Terra Nuova Gennaio 2019 COPIA OMAGGIO

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Si consiglia di leggere le avvertenze presenti in etichetta.

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EDITORIALE

Bentornati a casa

Nicholas Bawtree direttore responsabile

«Voglio tornare a casa. E voglio innanzitutto una casa, perché sennò dove torno? Ma non una casa di quelle che si comprano. Non la voglio di mattoni. La voglio di pace. E la voglio piccola, piccolissima, da poter entrare in un ventricolo del cuore, da seguirmi ovunque io vada, e ovunque io vada sia andare a casa» – Fabio Modesti, monologo «Carmine»

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uando arrivano i mesi più freddi dell’anno e le nostre abitazioni si fanno accoglienti rifugi, il pensiero va a chi una casa, un rifugio, non ce l’ha. «Quello che mi fa uscire di senno non è tanto il disagio fisico del vivere per strada, che pure non è poco» mi ha confidato una signora senzatetto. «Ma è soprattutto l’assenza di una dimensione privata, non avere una porta da chiudersi dietro». A ben guardare, in un’accezione più ampia la casa non è solo una protezione dalle intemperie, ma ha origine nella parte più intima di noi per andare ben oltre le pareti della nostra abitazione e includere tutte quelle dimensioni in cui in qualche modo «ci sentiamo a casa». Il bar dove poter dire «il solito». Un concerto atteso da tempo. La serata con gli amici. L’abbraccio della nostra compagna o compagno. Se siamo fortunati, il mestiere che facciamo. Quella panchina nel parco. Le verdure locali della bottega di quartiere. L’inseparabile zaino. La nostra collezione di libri, o la nostra rivista preferita. Questa «casa diffusa» ha bisogno di pulizie e cure continue. E può capitare qualche terremoto. È un perimetro in continua trasformazione, fatto anche di spazi comuni dove incontriamo gli altri… e le loro case. Prendere consapevolezza di questa geografia dell’anima ci può aiutare a comprendere meglio noi stessi e quello che ci circonda, per trovare sollievo in una quotidianità che a volte ci schiaccia. Come scriveva Calvino, con attenzione e apprendimento continui, è importante «cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio». Buon anno a tutti. E bentornati.


Frequenze e campi gravitazionali per un nuovo paradigma di cura

Impaginazione: Andrea Calvetti, Giulia Raineri, Sabrina Scrobogna Stampa: Lineagrafica, CittĂ di Castello (Pg)

Spedizione in Abb. Post. - D.L. 3 353/2003 (conv in L.27/02/2004 n° 46) art. 1, ccomma 1, DCB Firenze 1 – Contiene I.R.

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GENITORI E BAMBINI

34 Riportiamo la nascita a casa • AADOLESCENZA Il fenomeno hikkikomori • PPSICOLOGIA Trasformare la neegatività • ECOTURISMO E La sostenibilità dell’autobus

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Fotografie di Enrica Magnolini

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Due studiosi italiaani HVHJXLWL LQ YHQWLQRYH oXPL i risultati ( Info:o: www.unesco.it rigui di 10 paesi europei e fra i ricercatori dĂŹ nel nuosono stati pubblicati giovedĂŹ D ANNUNCIARE LA PRIMAVERA ARRIVA I ne ambienDPELHQWDOL SLĂ› LQpXHQWL L TERRA NUOvo rapporto dell’associazione VA FESTIVAL, alla F o tezzza da Basso di Firenze, or carne. da talista Il costo nascosto deella ati venerdĂŹ 15 a domenica 17 I TRATTA DI PIER O GENOVE maarzo, con ingresso gratuit ssono st o. In Italia i campionamenti Un nuovo importante presid dell’Ispra (il centro studdi del SI dio nel mondo del biologi gione dove Minis effettuati in Lombardia, regi co e della sostenibilitĂ nel t er o dell’ambient e) e Caarlo cuoore del capoluogo toscano, oltre la metĂ deella popoconcentra danini dell’UniversitĂ La Sa Ronideal crocevia e laboratorio eseentazioni hi del me- ne,si pr didilibr apienza di ticola i, laborat di d incontr In paror LL A FoAO suini. i per- bambinni, il tutto Roma. Due tra, iNbosc ord e SudUDGD- coniug ÂŤSbilan- del Paese. O UN RAPPORTO DE lazione ECOTNer ricer atonazionale eDra in chiaveraccolt M AGNA NAZIONALE Nuova a R Gun A CAMPA LĂ› GHJ Ter e ra oNin QRo tSagonis VRpr n pr uo PDda va,ovincia uolo con una contitinua inte- no stati inser catori italiaani che soHO r OME OGNI ANNO, L R FUHVFRQvrĂ ta re, nelc camilpione HUUFDQirHenze GLWdi iti nell’elenco degli stuÂŤlegge di bilancio alter- all’interno pubblico Bio, deg er- o, come divent che ne bbruciano razione con ostra ovatitie.11L’ev mercato nazionale li incendi, ciamoci!Âť propone la suua stati prtresent causamo some giĂ det- GLRVL SLĂ› LQpXHQ dei Brescia sono sofffrono eabiodinam he si prenda cura delle per prodotittie biologici all’inter HQtrWLi FOLPDWLFL to, disi innserisce antibio ali mos qual HL FDPEaiLDP dei della 7 no tra -mercato Firenze terie ambient WL DO PRQGR LQ PD H Ginsieme nativaÂť per un’economia c nos maci, di far leittteroraneo WWDUL O DQQRmici, tipi - Bio,si alla PiLOeD aHospiti or a sua ali (Clarivate Analytihee degli interessi economici.ri, agli aut seconda diforrilie del vMedi WR LQ XgQrande d una offrnor endo DOWR WURYDl’unica teo,nel SLĂ›edizione, esev ne e dell’ambiente prima c aetrina diterra,zione manif m es elLO seQXttPorHeURsenza e ta- cs), che comprende i 60000 WLFLde degraadoalledelle abbbiamo elaboratoÂť spieg ampiaIlvisibilitĂ ella migliori aziende del scienziaa e dall’abbandono ’indagine. ezzoa l’d’ing che operano nel resso, che lo ÂŤCon le 101 proposte che pione inprtutt l scorso WL SLĂ› FLWDWL LQ SXEEOL principalment èt causat haa regiscam - singolo l atIograndi una diversa idea di econot-ore naturale. trato .gunreen u t-amenanno utt FD]LRQL VFLHQWLd temi dell’ambient sfrse d ll’t sofbfronoe edideg de g di pubblicoo, con successo peace.or d uno no i promotori ÂŤdelineiamo - intrecciano www gran lil stilil di o: esenze nel sud-es Infpr d ol- oFKH QHJOL XOWLPL XQGLFL DQ e quelle 15( 000 0000 moodello di sviluppo. Sbilanvita si mentr in un confront la legnna da artr-e 15.00 giornalier QL LQ o odei per esper l e, contag e dando dand spazio ai i glirandi mia, di spesa pubblica, di di a ddistret- settori delle scienze nat dei pascoli, ti in eccesssivodalle caambiare pagina, un salto materia,tospaziando naturalilii e sociali. medic sociali cine l/H SUHVVLRQL FDWXL - H DOOH oOLHUH GHO FLER ELRORJLFR SLgratuito RJUDoFDall’educazione, Pnaturali Ă› DXWHQWLFR 7XWWH OH H G H ciamoci! ritiene necessario Q R L he V V H U S politic D O O H dall’aliment G alle Inf H o mento aziende H tt o o: U H www G azione alla crescitta personale, un tsupplemen interdel .ispra.it ( rotta rispe essat Mese e a èpar te sideisonno estre- L’Eco ecipare possono contatt paradigma, un’inversione di tema umano sulle falores at arci per ri- richieder oXoWL ( sat Terra Nuova SRLe Ddall rivista erdella e uno QFllo RUD sviluppo B Bisogna rimettere al centr stand ODERUDWRUL oHFilRvice all’interno del Ter ORJLFdiL -GL DXWRSURGX]LRe ra neoliberiste di questi anni. vono investimenti pubblici mizzate ha dichiarat a ( Info:o pr@terranuova.it - www.terranuovNa.ituova Fesetival. la politica, le politiche. Ser alla green economy e ai rettore generale della Fao legate Eco-fie fiere per consumi e produzioni foredi produrre qualitĂ sociale del Dippartimento Ă‹ OD FLIUD FKH del mes ese KD ULVSDUPLDWR O ,WDOLD S nuovi bisogni sociali, capaci fondamentali politic SRhe VWR LQ VsLtFale, H XUH]Hir ]D o to Mitsugi, soono DULFKsiH DEXVLYH SUHVHQWL VXO Venite a trovarci ed eguaglianza. Per questo - ÂŤe a meeno cGheLVFnon L a dieta QRVWUR WHUULWRUL allo stand di Terra ad altri, eran p ivilegi, rendite di posiziIositi, insieme o pr ano st Nuo ova! redistributive che intacchin anti-AGE O (- XURSIDD FH FDLIDo GGDL WLS QLĂ›H O SPHDU U]FRP- ati posti sotto procedura d’infrazio io C pagna presenta unGHOdo Cam DO Com o missario straordi 4-6 e 12-13 GENNAIO ne, ricchezze abnormiÂť. La - degli to degRrado, zazione d nario pe ere quesnecess battinterventi opposte ÂŤper un cambiamen saridi all’adeguamento Tra sogno magia e beness persocumento contenente 101 pr alla normativa vigen sere - H LO oltr en e 50 V00 g dall’ambiente alleLO poli gia, L SUHmilioni Palazzo dei Congressi YHGH GL eRScontinenti di P Pisa to veroÂť. Dal welfare all’ener solidarietĂ e dell’eq e tr HUDUH SHU UDJJLXQJHUH O RELHWWLYR GL S LQ uitĂ . VLFXUH]]Dne Rassegna di arti per la SHUinPD31QHQpaesi ella del WH H R ERfrQont salut salute, ute, DUeH pr DOWoU-L VLWL DSSRUWDQGR F tiche del reddito, in nome to af LoFar discipline olistiche, nutrizione risparmio o do vrannno proessull RV abbattiment one etica e lla sanzione annuale di 16 proposta punto per punto: sostenibile milioni di eurro ( Scopr.teri laranuo blemi ecconomici, sociali e va.it/Sbilancciamoci www 19-20 GENNAIO ambienttaliÂť. Salone della cultura Super o www.ansa.it Info: perstudio

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Industria della ccarne o e inquinamento, l dati glli ultimi

Murretti a secco dell’umanità im patrimonio

Supplemento al mensile

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Hanno collaborato alla redazione di questo numero: Francesco BeldĂŹ, Gabriele Bindi, Claudia Benatti, Mario Catania, Alessandra Denaro, Francesca Mastracci, Manlio Masucci, Alessandra Miraglia, Sabino Pavone, Daniel Tarozzi

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Direttore responsabile: Nicholas Bawtree Consiglio di redazione: Nicholas Bawtree, Mimmo Tringale, Claudia Benatti, Gabriele Bindi, Alessandra Denaro segreteria@terranuova.it

n° 345 ¡ GENNAIO 2019

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28 Tutta una questione di energia

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Tiratura: 22.000 copie

SALUTE

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Questo numero è stato chiuso il 7 dicembre 2018

DEL MESE 7 L’ECO Notizie, idee, eventi per vivere l’ecologia tutto l’anno

Francesco Dardis (330 321405) francesco.dardis@alice.it - skype: francesco.dardis

ECOTURISMO

sostenibilità 44 Laprende l’autobus Mario Catania

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IN PRIMO PIANO

9 Lo Stato 100% bio Manlio Masucci

AMMINISTRAZIONE (tel 055 3215729 int. 6) Massimo Bragagni amministrazione@terranuova.it

17 BIONEWS Notizie su biologico e dintorni

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Lavori in un centro di alimentazione naturale? Una Bottega del Mondo? Hai un punto vendita o un’attività in sintonia con la nostra testata?

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ATTUALITĂ€

giovani in fuga 53 Hikikomori, dalla societĂ Aumentano i casi anche in Italia, ma c’è una rete di aiuto

Beatrice Salvemini ALIMENTAZIONE E SALUTE

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56 Come affrontare la negativitĂ

Potrai usufruire di interessanti vantaggi di visibilitĂ e promozione

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Come evitare i danni dei prodotti della glicazione avanzata

I limiti del pensiero positivo, con un’intervista a Pino De Sario

Beatrice Salvemini

Gabriele Bindi


ECOVILLAGGI.IT 79 News e appuntamenti dalla

Rete italiana villaggi ecologici Francesca Mastracci n. 345 (143) gennaio 2019 Reg. Tribunale di Firenze n. 4937 del 14/02/2000

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PAGINE VERDI

REPORTAGE

popoli indigeni 60 Isono più ecologici di noi

TUTTI I CONTATTI E GLI EVENTI DEL MONDO ECO-BIO-SOSTENIBILE

Non si può difendere la natura senza tutelare le comunità indigene

Gabriele Bindi

90 L’ECO-CIRCUITO DI TERRA NUOVA Uno spazio dedicato alle realtà che distribuiscono Terra Nuova, ognuna con una storia da raccontare!

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ABBONAMENTI

91

TERRA NUOVA DEI LETTORI

Appello per una rivoluzione pacifica

NUOVI PARADIGMI

67 Verso un’ecologia affettiva Ripartire dalle emozioni che la natura ci suscita

Daniel Tarozzi

Adriana Rocco

Green anarchy: liberiamoci della civiltà

Stop 5G: la campagna sostenuta dai lettori Attenzione all’allume di potassio Acidità di stomaco e moka d’alluminio

Claudia Benatti

SEGNALIBRO 94 Libri, teatro, video a cura di Alessandra Denaro e Gabriele Bindi

BIOEDILIZIA

ecologica 74 Laoracasa si può stampare

SPUNTI DI VISTA

La rivoluzione delle stampanti 3D nell'edilizia sostenibile

100 Tra il dire e il fare

a cura della redazione

c’è di mezzo l’amare Sabino Pavone

(055 3215729 int. 1) Valentina Claudi abbonamenti@terranuova.it Abbonamento Italia (11 numeri): € 38,00 Abbonamento biennale (22 numeri): € 65,00 (anziché 76,00) Abbonato regala abbonamento: € 35,00 (anziché 38,00) Rinnovo + abbonamento in regalo: € 68,00 (anziché 73,00) Abbonamento Europa: € 65,00 Abbonamento extra-Europa: € 85,00 ARRETRATI dal numero 1 al 50 € 7,00 dal 51 in poi € 5,00 MODALITÀ DI PAGAMENTO c/c postale, assegno bancario, contrassegno, carta di credito, online su www.terranuova.it Per i dettagli vedi il modulo a pag. 5 LIBRI I libri di Terra Nuova Edizioni si possono acquistare: • in libreria e nei negozi del circuito www.negoziobio.info • online su www.terranuovalibri.it • compilando l'apposito coupon a pag. 99

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ISBN 88-6681-370-5

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gennaio

dom 6

materia, spaziando dalle medicine naturali all’educazione, dall’a2019 limentazione alla crescita personale, al tema dei rifiuti. E poi ancora laboratori ecologici di autoproduzione, presentazioni di libri, laboratori per bambini, il tutto coniugato in chiave Terra Nuova, con una continua interazione con il pubblico presente. L’evento, come già detto, si inserisce all’interno della mostra mercato Firenze Bio, alla sua seconda edizione, l’unica grande manifestazione del settore senza prezzo d’ingresso, che lo scorso anno ha registrato un gran successo di pubblico, con oltre 15.000 presenze giornaliere, dando spazio ai distretti e alle filiere del cibo biologico più autentico. Tutte le aziende interessate a partecipare possono contattarci per richiedere uno stand (pr@terranuova.it) all’interno del Terra Nuova Festival.   Info e programma: www.terranuovafestival.it

festival

A

Terra Nuova Festival, alla Fortezza da Basso di Firenze, da venerdì 15 a domenica 17 marzo, con ingresso gratuito. Un nuovo importante presidio nel mondo del biologico e della sostenibilità nel cuore del capoluogo toscano, ideale crocevia e laboratorio di incontro tra Nord e Sud del Paese. Terra Nuova avrà un ruolo da protagonista all’interno di Firenze Bio, mostra mercato nazionale dei prodotti biologici e biodinamici, insieme ai nostri lettori, agli autori e a ospiti di rilievo, offrendo una vetrina di ampia visibilità alle migliori aziende che operano nel settore naturale. I grandi temi dell’ambiente e degli stili di vita si intrecciano in un confronto con i grandi esperti in d annunciare la primavera arriva il

11.200.000 è la cifra che ha risparmiato l’Italia per aver bonificato e posto in

Andrea Magnolini

Manuale pratico di cesteria secondo le tradizioni regionali italiane

Leonardo Pinelli, medico pediatra, vive a Mantova e opera come libero professionista a Mantova, Verona, Milano e Firenze. È stato professore associato di pediatria presso l’Università di Verona e direttore dell’Unità operativa di diabetologia, nutrizione clinica e obesità in età pediatrica della stessa città. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici e libri divulgativi. Maria Antonietta Zedda è medico pediatra. Vive a Cagliari e opera in libera professione a Cagliari, Quartucciu, Oristano e Tresnuraghes. È stata responsabile del Reparto di pediatria e dell’Unità operativa di diabetologia dell’età evolutiva della Clinica pediatrica Macciotta dell’Università di Cagliari. Autrice di saggi scientifici, questo è il suo primo libro per un pubblico non specialistico.

www.terranuova.it ISBN 88 6681 385 9

• carta riciclata 100% • stampa in Italia inchiostri naturali • rilegatura di qualità • • circuito solidale

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Il talento più grande di un insegnante, ci ricorda Thich Nhat Hanh, è quello di «essere felice». La buona notizia è che «la felicità è un’abitudine che ognuno di noi può imparare». Grazie all’arte di trasformare le difficoltà e coltivare la felicità nella vita quotidiana, ogni insegnante può offrire benefici immediati a se stesso, ai colleghi e agli studenti. Solo se un insegnate è felice può aiutare i suoi studenti a trovare la felicità: ecco perché questo libro propone delle pratiche di consapevolezza che possono aiutare gli educatori e i loro studenti a sviluppare una maggiore sintonia con se stessi e con gli altri, acquistando così la capacità di ridurre le proprie tensioni e sviluppare fiducia, compassione, concentrazione e gioia, sul piano sia personale che collettivo.

Il professor Leonardo Pinelli, co-autore di Imprinting alimentare, presenta il suo libro e sarà intervistato dal dottor Riccardo Trespidi. Presso Libreria IBS Il Libraccio, via Giuseppe Verdi 50. 18.00. Per informazioni: tel 0376 288751

Scritto insieme all’insegnante inglese Katherine Weare, questo volume è il primo manuale che riassume in un unico testo gli insegnamenti di Thich Nhat Hanh e della comunità di Plum Village sulla mindfulness nella scuola e nel processo educativo in generale. Adottando un punto di vista pratico, privo di connotazioni religiose o confessionali, gli autori offrono ispirazione e guida agli educatori che operano a tutti i livelli di istruzione, dall’infanzia all’università.

www.terranuova.it ISBN 88 6681 392 7

La dieta dei primi 2 anni di vita determina la salute e la longevità del futuro adulto.

Consigli e menu per la mamma e il bambino, a partire dal concepimento.

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Thich Nhat Hanh Katherine Weare

25 gennaio, Mantova

MONDO

Leonardo Pinelli e Maria Antonietta Zedda

Imprinting alimentare

il

nni di vita, a partire dal concepimento fino al secondo anno di età, damentali per la salute del bambino e del futuro adulto: è in quedo che le difese immunitarie vengono programmate in modo dedeterminando anche il benessere fisico di lungo periodo. tori si concentrano specialmente sui benefici dell’alimentazione ca a base vegetale che, escludendo i cibi di provenienza animale, tutti i nutrienti necessari per promuovere una flora batterica (mi) sana e difese immunitarie ottimali per tutta la vita. o consigli e menu per imbastire una gustosa dieta vegetale sono agnati da tanti approfondimenti sugli stili di vita e le buone prae aiutano a stare in salute: yoga in gravidanza, parto naturale, alnto al seno, divezzamento tardivo, riduzione drastica dell’uso di ci. uale scritto per le mamme e le coppie in attesa, e per tutti coloro io prepararsi ad accogliere nel miglior modo possibile un figlio.

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Andrea Magnolini, autore di Fare cesti, terrà un corso di cesteria, presso Casa Dardi, via San Bernardino 345. Dalle 9.30 alle 18.00. Informazioni e iscrizioni: Rita 347 8878314, ritadardi@gmail.com

Una guida per coltivare la consapevolezza nell’educazione

N S E G N A NTI FE L I C I

Thich Nhat Hanh e Katherine Weare

Prefazione di Jon Kabat Zinn

novesi dell’Ispra (il centro studi del Ministero dell’ambiente) e Carlo Rondanini dell’Università La Sapienza di Roma sono stati inseriti nell’elenco degli studiosi più influenti al mondo in materie ambientali (Clarivate Analytics), che comprende i 6000 scienziati più citati in pubblicazioni scientifiche negli ultimi undici anni, in 21 settori delle scienze naturali e sociali.  www.ispra.it

Eco-fiere del mese

19-20 GENNAIO

Salone della cultura Superstudio Più - Via Tortona 27, Milano

30 gennaio, Firenze

Adriana Rocco, curatrice di Insegnanti felici cambiano il mondo che raccoglie C A M I A N O il gli insegnamenti del monaco zen MONDO Thich Nhat Hanh, presenterà il libro mercoledì 30 gennaio a Firenze. Presso libreria IBS Il Libraccio, via de’ Cerretani 16 rosso. 18.00 Per informazioni: tel 055 28733 I

due ricercatori italiani Piero Ge-

Rassegna di arti per la salute, discipline olistiche, nutrizione etica e sostenibile

Andrea Magnolini, autore di Fare cesti, terrà un corso di cesteria, presso Parco della Fondazione Villa Ghigi, via San Mamolo 105. Dalle 9.30 alle 18.00. Per informazioni e iscrizioni: tel 051 3399084 o 051 3399120, info@fondazionevillaghigi.it

Panaro (Modena)

I

Tra sogno magia e benessere  Palazzo dei Congressi di Pisa

27 gennaio, Bologna

Fare CESTI

www.terranuovaedizioni.it

20 gennaio, San Cesario sul

INSEGNAN TI FELICI C AMbIANO

Enrica Magnolini Diplomata in fotografia presso l’Istituto Europeo del Design di Milano e specializzata in fotografia di scena all’Accademia Teatro alla Scala di Milano, ha lavorato come assistente per vari fotografi di moda. Collabora a vari festival (Milano Film Festival, Festa Internazionale del Circo Contemporaneo) e, come videomaker, co-produce e intervenire nello spettacolo Maquillage, e collabora con la coreografa Cristiana Battistella, con Luna Paese e con Roberto Kovre.

uardando un cesto, siamo rimasti affascinati dagli intrecci che gili rami di salice, olivo, ginestra e altre fibre vegetali in robutenitori. Tra i primi manufatti realizzati dall’uomo, i cesti sono ecciati con le stesse tecniche e gli stessi materiali del passato, portata di tutti. e conduce il lettore, pagina dopo pagina, nell’affascinante e lla cesteria. Grazie anche alle splendide foto che corredano il Magnolini vi prende per mano e, passo dopo passo, insegna ttare le fibre vegetali più comuni, a intrecciarle e legarle per e parti di cui si compone un cesto. Si scoprono così le diffen romagnolo e il crino marchigiano, tra il classico cesto laziano o di altre regioni. è anche un modo per avvicinarsi in modo creativo alla natura: el libro è infatti dedicata al riconoscimento e al reperimento modo che ognuno possa conoscere i vari tipi di salice utili per riodo migliore per raccogliere le canne o i rami di vitalba. de fornendo gli indirizzi delle associazioni e dei cestai in Italia eventi internazionali, a dimostrazione che questo sapere antie ricco di spunti anche per la nostra contemporaneità.

Andrea Magnolini

Due studiosi italiani fra i ricercatori ambientali più influenti

4-6 e 12-13 GENNAIO

Catalogo completo su www.terranuovalibri.it

Incontra gli autori di Terra Nuova Fare CESTI

dom 27

Venite a trovarci allo stand di Terra Nuova!

sicurezza 28 discariche abusive presenti sul nostro territorio. I siti, insieme ad altri, erano stati posti sotto procedura d’infrazione da parte dell’Europa e affidati nel marzo 2017 al Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente. Tra il 2019 e il 2020 si prevede di operare per raggiungere l’obiettivo di porre in sicurezza permanente e/o bonificare altri 40 siti, apportando così un risparmio o abbattimento sulla sanzione annuale di 16 milioni di euro.

Andrea Magnolini Nato a Brescia, vive in campagna in provincia di Bologna. Da quando un artigiano catalano gli mostrò come fare un cesto, ha iniziato a intrecciare, raccogliere materiale, studiare e da allora non ha più smesso. Educatore atipico, tiene corsi di formazione alla manualità per adulti, bambini e insegnanti, utilizzando solo i materiali offerti dalla natura. Con Alberto Rabitti esegue strutture di salice vivente e spazi naturali di gioco per bambini. Tra le sue attività ci sono anche la realizzazione di orti scolastici, giochi antichi, l’auto-costruzione di forni di terra cruda e stufe in muratura.

mar 22

NOTIZIE, IDEE, EVENTI PER VIVERE L’ECOLOGIA TUTTO L’ANNO

Il Terra Nuova Festival si sposta a Firenze!

Fotografie di Enrica Magnolini

lun 14

In mostra piccole e grandi case editrici con tante nuove proposte editoriali

23 GENNAIO

Unione tra mente e materia  Cinema Odeon, Piazza Strozzi, Firenze  Incontro inerente gli sviluppi del sapere tra neuroscienze e buddismo

25-27 GENNAIO

Sapeur  Fiera di Forlì - Via Punta di Ferro  Fiera dell’enogastronomia e dell’artigianato

25-27 GENNAIO

Expo Sana  Palazzo Storico delle Esposizioni, Mariano Comense (Co)  Fiera del benessere e del vivere naturale

26-27 GENNAIO

We Love Bio  ObiHall - Firenze  Salone dedicato a bio, benessere e natura

Per maggiori informazioni: www.terranuova.it/agenda

n° 30 - Gennaio 2019

Imprinting alimentare

i italiane

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PRESENTA

L. Pinelli e M. A. Zedda

TI

IL MENSILE DEL NATURALE


l’ECO del mese

n° 30 - Gennaio 2019

C

ome ogni anno, la campagna nazionale «Sbilanciamoci!» propone la sua «legge di bilancio alternativa» per un’economia che si prenda cura delle persone e dell’ambiente prima che degli interessi economici. «Con le 101 proposte che abbiamo elaborato» spiegano i promotori «delineiamo una diversa idea di economia, di spesa pubblica, di modello di sviluppo. Sbilanciamoci! ritiene necessario cambiare pagina, un salto di paradigma, un’inversione di rotta rispetto alle politiche neoliberiste di questi anni. Bisogna rimettere al centro la politica, le politiche. Servono investimenti pubblici per consumi e produzioni legate alla green economy e ai nuovi bisogni sociali, capaci di produrre qualità sociale ed uguaglianza. Per questo sono fondamentali politiche redistributive che intacchino privilegi, rendite di posizione, ricchezze abnormi». La Campagna presenta un documento contenente 101 proposte «per un cambiamento vero»: dal welfare all’energia, dall’ambiente alle politiche del reddito, in nome della solidarietà e dell’equità.   Scopri la proposta punto per punto: www.terranuova.it/Sbilanciamoci

Come stanno i nostri boschi?

S

econdo un rapporto della Fao, i boschi del Mediterraneo crescono del 2% ma sono più degradati e soffrono a causa degli incendi, che ne bruciano 400 mila ettari l’anno, e dei cambiamenti climatici. Il degrado delle foreste nel nord del Mediterraneo è causato principalmente dall’abbandono della terra, mentre quelle nel sud-est soffrono di uno sfruttamento eccessivo dei pascoli, dei tagli per la legna da ardere e della pressione demografica. «Le pressioni causate dallo sviluppo umano sulle foreste si sono estremizzate» ha dichiarato il vice di- Te lo do io il SUPERFOOD rettore generale della Fao del Dipartimento forestale, Hiroto Mitsugi, «e a meno che non si faccia di più per combattere questo degrado, oltre 500 milioni di persone in 31 paesi e tre continenti dovranno presto affrontare problemi economici, sociali e ambientali».   Info: www.fao.org

uove analisi di Greenpeace rivelano la presenza di numerosi pesticidi e antibiotici nei corsi d’acqua superficiali che scorrono in aree ad elevata presenza di allevamenti intensivi. I campionamenti sono stati eseguiti in 29 fiumi e canali irrigui di 10 paesi europei e i risultati sono stati pubblicati giovedì nel nuovo rapporto dell’associazione ambientalista dal titolo Il costo nascosto della carne. In Italia i campionamenti sono stati effettuati in Lombardia, regione dove si concentra oltre la metà della popolazione nazionale di suini. In particolare, nel campione raccolto in provincia di Brescia sono stati trovati 11 diversi tipi di farmaci, 7 dei quali antibiotici: il numero più alto trovato in un singolo campione in tutta l’indagine.  www.greenpeace.org

L’Eco del Mese è un supplemento gratuito della rivista Terra Nuova www.terranuova.it

La legge di bilancio alternativa

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La scoperta della Rockefeller University di New York destinata a cambiare per sempre il nostro modo di cucinare

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Per un’Europa che accoglie: firma anche tu!

S

i chiama «Welcoming Europe. Per un’Europa che

accoglie» ed è un’iniziativa che si pone l’obiettivo di raccogliere un milione di firme in almeno 7 stati europei entro febbraio 2019 affinché avvenga un cambiamento delle politiche europee sui migranti. Si tratta di un’iniziativa dei cittadini europei, uno strumento di democrazia partecipativa con cui si invita la Commissione europea a presentare un atto legislativo in materie di competenza Ue.

Sono tante le persone che vogliono un’Europa aperta, che non volti le spalle al Mediterraneo e a chi è costretto a scappare a causa delle guerre da territori pericolosi e invivibili. Con la raccolta firme si chiede di intervenire con urgenza su una materia fondamentale e delicata per il futuro dell’umanità, per decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati e proteggere le vittime di abusi.   Per saperne di più e firmare: www.welcomingeurope.it

n° 345 · GENNAIO 2019

La dieta Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv in L.27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 1 – Contiene I.R.

Supplemento al mensile Terra Nuova n° 345 (gennaio 2019), direttore responsabile: Nicholas Bawtree, Reg. Tribunale di Firenze n. 4937 del 14/02/2000

Unesco ha iscritto «L’Arte dei muretti a secco» nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità. È quanto si legge in un post sul profilo Twitter dell’organizzazione che si congratula con gli 8 paesi europei che hanno presentato la candidatura: oltre all’Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.   Info: www.unesco.it

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(055 3215729 int. 4 - ecodelmese@terranuova.it): Nicholas Bawtree, Claudia Benatti, Gabriele Bindi, Alessandra Denaro, Sergio Tonon progetto grafico: Andrea Calvetti  illustrazioni fisse: Federico Zenoni  altre illustrazioni: vedi www.terranuova.it/credits Questo supplemento è distribuito con Licenza Creative Commons: Attribuzione, Non commerciale, Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.   Per saperne di più: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0

redazione

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in primo piano

Lo Stato 100% bio Un esempio reale e concreto di come un intero Stato possa passare a un’economia sostenibile ottenendo risultati eccellenti in termini di benessere economico e sociale. Cosa lo ha reso possibile? La volontà politica, in primis, e poi la partecipazione attiva dei cittadini.

testi e foto di Manlio Masucci

E

siste un luogo nel mondo dove non esistono buste o contenitori di plastica monouso, dove è vietato tagliare gli alberi, dove la superficie delle foreste aumenta invece di diminuire, dove solo le aziende biologiche ottengo-

no sussidi pubblici, dove ai bambini e ai ragazzi nelle scuole viene insegnata l’educazione ambientale. Non si tratta di una favola, o forse sì, ma di quelle che si realizzano sul serio. È la favola del Sikkim, il primo Stato al mondo a raggiungere

l’obiettivo del 100% biologico certificato. Un’esperienza oramai paradigmatica pronta a uscire dai confini dell’India e a porsi come modello di riferimento per tutto il mondo, come dimostra l’assegnazione del prestigioso Future Policy Award Terra Nuova · gennaio 2019

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in primo piano

Cucinare piatti tipici, intonare canzoni tradizionali e piantare semi biologici: è questa la protesta simbolica dei contadini nei confronti di un modello di agricoltura imposto dalle grandi multinazionali che li vorrebbero emarginare per accaparrarsi le loro terre. 2018, il più alto riconoscimento che la Fao, il World future council e Ifoam assegnano alle migliori pratiche di agroecologia globali. Il messaggio del Sikkim risuona sempre più forte e chiaro: un sistema economico basato sull’agricoltura biologica e biodiversa, rispettoso dell’ambiente, dei piccoli produttori locali e dei consumatori non solo è sostenibile ma è addirittura più redditizio del modello disegnato per noi dalle grandi multinazionali agrochimiche e imposto ai nostri mercati attraverso trattati commerciali cape-

stro. La transizione, ci insegna il Sikkim, non è solo possibile, ma necessaria e urgente. È per comprendere il segreto di questo successo che la nostra storia deve necessariamente partire dall’Himalaya, in India, dove nel mese di ottobre è stato organizzato l’International biodiversity congress, un convegno internazionale che ha contato sulla presenza di esponenti politici e di movimenti agroecologici provenienti da tutto il mondo. Negli stessi giorni in cui il convegno aveva luogo, centinaia di contadini pro-

venienti da tutta l’India si radunavano presso la fattoria biologica di Navdanya (l’organizzazione per la difesa della sovranità alimentare fondata da Vandana Shiva) per far sentire la loro voce e reclamare politiche pubbliche a favore dei piccoli produttori e del loro diritto alla sovranità alimentare, un diritto costantemente sotto attacco da parte delle grandi multinazionali del settore. Il diritto a conservare e scambiare liberamente le sementi e a non vedere tutti i sussidi pubblici finire nelle tasche delle grandi aziende, che praticano agricoltura convenzionale ad alto input chimico, sono da considerarsi oramai questioni globali. È da questa verde e fertile valle, circondata dalle maestose cime dell’Himalaya e famosa nel mondo per la produzione del riso Basmati, che si alza compatto il grido di protesta degli agricoltori indiani. Cucinare piatti tipici, intonare canzoni tradizionali e piantare semi biologici: è questa la protesta simbolica dei contadini nei confronti di un modello di agricol-

 Contadine della regione himalayana del Ladakh preparano cibo tradizionale presso la fattoria di Navdanya International.

