Murgia tarantina

Page 1

1


2


collana “le guida di Mappeditalia.it”

I COMUNI DELLA MURGIA TARANTINA INDICE TARANTO - -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 2 Cenni Storici -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 4 I nerario Turis co - -- -- -- -- -- -- - 5 Manifestazioni -- -- -- -- -- -- -- -- - 8 Gastronomia -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 9

LATERZA -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 26 Cenni Storici -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 28 I nerario Turis co - -- -- -- -- -- -- - 29 Gastronomia/Maiolica - -- -- -- -- - 30 Numeri U li - -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 31

PALAGIANO - -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 48 Cenni Storici -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 50 I nerario Turis co - -- -- -- -- -- -- - 51 Manifestazioni/Gastronomia - -- - 54 Numeri U li - -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 56

CASTELLANETA -- -- -- -- -- -- -- -- - 10 Cenni Storici -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 12 I nerario Turis co - -- -- -- -- -- -- - 14 Rodolfo Valen no-- -- -- -- -- -- -- - 15 Gastronomia -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 16 Numeri U li - -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 17

MASSAFRA-- -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 32 Cenni Storici -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 34 I nerario Turis co - -- -- -- -- -- -- - 35 Numeri U li - -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 37 Manifestazioni/Gastronomia - -- - 38

PALAGIANELLO -- -- -- -- -- -- -- -- - 58 Cenni Storici -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 60 I nerario Turis co - -- -- -- -- -- -- - 61 Manifestazioni/Gastronomia - -- - 62 Numeri U li - -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 63

MOTTOLA- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 40 Cenni Storici -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 42 I nerario Turis co - -- -- -- -- -- -- - 43 Manifestazioni -- -- -- -- -- -- -- -- - 44 Gastronomia -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 45 Numeri U li - -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 46

RINGRAZIAMENTI-- -- -- -- -- -- -- - 64

GINOSA - -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 18 Cenni Storici -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 20 I nerario Turis co - -- -- -- -- -- -- - 21 Manifestazioni/Gastronomia - -- - 22 Numeri U li - -- -- -- -- -- -- -- -- -- - 24

Martina Franca

Grottaglie

Sava

Manduria

Marina di Pulsano

1


TARANTO Taranto, capoluogo dell’omonima provincia in Puglia, è il secondo comune della regione per popolazione, capofila dell’area vasta taran na, che comprende 28 comuni. Situata nell’omonimo golfo, si estende tra due mari: il Mar Grande, lungo la costa esterna racchiusa nella baia delimitata a Nord Ovest dalla Punta Rondinella e a Sud dal Capo San Vito e dal Mar Piccolo, che cos tuisce un vasto bacino interno. Insieme a Pilone, nel territorio di Ostuni (Br) e a Santa Maria di Leuca (LE), rappresenta uno dei ver ci ideali del Salento. Il Mar Grande, chiamato più frequentemente “rada di Mar Grande” in quanto vi sostano le navi in a esa, è separato dal Mar Piccolo da un capo che lo chiude a golfo, orientato verso l’isola ar ficiale che cos tuisce il nucleo originale della ci à, collegato al resto del territorio tramite il Ponte di Porta Napoli, meglio noto ai locali come “Ponte di Pietra” ed il Ponte Girevole. Il Mar Grande è inoltre separato dal Mar Ionio sia dal Capo San Vito sia dalle Isole Cheradi di San Pietro e San Paolo, più la terza isola di San Nicolicchio, completamente inglobata nel polo siderurgico. Queste ul me formano un piccolo arcipelago che chiude perfe amente l’arco ideale creato dalla baia naturale del Mar Grande. I due seni del Mar Piccolo sono idealmente divisi dal Ponte Punta Penna Pizzone. Il primo seno ha la forma di un triangolo grossolano; il secondo seno ha invece la forma di un’ellisse, il cui asse maggiore misura quasi 5 km in direzione Sud Ovest-Nord Est. Nel primo seno inoltre, sfocia il fiume Galeso. La ci à che si specchia nel mar Ionio a 15 metri sul livello del mare, in una zona pianeggiante, è circondata, da Nord Ovest fino a Est, dall’altopiano delle Murge. Il territorio di Taranto è cara erizzato da tre penisole naturali e un’isola ar ficiale, formatasi in seguito al taglio della penisola originale eseguito durante la costruzione del fossato del Castello Aragonese. È sede di un grande porto industriale e commerciale e di un arsenale della Marina Militare Italiana, e della stazione navale. Vi si trova, inoltre, un importante centro industriale, con stabilimen siderurgici (tra i quali il più grande centro siderurgico d’Europa), petrolchimici, cemen feri e di can eris ca navale. È anche a va l’industria del liquore. Le a vità principali della provincia sono l’agricoltura, la pesca, l’industria nei se ori aeronau ci, chimico, alimentare, tessile, l’ar gianato, la lavorazione del legno, del vetro e della ceramica. Sia i ven sia le maree, insieme alle sorgen so omarine con diversa salinità, condizionano l’andamento delle corren di po superficiale e profondo tra il Mar Grande ed i due seni del Mar Piccolo. Nel Mar Grande e nella parte se entrionale di entrambi i seni del Mar Piccolo, sono localizzate alcune sorgen so omarine chiamate “citri”, che apportano acqua dolce non potabile mista a quella salmastra, donando alle acque del mare una condizione idrobiologica ideale per la col vazione dei mi li, comunemente chiama “cozze”. Il clima della ci à è picamente mediterraneo ma con non rare punte con nentali. L’inverno è generalmente mite e piovoso ma non sono infrequen le irruzioni di aria fredda da est, che di rado arrecano precipitazioni nevose. Molto calda ed afosa l’estate taran na, con valori che talvolta raggiungono i 40 gradi.

2

Taranto


CONSULENZA PROFESSIONALE QUALIFICATA FITOTERAPIA FLORITERAPIA FITOCOSMESI NATURALE E CERTIFICATA LINEA COSMETICA E FITOTERAPICA PER BAMBINI ALIMENTAZIONE BIOLOGICA E PER INTOLLERANZE ALIMENTARI AROMATERAPIA OLII VEGETALI PURI PER MASSAGGI CUSCINI DEL BENESSERE OGGETTISTICA E IDEE REGALO PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE FITOTERAPICI E Via Fior d’Arancio, 14/A Lama (TA) FITOCOSMESI Tel. 099/7770484 madre-natura-@libero.it PER ANIMALI

Taranto

3


CENNI STORICI La storia di Taranto è fatta di racconti leggendari, di eroi, di grandi culti, di popolazioni antiche e di importanti conquiste. Secondo uno di questi racconti, 2500 anni prima della nascita di Cristo, l’oracolo di Delfi rivelò allo spartano Falanto che, nei suoi viaggi di conquista, sarebbe arrivato nella terra di Saturnio dove, solo dopo esser stato bagnato da una pioggia caduta dal cielo sereno e senza nuvole, avrebbe fondato una nuova città. Il destino lo portò, sfinito dalla stanchezza, fino alla foce del fiume Tara. La moglie Etra pianse su di lui fiumi di lacrime per le mille difficoltà incontrate. La pioggia cadde dagli occhi di Etra e il responso si avverò: Falanto fondò la sua nuova città. Esiste anche un’altra vicenda mitologica legata alla fondazione di Taranto. Taras, figlio di Nettuno, navigando lungo le coste joniche vide emergere dalle acque un delfino, simbolo di fortuna. Taras decise allora di erigere le mura della città, all’interno delle quali sarebbe stato eretto un tempio dedicato al Dio Nettuno. Lo stemma della città riproduce, infatti, l’immagine del mitico Taras sul dorso di un delfino. Al di là delle affascinanti leggende mitologiche, è evidente, grazie alle fonti storicamente attestate, che Taranto, punto chiave dell’omonimo golfo, in posizione particolarmente protetta e tale al contempo da controllare e smistare la navigazione, divenne subito, nel contesto della Magna Grecia, una città di notevole importanza e attrattiva. Purtroppo di questo centro che fu potente ed insigne per manifestazioni culturali ed artistiche, restano ben poche testimonianze monumentali sotto l’abitato moderno, il cui rapido sviluppo ha talora determinato la scomparsa di resti prima esistenti. Proprio lo sviluppo edilizio ha, però consentito ritrovamenti fortuiti, che arricchiscono l’ampio patrimonio mobile proveniente dall’antica città e oggi conservato nel Museo Nazionale. Il primo insediamento greco sorse nel 706 a.C. sull’istmo che divide il porto interno (Mar Piccolo) da quello esterno (Mar Grande). I fondatori furono gli Spartani profughi dalla loro patria a seguito della guerra contro i Messeni. La tradizione è esplicita nell’indicare che i coloni furono accolti dai Cretesi e furono i primi ad intravedere in questa zona grandi possibilità di sviluppo: costruirono templi e palazzi, diedero nuovo impulso ai commerci, allo sfruttamento delle risorse terriere, alla crescita civile e sociale. Il nucleo iniziale crebbe nella lingua di terra compresa fra i due mari, oggi detta Città Vecchia e, verso la fine del V secolo, i quartieri abitativi si estesero anche nell’attuale Città Nuova. Qui sorge quanto resta dell’unico edificio religioso ancora visibile di Taranto greca: le colonne di un tempio dorico della prima metà del VI secolo a.C. Tratti delle mura, con filari di base in blocchi squadrati di calcare e resti di torri, sono in parte visibili presso il Mar Grande. Le tombe a camera delle necropoli, che si estendono dall’inizio del VII secolo all’età romana, completano i resti monumentali di Taranto greca. Assurta presto a notevole splendore, la città non presenta tuttavia una politica espansionistica di rilievo, almeno nei primi suoi secoli essa si orientò verso funzioni prevalentemente commerciali, che consistevano nello smistamento dei traffici provenienti dall’Oriente mediterraneo. Solo verso la metà del V sec. a.C. si manifestano attività di espansione verso occidente, che culminano con la fondazione di Eraclea. Successivamente, nella prima metà del IV secolo, Taranto raggiunse il massimo splendore sotto Archita, filosofo e uomo politico, capo di un’ampia confederazione delle città greche in Italia con sede ad Eraclea. La prosperità di Taranto divenne talmente grande che i cittadini furono costretti ad affidarsi a mercenari per difendere la loro splendida città. Tale situazione culminò con la venuta di Pirro, chiamato per difesa contro la grande potenza di Roma. Nel 272 a.C. Taranto si arrese ai Romani e, dopo una parentesi nella guerra di Annibale, tornò saldamente sotto il loro dominio. La situazione non mutò nemmeno con la caduta dell’Impero Romano, quando iniziarono a susseguirsi le diverse invasioni e distruzioni da parte di Ostrogoti, Arabi, Saraceni, Goti e Longobardi. I Bizantini risollevarono il destino di Taranto: la città fu ricostruita ad opera del Governatore bizantino Gongolano. Si assistette, così, ad un continuo susseguirsi di popolazioni: Normanni, Aragonesi e Borboni. Al centro del dinamismo mediterraneo, Taranto conquista una spiccata personalità sociale, civile soprattutto a seguito della Rivoluzione Francese quando nel 1866 fu costruita la basenavale. Nel 1877 la Marina Militare fece del Castello Aragonese un suo possedimento e fu inaugurato il famoso e importante Ponte Girevole. Via G. Garibaldi - Foto Franco Flauret

4

Taranto


ITINERARIO TURISTICO La ci à dei due mari si è sviluppata tra terra e mare ar colandosi in tre nuclei dis n : la Ci à Vecchia, isola dal 1500 grazie al canale navigabile; la Ci à Nuova, estesa ad oriente, con il cara eris co Ponte Girevole ed il cosidde o “Borgo”.

