Piccoli apicoltori AttivitĂ educative e didattiche per fare apicoltura con i bambini FABRICE ALLIER
FABRICE ALLIER
PICCOLI APICOLTORI ATTIVITÀ EDUCATIVE E DIDATTICHE PER FARE APICOLTURA CON I BAMBINI
TERRA NUOVA EDIZIONI
PICCOLI APICOLTORI ATTIVITÀ EDUCATIVE E DIDATTICHE PER FARE APICOLTURA CON I BAMBINI
INDICE
INTRODUZIONE........................................................................................................................................................................................6 1. L’ABC DELL’APICOLTORE, L’ALLEVATORE DI API MELLIFERE............... 8 I PRIMI PASSI PER INIZIARE...................................................................................... 9 LE NORMATIVE DA RISPETTARE ANCHE PER GLI HOBBISTI ........................................... 10 LA COLONIA, UN’ATTRAZIONE FATALE PER PARASSITI E PREDATORI................................ 12
Valutare il livello di infestazione della varroa .................................................14 2. INSTALLAZIONE DELL’APIARIO E PREPARAZIONE DI UNA VISITA A UNA COLONIA.....................................................................................................................................................16 TUTTI VOGLIONO AVERE UN ALVEARE!...................................................................... 17 SIATE ESIGENTI NELLA SCELTA DEL LUOGO DOVE COLLOCARE UN’ARNIA!....................... 18 PREPARARE IL TERRENO PER I BAMBINI.................................................................... 19
Decorare le arnie ............................................................................................................20 L’ATTREZZATURA INDISPENSABILE PER L’APICOLTORE.................................................. 21
Accendere l’affumicatore ...............................................................................................24 3. INVITARE I BAMBINI A PRENDERE CONFIDENZA CON L’ALVEARE.................................................................................................................................................................................................... 26 PREPARARSI ALLA VISITA DI UN ALVEARE................................................................... 27 TENERE BENE IN CONSIDERAZIONE DUE ELEMENTI: LA COLONIA E IL METEO.................. 29 L’AGGRESSIVITÀ NELLE API MELLIFERE...................................................................... 30 CLASSIFICAZIONE SEMPLIFICATA DI IMENOTTERI APOIDEI .......................................... 31 FACCIAMO IL PUNTO: LA PUNTURA, IL VELENO E LE CURE............................................ 32 4. L’ALVEARE E L’ALIMENTAZIONE DELLA COLONIA................................................ 34 LA CASA DELLE API MELLIFERE................................................................................. 35
Entrare nell’arnia ...........................................................................................................37 RACCOLTA DI NETTARE E POLLINE, PER CHI, PERCHÉ?................................................. 38 MENU: MIELE E PANE D’API.................................................................................... 40 L’APE OPERAIA E LA COLONIA, PERFORMANCE INASPETTATE......................................... 42
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5. LA VITA NEL CUORE DELL’ALVEARE................................................................................................. 46 LE TRE CASTE DELLA COLONIA ................................................................................ 47 REGINA, OPERAIE E FUCHI FORMANO LA COLONIA DELL’APE MELLIFERA........................ 50 LA RIPRODUZIONE E L’ALLEVAMENTO DELLA COVATA................................................... 55 RETI DI COMUNICAZIONE SU MISURA....................................................................... 58 6. IL MIELE E GLI ALTRI PRODOTTI DELL’ALVEARE..................................................... 62 LA RACCOLTA DEL MIELE ........................................................................................ 63 IN LABORATORIO................................................................................................... 64
DEGUSTAZIONE ALLA CIECA di miele tra giovani consum-attori .....................66 PROPOLI, CERA, PAPPA REALE, POLLINE.................................................................... 70
IMPARARE A RICONOSCERE L’ORIGINE DEL POLLINE .......................................................72 7. LE API, ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA LE PIANTE E L’UOMO......................................................................................................................................................................................................74 SCOPRIRE LA DIVERSITÀ DELLE API.......................................................................... 75 LE API SONO IN PERICOLO...................................................................................... 78 TUTTE LE PIANTE VENGONO IMPOLLINATE DALLE API?................................................. 80
Individuare frutta e verdura derivate dall’impollinazione delle api .........82 QUALI SOLUZIONI ?............................................................................................... 83
seminare specie mellifere nel giardino o sul balcone .................................84 Costruire un “hotel” per gli insetti ........................................................................86 PER APPROFONDIRE............................................................................................................................................................... 88 TABELLA DEI SINTOMI E DELLE POSOLOGIE PER LE PUNTURE D’API ............................. 89 TABELLA DEI COLORI DEI GRANELLI DI POLLINE ......................................................... 90 ORGANIZZAZIONI NAZIONALI, ENTI DI RICERCA E ASSOCIAZIONI APISTICHE REGIONALI ... 92 INDIRIZZI UTILI................................................................................................................................................................................ 99
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INTRODUZIONE
Pesa meno di una decina di grammi, è lunga circa un centimetro eppure è un condensato d’ingegnosità, un vero robot naturale, la cui vita è regolata da una particolare organizzazione all’interno di una società ben strutturata. È dotata di numerosi strumenti di rilevamento, sensibilità e comunicazione: olfatto, vista, tatto, gusto, udito, feromoni, volo, orientamento, linguaggio. Tutto questo la rende sia sorprendente che appassionante. Di chi stiamo parlando? Delle migliaia di specie di api selvatiche presenti nel nostro territorio? Dell’ape domestica Apis mellifera? Concentriamoci innanzitutto su quest’ultima, che i bambini (e gli adulti) conoscono bene grazie alla sua preziosa produzione, il miele. Ma non solamente per questo. Oggi l’ape è diventata anche il simbolo dell’erosione della biodiversità dato il suo ruolo così essenziale nel mantenimento dell’ecosistema. Bandiera della protezione dell’ambiente, questo infaticabile insetto è oggi una questione sociale, economica e quindi politica. Al punto da farci dimenticare
che punge e che il suo stile di vita nella colonia, per quanto emozionante, rimane molto piramidale e monarchico! L’ape mellifera è l’unica specie che produce miele in Europa, ma la famiglia delle api è grande e si contano un migliaio di specie di api selvatiche, quasi tutte solitarie. Anch’esse, come numerosi altri insetti ausiliari, non possono fare a meno di catturare la nostra attenzione. Più avanti scopriremo perché. Questo libro è un invito a conoscere e comprendere le numerose curiosità di quella meraviglia della natura che è l’ape e a scoprire il funzionamento di una colonia all’interno dell’arnia. Troverete anche tutti i consigli necessari per accompagnare i bambini agli apiari. Il proporre alle giovani generazioni una lettura di questo mondo così particolare vuol dire permettere loro di comprendere concretamente fino a che punto le api sono indispensabili per la nostra vita e per l’equilibrio del pianeta.
