Terra Nuova Edizioni - Copia omaggio

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Alimentazione · Ambiente · Medicina

luglio/agosto 2011 · n° 263 ·  3,80

il mensile per l’ecologia della mente e la decrescita felice · dal 1977

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luglio/agosto 11

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(11 numeri di Terra Nuova)


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ABBONAMENTI (055 3215729 int. 1) Valentina Claudi, Eva Di Giovanni abbonamenti@aamterranuova.it Abbonamento Italia (11 numeri): € 35 Versamento sul c/c postale n. 69343903 intestato a: Editrice Aam Terra Nuova srl via Ponte di Mezzo 1 - 50127 Firenze Specificare sulla causale se si tratta di rinnovo o abbonamento Abbonamenti cumulativi: Terra Nuova + Ellin Selae: € 60,00 Terra Nuova + Re Nudo: € 57,00 Terra Nuova + Lato Selvatico: € 42,00 Terra Nuova + Tepee: € 50,00 Abbonamento Svizzera: Abbonamento in posta prioritaria Chf 105,00 versamento sul c/c postale 91-111946-0 intestato a: Editrice Aam Terra Nuova srl, via Ponte di Mezzo 1 - 50127 Firenze (acquisto singola copia Chf 6,60) Abbonamento Europa: € 65 Abbonamento extra-Europa: € 85 Arretrati: dal numero 1 al 50 € 7,00 dal 51 in poi € 5,00

CONSIGLI E NOTIZIE DEL MESE VEGETALE 4 OROSCOPO Cancro e Leone Ferdinando Alaimo A LUGLIO E AGOSTO 5 NELL’ORTO La prim’acqua di agosto

SPECIALE 21 vernici naturali

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Vernici: un buco nell’acqua Gabriele Bindi

rinfresca anche il bosco Enrico Accorsi e Francesco Beldì

6 BIONEWS 8 DALLA PARTE DEI CONSUMATORI ENERGIA

29 Quarto Conto Energia Roy Virgilio

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Questo numero è stato chiuso l’8 giugno 2011 Tiratura: 22.000 copie REDAZIONE (055 3215729 int. 4) info@aamterranuova.it Direttore responsabile: Mimmo Tringale redazione@aamterranuova.it skype: mimmo.tringale Vicedirettore: Cristina Michieli cristina@aamterranuova.it Caporedattore: Nicholas Bawtree nicholas@aamterranuova.it - 340 5708387 skype: nicholas.bawtree Grafica e impaginazione: Andrea Calvetti andreacalvetti@me.com Hanno collaborato alla redazione di questo numero:

Enrico Accorsi, Ferdinando Alaimo, Francesco Beldì, Claudia Benatti, Gabriele Bindi, Najla Calistri, Simona Capogna, Dafne Chanaz, Stefano Fusi, Federica Del Guerra, Paolo Giordo, Francesca Guidotti, Giuliana Lomazzi, Andrea Magnolini, Silvia Moro, Elisa Nicoli, Giuditta Pellegrini, Maria Ferdinanda Piva, Elena Policella, Bettina Ricceri, Silvia Ricci, Vanessa Sartori, Alice Savorelli, Sabrina Sganga, Nadia Tadioli, Michela Trevisan, Troglodita Tribe, Roy Virgilio. PUBBLICITÀ (055 3215729 int. 5) Sergio Tonon - pr@aamterranuova.it skype: sergio.aam Francesca Messinese (055 3215729 int. 3) distribuzione@aamterranuova.it Maria Pia Tinaglia (347 3648161) promozione@aamterranuova.it skype: mariapia.tinaglia Piccoli annunci (055 3215729) Federica Del Guerra - annunci@aamterranuova.it Ufficio stampa (366 4437458) Maria Patrelli Campagnano ufficiostampa@aamterranuova.it Ordini rivista e libri (055 3215729 int. 2) Silvia Farina ufficiodistribuzione@aamterranuova.it Distribuzione rivista (055 3215729 int. 3) Francesca Messinese distribuzione@aamterranuova.it Amministrazione (tel 055 3215729 int. 6) Cristina Michieli cristina@aamterranuova.it Massimo Bragagni amministrazione@aamterranuova.it Olga Bossa ufficioamministrazione@aamterranuova.it Responsabile magazzino: Antonella Ambrosi Stampa: Lineagrafica, Città di Castello (Pg)

ECOBRICOLAGE

30 Costruirsi un forno in terra cruda Andrea Magnolini

INCHIESTA

10 Zanzare? Naturalmente… NO Claudia Benatti OGM

14 Geo-ingegneria Simona Capogna

56 AGRICOLTURA NATURALE

34 Orti condivisi danno buoni frutti Elisa Nicoli STORIE

CUCINA NATURALE

16 Un picnic tutto vegan

37 Raccontare la realtà senza immagini

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Maria Ferdinanda Piva

Alice Savorelli NUOVI PARADIGMI

38 Fare ciò che si dice, dire ciò che si fa Elisa Nicoli intervista Wolfgang Fasser FINANZA ETICA

41 Insieme nella Rete Najla Calistri

SPAZIO AVI – VEGETARIANI.IT

18 Osteoporosi senza medicine Paolo Giordo

Incontriamoci 42 2011 44 Ecovillaggio in kibbutz ECOVILLAGGI

Sabrina Sganga

La carta utilizzata per questa pubblicazione è prodotta dalle cartiere Cariolaro e certificata dal marchio Der Blaue Engel (Angelo Azzurro) rilasciato dal Ministero dell’ambiente tedesco per i prodotti cartacei realizzati con fibre provenienti al 100% da carta straccia, di cui almeno il 65% proveniente dalla raccolta differenziata. La cartiera certifica che la cellulosa non è sbianchita con prodotti contenenti cloro o sbiancanti ottici, ma con ossigeno e acqua ossigenata.

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Attenti al caldo!

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A luglio il rraduno aduno nazionale

ALTROMONDO

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testimonianze 53 India: di sovranitĂ alimentare

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PerchÊ PerchÊ non è una malattia

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I rischi degli insetticidi

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Un forno in terr terra a cruda

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Foto di copertina: Šistockphoto.com/Slavoljub Pantelic

Giuditta Pellegrini

69 PAGINE VERDI NATURALE 70 SALUTE Latte materno: un bene comune Michela Trevisan NATURALE 75 ALIMENTAZIONE Insalate: comprare

a busta chiusa? ESPERIENZE

56 Emozioni a sei zampe

Giuliana Lomazzi

Stefano Fusi intervista Aldo La Spina COSMESI NATURALE

60 Solare sicuro Nadia Tadioli

TERRA NUOVA DEI LETTORI

89 Mi manca il gene del viaggio GENITORI E BAMBINI

Sonno del bimbo e fiori di Bach PROGETTI

Una scuola libertaria in Toscana

66 SALUTE MEDICO RISPONDE 67 ILa cura di Paolo Giordo

- VIDEO - TEATRO 96 LIBRI a cura di Federica Del Guerra 98 I libri di Terra Nuova Edizioni DI VISTA 100 SPUNTI L’acqua si trova col cuore

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econdo l’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), nel 2010 le emissioni di anidride carbonica, il principale gas serra che altera il clima terrestre, hanno toccato un nuovo record: l’anno scorso sono finite in aria 30,6 gigatonnellate (miliardi di tonnellate) di CO2, 1,6 in piĂš rispetto al 2009, anno in cui per la prima volta le emissioni erano scese a causa della crisi finanziaria. Ma il dato piĂš preoccupante riguarda i prossimi anni: lo studio dell’Aie sottolinea che l’80% delle centrali termiche in funzione nel 2020 saranno alimentate da combustibili fossili, e quindi è prevedibile un ulteriore incremento di anidride carbonica. ÂŤSe la crescita delle emissioni continua a questo ritmoÂť ha spiegato il professor Nicholas Stern della London School of Economics ÂŤsignifica che abbiamo il 50% di possibilitĂ che la temperatura media aumenti di oltre 4° CÂť. Una vera e propria catastrofe secondo il Panel intergovernativo sul cambiamento del clima (Ipcc), che considera la soglia di 2° di aumento come il limite oltre cui i cambiamenti climatici diventeranno irreversibili. Per questo motivo, il contenimento della temperatura entro i 2° è diventato l’obiettivo dei 180 paesi firmatari della Convenzione Onu sul clima. Ma con le emissioni che crescono a questo ritmo, afferma Fatih Birol, capo degli economisti dell’Aie e considerato uno dei massimi esperti mondiali di energia, quei 2° sono solo ÂŤuna bella utopiaÂť. D’altra parte, sono sempre piĂš numerosi gli scienziati che ritengono questa soglia giĂ poco rassicurante. Molti climatologi affermano che giĂ con 2° in piĂš, numerose isole e zone costiere potrebbero essere sommerse e la produzione agricola mondiale subire un drastico tracollo. ÂŤIl mondo deve darsi come obiettivo il contenimento dell’aumento entro 1,5° ha recentemente dichiarato Christiana Figueres, segretaria esecutiva della Convenzione Onu sul clima. Che fare dunque? Come ha dichiarato Vandana Shiva in una recente intervista a Terra Nuova: ÂŤĂˆ necessario intervenire su due piani: quello individuale, cercando di ridurre al minimo le emissioni prodotte dal nostro modo di vivere, e quello pubblico, per arrivare sul piano politico a scelte che salvaguardino il futuro delle prossime generazioniÂť. Oggi questo doppio impegno non è piĂš un’opzione, ma una scelta obbligata.

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oroscopo vegetale

Per saperne di più: Ferdinando Alaimo, Erbario della salute, Terra Nuova Edizioni

Ferdinando Alaimo

Le piante di questi mesi:

CANCRO e LEONE

Salice (Salix alba) e Salice giallo (Salix vitellina-Willow) Olivo (Olea europaea – Olive) altri, anche in questo caso, suggerisce il dottor Bach, possiamo vaporizzare queste «brume psichiche» grazie ai fiori del Salice giallo (Salix vitellina), per l’esattezza Willow nella nomenclatura inglese dei fiori di Bach. Si assumono sotto la lingua 4 gocce di questo rimedio per almeno 4 volte al dì. n ÀÀÀ

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Salice

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opo il solstizio d’estate le piante, ormai fecondate, entrano nel periodo della gestazione del frutto: per nutrirlo si gonfiano di linfe e liquidi. Poiché tutto avviene misteriosamente al loro interno, i nostri antenati simboleggiarono questo fenomeno con il Granchio o Cancro, animale acquatico, che vive in una dimensione liquida e che protegge i suoi liquidi interni con una corazza, così come le piante proteggono il frutto in gestazione con tegumenti, spine, scaglie. Il governo di queste attività nascoste, liquide e notturne venne invece simboleggiata con la Luna, dea che presiede al governo dei fluidi vitali, degli umori, dei mestrui, come anche delle maree. Lungo i fiumi, vicino agli stagni o comunque in stretto rapporto con l’elemento acqua, troviamo facilmente i salici. Soprattutto in una chiara notte di plenilunio, possiamo notarne le fronde argentate, luminose come l’argento, un metallo considerato tradizionalmente una materializzazione minerale della luna, così come l’oro lo è del sole. Il salice, che ama l’acqua, ci insegna ad amarla come lui sa fare, ad abbeverarcene ma senza trattenerla, a vaporizzarne gli eccessi. Ci aiuta a sudare grazie ad un principio calorico contenuto nella sua corteccia: l’acido salicilico da cui deriva quello acetilsalicilico, più noto come aspirina. Pertanto il salice proprio grazie alla sua natura lunare, acquatica, si rivela utile, quasi omeopaticamente, in tutti quei malanni dovuti ad un eccesso di freddo ed umido, di acqua, nel nostro organismo. Stiamo parlando in particolare di forme reumatiche croniche, di dolori muscolari, di artriti, stati febbrili, irrequietezza e insonnia. Con la corteccia dei rami di 2-3 anni del salice (Salix alba) si può preparare un decotto (10-15 g in mezzo litro d’acqua, bollire per 5 minuti) e se ne prendono 3 tazze al dì. Oppure, servendoci della tintura madre, 40 gocce in un po’ d’acqua, tre volte al dì. Da usare con prudenza in gravidanza.

uando il sole entra nel segno successivo (Leone), le piante portano a maturazione i frutti grazie alla manifestazione più eclatante di questo astro, della sua luce, del suo calore. I nostri antenati simboleggiarono questa potenza con il ruggito del Leone, signore del regno animale, così come il Sole è «signore» di tutto il pianeta. Alcune piante che amano climi assolati e secchi sintetizzano tutta questa luce e calore in oli, trasmutazioni oleose dell’energia solare che, nel caso dell’olivo, si usavano un tempo proprio per illuminare, per le lampade, oppure per tutte le unzioni sacre, che propiziano altre forme di illuminazione della mente e del cuore. Il cuore, oltre a essere l’organo delle illuminazioni emozionali, è anche il sole del nostro corpo, il centro della nostra «costellazione somatica», da cui si diffonde luce e calore vitale. L’olivo, che del sole è un’incarnazione vegetale, ha affinità col nostro cuore e ne regola ritmo e pressione. Non a caso è sempre stato simbolo di gioia, vitalità e pace. Possiamo dunque ricorrere alle foglie di olivo in caso di aritmie cardiache, di ipertensione, arteriosclerosi e forme lievi di diabete: 40 gocce della tintura madre di olivo in un po’ d’acqua 3 volte al dì. Questo per quanto riguarda il cuore; per quel che concerne la mente è il macerato glicerico dei giovani getti dell’olivo a veicolarle la luce del sole. Viene infatti consigliato per i deficit cerebrali nell’anziano: Olea europaea MG1DH. Se ne assumono 30-50 gocce in un po’ d’acqua per 2-3 volte al dì. Anche il dottor Bach, consapevole delle doti solari dell’olivo, ha tratto dai suoi fiori un rimedio (Olive) per tutti coloro che, esauriti nel corpo e nello spirito, hanno bisogno di energia e di un po’ di gioia per risollevarsi da uno sfinimento che è sia fisico che esistenziale: 4 gocce sotto la lingua per almeno 4 volte al dì. n

Quando il chiaro di luna cade / sulle foglie del salice / i suoi raggi sono argentati. / Quando penetra nel mio cuore, / sono fonte infinita di rimpianti.

Così scrive un poeta giapponese. Quando ci sentiamo così: un po’ troppo «lunari», pieni di rimpianto per ciò che nella nostra vita poteva essere e non è stato, vittime della malasorte, frustrati e amareggiati per colpa del destino baro o per una colpa che attribuiamo sempre e comunque agli

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Olivo


Enrico Accorsi e Francesco Beldì

nell’orto a luglio e agosto

La prim’acqua di agosto rinfresca il bosco

I

n questo periodo estivo siamo impegnati nell’orto soprattutto per irrigare, almeno fino ai primi temporali agostani. Cerchiamo quindi di bagnare il terreno regolarmente e nelle giuste quantità, per evitare che le piante soffrano la siccità o, al contrario, la troppa irrigazione. È bene evitare di bagnare le foglie e di compattare il suolo, semmai si consiglia di intervenire nelle prime ore del mattino o in quelle serali. Se abbiamo pacciamato le nostre piante con teli plastici o, meglio ancora, con materiali organici, le loro esigenze idriche si riducono molto, perché la pacciamatura protegge il terreno da una precoce essiccazione e al tempo stesso noi avremo più tempo per… goderci la visione del nostro orto all’ombra. Con l’aiuto della tabella, scegliamo le piante che vogliamo raccogliere in autunno e in inverno, per poi trapiantarle nelle ore più fresche della giornata, provvedendo immediatamente a bagnarle alla base. Negli orti più soleggiati, proteggiamo le piante appena trapiantate coprendole con dei vasi di terracotta rovesciati oppure con stuoie o altre protezioni. Togliamo poi questi ripari con gradualità, lasciandoli a protezione delle piante per un numero di ore sempre minore. Nel semenzaio possiamo, entro la fine di luglio, seminare indivie, lattughe, radicchi, scarola, sedano e cicoria catalogna (quest’ultima fino a metà agosto) e, da metà agosto, anche la cipolla bianca. Non dimentichiamoci di controllare almeno una volta alla settimana lo stato sanitario degli ortaggi, in modo da poter intervenire tempestivamente nel controllo dei parassiti. Le foglie di cavolo bucherellate sono un indizio della presenza della cavolaia. Cerchiamo le larve e schiacciamole fra le dita usando dei guanti oppure trattiamo con prodotti contenenti Bacillus thuringiensis (var. kurstaki o aizawai). Dopo le piogge, ricordiamoci di irrorare subito il pomodoro con prodotti rameici, facendo attenzione a rispettare il periodo di carenza indicato in etichetta. Il caldo umido di questi mesi favorisce anche lo sviluppo dell’oidio o «mal bianco»: un fungo che colpisce soprattutto gli zucchini, i cetrioli e le lattughe. Per il suo controllo si usa un microrganismo (Ampelomyces quisqualis) o lo zolfo, intervenendo di sera per evitare scottature alle piante. n

Raccolta di verdure a foglia (insalate, radicchi, bietole ecc.) In estate raccogliamo questi ortaggi preferibilmente nelle prime ore della giornata oppure verso sera, evitando comunque le ore più calde. Appena raccolte, immergiamole in un secchio d’acqua a temperatura ambiente e teniamole al riparo da sole e vento. Anche l’utilizzo di un sacco di iuta o di un panno bagnato per coprire il raccolto può essere di aiuto.

+10/20 0 – 5/10 – 10/20 – 20/25 – 20/30 – 25/30

I periodi indicati nella tabella 1 sono riferiti alla Valle Padana (0). Le zone colorate indicano di quanti giorni si possono ritardare (con il +) o anticipare (con il –) le semine e i trapianti.

tab. 1 Semine e trapianti del periodo Ortaggio Bietola da coste

Frutta e verdura di stagione LUGLIO Verdura: aglio, barbabietole, carote, cetrioli, cipolle, fagioli, fagiolini, finocchi, melanzane, peperoni, pomodori, rucola, zucchine. Frutta: albicocche, angurie, fichi, fragoline di bosco, gelsomore, lamponi, meloni, mirtilli, more, nespole, noci, pesche, pere, prugne. Erbe aromatiche: acetosa, alloro, basilico, erba cipollina, finocchio selvatico, maggiorana, menta, origano, peperoncino, prezzemolo, rosmarino, salvia, timo.

AGOSTO Verdura: aglio, barbabietole, carote, cetrioli, cipolle, fagioli, fagiolini, finocchi, melanzane, peperoni, pomodori, rucola, zucchine. Frutta: albicocche, angurie, fichi, fragoline di bosco, gelsomore, lamponi, meloni, mirtilli, more, nespole, noci, pesche, pere, prugne. Erbe aromatiche: acetosa, alloro, basilico, erba cipollina, finocchio selvatico, maggiorana, menta, origano, peperoncino, prezzemolo, rosmarino, salvia, timo.

Per saperne di più: Enrico Accorsi e Francesco Beldì, Il mio orto biologico, Terra Nuova Edizioni

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Bietola da orto Cicoria catalogna Cavoli vari Fagiolino nano Finocchio Indivia riccia, scarola, lattughe e radicchi Porro Prezzemolo Ravanello Sedano Spinacio Valerianella Zucchino

luglio 1

15 16

agosto 31 1

15 16

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semina e trapianto semina e trapianto trapianto semina semina e trapianto

trapianto trapianto semina (solo varietà autunnali)

trapianto semina e trapianto trapianto semina semina trapianto semina semina semina e trapianto

Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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bionews

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Mense bio, filiera corta e conti in regola Offrire prodotti biologici nelle mense scolastiche aiuta a educare all’alimentazione sana e ad elevare il livello qualitativo dei pasti per gli studenti. Ma è anche uno strumento per creare valore nell’agricoltura locale e per diminuire l’impatto ambientale della filiera produttiva, purché si scelga di approvvigionarsi con prodotti biologici del territorio. Tutti i valori aggiunti di questa politica sono stati messi in luce dal progetto pilota promosso dalla Provincia di Forlì-Cesena, e attivato dal Comune di Meldola, col supporto dell’Università Bicocca di Milano e Prober (Associazione dei produttori biologici dell’Emilia-Romagna). Dopo un anno completo di gestione del servizio mensa con questa impostazione, i costi sono stati mantenuti sotto controllo, con il prezzo per frutta e verdura biologica territoriale che si è assestato a 1,49 euro/kg. Secondo lo studio questo sistema di fornitura ha permesso la riduzione di 29,87 grammi di CO2 media a pasto (-71%), con un picco di 32,47 grammi/pasto nel mese di maggio. Il risultato è stato ottenuto non solo con la riduzione delle attività particolarmente impattanti, come i trasporti, ma anche grazie a un attento utilizzo di prodotti stagionali e da una forte valorizzazione della dieta mediterranea.

Mondo ciclabile!

coltura di qualità, a favore dei prodotti locali e queste caratteristiche gli Ogm non possono soddisfarle». In merito alla Politica agricola comune (Pac), Ciolos ritiene che «i contadini dovrebbero poter scegliere ciò che vogliono coltivare, inclusi gli Ogm, ma questo non deve condizionare chi vuole coltivare in modo tradizionale».

Braccia per l’agricoltura

L’orto biologico a distanza Aiab ha festeggiato il primo orto biologico italiano a distanza, nato in Sabina, presso l’Azienda Biologica Le Spinose, che serve tutta la zona di Roma e dell’Agro romano. Per coltivare un orticello virtuale basta accedere al sito web «Le verdure del mio orto», scegliere la grandezza dell’appezzamento e «piantare» le verdure preferite selezionandole tra 39 varietà. Ogni mese il cyber contadino riceve a casa una cassetta con i frutti, tutt’altro che virtuali, del «proprio» lavoro. Tutto finalizzato al consumo diretto. n Contatti: www.leverduredelmioorto.it

Le pressioni degli Usa sugli ogm A lanciare l’allarme stavolta non è stato né un gruppo no-global, né un’associazione di produttori bio. È stato lo stesso commissario Ue all’agricoltura, Dacian Ciolos, a dichiarare che «gli Stati Uniti stanno spingendo l’Ue affinché adotti la stessa politica aperta nei confronti delle coltivazioni Ogm, nonostante la reticenza dei consumatori verso prodotti alimentari geneticamente modificati». Secondo Ciolos «l’Europa ha sempre promosso un’agri-

a cura di Pla.To

Se a maggio siete stati nella vostra città a bimbimbici (www.bimbimbici.it/wp/), a Roma alla Critical Mass Interplanetaria (www.ciemmona.org) e a giugno siete stati a Torino alla Ciclonudista (www.ciclonudista.it). Beh, se per caso hai fatto tutto questo ma anche se non l’hai fatto, ti meriti una bella vacanza. Come? In bici naturalmente! Non sai dove andare? Allora clicca qui e scegli la tua strada: www.bicitalia.org/cakebi. Da circa un mese anche in Italia abbiamo un sito che ci permette di scegliere la strada migliore da percorrere con la nostra bicicletta. Così quando rientrerai potrai prepararti per i nuovi impegni che ti attendono a settembre. Primo, tra tutti, il 22 settembre, la giornata mondiale senz’auto! Poi, dal 24 al 26 settembre, a Siena il festival del viaggio in bicicletta. +bici+baci a tutti

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La campagna continua a dar lavoro soprattutto alla popolazione giovane. Nel 2010 si è verificato un aumento degli occupati in agricoltura dell’1,9% a fronte del calo generale dello 0,7%. Nello scorso anno in Italia si sono registrati 891 mila occupati agricoli, dei quali 462 mila indipendenti (+0,6%) e 429 mila dipendenti (+3,3%) che fanno registrare il record della crescita tra tutte le attività produttive. La crescita dell’occupazione riguarda sia le regioni del Nord (+3,1%) che quelle del Sud (+2%) mentre in flessione sono quelle del Centro (-1,5%). n Fonte: Coldiretti

Squali e uomini Si dice che gli squali siano pericolosi per l’uomo, mentre è vero il contrario. Slowfish mette in guardia dal consumo di squaloidi come palombo, verdesca, smeriglio o vitella di mare, specie vulnerabili alla pressione della pesca perché raggiungono tardi la maturità sessuale e generano pochi piccoli. Si calcola che spariscano 100 milioni di squali all’anno, mettendone alcune specie a rischio di estinzione. Gli squali sono in cima alla catena alimentare dei mari e sono fondamentali per mantenerli in sano equilibrio. Molti di noi non lo sanno, ma a volte finiscono nel piatto come bastoncini di pesce, venduti come se fossero di merluzzo solo perché queste specie sono dette anche «merluzzo di roccia». n Fonte: Slowfish


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bionews Contadini suicidi Dal 1995 sono 250 mila i lavoratori della terra che si sono suicidati, mentre ancora oggi ogni 30 minuti un contadino indiano si toglie la vita. Sono i numeri impietosi di una crisi umanitaria, economica e sociale mostrata in un rapporto del Center for human rights and global justice (Chrgj). Il documento si sofferma soprattutto sulla crisi del settore cotoniero. L’industria è progressivamente finita nelle mani di multinazionali straniere che hanno promosso

l’utilizzo del cotone transgenico Bt, perché più produttivo e resistente a malattie. Succede così che gli agricoltori si indebitino per acquistare i semi del cotone Bt con la promessa di lauti guadagni. Ma spesso il raccolto non offre i risultati sperati perché l’acqua è insufficiente. E così l’agricoltore si trova sommerso sotto una montagna di debiti.

1,3 miliardi ___________ Sono le tonnellate di cibo che ogni anno si sprecano nel mondo, equivalenti a circa un terzo degli alimenti prodotti per il consumo umano. A quanto pare chi ha il pane non ha i denti. In Europa e in Nord America lo spreco pro capite dei consumatori è calcolato intorno ai 95-115 kg all’anno, mentre in Africa sub-sahariana e nel Sud-est asiatico ammonta a soli 6-11 kg l’anno. Secondo la Fao i consumatori dei paesi ricchi sono in genere incoraggiati a comprare più cibo di quello di cui hanno in realtà bisogno. Ne è un esempio

BRASILE Gli Indiani Yanomami sequestrano un aereo per protesta

PERÙ Indigeni incontattati: clamoroso voltafaccia del Perù Gli Indiani delle famose fotografie pubblicate anche su Terra Nuova (ottobre 2010) vivono in Brasile, nei pressi del confine peruviano. Oltre la frontiera si estende il territorio dei Murunahua, dove vivono anche alcuni gruppi incontattati. Grazie al suo status di riserva, la loro terra dovrebbe fungere da protezione anche per l’area degli Indiani incontattati brasiliani confinanti. Tuttavia, negli ultimi anni la riserva è stata invasa dai taglialegna illegali costringendo i gruppi incontattati del Perù alla fuga verso il Brasile.

I semi-clandestini Lo scorso 24 maggio il ministero per le politiche agricole e forestali ha fatto il punto sul tema delle sementi per il settore biologico. I dati presentati documentano la forte presenza di seme riprodotto in azienda, sia esso di varietà commerciali o da cosiddette «varietà locali», tanto che circa il 50% degli agricoltori ha dichiarato di far ricorso a seme aziendale. Emerge la forte presenza di un sistema informale nel quale il ruolo degli agricoltori è ancora importante. Nelle ortive vengono usate molte varietà locali, come pomodori e fagioli, che a volte non sono neppure iscritte alle liste varietali. n Fonte: Aiab

Dopo la diffusione di foto e filmati da parte di Survival International, il governo del Perù dichiarò l’intenzione di collaborare con le autorità brasiliane per salvaguardare l’intera area a cavallo del confine. Al momento, tuttavia, il suo dipartimento agli affari indiani, l’Indepa, sta progettando di abolire completamente la riserva Murunahua adducendo come motivazione di «non ritenere che ci siano tribù incontattate nella zona».

INDIA Wikileaks: popoli tribali dell’India «sfruttati e abusati» Secondo alcuni cabli segreti pubblicati sul giornale The Hindu, i diplomatici americani considerano il governo indiano «poco propenso e incapace» di «porre fine allo sfruttamento e alla vittimizzazione» degli 84 milioni di indigeni che vivono nel paese. Secondo i cabli, il governo americano teme che questa negligenza faccia gioco ai Naxaliti, gli estremisti maoisti autori di varie insurrezioni armate in India. Mentre il governo indiano si concentra solo sulla crescita economica, «la rapida espansione della popolazione e la crescita economica del paese hanno peggiorato la condizione dei popoli tribali» commentano i cabli, «facendo aumentare la pressione sulle sempre più piccole aree forestali in cui essi vivono e sulle loro risorse». Il governo indiano ha risposto alle rivendicazioni dei popoli tribali promulgando il «Forest Rights Act», una legge che mira a riconoscere i diritti delle comunità indigene sulle foreste da cui esse dipendono. Ma secondo i cabli, permangono «interessi radicati e corrotti a sfruttare le foreste».

Terra Nuova · luglio/agosto 2011

POPOLI NATIVI

Gli Yanomami dell’Amazzonia brasiliana hanno sequestrato un aereo utilizzato dagli operatori sanitari nelle loro terre, in segno di protesta per la corruzione dilagante nel servizio sanitario. Gli Yanomami sono indignati per la nomina di un nuovo coordinatore della sanità indigena, che ha ben poche relazioni con i popoli indigeni e che si pensa sia stato favorito per motivi politici. Alla protesta si sono uniti anche gli Indiani Yekuana.

il classico «Compra tre e paghi due» proposto in molte promozioni, come pure le porzioni eccessive dei pasti pronti prodotti dall’industria alimentare. E in Italia? Secondo l’Adoc, le famiglie italiane nell’ultimo anno hanno buttato nel cassonetto in media 454 euro di prodotti alimentari.

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Moto d’acqua Eccoci di nuovo al mare. Sabbia calda, cielo terso, sole intenso e un’acqua chiara e invitante. Viene proprio voglia di farsi due bracciate fino alla boa all’orizzonte. Ma mentre annaspiamo con stile olimpionico fra i flutti, ecco che, con rombo di tuono, veniamo quasi travolti da un mostro metallico che sputa fumo e carburante e sfreccia a velocità inaudite, appestando l’aria, annichilendo il silenzio e la pace che fino ad allora avevano riempito la scena vacanziera idilliaca. Per un lungo minuto crediamo di dover finire affettati dalle eliche di quel macigno di vetroresina, acciaio e alluminio e ingurgitati da quelle forme taglienti, poi, così come è comparso, dal niente, è già sparito, lasciandoci scossi e soli in mezzo alle onde alte create dalla sua comparsa. Ma ecco che torna, tuonante, impetuoso, cieco. E di nuovo preghiamo tutti i nostri dei che si accorga di noi, che abbia pietà, che non trasformi la no©istockphoto.com/Gennadiy Kondratyev

CONSIGLI PER I NON ACQUISTI

di Silvia Ricci

dalla parte dei consumatori stra tranquilla nuotata in una tragedia splatter. Il dubbio ci assale: «Abbiamo nuotato così lontano da aver raggiunto i 300 m dalla costa, distanza entro la quale quei mostri marini non potrebbero circolare, o come balene spiaggiate, per una qualche triste ragione, tali mostri puntano inesorabilmente a terra, zig-zagando fra bagnanti piccoli e grandi e trasformando una pacifica baia marina nell’A1 dei periodi di punta? Serve un semaforo e un vigile anche per nuotare, serve un casco anche per fare due bracciate?». Ma non c’è tempo per darsi una risposta: eccolo che torna. Stavolta abbiamo il tempo, fra una preghiera e un gesto di inciviltà, di accorgerci che il mostro è pilotato da un giovinetto esaltato, abbronzato e muscoloso. E qualcosa in questa immagine ci colpisce, ci accende, ci lascia in pieno mare con un urlo represso e frustrato… «La voglio anch’io, la moto d’acqua!!!».

abituati a farlo con le pagliette di alluminio? • Allontanare gli insetti dalle piante: circondando di alluminio la base dei vasi, si potrà evitare l’uso di insetticidi chimici. (an. be.)

Perfectly Sweden

Galere zeppe per via della canapa

Usi alternativi dei fogli di alluminio L’alluminio è riciclabile al 100%, e quasi la metà di quello in circolazione proviene dal riciclo. Nell’ottica del riuso, però, si possono trovare per la stagnola degli impieghi alternativi, che vadano oltre l’avvolgerci i cibi avanzati. Ci si possono ad esempio: • Affilare le forbici: basta sovrapporre 5/6 strati di alluminio e tagliarli proprio con le forbici che si vogliono affilare. • Lucidare oggetti in oro ed argento: riempire una scodella di acqua calda, inserirci dell’alluminio, aggiungere sale grosso ed immergerci le posate o i gioielli che si vogliono pulire. In poche ore torneranno brillanti. • Ammorbidire gli indumenti, mettendo in lavatrice alcuni fogli di stagnola appallottolati durante il lavaggio. • Togliere le incrostazioni da pentole e padelle. Del resto, non siamo già

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La repressione alle droghe si accanisce soprattutto sulla canapa indiana. Nel 2010 «le operazioni antidroga e i sequestri sono diminuiti mentre sono aumentate del 7,12% le segnalazioni alle autorità giudiziare per spaccio, che sono state 39 mila. Di queste, ben 16 mila, pari al 40%, sono state legate alla cannabis. «C’è qualcosa che non va con la legge Giovanardi-Fini e la crisi della giustizia e dei tribunali è anche dovuta a tutto questo» ha dichiarato Franco Corleone, garante dei detenuti di Firenze e rappresentante del Forum Droghe. «Non a caso le carceri sono zeppe di tossicodipendenti, che solo in Toscana sono il 34% dei detenuti».

Ikea: lavoratori in ginocchio Chi la fa, l’aspetti. Il proverbio vale anche per la delocalizzazione: l’abitudine, dagli anni ‘80 in poi, di spostare gli stabilimenti dove la manodopera costa meno. Il fenomeno è partito dagli Stati Uniti e negli Stati Uniti sta tornando: nel senso che Swedwood, consociata della svedese Ikea, ha aperto una fabbrica per la produzione di mobili a Danville, una cittadina della Virginia afflitta dalla disoccupazione e affamata di lavoro. Il Los Angeles Times scrive che a Swedwood sono stati offerti inventivi pubblici per 12 milioni di dollari, ma che l’azienda ha profondamente deluso le aspettative di responsabilità sociale proprie dall’Ikea: Swedwood si comporta negli Stati Uniti come gli Stati Uniti si comportano in Messico. I dipendenti statunitensi hanno paghe molto più basse e ferie decisamente più brevi rispetto a quelle offerte da Swedwood negli stabilimenti europei. Si la-


eden

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mentano per i ritmi di lavoro forsennati. Accusano l’azienda di praticare discriminazioni razziali e di scoraggiare l’adesione al sindacato. (ma. pi.)

opinioni

già adeguato» conferma Mickael Do- di minguez di Euromonitor. «Nel 2009 le un etichette “salutiste” erano il 59% del totale, nel 2010 sono crollate al 38%».

Cadmio fuorilegge

Stretta sulle false promesse salutistiche Yogurt con probiotici, prodotti anticancro, creme anti-invecchiamento, miracoli anticellulite. Slogan dalle gambe corte e promesse non mantenute a cui l’Efsa, l’autorithy europea del settore alimentare, ha deciso di porre freno. Dei 2.150 casi esaminati finora da 20 scienziati indipendenti, quattro su cinque non hanno passato l’esame dell’istituto. Tra i grandi esclusi le varie marche di probiotici, venduti solo in virtù del loro nome, a caro prezzo sugli scaffali dei supermarket. Respinte al mittente le richieste di Ferrero per le barrette Kinder «che aiutano la crescita» e quelle Friesland sul succo di frutta addizionato di calcio che «previene l’erosione dentale» assieme alle virtù anti-placca dei chewing gum senza zucchero, ai miracoli della melatonina che «regola il sonno» e a tanti dietetici a base di fibre. «Il mercato si è

A P O R TATA D I C L I C K

http://e-smogfree.blogspot.com Sito ufficiale della Rete ElettrosmogFree Italia che riunisce associazioni, comitati di cittadini, gruppi ed esperti impegnati nella difesa dall’inquinamento elettromagnetico.

Il cadmio è una sostanza cancerogena, tossica per l’ambiente acquatico. L’Ue ha annunciato che, a partire dal prossimo dicembre, ne proibirà l’uso in bigiotteria, nelle materie plastiche e nelle saldature. Le autorità comunitarie hanno rilevato la presenza di cadmio in alcuni articoli di bigiotteria, soprattutto importati. I consumatori, inclusi i bimbi, vengono esposti alla sostanza attraverso il contatto con pelle e lingua. La nuova legislazione proibirà l’uso del cadmio in tutti i tipi di prodotti di bigiotteria a eccezione di quelli antichi. Il divieto riguarderà anche il suo utilizzo in tutte la materie plastiche e le saldature utilizzate per unire materiali diversi. Anche i vapori emessi durante la fusione, se inalati, sono pericolosi.

Cellulari e wireless cancerogeni L’uso dei telefoni cellulari e di altri apparati di comunicazioni wireless «potrebbe causare il cancro negli essere umani». È la conclusione a cui è giunta l’Agenzia internazionale per la ricerca contro i tumori, organismo di consulenza specializzato dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il rischio accertato, a parere dell’Agenzia, riguarda in generale i campi elettromagnetici di radiofrequenza e include i telefoni portatili. Il presidente del gruppo di lavoro Jonathan Samet ha spiegato che in entrambi i casi le evidenze sono limitate per quanto riguarda il glioma e il neurinoma acustico. Il livello di rischio 2b identifica il principio di pericolosità dovuto all’abuso, cioè a un utilizzo intensivo del telefono cellulare o del wifi in ambienti ristretti. Le associazioni di consumatori intanto hanno annunciato una class action e invitano a usare gli auricolari e a limitare le conversazioni per ridurre l’esposizione diretta.

Il significato egan delle parole

Provate a immaginare di essere un giornalista e di ricevere l’invito per l’inaugurazione di un circolo di giornalisti. Durante le varie fasi, però, non si parla di giornalismo, ma di nautica e di sartoria. Incuriositi dalla strana situazione, chiedete a uno dei tesserati se siete nel posto giusto. Dopo una decisa conferma, cercate di introdurre l’argomento che vi sta a cuore e domandate al vostro interlocutore in che giornale stia lavorando. Provate a immaginare che lui ammetta candidamente di non essere un giornalista, perché in quel circolo, salvo qualche eccezione, non ci sono giornalisti. Inconcepibile? Per niente! Sono stato invitato all’inaugurazione di un circolo vegetariano nella mia zona ed è successa più o meno la stessa cosa. Anzi peggio. Ho sentito con le mie orecchie una tesserata di questo circolo vegetariano dire che si può benissimo amare un animale e poi ucciderlo per mangiarlo. Oggi neppure i cacciatori sostengono più di amare gli animali a cui sparano. Amare e uccidere sono due concetti che non vanno molto d’accordo tra loro, soprattutto quando chi viene ucciso urla il suo diritto di continuare a vivere. La confusione è davvero grande. In nome di uno strano ecumenismo, di un falso e distorto concetto di tolleranza, si cerca di stravolgere il significato delle parole. Il reale rispetto delle idee e del percorso di ogni persona, infatti, passa inevitabilmente dallo smettere di ucciderle, imprigionarle, sfruttarle. Chi sfrutta un animale, chi lo uccide quando smette di produrre, quando smette di essere utile, quando nasce maschio e quindi non rende latte, non rispetta il percorso di quell’animale, compie un crudele atto di intolleranza nei confronti di una persona non umana. Al contrario, chi denuncia tutto questo con le parole, per quanto animose possano apparire, non compie un atto di violenza o di intolleranza, ma si limita ad affermare ciò che sta accadendo nei fatti. Le parole, pur stravolte e violentate, però, conserveranno sempre il loro significato. E una fiera, un evento, una festa, una cena, un incontro non potranno mai essere sia vegetariani che vegani perché queste due parole hanno due significati completamente diversi. Questo non significa naturalmente che non ci si possa voler bene o che ci si debba fare la guerra. Significa soltanto rispettare il significato delle parole, rispettare chi vegetariano, vegano o giornalista lo è veramente. Perché, parafrasando Gorge Orwell, la guerra non è pace, la libertà non è schiavitù e l’ignoranza non è forza. Ecco, quindi, alcuni dei prossimi appuntamenti realmente vegan. Sagra del seitan a Firenze e ad Arezzo, Veganch’io a Vimercate, Villaggio vegano a Treviso.

