Santo? Dubito

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A cura della redazione di Adista

Santo? Dubito. Una lettura critica del pontificato di Giovanni Paolo II

Anno per anno, nome per nome, tutti i dati e gli eventi, i fatti e i misfatti, le contraddizioni e le ombre di un pontificato controverso. Dalla repressione della Teologia della liberazione ai controversi rapporti con dittatori, Legionari di Cristo e Opus Dei, fino allo scandalo degli abusi sui minori. Tutto quello che non avete mai letto sui media cattolici (e nemmeno su quelli laici), ma che avreste voluto sapere su Wojtyla...

Adista - terrelibere.org Edizione 1.0 [aprile 2011]

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Sommario Giovanni Paolo II, santo per miracolo Indiscutibile? Discutibile? Il pontificato di Giovanni Paolo II anno per anno, nome per nome… 1978 Diritti umani, ma non nella Chiesa 1979 Incomprensione per mons. Romero 1980 Più difficile lasciare il sacerdozio 1981 Gesuiti commissariati 1982 Prelatura personale all’Opus Dei 1983 Indagato vescovo pacifista in Usa 1984 TdL sotto processo 1985 Loreto: inizia l’era Ruini 1986 Gay condannati all’emarginazione 1987 Dimissionati Nardin e Zanotelli 1988 Imposto il giuramento di fedeltà 1989 Teologi destituiti, religiosi sospettati 1990 Vietata laurea al vescovo conciliare 1991 Vescovo destituito, teologo licenziato 1992 Restrizioni alla collegialità 1993 Ampliata l’infallibilità 1994 No al sacerdozio femminile

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1995 Destituzione del vescovo Gaillot 1996 Controversie sulla Veritatis splendor 1997 Paolini commissariati 1998 Punito pluralismo religioso 1999 Negata pastorale verso i gay 2000 Pio IX e Giovanni XXIII beati insieme 2001 Negato alle donne anche il diaconato 2002 Donne ordinate e scomunicate 2003 Barbero, Carini, Della Sala destituiti 2004 Zapatero richiamato all’ordine 2005 Shoah uguale “sterminio” per aborti

Santo nonostante... Santo perché? Seri dubbi Verso gli altari

Caro silenzio Dai fasti... ... al declino

Il caso latinoamericano Santi di “parte”

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Giovanni Paolo II, santo per miracolo Fu vera santità?, ci si potrebbe chiedere parafrasando il Manzoni alla morte di Napoleone. Il poeta lasciava «ai posteri l’ardua sentenza», dunque alla Storia. Nel caso di Wojtyla, morto il 2 aprile 2005 e beatificato in San Pietro il 1 maggio 2011, i posteri si sono espressi in men di 6 anni: il processo per la causa di beatificazione è iniziato praticamente subito dopo la morte di Giovanni Paolo II – sull’onda di quel «santo subito!» ritmato dalla folla ai suoi funerali – e per dispensa pontificia, dato che la normativa vigente prevede che non si dia avvio ad esso prima che siano trascorsi cinque anni dal decesso. Lo scorso 19 dicembre, papa Benedetto già autorizzava la promulgazione del Decreto sull’eroicità delle virtù. L’11 gennaio di quest’anno la Congregazione per la Causa dei Santi emetteva unanime sentenza affermativa, ritenendo miracolosa la guarigione dal Parkinson di suor Marie Pierre Simon, che aveva fortemente invocato il defunto papa.

Indiscutibile? Il processo canonico, ha detto il 25 febbraio scorso mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione, è stato una «conferma della totale trasparenza della sua vita come uomo e come sacerdote», una «conferma certa della fonte della sua coerenza, energia, entusiasmo, profondità e naturalezza» che è «l’incontro con Dio, il suo essere innamorato di Cristo e sentirsi amato da Lui». Come risulta da più testimonianze, per Giovanni Paolo II «il primo compito del Papa verso la Chiesa e il mondo è quello di pregare», in coerenza con un «percorso mistico» che, ha spiegato Oder, «si è profilato come un progressivo fare di se stesso 8


un anawim, il “povero d’Israele” che non ha altra speranza e altro punto di riferimento se non Dio». Questa «libertà interiore» che gli rendeva possibile il distacco dai beni materiali si esercitava anche nei confronti degli altri: «Sapeva ascoltare e accettare la critica, prediligendo la collaborazione»: senza rinunciare a «prendere posizioni difficili e scomode» per timore «delle reazioni delle autorità ostili alla Chiesa negli anni in Polonia» o per «l’incomprensione dell’opinione pubblica predominante negli anni del suo Pontificato». D’altronde non mirava al «proprio successo» ma ad «annunciare la verità del Vangelo e difendere la verità sull’uomo», a «portare il più grande numero di persone alla santità». Il popolo dei devoti, ha concluso, «non ha dubbi sulla singolarità del suo esempio».