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INIONE L’OP

Il Sikkim dimostra che la transizione è possibile di Vandana Shiva, presidente di Navdanya International

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rato da Navdanya International ed edito da Terra Nuova Edizioni. I piccoli agricoltori stanno abbandonando le loro terre, mentre il sistema alimentare industriale sta creando una crisi sanitaria globale. È quella stessa mentalità industriale che ha l’abitudine di non arrendersi, anche quando le cose stanno andando completamente nel modo sbagliato. Di fronte all’evidenza del disastro, piuttosto che desistere, le multinazionali dell’agrochimica rilanciano soluzioni false con lo stesso paradigma ideologico che ha creato le crisi che stiamo affrontando. Nuovi escamotage che celano una vecchia visione: la visione dell’agricoltura senza agricoltori, completamente digitalizzata, basata sull’editing genetico e controllata da grandi aziende agrochimiche. È una visione senza futuro, che sta già portando il mondo al collasso.

l Sikkim, uno Stato montuoso nell’Himalaya indiano, sta mostrando al mondo come si possa avere una produzione alimentare al 100% biologica. Il biologico non riguarda attrezzature o tecniche o merci da mettere in vendita. Il biologico è un’impostazione del modo di pensare. La «mente organica», in contrapposizione all’impostazione del pensiero riduzionista e meccanicista. Il biologico riguarda l’armonia con la natura e culture rispettose che sanno come vivere un rapporto di pace con la natura. Riguarda la biodiversità che il Sikkim ha sistematicamente incrementato. E attraverso l’agricoltura biologica, i mercati locali, prezzi giusti per gli agricoltori, oltre a processi democratici sani, è riuscito a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, gli stessi che il resto del mondo si impegna a raggiun- Un mondo biodiverso Navdanya ha lavorato con il Sikkim per raggiungere il gere entro il 2030. 100% biologico e continuiamo a lavorare insieme per Un faro per il futuro rendere l’Himalaya un’intera regione biologica e bioIl Sikkim è stato insignito del Future Policy Award 2018. diversa. Stiamo lavorando per fare in modo che vengano È un premio prestigioso e meritato, perché il Sikkim è affermati i diritti della natura, i diritti della diversità delun faro proiettato verso il futuro. Dal Congresso Inter- le culture, il diritto a un’identità di popolo attraverso nazionale sulla biodiversità di Dehradun abbiamo riaf- la sovranità alimentare. L’esperienza del Sikkim ci difermato il nostro impegno per un Himalaya biologico mostra che l’unico futuro possibile è quello di creare un e biodiverso, per un mondo biologico e biodiverso, sen- mondo libero dalla dipendenza dai combustibili fossiza pesticidi e veleni, senza plastica e combustibili fossi- li, libero da veleni e dalla plastica, un mondo in cui si li. Questo è l’unico mondo per cui valga la pena vivere. produce cibo sano e biodiverso. Insieme dobbiamo reL’agricoltura industriale basata sul sistema energeti- clamare una visione diversa, che salvaguardi la biodico dei combustibili fossili è responsabile della conta- versità, i territori, le comunità agricole, le economie lominazione del nostro suolo e delle nostre risorse idri- cali, la democrazia, attraverso una transizione verso un che, dei cambiamenti climatici, della crisi dei rifugiati sistema agro-alimentare che rispetti la terra, l’evoluzione e dell’estinzione delle specie. I contadini e le fattorie fa- naturale della biodiversità e la dignità delle persone e delmiliari sono sotto attacco in tutto il mondo mentre il le culture. n cibo ha perso molti dei suoi valori nutritivi ed ha invece acquisito livelli di tossicità che minano la nostra salute, come dimostrato nel Manifesto Food for Health, cu-

«La visione dell’agricoltura senza agricoltori, completamente digitalizzata, basata sull’editing genetico e controllata da grandi aziende agrochimiche è una visione senza futuro, che sta già portando il mondo al collasso».

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in primo piano

 Contadine provenienti da tutta l’India si incontrano presso

la fattoria di Navdanya International per reclamare politiche pubbliche a favore della piccola produzione agroecologica.

tura imposto dalle grandi multinazionali che li vorrebbero emarginare per accaparrarsi le loro terre.

La volontà politica fa la differenza Un grido di protesta che viene raccolto dalla politica. Dalle sale dove si svolge il convegno sulla biodiversità il primo ministro del Sikkim lancia, insieme a Vandana Shiva, presidente di Navdanya, una nuova campagna che rappresenta una vera dichiarazione di resistenza alimentare globale: dopo aver ottenuto il risultato di un Sikkim 100% biologico è giunta l’ora di conquistare l’intera regione dell’Himalaya. Ma l’annuncio di questo obiettivo ha un significato ancora più profondo. Significa, infatti, che il modello del Sikkim, dopo essersi radicato sul territorio ed aver dimostrato la sua sostenibilità, è pronto ad essere esportato in tutto il mondo: «Non c’è tempo da perdere» ci spiega il primo ministro del Sikkim, Pawan Kumar Chamling. «Tutti i governi devono assumersi le proprie responsabilità e prefissarsi l’obiettivo di un mondo completamente biologico entro il 2050». Un obiettivo ambizioso ma raggiungibile, come dimostra l’esperienza del piccolo Stato himalayano. Alla base del successo del modello del Sikkim non vi sono infatti formule magiche, ma un lavoro metodico e inces-

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sante, sorretto da una ferrea volontà politica. È questa l’analisi dello scienziato indiano Prem Das Rai, membro del Parlamento del Sikkim e parte integrante della squadra di governo impegnata nel processo di transizione: «Il dato politico è il punto di partenza perché il nostro partito, il Sikkim democratic front (Sdf), è alla guida del paese da quasi venticinque anni e ciò ha reso possibile attuare politiche di lungo periodo sul biologico; il progetto è iniziato nel 1994 e abbiamo visto i primi risultati concreti solo nel 2003, quando il primo ministro ha fatto approvare la risoluzione per fare del Sikkim uno Stato al 100% biologico; solo a quel punto» conclude Rai «siamo potuti passare a uno stadio successivo, quello della certificazione, un processo durato ulteriori dieci anni». Una cavalcata lunga ma entusiasmante e non senza ostacoli, come ci conferma ancora il parlamentare indiano: «L’opposizione alla conversione al biologico c’è e c’è sempre stata» racconta Rai «ma è la volontà politica che fa la differenza; per quanto riguarda il Sikkim l’opposizione è venuta da tutti i fronti possibili, dalla politica, dai tecnici, dalle stesse aziende agricole mentre le grandi aziende multinazionali hanno utilizzato i loro think tanks per screditare il nostro progetto».

Consenso democratico e partecipazione Raggiungere l’obiettivo del 100% biologico e registrare il miglioramento di tutti gli indicatori non è bastato a far tacere un’opposizione che continua ancora oggi e

Conoscere il Sikkim Lo Stato del Sikkim si estende per 7096 Km2 quadrati ed è abitato da oltre 600 mila abitanti. È considerato un hotspot mondiale di biodiversità ed è dotato di una ricca diversità floreale e faunistica. Ospita oltre 4500 piante da fiore, tra cui 550 or-

SIKKIM

chidee, 36 rododendri, 16 conifere, 28 bambù e ben 362 felci. Tra le piante se ne contano 424 varietà medicinali, alcune delle quali sono specie rare e in via di estinzione. E la fauna? Anche qui il Sikkim è un tesoro di biodiversità: vanta 144 specie di mammiferi, 550 uccelli e oltre 600 farfalle. Da un punto di vista territoriale custodisce 28 montagne, oltre 80 ghiacciai, 227 laghi di alta quota e più di 100 fiumi e torrenti. Di seguito alcuni dati interessanti che riassumono il percorso del Sikkim verso la sostenibilità e i risultati raggiunti fino ad oggi.

Passi verso il cambiamento

• Uso della plastica: progressivamente vietato dal 1997. • Inizio transizione al biologico: nel 2003. • Educazione ambientale obbligatoria nelle scuole: introdotta nel 2000.

INDIA

• Divieti di abbattere alberi e di cacciare animali selvatici: introdotti nel 2001.

• Progressiva riduzione sussidi per gli agrochimici fino al totale annullamento nel 2007-2008.

I numeri oggi

• Il 30,77% della superficie del paese è considerata area protetta.

• +20%: aumento del reddito degli agricoltori biologici e del-

• •

l’indotto dichiarato dal governo a seguito dei programmi di implementazione di produzione, di distribuzione e di turismo. 77.000: ettari di terra convertiti al biologico. +4%: l’aumento delle foreste dal 1993 (43,95% della superficie) al 2015 (47,8% della superficie).

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 Piantare semi diviene un atto di protesta in un paese dove le multinazionali tentano di stabilire monopoli impedendo ai contadini di conservare e scambiare liberamente le sementi.

che vorrebbe veder deragliare al più presto la locomotiva verde del Sikkim. La transizione diviene allora un processo permanente basato sul consenso democratico e sulla partecipazione consapevole e attiva di produttori e consumatori. «Guadagnare il consenso delle persone» ci spiega Rai «ha comportato un grande impegno, a partire dal coinvolgimento e dal supporto delle amministrazioni locali; insieme abbiamo avviato programmi per garantire che i prodotti vengano venduti a un prezzo equo ai cittadini che sono ora consapevoli dei benefici del consumo di cibo migliore, salubre e nutriente; oltre ai benefici economici per i contadini, che guadagnano molto di più rispetto alla produzione convenzionale, e per la salute dei consumatori, abbiamo riscontrato ingenti benefici sociali perché il movimento organico promuove l’equità e la parità di genere; in generale, possiamo dire che non si tratta solo di bandire i pesticidi e i fertilizzanti chimici ma si tratta di sviluppare

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e praticare una visione olistica che permette uno sviluppo umano migliore nel lungo termine; il Sikkim presenta i migliori indici di sviluppo umano in India ed è questo il dato che dimostra il successo di questo percorso che mi piace definire di architettura verde» conclude lo scienziato. Uno dei più importanti architetti del percorso olistico del Sikkim è Khorlo Buthia, segretario del dipartimento dell’agricoltura e responsabile del National program for organic production (Npop) che impone linee guida e standard di certificazione molto stringenti. È lui che si occupa dell’attuazione dei programmi governativi sul campo, a diretto contatto con gli agricoltori e con i consumatori. «Come abbiamo fatto a convincere la gente?» ripete la domanda, quasi divertito: «Oramai non è più un segreto che i chimici nel cibo fanno male alla nostra salute e quindi è normale che la richiesta dei consumatori si indirizzi sempre più verso il biologico;

certo bisogna diffondere l’informazione che, in questo caso, è anche educazione ed è per questo che già nelle scuole elementari, al quarto e quinto anno, abbiamo introdotto dei moduli didattici sull’agricoltura biologica, per spiegare la sua funzione più grande nel quadro dello sviluppo umano». Un’informazione scientifica diffusa nelle scuole, che in Sikkim sono pubbliche e gratuite.

I risultati che convincono Ma come è stato possibile convincere il 100% degli agricoltori ad investire sulla transizione? «I contadini beneficiano dalla conversione al biologico per la maggiore richiesta dei consumatori ma anche perché abbiamo dimostrato che non è vero che l’utilizzo di chimici aumenta la produttività» spiega ancora l’esponente governativo indiano. «Quando abbiamo operato la conversione al biologico, nei primi due, tre anni la produzione ha subito un lieve declino ma quando il suolo ha cominciato a


rigenerarsi, gradualmente la produttività ha cominciato a crescere, in alcuni casi di sette o otto volte; ma i vantaggi sono molteplici, come la conservazione della biodiversità e la riduzione delle emissioni di carbonio; è il nostro modo di salvare la madre terra perché questo è l’obiettivo finale; l’uso dei chimici è così esteso che presto potremmo vedere la fine di questo mondo, ed è per questo che, prima che sia troppo tardi, dobbiamo lavorare insieme per fermare l’utilizzo di agrotossici, fermare le emissioni di carbonio e i cambiamenti climatici».

Da favola a modello reale La favola del Sikkim diviene allora esperienza concreta e infine esempio a cui tutto il mondo guarda con fascinazione e interesse. Ma esportare questo modello è veramente possibile in un mondo che non sembra più credere alle favole? Prem Das Rai non ha dubbi a riguardo: «Il modello è esportabile, come dimostra il fatto che è già stato esportato in altre

parti dell’India e che molti Stati continuano a inviare i loro rappresentanti per imparare da noi; ma anche l’azione della società civile è importante, come dimostra la partnership con Navdanya e Vandana Shiva, una sinergia che ci permetterà di raggiungere nuovi traguardi esportando questo modello nel resto del mondo. Abbiamo solamente pochi anni; per salvare questo pianeta dobbiamo fare di tutto per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e l’agricoltura biologica è uno degli strumenti in nostro possesso per raggiungere questi obiettivi» conclude il parlamentare indiano. L’appello alla comunità internazionale ai consumatori, agli agricoltori e agli attivisti della società civile è oramai lanciato, come ci conferma il ministro dell’agricoltura, Poudyal Somnath, responsabile del programma di transizione biologica del Sikkim, che ribadisce la disponibilità del suo governo a porsi alla testa del movimento organico internazionale per un cambiamento

epocale: «Abbiamo lavorato molto per raggiungere l’obiettivo del 100% biologico e continueremo a lavorare per fare del mondo un posto migliore dove vivere» sottolinea il ministro. «Il Sikkim ha dimostrato che è possibile migliorare la salute del suolo, delle persone, rendere l’agricoltura fonte di sostegno per i contadini e che i pesticidi e i fertilizzanti chimici non sono necessari; il nostro modello è assolutamente replicabile e perciò lancio un appello alla comunità internazionale per impegnarsi nella transizione al biologico» conclude Poudyal Somnath.  n POTREBBE INTERESSARTI: UN APP PELLO ALLA RESISTENZA N ALIMENTARE

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ni • Lucio Cavazzon B Renata Alleva • Sergio Bernasconi • Piero Bevilacqua El-Hage Scialabba Salvatore Ceeccarelli • Guy D’hallewin • Nadia Hillal Elver • Richard Falk • Patrizia Gentilini a Shiva • Vandana Shivaa Jacopo Gabrielee Orlando • Srinath Reddy • Mir

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in primo piano

L’INTERVISTA

Cosa succede in Italia? I biodistretti nostrani sulla scia del Sikkim: intervista a Famiano Crucianelli. di Manlio Masucci

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l modello del Sikkim approda al Parlamento italiano. Nell’ambito della visita della delegazione governativa indiana a Roma, Navdanya International ha promosso una conferenza stampa alla camera dei deputati a cui hanno preso parte parlamentari di diversi schieramenti. Molti i rappresentanti delle organizzazioni della società civile presenti. Fra questi Famiano Crucianelli, presidente del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, che guarda al Sikkim come esempio e ispirazione per future azioni sul territorio italiano.

Dottor Crucianelli, cosa pensa dell’esperienza del Sikkim? Credo che sia un’esperienza straordinaria. Il fatto che in India, un paese cruciale per i destini dell’intera umanità, con oltre un miliardo di abitanti, ci sia un’area geografica integralmente biologica riveste un’importanza enorme. Penso anche che il Sikkim è al confine con la Cina e se questo gigante potesse essere contagiato da questo modello molti problemi ambientali globali si potrebbero risolvere. Il Sikkim, da questo punto di vista, è un laboratorio e una speranza per l’intero pianeta.

tadini, degli agricoltori e degli imprenditori per la riduzione dell’inquinamento di qualsiasi attività produttiva, non solo agricola. In Italia il biologico è in crescita, ma oltre il 97% dei sussidi pubblici va ancora all’agricoltura convenzionale. Esiste la volontà politica di cambiare paradigma? È una vergogna. Sentiamo i politici predicare su ambiente e cambiamenti climatici per poi effettuare scelte ipocrite. La volontà politica è il maggior problema perché, al momento, è più dichiarata che fattuale. Quando discuto con i rappresentanti delle istituzioni incontro consenso ma le difficoltà nascono quando si tratta di passare alla fase pratica. Direi che esiste un vero blocco politico che impedisce di realizzare progetti sui territori. Su questo aspetto c’è un grande ritardo della politica sia a livello regionale che nazionale. Il mio commento su questa situazione non può che essere drastico: raccogliamo il frutto della stupidità culturale e della pressione delle lobby economiche e chimiche.

I biodistretti italiani possono intraprendere lo stesso percorso del Sikkim? I biodistretti italiani riprendono questo modello. Non sono esclusivamente luoghi di produzione biologica, che rappresenta il punto di partenza, ma operano per un’intera economia sostenibile del territorio. Questo significa che in tutti i settori fondamentali, da quello della produzione a quello dei servizi, serve un cambio di paradigma. Il biodistretto rappresenta inoltre una forte innovazione anche sul terreno sociale e democratico. Serve infatti una forte partecipazione da parte dei cit- Come possiamo uscire da questa situazione e promuovere lo sviluppo sostenibile sul modello dei biodistretti? Serve una grandissima iniziativa sul campo dell’infor«Il fatto che in India, un paese mazione e della formazione. Chi ha passione per l’ambiente deve avere la pazienza di andare fra la gente, socruciale per i destini dell’intera pratutto fra i giovani, discutere e convincere. È a partire dalle scuole che si dovrebbe iniziare, se vogliamo umanità, con oltre un miliardo di realizzare gli obiettivi. Questa è la via per influenzare le scelte economiche del futuro. Da questo punto di viabitanti, ci sia un’area geografica sta, i biodistretti possono recuperare anche il patrimointegralmente biologica riveste nio naturalistico che ha una forte potenzialità culturale e quindi turistica. La vocazione ambientale rappreun’importanza enorme». senta il volano di un grande sviluppo economico sostenibile. n

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Bionews Combattere le aflatossine

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on tutti i mali dell’agricoltura vengono dalle multinazionali dell’agroindustria. È il caso delle aflatossine, sostanze naturali tossiche prodotte da un fungo (Aspergillus flavus), che si abbattono come un flagello sulle nostre produzioni agricole, compromettendo la produzione e la commercializzazione di prodotti come il mais, sia per l’alimentazione umana che per uso zootecnico. In questo caso sono soprattutto i cambiamenti climatici ad aver contribuito alla sua diffusione. L’unico intervento riconosciuto come efficace a livello mondiale per la prevenzione delle contaminazioni in campo è l’impiego di ceppi di altri funghi, che per esclusione competitiva impediscono ai ceppi tossigeni presenti in natura di colonizzare il mais. L’Università di Piacenza, in un lavoro pluriennale, ha selezionato ceppi italiani, brevettando un prodotto efficace di lotta biologica. L’autorizzazione definitiva è attesa per il 2020.

Riconosciuti i diritti dei contadini

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l Consiglio Onu dei diritti umani di Ginevra ha adottato la Dichiarazione per i diritti dei contadini e dei lavoratori in contesto rurale. Una prima vittoria per le organizzazioni degli agricoltori, anche se manca l’appoggio europeo. I contadini su piccola scala, che producono il 70% del cibo consumato nel mondo, sono da sempre i primi a vedere i propri diritti fondamentali, come il diritto al cibo, all’acqua e alla terra, o all’uso delle sementi, limitati o addirittura negati, così come accade per i diritti politici e civili.

Non c’è frutta (e verdura) per tutti

La Monsanto alleva i suoi sostenitori

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o sappiamo, il 50% della nostra dieta dovrebbe essere composta da frutta e verdura, ma se volessimo estendere una dieta sana a tutte le popolazioni del globo, con le pratiche agricole attuali, la produzione sarebbe insufficiente. Una verità amara che ci rivela lo studio «When too much isn’t enough: does current food production meet global nutritional needs?» pubblicato su PLOS ONE da un team di ricercatori delle università canadesi di Guelph, Vancouver e Waterloo. Senza nessun cambiamento, l’alimentazione di 9,8 miliardi di persone richiederà 12 milioni di ettari in più di terra arabile e almeno un miliardo di ettari in più di pascoli. La ricetta? Smetterla con il sistema degli allevamenti industriali che richiede una grossa produzione foraggera e tornare a coltivare più biodiversità.

sistono agricoltori che difendono la Monsanto e i suoi erbicidi: li avete mai incontrati? Secondo Unearthed, il progetto di giornalismo investigativo di Greenpeace UK, dietro i gruppi di contadini che scendono in piazza per difendere il glifosato (e gli ogm) in Europa ci sono lauti finanziamenti. Il colosso agrochimico Monsanto avrebbe pagato fino a 200.000 dollari un’agenzia irlandese, la Red Flag Consulting, per avviare un’operazione di «agricoltori di base» in tutta Europa, finanziata per opporsi a un possibile divieto dell’Ue sul glifosato. Un’operazione di pubbliche relazioni che si è resa visibile nelle fiere agricole degli otto Paesi più importanti dell’Ue per cercare di contattare migliaia di agricoltori. L’obiettivo era fare pressione sulla Comunità europea e sui paesi favorevoli al divieto. La Commissione Europea intanto ha prorogato la licenza sull’uso di glifosato per altri cinque anni.

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alimentazione e salute

La dieta anti-AGE Dietro l’acronimo AGE si nascondono sostanze tossiche che si sprigionano con alcune tecniche di cottura: i prodotti finali della glicazione avanzata, che si accumulano nei tessuti causando danni che favoriscono l’insorgere di innumerevoli malattie. Impariamo a evitarli.

di Beatrice Salvemini

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nvecchiamento precoce, infiammazioni croniche, indurimento di arterie e articolazioni, diabete, degenerazione cerebrale: sono gli effetti causati da livelli eccessivi nell’organismo dei cosiddetti AGE, i prodotti finali della glicazione avanzata. Queste sostanze, che si formano quando le proteine o certi tipi di grassi reagiscono con gli zuccheri, vengono assunte in grandi quantità attraverso l’alimentazione. Ve ne è anche una ridotta percentuale che si forma

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in modo naturale nel nostro corpo, ma viene tenuta sotto controllo dai reni, mentre gli eccessi, derivanti dal consumo di certi cibi e soprattutto da determinati metodi di cottura, scatenano conseguenze che sfociano poi nella patologia. Gli AGE, noti anche come glicossidanti (poiché agiscono come ossidanti) e come glicotossine (per la loro tossicità), sono sempre più oggetto di studi e ricerche e, proprio grazie a questo, è stato possibile chiarire i meccanismi con

cui agiscono ma soprattutto formulare approcci alimentari che riducano al minimo l’esposizione. È giusto quindi parlare di dieta anti-AGE; anzi, mai termine è stato più azzeccato, visto che oltre a indicare l’acronimo di queste sostanze dannose, la parola stessa richiama il verbo to age che in inglese significa, appunto, invecchiare. Usando termini scientifici, i dottori Gary E. Striker e Helen Vlassara spiegano che «tutto comincia quan-


Quantità di AGE in alcuni degli alimenti più comunemente consumati Il contenuto è espresso in AGE per chiloUnità per porzione ALIMENTO Bistecca di manzo grigliata (90 g) Bistecca di manzo stufata (90 g) Burger di soia (60 g) Costolette di maiale arrosto (90 g) Filetto di maiale stufato (90 g) Pollo senza pelle grigliato (90 g) Pollo senza pelle bollito (90 g) Salmone grigliato (90 g) Salmone bollito (90 g) Uovo fritto (1 grande) Uovo in camicia (1 grande) Cheddar cheese (latte al 2% di grassi, 30 g) Cheddar cheese (latte intero, 30 g) Cottage cheese (latte intero, 110 g) Formaggi americani a pasta fusa (30 g) Parmigiano (2 cucchiai) Fagioli rossi (90 g) Avocado (30 g) Mandorle crude (30 g) Olio di oliva (1 cucchiaio) Semi di girasole crudi (30 g) Semi di girasole tostati (30 g)

AGE per porzione 6700 kU 2200 kU 60 kU 3985 kU 1000 kU 4400 kU 800 kU 3400 kU 1550 kU 1200 kU 30 kU 740 kU 1660 kU 1600 kU 2600 kU 2500 kU 190 kU 470 kU 1600 kU 450 kU 750 kU 1400 kU

do, in un processo chiamato glicazione, una molecola di zucchero si lega a certi amminoacidi di proteine o grassi, o addirittura al nostro materiale genetico, come il DNA. I composti appena glicati passano poi attraverso una serie di trasformazioni per formare alla fine i prodotti della glicazione avanzata (AGE) che, in sostanza, consistono in proteine o lipidi modificati. Di conseguenza, la loro struttura e la funzione nell’organismo si alterano, e non sono più normali». Striker e Vlassara, entrambi della Mount Sinai school of Medicine di New York (il primo docente di medicina e geriatria, la seconda professore emerito del centro Diabetes and aging research), studiano da anni gli AGE e i loro effetti sulla salute umana e sono stati tra i pionieri in questo campo.

ALIMENTO Semi di zucca crudi (30 g) Mele al forno (105 g) Mele crude (105 g) Prugne secche (30 g) Patate dolci arrosto (105 g) Patate fritte (90 g) Peperoni e funghi grigliati (105 g) Pomodori crudi (105 g) Biscotti (30 g) Minimuffin (30 g) Preparato per la cioccolata calda (250 ml) Cracker di grano (30 g) Graham cracker (30 g) Pane (30 g) Pane tostato (30 g) Porridge (175 g) Riso cotto (80 g) Riso soffiato (30 g) Gelato alla vaniglia (250 ml) Latte intero (250 ml) Latte scremato (250 ml) Burro (1 cucchiaio) Yogurt alla vaniglia (250 ml)

AGE per porzione 560 kU 45 kU 15 kU 50 kU 70 kU 1000 kU 260 kU 20 kU 970 kU 400 kU 660 kU 275 kU 370 kU 25 kU 50 kU 25 kU 10 kU 600 kU 85 kU 12 kU 2 kU 1890 kU 10 kU

zuccheri, proteine e grassi, vengono mescolati insieme in presenza di calore secco e alte temperature, come spesso avviene durante la cottura. Una volta che gli AGE del cibo raggiungono i tessuti corporei, si accumulano lentamente, soprattutto perché resistono alla scomposizio-

 «Visto che la maggior parte degli AGE

Stress ossidativo e altri effetti «Nell’organismo produciamo continuamente AGE endogeni, che sono però tenuti sotto controllo dai reni» spiegano i due esperti. «Attraverso l’alimentazione, invece, ne assumiamo quantità molto maggiori e più rapidamente ogni volta che i tre componenti di base, cioè

ne della maggior parte dei normali enzimi. Alla fine, questo può influire su tutti gli organi, compresi cervello, cuore, reni, ossa, pelle e così via. Queste sostanze sono collegate infatti alle malattie più diffuse di oggi, come il diabete, le patologie cardiovascolari e renali, l’Alzheimer». Essendo ossidanti, generano un gran numero di radicali liberi, «innescando lo stress ossidativo, che è la causa principale di infiammazione, lesioni e morte cellulare» proseguono Striker e Vlassara. «Inoltre, consumano gli antiossidanti endogeni e travolgono le difese innate, rendendo l’organismo vulnerabile all’invecchiamento precoce. Alimentano l’infiammazione cronica sistemica, saldano le proteine insieme causando indurimento delle arterie, giunture rigide, cataratta e rughe. Provocano anche insulinoresistenza favorendo lo sviluppo del diabete di tipo 2 e ossidano i lipidi ematici che poi vengono depositati nelle arterie formando le placche, le quali intasano i vasi sanguigni causando ictus, attacchi di cuore, problemi agli occhi, insufficienza renale e così via. Come se non bastasse, entrano nel cervello, di cui possono danneggiare le cellule portando a perdita della memoria e di altre funzioni cognitive, e influiscono sui nervi de-

 «I prodotti della glicazione avanzata (o AGE) consistono in proteine o lipidi modificati la cui struttura e funzione nell’organismo si altera». Helen Vlassara, nella foto, è professore emerito del centro Diabetes and aging research e autrice del libro Il segreto della salute.

si forma e si accumula durante le fasi di cottura degli alimenti e che la loro formazione dipende dalla temperatura, dal tipo di cottura, dalla composizione dei cibi in proteine e zuccheri e dagli eventuali oli usati durante la cottura, il primo consiglio è di imparare a evitare alimenti e metodi di cottura che maggiormente possono produrre AGE». Paola Signorelli, nella foto, è medico nutrizionista milanese, esperta in medicina preventiva anti-aging.

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alimentazione e salute

«Nell’organismo produciamo continuamente AGE endogeni, che sono però tenuti sotto controllo dai reni. Attraverso l’alimentazione, invece, ne assumiamo quantità molto maggiori e più rapidamente ogni volta che i tre componenti di base, cioè zuccheri, proteine e grassi, vengono mescolati insieme in presenza di calore».

gli arti inferiori e di altre parti del corpo». «Gli studi dimostrano che, all’aumentare degli AGE assunti con la dieta, aumentano i livelli di queste sostanze nel circolo sanguigno» spiega la dottoressa Paola Signorelli, medico nutrizionista milanese, esperta in medicina preventiva antiaging, «aggravando il rischio di insorgenza di malattie e/o aumentando il rischio di complicanze in caso di patologia già in essere, come accade per le complicanze del diabete, soprattutto quelle di tipo cardiovascolare e renale. Infatti, gli AGE, una volta assorbiti, tendono ad accumularsi nei tessuti e a danneggiarli».

buiscono a una minore produzione di composti glicati. Per esempio, la carne di manzo cotta alla griglia produce tre volte più AGE rispetto a una cottura in umido o alla lessatura. Marinare o impanare i cibi prima della cottura può favorire la formazione di prodotti glicati».

Cuocere con modalità AGE-less Cucinare in modo che si formino meno AGE comporta due semplici concetti: usare metodi a calore umido e mantenere le temperature il più possibile basse. Meglio evitare le elevate temperature che possono essere raggiunte con i metodi a calore secco, cioè l’arrostitura, la frittura, la cottura alla piastra e alla griglia. Cuocere con ingredienti acidi come il succo di limone, l’aceto, il vino e i pomodori riduce la formazione di nuovi AGE e, allo stesso tempo, aggiunge più sapore. Ecco alcune tecniche tradizionali, consigliate dai dottori Striker e Vlassara, che possono aiutare a evitare AGE indesiderati.

teine e zuccheri e dagli eventuali oli usati durante la cottura, il primo consiglio è di imparare a evitare alimenti e metodi di cottura che maggiormente possono produrre AGE» afferma la dottoressa Signorelli. «Gli alimenti più a rischio, se sottoposti a cotture ad alte temperature, sono la carne, i prodotti da forno, i cereali raffinati e i formaggi, oltre alle fritture. Mentre livelli mediamente minori di AGE si riscontrano nel pesce, nei legumi, negli ortaggi, nella frutta e nei cereali integrali. L’informazione di base è che maggiori sono la temperatura e il tempo di cottura, più elevata sarà la formazione e l’accumulo di prodotti glicati. Perciò le cotture al Gli alimenti e le cotture forno, alla griglia, alla piastra, la fritpiù a rischio tura e i soffritti sono maggiormen- BOLLITURA E SOBBOLLITURA. La Oggi, stante le conoscenze acquisi- te a rischio, se usate abitualmente, bollitura implica la cottura del cibo te sugli AGE, è possibile adottare un mentre i metodi di cottura in umi- in un liquido, come l’acqua o il broregime alimentare che riduca al mi- do, a vapore e la bollitura contri- do, che si agita vigorosamente, con nimo l’esposizione a queste sostanze e consenta dunque di prevenire l’insorgere di patologie e complicazioni. «Ora sappiamo che basta evitare certi alimenti o ridurli drasticamente e una dieta AGE-less può tenere Una volta che gli AGE del cibo raggiungono i a bada questi composti, ridurre l’infiammazione e stimolare le difese or- tessuti corporei si accumulano lentamente, ganiche contro numerose malattie» soprattutto perché resistono alla scomposizione spiegano Striker e Vlassara. «Visto che la maggior parte degli della maggior parte dei normali enzimi. Alla fine, AGE si forma e si accumula durante le fasi di cottura degli alimenti e questo può influire su tutti gli organi, compresi che la loro formazione dipende dalcervello, cuore, reni, ossa, pelle. la temperatura, dal tipo di cottura, dalla composizione dei cibi in pro-

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bolle che arrivano in continuazione alla superficie. La sobbollitura è una versione più leggera della bollitura, adatta per piatti come minestre, stufati e brasati, che beneficiano tutti di una cottura lunga e lenta. La temperatura si mantiene leggermente sotto il punto di ebollizione, a circa 85°-95° C, e sulla superficie del liquido si formano piccole bolle. Le carni sobbollite diventano saporite, succulente e tenere.

ad alta temperatura nel grasso, spruzzate con olio una casseruola antiaderente e fate colorire la carne a calore medio per solo 1-2 minuti su ogni lato, finché non risulta leggermente marrone. Potete aggiungere al liquido di cottura ingredienti acidi come il vino e i pomodori, perché così si riducono gli AGE. Per insaporire, aggiungete abbondanti dosi di erbe, spezie e altri condimenti.