Terra Nuova · luglio/agosto 2011

di Troglodita Tribe - trogloditatribe.wordpress.com

dalla parte dei consumatori

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Zanzare? ©istockphoto.com/Marco Neumayr e Иван Дацков

inchiesta

Naturalmente… Gli insetticidi di sintesi utilizzati in casa e in giardino possono avere conseguenze negative sulla salute, soprattutto nel lungo periodo. Le soluzioni alternative ci sono, semplici e accessibili. di Claudia Benatti

E

ccoli, gli ospiti sgraditi: con il caldo ricompaiono nei giardini, nelle case… dappertutto. Le zanzare sono quel genere di insetto indebellabile che ogni anno ci «fa dono» della sua presenza e che tentiamo di combattere con lozioni e prodotti per l’ambiente. Ma quanti di noi controllano in etichetta quali sostanze sono contenute nei prodotti che spruzziamo nelle nostre abitazioni e sulla nostra pelle? Per saperne di più su cosa andia-

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mo a respirare da giugno a settembre, abbiamo preso in considerazione i prodotti antizanzara per l’ambiente normalmente in commercio nella grande, media e piccola distribuzione. Sugli scaffali dei supermercati si trova un po’ di tutto: dagli spray alle spirali, dai liquidi diffusi attraverso gli elettroemanatori fino alle piastrine. Le marche sono diverse, ma le sostanze contenute sono sostanzialmente di due tipi: i piretroidi, analoghi sintetici delle piretrine, e i terpenoidi, metaboliti secondari vegetali che le

NO

piante producono perlopiù per difendersi da aggressioni esterne o dalle infezioni. Nella prima categoria rientrano, per esempio, la d-alletrina, la transflutrina, la pralletrina, l’esbiotrina, la tetrametrina, la permetrina, la ciflutrina e la d-fenotrina, sostanze che più di frequente compaiono sulle etichette. Tra i terpenoidi rientrano invece il geraniolo, il citronellolo, la citronella e l’alfa-pinene.

I prodotti di sintesi Sono soprattutto i prodotti di sintesi a destare qualche perplessità, specialmente in riferimento ai possibili effetti collaterali documentati in letteratura scientifica, anche se la loro


©istockphoto.com/Marco Neumayr e Иван Дацков

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tossicità sistemica sull’uomo è ritenuta bassa grazie al fatto che il fegato li metabolizza rapidamente. I piretroidi, comunque, interferiscono con il sistema nervoso centrale a livello della trasmissione assonale dell’impulso nervoso. Agiscono a livello dei canali del sodio della membrana della cellula nervosa determinando un maggior afflusso di sodio nella cellula, con conseguente depolarizzazione e ipereccitabilità di tutto il sistema nervoso. Alcuni piretroidi causano una stimolazione ripetuta di breve durata, per altri l’azione si protrae nel tempo. Non si esclude in rari casi il rischio di convulsioni1. Possono anche scatenare reazioni allergiche in individui sensibilizzati o in soggetti atopici. Sulle etichette, infatti, ritorna spesso la raccomandazione di non esporre lungamente ai prodotti persone sensibili, come bambini e soggetti asmatici. Le revisioni degli studi a disposizione hanno evidenziato come i piretroidi abbiano anche altri effetti sulla salute umana, come ad esempio neurotossicità soprattutto su soggetti nell’età dello sviluppo, induzione di morte dei neuroni e problemi con i metaboliti dei piretroidi,

cioè il prodotto finale della loro metabolizzazione da parte dell’organismo2. Meno rischi sembrano invece derivare dall’esposizione ai terpenoidi, a parte le possibili reazioni allergiche. Studi hanno documentato una possibile interazione con fattori di trascrizione genica, ancora non ben compresa, oltre a un potenziale effetto protettivo contro le infiammazioni3.

Sono efficaci? È indubbio che sotto i colpi del veleno, qualche vittima rimanga a terra. Il problema è che non si tratta mai di soluzioni durature, e quindi ci si ritrova costretti a spruzzare ripetutamente varie sostanze nel corso della giornata, della settimana, dei mesi. Altro fronte su cui si può agire è quello che riguarda le larve. «La lotta sperimentata come realmente efficace, senza effetti collaterali e consigliata dagli esperti è quella larvicida che, eliminando le larve depositate dalle zanzare nelle acque stagnanti, ne impedisce la riproduzione» spiegano i ricercatori del Cnr, che hanno dato vita a un sito informativo de-

dicato proprio a questo tema4. Naturalmente, questo metodo risulta atossico se come larvicida si evitano i prodotti velenosi! «È invece quasi inutile l’uso di nebulizzazioni di insetticidi chimici per gli individui adulti, ormai resistenti a tali trattamenti» spiegano sempre gli esperti del Cnr. Da considerare poi che, benché a noi invise, anche le zanzare hanno un loro ruolo nell’equilibrio naturale, poiché fungono da cibo e occupano un posto importante nella catena alimentare, sia da adulte che nello stadio larvale. Molteplici infatti sono i loro predatori: pipistrelli, uccelli insettivori, libellule, anfibi, pesci, lucertole, gechi, formiche, ragni, che però vengono sempre più sterminati dalle sostanze sparse nell’ambiente, insetticidi per zanzare compresi.

Usare con prudenza Chi acquista comunque uno dei tanti prodotti in commercio, è bene che legga attentamente le avvertenze riportate in etichetta, che solitamente sconsigliano di sostare nell’ambiente mentre si diffonde la sostanza, e che raccomandano di arieggiare ogni locale dove l’insetticida è stato diffuso


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inchiesta

PRINCIPI ATTIVI

CONSEGUENZE SULLA SALUTE

sarà esposto per lungo tempo all’azione di quei veleni, senza alcuna protezione.

Possibili reazioni allergiche

Le soluzioni naturali

Ipereccitabilità del sistema nervoso

PIRETROIDI DI SINTESI

Neurotossicità Probabile danneggiamento dei neuroni

Probabile interazione con i fattori di trascrizione genica

TERPENOIDI

Possibile azione protettiva dalle infiammazioni

prima di soggiornarvi nuovamente. Nella quasi totalità dei prodotti, in etichetta è anche sottolineata la tossicità di queste sostanze per gli ambienti acquatici, dove i principi attivi possono finire se i prodotti vengono utilizzati in zone vicine a corsi d’acqua o vengono smaltite impropriamente. Chi ha giardini e ogni anno, nel periodo caldo, fa disinfe-

stare le aree verdi per uccidere le larve, può richiedere all’operatore che vengano impiegati solo prodotti naturali, oppure ricercare operatori sul territorio che utilizzino sostanze senza conseguenze su ambiente e salute. Infatti, mentre l’operatore durante la diffusione del prodotto indossa maschera e tuta e poi se ne va, chi vive nell’ambiente disinfestato

Anche nei supermercati si trovano oggi prodotti naturali, che non fanno uso di piretroidi. Per esempio le «torte» o candele alla citronella, la cui efficacia comunque appare piuttosto limitata, anche se il profumo è sicuramente gradevole. Nelle erboristerie sono poi disponibili candele, spray e zampironi a base di sostanze vegetali, che possono contribuire ad alleviare il problema. Al di là dei prodotti preconfezionati, ci sono però anche altre soluzioni. Partiamo dalle larve. Esiste un pesciolino, la Gambusia affinis, che si ciba di larve di zanzara; è però molto vorace e c’è chi sostiene che possa provocare danni all’ecosistema e preferisce sostituirlo con altre specie. Si può magari metterlo in vasche o acquari in modo che riman-

Prodotti a confronto

Baygon

Vape

Vape

Coop

Raid

PROTECTOR CON ELETTROEMANATORE

LIQUIDO CON ELETTROEMANATORE

PIASTRINE CON DIFFUSORE

INSETTICIDA ANTIZANZARA LIQUIDO PER ELETTROEMANATORE

NIGHT&DAY CON ELETTROEMANATORE

Sostanze contenute

d-Alletrina2

Transflutrina2, citronellolo3, citronella3, geraniolo3

Pralletrina2

Pralletrina2, butilfenil Esbiotrina pura2 metilproponiale, benzil salicilato, hexyl cynnamal, hydroxyisohexyl 3-cycloexene carboxaldehyde, 2,4dimethyl-3-cycloexen e-1-carbaldehyde

Rischi e avvertenze riportate sulla confezione

Tossico per gli organismi acquatici. Non utilizzare in ambienti chiusi. Sconsigliata l’esposizione continuata a persone sensibili1.

Altamente tossico per gli organismi acquatici. Non è consentito il funzionamento dell’apparecchio durante la permanenza in ambienti chiusi. È sconsigliata l’esposizione continua a persone sensibili1. Se usato dove si soggiorna lungamente, aerare il locale prima di soggiornarvi.

Altamente tossico per gli organismi acquatici. L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolatura della pelle. Non tenere in funzione l’apparecchio durante la permanenza in ambienti chiusi e aerare il locale prima di soggiornarvi. Evitare l’esposizione continua a persone sensibili1.

Altamente tossico per gli organismi acquatici. Non tenere in funzione l’apparecchio durante la permanenza in ambienti chiusi e aerare il locale prima di soggiornarvi. Evitare l’esposizione continua a persone sensibili1.

Note:

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Vape SPIRALI

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Bambini, asmatici, ecc.

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Piretroidi di sintesi

3

Terpenoidi

Altamente tossico per gli organismi acquatici. Pericoloso per l’ambiente. Se il prodotto viene usato a finestre chiuse, aerare sufficientemente il locale prima di soggiornarvi. È sconsigliata l’esposizione prolungata a persone sensibili. Non è consentito il funzionamento dell’apparecchio durante la permanenza in ambienti chiusi.

Transflutrina2

Altamente tossico per gli organismi acquatici. Non utilizzare in spazi ristretti. Se il prodotto viene usato in ambienti dove si soggiorna lungamente o nelle camere da letto, aerare il locale prima di soggiornarvi. Pericoloso per l’ambiente.


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ga in spazi circoscritti. Questa soluzione è già stata sperimentata nel Parco di Ninfa in provincia di Latina. Esiste poi l’olio di Neem, efficace nella lotta alle zanzare sia come larvicida5, sia come repellente, perché gli insetti non ne sopportano l’odore. Miscelato con acqua, in rapporto mediamente di 1:100 (1 litro di olio e 99 litri acqua) può essere nebulizzato (a basso volume e a sole calato, in quanto fotosensibile) su vaste superfici (come in agricoltura biologica) e su persone, animali e i luoghi in cui si soggiorna, anche all’aperto. Per un metodo casalingo: diluire poche gocce di olio di Neem in un litro di acqua tiepida o in acqua a temperatura ambiente alla quale andrà aggiunta una scaglia di sapone di Marsiglia e irrorare con un piccolo spruzzatore a mano. Per superfici più estese può essere utile un irroratore a spalla. Non mancano altre possibili alterna-

tive, come mettere aceto e qualche fetta di limone in un recipiente a fondo piatto oppure, per preservare gli interni, montare delle zanzariere alle finestre. Inoltre, può contribuire anche piantare o tenere in vaso gerani odorosi e lavanda, o ancora la sera mettere qualche goccia di olio di Neem su candele a base larga. Si trovano in commercio anche zampironi o incensi al Neem, e si può mangiare aglio o peperoncino, che danno al sudore un odore sgradito agli insetti. Per chi ha spazio, interno o esterno, è possibile anche tenere vicino una pianta, la catalpa o catambra, originaria del Nord America e presente da tempo in Italia. È stata studiata da un vivaista della provincia di Brescia,

Giovanni Ambrogio, che ne ha notato le proprietà repellenti: questo grazie a una sostanza, il catalpolo, che tiene lontano le zanzare. Oggi la pianta si trova in numerosi vivai. Un’idea che unisce l’utile al dilettevole è quella dei giardini della biodiversità e degli insetti utili, lanciata da un gruppo di biologi bolognesi6 che mettono a disposizione miscele di semi da piantare anche sui balconi in modo da far crescere piante che richiamino insetti «buoni» come coccinelle e farfalle, che si cibano di insetti fastidiosi. Insomma, per chi vuole evitare repellenti potenzialmente nocivi, c’è solo l’imbarazzo della scelta. l

Note 1. www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16832980 2. www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16324748 3. www.sifit.org/public/pdf/puntoeffe/3049.pdf 4. www.infozanzare.info 5. http://ideas.enea.it/ideas-in-biotechnology-agricolture-and-helth%20prevention/neem 6. www.eugeastore.com/product/2/Giardino-degli-Insetti-Utili.asp

Vulcano

Raid

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Tetrametrina pura2, d-fenotrina pura2, piperonilbutossido puro

Evitare il contatto con la pelle. Nocivo per gli organismi acquatici. Non è consentito il funzionamento durante la permanenza in ambienti chiusi. È sconsigliata l’esposizione continuata a persone sensibili1. Devono essere usate esclusivamente all’aperto.

Altamente tossico per gli organismi acquatici. Usare soltanto in luogo ben ventilato. Se il prodotto viene usato in ambienti dove si soggiorna lungamente o nelle camere da letto, aerare il locale prima di soggiornarvi. Non respirare i vapori. Spruzzare a un metro di distanza da tutte le superfici.

Altamente tossico per gli organismi acquatici. Non respirare i vapori. Usare soltanto in luogo ben ventilato. Non dirigere il getto su persone o animali. Non superare l’erogazione di 45 secondi. Aerare il locale. Pericoloso per l’ambiente.

Altamente tossico per gli organismi acquatici. Irritante per la pelle. Non respirare i vapori. Usare solo in luogo ben ventilato. Non spruzzare su persone, animali domestici, alimenti o aree destinate alla loro preparazione.

Nebulizzare il prodotto per non più di 4-6 secondi il più in alto possibile. È sconsigliata l’esposizione continuata a persone sensibili1. Se il prodotto viene usato in ambienti dove si soggiorna lungamente o nelle camere da letto, aerare il locale prima di soggiornarvi. Evitare di inalare il prodotto direttamente. Nocivo per gli organismi acquatici.

Tossico per gli organismi acquatici. Non respirare gli aerosoli. Usare solo in luogo ben ventilato. Se il prodotto viene usato in ambienti dove si soggiorna lungamente o nelle camere da letto, aerare il locale prima di soggiornarvi. È sconsigliata l’esposizione continuata a persone sensibili.1

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Geo-ingegneria Manipolare l’ambiente nel tentativo di frenare il riscaldamento climatico: è l’ultima frontiera dell’ingegneria. I rischi? Gli stessi del biotech: irreversibilità, impatti globali, possibili conseguenze disastrose. di Simona Capogna

«È il paradigma dell’ingegneria che ha dato origine all’era dei combustibili fossili, all’origine del cambiamento climatico. La geo-ingegneria sta cercando di risolvere i problemi con la stessa vecchia concezione del controllo della natura» – Vandana Shiva

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ra il 1975 quando una commissione di scienziati, voluta dall’Accademia nazionale delle scienze americane, si riunì nel centro conferenze di Asilomar per discutere di ingegneria genetica. In seguito alla creazione delle prime chimere biotecnologiche, si era resa necessaria una riflessione sui possibili rischi legati alla creazione di nuove forme di vita e sui limiti etici da imporre alla scienza, per evitare conseguenze disastrose all’umanità. Nel 1971 era stato trasferito, attraverso un virus tumorale, materiale genetico da una cellula animale a un’altra e nel 1973 era nata la prima molecola di DNA ibrido, formata da se-

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quenze di un virus oncogeno che attacca le scimmie, da un batteriofago e da un batterio. L’eventualità che simili organismi transgenici potessero sfuggire al controllo, fece nascere l’idea di una moratoria da protrarre fin quando non ci fossero state maggiori conoscenze sul funzionamento della materia vivente. Il famoso convegno scientifico internazionale di Asilomar (International congress on recombinant DNA molecules) doveva essere un’espressione della responsabilità sociale della scienza che sceglie di autoregolarsi e autolimitarsi, ma i 140 partecipanti predilessero soluzioni di compromesso e rigettarono immediatamente l’opzione della moratoria.

Da biologi ad azionisti Gli stessi biologi coinvolti nel dibattito divennero subito dopo azionisti di imprese start-up nel campo delle biotecnologie o stipularono con esse contratti di collaborazione, sfruttando l’interesse del venture

capital e del capitale azionario di Wall Street. La possibilità di sfruttare economicamente i risultati dell’ingegneria genetica attraverso i diritti di proprietà intellettuale sui suoi prodotti e processi fece cadere nel dimenticatoio le remore iniziali permettendo l’avvio dell’era biotecnologica e lo sviluppo degli organismi geneticamente modificati (ogm). A trent’anni di distanza sono chiare per tutti (o quasi) le conseguenze delle scelte politiche operate ad Asilomar: i brevetti hanno comportato un controllo oligopolistico sulla materia vivente da parte di una manciata di aziende farmaceutiche, agro-chimiche e petrolifere, mentre l’illusione che tutto possa essere risolto «accendendo» o «spegnendo» dei geni ha fatto passare in secondo piano gli approcci ecologici. Le innovazioni biotecnologiche sono state, in definitiva, uno strumento per difendere a spada tratta l’attuale modello di sviluppo, no-


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nostante in apparenza si cercasse di risolverne i problemi ambientali, sanitari, economici e sociali. In un recente rapporto sull’agricoltura (IAASTD - International assessment of agricultural knowledge, science and technology for development), 400 scienziati di 80 diversi paesi hanno messo in discussione questo sistema e hanno riconosciuto la superiorità dei metodi agro-ecologici per la soluzione dei problemi ambientali e sociali del Pianeta (disparità sociali, inquinamento, riscaldamento climatico). L’analisi che ne emerge, seppure scontata e lacunosa in alcune parti, è rivoluzionaria se si pensa che questo rapporto, presentato per la prima volta a Johannesburg nel 2008 e pubblicato l’anno successivo, è stato finanziato, oltre che dalle Nazioni Unite, dalla Banca Mondiale e da una lobby internazionale delle aziende agrochimiche (CropLife). In particolare, per quanto riguarda le biotecnologie il rapporto parla chiaramente di minaccia per la sovranità alimentare, riduzione della biodiversità, aumento dell’uso dei pesticidi, problemi sanitari irrisolti o poco indagati.

Manipolazione dell’ambiente Dopo trent’anni, quindi, la consapevolezza dei danni causati dal sistema produttivo industriale cresce, ma allo stesso tempo, purtroppo, tutto rimane identico. Infatti, nel marzo 2010, proprio ad Asilomar è stato organizzato un altro convegno. Questa volta si tratta di geo-ingegneria, cioè della manipolazione dell’ambiente

per saperne di più • www.agassessment.org (rapporto IAASTD) • www.etcgroup.org/en/node/5217 (rapporto di Etc Group sulla Geopirateria) • www.cbd.int/cop10 (documenti sulla decima conferenza delle Parti della Convenzione

sulla Diversità Biologica) • www.iatp.org/climate/index.php?q=document/biotechnology-and-sustainable-

development (pubblicazione sui contenuti relativi alle agro-biotecnologie all’interno del Rapporto IAASTD, realizzato dall’associazione PAN Nord America) • www.climateresponsefund.org/index.php?option=com_content&view= article&id=137&Itemid=81 (conferenza Asilomar sulla geo-ingegneria)

nel tentativo di frenare il riscaldamento climatico o di mitigarne gli effetti. Tra le proposte c’è quella di confinare i gas serra nel sottosuolo; quella di riequilibrare il bilancio dell’energia solare tramite aerosol; quella di introdurre ioduro d’argento nelle nuvole per far piovere. I rischi di queste soluzioni «geo-tech» sono numerosi e ricordano molto quelli del biotech (vedi box in basso).

La terapia tecnologica In definitiva, la terapia tecnologica (geo e bio) diventa soprattutto un’ancora di salvataggio per il modello di sviluppo che ha generato il problema perché, anziché aggredire le cause del problema stesso, fornisce una scorciatoia che elimina i sintomi, lasciando tutto il resto immutato. Tant’è vero che la manipolazione delle risorse naturali, richiedendo sofisticati software e hardware, fornisce nuova linfa alle aziende private e un alibi ai governi (entrambi corresponsabili dei danni) che rifiutano di avviare azioni per la riduzione dei gas climalteranti; i vertici sul clima di Copenaghen (2009) e Cancun (2010) si sono infatti risolti in un sostanziale fallimento.

Le proposte del geo-tech

Ad Asilomar i 175 geotecnologi, come i loro colleghi biotecnologi, non si sono interrogati né sulla legittimità della loro attività di ricerca né sulle implicazioni del controllo privatistico dei risultati delle stesse ricerche, ma si sono limitati a indicare la necessità di stabilire linee guida per la sperimentazione e a richiedere una maggiore partecipazione del pubblico alla discussione. Anche perché essi sostengono che, con il trend attuale del riscaldamento climatico, se si vorrà continuare ad assicurare la vita sulla Terra, presto sarà impossibile rinunciare ai loro interventi.

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Lo stop da Nagoya Fortunatamente non tutti la pensano così e, a livello internazionale, è arrivato un (seppur parziale) stop alla ingegnerizzazione del clima: a Nagoya, in Giappone, durante la decima Conferenza delle parti per la convenzione sulla biodiversità (ottobre 2010), i 193 delegati hanno richiesto una moratoria sulla geoingegneria per tutelare le risorse genetiche presenti sul Pianeta. Il dibattito è quindi ancora aperto e richiede l’impegno di tutti per scongiurare che Asilomar faccia danni per la seconda volta. l

SO rio

• Rimuovere i gas serra incapsulandoli e confinandoli nel sottosuolo, fertilizzando gli oceani con composti a base di ferro. • Riequilibrare il bilancio dell’energia solare disseminando aerosol nella stratosfera per riflettere i raggi solari o creando delle micro bollicine sulla superficie degli oceani. • Incrementare le precipitazioni, introducendo ioduro d’argento nelle nuvole.

I rischi • • • •

Gli interventi proposti sono irreversibili. Avvengono su scala globale. Possono avere conseguenze inattese e disastrose. Le previsioni si basano su simulazioni ed esperimenti di laboratorio, insufficienti per valutare le conseguenze a lungo termine.

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R cucina naturale

Un picnic tutto vegan Alternative vegan ed eco-sostenibili per mangiare all’aperto 16

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visita il sito www.negoziobio.info di Alice Savorelli

L’

estate è certamente la stagione dei picnic e di pranzi e cene all’aperto. Un picnic è un ottimo modo per godersi la natura e per prendersene cura, scegliendo anche in queste occasioni alternative più ecologiche e a ridotto impatto ambientale. Se per picnic e pranzi all’aperto è abitudine diffusa utilizzare piatti in plastica usa e getta, sarebbe invece consigliabile optare per soluzioni riutilizzabili come stoviglie di plastica lavabili, che dopo l’uso possono essere riportate a casa. In alternativa, se si preferisce l’usa e getta, esistono in commercio tovaglioli in carta riciclata, piatti, ciotole, bicchieri e posate in materiali di derivazione vegetale, completamente biodegradabili e compostabili se gettati nell’umido, spesso reperibili anche nella grande distribuzione. Per il trasporto dei cibi per il picnic, oltre al classico cestino, è anche possibile ricorrere a borse o zainifrigo, indicati nelle giornate dalle temperature più calde. La scelta dipenderà dal tipo di cibi che avrete deciso di portarvi dietro. Per mantenere le bevande al fresco esistono thermos

di varie dimensioni, che nella stagione invernale potranno essere utilizzati per conservare le bevande calde quando si è fuori casa. Per trasportare le singole vivande, scegliete vaschette e contenitori in plastica rigida: queste saranno utili in caso avanzasse anche solo una piccola quantità dei piatti che avete preparato. L’importante è optare sempre per soluzioni riutilizzabili nel tempo, oppure completamente biodegradabili. Per apparecchiare sull’erba, andrà benissimo una tovaglia da tavola in cotone, ma anche una stuoia in fibra di cocco o altre fibre naturali. Ricordatevi di portare con voi uno o più sacchetti di plastica biodegradabile per raccogliere i rifiuti dopo pranzo, e dividerli per la raccolta differenziata. I cibi da preparare per un picnic possono essere i vostri preferiti. Ci sono tuttavia alcune preparazioni che risultano più adatte nei momenti in cui ci si trova lontani dalla cucina di casa propria. Un pranzo al sacco o un picnic non deve necessariamente prevedere panini imbottiti di affettati o salse e formaggi grassi: si può stare più leggeri preferendo cibi più semplici e salutari ma decisamente

gustosi e più indicati alla stagione estiva. Oltre alle insalate di riso o di altri cereali, alle verdure, oppure alle insalate di pasta e alle insalate di legumi, si possono preparare salse leggere e veloci da spalmare sul pane, preferibilmente integrale. Una volta arrivati a destinazione, si potranno preparare gustosi panini con affettati vegetali di tofu o seitan, sfiziose alternative vegan agli affettati tradizionali di origine animale. Non dovrebbe mancare verdura e frutta di stagione: pomodori, carote, cetrioli, peperoni, albicocche, pesche, fragole, ciliege, meloni. Sono tutte bontà prettamente estive che non necessitano di preparazioni impegnative, ma sono ottime da consumare al naturale – ricordatevi però di portare da casa un buon coltello in acciaio. Un’altra idea è quella di arricchire le proprie preparazioni con verdure sott’olio, come pomodori essiccati, peperoni, melanzane e zucchine, da preparare a casa durante la stagione estiva per avere sempre a disposizione delle verdure conservate, che possono risolvere diverse situazioni, dall’aperitivo a uno stuzzichino fuori pasto. l

Ricette Pasta con zucchine e wurstel di tofu Ingredienti per 2 porzioni: uno spicchio d’aglio pelato e tagliato a metà • 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva • un cucchiaio di shoyu • una zucchina grande pulita e tagliata a cubetti • 160 g di pasta integrale tipo fusilli o farfalle • circa 100 g di wurstel vegetale di tofu tagliato a rondelle • timo fresco a piacere. ■ Fate appassire l’aglio a fiamma vivace nell’olio e nello shoyu, in una padella dal fondo pesante o wok. Aggiungete i cubetti di zucchina e fate saltare qualche minuto, mantenendo le verdure croccanti. Togliete dal fuoco. Cuocete la pasta e scolatela al dente, passatela sotto acqua corrente fredda e trasferitela in un’insalatiera. Condite con un po’ di olio, unite poi le zucchine, le rondelle di wurstel di tofu, completate con il timo e mescolate. Trasferite in un recipiente chiuso e conservate in frigorifero fino a poco prima di servire o al momento del trasporto.

Tempeh marinato alla menta e olive

Salsa vegan con cetriolo, maionese, yogurt e basilico

Ingredienti per 2-3 porzioni: una manciata abbondante di menta fresca pulita • 2 spicchi d’aglio puliti • una manciata di olive verdi denocciolate • un cucchiaino di succo di limone • circa 130 ml di olio extravergine d’oliva • sale marino integrale q.b. • 200 g di tempeh al naturale tagliato a cubetti. ■ Tritate la menta assieme all’aglio e alle olive. Trasferite il trito in un barattolo di vetro capiente, aggiungete il succo di limone, l’olio e il sale, chiudete con il coperchio e agitate bene il barattolo per amalgamare gli ingredienti. Scottate i cubetti di tempeh in acqua bollente per un paio di minuti e fateli raffreddare. Riponeteli poi nel barattolo della marinatura, chiudete e lasciate riposare in frigorifero per almeno mezza giornata, mescolando ogni tanto. Va consumato entro 24 ore, e mantenuto al fresco. Per il trasporto è consigliabile conservarlo in un recipiente in plastica o materiale biodegradabile, da mettere all’interno di una borsa-frigo.

Ingredienti per 2-3 porzioni: un cetriolo pulito e tagliato a cubetti • 3 cucchiai di maionese vegetale • 3 cucchiai di yogurt di soia al naturale e senza zucchero aggiunto • sale marino integrale q.b. • qualche foglia di basilico fresco pulito e spezzettato. ■ Mettete i pezzetti di cetriolo in uno scolapasta e salateli leggermente. Lasciateli perdere acqua per 10-15 minuti poi sciacquateli sotto acqua corrente fredda, asciugateli bene e metteteli in una ciotola. Aggiungete la maionese, lo yogurt, il sale e il basilico e mescolate. Conservate in frigorifero, e successivamente in una borsa o contenitore termico, fino al momento dell’utilizzo.

1 litro di acqua filtrata • un cucchiaino e mezzo di menta essiccata • 2 cm di radice di zenzero fresco tritato • il succo di mezzo limone • 2 cucchiaini di malto di riso (opzionale). ■ Portate a ebollizione l’acqua assieme alla menta e allo zenzero. Spegnete il fuoco e lasciate in infusione per circa 15 minuti. Filtrate e aggiungete il succo di limone e il malto. Mescolate, trasferite in una bottiglia di vetro o in un thermos, agitate bene e mettete in frigorifero a raffreddare.

Tè freddo alla menta e zenzero

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vegetariani.it

Osteoporosi senza medicine

L’osteoporosi non è una malattia da curare con dei farmaci, ma piuttosto un processo fisiologico strettamente legato all’alimentazione e allo stile di vita, due fattori che possono costituirne la vera causa… ma anche la migliore medicina. fattori di protezione. Questo porta alle conseguenze note a tutti: una osteoporosi può essere defi- maggiore predisposizione alle fratnita come la progressiva ri- ture, con gravi sequele individuali, duzione della massa ossea e familiari e sociali. del suo contenuto minerale in risposta a molteplici fattori, tra i quaSiamo indotti a pensare li il maggiore è quello legato all’inper paradigmi spesso vecchiamento. Sappiamo che questo stato patoloindimostrati: uno di questi è gico interessa sia gli uomini che le donne, ma con una preferenza mag- che l’osteoporosi sia causata giore per queste ultime che, dopo la dalla mancanza di calcio. menopausa, vedono diminuiti i loro

di Paolo Giordo

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L’insorgenza e il decorso dell’osteoporosi è quasi sempre insidioso, in quanto non è accompagnato da una sintomatologia specifica ed evidente, spesso una frattura ne è l’improvviso campanello d’allarme. Nella nostra epoca, le varie nazioni spendono moltissimo per le ospedalizzazioni, gli interventi chirurgici e le conseguenze dovute alle fratture causate dall’osteoporosi, ma una buona parte della spesa pubblica e privata è anche dovuta ai molti


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www.vegetariani.it 1-7 ottobre 2011: prendiamoli per la gola!

di Vanessa Sartori

Iniziano i preparativi in vista della World vegetarian week Sin dal 2003 l’Associazione vegetariana italiana festeggia ogni anno la settimana della convivialità vegetariana con l’iniziativa Prendiamoli per la gola. Dall’1 al 7 ottobre, vegetariani e vegani sono chiamati a diffondere la loro scelta alimentare, invitando amici e parenti «onnivori» nei ristoranti o fra le accoglienti mura domestiche, per gustare piatti privi di crudeltà. Un modo semplice, pratico e spensierato per sottolineare quanto possa essere piacevole e appagante mangiare vegetariano e vegano. Vogliamo sfatare l’idea che si tratti di una scelta di rinuncia, proponendo un approccio gioioso alla tavola, per avvicinare chi vegetariano non lo è, solleticandone il palato e la curiosità con deliziosi piatti senza ingredienti di origine animale. La prima settimana di ottobre abbraccia delle date simboliche, importanti per chi ha fatto una scelta d’amore verso se stesso, gli altri, l’ambiente e gli animali. Il primo ottobre si festeggia la Giornata mondiale del vegetarismo, istituita nel 1977 dalla storica associazione North american vegetarian society e adottata l’anno seguente dalla International vegetarian union, che raccoglie le organizzazioni vegetariane nazionali di tutto il mondo. Il 2 ottobre poi si celebra la Giornata mondiale della nonviolenza, giorno in cui ricorre la nascita di Mahatma Gandhi, principale promotore di questa filosofia di vita. Il 4 ottobre è la Giornata mondiale dell’animale, in concomitanza con la festa del santo amico degli animali e della natura, San Francesco.

Il 9 ottobre si ricorda l’anniversario della morte di Aldo Capitini, fondatore del Movimento pacifista italiano e dell’Associazione vegetariana italiana. Quale momento migliore e più proficuo per iniziare a riflettere su questa scelta? Anche quest’anno l’Avi chiede la collaborazione di locali, associazioni e persone affinché l’iniziativa Prendiamoli per la gola raggiunga, con ogni sorta di prelibatezza culinaria vegetariana, sempre più scettici e indecisi. Se sei vegetariano, vegano o anche solo un simpatizzante del progetto, chiedi a ristoranti, bar, trattorie, pizzerie che conosci di preparare un fantasioso menu cruelty free da proporre durante la Settimana vegetariana mondiale. I gestori degli esercizi interessati a partecipare all’evento possono inviare un’email a info@vegetariani.it oppure un fax allo 02 45471721 per richiedere il modulo di adesione. Non è richiesto alcun onere, basta preparare, dall’1 al 7 ottobre, uno o più menu vegetariani (privi di carne e pesce) e/o vegani (privi di carne, pesce, latte e latticini, uova, miele). L’elenco dei locali aderenti con il relativo menu corredato di foto e ricette vegetariane e/o vegane sarà pubblicato su www.vegetariani.it e sulla pagina facebook dell’Associazione vegetariana italiana. Unitevi a noi: aderite e promuovete la campagna Prendiamoli per la gola! Con un piccolo gesto contribuirete alla diffusione del vegetarismo nel mondo.

farmaci utilizzati per curarla, ma so- cio, per compensare la suddetta acidificazione e mantenere l’equilibrio prattutto per prevenirla. del pH entro livelli fisiologici. I Paradigmi indimostrati luoghi preferenziali del «prelievo» L’osteoporosi è veramente una ma- minerale sono appunto le ossa, le unlattia? È importante rendersi conto ghie e i capelli. che la moderna struttura socioeco- La donna, maggiore candidata alnomica tende a «creare» sempre l’osteoporosi, dopo la menopausa nuove malattie, inevitabilmente se- perde quel magnifico meccanismo guite da nuove classi di farmaci per di smaltimento delle scorie acide curarle. Siamo indotti a pensare per rappresentato dal flusso mestruale paradigmi spesso indimostrati: mensile, di conseguenza, deve trol’osteoporosi è causata dalla man- vare soluzioni diverse a cui non è canza di calcio, la menopausa è legata stata adeguatamente preparata, a dialla mancanza di estrogeni, il diabe- scapito della perdita di sostanze minerali. te a quella di insulina e così via. Insomma, si cerca di enfatizzare tutto ciò che possa servire a «com- Il paradosso del calcio mercializzare un processo fisiologi- Anche la consueta raccomandazione co», sino al punto di ignorare le vere che viene propinata alle donne in gecause dell’instaurarsi del processo nerale, e a quelle in menopausa in parosteoporotico: alimentazione e sti- ticolare, di consumare molti latticini le di vita. La prima è legata a una per compensare la fatidica carenza di condizione di iperacidificazione del- calcio, alla luce delle osservazioni mol’organismo a causa di un consumo derne si rivela addirittura controeccessivo di cibi proteici, zuccheri e producente, per il fatto che questa abicereali raffinati; tale condizione co- tudine così caldeggiata anche dai stringe il nostro corpo a utilizzare al- medici peggiora la condizione osteocuni minerali, primo tra tutti il cal- porotica anziché migliorarla.

Infatti, un’alimentazione corretta e adeguata a base di alimenti freschi, integrali e biologici, in altre parole vitali, è sicuramente il modo migliore di prevenire la condizione osteopenica facendo in modo, al contempo, di ridurre o anche di evitare i numerosi farmaci chimici che siamo soliti consumare, volenti o nolenti. Spesso molti legumi, tra i quali la soia, per il loro contenuto di fitoestrogeni, aiutano direttamente il metabolismo minerale osseo delle donne, come anche quello degli uomini. L’alimentazione si inserisce in quello che chiamiamo stile di vita con le sue consuetudini voluttuarie nocive come il fumo, gli alcolici e i superalcolici, i vari caffè quotidiani e l’abitudine di dissetarsi con bibite gasate e zuccherate che, soprattutto in soggetti predisposti, porta a un veloce progredire dell’osteoporosi.

L’importanza del movimento Per ciò che riguarda lo stile di vita non possiamo negare che, a differenza dei nostri antenati, conduciaTerra Nuova · luglio/agosto 2011

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la alute

Paolo Giordo

nel iatto

Osteoporosi senza medicine ricette di Alice Savorelli

SegnaLibro

vegetariani.it

Preziosi consigli e gustose ricette per prevenire e curare l’osteoporosi con un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano.

OSTEOPOROSI SENZA MEDICINE

di Paolo Giordo Terra Nuova Edizioni EA079, pp. 120, euro 14,00 (per gli abbonati euro 12,60)

mo una vita per la maggior parte sedentaria dove, oltre all’attivitĂ lavorativa (spesso anch’essa sedentaria), anche quella ricreativa si svolge da seduti di fronte alla tv, al computer o sdraiati in una poltrona con un telecomando o un telefonino in mano. Non si tratta solo del fatto che i nostri nonni fossero meno sedentari di noi. PiĂš ci allontaniamo nella scala filogenetica, piĂš la nostra condizione di vita è simile all’animale, che come sappiamo ignora la sedentarietĂ . Il nostro corpo necessita di stimoli meccanici continui per mantenere le ossa giovani ed efficienti, e poichĂŠ la scarsa o scarsissima mobilitĂ fisica conduce inevitabilmente a una perdita di massa ossea, all’insorgenza di dolori e a rigiditĂ articolari. In piĂš, il movimento porta un’influenza positiva diretta a tutti gli organi e ai sistemi biologici: non solo a quello osteomuscolare, ma anche a quello cardiorespiratorio, digerente e circolatorio, migliorando al contempo l’attivitĂ del sistema immunitario. Bisogna, pertanto, prendere in seria considerazione un programma quotidiano di esercizio fisico che aiuti il nostro corpo a mantenersi sano ed efficiente.

