C
Cuore in gola. Occhi persi in una pozzanghera buia. Ricordi opachi. Com’è lontano ieri. Avanti, lungo il sentiero. Colonne di fumo dolce e nero rapiscono i pensieri e sembra domani ma sono solo smarrito tra il nulla e ieri. Ancora una volta piedi pesanti e silenzio, avvolto in un sacco di nylon respiro il mio lamento. Eccolo, bastardo errante che porta medicamenti, dice: “Sono stanchi i tuoi occhi, non vedono che frammenti.” Strappami allora questi sterili globi dal cranio e riportami indietro o spediscimi lontano. Purché possa credere che ancora sono. Fermo. Lo stesso sentiero. Lo stesso nylon e lo stesso silenzio. Il respiro molto più lento. Il bastardo dal volto bianco mi ha ingannato e ora sono davvero cieco. Sarei voluto morire volando e guardando giù dal cielo e invece mi siedo e aspetto i draghi di questa notte, qui e ora. “Dai babbo, non esagerare!!! Ho sentito la tua voce quando appena nata mi hai detto ‘ciao bambina’. E ho aperto gli occhi ancora nuovi come la prima aurora.”
Oh, quegli occhi!! Che luce e che gioia. In un lampo tutta la vita. “Cogli allora dal fondo del cuore quell’eterno ricordo e colma tutti i timori. Non con i tuoi occhi ma con il più puro riflesso spalanca lo sguardo, e vola in alto nell’immagine senza nome.
Sopra il cielo bianco, oltre le nuvole bianche, sopra il cielo azzurro, oltre le nuvole azzurre. Dove ieri e domani sono solo illusioni.