BRASATURA. È ideale per cucinare i tagli più duri di carne. Per minimizzare la formazione di AGE con questa tecnica, bisogna modificare la fase iniziale della rosolatura. Invece di far diventare scura la carne

IL CARTOCCIO. Con questo metodo i cibi vengono avvolti in carta da forno (meglio evitare l’alluminio, Nda), quindi messi in forno. In questo modo gli alimenti cuociono a vapore nei propri succhi e risultano squi-

siti. Il vapore impedisce che il cibo asciughi durante la cottura e l’alto livello di umidità all’interno del cartoccio inibisce la formazione di AGE. Questo metodo è maggiormente indicato per i cibi che cuociono rapidamente. Per esaltare i sapori si possono aggiungere altri ingredienti come aromi, verdure, spicchi di limone o una spruzzata di vino.

À LA NAGE. La cottura detta à la nage è molto usata nella cucina francese. Si immerge il cibo in un liquido come acqua, brodo o vino. Per dare più sapore, solitamente si aggiungono erbe e spezie e verdure aromatiche come sedano e cipolla. La temperatura è regolata in modo che il liquido sobbolla appena, formando poche bolle che raggiungono la superficie ogni qualche secondo. Questa tecnica di cottura leggera è particolarmente indicata per cibi delicati. A cottura ultimata, il liquido si è notevolmente ridotto e può essere usato come base per una salsa.

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alimentazione e salute

COTTURA A PRESSIONE. La pentola a pressione è un ampio recipiente di cottura con un coperchio che sigilla il vapore. Il cibo, insieme a un po’ di liquido e ai condimenti, viene messo nella pentola, che poi viene chiusa e messa sul fornello. Quando il vapore raggiunge la pressione giusta, una valvola di sfogo consente la fuoriuscita di quello di troppo per mantenere all’interno una pressione e una temperatura costanti. La pressione è un buon metodo per preparare in casa i cibi umidi e teneri. Cereali integrali, legumi secchi, pollo e perfino arrosti possono essere cucinati in un terzo del tempo consueto. Consultate sempre il manuale del produttore per informazioni specifiche relative all’uso corretto e alle procedure di sicurezza.

COTTURA LENTA. Le pentole slow cookers, o crock pots, cuociono i cibi in un liquido o una salsa molto lentamente e a basse temperature, sostanzialmente stufandolo. Come precedentemente suggerito, se volete cucinare tagli di carne, invece di rosolarla nel grasso ad alte temperature prima della cottura, spruzzate una padella antiaderente con poco olio e rosolatela per un paio di minuti a calore medio, fino a darle una coloritura leggera. Potete anche aggiungere al liquido di cottura ingredienti acidi, come vino e pomodori. 22

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VAPORE. Molte persone usano il vapore per cuocere le verdure, ma questo metodo di cottura AGEless è indicato anche con cibi proteici delicati come il petto di pollo, i filetti di pesce e i molluschi, comprese vongole, ostriche e cozze. Il vapore è molto usato nella cucina asiatica per la preparazione di piatti come gli gnocchi o il pesce su un letto di verdure aromatiche. Rappresenta un’ottima scelta quando si vuole mantenere la forma, il colore e la consistenza dei cibi. Mentre nella bollitura i nutrienti possono disperdersi nell’acqua di cottura, questo non avviene con il vapore, che li mantiene nel cibo. Cucinare al vapore sul fornello è semplice: basta mettere l’apposito ed economico cestello pieghevole in una pentola da 5-6 litri. Alcune pentole e alcuni wok sono dotati di cestello per cuocere a vapore. Esistono anche vari pratici modelli di vaporiere elettriche a più piani, con timer. Un’altra opzione sono i cestelli di bambù, a due o tre livelli e impilabili. Ogni tanto controllate il livello dell’acqua e se necessario aggiungetene altra per evitare che la pentola rimanga asciutta. Il modello elettrico si spegne quando manca l’acqua.

bollire a casseruola coperta sul fornello o nel forno. Anche con questa tecnica si possono diminuire gli AGE evitando di rosolare troppo. Spruzzate di olio una padella antiaderente e fate colorire la carne a calore medio per un paio di minuti, quanto basta per rosolarla fino a farla diventare marrone chiaro. Potete anche aggiungere al liquido di cottura vino, pomodori o una spruzzata di aceto o succo di limone, ma tenete conto che, se usate in eccesso un ingrediente acido, i cereali e le verdure eventualmente presenti possono indurirsi e non cuocere adeguatamente. Inoltre, ricordate di non esagerare con il liquido, altrimenti la pietanza non avrà alcun sapore.

Se non si vuole rinunciare a griglia e piastra…

Se proprio non si vuole rinunciare completamente alle cotture arrosto, alla griglia o alla piastra, si possono adottare metodi che permettono di ridurre al minimo la formazione di AGE, tenendo comunque presente che queste tecniche dovrebbero essere usate solo di rado e non con regolarità. • Quando cucinate manzo, pollo e tacchino scegliete carni magre e pollame senza pelle. • Marinate la carne con miscele contenenti pochi zuccheri e olio, preparate con ingredienti acidi come succo di limone o di lime e aceto. • Usate pezzi piccoli di carne o pesce perché cuociono più in fretta di quelli grossi. Per cucinare gamberi, scampi e pezzi di bistecca o STUFATURA. Come il brasato, lo pollo potete usare spiedi o una gristufato è ideale per intenerire i tagli glia. Quando cuocete spiedini di duri di carne. La differenza principale sta nel fatto che il primo è usato più spesso per cuocere pezzi grossi di carne, come quelli usati per fare l’arrosto, mentre il secondo è usato generalmente per cucinare pezzi piccoli, come lo spezzatino. Inoltre, nello stufato gli ingredienti sono completamente sommersi dal liquido, mentre nel brasato lo sono solo parzialmente. Le ricette classiche per lo stufato fanno prima di tutto colorire la carne, che poi viene immersa nel liquido e fatta sob-


carne e verdure, lasciate tra gli uni e gli altri uno spazio di circa un centimetro, così la cottura è più veloce. Ricordate che in genere meno tempo il cibo passa sulla griglia, meno AGE si formano. Quando grigliate i cibi, plasmateli in modo che i lati siano più spessi del centro, così la cottura risulta più rapida e uniforme. Evitate di premerli mentre cuociono, perché così si elimina l’umidità, e cercate di evitare l’annerimento. Evitate di cuocere troppo la carne. La si può anche precuocere parzialmente sobbollendola in un liquido. Usate superfici di cottura antiaderenti o di ceramica piuttosto che di acciaio inossidabile, ghisa e altri metalli. Il più spesso possibile, preferite il pesce se avete intenzione di cuocere a calore secco, come la griglia, la piastra e il forno. Il pesce cuoce più in fretta e forma meno AGE. Scegliete frutta e verdura per la griglia, la piastra e la cottura in forno, perché formano molti meno AGE della carne bianca e rossa. Contrastate gli AGE servendo a ogni pasto porzioni di frutta, verdura e cereali integrali.

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Si possono dunque ridurre drasticamente le quantità di AGE nei cibi semplicemente cambiando il modo di cucinarli e scegliendo il più possibile alimenti semplici, biologici e vegetali, riducendo al minimo il consumo di carne. Nulla di irrealizzabile, quindi; sono sufficienti volontà, le giuste informazioni e consapevolezza. Buon appetito in salute! l n POTREBBE INTERESSARTI: H. VLASSARA , S. WOODRU UFF, G. E. STRIKER

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alimentazione e salute

Le ricette AGE-less Ecco alcuni esempi di pietanze a basso contenuto di AGE, che possono costituire ispirazione per il momento della colazione, del pranzo e della cena (tratte dal libro Il segreto della salute, Terra Nuova Edizioni).

Frullato del buon mattino Ingredienti: 400 ml di latte di mandorle • 400 ml di succo di arancia • 300 g di tofu vellutato • 300 g di frutti di bosco • 2 cucchiaini di farina di orzo pregermogliato

Radunate nel frullatore il succo di arancia, i frutti di bosco e il tofu. Azionate fino a ottenere un composto cremoso. Stemperatelo nel latte di mandorle, quindi suddividete il composto ottenuto nei bicchieri e spolverizzatelo con la farina di orzo. NOTA. Volendo potete scaldare un po’ il latte di mandorle in modo che il pasto non sia troppo freddo. Variante: per una colazione mezza dolce e mezza salata, frullate un litro di latte di soia con due avocadi, due pere, una manciatina di spinaci, qualche goccia di succo di limone e due cucchiaini di farina di orzo. ■

Zuppa di zucca, tofu e wakame Ingredienti: 2 cucchiaini di pezzetti di alghe wakame • 1 l di brodo vegetale • 400 g di zucca • 200 g di tofu • 3 cucchiaini di miso bianco • una manciatina di germogli di ravanelli • 2 cucchiai di semi di sesamo

Ammollate le alghe per 5 minuti in acqua fredda. Fate bollire il brodo, unite la zucca pulita e tagliata a cubetti di un centimetro. Lessatela a fuoco dolce per dieci minuti: deve essere morbida ma ancora ferma. A metà tempo aggiungete il tofu a dadini e l’alga strizzata. Prelevate tutto quanto con una schiumarola e suddividete nelle ciotole. Stemperate il miso in poco brodo e rimettetelo nella pentola, rimestando bene. Versate il liquido nelle terrine. Distribuite i semi di sesamo sulla zuppa. Guarnite con i germogli e servite subito.

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Involtini di riso Ingredienti: 12 crespelle di riso • 100 g di germogli di soia • 4 foglie di lattuga • un cetriolo • un pomodoro • un peperone verde • un mazzetto di menta • 2 cucchiaini di curry • 2 cipollotti con il verde • 250 g di tofu • 4 cucchiai di olio • sale

Sciacquate bene i cipollotti e tagliuzzateli; frullateli in un mixer con il tofu precedentemente sbollentato e intiepidito e il curry. Condite con sale e due cucchiai di olio. Lasciate da parte. Lavate e mondate le verdure e la menta; tritatele grossolanamente, conditele con l’olio rimasto e un po’ di sale. Unite i germogli saltati brevemente in padella a fuoco basso e fatti raffreddare. Riempite una ciotola con acqua tiepida, immergetevi brevemente una crespella per volta e stendetela sul tavolo. Sistemate il ripieno sul bordo inferiore di ogni disco. Arrotolate la crespella per metà, ripiegate i lati destro e sinistro e terminate di avvolgere. Disponete gli involtini su un piatto e serviteli con la salsa di tofu. ■

LE RICETTE CONTINUANO

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Curry di fagioli, cavolo e zucca al papavero Ingredienti: 250 g di fagioli cannellini secchi 600 g di zucca • 400 g di cavolo bianco • una cipolla • 2 cucchiaini di curry • una foglia di alloro • un cucchiaio di semi di papavero • 150 ml di latte di cocco • brodo vegetale • un cucchiaino di curcuma • un pezzetto di zenzero • sale marino integrale e pepe

■ Ammollate i fagioli per 24 ore, scola-

teli e sciacquateli, metteteli in pentola a pressione con l’alloro e acqua fredda. Cuoceteli per 15 minuti a partire dal fischio. Affettate sottile la cipolla e fatela appassire in una casseruola con poca acqua. Unite il cavolo precedentemente lavato e tagliato a striscioline e la zucca sbucciata e ridotta a cubetti. Salate, bagnate con un mestolino di brodo vegetale e rimestate per un paio di minuti. Aggiungete il curry e la curcuma. Abbassate la fiamma e cuocete per 30 minuti, versando altro brodo quando serve. A metà cottura incorporate i fagioli e il latte di cocco.

Regolate di sale e pepe, quindi spegnete. Al momento di servire completate con lo zenzero grattugiato e guar-

nite con i semi di papavero. Insieme al curry, presentate in tavola riso integrale cotto.

Pere alla panna Ingredienti: 1 kg di pere sode • 4 cucchiai di succo di limone • 2 cucchiai di zucchero integrale di canna • un baccello di vaniglia Per la panna: 250 ml di panna di mandorle • mezza banana piccola • un cucchiaio di linfa di agave • mezzo cucchiaio di carruba (facoltativo)

Sbucciate le pere lasciandole intere. Mettetele in una casseruola con 600 ml di acqua, lo zucchero, il limone e la vaniglia. Portate a ebollizione, rimestando gli altri ingredienti per formare uno sciroppo. Proseguite la cottura a fiamma bassa finché le pere non si sono ammorbidite. Lasciatele riposare una decina di minuti. Intanto preparate la panna di accompagnamento. Radunate nel mixer la panna di mandorle, la banana affettata, l’agave e, volendo, la carruba. Azionate fino a ottenere un composto omogeneo e servite con le pere.

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salute

Tutta una questione di energia Frequenze e campi vibrazionali sono presupposti di approcci terapeutici ancora guardati con diffidenza e osteggiati. Ma, come spiega il professor Gioacchino Pagliaro, «oggi più che mai sono ascrivibili ad ambiti assolutamente scientifici». Si sta affermando un nuovo paradigma di cura.

di Alexis Myriel

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he cos’hanno in comune le onde elettromagnetiche misurabili su un arto amputato e la forza vitale (il Qi della medicina cinese) che viaggia attraverso i meridiani del corpo? Oppure, l’elettrostimolazione per accelerare la rigenerazione tissutale nelle ferite e l’approccio ayuverdico secondo cui i cinque elementi di cui è costituita

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la materia fluiscono nel corpo attraverso l’energia sottile chiamata prana, cioè il respiro? E ancora: quale elemento, per esempio, hanno in comune le «informazioni» terapeutiche trattenute e ritrasmesse dalle diluizioni omeopatiche e l’attivazione a distanza di miglioramenti su parametri di salute con la meditazione?

La risposta è: energia, con differenti frequenze e differenti campi vibrazionali. I campi elettrici intorno ai tessuti in via di cicatrizzazione dell’arto amputato di un animale sono stati misurati dall’americano Robert Becker, che pubblicò i suoi risultati su Nature nel 19721, mentre la ricerca dell’equilibrio energetico per ga-


rantire la salute è propria della medicina cinese da millenni. Di elettroterapia nella guarigione delle ferite parlano gli inglesi Jerome Hunckler e Achala De Mel in un articolo del 2017 sul Journal of Multidisciplinary Healthcare2, di ayurveda trattavano già testi in sanscrito di duemila anni fa. Il principio secondo cui la diluzione omeopatica mantiene potere terapeutico attraverso le informazioni che l’acqua è in grado di trasportare nasce con Hanhemann duecento anni fa, la sperimentazione sulla meditazione Tong Len a distanza per migliorare alcuni parametri di salute di pazienti oncologici è stata condotta attraverso uno studio clinico controllato randomizzato e conclusa nel 2016 a Bologna dal professor Gioacchino Pagliaro, psicologo, psicoterapeuta, direttore dell’Unità operativa complessa di psicologia ospedaliera dell’Ausl di Bologna nonché presidente dell’associazione scientifica Attivismo Quantico Europeo3. Insomma, l’utilizzo a scopi terapeutici dell’energia, in tutte le sue potenzialità e mutevoli forme, è antico di millenni ed è sopravvissuto al passare del tempo; ha conosciuto fasi di maggiore o minore popolarità, secondo il periodo storico e il pensiero dominante del momento. Si tratta della cosiddetta medicina quantistica, di cui la medicina vibrazionale è parte fondamentale, termine che alcuni accademici tacciano di «esoterismo» e «new age», ma che invece di fatto non solo coinvolge negli Stati Uniti e in Russia numerose scuole di medicina e prestigiosi Centri di ricerca di biofisica, «ma ingloba dispositivi e una serie di pratiche mentali terapeutiche che si basano sui principi delle frequenze, dei campi vibrazionali, dei biofotoni che sono ascrivibili ad ambiti assolutamente scientifici» spiega il professor Pagliaro. Se da una parte la medicina convenzionale ha recepito e fatto propri da tempo tecniche e approcci che si fondano proprio sui campi energetici e sulle frequenze, l’establishment continua a ignorare, o anche a contrastare aspramente, tutta una serie di pratiche diagnostiche e te-

 «Siamo figli dell’abitudine a rappresentare e percepire la realtà utilizzando criteri riduzionisti e meccanicisti, come se tutto fosse, o potesse essere, soltanto solido, materiale e misurabile. La fisica tempo fa aveva esclusivamente questo approccio, dopo ha dovuto ricredersi e ha conosciuto una profonda evoluzione scientifica che ha permesso di far emergere in tutta la sua importanza la dimensione energetico-vibrazionale». Gioacchino Pagliaro, psicologo, psicoterapeuta, direttore dell’Unità operativa complessa di psicologia ospedaliera dell’Ausl di Bologna.

rapeutiche che vanno dalla kinesiologia alla floriterapia, dalla radioestesia alla radionica, fino all’omeopatia e alle medicine e pratiche di origine orientale.

I limiti della visione meccanicistica «Non ci si stupisce che questo accada» spiega Pagliaro. «Siamo figli dell’abitudine a rappresentare e percepire la realtà utilizzando criteri riduzionisti e meccanicisti, come se tutto fosse, o potesse essere, soltanto solido, materiale e misurabile. La fisica tempo fa aveva esclusivamente questo approccio e, dopo aver denigrato giganti del pensiero scientifico come Einstein, Heisenberg, Bohr o Bohm, ha dovuto ricredersi e ha conosciuto una profonda evoluzione scientifica che ha permesso di far emergere in tutta la sua importanza la dimensione energeticovibrazionale. E non si tratta di cosa da poco, bensì di una rivoluzione epocale che probabilmente ha bisogno di un po’ di tempo per essere colta in tutta la sua potenza. Nel vuoto quantico l’energia, l’informazione e la consapevolezza creano la materia, la realtà appare solida ma in realtà è un campo vibrazionale».

«L’energia soggiace a diversi stati di aggregazione, dalla materia con il numero atomico più basso fino alle vibrazioni elevate della luce, come raggi infrarossi e ultravioletti, ai due estremi opposti: non li vediamo ma ci sono» spiega il dottor Mauro Stegagno, medico cardiologo e internista, esperto in kinesiologia, omotossicologia e agopuntura. «Dunque, per misurare ciò che non si vede è sufficiente dotarsi degli strumenti giusti; se si guarda con quelli sbagliati, si dirà di non vedere nulla. Sappiamo misurare l’energia prodotta dal cervello, lo facciamo con un elettroencefalogramma, con una Pet o con le nuove risonanze funzionali. Prima di avere a disposizione questi strumenti, la medicina cinese e indiana erano già giunte a concludere che quell’energia ci fosse, semplicemente non si riusciva a misurarla. Dobbiamo arrenderci all’evidenza: oggi siamo in grado di misurare una porzione infinitesimale delle energie di cui è fatto l’universo, arriviamo magari a quelle che creano la materia più densa o fluida, ma ancora non riusciamo ad andare molto oltre. Non per questo ciò che non siamo in grado di misurare non esiste: è l’errore in cui non bisogna cadere. Viviamo Terra Nuova · gennaio 2019

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salute

in una realtà costituita da frequenze e campi vibrazionali con cui tutti si confrontano, dal chirurgo al farmacologo, dall’omeopata allo psicologo; semplicemente ognuno di loro usa strumenti differenti. Volenti o nolenti, non possiamo fare a meno di utilizzare sempre e comunque la medicina vibrazionale, in tutti i suoi infiniti aspetti. Perché di questo si tratta».

Le frequenze della salute «Oggi siamo perfettamente in grado di determinare le frequenze di ogni singolo organo e di capire attraverso di esse se quell’organo funziona in modo anomalo o adeguato» prosegue Pagliaro. «Laddove si ravvisano segnali di sofferenza funzionale, si può intervenire con appositi medicinali o trattamenti, come omeopatia, agopuntura e oli essenziali, oppure con dispositivi, o con trattamenti mente-corpo come la meditazione e il Qi Gong; ce ne sono veramente tanti, che riattivano le frequenze collegate al benessere e allo stato di salute. Al di là delle cure tradizionali, che sono e devono essere sempre la risposta prioritaria, ci sono anche alcune basse frequenze con suoni particolari o la stessa musicoterapia che possono produrre benefici alle cellule e al Dna. Si tratta di studiare e applicare in maniera scientifica i principi quantistici alla dimensione biologica».

Le «resistenze» Ci sono indubbiamente innumerevoli resistenze di fronte a tali concetti, oggi forse anche più di qualche

tempo fa; c’è chi alza i toni, chi invoca provvedimenti nei confronti dei medici che lavorano in certi ambiti e che applicano questi approcci. «Sì, è vero, in alcuni ambiti c’è tanta opposizione, si scagliano anatemi e si colora con la connotazione politica ciò che dalla politica dovrebbe essere molto lontano» prosegue Pagliaro. «È vero che, in sporadiche occasioni, a giustificare qualche polemica sono alcuni, pochi, improvvisatori che agiscono in modo superficiale e tale agire deve essere punito, ma l’errore di pochi non deve diventare un modo per denigrare metodiche mediche che hanno una comprovata efficacia. A ciò si deve aggiungere l’enorme resistenza che i medici e gli operatori sanitari seri e preparati incontrano quando vogliono procedere nella integrazione delle medicine non convenzionali con la medicina allopatica, integrazione che rappresenta una preziosa evoluzione della cura. Tutto ciò che arriva come nuovo non è ben conosciuto e quindi scatena diffidenze, atteggiamenti di chiusura e di vero e proprio protezionismo. Come ha spiegato magistralmente il grande epistemologo Thomas Kuhn, quando si è accumulato un numero sufficiente di anomalie in contrasto con un paradigma corrente, la disciplina scientifica si trova in uno stato di crisi. È in questi momenti che le nuove idee, magari quelle scartate in precedenza, sono messe alla prova. Si forma dunque un nuovo paradigma che conquista un suo seguito e si innesca una battaglia culturale tra i seguaci del nuovo e quelli del vecchio. A volte l’ago della bilancia è il tempo, altre volte il peso delle prove. Fatto sta che, quando il mutamento di paradigma si completa, si ha la cosiddetta rivoluzio-

ne scientifica. Quindi, siamo di fronte a un processo tutto sommato atteso. Semmai è assolutamente necessario che, malgrado le grosse difficoltà ad avere fondi per la ricerca, si continuino a condurre studi scientifici e si producano ancora nuovi dati a sostegno dell’efficacia e dei benefici degli approcci terapeutici che si basano sull’energia, le frequenze e i campi vibrazionali».

Meccanicismo e riduzionismo Stegagno stigmatizza soprattutto «preconcetti, pregiudizi e ignoranza, che sono i veri nemici dell’evoluzione scientifica». «Ciò che mette in crisi le certezze, semmai nelle scienze e nella medicina possano esservi certezze, viene condannato spesso a priori dando per scontato che gli strumenti esistenti in quel momento storico siano gli unici che possono permettere di conoscere il conoscibile. È assurdo, perché così facendo si nega l’esistenza di tutto ciò che in quel dato momento non può essere misurato per la limitatezza delle nostre possibilità. L’errore fondamentale è di considerare il metodo scientifico meccanicista e riduzionista come il golden standard, anzi lo standard unico e assoluto, per valutare cosa è giusto o sbagliato, cosa esiste e cosa non esiste. Invece bisognerebbe accettare che c’è molto altro; d’altra parte, oggi sappiamo e conosciamo cose che cent’anni fa nemmeno si immaginavano. Il metodo cosiddetto cartesiano può essere molto utile, ma non può diventare l’unica via, altrimenti ci condanniamo alla limitatezza, alla miopia e all’immobilismo. Di fronte alla complessità dell’universo saltano tutte le teorie cartesiane». «Quando mi sono laureato in medicina e ho affrontato le specia-

 «Quando mi sono laureato in medicina e ho affrontato le specializzazioni in cardiologia e medicina interna, ho evitato di arroccarmi sul mio scranno dettando legge ai pazienti e mi sono impegnato a non rifiutare ciò che non riuscivo in quel momento a misurare. Ho approfondito lo studio dell’omeopatia, dell’agopuntura e della kinesiologia e ho compreso che una visione olistica e completa del paziente e della cura è la strada migliore». Mauro Stegagno, medico cardiologo e internista, esperto in kinesiologia, omotossicologia e agopuntura.

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lizzazioni in cardiologia e medicina interna» prosegue Stegagno «ho evitato di arroccarmi sul mio scranno dettando legge ai pazienti e mi sono impegnato a non rifiutare ciò che non riuscivo in quel momento a misurare. Ho approfondito lo studio dell’omeopatia, dell’agopuntura e della kinesiologia e ho compreso che una visione olistica e completa del paziente e della cura è la strada migliore, che può aprirci l’orizzonte e darci la possibilità di continuare a imparare, scoprire, conoscere, guarire. Crescendo come persone, i medici possono aiutare molto meglio anche i pazienti».

Malato, malattia e cura «Quando ci approcciamo ad ascoltare, visitare e curare una persona, dovremmo avere sempre ben presente le interconnessioni tra l’aspetto fisico, quello psichico e quello biochimico» prosegue Stegagno. «Il modo in cui un paziente entra nello studio del medico manda già di per sé un messaggio, occorre creare empatia, comprendere l’origine del problema e gli squilibri che quel problema nasconde, causa o dai quali è provocato. Naturalmente, il percorso diagnostico e terapeutico dipende dalla formazione e dal grado di preparazione dell’operatore. La cosa migliore per la persona sarebbe avere di fronte un terapeuta con una formazione il più olistica possibile, che permette di decidere a ragion veduta di quali strumenti, medicinali o strategie avvalersi secondo la necessità specifica. Io, ad esempio, utilizzo di base i test di kinesiologia applicata, dopo avere esaminato gli esiti di altri accertamenti diagnostici per escludere patologie organiche importanti che devono essere affrontate in modo diverso. Valuto se prescrivere farmaci, medicinali omeopatici o se magari consigliare altri specialisti o l’utilizzo di apparecchiature che possono rivelarsi utili. Esiste, ad esempio, anche la possibilità dell’elettroagopuntura, che misura la differenza di potenziale di alcuni punti di agopuntura tradizionale, oppure la pedana posturostabilometrica per esaminare i carichi dei punti di appoggio e fornisce

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informazioni utilissime per lavorare sul corpo». Spesso, i medici che hanno abbracciato la visione della medicina vibrazionale sono anche esperti di radioestesia, che permette di individuare danni o malattie a carico di organi percependo le vibrazioni differenti emesse dagli organi stessi in caso di stato di salute o stato patologico; «esistono anche apparecchiature che permettono di amplificare la percezione dell’operatore per diagnosi ancora più accurate» aggiunge Stegagno. «E a chi storce il naso dico sempre che si tratta della stessa finalità riconosciuta al fonendoscopio che si utilizza per auscultare meglio il paziente. Insomma, pregiudizi e chiusure non aiutano l’evoluzione della medicina. Occorrono naturalmente serietà, competenza, conoscenza e capacità; ma scegliere di restare miopi non è utile a nessuno».

La multidisciplinarietà La multidisciplinarietà appare dunque emergere come la parola chiave. Termine che era caro anche al medico americano Richard Gerber, autore di uno dei testi pionieristici sull’argomento, Medicina vibra-

zionale. Secondo Gerber, ci sarebbe un grande bisogno di centri multidisciplinari dove studiare le molteplici dimensioni dei fenomeni di guarigione all’interno di un ambito di ricerca accademica. E in questi centri dovrebbe esserci personale medico proveniente da tutti i campi di studio, dottori, infermieri, ricercatori, esperti di agopuntura, erboristi, ingegneri, farmacisti, fisici e così via, in modo da creare team che progettino esperimenti per misurare le energie sottili dell’attività umana e osservino in che modo queste agiscono attraverso diversi metodi di guarigione. Gerber auspicava anche che questi (utopistici) centri fossero dotati di ogni sorta di tecnologia diagnostica esistente, dagli strumenti per la mappatura delle onde cerebrali e la risonanza magnetica a quelli per l’elettroagopuntura, oltre a essere luoghi di scambio di informazioni ed esperienze e luoghi di produzione di dati accessibili a tutti. L’obiettivo? Comprendere la natura della guarigione e l’efficacia potenziale delle differenti modalità curative. Che sia veramente, secondo la visione di Kuhn, l’inizio di una nuova rivoluzione scientifica? l

Note 1. www.nature.com/articles/235109a0 2. www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5404801 3. Per saperne di più sull’associazione: http://attivismoquanticoeuropeo.it


Medicinali omeopatici, registrazione nel 2020 Aifa ritarderà di un anno la conclusione dell’iter autorizzatorio, l’esame dei dossier presentati dalle aziende prende più tempo del previsto. Intanto è braccio di ferro tra l’Istituto superiore di sanità e le società scientifiche degli omeopati.

I

n un clima di scontro acceso tra Istituto superiore di sanità (Iss) e società scientifiche di medicina omeopatica, si attendono gli sviluppi del tavolo tecnico che avrebbe dovuto occuparsi della revisione della letteratura scientifica e delle evidenze disponibili proprio sull’omeopatia. «L’atteggiamento dell’Iss è già in partenza di grande chiusura, così non va» affermano le organizzazioni dei medici che curano sulla base del principio hanhemanniano. Intanto, è stata posticipata di un anno la conclusione dell’iter autorizzatorio dei medicinali omeopatici di cui si sta occupando Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che deve esaminare tutti i dossier presentati dalle aziende produttrici e che ha chiesto ulteriore tempo per poter portare a termine il lavoro. Già dall’1 gennaio 2019 i medicinali omeopatici avrebbero dovuto essere in commercio come regolarmente registrati, ma si andrà, dunque, all’1 gennaio 2020.

«Aifa necessita di lavorare con maggiore calma e attenzione» spiega il dottor Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, «in fondo si tratta di dossier che richiedono tempo e approfondimento, poiché è una categoria farmaceutica che l’Agenzia del farmaco non ha mai gestito prima, quindi l’approccio è nuovo anche per loro». «Si allunga dunque la fase transitoria in cui potranno continuare a essere vendute anche le ultime scorte dei medicinali che poi usciranno dalla produzione» prosegue Gorga. «L’importante comunque è chiudere questa fase, che si sta rivelando più complessa dell’atteso. Poi si lavorerà su altri obiettivi, come per esempio chiedere regimi tariffari più congrui per poter presentare nuovi dossier e quindi procedere alla registrazione di altri medicinali omeopatici». A procedura di registrazione conclusa i medicinali omeopatici disponibili saranno un numero largamente inferiore rispetto a prima. «In

In Italia il 74° congresso mondiale di omeopatia Si terrà a Sorrento dal 25 al 28 settembre il 74° congresso mondiale di omeopatia promosso dalla Liga Medicorum Homeopathica Internationalis. L’evento, che richiamerà in Italia medici e ricercatori da tutto il mondo, si terrà all’Hilton Sorrento Palace. Il titolo dato a questa edizione è «La medicina del futuro dal cuore antico. La similitudine a tutti i livelli di coscienza» e nel programma scientifico sono previsti interventi su ricerca clinica, provings, agro-omeopatia, veterinaria, odontoiatria, metodologia clinica e integrazione dell’omeopatia nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Sono aperte le iscrizioni e verranno richiesti gli Ecm per i medici. • Per informazioni e iscrizioni: www.lmhi2019.org

Italia attualmente sono presenti sul mercato circa trentaseimila medicinali omeopatici» spiega Giuseppe Pinelli dell’azienda Cemon. «A causa dei costi imposti dalla complessità dell’iter, le aziende hanno presentato circa 2700 dossier, meno del 10%. A oggi di questi 2700, solo circa il 12% ha ottenuto l’Aic completo, cioè l’autorizzazione al commercio. Le aziende stanno sostenendo numerose richieste di chiarimenti aggiuntivi, con certificazioni particolareggiate da richiedere ai fornitori che spesso risiedono e operano in paesi in cui la legislazione in materia è notevolmente più snella. Penso che se questa situazione non verrà snellita, la proroga di un anno potrebbe non essere sufficiente». l

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genitori e bambini

Riportiamo

la nascita a casa

«Il modello medico ha reso il parto spontaneo impossibile e ha sottratto alle donne le loro competenze» dice Verena Schmid, ostetrica con esperienza quarantennale. Il parto in casa per molti è ancora un tabù e c’è chi ne continua a mettere in discussione la sicurezza. Ma i vantaggi sono dimostrati da evidenze empiriche e scientifiche.

di Claudia Benatti

L’

ospedale come scelta pressoché obbligata per questioni di sicurezza, la medicalizzazione per «esser certi» di avere tutto sotto controllo, l’epidurale come diritto da garantire per non sentire dolore: sono queste le direzioni in cui in Italia si sta scegliendo di procedere, a livello istituzionale e accademico, sul tema della nascita e del parto. E paiono accantonate, volutamente e senza troppe esitazioni, le aperture, che pur qualche anno fa hanno se-

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gnato un’epoca di dialogo e accenno di cambiamento, verso una scelta libera e consapevole della madre sul luogo del parto, verso una demedicalizzazione dell’evento nascita, verso una valorizzazione del ruolo dell’ostetrica e di pratiche che riducano al minimo l’interventismo. Anche laddove ci sono leggi regionali che dovrebbero garantire e normare il parto a domicilio con rimborso delle spese, è estremamente difficile esigerne la completa applicazione e

le donne sono soggette a una forte pressione, da parte della società, dei media e di molti medici. «Eppure, un paradigma differente non solo esiste ed è applicabile, ma rappresenta quanto più si avvicina alle esigenze effettive di sicurezza, intimità e consapevolezza che nella donna devono essere esaudite per fare in modo che la nascita torni a essere un momento fisiologico della vita, vissuto con gioia e fiducia» spiega Verena Schmid, ostetrica di gran-


«Quando si mette la donna al centro del suo parto ci si focalizza sulla persona, sui processi dinamici e vitali, su una visione sistemica del funzionamento dell’organismo e della sua interazione con l’ambiente, sui concetti di coping e capacità interattiva della persona nel gestire la propria salute». Verena Schmid

de esperienza e fondatrice dell’associazione Marsupio, una delle prime in Italia a seguire le donne nel parto a casa.