Ponte Girevole - Foto Antonio Flauret

La Ci à Vecchia (cuore di Taranto) Passeggiando per la “Marina”, lungomare interno che guarda al Mar Piccolo, si respira l’odore buono del mare, si ammirano i pescherecci a racca ed è qui che si svolge il commercio del pescato. L’acqua marina in questo punto non ristagna grazie alla presenza di fon d’acqua dolce che sgorgano dalla crosta so omarina e che rendono al Mar Piccolo la par colarissima condizione idrobiologia per la col vazione di buonissimi fru di mare e delle cozze, in par colare. Fa pochi passi verso l’interno, imbocchiamo Via Cava, circondata da complessi abita vi e monumentali di sugges va an ca bellezza. Sul versante opposto raggiungiamo il Lungomare Vi orio Emanuele II, più comunemente chiamato “La Ringhiera” che si estende fino alla Ci à Nuova. Qui il panorama mozza il fiato: bracci di terra accolgono il mare allungandosi verso le bellissime Isole Cheradi. Lungo la Ringhiera possiamo ammirare i Palazzi storici di Taranto: Palazzo Latagliata, sede del Palazzo di Ci à, e Palazzo Ama con linee e mo vi picamente se ecenteschi, sede di is tuzioni universitarie. Nel borgo medievale ammiriamo la Chiesa Di San Domenico Maggiore, edificata nel 1300 sulla preesistente Chiesa bizan na di San Pietro Imperiale. Sfarzosa è la scalinata barocca che conduce al portale ogivale con baldacchino e rosone. L’interno è a navata unica con qua ro splendide cappelle barocche in marmo policromo lungo il lato sinistro. Sul lato opposto arcate cieche danno equilibrio all’ambiente. La quarta cappella è dedicata alla Madonna Addolorata ed è curata dalla Confraternita di Maria San ssima Addolorata e San Domenico. L’altare, in s le barocco, ospita la statua della Vergine Addolorata della seconda metà del XVII secolo, che viene portata in processione il Giovedì Santo e durante la festa grande della confraternita, la terza domenica di se embre. Accanto alla Chiesa si trova il sontuoso Palazzo Pantaleo (1770). Il palazzo si affaccia sul Mar Grande, con l’ingresso principale sulla rampa Pantaleo a cui dà il nome. L’edificio presenta un asse o unitario ed è privo di un cor le interno. La facciata principale si presenta con un avancorpo e un ampio portale, dal quale sporge la ringhiera bombata in ferro ba uto della loggia sovrastante. Sono ancora visibili al piano terra un androne voltato ricco di profilature che ornano la torre merlata ed il leone dello stemma di famiglia, le stalle perfe amente conservate, la rimessa per le carrozze, nonché un ampio locale di servizio con ingresso indipendente su vico Civico. Al mezzo piano ci sono invece gli appartamen della servitù e la grande cucina con le maioliche originali bianche e azzurre. La Ca edrale di San Cataldo, ere a intorno al 1071 su res di un edificio sacro, è tra le più an che Chiese romaniche pugliesi. E’ dedicata al Vescovo di Rachan in Irlanda, morto a Taranto intorno al VII sec. La Ca edrale conserva le spoglie del Santo, ritrovate proprio durante la costruzione e custodite nella cappella. Recen restauri hanno ridato all’edificio le semplici forme originali, tranne che nella facciata barocca di Mauro Manieri (1713). Il prospe o della Chiesa, presenta nella parte superiore una finestra con sontuoso festone floreale sormontato dalla statua del Santo Patrono. Un ves bolo qua rocentesco, conduce nell’edificio sacro, che ha pianta basilicale a tre navate. Nella navata centrale, no amo lo splendido soffi o ligneo del XII secolo. Nell’altare centrale, tempestato di pietre preziose, si conserva il tesoro e numerose statue marmoree databili dal XVI al XIX secolo. Seguendo Via Duomo, incontriamo i complessi monas ci di Santa Chiara (1500), di San Francesco D’Assisi e palazzi nobiliari. Giungiamo fino a Piazza Castello. Subito si ammirano le colonne del Tempio Dorico dedicato, probabilmente, al dio del mare, Poseidone. Il Tempio di Poseidone è il tempio più an co della Magna Grecia ed è l’unico luogo di culto greco ancora visitabile nel Borgo An co. I ruderi del tempio erano ingloba nella Chiesa della SS. Trinità, nel cor le dell’Oratorio dei Trinitari, nella Casa Mastronuzzi e nel Convento dei Celes ni. Nel 1700 erano ancora visibili dieci spezzoni di colonne, ma furono rimossi e andarono dispersi durante il rifacimento del convento nel 1729. Verso la fine dell’o ocento, l’archeologo Luigi Viola ne studiò i res ed a ribuì il tempio al culto di Poseidone, ma esso è più probabilmente da me ere in relazione con le divinità femminili di Artemide, Persefone o Hera. Altri reper andarono dispersi con la successiva demolizione del convento nel 1926 e della vicina chiesa nel 1973. Le 2 colonne di ordine dorico rimaste a tes monianza dell’an co tempio magno-greco, più una base con tre tamburi o rocchi, furono realizzate in carparo locale ricavato dalla stessa acropoli, e rappresentano il lato lungo della “peristasis” del tempio, i cui res sono sta individua nel chiostro e nelle can ne del Monastero di San Michele, che fa da sfondo ai ruderi al fianco di Palazzo di Ci à. Affacciato al Mar Grande, troviamo il bellissimo Palazzo D’Ayala (1700), costruito nel XVIII secolo da don Ignazio Colonne - Foto di F. Flauret Taranto

5


Castello Aragonese

Marrese, che ne fece non solo la sua dimora, ma anche una residenza raffinata dove ospitare i ministri del re, gli ufficiali ed i subalterni. Il palazzo ha l’ingresso in via Paisiello e si affaccia sul Mar Grande, all’altezza di un grosso mas o pentagonale, il bas one Marrese. La famiglia Marrese, di origine francese, era soprannominata “cefali di Marrese”, proprio per l’affaccio del palazzo sulla zona riservata alla pesca dei cefali. Nel 1800 fu acquistato dalla famiglia d’Ayala Valva, di origine spagnola, che lo modificò sostanzialmente facendogli acquisire connotazioni rinascimentali. Sul lato opposto della Piazza troviamo il Castello Aragonese. Ferdinando d’Aragona, nel 1492, volle dotare la ci à di un possente edificio di difesa dalle incursioni provenien dal mare. E’ stato più volte rimaneggiato e dal 1887 è sede del Comando della Marina Militare. Ha pianta quadrangolare con qua ro torrioni cilindrici collega con massicci baluardi da larghe cor ne. Un quinto torrione venne abba uto nel 1883 per consen re la costruzione del Canale navigabile e del Ponte Girevole. Il castello ospita un Museo che custodisce reper archeologici so omarini e la Cappella di San Leonardo, nella quale si celebrarono le nozze tra il re di Napoli e Maria D’Enghien, vedova del Principe di Taranto Raimondo Orsini.

La Ci à Nuova La Ci à Vecchia e la Ci à Nuova sono collegate dal Ponte Girevole dedicato a San Francesco da Paola. Simbolo di Taranto, è stato costruito nel 1887 e completamente ristru urato nel 1958. Il Ponte Girevole cos tuisce mirabile opera di ingegneria navale che consente, a raverso meccanismi aziona ele ronicamente, la rotazione dei due bracci mobili a orno ad un perno per perme ere il transito del Canale Navigabile alle unità navali dire e all’Arsenale Militare o alla Stazione Torpediniere. A raversato il Ponte, imbocchiamo il Lungomare Vi orio Emanuele II. Alte palme e imponen oleandri si distendono tra il Mar Grande e gli edifici di epoca fascista che ospitano importan uffici pubblici. Il punto più panoramico è La Rotonda dalla quale l’occhio spazia fino ad ammirare le splendide Isole Cheradi. Dalla parte opposta sve a il maestoso Palazzo del Governo con al sonante prospe o ad arcate. Lasciamo il Lungomare per entrare nei “Giardini del Peripato”. Proprietà del Comune dal 1913, i giardini, ricchi di palme, pini, querce e siepi fiorite, offrono l’opportunità di trascorrere ore di sano relax e di sicuro svago per i più piccoli. In Corso Umberto visi amo il Museo Archerologico Nazionale. Esso custodisce una delle più importan raccolte archeologiche ed ar s che dell’Italia meridionale. Si suddivide in tre sezioni: quella dedicata alla società taran na di età greco-romana, quella topografica e quella preistorica, con materiali che vanno dal Paleoli co all’età del Bronzo. La sezione “taras” è quella che custodisce l’illustre passato magno-greco della ci à. Ricordiamo, inoltre, la presenza della kore del 500 a.C., la testa di Afrodite e gli Ori di età ellenis ca (IV – II sec. a.C.). Il Borgo A breve distanza dal Ponte Girevole, superata Piazza Garibaldi, imbocchiamo Via D’Aquino, il salo o di Taranto, luogo di incontro per eccellenza. Ammiriamo la Chiesa del Carmine. Più volte rimaneggiata, ha oggi una sola navata a croce traversa. In fondo no amo il tabernacolo con il quadro della Vergine del 1977, costruito al posto dell’altare maggiore dell’800. Sul lato destro, in un’apposita nicchia si conserva un pezzo di colonna sulla quale l’apostolo Pietro, passando da Taranto, avrebbe celebrato l’eucares a. L’omonima Confraternita vi custodisce le statue che compongono la “Processione dei Misteri” del Venerdì Santo. In via D’Aquino si trova, inoltre, il Palazzo Degli Uffici, costruito negli ul mi decenni dell’O ocento, ospita alcune Is utuzioni culturali. Fra le stru ure moderne ricordiamo il grandioso Ponte Punta Penna Pizzone che con i suoi 1250 metri ha fornito alla ci à un importante strumento viario e la Conca edrale Gran Madre Di Dio, proge ata negli anni ‘70 dall’archite o milanese Giò Pon . Immaginata come una grande vela bianca protesa verso il cielo, la Chiesa si specchia nelle acque di tre vasche an stan . Nell’interno, si innalzano ai la del presbiterio due colonne che sorreggono simboli lega al mare. L’altare maggiore è in pietra e sul lato sinistro si apre un’ampia cappella dedicata ai cadu della Marina Militare.

6

Taranto


rbluebay@gmail.com

Blue Bay R

e

s

i

d

e

n

c

e

residence bluebay su facebook - skype: residence.bluebay Via Pescherecci, 16 - 74122 Lama (TA) - Tel. 099.9940776 Cell. 388.4280137

Laboratorio di Restauro AntichitĂ dei F.lli Buttiglione s.n.c.

Via Muraglie, 21/23 - 74017 Mottola (TA) - Tel.348.2486693/4 - 099.8862624 www.antichitarestauro.com info@antichitarestauro.com Taranto

7


RITI, MANIFESTAZIONI E FOLCLORE Foto di Antonio Flauret I RITI DELLA SETTIMANA SANTA I Riti della Settimana Santa di Taranto rappresentano uno degli eventi più importanti che si svolgono nella città a partire dalla Domenica delle Palme. In quel giorno, i segretari dei priori delle due principali Confraternite di Taranto: quella dell’Addolorata (appartenete alla chiesa di San Domenico) e quella del Carmine (appartenente alla chiesa della Madonna del Carmine), bandiscono l’asta per l’aggiudicazione delle statue e delle poste delle due Processioni. Il ricavato viene devoluto in favore di iniziative benefiche. A partire dal Giovedì Santo, coppie di confratelli scalFoto di Antonio Flauret zi (Perdoni) della Chiesa del Carmine visitano le Chiese della Città dove sono allestiti i Sepolcri. Particolare è l’abito che indossano: camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero appeso in vita; un cappello nero bordato con nastro blu; un cappuccio bianco con due forellini all’altezza degli occhi; una corona di sterpi poggiata sul capo; guanti bianchi. I Perdoni portano, inoltre, una mazza alta circa due metri che simboleggia l’antico bastone dei pellegrini. Sempre il Giovedì Santo, alla mezzanotte, parte dalla Chiesa di San Domenico, sita nella città vecchia, la Processione dell’Addolorata. La statua della Madonna viene portata in spalla dai Confratelli per tutta la notte toccando i più suggestivi angoli del borgo antico, passando all’alba sul Ponte Girevole e nelle vie del borgo per poi tornare nel pomeriggio del Venerdì Santo nella Chiesa di San Domenico. L’abito dei Confratelli è anch’esso particolare: camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero appeso in vita; un cappello nero bordato di bianco; un cappuccio bianco con due forellini all’altezza degli occhi; una corona di sterpi sul capo; guanti bianchi; scarpe nere con coccarde di nastro bianco. Nel pomeriggio del Venerdì Santo si muove dalla Chiesa del Carmine la Processione dei Sacri Misteri. Le statue di cartapesta raffiguranti i momenti della Passione di Gesù e la Sua Morte, sono portate in Processione dai Confratelli del Carmine. I Perdoni procedono scalzi con andamento (nazzicata) lentissimo, scandito dal singolare suono della Troccola (strumento che apre la processione), portata dal troccolante, e dalle marce funebri intonate dalle tre bande che accompagnano la Processione. Le statue dei misteri rientrano al Carmine la mattina del Sabato Santo. Statua di San Cataldo

