Made in GOA guida alla città ibrida

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Made in GOA


Made in GOA

Guida alLA CITTà IBRIDA Giacomo Delbene Massimiliano Giberti

coordinamento editoriale Alessandro Avanzino impaginazione Barbara Ottonello stampa Grafiche G7 Sas, Savignone (Ge) · novembre 2016

prefazione di Manuel Gausa Navarro © 2016 Sagep Editori www.sagep.it ISBN 978-88-6373-463-8


I n dice GOA_ouver ture

GOA_schede

6

figura e sfondo

GOA_mixed para.docs

8

72

ac acquedotto storico

prefazione di Manuel Gausa Navarro

GOA_testi

94

GOA_tools

autostrada

12

i .being modern II. ibridi III. verso un atlante IV. outputs

104 150

ci corso italia

48

164

ce corso europa

criteri di definizione

IG00 crescita urbana: linea di costa IG01 localizzazione infrastrutture IG02 matrice morfologica e funzionale IG03 aggregazioni funzionali IG04 IG05 programmi, forme d’uso, tempi IG06 misure: sviluppo orizzontale IG07 misure: sviluppo verticale IG08 principi insediativi: sistema orizzontale IG09 principi insediativi: sistema verticale IG10 guida alla lettura delle schede

cM circonvallazione a monte

regole d’ingaggio

GOA_infograf ica

au

178

f ferrovia

52 196

s sopraelevata

206 208

GOA_bibliograf ia crediti


GOA_ouverture F IGU R A E S F O N DO

città di Genova, sono proprio i processi di gemmazione di nuovi organismi la cui natura è quella di un ibrido tra infrastruttura e architettura, tra città e paesaggio. Made in GOA parla della genesi, che solo in poche città europee è così evidente, di sistemi ibridi, generati dalla necessità di guadagnare spazio laddove la natura topografica del paesaggio rende questa operazione difficile, o dall’esigenza di muoversi più velocemente in verticale o, ancora, di massimizzare il valore del suolo, raddoppiandone o triplicandone a volte la produttività inventando altre superfici edificabili che prima non c’erano. Solo a Genova è possibile parlare allora di intensità simultanea tra oggetto e spazio, proprio perché risulta quasi

Nel 1962 Max Ernst dipinge Il giardino di Francia, una delle sue opere

impossibile, osservando certi fenomeni urbani, capire dove stia il confine

più sorprendenti ed inquietanti. Il quadro si organizza a partire da due

tra paesaggio, infrastruttura e architettura, ma soprattutto perché, dalla

immagini eterogenee nel loro trattamento formale: una figura femminile

somma di questi tre elementi si genera un nuovo paesaggio abitabile la

(tratta dalla Nascita di Venere di Cabanal), che si compenetra con una

cui forma tangibile è il risultato di un processo irreversibile.

rappresentazione del paesaggio che segue le tecniche cartografiche di mappatura del territorio.

Made in GOA nasce da un lavoro di catalogazione e di ricerca che

Se la mappa territoriale che seziona una porzione del fiume Loira

prosegue da più di venti anni, la cui base è il censimento di oltre un

è quasi bidimensionale, quella della figura femminile è tutto il

centinaio di sistemi ibridi sorti spontaneamente o a seguito di un chiaro

contrario: la volumetria data al corpo è perfetta. Questa figura si situa

progetto ingegneristico o architettonico, sul territorio di Genova. Quella

topologicamente sotto o dentro al paesaggio sezionato, ma per effetto

che viene presentata nelle pagine che seguono è solo una parte di

della sua rappresentazione si converte nell’unico rilievo emergente nel

un’opera di classificazione più ampia e in costante aggiornamento; una

dipinto. Seguendo la definizione di Ernst questo quadro potrebbe essere

selezione di casi paradigmatici attestati su alcuni dei principali sistemi

il fortuito incontro di due realtà distinte in un piano non convenzionale.

infrastrutturali della città: la linea Ferroviaria, la strada Sopraelevata Aldo

Sebbene solo a livello concettuale, avviene in questa opera l’incontro fra

Moro, la Circonvallazione a Monte, Corso Italia, l’Acquedotto storico,

due elementi basilari della pittura e della composizione architettonica

l’Autostrada A10, Corso Europa. Ogni progetto diventa l’occasione per

dello spazio, quello fra figura e sfondo, che produce la rottura definitiva

esplorare le potenzialità derivate dalla sovrapposizione del sistema

di questo binomio, stabilendo una nuova condizione: quella dell’intensità

infrastrutturale con quello naturale, sia che si tratti di dover sottrarre

simultanea tra oggetto e spazio.