I luoghi della nascita Quindi, non solo e sempre l’ospedale per far nascere i bambini, non solo e sempre il modello medico, ma anche molto altro. «Ormai sono centinaia gli studi che attestano la sicurezza del parto a domicilio» prosegue Verena Schmid. «Ed è addirittura superiore alle altre opzioni in termini di soddisfazione delle donne e di capacità di reagire bene al travaglio e con il bambino. Inoltre, nel parto extraospedaliero gli interventi e le relative complicanze sono inferiori rispetto all’ospedale. Chiaramente, non bisogna riprodurre a casa il modello usato nelle strutture sanitarie, occorre invece affidarsi a una prospettiva differente, di salutofisiologia, come spiego anche durante le mie docenze». «I risultati dell’applicazione del modello medico alla nascita parlano chiaro: il parto spontaneo, libero da interventi medici e farmacologici, è quasi scomparso. Si è ormai ridotto al solo 6% circa, mentre, secondo l’Oms, l’85-90% delle donne dovrebbe avere una gravidanza fisiologica e la possibilità di partorire in modo naturale. Il modello medico ha reso il parto normale impossibile e le donne inabili a partorire, negando loro le condizioni e il

supporto necessari per poterlo fare; tale modello considera la donna come un utero da svuotare e la sua personalità come un ostacolo per arrivare al bambino, vera meta della nascita. Il parere della madre non è richiesto e semmai è di intralcio. Il suo stato psicofisico durante e dopo la nascita non interessa, se non in termini di patologia. Nella visione salutogenica, invece, la rimozione della donna come soggetto dalla gravidanza e dal parto è considerata pericolosa, poiché è lei la portatrice di risorse e competenze. Ovviamente il modello medico è prezioso nella cura delle patologie (quelle reali, rare, non quelle inventate) e nelle emergenze. C’è da considerare però che, in ostetricia, laddove ci sia una buona cura salutogenica della gravidanza, la necessità di cure mediche dovrebbe riguardare solo circa il 10-15% della popolazione e un consulto medico per un’indagine diagnostica nelle situazioni limite potrebbe interessare un altro 10-15% circa».

Le conseguenze della medicalizzazione «Dall’esame della letteratura scientifica e dalla valutazione della pratica clinica ed extraospedaliera, emergono gli innumerevoli rischi ai quali la medicalizzazione del parto espone madre e bambino» aggiunge la Schmid. Vediamole insieme: • Taglio cesareo. In donne sane l’incidenza del taglio cesareo dovrebbe essere sotto il 3%, nell’esperienza extraospedaliera si aggira attorno al 1,5-2%. Nella popolazione totale, comprese le gravidanze a rischio, secondo Marsden Wagner, epidemiologo dell’Oms, offre benefici al massimo sul 7% delle partorienti. Secondo le ultime indicazioni dell’Oms, non dovrebbe superare il 10%. Attualmente la media nazionale italiana è del 36%, con un aumento del rischio per la madre e per il bambino. • Induzione del parto. In un caso su quattro la donna rischia un’indu-

Nel modello salutogenico è centrale la figura dell’ostetrica, che accoglie, non giudica, accompagna e non comanda, guida e non impone, vede e non interpreta.  Terra Nuova · gennaio 2019

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genitori e bambini

Perché è importante ritardare il più possibile il taglio del cordone ombelicale Il cordone del bambino è la sua fonte di energia vitale, il legame con la madre e con la terra. La placenta è il suo organo di adattamento e di passaggio tra i mondi, la sua radice terrena (fisica) e spirituale. La recisione immediata o rapida del cordone e il taglio vicino al suo corpo possono procurargli uno shock energetico. Lasciare il cordone integro permette alla placenta di accompagnare il bambino nel primo adattamento e la placenta svolge ancora molte funzioni fisiologiche: • dopo il parto corregge il metabolismo del bambino con ondate di sangue alcaline e acide alternanti, in base ai messaggi biochimici che le invia il bambino, regola il volume ematico nel bambino fino a raggiungere un equilibrio funzionale che si stabilizzerà quando il cordone avrà completamente cessato di pulsare; • dopo la cessazione della pulsazione, nel cordone continua una microcircolazione tra bambino e placenta tramite neurotrasmettitori e ormoni; • il sangue di riserva della placenta è del bambino e gli serve per le scorte di ferro, di globuli rossi, di metaboliti, di glucosio, di cellule staminali, di ormoni e così via; • le cellule staminali della placenta che vanno al bambino possono ridurre il rischio di molte malattie attuali e future: distress respiratorio, malattie respiratorie croniche, emorragie cerebrali, anemia, sepsi e malattie degli occhi; • il sangue placentare che passa nel corpo del bambino ne aumenta i globuli rossi per un migliore trasporto di ossigeno (senza rischio di policitemia); previene i problemi di anemia fino a un anno di vita; l’ematocrito e l’emoglobina sono più alti, migliori la pressione sanguigna e l’adattamento cardio-polmonare. Sempre in virtù di un miglior adattamento del bambino ricordiamo che è possibile anche praticare il cosiddetto Lotus birth, cioè lasciare cordone e placenta attaccati al piccolo fino al loro naturale e autonomo distacco.

zione del parto che spinge spesso il bambino a nascere prematuro dal punto di vista funzionale; sarà quindi meno in grado di collaborare attivamente al processo del travaglio e potrà avere maggiori difficoltà di adattamento postnatale. • Parto vaginale operativo. In un caso su otto la donna rischia un parto vaginale operativo, con ventosa ed episiotomia, molto traumatico sia per lei che per il nascituro. A volte questa manovra è dovuta all’imposta posizione supina che rende difficile il periodo espulsivo, ma anche da atti di accelerazione indebiti nelle prime fasi del travaglio. • Inibizione degli ormoni sessuali prodotti durante un parto fisiologico. Sono finalizzati all’analgesia, alla trance, alla protezione metabolica ed energetica, all’adattamento postparto e al bonding (legame, ndr). • Separazione tra madre e bambino. Ha ripercussioni a livello fisico, biologico/ormonale e affettivo/relazionale; questa pratica minaccia l’attaccamento sicuro del bambino.

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 Nel modello salutogenico la donna sta al centro e il suo par-

tner ha un importante ruolo di sostegno, di protezione, fornisce a lei e al bambino la sua energia maschile.

• Soppressione del sistema di gratificazione. Si impedisce l’innesco del meccanismo fisiologico e psicologico che premia la donna per lo sforzo sostenuto; ciò causa l’aumento delle depressioni post partum, in particolare nelle donne che hanno scelto il «parto indolore» con epidurale, e si assiste a una diminuzione dell’autostima e dell’euforia. • Puerperio difficile. Spesso ci sono difficoltà di adattamento del bambino e dell’allattamento; viene creato dolore e distress. Sono inibite le endorfine e l’ossitocina, ormoni analgesici ed euforizzanti.

Il modello salutofisiologico «Tutt’altri paradigma e approccio sono invece quelli sui quali si basa il modello salutofisiologico» continua Verena Schmid. «Quando si mette la donna al centro del suo parto, ci si focalizza sulla persona, sui processi dinamici e vitali, su una visione sistemica del funzionamento dell’organismo e della sua interazione con l’ambiente, sui concetti di coping e capacità interattiva della persona nel gestire la propria salute. Si valorizza l’intuizione come sapere femminile profondo. È centrale qui la figura dell’ostetrica, che accoglie, non giudica, accompagna e non comanda, guida e non impone, vede e non interpreta. In questo modello la donna è sovrana, il suo partner ha un importante ruolo di sostegno, di protezione, fornisce energia maschile al bambino in utero e alla donna». «L’ostetrica è una facilitatrice, la gerarchia è inversa rispetto al modello medico e diventa circolare: la donna con il suo partner (o chi per lui) sta al centro del cerchio, gli operatori ai margini, attorno a loro, sono una risorsa».

I benefici della salutofisiologia «I benefici di un approccio demedicalizzato e fisiologico alla nascita sono innumerevoli» spiega Verena Schmid, che li elenca nel suo libro Il parto in casa e in casa maternità (Terra Nuova Edizioni). Eccone alcuni: • Le induzioni del parto sono rarissime. • L’accompagnamento salutofisiologico dei prodromi,


prevenendo il distress e rispettando i tempi di questa fase fondante del travaglio, riduce gli arresti del travaglio nella prima fase. • Il rispetto delle fasi di transizione spontanee previene la sofferenza fetale. • La protezione dell’intimità dell’ambiente, insieme al sostegno empatico, il movimento libero, la disponibilità dell’acqua prevengono le malposizioni fetali. • I trattamenti antistress e le prese manuali per sbloccare il bacino risolvono in genere le distocie del parto e le malposizioni. • L’attesa dell’inizio del periodo espulsivo fino alle spinte spontanee, il non direzionare la spinta, il contatto della donna con il bambino, il sostegno maschile del partner e la salvaguardia delle condizioni che permettono il riflesso di eiezione del feto rendono il periodo espulsivo sicuro e in genere breve, una volta che entra nella sua fase attiva. • L’espulsione naturale della placenta (senza farmaci e interventi manuali), nel rispetto dei tempi fisiologici, è più sicuro quando il cordone viene lasciato integro. «E non dimentichiamo» aggiunge Schmid «che, secondo l’Oms, l’ostetrica è la figura assistenziale più efficace in termini di benefici e costi per la cura della gravidanza e del parto normale, che comprende anche la valutazione della salute e il riconoscimento di eventuali complicanze. L’assistenza dell’ostetrica abbassa il rischio di sviluppare complicanze, di subire interventi medici inappropriati e produce parti più sani».

Parto a casa e sicurezza «Il domicilio è attualmente l’unico luogo in cui un parto può avvenire in modo fisiologico, indisturbato, rispettato, senza interferenze, senza interventi medici o restrizioni di tempo, in un clima di fiducia dove il partner è libero di trovare il suo modo di stare accanto alla sua donna e al bambino, dove i genitori decidono l’imprinting, dove il bambino non viene mai separato dalla mamma» spiega ancora Verena Schmid. «Nelle Case maternità ci possono essere gli stessi vantaggi, benché l’ambiente sia comunque diverso e gli spostamenti possano creare un lieve alzamento del livello

Per conoscere e contattare le ostetriche che in Italia assistono nel parto a domicilio, è consultabile la Mappa nazionale del parto a casa stilata da Terra Nuova: www.terranuova.it/Mappa Salute-Naturale/Mappa-nazionale-parto-in-casa

di stress. Comunque, a ogni donna il suo ambiente! Tutto è soggettivo, per questo è bene che la donna possa scegliere». «Vanno, inoltre, sfatati i miti di pericolosità costruiti intorno al parto a domicilio, che ormai, secondo la ricerca scientifica, è un’esperienza sicura e positiva quando la donna è sana e senza complicanze ostetriche manifeste, quando la gravidanza è a termine e il bambino in posizione corretta. Gli esiti per la madre e la sua gratificazione sono migliori di quelli in ospedale e gli esiti per il bambino sono uguali a quelli in ospedale in termini di mortalità, indice di Apgar basso e ammissione in terapia intensiva». «Inoltre, nel parto a domicilio ci sono meno interventi medici, quindi meno complicanze correlate rispetto all’ospedale, il tasso dei tagli cesarei è sotto il 5%, le donne interagiscono meglio con il neonato e l’assistenza salutofisiologica delle ostetriche è più sicura ed efficace dell’assistenza medica per le donne in salute». Inoltre, ci sono una o due ostetriche per ogni partoriente per tutta la durata del parto e la reperibilità è 24 ore su 24 per un mese, se necessario. «La donna fa tesoro delle sue forze, permette al suo corpo di fare ciò per cui è competente» prosegue Verena. «Il travaglio inizia spontaneamente, quando il bambino è maturo per nascere; gli interventi medici e le accelerazioni artificiali del travaglio con le relative complicanze sono assenti; il dolore è minore perché l’ambiente è intimo e il ritmo tra doglia e pausa è fisiologico; il bambino nasce senza asfissia, è subito sveglio e pronto alla relazione. Può mantenere il suo cordone integro fino all’espulsione della placenta, che avviene naturalmente. Le ostetriche seguono poi la madre anche nel puerperio, favorendo l’allattamento al seno, e la donna rimane con la forte sensazione di avercela fatta da sola, con una profonda gratificazione e con un senso di empowerment». Purtroppo però, il conflitto attorno al parto a domicilio rende questa scelta ancora difficile. Verena Schmid, nel suo libro Il parto in casa e in casa maternità, analizza a fondo tale conflitto e propone strategie diversificate per affrontarlo, superarlo e muoversi verso una vera integrazione dei paradigmi, in modo da poter arrivare presto a offrire alle donne vere scelte libere, senza criminalizzazioni e inutili terrorismi.  n POTREBBE INTERESSARTI: VERENAA SCHMID M

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Criteri di qualità e sicurezza. Iv vantaggi di un parto fissiologico e consapevole.

IL PARTO IN CASA E IN CASA MATERNITÀ di Verena Schmid pp. 321 Vedi tutte le opzioni di acquisto su www.terranuova.it/ecocircuito Terra Nuova · gennaio 2019

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ecocosmesi

Ride bene chi usa il dentifricio giusto Un bel sorriso manifesta gioia e sicurezza ma non è semplicemente una questione estetica. Denti belli e sani sono strettamente legati alla salute complessiva dell’intero organismo. Ecco una guida alla corretta igiene orale e alla scelta del miglior dentifricio.

di Alessandra Miraglia

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a bocca, i denti e il cavo orale sono strutture chiave per il nostro corpo, poiché attraverso di esse mangiamo e respiriamo ma allo stesso tempo sono importanti strumenti di comunicazione e di piacere. Con il passare del tempo anche denti e gengive invecchiano, con la conseguenza che i meccanismi fisiologici di riparazione diventano meno efficienti. Per questo sin da bambini è fondamentale prestare particolare attenzione all’igiene di tutta la bocca. I denti sono strutture ossee incastonate in speciali alloggi nella man-

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dibola. Quello che noi chiamiamo comunemente «dente» è in realtà una struttura molto più complessa. La parte bianca e sporgente che vediamo è la corona mentre la parte più profonda che si trova all’interno della cavità mandibolare prende il nome di radice. Tra la corona e la radice si trova il colletto da cui si forma la gengiva. I denti sono formati dalla dentina, un tipo particolare di tessuto osseo che protegge la polpa, ricca di vasi sanguigni e terminazioni nervose, dalle variazioni di temperatura e dalle sollecitazioni meccani-

che. Nella corona, la dentina è rivestita dallo smalto, un tessuto altamente mineralizzato che conferisce resistenza e durezza ai denti. È composto prevalentemente da calcio sotto forma di idrossiapatite. Il colore dei denti è una caratteristica strettamente individuale e non tutti possiedono una dentatura bianca. In molte persone infatti i denti virano naturalmente dai toni del giallo a quelli del grigio. Inoltre, in tanti che quotidianamente eseguono una corretta igiene dentale possono verificarsi antiestetiche macchie. I


pigmenti contenuti in alimenti come tè, caffè, liquirizia e cioccolato, infatti, possono fissarsi negli strati superficiali dello smalto macchiandoli. Altra causa di ingiallimento è sicuramente il tabacco, come tanti fumatori ben sanno. Ma l’ingiallimento dei denti può essere anche causato dall’accumulo di placca e tartaro.

Placca e tartaro, i veri nemici Lo smalto si trova costantemente in una situazione di equilibrio precario poiché è soggetto alla perdita di minerali a causa dell’azione degli acidi presenti nel cavo orale introdotti con gli alimenti. Il principale responsabile dell’erosione dello smalto è la placca dentale, una pellicola gelatinosa e invisibile formata da colonie di batteri, amidi, proteine e lipidi. Se la placca non viene rimossa quotidianamente, i batteri si moltiplicano trasformando gli zuccheri introdotti con la dieta in acidi organici che, intaccando lo smalto, danno origine alla carie. Un eccessivo accumulo di placca, inoltre, provoca l’infiammazione delle gengive con conseguente gengivite. In mancanza di una corretta igiene orale questo fenomeno può degenerare fino alla perdita del dente. Il tartaro, invece, dalla superficie ruvida e irregolare e dal colorito biancastro, se di formazione recente, o di colorito più scuro, se di vecchia formazione, è un deposito di sali di calcio e sostanze organiche (resti di cibo, ammassi di microrganismi, cellule epiteliali) che si raccoglie soprattutto intorno al colletto. L’uso di spazzolino e filo interdentale evita che que-

 Placca e tartaro sono i due nemici principali dei denti. Lo smalto, infatti, si trova costantemente in una situazione di equilibrio precario poiché è soggetto alla perdita di minerali a causa dell’azione degli acidi presenti nel cavo orale introdotti con gli alimenti.

ste «incrostazioni» di tartaro si accumulino nel tempo infiammando le gengive. Per eliminare i depositi più ostinati è sempre consigliabile sottoporsi, almeno una volta all’anno, a una pulizia dentale professionale dal proprio dentista. Quindi, non solo una cattiva igiene orale, ma anche abitudini alimentari scorrette (eccessivo consumo di dolci e spuntini frequenti) sono alla base di carie e infiammazioni gengivali. A questo si aggiunge che le persone con un’arcata dentaria disarmonica (denti storti) hanno una maggiore tendenza ad accumulare placca.

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ecocosmesi

Dentifricio, spazzolino e filo interdentale i migliori alleati L’unico modo per eliminare la placca dentale prima che degeneri in carie e gengiviti è quello di utilizzare costantemente spazzolino e filo interdentale. In effetti, la prevenzione è l’obiettivo principale di numerosi prodotti dedicati all’igiene orale per

mantenere una dentatura sana e forte, prevenire le carie e altre patologie a livello dei denti e del cavo orale, ma anche per curare l’estetica di un bel sorriso. Tra questi, i dentifrici sono sicuramente i prodotti più diffusi. Oltre a favorire la rimozione della placca batterica si prefiggono l’obiettivo di proteggere le gengive e lo smalto, contrastare la forma-

zione della carie, eliminare eventuali macchie e lasciare la bocca fresca. La maggior parte dei dentifrici sono paste idroglicerinate contenenti acqua, sostanze umettanti, viscosizzanti, agenti abrasivi, tensioattivi, aromi, edulcoranti, conservanti ed eventuali sostanze funzionali ad azione rimineralizzante, antiplacca, sbiancante o antinfiammatoria.

Dentifrici a confronto AZIENDA

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TENSIOATTIVI VISCOSIZZANTI

ABRASIVI

UMETTANTI

PRODOTTO Glicerina

COLGATE

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ARGITAL

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GREENATURAL

Colgate baking soda

Aquafresh tripla protezione

Dentifricio alla salvia

Stevia biodent vital

Ecobio dentifricio tè verde e limone

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Sorbitolo l

Propilene glicole

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Carbonato di calcio Silica/gel di silica

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Bicarbonato di sodio

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Gomma xanthana

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Idrossietilcellulosa Carbossimetilcellulosa (cellulose gum)

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Sodio lauril solfato

Tensioattivi di origine naturale Da saponine vegetali Argilla Sale marino 2

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AROMI NATURALI3 AROMI SINTETICI

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EDULCORANTI NATURALI EDULCORANTI SINTETICI

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CONSERVANTI/STABILIZZANTI CERTIFICAZIONE PREZZO

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COLORANTI Senza conservanti

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Alcohol

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VERDE: ingredienti positivi per noi e per l’ambiente. ROSSO: decisamente da evitare. NOTE: 1. Seppur di origine naturale, si tratta di un tensioattivo aggressivo, sconsigliato soprattutto in caso di denti e gengive sensibili. 2. Estratti di: the verde, calendula, camomilla,

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Glicerina, sorbitolo, xilitolo e glicole propilenico sono le sostanze umettanti più utilizzate nei prodotti in commercio. Impediscono che la pasta dentifricia si secchi; tra queste, lo xilitolo è anche dotato di proprietà acariogene e dolcificanti. I viscosizzanti come il gel di silice, la gomma xanthana o di guar, e derivati della cellulosa come

l’idrossietilcellulosa favoriscono la sospensione degli altri ingredienti e conferiscono al dentifricio la consistenza giusta affinchè possa essere spremuto dal tubetto. Le sostanze abrasive migliorano l’azione meccanica di pulizia fornita dallo spazzolino. In passato venivano utilizzati pomice vulcanica e marmo macinato naturali, oggi so-

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Phenethyl Alcohol Ethylhexylglycerin; Phytic Acid;

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liquirizia, lichene islandico; oli essenziali di: timo, eucalipto, chiodi di garofano, menta, salvia, limone, cannella, mirra, tea tree. 3. Olio essenziale di menta, olio essenziale di salvia, olio essenziale di limone, olio essenziale di arancio. 4. Malto di riso, stevia, xilitolo. 5. Saccarina.

stituiti da sostanze sintetiche come il carbonato e fosfato di calcio, la silice precipitata (gel di silice) e il bicarbonato di sodio. Il gel di silice precipitata ha un’azione abrasiva delicata, così come il bicarbonato di sodio che, al contempo, per via della sua alcalinità, impedisce l’azione aggressiva degli acidi sullo smalto. I tensioattivi, in realtà non strettamente necessari, vengono utilizzati per la loro azione sensoriale e schiumogena che favorisce l’allontanamento dei residui di cibo durante lo spazzolamento. Il più utilizzato di tutti è il sodio lauryl sulfato (SLS) mentre nelle formulazioni naturali o per denti sensibili sono presenti tensioattivi più delicati come il sodio lauroyl glutammato, la cocoamidopropilbetaina o saponine estratte dalla corteccia di quillaja o dalla yucca. Aromi ed edulcoranti hanno più che altro una funzione «motivante» e si utilizzano sia per donare freschezza alla bocca, sia per coprire il sapore amaro o salino di alcuni ingredienti presenti in formula. L’olio essenziale di menta o di salvia, dotate anche di proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie sono tra le sostanze aromatizzanti più utilizzate. Meglio evitare i dentifrici che contengono edulcoranti come la saccarina e preferire quelli a base di xilitolo che, come abbiamo già detto, è dotato anche di proprietà acariogene. I dentifrici più naturali in genere non contengono edulcoranti, sono infatti ingredienti di cui si può fare sicuramente a meno. Certo, in questi casi il gusto sarà leggermente salino, ma non affatto sgradevole. Le sostanze rimineralizzanti come il fluoro aumentano la resistenza e la durezza dello smalto contrastando l’insorgenza della carie. Gli ioni fluoro formano fluoriepatite (invece di idrossiapatite) che conferisce una maggiore resistenza all’azione degli acidi. La presenza di fluoro, sotto forma di fluoruro di sodio o fluoruro amminico (Olaflur), è regolamentata e tutti i dentifrici contenenti tra lo 0,1% (1000 ppm) e lo 0,15% (1500 ppm) di fluoro, nel caso in cui non riportino in etichetta l’indicazione che sono controinTerra Nuova · gennaio 2019

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ecocosmesi

dicati per i bambini (ovvero che possono essere usati solo da persone adulte), devono obbligatoriamente riportare la seguente avvertenza specifica: «In caso di impiego da parte di bambini fino a 6 anni, si raccomanda di utilizzare una piccola quantità di dentifricio sotto la supervisione di un adulto per ridurre al minimo l’ingerimento. In caso di assunzione di fluoruro anche da altri fonti, si consiglia di consultare il dentista o il medico». Questo per evitare che i bambini possano assumere un surplus di fluoro che potrebbe rivelarsi dannoso. Il fluoro è un elemento essenziale per la corretta mineralizzazione di ossa e denti. Si trova in diversi alimenti come tè, cereali, spinaci, pesce e frutti di mare mentre nelle acque minerali, sia in bottiglia sia di acquedotto, è presente in concentrazioni molto variabili a seconda delle zone di provenienza. In alcuni casi, la concentrazione di fluoro è abbastanza alta (1,4 mg/L) e da sola contribuisce al fabbisogno giornaliero necessario per proteggere ossa e denti. Il consiglio, quindi, è quello di verificare il tenore di fluoro dell’acqua che quotidianamente si beve. In caso di denti particolarmente sensibili o di una maggiore suscettibilità alle carie, invece, chiedete un parere al vostro dentista. Le sostanze antiplacca riducono la concentrazione dei batteri presenti a livello della bocca, limitando la formazione della placca batterica. In genere si tratta di sostanze antibatteriche come il triclosan o la clorexidi-

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 Le sostanze abrasive migliorano l’azione meccanica di pulizia fornita dallo spazzolino. Tra queste c’è il bicarbonato di sodio.

prodotti di automedicazione che vanno utilizzati per brevi periodi ma è sempre meglio consultare il proprio dentista per indagare sulla causa di un’eccessiva sensibilità dentale o in caso di problemi gengivali. Ma a farla da padrone negli ultimi anni sono sicuramente i dentifrici ad effetto sbiancante a base di sostanze abrasive naturali come silice, perlite, bicarbonato di sodio e salvia. L’effetto «super white» che tanti dentifrici decantano è in realtà un effetto ottico e temporaneo dato dalla presenza di coloranti blu che annullano il giallo dei denti. Proprio come gli sbiancanti dei detersivi per il bucato ad effetto «bianco che più bianco non si può». Per un sorriso veramente smagliante meglio puntare su una corretta igiene orale e alimentare. Utilizzare spazzolino e dentifricio dopo ogni pasto, filo interdentale una volta al giorno, sciacquare la bocca dopo aver bevuto caffè o succhi di frutta e limitare gli zuccheri nella dieta (non solo zucchero bianco ma anche per miele, malto e così via) sono le giuste abitudini per preservare il nostro sorriso e la nostra salute. l

na. Entrambe da evitare in condizioni fisiologiche (salvo prescrizioni mediche) perché molto aggressive. L’utilizzo costante altera la flora batterica del cavo orale portando nel tempo a una maggiore suscettibilità a infiammazioni e infezioni. Per l’igiene quotidiana meglio preferire prodotti contenenti enzimi naturalmente presenti nella bocca (lattoperossidasi, lisozima, lattoferrina) o oli essenziali ed estratti vegetali dall’azione antibatterica decisamente più blanda come l’olio essenziale di salvia, di tea tree o la propoli. Sul mercato sono presenti inoltre formulazioni specifiche per denti n POTREBBE INTERESSARTI: sensibili o con problemi gengivali a base di sostanze desensibilizzanti Denti & Salute come il nitrato di potassio, il cloruro dalla salute della bocca alla salute del corpo di stronzio o la combinazione argiDENTI E SALUTE nina e carbonato di calcio. In caso di Michel Montaud di gengive infiammate sono presenpp. 200 ti ingredienti astringenti ed emollienti Vedi tutte le opzioni di come lo zinco citrato, cloruro di acquisto su zinco e l’aloe vera. Sono in genere www.terranuova.it/ecocircuito Michel Montaud

Un metodo rivoluzionario che mette in luce il legame tra denti, corpo e psiche



ecoturismo

La sostenibilità prende l’autobus Pullman e autobus si stanno affermando come nuovo modello per viaggi sostenibili a basso costo sulla lunga distanza. Percorsi su misura in alternativa a treni e aerei, con un occhio sempre più attento all’ambiente.

di Mario Catania

I

l mezzo che per eccellenza ricorda le gite fatte a scuola, le trasferte dei tifosi sportivi e i pellegrinaggi che coinvolgono giovani e anziani a ogni latitudine si sta ultimamente imponendo come nuovo trasporto low cost e sostenibile, per fare viaggi più o meno lunghi. Dalle tratte cit-

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tadine a quelle regionali, passando per tragitti nazionali e internazionali, da qualche tempo questo mezzo, che sembrava essere stato sorpassato dai treni ad alta velocità e dagli aerei, sta vivendo una seconda giovinezza e una nuova notorietà, grazie anche a diverse compagnie che han-

no immaginato la possibilità di renderlo economico e accattivante. Mentre gli autobus scalcagnati con i sedili che cigolano e l’aria satura di odori che sanno di bibite rovesciate e cracker sbriciolati lasciano il posto a quelli più moderni, non solo il romanticismo lascia il posto


Il bus per trovare lavoro

passenger (www.ecopassenger.org), il sistema di calcolo dell’Uic (Unione In Romania hanno pensato al bus internazionale ferrovie) approvato come mezzo itinerante per garantire dall’Agenzia europea per l’ambiente un orientamento professionale a gioche misura il consumo di energia, le vani che vivono in piccole aree uremissioni di CO2 e l’impatto ambane e rurali e devono fronteggiare la bientale di aerei, treni e autobus. Il ridisoccupazione e il calo della popolasultato è che il mezzo più ecologico zione. Il Career bus è stato premiato nel concorso europeo per l’innovaè proprio l’autobus. Se consideriamo zione sociale del 2018, il progetto preinfatti il tragitto Milano-Roma, con vede di attrezzare un autobus con uno l’aereo si produrranno 112 chilospazio interattivo, che unisce tecnogrammi di anidride carbonica per perlogie innovative al contatto diretto tra sona trasportata, che scendono a 25 persone. chili viaggiando in treno e a 18 sul pullman, con un consumo stimato in 3,5 chilometri per ogni litro di car- alimentati da batterie al litio di ultiburante e la presenza a bordo di 28 ma generazione capaci di garantire passeggeri in un mezzo da 50 posti. fino a 300 chilometri di autonomia con una sola ricarica. Secondo un reNuove compagnie port della Uitp, l’associazione ine nuovi servizi ternazionale per il trasporto pubDal 2016 sono diverse le compagnie blico, la domanda di questi mezzi è che stanno sostituendo i propri mez- destinata a decollare. La Cina sta fazi con moderni pullman dotati di mo- cendo grandi investimenti e in Eutori euro 6, uniti a nuovi accorgimenti ropa diciannove operatori di traper limitare consumi ed emissioni: ri- sporto pubblico, che coprono venduzione del peso e nuovi meccanismi ticinque città europee, hanno pubtecnologici e di design per essere blicato un piano volto a incremensempre più green. Di recente il mar- tare la presenza di autobus elettrici chio Scania ha presentato il primo bus entro il 2020. In Italia (vedi box a bi-articolato euro 6 alimentato a bio- pag. 46), le prime flotte di bus analle comodità, ma i vecchi motori si gas, che è in grado di trasportare fino tinquinamento hanno iniziato a perfanno da parte in nome della tecno- a 250 passeggeri riducendo le emis- correre le strade piemontesi e lomsioni anche del 90% se paragonato al- barde nel 2017, ma il ministro dellogia e dell’ambiente. l’utilizzo di diesel tradizionale. l’Ambiente Sergio Costa ha annunIl viaggio più leggero Ma il futuro è rappresentato dai ciato un piano di investimenti per auSecondo una ricerca di Ce Delft, cen- bus elettrici: di 12 o 18 metri, sono mentarne il numero in tutta Italia. tro studi olandese specializzato in tematiche ambientali, a livello di inquinamento i pullman danno i migliori risultati nel confronto con gli altri mezzi di trasporto: fare viaggi lunghi significa infatti avere minori emissioni di CO2, paragonabili solo a quelle dei treni elettrici e, anche a livello di trasporto pubblico, utilizzare i pullman permetterebbe di avere emissioni più basse di quelle delle automobili. Il punto di partenza è che un bus di medie dimensioni può sostituire il traffico di trenta vetture e che un passeggero, sulla medesima distanza, produce 7,7 volte più anidride carbonica usando l’auto invece del treno, e 18 volte di più utilizzandola al posto del bus.  Sono tante ormai le compagnie low cost che propongono differenti percorsi in auPer avere un’idea, chiunque può tobus. A livello europeo Flixbus propone tratte economiche e flessibili per tutti coloro fare una prova pratica grazie a Eco- che decidono di regalarsi una vacanza on the road nel vecchio continente. Terra Nuova · gennaio 2019

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ecoturismo

autorità di regolazione che monitorino gli equilibri del mercato.

Il pullman low cost

 Nel nostro paese le prime flotte di bus antinquinamento hanno iniziato a percorrere le strade piemontesi e lombarde nel 2017 e il Ministro dell’ambiente Sergio Costa ha annunciato un piano di investimenti per aumentarne il numero in tutta Italia.

Ma l’autobus è un mezzo competitivo anche per quello che riguarda i prezzi, perché, se guardiamo al portafoglio, non ci sono opzioni più vantaggiose di questa. Andare da Milano a Roma su un bus low cost può essere più economico di una pizza con gli amici, visto che con la giusta promozione si può trovare un viaggio a meno di 30 euro. E altre novità potrebbero arrivare dalla decisione di un anno fa della Commissione europea, che ha

messo nero su bianco la sua proposta di legge per liberalizzare il mercato dei pullman e degli autobus lungo le strade del vecchio continente. L’obiettivo è quello di creare sviluppo, lavoro e nuovi servizi, contribuendo allo stesso tempo ad una svolta ecologica nei trasporti. La proposta della Commissione è di liberalizzare i servizi di viaggio in pullman che coprono distanze sopra i 100 chilometri, per non interferire con il trasporto pubblico locale. In più la proposta prevede di istituire

In Italia e in Europa, non senza polemiche, sono nate diverse compagnie low cost che propongono differenti percorsi. A livello europeo Flixbus propone tratte economiche e flessibili per tutti coloro che decidono di regalarsi una vacanza on the road nel vecchio continente. La possibilità più allettante, oltre alle tratte singole, è quella di scegliere il punto di partenza e quello di arrivo, per poi stabilire cinque diverse tappe per arrivarci: più di 1200 destinazioni in 24 paesi al prezzo complessivo di 99 euro. È una sorta di Interrail su gomma, chiamato appunto Interflix che ha validità complessiva di tre mesi con la possibilità di scegliere tratte nazionali o internazionali. A tre anni dall’arrivo in Italia, i Flixbus collegano oggi oltre 300 città italiane e hanno trasportato oltre 10 milioni di passeggeri. Dopo essere approdata in diverse regioni italiane, la compagnia tedesca alla fine del 2018 è arrivata anche in Sicilia e Calabria. Altre novità per il nostro paese riguardano l’ingresso sul mercato della startup Sobus, che ha sviluppato un algoritmo che permette di incrociare i dati dei 10

Bus elettrici in Italia e il prototipo per pulire l’aria in Inghilterra I bus elettrici potrebbero essere una soluzione per combattere l’inquinamento da polveri sottili nel nostro paese, che è costato all’Italia un deferimento alla Corte di giustizia europea. L’annuncio era stato fatto a giugno dal Ministro dell’ambiente Sergio Costa, che aveva già individuato le risorse necessarie per mettere in moto il progetto. L’idea era quella di destinare gli acquisti dei primi mezzi alle regioni più colpite dallo smog, come la pianura Padana, una delle zone più inquinate d’Europa. L’Italia ha oggi in corso due procedure di infrazione a livello europeo per aver violato i limiti sul particolato PM10 e i valori limite del biossido di azoto. I primi passi verso il cambiamento sono stati fatti nel 2017, con 19 autobus elettrici acquistati dalla Regione Piemonte e prodotti dalla cinese Byd. A Bergamo è stata fatta una progettazione organica di linea di autobus elettrici concepita come un sistema, con una gara per 12 mezzi a zero emissioni e relative infrastrutture di ricarca in 16 pensiline dotate di connessione Wi-Fi e mappe interattive. A Milano invece, dove nel 2017 era stata bandita una gara per 20 autobus elettrici vinta dalla polacca Solaris, il progetto è quello di arrivare entro il 2030 ad avere solo bus elettrici per tutta la città. A Messina i 13 bus elettrici arrivati in città inizieranno a girare nel 2019.