FESTA PATRONALE DI SAN CATALDO I festeggiamenti in onore del vescovo irlandese hanno inizio la sera dell’otto Maggio con la rituale cerimonia “d’u pregge”: la consegna della statua d’argento del Santo dall’autorità ecclesiastica a quella civica. Successivamente, l’effigie del Santo viene portata a bordo di una nave della Marina Militare. Ha così inizio la processione a mare, con al seguito una miriade di imbarcazioni, pescherecci e motoscafi. Il momento culminante della manifestazione coincide col passaggio del corteo attraverso il Canale Navigabile, tra i fuochi d’artificio e il suono delle sirene delle barche. Dopo l’attracco nella città vecchia, la statua di San Cataldo viene portata in processione tra i vicoli, fino al rientro in Cattedrale. Il 10 maggio si celebra la Messa Solenne nel Duomo. Subito dopo si svolge la processione a terra. I fedeli seguono il Santo fino alla Chiesa del Carmine, e dopo una sosta, lo riconducono nella Cattedrale

8

Taranto


GASTRONOMIA I prodotti del mare sono l’ingrediente principale dei piatti tipici tarantini: la zuppa di pesce, i tubettini con le cozze, le linguine alle vongole, la teglia di riso patate e cozze e le “Chiancaredde” (orecchiette) con le cime di rapa sono solo alcuni esempi di gustosi primi piatti. Ottime le fritture di triglie, merluzzetti e calamari e naturalmente squisito il sapore di ostriche, noci e datteri gustati crudi o con alcune gocce di limone. L’olio extravergine di oliva, prodotto dalle numerose aziende agricole della provincia, è il migliore condimento per verdure, legumi ed ortaggi. L’olio extravergine di oliva Terre Tarentine è un olio d’oliva ottenuto dalle varietà di olivo Leccino, Coratina, Ogliarola e Frantoio presenti in percentuali variabili fra loro. Si caratterizza per il colore giallo verde, una fluidità media, una sapore fruttato con media sensazione di amaro ed una leggera sensazione di piccante. La coltivazione dell’olivo nella zona, ebbe inizio per opera dei Messapi nel X secolo a.C., ma fu con le successive colonizzazioni greche e fenice, che l’olivicoltura ebbe una maggiore diffusione e che le tecniche di estrazione furono perfezionate. Nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto, si posso ammirare crateri e anfore dipinte con scene mitologiche in cui l’olivo è protagonista. I maestri caseari, inoltre, offrono una vasta scelta di prodotti: caciocavalli, mozzarelle, pecorini, manteche, scamorze e burrate. Tra le carni la braciola è il piatto più noto, insieme alle polpette, l’agnello, il capretto e la salsiccia. I dolci sono sempre legati alle festività. Il Natale a Taranto comincia alle prime luci dell’alba del 22 Novembre, giorno di Santa Cecilia, con la preparazione delle “pettole” : palline di pasta lievitata fritta in olio bollente. Durante le festività natalizie, tra le tante prelibatezze, un posto di primo piano lo occupano certamente i “sannacchiudere” : piccoli pezzi di pasta preparata con vino bianco e succo d’arancia incavati, grazie al dorso di una grattugia, e fritti in olio bollente. Una volta raffreddati sono ripassati nel miele molto caldo. Nello stesso modo sono preparate le “carteddate”, la forma, però, cambia. Lunghe strisce di pasta, ripiegate a forma di rosetta, sono fritte in olio bollente e, una volta fredde, passate nel miele caldo. Durante le festività pasquali i dolci tradizionali sono: le “scarcelle”: pasta biscotto a cui viene data una forma fantasiosa (bambola, cestino o capretto), cotta in forno con un uovo al centro; i “taralli” e dolci di pasta di mandorla. Naturalmente ogni pietanza viene accompagnata da ottimo vino, che nella provincia di Taranto è una vera e propria vocazione, come il Primitivo di Manduria, il Negroamaro di Lizzano, il Bianco di Martina Franca che hanno conquistato la “denominazione di origine controllata”. A questi si affiancano numerosi altri vini di pregevole qualità: il Primitivo del tarantino, l’Aulon Pulsano e il Malvasia Bianco di Carosino.

Taranto

9


CASTELLANETA Castellaneta è un comune di oltre 17.000 abitan , situato nel cuore dell’area che cos tuisce C il Parco Regionale delle Gravine ed occupa la posizione mediana nella parte occidentale della provincia di Taranto che cos tuisce il cosidde o arco Jonico. Il suo territorio, fra i primi 100 comuni italiani per estensione, si estende dalla Murgia taran na fino al Mar Ionio e presenta una grande varietà di paesaggi e importan risorse storiche e archeologiche. E’ solcata da una serie di “gravine” e di “lame” (naturale prosieguo delle gravine con pare meno ripide) di origine carsica, che si dirigono verso il mare facendo confluire nel fiume Lato le acque che raccolgono durante le piogge. Ad ovest del territorio di Castellaneta troviamo una zona chiamata Montecamplo cara erizzata dalla presenza di profonde gravine e ricca di vegetazione con numerose varietà di erbe officinali. Il suo punto più alto (411 metri) è S. Trinità. Si chiama Bosco Pineto la fascia cos era lunga 10 chilometri nella quale è situato il centro turis co balneare di Castellaneta Marina. Il mare cristallino, le lunghe spiagge dalla sabbia finissima e dorata, discoteche, ristoran , centri commerciali, maneggi, alberghi e campi da golf fanno di Castellaneta Marina un’importante punto di riferimento per le vacanze es ve. L’agricoltura resta il se ore tradizionale dell’economia castellanetana con la produzione di o me uve da tavola, clemen ne del Golfo di Taranto e olive necessarie per la produzione dell’Olio delle TerreTaran ne.

10

Castellaneta


Castellaneta

11


CENNI STORICI Palazzo Baronale - Foto D’Ambrosio - wikipedia.org

Il primo nucleo abita vo di Castellaneta risale all’età del Bronzo con il ritrovamento di vasi, piccole acce e ed anfore avvenuto in località Minerva, fondata, in seguito da Iapigi e Messapi. Nel 272 i Romani conquistarono Taranto, ci à strategica nel Mediterraneo dominante su tu o l’arco ionico. Le ci à dell’Apulia insorsero contro Taranto, saccheggiando e distruggendo. Minerva venne rasa al suolo nel 411 d.C. da Alarico, re dei Go . Iniziò una lunga e dolorosa guerra contro i Go che si trascinò fino agli anni della dominazione bizan na (VI-XI sec. d.C.). Tra il 535 ed il 545, sui res dell’an ca Minerva, nacque un nuovo insediamento CASTANEA o

CASTANIA, ripopolato dagli abitan delle contrade vicine spin dagli invasori saraceni. La ci à crebbe ed anche il nome si trasformò prima in CASTELLUM UNITUM e poi in CASTELLANETUM. I Normanni espugnarono Castellaneta nel 1064 e, nel 1080, per volontà di Papa Alessandro II, nacque la diocesi di Castellaneta. Carlo D’Angiò sconfisse gli Svevi nel 1268 e Castellaneta divenne un feudo e poi ci à regia, ceduta, infine agli aragonesi. Nel 1434 la ci à ritornò nelle mani della famiglia D’Angiò, nel 1503 i suoi abitan respinsero l’assedio delle truppe francesi, guidate dal duca di Nemours e nel 1519 Castellaneta passò so o il dominio del fiammingo Guglielmo de la Crou. Ancora una volta, i ci adini fuggirono per scampare alle persecuzioni. La ci à cadde allora in rovina. I Caracciolo divennero i nuovi Marchesi di Castellaneta. Altri feudatari si avvicendarono fino al 1778. La seconda metà del XVIII sec. è cara erizzato da un periodo di rinascita culturale ed ar s ca. Nel 1799 i francesi invasero il Regno di Napoli. Nasce la Repubblica Partenopea. Uomini illustri, sacerdo e gente comune si riuniranno segretamente presso l’ex Convento di San Rocco, aderendo (1821) alla Carboneria. Nel 1860 i castellanetani votarono per l’annessione dell’ex Regno delle Due Sicilie all’Italia. I violen scontri provoca dai brigan locali costrinsero il Governo ad inviare nella zona la forza militare coadiuvata dai Carabinieri. Nel 1880 iniziarono le migrazioni oltreoceano. Nel 1895 nacque Rodolfo Guglielmi in arte Valen no. Castellaneta conserva il suo ricordo con un monumento ed un museo. Durante la Prima Guerra Mondiale numerosi castellanetani cadono sul fronte. In Piazza Municipio un monumento ricorda i cadu della grande Guerra. Nel 1943 i tedeschi occuparono la ci à. Lo scontro con gli Allea è dramma co. Una bomba tedesca sganciata dalla periferia del paese cade su Via la Marina, uccidendo 27 persone. Parco le gravine

12

Statua in onore di Rodolfo Valen no

Castellaneta


I

T E RN AZ

I

COMPRO

LE

PRE

NA

M

IN

O

O

ERCOLE D’ORO

O R O ARGENTO V it o N a ta le

ti of fr e di pi ù www.comproorovitonatale.it

MASSIMA ACCOGLIENZA

CASTELLANETA Arco dei Calderai, 74

MASSIMA VALUTAZIONE MASSIMA RISERVATEZZA INFO LINE

080 3026513 338 2370029 Castellaneta

le nostre sedi Santeramo (BA) - Via Ospedale, 24 Santeramo (BA) - Via Annunziata, 50 Laterza (TA) - Via Giambattista Vico, 15 Noci (BA) - Via Vittorio Emanuele, 6 Turi (BA) - Via Sedile, 48 Casamassima (BA) - Via Turi, 5d Acquaviva (BA) - Via Mons. Laera, 13 Alberobello (BA) - Via Montegrappa, 19 Adefia (BA) - Corso Umberto I, 4 Sammichele (BA) - Corso Vitt. Emanuele, 5 Conversano (BA) - Via San Lorenzo, 28 Palagiano (TA) - Corso A. De Gasperi, 16 Putignano (BA) - Via Cavour, 72