spazio al mare che di guadagnarne sezionando o sbalzando rispetto alla

L’idea che la figura e lo sfondo, l’architettura e il paesaggio all’interno

collina. Il risultato sono organismi autonomi da un lato, ma incapaci di

del quale questa agisce, si scambino continuamente di ruolo, conduce ad

funzionare efficacemente senza la presenza dell’infrastruttura che li ha

un processo progettuale in cui spazio del moto e tessuto antropizzato si

generati: si tratta di scale, ascensori, rampe, ponti, pontili, funicolari che

combinano l’uno nell’altro, in cui l’infrastruttura diventa medium capace

diventano simultaneamente spazi pubblici, parcheggi, locali commerciali,

di assorbire le potenzialità di espressione ed azione del paesaggio stesso.

case, ristoranti, giardini e viali alberati. Sono la possibilità per il progettista di abbandonare le regole compositive

6

Se è possibile imparare qualcosa dalla lettura dei sistemi artificiali che

o normative che la disciplina gli ha consegnato, per ibridarle con intuizioni

hanno inciso, compenetrandolo, l’anfiteatro naturale nel quale sorge la

e soluzioni che solo un territorio come quello di Genova può suggerire. 7


Ig01

localizzazione infrastrutture

F Ferrovia AU Autostrada

cM Circonvallazione a Monte

cE Corso Europa

S Sopraelevata cI Corso Italia AC Acquedotto 54

55


uffici

stazione di servizio

verde

commercio

culto

ristorazione

residenza

parcheggio

manutenzione mezzi

belvedere

collegamento verticale

sport

ricettivo

PROGRAMMA FUNZIONALE manifattura

commistione

sovrapposizione

non complesso

complesso

in lotto aperto

sulla infrastruttura

interstizio

AC

RAPPORTO

aderenza

Ig02

CONDIZIONI LOTTO

Mura delle Grazie Ponte Monumentale Tetto Parcheggio Arconi Abitati Bocciofila Colombo

AU

cM

Serre Autostrada Copertura Urbana Parcheggio Columbia Parcheggio Corso Firenze Ascensore Castelletto Parcheggio Corso Paganini Parcheggio Barsanti Ponte Caffaro Giardini Barbagelata Ascensore Magenta Crocco Funicolare Sant’Anna Parcheggio Palestro

cE cI F S 56

Muraglione abitato Uffici Corso Gastaldi Filiale Intesa San Paolo Tetto Parcheggio Parrocchia S. Pietro e Bernardo Giardini Gilberto Govi Molo Urbano Loggia del Principe Massicciata ferroviaria Ponte ferroviario Molo Pescatori Spirale San Benigno Coop San Benigno/ Di Negro 57


dati di base

Ig10

criteri di definizione del programma

r s r

f

s

Infrastruttura di riferimento

guida alla lettura delle schede

f

s

dimensioni data di realizzazione

Infrastruttura di riferimento

f

s

Opportunità di scala

f

s r s r

f

s

r

Necessità di rete Necessità di scala

f

r

f

r

s

AC

r

f

Opportunità di rete

acquedotto

principi di relazione con l’infrastruttura

AU

Lineare

autostrada

Puntuale

cM

circonvallazione a monte

cE

s

sf fr f fr r s

s

f

s

corso Europa

cI

corso Italia

Rete

r

f

s

r

strumenti compositivi Appoggiare

r

Incastrare

F

ferrovia

s

f

s

f

S

Connettere

s

r

f

r

rInserire

sopraelevata

200 150 100

68

r

f

s

Coprire

grafico isocrone in Pianta

grafico isocrone in sezione

Inquadramento plainimetrico dell’ibrido

Distanza dall’ibrido [m]

Distanza espressa da una scala metrica

Tempo impiegato in assenza di collegamento ibrido [min]

Distanza espressa in rapporto al tempo di percorrenza [min]

f

r

s

f

r

200

150

50

s

50

100

5’ 4’ 3’ 2’ 1’ 1’ 2’ 3’ 4’ 5’

50

f

s

f

5’

100

4’

3’

r 2’

r

1’

40 m

r

f

s

s

Tempo impiegato in presenza di collegamento ibrido [min]

s

1’ 2’ 3’ 4’

f

150

5’

200

m

r

min 4’ min

69


Ig10

guida alla lettura delle schede

localizzazione sull’infrastruttura

AC

acquedotto

AU

PROGRAMMA D’USO/ FREQUENZA D’USO superficie occupata da ogni funzione

autostrada

affluenza giornaliera dell’ibrido

cM circonvallazione a monte

cE

corso Europa

cI

corso Italia

dislivello coperto

F

altezza complessiva confrontata con la torre S.Benigno (Matitone)

ferrovia

S

sopraelevata

lunghezza coperta lunghezza complessiva confrontata con la Royal Caribbean

70

FUNZIONI/FORME D’USO

TOPONOMASTICA

Si tratta dell’identificazione dei programmi funzionali e delle potenzialità d’uso attivate dall’ibrido o ad esso relazionate

Identificazione degli elementi primari che caratterizzano l’edificato e la viabilità esistente.