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1. L’ABC DELL’APICOLTORE, L’ALLEVATORE DI API MELLIFERE Avete voglia di mettere il naso in un alveare e di diventare voi stessi apicoltori? Quest’attività è interessante, ma richiede buone conoscenze e un investimento che non va sottovalutato. Una riflessione e un impegno per crescere!
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I PRIMI PASSI PER INIZIARE La spesa iniziale per l’acquisto di nuove attrezzature e di uno sciame di un anno con la sua regina, può facilmente superare i duecento euro. Questo importo sarò meno elevato se optate per un’arnia d’occasione e se vi procurate la prima colonia recuperando uno sciame selvatico. In alternativa, potete acquistare uno sciame da un apicoltore.
nie con cui si vuole iniziare; di un po’ di tempo a disposizione (in particolare nei mesi estivi) e un po’ di savoir-faire. Ne riparleremo a pagina 64. Sarà anche necessario acquistare delle protezioni (tuta, maschera, guanti), indispensabili per lavorare con le api in tutta sicurezza (vedi pagina 23). Ma, superate queste tappe forzate e questi primi investimenti, e anche se una colonia è relativamente “autonoma”, bisognerà assolutamente dedicarvi del tempo, soprattutto per fare esperienza. È consigliato frequentare uno dei tanti corsi organizzati dai consorzi e associazioni locali di apicoltori al fine di acquisire le principali buone pratiche e le conoscenze necessarie. Dedicatevi al monitoraggio e all’osservazione delle vostre colonie, ne verrà loro solo del bene. Visite regolari ogni tre settimane costituiscono un ritmo ragionevole.
In seguito, ci sarà da affrontare qualche ulteriore spesa per l’acquisto di prodotti veterinari per i trattamenti obbligatori contro la varroa, considerate una decina di euro per colonia. Eventualmente ci vorrà anche dello sciroppo all’avvicinarsi dell’inverno in caso di emergenza, ma è preferibile, per la salute delle api, lasciare a fine estate parte del miele raccolto e stoccato nei favi. Anche raccogliere il bottino delle api, principalmente il miele, necessita un investimento economico, più o meno importante, a seconda del numero di ar-
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LE NORMATIVE DA RISPETTARE ANCHE PER GLI HOBBISTI raccolte durante un corso di formazione, in alternativa potete rivolgervi a un’associazione apistica locale o consultare i siti dell’Unaapi (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani), della Fai (Federazione Apicoltori Italiani) e altri siti specialistici riportati nelle pagine riguardanti le associazioni apistiche nazionali e regionali.
Possedere una colonia di api domestiche non è un atto banale. Questa specie è classificata nella categoria degli animali “da reddito” (o da allevamento) e i prodotti dell’alveare entrano nella catena alimentare umana. L’ape domestica è in contatto regolare con le sue congeneri degli altri alveari e anche con le api selvatiche sui fiori, il che favorisce la trasmissione di eventuali parassiti e malattie. Tenere una o più colonie è quindi una responsabilità!
A livello nazionale, l’apicoltura è disciplinata dalla Legge n. 313 del 24 dicembre 2004 e s.m.i., nella quale all’art.1 c. 1 viene riconosciuta “L’apicoltura come attività di interesse nazionale utile per la conservazione dell’ambiente naturale, dell’ecosistema e dell’agricoltura in generale ed è finalizzata a garantire l’impollinazione naturale e la biodiversità di specie apistiche, con particolare riferimento alla salvaguardia della razza di ape italiana (Apis mellifera ligustica Spinola) e
Per tutti questi motivi, l’apicoltura è sottoposta a una precisa regolamentazione. La legge prevede una serie di obblighi per l’apicoltore, sia che possieda una colonia o parecchie centinaia di colonie. Tali regolamentazioni mirano a proteggere contemporaneamente il settore apistico dai rischi epidemici, a evitare gli incidenti di vicinato e a rispettare il consumatore (in particolare nel caso della commercializzazione dei prodotti dell’alveare).
ARNIE O COLONIE? •
L’apicoltore è civilmente responsabile dei danni che le proprie api possono creare a terzi. Di conseguenza è consigliabile essere assicurati per la responsabilità civile (informarsi presso il proprio assicuratore e/o le associazioni degli apicoltori), e rispettare le prescrizioni della sicurezza che riguardano l’ubicazione dell’apiario e le norme sanitarie.