13


ITINERARIO TURISTICO Ca edrale di San Nicola Stradine stre ssime e case a strapiombo sul burrone (difesa naturale per la ci à), collegate da cunicoli so erranei o da corridoi aerei, cara erizzano il centro storico di Castellaneta che conserva ancora inta a la stru ura urbanis ca se ecentesca. Nel borgo an co possiamo ammirare la Ca edrale di San Nicola, ere a nel XIV sec. sui res di una chiese a già esistente dal XI sec. La facciata barocca della Ca edrale termina con una balaustra sormontata da qua ro statue raffiguran le virtù cardinali (Prudenza, Gius zia, Fortezza e Temperanza). L’interno, neoclassico, è a tre navate separate da due file di colonne a coppie. Il soffi o centrale è in legno del 1739. Sul presbiterio sono colloca due dipin di Domenico Carella da Mar na. Ai la del presbiterio ci sono le statue di san Pietro e Paolo del 1500. Nella navata di sinistra troviamo qua ro pregevoli cappelle: “Maria SS. Consolatrice”, dalla quale si raggiunge il campanile, “SS. Sacramento”, ricca di marmi e tele, “Del Crocifisso” con un Crocifisso ligneo del XV sec., “SS. Trinità” con altare in marmo finemente lavorato ed un frontespizio ligneo del XV sec. Nella navata di destra no amo la Cappella di San Nicola con statua in argento del Santo del 1756. La sacres a conserva pregevoli dipin del 1600 e del tardo 1700 ed il suo piccolo balcone si affaccia a strapiombo sul punto più profondo della gravina. Il Seminario (ex Palazzo Baronale), annesso alla Ca edrale, ere o sui res di un castello normanno, era un tempo dimora dei Signori feudatari. Ampliato nel XVI sec., il Palazzo ha ospitato dal 1838 il Seminario ed in seguito le suore dell’ordine delle Clarisse. Sempre nel centro storico, è possibile visitare il Palazzo vescovile del XVII sec. La stru ura è quadrangolare con cor le interno ad archi a tu o sesto e conserva gli stemmi dei Vescovi succedu si alla guida della diocesi dal 1080 ad oggi. Fondata alla fine del 1500, la Chiesa di San Domenico possiede al suo interno se e altari. Dietro l’altare maggiore è conservato il dipinto seicentesco raffigurante la Madonna del Rosario. L’orologio (1582) dall’imponente campanile conserva ancora il suo an co meccanismo. Accanto alla Chiesa troviamo l’ex Convento dei Domenicani. Gioacchino Murat, nel 1813, a causa della cancellazione degli ordini religiosi, consegnò l’ex Convento al Comune che lo occupò fino al 1947. Oggi ospita la parrocchia e due classi dell’Is tuto Professionale di Stato per il Commercio “M. Perrone”. Edificata dal 1696 al 1699 e ristru urata nel XIX sec., la Chiesa di San Michele Arcangelo sorgeva, un tempo, in aperta campagna in prossimità della Porta Grande. Originariamente aveva se e altari e pregevoli restano ancora i suoi dipin . La Chiesa di San Francesco ed il Convento dei fra minori furono edifica nel 1471 fuori dalle mura ci adine mentre, l’ala nord del Convento, venne costruita nel 1592 grazie all’intervento del principe Bar ro . La navata centrale è decorata con affreschi del se ecento. Il chiostro del Convento ha le pare completamente affrescate da dipin che raffigurano i miracoli di San Francesco d’Assisi e i Papi e Cardinali dell’Ordine dei Riforma . Accanto al chiostro c’è la sede della Gioventù Francescana. Nei pressi del Convento vi sono i “pozzi” (u lizza durante la II Guerra Mondiale per a ngere acqua) ed una cappella. Nell’anno 1000 la Chiesa dell’Assunta aveva il nome di Santa Maria del Pesco. Secondo un’an chissima leggenda, un capitano inglese colto da una tempesta mentre a raversava lo Ionio rivolse le sue ul me preghiere alla Madonna facendo voto che se si fosse salvato Le avrebbe fa o erigere una Chiesa a forma di nave. In quel momento una luce, avvistata da tu o l’equipaggio, guidò il capitano verso la terra ferma all’interno delle cavità rupestri dove i fedeli avevano Chiesa dell’Assunta acceso una lampada vo va. All’esterno della gro a c’era un albero di pesco fiorito nonostante la stagione invernale e proprio in quel luogo il capitano tenne fede alla sua promessa. La nuova Chiesa prese il nome di Santa Maria della Luce, de a anche dell’Assunta. La chiesa è di s le romanico con eviden riferimen go ci. I lavori per la costruzione della Chiesa del Cuore Immacolato di Maria iniziarono nel 1962 e terminarono l’8 dicembre 1964. La Chiesa presenta la facciata a forma pentagonale con vetrata circolare che illumina magnificamente l’interno, una lunga scalinata ed un campanile che raggiunge i 36 metri d’altezza. Completano la stru ura un campe o spor vo, un auditorium e la casa canonica. Nelle vicinanze sorge il Villaggio del Fanciullo per a vità ludico spor ve.

14

Castellaneta


Rodolfo Valentino Il 6 maggio del 1895 nasce a Castellaneta Rodolfo, Alfonso Raffaello Filiberto Guglielmo, in arte Rodolfo Valentino, futuro divo del cinema muto. All’età di 18 anni sbarca in America. Qui è costretto a svolgere i più disparati mestieri prima di essere assunto come ballerino nel Night Club Maxim di New York. Da questo momento inizia la faticosa scalata verso il successo passando prima da San Francisco e poi a Hollywood dove girò una serie di film a basso costo in ruoli marginali prima di interpretare il film che diede alla sua carriera la svolta definitiva: “I quattro cavalieri dell’Apocalisse”. Dopo il breve matrimonio con Jean Acker, Valentino conosce e sposa Natascia Rambova, donna importate per la sua vita sentimentale ed artistica. Quando ancora il film “Il figlio dello sceicco” non era uscito nelle sale cinematografiche, il 15 agosto 1926 Valentino ebbe un malore e, ricoverato a New York al Polyclinic Hospital, fu sottoposto ad un intervento chirurgico per ulcera gastrica ed appendicite dove morì il 23 agosto del 1926. Furono organizzati due cortei funebri, il primo a New York ed il secondo a Hollywood. Il più grande amatore dello schermo riposa presso la Corte degli Apostoli del Memorial Park Cemetery di Los Angeles. Psicologi, sociologi, esperti cinematografici hanno per anni analizzato la figura di Valentino per capire il perché del suo fascino. Probabilmente il modo di recitare con intensità, l’essere un uomo proveniente da una cultura latina, accrebbe l’attrattiva che egli esercitava sulle folle, rendendo ancora più grande il suo ascendente sul pubblico.

Castellaneta

15


GASTRONOMIA Orecchie e con le rape

La cucina vanta una ricca varietà di piatti semplici, variegati e gustosi che esaltano il sapore dei prodotti coltivati e soddisfano i palati più esigenti. Tipici primi piatti sono: orecchiette e fusilli al sugo o con le rape, cavatelli con ceci o fagioli o con sugo di pomodoro e cacioricotta, fave e foglie (verdura campestre), fave “spuzzitate” (spuntate e non sgusciate), minestra del pezzente (brodo ottenuto dalla cottura contemporanea di pasta sminuzzata, verdura e frattaglie), cardoncelli al forno (cardi liberati dalle parti spinose, lessati e mescolati a uova, formaggio e pepe). Nella cucina locale dominano anche importanti secondi di carne, cotta soprattutto al fornello; braciole (involtini di carne), ”Capuzza” (testa di agnello o capretto sistemata in tegame con patate, olio, origano e cotta al forno), ”gnjumeriedde” (frattaglie di capretto o agnello ridotte a strisce, condite con prezzemolo e aglio raccolte a gomitoletti con budelline e cotte alla brace). I dolci tipici sono legati essenzialmente alle festività religiose. Si preparano le “pettole” (polpette di pasta semplicemente lievitata, fritte e inzuppate nel vin cotto, sciroppo ottenuto facendo bollire il mosto fin quando diventa denso) e i “porcelli” (gnocchetti di pasta frolla) per Natale; mentre i golosissimi taralli ricoperti di zucchero per il periodo pasquale.

Invol ni di carne

LA SAGRA DA FAR’NÈDD’ La Sagra da Far’nèdd’ è sicuramente una delle più importan d’Italia. Si sviluppa su 2 km di percorso nel cuore del centro storico che si illumina per dare risalto alle numerose e gustose bontà locali e, naturalmente, alla far’nèdd’, la vecchia farina ricavata macinando orzo e ceci. Si narra che questo alimento semplice abbia sfamato decine di generazioni prima di scomparire dalle tavole locali per essere, poi, rivalutato in una sagra che, oltre ad avere scopo commerciale e turis co, mira a conservare e custodire le radici proprie dei ci adini di Castellaneta. Il percorso della manifestazione, organizzata nel mese di Agosto, parte da Via Marina, a due passi dalla Chiesa di San Michele e si snoda lungo vicoli, palazzi d’epoca e chiese, fino al piazzale della Ca edrale. Il turista viene ca urato dai profumi che si sprigionano dagli stand alles : oltre alla far’nèdd’ si potranno degustare friselle con l’olio, focaccia, orecchie e e oricelli con sugo di farinella, trippa alla paesana con farinella, carni al fornello, mozzarelle e caciorico a, vino, fru a e dolci. In poche parole il meglio delle prelibatezze locali condite con musica mediterranea e suoni etnici per rendere magica e surreale l’atmosfera. L’evento es vo più a eso dell’anno ha richiamato a Castellaneta ben oltre 20.000 presenze provenien da ogni parte d’Italia e anche dall’estero.

Foto di www.unicomart.it

16

Castellaneta


NUMERI UTILI URGENZE Carabinieri (Via Maritano, 8) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491454 Guardia di Finanza (Via Monsignor Potenza) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491136 Polizia Municipale (Via Principe di Napoli). .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8435404 Vigili del Fuoco (Castellaneta - S.S. 7 Appia) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8492121 Corpo Forestale dello Stato (Via Monsignor Potenza) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8492978 SEGNALAZIONE GUASTI Acqua - Acquedo o Pugliese S.p.a.-Assistenza Clien .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..Tel. 800-735 735 ENEL . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..Tel. 800-900 860 ENI GAS & POWER-Servizio Clien (74100 Taranto) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..Tel. 800-987 898 SERVIZI PUBBLICI Municipio (Largo Principe di Napoli) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 099.849711 Museo “R. Valen no” (Via Municipio, 31 - Palazzo S. Domenico) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8492398 Comunità Montana Murgia Taran na .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8867991 Poste Italiane (Via San Francesco, 26).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8445711 SANITA’ Ospedale Civile (Castellaneta - Via del Mercato) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8496111 Pronto Soccorso (Castellaneta - Via del Mercato) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491888 AUSL TA/1-Guardia Medica (Via Matera) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8435353 FARMACIE Farmacia “Carbonara” (Via San Francesco) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491047 Farmacia ”Dell’Aurora Pignataro” (Largo Fontana, 48) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491026 Farmacia “Semeraro” (Via Roma, 24) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491152 SCUOLE PUBBLICHE MATERNA Materna Stat. “Collodi” (Via Pirandello, 1) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8497253 Materna Stat. “Pascoli” (Via Mazzini, 13) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491143 Materna Stat. “Mater Chris ” (Via delle Spinelle) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8497251 ELEMENTARI STATALI Elementare Stat. “Pascoli” (Via Mazzini, 13) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491143 MEDIE INFERIORI STATALI Media Stat. “Giovinazzi” (Via delle Spinelle, 24/A) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8497255 MEDIE SUPERIORI STATALI Ist. Prof. per il Commercio “M. Perrone” (Via S. Montecamplo, 26) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491151 Ist. Prof. per l’Ind. e l’Ar g. “O. Flacco” (Via Don L. Sturzo, 1) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8435145

Castellaneta

17


GINOSA Situata al centro tra Taranto e Metaponto, è famosa anche per aver dato asilo a Pitagora. Il suo territorio si erge sul primo gradino delle falde meridionali della Murgia taran na a 240metri s.l.m. e comprende anche il litorale di Marina di Ginosa con una popolazione che supera i 20.000 abitan . E’ l’ul mo comune della provincia ionica al confine con la Basilicata. L’ampio e diversificato agro spazia dalla gravina al mare, dalle pianure ai paesaggi collinari, e si estende alla murgia interro a soltanto dalla zona Casale, fenditura della roccia calcarea di 3 km che circonda l’intero centro storico. In ques ambi naturali si avvicendano vigne , ortaggi e olivi. La frazione di Marina di Ginosa è una delle località balneari maggiormente frequentate dell’arco ionico taran no. Inizialmente denominata “Ginosa Scalo” per la presenza della stazione ferroviaria, era da mol conosciuta come “Stornara”, a causa degli storni che numerosi vi fanno ritorno in autunno. Oggi Marina di Ginosa ha un tessuto urbano più esteso di Ginosa e conta di una popolazione stabile di circa 6.000 abitan , che durante il periodo es vo supera le 100.000 unità. Per la qualità del suo mare e delle sue spiagge sabbiose la FEE le ha riconosciuto per tredici anni la Bandiera Blu. Ha, inoltre ricevuto, per la stagione es va 2009, le tre Vele Blu da Legambiente. Cara eris ca predominante delle spiagge di Marina di Ginosa è la pineta di arbus di macchia mediterranea che incorniciano per chilometri tu o il litorale. Marina di Ginosa dispone di una stazione ferroviaria all’interno del paese e di una stazione meteorologica. A par re dalla seconda metà degli anni o anta l’economia ginosina, che in precedenza si basava quasi esclusivamente sull’agricoltura, ha avuto un notevole impulso. A raverso i piani economici d’insediamento industriale, che hanno portato nel territorio industrie tessili e manifatturiere. L’agricoltura, notevolmente modernizzata riveste ancora grande importanza; i prodo principali sono il vino, l’olio extravergine d’oliva e l’uva da tavola. Notevoli progressi hanno fa o anche la pesca e l’allevamento di bes ame. Un altro se ore in forte sviluppo è quello turis co su Marina di Ginosa che ha portato all’ammodernamento degli impian balneari, alla valorizzazione delle spiagge, del Parco Comunale e della pineta Regina, al rifacimento dell’intero percorso stradale che collega Ginosa a Marina di Ginosa, con il conseguente insediarsi sul territorio di villaggi turis ci, camping e discoteche. Nel 2012 il comune di Ginosa ha o enuto per la qua ordicesima volta la “Bandiera Blu” della FEE per la qualità del suo mare.