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In Inghilterra, invece, pensano di fare un passo in più: non solo stimolare il trasporto su autobus per ridurre il traffico dovuto alle automobili, ma farlo con pullman che siano in grado di ripulire l’aria mentre girano per le città. È l’idea di The Go-Ahead Group, uno dei più grandi operatori britannici di autobus e ferrovie, che ha già lanciato il prototipo Bluestar per le strade di Southampton con il sistema di filtraggio dell’aria fissato nella parte superiore del veicolo progettato per intrappolare le polveri sottili mentre l’autobus è in movimento, rendendo l’aria più pulita.


mila tragitti diretti della piattaforma delle diverse compagnie, ottenendo più di 200 mila percorsi combinati in tutta Europa, per confrontare i prezzi dei biglietti e prenotare quello più conveniente. Che sia il business del momento lo dimostra il fatto che anche la startup francese Bla Bla Car, nata per offrire servizi di carpooling su lunghe tratte, ha presentato un’offerta per acquisire la compagnia Ouibus, integrando l’offerta di viaggi in carpooling con autobus di lunga percorrenza per sfidare così treni e aerei nei trasferimenti interurbani su strada. Ouibus si occupa soprattutto di tratte lunghe, l’ideale dunque per quegli spostamenti che solitamente verrebbero a costare cifre elevate. L’azienda copre un totale di 685 città, suddivise in un totale di dieci paesi europei. Ogni giorno partono 634.790 mila autobus, con un catalogo che prevede 14.927 percorsi. Baltour vanta autobus di ultima generazione, con sedili ergonomici, connessione Wi-Fi e prese di corrente. È inoltre possibile portare con sé il proprio animale domestico o, se si è tipi sportivi, la propria bicicletta. Ai clienti vengono proposte più di 500 destinazioni tra Italia ed Europa. L’azienda ha da poco avviato una partnership proprio con Flixbus, per offrire agli italiani una rete di collegamenti sempre più capillari e servizi innovativi a bordo e per le prenotazioni. BusCenter garantisce i propri servizi ormai da più di 70 anni, con possibilità di modificare il proprio bigliet-

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Terra Nuova · gennaio 2019

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ecoturismo

to fino alla partenza. In Italia sono disponibili più di mille agenzie dove è possibile acquistare biglietti e chiedere informazioni sui percorsi. Le partenze sono diurne e notturne ed è possibile portare due bagagli per gli aeroporti. Coperta l’Italia quasi interamente, compresi i piccoli centri abitati, BusCenter garantisce spostamenti anche in Germania, Belgio, Francia, Svizzera, Lussemburgo e Slovenia.

Grandi e piccole destinazioni Nel Belpaese ci sono località turistiche servite male dalla rete ferroviaria per le quali il bus potrebbe essere la soluzione migliore, soprattutto per le lunghe tratte. Una di queste città è Matera che, dopo essere stata nominata capitale europea della cultura per il 2019, sta vivendo un vero e proprio boom turistico, ma non ha una stazione ferroviaria. Si raggiunge in meno di sette ore da Roma (da 25,99 euro), mentre da Milano ci si impiegano circa dodici ore (da 57 euro). Tra le altre proposte selezionate dall’operatore Go Euro ci sono Cortina d’Ampezzo, da visitare in inverno così come in estate, collegata a Milano e Venezia con autobus diretti, Gubbio, incastonata nella campagna umbra e raggiungibile con il pullman direttamente da Perugia, Vieste, all’interno del Parco nazionale del Gar-

 Alcune località turistiche servite male dalla rete ferroviaria potrebbero beneficiare

della copertura delle linee con autobus. Una di queste città è Matera che, dopo essere stata nominata capitale europea della cultura per il 2019, sta vivendo un vero e proprio boom turistico, ma non ha una stazione ferroviaria.

pbeltown conosciuta come capitale mondiale del whisky per arrivare dopo cinque ore nel colorato borgo di pescatori di Tarbert. In Norvegia si possono visitare i fiordi percorrendo i 250 chilometri che separano Gudvagen da Bergen, attraversando le parte più autentica della nazione, sempre con un biglietto intorno ai 30 euro. In Spagna, viaggiando da Santander a Bilbao, nei Paesi Baschi, è possibile percorrere un tratto del Cammino di Santiago per soli 7 euro, attraversando le scogliere del Golfo di Biscaglia. In Olanda invece il pullman può essere il mezzo migliore per visitare i mulini a vento diventati simbolo della nazione, e da Amsterdam, con 10 euro, si può raggiungere Leeuwarden, il capoluogo della Frisia nel nord del paese. Le opportunità sono diverse e l’unico limite nel costruire il proprio viaggio su misura è la fantasia. Con un mezzo economico possiamo partire alla scoperta del mondo che cambia metro dopo metro, con il viso incollato al finestrino o scambiando due chiacchiere con i viaggiatori accanto a noi, alla riscoperta di un modo più autentico di spostarsi e visitare nuovi posti, e una rin In Norvegia si possono visitare i fiordi percorrendo i 250 chilometri che separano novata attenzione all’ambiente che Gudvagen da Bergen, attraversando le parte più autentica della nazione, con un bici circonda. l glietto che costa intorno ai 30 euro.

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gano e raggiungibile con il bus dai principali capoluoghi italiani, San Giovanni Rotondo, che non è servita dalla ferrovia, e infine Altamura, collegata direttamente con bus da Milano e Roma. A livello europeo il tragitto più interessante è probabilmente quello che collega Edimburgo a Tarbet, ripercorrendo la Via del whisky. Al costo di circa 30 euro è possibile partire dalla capitale scozzese arroccata sulle colline viaggiando verso ovest passando prima nel Parco Nazionale dei Trossachs e poi a Cam-



Gennaio

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9

10 11 12 13 14

15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

Mercatino di produttori biologici (m), Bologna, c/o Vaag 61, via piazza Fabbri 110,

mar

7:38 16:49 7:38 16:50

Km zero biologico (m), ForlĂŹ (Fc), c/o L'Ape Bianca, viale Bologna 277,

mer gio

7:38 16:51

Mercatino bio (m), Forlimpopoli (Fc), piazza Paolucci, tel 340 5929368 [tutti i gio mattina]

ven

7:38 16:52 7:38 16:53

Mercatino bio di talenti (m), Roma, IV municipio, via Ugi Ojetti, piazza Primoli

sab

Mercatino del biologico (m), Traversetolo (Pr), via San Martino,

dom

7:38 16:54 7:38 16:55

Bio MarchĂŠ (m), Faenza (Ra), centro commerciale Cappuccini

lun

7:38 16:56

Mercatino bio (m), Genova, largo Lanfranco, tel 349 8302954

mar

7:38 16:57

‘A fera bio (m), Caltanissetta, c/o Mercato Coperto, via L. Rizzo, via Malta, tel 347 4355933

mer gio

7:37 16:58

Mercatino bio (m), Verona, piazza Isolo, tel 045 8078574 [tutti i gio]

7:37 16:59

Mercatino di produttori biologici (m), Bologna, c/o cortile della Scuola di Pace, Via Udine,

ven sab

7:37 17:00

La terra è la piazza (m), Cagliari, via Po, angolo via Elmas [tutti i sab mattina]

dom

7:36 17:01 7:36 17:03

Meglio Bio (m), Toscolano Maderno (Bs), piazza Nassiriya, tel 393 9242224

lun

7:36 17:04

Biopomposa (m), Modena, piazza Pomposa, tel 347 5632650

mar

7:35 17:05

Mercatino di produttori biologici (m), Bologna, c/o Labas, via Orseo 46, tel 347 4083255

mer gio

7:35 17:06

Mercatino bio (m), Genova, via Cesarea, tel 348 3138418 [tutti i gio]

ven

7:34 17:07

Biospilla (m), Spilamberto (Mo), c/o Torrione medievale, tel 051 6486694 [tutti i ven mattina]

7:34 17:08

l Salone della cultura (f), Milano - https://salonedellacultura.it - fino al 20

sab

7:33 17:10

Antico mercatino a Brugnera (m), Brugnera (Pn), centro storico,

dom

7:32 17:11

Mercatino di produttori biologici (m), Bologna, c/o giardino Opiulesco, via Normandia,

lun

Mercato del contadino (m), Tolentino (Mc), c/o associazione CiSei, via Gramsci 1,

mar

7:32 17:12

mer

7:31 17:13

gio

7:30 17:15

l Tra sogno, magia e benessere (f), Pisa - www.alteregofiere.com - fino al 6 El biologico in tram (m), Padova, c/o parcheggio della chiesa San Gregorio Barbarigo,

tel 049 8687176 [tutti i ven mattina] tel 338 4151844 - www.mercatinobiologico-ostia.it [1° sab del mese]

Coltivazioni insolite

tel 0521 344557 [tutte le dom mattina]

Gennaio è il momento giusto per dedicarsi alla scelta delle specie e delle varietĂ da coltivare nella nuova annata. Non è necessario dedicare tutto lo spazio a disposizione alla biodiversitĂ agricola, ma sarebbe importante trovare un posto anche per coltivazioni insolite. Il riferimento alle specie non è casuale, perchĂŠ le specie commestibili sono 75.000, cioè il 25% di quelle conosciute, ma di queste solo 150 attualmente vengono coltivate. Incrementare le specie coltivate potrebbe essere un obiettivo da porsi cercando di rintracciare, ad esempio, sementi di pastinaca, una pianta simile alla carota con la radice di colore bianco, di scorzonera, una radice dal sapore amarognolo, o di ramolaccio, cosĂŹ frequente un tempo da essere citato persino nelle canzoni popolari: ÂŤRavanei, remulass pastinaca (appunto), barbabietul e spinassÂť. Oltre agli ortaggi è possibile scegliere aromatiche come la balsamita, il cerfoglio o il rabarbaro e piante da frutto dimenticate, come il corniolo, il gelso, il sorbo o il susino damaschino. Per chi ama meno le esplorazioni resta la possibilitĂ di sbizzarrirsi fra le varietĂ , avendo cura di preferire per gli ortaggi sementi di vecchie varietĂ che si possono reperire partecipando alle reti dei seed savers o approvvigionandosi presso alcune ditte sementiere. Non ci sono solo piante sorprendenti come le patate blu, i pomodori gialli o le melanzane bianche, ma una ricchezza di cultivar che è importante contribuire a salvaguardare. E si trovano anche le sementi di fiori da aiuola, vaso o bordura, magari con la corolla un po’ piĂš piccola di quelli onnipresenti sui mercati, ma dal valore storico e genetico inestimabile. Per chi vuole dedicarsi alla frutta esiste un’ampia offerta di varietĂ antiche dai nomi evocativi come la mela campanino, la pera ammazzacavallo o la pesca buco incavato. I vivai specializzati sono generalmente organizzati per spedire cerfoglio le piante su ordinazione.

Bio MarchĂŠ Faenza [tutti i lun sera] www.liguriabiologica.it [tutti i mar] www.aferabio.it [tutti i mer pomeriggio]

quartiere Savena, tel 347 4083255 - www.campiaperti.org [tutti i ven sera]

l Tra sogno, magia e benessere (f), Pisa - www.alteregofiere.com - fino al 6 Colori e sapori (m), Vicenza, corso Fogazzaro, piazza S. Lorenzo, tel 335 6673311

www.2punti.it [ 2ÂŞ dom del mese] www.labuonaterra.it [tutti i lun mattina] www.comune.modena.it/economia [tutti i mar e i sab mattina] www.campiaperti.org [tutti i mer sera]

Biomercatino (m), Pagani (Sa), centro storico [2° sab del mese] tel 349 5476164 [ogni 3ª dom del mese]

Un ambiente ospitale per tutti

borgo Panigale, tel 347 4083255 - www.campiaperti.org [tutti i lun pomeriggio]

A gennaio c’è tempo a disposizione anche per predisporre e installare nidi artificiali e rifugi in grado di accogliere gli animali che popolano le zone coltivate. I semplici mucchi di pietre sono adatti per ospitare ricci e rospi, mentre recipienti pieni di paglia o cannette costituiscono un ottimo rifugio invernale per i predatori di afidi come le crisope e le forficole (o forbicine), e rappresentano un luogo di nidificazione ideale per insetti impollinatori come i bombi. I nidi artificiali per gli uccelli si appendono in verticale sulle piante o su appositi sostegni a un’altezza di 1,5-3 metri, facendo in modo che i rami non ostruiscano il foro di accesso. Si collocano sulle piante entro la fine di marzo e vanno poi controllati in autunno per essere puliti. I nidi per pipistrelli si devono mettere ad almeno 4 metri di altezza, sugli alberi o sugli edifici, scegliendo una zona con poca luce non troppo esposta al sole durante al giorno.

tel 339 4473220 - www.cisei.info [tutti i mar mattina] l Tra oriente e occidente, Firenze, Odeon - http://festivaldelloriente.net

Mercolbio (m), Imola (Bo), centro sociale La Stalla, via Serraglio 20/b www.gasimola.ilbello.com [tutti i mer]

Mercatino biologico (m), Lugo (Ra), c/o centro sociale Il Tondo, via Lumagni 30-32, tel 329 1653229 [tutti i gio pomeriggio] l Exposana (f), Mariano Comense (Co) - www.exposana.it - fino al 27

7:30 17:16

Bio marchĂŠ (m), Lugo (Ra), c/o Logge del Pavaglione, angolo piazza Trisi,

7:29 17:17

Mercato contadino (m), Oriolo Romano (Vt), piazza Umberto I, largo Santa Croce,

sab

dom

7:28 17:18

Bio MarchĂŠ (m), Budrio (Bo), galleria Sant'Agata, tel 338 40039572

lun

7:27 17:20 7:26 17:21

Biopomposa (m), Modena, piazza Pomposa, tel 347 5632650

mar

7:25 17:22

Mercatino di produttori biologici (m), Bologna, c/o Labas, via Orseo 46, tel 347 4083255

mer

Mercatino biologico (m), Lugo (Ra), c/o centro sociale Il Tondo, via Lumagni 30-32,

gio

7:24 17:23

Azioni per la biodiversitĂ Gli agroecosistemi possono continuare a produrre alimenti nel tempo solo se riescono a mantenere la loro diversitĂ biologica e genetica. Questo accade se chi coltiva è attento a garantirla attraverso la scelta delle piante coltivate e al rispetto della vita dei microrganismi del terreno e degli altri esseri viventi che popolano le aree coltivate, cioè attraverso la cura delle interazioni tra ambiente, risorse genetiche, sistemi e pratiche di produzione. Significa che chiunque coltivi un piccolo orto, qualche pianta da frutto, un giardino o dei vasi sul balcone di casa può operare delle scelte concrete per favorire la biodiversitĂ agendo sulle piante coltivate e/o sull’ambiente di coltivazione.

tel 0543 1803117 [tutti i mer pomeriggio e i ven pomeriggio]

ven

Ca p

nti De

tel 347 4083255 - www.campiaperti.org [tutti i mar sera]

ell

i

ve ser

Mercatini bio (m), fiere (f) e convegni (c)

Co n

Sole sorge/ Ricorrenze tramonta 45° religiose e civili

a cura di Francesco BeldĂŹ ino Im b e v ianc ern ar icia e re Pa ne

Luna fasi e transiti

(7 dicembre - 7 gennaio)

Or t e go iar d

12ÂŞ LUNAZIONE o del sogno

IN CHE ANNO SIAMO ? 1439 islamico persiano 1395 1732 copto cinese 4716 2019 gregoriano berbero 2967 2560 buddista ebraico 5778 induista Kali Yuga 5119

tel 347 3230485 [tutti i ven sera] tel 349 8610803 [4° sab del mese] l Sapeur (f), ForlÏ, Forli Fiera - www.sapeur.it - fino al 27 Sacile Antiqua e... fantasia (m), Sacile Antiqua (Pn), piazza del Popolo,

tel 349 5476164 [ogni 4ÂŞ dom del mese]

Frutta e verdura di stagione Verdura: broccoli, cardi, cavolfiori, cavolo cappuccio, cavolini di Bruxelles, cicoria, dolcetta, erbette, finocchio, funghi, patate dolci, porri, scalogni, sedano rapa, spinaci, topinambur, tartufi neri, verze. Frutta: alchechengi, arance, mandarini, mele, pere, pompelmo. Erbe aromatiche: alloro, aneto salvia, rosmarino, timo, prezzemolo.

www.associazione-eco.it [tutti i lun pomeriggio] www.comune.modena.it/economia [tutti i mar e i sab mattina] www.campiaperti.org [tutti i mer sera]

L E G E N DA ÂŤ o r t o e g i a r d i n o Âť

tel 329 1653229 [tutti i gio pomeriggio]

Gli eventi riportati sono raccolti dalla redazione di Terra Nuova e dalla banca dati www.biobank.it, che pubblica la guida annuale “Tutto Bio�. Gli eventi segnalati sono soggetti a cambiamenti: si consiglia di verificarne direttamente la presenza. Per segnalazioni: info@aamterranuova.it.

Luna ascendente Luna discendente Nodo Lunare Nord (o ascendente) Nodo Lunare Sud (o discendente)

l Eventi dove potete trovare Terra Nuova

Giorni consigliati/sconsigliati per imbiancare e verniciare. Giorni consigliati/sconsigliati per la preparazione dell’impasto e la cottura del pane.

Giorni consigliati/sconsigliati per la preparazione di conserve. Giorni consigliati/sconsigliati per cure dentistiche. Giorni consigliati/sconsigliati per tagliare i capelli.

ORTO. Giorni favorevoli per raccogliere erbe aromatiche e medicinali, trapiantare e seminare ortaggi da frutto, fiore, foglia e radice. Con l’eccezione, tra gli ortaggi da foglia, di lattuga, spinaci, cavoli, sedano, bietola da coste. In certe regioni fagioli, fagiolini, fave, mais e piante da radice si seminano in luna calante. FRUTTETO. Piantumare e trapiantare alberi e arbusti da frutto a debole vigoria. GIARDINO. Seminare fiori, piantumare alberi, arbusti e siepi. Mettere a dimora e trapiantare le piante da fiore annuali, biennali, vivaci, le bulbose e le rizomatose. Riprodurre le piante da fiore per talea o per divisione dei cespi.

ORTO. Seminare gli ortaggi che accestiscono (cavoli, sedano, bietole da coste) o che non devono andare prematuramente a seme (insalate, lattughe, indivia, finocchio, aglio, cipolle, scalogno, porro, spinacio). Piantare e trapiantare cipolle, aglio e porro. Lavorare e concimare il terreno. FRUTTETO. Potare gli alberi e gli arbusti da frutto vigorosi. Lavorare e concimare il terreno. GIARDINO. Potare e sfrondare gli alberi, gli arbusti e le siepi. Spuntare e cimare le piante da fiore e gli arbusti. Lavorare e concimare il terreno. Disegni di Massimo Astore


DOVE TROVARE TERRA NUOVA

Come sapete Terra Nuova per scelta non si trova in edicola, dove la vendita media delle riviste di settore è contenuta e purtroppo comporta una grande quantità di copie mandate al macero. Negli anni abbiamo costruito una rete alternativa di distribuzione, che riduce gli sprechi e consente una presenza importante in tutto il territorio italiano attraverso punti vendita di prodotti bio e servizi eco-friendly, fiere di settore e librerie.

Dove non riusciamo ad arrivare, c’è sempre il nostro shop online www.terranuovalibri.it La rivista attualmente si può trovare: • nelle oltre 1200 realtà inserite nel circuito www.negoziobio.info, che include rivenditori di prodotti naturali, erboristerie, botteghe del mondo, operatori della salute, agriturismi, centri e associazioni. Nel sito basta digitare la propria località per ottenere una lista dei rivenditori più vicini.

Tutto l’anno, in oltre 150 fiere di settore, che trovate segnalate nell’Eco del Mese e nella relativa newsletter. • Nelle librerie che vi segnaliamo in questa pagina. In tutti i nostri circuiti potete trovare anche i libri di Terra Nuova Edizioni, presenti direttamente in negozio oppure su ordinazione. Buona lettura e grazie per il vostro sostegno all’informazione indipendente! •

TERRA NUOVA IN LIBRERIA ANCONA •

Librerie Feltrinelli, Corso Garibaldi 35

GENOVA

PESARO

ASCOLI PICENO •

Libreria Rinascita, Piazza Roma 7

BARI •

Libreria Feltrinelli, Via Melo 119

BELLUNO •

Libreria Editrice Agorà, Via Garibaldi 8, Feltre

BERGAMO • •

Ibs Libraccio, Via XX Settembre 93 Il Parnaso Libri e Natura, Via Ramera 94, loc. Ponteranica

BOLOGNA

Libreria Feltrinelli, P.zza Ravegnana 1 • Libreria Ubik Irnerio, Via Irnerio 27 • Libreria Esoterica Ibis, Via Castiglione 11/B •

BOLSENA •

Libreria Le Sorgenti, Corso Cavour 75

BRESCIA •

Libreria Nuova Rinascita, Via Della Posta 7

CALENZANO (Fi) •

Libreria Olistica Il Filo Rosso, Via G. Puccini 66

CASTEL FRANCO VENETO • Libreria Ubik, Via Garibaldi 8 CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (Mn) Libreria Pegaso, Via Mazzini 109

Libreria Feltrinelli Libri e Musica, Via Ceccardi 16-24rr

Psicolibreria Emporio dell’Anima,

MARINA DI CARRARA

Libreria Fahrenheit 451, Via Legnano 4

PISA

LECCE •

Libreria Liberrima Ubik (ex Socrate), Corte dei Cicala

Libreria Pianeta Fantasia, Via Rinchiosa 36

RAVENNA

Libreria «La memoria del mondo», Galleria dei Portici 5

MANTOVA •

Libreria Ibs+Libraccio, Via Giuseppe Verdi 50

MILANO

Libreria Feltrinelli, C.so Buenos Aires 20 Libreria Feltrinelli, Piazza Duomo 17 • Libreria Hoepli, Via Ulrico Hoepli 5 • Libreria Feltrinelli, Piazza Duomo 17 • •

MONZA •

Libreria Libri e Libri, Via Italia 22

NAPOLI •

Libreria Feltrinelli Express,

interno stazione FS, Varco Corso Lucci Libreria Megastore Feltrinelli, Via C. Vecchia 3 • Libreria Feltrinelli, Via Dei Greci • Io ci sto, Via Cimarosa 20 •

PADERNO DUGNANO •

COSENZA •

Libreria Feltrinelli, Via Isonzo, Passo Car. Ovs

FERRARA •

Libreria IBS+Libraccio, Piazza Trento

FIRENZE •

Libreria Feltrinelli, Via De’ Cerretani 40r

Libreria Feltrinelli, Corso Italia 50

MAGENTA

CECINA

Libreria Lucarelli, Corso Matteotti 93

Via Campobasso 14 PIACENZA

• •

Libreria Ubik, Via Castel Fidardo 50/60

PESCARA

Libreria Parole Dolci, Via Roma 62

PADOVA •

Libreria Feltrinelli, Via S. Francesco 14

PALERMO •

Libreria Modus Vivendi, Via Quintino Sella, 79

PARMA • •

Libreria Feltrinelli, Strada Farini 17 Libreria Libri e Formiche, Via V. Mistrali 2B

Libreria Feltrinelli, Via Diaz 4-6-8

ROMA

Libreria Feltrinelli, L.go Torre Argentina 10/11 Libreria Feltrinelli, Via Emanuele Orlando 78/81 • Libreria Scritti Manoscritti, • •

via Ancona 180, Ladispoli Libreria Teatro Tlon, Via Federico Nansen 14 SALERNO • Libreria Feltrinelli, C.so Vittorio Emanuele 230 SAN SALVO (Ch) • Herzog bookbar, via Grasceta 31 SAN SEVERINO MARCHE (Mc) • Libreria Binariozero, Stazione Ferroviaria SONDRIO • Libreria Il Faro, Via Trieste 78 TAVARNELLE VAL DI PESA (Fi) • Tempolibri, Via Roma 117/A TORINO • Libreria Feltrinelli, Piazza Castello 19 TORTONA (Al) • Libreria Namastè, Via Sarina 33 TRENTO • Libreria Drake, Via Giuseppe Verdi 7A VICENZA • Libreria Galla 1880, Corso Andrea Palladio 11 •

Se sei un libraio e vuoi entrare nel circuito, contattaci: distribuzione@terranuova.it, tel 0553215729 int. 3 Se sei un lettore e hai difficoltà a trovare Terra Nuova, contattaci: segreteria@terranuova.it, tel 0553215729 int. 4



attualità

Hikikomori,

giovani in fuga dalla società

Sono sempre di più i ragazzi che scelgono l’isolamento, rimanendo chiusi nelle loro camere, azzerando le relazioni ed evitando sfide e impegni: un fenomeno presente nei paesi ricchi, con economie capitalistiche ed elevata competizione. I numeri preoccupano anche l’Italia, ma si sta organizzando una rete di aiuto.

di Beatrice Salvemini

C

hiusi nelle loro camere per tutto il giorno, ponti tagliati con gli amici, in fuga dalla scuola, spesso perennemente sul web (anche di notte) attraverso il computer, la loro unica finestra sul mondo: sono i giovani hikikomori, cioè i ragazzi, soprattutto nella fascia di età tra i 17 e i 25 anni, che scelgono l’isolamento sociale e «scompaiono» letteralmente dal mondo fisico, dalla società comunemente intesa. Il fenomeno, esploso in Giappone anni

fa e che dalla lingua giapponese ha mutuato il termine con cui viene definito, sta crescendo a ritmi sempre più accelerati e ha toccato anche l’Europa, arrivando anche in Italia. E con numeri che preoccupano. «Non abbiamo ancora dati ufficiali su quanti casi effettivi ci siano nel nostro paese, ma si parla di centinaia di migliaia» spiega Marco Crepaldi, esperto di psicologia sociale e presidente dell’associazione Hikikomori Italia, che sta racco-

gliendo le segnalazioni e le richieste di aiuto e sta cercando di organizzare risposte valide sul territorio nazionale. Il fenomeno è ancora poco conosciuto, spesso sottovalutato o male interpretato, eppure si configura come un problema di dimensioni tali da richiedere misure e consapevolezza specifiche. «Di recente è stata diffusa una prima ricerca sul problema, che ha mappato i casi in una regione italiana, l’Emilia Romagna» prosegue Terra Nuova · gennaio 2019

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attualità

Si tratta di solito di ragazzi introversi, ipersensibili, particolarmente critici, che mettono in discussione le regole sociali invece di darle per scontate, come il dover essere alla moda, avere buoni voti a scuola, trovare lavoro e farsi una famiglia. Marco Crepaldi, nella foto, è esperto di psicologia sociale e presidente dell’associazione Hikikomori Italia.

Crepaldi. «L’indagine è stata condotta su 680 scuole ed è emerso che circa 370 ragazzi hanno abbandonato le lezioni per ritirarsi in casa, isolandosi. Riteniamo che i numeri siano comunque sottostimati, poiché la maggior parte dei casi colpisce ragazzi con una media di età intorno ai 20 anni, quindi già usciti da scuola e non mappabili da sondaggi che monitorano, appunto, l’abbandono scolastico».

Le cause Naturalmente, occorre interrogarsi sulle cause profonde che hanno portato a una tale situazione. «Le ricerche scientifiche finora condotte, benché siano poche, hanno comunque evidenziato che si tratta di un fenomeno presente nelle società economicamente sviluppate» prosegue Crepaldi. «Il comune denominatore è la pressione della società sul singolo perché si realizzi, arrivi a individuare e ricoprire un ruolo ben preciso nella comunità. La competitività oggi è altissima e questi ragazzi rifuggono proprio dalla competizione sociale, rifuggono dalla ricerca del successo personale imposta dal modello capitalistico che mette al primo posto ciò che si fa e si produce, non ciò che si è. Chi non riesce ad accettare questo tipo di corsa, di gara, e che non ha le caratteristiche comportamentali per reggerla, si arrende». «Di solito, si è di fronte a ragazzi introversi, ipersensibili, partico-

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larmente critici, che mettono in discussione le regole sociali invece di darle per scontate, come il dover essere alla moda, avere buoni voti a scuola, trovare lavoro e farsi una famiglia» prosegue Crepaldi. «Subiscono, dunque, la società nel suo complesso e non si sentono in grado di reggerne la pressione, quindi fuggono. Si sentono inadeguati e diversi, non condividono pulsioni e disvalori; l’unico modo che trovano per reagire è isolarsi, perché questo di fatto dà loro modo di evitare qualsiasi giudizio sociale, poiché la società “non li vede”. E nascondono così anche la vergogna di non avere raggiunto gli obiettivi secondo le aspettative degli altri. Scelgono di sparire da tutti i contesti sociali, a malapena mantengono qualche relazione diretta con i genitori».

Gli aiuti in campo L’associazione Hikikomori Italia è la prima nel nostro paese a occuparsi nello specifico di questo problema così pervasivo tra i giovani e, oltre alle attività di informazione e sensibilizzazione, ha organizzato anche gruppi di auto-mutuo-aiuto tra genitori e incontri con psicologi appositamente formati. «Agiamo su tre livelli, quello sociale, quello scolastico e quello familiare» prosegue Crepaldi. «A livello sociale e scolastico, cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica, teniamo incontri nelle scuole, organizziamo seminari ed even-

ti, siamo molto attivi anche sul web perché spesso gli hikikomori lo utilizzano per entrare in contatto con il mondo. È fondamentale che il problema emerga nella sua esatta dimensione e che sia conosciuto, perché solo così ci sarà la possibilità di far partire servizi e sostegni. Oggi chi vive il problema è solo; spesso i medici e gli psicologi non ne hanno mai sentito parlare e tendono a confondere il fenomeno con la depressione, l’ansia, la fobia sociale, la dipendenza da internet, tutte cose che possono essere parte dell’hikikomori, ma come segnali di una situazione ben più complessa. Per quanto riguarda le famiglie, organizziamo gruppi di auto-mutuo-aiuto per genitori alla presenza di uno psicologo volontario formato appositamente da noi. Si condividono esperienze, si cerca il giusto approccio al problema. Non è facile nemmeno per i genitori avere un figlio hikikomori, perché spesso tende a isolarsi anche da loro identificandoli come un ulteriore elemento di pressione. Dunque, si deve lavorare sul legame tra genitori e ragazzi, perché si tratta di un valore aggiunto che può favorire il cambiamento. Una volta ristabilito il rapporto, si può approdare alla psicoterapia, che coinvolgerà tutta la famiglia. Non bisogna mai agire solo sul singolo soggetto patologizzandolo, facendolo sentire come colui che ha il problema; è controproducente».