Rispondiamo in modo semplice per ridurre la confusione e facilitare la comprensione: l’arnia è la casa delle api, la cassetta di legno. Con colonia o famiglia si intendono gli animali, quindi l’insieme degli insetti; essa è costituita da una regina, qualche migliaio di maschi (i fuchi), parecchie decine di migliaia di api operaie, la covata aperta (le uova appena covate e le larve) e la covata chiusa (le ninfe prima della nascita delle api). Tuttavia, sentiamo ad esempio spesso affermazioni del tipo «ho delle arnie» che si potrebbe benissimo tradurre in «ho delle colonie di api mellifere». Tranquillizzatevi, in generale ci si capisce!
In Italia, l’apicoltura è regolamentata da una fitta serie di norme di carattere europeo, nazionale ed infine regionale. Gran parte delle informazioni aggiornate relative al quadro normativo e fiscale che riguardano l’apicoltura possono essere
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Inoltre la legge 313/2004 sancisce l’obbligo di denuncia degli alveari entro il 31 dicembre, attraverso l’iscrizione alla Banca Dati Apistica (BDA) che altro non è che il sistema di identificazione e di registrazione degli apicoltori e degli apiari, a livello nazionale. Il codice aziendale è assegnato ad ogni attività di apicoltura in base alla sede legale del proprietario (apicoltore), indipendentemente dalla collocazione dei diversi apiari.
delle popolazioni di api autoctone tipiche o delle zone di confine”. L’art. 2 stabilisce che “la conduzione zootecnica delle api, denominata apicoltura, è considerata a tutti gli effetti attività agricola ai sensi dell’art. 2135 del codice civile, anche se non correlata necessariamente alla gestione del terreno”. Conseguentemente, “sono considerati prodotti agricoli: il miele, la cera d’api, la pappa reale o gelatina reale, il polline, il propoli, il veleno d’api, le api e le api regine, l’idromele e l’aceto di miele”.
Ogni apiario è identificato univocamente dal codice aziendale dell’attività di apicoltura e da un numero progressivo. Presso ogni apiario dev’essere apposto un cartello identificativo, chiaro, visibile e in materiale indelebile, di dimensioni equivalenti al formato A4, riportante, su sfondo bianco, il riferimento al Decreto di istituzione dell’anagrafe apistica nazionale e il codice aziendale, seguito dal progressivo assegnato all’apiario.
All’art. 3 viene definito l’apicoltore e l’imprenditore apistico, mentre all’art. 4 si afferma che “Al fine di salvaguardare l’azione pronuba delle api, le regioni, nel rispetto della normativa comunitaria vigente e sulla base del Documento programmatico, descritto nell’art. 5, individuano le limitazioni e i divieti cui sottoporre i trattamenti antiparassitari con prodotti fitosanitari ed erbicidi tossici per le api sulle colture arboree, erbacee, ornamentali e spontanee durante la fioritura, stabilendo le relative sanzioni”.
Entro il 31 dicembre di ogni anno è obbligatorio denunciare il possesso di una o più arnie e la loro iscrizione alla Banca Dati Apistica (BDA). Inoltre in ogni apiario dev’essere apposto un cartello identificativo con il codice aziendale, seguito dal numero progressivo assegnato all’apiario.
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LA COLONIA, UN’ATTRAZIONE FATALE PER PARASSITI E PREDATORI rali, formulati di sintesi o intervenire con la “lotta meccanica”. Più recentemente è arrivato il calabrone asiatico dalle zampe gialle, la Vespa velutina nigrithorax, noto per la sua capacità di immobilizzare l’attività di un’intera colonia aspettando davanti al predellino dell’arnia, il ritorno delle bottinatrici per poi ucciderle. Altri parassiti, alle porte dell’Unione Europea e dell’Italia, aspettano solo una cosa: che gli apicoltori abbassino la guardia per diffondersi e rendere ancor più complicata la loro attività e quella delle loro api. È il caso ad esempio del piccolo coleottero dell’alveare Aethina tumida.
Come ogni essere vivente, una colonia di api domestiche non è immune da malattie, parassiti e predatori che possono vivere direttamente a spese della colonia o a spese dei suoi prodotti (cera, miele, polline). Naturalmente l’ape sviluppa mezzi di difesa che variano da un individuo all’altro, da una colonia all’altra, e anche a seconda dell’ambiente in cui si evolve. Alcune api sono più sensibili o più resistenti rispetto ad altre. Purtroppo, negli ultimi quarant’anni, il settore dell’apicoltura ha dovuto misurarsi con nuovi predatori e parassiti. Uno di essi è ampiamente conosciuto per la sua presenza nella maggior parte delle colonie, per i danni che provoca e per la difficoltà di controllarlo a causa della sua resistenza ai metodi di contenimento: si tratta della varroa, un acaro parassita apparso nei primi anni Ottanta. Attenzione, anche se pensate che le vostre colonie ne siano prive, sono davvero molto rare le famiglie che non ne sono infestate! Di conseguenza, contro questo acaro è necessario effettuare dei trattamenti con prodotti natu-
Recentemente, il Ministero della Salute, con la nota n. 13022, ha formalizzato il “Piano nazionale di sorveglianza dell’Aethina tumida” e il “Piano controllo della Varroa” e diffuso le linee guida per il controllo delle infestazioni dovute a questi due parassiti redatte dal Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
Rappresentazione schematica del ciclo biologico di Aethina tumida (tratta da “Guida al riconoscimento e monitoraggio di Aethina tumida” di R. Addante, M. Donnaloia e D. Greco).