18

Ginosa


V.le Trieste snc - MARINA DI GINOSA (TA) Tel. 099. 82 77 924 - Mobile 328. 15 31 584 - 366. 10 77 511 E-mail: verdeoltre@email.it

Ginosa

19


CENNI STORICI Ginosa, l’an chissima Genusia, posta a circa 240 m s.l.m., comprende un territorio di 18.706 ha; il suo ampio e diversificato agro spazia dal mare alle fer li pianure, estendendosi verso il dolce paesaggio collinare, fino alla murgia, interro a dalla gravina che - snodandosi per circa 3 km - circonda a ferro di cavallo l’intero centro storico. Diverse sono le ipotesi formulate sull’origine del nome. Secondo alcuni studiosi deriverebbe da Cnosso, capitale dell’isola di Creta, un tempo Gnusium, mentre un’altra tesi si fonda sull’omonimia con Genusus, fiume dell’an ca Illiria. Le scoperte archeologiche hanno svelato l’esistenza di un insediamento indigeno databile intorno all’VIII sec. a.C.. Corredi tombali risalen al IV sec. a.C. a estano la successiva ellenizzazione del villaggio. La Ginosa tardo-romana è a estata da fon le erarie, dalla scoperta di tracce di stru ure databili intorno al III - IV sec. e da un’epigrafe del 395 d.C. conservata nel museo di Napoli. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente la ci à an ca, un tempo ricca di piazze e chiese, sembra scomparire nel buio. Gli abitan ritornano nella gravina, scegliendo di vivere in gro a, determinato dalle con nue incursioni e favorito dalle condizioni geofisiche che consen vano di scavare facilmente il tufo. Castello - Foto di M.C. Bonelli

Ginosa, riemergerà nella storia durante il Regno Normanno con la costruzione del Castrum Genusius da parte di Riccardo Senescalco. Diversi ed intrica even determinarono numerosi e dolorosi passaggi di mano fino al 1556, anno in cui l’imperatore Carlo V nominò barone della ci à l’ammiraglio Antonio Doria. Dal signore genovese i ginosini ebbero diversi benefici, conferma dal figlio Giamba sta che legò il proprio nome a numerosi interven , quali il miglioramento delle campagne, l’innesto nel bosco di una quan tà di olivastri tale da rendere l’oliveto di Girifalco uno dei più estesi della regione e la trasformazione del Castello in grande e comodo palazzo. Intanto, lo sviluppo urbanis co cambiava direzione, spostandosi lungo la via che dai piedi del castello conduce alla cappella dedicata a S. Antonio da Padova, in un susseguirsi di can ne, vicole , spiazzali e palazzi che delineano la singolarità del centro storico ginosino. Con il grande esodo dagli abituri in gro a si determinava, ormai, l’inarrestabile declino del rupestre. Nel 1632, il passaggio del feudo alla famiglia Spinola, segnò l’inizio di un difficile periodo conclusosi defini vamente solo verso il 1921-1922 quando il la fondo, ereditato dalla Corona di Spagna, fu alienato e venduto dalla reggente Maria Cris na d’Austria ad una coopera va giunta dalla Sicilia ed all’ONC. Chiesa Madre - Foto M. S gliano

20

Ginosa


ITINERARIO TURISTICO La visita del centro storico non può che partire da piazza Nusco, zona da cui si dirama il paese moderno. La piazza fu costruita intorno al 1936 a seguito dell’esproprio del grande giardino del palazzo Miani. La stele, sormontata dalla statua della Vergine Immacolata, fu posizionata e benedetta l’8 dicembre 1960 e da allora, nel giorno dedicato alla Madre di Dio, i fedeli delle tre parrocchie, dopo la messa vespertina convergono processionalmente nella piazza, pregando ed intonando canti di lode. Il grande palazzo Miani è a corte chiusa; l’alto portale è sormontato dallo stemma dell’ordine di Ss. Maurizio e Lazzaro. A poca distanza vi è il palazzo Buonsanti, che fronteggia il castello, in un ideale confronto fra due giganti, messi a guardia l’uno del paese nuovo, l’altro del borgo antico. Lo stabile, tipico esempio della nostra architettura alto-borghese, è dotato di un ampio portone caratterizzato da due graziose arcate, da un’imponente scala in pietra e dalla veranda, che gode della veduta delle pianure, degradando verso il mare per poi perdersi nell’orizzonte. Da piazza Nusco, imboccata via Costanza si raggiunge via Mazzini. Qui, un’ampia zona destinata a verde pubblico, accoglie lo splendido casino appartenuto alla famiglia Sangiorgio-Pomarici Santomasi: la Casermetta. Percorrendo corso Vittorio Emanuele verso il castello, si giunge in piazza Orologio. La Torre dell’Orologio fu innalzata nel 1819 dopo la demolizione di un vecchio sedile, a spese delle famiglie Giancipoli, Miani, Tarantini, Sannelli e Strada, proprietarie delle abitazioni circostanti. Nacque così il centro vitale del paese ottocentesco, fiancheggiato da artistiche dimore, botteghe e caffè. Palazzo Strada occupa il lato est della piazza; è contraddistinto dal portale d’accesso con stemma gentilizio, imponente scala in pietra, numerose sale, veranda e locali di deposito. Suscitano ammirazione i medaglioni a mosaico, in stile liberty, risalenti ai primi del ‘900. Di particolare interesse sono i pavimenti in seminato veneziano, le cementine del ‘900, la cassaforte austriaca, nonché la scansione interna, ritmata da fughe prospettiche. L’ala destra accoglie il Museo della Civiltà Contadina, frutto di un nuovo fervore culturale che consente di valorizzare appieno le risorse umane, storiche e paesaggistiche del territorio. Di particolar pregio è anche il palazzo Sangiorgio, il cui affaccio su piazza Orologio è caratterizzato da due grandi arcate. Palazzo Tarantini - oggi sede dell’Istituto Tecnico Commerciale paritario S. Pio - risalente al 1730-1740, apparteneva ad una delle famiglie più facoltose ed antiche di Ginosa. Nei pressi del castello si eleva palazzo Palatrasio, che si inerpica su piani sovrapposti, muri ed archi secolari. La facciata principale è contraddistinta da paraste che definiscono quattro campate, di cui due occupate da grandi portali. Il castello, situato sopra un pianoro murato domina per tre lati la gravina ed è collegato alla via principale mediante un ponte a quattro arcate, che si eleva su un profondo fossato. Torre dell’Orologio

Ginosa

21


MANIFESTAZIONI PASSIO CHRISTI La Passio Chris di Ginosa, maestosa rappresentazione vivente della Passione di Gesù Cristo, si propone come obie vo quello della valorizzazione del patrimonio storico, archeologico e culturale del territorio. La rappresentazione vede la partecipazione di oltre trecento comparse ginosine di età diversa, in costume le quali sfilano per le vie centrali della ci adina e per le strade e piazze del centro storico, illuminate, per l’occasione, esclusivamente da fiamme di tripodi sistema ai cigli della strada. Un incantevole versante della Gravina si offre come perfe o scenario per rappresentare tu a la vita di Gesù, dall’Annunciazione alla Crocifissione, Passione, Morte e Resurrezione. Scenografie, effe musicali, speciali e giochi di luce offrono allo spe atore uno spe acolo di profonda ed indimen cabile sugges one. La manifestazione ospita, ormai da anni, campeggiatori provenien da ogni parte d’Italia e dall’estero, che, presso l’Area di Sosta Mul funzionale “Padre Pio”, trovano la possibilità di sostare in perfe a comodità. Numerosi, poi, i viaggi organizza , a raverso pullman, da agenzie viaggi ed in par colare, da Parrocchie e Diocesi, dando vita ad un considerevole turismo-religioso.

Passio Chris - Ul ma Cena- Foto www.meravigliaitaliana.it

GASTRONOMIA La cucina ginosina è caratterizzata da piatti semplici, variegati e genuini che esaltano il sapore dei prodotti locali e soddisfano i palati più esigenti. Tra le diverse specialità, per i primi piatti, si consigliano le orecchiette o fusilli conditi con ragù di carne o con rape, cavatelli con ceci o fagioli, purea di fave con verdura (erba campestre), fave “spuzzitate” (spuntate e Braciole

non sgusciate). Nella cucina locale dominano anche importanti secondi di carne, cotta al fornello; le “braciole” (involtini); “gnjmeriedde” (frattaglie di capretto o agnello raccolti in forma di un piccolissimo gomitolo e cotti alla brace). I dolci tipici sono legati alle festività religiose. In occasione del Natale si preparano le “pettole” (palline di pasta lievitata cotte in olio bollente) e i “porcelli” (gnocchetti di pasta frolla, fritti e avvolti nel miele).

Pe ole

22

Taralli con zucchero e “scarcelle” arricchiscono le tavole pasquali. Ginosa


IMA AT

di Sante BRACCIALE

^^/^d E d E/ > / ' ^ /DW/ Ed/ / >/D d/ /KE sŝĂ DĂƩĞŽƫ͕ ϲϰͬϲϲ Ͳ 'ŝŶŽƐĂ ;d Ϳ Ͳ dĞů͘ Ϭϵϵ͘ϴϮϵϰϰϵϲ Ͳ ĐůŝŵĂƐĂƚΛĞŵĂŝů͘ŝƚ Ginosa

23


NUMERI UTILI URGENZE

Polizia di Stato .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..113 Carabinieri Pronto Intervento .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 112 Carabinieri - (Via Cadu di Nassiriya) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 099.8294904 - 099.8292010 Guardia di Finanza Pronto Intervento .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . 117 Polizia Municipale - (Via Quarto 12).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 099.8293729 Vigili del Fuoco .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . 115 Forestale Comando Stazione - (Via delle Libellule 126) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 099.8271194 Protezione Civile - (Via Aldo Moro 1) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 800.262667 Pronto Soccorso .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..118 SEGNALAZIONI GUASTI

Acquedo o Pugliese - (Via Don Rocco Passiatore 1) - Gioia del colle (BA) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .080.3440311 Enel .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 800.900860 EnelGas - (Via Basilicata 93) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . 099.8292307 Telecom . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..187 SERVIZI PUBBLICI

Municipio - (Via Virgilio Marone) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 099.8293834 - 099.8215533 Centro Turis co Rupestre - (Via Roma 10) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 099.8292514 Biblioteca Comunale - (Corso Vi orio Emanuele II) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 099.8245010 Poste Italiane - (Via della Pace) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 23 099.8210411 Cancelliere - (Via Poggio) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . 099.8291856 Giudice di Pace - (V.le Mar ri D’Ungheria 87) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . 099.8295097 Pizzulli Antonio - (Operatore Turis co) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . 339.8009739 OSPEDALE CIVILE

Pronto Soccorso - (Via Palatrasio) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . 099.8292936 Guardia Medica I - (Viale Italia) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . 099.8277411 Guardia Medica II - (Via Palatrasio) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 099.8496907 - 099.8496914

24

Ginosa


CASA PROTETTA PER ANZIANI

Iscr. Albo Regionale Puglia n 5 Iscr. Reg. Persone Giuridiche n 6

FARMACIA COMUNALE OMEOPATIA - DIETETICA - COSMESI - VETERINARIA FITOTERAPIA - ARTICOLI PER BAMBINI

DOTT.SSA SARA FRANCESCA MONTESANO Via Martiri D’Ungheria, 55/57 - Ginosa (TA) Tel. 099.8245993 - farmaciacomunaleginosa@gmail.com