L’aiuto della medicina dolce Pur restando incontestabile che una sana alimentazione e un regolare quanto idoneo e individualizzato esercizio fisico siano la base imprescindibile per curare e prevenire l’osteoporosi, possiamo anche contare su un tipo di medicina dolce come

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l’omeopatia, che ci può aiutare a modificare il nostro terreno costituzionale rendendoci meno inclini a sviluppare patologie osteoarticolari. Possiamo inoltre avvalerci di sostegni integrativi che alleviano gli stati infiammatori o dolorosi, apportando sostanze utili e benefiche alla salute delle ossa e delle cartilagini, come i rimedi fitoterapici. L’agopuntura, infine, ci può aiutare a ripristinare il nostro equilibrio energetico attenuando anche i sintomi piĂš fastidiosi. Anche una buona introduzione di acidi grassi polinsaturi, come gli

Preziosi consigli e gustose ricette per prevenire e curare l’osteoporosi con un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano. Il libro si può ordinare presso la redazione di Terra Nuova: tel 055 3215729 – libri@aamterranuova.it online su www.terranuovalibri.it oppure con l’apposito coupon a pag. 99

omega 3, contribuisce a preservare la salute delle ossa e di tutti gli apparati di sostegno, svolgendo inoltre un’importante azione antinfiammatoria. In generale, dobbiamo cercare di legare la cura del nostro corpo a un sano stile di vita, piÚ che alla sola assunzione di farmaci. l

Associazione Vegetariana Italiana CAMPAGNA SOCI 2011 L’AVI non ha scopo di lucro e non riceve alcuna sovvenzione statale o privata: per questo il contributo dei singoli è assolutamente vitale. Iscriviti adesso! Socio propugnatore: euro 100 In omaggio l’abbonamento a Terra Nuova per un anno e il dvd La Terra divorata, versione italiana del video narrato da Paul McCartney. Socio sostenitore: euro 50 In omaggio l’abbonamento a Terra Nuova. Socio simpatizzante: euro 25 Informazioni e sconti per i corsi. Soci residenti all’estero: euro 60 In omaggio l’abbonamento a Terra Nuova. Negozi, associazioni, gruppi, studi medici: euro 70 Network ristoranti: euro 150 con nominativo pubblicato sul sito. Anziani: offerta libera (senza diritto di voto) Socio Onorario a vita L’AVI può essere beneficiaria di donazioni, lasciti, erogazioni. Per tali generose manifestazioni di sostegno sarĂ riconosciuta la qualifica di Socio Onorario a vita (importo minimo da versare 1300 euro). Puoi inviare la cifra a mezzo assegno o C/C postale, specificando la causale del versamento e se sei giĂ vegetariano o vorresti diventarlo. Bonifico bancario Numero conto: 0000005235 – Intestazione conto: Associazione Vegetariana Italiana CIN: U ABI: 05584 CAB: 33470 – BBAN: U0558433470000000005235 IBAN: IT17U0558433470000000005235 Causale: Iscrizione AVI (se nuovo socio) oppure Rinnovo quota anno 2011 (se giĂ socio) Versamento postale Numero conto: 17124207 - Intestazione conto: Associazione Vegetariana Italiana Causale: Iscrizione Avi oppure Rinnovo quota anno 2011 (se giĂ socio)


un buco nell’acqua

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di Gabriele Bindi

vernici naturali

Vernici:

SPECIALE

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iviamo in un’epoca di paradossi. Dal punto di vista architettonico i nostri edifici sono sempre più precari, e le nostre costruzioni raramente sono progettate per campare più di cinquant’anni. Allo stesso tempo però ci facciamo sedurre

da un’idea, tutta commerciale, di immortalità, utilizzando dei prodotti destinati a restare rifiuti per l’eternità. In barba a ogni criterio estetico ed ecologico, molti italiani oggi preferiscono porte e finestre in alluminio o PVC per evitare il rituale dei trattamenti e

delle verniciature del legno. Ma in ambito ecologico il legno è una risorsa sempre più apprezzata, ha ancora la capacità di convincere e incantare. Un materiale che regala emozioni perché vivo, e come tale soggetto al ciclo di nascita e di morte. Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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SPECIALE vernici naturali Le vernici ad acqua sono erroneamente classificate come ecologiche a priori, ma le cose stanno diversamente. Dopo la guerra all’olio di arancio, i produttori di vernici naturali cercano altre strade. Ma secondo alcuni il solvente vegetale dà i risultati migliori. Ecco la nostra valutazione degli impregnanti per legno.

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Nella storia dei secoli l’uomo si è sempre rassegnato alla distruzione dei materiali organici e minerali, accettando i fenomeni d’invecchiamento come legge di natura. Dalla seconda metà del ’900 la chimica e la tecnologia hanno però dichiarato guerra alle leggi naturali dell’invecchiamento. Grazie alla ricerca, abbiamo individuato nei microbi e nei funghi la vera causa delle malattie che colpiscono il legno. D’altra parte però questa guerra senza quartiere a tarme e licheni ci espone a un diffuso rischio di inquinamento e intossicazione per via del largo uso di biocidi e antimuffa. Per converso c’è chi (vedi lo Speciale case di legno, TN di febbraio 2011) decide nuovamente di non trattare il legno, privilegiando le antiche conoscenze sul taglio e la buona essiccazione del legname. Una scelta decisamente in controtendenza rispetto ai cultori del restyling, che vogliono i serramenti effetto legno appena levigato, o che al contrario amano rivestire il materiale di uno strato di vernice colorata. L’evidenza empirica d’altra parte ci mostra che il legno, per poter conservare un buon aspetto e restare in salute, ha bisogno di manutenzione, soprattutto se collocato all’esterno. Come materiale vivo assomiglia in tutto e per tutto al corpo umano, esposto come noi alle insidie del tempo, all’inquinamento ambientale, alla luce e alle precipitazioni. Il processo di invecchiamento del legno in effetti ricalca il fenomeno di ossidazione delle cellule. L’ossigeno ci nutre e ci fa morire. Come la luce del sole, che quando batte sulle persiane spinge le temperature oltre i sessanta gradi disidratando le fibre. O l’acqua, che al contrario le fa gon-

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fiare. E poi ancora le piogge acide, il gelo, l’inquinamento. E tutto quello che cade dal cielo. Cacche di piccione incluse.

Pennellate di verde Il mondo delle vernici sta attraversando una profonda trasformazione. Su scala globale i produttori tentano di andare verso la «base acqua», eliminando i solventi dalle proprie composizioni. Un destino segnato dalle direttive europee sui composti organici volatili (VOC, volatile organic compounds) e da poco rassicuranti ragioni di marketing, che dipingono il solvente come la causa di tutti i mali. La letteratura scientifica in effetti ha riconosciuto in alcuni solventi la causa dell’insorgenza di tumori di tipo professionale e delle varie sindromi da edificio malato. L’imposizione di limiti più stringenti sui composti organici volatili è stata quindi salutata come una riforma importante, che aveva l’intenzione dichiarata di dare maggiore garanzia ai consumatori. Un risultato raggiunto solo a metà, con l’aggravante di avere, più o meno intenzionalmente, messo nel tritacarne anche i componenti base delle vernici naturali, utilizzate da un paio di decenni in ambito bioedile. Il quadro uscito da Bruxelles è verniciato di verde. E ha favorito la grande industria chimica su un doppio binario. Da una parte infatti le indicazioni limite per i prodotti vernicianti acrilici a base di acqua sono rimaste alte, permettendo concentrazioni di solvente fino al 15%. D’altro lato si è agito senza preoccuparsi di distinguere i solventi dannosi da quelli più innocui per l’uomo e per la fascia di ozono. Questa rudimentale classificazione delle sostanze, di fat-


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visita il sito negoziobio.info to, ha posto in serie difficoltà aziende impegnate nella ricerca di prodotti naturali e rischia di gettare al vento due decenni di sperimentazioni e risultati ragguardevoli nell’ambito della chimica pulita made in Italy. «Con la produzione di vernici bioecologiche, una quindicina di anni fa erano stati introdotti i solventi aromatici alifatici come il limonene, o terpene d’arancio, che sostituivano ottimamente i solventi più tossici e dannosi per l’ambiente, come il toluene e gli altri a base benzenica» ci spiega Daniele Minciocchi, chimico esperto di processi ecologici. Poi, improvvisamente, il colpo di scure. La direttiva 2004/42/CE del Parlamento europeo, con le successive applicazioni, ha sottoposto tutti i VOC alla stessa normativa, senza distinzione alcuna tra prodotti naturali o sintetici. «Impensabile credere che spremendo delle arance si possa rimanere intossicati dal contatto con la buccia» ironizza Minciocchi «ma la legge ha voluto così. Con la pressione dei giganti della chimica industriale si è giunti ad assimilare il limonene agli altri idrocarburi provenienti dal petrolio, avvalorando un’idea basata sull’analogia molecolare. Sulla validità degli studi, fondati sulla tossicologia animale, in questi anni molti esperti del settore hanno avanzato seri dubbi». E così il limonene, utilizzato ampiamente come profumazione nella cosmetica bio, oggi appartiene alla pericolosa famiglia degli idrocarburi, con l’aggravante di sostanza allergenica.

La letteratura scientifica ha riconosciuto in alcuni solventi la causa dell’insorgenza di tumori di tipo professionale e delle varie sindromi da edificio malato. Chi pensava al buco dell’ozono ha fatto un buco nell’acqua. «Il limonene ha un tempo di degradazione di 36 minuti e la trementina veneta di appena 4. Non arrivano alla fascia

stratosferica» rincalza Marco Susini della Durga. «Si tratta di una legge assurda e sbagliata: i boschi presenti sulla terra sprigionano ogni anno 800 mila tonnellate di alfa-pinene e circa 500 mila tonnellate di limonene, eppure la fascia di ozono è rimasta integra per millenni. E nessun medico potrebbe sconsigliare di fare una passeggiata nei boschi di conifere del Trentino». Dura lex, sed lex. «Quella del limonene purtroppo è ormai una battaglia persa» è la constatazione amara di Vittorio Tamburrini, che guida la Solas, la principale azienda italiana di vernici naturali per legno, impegnata soprattutto nella fornitura di carpenterie specializzate in case in legno. «Per questo motivo abbiamo deciso di non formulare più prodotti nuovi con limonene. Come tendenza faremo sempre più vernici a base acqua o ad alto solido, con più residuo secco, senza solventi e senza acqua». In seguito alla normativa europea, recepita definitivamente dal D.Lgs. 161/2006, molti produttori di vernici naturali si sono trovati costretti a investire in ricerca e in macchinari per adeguare la loro produzione alle nuove direttive. E si trovano costretti a cercare nuove strade per ridurre o addirittura eliminare le quantità di limonene dalle formulazioni. «Un problema non solo legislativo» ci ricorda Roberto Mosca della Spring Color «ma anche puramente economico, visto che il costo del terpene di arancio su scala industriale nel giro di un paio d’anni è addirittura quintuplicato, con cifre che superano gli 8 euro al kg». Se si guarda ai paesi del Nord Europa si direbbe che dal punto di vista commerciale i prodotti ad acqua hanno avuto la meglio. Ma il solvente, anche quello petrolchimico, è duro a morire. Molti verniciatori professionisti, incuranti della propria salute, preferiscono ancora il prodotto tradizionale, senza soffermarsi a controllare se il componente sia di origine naturale o meno. Il solvente garantisce risultati migliori dal punto di vista estetico, per facilità di applicazione e protezione dei supporti lignei. Ma ci sono anche

produttori di arredo naturale, da noi contattati, che si rifiutano di utilizzare il prodotto ad acqua, per una scelta di principio contro la sintesi petrolchimica. Però in questo modo i più rigorosi rischiano di esporsi alle critiche di novelli consumatori dal taglio green, adescati da suggestive etichette ecologiche, che in questo campo finiscono per assomigliare a specchietti per le allodole.

La guerra dell’acqua È inutile girarci intorno, la guerra dell’acqua è stata vinta. Ma più che i consumatori l’hanno vinta le multinazionali, con la forza di un nome persuasivo, quanto depistante. Come suggerisce l’associazione Bioedilizia Italia, quelle che erroneamente sono chiamate vernici all’acqua andrebbero chiamate con il loro vero nome: vernici acriliche. Cioè vernici in cui il cuore del prodotto, ciò che si chiama «legante» o «colla» è la resina acrilica, l’acrilstirolo-copolimerizzato, di origine petrolifera.

Con la pressione dei giganti della chimica industriale si è giunti ad assimilare il limonene agli altri idrocarburi provenienti dal petrolio. La comunità europea consente di etichettare vernici acriliche come ecologiche, con tanto di marchio Ecolabel, malgrado la letteratura scientifica confermi quanto sia riduttivo dipingerle come sane e amiche dell’ambiente1. Se si va a spulciare dentro i barattoli, scopriamo che i solventi non sono, come si vorrebbe far credere, gli unici imputati per i danni biologici che subiscono gli operatori del settore, come i lavoratori nei colorifici di produzione, i verniciatori e gli addetti ai tintometri. Nella formulazione di una vernice, oltre ai solventi, esistono tre gruppi principali di componenti: i leganti, le cariche e i pigmenti. A questi si aggiungono altre materie coadiuvanti, e additivi altrettanto insidiosi come i conservanti. Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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SPECIALE vernici naturali «La base legante o filmogena delle vernici ad acqua è quasi sempre acrilica, vinilica o nel peggiore dei casi silossanica» spiega Minciocchi. «Si tratta di leganti sintetici, che se non vengono ben purificati possono contenere residui tossici pericolosi. Senza considerare che la resina acrilica ha dei costi energetici e produttivi enormi». Gualberto Cappi, uno dei maggiori esperti italiani in formulazioni e cicli produttivi naturali applicati alle vernici, ci offre un ulteriore quadro prospettico poco incoraggiante. «Il legante ha delle parti che sono soggette a volatilità, anche se non classificate come volatili ai sensi della

che non tutti i produttori adottano le stesse metodologie. «Ci sono quelli che introducono ancora additivi minerali» spiega Minciocchi. «Altri aggiungono sostanze di ultima generazione, come l’idrossimetilglicinato, bioassimilabili in naQuelle che erroneamente tura, ma con potenziale tossicità». E c’è chi scommette sulle nanotecnosono chiamate vernici logie, sfruttando le microparticelle all’acqua andrebbero di argento. I produttori del naturachiamate con il loro vero le fanno la scelta degli oli essenziali, in percentuali minime, tali da non nome: vernici acriliche. innalzare le sostanze volatili presenti. Oppure, come nel caso del I problemi del prodotto ad acqua ri- produttore I Colori della Terra, si guardano poi la conservazione. A un scelgono dei conservanti sintetici di esame più approfondito, vedremmo tipo alimentare, come il potassio legge. Sono dei componenti instabili che abbandonano il film reticolato della pittura e che a certe condizioni di temperatura e umidità possono venire liberate».

Vernici a confronto Prodotto

Descrizione

VOC (composti organici volatili)

Con solvente vegetale

650g/l (VOC naturale)

A base acqua

0 g/l

Dietileneglicol(mono)butiletene, Uso di componenti non precisate. minime percentuali di conservanti Scheda di sicurezza su richiesta. sintetici nocivi

A base acqua

80g/l

2-butossietanolo

Durga

A base acqua (emulsione)

0 g/l

Dichiarazione completa dei componenti. Scheda di sicurezza su richiesta.

I Colori Della Terra

A base acqua

0 g/l

Dichiarazione completa dei componenti. Scheda di sicurezza su richiesta.

Mister Color

Con solvente petrolchimico

700g/l

Sali di piombo, nafta pesante, sali di cobalto di acidi grassi, 2-butanonossima

NOVALIS IMPREGNANTE

A base acqua

50 g/l

Uso di componenti non precisate. Composto a base benzotriazolica, Scheda di sicurezza scaricabile Iondopropinil n-butilcarbammato dal sito.

Solas

A base acqua (emulsione)

8 g/l

Nicheltitanati, verde ossidocromo

Con solvente vegetale

247g/l (VOC naturale)

Auro FONDO SPECIALE 117

Boero BIOLEGNO ACQUA

Conservanti o additivi funzionali critici

Dichiarazione completa dei componenti sul sito. Scheda di sicurezza su richiesta (in inglese).

Covema S660 IMPREGNANTE INCOLORE

IMPREGNANTE PER LEGNO

Oikos

INFINITO U 30

Spring Color

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Trasparenza e conformità delle schede

Uso di componenti non precisate. Scheda di sicurezza scaricabile dal sito.

Uso di componenti non precisate. Scheda di sicurezza scaricabile dal sito.

Dichiarazione completa dei componenti. Scheda di sicurezza su richiesta.

Dichiarazione completa dei componenti. Scheda di sicurezza scaricabile dal sito.


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visita il sito negoziobio.info zano degli essiccativi a base di metalli, che favoriscono il processo ossidativo, attirando cioè ossigeno Tutti i composti organici volatili sono soggetti alla stessa normativa (Il D. Lgs. dall’aria e legandolo al prodotto. 161/2006). Ma i composti non sono tutti uguali, né per gli aspetti tossicologici, né per i processi che sono in grado di innescare. Dal punto di vista Ai tempi dei Romani si usava il biologico sarebbe utile ad esempio conoscere il tempo di dimezzamento piombo, messo al bando solo in delle molecole. Ecco uno schema: tempi recenti. Oggi si utilizzano Molecola Tempo di dimezzamento soprattutto il cobalto e lo zirconio, Alfa-pinene (terpene della trementina) 4-5 minuti ma anche altri minerali come ferro Limonene (terpene d'arancio) 36 minuti e manganese. Allo studio dei legiAcetone 60 giorni slatori si prevede una stretta sul coToluene 1,9 anni balto, sul quale esistono studi sulla Clorofluorocarburi (CFC) da 5 a 4500 anni tossicità. «Il problema è tutto nelle quantità, perché il cobalto è conteFonte: Bioedilizia Italia nuto anche nella vitamina B12» ci sorbato o il benzoato di sodio, gli nini, con l’effetto di portare in su- rassicura Minciocchi. Difficile capistessi che per intenderci si mettono perficie macchie e cosiddetti san- re se il legislatore stia facendo il bene pubblico e non il tiro al bersaglio. guinamenti del materiale». nell’aranciata. I prodotti convenzionali a «zero Per questo motivo è necessario carVOC» di fatto hanno dentro dei bio- teggiare la superficie dopo la prima Verniciatura a pori aperti cidi, sostanze pericolose, che i pro- imprimitura, e selezionare delle mi- Se si vuole trattare efficacemente il duttori sono obbligati a dichiarare scele meno alcaline. «Le formulazioni legno, non basterà un singolo prosolo nel caso superino determinate delle emulsioni ad acqua di solito si dotto, ma occorre un determinato quantità, nelle schede di sicurezza. avvicinano a un pH 8,5, con l’effet- ciclo di verniciatura che dipende Che, possiamo confermarlo, sono to di reagire a contatto con le so- principalmente dal fondo e dal grastanze» prosegue Cappi. «I prodot- do di porosità dell’essenza legnosa. difficili da reperire. ti più a rischio sono i legni tropica- In linea generale le vernici coprenLa nostalgia del solvente li, ma anche le essenze nazionali ti, dette anche a poro chiuso, sono Qualcuno penserà che abbiamo il come il castagno, il rovere e il cilie- quelle che formano una pellicola suldente avvelenato. Mettiamo allora gio. Ecco che allora abbiamo cerca- la superficie trattata, mentre quelle nero su bianco la nostra opinione: le to di abbassare il pH arrivando a 5,5». impregnanti vengono assorbite dal vernici ad acqua sono senz’altro Se si parla del solvente, tornando alle legno evidenziando maggiormente più ecologiche e meno problemati- esigenze sbrigative di molti artigia- la struttura e la venatura del mateche per la salute rispetto a quelle che ni e verniciatori, quelli di derivazione riale. nelle loro formulazioni impiegano i petrolifera generalmente hanno dei Nella nostra analisi comparativa absolventi di tipo convenzionale come tempi di essiccazione inferiore. Ma biamo selezionato prodotti a solvente il toluene. Resta il fatto che molti fa- i produttori di vernici naturali, per o ad acqua, per una categoria ben legnami e applicatori però preferi- ovviare a questo problema, utiliz- precisa: gli impregnanti trasparenti. scono le vecchie vernici, più versatili nell’applicazione e hanno una maggiore resistenza chimica, contrastando meglio l’insorgere di funghi, muffe e batteri. Le vernici acriliche però hanno altri difetti. Il problema viene maggiormente avvertito nella verniciatura dei mobili, perché l’aspetto finale non soddisfa ancora il cliente abituato a usare vernici che conferiscono al legno un aspetto più pieno. «Se il professionista lavora su legno massello, il prodotto ad acqua può dare comunque delle buone soddisfazioni» è l’opinione di Gualberto Cappi. «Da un punto di vista applicativo l’acqua però alza il “pelo” del legno, rendendo la superficie più ruwww.springcolor.it vida e innescando reazioni con sostanze solubili del legno come i tan-

Tutta la verità sui VOC

Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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SPECIALE vernici naturali Vernici ad acqua, si fa per dire Gran parte delle componenti inserite nelle miscele delle vernici acriliche ad acqua sono di origine petrolifera. Ecco una lista dei possibili ingredienti di una vernice convenzionale: Co-solventi: isoparaffine e ragie minerali o benzine. Solventi petroliferi (e quindi VOC) che sono permessi nei «prodotti a base acqua», così recita la legge 161, fino a 150 g/litro. Contribuiscono all’effetto serra in virtù del contenuto CO2 equivalente poiché di origine petrolifera. Le ragie minerali e le benzine, meno pregiate delle isoparaffine, contengono sostanze aromatiche. Disperdenti: tensioattivi di varia natura. Antischiuma: sono generalmente prodotti siliconici o poliglicoli. Emulsionanti: esteri amminici, etil ammine, ammoniaca. Conservanti: formaldeide, isotiazolinone. Reticolanti: Etil urea, isocianati. Coloranti: oltre agli ossidi di ferro e coloranti comuni troviamo anche blu a base di cobalto, ftalati, coloranti azoici. Fonte: Bioedilizia Italia

Questo tipo di prodotto ha la funzione di penetrare nel legno senza otturarne i pori e di lasciarlo respirare, fornendo al contempo una prima barriera di protezione dagli agenti atmosferici, dalla polvere o dagli urti meccanici. L’impregnante è una miscela di resine, oli, solventi o altri additivi con lo scopo di impedire alle spore dei funghi, principali nemici del legno, di germinare e svilupparsi a danno della struttura legnosa. Alcuni materiali, come il legno di conifera, sono particolarmente sensibili all’attacco dei funghi e rendono indispensabile il trattamento. Gli impregnanti naturali complessivamente tendono meno a sfogliarsi e scheggiarsi, risparmiando il distacco di fibre di legno degradate fotochimicamente. I prodotti ad acqua, essendo più permeabili all’umidità rispetto alle vernici al solvente, potrebbero addirittura favorire la pro-

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lificazione di spore, che si sviluppano quando il grado di umidità esterna persiste su valori intorno all’80%, con una conseguente umidificazione del materiale in misura del 20%. Nelle formulazioni alcune aziende aggiungono dei biocidi potenzialmente tossici. Il consorzio LegnoLegno sconsiglia comunque di utilizzare questi prodotti sui manufatti che vengono collocati all’interno

delle case, dove raramente l’umidità raggiunge delle soglie persistenti dell’80%. Gli impregnanti idrosolubili tuttavia hanno una buona penetrazione nel legno e offrono tempi di essiccazione più veloci. Se si vuole comunque assicurare una maggiore protezione contro i raggi ultravioletti, il surriscaldamento e gli agenti atmosferici, è consigliabile un prodotto coprente pigmentato che, al contrario della pellicola trasparente, filtra i raggi UV e impedisce di sciupare le fibre.

La direzione dei produttori bioecologici Il lavoro dei restauratori assomiglia un po’ a quello degli alchimisti. Ancora oggi l’arte del restauro richiede attenzioni e accorgimenti, che sfuggono ai comuni mortali del bricolage di stagione. Ma anche i produttori di vernici naturali devono darsi ben da fare: le vernici devono essere formulate per garantire al legno un grado costante di permeabilità, senza turbare troppo l’equilibrio fisico tra ambiente esterno e l’interno delle porosità. Se abbiamo deciso di far parlare i produttori, non è certo per motivi di tipo commerciale. Dietro la storia di ognuno c’è una ricerca e uno spessore umano che li rende poco confinabili al ruolo di semplici direttori d’azienda. A livello strategico Colori della Terra e Solas, come abbiamo visto, puntano verso l’alto solido, senza solventi e senza acqua. «Il senso è quello di ridurre la fase volatile, che nel comune smalto arriva a essere del 40-50%» ci spiega Vittorio Tamburrini. «Per garantire fluidità e

Inquinamento nelle scuole All’interno delle scuole toscane l’inquinamento è superiore in media di 6-8 volte a quello esterno delle nostre città. È il triste esito del progetto che ha coinvolto un campione casuale di 61 scuole (elementari e medie inferiori) e tutte le Aziende Sanitarie Locali della Regione Toscana nel 2009. Nelle aule sono state trovate quantità di polveri ultrafini (PM 2,5) sopra la media, insieme a inquinanti tossici e cancerogeni in quantità pericolose. In particolare, lo studio ha mostrato concentrazioni di formaldeide, toluene, xilene e acetaldeide non associabili al traffico o al valore riscontrato fuori aula, ma imputabili a prodotti quali vernici, adesivi, resine e detergenti. Fonte: Progetto Indoor, Arpat 2009


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visita il sito negoziobio.info viscosità ovviamente è necessario aggiungere oli e resine vegetali, in modo da rendere i prodotti pennellabili e spruzzabili. L’unico difetto è che le formulazioni sono molto difficili. Un impregnante ad alto solido per esempio, oggigiorno è ancora impossibile. Ma la nostra ricerca va avanti. E comunque i prodotti a solvente ce li abbiamo ancora». «Continuerò a difendere a spada tratta i solventi naturali» promette Marco Susini, titolare della Durga, storica azienda nata quindici anni fa tra le colline toscane. «Ma la nostra direzione è quella dell’emulsione ad acqua. L’80% dei nostri prodotti sono a emulsione per tre diversi motivi: seccano prima, sono più economici e hanno un odore meno persistente».

Ora tutti ne parlano, ma noi da sempre diamo una mano alla salute del pianeta, della vostra casa, della vostra vita.

Le vernici devono essere formulate per garantire al legno un grado costante di permeabilità, senza turbare troppo l’equilibrio fisico tra ambiente esterno e l’interno delle porosità. Tra i produttori c’è anche chi, come Spring Color, rivendica con fierezza una linea di prodotti di alto livello a base di solventi vegetali. «Non c’è niente da fare, col solvente le prestazioni tecniche sono migliori» taglia corto Francesco Mosca, direttore commerciale dell’azienda. «La nostra è una scelta in controtendenza che in qualche modo si paga, visto il prezzo dell’olio di arancio. Ma noi vogliamo inseguire la qualità e non le leggi di mercato». La ricerca intanto va avanti e l’azienda marchigiana ha sviluppato la linea Yin e Yang, con due prodotti complementari, che permettono di realizzare dodici diversi tipi di cicli di applicazione, con evidente risparmio di materiale, ingombro e trasporto. Mentre lo Yang vale come pittura murale in polvere e riduce il trasporto di barattoli di acqua su e giù per la penisola, Yin è un’emulsione

Solas: 100% natura. Siamo nati per questo. I nostri prodotti sono “veramente” naturali, senza resine acricliche, viniliche, alchidiche, isoalifati o dannosi biocidi che vengono rilasciati negli ambienti anche dopo anni. Diamo più di una mano a chi vuole fare una scelta matura e consapevole per salvaguardare l’ambiente e la salute di chi abita e di chi lavora. Perchè tutti ne parlano, ma non basta essere “all’acqua” per essere atossici, sani e naturali! Scopri tutta la gamma Solas per il muro, il legno, gli infissi, il parquet, il metallo, il cotto, le pulizie, il mantenimento...

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Vernici

naturali

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SPECIALE vernici naturali liquida multifunzione, valida come legante per le velature e protettiva per le superfici di legno o murali. «Abbiamo pensato a un prodotto facile da usare, economico e di rapida essiccazione, che soddisfi i requisiti di ogni buon ecologista» racconta Roberto Mosca, titolare dell’azienda. «Secondo la normativa ha solo il simbolo di rischio Xi, lo stesso della calce. Può essere diluito con acqua o diluente vegetale, mentre i pennelli si lavano semplicemente con acqua e sapone».

Nel mondo delle vernici le garanzie per il consumatore sono molto scarse, e nel nostro lavoro di indagine abbiamo riscontrato pratiche ai margini della legalità.

Come leggere le schede di sicurezza Come primo aspetto le schede di sicurezza devono essere scritte in lingua italiana, con l’indicazione della data di redazione e il nome della persona da contattare in caso di emergenza. Le schede devono essere divise in 16 parti, secondo una sequenza ben precisa, tra cui quello sulle informazioni tossicologiche (punto 11) e quello sulle informazioni ecologiche (punto 12). Tutte le sostanze pericolose, quando sono contenute nei prodotti in quantità superiore a determinate concentrazioni, devono essere indicate nella scheda di sicurezza nel punto 2. La corretta indicazione contempla il tipo di sostanza, il simbolo di pericolo e le frasi di rischio (per esteso), particolarmente importanti per conoscere i prodotti utilizzati. A volte invece viene inserita solo la lettera con il numero (ad esempio R11) senza alcuna descrizione del suo significato. La pericolosità del preparato, diversa dalla pericolosità delle singole sostanze che lo compongono, viene descritta nel punto 15 della scheda.

Quella del packaging ecologico è la stessa direzione intrapresa da Durga, che sta riducendo al minimo gli sprechi legati alle confezioni e ai trasporti, con un prodotFonte: LegnoLegno to per il legno, il «tannino stop», che verrà fornito direttamente in polvere. In questo modo si ridimensiona l’uso della plastica del contenitore e del trasporto di e le avvertenze per proteggere la salute ed evitare di inacqua, che può essere aggiunta direttamente sul cantiere quinare l’ambiente. Ma tranne rare eccezioni, sui siti indi utilizzo. ternet delle aziende sono difficilmente reperibili e, fatto ancora più grave, sono sconosciute ai verniciatori. Le Trasparenza e sicurezza schede rimangono nei cassetti delle aziende e sono reFatta la legge, trovato l’inganno. Purtroppo nel mon- datte in modo lacunoso e non conforme alla sequenza do delle vernici le garanzie per il consumatore sono mol- imposta dalla normativa. to scarse, e nel nostro lavoro di indagine abbiamo ri- Su questo terreno i produttori di vernici naturali sono scontrato pratiche ai margini della legalità. La dispo- da premiare per aver scelto la strada della trasparenza. nibilità di schede tecniche di sicurezza trasparenti e ben La dichiarazione di tutti i componenti in etichetta e nelcompilate sono già degli elementi con cui misurare la le schede informative è un passo che reputiamo più imserietà di un’azienda. Bisogna poi saperle leggere, an- portante di qualsivoglia certificazione. che per quello che non dicono. La legislazione di fat- Valutare gli impregnanti non è sicuramente un’operato limita l’uso di sostanze realmente tossiche e nocive, zione facile e richiede molti test applicativi. In termima ci sono delle soglie al di sotto delle quali non c’è ob- ni di sicurezza e di valore ecologico però la nostra vabligo di dichiarazione. lutazione comunque mette in evidenza dei limiti per le Già dalla buona compilazione di una scheda tecnica si vernici acriliche, che purtroppo in base alla legge pospotrebbe risalire alla composizione del prodotto, e tro- sono fregiarsi del titolo di prodotti a zero VOC. vare tutte le informazioni utili sulla sicurezza e le mo- «Tra il naturale e l’ecologico dell’ultima ora c’è una didalità di impiego. La vera partita però si gioca sulle sche- stanza concettuale enorme» sostiene Tamburrini. «Il prode di sicurezza, che contengono tutte le informazioni dotto ad acqua è di tipo convenzionale, con qualche miglioramento. Il prodotto naturale nasce con un’idea diversa, e mette al centro i principi della salute e dell’ambiente. Siamo in presenza di due logiche diverse. Non dobbiamo farci confondere». «Forse più che rincorrere le sirene del marketing dovremmo fare una riflessione seria e non seguire ciecamente le tendenze commerciali» afferma Mosca. «Invece di considerarci dei concorrenti, noi produttori del naturale potremmo percorrere ancora un pezzo di strada insieme. In uno scambio di competenze e di saperi che può essere utili per tutti». Anche per la nostra salute! l 1. Chang Y. M. et al, «A study on dynamic volatile organic compound emission characterization of water-based paints», Air Waste Manag Assoc, 2011 Jan; 61(1):35-45.

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Quarto Conto Energia

energia

Le cose essenziali da sapere sul nuovo decreto per l’incentivazione dell’energia da impianti fotovoltaici.

di Roy Virgilio

I

l 6 maggio il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani e il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo hanno finalmente firmato il decreto che determina la nuova disciplina delle modalità di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici (IV Conto Energia). Il nuovo sistema, molto complesso e sfaccettato, prevede riduzioni della tariffa incentivante dal 1° giugno, differenziate sia in riferimento alla taglia dell’impianto sia alla sua tipologia. Solo le classi di potenza restano quelle del terzo conto energia: da 1 a 3 kW, da 3 a 20 kW, da 20 a 200 kW, da 200 kW a 1 MW, da 1 a 5 MW e superiori ai 5 MW. Le tipologie di impianto sono state suddivise in 3 categorie «impianti integrati»; «altri impianti» e una categoria intermedia così definita: Norma, Art. 14, c2 - «Per impianti montati su pergole, serre, barriere acustiche, tettoie e pensiline si applica una tariffa incentivante pari alla media aritmetica delle tariffe previste per impianti realizzati su edifici e altri impianti». Per accedere all’incentivo si farà riferimento al momento dell’entrata in esercizio dell’impianto, ossia quando sarà allacciato, a meno che i gestori di rete non debbano garantire la connessione in un tempo certo (30

giorni): diversamente ci saranno specifiche indennità che dovranno essere stabilite dall’Autorità per l’energia (tit. 1, art. 7). Il DM introduce anche una soglia annuale per i grandi impianti (invalicabile per il 2011 e 2012) e due tipologie di grandezze: piccoli impianti e grandi impianti con l’obbligo di registrazione al GSE. Si definiscono piccoli impianti quelli sotto i 1000 kW su tetti, a terra inferiori a 200 kW operanti in regime di scambio sul posto, o tutti quelli realizzati su edifici dalle amministrazioni pubbliche (art. 1, c1, D. Lgs. 165/01). Tutti gli altri, quindi anche gli impianti da 1 kW a terra o su pensilina, parcheggio, serra ecc. sono grandi impianti. I grandi impianti dopo il 31 agosto hanno l’obbligo di iscrizione al registro informatico del GSE (tit.1, art.8) e, dal 2013 al 2016, l’eventuale superamento dei costi stabiliti per un dato periodo non limiterà l’accesso alle tariffe incentivanti, ma determinerà una riduzione aggiun-

tiva delle stesse per il periodo successivo. Dal 2013 verrà creata invece una tariffa omnicomprensiva. Nella tariffa incentivante verrà cioè inclusa anche la vendita dell’elettricità in rete, mentre sarà stabilita una tariffa a parte per l’autoconsumo. La cumulabilità degli incentivi è descritta all’art. 5 del primo titolo. Ci sono condizioni di favore per le scuole, che dal 2012 potranno cumulare gli incentivi del conto energia con contributi in conto capitale fino al 60% del costo di investimento; non si potrà invece usufruire del conto energia e contemporaneamente delle detrazioni fiscali. Un elemento da tenere in considerazione, dal momento che è previsto anche un premio per l’installazione del fotovoltaico abbinato a interventi di efficientamento dell’edificio (tit. 2, art. 13). A seconda di quanto si riducono i consumi, la maggiorazione della tariffa del conto energia può arrivare fino al 30%, ma l’accesso al premio esclude appunto il poter usufruire di altre detrazioni. Sono previste anche altre maggiorazioni di tariffa (sempre non cumulabili tra loro – tit. 2, art. 14) quali ad esempio il premio di 0,05 euro a kWh per gli impianti che vanno a sostituire coperture in eternit. Un’ultima maggiorazione del 10% dell’incentivo si può ottenere per impianti il cui costo di investimento sia per almeno il 60% riconducibile a una (non ben definita) produzione Ue (manodopera esclusa). Sono previste inoltre tariffe maggiorate per impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative fino a 5 MW di potenza e per gli impianti a concentrazione, sempre sotto i 5 MW. Infine, si individueranno anche impianti con innovazione tecnologica che avranno diritto a tariffe speciali, ancora da definire. l

Per saperne di più Il decreto da scaricare: www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/DM_PV_firmato.pdf Un riassunto tabellare completo (i documenti sono visionabili previa iscrizione gratuita): www.energeticambiente.it/legislazione-normative-e-comunicati-ufficiali/ 14740353-vita-morte-e-miracoli-del-4a-ce.html#post119204890

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Costruirsi un forno in terra cruda Semplice, economico, divertente. Ecco come realizzare un capiente ed ecologico forno a legna. E possono partecipare anche i bambini! di Andrea Magnolini

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mpastando terra, sabbia e paglia si può creare un forno. Mi sembrava incredibile. Eppure il mio amico Maurizio, che era stato in Argentina, garantiva che «tutti, di fianco al barbecue, hanno el horno de barro», ovvero il forno di terra. Dopo essermi documentato, ho scoperto che i forni di terra sono diffusi ovunque, dalle Americhe all’Africa, dalla Cina all’Europa. Anche in Italia molte popolazioni, dal neolitico in poi, inclusi celti ed etruschi, adoperavano forni con la cupola di terra cruda. Ancora oggi se ne incontrano in Sicilia e Sardegna. Così ho iniziato a costruirli anch’io, organizzando dei corsi. A Cesena, durante uno di questi in-

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gli di un amico, Giobbe delle Cascine Preoccupate, tornai alla cooperativa Dulcamara dove mi attendeva un campo estivo con 12 bambini. Ci mettemmo al lavoro impastando con i piedi la terra del calanco, e in tre giorni avevamo finito il forno. Nonostante fosse pieno di imperfezioni tecniche, dal 2006 è ancora lì e cuoce che è una meraviglia. Successivamente ho incontrato Alberto Rabitti, un ingegnere che ha studiato l’uso della terra cruda e lavora nelle scuole di Reggio Emilia come atelierista. Durante un progetto da lui promosso presso l’Ecoistituto di Cesena, abbiamo conosciuto quello che è stato un po’ il nostro mentore, Martin Stoppel, un fumista bavarese che nel suo lavoro utilizza la terra.

contri, un panettiere settantenne mi osservava con grande scetticismo. Una volta finita l’opera e dopo aver cotto la prima pizza, si avvicinò e mi disse: «Beh, sai che sessant’anni fa il primo forno della mia famiglia l’abbiamo fatto in questo modo?». Purtroppo questa invenzione così economica ed efficiente viene bistrattata dalle vecchie generazioni, perché l’utilizzo diretto di materiali semplici richiama alla mente la povertà vissuta in passato. I forni in terra cruda dovrebbero invece avere maggiore diffusione: di terra ce n’è in abbondanza e imparando ad utilizzarla, potremmo avere questa ric- Un’impresa per tutti chezza ovunque vogliamo. Fare un forno di terra è una granLa storia del mio primo forno è ab- dissima soddisfazione… a patto che bastanza buffa. Dopo alcuni consi- poi venga utilizzato veramente. Bi-


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sogna creare un bel gruppo di amici o persone interessate: costruire un forno in terra da soli è abbastanza faticoso, ma in gruppo può diventare una festa. Come ho accennato, possono partecipare anche i bambini perché non si usano materiali tossici o pericolosi. Basta avere un minimo di manualità (o coinvolgere degli amici che ne hanno) ed essere disposti a sporcarsi un po’. Non è necessario alcun tipo di macchinario. Se vi sembra comunque troppo lungo e faticoso, considerate il tempo e l’impegno che servirebbero per guadagnare il denaro necessario per acquistare un forno prefabbricato!

Dove posizionare il forno Se si pensa di utilizzare il forno anche in inverno, è bene costruirlo sotto una tettoia preesistente o direttamente in casa, tenendo conto che, per vari motivi, uno sbuffo di fumo ogni tanto può uscire. Altrimenti lo si può collocare in giardino. La terra, se non ci sono gelate, può essere lavorata tutto l’anno, ma sicuramente è più piacevole maneggiarla quando fa caldo.