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La vespa vellutina, in agguato davanti all’entrata dell’arnia.
LOTTA OBBLIGATORIA CONTRO LA VARROA • La lotta alla varroa è un’azione obbligatoria che ogni apicoltore è per legge tenuto ad effettuare per evitare che l’intestazione si propaghi. Infatti, qualora le autorità competenti evidenzino uno stato di infestazioni fuori controllo, possono disporre trattamenti coatti o perfino la distruzione dell’apiario nel caso in cui la situazione sia valutata come irrecuperabile. In presenza di un basso livello d’infestazione l’apicoltore può scegliere una strategia per il controllo della varroa che gli permetta di proseguire ancora per una o due settimane la raccolta di miele nei melari. Ovviamente nessun acaricida, di sintesi o meno, può essere applicato in arnie con melari. Tra le varie forme di lotta che possono essere effettuate (blocco della covata, orfanizzazione, rimozione della covata e tecnica del pacco d’api) solo il blocco della covata e l’orfanizzazione sono compatibili con il permanere dei melari per altre 2-3 settimane. Infatti sia l’ingabbiamento della regina che l’orfanizzazione possono avvenire ben prima della rimozione dei melari, che però dovranno essere rimossi entro 24 giorni dall’inizio dell’applicazione della tecnica apistica scelta e cioè prima del trattamento con preparati registrati a base di acido ossalico.
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ATTIVITÀ 1:
VALUTARE IL LIVELLO DI INFESTAZIONE DELLA VARROA (DA REALIZZARE IN SETTEMBRE) MATERIALE
DEL TESSUTO RETICOLATO FLESSIBILE (TIPO UN BARATTOLO DI RETINA DI PROTEZIONE VETRO (BARATTOLO DELL’APICOLTORE) DI MIELE DA 1 KG)
UN SACCHETTO DA FREEZER
UN ELASTICO RESISTENTE UN CUCCHIAIO DA MINESTRA DI ZUCCHERO A VELO
La varroa si riproduce nella covata oper-colata, installandosi appena prima dell’opercolatura negli alveoli in cui le larve completano il loro sviluppo. Oltre che sulle larve, gli acari della varroa si trovano sulle api adulte (attenzione, sono campioni di nascondino!). Il livello di infestazione della colonia aumenta con lo sviluppo della popolazione di api e quindi nel corso della bella stagione. Gli acari della varroa sono presenti nell’alveare tutto l’anno, ma sono più visibili alla fine della stagione di raccolta. Oltre a questo esercizio che va realizzato a settembre, a ogni apertura dell’arnia, osservate con attenzione le api operaie sui telai di covata: la presenza di alcuni acari attaccati al torace delle api (vengono definiti foretici) è segno di una forte infestazione negli alveoli. In piena stagione, gli acari della varroa foretici costituiscono generalmente il 20% di quelli che sono presenti nell’alveare. Il resto è nella covata. E ogni giorno, con la nascita di nuove api, nasceranno nuovi acari della varroa. I ricercatori lavorano attualmente alla selezione di api in grado di limitare la riproduzione della varroa.
UNA BOTTIGLIA D’ACQUA
PRELIEVO DELLE API (LO DEVE FARE L’APICOLTORE) Selezionate un telaio di covata con le larve allo stadio L5 (larve grosse prima dell’opercolatura). Verificate l’assenza della regina nel telaio. Prelevate circa 40 g di api (equivalenti a 2 cm di altezza di un barattolo di miele da 1 kg): fate scorrere lentamente e delicatamente il vaso lungo il telaio in modo da farvi cadere dentro le operaie. MÉLANGE DI API E ZUCCHERO A VELO (LO PUÒ FARE ANCHE UN BAMBINO) Mettete un cucchiaio di zucchero a velo nel barattolo. Chiudete rapidamente il barattolo con la retina tenuta serrata e con l’elastico. Agitate energicamente per circa un minuto, in modo che lo zucchero vada a imbrattare ben bene le api, e quindi capovolgete il barattolo su se stesso. A questo punto riversate lo zucchero a velo e gli acari della varroa che si sono staccati dalle api in un sacchetto da freezer (senza togliere il tessuto a maglia), richiudete il tutto nel sacchetto.
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Quello che è successo è che le finissime particelle di zucchero a velo intasano le «ventose», (chiamate ambulacri), le parti terminali delle zampe degli acari della varroa che quindi si staccano dalle api e cadono. Una volta racMATERIALE colti gli acari nella busta, potete rimuovere la rete metallica dal barattolo e rilasciare le api sui coperchi dei melari.
È un’autodiagnosi, relativamente affidabile, per conoscere il grado di infestazione di varroa della colonia, che si può facilmente quantificare con il seguente calcolo: se, prelevando circa 40 g di api (ossia circa 300 api), il numero di acari della varroa contato nel sacchetto è 10, allora si può ricavare il numero di acari della varroa della fase foretica (Vph) per 100 api grazie ad un semplice calcolo (Vph = 10 varroa/3 = 3,3 varroa/100 api). Questo è un tasso d’infestazione abbastanza elevato da influenzare il dinamismo della colonia, o anche la sua sopravvivenza in inverno. Per ottenere una buona rappresentazione dell’infestazione, è consigliabile effettuare questo conteggio su almeno metà degli alveari del vostro apiario.
CONTEGGIO DELLA VARROA IN FASE FORETICA (LO PUÒ FARE ANCHE UN BAMBINO) L’operazione di conteggio degli acari della varroa dovrebbe essere effettuata da ogni apicoltore.