Ginosa

25


LATERZA Laterza è situata a nord-ovest della provincia di Taranto con un territorio che s’insinua tra le province di Bari e di Matera. Il territorio laertino fa parte della diramazione appenninica della Murgia. Laterza è situata in una posizione strategica, sul ciglio occidentale dell’omonima gravina, che rappresenta un suggestivo canyon di origine carsica. Inoltre, la gravina, grazie al suo habitat, può vantare la presenza di varie specie ornitologiche, che hanno permesso l’istituzione dell’Oasi protezione della fauna della gravina di Laterza nel 1985, gestita dal 1999 dalla LIPU. Dal punto di vista geologico, nel territorio laertino, affiorano prevalentemente formazioni carbonatiche, come il Calcare di Altamura (Cretacico superiore-Paleocene inferiore) e la calcarenite di Gravina (Pliocene Superiore-Pleistocene inferiore). Il comune di Laterza è noto per il pane, prodotto secondo l’antica tradizione, la carne al fornello e la maiolica, caratterizzata da un’elegante stesura cromatica, prevalentemente turchina su smalto bianco. Le origini del Pane di Laterza sono antiche. Fino al V secolo a.C. il pane era di farro e di orzo, poteva essere confezionato con o senza lievito e veniva cotto sotto la cenere e sopra la brace. I greci perfezionarono la tecnica della panificazione sia nella costruzione di forni sia nelle varietà di pane. Si contavano più di settanta tipi di pane, modellati secondo le forme più fantasiose, di diversi cereali e insaporiti con olio, spezie, frutta e miele. Nel territorio laertino sono stati ritrovati frammenti di macina per cereali, in pietra vulcanica, e orli di grossi doli (grandi vasi) per derrate alimentari risalenti ad epoca romana (III-II sec. a.C.) in località Montecamplo, da dove i romani dominavano le vallate. Il fragrante pane di Laterza di ottima qualità, veniva cotto, fino alla fine del XIX sec., esclusivamente nei forni con cupole in materiale refrattario, a riscaldamento diretto, alimentati da fascine di lentisco e terebinto, provenienti dalla macchia mediterranea. Si contano attualmente sette forni di questo tipo, ancora funzionanti. Oggi, i forni a legna presenti sul territorio, vengono preriscaldati, quindi liberati dalla legna per consentire che la cottura del pane avvenga con il calore delle “chianghe” ad una temperatura di circa 300°/400°. Fino alla metà del XX secolo, il forno era costituito da un locale vasto che presentava alle pareti e sul pavimento molti supporti, dove si sistemavano le tavole sulle quali si depositavano i pani lavorati. Oggi nel territorio laertino si contano sedici forni attivi ed altri sono in fase di realizzazione e di progettazione. Il mestiere di fornaio, nella maggior parte dei casi, si tramanda di padre in figlio, mentre molte altre forme di artigianato tipico sono state superate dall’automazione delle procedure produttive, la lavorazione del pane avviene con prodotti naturali e metodi tradizionali esattamente come una volta. Il pane di Laterza ha sempre avuto un mercato molto più largo del proprio paese. Attualmente il 50% della produzione giornaliera di pane (oltre 100 quintali) viene venduto fuori regione, determinando benefici economici crescenti e tangibili per tutto il comparto.

26

Laterza


Produzione Artiginale di SEMOLA RIMACINATA DI GRANO DURO Commercio Legumi - Vendita ALL’INGROSSO e DETTAGLIO Nuova Apertura SP 580 Km 3,000 - 74014 Laterza (TA) - Tel. 099.8297496 - Fax 099.3789009 Cell. 347.5769883 - www.molinobongermino.it - info@molinobongermino.it

di Bongermino Giuseppe

Via Cadorna, 62 angolo Via Puccini - 74014 Laterza (TA) - Tel./Fax 099. 8218176 Laterza

27


CENNI STORICI I ritrovamen archeologici emersi durante gli scavi archeologici del 1965 in località Candile, dimostrano che la ci à di Laterza ha origini an chissime risalen all’età Neoli ca. Da allora, diverse popolazioni hanno abitato il suo territorio contribuendo alla crescita urbana e culturale. I Peuce furono i primi ad iniziare la lunga tradizione di decorazione geometrica della ceramica, con nuata poi dagli Apulo e numerosi sono i reper dell’età magno greca e romana, custodi presso i Musei Archeologici di Taranto e Matera. Diversa l’opinione degli storici circa l’origine del nome.”Laten a”, secondo alcuni, ad indicare un luogo con presenza di caverne e nascondigli; dal la no “Ter am”, per altri, con riferimento ai mili della terza legione romaPalazzo Marchesale - www.comune.laterza.it na che si accamparono sul suolo laer no. Secondo un’altra ipotesi, infine, il nome Laterza sarebbe stato a ribuito dai Cretesi, fuggi dopo la guerra contro i Micenei, in onore di Laerte, padre di Ulisse. Intorno all’anno 1000, sorse l’abitato che fece parte del territorio di Matera fino al 1200, quando il feudo laer no venne connesso defini vamente da Federico II ai prela di Bari. Successivamente venne annessa al Principato di Taranto. Nel 1280, Laterza venne donata da Carlo D’Angiò alla famiglia dei Taucy che governò fino al 1294, anno in cui il casale sarà infeudato a Filippo D’Angiò, Principe di Taranto. Si fa risalire a questo periodo la costruzione del Palazzo Marchesale. Dal XVI al XIX secolo l’arte della maiolica viene ininterro amente pra cata. E’ il XVIII secolo il periodo di massimo splendore. Nel 1806 con l’abolizione dei diri feudali la ci adina passa al regno borbonico e successivamente al Regno d’Italia.

ITINERARIO TURISTICO Percorrendo un ripido pendio, attraversando stradine e piazzette lastricate da pietre bianche ormai consunte, si giunge, d’improvviso, di fronte alla vetusta Chiesa Madre, dedicata a S. Lorenzo Martire (XV sec.), il più grande monumento del centro storico laertino. Secondo il Galli, i lavori per la costruzione della Chiesa iniziarono nel 1408 e terminarono nel 1414, anno in cui venne aperta al culto. Realizzata in stile Romanico-Pugliese, la facciata presenta un grande rosone centrale costituito da dodici colonne che alla periferia poggiano su un ricco cornicione finemente cesellato, e al centro, in un piccolo cerchio concentrico composto da oltre otto colonnine. La facciata presenta altre due porte, più piccole della centrale, con due rosoni. L’interno è diviso in tre navate, con Cappelle laterali. La navata centrale è Chiesa di San Lorenzo divisa da quelle laterali da tre colonne, con archi a tutto sesto, in seguito arrotondate, per dare più spazio all’ambiente. Nelle navate laterali troviamo delle piccole cappelle. L’Altare presenta decorazioni in marmo. Le cappelle della navata sinistra sono state ricostruite dopo un terremoto del 1857. La Chiesa più antica di Laterza è la Chiesa SS. Assunta del XII secolo. Il portale è sovrastato da una bifora. Il tempio è a tre navate; quelle laterali prendono luce da due abbaini rotondi. Sono evidenti elementi barocchi aggiunti nel restauro eseguito nell’ottocento. I lavori per la costruzione della sacrestia portarono alla luce tombe di monaci. Situata a 2 Km. dal centro abitato, è la Chiesa Santa Maria della Grazia. Scendendo numerosi gradini, arriviamo all’Altare, dove possiamo ammirare affreschi che raffigurano la Madonna. I festeggiamenti in onore della Madonna si svolgono il martedì dopo Pasqua. Edificata nel XVIII sec., la Chiesa del Purgatorio presenta all’interno tre altari. In Piazza Plebiscito si trova la Chiesa Santa Maria della Vittoria. Nella parte antica troviamo la piccola Chiesa della Madonna dei Miracoli. Anticamente veniva visitata soltanto nel giorno della festa che cadeva la prima domenica dopo Natale. In Piazza Vittorio Emanuele possiamo visitare la bellissima Chiesa di Santa Filomana e la Chiesa di Sant’Antonio, edificata alla fine del ‘700 da Domenico Andrea Perrone. Il Convento dei Cappuccini del XVI sec. è dedicato a Santa Maria degli Angeli. Ha due navate, fra i diversi altari vi è quello

28

Laterza


dedicato a Santa Maria Maddalena, anticamente di proprietà degli ex Marchesi Perez Navarrete dei quali è conservata una tomba. All’interno sono conservate molte reliquie. Intorno al 1800 venne edificata, sul ciglio della gravina la Chiesa di San Carlo. Nel cuore della zona rupestre si trova il Santuario di Maria SS. Mater Domini, Patrona della città, costruito proprio accanto all’antica chiesa rupestre di S. Domenica, ove, secondo la tradizione, nel 1650 apparve la Madonna. Nel 1803 il Santuario fu dotato di un bellissimo altare maggiore in marmo bianco intarsiato con marmo rosa e azzurro. Il Santuario è un esempio delle sinuosità e curve del Barocco, stile sposato dall’intera costruzione. L’interno è a croce latina con volta a vela, divisa in tre parti. Ai due lati della navata si aprono sei cappelle con arco a tutto sesto e con volta a vela. All’interno, sculture e pitture armoniose, unite a ricercate decorazioni, sono evidenziate ed esaltate dalla luce diffusa che irrompe dalle vetrate. La Cripta è adiacente al Santuario e testimonia quanto antica sia la presenza dell’uomo nella zona di Laterza. Numerose sono le chiese rupestri disseminate sul territorio laertino, tra le quali ricordiamo: San Giorgio, localizzata in lama Santi Georgii, presenta al suo interno un affresco raffigurante il cavaliere San Giorgio che, con una lunga lancia, trafigge il drago; San Francesco, sita in corrispondenza del lato sinistro del sagrato del Santuario della Mater Domini; San Vito si trova sul ciglio della Gravina, a sinistra del ponte; Santa Caterina, scavata nel tufo con forma rettangolare; San Giacomo, sul ciglio della Gravina. Sui resti dell’antico Castello, costruito dai Tarantini, nel 1548, il marchese Don Pietro Antonio D’Azzia fece edificare, in pietra grezza, l’attuale Palazzo Marchesale, degna e signorile dimora di un gran Signore e fortezza d’offesa e di difesa dal nemico. Unico relitto dell’antico edificio è il covo sotterraneo, che dal vecchio Castello conduceva al paese e propriamente verso la Chiesa della Vittoria e serviva come via di fuga. Dalla prima porta in Via Asilo alla seconda, proprio del palazzo, vi era un ponte levatoio, a destra e a sinistra del quale vi era una spianata chiusa da merli e feritoie. Dalla seconda porta si entra a un vasto atrio, dove si trovano stalle, magazzini ed altre comodità. Dalla scala signorile, a vari ripiani, si sale al vano superiore ed anche nell’intermedio, fra questo ed il terreno vi sono grandi ed asciutti magazzini, capaci di molte quantità di cereali, che la casa marchesale ricavava dai suoi vasti possessi. Al piano superiore a destra vi è la porta che dà accesso agli appartamenti con due file di stanze parallele che convertono nell’ampio salone. A pianterreno ci sono, inoltre, due grandi rimesse ora adibite a taverne ed un numero imprecisato di scantinati, usati come nascondigli. Nella città di Laterza sono presenti diverse fonti di acqua sorgiva ma le più conosciute sono la Fontana Medievale, Candile e Imperatore. Fu il Marchese Pietro Antonio d’Azzia che ebbe cura di sistemare la conduttura dell’acqua e costruì il fabbricato tuttora esistente della Fontana medievale. La fontana sorgiva di Candile risale al periodo romano. Questa presenta due grosse bocche da dove fuoriusciva acqua per dare refrigerio ai viandanti. Fontana Imperatore si trova a pochi chilometri da Laterza, in prossimità della strada statale per Matera. Una leggenda narra che sia stato l’Imperatore Augusto a dissetarsi a questa fontana, nei pressi della quale passava la Via Appia. Santuario

Laterza

29


GASTRONOMIA La cucina laertina vanta una ricca varietà di piatti semplici, variegati e gustosi che esaltano il sapore dei prodotti coltivati e soddisfano i palati più esigenti. Tipici primi piatti sono: fave e cicoria, orecchiette e “fricidd” al sugo o con le rape, pasta e fagioli, minestra con i cardoncelli, fave “spuzzitate” (spuntate e non sgusciate). Tra le specialità più ricercate ricordiamo la “callaredda”, un piatto unico a base di carne e verdura (cicorielle), consumato nei giorni di Pasquetta e di Santo Stefano e nelle abituali “uascjazz” (cene tra amici). Nella cucina locale la parte da leone la fanno i secondi piatti di carne, cotta soprattutto al fornello: braciole (involtini), “capuzza” (testa di agnello o capretto cotta in tegame con patate, olio ed origano), “gnjumiredde” (frattaglie di capretto o agnello ridotte a strisce, condite con prezzemolo ed aglio raccolte a gomitolo con budelline e cotte in appositi forni a legna), richiesti soprattutto in festività

Orecchie e

come San Martino (11 Novembre) e la Sagra dell’Arrosto (Agosto), durante le quali Laterza viene invasa da molti turisti. In occasioni particolari, quali Natale, si prepara un tipico piatto, il cosiddetto “marro”(rotolo di interiora d’agnello). Tutte queste specialità vengono, di solito, degustate presso le numerose macellerie di Laterza che sono dotate di forni a legna. Spiedi di Carne