Come cominciare La dimensione del forno va adattata alle proprie esigenze: forni grandi cuociono più pizze contemporaneamente, ma richiedono più legna e più tempo per scaldarsi. Innanzitutto bisogna costruire la base e pensare alla copertura, come per qualsiasi tipo di forno. La base si può ottenere sfruttando un pendio o un poggio, o costruire in muratura, utilizzando mattoni e sassi a secco. I materiali necessari per il forno vero e proprio sono: una cinquantina di mattoni refrattari e altri laterizi per il piano di cottura; un ballino di paglia e circa mezzo metro cubo di sabbia fine da fiume. Meglio evitare la «sabbia di frantoio», ottenuta tritando calcinacci, quindi anche colle, vernici e cemento. La terra si può reperire direttamente in natura, scavando sul posto, in giardino o in un campo vicino: poche persone vi negheranno le 7 o 8 carriole necessarie. Servono poi

una trentina di rami di nocciolo o salice potati di fresco. Invece dei mattoni refrattari, per il piano di cottura si possono usare mattoni vecchi (quelli moderni estrusi si sfogliano con il calore intenso). Questo richiederà più attenzione per creare un piano omogeneo. Per tutti questi materiali si spendono dai 60 ai 100 euro in tutto.

torno al quale si modella la volta. Tutto questo si fa in una giornata. Il giorno seguente si creano le due bocche e lo sfiato per il fumo. Si può anche prevedere una canna fumaria in acciaio, come potete vedere nella foto di apertura. È meglio fare anche uno strato di terra che verrà impastata aggiungendo ancora sabbia e molta più paglia, rendendo il composto leggero e quindi isolante. Questi Come scegliere la terra strati sono spessi circa 7-8 cm. L’uso della terra cruda per le co- Il forno può essere anche acceso sustruzioni esige una terra priva di so- bito, è meglio però consentire stanza organica, quindi va escluso il un’asciugatura graduale. primo strato di trenta centimetri. La terra inoltre deve avere una buona Decorazione! percentuale d’argilla, che la renda ap- Si dice che «la terra perdona»: infatti piccicosa da bagnata e dura quando se inumidita si plasma con facilità, e diventa asciutta. Si possono fare va- può essere modellata ad arte per riri tipi di test: quello che utilizzo io mediare eventuali imperfezioni. Con consiste nel formare alcune «pa- il solo uso delle mani e un bel disegnotte» miscelate con differenti pro- gno nella testa (che di solito proporzioni di sabbia, che serve per pongono i bambini, perché gli adulsmagrire l’impasto. Si lasciano poi ti si vergognano) un forno può asciugare all’ombra e una volta sec- diventare un drago fiammeggiante, che si può notare quanto «ritira» la un gatto, un vulcano o un tricheco. terra, per poi scegliere l’impasto Anche i colori possono provenire dove non compaiono crepe. Questo dalla natura. Guardando sotto i piepoi va cotto per vedere se la terra è di ci si accorge subito che «non esiadatta alle alte temperature: in alcu- ste la terra al singolare, ma ci sono le ne terre, la presenza di certi minerali terre» come dice Alberto. In pochi fa crepare l’impasto. chilometri, la terra cambia colore e consistenza: grigio, ocra, giallo, rosPiano di cottura, so, bianco e così via. Questi colori volta e isolamento non sbiadiscono, perché non sono Una volta costruito un piano «a bol- dati da pigmenti ma dall’argilla stesla» (meglio se come legante si uti- sa e dagli inerti presenti nella terra. lizza solo la calce), si prepara una colla combinando della terra argil- L’antica cottura graduale losa setacciata fine con la sabbia. Quando fare la legna costava fatica, Questo materiale verrà utilizzato per si usavano le fascine di ramaglia e si incollare i mattoni del piano di cot- sfruttava tutto il calore prodotto. A tura. fiamma viva si possono cucinare Nel frattempo si inizia l’impasto per focacce, pizze, pane azzimo e simila volta: su un telo impermeabile si li. Quando la cupola è imbiancata si mischiano a secco terra e sabbia tolgono le braci, e quando si arriva nelle proporzioni ricavate dal test, si intorno ai 200° C si possono inforaggiungono acqua e paglia e si inizia nare pane, grissini e torte. Quando a impastare. Con i piedi è meno fa- la temperatura cala verso gli 80° è ticoso che con le mani. possibile seccare fichi, pomodori, Per realizzare la cupola ci sono diversi prugne, mele e così via. metodi: il classico cumulo di sabbia, Il mio sogno è costruire un forno in la centina di legno, oppure una cupola terra cruda nella periferia di una di mattoni crudi secchi, tipo igloo. grande città, dove, invece che per la Quello più semplice, che utilizzo di riunione condominiale, le persone si solito anch’io, consiste nel creare un ritrovino con gli impasti in mano per intreccio di rami freschi e flessibili at- «l’infornata del venerdì»! Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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Perché costruirlo Rispetto ai forni prefabbricati questo forno autocostruito ha molti vantaggi: non contiene cementi e altri materiali edili industriali, che spesso contengono a loro volta scarti di fonderia, ceneri di inceneritori e altre amenità.

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Il cemento è un buon conduttore e un pessimo isolante termico: si raffredda molto in fretta. La terra è un materiale gratuito e la cupola può avere un buon spessore (dai 14 ai 20 cm), sufficiente per far sì che il calore venga trattenuto a lungo in modo

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costante - una prerogativa per panificare. Con alcuni forni di terra molto ben coibentati si possono fare addirittura due infornate di pane con un solo fuoco. Oltre a tutte queste ragioni tecniche, c’è anche l’impagabile soddisfazione di «fare tutto con

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per saperne di più niente», imparando che i nostri bisogni possono essere soddisfatti direttamente esplorando i materiali che la natura ci offre in abbondanza, scoprendone la varietà e i sottili equilibri, e imparando a usarli senza danneggiare l’ambiente. l

• Per imparare a fare un forno in terra cruda si possono seguire alcuni corsi, o meglio «cantieri aperti», nei weekend da aprile a ottobre in tutta Italia. Possono partecipare anche i bambini, che non pagano. L’elenco aggiornato si può trovare all’indirizzo www.passileggerisullaterra.it. • Il Gruppo di ricerca tecnologie appropriate (Grta), oggi chiamato Ecoistituto di Cesena, studia e divulga pratiche che riguardano i materiali naturali, le tecniche artigianali tradizionali e l’educazione ambientale: www.tecnologieappropriate.it

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1 Base in muratura e copertura necessaria per proteggere la terra cruda dalla pioggia. 2 Mucchi di terra e sabbia che servono per l’impasto. 3 Si aggiunge paglia una volta miscelati terra e sabbia a secco. 4 Si pestano terra, sabbia e paglia in proporzioni corrette a seconda del tipo di terra. 5 Dopo aver fatto una base con mattoni refrattari o mattoni vecchi, si fa una cupola con rami flessibili e la si copre con l’impasto di terra. 6, 7 Decorazione e scultura con un secondo strato di terra cruda. 8 Si possono fare varie finiture con terre di colore diverso, anche mentre si accende il forno per iniziare a seccarlo (9). 10 Il tetto è indispensabile.

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11 Il forno può avere la canna fumaria; in alternativa (12) il fumo può uscire appena sopra la bocca del fuoco o, come in questo caso, dalle orecchie del gatto!

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Orti condivisi danno buoni frutti Presso l’orto Semi rurali Garten si coltivano ortaggi e relazioni nella periferia di Bolzano. 34

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testo e foto di Elisa Nicoli

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harif lavora al Burger King in centro a Bolzano. Oggi il suo turno comincia tardi e ha tempo di sistemare un pezzo di terra in cui vuole coltivare delle grandi zucche. Sembra un ragazzino. «Sarà figlio di qualcuno che lavora all’orto» ipotizza Elisabeth, una volontaria polacca che qui ha trovato il suo rifugio.

Sharif è nuovo all’orto, ma è a Bolzano da molti anni. Arriva dal Bangladesh, ed è la prima volta che riesce a trovare spazio per una sua passione. «Sto bene, nel verde» dice. Intorno a lui si muovono indaffarate altre persone, con zappa e carriola. È primavera, e molte piante stanno già crescendo, altre invece devono ancora essere sistemate. Questo orto, soprannominato «Semi rurali Garten», era un terreno abbandonato di 1000 metri quadrati nella periferia di Bolzano. Dal mese di luglio dell’anno scorso l’associazione Donne-Nissà (www.nissa.bz.it) ne ha preso in affitto la metà, per coltivare ortaggi, piante medicinali e tintorie con metodo biologico. È uno spazio condiviso e partecipato dal-

Realizzazione del murales all’ingresso dell’orto (foto: archivio dell’orto)

la cittadinanza, dove chiunque può lavorare gratuitamente. Viene gestito tecnicamente da Thomas Fauner, perito agrario sudtirolese ed esperto di permacultura. «Ognuno di noi collabora per il tutto, così come le piante che abbiamo seminato si assistono reciprocamente in maniera sinergica» spiega Antonio, bolzanino, che ha appena finito di seguire i corsi tenuti da Thomas sulla permacultura. «Non è uno spazio in cui ciascuno gestisce il suo pezzo di terra personale, ma dove ognuno contribuisce all’orto nel suo insieme». Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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Una coppia di argentini fa le veci di Thomas, che oggi è assente. Danno spazio alla libera iniziativa di Sharif, ma presto dovranno spiegargli che quello che sta realizzando non potrà essere un suo spazio personale. Per molti la filosofia dell’orto condiviso infatti non è immediata: la collaborazione è un concetto che le persone hanno in gran parte disimparato, o mai conosciuto. «Sono arrivata qui quattro anni fa» racconta Hilary Solly, cercando di trattenere sua figlia che scalpita per andare a giocare sull’erba con lei. È tra gli ideatori dell’orto condiviso, e lavora per Donne Nissà come coordinatrice dei vari progetti. «Avevo sempre questa idea in testa» prosegue Hilary. «Volevo creare anche qui quelli che noi in Inghilterra chiamiamo community gardens». In fondo all’orto c’è un tavolo con sopra i resti del pranzo che tutti hanno condiviso. «All’inizio ciascuno tornava a casa sua per mangiare» racconta Rachele, giovane promotrice di A sinistra: l’orto com’era prima del luglio 2010 (foto: archivio dell’orto) A destra: l’orto nella primavera del 2011

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iniziative legate all’orto. «Poi abbiamo iniziato a mettere a disposizione di tutti del cibo. Pian piano, spontaneamente, qualcuno ha cominciato a portare la torta fatta in casa, il pane, la frutta… così abbiamo iniziato a condividere anche i pranzi». L’orto è aperto solo il sabato e il mercoledì pomeriggio. Normalmente c’è Thomas, l’unico stipendiato, a dirigere i lavori, pianificati a gennaio da una ventina di volontari più o meno fissi. Le persone fanno i turni per irrigarlo quotidianamente, prendendo la chiave custodita dal barista lì accanto. «Abbiamo chiesto un contributo al Comune, a cui comunque dobbiamo pagare l’affitto» precisa Hilary. «Riceviamo un contributo finanziario anche dal Ministero dell’agricoltura attraverso il progetto Pan Bio, che sostiene progetti di produzione biologica in orti didattici e orti privati in affitto». Quest’estate, per il primo

A sinistra: Thomas coi figli di Hilary (foto: archivio dell’orto) Al centro: una piccola serra e pacciamatura con la lana A destra: piantina di ribes rosso

anno, all’orto Semi rurali Garten sono previste delle settimane didattiche per bambini dai 6 ai 10 anni. «Ogni tanto arriva qualche persona del quartiere» racconta Elisabeth «e ci lascia le piante che non riesce più a coltivare sul suo balcone. Ne abbiamo già adottate un bel po’». Talvolta i vecchi proprietari passano per chiedere notizie sulla salute della loro pianta. «Con la filosofia della permacultura si sviluppa spontaneamente un equilibrio tra quanto le persone lavorano e quanto prelevano» spiega Antonio. A fine stagione si vedrà se questo lavoro comune darà buoni frutti, sia in termini di raccolto che di relazioni. l

per saperne di più Associazione Donne-Nissà, via Cagliari 22/a 39100 Bolzano, tel 0471 935 444 - www.nissa.bz.it www.fachschule-salern.it/download/PAN_BIO_Projektbeschreibung_Homepage.pdf


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contatti La sede di Docusound è in via Mazzini 46, 10100 Torino tel 011 19502027 - info@docusound.it www.docusound.it

storie

Raccontare la realtà senza immagini In un’epoca dominata dal video, i «documentari sonori» sono un invito a recuperare il valore dell’ascolto, e la forza dell’oralità. di Maria Ferdinanda Piva

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on c’è proprio niente da vedere nei documentari proposti da Docusound, un progetto torinese nato grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. In Occidente l’uomo affida la percezione del mondo più alla vista che agli altri organi di senso, a differenza di quanto fa la stragrande maggioranza degli esseri viventi. La trasmissione delle informazioni e la descrizione della realtà oggigiorno passano prevalentemente attraverso gli occhi. I giornali radio sono un caso a parte, una sorta di riserva indiana. Inchieste, notizie, documentari il più delle volte sono strutturalmente intessuti di immagini. Docusound fa eccezione, poiché utilizza solo i suoni per raccontare la realtà. Per constatare come l’audio possa essere persino più efficace del video, basta ascoltare sul sito web le «cartoline sonore» che illustrano alcuni scorci di Torino, per esempio Porta Palazzo, il mercato più grande d’Europa, situato in un quartiere nel quale hanno messo radici gli immigrati arrivati dal Sud

dell’Italia prima e dal Sud del mondo poi. La «cartolina» ricostruisce in 120 secondi l’ambiente del mercato attraverso i rumori di fondo, i commenti dei passanti e le voci dei venditori.

«Veniamo dal documentario d’autore in video e dall’abitudine di prestare molta attenzione a come il contenuto viene veicolato attraverso le emozioni. Abbiamo cercato di trasportare nel mondo dell’audio questa tecnica» sintetizzano Fabrizia Galvagno e Matteo Bellizzi, rispettivamente produttore e regista. Il primo lavoro di Docusound è stato «Ferrante - liberi di imparare», un documentario sonoro sul carcere minorile di Torino che è stato trasmesso su Radio Tre all’inizio di quest’anno. Sono poi venuti «Preghiera di strada» sulla prostituzione delle ragazze nigeriane, e due documentari ricavati dalle memorie di un marinaio ottantenne e dell’anziana figlia dell’ultimo cantastorie romagnolo: ore e ore di domande e risposte condensate in due ritratti di circa 15 minuti. Docusound sta attualmente raccogliendo altre memorie sonore, dalla vita di un venditore porta a porta di aspirapolveri al rapporto fra due genitori e il figlio disabile. Chi ritiene di avere qualcosa da raccontare, non ha che da farsi avanti… l

Il manifesto di Docusound 1 Alla base del nostro mestiere c’è l’ascolto: in un’epoca iper-visiva, che vuole vedere tutto, torniamo al suono per recuperare la sostanza. cerchiamo la voce delle persone, veicolo di storie e passioni, essenza della comunicazione, radice di ogni racconto.

2 Conosciamo la forza dell’oralità e vogliamo riscoprirla:

3 Qualsiasi storia può essere raccontata «dal punto di vista del suono». 4 I nostri microfoni raccontano la realtà e spesso vanno dove le telecamere non possono andare: i nostri microfoni «riprendono al buio», sono leggeri e discreti e rispettano la privacy.

5 Amiamo il suono in tutte le sue forme. Un rumore può diventare sinfonia; un suono a volte racconta meglio di tante immagini.

6 Il suono deve essere pulito, di alta qualità, profondo e dinamico. 7 Creiamo ricordi sonori: oggi abbiamo immagini di ogni momento della nostra vita ma non ci preoccupiamo di conservare il suono di ciò che ci circonda.

8 L’audioracconto della realtà lascia spazio all’immaginazione: è un genere che fa incontrare il cinema e la narrativa.

9 Docusound non nega l’immagine: l’ascolto aiuta a ritornare al visivo con maggiore consapevolezza e sensibilità percettiva.

10 Docusound include i non vedenti: milioni di persone nel mondo tagliate fuori dalla comunicazione visiva.

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nuovi paradigmi

Fare ciò che si dice, dire ciò che si fa Intervista a Wolfgang Fasser, fisioterapista e musicoterapeuta non vedente, sull’opportunità di assumersi la piena responsabilità della propria vita. di Elisa Nicoli – foto: archivio Wolfgang Fasser

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olfgang Fasser vive in un’antica casa in pietra, recentemente ristrutturata, a ridosso delle foreste Casentinesi, tra Firenze e Arezzo. È nato e cresciuto in un paesino tra i monti della Svizzera tedesca, poi ha cominciato a girare il mondo. Senza vederlo. Wolfgang ha progressivamente perso la vista a causa di una malat-

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tia genetica. Ma questo non lo ha frenato. Gli ha dato anzi una spinta in più per danzare coi suoi limiti, per trovare il suo spazio nel mondo. Tra le attività principali di Wolfgang c’è la fisioterapia e la musicoterapia. Nel 1999 ha fondato l’Atelier di improvvisazione musicale Il Trillo a Poppi (Ar), un’associazione non profit che propone attività di

musicoterapia per il «ben-essere», in particolare per i bambini con disagi fisici o psico-fisici. Ospite da un amico, Wolfgang passa dei periodi in Svizzera e in Germania, dove si guadagna quel poco che gli basta per vivere grazie all’insegnamento delle sue due discipline. Suona nel gruppo Shalom Klezmer ed è anche il custode dell’eremo di


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Quorle, la seconda casa della fraternità di Romena (vedi box), di cui è stato uno dei fondatori. Qui arrivano numerose persone per una parte dei corsi organizzati dalla fraternità, ma anche per essere accolti nel silenzio e nella bellezza della natura. Da più di vent’anni, in tempi alterni, Wolfgang si occupa di trasmettere la fisioterapia in un villaggio nello stato sudafricano del Lesotho, passando laggiù molti mesi della sua vita. Le parole che scorrono nel breve tempo di un’intervista sembrano contenere solo una minima parte dell’ampio mondo interiore di Wolfgang. Non parliamo del suo lavoro, ma del suo instancabile desiderio di essere presente alla sua esistenza, di dare un contributo alla comunità in cui vive e al benessere dell’Uomo in generale.

Il silenzio nutriente «Alle persone che vengono a Quorle propongo il silenzio. Oggi abbiamo paura del silenzio. Per noi è associato soltanto al vuoto, alla solitudine, al dis-incontro e all’imbarazzo del non saper comunicare. È un tipo di silenzio molto diffuso nella nostra società. Quello che propongo io a Quorle, in linea con la filosofia di Romena, è il silenzio nutriente. Quello che ci permette di rallentare e di metterci in ascolto. È il silenzio che ci apre alla omnitudine, il contrario della solitudine. Grazie a esso ci cominciamo a sentire in contatto con tutto quello che è intorno a noi, con la Natura, con le altre persone. Questo tipo di silenzio infatti non esclude l’Altro, ma lascia lo spazio anche a un’esperienza condivisa».

propria cultura della percezione. Camminando di notte nel bosco non si può più fare totalmente affidamento alla propria vista, ma si impara soprattutto ad ascoltare. È limitante concentrarsi solo su di un senso, c’è una complementarietà tra i cinque sensi. In particolare l’udito ci impone di rallentare. Ascoltare è meno immediato, richiede più tempo. Nella notte, in cammino, ho notato che le persone accorciano le distanze tra loro, si danno più fiducia, anche perché nel buio hai più bisogno dell’altro per orientarti. Li ho sentiti chiacchierare di più, entrare più in confidenza e andare in profondità».

nel mondo funziona in due movimenti differenti, di contrazione e di rilassamento. Questo a partire dal nostro cuore, che alterna una fase di attività in cui si stringe, a una fase di dilatazione in cui accoglie il sangue che poi farà circolare in tutto il corpo». «Anche noi abbiamo bisogno di momenti di inattività. Il nostro stile di vita prevede una contrazione costante, un’iperattività, mentre avremmo bisogno di imparare a stare nel vuoto. Invece di temerlo, qui possiamo trovare o ritrovare il nostro orientamento interiore, i nostri veri bisogni. In uno stile di vita consumistico siamo costantemente sotto il tiro di chi ci dice cosa dobL’importanza dell’autenticità biamo avere, di cosa abbiamo biso«Il silenzio della vista è il buio. Il si- gno. Il silenzio del consumo lascia lenzio dell’attività è la quiete. Tutto spazio e tempo per entrare in con-

Romena, un porto di terra «Libertà è partecipazione» cantava Gaber. A Romena non si appartiene, si partecipa. Non esiste una tessera di membro, un alibi, che in realtà deleghi a essa la realizzazione di un’alternativa. Non a caso è una fraternità, non una comunità. È un «porto di terra» che accoglie chiunque si senta a disagio in questa nostra società e cerchi delle vie per sperimentare una felicità più vera. Romena è di spiritualità profondamente cristiana e non fa distinzioni se chi vi si avvicina creda o meno in un dio cattolico. È una delle «culture creative»1, che fa un lavoro alla base, sulla coscienza critica e sullo sviluppo del senso di libertà e creatività delle persone. Propone una spiritualità integrata alla propria vita, una spiritualità che sia vicina alla società. Dà per implicita la critica alla nostra società e induce piuttosto all’azione. Romena è testimonianza, non imposizione. Lascia libero ciascun individuo di fare le sue scelte, anche perché non si muta solo con la «buona ragione». È da un profondo desiderio interiore che si può modificare davvero la propria vita e diventare a nostra volta testimone di un’alternativa. www.romena.it 1. «Culture creative» è un concetto individuato da Ervin László, filosofo ungherese. Sembrerebbe che circa il 35% delle persone nel mondo occidentale viva delle culture creative: più di quanto si possa immaginare. Sono «creativi culturali» coloro che avrebbero il potenziale di cambiare la società. Non occorre la maggioranza per svoltare, basta una massa critica, una soglia che supereremo, secondo Ervin László, verso il 2012.

Il nostro stile di vita prevede una contrazione costante, un’iperattività, mentre avremmo bisogno di imparare a stare nel vuoto. «Tra le varie cose che faccio, guido le persone in camminate notturne. In questa società occidentale noi siamo ottico-centrati e luce-dipendenti. Credo sia importante modificare la Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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nuovi paradigmi

SegnaLibro

tatto con noi stessi, per chiederci quanto siamo liberi e quanto siamo autentici. L’autenticità è preziosa, è ciò che ci rende diversi gli uni dagli altri, che ci mostra il nostro compito principale, la nostra vera strada. Trovare la propria in ogni momento della vita ci permette di vivere la piena soddisfazione. Non quella apparente, indiretta e temporanea, che ci promette la nostra società orientata al profitto».

to alla propria comunità di appartenenza ed essere solidale a chi è meno privilegiato di noi». «Lo so, non è facile. Ma la vita non è leccare miele! Ciascuno di noi ha una responsabilità in quanto cittadino. Ci siamo invece dissociati dalla nostra responsabilità sociale ed ecologica, abbiamo delegato tutto alle istituzioni. Ma questo non risolve i problemi. Chi vive il disagio del nostro stile di vita non può limitarsi alla critica e restare passivo. Il diUn nuovo concetto di lavoro sagio richiede un’azione, il contri«Molti di noi fanno un lavoro poco buire a creare un’alternativa». gratificante, per potersi procurare col denaro una parvenza di felicità nel tempo rimanente. Credo sia invece Per essere pienamente importante trovare soddisfazione diretta, già nel lavoro stesso. Do- autentici occorre fare ciò che vremmo riformulare il nostro consi dice e dire ciò che si fa. cetto di lavoro. Dovrebbe avere tre caratteristiche: fornire un introito di cui poter vivere, dare un contribu«Restando nell’accusa si alimenta il sistema. Martin Buber1, una delle nostre figure di riferimento, dice: ‘parti da te stesso’. Questo è quello che ho sempre cercato di fare nella mia vita. In Svizzera e in Germania insegno fisioterapia e musicoterapia e così mi guadagno da vivere. Con Il Trillo e Romena dò il mio contributo alla comunità in cui vivo. Per quel che riguarda la solidarietà passo due mesi all’anno in Lesotho, uno stato sudafricano, dove aiuto le persone

TSELA TSOEU, RITORNO IN LESOTHO

di Wolfgang Fasser Edizioni Romena, pp. 128, € 12,00

Dopo Invisibile agli occhi, a fine maggio Wolfgang Fasser è uscito con un nuovo libro, autobiografia scritta assieme al giornalista Massimo Orlandi. Si chiama «Tsela Tsoeu», che in lingua sesotho è il saluto che augura all’altro di avere davanti una strada bianca senza ostacoli, e di portare nel cuore il ricordo di ciò che si è vissuto. Il libro si concentra sull’attività di Wolfgang nel Lesotho, uno stato sudafricano estremamente povero. Il libro è accompagnato da un cd che raccoglie quelle che Wolfgang chiama «cartoline sonore» dall’Africa, una raccolta di suoni registrati da lui stesso sul posto, che avvicina l’ascoltatore al suo modo di percepire la realtà.

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www.terranuovaedizioni.it

per saperne di più •

Wolfgang Fasser c/o Fraternità di Romena, Località Romena 1, 52015 Pratovecchio (Ar) www.wolfgangfasser.ch

Atelier di improvvisazione musicale Il Trillo - www.iltrillo.org

Gruppo musicale Shalom Klezmer www.shalom-klezmer.ch

Eremo di Quorle - www.quorle.com

con la fisioterapia. Per essere pienamente autentici occorre fare ciò che si dice e dire ciò che si fa. Essere passivi è più facile, ma l’attività è solo apparentemente più scomoda. Grazie a essa, infatti, si sperimenta una vita che davvero nutre».

Il ruolo della spiritualità «Sapere non basta. Sapere che la natura è compromessa non è sufficiente. Il desiderio di proteggerla è molto più radicato ed efficace, quando ci si sente anche parte di essa, quando si sente di appartenere a qualcosa di più grande. Per un’azione davvero efficace bisogna avere una motivazione più forte. Non occorre essere credenti per avere questa spinta, però una forma di spiritualità dà quella tenacia che permette di superare la fatica dell’assumersi la piena responsabilità della propria vita». l 1. Martin Mordechai Buber è stato un filosofo, teologo e pedagogista austriaco naturalizzato israeliano, morto nel 1965.


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finanza etica

Insieme nella Rete

La nascita della REPA: la Rete Economica a Prezzo Agevolato per consumatori e produttori. di Najla Calistri

I

n tanti luoghi del mondo sono nate già da tempo numerose reti di economia solidale che hanno l’obiettivo di potenziare gli scambi interni a scapito di soggetti economici che mirano esclusivamente al massimo profitto e che, molto spesso, non rispettano i consumatori, le comunità locali o l’ambiente. Lo scorso 14 maggio a Sordiglio di Casina (Re), presso la Cooperativa sociale Il Piolo, Mag6, attraverso il Progetto Mutualità, è stato inaugurato un nuovo strumento di economia alternativa: la REPA. Questa altro non è che una rete nata allo scopo di favorire sia l’accesso a beni e servizi da parte dei consumatori che l’intensificarsi degli scambi fra i diversi produttori, in modo da ridurre di circa il 10% il prezzo dei prodotti acquistati. Oltre che permettere

una maggior facilità di ingresso a chi non ha grandi possibilità economiche, grazie a questa sperimentazione sarà più semplice arginare il rischio di chiusura delle piccole attività imprenditoriali attraverso il sostegno alla vendita diretta della loro merce. In pratica tutti i 1400 soci della cooperativa Mag6 hanno a disposizione una tesserina che permette di richiedere il prezzo agevolato alle realtà imprenditoriali che hanno aderito alla REPA. Quest’ultime, a loro volta, possono partecipare alla rete impegnandosi ad applicare su tutti i

beni e servizi offerti una riduzione di almeno il 10% rispetto al prezzo che utilizzano normalmente. Inoltre tutti i soggetti che hanno scelto e che decideranno di associarsi nel 2011 alla rete, beneficeranno di una riduzione sul tasso degli interessi attivi del 10%: in poche parole il tasso di interesse sui prestiti Mag6, dall’8,5% verrà ridotto al 7,65%; la stessa detrazione sarà applicata anche ai costi delle attività di consulenza e formazione. La creazione della REPA, e in generale degli strumenti economici-alternativi promossi dal Progetto Mutualità, ha come obiettivo principale la realizzazione di un maggior benessere collettivo e di un reciproco sostegno derivante dalla partecipazione a una rete sociale.

Le imprese della REPA Attualmente le realtà imprenditoriali che hanno deciso di aderire alla REPA sono già 37, ma l’interesse verso questo nuovo strumento solidale è in continua crescita. Tra le numerose attività che già partecipano alla Rete Economica a Prezzo Agevolato di Mag6 si trovano imprese alimentari e agricole, tra cui anche ristoranti, aziende che operano nel campo della comunicazione e che offrono servizi di grafica per siti web, consulenza per spot pubblicitari o servizi fotografici, ditte di consulenza gestionale e fiscale, palestre, ma anche imprese che propongono attività particolari quali traduzioni di testi scientifici e corsi o laboratori per l’autocostruzione di impianti per la bioedilizia. Sembra realmente possibile, allora, riuscire a sperimentare un nuovo modo di fare economia: l’importante, come affermano i soci di Mag6, è «essere capaci di immaginarsi un diverso utilizzo del denaro». l

Come entrare nella rete Per saperne di più sul progetto REPA e per eventuali adesioni, tutto il materiale è disponibile sul sito www.mag6.it. Per maggiori approfondimenti, domande o per offrire contributi, è possibile rivolgersi telefonicamente allo 0522 454832 (Chiara) o all’indirizzo di posta elettronica chiara@mag6.it.

Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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Rispescia, 2-5 giugno

Incontriamoci 2011

e a caldo dopo l’incontro con Ci sentiamo meno soli. È la prima sensazion scambio e approfondimento nel i lettori di quest’anno. Tre giorni intensi di bini e lettori di ogni età, per un cuore della Maremma Toscana: tanti bam il sole, i temporali estivi, gli anitotale di 110 partecipanti. Non sono mancati mali notturni, le stelle nel cielo. molte emozioni, con l’exploit fiNel tempo passato insieme sono circolate uliveto del Centro. Dal primo fenale del Teatro di Paglia, improvvisato nell’ soddisfatti quei bisogni comuni edback crediamo di poter dire che sono stati la carta stampata a volte rimandi appartenenza e di condivisione che con svago ludico-creativo. C’è chi gono tagliati fuori, oltre a quelli di un sano in più, chi avrebbe gradito meavrebbe voluto qualche giorno di vacanza chiere e più spazi di libera conno laboratori, più pane integrale, meno chiac modo di lasciar decantare e acvivialità. Nei mesi che seguiranno avremo lavoro di sempre (scrivete a cogliere stimoli e idee per migliorarci nel lettere@aamterranuova.it). mo quanti hanno voluto parteciCon questo album fotografico ringrazia tà dell’incontro. Ringraziamo pare e hanno contribuito ad arricchire la quali dell’evento, lo staff del centro in particolare Patrizia per la segreteria otto i laboratori, la troupe di «Il Girasole», tutti coloro che hanno cond to, e Rosalba Sbalchiero, una Geo&Geo e Naji che hanno documentato l’even uito un pezzo della nostra stodelle fondatrici di Terra Nuova, che ci ha restit stili di vita più sostenibili. ria di rivista e di persone in movimento verso

na, Rosa Piva. done, Federica Del Guerra, Nicola Fonta Foto di Michela Baccini, Lorenzo Berar

Aiuto, c'

è la R ai!

accoglienza con ciliegie

o conosciam le erbe spontanee


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la redazione incontra i lettori crea i nume l tuo ro ide ale

quanti bimbi!

mercatino del baratto

un teatro tra gli ulivi

Liberi Tutti!


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ecovillaggi

Ecovillaggio in kibbutz Nel cuore del deserto del Negev, a 250 chilometri a Sud di Gerusalemme, troviamo uno dei pochi kibbutz israeliani che ha mantenuto quasi intatti i principi che ispirarono cento anni fa la nascita di queste comunità uniche nel loro genere, sicuramente pionieristiche. testo e foto di Sabrina Sganga

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iamo a 50 chilometri da Eilat, la città israeliana sul Mar Rosso che confina con l’Egitto e con la Giordania. Il Lotan kibbutz è un piccolissimo villaggio in mezzo alla Valle di Arava, circondato dal deserto brullo e roccioso e dalle splendide montagne giordane, che cambiano continuamente colore a seconda di come le guarda il sole. Ci arriviamo in pieno inverno, quando la temperatura oscilla tra i 10 e i 20 gradi. Senza la calura estiva e il caldo che opprimono questa valle per sei-otto mesi all’anno, il Lotan è veramente un posto magico, ed è estremamente piacevole girare tra le casette di fango e paglia tutte decorate in modo diverso, tra le panchi-

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ne e i gazebo di sabbia che sembrano delle opere d’arte, incontrando qua e là vecchi mobili e cassapanche trasformati in forni solari dislocati negli spazi aperti come fossero barbecue. Il tutto immerso in un verde che sorprende e stupisce visto il contesto in cui ci si trova. Nato solo negli anni ‘80, il kibbutz ospita oggi una cinquantina di famiglie, circa 150 membri di cui più di 40 sono bambini. È isolato, in un ambiente naturale destinato a dare poco. Forse proprio per questo ha mantenuto gli ideali originari: vita di comunità, condivisione e suddivisione dei compiti, economia «socialista». In più viene posta una grande attenzione all’ambiente, con una ricerca sperimentale su riciclo e re-

cupero dei rifiuti e sulla bioarchitettura. L’obiettivo? Ridurre il più possibile l’impatto e l’impronta ecologica del proprio stile di vita per salvaguardare il pianeta e i suoi abitanti. Lotan è un kibbutz che aderisce al movimento riformista giudaico. Non ci sono rabbini o sinagoghe, ma si mangia kasher e la sera di shabbat la comunità si ritrova in mensa per onorare la festa.

Da New York a Israele Dalia è un’ebrea americana di New York di origini indiane. È arrivata un anno fa con il marito e i due figli piccoli e non è più ripartita. «Qui sto bene» racconta. «Ci dividiamo i compiti e facciamo dei turni per svolgere i servizi a favore della comuni-


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tà: la cucina, la lavanderia, le pulizie della guest house, la gestione della tea house con l’annesso negozietto di artigianato». Dalia racconta di essersi avvicinata al kibbutz per fare un’esperienza diversa rispetto alla sua vita frenetica di New York. «Io e mio marito all’inizio lavoravamo come volontari; in molti vengono qui per un breve periodo, ma poi abbiamo deciso di rimanere». La cosa che li trattiene sono i ritmi tranquilli del posto e soprattutto la vita di comunità. «Avere tutto e non avere niente allo stesso tempo». Al Lotan ci sono quattro o cinque automobili che tutti possono usare. Il car sharing è d’obbligo, anche perché ogni membro percepisce un salario fisso di 180 euro al mese e non può certo permettersi una macchina di proprietà. Negli altri kibbutz israeliani il budget è più alto, ma nel mezzo del deserto le attività redditizie sono limitate: un piccolo allevamento di capre che garantisce latte, formaggi e yogurt anche da commercializzare, la piantagione di datteri e la ricezione turistica con una ventina di piccoli e accoglienti appartamenti ricavati dalle costruzioni tipiche in fango e paglia. Sono queste le entrate per il kibbutz, che comunque riesce a soddisfare le esigenze di tutti integrando il budget mensile con 620 euro all’anno per viaggi e spostamenti di ogni membro. A supporto ci sono anche gli stipendi di chi ha un’attività lavorativa fuori dal kibbutz e che lascia il proprio stipendio alla comunità. Grazie a uno stile di vita sobrio e a un’autosufficienza quasi completa da un punto di vista energetico (il sole da queste parti non manca mai), al Lotan si riesce anche a risparmiare per costruire una riserva naturale per gli uccelli o il nuovo salone delle feste, dove i membri della comunità possono celebrare matrimoni e compleanni.

Ogni rifiuto è risorsa Gran parte del lavoro dei «kibbutznik» del Lotan si concentra nelle attività ecologiche di bioarchitettura: l’eco casa del Lotan rappresenta un’armonia perfetta tra tradizione e innovazione. Ogni rifiuto prodotto qui diventa una risorsa: l’organico (tutto l’organico) diventa compost per l’orto, naturalmente innaffiato con lo straordinario sistema «a goccia» che permette di non sprecare acqua. I materiali in plastica e alluminio vanno a finire dentro i muri delle abitazioni dove si mescolano con sabbia, fango e paglia, come se fossero mattoni. «Se dovessimo indicare la più forte tra le spinte motivazionali che tengono insieme questa comunità» ci spieDall’alto verso il basso: I muri delle eco case sono di fango, sabbia e paglia, ma vengono utilizzati anche i rifiuti per dare più solidità. Un gazebo per ripararsi dal sole tra le stradine del villaggio. Ogni casa è personalizzata in maniera creativa. Nonostante la siccità del deserto del Negev, si coltivano verdure e ortaggi grazie al sistema di irrigazione «a goccia» inventato dagli israeliani. Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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ecovillaggi

Il piccolo parco giochi per i bambini, ricavato dal fango e dalla sabbia, realizzato con materiali di recupero.

ga Amit, mostrandoci come funziona uno dei tanti forni solari utilizzati dalla comunità «il rispetto per l’ambiente è sicuramente un elemento imprescindibile». Tanto che negli anni ’90 questo kibbutz del Negev ha aderito al Global ecovillage network.

Il turismo è sicuramente una risorsa, ma oltre ai volontari, al Lotan arrivano ogni anno giovani da tutto il mondo che seguono corsi e seminari. Come Martina, una studentessa italiana iscritta a un corso intensivo di tre mesi sulla permacultura e l’architettura ecocompatibile. «È impegnativo, dura dalle 6 alle 8 ore al giorno» ci spiega «e nel tempo che resta aiutiamo nell’orto o nella costruzione delle eco case». Come ti

trovi? Le chiediamo. «È dura perché si sente forte l’isolamento. La sera non c’è niente da fare se non fare un salto in un altro kibbutz qui vicino a bere qualcosa».

Religione e socialismo «Il modo di vivere al Lotan è un perfetto equilibrio tra religione e socialismo, filosofia marxista ed ascetica, innovazione e ambiente» spiega Enrico Catassi, autore insieme ad Al-

Ecovillaggi d’Italia s’incontrano Una preziosa occasione per conoscere, sperimentare e progettare un mondo diverso. Il XV incontro nazionale della Rete italiana villaggi ecologici si terrà dal 28 al 31 luglio in provincia di Viterbo. di Francesca Guidotti

L

a riunione primaverile della Rive ha puntualmente dato i suoi frutti: l’incontro si terrà presso il Vignale, un neonato ecovillaggio cullato dalle colline tufacee di Blera in provincia di Viterbo. Con le antiche acropoli e necropoli etrusche che gli cingono i fianchi e il canyon del fiume Mignone che gli bagna i piedi, il Vignale sorge tra mare e montagna, in un luogo in cui per millenni civiltà di diversa provenienza si sono incontrate, scambiando conoscenze e cultura. Oggi c’è un casale che vuole rinascere e un gruppo forte dei propri ideali che vuole riportarlo a essere un punto d’incontro, di fusione e partecipazione, di unione tra la grande Urbe e le realtà rurali locali. Due anni di lavoro sulla comunicazione, sul consolidamento della comunità, di organizzazione burocratica, di lavoro attivo nei campi e nelle realtà sociali alternative del territorio laziale hanno portato i futuri ecovillaggisti a decidere che è il momento di applicare ognuno le proprie capacità. Alcuni si occupano di energie rinnovabili e le propongono a grandi e piccini attraverso una mostra iti-

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nerante (www.mostramida.it), altri si dedicano alla giocoleria e all’arte di strada, altri alla cura della terra. E quale miglior modo d’inaugurare il Vignale, se non il raduno della Rive? Il tema di quest’anno è: la transizione fuori e dentro di noi. Ne discuteremo in incontri tematici e in workshop di approfondimento. Auspichiamo, come l’anno scorso, la numerosa presenza di bambini, che avranno un loro spazio e saranno seguiti da un gruppo di adulti, nei momenti in cui i genitori sono impegnati nei workshop. Nella prima metà di settembre, verrà fatto un secondo incontro per i gruppi in cammino verso la fondazione di un ecovillaggio. È una proposta per i gruppi affinché possano sciogliere le aggrovigliate questioni del vivere in comunità. I «docenti», saranno ecovillaggisti della Rive con ampia competenza e anni di esperienza sul campo. L’incontro avrà luogo nell’ecovillaggio di Campanara, sull’Appennino toscoromagnolo. Informazioni specifiche saranno fornite al campo estivo e nel mese di agosto sul sito www.ecovillaggi.it.