Discutibile? Ma non è convinzione unanime che la vita di Wojtyla costituisca un esempio da seguire per un cristiano che voglia “vivere il Vangelo”. Basti pensare a quell’Appello alla chiarezza firmato nel dicembre 2005 (v. Adista nn. 87/05 e 89/06) da teologi di diverse nazionalità che elencava alcuni «punti» da valutare «criticamente» nel processo di beatificazione di Giovanni Paolo II (accanto agli aspetti positivi del suo pontificato, quali «l’impegno per la pace o il tentativo di ammettere le colpe storiche dei figli e figlie della Chiesa nel passato»): «La repressione e l’emarginazione esercitate su teologi, teologhe, religiose e religiosi»; «la tenace opposizione a riconsiderare – alla luce del Vangelo, delle scienze e della storia – alcune norme di etica sessuale»; «la dura riconferma del celibato ecclesiastico obbligatorio», «ignorando il concubinato fra il clero di molte regioni e celando, fino a che non è esplosa pubblicamente, la devastante piaga dell’abuso di minori da parte di 9


ecclesiastici»; «il mancato controllo su manovre torbide in campo finanziario» dell’Istituto Opere di Religione (la banca vaticana); «la riaffermata indisponibilità» ad aprire un «serio e reale dibattito sulla condizione della donna nella Chiesa»; «il rinvio continuo dell’attuazione dei principi di collegialità nel governo della Chiesa romana», malgrado le delibere del Concilio Vaticano II»; «l’isolamento ecclesiale e fattuale in cui la diplomazia pontificia e la Santa Sede hanno tenuto mons. Oscar Arnulfo Romero» e «l’improvvida politica di debolezza verso governi – dal Salvador all’Argentina, dal Guatemala al Cile – che in America Latina hanno perseguitato, emarginato e fatto morire laici, uomini e donne, religiosi e religione, sacerdoti e vescovi che coraggiosamente denunciavano le “strutture di peccato” dei regimi politici dominanti». Ognuno di questi punti è stato documentato da Adista – «anno per anno, nome per nome…», scrivevamo – nel numero 76 del 2003 (25 ottobre), pubblicato in occasione dei 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II. Perché la voce della storia non vada perduta nel frastuono delle celebrazioni incensanti del 1° maggio, abbiamo scelto di replicare quella raccolta di eventi che iniziano nel 1978, aggiornandola al 2 aprile 2005, momento della scomparsa, e accompagnandola con alcuni approfondimenti.

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Il pontificato di Giovanni Paolo II anno per anno, nome per nome… 1978 Diritti umani, ma non nella Chiesa Il pontificato di Wojtyla è ancora in una fase di “rodaggio”. Con un segnale rivelatore: il primo documento ufficiale ad extra del nuovo pontefice è una lettera datata 2 dicembre 1978 al segretario generale dell'Onu, Kurt Waldheim, in occasione del 30° anniversario della firma della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Il papa chiede alle Nazioni Unite e a tutti gli Stati di garantire e difendere in ogni modo i diritti umani e, in particolare, la libertà religiosa. Non una parola sull’impegno della Chiesa cattolica romana a difendere tutti questi diritti “al suo interno”. Una “omissione” che il suo pontificato non colmerà mai.

1979 Incomprensione per mons. Romero • Intervenendo in gennaio, a Puebla (Messico), alla III Conferenza generale dell'episcopato latino-americano, il papa attacca la Teologia della Liberazione (TdL) (Adista n. 22-24 febbraio 1979). • Il redentorista tedesco Bernhard Haering, per anni docente all'Accademia alfonsiana di Roma, viene convocato (27/2) dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (d'ora in poi, Cdf, l'ex Sant'Uffizio) che gli chiede l'impegno solenne di non criticare più l'Humanae vitae, l'enciclica con cui, nel 1968, Paolo VI aveva giudicato immorale la contraccezione. Il teologo rifiuta e perciò fino alla morte sarà emarginato dalla Curia romana.