Varroa foretica ben visibile sul torace di un’ape operaia. 15
2. INSTALLAZIONE DELL’APIARIO E PREPARAZIONE DI UNA VISITA A UNA COLONIA La scelta del luogo dove collocare l’apiario dev’essere fatta con cura: preferite una zona ben protetta e ricca di fiori. Prima di aprire l’arnia e osservare le api nel loro nido, mettiamoci nei panni dell’apicoltore e proviamo a pensare come lui! La tutela dei visitatori dev’essere l’obiettivo primario, quindi assicuratevi che i bambini indossino vestiti idonei e dispositivi adatti alla loro età. un bellissimo spazio ricco di fiori e protetto per la colonia delle api, abiti e strumenti adatti per i bambini…
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TUTTI VOGLIONO AVERE UN ALVEARE!
offrono la possibilità di partecipare a un corso di apicoltura. Ma accade anche il contrario quando, per mancanza di tempo e di conoscenze pratiche, la novità dell’arnia non dura a lungo. E numerosi sono anche gli aspiranti apicoltori che, dopo una prima stagione difficile e mal gestita, abbandonano i loro regali in un angolo del giardino.
Oggi, le api beneficiano di una diffusa e larga simpatia. Negli ultimi quindici anni, l’interesse del pubblico per questi insetti e per la loro protezione è cresciuto e ha portato al desiderio di avvicinarsi a loro in un modo o nell’altro. Ciò ha portato a un aumento dell’installazione di apiari non solo nelle zone rurali, ma anche nelle aree urbane e periurbane, grazie anche ai comuni, alle collettività, alle aziende e alle associazioni di tutela ambientale. Soprattutto queste ultime si rivolgono sempre più spesso ai singoli apicoltori o alle associazioni di categoria per sviluppare un’attività di educazione ambientale rivolta a bambini o ad adulti. E può persino capitare che qualcuno inizi la sua attività di apicoltore per aver ricevuto un’arnia come regalo di compleanno!
LA PRODUZIONE DEL MIELE, UNA FILIERA ECONOMICA AGRICOLA A TUTTI GLI EFFETTI • Tutte le produzioni agricole (frutta, verdura, carne, cereali, latte, vino, miele, fiori...) sono strutturate intorno a filiere economiche. Numerosi organismi, con ruoli diversi (sindacati, organizzazioni di categoria, strutture tecniche di ricerca e di sviluppo, associazioni di comunicazione e di valorizzazione dei prodotti...) costituiscono queste filiere. Il loro obiettivo comune, principalmente economico, è quello di assicurare la produzione, eventualmente la trasformazione e l’immissione sul mercato dei prodotti agricoli al fine di garantire un’alimentazione di qualità e per questo, tali organismi spesso si occupano anche del rispetto dell’applicazione di specifici disciplinari. Anche quando possiede solo un’arnia, ogni apicoltore entra a tutti gli effetti a far parte di questo settore, non ovviamente per l’apporto economico, ma innanzitutto a livello delle statistiche agricole e della gestione dei rischi sanitari. Nel settore dell’apicoltura operano otto organismi nazionali, un gran numero di associazioni regionali e locali, diversi enti di ricerca e quattro Centri di riferimento tecnico (CRT) istituiti nel 2010 dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nell’ambito del programma nazionale apistico varato ai sensi della L. 313/2004.
Questo fenomeno mette in discussione e solleva questioni impegnative per un privato alla ricerca di un senso e di un passatempo in un settore agricolo di cui bisogna comprendere cultura, storia e codici, senza contare la responsabilità diretta nella gestione nel tempo di una colonia di api. Il possesso di un’arnia e di animali comunque mezzo selvatici deve essere necessariamente accompagnato da una fase di apprendimento, di comprensione e di applicazione delle pratiche corrette. È importante preparare bene l’arrivo della colonia e non lanciarsi all’avventura così su due piedi. Generalmente, la passione prende il sopravvento, spinge a volerne sapere di più, e trasmettere le proprie conoscenze e osservazioni, soprattutto ai più giovani, ha un valore: scoprire come funziona una colonia, partecipare alla raccolta o all’estrazione del miele sono tutte attività molto entusiasmanti. A tal punto che si assiste a una corsa alle iscrizioni (e in alcuni casi alla creazione di liste d’attesa di alcuni mesi) presso le associazioni apistiche che
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SIATE ESIGENTI NELLA SCELTA DEL LUOGO DOVE COLLOCARE UN’ARNIA! La collocazione di un’arnia o di un apiario (insieme di più arnie) deve essere effettuata in un luogo adeguato. Scegliete un bella zona appartata e fiorita da febbraio a ottobre. Bisogna ugualmente tenere presente che il luogo deve assicurare alle api una libera circolazione, senza tuttavia diventare un disturbo insopportabile per il vicinato.