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fredo De Girolamo del libro Kibbutz 3000, in uscita con la casa editrice ETS. «È particolare per il contesto isolato in cui si trova, anche se è vero che lo spirito del kibbutznik è proprio quello di costruire una nuova vita in un posto nuovo, arrivare ai confini più remoti». L’inchiesta di Catassi racconta cosa sono diventati i kibbutz israeliani oggi, a 100 anni dalla nascita del primo modello di aggregazione sionista e socialista, sul lago di Tiberiade. Era il 1910 quando un piccolo gruppo di ebrei

Come arrivare In treno: da Roma andare in direzione Cura di Vetralla (è possibile passare anche da Civitavecchia), poi prendere l’autobus Cotral per Blera, e infine il pulmino locale per Civitella Cesi. Scendere al Vignale. In bicicletta: stiamo preparando una pista che da Capranica o da Civitavecchia, attraverso la ferrovia abbandonata Ronciglione-Civitavecchia, arriva fino al Vignale. Il percorso sarà pubblicato prossimamente sul sito. In automobile: dall’Aurelia, nei pressi di Tarquinia prendere per Monte Romano, Viterbo. A Monte Romano, dopo il benzinaio, voltare a destra verso Blera e prima di arrivarci, imboccare a destra per Civitella Cesi. Dopo circa 3 km girare per San Giovenale. Dalla Cassia: arrivare a Cura di Vetralla. In paese proseguire per Blera, poi per Monte Romano. Qui girare a sinistra per Civitella Cesi. Percorsi 3 km, proseguire per San Giovenale. Contatti: Eva Lotz, tel 0575 749323; Francesca Guidotti, redazione tel 055 3215729 (lunedì, ore 12-16, venerdì, ore 10-13). Oppure scrivere a: evalotz@yahoo.it - segreteria@ecovillaggi.it Quanto costa? € 50 per 4 giorni, € 40 per 3 giorni, € 30 sabato e domenica. I bambini sotto 12 anni non pagano. Come mi posso iscrivere? Versare la quota sul cc postale n° 4023600586713077 intestato a Eva Lotz, cau-

le aziende informano

Ingresso al centro di ecologia creativa del kibbutz.

Salecina è una casa dove trascorrere le ferie, rilassarsi, praticare attività e approfondire la propria formazione culturale, in uno dei panorami naturali più belli del mondo. È situata in Svizzera tra la Val Bregaglia e l’Engadina alta, al Passo del Maloja, vicino al confine italiano. Intorno alla casa ci sono solo pascoli e alte montagne. A Salecina si incontrano persone provenienti da tutta Europa: singoli, famiglie, gruppi, ospiti di ogni età, disponibili al confronto, allo scambio, al divertimento. Salecina promuove un turismo semplice, ecologico, collegato alla regione. L’autogestione è la parola chiave per capire questo luogo. Non ci sono cuochi, camerieri, personale di pulizia. Tutti collaborano e contribuiscono al benessere della comunità. Durante tutto l’anno si tengono settimane di corsi e seminari di ogni genere: politica, storia, cinema, lingue, danza, scialpinismo, arrampicata, canto corale. Nella sua filosofia dei prezzi Salecina vuole essere economica. Ogni franco che Salecina spende viene dagli ospiti. I prezzi differenziati consentono una equiparazione sociale andando incontro alle persone con maggiori difficoltà economiche, ai giovani, a persone disoccupate e ai bambini. tel 0041 818243239 – info@salecina.ch – www.salecina.ch

sale: campo estivo Rive. Farà fede la ricevuta, che dovrete presentare al momento dell’iscrizione all’arrivo al Vignale. Ci raccomandiamo, portatela con voi! Novità. Chi si reca al Vignale almeno 3 giorni prima dell’inizio delle attività, per aiutare gli ecovillaggisti a montare e nella fase di smontaggio, non avrà l’onere del pagamento della quota. Solo in questo caso contattare: Mauro (mauro.furlotti@mostramida.it, tel 389 5864091); Daniele (danielesardella@gmail.com, tel 347 5988431); Marco (agrcasetta@inventati.org, tel 347 5988431). L’ecologia è premiata! Chi arriva con mezzi propri - macchina, camper, moto ecc. pagherà un obolo di € 5. Esente chi si sposta con mezzi alternativi, mezzi pubblici o biciclette. ATTENZIONE! È obbligatoria la prenotazione perché l’evento è a numero chiuso. Le iscrizioni si chiudono il 21 luglio. Non è possibile portare cani onde evitare scontri con gli animali di casa! Cosa portare? Poche cose, ma indispensabili! • Per il giorno: cappello a tese larghe, teli in più per fare ombra, borraccia, stoviglie, bicchiere, costume e protezione solare. • Per la notte: torcia elettrica o a dinamo, sacco a pelo, tenda o camper (possibilità di tepee e yurta comuni), beauty-case con saponi naturali, strumenti musicali, giochi… …E TUTTO QUELLO CHE VORRAI CONDIVIDERE!

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ecovillaggi

europei realizzava un sistema sociale basato sul collettivismo e la comunione dei beni, il kibbutz appunto. Oggi ce ne sono ben 270 con oltre 100 mila membri. «Piccoli embrioni di quel sistema di vita sono giunte fino a noi e hanno originato esperimenti sociali interessanti, come il cohousing o gli ecovillaggi» commenta Catassi, che ne ha visitati molti. «Affacciarsi in queste comunità oggi non significa fare un salto nel passato, ma piuttosto aprire una finestra su presente e fu-

turo. È evidente come questo modello non sia risultato vincente, ma allo stesso tempo non può nemmeno essere considerato perdente a priori. Ha subìto dei notevoli cambiamenti di assetto e sostanzialmente ha saputo confrontarsi con la realtà dei tempi con piena e intelligente disponibilità al compromesso». Negli ultimi anni molti di coloro che da giovani avevano deciso di lasciare il kibbutz dove erano nati o dove i loro genitori avevano vissuto sono tornati in comunità. Dopo aver

Barbecue e forno solare per cucinare il cibo con il riflesso del sole.

messo su famiglia si sono ritrovati a dover affrontare la crisi economica che non ha risparmiato lo Stato di Israele. E allora hanno preferito «avere tutto e non avere niente allo stesso tempo» come ci hanno detto al Lotan. Hanno aderito quindi al vecchio modello collettivista (rivisto e corretto) piuttosto che affrontare da soli la crisi del neoliberismo. l

Campeggio di Capalbio (GR) , 11 giugno - 10 settembre 2011

In riva al mare Cucina bio, vegetariana e integrale che attinge alla tradizione mediterranea e alla filosofia orientale. Masticare è meditare.

Camminare La spiaggia deserta, le dune, la macchia mediterranea, l’oasi WWF, l’Argentario. Camminare è meditare. Convivialità Qi Gong, Shiatsu, Teatro e Danza, lo Yoga e Medicina Cinese, Tai-Chi e Massaggio. Fare insieme è convivialità.

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I Monti , Toscana Valle del Serchio osto 23 luglio - 20 ag


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Luglio

1 첞 2 첞 3 첟 4 첟 5 캸철 6 철 7 킌 철 8 캸 첡 9 첡 10  11 킈  12 캸 첣 13 첣 14 첇첤 첦 15 첤 16 척 17 척 18 척 19 첚 20 첚 21 첚 22 첛 쐡 23 첛 24 천 25 천 26 킉천 첦 27 첝 28 첝 29 쐞 첞 30 첟 31 쐞

Ca pe lli

Dig iun o

R I M E D I NAT U R A L I De nti

Mercatini bio (m), fiere (f) e convegni (c)

L’ALMANACCO DI

50.011 dallacomparsadell’Homo Sapiens

Le gn am e Im b e v ianc ern ar icia e re Pa ne

Sole sorge/ Ricorrenze tramonta 45° religiose e civili

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Luna fasi e transiti

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( 1 ° l u gl i o – 3 0 l u gl i o )

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5 ª LU NA Z I O N E

IN CHE ANNO SIAMO ? 1432 islamico persiano 1390 5113 induista Kali Yuga cinese 4708 2011 gregoriano berbero 2961 ebraico 5771 2555 buddista

Equiseto:

ven

04:17 19:50

sab

Naturalvercelli (m), Vercelli, p.zza Cavour [ogni 1° sab] tel 339 1633506 04:17 Mercatale Campagna Aperta (m), Arezzo, p.zza Sant’Agostino [ogni 1° sab] 19:50 Meglio Bio (m) Brescia, Cascina Maggia, via della Maggia 3 [ogni sab] tel 393 9242224

il remineralizzante

04:18 Mercato Contadino di Medolla (m), Medolla (Mo), p.zza Garibaldi 19:50 Bio mercatino Mangiasano (m), p.zza Gramsci [ogni 1ª dom] www.vaslombardia.org

di Silvia Moro

dom lun

04:19 19:50

mar

Festa d’Estate dei Quattro Elementi (Aria, Acqua, Terra, Fuoco) (wicca) 04:19 Nascita del Guru Hargobind Sahib (sikh) 19:49 Mercato biologico (m), Bolzano, p.zza Municipio, dalle 7.30 alle 13 [tutti i mar]

mer

04:20 Tiankuang Jie, giorno del cielo. Si fa il bagno all’aperto e ci si asciuga al sole (cinese) 19:49

gio

Natività di Giovanni Battista (ortodossa) 04:21 Mercatino Bio-Bio (m), Chieti, via Arniense e p.zza della Pescheria [ogni gio pomeriggio] 19:49 Mercatino bio (m), Genova, via Cesarea, dalle 9 alle 19 [tutti i gio] tel 349 8302954

ven

04:21 19:48

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04:25 Santissimi apostoli Pietro e Paolo (ortodossa) 19:46

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04:30 19:42

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04:31 Digiuno di Tammuz, dall’alba al tramonto 19:41 in ricordo della distruzione delle mura di Gerusalemme (ebraica)

mer

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04:33 Miri – Piri Day Guru Hargobind Sahib (sikh) 19:39

ven

04:34 19:38

sab

Shabat-par. Matot (ebraica) 04:35 Nascita del guru Harkrishan Sahib (sikh) 19:37 La terra e la piazza (m), Cagliari, vile Elmas angolo via Po, dalle 7 alle 12 [ogni sab]

dom

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lun

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04:44 Grande Sabba del raccolto (wicca) 19:28 Trasfigurazione di Cristo (armena, apostolica)

L’

Equisetum arvense è un’antichissima pianta arrivata a noi dalla preistoria: pare che sia comparso sulla terra circa 400 milioni di anni fa e che i suoi antenati fossero delle piante giganti. Gran parte delle riserve di carbone disponibili si sono formate nel corso di milioni di anni anche grazie alle imponenti foreste di Equiseto. Il suo nome è composto da due parole latine. Equus che vuol dire cavallo e saeta, crine. L’aggettivo arvense significa «dei campi». La pianta, che a completa maturazione ricorda decisamente la coda di un cavallo, è ricca di silicio e di ferro. Dobbiamo a Dioscoride una delle prime descrizioni di questa pianta: già a quel tempo sembra fossero ben chiare le sue proprietà. La ricerca moderna ha confermato ciò che già da tempo immemore si sapeva nella medicina popolare, cioè che l’Equiseto si presenta come un eccellente remineralizzante e diuretico. Dal punto di vista chimico, infatti, la pianta ha due aspetti fondamentali e ben definiti. Il primo è quello minerale: è uno dei vegetali più ricchi di sali minerali, ossia il 20% del suo peso secco. L’elemento più importante e presente in maggiore quantità è il silicio, gran parte del quale presente in forma organica, e quindi più facilmente assimilabile dal nostro organismo. Questo minerale svolge un ruolo importantissimo nella formazione della matrice ossea e più in generale è presente in tutti i tessuti connettivi: favorisce la deposizione attiva di calcio nei siti ossei e ostacola il lavoro degli osteoblasti che, al contrario, smontano la matrice ossea. Quest’ultimo processo di demolizione riguarda soprattutto le persone in età avanzata, dove procede annualmente dell’8% nelle donne e del 2-3% negli uomini: utilissima quindi la somministrazione di Equiseto in questi casi. Inoltre dobbiamo considerare che la fonte principale di silicio, l’alimentazione, a causa dei cibi raffinati non può assicurarci un’adeguata integrazione del prezioso minerale. L’altro aspetto fondamentale dell’Equiseto è l’attività diuretica. Questa si esplica grazie a un’interessante sinergia dei composti: il silicio insieme ai flavonoidi e alle saponine. L’azione avviene a livello renale stimolando i meccanismi passivi e attivi dell’apparato: il minerale, agendo sul glomerulo, crea una forte differenza osmotica attirando così molta acqua. Gli altri due costituenti, i flavonoidi e le saponine, agiscono invece su alcuni enzimi che hanno il compito di selezionare la presenza o meno di determinati elementi nell’urina. Abbiamo così una doppia azione, un miglioramento della diuresi sia come quantità che come qualità. L’Equiseto, inoltre, tampona l’effetto collaterale che generano molti diuretici, cioè l’alterazione elettrolitica: infatti con il suo apporto minerale, la pianta compensa ciò che viene eliminato attraverso le urine. Il rimedio è quindi utile in caso di carenze minerali, anche dovute a forte sudorazione, nel rachitismo e nell’osteoporosi. Va bene in presenza di problematiche del tessuto connettivo come prolassi, emorroidi e diverticoli. Ideale nella cistite, la prostatite e l’uretrite e in caso di renella.

Bio Marché (m), Budrio, p.zza Antonio, dalle 17 alle 20 [ogni lun] tel 338 4009572

Giorno dell’Agrifoglio (wicca) Mercato bio (m), Lugano, p.zza della Riforma, dalle 7 alle 12 [tutti i mar e ven] tel 061 3859610 Martirio del Bab, giorno commemorato solennemente con preghiere e Tavole (bahà’ì) Mercato biologico dei coltivatori alternativi (m), Bressanone, via Albuin [2° e 4° sab] Mercatino biologico (m), Ostia, via Pietro Rosa [ogni 2° sab] tel 338 4151844 Bioquartiere (f), Firenze, parco San Donato Mercà del ghett (m), Pont Saint Martin (Ao), lungo la via Romana e sul ponte - tel 0125 804843

Mercol bio (m), Imola, Centro sociale La Stalla, via Serraglio 20, dalle 16.30 alle 19.30 [tutti i mer] gas-imola@liste.retelilliput.org

Guru Purnima, celebrazione in onore di Vyasa, Guru dei Guru (induista) Biomarché (m), Ravenna, logge del Pavaglione, dalle 17 alle 21 [tutti i ven] Mercatino Biologico (m), Siena, p.zza del Mercato [ogni 3° ven] tel 0577 292401§ Shabat-par. Pinchas (ebraica) Mercato biologico e del contadino (m), Reggio Emilia, p.zza Fontanesi [ogni sab mattina] Mercato agricolo biologico (m), Roma, Parco di Aguzzano [ogni 3° sab] Nascita del profeta Maometto (islamica) Mercatini del Biologico (m), Salerno, Lungomare [ogni 3ª dom] consorzioater@tiscali.it Fierucola di Santo Spirito (f), Firenze

Festa della Grande Madre (wicca) Mercato della terra (m), Villa Lagarina (Tn), p.zza Santa Maria Assunta, dalle 17.30 alle 21.30

Mercatino bio (m), Bergamo, Cittadella in Città Alta [ogni 4° dom] tel 035 956050 Mercato di Campagna Amica (m), p.zza Marconi, Vimercate (Mi), dalle 9 alle 18

Posologia Macerato glicerinato spagyrico: 15-20 gocce per tre volte al dì, in acqua a stomaco vuoto. Tintura madre: 30-50 gocce per tre volte al dì, in acqua a stomaco vuoto. Estratto secco: titolato al 19% in sali minerali e allo 0,95% in flavonoidi totali; se ne assumono fino a 640 mg al dì, suddivisi in più somministrazioni. L’Equiseto è sconsigliato in caso di gravi patologie cardiache e renali e, per mancanza di studi, anche in gravidanza.

Martedì gras (m), Ravenna, via Chiavica Romea presso Centro Sociale Spartaco, dalle 17 alle 20 [tutti i mar] www.spartaco.org/gras

Festa di Thor (wicca) Mercatino Bio-Bio (m), Chieti, via Arniense e p.zza della Pescheria [tutti i gio pomeriggio] tel 0871 400075

L E G E N DA « o r t o e g i a r d i n o » 2° promenade des Saveurs Valdotaines (m), Aosta, via Chanoux, dalle 10 alle 19 [fino al 31]

Per comunicare la presenza di mercatini biologici, fiere, ricorrenze e per altre segnalazioni, scriveteci a info@aamterranuova.it tel 055 3215729 interno 4. I mercatini del biologico sono soggetti a cambiamenti: si consiglia pertanto di verificarne direttamente la presenza.

L E G E N DA a l t r i s i m b o l i Giorni favorevoli per tagliare legname da costruzione. Giorni favorevoli per tagliare legname da ardere.

Giorni consigliati/sconsigliati per imbiancare e verniciare. Giorni favorevoli/sfavorevoli per la preparazione dell’impasto e la cottura del pane.

Giorni consigliati/sconsigliati per la preparazione di conserve. Giorni consigliati/sconsigliati per cure dentistiche. Giorni consigliati per praticare un digiuno.

Giorni consigliati/sconsigliati per tagliare i capelli.

캸 Nodo Lunare Nord (o ascendente) 첦 Nodo Lunare Sud (o discendente)

NELL’ORTO. Giorni favorevoli per seminare ortaggi da frutto, fiore, foglia e radice. Agli ortaggi da foglia fanno eccezione quelli come le lattughe e lo spinacio, che rischiano di andare prematuramente in seme, e gli ortaggi che attecchiscono come cavoli, sedano, bietola da coste. In certe regioni fagioli, fagiolini, fave e mais, e le piante da radice, si seminano in luna calante per evitare un eccessivo rigoglio di fogliame. Trapiantare tutti gli ortaggi. Raccogliere erbe aromatiche e medicinali. NEL FRUTTETO. Piantare e trapiantare gli alberi e gli arbusti da frutto a debole vigoria. NEL GIARDINO. Seminare i fiori. Piantare gli alberi, gli arbusti e le siepi. Mettere a dimora e trapiantare le piante da fiore annuali, biennali, vivaci, le bulbose e le rizomatose. Riprodurre le piante da fiore per talea o per divisione dei cespi.

NELL’ORTO. Seminare gli ortaggi che accestiscono, cioè che mettono fronde dal basso del fusto (cavoli, sedano, bietole da coste) o che non devono andare prematuramente in semenza (insalate, lattughe, indivia, finocchio, aglio, cipolle, scalogno, porro, spinacio). Piantare e trapiantare i bulbi di cipolle, aglio, porro ecc. Lavorare il terreno e concimare. NEL FRUTTETO. Potare gli alberi e gli arbusti da frutto vigorosi. Sfrondare e fare le potature estive degli alberi e arbusti da frutto. Innestare a gemma e a marza. Lavorare e concimare il terreno. NEL GIARDINO. Potare e sfrondare gli alberi, gli arbusti e le siepi. Spuntare e cimare tutte le piante da fiore e gli arbusti. Lavorare e concimare il terreno. Disegni di Massimo Astore


TN0711 49-52 almanacco_almanacco 08/06/11 01.04 Pagina 2

1 첟 2 철 3 철 4 철 5 킌첡 6 캸 7  8 킈첣 9 캸 첣 10 첣 11 첤 12 첇 첤 13 척 14 척 15 첚 16 첚 17 첚 18 첛 19 첛 20 쐡 천 21 천 22 킉천 첦 23 첝 24 첝 25 첞 26 첞 27 첟 28 쐞 첟 29 철 30 철 31 lun

04:45 Ramadan, digiuno dall’alba al tramonto di ogni giorno (islamica) 19:27

mar

04:46 19:26

mer

04:47 19:25

gio

04:48 19:23

ven

Quixi Jie, notte del doppio. In questa notte chi è felice 04:49 vede la dea tessitrice di nuvole (cinese) 19:22 Giorno del Nocciolo (wicca)

sab

04:51 19:21

Ca pe lli

Dig iun o

I

l termine Calendula ha un duplice significato nell’idioma latino: il primo è calende, che vuol dire «primo giorno del mese», collegato alla grande capacità della pianta di rigenerarsi ogni mese dalla primavera all’autunno inoltrato: si credeva infatti che fiorisse il primo giorno di ogni mese. Il secondo significato è legato alla parola latina calens, «essere caldo». Plinio stesso nei suoi scritti la chiama Caltha, come l’antica fanciulla che s’innamorò di Apollo ma non corrisposta fu uccisa dal calore della divinità. A caratterizzare questa pianta sono il calore e l’energia, ed è per questo che da sempre ha fatto pensare alla capacità di dare impulso alla rigenerazione dell’organismo, donando slancio vitale e gioia di vivere. La Calendula è una delle erbe più usate per le problematiche della pelle: infatti le due caratteristiche che la contraddistinguono sono l’azione antinfiammatoria e quella fortemente cicatrizzante. La prima attività pare sia dovuta al faradico e ai suoi derivati. Studi clinici hanno dato ottimi risultati su edemi, piaghe e ustioni. Nel 2004 uno studio eseguito su 254 pazienti con dermatite acuta causata da radioterapia ha dimostrato come l’applicazione della Calendula per due volte al giorno abbia diminuito la dermatite e il dolore associato più del farmaco di riferimento. La ricerca ha evidenziato anche un’azione antibatterica e antimicotica data dalle resine e da alcune frazioni dell’olio essenziale. Nello specifico la Calendula agisce su alcuni streptococchi, sulla Candida albicans e sul Tricomonas, aiutato anche dai polisaccaridi che stimolano il sistema immunitario. L’azione cicatrizzante è l’altra fondamentale caratteristica della Calendula. Nonostante non sia chiara la farmacodinamica dei composti, sembra che contribuiscano a tale azione sia i carotenoidi, la frazione del colore arancio dei fiori, sia i calendulosidi, facenti parte dei saponosidi triterpenici. Questi componenti, stimolando la proliferazione connettivale dei tessuti, accelerano la guarigione delle ferite. Tra i calendulosidi se n’è contraddistinto uno particolarmente attivo contro gli stati ulcerosi. Inoltre, negli studi in vitreo, si è potuto osservare l’aumento dell’angiogenesi, ossia la vascolarizzazione a livello cutaneo grazie ai flavonoidi. L’azione cicatrizzante sembra che sia coadiuvata dall’azione antijaluronidasica e dall’azione antiossidante su vari tipi di radicali liberi. In pratica, inibendo l’attività dell’enzima jaluronidasi, viene ristretto il focus infiammatorio. La terza qualità della Calendula è relativa all’apparato genitale femminile. Come la tradizione tramanda, questo fiore ha la capacità di favorire la mestruazione: l’azione non è endocrina, ma si esplica potenziando la performance dell’ovaio, migliorando la tonicità dell’utero e il ritmo delle contrazioni. La Calendula è ottima in caso di ustioni, anche solari, ferite e ulcerazioni. Buona per le dermatiti, le ragadi, gli arrossamenti del neonato e gli eczemi. Il rimedio è utile in caso di candida vaginale, leucorrea, amenorrea e dismenorrea.

[tutti i gio pomeriggio] tel 0871 400075

lun

04:53 19:18

mar

04:54 Tisha be-Av, digiuno in ricordo della distruzione 19:16 del santuario di Gerusalemme (ebraica)

mer

04:55 Festa degli dei (wicca) 19:15

gio

04:56 19:13

ven

04:58 19:12

sab

Raksha Bhandana, sancisce il legame di protezione tra fratello e sorella (induista) 04:59 Zhongyuan Jie, nascita di Shakyamuni, fondatore del buddismo (cinese) 19:10 Mercatino biologico (m), Ostia, via Pietro Rosa [ogni 2° sab] tel 338 4151844

dom

05:00 19:09

Bio Marché (m), Budrio, p.zza Antonio, dalle 17 alle 20 [ogni lun] tel 338 4009572

Mercatino bio (m), Genova, via Cesarea, dalle 9 alle 19 [tutti i gio] tel 349 8302954

Assunzione della Beata Vergine Maria (armena, apostolica) Mercà del ghett (m), Pont Saint Martin,

lun

lungo la via Romana e sul ponte - tel 0125 804843 05:01 Tu-Be-Av, festa agricola e dei fidanzamenti. Ultima data utile per taglio legna (ebraica) Assunzione della Beata Vergine Maria (cattolica) 19:07 Commemorazione dei defunti (armena, apostolica)

mar

05:02 19:06

mer

05:04 19:04

gio

05:05 19:02

ven

05:06 19:01

Mercol bio (m), Imola, Centro sociale La Stalla, via Serraglio 20 dalle 16.30 alle 19.30 [tutti i mer] gas-imola@liste.retelilliput.org

Trasfigurazione divina (ortodossa) Festa di Venere (wicca) Biomarché (m), Ravenna, logge del Pavaglione [tutti i ven] tel 347 3230485 Mercatino Biologico (m), Siena, p.zza del Mercato [ogni 3° ven] tel 0577 292401 Shabat-par. Ekev(ebraica) 05:07 Mercato biologico e del contadino (m), Reggio Emilia, p.zza Fontanesi [ogni sab] 18:59 Mercato agricolo biologico (m), Roma, Parco di Aguzzano [ogni 3° sab] Mercatini del Biologico (m), Salerno, lungomare, dalle 8 alle 20 05:08 [ogni 3° dom] - consorzioater@tiscali.it

dom

18:57

lun

05:09 Krishna Janmastami, celebrazione della nascita di Krishna, 18:56 incarnazione di Vishnu (induista)

mar

05:11 18:54

mer

05:12 18:52

Calendula: slancio vitale di Silvia Moro

Mercatino Bio-Bio (m), Chieti, via Arniense e p.zza della Pescheria

dom

sab

R I M E D I NAT U R A L I

Mercato biologico (m), Bolzano, p.zza Municipio, dalle 7.30 alle 13 [tutti i mar] tel 0471 997111 - aboe@gemeinde.bozen.it

Shabat-par. Devarim (ebraica) Naturalvercelli (m), Vercelli, p.zza Cavour [ogni 1° sab] tel 339 1633506 La zucca barucca, Gavinana (Pt), p.zza centrale - tel 0573 452222 04:52 Mercato Contadino di Medolla (m), Medolla (Mo), p.zza Garibaldi, dalle 9 alle 18.30 Bio mercatino Mangiasano (m), Milano, p.zza Gramsci [ogni 1ª dom] 19:19 Mercatino di Megreglio (m), Megreglio (Co), piazzale della Madonna del Ghisallo

L’ALMANACCO DI

50.011 dallacomparsadell’Homo Sapiens

Le gn am e Im b e v ianc ern ar icia e re Pa ne

Mercatini bio (m), fiere (f) e convegni (c)

gia rdi no

Sole sorge/ Ricorrenze tramonta 45° religiose e civili

to e

Luna fasi e transiti

Or

o del Sole

( 3 0 l u gl i o – 2 9 a go s t o )

De nti

6 ª LU NA Z I O N E

Co nse rve

Agosto

IN CHE ANNO SIAMO ? 1432 islamico persiano 1390 5113 induista Kali Yuga cinese 4708 2011 gregoriano berbero 2961 ebraico 5771 2555 buddista

Mercatino biologico (m), Sesto San Giovanni (Mi) [ogni 3ª dom] tel 02 2484551

Per saperne di più: Guida ai rimedi naturali, di Silvia Moro (Terra Nuova Edizioni)

Posologia Mercatino Bio-Bio (m), Chieti, via Arniense

gio

05:13 18:50

ven

05:14 18:49

sab

05:15 18:47

dom

05:17 18:45

lun

05:18 18:43

mar

Eid’ Al-Fitr, festa dell’interruzione del Ramadan - oggi e per i 2 giorni successivi (islamica) 05:19 Festa di Cibele (wicca) 18:42 Martedì gras (m), Ravenna, via Chiavica Romea c/o Centro Sociale Spartaco [ogni mar]

mer

05:20 18:40

Tintura madre: 30-50 gocce tre volte al dì in un po’ di acqua. Estratto fluido: 3,5 ml al dì in un po’ di acqua. Oleolito: da applicare localmente sulla parte interessata più volte al giorno. Unguento: al 2,5%, come sopra. Ovuli: secondo posologia della ditta che li produce. Non sono conosciute controindicazioni. Può causare reazione allergica a chi è ipersensibile alla famiglia delle Asteraceae. La pianta è compatibile con l’allattamento.

e p.zza della Pescheria [tutti i gio pomeriggio] tel 0871 400075 Mercatino biologico (m), Longiano, p.zza Tre Martiri e p.zza S. Girolamo -[fino al 26] Mercato della terra (m), p.zza Santa Maria Assunta, Villa Lagarina, dalle 17.30 alle 21.30 Mercatino bio antica fiera (m), Sommacampagna, Villa Venier, Alfonso Principe [fino al 27] - tel 045 8971357 Shabat-par. Reè(ebraica) La terra e la piazza (m), Cagliari, vile Elmas angolo via Po, dalle 7 alle 12 [ogni sab] Meglio Bio (m), Brescia, Cascina Maggia, via della Maggia 3 [ogni sab mattina] Assunzione della Madonna (ortodossa) Mercatino bio (m), Bergamo, Cittadella in Città Alta [ogni 4ª dom] tel 035 956050 Fiera dell’agricoltura biologica (f), Senigallia, Centro storico [fino al 30]

L E G E N DA « o r t o e g i a r d i n o »

Per comunicare la presenza di mercatini biologici, fiere, ricorrenze e per altre segnalazioni, scriveteci a info@aamterranuova.it tel 055 3215729 interno 4. I mercatini del biologico sono soggetti a cambiamenti: si consiglia pertanto di verificarne direttamente la presenza.

L E G E N DA a l t r i s i m b o l i Giorni favorevoli per tagliare legname da costruzione. Giorni favorevoli per tagliare legname da ardere.

Giorni consigliati/sconsigliati per imbiancare e verniciare. Giorni favorevoli/sfavorevoli per la preparazione dell’impasto e la cottura del pane.

Giorni consigliati/sconsigliati per la preparazione di conserve. Giorni consigliati/sconsigliati per cure dentistiche. Giorni consigliati per praticare un digiuno.

Giorni consigliati/sconsigliati per tagliare i capelli.

캸 Nodo Lunare Nord (o ascendente) 첦 Nodo Lunare Sud (o discendente)

NELL’ORTO. Giorni favorevoli per seminare ortaggi da frutto, fiore, foglia e radice. Agli ortaggi da foglia fanno eccezione quelli come le lattughe e lo spinacio, che rischiano di andare prematuramente in seme, e gli ortaggi che attecchiscono come cavoli, sedano, bietola da coste. In certe regioni fagioli, fagiolini, fave e mais, e le piante da radice, si seminano in luna calante per evitare un eccessivo rigoglio di fogliame. Trapiantare tutti gli ortaggi. Raccogliere erbe aromatiche e medicinali. NEL FRUTTETO. Piantare e trapiantare gli alberi e gli arbusti da frutto a debole vigoria. NEL GIARDINO. Seminare i fiori. Piantare gli alberi, gli arbusti e le siepi. Mettere a dimora e trapiantare le piante da fiore annuali, biennali, vivaci, le bulbose e le rizomatose. Riprodurre le piante da fiore per talea o per divisione dei cespi.

NELL’ORTO. Seminare gli ortaggi che accestiscono, cioè che mettono fronde dal basso del fusto (cavoli, sedano, bietole da coste) o che non devono andare prematuramente in semenza (insalate, lattughe, indivia, finocchio, aglio, cipolle, scalogno, porro, spinacio). Piantare e trapiantare i bulbi di cipolle, aglio, porro ecc. Lavorare il terreno e concimare. NEL FRUTTETO. Potare gli alberi e gli arbusti da frutto vigorosi. Sfrondare e fare le potature estive degli alberi e arbusti da frutto. Innestare a gemma e a marza. Lavorare e concimare il terreno. NEL GIARDINO. Potare e sfrondare gli alberi, gli arbusti e le siepi. Spuntare e cimare tutte le piante da fiore e gli arbusti. Lavorare e concimare il terreno. Disegni di Massimo Astore


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altromondo

India:

testimonianze di sovranità alimentare La Deccan Development Society dal 1983 si impegna per garantire l’autonomia delle comunità locali nell’Andhra Pradesh. di Giuditta Pellegrini

N

el panorama dei numerosi tentativi di promozione di un modello economico rispettoso della sostenibilità e della dignità lavorativa, l’India spicca per la ricchezza di realtà che si occupano del recupero dei metodi di coltivazione tradizionali basati sulla conoscenza tramandata. E questo nonostante la monocoltura e la vendita di additivi chimici e di semi con licenza proprietaria abbiano causato inquietanti fenomeni, quali il suicidio di 180 mila contadini in seguito al debito contratto con le multinazionali dell’agricoltura.

Un esempio di queste realtà alternative è la Deccan Development Society. Nata nel 1983 dalla volontà di alcuni intellettuali indiani di garantire l’impiego attraverso l’agricoltura biologica dei piccoli coltivatori e delle donne intoccabili dell’Andhra Pradesh, DDS basa la propria attività sui concetti di accesso e controllo delle risorse per l’autonomia delle comunità locali.

evoluto verso una visione più ampia, rivelando le potenzialità del progetto come forte strumento per la reintegrazione nel tessuto sociale delle donne della casta più bassa (Dalit), in un contesto in cui parlare di emancipazione femminile non era affatto scontato. Le Dalit non avrebbero accesso all’istruzione né tantomeno alla vita pubblica ma DDS ha scommesso su

Emancipazione delle donne Nella foto: la banca dei semi di DDS con-

L’iniziale necessità dell’ong di prov- tiene più di 80 varietà di miglio e altre sevedere ai mezzi di sostentamento ele- menti autoctone a cui i contadini possono mentari dei villaggi rurali ha presto accedere gratuitamente. Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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altromondo

un tipo di conoscenza che prescinde da quella dell’alfabetizzazione, e oggi più di 5000 donne fanno parte della Society, rappresentandone la vera essenza. Il recupero di 4000 ettari di terreni demaniali inutilizzati in una gestione comunitaria basata sulla permacoltura, ha garantito loro l’indipendenza economica, sottraendole al ruolo di sfruttamento lavorativo cui erano sottoposte dal sistema delle caste, che prevede come unica fonte di reddito la pratica degli impieghi più umili o dell’elemosina.

La banca dei semi Presiedendo il Sangham, un’assemblea che si propone come organo primario di autogoverno locale, le donne partecipano attivamente alla vita pubblica e si esprimono in merito all’economia della comunità, in base a quell’idea gandhiana di società organizzata secondo cerchi oceanici, in cui l’influenza si estende dal singolo individuo ai villaggi e quindi alla confederazione orizzontale di questi. Esse gestiscono la banca dei semi, dove più di 80 varietà di miglio e altri tipi di semi autoctoni, a cui i contadini possono accedere gratuitamente, sono custoditi anno dopo anno in vasi di terracotta sigillati con sterco di mucca, materiale apprezzato per i suoi molteplici utilizzi (come combustibile o le cui qualità impermeabilizzanti sono sfruttate nell’intonacatura delle abitazioni), e foglie di neem, la pianta locale con proprietà antisettiche.

Una radio al femminile Alcune componenti del Sangham hanno creato la prima radio in Asia tutta al femminile, che alle sette di sera, quando si rientra dal lavoro nei campi, trasmette temi relativi all’agricoltura, dà supporto legale soprattutto in casi di violenza domestica e diffonde le musiche tradizionali della regione del Telangana. Altre invece utilizzano il video per raccontare in prima persona l’esperienza di ricerca che stanno vivendo, dando voce ai piccoli coltivatori e superando così le barriere dell’analfabetismo. Il Krishi Vigyana Kendra è il centro per le scienze agricole di DDS. È lì che verremo ospitati e l’immenso giardino che lo circonda, con i suoi alberi di mango e di neem e il suo orto officinale dove le scimmie si rincorrono tra le piante di aloe: si presenta come un Eden dopo il passaggio obbligato nella caotica città. Nel grande patio fiorito di buganvillee del bell’edificio in mattoni rossi ricavati dalle sabbie della zona si trova il laboratorio dove gli agricoltori dei villaggi fanno analizzare la terra per decidere quale tipo di raccolto le è più consono e se bisogna utilizzare dei fertilizzanti naturali. Le vasche in cui il compost è messo a riposare sono munite di targhe che elencano i materiali in esso utilizzati, tra cui pezzetti di cocco disidratato, sesamo e melassa di canna da zucchero. Durante la festa Hindu di Makar Sankranti, celebrazione della primavera e dell’abbondanza in occasione In alto: il simbolo di DDS fatto con i semi. In basso: Le vasche per il compost.

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www.terranuovaedizioni.it


TN0711 53-55 altromondo_altromondo 08/06/11 13.02 Pagina 55

Dialogo con le istituzioni

diffondere il modello della certificazione partecipata, in cui la qualità del prodotto sia attestata e controllata direttamente da gruppi di produttori e di consumatori. Il Jathara celebra la conoscenza tramandata ed è espressione della profonda relazione emotiva e spirituale tra il contadino e la terra, rivalutando quella concezione olistica della natura per cui ogni elemento è parte integrante e imprescindibile di uno stesso ecosistema. È in virtù di questo approccio che si è scelto di riscoprire la biodiversità delle varietà autoctone. Il riso, che dovrebbe essere acquistato per la grande quantità di acqua che necessita per la coltivazione, relegando i coltivatori al ruolo di passivi consumatori, è stato sostituito con il miglio, unica risposta sostenibile per un terreno semiarido come quello di Medak District. Il miglio è meno veloce da cucinare (la varietà utilizzata per fare il pane, il sorgo, deve essere macinato per poterne estrarre la farina), ma non ha bisogno di essere irrigato, non inaridisce il terreno e ha una maggiore ricchezza nutritiva. La coltivazione del miglio ha quindi permesso ai contadini di tutelare non solo la sicurezza alimentare della propria comunità (cioè la disponibilità di una quantità di alimenti sufficiente a sfamare tutti i suoi componenti), ma anche la sovranità alimentare, che prevede l’indipendenza da variabili esterne per garantirne il sostentamento e la libertà di mettere in campo l’insieme delle proprie conoscenze legate al territorio, all’ambiente e alla peculiarità culturale. l

DDS e i suoi membri mantengono un costante dialogo con le istituzioni governative, che hanno eletto il Festival itinerante della biodiversità come migliore campagna culturale rivolta alla salvaguardia dell’ambiente e hanno iniziato in alcune regioni un programma pilota per

A sinistra: Bambini sfilano su un carro decorato con saree durante il festival della biodiversità. A destra: Alcune donne del sangham assistono al corteo di carri che attraversa i villaggi.

A sinistra: Radio Sangham, la prima radio di sole donne in Asia, si occupa di problemi legati alla terra, all’agricoltura e ai villaggi e diffonde le musiche e la cultura tipiche del Telangana. A deistra: Preparativi per il festival. I cartelloni che mettono in guardia sui pericoli del transgenico verranno poi affissi nei padiglioni dei meeting di discussione.

dell’ascesa del sole a nord, quegli stessi ingredienti, dal forte potere nutritivo, vengono amalgamati in gustosi dolcetti che saranno mangiati in segno di prosperità e di unione, mentre le strade si colorano di mandala, i preziosi diagrammi eseguiti con farina di riso e fiori. È da questa festa che DDS ha preso spunto per il suo Jathara, un festival itinerante che si svolge annualmente a gennaio, quando una carovana di carri trainati da buoi decorati attraversa per un mese i 75 villaggi membri della Society trasportando semi e spighe di sorgo. Il festival, con il suo corteo di danzatori accompagnati dai tamburi e dai canti intonati dalle donne, è anche un momento di discussione fra più di 150 mila contadini provenuti da tutte le zone dell’India, che si incontrano nei meeting organizzati sotto i grandi tendoni circolari per parlare di agricoltura sostenibile, ogm, certificazione partecipata (PGS), quella che permetterà ai contadini di vendere i loro prodotti senza dover acquistare il costoso marchio che ne attesti la natura bio.