71


AC

ACQUEDOTTO STORICO

sistema in struttura, prevalente ad archi

44°24’49.6”N 8°56’27.1”E

12 km. XV sec.

_INFO

Ponte Monumentale Mura delle Grazie

Tetto Parcheggio

Arconi Abitati

La rete idrica di Genova è un sistema complesso che si è generato a partire dalla natura idrografica del territorio sul quale si è consolidata la città. Se il sistema di smaltimento delle acque è ancora basato sostanzialmente sulla presenza di canali e rii naturali, quello di adduzione di acqua potabile ha dovuto inventare una nuova natura indipendente che la distribuisse superando pendii, e avvallamenti. Ogni soluzione tecnologica adottata per la realizzazione dell’acquedotto ha come finalità la continuità del sistema stesso. Nella porzione extra-urbana del suo tracciato, l’infrastruttura necessita di opere ingegneristiche per superare gli accidenti topografici; queste divengono segni territoriali che catalizzano altri interventi, i quali assumono la natura di ibridi. Quando invece ci si addentra nella città, la natura inclusiva dell’infrastruttura fa sì che questa si carichi di altri ruoli, diventando traccia urbana, ad esempio strada o ponte, mentre in altri casi si declina in soluzioni ardite che la contaminano con l’edificato vero e proprio. Bocciofila Colombo

72

73


AC1

Mura delle grazie

acquedotto

44°24’12.9”N 8°55’53.7”E

Via Mura delle Grazie

180x9x50 1500 circa

r

criteri di definizione del programma

OPPORTUNITÀ DI RETE principi di relazione con l’infrastruttura

00

RETE

2 0

15

strumenti compositivi

INSERIRE

00

1 50 50

_INFO

1’

0 10

2’ 3’

0

15 0

20

4’ 5’

diagramma crono-altimetrico 40 m

200

4’

150

5’

4’

3’

2’

100

50

50

100

150

200

2’ 1’ 1’ 2’ 3’ 4’ 5’

3’ 1’

1’

2’

m min

3’

4’

min

Lungo via Mura delle Grazie, l’acquedotto storico compare a tratti, riconoscibile dalle lastre di copertura presenti sul tracciato stradale e terminando nella cisterna presso Santa Maria delle Grazie, costruita nel 1483. Nel 1632 le sue acque eccedenti furono incanalate nella fontana dei Cannoni del Molo, raccordando questa parte di acquedotto con quello più antico detto di Castelletto. Il sistema ibrido si giova della presenza nelle mura di vuoti utili ad alloggiare i diversi sistemi di collegamento verticale tra Via Mura delle Grazie e Piazza Sarzano. L’intero manufatto si sviluppa principalmente su due quote, connesse tramite risalite pedonali e meccanizzate. Mura delle Grazie presenta alla quota zero alcune funzionalità tra cui un’officina, spazi per la ristorazione – ricavati all’interno delle mura – l’accesso alla metropolitana e alcuni parcheggi scoperti. Tutta l’area antistante è invece occupata da altre attività, tra cui un campo sportivo ed una zona camper; la quota più elevata è riservata alla sede stradale della parte finale di Corso Aurelio Saffi.