VALUTARE LA RICCHEZZA DI FIORITURE PRESENTI NELL’AREA • È una valutazione indispensabile: nessun apicoltore può sfuggire alla ricerca di un luogo ideale per le sue colonie. Se si tratta di un apiario stanziale, si tratta in particolare di prevedere sia nello spazio che nel tempo la disponibilità di nettare e polline. In questi casi, lo spirito d’osservazione è un grande vantaggio: quando percorrerete la zona selezionata, verificate nel raggio di 3 chilometri la presenza di grandi aree verdi selvatiche o coltivate (foreste, boschi, brughiere, colture, prati, siepi, parchi urbani, giardini...). In seguito, focalizzate l’attenzione sulle principali specie vegetali presenti e le superficie associate. La bozza dei colori a pagina 71 e la tabella a pagina 88-89 vi aiuteranno a conoscere le principali specie vegetali che attraggono le api domestiche. Esse apprezzano innanzitutto le grandi superfici fiorite (castagneti, boschi di acacia, filari di tiglio, brughiere, macchie di colza, girasole, erba medica o favette, frutteti, prati naturali fioriti...). Completate la vostra valutazione aggiungendo i periodi di fioritura delle piante presenti. Un luogo ideale per l’apiario deve presentare una successione di fioriture da febbraio-marzo a ottobre senza interruzioni. Soprattutto nelle regioni calde e secche è da prendere in considerazione anche la presenza di corsi d’acqua, stagni e altre possibilità di approvvigionamento idrico accessibili alle api. Infine, fate attenzione alle coltivazioniche circondano l’area, ai metodi di produzione e all’uso di pesticidi da parte degli agricoltori. Prima di prendere qualsiasi decisione, non esitate a parlare con gli agricoltori confinanti per informarli della vostra intenzione di collocare un apiario nella zona.
Ciò implica la ricerca di un luogo che risponda ad alcuni precisi principi: – Permettere un accesso facile all’apicoltore e ai visitatori. – Assicurare la tranquillità necessaria alle colonie che vi abitano e la vicinanza a fonti alimentari (che sono indispensabili). – Ridurre i fattori nocivi, specialmente i rischi di punture (persone e animali che circolano nelle vicinanze) creando siepi o staccionate che rispettano il regolamento previsto. – Adattare la densità delle colonie all’ambiente (quantità e tipi di fioriture, presenza di grandi vie di comunicazione e infrastrutture paesaggistiche come siepi o alberi, altri apiari...) e agli obiettivi di utilizzo dell’apiario. Per le esigenze alimentari, se si considera che l’ambiente non assicuri sufficienti fioriture durante la stagione, limitare il numero a circa dieci colonie sullo stesso sito. – Trovare l’orientamento migliore in relazione al sole, Generalmente si preferisce orientare l’entrata delle arnie verso sud, sud-est. È inoltre necessario evitare siti con condizioni estreme: troppo caldi oppure troppo ombreggiati, umidi, soggetti a inondazioni, troppo ventosi o alla mercé di correnti d’aria.
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PREPARARE IL TERRENO PER I BAMBINI
cibo, ombra e orientano le traiettorie di volo delle bottinatrici. Tali impianti, creando una barriera fisica davanti alle arnie stesse (siepi, recinti, muretti...) costringono le api a elevarsi rapidamente in volo.
Rispettando gli obiettivi prefissati, adattate il luogo e la disposizione delle arnie. Se pensate di effettuare visite frequenti e ripartite in tutto l’anno, per ridurre i tempi di spostamento privilegiate un apiario di tipo stanziale. Avere degli alveari nel proprio giardino è l’ideale ma ciò richiede una maggiore sorveglianza, soprattutto in caso di presenza di bambini piccoli o molto curiosi.
Infine, è preferibile collocare le arnie singolarmente, una accanto all’altra, creando uno spazio sufficientemente ampio tra loro. In questo modo, i bambini, sempre molto curiosi e felici di essere il più possibile vicini all’azione, possono, sempre sotto la vostra sorveglianza, accedere ai tre lati dell’arnia: il quarto lato (il predellino di volo) deve rimanere preferibilmente libero per non disturbare la partenza e l’arrivo delle api bottinatrici.
In più, sia per la sicurezza dei vostri ospiti sia per la tranquillità delle api, unite l’utile al dilettevole grazie alla disposizione di alberi e arbusti: scegliete specie appropriate (vedi il laboratorio “Seminare specie mellifere nel giardino o sul balcone”, pagina 82), nettarifere e pollinifere che forniscono
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ATTIVITÀ 2:
DECORARE LE ARNIE MATERIALE PITTURA PER ARNIE (PIGMENTI NATURALI)
PENNELLI BARATTOLI DI VETRO
CARTA VETRATA
vigatele leggermente usando la carta vetrata. Preparare diverse mescolanze di colori nei barattoli di vetro. Per preservare il benessere della colonia, è importante scegliere una pittura a base di pigmenti naturali. Eventualmente, e a seconda dell’età dei bambini, si possono preparare forme sagomate o lasciare spazio alla loro immaginazione. Ogni bambino sceglie un’arnia e immerge il pennello nelle miscele di colori che preferisce... L’affresco è iniziato!
Pitturare le arnie permette ai bambini di esprimere il proprio talento e di appropriarsene. Ma costituisce anche un vantaggio per le api! Decorando l’arnia esse riconoscono più facilmente la loro colonia. Inoltre, le forme e i colori limitano il fenomeno di deriva delle api (l’entrare per sbaglio nell’arnia vicina), grazie, in particolare, alla loro buona capacità di distinguere tra forme piene (che bisogna privilegiare) e forme sagomate. Posizionare preferibilmente le arnie all’altezza del bambino, su pallet o blocchi di cemento. Se c’è bisogno, prima di dare il colore le-
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L’ATTREZZATURA INDISPENSABILE PER L’APICOLTORE LE PROTEZIONI MIGLIORI SONO SICURAMENTE I VESTITI
te. Per questo tipo di pubblico, bastano guanti in cuoio leggero e polsini di tessuto. In caso di manipolazioni o di lavoro prolungato, preventivate l’utilizzo di guanti più spessi e rinforzati... le api individuano i punti vulnerabili anche sui guanti professionali e riconoscono le cuciture per infilarvi il pungiglione!