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esperienze

Emozioni a sei zampe L’apprendimento emozionale è un metodo che insegna a scoprire e a vivere una nuova relazione con il nostro cane.

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Intervista ad Aldo La Spina a cura di Stefano Fusi

È

«l’uomo che abbaia con il cane», che «si rotola con i cani» e che insegna a «pensare» e «sentire da cane». Pioniere della cinofilia italiana, Aldo La Spina è uno dei maggiori esperti in Italia di educazione cinofila e comportamento animale. Partiamo dall’inizio: 25 anni fa, l’unico metodo utilizzato per addestrare il cane era quello d’imporre obbedienza attraverso comandi, punizioni e coercizioni, compresi i collari con le punte o addirittura elettrici e a strangolo. La Spina fece «obiezione di coscienza»: non sopportava di dover punire o costringere un essere vivente in questo modo. Così decise di guardare a esperienze diverse e in Inghilterra scoprì, portandolo successivamente in Italia, il «metodo gentile», che educa il cane grazie a premi, senza punizioni né maltrattamenti. Iniziò anche a usare la piscina per la riabilitazione e a praticare un servizio di consulenza comportamentale. Aldo La Spina ha appena pubblicato con Terra Nuova Edizioni il suo primo libro: Emozioni a sei zampe, testo destinato a rinnovare ancora una volta il panorama della cinofilia italiana, proponendo un nuovo modo di relazionarsi con il cane: l’apprendimento emozionale.

Aldo, tu ti occupi di cani da trent’anni: prima da appassionato, poi da professionista. Com’è iniziata la tua avventura con questi animali? A sedici anni mi presi cura di un cane addestrato per proteggere mio nonno, che era un uomo politico. Quel povero animale sembrava un robot: a quei tempi i cani non venivano «educati», ma solo istruiti nei campi di addestramento, utilizzando ordini in tedesco, dal momento che le tecniche venivano tutte dalla Germania. Mio nonno a un certo punto non se ne poté più occupare, e quindi fu mio compito trasformare il truce pastore tedesco Harry nel cane di famiglia. Fui fortunato: Harry era un cane splendido ed equilibrato. Mi ap-

passionai ai cani ed entrai nella protezione civile. Con il mio secondo cane, Ambra, feci esercitazioni di salvataggio e in questo modo ho conosciuto la straordinaria esperienza di essere ritrovato dal cane sotto le macerie. Durante l’esercitazione, quando Ambra mi trovò esplose di gioia e anch’io ne fui contagiato. Fra le macerie vere di un terremoto in Egitto, grazie al cane trovammo alcune persone, purtroppo decedute. Ambra fu veramente felice di avere svolto bene il suo compito, nonostante la triste conclusione. Entrambe furono emozioni incredibili. Sentii che fra me e Ambra c’era qualcosa di più di un rapporto «utilitaristico»: era una complicità, un’intimità fortissima.

Oggi sei definito il primo «cinogogo» italiano: che cosa significa? Conoscendo sempre meglio i cani, compresi che c’era molto da cambiare nel nostro rapporto con loro. Sfidando l’impostazione della cinofilia dell’epoca, diventai il primo «istruttore da marciapiede»: andavo a casa delle persone e facevo intervenire direttamente i proprietari nell’educazione del cane. Avevo infatti deciso di non portarli più nei campi di addestramento: sono in grado di comprendere le esigenze umane solo nel proprio luogo di vita, con le persone con cui stanno. Dopo le molte esperienze all’estero, soprattutto in Inghilterra, sono di-

Aldo La Spina

Emozioni a sei zampe

SegnaLibro

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Educare il cane ed educarsi con l’apprendimento emozionale.

EMOZIONI A SEI ZAMPE di Aldo La Spina Terra Nuova Edizioni EA081, pp. 200, euro 13,00 (per gli abbonati euro 11,70) Il libro si può ordinare presso la redazione di Terra Nuova: tel 055 3215729 – libri@aamterranuova.it online su www.terranuovalibri.it oppure con l’apposito coupon a pag. 99

venuto ora un «cinogogo», un «pedagogista canino»: unisco le competenze sul comportamento del cane a quelle dell’educatore e istruttore cinofilo. È un campo professionale non ancora riconosciuto ufficialmente: non è di competenza del veterinario né dell’educatore cinofilo o dell’addestratore. Si tratta di gestire e risolvere i problemi della relazione fra il cane, la sua famiglia umana e l’ambiente in cui vive. Il cinogogo indaga le cause dei malesseri e in-

Aldo La Spina, 53 anni, insegna alle università di Milano e di Pisa (veterinaria e scienze della formazione), e poi a professionisti come veterinari, toelettatori, addestratori, educatori cinofili, operatori di canile, guardie zoofile. Ha fondato e dirige la scuola di formazione Pet format net e il Centro cinofilo europeo di Novate Milanese (www.centrocinofiloeuropeo.it), nel quale si propongono consulenze comportamentali, attività ludiche, di socializzazione e di riabilitazione motoria per i cani in palestra e piscina e si impiegano terapie naturali come agopuntura, shiatsu, fiori di Bach, omeopatia e omotossicologia. Vicepresidente nazionale di Apnec (Associazione professionale nazionale educatori cinofili), rappresenta in Italia l’Apbc (Association of pet behaviour counselor, un’organizzazione di esperti nel recupero comportamentale) e altri organismi internazionali.

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staura condizioni favorevoli al benessere della coppia cane-umano. È un lavoro che si basa su un approccio «olistico», necessario perché il nostro rapporto con i cani è cambiato radicalmente negli ultimi decenni, con l’urbanizzazione.

Che cosa rappresenta il cane, oggi, per la famiglia umana con cui vive? Ora sappiamo che il cane non è un nostro strumento. Non è neppure un «animale da compagnia»: stare con noi non è il suo mestiere, è qualcosa di più, è la sua ragione e condizione di vita. Ci è «servito» nell’allevamento, nella caccia, nella guardia e salvataggio e così via. Ma accanto a questo aspetto pratico, ha soprattutto trasformato la vita umana con una presenza determinante. La convivenza con i cani è un’alleanza, non un addomesticamento. Nella storia dell’uomo si è trattato di una svolta culturale e psicologica: i cani ci hanno dato il senso di essere accettati, riconosciuti, amati, accuditi da una parte della natura non più ostile. Nell’attuale vita artificiale e urbana, il cane rappresenta un legame prezioso con la natura, la spontaneità e la semplicità. Non dobbiamo idealizzarlo o antopomorfizzarlo, aspettandoci che risponda a tutte le nostre

attese o che sia sempre carino e simpatico come un personaggio da cartone animato. Questa è la bellezza e la ricchezza del rapporto con lui: impariamo a entrare in relazione con l’alterità naturale.

Tu dici che «non esiste un cane disubbidiente, ma solo un cane che non capisce». Non è scontato che il cane ci ubbidisca, che non tiri al guinzaglio, che venga subito al richiamo. Perché dovrebbe interrompere quello che sta facendo, le emozioni che sta vivendo, lasciare gli odori che sta fiutando, i giochi e le esplorazioni? Il cane lo fa solo se ne comprende la motivazione. Altrimenti guastiamo il comportamento dell’animale, rendendolo aggressivo o frustrato. Bisogna conoscerne e rispettarne il linguaggio, i sensi, le sensibilità, la struttura fisica e mentale. Per esempio, con alcune razze è assurdo giocare al lancio della pallina, perché non sono adatte al riporto. Certe pacche, certi contatti sono da evitare: non sono giocattoli. E ancora: l’abbraccio fra due persone può essere letto dal cane come l’inizio di una zuffa e dunque a volte s’intromette per separare il proprietario da un amico, per proteggerlo: non è gelosia né aggressività. Occorre saper

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foto di Alessandra Valentini

«Sentire» e «pensare da cane» Aldo La Spina insegna a «pensare» e «sentire da cane» attraverso svariati esercizi di immedesimazione per «mettersi nei peli del cane». Un esercizio, per esempio, è quello chiamato «a quattro zampe». Per comprendere le peculiarità e le difficoltà visive del cane, soprattutto quella nel guardare all’indietro, una persona sta ferma carponi e deve alzare la testa senza alzare le braccia per guardare qualcosa che l’istruttore porta in mano e che lui deve cercare di prendere. Chi conduce l’esercizio sposta l’oggetto, facendo girare la testa alla persona. Chi fa l’esperienza «da cane» si accorge subito che noi umani, in piedi, abbiamo una visione migliore; stando a quattro zampe non si riesce ad alzare bene la testa. Eppure noi in genere chiediamo proprio questo al cane. Sarebbe meglio portare l’oggetto di fronte al cane, o al massimo di fianco: per vedere in alto e all’indietro il cane deve potersi sedere.

«leggere» i messaggi che ci danno attraverso le posture, i vocalizzi e così via. Bisogna evitare di proiettare sui cani le nostre categorie mentali per non creare o aggravare i problemi: l’»aggressività» del cane, che preferisco definire ostilità, i morsi, la depressione, le fobie, le manie, i comportamenti patologici sono dovuti a stress e a traumi. Siamo noi a metterli in difficoltà, la responsabilità nel rapporto è nostra.

Che cosa intendi quando dici che bisogna «pensare da cane»? Non che dobbiamo «diventare cani». Semplicemente, che dobbiamo fare lo stesso sforzo di comprensione verso il cane, che quest’ultimo deve compiere per adattarsi a noi. I cani hanno esigenze proprie, a cui però neghiamo soddisfazione: in città mancano gli spazi per annusare, incontrarsi e giocare; li teniamo al guinzaglio e al chiuso e gli impediamo di usare l’olfatto, deprivandoli del loro senso più acuto; li stacchiamo dalla madre e dai fratelli troppo presto, per darli in adozione o venderli. Anche in campagna spesso li teniamo legati, recintati, rinchiusi. Però ci aspettiamo che facciano quello che vogliamo. Al contrario, il cane può insegnare qualcosa a noi: a giocare, a guardarci intorno, a perdere tempo, ad esprimere gioia ed emozioni, a godere della natura e della naturalezza. Che cosa rappresentano le emozioni, nel rapporto fra noi e i cani? Quello che ci accomuna di più con il nostro amico a quattro zampe, e che il cane vive in modo più forte, sono le emozioni. Non solo i cani le provano, cosa di cui si dubitava; ma ne provano di più intense e sono più schietti rispetto a noi perché non le nascondono. Secondo me provano anche veri e propri sentimenti, ovvero stati emotivi non transitori che durano nel tempo e colorano il carattere. Ad esempio felicità, tristezza, amore, gelosia o malinconia, sono una parte fondamentale di loro che possiamo imparare a riconoscere. Loro, del resto, leggono benissimo i nostri stati d’animo, quindi pos-


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siamo utilizzare questa loro capacità per migliorare il nostro rapporto. Il modo migliore per comunicare è condividere le nostre emozioni, viverle con loro, manifestarle. Lo faccio sperimentare direttamente: il metodo di «apprendimento emozionale» premia il cane e fa bene anche al suo amico umano, perché instaura una comunicazione solida e profonda. Il cane ha bisogno di sentire l’approvazione del compagno umano, la gioia di avere scoperto insieme qualcosa di nuovo, oppure, al contrario, deve comprendere i motivi della nostra contrarietà, la nostra disapprovazione di fronte a comportamenti non adeguati. Le punizioni non servono a nulla, sono dannose.

quello di approfondire e applicare le scoperte degli studi sulle emozioni e sulla comunicazione non verbale alla relazione con il cane. Questo è davvero un passo avanti, compiuto

da una nuova generazione di educatori cinofili, di medici e di operatori coscienti e responsabili che aiuterà a vivere nel modo migliore la meraviglia di questo rapporto. l

SI RINGRAZIA L’EDITORE PER LO SPAZIO CONCESSO

Quali sviluppi ti aspetti dalla cinofilia italiana? Sono felice che oggi gli amanti dei cani possano comprenderli meglio grazie all’etologia e a nuove discipline come la zooantropologia, che studia i rapporti fra gli umani e gli animali. Il mio contributo attuale è

Esempio, emozione, empatia Il metodo di «apprendimento emozionale» propone di condividere con il cane un’emozione per comunicare in modo forte e chiaro. I molti «esercizi» pratici messi a punto hanno il comune denominatore di coinvolgere il cane attraverso l’esempio e l’emozione. Se vogliamo che un cane superi un ostacolo saltando, non basta far annusare l’asticella, mostrare cosa deve fare o attirarlo con un bocconcino-esca. In questo modo il cane esegue ma non capisce quello che fa, non si diverte, non prova nessuna emozione: non impara realmente. Bisogna far comprendere all’animale perché è importante e bello che lo faccia, dargli la motivazione e fargli sentire la nostra gioia per la sua bravura e l’ammirazione per il suo coraggio. Così superare un ostacolo per il cane non è più una performance, ma un’avventura entusiasmante.

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Oltre 50 mila cani si preparano a essere abbandonati. Abbandonare qualsiasi animale è un reato (articolo 727 del codice penale).

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cosmesi

er Alcuni consigli p solare, a m re c la re e li g sce agli proteggendosi d , senza insidiosi raggi UV rodotti intossicarsi con p dicali che producono ra o nella liberi e penetran dosi pelle, accumulan nell’organismo.

Sole sicuro 60

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©istockphoto.com/Cagri Özgür

di Nadia Tadioli

O

rmai si sa: il sole invecchia la pelle e un’esposizione scriteriata aumenta le possibilità di melanoma. L’alternativa però non può essere indossare il burqa o chiudersi in casa per tutta la bella stagione. Oltretutto la tintarella ha anche evidenti vantaggi: permette la sintesi della vitamina B3 necessaria per la produzione del calcio e quindi per la salute delle ossa. Allevia i sintomi di molte malattie della pelle come la vitiligine, e ogni essere umano ha sperimentato gli effetti antidepressivi del sole. «Il primo passo è quello di seguire le regole corrette» spiega Alessandra Vasselli, cosmetologa Aideco «quelle rilasciate dall’Unione europea. Queste non riguardano solo la crema adatta al fototipo della pelle, ma anche la modalità di applicazione: la crema va spalmata ripetutamente, perché mediamente non se ne applica abbastanza. Meglio se si tratta di un’emulsione, perché un olio rischia di venir via più facilmente». Non esiste infatti, sottolinea la raccomandazione europea, una crema che sia davvero a schermo totale e non è ancora stata inventata una crema completamente waterproof. L’unica soluzione è quindi scegliere una buona crema solare. «Un’opzione non banale, perché il solare perfetto non esiste» spiega Riccarda Serri, dermatologa e presidente di Skineco, l’associazione internazionale di ecodermatologia. «Intendiamoci, il suo uso è sacrosanto, perché quando un fotone colpisce la nostra pelle dà sempre origine a un evento fotobiologico, che provoca una reazione da parte del nostro organismo. Ecco perché l’eritema solare è in realtà un fenomeno naturale, tanto più evidente quanto più la pelle della persona è chiara. Il rossore serve ad avvisarci che abbiamo superato la giusta razione di sole. Spesso però la gente chiama eritema quello che in realtà è una fotoreazione, cioè un evento patologico che purtroppo è sempre più frequente. Il primo consiglio per evitarlo è quello di non guardare solo il fattore di protezione nella scelta del prodotto solare. Sarebbe come fare una


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cosmesi

UV: conoscerli per difendersi Questo marchio certifica che il solare che abbiamo comperato risponde ai requisiti della raccomandazione europea. Significa inoltre che nella crema c’è una protezione sia agli UVB che agli UVA. Storicamente nella formulazione delle creme si è sempre posta più attenzione agli UVB, quelli che arrossano la pelle e provocano le scottature. Nel tempo, oltre a danneggiare e quindi invecchiare la pelle, gli UVB possono avere effetti mutageni sulle cellule epiteliali dando origine al melanoma. È però importante anche lo schermo ai raggi UVA (quelli delle lampade abbronzanti): può passare inosservata, per l’assenza di scottature, esponendo però a un maggiore rischio degli effetti dannosi cronici caratteristici di questa banda, quali invecchiamento della pelle, fotoallergie e fotosensibilizzazione. Esistono anche gli UVC: sono i raggi con la lunghezza d’onda più corta. Non abbronzano e non penetrano nella pelle, ma avendo un’alta energia la bruciano. Fortunatamente la maggior parte rimangono intrappolati nella fascia di ozono. Anche per questo è importante salvaguardarla. ©istockphoto.com/mangostock

UVA

dieta contando solo le calorie: magari si dimagrisce, ma probabilmente ci si ammala anche». Secondo la dermatologa quindi è l’insieme della formulazione a essere importante. «Come prima cosa è bene evitare che ci siano petrolati e siliconi in grandi quantità, ovvero ai primi posti nell’elenco ingredienti. Sono sostanze, oltre che innaturali, che occludono i pori, e quindi peggiorano lo stato della pelle in un momento difficile. È poi necessario verificare che la crema abbia, per rinforzare l’azione dei filtri solari, un fattore antiradicalico biodisponibile, come il tè verde o la vitamina E». Per sfruttare al meglio i benefici del sole, limitandone i danni, è utile anche l’utilizzo di integratori o, meglio ancora, di una dieta ricca di elementi antiossidanti: vitamine A, C, E, piuttosto che i diversi polifenoli contenuti nella verdura e nella frutta. Per esempio i carotenoidi, derivati dalla carota, si depositano nelle ghiandole sebacee e nel derma e tengono sot-

Prodotti a confronto

Equilibra

Garnier

Paglieri

Alchimia Natura

Artec

Bema

ALOE LATTE SOLARE

AMBRE SOLAIRE

PROGRAMME SOLAIRE

RAGGIO DI SOLE LATTE MEDIA PROTEZIONE

CREMA PROTETTIVA SOLARE

NATUR & SUN

Filtri solari utilizzati

Chimici

Chimici e fisici

Chimici e fisici

Fisici

Antiossidanti

Estratto di carota, Betacarotene, Vitamina A ed E

Vitamina E

Vitamina E

Betacarotene, Olio di palma, cocco, orizanolo, vitamina A, jojoba, vitamina E curcuma

Olio di tè verde, bianco e rosso, PlantO3

Melanina, fieno greco, Olio di riso, jojoba, proteine del grano cocco

Camomilla, Porfira umbilicalis, alga corallina, olio di amaranto

Idratanti e lenitivi

Aloe, Pantenolo

Fisici

Petrolati

NO

NO

NO

NO

NO

NO

Siliconi

NO

NO

NO

Ingredienti potenzialmente problematici

NO

NO

NO

NO

NO

Eco bio cosmesi Icea, Nichel tested

Certificazioni

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Estratto di Cactus

Aloe, pantenolo, glicosaminoglicani, estratto di plancton

Chimici e fisici

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NO

Triethanolamine

NO

Diazolidinyl Urea, Tetrasodium edta, NO


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to controllo i radicali liberi, iniben- una crema solare è poi importante do le reazioni di ossidazione, che si che esista anche un fattore idratante e che la profumazione non contengenerano durante l’esposizione. ga sostanze fotosensibilizzanti come I filtri fisici il bergaptene. Noi abbiamo una lista Orientarsi nella giungla delle pro- di sostanze ammesse». tezioni solari non è facilissimo, ma Anche il disciplinare CCPB amla prima importante suddivisione da mette solo questi due filtri fisici. tenere presente è quella fra filtri fi- «In linea generale tutti gli enti di cersici e filtri chimici. I primi sono quel- tificazione di cosmetici bio hanno rili che tradizionalmente vengono stretto la scelta a questi due ingreutilizzati dalla cosmesi eco biologi- dienti» spiega Fabrizio Piva, ammica e sono sostanzialmente due: bios- nistratore delegato di CCPB «con cui sido di titanio e ossido di zinco (il si riescono comunque a produrre crenome in etichetta è Titanium dioxi- me solari ad altissima protezione de e Zinc oxide). sia agli UVB che agli UVA». «Gli unici ingredienti ammessi dal di- Il principio di funzionamento dei sciplinare Natrue per i solari sono il filtri fisici è quello di riflettere la titanium dioxide e lo zinc oxide» con- luce del sole o di fare da schermo con ferma Vincent Letertre, direttore quella patina bianca che, pur essendo tecnico Natrue «che rientrano nella ecocompatibile, non è proprio il mascategoria delle materie prime inor- simo da spalmarsi sulla pelle e da porganiche, che noi riteniamo natural tare a spasso. Per ovviare a questo proidentiche. Si tratta cioè di composti blema negli ultimi anni si è cominciato chimici esistenti in natura, che ven- a micronizzare queste sostanze. Molgono purificati e ottimizzati per es- to più confortevoli da spalmare, le nasere usati sulla pelle. Nella scelta di noparticelle hanno però il difetto di

Bioearth

Esprit Equo Soleil

Fitocose

Sante Soleil

SUNLINE

LATTE SOLARE

LATTE SOLARE ALLA CAROTA

SUN LOTION SENSITIVE

Chimici

Fisici

Fisici

Fisici

Vitamine A ed E, tè verde

Vitamina E

Olio di carota, G-orizanolo, vitamina E

Betacarotene, estratto di echinacea

Olio di elicriso, aloe, PCA, urea vegetale, acido glutammico pantenolo

Miele, pantenolo, acqua di rose damascena, Aloe, glicerina, Aloe, squalano, burro di karité, olio di olio di jojoba, di girasole glicerina, olio di girasole baobab, olio di noci e di broccoli dell’Amazzonia

NO

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NO

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Eco bio cosmesi Icea, Fairtrade, Lav, Nichel tested

NO

Natrue Organic, BDIH

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cosmesi

Le raccomandazioni dell’Unione europea Secondo l’Unione europea la crema è solo uno dei pilastri di una strategia più complessa e riassunta in quattro loghi efficaci: Evitare esposizioni nelle ore di picco dalle 11 alle 15. Va tenuto presente però che anche sotto l’ombrellone la sabbia riflette fino al 25% dei raggi - la neve addirittura fino al 70%. Il sole si prende anche sotto il pelo dell’acqua e neppure le nuvole costituiscono un filtro efficace. Evitare ai bambini fino a 5-6 anni l’esposizione diretta al sole. Più un bambino è sovraesposto e più alto sarà il rischio di cancro alla pelle in età adulta. Mantenersi protetti usando cappelli, magliette e occhiali da sole. Usare generosamente i prodotti solari.

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penetrare oltre la pelle, accumulandosi nell’organismo. Inoltre il biossido di titanio ha mostrato di degradarsi sotto il sole con la produzione di radicali liberi, molecole instabili che vanno a danneggiare il tessuto connettivo e le cellule, con effetti che nel migliore dei casi si limitano all’invecchiamento della pelle e alla comparsa di rughe. Ecco perché il biossido di titanio deve essere rivestito da un’altra sostanza, per esempio con dei siliconi.

Chimica amica? I filtri chimici agiscono invece convertendo l’energia delle radiazioni ultraviolette in calore o fluorescenza, ma nello sforzo possono subire trasformazioni che modificano la capacità protettiva e rilasciano prodotti di degradazione non sempre innocui. «Alcuni filtri chimici di ultima generazione» continua Serri «hanno però dimostrato di essere fotostabili e di non degradare sotto il sole dando origine ai ra-

dicali liberi. Hanno dimostrato anche di non penetrare attraverso la pelle accumulandosi nell’organismo. E spesso una crema con soli filtri fisici è davvero poco confortevole sulla pelle». Così, chi vuole prendere in considerazione una crema più tradizionale dovrebbe privilegiare questi ingredienti, come il Tinosorb S (nome in etichetta Bis-ethyl hexyloxyphenol methoxyphenyl triazine, o Bis-octoxyphenol methoxyphenyl triazine) che protegge dagli UVB e dagli UVA, è fotostabile, e aiuta gli altri filtri chimici eventualmente presenti nella formulazione a mantenersi stabili. È spesso associato al Tinosorb M (nome in etichetta Methylene bis-benzotriazolyl tetramethylbutylphenol), che assorbe un ampio spettro di raggi ultravioletti, sia UVB sia UVA, e che si comporta contemporaneamente come fosse un filtro fisico, riflettendo i raggi solari. È un composto che mostra una buona resistenza sotto il sole, senza di-


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minuire la sua efficacia, e ha un effetto stabilizzante su altri tipi di schermi solari in particolare sull’Ethylhexyl methoxycinnamate. Minima anche la penetrazione all’interno della pelle. Fra i filtri di ultima generazione c’è anche la famiglia del Mexoryl Sx e Xl. Il primo lo riconoscerete da questo nome in etichetta: Terephthalylidene Dicamphor Sulfonic Acid, difende la pelle dai raggi UVA ed è ritenuta una sostanza piuttosto stabile, quindi non si degrada sotto il sole formando radicali liberi, e viene poco assorbita dalla pelle. È spesso usato in abbinamento con il Mexoryl Xl (nome Inci Drometrizole trisiloxane) perché le due sostanze mostrano di migliorare le loro prestazioni se usate insieme. Quest’ultimo è un filtro solare a largo spettro che ripara sia dagli UVA che dagli UVB e che come il fratello è fotostabile e non penetra nella pelle. Certo questa iniezione chimica può spaventare, meglio allora alternare sapientemente l’uso di creme solari ai filtri più fisici che esistono: cappelli, caffettani e occhiali da sole. l

Solari naturali fai da te Alcuni oli hanno naturalmente la capacità di filtrare i raggi solari. Chiariamo subito che il loro filtro è molto modesto e corrisponde a una protezione bassa, circa SPF 6, adatta quindi a un fototipo scuro e già abbronzato nelle ore meno calde della giornata. Una protezione decisamente più efficace è quella della crema per il culetto dei bambini, naturalmente ricca di protettivo ossido di zinco. Se però si vuole alternare la crema a un prodotto più naturale, ecco una semplice ricetta: sciogliete a bagno maria 55 grammi di olio di riso, 40 grammi di burro di karité e 5 di stearina o di cera d’api, quindi frullate con il minipimer aggiungendo una punta di vitamina E e un cucchiaino di maizena per togliere un po’ l’untuosità. L’olio di riso filtra grazie al gamma orizanolo, mentre l’alta percentuale di vitamina E protegge dai radicali liberi. Il burro di karité ha la stessa proprietà filtrante, oltre al suo ricchissimo corredo di vitamine, antiossidanti, fitosteroli e karitene. Non avendo conservanti questo prodotto va maneggiato con cura, non va lasciato sotto il sole e toccato con le mani sporche.

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salute Il metodo Di Bella sbarca in Cina

uso prudente di questi medicinali. Un problema che riguarda anche gli allevamenti, dove oggi si consuma la quota maggiore di antibiotici in commercio. Nel nuovo dossier «Tackling antibiotic resistance from a food safety perspective in Europe», l’Oms attribuisce ai comportamenti del medico veterinario un ruolo centrale per una gestione sanitaria dell’allevamento che, attraverso la biosicurezza e la prevenzione, potrebbe ridurre sensibilmente il ricorso agli antibiotici. Affronteremo il tema degli antibiotici con un nostro dossier sul numero di ottobre.

L’ombra lunga delle lampade abbrozzanti Il Centro tutela consumatori utenti di Bolzano (Ctcu) contesta le nuove misure prese dal Governo per la tutela dei minori nei centri di abbronzatura. Il Ctcu ha effettuato un test in 10 centri portando alla luce valori di irraggiamento allarmanti e consulenze di scarsa qualità. «I test hanno evidenziato che anche dalle nostre parti gli utenti dei solarium sono poco tutelati» ha commentato il direttore Walther Andreaus «pertanto ci sembra più che opportuno che il legislatore tuteli almeno i mi-

FREEBIOENERGY

norenni e le persone a rischio, come del resto viene già fatto in Austria, Germania o Gran Bretagna». Il gestore di un centro d’abbronzatura che infrange le norme rischia una sanzione amministrativa dai 200 ai 1200 euro, secondo le norme varate dalla Commissione legislativa del Consiglio provinciale, ma in Germania per questi casi è prevista una sanzione fino a 50 mila euro. Minorenni e persone appartenenti ai gruppi più a rischio che vogliono utilizzare le lampade, nonostante i divieti, espongono a gravi rischi la loro salute. Secondo il Ctcu «le radiazioni delle lampade non sono assolutamente più innocue dei raggi solari». I raggi UVA e UVB contenuti nei raggi solari vengono infatti utilizzati in combinazione variabile. Le scottature vengono causate dai raggi UVB, a causa del loro elevato potenziale energetico. Se questi raggi vengono filtrati, il corpo rimane esposto soltanto ai raggi UVA, ma con la conseguenza che, ad alti dosaggi, penetrano nella pelle più a fondo causando danni cronici, come l’invecchiamento precoce della pelle.

Erbe medicinali: le nuove direttive della Ue Da due mesi è in vigore la direttiva dell’Unione europea1 che ha introdotto nuove procedure per l’autorizzazione al commercio dei medicinali vegetali. Sul web, soprattutto con petizioni provenienti dai paesi anglosassoni, si era diffuso un grande allarme perché molti temevano il bando di questi medicinali, cosa che non è invece prevista dalla normativa stessa.

elevare la qualità dellʼambiente

Con gli antibiotici non si scherza Sono oltre 25 mila le persone che muoiono per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici. Per questo motivo l’Organizzazione mondiale della sanità si è pronunciata per l’adozione di linee guida nazionali che invitino a un

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Al quarto congresso mondiale di oncologia in Cina, uno dei protagonisti è stato il metodo Di Bella, il protocollo di cura dei tumori elaborato dall’ormai scomparso professor Luigi Di Bella, e che oggi una nutrita schiera di medici sta portando avanti, tra cui il figlio del fisiologo modenese. Il congresso si è svolto a Dalian dal 22 al 25 maggio scorso. Presenti esponenti internazionali della ricerca sul cancro, tra cui il Nobel Andrew Schally. Giuseppe Di Bella, figlio di Luigi, è stato invitato a presiedere la quinta sezione del congresso «Clinical update on combination cancer therapy» (terapie antitumorali innovative e integrate), in cui sono state presentate, a cura della Fondazione Di Bella, tre diverse relazioni scientifiche. «Sono stati presentati carcinomi della mammella guariti stabilmente unicamente con il MDB, senza intervento» dichiara il dottor Giuseppe Di Bella, «leucemie linfatiche guarite da 10 anni, un incremento tra il 200 e il 300% delle mediane di sopravvivenza dei carcinomi polmonari non a piccole cellule rispetto ai dati ufficiali reperibili in letteratura». L’intero MDB, i casi clinici guariti senza intervento, chemio o radio» conclude il medico, spiegando che la terapia può essere fatta a domicilio a costi minimi rispetto alle tradizionali terapie oncologiche – sono pubblicati anche da riviste scientifiche internazionali reperibili sulla massima banca dati www.pubmed.gov. (nella foto: Giuseppe Di Bella)


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salute La direttiva, che ha concesso un periodo di transizione di 7 anni prima dell’entrata in vigore per dare modo ai produttori di adeguarsi alle richieste, prevede comunque una procedura autorizzativa molto semplificata per i medicinali vegetali tradizionali il cui uso è ormai divenuto consuetudine. Non si escludono possibili ripercussioni magari sui piccoli e piccolissimi produttori, per i quali ogni pratica o iter può rivelarsi un appesantimento dell’impegno anche economico, ma anche l’Italia doveva introdurre criteri per po-

ter commercializzare i prodotti a base di erbe utilizzati a scopo terapeutico.

il medico risponde Ipertensione arteriosa: quali le cure naturali? Ho un problema che vorrei risolvere senza l’aiuto della chimica. Mi hanno riscontrato pressione arteriosa alta 100/170 e mi hanno prescritto un farmaco. Vorrei sapere se c’è qualche medico o centro a cui mi posso rivolgere per risolvere il problema in modo alternativo. Premetto che mi sto già curando con olivis, biancospino e aglio, ma non bastano. Lucia

le aziende informano

n Gentile Lucia, credo che sia necessario affrontare la questione a tutto campo. Innanzitutto si assicuri di ridurre l’apporto di proteine animali e il consumo di tabacco, tè, caffè e alcolici. Oltre a questo, se il biancospino e l’Olivis non sono sufficienti è possibile utilizzare piante come la Rauwolfia serpentina TM, il Viscum crataegi TM o la Hieracium pilosella TM. Tuttavia è necessario inquadrare la tipologia individuale e le sue problematiche passate e presenti prima di giungere a una cura personalizzata, poiché sappiamo che ogni ipertensione è diversa dall’altra in quanto ogni soggetto è unico. Sarà comunque di aiuto e sollievo una tisana a base di biancospino, melissa, camomilla, betulla e arancio.

Il miso non pastorizzato può sviluppare il botulino? Vorrei sottoporre una domanda sul miso: se non è pastorizzato, vi si può trovare la tossina botulinica? Sinceramente io davo per scontato di no dato l’elevata presenza di sale (oltre il 10%). Poi l’estate scorsa, acquistando il miso biologico non pastorizzato di una nota marca che fa il biologico da sempre, ho notato che aprendo le confezioni il miso faceva delle bollicine. Non ho dato peso alla cosa, ma poi una nutrizionista della mia zona, incontrata casualmente, mi ha detto di fare attenzione perché il fenomeno delle bollicine, sebbene poco probabile, poteva anche essere sintomo della tossina botulinica. Sono rimasta un po’ male e ora guardo a questo alimento con un po’ di preoccupazione e non lo sto consumando, ma mi manca molto perché lo adoravo. Avendo letto nell’articolo «Cosa mangiare dopo Fukushima?» (TN di maggio) che il

Occorre sottolineare che la direttiva sui medicinali vegetali non vieta le vitamine, gli integratori minerali e gli infusi di erbe e non vieta le terapie e i terapeuti alternativi, l’omeopatia, le piante o i libri sulle piante. Il numero di settembre di Terra Nuova dedicherà un’inchiesta ai produttori di erbe officinali biologiche approfondendone situazione, problematiche e prospettive future. 1 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/ LexUriServ.do?uri=OJ:L:2004:136:0085: 0090:it:PDF a cura di Paolo Giordo, medico omeopata

miso è un potente disintossicante e agisce proprio contro la sostanza botulina, vorrei capire bene come stanno le cose e ricominciare con le zuppe di miso. Beatrice n Gentile Beatrice, dal momento che il suo miso non era pastorizzato è possibile che il processo di fermentazione non sia stato completo e questo potrebbe spiegare le bollicine viste nel vasetto. In effetti la fermentazione in salamoia crea un ambiente poco adatto allo sviluppo del botulino, ma una sua presenza non si potrebbe escludere in modo matematico, dato che scarse condizioni igieniche potrebbero causare una contaminazione. Trattandosi di una grossa ditta si dovrebbe escludere questa evenienza, ma potrebbe convenire chiedere alla ditta stessa.

Curare la depressione con la medicina non convenzionale Ho letto l’articolo «Perché ci ammaliamo?» sul numero di maggio: molto interessante! Mi è venuto pertanto in mente di rivolgermi a voi per una domanda: sono tre anni che soffro di depressione e la sto curando con la medicina tradizionale, quindi con antidepressivi. Volevo sapere se esistono altri modi, possibilmente naturali, per poter risolvere completamente questo problema, con la stessa efficacia della medicina tradizionale. Rosita n Gentile Rosita, quasi tutto si può curare con le medicine non convenzionali, anche la sua depressione. Ma c’è una differenza. La medicina convenzionale utilizza farmaci soppressivi di una sintomatologia (ad esempio gli antidepressivi così come gli antidolorifici ecc.), mentre quella non convenzionale si chiede cosa sta alla base del cambiamento patologico e cerca di porre il corpo (e la mente) nella condizione di ritrovare il proprio equilibrio utilizzando per questo dei rimedi naturali non invasivi o tossici. Dal punto di vista del soggetto ammalato è altresì importante che si intenda arrivare alla guarigione attraverso le proprie possibilità, che possono essere anche più lente e/o dolorose, in modo da capire il messaggio del nostro corpo. Se invece si ha fretta di allontanare il sintomo, allora si ricade nella cura soppressiva, che tampona ma non guarisce. Come sempre è un problema di scelta, ma scegliere non sempre è facile.

Mandate le vostre domande a lettere@aamterranuova.it o scrivendo a: Terra Nuova Edizioni – rubrica «Il medico risponde», via Ponte di Mezzo 1, 50127 Firenze.

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PAGINE I D R E V SALUTE NATURALE 70 Latte materno:

AGRICOLTURA 79 Esperienze formative

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ALIMENTAZIONE NATURALE 75 Insalate: comprare a busta chiusa? BIOEDILIZIA  ENERGIE RINNOVABILI 78 Il sole conviene,

ECOTESSUTI 80 Suggerimenti per vestirsi secondo natura ECOTURISMO 81 Il mare di cemento

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SALUTE NATURALE

Latte materno: un bene comune Il latte materno fa la differenza per la salute dei nostri figli. Perché allora non renderlo un bene circolante? Sta già succedendo con le banche del latte. di Michela Trevisan

«I

l latte materno è un bene comune che la natura ha affidato in gestione alle donne»: così si apre il Manifesto per la difesa dell’allattamento al seno, elaborato da Ibfan Italia (International baby food action network) e sottoscritto, tra gli altri, dalla Leche League. L’indubbia e comprovata insostituibilità del latte materno per ottenere un completo e corretto sviluppo del bambino dopo la nascita, lo fa rientrare quindi nella categoria dei beni comuni. Come il libero accesso all’acqua potabile, infatti, non riguarda solo la tutela e la salvaguardia della salute del singolo individuo, ma è una questione sociale che coinvolge la comunità intera.

Un alimento insostituibile

completare al meglio il proprio sviluppo sarà più esposto a malattie a breve e a lungo termine, con un peggioramento della qualità della vita. Anche l’attività lavorativa verrà penalizzata e ci sarà quindi una perdita da parte della società sia di forza intellettiva che lavorativa, e un costo sanitario fin dalla tenera età.

Una ricerca frutto di una collaborazione tra ospedali ha riscontrato nel 2006 un risparmio di 20 euro mensili sulle spese mediche per i bambini allattati al seno.

Allattare al seno, oltre a migliorare la salute di mamma e bambino, è anche Un bambino che a causa della man- notevolmente più economico. Solicanza del latte materno non può tamente però ci si ferma al calcolo del

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risparmio nel mancato acquisto del costosissimo latte artificiale. Si stima che l’acquisto di latte artificiale possa andare a gravare sul bilancio familiare con circa 150 euro al mese, una cifra che aumenta in caso di necessità particolari legate ad allergie o patologie del neonato. A queste cifre possiamo aggiungere anche dei costi sanitari. Una ricerca pubblicata sulla rivista internazionale di pediatria Acta Paediatrica1, frutto di una collaborazione tra ospedali (Aosta, Borgomanero, Torino, Moncalieri, Pinerolo, Saluzzo, Pordenone, Tolmezzo, Trieste e Udine), ha riscontrato nel 2006 un risparmio di 20 euro mensili sulle spese mediche per i bambini allattati al seno. Ovviamente i conti non si possono fare solo col denaro. Bisogna tener conto anche delle conseguenze che l’uso di alcune categorie di farmaci hanno sulla salute dei bambini. Numerosi studi hanno infatti rilevato correlazioni tra l’uso di farmaci nel primo anno di vita e la predisposizione ad asma e altre forme allergiche. Le ultime novità derivano dai mucolitici, che sembravano innocui farmaci da banco, mentre ora la loro somministrazione è sconsigliata nei primi due anni di vita.