ÂŤSto lavorando su di me per uscirneÂť Tanti, dunque, sono i ragazzi che manifestano questa condizione e che, in fasi diverse del loro cammino, stanno cercando di acquisire consapevolezza per poi trovare una via d’uscita. Frederick A. è uno di loro; ha 20 anni e ha smesso di frequentare la scuola poco dopo averne compiuti 18, prima di finire la classe quarta del liceo. ÂŤĂˆ stata ed è dura, non sono nemmeno sicuro di esserne uscito del tutto, ma sto lavorando su di meÂť spiega. ÂŤAl momento studio e lavoro, ma quando ho iniziato a isolarmi mi trovavo in uno stato di apatia assoluta. Per almeno un anno non ho avuto la minima idea di cosa mi stesse succedendo e non capivo come poter risolvere la situazione; mi capitava spesso di trovarmi a non fare nulla per ore e ore di seguito, avevo perso ogni interesse per tutto ciò che fino a quel momento era per me importanteÂť. ÂŤHo cominciato a sospettare di poter rientrare nei casi hikikomori

La competitività oggi è altissima e questi ragazzi rifuggono proprio dalla competizione sociale, rifuggono dalla ricerca del successo personale imposta dal modello capitalistico che mette al primo posto ciò che si fa e si produce, non ciò che si è.

quando ho letto alcuni articoli che mi aveva passato mia madre; sembravano descrivere la mia condizione meglio di quanto per anni avessi potuto fare io. Sono passato attraverso un rapporto troppo formale con i miei genitori all’interazione con le persone, ma senza consapevolezza vera, e ora sto acquisendo una maturità crescente. Cosa mi ha e mi sta salvando? Per me le due cose piÚ importanti sono state la filosofia e la musica, che mi hanno rammentato nei momenti

piĂš difficili che nella vita ci sono cose che la rendono meritevole di essere vissuta. Ma ognuno deve trovare la sua strada. Ăˆ la piena coscienza di sĂŠ, probabilmente, la chiave di volta. Che ti dĂ la forza per essere te stesso, veramenteÂť. ď Ź n

PER SAPERNE DI PIĂ™: www.hikikomoriitalia.it

Terra Nuova ¡ gennaio 2019

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ricerca interiore

Come affrontare la negatività In un’epoca che celebra l’ottimismo e il pensiero positivo assistiamo alla rimozione totale della negatività, che invece ha bisogno di essere vissuta e ascoltata in modo profondo, prima che prenda una brutta piega. Perché le emozioni negative possono fiorire… di Gabriele Bindi

V

iviamo in una società che ci ha imposto l’ottimismo forzato, il sorriso sempre stampato in faccia, il pensiero positivo a tutti i costi. Ma tutto questo accento sulla libertà, i buoni sentimenti, la carriera e la famiglia perfetta assomiglia a un’immagine un po’ edulcorata, per non dire artefatta, della nostra realtà. Potremo mai avere accesso a quell’idillio perfetto, ben raffigurato nelle pubblicità televisive? Sui danni dell’ottimismo c’è un accademico inglese, David Collinson, autore del fortunato saggio Prozac Leadership, che ha scritto pagine memorabili. «In molte aziende americane premiando l’ottimismo e scoraggiando il pessimismo» scrive Collison «si è indebolita la capacità di pensare criticamente. Si è creata una vera e propria dittatura dell’ottimismo che ha anestetizzato la sen-

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sibilità al pericolo». La cultura del successo a tutti i costi, nata all’ombra di Wall Street, ha creato un clima di insofferenza verso il pensiero divergente, verso qualsiasi forma di tensione politica o psicologia che voglia scalfire con un’unghia sotto lo smalto in superficie. Quelli che protestano sono dei disadattati. Il dubbio e la ragion critica sono ricacciate negli angoli più bui, spazzati sotto il tappeto. Ma ogni polarizzazione richiama il suo opposto, e così il negativo si insinua nelle nostre vite in modo strisciante, insidioso, prendendo pieghe indesiderate e spesso pericolose, finendo per fomentare la violenza o atteggiamenti autodistruttivi. Sicuramente nel pensiero positivo ci sarà del buono, ma tutta questa positività in fin dei conti non ha reso il nostro mondo migliore. E for-

se non ha nemmeno migliorato di molto le nostre vite personali. Il sonno della ragione genera mostri, ma anche il suo sogno di dominio freddo e raziocinante. Il lume della ragione ci ha accecati rendendo più confuse le nostre notti. Dietro i paraventi della nostra convivenza civile affiorano di continuo i retaggi di un passato arcaico, i nostri istinti più ferini. Gli stessi istinti che ci hanno consentito di sopravvivere, permettendoci di reagire a situazioni di stress o di pericolo, e che oggi continuiamo ad utilizzare come se fossimo nell’età della pietra. Poi ci sono i modelli di comportamento appresi dai nostri genitori, o dai nostri nonni, di cui non abbiamo ancora saputo sbarazzarci, forse perché non ne abbiamo più avuti di nuovi.

L’unione tra positivo e negativo Globalizzazione, libero mercato, digitalizzazione sono parole che fanno pensare al superamento dei confini, a una società libera dai limiti e dalle pastoie oppressive del passato. Ma in realtà il mondo è molto più frammentato, e molto più feroce, di quanto si pensi. Viviamo nella società del conflitto e della separazione. Non riusciamo ancora a superare il nostro dualismo: da una parte ci sono i buoni, i giusti, che siamo sempre e solo noi ovviamente, e dall’altra i selvaggi, gli ignoranti, i cattivi. Le peggiori guerre sono sempre nate da questa contrapposizione, piuttosto pretenziosa in verità, di un bene in lotta contro il male. Una guerra che continua dentro di noi. Quante volte ci odiamo, ci sentiamo in colpa o reprimiamo le nostre emozioni negative? Quante volte reagiamo in modo scomposto o fuggiamo inorriditi di fronte allo stress del quotidiano? Siamo davvero così consapevoli e positivi? Si può ancora continuare a lungo nel negare la negatività? Il nuovo libro di Pino De Sario, Manuale anti-negatività, ci aiuta a riconsiderare il negativo non solo come dolore e sofferenza, ma anche come una risorsa e un’opportunità. De Sario, consulente in facilitazione di esperienza pluriennale che, non di-


Viviamo all’ombra di una dittatura dell’ottimismo per la quale possiamo e dobbiamo mostrare solo la parte allegra, sorridente. Ostentare la felicità sembra essere un imperativo categorico, ma a quale prezzo? mentichiamolo, è stato il primo storico direttore di Terra Nuova, ci dice una cosa molto semplice: negativo e positivo sono due facce della stessa medaglia. «La prevalente attitudine separatrice delle nostre culture e dei nostri cervelli ci fa invece perdere la capacità di collegare, di osservare gli accadimenti in un “anello intero” o dentro un continuum, tanto presente quanto naturale. Siamo assillati dalla cultura della disgiunzione, della separazione e della divisione. Possiamo invece far crescere una cultura del collegamento, dell’insieme e dell’unione». Non c’è dubbio, si tratta di un appello particolarmente intrigante per chi ha scelto di impegnarsi con i temi della sostenibilità. Come si fa a definirsi ecologisti, a sperare in un mondo migliore, se finiamo per non occuparci di noi stessi e delle nostre relazioni? Si può amare l’ambiente in tutte le sue forme e continuare a ignorare la propria natura? Come primo passo potremmo proprio cominciare a rispettare quello che siamo, la nostra biodiversità, i nostri lati meno addomesticati. Iniziare a capire come funzioniamo e a trovare anche qui delle buone pratiche, per una vita più piena. Siamo fatti di luce e siamo fatti di buio. La psicologia junghiana ci insegna che «fare anima» non significa aspirare in verticale alle più alte vette dello spirito. L’anima la si ritrova nelle zone d’ombra, nelle profondità del vivente, nei reami degli istinti. È inutile far finta di niente, le frustrazioni sono sempre dietro l’angolo. L’amarezza, la rabbia, le an-

gosce esistenziali si affacciano spesso nelle nostre giornate, se finiamo per ricacciarle indietro spesso è perché non sappiamo bene come affrontarle. I nostri comportamenti, e i nostri pensieri, seguono schemi rigidi e preconfezionati, da cui non riusciamo bene a uscire. Invece di ingaggiare guerre contro il negativo che affiora potremmo cominciare a viverlo e a integrarlo nella nostra vita.

Dal letame nascono i fior

re, recepire, ricondurre all’universo dei bisogni. Dalla negatività si possono trovare ponti verso soluzioni costruttive. Ma attenzione, perché anche dal positivo si cade facilmente nel negativo. «Prendiamo per esempio rabbia e soddisfazione» scrive De Sario. «Sono entrambe condizioni per così dire mobili, che possono entrambe traslare: la rabbia generare vitalità e grinta, la soddisfazione può regredire in presunzione e superbia». Se scorgiamo in noi e nei contesti intorno a noi rabbia, paura, tristezza, non conviene abbandonarci al loro peggioramento, bensì considerare che in quelle forme di «letame» ci può essere un germe floreale. Nel letame di fatto c’è un potenziale fertilizzante per ogni pianta o terreno. Possiamo abbracciare meglio e di più la negatività personale e delle situazioni con frasi del tipo «mia cara negatività so che esisti, mi posso prendere cura di te». Un modo per esplorarla e contenerla; per poi tentare di trasformarla. Siamo in una società che si fonda sul perseguimento della positività, del piacere, della soddisfazione a tutti i costi. È una continua gara a chi trattiene di più il fiato, a chi è più teso come un tamburo e paonazzo come una barbabietola. Letame e fiori annunciano un’impostazione che possiamo denominare «ecologica», in cui più componenti interagiscono tra loro in ambienti complessi, con più fattori in gioco, come sono quelli di ogni nostra giornata. Come un buon agricoltore biodinamico possiamo cominciare proprio dal letame per innescare il processo di crescita delle piante. Ma non dimentichiamoci di tutte le accortezze che servono per arrivare ad avere un ottimo cibo. 

Ci piacerebbe chiudere questo articolo in modo splendido, come fa Fabrizio De André alla fine di Via del campo, una delle più belle ballate del cantautore genovese. La celebre metafora «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior» non potrebbe essere più azzeccata. Ma c’è bisogno di qualche spiegazione. E, attenzione alle scorciatoie, qua non si tratta di dispensare buoni consigli. Sarete sicuramente tentati di prodigare facili ricette per risollevare voi e i vostri amici dal contatto con il fetore del letame. Ma come ci spiega De Sario saremmo sulla cattiva strada, perché i ragionamenti e i giudizi, anche se sensati, non potranno mai avere effetto sul mondo della negatività. Continueremmo a riempi- n POTREBBE INTERESSARTI: . .. . .. . re il mondo di belle parole che gira- . .. . .. . no a vuoto. Le ricette provengono Manuale ANTI-negatività infatti dalle aree alte del cervello, . .. . .. . . .. . .. . quelle logiche e ragionatrici, che MANUALE non hanno nessuna presa sulla neANTI-NEGATIVITÀ gatività, che di suo brulica di sensadi Pino De Sario zioni corporee ed emotive. La nepp. 160 gatività dell’altro, e quella che scorVedi tutte le opzioni di giamo in noi, è semmai da accoglie- acquisto su www.terranuova.it/ecocircuito . . . .. . ....................................... . .. . . . Pino De Sario

Trasformare le negatività nelle relazioni personali e nelle relazioni di gruppo

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ricerca interiore

L’INTERVISTA

I limiti del pensiero positivo Dalle trappole del marketing alla sindrome del mondo perfetto. La negatività è sempre presente, ma si può affrontare… condividendo, respirando e camminando. L’intervista a Pino De Sario. Cosa c’è di sbagliato nell’essere sempre positivi? Sia come persone singole sia come gruppi siamo in una dinamica simile a quella del giorno e la notte. Giorno e notte si susseguono in maniera ciclica, ma anche con un’evidente discontinuità. Così le nostre parti positive e negative rispondono alle stesse regole e leggi. Ho imparato a diffidare di persone e di idee e modelli che propugnano solo aspetti perfetti e positivi. Ecco, siffatte proposte sono a mio avviso solo trappole manipolatorie ed enfatiche. Siamo secondo me tutti un po’ negativi e un po’ positivi… e c’è bisogno di prenderne coscienza. Negli ultimi tempi nel vocabolario della politica è entrato in scena, con un’accezione negativa, il termine «buonismo». La negatività è salita al potere? Non lo so, ma osservo dei modelli in crisi. Nel mondo aziendale, e nel marketing, ci vengono presentati dei prodotti con solo volti patinati e felici. Sono immagini che ci fanno del male, come le propagande che dicono «tutto ruota intorno a te!». Si continua ad elargire fiumi di egocentrismo becero solo per vendere qualche prodotto in più. D’altra parte la negatività, con la crisi economica in atto da ormai più di un decennio, ha fatto la sua comparsa nelle biblioteche, nei pronto soccorso, agli sportelli della Pubblica Amministrazione. Negli ultimi tempi avvertiamo un po’ tutti più cattiveria e rancore, siamo come imbolsiti da tensione e acredini più varie. Uno dei motivi è sicuramente l’incertezza economica, che rende l’ambiente insicuro e sollecita il nostro sistema nervoso, nelle forme più automatiche e inconsce.

 Pino De Sario è psicologo sociale, docente specialista in facilitazione e autore di numerosi libri in materia.

mirevole ci si trasforma in rompiscatole, in persone sempre serie, che hanno un motivo a cui aspirare, e si rifugiano nell’altrove, pur di non vedere cosa si muove sotto il naso, che poi è quello che passa il convento, minimale, ma anche possibile e concreto.

«Nella negatività c’è la parte migliore della vitalità di una persona». Una frase di Jerome Liss, tuo mentore, maestro e collaboratore. Cosa significa esattamente? La paura per esempio ci rende più attenti, la delusione ci mette in contatto con chi ha fallito o con chi fa fatica. Jerome diceva questo durante le sedute di aiuto, quando esplorava il vissuto di un allievo disperato o rabbioso. Nel mezzo di questi racconti concitati, con l’attivazione di emozioni e corporeità, coglieva scintille di onestà e di vitalità soffocata. Emozioni che una volta tirate fuori riprendevano il loro corso naturale. Nella rabbia c’è Cosa intendi quando parli della sindrome del mondo giu- anche vitalità e nella tristezza c’è anche riflessione. sto? È la battaglia enfatizzata per la giustizia, che ha domi- Come primo direttore responsabile di Terra Nuova dici nato anche la mia mente negli anni del mio impegno eco- di essere rimasto affezionato all’idea di ecologia. Riuscilogista e della controcultura. Una battaglia doverosa e resti a spiegarci in poche parole cosa significa fare coammirevole, per carità, ma che finisce per assumere toni municazione ecologica? esagerati di rifiuto, in cui non va mai bene niente. Si ab- Che bella questa tua domanda! Comunicazione ecolobracciano modelli idealizzanti e mitici, che schiacciano gica è tante cose insieme, ma ora me ne vengono in menle realtà ordinarie inevitabilmente incompiute e limitate. te due: la prima è la mescolanza di fattori negativi e poIl mondo giusto spinge le persone a diventare ciniche, sitivi, come il giorno e la notte di cui parlavamo. La seassolute, verbose, lottatrici contro tutto e tutti e que- conda è l’ondeggiare costante tra dare cura all’individuo sto è davvero troppo! Da portatori di un’istanza am- e non dimenticarsi del gruppo, o anche curare il grup-

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po e non tralasciare l’attenzione agli individui. Ecolo- miliare nei primi anni di vita, dove viviamo inevitabilgico sta per integrato, sistemico, ciclico, dinamico, oli- mente il senso del buono e del cattivo. Poi ce n’è una stico. sociale e culturale data dal potere delle situazioni che in alcuni casi ci cambiano letteralmente i pensieri e i comNon passa giorno che i quotidiani non si riempiano di de- portamenti. Geni, personalità e contesti sono una litti, stupri, maltrattamenti e violenza domestica. Perché grande mescolanza di geni e ambiente insieme. Questa siamo ancora così maledettamente schiavi di rabbia, epigenetica può produrre collegamenti avariati che se vendetta ed emozioni distruttive? non ben condotti portano persone e gruppi a compieLa negatività ha tre provenienze. La prima è di tipo bio- re cose orride. logico e appartiene alla specie: c’è un allarme recondito innato che ci preserva nei casi di minaccia, ma che ci Di fronte alla negatività reagiamo spesso secondo mecanche fa esasperare le situazioni e perderne il control- canismi di attacco o fuga. Qual è la prima cosa che dolo. La seconda è psicologica, viene appresa nella rete fa- vremmo cominciare a fare in queste situazioni di stress? Possiamo iniziare a curare il nostro lato negativo, prendere coscienza che abbiamo dentro di noi semi positivi e semi negativi, in forma innata, e che poi per apprendimento in parte andiamo anche a consolidare. Ci Nel mondo aziendale, e nel sono poi tre cose che possono aiutarci: la prima è quella di condividere le negatività personali con un amico marketing, ci vengono presentati dei che ci offre ascolto e accoglienza evitando giudizi e ricette; la seconda è imparare l’arte del respiro che ci porprodotti con solo volti patinati e ta presenza mentale e ci permette di gestire la rabbia; la felici. Sono immagini che ci fanno del terza è quella di fare un giro in senso lato, ma anche nel senso più stretto: quando siamo in preda a un dispiamale, come le propagande che cere possiamo provare a fare un giro intorno alla casa per sbollire le emozioni più violente. Possiamo essere dicono: «Tutto ruota intorno a te!». naturalmente agitati, ma culturalmente possiamo calmarci. Condividendo, respirando e camminando. n

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reportage

I popoli indigeni sono più ecologisti di noi Queste spettacolari immagini, realizzate da alcuni dei più acclamati fotografi al mondo, ci fanno comprendere il valore straordinario di chi vive a stretto contatto con la propria terra. di Gabriele Bindi

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on si può difendere la na- po, nel nome del conservazioni- li per millenni rischiano oggi di vetura senza tutelare le co- smo, popolazioni che hanno abita- nire sfrattate e condannate così almunità indigene. Purtrop- to e gestito i loro ambienti natura- l’estinzione.

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 Ragazzo della tribù dei Suri. Valle dell’Omo, Etiopia, 2014. Da decine di migliaia di anni, gli uomini usano l’impronta della mano per lasciare un segno della propria esistenza. Quelle mani, riprodotte anche nel logo di Survival, ci ricordano che i popoli indigeni vivono qui e ora, e che devono avere un posto nel mondo di domani come chiunque altro. ©Steve McCurry - www.stevemccurry.com

esempio, le squadre anti-bracconaggio terrorizzano i membri della popolazione Baka che osano entrare nella foresta da cui sono stati estromessi, e vengono appoggiate da associazioni ambientaliste come il Wwf. In India, interi villaggi sono sfrattati illegalmente dalle riserve delle tigri mentre il Dipartimento alle foreste vi incoraggia il turismo di massa. L’accusa dell’associazione ha un peso anche sulle nostre coscienze: le grandi organizzazioni per la conservazione sono ritenute complici perché non denunciano gli sfratti, finanziano la militarizzazione, stringono partnership con l’industria che ruba le terre agli indigeni e sostengono progetti che portano a sfratti illegali. In realtà, molto prima che venissero adottati programmi di conservazione, i popoli indigeni avevano già sviluppato misure efficaci per preservare la ricchezza dei loro ambienti. Ancora oggi usano sofisticati codici di conservazione per evitare di eccedere nella caccia e mantenere la biodiversità. Non a caso, la stragrande maggioranza dei dueQueste terre vengono erroneamente considerate selvagge o vergini, ma forse bisognerebbe riflettere sul valore culturale trasmesso dalle popolazioni locali che preservano l’ambiente molto meglio di quanto non riusciamo a fare noi popoli dell’occidente sviluppato. Mentre i collezionisti di trofei sono incoraggiati a uccidere grandi animali in cambio di denaro, gli indigeni rischiano arresti, pestaggi, torture e morte. Vengono accusati di bracconaggio, ma in realtà cacciano in modo assai limitato ed esclusivamente per nutrire le loro famiglie. Survival International, il movimento mondiale a sostegno dei popoli indigeni, ha più volte denunciato questo paradosso. In Camerun, ad

cento luoghi oggi a più alta biodiversità del pianeta sono terra indigena. Dobbiamo sviluppare un nuovo modello di conservazione della natura che rispetti i diritti dei popoli indigeni e riconosca loro il ruolo di migliori custodi del mondo naturale. L’affermazione di nuovi governi di estrema destra di stampo razzista non fa che rendere più difficile l’affermazione di questi diritti primari. Survival ha scritto un manifesto contro il razzismo di Bolsonaro, impegnandosi a denunciare le atrocità commesse contro i popoli indigeni del Brasile all’attenzione dei media internazionali. Nelle pagine che seguono pubblichiamo alcune delle foto d’autore contenute nel calendario 2019 di Survival, che è stato realizzato per celebrare i primi cinquant’anni di attività dell’associazione. Una pubblicazione che riporta gli straordinari ritratti di indigeni ad opera di alcuni dei più acclamati fotografi al mondo, tra cui: Timothy Allen, Steve McCurry, Yann Arthus-Bertrand, George Rodger e molti altri. l

We, the people CALENDARIO 2019

Il Calendario Survival International 2019 si può acquistare al costo di 14 euro sul sito di Survival (www.survival.it) o direttamente presso la sede di Survival a Milano, in via De Amicis 10 (tel 02 8900671). Tutti i proventi andranno a sostenere il lavoro di Survival che, per mantenere integrità e indipendenza, rifiuta fondi da governi e grandi aziende.

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reportage

Immagini da WE, THE PEOPLE calendario 2019 © Survival International

 Uomo Bayaka, Repubblica Centrafricana, 2016. I Bayaka mangiano otto tipi diversi di miele selvatico e il loro stile di vita largamente autosufficiente prevede l’utilizzo di centinaia di piante differenti. I territori indigeni sono le aree a più alta biodiversità della terra: le prove dimostrano che i popoli indigeni sanno prendersi cura dei loro ambienti e della fauna meglio di chiunque altro. ©Timothy Allen - www.humanplanet.com/timothyallen

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 Villaggio tsaatan, Mongolia, 2004. Le società indigene sono contemporanee e moderne, semplicemente non sono industrializzate. Sono straordinariamente diverse e da loro possiamo imparare molto. Spesso antepongono la comunità all’individuo, e condividono e scambiano i beni invece di accumulare ricchezza personale. ©Livia Monami - www.liviamonami.com

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reportage

Immagini da WE, THE PEOPLE calendario 2019 © Survival International

 Aborigeni australiani, Australia. Gli Aborigeni australiani lottano da più di duecento anni per mantenere il controllo delle loro terre e delle loro vite, e per continuare a celebrare la loro ricca e vibrante identità. ©Wayne Quilliam - www.aboriginal.photography

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 Giovani Dassanech, delta del Fiume Omo, Etiopia. Le immagini della fotografa americana Jane Baldwin sono il fulcro di un’emozionante installazione nata da una collaborazione con Studio Azzurro e Survival. Si intitola «Se a parlare non resta che il fiume. Ambiente sensibile per le tribù della valle dell’Omo» è ed visitabile gratuitamente al MUDEC di Milano fino al 6 gennaio: www.mudec.it/ita/fiume-mostra-mudec-milano ©Jane Baldwin - www.janebaldwin.com

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reportage

Immagini da WE, THE PEOPLE calendario 2019 © Survival International

 Anziani Mindima, Nuova Guinea, 2008. Tra tutte le lingue parlate al mondo, una su sei proviene dalla Nuova Guinea. Le società indigene rappresentano una parte essenziale della diversità umana. ©Brent Stirton - www.brentstirton.com

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nuovi paradigmi

Verso un’ecologia affettiva Giuseppe Barbiero, biologo e ricercatore, ci parla dell’importanza di restituire valore alle emozioni che la natura suscita in noi. Per trovare il nostro equilibrio interiore e promuovere una politica realmente ecologica. di Daniel Tarozzi

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al modo in cui interpretiamo la nostra realtà dipende non solo la sostenibilità del nostro futuro, ma anche il nostro equilibrio psichico. Una consapevolezza sempre più diffusa riesce a collegare le scoperte del mondo scientifico con l’esigenza di un ravvedimento in chiave ecologica del genere umano. Giuseppe Barbiero, ricercatore del Dipartimento di scienze umane e sociali dell’Università della Valle d’Aosta, per molti anni si è confrontato con la «Teoria di Gaia» ideata da James Lovelock. Secondo questa teoria il pianeta è da considerarsi come un organismo vivente. Un organismo sui generis ovviamente, con proprie regole e una

propria fisiologia. Gli esseri umani sarebbero parte di questo organismo, una parte però profondamente disadattata. «Oggi questa teoria» spiega Barbiero «è l’ideale punto di osservazione per studiare i margini di sostenibilità dell’economia umana in relazione alle risorse del pianeta».

La coscienza di sé per autodistruggersi? «Oggi la Teoria di Gaia non è più in discussione» continua Barbiero. «È un principio assodato da cui si sono sviluppate nuove affascinanti discipline e nuovi insegnamenti». La Teoria di Gaia ci ricorda che la Terra è un sistema complesso in cui ogni elemento è interconnesso con il tut-

to. Di fronte a uno squilibrio il sistema si ammala. E come ogni corpo, di fronte a una malattia, il sistema sviluppa degli anticorpi per cercare di guarire. L’essere umano, però, non è solo una malattia per Gaia. È anche il suo esperimento più ardito! «Ad un certo punto, circa 2 milioni di anni fa» sostiene Barbiero «per una serie di strane circostanze un primate bipede si è trovato con un numero di neuroni in eccesso rispetto a quelli necessari per la sopravvivenza e la riproduzione. I nostri antenati hanno utilizzato questi neuroni per sviluppare la coscienza di sé». Abbiamo quindi imparato a riconoscerci nello specchio, a capire come vanno le cose. Terra Nuova · gennaio 2019

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nuovi paradigmi

Purtroppo, al momento non ne stiamo facendo sempre un buon uso. Abbiamo innescato una delle più gravi crisi ambientali della storia di Gaia: la sesta estinzione di massa. Ma abbiamo tutti gli strumenti per bloccarla e tornare indietro. «Dobbiamo capire dov’è l’errore. Tra due o tre generazioni, quando avremo capito e interiorizzato ciò che sta accadendo, verrà automatico fare i cambiamenti necessari per rimediare».

organismi pluricellulari, gli antenati delle meduse, sono comparsi quando Gaia aveva già 32 anni. Chi siamo noi nei confronti di Gaia?». Quindi, per gran parte della sua esistenza, Gaia non ha ospitato la vita come la conosciamo oggi. Se anche estinguessimo le attuali forme viventi pluricellulari – ed è già successo cinque volte negli ultimi 600 milioni di anni – per i sopravvissuti si aprirebbero nuove opportunità, nuove nicchie ecologiche da occupare. Il meteorite che innescò la quinta estinzione di massa e annientò gli ultimi dinosauri creò le premesse per il successo dei mammiferi e l’avvento dell’uomo. Nemmeno una guerra nucleare globale farebbe cessare del tutto la vita su questo pianeta, perché sopravvivrebbero comunque i microrganismi capaci di resistere ad ambienti estremi ad alta radioattività. Barbiero cerca di portare questi concetti anche nelle scuole primarie: «Quando spieghiamo ai bambini l’importanza ecologica di microrganismi, batteri e protisti, li paragoniamo a fratelli maggiori. Un fratello maggiore spesso può aiutarti, ma qualche volta si arrabbia e può anche farti male. Dobbiamo metterci nell’ottica che i batteri sono i nostri fratelli maggiori: sono le forme di vita più antiche e più flessibili. Sono le creature a cui Gaia si rivolge per

rimediare a qualche nostro pasticcio. In natura non esiste l’idea del rifiuto. Quando accumuliamo pattume nelle discariche ci accorgiamo subito, dall’odore, che i nostri fratelli maggiori sono già all’opera per riciclare. Per cui se i batteri qualche volta si arrabbiano con noi, che non rispettiamo le regole… un po’ di ragione ce l’hanno!».

Cooperazione e biofilia

La teoria di Gaia ci mette di fronte alle tante contraddizioni e ai falsi miti Non è detto che avremo tutto queche contraddistinguono la nostra sto tempo per salvare la natura e, con vita. Contrariamente a quanto si essa, noi stessi. Tuttavia, qualunque pensi, ad esempio, in natura la coocosa noi decideremo di fare, Gaia perazione spesso vince sulla comnon si fermerà. Lei andrà avanti, e in petizione. «Il problema è che noi non capo a 10-15 milioni di anni ricosiamo capaci di vedere i tempi lunstruirà tutto, con o senza di noi. ghi» continua il nostro ecologo. «Gaia e la natura sono due cose di«Darwin ci ha insegnato che la priverse» spiega Barbiero. «Pensa a un ma legge è la sopravvivenza del più film: Gaia è il film intero, la natura adatto. Molti hanno interpretato è un fotogramma della storia di questa legge come la sopravvivenza Gaia. Noi possiamo danneggiare la del più forte e sui tempi brevi posnatura, condizionare per un po’ il sono avere ragione. In realtà il più prosieguo del film, ma poi Gaia adatto è quello che sa stringere le mitroverà il modo di tornare alla scegliori alleanze. Tutti i grandi salti neggiatura a lei consona. Gaia è soevolutivi, quello da procariote ad eucariote, e quello da singolo eucariopravvissuta a crisi ben peggiori delte a pluricellulare, sono frutto di alla nostra. Per capirlo basta fare un piccolo esperimento mentale. Imleanze tra individui che hanno trovato il modo di trascendere il proprio maginiamo che un anno della vita di piccolo tornaconto personale per un Gaia corrisponda a cento milioni dei nostri anni. In questa metafora, bene più grande. Ovviamente se gli Gaia avrebbe 38 anni. I più antichi interessi tra due individui divergono, si innesca un conflitto. Il conflitto è inevitabile in natura. Ciò che fa veramente la differenza è il suo esito. Sui tempi lunghi, la selezione naturale favorisce gli organismi capaci di trasformare in modo creativo il conflitto. Anche l’economia deve imparare questa legge dell’evoluzione». Il termine «biofilia» fu coniato nel 1964 dallo psicologo Erich Fromm per indicare «la tendenza a vivere pienamente la vita in modo creativo e positivo». Venti anni dopo, il biologo Edward O. Wilson ha introdotto questo termine in ecologia per indicare la «nostra innata attrazione per ciò che è vivo». Per gli psicologi la biofilia è «pulsione per la vita», per gli ecologi «attrazione per la  Recuperare la propria biofilia significa trovare il proprio equilibrio interiore mediante vita». Al di là delle differenze teril rapporto con la natura. La biofilia è, di fatto, un’emozione che si alimenta vivendo quo- minologiche, le interconnessioni sono moltissime. Non a caso, infattidianamente a contatto con il mondo naturale.

Non tutto è perduto

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ti, la biofilia è alla base dell’ecopsicologia, disciplina volta a offrire un percorso psico-pedagogico capace di portarci all’equilibrio interiore attraverso il rapporto con la natura. «Per questo, il prossimo anno accademico, all’Università della Valle d’Aosta, attiveremo per la prima volta in Italia un insegnamento di ecopsicologia all’interno del corso di studi di Scienze e tecniche psicologiche» spiega Barbiero.

Le emozioni dei mammiferi Ma dobbiamo fare i conti con le nostre emozioni. E la biofilia è un’emozione. «Le emozioni» dice Barbiero «sono un’invenzione recente, un esperimento che Gaia sta ancora esplorando. I vertebrati più antichi, pesci, anfibi, rettili, possono esprimere emozioni molto elementari come il piacere e la paura. Solo i mammiferi hanno sviluppato un sistema complesso di emozioni che possono tradursi in sentimenti e che nell’uomo diventano determinanti nel nostro agire e nel nostro relazionarci con il mondo. Restituire valore alle emozioni e ai sentimenti che la natura suscita in noi è fondamentale non soltanto per il nostro equilibrio interiore, ma anche per una politica che sia realmente ecologica. Noi oggi sappiamo che cosa dobbiamo fare per uscire dalla crisi ambientale, ma non abbiamo maturato la motivazione sufficiente per farlo. Avere una consapevolezza cognitiva di un dato problema è condizione necessaria ma non sufficiente per risolvere il problema. Perché le persone siano spinte ad agire, a cambiare, sono fondamentali le motivazioni, che affondano nelle connessioni emotive, nei sentimenti».

L’ecologia affettiva Recuperare la propria biofilia non è un percorso solo interiore, psicologico. È anche un bisogno di vivere gli spazi quotidiani, abitativi e lavorativi, a contatto con la natura. Ormai più della metà della popolazione mondiale vive nelle città, che spesso non offrono la possibilità di stare in mezzo alla natura. Ma è importante offrire l’opportunità di un contatto con essa. Per questo «dobbiamo riportare la natura nelle nostre città» spiega Barbiero. «Possiamo riprogettare i nostri spazi, le nostre case, le nostre scuole, i nostri uffici, per recuperare il contatto con la natura e far rifiorire la nostra biofilia. La progettazione biofilica (biophilic design) è un ambito di studio che mi affascina moltissimo. Da alcuni anni, sto sviluppando assieme alla biophilic designer Bettina Bolten, un progetto di ricerca che va alle radici della nostra connessione con la natura. La biofilia è una pratica che tocca aspetti molto profondi della psiche umana, legati alla necessità di ritrovare l’armonia con la natura e sentirsene di nuovo parte integrante. Riconnettersi con la natura non significa tornare alla vita dei cacciatori-raccoglitori del Paleolitico, ma conoscere e valorizzare gli aspetti che ci permettono di recuperare in maniera più rapida ed efficace il nostro equilibrio fisico e mentale». Ecco quindi i presupposti per la nascita di un’ecologia affettiva in grado di risvegliare il sentimento di af-

 L’ecologia affettiva è ciò che ci permette di risvegliare il sen-

timento di affiliazione che ci lega alla natura, coniugando la componente emotiva con quella cognitiva. Ed è quello che serve per orientarci verso una politica realmente ecologica.

filiazione che ci lega alla natura, coniugando la componente emotiva con quella cognitiva. «Studiando la natura e la sua storia» spiega Barbiero, che è anche autore del libro Ecologia affettiva, «possiamo trarre moltissimi insegnamenti. Il libro offre delle chiavi di lettura dei processi naturali che possono essere di ispirazione per trovare un nostro equilibrio come esseri umani». Dall’origine del nostro pianeta all’evoluzione della vita sulla Terra; dallo studio della cellula a quello del cervello; dai processi di selezione e riproduzione a quelli seduttivi e culturali; dall’ipotesi Gaia alla biofilia, all’ecopsicologia. Ogni capitolo del libro affronta temi scientifici e si conclude con una meditazione, per aiutarci ad affiancare alle informazioni apprese una riflessione più profonda. Prima di lasciare Barbiero ci facciamo scappare un’ultima domanda: siamo dunque condannati ad estinguerci? «È una possibilità, ma non è la più probabile» risponde Barbiero «Abbiamo tutte le risorse per poter trasformare il nostro pianeta in un giardino bello e rigoglioso».  Il professor Giuseppe Barbiero è biologo, ricercatore di ecologia e direttore del Leaf (Laboratorio di ecologia affettiva) dell’Università della Valle d’Aosta e membro fondatore della sezione di Didattica ed educazione ambientale (Dea) della Società italiana di ecologia. È autore di Ecologia affettiva (Mondadori Edizioni), acquistabile in libreria e su internet.