LA MAIOLICA LAERTINA Fin dalle epoche più remote Laterza è stata un originale centro d’attività ceramica com’è testimoniato dai numerosi reperti rinvenuti appartenenti all’età della Magna Grecia, a quella Romana e a quella del Medio Evo. La produzione della ceramica invetriata e della famosa maiolica, si sviluppa a partire dall’età medievale e si caratterizza per l’utilizzo di uno smalto stannifero bianco con decorazioni prevalentemente in blu turchino. E’ questa la caratteristica specifica della Maiolica Laertina che raggiungerà nel 1600 e nel 1700, il periodo di suo massimo splendore. I capolavori prodotti a Laterza in questo arco di tempo, sono presenti presso i maggiori Musei italiani ed internazionali, tra i quali il Museo Internazionale delle ceramiche di Faenza, il Victoria e l’Albert Museum di Londra e l’Ermitage di Leningrado. Tra i ceramisti dell’epoca sono da ricordare, tra gli altri, il maestro Vito Perrone detto il Leone rampante, Antonio D’Alessandro e Lorenzo Gallo. Tra i lavori realizzati ricordiamo i famosi Albarelli (vasi da farmacia) ed i piatti da Pompa (celebrativi) che raffigurano stemmi araldici, soggetti istoriati e scene mitologiche. Di grande interesse, oggi, alcune botteghe artigianali di ceramica artistica che s’ispirano alle tipologie formali e agli stili decorativi di quel periodo, ai quali si affianca una produzione di ceramica di forme e motivi decorativi tradizionali rivisitati in chiave moderna. Lo Studio d’Arte Carrera dell’artista Giovanni Carrera ha ripreso questa antica tradizione riportandola in auge come meritava con grande sacrificio, entusiasmo e raffinato livello artistico. Degna di nota è la riproposta, in chiave moderna, degli antichi motivi decorativi della tradizione laertina e la sua personale ricerca artistica che si affianca alla produzione di carattere tradizionale. Tra le sue opere ricordiamo la Fontana sita in Piazza Vittorio Emanuele di 46 mq. di superficie interamente rivestita in maiolica, i Ritratti dei 25 Papi del giubileo e le tantissime opere che si possono ammirare nel suo laboratorio. Fontana - Foto Archivio Comunale

30

Laterza


NUMERI UTILI URGENZE Polizia Squadra Volante .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 113 Carabinieri (Via Ariosto) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. P.I. 112 - Tel.099.8216010 / 099.8216588 Guardia di Finanza Pronto Intervento .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 117 Polizia Municipale (Piazza Plebiscito, 1) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8216014 Vigili del Fuoco (Castellaneta - S.S. 7 Appia) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .P.I. 115 - Tel. 099.8492121 Corpo Forestale dello Stato (Via Giacomo Ma eo , 2) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. P.I 1515 - Tel. 099.8297326 SEGNALAZIONE GUASTI Acqua - Acquedo o Pugliese S.p.a.-Assistenza Clien .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..Tel. 800-735 735 ENEL . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..Tel. 800-900 860 ENI GAS & POWER-Servizio Clien (74100 Taranto) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..Tel. 800-987 898 Telecom . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 187 SERVIZI PUBBLICI Sede Comunale (Piazza Plebiscito, 1) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 099.8297911 Municipio (Piazza Plebiscito, 2) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8216122 Ass. Turis ca PRO LOCO (Via Cesare Ba s , 1).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8297413 Museo dei “Padri della Maiolica” (Via della Conciliazione).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8297931 Comunità Montana Murgia Taran na (Centralino - Mo ola) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8867991 Poste Italiane (Via S. D’Acquisto, 1) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8297711 OSPEDALE CIVILE Ospedale Civile (Castellaneta - Via del Mercato) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8496111 Pronto Soccorso (Castellaneta - Via del Mercato) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491888 AUSL TA/1-Guardia Medica (Via Matera) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8216652 FARMACIE Farmacia “Ba sta” di Quero Dr.ssa Elisabe a (Piazza F.lli Barberio, 45) . .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8496111 Farmacia ”Donadio” Dr.ssa Maria Teresa (Via Moro, 10) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8297405 Farmacia “La Fortuna” Dr.ssa Rachele (Via Roma, 118) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8216075 SCUOLE PUBBLICHE MATERNE Materna Stat. “A. Diaz” (Via Roma) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8216127 Materna Stat. “Collodi” (Via Buonarro ) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8296527 Materna Stat. “S. Francesco” (Via S. Francesco D’Assisi, 17/B) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8296352 Materna Statale (Via La Malfa) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8216678 Materna Stat. “Manzoni” (Via G. Deledda) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8296930 ELEMENTARI STATALI Elementare Stat. “A. Diaz” (Via Roma, 59) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8216127 Elementare Stat. “A. Manzoni” (Via G. Deledda, 10) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8296930 Elementare Stat. Direzione Dida ca II Circolo (Via Carnia, 7) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8296230 MEDIE INFERIORI STATALI Media Stat. “Michelangelo” (Via Selva di San Vito, 1) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 099.8216947 Media Stat. “D. Alighieri” (Via S. D’Acquisto) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8218031 MEDIE SUPERIORI STATALI Liceo Scien fico “G.B. Vico” (Via per Ginosa) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 099.8216271 / 099.8296740 Ist.to Statale d’Arte di Laterza-Sezione aggregata (Via della Conciliazione). .. .. .. Tel. 099.8296643 / 099.8299421

Laterza

31


MASSAFRA Massafra, comune della provincia di Taranto con popolazione superiore ai 30.000 abitan , è situata a circa 110 metri s.l.m. Il suo punto più alto (480 metri) si trova in contrada “Cicerone”, sul Monte Sant’Elia e sul Corno della Strega. Massafra, conosciuta anche con il nome “Tebaide d’Italia”, è famosa per il suo Carnevale. Il territorio si estende dalla Murgia Taran na fino al Mar Ionio e presenta una grande varietà di paesaggi. È solcata da una serie di gravine e di lame (naturale con nuazione delle gravine con pare più dolci) di origine carsica. L’abitato si è sviluppato intorno a due di queste, la gravina di San Marco e quella della Madonna della Scala. Il territorio comunale comprende una parte del litorale ionico, che inizia dal lido di Chiatona, a raversando altre zone come il “Pantano”, la “ Macchia”, “Patemisco”, “Marina di Ferrara” e “Marinella”. Secondo una tradizione popolare Massafra sarebbe “terra di masciari”, cioè di coloro che pra cano la magia. A questa tradizione è legata la leggenda del “mago Greguro”, di cui viene indicata l’abitazione rupestre nella gravina della Madonna della Scala. La tradizione della presenza dei masciari, diffusa in par colare nel XIX secolo, trova conferma in numerosi toponimi: “gravina della Zingara”, “gravina del Volo”, “farmacia del Mago Greguro”, “Noce dei Maghi”, “Corno della Strega”, “gro a Kabirica”, “gro a del Diavolo”, “gro a della Masciaredda”, “Sacco della Morte” presso la punta del Monte Moro, “Ponte degli Zingari” e “rione degli Os na ”. Legata a questa credenza popolare magica è la consuetudine di raccogliere erbe officinali nelle gravine, dove fioriscono spontanee oltre 600 varietà di piante. L’agricoltura è il tradizionale se ore di a vità economica. Le maggiori colture sono quelle dell’uva nelle pologie “Italia” e “Regina”, degli agrumi e, in par colare, le clemen ne DOP del Golfo di Taranto, delle olive per la produzione del marchio DOP “Olio Terre Taren ne”. Molto diffuse sono le col vazioni di ortaggi e fru a. L’allevamento è una delle più an che a vità economiche. Si allevano bovini, caprini, ovini, suini ed equini per il macello e le produzioni dell’industria casearia e dei salumifici. L’apicoltura cos tuiva un’a vità molto reddi zia, pra cata un tempo nella gravina, dove le arnie venivano collocate nelle gro e. Oggi l’allevamento delle api avviene nella zona meridionale. Fino ai primi decenni del secolo scorso operavano a Massafra mol produ ori di ceramica rus ca (“cretaglia”) e tessitori di felpa (una sorta di velluto coordinato colorato, che si confezionava con telai). Un’altra a vità ar giana popolare è quella dei “panierai”, che confezionano, con so li strisce di canna, ceste e panieri di ogni dimensione ed uso. L’a vità industriale si è sviluppata con l’indo o del polo siderurgico taran no e con la realizzazione di uno stabilimento per la produzione della birra. Vi sono anche a vità legate all’edilizia e alla produzione di mobili e infissi.

32

Massafra


,/ 0$50,67$

6 1 &

/ $57( &+( $55('$ WƌŽĚƵnjŝŽŶĞ ƌƟŐŝĂŶĂůĞͲ >ĂǀŽƌŝ WĞƌƐŽŶĂůŝnjnjĂƟ

M A R M I , P I E T R E E GRANITI SINTETICI ^ / Z > / E K WĂǀ ŝ ŵ Ğ ŶƟ Z ŝ ǀĞ ƐƟ ŵ Ğ ŶƟ D Ž Ɛ Ă ŝ Đ ŝ P E R A R R E DA M E N TO dŽ Ɖ Ă Ő Ŷ Ž Ž ƌ Ŷ ŝ Đ ŝ / ŶƚĞ ƌ Ŷ Ğ Ğ Ě ƐƚĞ ƌ Ŷ Ğ W ŝ Ă Ŷ ŝ Ƶ Đ ŝ Ŷ Ă Ă ŵ ŝ Ŷ Ğƫ > sK Z / / D / d Z / > / > Ă Ɖ ŝ Ě ŝ dŽ ŵ ď Ğ Ă Ɖ Ğ ů ů Ğ Ě ŝ &Ă ŵ ŝ Ő ů ŝ Ă ů ƚĂ ƌ ŝ Đ Ž Ŷ ^ Đ Ƶ ů ƚ Ƶ ƌĞ Ğ Ě / Ŷ Đ ŝ Ɛ ŝ Ž Ŷ ŝ sŝĂ >Ă >ŝƐĐŝĂ͕Ϯϵ D/ , > GIANNI >h/'/ ϳ ϰ Ϭ ϭ ϲ D Ă Ɛ Ɛ ĂĨ ƌĂ ; d Ϳ ϯϯϴ͘ϮϴϮϱϯϯϱ ϯϯϵ͘ϲϰϴϱϰϮϵ ϯϯϵ͘ϳϭϱϰϳϬϴ W͘ / s Ϭ Ϯ ϳ Ϯ Ϭ Ϯ Ϭ Ϭ ϳ ϯ ϴ

Massafra

33


CENNI STORICI

Chiesa Madre

Massafra racchiude un ricco tesoro di storia, arte, cultura e natura. Lungo le pare scoscese e ripide delle gravine si è sviluppata la civiltà di un popolo che ha radici molto profonde. Per la ricchezza delle tes monianze storico, ar s che, naturalis che e paesaggis che ricordiamo le Gravine della Madonna della Scala e di San Marco. La prima prende il nome dal Santuario omonimo e delimita ad ovest l’abitato. La seconda, dalla chiesa rupestre dedicata al Santo, divide la ci à vecchia dalla nuova, collegata dal ponte Garibaldi. Lunghe quasi qua ro chilometri, appartengono alla stessa era geologica e si sono formate, nel corso dei millenni, dall’erosione delle rocce calcaree. Affacciandoci dal ponte Garibaldi sulla gravina di San Marco e dalla terrazza che sporge su quella della Madonna della Scala possiamo ammirare un paesaggio sugges vo: case e chiese rupestri ricche di affreschi, una ricca vegetazione e numerose specie di vola li ed inse . In queste gravine l’uomo ha iniziato la propria esistenza a par re dal Neoli co. Certa la frequentazione greca, messapica e romana. Gli insediamen rupestri erano il luogo di rifugio per i monaci bizan ni fuggi dall’Oriente ai tempi delle lo e iconoclas che. L’invasione normanna e dei popoli del Nord non determinò il declino della vita rupestre e solo intorno al XIV sec. il villaggio cominciò ad essere abbandonato a causa di alcuni crolli provoca dallo sfru amento con nuo della roccia. Nacquero così nuovi pi di abitazioni so erranee che avevano la stessa organizzazione delle case-gro e. Nonostante i crolli, il villaggio conserva le sue cara eris che originarie. Famosa nel villaggio e la Farmacia del mago Greguro, il greco sapiente che raccoglieva, catalogava ed u lizzava, con l’aiuto di sua figlia Margheritella, le erbe medicinali esisten nella gravina. E, ancora, la grande gro a naturale conosciuta come Gro a del Ciclope adibita a luogo per assemblee pubbliche, di gioco e di mercato. La Gravina Madonna della Scala conserva numerose chiese rupestri ricche di affreschi. Nella Gravina di San Marco, dominata dal castello medievale si trova la Chiesa rupestre di San Marco, interamente scavata nella roccia, ritenuta una delle più belle chiese rupestri della Puglia. Rimanendo sullo spalto orientale ricordiamo la “casa dell’igumeno”, al quale venivano a ribuite cariche amministra ve, ed i res della Chiesa rupestre di San Biagio. Sullo spalto occidentale ammiriamo la Chiesa rupestre della Candelora con affreschi. Legata a questa gravina è la Chiesa ipogeica di San Leonardo e di Sant’Antonio Abate.