Le Banche del Latte Le Banche del latte umano donato (Blud) sono delle strutture ospedaliere create per ricevere il latte materno da donatrici esterne. Il latte viene raccolto da volontarie risultate negative ai test sierologici per HCV, HbsAg, HIV. Viene successivamen-


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Le banche del latte in Italia

te pastorizzato con il metodo Holder (62,5° C per 30 minuti), per assicurare l’eliminazione di fattori patogeni e per poter conservare il latte più a lungo, visto che il latte donato viene utilizzato per nutrire i neonati prematuri e quelli afflitti da patologie pediatriche gravi come insufficienza renale, diarrea cronica e intrattabile, intolleranza alle proteine del latte vaccino. Quando disponibile, viene utilizzato anche nella reintroduzione degli alimenti dopo interventi chirurgici o resezione intestinale. Queste precauzioni igieniche vengono utilizzate dalla maggior parte delle banche del latte, ma alcune banche nel Nord Europa, soprattutto in Norvegia e Svezia, stanno sperimentando con successo l’utilizzo di latte umano crudo (come ha riportato la dottoressa Iwona Kazmierska durante un convegno tenutosi a Palermo2), per evitare la perdita di fattori nutrizionali e immunitari che vengono persi con la pastorizzazione, e che sarebbe importante riuscire a

mantenere per migliorare ulteriormente le prospettive di salute dei piccoli a breve e lungo termine, e anche quelle di sopravvivenza. In alcune situazioni critiche, infatti, nutrire con il latte materno anziché con il latte artificiale può fare la differenza, in quanto si innalza la probabilità di sopravvivenza dei piccoli benificiari. Le banche del latte attualmente iscritte all’Associazione italiana banche del latte umano donato (Aiblud) sono 24 in tutto il Paese. Ci auguriamo che siano sempre di più!

Un bene comune Detto questo potrebbe valere la pena, dal punto di vista sociale e Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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SALUTE NATURALE

Solidarietà femminile «Da sempre le donne hanno potuto contare sulla solidarietà femminile per crescere i loro figli» ci dice la dottoressa Iwona Kazmierska, pediatra e pioniera dell’introduzione del latte materno donato nell’unità di terapia intensiva neonatale (Utin) dell’ospedale Buccheri la Ferla di Palermo. «Nelle famiglie dove diverse generazioni convivevano fianco a fianco c’erano le braccia disponibili per cullare il neonato dal pianto e la possibilità di allattare al seno anche se la mamma si assentava o aveva poco latte. Grazie all’allattamento baliatico si rafforzavano i legami sociali, ma soprattutto grazie alle balie sopravvivevano bambini altrimenti destinati a una fine infausta, in particolare negli orfanotrofi e negli ospedali. Oggi il nostro stile di vita è cambiato: siamo più ricchi, più tecnologici, in caso di necessità l’industria alimentare ci offre il latte vaccino umanizzato. Ma per fortuna non è cambiata la natura generosa di quelle mamme che donano il loro latte alle banche del latte umano. Nell’arco degli ultimi 5 anni abbiamo potuto nutrire più di 300 bambini prematuri ricoverati presso la nostra unità, e ci siamo accorti che utilizzando il latte umano iniziavano a sparire le pance meteoriche, diminuivano i ristagni biliari e le infezioni, e si potevamo anticipare le dimissioni». «Le mamme dei piccoli prematuri» continua la Kazmierska «vedendo gli ottimi risultati hanno intensificato i loro sforzi, cercando di assicurare sempre maggiori quantità di latte. All’interno del reparto le mamme poi si incontrano, si danno consigli, si sostengono a vicenda. La consapevolezza di rendersi utili nutrendo il proprio piccolo dà loro la forza per superare i mesi difficili di separazione. In tanti casi dopo le settimane di marsupioterapia i bambini si attaccano autonomamente al seno. Se grazie al supporto del latte della Banca e al sostegno delle madri putative (donatrici, infermiere e pediatre) il cucciolo d’uomo ritrova il seno materno, allora siamo riusciti a chiudere il nostro cerchio di solidarietà».

personale, rivalutare lo scambio di latte tra mamme di una stessa comunità: un atto d’amore allargato sia da parte delle donatrici che delle riceventi. Questo baratto potrebbe nascere come libero scambio (se una mamma allatta vuol dire che ha superato i controlli per malattie trasmissibili attraverso il latte) attraverso le Banche del latte materno donato, ancora poco diffuse, o attraverso chissà quali altre soluzioni che considerino il singolo bambino come il vero bene sociale da tutelare. Lo scambio di latte è iniziato già ad avvenire ad esempio nella comunità virtuale «Human Milk 4 Human Babies», una rete mondiale creata su Facebook per raccogliere e distribuire il latte materno, tra chi ne ha troppo e chi ne ha troppo poco. l Note 1. Cattaneo A. et al (2006), «Infant feeding and cost of health care: a cohortstudy», Acta Paediatrica, 95:540-546. 2. «Allattamento nelle patologie neonatali», Palermo, Palazzo dei Normanni, 2 maggio 2011.

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di Giuliana Lomazzi

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i chiamano tecnicamente prodotti di «IV gamma»: il termine, di origine francese, indica tutti quei vegetali freschi già lavati, confezionati e pronti al consumo: la differenza con la V gamma sta nel fatto che in quest’ultima rientrano solo i vegetali cotti al vapore. I consumatori sembrano apprezzare la IV gamma, che negli ultimi anni si è ritagliata uno spazio considerevole: secondo le stime della Coldiretti, il consumo di vegetali pronti si è triplicato negli ultimi 10 anni. La preferenza va alle insalate (86%). Nel 2010 l’aumento di consumi nel convenzionale ha toccato ben l’8% (quello del bio è più ridotto, ma ritenuto potenzialmente in crescita), in controtendenza con il calo dello 0,6% nel settore agroalimentare. Sempre secondo le analisi della Coldiretti, basate su dati Ismea (Istituto di Servizi per il mercato agricolo alimentare), quasi un italiano su due sceglie questi prodotti, per una spesa complessiva di oltre 700 milioni di euro. I principali fruitori sono i single o le coppie, perché di solito si tratta di confezioni abbastanza ridotte, contenenti mescolanze che richiederebbero un considerevole assortimento da tenere in casa. Ma possiamo acquistarle a cuor leggero? Per cominciare, vediamo come nascono.

La trasformazione Dopo la raccolta, i vegetali vengono refrigerati e trasportati nell’azienda di trasformazione, sempre tenuti a una temperatura costante di 2-4° C: è essenziale che la catena del freddo non venga mai interrotta per evitare alterazioni del prodotto. Il vegetale viene mondato, selezionato ed eventualmente tagliato. In seguito avvengono il lavaggio, il risciacquo e l’asciugatura, infine l’imballaggio. Per effettuare questi passaggi le grandi aziende si affidano a macchinari spesso molto evoluti, garanzia di un prodotto finale più sicuro. Ecco un focus su alcune fasi. Lavaggio. Viene effettuato con l’acqua potabile. Per fortuna in Italia la legge vieta di trattare i cibi con disin-

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ALIMENTAZIONE NATURALE

un’occhiata ai prodotti, anche se già lavati: «Questa è una raccomandazione da farsi perché possono sempre nascondersi dei parassiti». Le associazioni consumatori consigliano di lavare i vegetali una volta prima dell’uso, e del resto anche alcuni produttori lo riportano esplicitamente in etichetta, mentre altri garantiscono il rispetto dell’igiene fino al punto vendita e ritengono superfluo il lavaggio finale. In ogni caso, non si rivela molto vantaggioso dover rilavare prodotti in busta come ad esempio le insalate, che se acquistate fresche si puliscono e lavano rapidamente e costano molto meno. Inoltre rituffare in acqua vefettanti, perché certamente la tentazione di usare sani- getali già lavati, come i ravanelli affettati dei misti, intanti, come il cloro, per riutilizzare più volte l’acqua (an- cide ulteriormente, come vedremo, sui nutrienti. che quella costa, e costa pure smaltirla!) sarebbe forte. Asciugatura. È fondamentale per garantire l’igienici- Perdite nutrizionali tà del prodotto ed evitare lo sviluppo di muffe. Come abbiamo visto, con i prodotti di IV gamma il laImballaggio. Avviene di solito in atmosfera controlla- vaggio avviene dopo il taglio, perciò con il passaggio in ta, cioè diminuendo l’ossigeno e aumentando l’azoto, acqua si cominciano a perdere le vitamine idrosolubiche è un gas inerte, senza rischi per la salute. L’atmo- li. Pensiamo per esempio a spinaci ed erbette, che consfera modificata non è usata solo per i prodotti di IV tengono il prezioso acido folico: mangiandoli «in busta», gamma: se in primavera ancora mangiamo mele croc- rischiamo di vederlo nettamente ridotto. canti e sugose è proprio perché sono state conservate La vitamina C, presente soprattutto nella frutta, non lacosì. scia grandi tracce di sé; invece si mantengono in buoSi potrebbe piuttosto discutere sul fatto che venga uti- na parte i minerali, gli antiossidanti, e tutte le fibre. Man lizzata molta plastica, con uno spreco di risorse am- mano che avanza la conservazione il valore decresce, perbientali. Alcune aziende comunque usano prodotti bio- ciò è bene non acquistare confezioni vicine alla scadenza. degradabili. Ci può essere poi un rischio relativo ai nitriti, sostan-

Contaminazione microbica Tuttavia queste precauzioni possono risultare insufficienti, perché i vegetali freschi sono prodotti vivi e biologicamente attivi. Un’inchiesta del settembre 2010, condotta dal settimanale Il Salvagente, ha preso in esame dieci confezioni di insalate miste, il cui stato igienico si è rivelato solo in un caso mediocre. Non è escluso nemmeno il rischio della presenza di germi patogeni come Escherichia coli, dovuta probabilmente all’impiego di acqua inquinata per irrigare le piante (per esempio di un canale o di una falda superficiale). Questo rischio, o quello di salmonellosi, non è certo da sottovalutare ma è anche vero che non riguarda solo i prodotti di IV gamma. Di fatto nel mondo generalmente non si registrano grosse problematiche a questo riguardo. In ogni caso, avverte Donato Martinelli, dirigente medico SIAN Azienda ULSS 20 di Verona, è opportuno dare

In arrivo la nuova legge «Abbiamo approvato una legge che migliorerà le garanzie igienico-sanitarie e l’informazione per i consumatori in un settore centrale per l’agroalimentare italiano» ha dichiarato in aprile il ministro delle politiche agricole Saverio Romano, «colmando un vuoto legislativo che lasciava troppi margini di discrezionalità». Presto la legge sarà pubblicata e applicata per decreto. I punti salienti riguardano il rispetto dell’igiene, la maggiore attenzione per la filiera e le modalità di utilizzo del prodotto.

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ze che comportano vari rischi per la salute. «Ovviamente i prodotti freschi sono sempre da preferire» si legge in un’inchiesta di Altroconsumo (giugno 2008). «In ogni caso, variate spesso nella scelta delle verdure: questo vi consentirà di evitare un’eccessiva introduzione di nitrati (presenti anche in alcune verdure fresche) e di nitriti, che nei prodotti confezionati trovano l’ambiente ideale per svilupparsi».

Ma quanto mi costi? I prodotti di IV gamma costano molto e possono arrivare fino a 15 euro al chilo. Certo, si pagano la comodità e il fatto che il vegetale arriva già pulito e mondato, e gli scarti si riducono all’eventuale fogliolina scura. Le persone che mangiano molti vegetali crudi ne dovrebbero acquistare diverse confezioni al giorno, ed evidentemente pochi potrebbero permetterselo. Ma anche se il portafoglio potesse, alla fine non si tratterebbe altro che dell’ennesimo distacco dalla natura. I costi ambientali infatti sono elevati. Oltre alla catena del freddo e all’uso di plastica per le confezioni, incidono molto anche i trasporti, senza contare la carenza nelle nuove generazioni di contatto con la natura e con i suoi prodotti: non ci vorrà molto perché i nostri bambini si convincano che le insalate crescono nelle buste. Insomma, prima di mettere mano al portafoglio è bene tenere conto di tutti questi aspetti critici, e senz’altro dare la preferenza al vegetale fresco, meglio se acquistato a km 0. l

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o sviluppo tecnologico e il progressivo abbassamento dei prezzi dei moduli fotovoltaici renderà la produzione elettrica dal sole sempre più conveniente. Uno studio realizzato dal dipartimento di ingegneria elettrica dell’Università di Padova prospetta il 2014 come l’anno in cui converrà produrre l’elettricità in casa con i pannelli fotovoltaici, senza l’aiuto di alcun incentivo. Per impianti più grandi, da 200 kWp, il risultato verrà addirittura raggiunto a metà 2013, mentre per il resto della Penisola il traguardo è poco più lontano. Al Centro Italia l’energia autoprodotta sarà competitiva rispetto a quella acquistata dalla rete nel 2016 per i piccoli impianti da 3 kWp, e un anno prima per quelli da 200 kWp;

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al Nord la «grid parity» in autoconsumo si raggiungerà per i piccoli impianti nel 2017 e per quelli con potenza superiore nel 2016. Il lavoro parte dall’analisi dell’andamento dei costi di moduli e componenti, previsto dalle principali società di ricerca e dalla European photovoltaic association. Nello specifico i moduli fotovoltaici dovrebbero passare dai circa 1,4 €/Wp attuali a circa 1 €/Wp entro il 2013. Il sistema fotovoltaico completo installato per i piccoli impianti domestici da 3 kWp dai circa 3600 €/kW attuali a 2800 nel 2014. l Piccoli Annunci WORKSHOP DI CERAMICA a Ozzano dell’Emilia (Bo). Cooperativa Agriturismo Dulcamara organizza una settimana full immersion nella ceramica, con la ceramista Lorenza Mignoli. Si sperimenteranno varie tecniche di lavoro con l’argilla: uso di smalti e colori, decorazioni di tanti tipi e cotture in diretta anche Raku. Inoltre un pomeriggio al Museo delle Ceramiche di Faenza. Per informazioni: tel 051 796643 - 335 7010549 ea@coopdulcamara.it ENERGIA, AMBIENTE, LAVORO. Viaggio-studio al Centro per l’Energia e l’Ambiente di Springe (Germania) dal 5 al 14 agosto. Alla scoperta di una progettualità a basso impatto ambientale, da applicare alla professione o un progetto personale. Fonti rinnovabili, efficienza energetica, microcogenerazione, bioedilizia, risparmio idrico. Visite guidate a realtà imprenditoriali. Per informazioni: Ass. Paea, tel 0522 605286 www.paea.it BIOARCHITETTURA. Progettazione sostenibile e risparmio energetico: nuove edificazioni, ristrutturazioni, con impiego di materiali naturali. Impresa Edile: lavorazioni naturali e artigianali. Rivendita materiali edili naturali: fi-

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ECOTURISMO Il mare di cemento Spuntano come funghi i porti turistici a cui sono annessi optional che spaziano dal centro commerciale al «nuovo polo urbano» di Maria Ferdinanda Piva

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Italia è terra di santi e di poeti. Ma evidentemente soprattutto di navigatori. Lungo i 7688 chilometri di litorale è tutto un fiorire di progetti e di cantieri per i porti turistici, ciascuno dei quali si tira dietro quasi sempre almeno un villaggio turistico e un ristorante, più vari optional che spaziano dal centro commerciale al «nuovo polo urbano» con strade, piazze, parcheggi. In Italia esistono già 146.166 posti barca, mentre le barche da diporto sono 101.538, più quelle piccole che possono essere tirate in secco. Cento posti ogni 70 barche: non bastano? «I porti turistici servono», risponde Marco Balboni, responsabile di Antibavela, che da Caorle (Venezia) organizza weekend e viaggi in barca a vela. «Tutta l’Italia ha un numero di posti barca uguale a quello della sola Costa Azzurra. Mi rendo però conto che la mediazione con l’ambiente è difficile soprattutto qui in Adriatico, dove le coste non presentano insenature naturali». «Macché villaggio turistico. Da noi non c’è». Da Trieste interviene Italo Mariani, direttore generale di Marina di San Giusto, il porto turistico situato nel cuore Piccoli Annunci

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ECOTURISMO

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Per che cosa vivo? Penso ai miei veri bisogni: alle mie vacanze. È luglio, ma posso fare ancora buone scelte. Magari il Mare, la spiaggia, il Parco. Cucina naturale, attività, escursioni. Relazioni. IL VOLO DELLA RONDINE Vacanze Naturali Nel Cilento

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erbe medicinali e spontanee. Per informazioni: Asia, tel 00385 51235743 unijana@hotmail.com IL VOLO DELLA RONDINE:vacanza speciale nel Cilento. Dormi in tenda o in casetta, gusti cucina di alta qualità e ricca di salute, partecipi ad attività olistiche se ne hai voglia, poi gita in barca nel Parco e tutti i giorni nel mare Bandiera Blu a 100 passi. Una vacanza bellissima. Da 300 € sett. Cercateci su FB. Per informazioni: tel 0974 931036 www.ilvolodellarondine.it L’ASSOCIAZIONE ANTICHE CONTRADE, Contrada Cattazzi a Tregnago (Vr), organizza corsi per persone sensibili all’arte. Turismo rurale «autentico». Tranquillità e creatività. 1-3 luglio corso Estrazione Colore. 8-10 luglio corso di Tintura Naturale dei tessuti. 23-24 dal Telaio-Terapia ai Sogni. Dal 29 al 31 luglio i Tarocchi e la Cabala. 21 agosto corso di Affresco e decorazione. 26-28 agosto intonaci naturali, terre crude. Per informazioni: tel 345 2603097 cattazzi@ libero.it WORKSHOP DI CERAMICA Ozzano dell’Emilia (Bo). Cooperativa Agriturismo Dulcamara organizza una settimana full immersion nella ceramica, con la ceramista Lorenza Mignoli. Si sperimenteranno varie tecniche di lavoro con l’argilla: uso di smalti e colori, decorazioni di tanti tipi e cotture in diretta anche Raku. Inoltre un pomeriggio al Museo delle Ceramiche di Faenza. Per informazioni: tel 051 796643 - 335 7010549 ea@coopdulcamara.it ATMOSFERE MAGICHE. Ecovacanze spirituali, settimane e weekend senza tempo, nello splendido scenario della natura incontaminata. Percorsi magico esperienziali nel bosco di ricongiungimento con Pachamama tra scienza e spiritualità, all’insegna del benessere psicofisico, per armonizzarci, ascoltare il silenzio, purificarci, risvegliare i sensi, conoscere-conoscerci, con seminari: ecosciamanesimo, armonia uomo-donna, vita in ecovillaggio, sostenibilità, alimentazione sana ed erbe officinali. In tenda fino ad ottobre. Nel Parco naturale regionale Gola della Rossa e di Frasassi (An). Per informazioni: tel 333 4558472 www.ilcerchiosacro.it schiasta@libero.it VUOI IMPARARE L’INGLESE in una bella piccola fattoria biologica (con capre, pollame, orto, giardino, fiume con cascata) nel Sud Ovest dell’Irlanda? Lezioni in piccoli gruppi di 4-6 persone. Vitto & alloggio con possibilità di effettuare escursioni. Per informazioni: Marianne, tel 349 5820468 christine@mill-little.com www.mill-little.com TOSCANA CONVIVIALE. Dal 1969 Rendola Riding abbina agriturismo e vacanze a cavallo per tutti i livelli nell’atmosfera accogliente e informale di una casa colonica del Settecento, sul versante

valdarnese dei Monti del Chianti tra Firenze, Arezzo e Siena. Lezioni, passeggiate, trekking, ma anche semplice relax, in compagnia della mitica cucina di Pietro Pinti (autore de «Il libro di Pietro»). Per informazioni: Rendola Riding, 52025 Montevarchi (Ar), tel/fax 055 9707045 - 348 9308385 info@rendolariding.it www.rendolariding.it TURISMO ESPERENZIALE IN ABRUZZO.La cooperativa il Bosso promuove, nel cuore dell’Abruzzo, attività a stretto contatto con la natura, come l’emozionante escursione in canoa, le visite nelle riserve naturali di Anversa degli Abruzzi e Popoli, immersi in favolosi scenari incontaminati, l’esperienza unica nel centro visite del lupo, scoprendo i segreti del lupo e non solo… per un’esperienza suggestiva. Per informazioni: www.ilbosso.com FRIULI. UNA VACANZA ORIGINALE in luoghi autentici. Presso l’Albergo Diffuso Altopiano di Lauco gli ospiti alloggiano in tipiche ed antiche case di montagna recentemente ristrutturate, vivono a diretto contatto con la comunità locale, scoprono cultura e tradizioni di luoghi ancora incontaminati, dove la natura offre spettacoli di rara bellezza. Escursioni in Nordic Walking d’estate e con le ciaspole in inverno! Per informazioni: tel 0433 750585 www.albergodiffusolauco.it L’ALCHIMIA DELLA TRASFORMAZIONE: colori, 4 elementi, natura selvaggia in un percorso creativo di trasformazione attraverso biodanza e pittura espressiva. Contatteremo profondamente la nostra identità esprimendo istinti primordiali e gioia di vivere. Biovacanza 7-13 agosto, 13-15 agosto, presso Agriturismo Monte Carmel, tra boschi e torrenti nell’entroterra ligure, ad un’ora dalle Cinque Terre. Cucina vegetariana. Per informazioni: Daniela Rao, 349 3710630 daniela.rao@biodanza.it Federica Rubiola, 339 4280070 fede.taza@gmail.com SUMMERCAMP con ManitonquatMedicine Story, scrittore, storyteller della tribù dei Wampanoag, dal 19 al 26 agosto,presso il Villaggio Verde, Novara. Ascolteremo gli «Insegnamenti Originali»:come gli esseri umani possano vivere in un modo sacro,in armonia con la Creazione e tutti gli esseri viventi. Per informazioni: Luca, tel 366 5353922 lucafirewolf@gmail.com

VACANZE E SALUTE VACANZE OLISTICHE ALTERNATIVE: in Valsusa (To) a luglio; Liguria 13-20 agosto. Faremo insieme trekking, danze popolari, orto Fukuoka, pane con pasta madre, estrarremo fiori di Bach, lavoreremo su noi stessi con tecniche olistiche come

Metodo Bates, PSYCH-K®, massaggi Bars e altro. Per informazioni: tel 333 9747409 info@vederesenzasforzo.com www.vederesenzasforzo.com UNA SETTIMANA DI RIGENERAZIONE a Villa Lina, Isola d’Ischia, per purificare risanare nutrire le nostre cellule con la pratica del Dharma yoga con Adriana Rocco. 23-30 luglio; 30 luglio - 6 agosto 2011. Per informazioni: tel 055 2312536 adrianarocco@alice.it VACANZE YOGA in Calabria 2-9 Luglio e in Trentino 31 luglio-7 agosto alla scoperta delle più efficaci tecniche dello Yoga in una vacanza che nutre la mente, rigenera il corpo e armonizza lo spirito. Per informazioni: Anna Maria, tel 329 6170865 www.yoganettuno.it info@yoganettuno.it DISINTOSSICARSI AL MARE. Balneoterapia, dieta fruttariana, tisane depurative in centro marino ad alta energia rilassante e curativa per rigenerare, rivitalizzare l’organismo durante i cambi stagionali; pratiche orientali, lavaggio intestinale, Yoga, Chi Kung, Chi Lel, massaggi in coppia, danze terapeutiche ed esercizi in acqua. Date: 15/17 aprile; 17/19 giugno; 26/28 agosto. Possibile proseguire con disintossicazione del fegato. Quote: 120 €. Per informazioni: Ass. Il Cielo Di Shambala, via Carducci 45, Torre Del Lago (Lu), tel 0584 350878 - 329 5374283 SHAMBALA BALNEOTERAPIA. Nel mare toscano settimane e weekend a contatto gioioso con la Natura, libertà di abbandonarsi fra le braccia del Mare, rigenerarsi e autoguarirsi con le antiche pratiche di Yoga, Tai Chi Chuan, Chi Lel, Qi Qong e con la Danza del Cuore; pratiche di talassoterapia, rilassamenti, riassetti posturali energetici, canti esercizi danze in acqua. Ospitalità in centri ad alta energia, rilassante, curativa, cucina bio-vegetariana. Quote da 120 €. Per informazioni: Ass. Il Cielo Di Shambala, via Carducci 45, Torre Del Lago (Lu), tel 0584 350878 - 329 5374283 BIODANZA E IL CAMMINARE nel Parco di Braies: stage di Trascendenza «Il Cammino verso l’Incanto». 7-10 luglio con Sandra Salmaso e Angela Di Bartolo. Biovacanza in Natura «Essere Vita, Sentire se stessi, gli altri e la natura» 31 luglio-7 agosto con Angela Di Bartolo, Agriturismo Bethsaid, www.agriturismobethsaid.com. Per informazioni: Angela, tel 339 3251252 angela.dibar tolo@biodanza.it www.nautilusmodena.it CORSO DI YOGA-RATNA per donne in Casentino dal 14 al 20 agosto! 6 giorni immersi nella natura incantevole della Vallesanta; pratica mattina e sera, cucina vegan, tempo libero per andare al fiume o trekking. Per informazioni: www.yoga-fem.com Terra Nuova · luglio/agosto 2011

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AFRICA IN FESTA 23-24 luglio. A partire dallo spettacolo di danza e musica con cucina africana il sabato sera, prosegue con i laboratori di arte e musica per grandi e piccoli la giornata di domenica. Il tutto all’interno di uno spazio di scambio, conoscenza ed in-formazione interculturale, in un’atmosfera di divertimento e leggerezza. Per informazioni: CentroAnidra, loc. Stibiveri, Borzonaca (Ge), tel 340 4026182 info@centroanidra.it www.centroanidra.it

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Borgofuturo Festival della Sostenibilità, Ripe San Ginesio (Mc), 1-3 luglio Mitica India Marina di Pescara, dall’1 al 3 luglio Fjestival delle Diversità Parco Trotter, Milano, 2-3 luglio Equa la festa Jesi (An), 7-9 luglio Libri a Corte Casalgrande (Re), 17-22 luglio Bliss Beat Yoga and Music Festival Sezzadio (Al), 21-24 luglio Biofesta Polpenazze (Bs), 6-7 agosto Saremo lieti di incontrare i nostri lettori per scambiarci pareri, opinioni e curiosità... ci sono offerte per abbonarsi, acquistare i nostri libri, aderire alla Mappa della Salute, dell’Ecoturismo, della Bioedilizia e dei Negozi Bio. Un benvenuto a tutti quelli che gradiranno la nostra compagnia! Per altre informazioni: tel 055 3215729

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Sabato 1 e domenica 2 ottobre 2011 torna il Festival nazionale del biologico e del benessere olistico

Biosalus 2011: Urbino a tutto bio È già arrivato alla quinta edizione ottenendo un enorme successo: è Biosalus, il Festival nazionale del biologico e del benessere olistico, che sabato 1 e domenica 2 ottobre 2011 tornerà nella città ducale ricco di novità. Organizzato dall’Istituto di medicina naturale, sotto la direzione artistica di Florido Venturi, con il patrocinio dell’Assessorato ai lavori pubblici, protezione civile, risparmio energetico e attività produttive del Comune di Urbino, della Regione Marche, della Provincia di Pesaro Urbino e di Legambiente, Biosalus ha ormai consolidato, nel corso degli anni, il binomio cultura-benessere. «Biosalus» afferma Antimo Zazzaroni, organizzatore della kermesse «è diventato un punto di riferimento per tutti

coloro che vogliono riscoprire un rapporto vero e autentico con ciò che ci circonda». Paese ospite per il 2011 sarà la Cina, in particolare la cultura millenaria cinese: agopuntura, ginnastiche mediche, filosofia taoista, massaggio tui na e feng shui. I visitatori, inoltre, potranno ammirare le spettacolari esibizioni di shaolin kung fu e la danza del leone. Se Biosalus significa benessere a 360 gradi, non poteva mancare l’angolo dedicato alla BioEcoCasa e alla cultura del benessere. I visitatori potranno, grazie alla collaborazione delle più note case editrici del settore, conoscere più da vicino gli «autori del benessere» non solo attraverso le parole, ma anche e soprattutto attraverso i loro scritti. La manifestazione è a ingresso libero. Programma consultabile su www.biosalusfestival.it

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Dall’1 al 3 Luglio la seconda edizione di BORGO FUTURO, Festival della Sostenibilità Annunciate le date della seconda edizione di Borgo Futuro, il Festival della Sostenibilità organizzato dal Comune di Ripe San Ginesio (Mc). Borgo Futuro si svolgerà tra l’1 e il 3 Luglio 2011, e in quei giorni Ripe San Ginesio si trasformerà in un punto d’incontro nazionale per le energie rinnovabili, la virtuosa gestione dei rifiuti e lo sviluppo sostenibile. Per l’evento, che lo scorso anno ha ospitato Maurizio Pallante, Oliviero Beha e Mario Tozzi, si annunciano anche questa volta grandi nomi. Ritorna Borgo Futuro, il Festival della Sostenibilità che nell’estate 2010 ha preso vita tra i suggestivi colli maceratesi in un paesino di soli 800 abitanti. Grande spazio alle energie alternative, all’ecosostenibilità, all’educazione al riciclo. Non mancheranno incontri con grandi nomi della scena nazionale. «Borgo Futuro non è una fiera di settore, non prevede convegni per addetti ai lavori. Non è neppure un weekend d’isolamento dalla civiltà» ha raccontato Damiano Giacomelli, assessore alla cultura del Comune di Ripe San Ginesio (Mc) e

ideatore dell’evento. «Borgo Futuro è una proposta concreta: si può vivere, lavorare, viaggiare, mangiare, divertirsi. Lo si può fare, oggi, rispettando l’ambiente umano e naturale che ci circonda. Questo progetto approfondisce, deforma, gioca, mette in prospettiva tutto quanto c’è di buono nell’immaginario legato alle nostre terre. E, come farebbe un chimico, porta in reazione questi elementi con personaggi e spettacoli contemporanei, con tecnologie all’avanguardia. L’esplosione di idee e cambiamento che ne deriva ci mostra come un vero sviluppo sostenibile possa e debba passare per territori come il nostro». Sarà possibile aggiornarsi sul programma attraverso il sito www.borgofuturo.net e la pagina Facebook www.facebook.com/borgofuturo

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Mi manca il gene del viaggio di Michela - bloggandosimpara-mic.blogspot.com

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Tra ieri sera e stamani ho visto per strada due ricci investiti dalle auto. Il mio compagno di viaggi mi faceva notare come la velocità dei nostri mezzi sia spiazzante per tanti animali. Secondo me anche per noi. Succederebbero cose irreparabili se i nostri viaggi diventassero meno immediati? Di sicuro scopriremmo che tanti spostamenti che ci sembrano indispensabili non lo sono e avremmo più tempo per riposare e per pensare. Quando prendo un aereo o un treno superveloce non ho la sensazione che mi porti lontano nello spazio, piuttosto che tenda a trascinarmi

dƒi letTori Scelte alimentari: il dibattito sia aperto di Giovanni e Kamala

lontano da me stessa. Io non amo i viaggi, specialmente i viaggi di piacere, e non sento lo stimolo a percorrere chilometri e chilometri alla ricerca di uno svago, un divertimento, un cibo, un posto nuovo. Il piacere che provo nel fare una scoperta o nel conoscere una persona è inversamente proporzionale alla distanza dal mio paese, dalle mie montagne, dal mio fiume, da tutto ciò che mi è familiare. Non posso negare che a volte alcuni viaggi che ho fatto mi siano piaciuti molto, ma la mia sensazione è che non sia mai dipeso da

Un sentito grazie alla redazione per lo spazio che ha concesso a Vanessa Sartori per l’articolo «Quando l’agnello si traveste da lupo» (TN di giugno, pag. 18) e alla lettrice Paola per la sua lettera a pagina 91 dello stesso numero… grazie davvero! L’articolo sulla presunzione di certi vegan e sull’essere «bacchettoni» di alcuni alternativi si collegano strettamente… sono stufo anch’io! Estremamente stufo di persone che si ritengono migliori di altre per le loro scelte. È bene che io faccia una premessa: dopo dieci anni di «dieta» vegetasegue a pag. 90 riana, mi sono deciso, nel gennaio di quest’anno, a fare il salto in avanti e passare al vegan (a parte il miele, del quale non posso fare a meno come alternativa allo zucchero). Pratico yoga e cerco di applicarne i principi nella quotidianità, pratico shiatsu, disciplina che ho appreso grazie a un corso quadriennale nel quale vengono insegnati principi che vanno ben oltre il massaggio e che combasegue a pag. 90 Queste pagine sono dedicate interamente ai contributi dei lettori. Potete mandare articoli, lettere, domande, commenti, critiche, foto, poesie, disegni, blog… e chi più ne ha più ne metta! Si raccomanda per quanto possibile la brevità, per dare spazio a un maggior numero di contributi. Ci riserviamo di tagliare i testi molto lunghi (il segno «[…]» indicherà le parti tagliate). Il materiale va spedito a: Terra Nuova dei Lettori, via Ponte di Mezzo 1, 50127 Firenze lettere@aamterranuova.it

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razzante e crea disagio, perché non è facile trovare chi capisce questo Mi manca mio sentire. Quasi sempre si ha la sensazione che gli altri giudichino il gene del viaggio questa tendenza allo stare fermi dove sono andata, bensì dalla com- come una mancanza: mancanza di pagnia e dalla mia tranquillità inte- curiosità, mancanza di interesse, riore. mancanza di apertura mentale. ForA volte questa sedentarietà è imba- se si tratta di una mancanza, ma a me

piace pensare che sia una mancanza genetica. In me il gene che regola la predisposizione al viaggio non è espresso. Però so arrotolare la lingua. Riesco a toccare i gomiti insieme tenendo le mani ai fianchi e non ho mai trovato nessuno che sapesse fare la stessa cosa. Ognuno ha le sue caratteristiche. l

chi fa ancora uso di carne, pesce e pelliccie. Ma è poi proprio così? Forse l’apparenza inganna… Confrontare Scelte alimentari: i propri punti di vista con persone il dibattito sia aperto aperte e piene di rispetto porta spesciano perfettamente con quelli del- so arricchimento. […] lo yoga. Io sono diventata vegana aiutata dal Volendo, nelle «gerarchie» che cer- pensiero di mamma mucca, allontati «alternativi» si costruiscono, io do- nata senza pietà dal suo vitellino; e dal vrei occupare un alto grado, ma AVI non mi sogno nemmeno di criticare chi ha fatto scelte diverse Quando l’agnello dalle mie. L’ho fatto in passato, si traveste da lupo ma ero un ventenne che crede(senza rendersene conto) va di aver capito tutto e mi illuTroppo spesso gli appartenenti al mondo «veg» e animalista devo… Credo che dopo la fase assumono una posizione di biasimo nei confronti del «resto del mondo», minando le basi di ogni possibile confronto. adolescenziale prolungata, non sia più concesso sentirsi «eletti»; T se così fosse, il dovere di queste persone sarebbe quello di educare gli altri… ma attaccare e criticare non ha assolutamente nulla di «educativo», tanto meno di costruttivo. Condivido l’idea che si tende troppo spesso a dividersi. Così come ci si divise su Bartali e Coppi o su Vespa e Lambretta, oggi si inventano sempre nuove divisioni. Di questo passo ci divideremo anche sul numero di passi che è giusto fare in una camminata… francamente, non se ne può più! Che questi agnelli con cumulo di pulcini morti visti in una la pelle di lupi facciano un po’ di au- foto di un allevamento di galline ovatocoscienza e riflettano… che guar- iole. Foto scabrose? Scomode? Sì, ma dino in casa propria prima che in vere! […] quella degli altri! A una persona che ama gli animali Giovanni con tutto il cuore, che sente la loro sofferenza e le loro grida di aiuto, che sa che loro pensano e sentono in Vorrei rispondere, o più precisa- modo simile al nostro, che li consimente completare, l’articolo appar- dera i suoi Fratelli, con la F maiuso su TN di giugno («Quando scola, che li ha adottati come figli l’agnello si traveste da lupo») che par- (quali realmente sono), come appalava di come sia riprovevole da par- iono coloro che li uccidono o li sfrutte di vegetariani, vegani e animalisti tano? Certo che se fossi una gran giudicare o addirittura disprezzare santa sentirei solo compassione e

amore, sempre… questo è un bel punto di vista, sono spunti per riflettere e crescere. Siamo in cammino. Ma un’altra riflessione mi viene in mente. Le ho viste anche io quelle «facce schifate», rivolte verso di me però, quando non ce la facevo a trovare un equilibrio e sembrava che pensassi solo al cibo, quando non c’era nessuno vicino a me. Perché criticare gli amici animalisti? Loro fanno quello che si è sempre fatto, perseguono la giustizia, e cercano di educare gli altri, ognuno al loro livello. Chi è più santo andrà incontro alle altre persone con una riserva d’amore immensa e le cambierà per sempre solo con uno sguardo. Chi studia porterà informazione. Chi è pronto porterà aiuto. Chi ha dentro un grande bisogno di giustizia, si farà sentire sulle piazze. Alcuni, cercheranno anche di far vergognare un po’ le persone, e forse così le sveglieranno. In America gli igienisti terrorizzano la gente con le malattie provocate da carne e pesce. Anche io ho avuto la tentazione di condannare un tale comportamento. Poi però mi sono resa conto che anche qui non posso giudicare. Certo, è migliore la strada che viene dall’etica, ma se una persona ha il cuore duro come la pietra come aiutarla a cambiare? Cos’è più importante? E chi sono io per giudicare? […] Un giorno ho letto in un libricino una frase di un uomo saggio, diceva che verrà un tempo in cui l’uccisione degli animali sarà giudicata sacrilega come quella degli uomini. Beh, io penso che ci siamo. Svegliatevi! Cordiali saluti, Kamala

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vegetariani.it

mo solo peccando di mancanza di umiltà e ci stiamo dimenticando che nel momento in cui smettiamo di imparare dagli altri – da tutti, indistintamente – smettiamo di crescere, di evolverci.

Da difensore ad aggressore

di Vanessa Sartori

anta rabbia incanalata tristemente in una causa così nobile. È ciò che si può percepire parlando con vegetariani, vegani e animalisti. Penso si possa generalizzare in questo senso: tutti abbiamo almeno una volta sfoggiato quel particolare sguardo di disapprovazione in risposta a un’affermazione filo-carnivora, di fronte a una pelliccia o in occasione di una cena con gli amici a base di pesce. Una sorta di smorfia di stizza e raccapriccio ha irrigidito il nostro volto nel tentativo di trattenere - o meno - dure parole di rimprovero e sdegno.

La scelta vegan è realmente la più etica?

Chi è vegetariano, scegliendo di non mangiare più carne e pesce, si sente spesso autorizzato a guardare dall’alto in basso tutti coloro che rappresentano il motore del perpetuo lavorio dei macelli. Ma come potrebbe giustificare la sua scelta di fronte a un vegano? Abbracciando quella che non è solo una dieta più rigida di quella latto-ovo vegetariana ma un vero e proprio stile di vita, il vegano rifiuta anche tutti i prodotti che derivano dallo sfruttamento e dalla sofferenza inflitta agli animali: latte, uova, miele, lana, seta, cuoio, cosmetici testati sugli animali e così via. Un tanto coerente impegno, messo in pratica per preservare il benessere degli altri esseri viventi, non può che essere fonte di orgoglio per chi ha intrapreso questa via. Orgoglio

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che si può tramutare però in cieca superbia… il passo è breve. Parlando con molte persone vegane si può percepire come queste si sentano nel giusto, arrivate, autorizzate a riprendere e demonizzare l’atteggiamento di chi le circonda poiché pensano che solo il loro comportamento sia il più corretto in assoluto. Ma è realmente così? Si pensi a un fruttariano, una persona che ha scelto di nutrirsi di sola frutta rispettando così anche il diritto alla vita delle piante; potrebbe dare dell’assassino a un vegano se adottasse lo stesso metro di giudizio. I fedeli al giainismo (o Jainismo), oltre a essere rigorosamente vegetariani, seguono il principio della non-violenza, uno dei cinque giuramenti previsti da quest’antica religione, che viene attuato in tutti i loro pensieri, parole e azioni. Esistono alcuni giainisti che indossano maschere su bocca e naso per evitare ogni possibilità di respirare minuscoli insetti e persino l’acqua viene filtrata al fine di non ingerire involontariamente piccoli organismi. Gli esempi annoverabili sono infiniti, potremmo salire i gradini di questa ipotetica scala della non-violenza senza mai vederne la vetta. Per quanto possiamo impegnarci a non nuocere al nostro prossimo, potremo solo fare del nostro meglio, a diversi livelli di consapevolezza, senza mai raggiungere una condizione perfettamente esemplare. Quando ci fermiamo nel nostro percorso, convinti di poter istruire chi è rimasto indietro, in realtà stia-

L’animalista che usa immagini cruente e adotta un atteggiamento inquisitore durante una manifestazione contro le pellicce, contro gli allevamenti intensivi e il relativo consumo di carne, contro la vivisezione o contro i circhi che fanno esibire animali, sta in realtà urlando ai passanti «tu sei il loro carnefice». Come può chi si sente incolpato di qualcosa di così grave avvicinarsi di buon grado al suo accusatore? Chiunque si metterebbe sulla difensiva, la reazione più umanamente prevedibile che verrà innescata sarà la negazione della propria complicità in tali aberranti pratiche sanguinarie. L’informazione è necessaria, sia ben chiaro: le persone devono ricevere gli strumenti necessari per poter compiere una scelta cosciente. Ma converrete che solo se questa viene fornita da una posizione aperta si creeranno le basi per instaurare uno scambio proficuo. Diversamente l’informazione sarà viziata dal giudizio, il messaggio andrà quasi sempre perso.