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nuovi paradigmi

Green anarchy:

liberiamoci della civiltà Provocatorio, ma lucido ed efficace il messaggio di una delle più interessanti correnti di pensiero dell’ecologismo militante: «Basta domesticazione, è il momento di riprendere veramente in mano le nostre vite».

di Claudia Benatti

«F

inché ci sarà la civiltà, saremo tutte specie in pericolo»: non è una battuta, bensì uno dei motti del collettivo della rivista americana Green Anarchy, che esprime le idee di una delle più interessanti correnti del pensiero anarchico contemporaneo, quella green appunto, presente anche in Italia, che «pensa» e vive un ecologismo radicale secondo il quale l’unica via per uscire dal vicolo cieco in cui si trova l’umanità è «abbandonare la ci-

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viltà». Suona estremamente provocatoria e, di fatto, lo è: volutamente. Ma non si tratta di una provocazione «di maniera»; l’anarchia verde vede veramente, oggi più che mai, nel superamento della civilizzazione e della domesticazione la sola possibilità per avere un happy end, che non sia, appunto, la sesta estinzione di massa. Utopia? Nemmeno tanto, almeno non così tanto come si potrebbe pensare a una prima lettura delle analisi del movimento, che

vede nel filosofo John Zerzan una delle menti più brillanti negli Stati Uniti e nell’avvocato-scrittore Enrico Manicardi uno degli esponenti più attivi in Italia. Insieme hanno scritto libri e fatto conferenze, senza temere di spendersi direttamente sulle barricate; non ultimo il loro recente lavoro comune, Nostra nemica civiltà (Mimesis Edizioni). E non le mandano a dire: «È finita, gente! Questo è tutto! Quella che è considerata la più grande conquista del-


 Secondo Zerzan e Manicardi, la civiltà ha prodotto individui

sempre più isolati, disorientati, addomesticati, condannati a non vedere un futuro.

l’umanità, la civiltà, è ormai prossima al collasso. E non sembra una gran bella faccenda».

La prospettiva primitivista È legittima la domanda conseguente: e quindi? «La direzione da prendere è chiara», spiegano: «Un ritorno alla normale condizione umana di minor complessità». Come? «Il “come” viene dalla prospettiva primitivista, che non significa un mondo di bruti con la clava in mano, ma il ritorno a comunità faccia a faccia in cui le persone si assumano la responsabilità per se stesse e nei confronti degli altri, il ritorno a uno spazio vitale radicalmente decentrato e non la realtà globalizzante e standardizzante della società di massa, in cui tutta la sfolgorante tecnologia si fonda sulla schiavitù di milioni di persone e sull’eccidio sistematico della Terra». «Sappiamo bene, dicendo queste cose, di non essere simpatici a molti», spiegano Zerzan e Manicardi. «Persino Noam Chomsky ci accusa di invocare il genocidio. È un’assurdità, come se la continua proliferazione del moderno tecno-mondo non fosse essa stessa un genocidio! Comunque, vediamo un interesse crescente nel mettere in discussione questa marcia mortale che siamo costretti a condurre, quindi ci battiamo per dare corpo a visioni radicali, ispirate e stimolanti, che possano finalmente togliere di mezzo le ipocrisie, anche quelle idealmente collocate “a sinistra”».

Stop alla «marcia mortale» D’altra parte «il tributo che la vita moderna esige è più gravoso di quel che avremmo mai potuto immaginare». Siamo di fronte «a una metamorfosi inarrestabile che sta modificando la trama dell’esistenza, l’intera percezione delle cose; una macchina che penetra sempre più nel cuore delle nostre vite senza lasciar intravedere alcuna via d’uscita». L’analisi è spietata: sempre più isolati, depressi, stravolti, disorientati, manipolati, addomesticati, inquinati, programmati e condannati, uomini e donne su questo Pianeta rischiano di non vedere un futuro; «anzi, ce lo siamo già giocato» spiegano Zerzan e Manicardi. «E la profondità di questa crisi in espansione, disumanizzante ed ecocida, ha origine nelle stesse istituzioni cardine della civiltà, il cui collasso è cominciato».

«Cosa vedo? Vedo dolore, sconforto, estraniamento, una società abbruttita dalla cattività e che trascorre i suoi giorni mesti e pesanti tra consumi seriali, routine, uniformità» spiega Enrico Manicardi con amarezza. «Vedo un abisso di disperazione, dove tutto è proiettato solo alla perpetuazione della pena. Ciascuno di noi è un micromondo disfunzionale collocato in un macromondo ancora più disfunzionale, che si regge sulla perpetuità di un motore tecno-produttivo-mercificatorio che tutti sentono devastante, ma che in pochi mettono in discussione per davvero. Il pensiero critico latita, l’immaginazione è morta, i sogni sono stati trasformati in illusioni. La maggior parte della gente ha perduto la capacità di cogliere una prospettiva di insieme, quindi tutto appare incomprensibile; e non va più di moda indagare sulle cause di ciò che ci si presenta davanti. Conta solo quello che c’è da fare, per farlo in fretta, a prescindere da ogni collegamento con ciò che ha determinato veramente i problemi; questi ultimi, ormai, sono considerati come una pura coincidenza, un destino, una fatalistica disgrazia oppure un colpo di fortuna. Il mondo (post)moderno vive alla giornata, non si interroga più su niente, non cerca più né logiche né perché. Bisogna adattarsi, e lo si fa, a tutto quel che c’è, senza discussioni. Di fronte a una situazione simile bisogna stare molto attenti, perché anche la retorica del cambiamento finisce col ridursi a un mero espediente consolatorio».

Senza risposte «Viviamo oggi in uno stato di evidente soggezione, come mai prima d’ora. Il tecno-mondo inglobante controlla in modo sempre più capillare ogni aspetto della nostra vita» proseguono Zerzan e Manicardi. «E non si va oltre la stretta soffocante del potere, perché questa macchina che ci tritura non ha vere risposte. Le questioni più stringenti, come ad esempio il riscaldamento globale, vengono di fatto ignorate o servono a riempire solo con parole qualche colonna di giornale o qualche summit principesco; ci si alimenta di propaganda, nulla più. Si parla di comunità, libertà, realizzazione personale, quando la realtà è fatta di logiche di mercato, isolamento esistenziale assoluto, controlli e sorveglianza, repressione del dissenso. Ogni Stato/regime (sì, regime!) non può che adottare soluzioni fasulle che aggraveranno i problemi: più tecnologia e coercizione appaiono le uniche strade percorribili per gli attuali poteri forti. Dunque, il lato oscuro del progresso si rivela la condanna a morte dei tempi moderni».

«La trappola della modernità» John Zerzan, nel suo realismo poco consolatorio, da tempo sostiene che «la modernità tenta continuamente di andare oltre se stessa per arrivare sempre a uno stadio ulteriore, ma avanza barcollando, come se volesse reTerra Nuova · gennaio 2019

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nuovi paradigmi

 Oggi viviamo in uno stato di evidente soggezione, come mai prima d’ora. Il tecno-mondo inglobante controlla in modo sempre più capillare ogni aspetto della nostra vita.

cuperare l’equilibrio perduto ormai da tempo. È costantemente protesa a cambiare il futuro perché distrugge il presente. Ci vuole sempre più modernità per sanare le ferite che la modernità infligge, per poi non ottenere altro che conformismo, nuove forme di barbarie, analfabetismo funzionale, impoverimento del linguaggio, nuove povertà, manipolazione da parte dei media, immiserimento della mente e obsolescenza dello spirito». «Peraltro, la situazione in cui ci troviamo è aggravata da chi insiste nel sostenere che la contrapposizione tra natura e cultura sia falsa. Il mondo naturale viene smembrato, poi lastricato fino alla sua resa, sul presupposto ideologico che la Natura sia sempre stata culturale e incline a essere soggiogata. Questa è la fine della Natura, ormai ridotta a una presenza inconsistente, idealizzata, di cui non si fa più esperienza».

L’agire comunitario

siamo trarre la forza e il coraggio per mettere in stato d’accusa la civiltà e la società di massa». Attenzione però, ammoniscono Zerzan e Manicardi, «a non diventare “alternativi di facciata”, meri riformisti che in realtà vogliono tenersi, anzi reclamano, tutto ciò che c’è ma travestendolo da sostenibile, ecologico, green, nascondendo sotto una mano di vernice verde l’economia, la tecnologia, lo sfruttamento, e puntando solo a ottenere quel minimo di controllo in più che lava le coscienze di tutti». «Bertolt Brecht diceva che stiamo segando il ramo sul quale siamo seduti» ricorda Manicardi. «Ebbene, se vogliamo evitare davvero di finire di sotto non servirà segare più lentamente, e nemmeno usare una sega a energia solare: occorre smettere di segare subito!». «Si potrebbe, dunque, formare una vera e propria adunata di traumatizzati, uniti da un’affinità spirituale che reclama guarigione» incalza Zerzan. «Proprio perché possiamo ancora avere, o recuperare, una sensibilità acuta, chi ci governa non potrà dormire sonni più tranquilli dei nostri. Il profondo bisogno che abbiamo di stare bene è la prova che un rovesciamento deve avvenire. Solamente questo, infatti, costituirebbe la cura». «Paradossalmente» continua ancora Zerzan «possiamo dire che la nostra è una posizione di incomparabile vantaggio storico. Se lo vogliamo possiamo facilmente guardare e capire l’evoluzione di questo cancro universale che chiamiamo civiltà, e tale comprensione potrebbe costituire un formidabile punto di forza per innescare un vero e proprio cambio di paradigma: quello che potrebbe spazzare via la civiltà stessa e liberarci dell’indotta volontà di dominare. Una sfida che potrebbe sembrare scoraggiante; ma ricordiamoci del bambino che osò parlare mentre tutti intorno fingevano di non vedere. Il re era nudo e l’incantesimo sfatato».

Ma, secondo Zerzan e Manicardi, abbiamo un’occasione. Anzi, è il nostro stesso stato di disgrazia a costituire l’opportunità. «Siamo tutti feriti, ma questo estraniamento potrebbe paradossalmente diventare la base per un possibile agire comunitario» spiegano. «Nelle condizioni in cui oggi siamo ci potrebbero essere i presupposti per un esteso rifiuto e persino per l’ab- Cosa fare e come farlo? bandono dei totalitarismi più o meno mascherati che Naturalmente, messi di fronte a queste analisi, sorge oggi imperano. La rigidità stessa di questo ordine-si- spontanea la domanda: cosa fare? «Ebbene, niente sostema e la sua tendenza a negare la realtà delle cose potrebbero favorire un cambiamento di mentalità senza precedenti, che sarebbe in grado di diffondersi con incredibile rapidità. Naturalmente, nulla di tutto ciò è scontato: potrebbe anche accadere che la maggioranza delle persone continui ad accettare passivamente la realtà fino al collasso. Eppure, serpeggiano un disagio viscerale e un’acuta sofferenza che almeno alimentano la crescente consapevolezza che così non va. Proprio qui sta l’opportunità: da questa nuova prospettiva pos-

La depressione, sempre più dilagante, è un altro sintomo del ma lessere umano.

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Bisogna ritornare alla normale condizione umana di minor complessità, a comunità faccia a faccia, a uno spazio vitale che non sia la realtà globalizzante e standardizzante della società di massa, in cui tutta la sfolgorante tecnologia si fonda sulla schiavitù di milioni di persone.

Nella foto, John Zerzan e Enrico Manicardi. 

luzioni preconfezionate, niente istruzioni da seguire né ricette magiche» dice Manicardi. «Guardare al cuore del problema significa andare oltre questa logica e domandarsi: perché succede tutto questo? Se non lo faremo, potremo agire solo sui sintomi, sugli effetti esteriori del problema, precludendoci la possibilità di individuarne le cause per prendercela con quelle. Tutte le soluzioni che il mondo civilizzato adotta per tentare di risolvere i problemi che esso stesso genera sono infatti ispirate dalla prospettiva miope di aggiustare, mettere una pezza qua o là, riformare; sostanzialmente, raccogliere l’acqua senza chiudere il rubinetto che abbiamo lasciato aperto». «Abbiamo inventato il lavoro produttivo e quando si è dimostrato così pesante da diventare un problema sociale, abbiamo ideato i sindacati, le medicine, gli psicologi e i counselor per rendere lo sfruttamento più accettabile. Abbiamo imposto la logica utilitaristica dell’interesse personale e della speculazione economica e, quando si è rivelata criminale, anziché metterla in discussione abbiamo ideato la bioeconomia e lo “sfruttamento etico”. Abbiamo inventato anche la tecnoscienza per dominare la Natura, e ora essa deve trionfare su tutto quel che esiste, comprese le persone e la loro libertà. Insomma, la nostra stessa mentalità civilizzata ci sta trascinando verso il baratro. L’unica domanda sensata che viene da porsi è: possiamo vivere senza civiltà?». Zerzan e Manicardi non

hanno dubbi: «La risposta è sì» risponde lo stesso Manicardi. «Abbiamo vissuto senza di essa per il 99,6% del tempo che la nostra specie ha trascorso abitando questa Terra. Dunque, se saremo disposti a mettere in discussione la civiltà, potremo scegliere di tornare a condurre vite libere, piene, soddisfacenti, immerse nel presente, con responsabilità, assennatezza e consapevolezza». Una volta, un antropologo americano che aveva vissuto con una comunità di raccoglitori-cacciatori africani cercò di descrivere in sintesi la vita non addomesticata di quelle persone: «Provate a immaginare un’esistenza in cui la terra, la casa e il cibo siano gratuiti, in cui non esistano capi, leggi, tasse, politica né crimine organizzato, in cui sia tutto condiviso, senza poveri né ricchi». Ebbene «fino a diecimila anni fa abbiamo vissuto proprio così!» conclude Manicardi. «Per più di tre milioni di anni noi umani abbiamo condotto esistenze senza autorità, senza governi, senza discriminazioni, senza sfruttamento né inquinamento, senza conflitti armati, denaro o mercificazioni della vita. Oggi ci vogliono convincere che ogni lotta intesa a riabilitare quella vita libera e selvatica sia inutile e impossibile; che si possa solo sperare in qualche piccola battaglia di retroguardia per nascondere o tollerare meglio i sintomi del dramma in cui viviamo. Invece non è così. Spesso mi chiedono quale sia il piano. Sono convinto che occorra cominciare a decivilizzare la nostra

vita. Ovviamente, è un percorso da attuare per gradi, in modo condiviso, gioioso, fondato sulla volontà di volersi liberare davvero da schemi mentali e preconcetti. Non lo si può fare da soli o in coppie formato famiglia, ma nemmeno nell’affollamento indiscriminato di chi si aggrega tanto per essere alternativo. Bisogna mobilitarsi in maniera consapevole insieme a chi percepisce il nostro stesso bisogno di ritrovarsi e vuole davvero mettersi in gioco. Da subito! Per esempio, in Emilia Romagna, dove vivo, esiste una piccola realtà di persone che, insieme a me, ha cominciato a muoversi proprio in questa direzione. Niente di risolutivo forse, ma il bisogno di iniziare a prendere le misure con ciò che ci sta annientando è naturale e irrefrenabile. Perché vivere è un piacere, una meraviglia; non è uno strazio da sopportare o un intermezzo molesto da far passare in fretta. Dobbiamo ritornare a lottare per riprenderci in mano la nostra vita». l n

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PER SAPERNE DI PIÙ: www.enricomanicardi.it www.johnzerzan.net

n POTREBBE INTERESSARTI:

NOSTRA NEMICA CIVILTÀ Frammenti di resistenza anarchica alla civilizzazione

di Enrico Manicardi, John Zerzan Mimesis Edizioni pp. 331 - € 18,00 Per acquistare il libro scrivere a: posta@enricomanicardi.it Terra Nuova · gennaio 2019

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bioedilizia

La casa ecologica ora si può stampare La stampa 3D è a una svolta epocale. Fino a sette anni fa si realizzavano dei pupazzetti da 20 centimetri, oggi si è arrivati a stampare il primo modulo abitativo in bioedilizia con una stampante tutta made in Italy. E i protagonisti di questa avanguardia hanno una visione umanistica molto particolare del prossimo futuro.

a cura della redazione

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i chiama Gaia: è un edificio costruito in terra cruda, paglia e lolla di riso. Massima efficienza energetica e salubrità degli ambienti, per una casa che non necessita né di riscaldamento né di condizionatori, perché mantiene un

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comfort climatico ideale sia d’inverno che d’estate. Tutto molto bello, certamente, ma fin qui niente di nuovo. O meglio, niente di cui non abbiamo già parlato in questa rivista. La vera novità di Gaia, che merita tutte le no-

stre attenzioni, è il metodo con cui è stata costruita. Si tratta infatti della prima casa ecologica prodotta con una stampante 3D, con un cantiere di costruzione durato appena un paio di settimane.


Non vi parliamo di una prova sperimentale, ma del risultato concreto e replicabile portato a termine dalla Wasp di Massa Lombarda (Ra), frutto di una lunga affinazione tecnologica e di una buona progettazione, con una cura dei dettagli sorprendente. La definizione di stampa, se così si può dire, è molto accurata. La deposizione del materiale, a base di terra cruda, paglia e lolla di riso, viene controllata attraverso articolati intrecci in grado di conferire al contempo solidità costruttiva e variazione geometrica lungo l’intero sviluppo murario. La versatilità della progettazione computazionale viene infatti resa possibile nella pratica costruttiva grazie alla precisione e alla velocità della tecnologia 3D, ottenendo geometrie complesse, difficilmente replicabili con i sistemi tradizionali di costruzione. La realizzazione dell’involucro stampato in 3D, per un totale di 30 m2 di parete dallo spessore di 40 cm, ha richiesto complessivamente dieci giorni, con un costo totale dei materiali necessari per la muratura di 900 euro. Tutto l’occorrente per la costruzione di una casa di questo tipo, incluso i grandi bracci della stampante, sono contenuti in un kit, facilmente trasportabile con un container sul luogo dove si vuole costruire. A seconda del territorio e del progetto, si potrà ottimizzare la stampa con le giuste configurazioni. Come se si trattasse di stampare un semplice file. Il futuro è già arrivato, e non ce ne eravamo ancora accorti!

 Una pompa porta la malta all’estrusore guidato da un computer che gli indica la po-

sizione dove depositare l’impasto. Il muro di Gaia è stato finito in cento ore di stampa: circa 15 giorni.

 La versatilità della progettazione computazionale viene resa possibile nella pratica costruttiva grazie alla precisione e alla velocità della tecnologia 3D, ottenendo geometrie complesse, difficilmente replicabili con i sistemi tradizionali di costruzione.

Visione e concretezza A Massa Lombarda (Ra), un piccolo comune nel bel mezzo della Pianura Padana famoso per la frutticoltura, dentro una chiesa sconsacrata, lo scorso ottobre si sono ritrovati i massimi esperti di stampa 3D di mezzo mondo. Ci sono francesi, catalani, americani e i padroni di casa, la società Wasp appunto, per un incontro dal nome suggessivo: «Viaggio a Shamballa». Ovvero verso il luogo mitico e paradisiaco immaginato dalla cultura tibetana. Ma la vi-

sione del futuro in realtà si tinge di concretezza romagnola: «La nostra direzione di ricerca è quella di semplificare la tecnologia e metterla al servizio dell’uomo» testimonia Massimo Moretti, fondatore di Wasp. «La tecnologia non può essere messa solo al servizio del capitale per aumentare il fatturato. La tecnologia è uno strumento con cui potremmo trasformare la terra in un paradiso. Basta applicare il nostro sapere al bene collettivo».

Gaia ha fondazioni in cemento, stampato anch’esso in 3D, così da ottimizzare al meglio il consumo di questo materiale. Il muro è costituito da più pareti ondulate che sono state riempite all’interno con l’isolante termico (lolla di riso, in questo caso) e gli impianti, mentre all’esterno ci sono degli spazi vuoti Terra Nuova · gennaio 2019

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bioedilizia

dove passa l’aria per il raffrescamento estivo. La casa è oggi abitabile e a norma di legge. La classe energetica di appartenenza è di primo livello (A+4) con un consumo di 5,46 kW/h a metro quadro in un anno. All’interno è presente una struttura in legno lamellare certificata che sostiene il tetto di legno. In un futuro non lontano, e quelli di Wasp lo stanno sperimentando, ci saranno delle case che potremo stampare completamente fino al tetto. «Il modulo di stampa è esagonale ed è espandibile; con due esagoni accostati possono funzionare fino a quattro estrusori in contemporanea» spiega Moretti. La terra che è servita per realizzarla è stata prelevata accanto alla casa; nel buco della piccola cava è stato fatto un laghetto dove ci sono pesci che apportano azoto all’acqua e quest’acqua alimenta un sistema di orto verticale che la purifica e fa cre-

scere 300 piante in otto metri quadri. «Noi ci siamo ispirati alla vespa vasaia, che è il nostro modello economico. La vespa prende quello che trova, ovvero il fango, e lo deposita seguendo una sua disposizione interiore, gli dà forma per dare un servizio ai suoi bisogni. Ecco perché per la nostra azienda abbiamo scelto il nome Wasp (vespa in inglese, ndr)».

Un esempio di economia circolare «Sogniamo una società dove le macchine sono al servizio dell’uomo e non del mercato. Dove le persone hanno per diritto di nascita cibo, casa, salute, energia, lavoro e cultura» dice convinto Massimo Moretti. E il loro progetto va in questa direzione. L’azienda di Massa Lombarda, pur potendosi vantare di una cultura tecnologica d’avanguardia, rimane un posto dove poter respira-

re un’aria di umanità: ci sono molti ventenni che spiegano il loro lavoro a dei cinquantenni; e ci sono anche degli anziani che sono venuti a dare un’occhiata. Si parla di open source, di condivisione che fa lavorare meglio la ricerca, ma anche di brevetti. Il futuro è ancora tutto da realizzare. La costruzione di Gaia è cominciata lo scorso agosto e il muro è stato finito in cento ore di stampa (circa 15 giorni). «Abbiamo preso i materiali a distanza massima di 100500 chilometri» testimonia Teresa di Rice House, startup italiana che opera nel campo della bioedilizia, partner del progetto. «È veramente niente se li paragoniamo alla lastra di cartongesso o polistirolo che viaggia per 15.000 km e che diventa un rifiuto speciale appena viene smontata. Viviamo il 98% della nostra vita in un edificio e con i materiali industriali con cui si costruisce la

 Gaia ha fondazioni in cemento (anch’esso in 3D), mentre il muro è costituito da più pareti ondulate riempite con l’isolante termico (lolla di riso, in questo caso) e gli impianti. La casa è oggi abitabile e a norma di legge, con classe energetica di primo livello (A+4) e un consumo di 5,46 kW/h a m2 l’anno.

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maggior parte delle case oggi siamo sottoposti a un inquinamento interno molto elevato. La casa di terra, se progettata correttamente, permette il mantenimento di un grado di umidità e temperatura costanti per tutto l’anno. In questo luogo abbiamo pensato l’entrata a sud-ovest con una grande vetrata per catturare l’energia del sole in inverno, e uno sporto del tetto per impedire che entrino i raggi solari in estate. Se fossimo in Sicilia l’entrata sarebbe a nord, mentre in Norvegia sarebbe a sud. Anche la texture del muro potrebbe essere diversa a seconda che debba immagazzinare calore o disperderlo». L’idea su cui concordano i vari soggetti presenti al convegno è quella di superare il modello dell’architettura industriale, che prevede la costruzione di case uguali in tutti i continenti del mondo. La casa progettata e stampata in loco, al contrario, potrebbe essere più adattabile ai materiali presenti, alle culture ed esi-  All’interno è presente una struttura in legno lamellare certificata che sostiene il tetto genze locali. di legno.

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La terra viene lavorata con una motozappa, setacciata e messa nella molazza, una macchina impastatrice di malte per edilizia, utilizzata nel centro e sud Italia, e simile a un frantoio per le olive. Si aggiunge acqua, lolla di riso, paglia e calce idraulica. Una pompa porta la malta all’estrusore guidato da un computer che gli indica la posizione dove depositare l’impasto. Nel loro ciclo di vita i materiali hanno consumato pochissima energia, la terra non è stata cotta come nel caso dei mattoni e non è stata trasportata. La lolla e la paglia di riso sono state portate da Vercelli. Si tratta di scarti di produzione che normalmente vengono bruciati immet- «La tecnologia non può essere messa solo al tendo nell’atmosfera CO2. In futu- servizio del capitale per aumentare il fatturato. ro, l’azienda si propone di studiare anche delle soluzioni per utilizzare La tecnologia è uno strumento con cui potremmo fibre che si trovano in loco, come fibra di cocco, aghi di pino e così via. trasformare la terra in un paradiso. Per un muro di questo tipo è stato emesso un quantitativo di CO2 ri- Basta applicare il nostro sapere al bene collettivo». dicolo comparato con quello del – Massimo Moretti, fondatore di Wasp cemento, che per ogni tonnellata prodotta immette una tonnellata di anidride carbonica nell’atmosfera. E se la casa dovesse un giorno essere demolita? I materiali torneranno alla terra senza creare rifiuti e senza tici o dagli scarti della viticoltura a crediamo possa realmente funziorichiedere trasporti o energia. Un sale, cementi, geopolimeri. La gran- nare». vero modello di economia circolare. de opportunità però è quella di poTutto fa pensare che in un futuro ter utilizzare dei materiali naturali più lontano molte fatiche potranno Alcuni scenari futuribili sono per manufatti di pregio, a basso co- essere risparmiate. Possiamo consigià qui sto e con tempi ridotti. derarlo un rischio o un impoveri«Mettiamo che uno voglia realiz- mento della manualità? «Tutti i camLa tecnologia della stampa comprende la progettazione, la scansio- zare un forno in terra cruda» rac- biamenti generano dei momenti di ne digitale in 3D e la stampa, tecni- conta Massimo Moretti. «Chi lo sa disagio, ma è anche un momento di che che sono già utilizzate per le ap- fare ha un sapere che però non può potenzialità, dipende da come lo plicazioni più disparate. Con le essere condiviso facilmente. Mentre guidi» sostiene Moretti. «La stampa stampanti di oggi si possono creare in questo caso, quando tu hai fatto 3D è uno strumento che ti da già le scogliere artificiali in cemento o ce- un bel progetto, puoi inviare il file proporzioni, poi però tutte le finiramica in modo da favorire il ripo- a chi ha una stampante in 3D. Ren- ture, le rughe di espressione di una polamento con coralli e pesci. Nel di il tuo sapere al servizio di tutti. scultura, ad esempio, bisogna farle a biomedicale il paziente viene scan- Puoi inviare il progetto in Africa e mano. Quindi non è detto che si persionato in 3D e si stampano tutori su magari loro lo modificano e te lo da la manualità. È come quando si è misura, busti, protesi per arti artifi- mandano indietro, migliorando cominciato a fare i vasi con il tornio: ciali e ricostruzioni di pezzi d’osso. l’idea. Il sapere dell’umanità viene c’è uno strumento in più, nessuno ti Nell’architettura da interni si stam- messo in rete. La cosa importante è vieta di fare il tuo percorso personale. pano sedie, lampade, vasi, compo- che si creano delle fabbriche perso- Credo che le due conoscenze, quelnenti d’arredo originali e versatili. nali. La prima cosa che dobbiamo la manuale e digitale, possano inteAnche per la scelta dei materiali ci esportare è il sapere e il saper esse- grarsi, migliorarsi, andando di pari sono pochi confini: si va dalla pla- re autosufficienti. Saper dare alle per- passo. Per il bene di tutti». l stica al PLA derivato dal mais o da sone la conoscenza, e assieme alla cocanna da zucchero alla segatura, noscenza dare gli strumenti per ren- n PER SAPERNE DI PIÙ dalle polveri ricavate dagli pneuma- dersi indipendenti, è una via che noi www.wasproject.it - tel 0545 82966

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Comune di Bagnaia: la location per due grandi eventi

«I

l mondo negli ecovillaggi e gli ecovillaggi nel mondo. Pace, ecologia e giustizia sociale», questo il titolo della 23ª conferenza del Gen Europe (Rete europea degli ecovillaggi), che si terrà presso la Comune di Bagnaia (Sovicille, Si) dal 14 al 17 luglio 2019. Un’esperienza internazionale alla quale seguirà il Raduno estivo della Rive, anch’esso ospitato a Bagnaia, dal 19 al 21 luglio prossimi. Gli eventi saranno aperti non solo ai soci delle reti ma anche a chi è interessato a conoscere da vicino la vita in ecovillaggio e la rete europea che sta creando delle politiche comuni per rendere gli stili di vita sostenibili fruibili a un numero di persone sempre più ampio. «Siamo pronti per l’organizzazione della conferenza Gen-Global ecovillage network 2019 a Bagnaia che riporterà l’Italia al centro del movimento degli ecovillaggi europei» racconta Riccardo Clemente, co-presidente della Rive, «e mi sento di esprimere un grazie di cuore a tutti coloro che sosterranno la realizzazione di questo sogno. È la prima volta che una rete nazionale organizza una conferenza Gen in collaborazione con l’ecovillaggio ospitante, una bella sfida in cui sono impegnate con entusiasmo molte energie». Sono circa 120 le persone coinvolte nell’organizzazione, tra membri Rive, Gen e residenti di Bagnaia. Per il suo raduno annuale, invece, la Rive si sta preparando a ospitare centinaia di persone provenienti dall’Europa e dall’Italia offrendo momenti di dibattito in gruppo, spazi d’incontro, laboratori, giochi, musica e divertimento, cibo e prodotti a chilometro zero (gli ortaggi saranno coltivati principalmente a Bagnaia e in alcuni eco-

villaggi aderenti alla Rete italiana villaggi ecologici). Tanti saranno gli spunti di riflessione e confronto su temi caldi come migrazione, guerre e conflitti, ambiente e sostenibilità, relazioni tra i generi, diritti, solo per citarne alcuni. La Rive vi aspetta a Bagnaia per un luglio imperdibile! n PER INFO:

www.geneu2019.it - www.ecovillaggi.it

Rete di Reti: contaminarsi fa bene al mondo! A febbraio il primo appuntamento del 2019. arà il cohousing Il Fragolone a San Lazzaro di Savena (Bo) ad ospitare, nel weekend che va dall’1 al 3 febbraio 2019, il primo incontro dell’anno della Rete di Reti, la convergenza di reti e movimenti iniziata nel 2007 a cui partecipano diverse realtà, tra cui: Associazione per la decrescita, Bilanci di giustizia, Economia del bene comune, Movimento per la decrescita felice, Rete Italiana cohousing, Rete di economia solidale, Rete italiana villaggi ecologici, Società dei territorialisti e di cui Terra Nuova e Italia che cambia sono mediapartner. La Rete di Reti è nata con l’obiettivo di mettere insieme realtà che in modi diversi promuovono il cambiamento in Italia. Nel corso degli anni i membri della Rete hanno posto l’attenzione sulla creazione di relazioni e patti relazionali, sulla comunicazione condivisa e sulla conoscenza delle reciproche reti per una contaminazione di idee e per condividere azioni comuni. Tra gli obiettivi dell’incontro la scelta del nome definitivo della Rete, l’approvazione del manifesto, la decisione del luogo e del tema della scuola estiva 2019.

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n PER INFO: L’evento è aperto a tutti. Chi fosse interessato può

scrivere a retedellereti2017@gmail.com

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n emporio di prodotti ecologici, ma anche un luogo d’incontro e scambio culturale. La Cebi di Udine offre un vasto assortimento di articoli di bioedilizia, cosmesi, arredamento, libri e tanti altri prodotti pensati e creati nel totale rispetto della natura e dell’uomo. Federica, Simonetta, Gianni e Stefania sono i protagonisti odierni di questa storica cooperativa fondata nel lontano 1988 e da sempre fedele alla nostra rivista. «Siamo anche attivi con consulenze e incontri di formazione» spiega Federica. «Oggi che tutti parlano di bio, spesso ci si accontenta di informazioni superficiali e preconfezionate. Noi cerchiamo di fornire informazioni con la giusta competenza. Spaziamo dai prodotti per bambini ai microrganismi effettivi passando per le finiture naturali e l’arredamento ecologico». A marzo aprirà la nuova sede più vicina al centro culturale della città. La Cebi Centro Ecobiologico, viale Tricesimo 254, Udine, tel 0432 547688 - www.lacebi.it

Una libreria per amica ASCOLI PICENO

• Libreria Rinascita, piazza Roma 7

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• Libreria Editrice Agorà, via Garibaldi 8, Feltre • Libreria Quattro Sass, via Quattro Sassi 4/C, Seren del Grappa

BOLOGNA • Libreria Esoterica, via Castiglione 31 BRESCIA • Nuova Libreria Rinascita, Via della Posta 7 FERRARA • IBS Libraccio, piazza Trento Trieste FIRENZE • Libreria Rinascita, via Ridolfi 53, Empoli • IBS Libraccio, via de’ Cerretani 16/R IMPERIA • Assolibro-Libri al Mare, via Bonfante 42 LIVORNO • Libreria Lucarelli, corso Matteotti 93, Cecina MACERATA • Binariozero Libreria Equosolidale, Stazione Ferroviaria, San Severino Marche

L’

associazione Essere Pace si ispira agli insegnamenti del maestro di meditazione zen vietnamita Thich Nhat Hanh. Punto di riferimento dei tanti praticanti italiani che si ritrovano in diverse sedi o locali sparsi sul territorio, per quella che possiamo chiamare un’ampia comunità di pratica della presenza mentale. I libri di Terra Nuova di Thich Nhat Hanh sono un veicolo essenziale di questa attività culturale con sede legale in Abruzzo, ma con soci presenti in tutte le regioni. Scopo sociale è la divulgazioni degli insegnamenti del maestro, con la promozione degli incontri e dei ritiri in Italia e nella scuola di Plum Village. L’associazione raccoglie fondi per un progetto educativo in Vietnam a sostegno delle famiglie più povere e per garantire l’accesso all’istruzione altrimenti non garantito dallo Stato. Essere Pace, associazione di promozione sociale, sede legale: Frazione Villa Rossi Castelli (Te) - www.esserepace.org

Scopri e sostieni le librerie amiche di Terra Nuova Elenco aggiornato: www.terranuova.it/librerieamiche

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• Libreria Hoepli, via Hoepli 5 • Libreria Gruppo Anima, Galleria Unione 1, piazza Missori • Libreria Aleph, piazza Lima, mezzanino MM1 • Libreria della Natura, via Maiocchi 11 • La Memoria del mondo, Galleria dei Portici 5, Magenta • Parole Dolci, via Roma 62/m, Paderno Dugnano

• Libreria La Martinella, p.zza B. Scala 30, Colle Val d’Elsa

MODENA • Ubik, via G. Mazzini 15, Carpi

NAPOLI • Iocisto, via Cimarosa 20

PORDENONE • Libreria Al Segno, Vicolo del Forno 2

REGGIO EMILIA • Libreria All’Arco, via Emilia S. Stefano 3/d

ROMA • Libreria Scritti e Manoscritti, via Ancona 180, Ladispoli • IBS Libraccio, via Nazionale 254/255

TERNI • Ubik, corso Tacito 29

TREVISO • Centro Biblioteche Lovat, via Newton 13, Villorba

TRIESTE • Libreria Lovat, viale XX Settembre 20 - Stabile Oviesse (terzo piano)

UDINE • Libreria Moderna Udinese, via Cavour 13

VARESE • Libraccio, piazza XX settembre

VENEZIA • Libreria Moderna, via XIII Martiri 7, San Donà di Piave

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Queste pagine sono dedicate soprattutto ai contributi dei lettori: articoli, lettere, domande, commenti, critiche, foto, poesie, disegni, blog… e chi più ne ha più ne metta! Il materiale va spedito a: Terra Nuova dei Lettori, via Ponte di Mezzo 1, 50127 Firenze lettori@terranuova.it

LE CAMPAGNE DI TERRA NUOVA

Appello per una rivoluzione pacifica di Adriana Rocco

Se è vero, come è vero, che siamo a un passo da un punto di non ritorno, perché non impegnarci come individui di una comunità in pericolo, riconoscendo che il mutamento globale inizia con l’azione individuale di tutti coloro che manifestano la medesima aspirazione? Quale azione? Nel corso degli ultimi decenni abbiamo ricevuto istruzioni chiare, semplici, concrete, fondate sulla loro quotidiana esperienza, da due grandi maestri di vita impegnata in direzione della pace: il XIV Dalai Lama e Thich Nhat Hanh. Entrambi monaci buddisti perseguitati e costretti all’esilio, entrambi testimoni della violenza e delle atrocità della guerra, entrambi totalmente dediti a realizzare e trasmettere valori universali, sono riusciti a generare in se stessi una visione della realtà così profonda e libera da separazioni mentali, da divenire possenti artefici e veicoli di guarigione interiore per tutti noi.