75


AC1 programma d’uso

mura delle grazie via mura delle grazie 180x9x50

intensità d’uso 0

24h

PIAZZA SARZANO

acquedotto storico

ingresso metropolitana

SISTEMI DI RISALITA

campo sportivo

SCALINATA S. ANTONIO ACCESSO PARCHEGGIO attività manifatturiere

persone

risalita pedonale risalita meccanizzata

via mura delle grazie

1%

dislivello coperto

110 m

varco molo giano

9m officine

parcheggi scoperti

126m

lunghezza coperta

362 m

76

via della marina

area camper

accesso PARCHEGGIO

77


S

SOPRAELEVATA

44°24’49.6”N 8°56’27.1”E

sistema viario in viadotto lunghezza 6.800 m. 1965

_INFO

Coop San Benigno/ Di Negro

Spirale S. Benigno

196

La Sopraelevata Aldo Moro è di fatto una tangeziale che supporta il traffico di attraversamento del centro di Genova, sulla linea di costa. Il suo nome la identifica come nastro stradale “sospeso” al di sopra della quota urbana. Questa sua natura di barriera tra fabbrica urbis e porto, la configura come sistema di ancoraggio e di copertura per molteplici organismi ibridi che si attestano tra e sotto il suo sedime. La questione della permeabilità reale dell’infrastruttura, già sottolineata dagli studi di Giancarlo De Carlo negli anni ‘80, è esiziale se si pensa a quanto l’archetipo in sè, una volta risolte le problematiche relative all’inquinamento acustico, sia a tutti gli effetti elemento di protezione a cui possono aggregarsi molteplici situazioni spaziali. Inoltre si tengano presenti i temi della “soglia” e di un approccio all’infrastruttura come “segno territoriale” (macchina del suono ad effetto del soffiare dei venti) o “ingegno cinematico” (macchina di visione della città all’offrirne una visione in quota ed in movimento).

197


S1

spirale san benigno

sopraelevata

44°24’32.1”N 8°54’10.3”E

Viadotto della Camionale S.Benigno

325x13x180 1935

r

criteri di definizione del programma

NECESSITÀ DI RETE principi di relazione con l’infrastruttura

LINEARE strumenti compositivi

CONNETTERE

1’ 200

150

100

100

50

50

200

150

2’ 3’

_INFO

4’ 5’

diagramma crono-altimetrico 40 m

200

5’

150

4’

100

50

50

1’

1’

3’ 2’ 1’

1’

100

150

200

m min

2’

3’

4’

min

La Spirale di San Benigno è uno dei punti chiave della viabilità genovese, sia per l’accesso che offre dal centro cittadino e dalle banchine portuali al casello autostradale di Genova Ovest, sia in quanto elemento viabilistico nevralgico della zona centro-occidentale della città. Il Nodo opera infatti come collegamento tra l’autostrada A7, il Terminal Traghetti, lungomare Canepa, la Sopraelevata ed il centro urbano. Alla fortissima componente infrastrutturale di questo sistema, corrisponde una altrettanto forte natura ibrida. L’impalcato su cui si attestano gli assi viari determina infatti la comparsa di spazi utili per l’insediamento di varie attività. Tra questi spazi distinguiamo due tipologie di volumi: quelli “passanti”, ovvero con affaccio sia verso l’interno che l’esterno del nodo, e quelli che, al contrario, possiedono un solo affaccio. Le funzioni ospitate sono prevalentemente di tipo manifatturiero (officine, riparazioni, depositi), mentre l’interno del nodo è occupato dall’associazione Music for Peace.

199


S1 programma d’uso

spirale san benigno viadotto della camionale

music for peace

intensità d’uso 0

325x13x180

STRADA E25

24h

sopraelevata

VIA ALBERTAZZI VIA ALBERTAZZI deposito

persone

attività ricreative attività manifatturiere

VIADOTTO DELLA CAMIONALE

1%

110 m

dislivello coperto

PASSO A VIA DI FRANCIA

427m

8m lunghezza coperta

362 m

200

DEPOSITI VIADOTTO DELLA CAMIONALE

VIA MILANO

OFFICINE

VIA BALLeYDIER

PIAZZALE S. BENIGNO

ACCESSO PIAZZALE S. BENIGNO

201


GOA_bibliografia

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207


Crediti_ Questo volume raccoglie gli esiti del Progetto di Ricerca di Ateneo, MADE IN GENOA la Città come Infrastruttura Ibrida, responsabile scientifico Prof. arch. Massimiliano Giberti, realizzato con il contributo dell’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura; finanziamento fondi PRA 2014. Il testo di pagg. 6-7 è opera di Massimiliano Giberti, i testi da pagg.12 a 51 sono opera di Giacomo Delbene e Massimiliano Giberti. I testi di presentazione delle schede ibridi di pagg. 73, 95, 105, 151, 165, 179, 197, sono opera di Giacomo Delbene e Massimiliano Giberti. Le elaborazioni grafiche e i testi di accompagnamento delle schede ibridi, sono stati realizzati da Martina Argiolas, Floria Bruzzone, Vincenzo Cosenza, Veronica Papetti, Beatrice Piola, Elisa Valli, curati, supervisionati e coordinati dagli autori. Le fotografie di pagg. 74, 78, 82, 86, 90, 96, 100, 110, 114, 118, 122, 126, 130, 134, 138, 142, 166, 170, 174, 180, 188, 192, 198, 202, sono opera di Massimiliano Giberti. Le fotografie di pagg. 106, 146, 152, 156, 160, 184, sono opera di Floria Bruzzone. In copertina: Il persico spigola, è un ibrido tra Morone chrysops maschio e Morone saxatilis femmina. Le due specie parentali sono una d’acqua dolce (M. chrysops) e l’altra marina ma fortemente eurialina e capace di formare popolazioni stabili in acqua dolce (©iStock).


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