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• Ricevuto in udienza dal papa a marzo, mons. Oscar Arnulfo Romero si rende conto della profonda “incomprensione” di Roma per il suo ministero nella difficile situazione di El Salvador. Andrà un po' meglio l'udienza del gennaio 1980, ma di lì a poco riceverà il terzo visitatore apostolico in 12 mesi (Adista nn. 10-12 maggio 1979, 27-29 marzo 1980). • La Cdf – senza un regolare processo – proibisce al teologo domenicano Jacques Pohier di presiedere assemblee liturgiche e di insegnare pubblicamente. Su Dio e sull'Eucaristia il teologo aveva espresso idee sgradite a Roma. Dopo il Vaticano II, era la prima volta che la Curia colpiva in questa misura un teologo (Adista nn. 14-16 maggio 1979, 15-17 novembre 1979, 29 novembre /1 dicembre 1979). • Il papa, pellegrino negli Stati Uniti, respinge la richiesta della rappresentante delle suore statunitensi di accettare l'accesso delle donne «a tutti i ministeri nella Chiesa». • In dicembre, il teologo olandese Edward Schillebeeckx viene “processato” a Roma dalla Cdf. Un processo dai toni pacati. Tuttavia, il grande teologo non sarà mai pienamente riabilitato (Adista nn. 26-28 novembre 1979, 13-15 dicembre 1979, 20-22 dicembre 1979). • La Cdf il 15 dicembre dichiara: «Il professor Hans Küng è venuto meno, nei suoi scritti, all'integrità della verità della fede cattolica, e pertanto non può più essere considerato teologo cattolico né può, come tale, esercitare il compito di insegnare». Il teologo aveva messo in discussione il dogma della “infallibilità papale”, parlando invece di “indefettibilità” della Chiesa (Adista nn. 7-9 gennaio 1980, 21-23 gennaio 1980, 31 gennaio / 2 febbraio 1980). 12


1980 Più difficile lasciare il sacerdozio • In gennaio, in un Sinodo dedicato all'Olanda, il papa obbliga i vescovi a far marcia indietro su tutte le aperture e le proposte lanciate negli anni precedenti dal Concilio pastorale olandese (Adista n. 10-12 gennaio 1980, 14-16 gennaio 1980, 4-6 febbraio 1980). • La Cdf il 14 ottobre emana norme restrittive riguardanti la dispensa dal celibato e la riduzione allo stato laicale dei sacerdoti che abbandonano il ministero. (Il Regno n. 22/80).

1981 Gesuiti commissariati • In ottobre il papa decide il “commissariamento” della Compagnia di Gesù, misura gravissima che provoca pacate ma pubbliche proteste di molti gesuiti (Adista n. 2-4 novembre 1981). • Nell'esortazione apostolica postsinodale Familiaris consortio (22 novembre) il papa ribadisce che i divorziati cristiani risposati non possono accedere all'Eucaristia o che debbono vivere come fratello e sorella (Adista n. 21-24 dicembre 1981).

1982 Prelatura personale all’Opus Dei • Il 29 giugno il papa scrive ai vescovi del Nicaragua per condannare la “Chiesa popolare” (quella collegata alle Comunità di Base e alla Teologia della Liberazione) (Adista n. 6-8 ottobre 1982). • Il 23 agosto il Vaticano – malgrado l'opposizione di molti vescovi spagnoli – erige la “Prelatura personale di Santa Croce e Opus Dei” (Adista n. 1-4 novembre 1982). 13


1983 Indagato vescovo pacifista in Usa • Il 25 gennaio il papa promulga il nuovo Codice di diritto canonico (per la Chiesa latina); in cui vengono spente molte speranze di rinnovamento innescate dal Concilio Vaticano II e rafforzato il centralismo papale (Adista n. 27-29 gennaio 1983). • A Managua, in marzo, il papa rimprovera pubblicamente padre Ernesto Cardenal, che ha accettato di entrare a far parte del governo sandinista. E, alla messa, zittisce la madri degli uccisi dai contras (i guerriglieri antisandinisti sostenuti dalla Cia) (Adista n. 14-16 marzo 1983). • La Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari in pratica obbliga suor Agnes Mary Mansour, delle “Sorelle della misericordia”, ad abbandonare l'Istituto, poiché non aveva accettato di interrompere la sua attività di direttrice presso i servizi sociali dello stato del Michigan (Usa) preposti al rimborso delle spese delle donne che abortiscono (Adista n. 20-22 giugno 1983). • Sotto indagine mons. Raymond Hunthausen, arcivescovo di Seattle, per le sue posizioni a favore del disarmo e dell'obiezione fiscale. La visita ispettiva, su incarico del Vaticano, è condotta da mons. James Hickey, arcivescovo di Washington (Adista n. 28-30 novembre 1983).

1984 TdL sotto processo • Sotto accusa da parte della Cdf il teologo della Liberazione peruviano Gustavo Gutiérrez: nelle sue riflessioni ci sarebbe «l'influenza del marxismo» (Adista n. 2426 maggio 1984)

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