso il soffitto o verso il cielo, e lentamente cominciate a disegnare dei cerchi completi con gli occhi, senza spostare la testa. Prima in senso orario, poi antiorario. Effettuate dei movimenti regolari. Potrà rivelarsi più facile da un lato, meno dall’altro. Con la pratica, realizzerete dei cerchi facilmente e armoniosamente. Disegnate 3 cerchi in un senso, 3 cerchi nell’altro (meno se gli occhi si stancano). Sbattete bene le palpebre in modo prolungato e fate attenzione al respiro, che sia lento e regolare. Pausa palming (si veda pag. 60).

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Le forme geometriche Sistematevi comodamente, come indicato a pag. 66 all’inizio del paragrafo Esercizi pratici. Giocate a disegnare con gli occhi, senza spostare la testa, diverse forme geometriche come triangoli, quadrati, losanghe, rettangoli, trapezi, parallelepipedi, stelle… La scelta è vasta! Fate 2-5 disegni di una forma e, come al solito, una pausa di palming (si veda pag. 60) tra ogni serie.

PARALLELEPIPEDO

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Le lettere dell’alfabeto Sistematevi comodamente. Divertitevi a scrivere l’alfabeto con gli occhi, a piccole serie di 3, 4 o 5 lettere al massimo, inframezzando pause di palming (si veda pag. 60). Non tentate di fare tutto l’alfabeto, fate più sedute. Questo esercizio piacerà ai bambini che imparano a leggere e scrivere: è un modo divertente di ripassare stimolando gli occhi e la memoria. In seguito, potrete “scrivere” con gli occhi delle brevi parole. Per esempio: chiaro, pace, gioia, risa, sano, vista, dolce, amore (a pag. 73 alcuni esempi di parole, con le direzioni da seguire con gli occhi). Siate creativi, vedetelo come un gioco e una bella stimolazione! Fra ogni parola, ricordate di praticare una pausa di palming.

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Indice

Introduzione........................................................................ 4 1. Le cause sociali e ambientali........................................... 8 2. Le cause emotive............................................................ 16 3 3. Gli esercizi di base......................................................... 4 4. La ginnastica oculare secondo i diversi metodi........... 56 5. Gli esercizi energetici.................................................... 99 6. L’igiene di vita per la salute degli occhi...................... 132 7. E ora?............................................................................. 150 Conclusioni....................................................................... 155 Bibliografia........................................................................ 160 Ringraziamenti.................................................................. 166

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Direzione editoriale: Mimmo Tringale e Nicholas Bawtree Curatore editoriale: Enrica Capussotti Autore: Xanath Lichy Titolo originale: Voir Clair e Voir Clair sans lunettes © Éditions Grancher, 2004, 2018 Illustrazioni di Angèle Obéniche Traduzione: Giuliana Lomazzi Direzione grafica e copertina: Andrea Calvetti Impaginazione: Alessia Maglione ©2020, Editrice Aam Terra Nuova, via Ponte di Mezzo 1 50127 Firenze - tel 055 3215729 - fax 055 3215793 libri@terranuova.it - www.terranuova.it I edizione: marzo 2020 Ristampa IV III II I 2025 2024 2023 2022 2021 2020 Collana: Salute naturale ISBN: 9788866815457 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero dati o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, inclusi fotocopie, registrazione o altro, senza il permesso dell’editore. Le informazioni contenute in questo libro hanno solo scopo informativo, pertanto l’editore non è responsabile dell’uso improprio e di eventuali danni morali o materiali che possano derivare dal loro utilizzo. Stampa: Lineagrafica, Città di Castello (Pg)


I problemi della vista sembrano essere sempre più diffusi, sia tra i bambini che tra gli adulti, aggravati dall’utilizzo massiccio e pervasivo degli schermi (computer, cellulari, lavagne elettroniche), dall’esposizione alla luce artificiale, dall’inquinamento e dallo stress. E solitamente gli occhiali sono presentati come l’unico e inesorabile rimedio, un destino a cui è impossibile sfuggire. Ma questo libro dimostra che non è così. Riabilitare e migliorare la vista è possibile, grazie a semplici esercizi quotidiani che tutti possono mettere in pratica. Ginnastica oculare, yoga e qi gong degli occhi, rilassamento oculare e visualizzazioni, metodo Bates: sono solo alcune delle attività illustrate nel libro per fare a meno degli occhiali, recuperare le diottrie o prevenire eventuali disagi. In queste pagine troverete 30 esercizi per gli occhi e per il corpo, progettati per recuperare il comfort visivo, ma anche per combattere gli occhi secchi, l’emicrania e altre tensioni nella sfera degli occhi e della testa. Concentrati sui nostri dispositivi elettronici, spesso ci dimentichiamo di guardare lontano, verso l’orizzonte. Questo libro è anche un invito a sollevare lo sguardo e ritrovare il gusto di vedere, intorno e dentro di noi.

Xanath Lichy, miope e astigmatica dall’età di 7 anni, ha alla fine abbandonato gli occhiali grazie al metodo da lei elaborato dopo un lungo percorso di ricerca personale. Da oltre vent’anni insegna il metodo Voir Clair in corsi, laboratori e conferenze in Francia, Lussemburgo e Svizzera. Gli esercizi proposti in questo libro sono disponibili in francese in CD audio, registrati dall’autrice su musica di Jean-Marc Staehle, e acquistabili sul suo sito www.voirclair.org

www.terranuova.it ISBN  88  6681  545  7

€ 15,50

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Scopri di più su: www.nonunlibroqualunque.it


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