Ogni bambino e ogni adulto accompagnatore devono indossare un abbigliamento interamente coprente ed essere equipaggiati almeno di una tuta di misura adeguata, di un paio di guanti e di un paio di stivali.
STIVALI
TUTA CON VISIERA A CAPPUCCIO
È il piccolo extra che rassicura. Ma tutto dipende dall’ambiente e dal livello di eccitazione durante la visita. In una situazione calma, le api non hanno motivo di andare a cercare di pungere le caviglie. Quindi bastano pantaloni, calzini e scarpe chiuse. Anche qui, in caso di manipolazione con api aggressive, non lasciate nulla al caso, queste api troveranno le vostre caviglie e provocheranno il panico! In questo caso gli stivali sono molto apprezzati!
La tuta da apicoltore è una casacca munita di una visiera “a prova di insetto o zanzariera” che ricopre la testa. Ne esistono diversi modelli. Anche se alcuni prodotti iniziano a essere concepiti per il grande pubblico (ad esempio combinazioni colorate), c’è generalmente ancora poca scelta per i bambini. Per i bambini più grandi, la taglia piccola degli adulti (1,55 m) dovrebbe bastare. Per i bambini piccoli (dai 3 agli 8 anni) si preferisce una tuta integrale tra i pochi modelli esistenti. Una volta indossata, insegnate ai bambini a controllare le aperture (cerniere a lampo e chiusure a velcro). Non date alle api alcuna possibilità di entrare.
MATERIALE Per l’apicoltore sono necessari e indispensabili due strumenti che rendono sicura la visita degli alveari: l’affumicatore e la leva staccafavi (o palettino).
In particolare, prestate attenzione alla maglia della retina del velo prima di recarvi agli alveari. Non lasciatevi gabbare da giubbe o tute difettose, consumate o bucate!
AFFUMICATORE È un po’ come l’ago della sarta o il cacciavite del tuttofare, l’apicoltore lo ha sempre a portata di mano, gli permette un controllo totale delle api grazie al fumo che emana. Questo metodo di “affumicatura” veniva utilizzato utilizzato anche dai primi raccoglitori di miele nel Neolitico per premunirsi contro le punture e per lavorare con più calma nella raccolta dei favi colmi di miele. L’affu-
GUANTI Sono molto importanti, soprattutto se i bambini vogliono aprire le arnie e maneggiare i telai. Anche qui bisogna trovare la misura adeguata e sarà più difficile trovarla per piccole manine! La taglia mini (6) è corretta per delle mani da adolescen-
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LEVA STACCAFAVI (O PALETTINO)
micatore è un minicamino portatile “tutto in uno” che combina insieme il focolare, il combustibile, la canna fumaria e il camino. È anche dotato di un piccolo mantice per attizzare la brace e per emettere il fumo. Il suo funzionamento non è cambiato molto dopo l’invenzione dell’affumicatore moderno alla fine del XIX secolo.
È sempre nella tasca dell’apicoltore e serve a fare quasi tutto, principalmente a scollare le diverse parti dell’arnia (coprifavi, melari, nutritori, telai) e a togliere l’eccedenza di cera e di propoli. Alcuni apicoltori la utilizzano per una nuova e non sempre efficace funzione, quella di stordire i calabroni asiatici, soprattutto quando aspettano in volo fermi davanti all’alveare in attesa della loro preda, le bottinatrici di ritorno dal bottinaggio.
Per raggiungere lo scopo previsto, l’affumicatore deve produrre un bel fumo freddo (cioè ricco di vapore acqueo), bianco e denso, e deve mantenere tutta la sua efficacia durante la visita. L’affumicatore e la maschera di protezione sono diventati i simboli, sia misteriosi che attraenti, dell’apicoltore. I bambini saranno felici di provarli.
Lasciate il cacciavite nella cassetta degli attrezzi. Anche se può aiutare (inefficacemente) ad aprire le arnie, la sua forma appuntita è meno pratica e rischia di danneggiare senza motivo i telai.
PERCHÉ IL FUMO HA UN EFFETTO CALMANTE SULLE API? • Storicamente, il fumo è sempre stato utilizzato dai raccoglitori di miele per calmare le api quando ci si avvicina all’alveare e per limitare il numero di punture. Lo sbuffo del fumo respinge le api così come l’uomo. Essenzialmente crea un “effetto repulsivo” o un “effetto panico” nelle api. Osservatori hanno tentato di decriptare questi comportamenti provocati dall’utilizzo del fuoco e dal suo odore. Un’ ipotesi probabile è che il fumo e il suo odore mettono la colonia di fronte a una situazione di forte calore e di potenziale incendio provocando un comportamento del tipo “si salvi chi può” e di sciamatura, che spingerebbe le api ad alimentarsi nei favi prima di fuggire. Dopo essersi abbuffate di miele, avrebbero cosi difficoltà a pungere a causa della loro incapacità a piegare l’addome per piantare il pungiglione nella pelle della loro vittima... Tuttavia, queste osservazioni non sono mai state confermate da studi scientifici più approfonditi. L’altra ipotesi, abbastanza plausibile, è che il fumo mascheri i feromoni, in particolare quelli legati all’aggressività e all’attivazione di allarmi da parte delle api operaie provocate da aggressioni esterne.