«Per una rivoluzione pacifica – la rivoluzione della compassione – è necessaria una presa di coscienza. Un processo di trasformazione interiore che riconosce l’interconnessione di tutti e tutto. Sarà essenziale riconoscere il nostro potenziale di amore e di compassione per prenderci cura del Pianeta. Siamo parte del mondo tanto quanto il mondo è parte di noi». (Dalai Lama) Oggi la scienza conferma le verità universali fondamento della pluri-millenaria tradizione contemplativa: tutto ciò che vive è energia, vibrazione che si manifesta in innumerevoli forme in continua trasformazione; tutti i fenomeni sono interconnessi; il nostro pensiero incide sulla realtà tanto quanto un martello pneumatico; siamo gocce di un oceano di vita e ne determiniamo ad ogni istante la qualità. «Penso che questo debba essere il secolo della vera spiritualità, se dobbiamo sopravvivere. Essere spirituali significa essere stabili, calmi, in pace, saper guardare e ascoltare in profondità in noi e intorno a noi. Significa coltivare la capacità di riconoscere e trasformare i nostri veleni interiori: la rabbia, la disperazione, l’avidità, la discriminazione, e riconoscere l’interdipendenza tra le persone, le nazioni, le razze, tutte le forme di vita. Non è più un lusso. Ne abbiamo bisogno per superare le difficoltà del nostro tempo». (Thich Nhat Hanh, in Friends on the Path, Parallax Press) segue a pag. 92

Stop 5G: la campagna sostenuta dai lettori Sospendere l’installazione e l’avvio del 5G in attesa che vengano esclusi danni per la salute e non modificare al rialzo i limiti di legge per l’esposizione della popolazione: sono state queste le due convinte richieste cardine su cui si è incentrata la campagna promossa da Terra Nuova in collaborazione con Associazione Italiana Elettrosensibili, Associazione Elettrosmog Volturino Foggia, Associazione Obiettivo Sensibile, Comitato Oltre la MCS, Comitato No Wi-Fi Days, Oasi Sana, e con la dottoressa Fiorella Belpoggi (Istituto Ramazzini), Maurizio Martucci (giornalista e autore del libro Manuale di autodifesa per elettrosensibili), Alessandro Quadretti (regista del docu-film Sensibile). Grazie all’iniziativa di crowdfunding, già promossa negli scorsi numeri, è stato possibile pubblicare l’appello su media mainstream e i risegue a pag. 92

Morratoria perr il 5G

SI AP APPLICHI PPLICHI IL PRINC PRINCIPIO CIPIO DI PRECAUZIONE U Dal 1° gennaaio 2019 saraanno dispo onibili le nuove radiofr a equenze per la tecnologia wir w eless di quinta generazione a e, il cosiddetto 5G. Scienziati, i i i meedici di i e ric i ercatorii hanno h già llanciat i o moniti i i e appelllli per contenere questa avanzata, poichéé mancano valutazioni preliminari del po ossibile rischio per la salu ute della popolazione. Si prevedono wi-fi dallo spazio attraver e so droni in orbita e l’ in nstallazione dii milioni di nuove mini-an ntenne a microonde milliimetriche, ancche sui lampioni della luce, e che andranno a sommarrsi agli oltre ventimila wi-fi pubblici e alle decine di migliaia di d antenne per telefo onia mobile 2G, 3G e 4G. 4 Ciò comporter e à un’esposizione masssiccia della popolazion ne all’ inquinameento elettromagnetico e si s preannuncia un innalzaamento delle soglie s limite per i valori di irradiazione. Non va dimen nticato che nel 2011 la IARC (International Agency for o Research on Cancer) ha classificato i caampi elettromagnetici dellle radiofrequenzze come possibili cancerogeni per l’uomo1. Peraltro, l’1 no n vembre 2018 il National Tooxic x ology Program ha diffuso il rapp porto finale2 di uno studio o su cavie animali; è emerrsa una «chiarra evidenza che i ratti maaschi esposti ad alti livellli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore». Il rapporto aggiungge che esistono anche «alcune evidenze di tumori al cervello e allle ghiandol i e surrrenali» i . E quii sii sta parlaando ancora dii 2G e 3G, ma ora si vuol in ntrodurre in modo ubiqu uitario, capillare e permaanente il 5G.

Nel marzo 2018, inoltr i e, sono stati diffusi i primi risultati dello studio condottto in Italia dall’Istituto Ramazzini di Bologna (Centr e o di ricerca sul s cancro Cesare Maltoni)3, che ha considerato esposizioni alle radiofr a equenze della telefonia o mobile mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefo oni cellulari del National Tooxic x ologgic Program, riscontrando gli stessi tipi di tumore. Infatti, sono o emersi aumenti statistticamente significativi nell’ incidenza deggli schwannomi maligni, tu umori rari delle cellule nervose del cuore, e nei ratti maschi del grup ppo esposto all’ intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi s hanno individuato un aumento dell’ incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio dell’N NTP: iperplasia delle cellulle di Schwann e gliomi maligni (tumori deel cervello) alla dose più elevata. In aumento è anche il numero di d persone colpite da eletttrosensibilità, malattia ambientale altameente invalidante. Sono quasi duecent e o gli scienziati indipen ndenti che, guidati dal profeessor Lennart Hardell, hanno sottoscritto l’appello4 per una moratoria del 5G. Un altro appello internazzionale ha già raccolto le adesioni di ricer e catori, cittadini e organ nizzazioni di 96 paesi5 e mette a disposiizione una bibliografia riccchissima, che attesta numerosi rischi biologici da elettrosmog. In Italia, una petizzione ha già raccolto miglliaia di firme6 e l’associazione ISDE Med dici per l’Ambiente ha ch hiesto al Governo «un piano di monitoraggio a dei possibili effetti sanitari s e una moratoria per l’esecuzion ne delle sperimentazioni 5G su tutto il territorio nazionale sino o a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblicci deputati al controllo ambientale e sanittario»7.

CHIE EDIAMO DUNQ QUE CHE IL GO OVERNO: • feermii l’avanzata v del 5G, in i pie iena applicazione i i deel principio i i i dii precauuzione, i finchéé non si si potraanno escludere dann ni a carico della pop polazione; • non innallzi i valori limite previsti dalla legge perr l’esposizione all’ in nquinamento elettromagnetic o o; • promuovaa uno studio epidem miologico a livello naazionale sui campi el e ettromagnetici. omagnetici Questa iniziatiiva di sensibilizzazione dellla popolazione è finanziata dal basso con un crowdffunding e promossa dalla rivista r Terr e a Nuova, con la collaborazio one di: Associazione Italian na Elettrosensibili, Associaazione Elettrosmog Volturino Foggia, Associazione Obiettiv O o Sensibile, Comitato Oltre laa MCS, Comitato No Wi-Fi Days, dott.ssa Fiorella Bellpoggi (Istituto Ramazzini),, Maurizio Martucci (giornaalista e autore del libro Manuale di autodifeesa per elettrosensibiili), Oasi Sana, Alessandro Quadretti (regista del docu-film Sensibile)

Per e saperne di più: iù ww ww.tterranu uova.it/ it/st stop5G o 5G NOTE: 1. www.iarrc.fr/en/media-centre/pr/2011//pdfs/pr208_E.pdf 2. www.nieh hs.nih.gov/news/newsroom/relleases/2018/november 1/index..cfm 3. www.ramazzini.org/ comunicato/ripettitori-telefonia-mobile-listituto-rramazzini-comunica-gli-esiti-dell-suo-studio 4. www.5gappeal.eu u/scientists-and-doctors-warn-o of-potential-serious-healtheffects-of-5g 5. www w .5gspaceappeal.org/the-app peal 6. www.change.org/p/presid denza-del-consiglio-dei-ministrii-limiti-pi%C3%B9-cautelativi-peer-i-campi-elettromagneticie-conseguente-sttop-al-5g 7. www.isde.it/comuniccato-stampa-isde-rinnova-la-rich hiesta-di-moratoria-per-lavvio-d delle-sperimentazioni-5g

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segue da pag. 91

Appello per una rivoluzione pacifica In altre parole ora è tempo di riconoscere che l’«homo sapiens» in noi deve lasciare il posto all’«homo conscius», sempre più consapevole di ciò che accade in se stesso, negli altri, sulla Terra, allenato nel sentire più che nel pensare. Possiamo finalmente guardare in profondità nella nostra mente e nel nostro cuore, riconoscere la nostra naturale connessione con tutti e tutto, annaffiare e concimare in noi i semi della comprensione, della fiducia, della calma, della stabilità, della libertà. La sofferenza, così come le nostre emozioni e percezioni, è di natura organica, si può trasformare. Possiamo diventare giardinieri artefici di bellezza nel giardino dell’Umanità.

segue da pag. 91

Stop 5G: la campagna sostenuta dai lettori scontri sono stati innumerevoli e costruttivi. È stato accolto con favore e partecipazione anche l’invito, che abbiamo esteso a tutti i nostri lettori e ai cittadini, a sollecitare i parlamentari di Camera e Senato ad impegnarsi per contrastare il ventilato innalzamento di legge delle soglie limite

Questo è l’appello, questo è l’au- rante di iniziazione all’arte della salute e gurio per salvare il Pianeta, cioè noi della pace. Da questo gennaio terrà mensilmente dei laboratori gratuiti per edustessi e i nostri cuccioli. Adriana Rocco (nella foto) da sempre lettrice e amica di Terra Nuova, è insegnante di Dharma nella tradizione del maestro Zen Thich Nhat Hanh. Condivide il suo cammino di vita attraverso «Il corpo che medita», un programma itine-

catori e genitori presso la Casa per la pace di Impruneta (Fi). Primo incontro: sabato 12 gennaio, ore 10.00-13.00 - contatti: tel 055 2312536, adrianarocco41@gmail.com n POTREBBE INTERESSARTI: Una guida per coltivare la consapevolezza nell’educazione n

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Prefazione di Jon Kabat Zinn

n PER APPROFONDIRE L’ARGOMENTO:

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di esposizione della popolazione all’elettrosmog. L’alleanza creatasi tra la comunità dei lettori del mensile e scienziati, ricercatori e associazioni di pazienti ha dimostrato che insieme si può fare sentire la voce di chi si mobilita per la tutela della salute, dei singoli e della popolazione. Abbiamo anche deciso di richiedere un incontro-audizione ai ministri dell’ambiente e della salute e alle Commissioni parla-

mentari competenti dei due rami del Parlamento. Terra Nuova ha confermato e conferma ogni giorno il suo impegno per la salvaguardia della salute e dell’ambiente e ringrazia chi ha deciso e decide di «percorrere un pezzo di strada insieme», nella convinzione che il bene comune è patrimonio da tutelare. n PER SAPERNE DI PIÙ:

• www.terranuova.it/stop5G

E se ci astenessimo dal cellulare? Buongiorno, scrivo per proporre un’iniziativa che immagino sia difficile da realizzare, ma che penso potrebbe servire forse più delle petizioni e degli appelli, perché andrebbe a toccare direttamente nel vivo i profitti. Naturalmente appelli e petizioni sono indispensabili e ringrazio coloro che si stanno attivando per informare sui rischi del 5G. Penso che una cosa che potremmo cercare di fare tutti per qualche giorno sarebbe l’astenersi dall’uso di cellulari e altre tecnologie e, dove per motivi di lavoro non è possibile, limitarsi esclusivamente alle chiamate indispensa-

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il

nomiche ai gestori, se ognuno di noi riuscisse a coinvolgere molti amici, bili. Così come il rifiutarsi di acqui- parenti e affini vicini e lontani. Crestare tecnologie 5G. Mi rendo con- do che oggi, anche i governanti siato che per chi come me ha ancora un no ostaggio di questi produttori e telefono fisso (e con il filo, che sap- possano reggere solo fino a quando piamo essere l’unico che non frigge assecondano questo mercato. i neuroni…) è facile dirlo, ma per tutGrazie e cari saluti, ti gli altri può essere impossibile. Però Bruna credo che per salvare la nostra salun POTREBBE INTERESSARTI: te e soprattutto quella dei bambini sarebbe proprio il caso di provare l’imMANUALE DI AUTODIFESA possibile, trovando il modo di far saPER ELETTROSENSIBILI SA UALE di AUTODIFE pere che si tratta di astensione vo- MAN BILI di Maurizio Martucci per ELETTROSENSI lontaria finalizzata a sensibilizzare i pp. 192 nostri governanti e produttori. Vedi tutte le opzioni di Credo che pochi giorni basterebacquisto su bero a determinare forti perdite eco- www.terranuova.it/ecocircuito MAURIZIO MARTUCCI

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DI TELEFONIA.


di Fabio Strinati

Ho sentito il cuore di una foglia pulsare dai rami di un albero ch’è padre protettivo dei fiori e dei frutti; ho sfiorato con le dita una sfilza di colori, la clorofilla in un abbraccio di salubre calore profumi d’animo buoni e odori fertili di una Natura creata per essere magica e rigogliosa. Ho assorbito il nettare del fiume in un nido strisciante dove nuotano i pesci che sanno ascoltare il silenzio o il tuono assordante di un temporale prole di una tremula nuvola partorita dall’inganno dell’uomo vile e tonto!

Ricordo i gamberi di fiume (crostacei dai piedi bianchi) ormai svaniti perchÊ stanchi di questo indigesto mondo, dispersi in un nonnulla a causa del perseverare, di un sadico coartare inquinare e sterminare‌ la vita che sulla Terra si nutre dei suoi ritmi normali (puntuali invece sono le vite degli altri a soccombere quando la demenza s’annida nei già offuscati pensieri spesso Occidentali), che regola il suo ritmo attraverso un metronomo scandito da un tempo che di ogni argomento ne conosce il senso; ricordo l’alba, quella di un tempo‌ che oggi scambiamo per il tramonto poichÊ sfruttiamo le ore a nostro comodo e piacimento!

AciditĂ di stomaco e moka d’alluminio Gentile redazione, nell’articolo ÂŤAciditĂ di stomaco: stare meglio in 10 mosseÂť (Terra Nuova di aprile 2018, ndr) sono stati dati vari consigli per affrontare il problema descritto. Non è stato però menzionato di evitare tutti gli utensili di alluminio, e anche il foglio di alluminio, che peraltro contiene anche piombo. Non sono i sali di alluminio a fare danno, ma è bensĂŹ la potenza omeopatica, che va nel cibo e i liquidi durante la cottura, ad essere distruttiva. Ed è lo stomaco che soffre, prima di tutto per chi ha uno stomaco delicato. Altri effetti collaterali dell’uso dell’alluminio sono mal di testa, raffredore, mal di gola, mal di pancia, diarrea, colite e tanti altri, a seconda del-

to dire: ÂŤCome mai il caffè che faccio a casa la mattina mi dĂ aciditĂ di stomaco mentre quello che compro al bar non lo fa?Âť. Il motivo è presto detto: le macchine del bar sono in acciaio. Adesso la gente comincia a capire, e compra macchinette di acciaio, cosĂŹ i produttori esportano quelle in alluminio in India, invece di smettere di fabbricarle! Grazie dell’attenzione, Kathlyn Golty n POTREBBE INTERESSARTI: ELISA CARDINALI e LAURA GOGIOSO

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la parte del corpo piĂš debole in ciascuna persona. Una delle fonti ÂŤgarantiteÂť per l’intossicazione da alluminio è la classica moka. Tante volte ho senti-

• L A

S A L U T E

N E L

P I AT T O •

Attenzione all’allume di potassio Scrivo in merito alla richiesta del lettore Francesco (Terra Nuova dei lettori, numero di dicembre) alla ricerca dell’allume di potassio. Faccio presente che anche se si tratta di un prodotto naturale bisogna fare molta attenzione perchĂŠ viene venduto nei mercatini ed in alcuni negozi senza alcuna avvertenza d’uso. A voce (ma l’ho anche visto scritto) si dice che è anallergico e non limita la traspirazione mentre è pro-

minativo del responsabile all’immissione in commercio ecc. prio l’opposto: l’allume di potassio Gianni restringe i pori bloccando la traspi- n POTREBBE INTERESSARTI: razione e quindi il cattivo odore e viene assorbito dalla cute cedendo alluminio per cui può causare irritazioni ed allergie. Infine, l’allume di potassio è da BIODIZIONARIO considerare come un cosmetico, di Erica Congiu quindi è sottoposto alle leggi della e Sauro Martella cosmetica, che prevedono: etichetpp. 128 ta con composizione, avvertenze Vedi tutte le opzioni di acquisto su per chi è allergico all’alluminio, no- www.terranuova.it/ecocircuito ERICA CONGIU e SAURO MARTE ELLA

Guida al CONSUMO CONSAPEVO OLE di cosmetici, detergenti e prodotti alim mentari

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Terra Nuova ¡ gennaio 2019

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dĆ’i letTori

A Madre Terra


segnaliIBro ALESSANDRA DENARO E GABRIELE BINDI

I CONCETTI CHIAVE DEL BUDDHISMO SPIEGATI DA THAY

I

l sutra del cuore è l’essenza dell’insegnamento buddhista e in tutto il mondo le coThich Nhat Hanh munità laiche e monastiche lo recitano quo0¸EPXVE VMZE HIP ÁYQI tidianamente. Ma cos’è un sutra? In sanscrito, la parola sutra significa letteralmente filo e nel suo senso originale indica una «breve frase», un «aforisma». Viene comunemente usato nella cultura indiana per indicare un insieme di insegnamenti sapienziali espressi in modo breve e sintetico; ma nel tempo la parola ha ampliato il suo significato sino a inUna nuova traduzione del Sutra del Cuore commentata dal grande maestro zen cludere anche componimenti molto estesi e articolati, e non solo componimenti brevi. L’altra riva del fiume propone uno dei sutra più importanti della tradizione buddhista in una nuova traduzione e con il commento del celebre maestro zen Thich Nhat Hanh. Un testo che ha avuto un enorme successo negli Stati Uniti e che Terra Nuova ha portato in Italia offrendo ai suoi lettori insegnamenti che possono portare luce, serenità, equilibrio e grande consapevolezza nella nostra quotidianità fatta di velocità, solitudini e talvolta mancanza di senso. Il sutra del cuore diventa così una lettura di grande ispirazione, capace di rendere l’essenza della filosofia buddhista alla portata di tutti.

n L’altra riva del fiume

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ELETTROSMOG: UN NEMICO DA CONOSCERE

È

A CURA DI

sempre più importante informarsi circa i rischi legati all’inquinamento elettromagnetico, sul quale sappiamo ancora poco, nonostante la nostra vita sia fortemente improntata all’uso di tecnologie che producono questo tipo di inquinamento: cellulari e wi-fi in FESA primis. DI TO AU di E AL NU MA SIBILI Siamo sicuri della tecnologia che ci circonda? per ELETTROSEN E degli effetti sull’organismo umano dell’ipercomunicazione di massa? Esiste un lato oscuro dell’era elettromagnetica? Maurizio Martucci, autore del libro, collabora dal 2012 con Il Fatto Quotidiano con un blog in cui affronta il problema ed è promotore e portavoce nazionale del Comitato No Wi-Fi Days. Nel suo manuale cerca di rispondere a queste e ad altre domande urgenti, anche in vista dell’arrivo del 5G, che dal 2019 verrà introdotto in Italia senza studi preliminari sul rischio. Collegata all’inquinamento elettromagnetico è l’elettrosensibilità, una nuova forma di malattia ambientale altamente invalidante, non ancora riconosciuta, che sembra colpire sempre più persone e della quale ancora si parla poco. Il libro raccoglie le testimonianze dei malati, gli studi clinici e i pareri degli esperti che si stanno occupando del fenomeno offrendo una prospettiva scientifica attraverso cui guardarlo. Per andare oltre il fronte negazionista che cela distorsioni metodologiche e confitti d’interesse. MAURIZIO MARTUCCI

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n Manuale di autodifesa per elettrosensibili di Maurizio Martucci Terra Nuova Edizioni - cod. EA 334 pp. 240 - € 12,00

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Medicina da mangiare´ di Franco Berrino pp. 280 - € 20,00 Franco Angeli Editore

Franco Berrino e le cuoche de La grande via propongono una selezione di ricette della salute per facilitare la vita a chi è in difficoltà a causa delle malattie, personali o dei propri cari. Un manuale prezioso in cui trovare informazioni dettagliare su quali cibi prediligere, su come cucinarli e su tutte le loro proprietà curative. Ampio approfondimento sul legame tra dieta e malattie, come tumore, sindrome metabolica, depressione, malattie autoimmuni.

Il massaggio del bambino´ di Rahel Rehm Schweppe pp. 90 - € 12,50 - Red Edizioni

Il contatto fisico è il mezzo più istintivo e naturale per trasmettere amore e protezione ed è per questo che il massaggio del bambino è praticato fin dalla notte dei tempi in tutte le culture. Ma gli effetti benefici che il massaggio ha sui piccoli non sono solo di natura affettiva: questa pratica favorisce il sonno e il rilassamento, rinforza il sistema immunitario, ha un effetto positivo sullo sviluppo cognitivo, allevia i disturbi a cui è soggetto il bambino nei primi mesi di vita. Con Cd audio.

Bioginnastica´ di Stefania Tronconi pp. 124 - € 12,00 - Red Edizioni

La Bioginnastica è una disciplina dolce che, attraverso un lavoro psicomotorio sul corpo, permette di raggiungere o ritrovare il riequilibrio posturale ed energetico, ovvero il nostro normale equilibrio. Le sedute di Bioginnastica presentate in questo libro propongono un lavoro di decontrazione, automassaggio, allungamento muscolo-articolare che, insieme all’ascolto di sé e alla percezione consapevole del proprio corpo, consentono di stare subito meglio.

Sugar detox´ di AA. VV. pp. 176 - € 18,50 - Red Edizioni

Un team di specialisti della salute e dell’alimentazione spiega perché lo zucchero è diventato il nemico più insidioso della dieta moderna e come liberarsene. Focus sulle alternative salutari allo zucchero con un programma detox di 12 settimane che combina dieta ed esercizio fisico. A completare il libro, 38 ricette sugar-free per mettere subito in pratica i principi della nuova dieta.


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Gente che essicca di AA. VV. pp240 - 16,00 € GCE Edizioni

Dado granulare, meringhe, pizze gluten free, snack per gli animali, omogeneizzati, barrette per sportivi: con un essiccatore è possibile fare questo e molto altro! Gente che essicca racconta una tecnica millenaria attraverso 75 ricette e tanti aneddoti, curiosità, domande e dubbi cui è bene rispondere prima di addentrarsi in questo affascinante universo.

I libri di Terra Nuova Edizioni possono essere acquistati in libreria, nei punti vendita del circuito nazionale negoziobio.info, oppure utilizzando il coupon a pag. 99 e nella nostra eco-libreria online www.terranuovalibri.it, dove troverete anche i titoli di altri editori, contrassegnati qui da una stella´. Tutti gli altri volumi possono essere acquistati in libreria o direttamente presso le case editrici indicate.

teatro L’economia circolare in scena Il nuovo spettacolo teatrale dell’Associazione Pop Economix racconta l’economia ai tempi dell’usa e getta, il dramma dell’inquinamento da plastica dei mari e la vicenda del giovane imprenditore canadese Tom Szaky che ha dato vita ad un’azienda in grado di trasformare gli scarti di cibo in concime e i chewing-gum in panchine. «Perseguendo il proprio interesse l’individuo spesso promuove quello della società» diceva il celebre economista Adam Smith, ma di questa idea e principio di fondo la nostra società ha abusato dando vita a un’economia distruttiva che ha riempito di scarti il Pianeta. Ma anche se la Terra sembra ormai essere vicina al collasso, «un’altra strada è possibile»: è questo il messaggio della piece che sottolinea la necessità di andare verso un rapporto nuovo tra produzione, consumo e ambiente basato su una nuova alleanza tra uomo e ambiente. Blue Revolution. L’economia ai tempi dell’usa e getta diventa così manifesto dell’economia circolare, quella che trasforma i rifiuti in ricchezza, e dell’economia civile, pensata da Antonio Genovesi proprio nello stesso secolo di Adam Smith, per cui il profitto è necessario ma è solo uno strumento per raggiungere il bene di tutti.

Attenti a quella lì! I danni ambientali della soia

L

a globalizzazione del cibo spazzatura ha il suo ingranaggio perfetto: la soia ogm. Concentrazione di potere, monocolture, produzioni industriali sono i cardini dell’impero del legume che a suon di deforestazioni, pesticidi e diserbanti si sta mangiando la foresta amazzonica. Un’operazione sapientemente orchestrata da un pugno di multinazionali che, con la complicità dei governi, impone nuove abitudini alimentari in tutto il mondo. La soia, infatti, serve principalmente per alimentare dei mega-allevamenti intensivi dislocati in Cina, e per portare quindi la carne sulle tavole e nei fast food dell’intero globo, anche nelle culture tradizionalmente più distanti come quelle orientali. In Brasile centinaia di migliaia di ettari sono già stati convertiti alla monocoltura, soppiantando le piccole produzioni e cancellando i diritti delle popolazioni locali. Soyalism è la naturale prosecuzione e trasposizione in pellicola de I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta (Minimum fax 2016), encomiabile lavoro del giornalista Stefano Liberti, autore del film documentario assieme a Enrico Parenti, regista e direttore della fotografia italoamericano. Presentato in anteprima mondiale all’International documentary film festival di Amsterdam e successivamente a Tutti nello stesso piatto di Trento, inizia adesso la distribuzione del film nelle sale. Un atto di denuncia dovuto su un fenomeno in continua espansione, che sta mettendo a repentaglio l’equilibrio sociale e ambientale del pianeta.

n Soyalism

regia di Stefano Liberti, Enrico Parenti documentario - Italia 2018 Per info: elliotfilms.info@gmail.com www.soyalism.com

n Blue Revolution. L’economia ai tempi dell’usa e getta da un’idea di Nadia Lambiase, Alberto Pagliarino, Paolo Piacenza con Alberto Pagliarino Per info: Beatrice Sarosiek, spettacolo@popeconomix.org www.popeconomix.org

Terra Nuova · gennaio 2019

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Mimmo Tringalle i llustrazioni di

Chiara Pasquallotto

A

VALENTINA LIBERA TUTTI

JULIA E LA SEQUOIA

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La storia di Julia Butterfly Hill, vissuta per 738 giorni su una sequoia per salvare una foresta, raccontata ai più piccoli di M. Tringale Illustrazioni di L.Colombini cm 20 x 29 - cod. EA205 pp. 40 - € 13,50

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Mimmo Tring gale Luna Colomb bini

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QUINOA, AMARANTO E GRANO SARACENO

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La dieta vegetariana e vegana per chi fa sport

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Toscana

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Idee e ricette per apprezzare le alternative ai cereali tradizionali

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LA DIETA VEGETARIANA E VEGANA PER CHI FA SPORT

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GENITORI E FIGLI Leonarrdo Pinelli e Maria Antonietta Zedda

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La dieta a dei primi 2 anni di vita determina la salutte e la longevità del e f uturo adulto. Consigli e menu per la mam mma e il bambino, a partire dal concepimento.

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I consigli di una nota ostetrica per un parto spontaneo, per restituire forza alle donne, benessere a mamma e bambino e contenere il dolore.

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STOP Porre limiti ai propri figli attraverso l’ascolto e il rispetto. Manuale pratico di un'educatrice Montessori di Catherine Dumonteil-Kremer cm 11,5 x 16,5 - cod. EA195 pp. 128 - € 8,50 (per gli abbonati € 7,23)

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Vita lunga e in salute Ricette e consigli per ritrovare l’energia e il benessere, e vivere appieno la terza età

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SIMONA MEZZERA

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Gravidanza: la dieta ideale

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GRAVIDANZA: LA DIETA IDEALE Consigli e ricette veggie per la salute della mamma in attesa

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Spunti di vista di Sabino Pavone*

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Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’amare A CORNICE IN CUI SI MUOVE L’ESISTENZA UMANA, in cui si snoda la corrente del tempo

della vita, è costituita da due scenari: uno esteriore, evidente, osservabile, che dipende dalla funzione che svolgiamo nel mondo, determinata dalla nostra individuale professione, dal ruolo (misurabile, quindi materialmente retribuito); e un altro più sottile, che si muove nell’intimità, cullando ed edificando valori, incommensurabile sul piano della retribuzione, o per meglio dire «diversamente retribuito». Gli incontri umani sono oggi prevalentemente vissuti nella prima dimensione. Ma il fatto che nei vari settori professionali ci sia una buona riuscita non dipende solo dalle competenze specifiche richieste dal contesto, ma anche dal grado di benessere interiore col quale lo si vive, partecipando in una certa misura con la totalità del proprio essere. Quindi la vita oscilla tra queste due «stanze» della dimensione umana, la propria biografia esteriore e quella interiore. Si può dire che chi vive nella grazia di soddisfare contemporaneamente queste due dimensioni della vita, cioè ama ciò che fa, chi si sforza di porsi davvero al servizio del prossimo, ha già conquistato un buon grado di benessere interiore: più profondamente e onestamente ci si conosce, più si sarà in grado di riconoscere i bisogni degli altri. Per questa via si può giungere alla conclusione che ciò che ci accade nella vita in gran parte dipende da noi, che il destino è il percorso che dobbiamo fare per incontrare noi stessi. Assistiamo in quest’epoca a importanti cambiamenti e qualsiasi essere umano dotato di amorevole curiosità e desideroso di agire non può esimersi dal sentire necessario un percorso educativo interiore che prenda poi forma e sostanza con i gesti esteriori che si compiono nel mondo. Auspico quindi che la vita possa essere, oggi più che mai, intesa come una palestra dove lo Spirito umano individuale si misura con prove sempre nuove accettando il principio che là dove vi è l’umano, nessun

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problema è risolto in modo definitivo, bensì richiede sforzo, manutenzione quotidiana. È una palestra dove gli strumenti sono in ciascuno di noi; ma per usarli al meglio dobbiamo andare oltre il nostro umano sentire, oltre la nostra ragione. Non è facile, ma del resto nulla oggi è facile. E questa difficoltà serve a smascherare i nostri alibi: «Io non ci posso fare niente», «non dipende da me». Meglio sarebbe coltivare l’idea evolutiva che ciascun Io, dalla posizione in cui si trova sullo scacchiere della vita, deve in primis considerarsi appartenente al tutto, a qualcosa di più grande. Porre le basi, depositare il seme di tutto questo è il compito degli educatori, ed è la mia personale esperienza quotidiana da trent’anni. E in coscienza e purezza di cuore, occorre ammettere che siamo tutti educatori, che lo riconosciamo o no. Lo è lo Stato, che non lo tematizza se non in forma ideologica e prescrittiva; lo è il singolo, nel suo porsi quotidiano perché comunque è di esempio; lo è la famiglia, nella sua dimensione privata, nonostante non abbia il tempo e la qualità di tempo per adempiervi; lo è la scuola, in cui è possibile dedicarsi professionalmente all’uomo in divenire, che è uno dei compiti più belli che esista. Molti insegnanti hanno sperimentato la gioia di un simile compito e molti la vivono al presente nella loro professione di maestri. Se il maestro riesce ad aprire al giovane uomo la via verso se stesso, può sorgere un senso di gratitudine verso l’occasione offerta dal destino per collaborare in questo modo al futuro della nostra società. Cogliere i bisogni evolutivi del prossimo: questo è l’ingrediente di base perché l’umanità del III° millennio inauguri un’epoca di decrescita dell’egoismo, vera miopia spirituale in tutti i campi della vita e del sapere. *Sabino Pavone è presidente della scuola Steiner-Waldorf Novalis, vicepresidente della Federazione nazionale delle scuole Steiner Waldorf e tra i fondatori del progetto Tutta un’altra scuola, la rete di esperienze educative all’avanguardia in Italia (www.tuttaunaltrascuola.it).


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