Non siamo nati vegan

Non dobbiamo dimenticare chi eravamo, che siamo arrivati dove siamo solo grazie a un’opportunità che ci è stata offerta. Nessuno di noi, salvo rari casi, è nato vegetariano o vegano. Chi ha fatto questa scelta l’ha fatta in tempi e modi diversi. Quindi come possiamo permetterci di demonizzare chi attende di ricevere lo stesso «aiuto» che è stato regalato a noi? Contraccambiare il dono che ci è stato fatto è il modo migliore di ringraziare per questo deliberato gesto dell’esistenza. Come ci insegnano i saggi, dobbiamo lavorare su noi stessi, fare tesoro di tutto ciò di cui veniamo a conoscenza durante il nostro percorso di vita e successivamente donarlo agli altri, condividerlo senza imporlo come una verità as-


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ERRATA CORRIGE

Da La Boscaglia sono nate più realtà Gentile redazione, nell’articolo «Skipper col cuore verde» (TN di giugno) si parla di vacanze a impatto zero con la barca a vela. Tra le varie proposte c’è quella di Compagnia dei Cammini, che viene però segnalata come ex La Boscaglia. Questa definizione è vera da un certo punto di vista, nel senso che le guide che hanno dato vita alla Compagnia dei Cammini erano guide della Boscaglia, ma falsa sul piano della corretta informazione al lettore: non si può affermare «ex La Boscaglia», dal momento che sono diverse le realtà nate dalla fine di quella bella esperienza, come si può facilmente verificare sulla ancora esistente home page www.boscaglia.it, che riporta tutte le organizzazioni, di guide e di volontari, «figlie» in qualche modo della Boscaglia. Tale definizione potrebbe insomma indurre il lettore a credere che La Boscaglia «si sia trasformata» in Compagnia dei Cammini, mentre non è così: anche noi di Walden viaggi a piedi abbiamo lavorato per tanti anni in Boscaglia e ce ne sentiamo eredi altrettanto legittimi. Luigi Lazzarini e Alessandro Vergari www.waldenviaggiapiedi.it

Tecniche da «ex venditori di enciclopedie» Buonasera, ho letto con interesse sul numero di maggio l’articolo sul cohousing di LeCASEFranche, ma sono rimasta allibita nel leggere il prezzo, 1700 euro al m2 ?! Ma non è vero, sono in contatto con loro e il prezzo sarà se va bene di 2200 euro al m2. Perché queste tecniche da ex venditori di enciclopedie? Mi aspetto un chiarimento nel prossimo numero, sono davvero delusa, se tanto mi dà tanto… Francesca Gentile sig. Francesca, abbiamo preso nuovamente contatto con i referenti di LeCASEfranche, i quali hanno confermato che allo stato attuale i costi al m2 sono quelli citati nell’articolo: 1700 euro. Per ulteriore conferma, puoi prendere tu stessa contatto diretto con l’architetto Simona Zoffoli, disponibile per ogni chiarimento in orario d’ufficio al numero 0543 476886 o all’indirizzo email simonazoffoli@email.it.

decrescita Vivere sobriamente: un tema che accende gli animi Buongiorno, scrivo questa lettera per solidarizzare con «ermann18» che ha contestato con tanta delicatezza e umiltà le parole di Simone Perotti (in riferimento all’articolo «Avanti tutta, una repubblica fondata sulla sobrietà» su TN di maggio). Sono d’accordo con il lettore, e credo anche che Simone Perotti abbia ulteriormente reso antipatica la sua persona nella risposta ad ermann18, convinto di possedere l’assoluta certezza di come vanno le cose, utilizzando parole che dimostrano quanto poco tenga conto delle diverse realtà familiari, economiche e sociali. Vorrei anche dire che Simone Perotti è una persona ricca, perché poter disporre mensilmente di 800 euro è molto, considerando che non deve pagare affitto né mutuo, non deve allevare uno o più figli (senza lussi o abusi, ma limitandosi alle scuole pubbliche e a una vita modesta), gode di buona salute e non è ancora anziano (e quindi può limitarsi a utilizzare il sistema pubblico di assistenza alla salute). Considerare il proprio stile di vita come il modello universale (e per questo usare parole come «le cose stanno come dico io») è sintomo di cecità ed egocentrismo. Anche solo per un unico lettore che si espone dicendo di non pensarla come lei per personale esperienza, caro Perotti, credo che debba scendere dal piedistallo, e rendersi conto che c’è la possibilità che qualcuno si metta a ridere leggendo ciò che lei scrive, perché risulta poco realistico e realizzabile per la maggior parte di noi. Vorrei sottolineare che lavoro in campo sociale da anni, e che vedo quotidianamente con quanta cura e amore molti genitori di estrazione sociale modesta riescono rocambolescamente

a garantire una vita sana e serena ai propri figli, nonostante tutto. Altro che 800 euro al mese: caro Perotti, provi a mettersi nei panni di chi se li sogna! Diletta Lombardo • Risponde Simone Perotti, autore di Adesso basta e Avanti tutta (Chiarelettere) Mi spiace gentile lettrice, ma non sono d’accordo. Il vero egocentrismo è commentare quel che dico senza aver letto i miei libri, dove è scritto mille volte che io considero il mio sistema per vivere valido per me, non in assoluto. Sono tuttavia convinto che ognuno debba e possa trovare il proprio. Quanto alle spese: un single ha tutto a suo carico, dunque è abbastanza normale che spenda di più. Io lavo barche per guadagnare i soldi per vivere, altro che ricco. Mi pare che spesso si chieda di essere compresi e compatiti e ci sia poca umiltà nel confrontarsi veramente. Io non voglio affatto essere simpatico, non è questo il mio fine. Se comunichiamo su cose che io, per me, dal mio punto d’osservazione, vivo ogni giorno praticamente, io non posso che essere diretto rispondendo cose concrete, non solo in cui credo, ma che sperimento. Poi, ognuno può e deve rimanere della sua opinione se pensa di poter fare altro. Ma la mia realtà, da anni, testimonia che è possibile cambiare vita senza essere ricchi o aver vinto alla lotteria. Il che vuol dire che il carcere non è invalicabile, che ha una falla. Se questo interessa e dà speranza, bene. Se invece neppure questo riesce a rendere volitivi, progettuali, ottimisti, attivi tanto da effettuare ognuno la sua personale rivolta, allora è chiaro che la pensiamo diversamente. Oggi una rivolta individuale è possibile. Assai più di quanto si pensi.

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agricoltura Vorrei apprendere, sia nella teoria che nella pratica, l’agricoltura sinergica. Come, dove e quando? Antonio da Rimini • Rispondono Francesco Beldì e Enrico Accorsi. Per apprendere la pratica dell’agricoltura sinergica la cosa migliore è partecipare a uno dei numerosi corsi che vengono organizzati in Italia. Per conoscerli teoricamente si possono visitare i siti www.agricolturasinergica.it, www.associazionebasilico.it, ortisolidali.wordpress.com e/o leggere il nostro manuale Il mio orto biologico (Terra Nuova Edizioni), in cui abbiamo riunito gli scritti di Antonio De Falco e Fortunato Fabbricini. Allo stato attuale l’approccio sinergico è adatto per coltivare un orto destinato alla produzione famigliare, un orto quindi adatto per chi vive in campagna e, magari, continua a lavorare in città.

È etica una pubblicità per scarpe in pelle? Gentile redazione, vi sembra etico promuovere su una rivista che si proclama etica un prodotto come le scarpe «Bioworld Altrescarpe», fatte di vera pelle di animale? Un cordiale saluto, Giovanna Gentile Giovanna, grazie per questa tua riflessione. A noi piace pensare Terra Nuova come un luogo di condivisione di idee anche molto diverse sull’etica e la sostenibilità, dal momento che ognuno di noi ha la propria storia e fa quotidianamente le proprie scelte confrontandosi con le proprie idee e quelle desegue a pag. 94

ricette Ho provato una ricetta ma non ha funzionato Salve, ho comprato il libro Biscotti al naturale di Pasquale Boscarello e vorrei chiedere all’autore se gli ingredienti della ricetta flapjack sono giusti. Ho provato la ricetta alla lettera e questi biscotti si sono sbriciolati dopo la cottura! Ho dovuto aggiungere altro malto di mais e rimetterli in forno. Sono un po’ meglio, ma non come me li aspettavo. Grazie, Paul John Kemble • risponde Pasquale Boscarello, autore di Biscotti al naturale Gentile Paul, rispondo volentieri sulle difficoltà avute per fare i flapjack che, dei biscotti presentati nel libro, sono fra i più difficili da realizzare, dato che sul mercato esistono diverse varietà di fiocchi di avena. Per i flapjack sono necessari dei fiocchi d’avena piccoli e un pò sfarinati; se non li trovi ti consiglio di fare della farina di fiocchi di avena con un frullatore, uti-

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lizzando 50-100 g dei 500 g previsti dalla ricetta. Se l’impasto risulta troppo asciutto, puoi aggiungere a piacere del malto, come giustamente hai già provato, o dell’acqua calda. Ricordati di compattare molto bene con la paletta; ti assicuro per esperienza Biscotti al naturale un ottimo risultato. In di Pasquale Boscarello ogni caso, se rimane Terra Nuova Edizioni qualche briciola dopo cod. EA053 - pp. 120 - € 12,00 (per gli abbonati € 10,80) averli tagliati, puoi utilizzarla come granola. Ti saluto, e ti ringrazio per avermi dato la possibilità di un approfondimento tecnico sulla ricetta.


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proposte Annunci su Terra Nuova: vorrei più spazio per l’economia alternativa Sono molto interessata ai vostri annunci. Sarebbero uno strumento molto potente per unire le persone e creare rapporti economici, lavorativi, formativi e di scambio veramente alternativi. Uso però il condizionale, perché al momento temo non sia così. Il problema è che chi scrive è spesso titolare di qualche agriturismo bio-figo e costoso (telefonare per credere!), o una persona che, malgrado anni di annunci, non riesce a trovare l’anima gemella (mi spiace…). Con tutto il rispetto per questo genere di inserzionisti, trovo che sarebbe molto più utile dare maggiore spazio a quella schiera di lettori magari giovani, magari squattrinati, magari che hanno scelto una via più impervia di altri per cambiare se stessi e il mondo, ma che potrebbero rivelarsi ingegnosi nel fare proposte di economia alternativa. Per esempio: perché non proporre una sezione di tragitti (per l’Italia almeno) in autostop, o di baratto, o di vendita-scambio di oggetti usati, di semi e prodotti della terra, di formazione, di scambio casa per le vacanze e così via? Provocatoriamente mi rispondo da sola, pensando a me stessa: perché altrimenti, se le inserzioni costassero anche solo 5 euro anziché 15, ci sarebbero troppi annunci da pubblicare, più lavoro e meno guadagno per voi. Ma se la risposta non fosse questa, come mi auguro, resto in attesa di una vostra chiarificazione, proponendo, qualora foste sommersi dalle inserzioni, di selezionarle, non più seguendo il criterio dei 15 euro (economico), ma quello ecologico e democratico del dare la priorità a chi non abbia pubblicato nulla di recente ed eventualmente tenendo in sospeso chi si è ripetuto o i gestori di B&B e agriturismi, che spesso sono già iper pubblicizzati da un loro sito internet e dalle guide Agriturist e simili. Spero non mi deludiate e che pubblichiate una risposta. Grazie, Laura • Risponde Federica Del Guerra, che cura lo spazio degli annunci su Terra Nuova. Cara Laura, ho trovato molti spunti interessanti nella tua appassionata lettera, che condivido con piacere con tutti i lettori. Lo spazio annunci su Terra Nuova rappresenta un appuntamento mensile molto atteso e succulento, da assaporare piano piano o da divorare tutto in un colpo, nella speranza di trovare un annuncio, un’illuminazione, un’idea e una proposta inaspettata e gradita. Terra Nuova nel gestire questo spazio agisce da tramite e da «controllore», fin dove è possibile, richiedendo parametri quali l’eticità, la sostenibilità e la coerenza dei nostri inserzionisti con i temi trattati dalla testata. Ma cosa significa in concreto «fare da tramite»? Che non possiamo dire no a un’inserzionista (magari proprio l’agriturismo da te definito «bio-figo») che ci contatta, ci chiede un preventivo, con il quale stabiliamo delle uscite mensili o spesso annuali, e che desidera utilizzarci come mezzo per raggiungere i propri contatti. Tutti sanno, perché l’abbiamo più volte sottolineato nelle nostre pagine, che Terra Nuova non riceve finanziamenti pubblici o privati di alcun tipo e che per andare avanti ha sempre utilizzato le proprie ri-

sorse. Mi sento quindi di diBacheca re grazie anche ai tanti agriturismi, B&B e altre strutture ricettive, ditte, associazioni, professionisti o altro che da anni utilizzano la rivista per stabilire i loro contatti con l’esterno e facendo ciò fanno crescere e andare avanti Terra Nuova. Devi anche considerare il fatto che, insieme con gli spazi pubblicitari veri e propri, convivono anche annunci di privati che riguardano proprio la richiesta che fai nella tua lettera: «creare rapporti economici, formativi e di scambio veramente alternativi». Veniamo contattati perché nella fattoria c’è un esubero di pecore da regalare; per barattare la casa in montagna con la casa al mare in vista delle prossime vacanze estive; scambiare le proprie confetture con farina biologica; mettere a servizio le proprie capacità professionali (di massaggiatore o maestro yoga); per mettere su un gruppo autogestito e gratuito; cercare persone interessate a un progetto di ecovillaggio o compagni con cui coabitare in una grande casa; vendere un camper, una macina cereali o altro a prezzi popolari; diffondere una propria pubblicazione gratuitamente su internet; creare con altri un asilo o scuola alternativa, magari nel bosco o in campagna… insomma, si viaggia su due vie parallele: una costituita da professionisti con tanto di sito internet, e l’altra basata sulla creatività, l’estro, la passione di singoli o gruppi. Molto spesso viene data la possibilità ai privati di inserire l’annuncio a titolo gratuito sul mensile, proprio per creare quella sub-economia solidale, alternativa e felice che Terra Nuova vuole promuovere. Siamo stati noi a ideare la rubrica «Baratto», nella viva speranza che in tanti si sarebbero fatti avanti: ma purtroppo ad oggi gli annunci ricevuti sono stati veramente pochi… La tua lettera rappresenta altresì un ottimo stimolo per una riflessione e il mezzo migliore che potevamo avere per condividere le tue richieste con tutti i lettori e informarli che ci stiamo muovendo per creare una rete sul web inerente i contatti tra privati capace di aggiornarsi continuamente, modificarsi, evolversi… crescere. La rigidità dei tempi di stampa (oltre un mese prima dell’uscita del mensile) non ci dà infatti la possibilità di creare sulla rivista quella comunità di economia solidale da te (e da noi) auspicata; può infatti accadere che, facciamo un esempio, chi ha dei semi da barattare e decide di mettere un annuncio sul mensile, possa nel frattempo (si parla di oltre un mese di attesa prima che l’annuncio sia disponibile) aver già trovato altrove il contatto cercato: l’annuncio diventa quindi inutile. Spesso inoltre queste sono richieste estemporanee, che nascono da esigenze improvvise e specifiche di un determinato momento (vedi la grande figliata di pecore di cui sopra), incompatibili ancora una volta con i nostri tempi di stampa. Un caro saluto, Federica Comunicazioni

LA NON SCUOLA, costruire insieme la scuola per i nostri figli, per mettere in pratica un modello collaborativo e Nonviolento (Rosenberg), a Roma. Cerchiamo altre famiglie interessate al progetto, specie se con figli in età scuola media. Per contatti: tel 347 2629398 - 06 69309039 la.non.scuola@gmail.com SPETTACOLO DI EURITMIA per adulti e bambini «La gatta furba», a cura del Märchen Ensamble Stuttgart, domenica 3 aprile ore 17.00 presso il Teatro Crocetta, in via Piazzi 25 a Torino. Per informazioni: Scuola Rudolf Steiner di Torino, via Cavour 45/d, tel 011 883550 asilosteiner. torino@tiscali.it PROGETTO SCUOLA INTEGRALE LIBERTARIA. Partirà a settembre per bambini dai 3 ai 10 anni nella provincia di Genova. Cerchiamo bambini interessati e un insegnante appassionato. Per informazioni: tel 347 1606889 bambiniliberi@libero.it GRUPPO DI FAMIGLIE DI FIRENZE cerca genitori, insegnanti, professori e operatori per condividere esperienza di scuola-familiare nella natura per bambini e ragazzi dai 2 ai 14 anni. Per informazioni: Cristina, tel 333 8285734 TRATTORE: 45-50 CV cerco urgente. Possibilmente piccolo, prezzo modico. Per informazioni: Chris, tel 055 8379057 334 8373932

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gli altri. All’interno di questo luogo, di questa Grande Tenda che tra rivista e sito comprende decine di migliaia di persone, ci auguriamo che ciascuno faccia il proprio percorso, che può anche iniziare dallo scegliere una scarpa conciata in modo più ecologico, per arrivare poi a una maggiore consapevolezza etica e magari approdare alla scelta vegan, come immagino sia la tua. Ma per fare questo bisogna

riuscire a parlare a tutti, anche a chi vegan non è. Ed è questa la nostra scelta: fare da ponte tra chi desidera cambiare la propria vita e chi queste scelte le pratica già. Ogni questione trattata e ogni prodotto pubblicizzato può avere le proprie contraddizioni, che noi non esitiamo a sottolineare anche quando sono «scomode» (vedi riguardo alla pelle il numero di no-

vembre 2010), proseguendo se necessario l’approfondimento in queste pagine. Ti segnaliamo che per il numero di ottobre stiamo lavorando a un’inchiesta proprio sull’impatto della produzione del cuoio. Speriamo di essere riusciti a darti una risposta esauriente. Un cordiale saluto, la redazione

spunti critici L’uso del biberon non va incoraggiato

BPA, come ad esempio malocclusione, otiti, morso incrociato, apnea ostruttiva notturna e inoltre, se il biberon viene usato (come nella maggior parte dei casi) per somministrare bevande dolci, anche carie infantile, sovrappeso e obesità. Cordialmente, saluti da Paola

Vi seguo ogni mese con interesse e anche con passione, perché sento di condividere i principi alla base della rivista, pur apprezzando le infinite sfaccettature, opinioni e punti di vista che la rendono viva, fatta da persone diverse e con opiCara Paola, nioni anche diverse. Vi scrivo questa volta in merito al servizio sui biberon, TN di premetto che chi ha scritto l’articolo e ti sta scrivendo ora è marzo, su come destreggiarsi nella scelta per non incorrere madre di tre figli ed è felicemente in attesa del quarto. I miei nel rischio di contaminare il bambino con il BPA contenuto figli non hanno conosciuto il biberon visto che ho avuto la fornella bottiglia. L’articolo senz’altro ha una sua utilità, in quan- tuna e la costanza di poterli allattare in modo esclusivo fino ai sei mesi e poi, su richiesta, fino quato purtroppo nonostante tutte le mamsi ai due anni, ovviamente in associame possano allattare, di fatto la maggenitori e bambini zione alla progressiva introduzione delgioranza usa il biberon (e a quanto pare l’alimentazione solida corretta per l’età. le naturaliste non fanno eccezione più di tanto!). Ma quello che ho trovato di come scegliere In tutti i casi, per interrompere l’allattamento ho atteso i tempi fisiologici di poca utilità e di poca coerenza con i prinun prodotto manifestazione del progressivo calo di cipi della rivista è che nell’articolo chi sicuro necessità psicofisica dell’allattamento scrive non è evidentemente a conoDal 1° marzo, l’Unione europea ha messo al bando la produzione stesso, specifici per ogni bambino. scenza del fatto che l’unico utilizzo «radi biberon contenenti Bisfenolo A (BPA), particolarmente nocivo per i neonati, ma purtroppo in farmacia I benefici dell’allattamento naturale e più zionale» (come lo chiama lei) del bibesi trovano ancora in vendita. Ecco come riconoscere i biberon BPA free. in generale l’importanza dell’alimentaron è quello di mezzo volto a zione infantile nel corretto sviluppo del somministrare sostituti del latte maF bambino mi sono pertanto assolutaterno, cioè latte artificiale. Ogni altro uso mente ben noti. Trovo quindi un po’ kafè infatti inutile, improprio e infatti kiana l’accusa principale di non essere sconsigliato da chiunque si occupi con a conoscenza del fatto che il biberon va un minimo di serietà di alimentazione % utilizzato solo qualora non sia possibiinfantile e di sviluppo del bambino. le l’allattamento materno. Se rileggi Le mamme che allattano possono concon la dovuta attenzione l’articolo, trotinuare ad allattare durante l’introduverai chiaramente scritto nelle righe inzione dei cibi solidi e somministrare eventualmente acqua al bambino con un normale bicchiere troduttive proprio che, parafrasando, l’uso del biberon si ren(centinaia e migliaia di donne fanno così). Le mamme che non de indispensabile solamente quando il mirabile meccanismo allattano, farebbero meglio a fare lo stesso: usare il biberon naturale di allattamento del neonato previsto dalla Natura si solo per il latte artificiale, e per il resto tazza o bicchiere o cuc- inceppa. Inoltre è ben specificato che l’utilizzo del biberon va limitato all’epoca fisiologica di allattamento e non va portato chiaino. Insomma, nell’articolo pare che il biberon sia una tappa scon- oltre tale limite. Ho parlato senza ambiguità di uso di tazze e tata e necessaria nella vita di un bebè. Io vi dico che non è bicchieri, financo di vetro, da adottarsi fino allo svezzamento. affatto così, e che anzi se ne può fare davvero a meno. In que- Davvero non trovo in quanto da me scritto nulla di interpresto senso, credo che l’articolo, seppure involontariamente, ab- tabile come un inno all’uso distorto e inappropriato del bibebia dato una visione distorta dell’oggetto, che risulta indi- ron. spensabile quando invece non lo è, senza contare che l’uso Rimango comunque aperta al confronto, visto che, per ovvi moabitudinario del biberon è legato a rischi forse meno gravi ma tivi, sono particolarmente sensibile all’argomento. Luisa Ferrari sicuramente molto più diffusi di quelli legati alla presenza di ©istockphoto.com/Talaj

Biberon:

di Luisa Ferrari

orse nessuno lo inserirà mai tra le grandi invenzioni dalla storia dell’umanità, ma certamente ha salvato la vita a moltissimi esseri viventi. Questo eroe misconosciuto ha le sembianze di una banale bottiglietta sormontata da un tappo morbido forato e chissà quante volte ce lo siamo trovato tra le mani senza apprezzarne sufficientemente l’importanza. Stiamo parlando ovviamente del biberon. Madre Natura ha previsto, per i mammiferi neonati, un primo periodo di nutrizione a base di un secreto materno, il latte, che consente al piccolo di superare la criticità dei primi giorni. Raggiunge così un grado di accrescimento tale da potersi nutrire in modo sempre più autonomo con gli alimenti propri della specie di appartenenza. Ma nel mondo del vivente le regole conoscono fin troppe eccezioni e un

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meccanismo apparentemente così impeccabile ogni tanto s’inceppa, impedendo l’allattamento naturale. Fin dall’antichità, si è cercato di risolvere il problema ricorrendo all’ingegno nel modo più vario. Ne sono testimonianza alcuni manufatti archeologici a forma di anfora con beccuccio, nei quali è stata dimostrata con analisi gascromatografica la presenza di resti di un liquido compatibile col latte, nonché i racconti mitologici come quello della Lupa Capitolina che allattò Romolo e Remo.

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È la percentuale di soggetti in cui è stato rilevata la presenza di BPA urinario (Center for Disease Control).

Pare che nel Medioevo si utilizzasse, in caso di bisogno, un corno di bue forato, mentre in tempi più recenti si ricorreva a contenitori nei quali veniva inserito un lembo di stoffa o spugna che, imbibito di latte, veniva fatto ciucciare al lattante, non si sa con che esiti. L’invenzione del biberon così come lo intendiamo oggi è relativamente recente, perché è seguita alla scoperta della vulcanizzazione della gomma e alla possibilità di disporre del caucciù. Di pari passo si è assistito alla scomparsa delle balie, spesso energiche popolane con uno stuolo di figli, che si sostituivano a madri di salute cagionevole oppure appartenenti ai ceti più alti, presso i quali le cure parentali venivano considerate pertinenza del volgo. Mentre a cavallo delle due guerre mondiali la balia era ancora una presenza sociale ben consolidata, nell’arco di qualche decennio il bi-


Epilazione all’egiziana Ciao carissimi! Dopo mesi e mesi mi sono regalata una copia di Terra Nuova, ah, che gioia! Con soddisfazione ho trovato lo spazio dei lettori e un po’ mi sono sentita protagonista. Vorrei proporre un metodo antico ma poco diffuso di farsi belli come natura comanda. Parlo della epilazione con la ceretta araba e con il filo (metodo egiziano). Su internet si trovano molti video che spiegano per filo e per segno tutti i passaggi, ma per chi non avesse internet posso riportare qui la ricetta per la ceretta. Servono 3 bicchieri di zucchero, 1 bicchiere di succo di limone (circa 3 limoni), mezzo bicchiere d’acqua, un pentolino e volendo un cucchiaino di miele. Mettete a fiamma bassa lo zucchero, il succo e l’acqua, mescolate ogni tanto; lasciate cuocere fino ad ottenere un colore ambrato (l’esperienza affinerà il risultato). Trasferite il tutto in un contenitore resistente alla temperatura e aspettate il giorno dopo per provare. Una volta freddo dovrebbe essere possibile prenderne un poco e formare una pallina, poco più di una noce. Lavorando velocemente fra i palmi la ceretta, stendetela sulla pelle e strappate velocemente, ristendete e strappate finché non comincerà a scaldarsi troppo e a diventare appiccicosa. Nel caso vi sia rimasta appiccicata, potete avvalervi di una striscia di jeans o di tessuto non tessuto (uso quelli perché ne ho da finire), oppure risciacquare con acqua tiepida. Ovviamente la ceretta è idrosolubile, quindi non c’è pastrocchio che spaventi! Se la ceretta risultasse troppo liquida potete rimetterla sul fuoco. Per il resto, l’unica cosa è sperimentare… Ambra

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genitori e bambini Sonno del bimbo e fiori di Bach Ciao, vorrei aggiungere un mio pensiero per Sonia («Se il bimbo non dorme», TN dei Lettori di aprile, p. 94). Mi sento molto vicina al tuo problema perché anche io ho due bambini, ora di 10 e 13 anni, che da piccoli avevano problemi di sonno, e conosco quel periodo, che mi sembrava il medioevo, in cui ci si annulla completamente per amore del proprio bimbo. Sono convinta che per ridare armonia al rapporto tra madre e figlio sia necessario riconoscere lo spirito materno che fa di ogni madre la migliore madre al mondo per suo figlio. Abbandonare qualsiasi schema mentale che distingua tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è il primo passo. Oltre agli utili suggerimenti già offerti da Clara, in qualità di floriterpista accreditata mi permetto di suggerire i Fiori di Bach sia a te che al tuo bambino. Miscela per la Mamma: Pine: per i sensi di colpa; Olive: per la stanchezza; Chicory: per armonizzare il rapporto di dipendenza reciproco. Miscela per il Bimbo: Scheleranthus: per aiutare a ristabilire il ritmo giorno/notte; Heather: per il continuo bisogno di attenzioni; Chicory: per armonizzare il rapporto di dipendenza reciproco. Per ulteriori indicazioni sulla somministrazione delle miscele potrai rivolgerti al tuo erborista di fiducia. Un caro saluto e un augurio per il tuo futuro di mamma, Mita

progetti Una scuola libertaria in Toscana Cari lettori, desideriamo segnalarvi che tra Firenze Sud e Pontassieve sta nascendo una scuola familiare ispirata ai principi democratici e libertari, con un esperimento di bilinguismo italiano-LIS (lingua dei segni italiana). La scuola si rivolge ai bambini dai 2 ai 14 anni e nasce dall’esigenza condivisa di partecipare attivamente all’educazione dei nostri figli, dall’idea che sia possibile imparare divertendosi, a contatto con la natura e dalla natura. Vi troveranno spazio, oltre alle materie curriculari, l’espressione artistica, le attività manuali, la cura dell’orto, la musica e le lingue straniere.

Ci piacerebbe molto essere contattati direttamente da chi può essere interessato a saperne di più, o anche a partecipare direttamente al progetto! Per questo lasciamo i nostri recapiti telefonici: 055 6549019, 333 8285734. Un caro saluto a tutti, Cristina Moggi Cara Cristina, ci fa molto piacere conoscere questo vostro progetto, che si va ad aggiungere alle varie scuole d’ispirazione libertaria che stanno nascendo in questi anni anche in Italia. Per l’appunto su questo tema abbiamo appena ultimato un libro, «Liberi di imparare», e siamo felici di poter includere anche voi tra i contatti. Come diciamo qui da noi… in sella al riccio!

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Per un futuro di pace on possiamo rimanere indifferenti di fronte ai conflitti che dilagano ovunque. Conflitti definiti religiosi e che invece tradiscono con violenza il nucleo profondo di qualunque confessione. Da anni il Dalai Lama si occupa incessantemente del dialogo tra le fedi e ora, per la prima volta, accetta la sfida di analizzare le maggiori religioni mondiali per spiegare quali sono le basi comuni su cui potremo costruire la pace del terzo millennio. Ripercorrendo le sue esperienze personali, gli incontri con uomini e donne comuni e con i leader illuminati di ogni credo, individua nella compassione il denominatore comune che rende sorelle tutte le religioni. In questo sentiero comune trova risposta la sfida più urgente del nostro mondo: la coesistenza pacifica di tutte le fedi del mondo.

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n Le religioni sono tutte sorelle

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La via della decrescita serena passa in primo luogo per la presa di coscienza che lo sviluppo è un’invenzione dell’uomo, e che il rapporto tra uomo e natura può essere rimodellato in una dimensione «conviviale», con meno consumi materiali e più ricchezza interiore, meno benessere e più buon vivere.

Il paese degli struzzi di Giovanni Sartori Edizioni Ambiente pp. 160, € 14.50

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Le emergenze climatiche degli ultimi anni sono la dimostrazione evidente di come la classe dirigente italiana non abbia una chiara percezione del problema ambientale e degli strumenti con cui affrontarlo. Sartori intende riproporre all’attenzione dell’agenda politica il tema del «collasso ecologico», e lo fa con una raccolta di articoli che ha scritto negli ultimi anni.

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I vestiti che fanno male di Rita Dalla Rosa Terre di Mezzo Editore pp.152, € 10.00

Cristianesimo, islam, ebraismo, buddismo: come le fedi del mondo si possono parlare di Dalai Lama - Sperling & Kupfer - pp. 280 - € 17.50

Come si esce dalla società dei consumi

promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare… Dei fatti maturano nell’ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva. I destini di un’epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa…». L’attualità a partire da un testo del 1917.

culiarità di coltivazione. Un fai-da-te alla portata di tutti che fornisce le basi di quelli che sono i principi nutrizionali di questo alimento, con le indicazioni per l’utilizzo in cucina: dal consumo crudo, al vapore, alla fermentazione e alle bevande fermentate.

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Il peggior difetto della modernità è la fretta con cui trasforma tutto e subito in rifiuti. È necessaria una rivoluzione culturale dove al paradigma che contrappone il nuovo all’usato si affianchi il concetto di riciclo. Per l’autore l’epoca del consumo forsennato rappresenta solo una parentesi nella storia dell’umanità, ne consegue una riflessione sul rapporto con gli oggetti, fino al concetto di riuso e riciclo.

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«L’indifferenza opera potentemente nella storia… Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare… lascia

Sono in aumento le dermatiti allergiche da contatto causate dagli indumenti che indossiamo. Un’inchiesta per muoversi tra coloranti, candeggianti, ammorbidenti e antimuffa responsabili di irritazioni e allergie o, addirittura, tossici per l’organismo. Abiti e tessuti possono far male anche all’ambiente: per un paio di jeans servono oltre 13 mila litri d’acqua…

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Nel maggio 2009 Lorella Zanardo ha messo in rete un documentario per innalzare il livello di consapevolezza sull’immagine delle donne nella tv italiana, al centro di un attacco senza precedenti. L’autrice narra la genesi del documentario, le reazioni che ha suscitato, l’interesse da parte dei giovani e le possibilità per uscire dagli stereotipi e giungere a una nuova definizione del femminile.

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Il bene comune della Terra di Vandana Shiva Feltrinelli pp. 224, € 8.00

Vandana Shiva fa il punto su quelle battaglie che hanno assunto un rilievo internazionale come la lotta contro la privatizzazione delle risorse naturali, i brevetti sul vivente e l’impiego di ogm in agricoltura, riconducendole a un progetto politico, economico e culturale di democratizzazione della globalità. Un manifesto per chi cerca alternative al globalismo economico a senso unico, verso una nuova democrazia mondiale.

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Un teatro tutto di paglia Ogni anno persone provenienti da tutta Italia si improvvisano costruttori e attori di un teatro fatto solo di balle di paglia. Nel giro di mezz’ora il teatro compare, e inizia lo spettacolo: c’è chi canta una canzone, chi recita una poesia, chi porta una scena teatrale, un numero di giocoleria, un balletto… Il teatro poi viene smontato, scomparendo rapidamente così com’è venuto. Venerdì 15 luglio, ore 21, agrit. Rendola Riding, Montevarchi (Ar) Per partecipare: tel 340 5708387 – sansipario@gmail.com www.teatrodipaglia.terranuovaedizioni.it

Granara Festival 2011 Dal 2 al 7 agosto presso l’ecovillaggio Granara si svolgerà il Festival del Teatro con laboratori, incontri e spettacoli. Teatro, ecologia e natura per un evento organizzato a impatto zero: efficienza energetica; acqua calda da pannelli solari; compost-toilet… Un luogo di incontro, sperimentazione, rappresentazione, formazione e approfondimento del fare e del vivere il teatro, dove le differenze diventano un valore. Per informazioni: www.granara.org - teatro@granara.org

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Come riconoscere, raccogliere e utilizzare a scopo alimentare le erbe selvatiche piĂš comuni di Cristina Michieli cm 15 x 21 cod. EA021 pp. 224 - â‚Ź 15,00

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TN0711 100 spunti di vista_spunti di vista 08/06/11 13.46 Pagina 100

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di Dafne Chanaz

L’acqua si trova col cuore Storie di (stra)ordinaria rabdomanzia.

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n bel giorno, passeggiando per la campagna umbra, incontrai un signore anziano. Dopo esserci scambiati un cordiale saluto, lui iniziò a parlarmi di una sorgente che nasceva più in alto. Era tutto preoccupato, perché di quell’acqua non c’era più traccia dall’ultima lieve scossa di terremoto. E così si mise a raccontare della sua capacità di trovare l’acqua con un bastone. Parlava in modo vago e rassegnato, come fanno spesso gli anziani con i giovani o i passanti. Ma io, interessata all’argomento, cercavo di approfondire: «Di che legno di tratta?». Lui fu sorpreso e si entusiasmò così tanto che corse subito a prendere le sue cesoie. La cosa si faceva appassionante. Sentivo che stavo per scoprire un prezioso gioiello di antica sapienza. Per prima cosa questo signore mi mostrò sul ciglio della strada dei cespugli d’olmo. Asserì che l’olmo, amando molto l’acqua, era il legno adatto, e mi mostrò la conformazione dei rami che doveva ricavare dalla pianta per compiere il suo incantesimo. Dopo aver tagliato due forcelle adatte all’operazione e averle mondate dei rametti e dei gettiti minori, ne prese in mano una, porse a me l’altra e iniziò. Lui non sapeva spiegare con le parole ciò che stava facendo, diceva solo di stringere e di pensare «all’acqua pulita». Poi mi guardava, quando il legno gli rispondeva, come a dire: «Mi funziona, mi funziona così, è più forte di me, qui c’è l’acqua». Dopo una decina di minuti e diversi tentativi, capii meglio quale presa tenere, e avendo neutralizzato i miei pensieri, riuscii finalmente a camminare stringendo il legno, senza bloccarlo e influenzarlo. Fu come se un vento sollevasse la forcella in posizione verticale. Dubbiosa sulle mie percezioni e ritenendo davvero plausibile l’ipotesi del vento, procedetti nella direzione opposta. Il legno si sollevò di nuovo. Camminai più in là, e verificai che la corrente attraversava la strada in diagonale. Riuscivo a seguirla. E il moto del

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legno non dipendeva da me. Era con ogni evidenza un incontro tra la mia percezione e un fenomeno delicato e sottile. Ero talmente grata a questo signore che lo abbracciai. Lui mi regalò i ramoscelli, spiegando però che funzionano solo se sono ancora vivi, tagliati di fresco. Mi disse infine che non poteva esercitare ancora a lungo questa sua arte perché se la si pratica per troppo tempo finisce per far male al cuore, e lui, che nella sua vita aveva seguito le correnti per centinaia di metri, in effetti ora soffriva di cuore. Tornando a casa ho fatto altri tentativi, anche in presenza dei vicini, e sono saltate fuori tutte le tubature della via. Solamente la cisterna non veniva individuata; infatti ho letto che con questo sistema si trova l’acqua che scorre: laddove è stagnante, morta, il legno tace. Dopo alcune ricerche, ho scoperto che la Générale des Eaux, una delle maggiori multinazionali dell’acqua, iniziò proprio così la sua attività, servendosi di anziani sourcier che individuavano le sorgenti con rametti di nocciolo. E ho potuto vedere un video in cui un anziano francese semianalfabeta spiega in dialetto come la rabdomanzia sia un’attività pericolosa per il cuore. Pare che non sia propriamente il legno a riconoscere l’acqua, ma il nostro corpo che, indipendentemente dalla nostra volontà, emette delle vibrazioni che fanno piegare la forcella. Nella maggior parte delle nostre campagne, chi scavava un pozzo sceglieva così il luogo dove farlo. Oggi i rabdomanti sono pochi e alcuni vendono i propri servizi a vivaisti senza scrupoli che poi prosciugano le falde. Ma in un futuro prossimo, potrebbe essere necessario recuperare quest’arte magica, con la consapevolezza del sacro legame che c’è tra noi e l’acqua, fonte di vita, luogo dell’inconscio, dell’energia lunare e ricettiva. L’acqua, che ci parla come se non vi fosse discontinuità alcuna tra quella che scorre fuori e quella che scorre dentro di noi, nel canale delle emozioni: il cuore! l


TN0711 3a copertina_3a copertina Nour 08/06/11 01.00 Pagina III

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