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L’ATTREZZATURA
Affumicatore Leva
Guanti
Stivali
Tuta integrale e maschera di protezione
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ATTIVITÀ 3:
ACCENDERE L’AFFUMICATORE MATERIALE
UN AFFUMICATORE UNA TANICA D’ACQUA
DEL MATERIALE DI COMBUSTIONE (GRANULATI REPERIBILI NEI NEGOZI DI APICOLTURA O TRUCIOLI DI LEGNO MOLTO SECCHI)
UN ACCENDINO
QUALCHE PEZZETTO DI CARTONE E DI CARTA, UNA MANCIATA DI ERBA SECCA, AGHI DI PINO, GAMBI DI LAVANDA, FIENO... O EVENTUALMENTE UN BASTONCINO PER L’ACCENSIONE (I COMBUSTIBILI DEVONO ESSERE ADEGUATI E NON TRATTATI, SENZA COLLA)
Fare attenzione all’altezza della fiamma e controllare che testa, capelli e velo dei bambini non vi siano troppo vicini.
Questa sfida affronta un protocollo preciso accessibile ai bambini. È un’esperienza che procura loro una certa soddisfazione e li fa avvicinare, in modo relativamente sicuro, al fuoco e alla sua padronanza. L’obiettivo è quello di produrre un fumo denso che durante lo sbuffo dimostri una buona efficacia nel tenere lontane le api e che sia bianco e freddo per non ustionarle. Tra le tante ricette, ecco qui di seguito alcune indicazioni, per produrre rapidamente un bel fumo duraturo:
Il letto della brace è rosso incandescente, l’affumicatore è caldo, caricare ora il cilindro dell’affumicatore di granulati. La quantità dipenderà dall’intensità di utilizzo e dal tempo di visita degli alveari. Continuare ad azionare abbondantemente il soffietto per generare un bel fumo spesso e bianco. Infine, sovrapporre sopra i granulati una manciata di erba verde e fresca per bloccare i granulati che potrebbero fuoriuscire e bruciare le api se l’affumicatore fosse orientato troppo verso il basso. Durante la visita, all’occorrenza, aggiungere granulati per rimettere in moto la combustione lenta, e pompare! L’affumicatore è pronto e ora si può finalmente aprire l’arnia!
Caricare l’affumicatore. Disporre un primo strato di granuli sul fondo dell’affumicatore, poi sovrapporre qualche pezzetto di carta e cartone e accenderli usando un accendino. Aggiungere in seguito dei ramoscelli di pino per riscaldare l’affumicatore e azionare il soffietto per aumentare la fiamma. Una volta scaldato bene l’affumicatore, aggiungere qualche manciata di granulato. L’idea è di lasciare che i bambini aggiungano i combustibili proposti per ravvivare la fiamma e generare la prima brace. Continuare usando il soffietto per attizzare la brace e generare il fumo, facendo attenzione a non toccare mai il coperchio e il corpo dell’affumicatore perché scottano terribilmente.
Attenzione! In piena stagione e nelle zone calde e secche, l’affumicatore appoggiato a terra può scatenare un incendio. Non appoggiarlo mai direttamente a terra sopra una vegetazione che rischierebbe di prendere fuoco con il calore. È indispensabile munirsi di una tanica d’acqua per spegnere rapidamente ogni inizio di incendio.
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Direzione editoriale: Mimmo Tringale e Nicholas Bawtree Autore: Fabrice Allier Titolo originale: La ruche et les abeilles a hauteur d’enfant © Éditions du Rouergue 2019 Traduzione: Valerio Pignatta e Miriam Pignatta Editing e curatela: Mimmo Tringale Direzione grafica e copertina: Andrea Calvetti Progetto grafico: Chloé Vargoz Impaginazione: Daniela Annetta ©2020, Editrice Aam Terra Nuova, via Ponte di Mezzo 1 50127 Firenze - tel 055 3215729 - fax 055 3215793 libri@aamterranuova.it - www.terranuova.it I edizione: novembre 2020 Ristampa VI V IV III II I 1017 2026 2024 2023 2022 2021 Collana: Coltivare secondo natura Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero dati o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, inclusi fotocopie, registrazione o altro, senza il permesso dell’editore. Le informazioni contenute in questo libro hanno solo scopo informativo, pertanto l’editore non è responsabile dell’uso improprio e di eventuali danni morali o materiali che possano derivare dal loro utilizzo. Stampa: Lineagrafica, Città di Castello (Pg)
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Fabrice Allier
Negli ultimi anni l’ape è diventata il simbolo della biodiversità in pericolo, un baluardo da proteggere per evitare la catastrofe ecologica, ma le api sono anche un esempio di grande operosità, cooperazione e socialità. Per tutti questi motivi, per un bambino conoscere il mondo delle api rappresenta un’esperienza educativa affascinante e ricca di insegnamenti. Questo libro, rivolto a genitori, educatori e animatori culturali, è una guida per avvivisitare un alveare in tutta sicurezza, l’autore propone numerosi laboratori per far comprendere la complessa vita di una colonia e l’insostituibile ruolo ecologico delle api. Osservare da vicino le api – è il messaggio di Allier – è il modo migliore per comprendere la preziosa funzione di questi pronubi e creare con loro un legame che rimarrà indelebile e aiuterà il bambino a maturare una coscienza ecologica autentica perché nata dall’esperienza diretta.
Piccoli apicoltori
cinare i più piccoli al fantastico mondo delle api. Oltre ai consigli sul come e quando
Fabrice Allier, ingegnere agronomo francese, lavora presso l’Institut technique et scientifique de l’apiculture et de la pollinisation di Avignone, centro di ricerca specializzato per lo sviluppo di un’apicoltura sostenibile. Apicoltore egli stesso, da anni Allier collabora con associazioni di genitori e numerose scuole per avvicinare i bambini al mondo delle api.
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