Santuario Madonna Della Scala

ITINERARIO TURISTICO CASTELLO Un documento longobardo del X sec. ricorda il Castello che, durante il periodo normanno fu un edificio for ficato. Faceva parte di un grande feudo che, nel 1080, con Mo ola e Castellaneta, fu assegnato a Riccardo Senescalco, poi Carlo d’Angiò lo cede e ad Oddone di Soliac. Successivamente appartenne ad altre famiglie feudatarie. Dal 1497, per oltre un secolo, la famiglia Pappacoda restaurò il vetusto edificio, che era stato fortemente danneggiato dai francesi completandolo con nuovi bas oni e mura difensive. La famiglia Imperiali (1633 – 1791) ricostruì la torre o agonale che affaccia sulla Gravina di San Marco. Storicamente si sa che il regio Demanio lo vende e a Michelangelo Zuccare e, alla morte di ques , nel Orologio - Duomo 1859 passò, per testamento, ai Pellegrini di Napoli. Venne, infine, acquistato da priva e successivamente dal Comune. Il Castello ha forma quadrilatera con qua ro torri ai la : tre a forma circolare e l’altra, come già de o, a forma o agonale (sud-est). Le sue stru ure e i suoi mo vi archite onici sono comuni ad altri castelli pugliesi: fossato, rampa, archi ogivali, merlature, beccatelli orna , stemmi in pietra nei due portali, un oratorio, diversi so erranei, oscuri passaggi segre , vecchie scuderie, prigioni, una stanza della tortura ed ampi camini. MUNICIPIO E’ stato costruito su proge o nel 1841, quando il sindaco era P. De Carlo. Le coperture della sala consiliare e del so ostante teatro furono realizzate con grosse travature il legno. In un primo momento il municipio era ubicato all’interno del palazzo La Liscia, sito nei pressi dell’omonimo ponte, in par colare nella parte sud del rione San Medici. L’edificio è stato restaurato ed è sede di alcuni uffici municipali; in esso inoltre è presente la sala consiliare. Ubicato tra i locali a piano terra

34

Massafra


entro

alus S s.a.s.

Poliambulatorio Specialistico Prelievi (anche a domicilio) Prenotazioni presso strutture convenzionate: Risonanze, Tac, Radiologia In sede: Ecografie, Elettromiografie, Ecodoppler, Breath Test Visite: Cardiologiche, Chirurgiche Vascolari, Dermatologiche, Diabetologiche Endocrinologiche, Fisioterapiche, Gastroenterologiche, Infettivologhe Neurologiche, Nutrizionistiche, Oculistiche, Omeopatiche, Ortopediche Otorinolaringoiatriche, Pneumologiche, Riabilitative, Urologiche Via del Santuario, 42 - 74016 MASSAFRA (TA) - Tel./Fax 099. 9460401 centrosalusmassafra@libero.it - www.centrosalusmassafra.com dell’edificio è presente il Teatro comunale, anch’esso recentemente restaurato. TORRE DELL’OROLOGIO Situata nella storica Piazza Garibaldi, è il simbolo del borgo an co con un’altezza di 22 metri con campane se ecentesche e decorazioni barocche, in sintonia con la chiesa di San Benede o. CONVENTO DI S. BENEDETTO Il Convento è di s le barocco con una decorazione interna molto pregiata. La chiesa venne costruita tra il 1689 e il 1744 per volontà delle famiglie Capreoli ed Imperiali. La Chiesa è stata aperta al culto nell’anno 1735. La cos tuzione interna la vede divisa in un’unica navata con un altare centrale in marmo policromato, mentre quelli laterali sono realizza in stucco. All’interno si ammirano varie tele, alcune delle quali sono a ribuite al pi ore D. Carella. E’ interessante sapere che nel suo interno vi si conserva un ar s co organo. CHIESA DI GESU’BAMBINO Sorge nell’omonimo rione, su uno spiazzo ricavato dalla demolizione di una casa cinquecentesca di proprietà della famiglia Saraceno. Le sue origini sono collegate ai prodigi di un Bambinello di cera, visto trasudare in casa della nobildonna Isabella Accol Gil. La chiesa si presenta con una sola navata absidata, sui cui la si contano qua ro cappelle e. Ha due piccoli campanili a cupole a, la facciata di s le neoclassico con ornamen lineari interamente scolpi a mano. E’ stata aperta al culto nel 1850. L’annesso Convento è cos tuito da molte celle e da ampi locali, ristru ura in vari periodi. CHIESA E CONVENTO DI SANT’AGOSTINO E’ un complesso di ampie dimensioni con oltre 50 vani distribui nel Convento e con una Chiesa, a pianta centrale avente abside semicircolare, dalla facciata esterna di puro barocco pugliese. Costruito subito dopo la metà del ‘500, è stato ripetutamente ampliato ed ha ospitato varie comunità di religiosi, quasi sempre agos niani. Recentemente si sono conclusi i lavori di recupero dell’immobile. Secondo un’an ca leggenda, nelle sue mura furono rinchiusi i corpi dei mala di peste e la successiva muratura contenne il contagio. Ponte Massafra

35


Non si sono trovate fon ufficiali per confermare questa teoria. Il recente restauro ha rinvenuto un ossario, ma si suppone tra arsi dell’usanza monacale di tumulare i defun . Gli interni offrono un sugges vo spe acolo di barocco pugliese e l’acus ca naturale del luogo lo rende ideale per rappresentazioni musicali. Per via della sua facciata curva è uno dei pochissimi esempi di archite ura barocca sopravvissu alle intemperie ed alla storia umana. Tu o ciò fa del convento di S. Agos no da turis desiderosi di ammirarne le fa ezze. Alcuni interven di esper di fama nazionale hanno confermato le sue peculiarità archite oniche. I lavori di costruzione iniziarono nel 1853 su un suolo donato dalla marchesa Pizziferri. Il Duomo è sede del Capitolo Collegiale e cos tuisce una delle maggiori costruzioni d’interesse turis co e storico della ci à di Massafra. Il colonnato esterno è di pietra locale, tagliata nelle cave di Ci gnano, l’interno si sviluppa a croce greca. Nelle decorazioni si notano capitelli scolpi a mano ed una larga iscrizione sul cornicione in la no riportante la preghiera dell’Ave Maria. Ci sono numerosi altari di pregio (tra cui spicca quello del Sacramento) e vi si conservano tele e statue, molte delle quali provenien da altre chiese an che, come l’ex chiesa di Santa Maria di Costan nopoli. SANTUARIO MADONNA DELLA SCALA Il Santuario sorge nel fondo della gravina omonima, immersa nel sugges vo ambiente naturalis co di gro e, in un’atmosfera pregna degli aromi e del mistero della “Valle delle Rose”. Esso venne edificato sui res di un an co sito religioso, nel 1730 insieme alla scenografica scalinata tufacea. Venne aperta al culto nel 1737. Il Santuario è dedicato alla Madonna della Scala, Patrona della ci à, mentre le origini devozionali si riferiscono ad un’an ca leggenda legata al miracolo delle cerve trovate inginocchiate da due cacciatori in un luogo impervio, inten ad ammirare un affresco bizan no raffigurante una Madonna con il Bambino. In realtà l’affresco era appartenuto alla cripta di Santa Maria Prisca crollata intorno al III – IV secolo d.C. Sul luogo del ritrovamento fu edificato un altro tempio dedicato al culto della Madonna della “cerva” poi conosciuta come Madonna della Scala dal X sec in avan . L’interno presenta una pianta a croce la na, è completamente bianco come del resto il suo esterno ed in esso sono contenute varie tele interessan risalen al XVI-XIX secolo. Quasi certamente alcune di queste tele provengono da altre chiese. Ha pianta quadrata. Nella facciata, di forme barocche di matrice locale, emerge la navata centrale, di un terzo più alta di quelle laterali; la facciata, in corrispondenza delle navate laterali, risulta inoltre molto più semplice e dimessa che nella parte centrale. L’esistenza della chiesa, seppure restaurata più volte in seguito, è documentata con certezza a par re dal XVI secolo, almeno nella navata centrale e nella navatella destra, mentre la navata di sinistra fu aggiunta solo negli anni ‘50 dell’XIX secolo. L’interno è ar colato in tre navate divise da qua ro massicci pilastri, transe o e vano re angolare di fondo con funzione di abside. Sul muro di fondo, in una nicchia, si trova un affresco duecentesco, rappresentante una Vergine con Bambino, con cara eri ancora picamente bizan ni. L’edificio, per via della sua collocazione e delle leggende ad esso legate è da sempre meta di pellegrinaggi e di giovani coppie che si contendono la possibilità di celebrarvi il loro matrimonio. ANTICA CHIESA MADRE Il tempio ha una stru ura archite onica quasi militare. Alcuni studiosi ritengono che l’edificio sia un ampliamento di un for no preesistente, trasformato nella prima metà del XVI secolo in chiesa, consacrata nel 1582. Durante i recen lavori di restauro sono torna alla luce i res di una primi va cripta medievale, che potrebbe rappresentare un sito sacro originario. L’interno è ad una sola navata con volta a crociera, ampliato successivamente con il cappellone del Sacramento a destra. Un rosone domina la facciata esterna e sul mpano del portale si nota una statue a d’angelo (santo misiriedde). Sulle pare si possono ammirare an chi affreschi (XVI-XVII sec.) che ornano gli altari barocchi, mentre un’ar s ca macchina lignea (realizzata nel 1783) fa da sfondo, insieme al coro. Tra le tele più importan figurano opere di D. Carella, O. Giusto e G. Bianco. A fianco alla chiesa è situato l’Oratorio del Purgatorio, costruita nel 1701, con soffi o barocco. CHIESA MADONNA DELLE GRAZIE E’ ubicata nel tra o iniziale della gravina della Madonna della Scala, in corrispondenza della contrada “Forche”. L’edificio, benede o nel 1655, è cos tuito da un volume ad una sola navata con qua ro altari laterali, di cui quello maggiore è molto ben decorato. La devozione verso la Madonna di tu e le Grazie è legata ad un racconto popolare di una pastorella, che ebbe in visione la Vergine. Proprio in quel luogo si decise di costruire un edificio ed oggi, per via della sua collocazione nello scenario naturale, è meta di numerosi turis e di giovani sposi che spesso scelgono di celebrarvi il proprio matrimonio. CHIESA S.S. MEDICI Collocata a metà di un’intricata scalinata che congiunge il paese alla Via Appia, venne costruita agli inizi del ‘700, probabilmente su un’an ca cripta. Nel suo interno vi sono conservate interessan tele se ecentesche, diverse sculture lignee ed un affresco cinquecentesco dei SS. Medici. Chiesa San Cosimo

36

Massafra


NUMERI UTILI URGENZE Polizia Squadra Volante . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 113 Carabinieri Pronto Intervento .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 112 Carabinieri (Viale Magna Grecia) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8801010 Guardia di Finanza Pronto Intervento .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 117 Polizia Municipale (Via Vi . Veneto, 15) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8801014 Vigili del Fuoco - Pronto Intervento .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 115 SERVIZI PUBBLICI Municipio (Via Vi . Veneto, 15) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8858111 UďŹƒcio Turis co (Via Cad. Nave Roma) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8804695 Poste Italiane (Corso Roma, 102). .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8830211 Poste Italiane (Via degli Imperiali, 90).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8803534 SANITA’ Ospedale M. Pagliari - Centralino (Viale Magna Grecia) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8850111 Servizio Emergenza Territoriale .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 118 Pronto Soccorso (Viale Magna Grecia) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8801512 FARMACIE Farmacia Bandiera (Via F. Petrarca, 87) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8807330 Farmacia Benegiano (Viale G. Marconi, 63).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8801674 Farmacia Carano (Corso Italia, 9) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8801072 Farmacia Ferreri (Via S. Leopoldo Mandic, 6) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8805724 Farmacia Massaro (Corso Roma, 53) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8801073 Farmacia Saccoia (Via Scarano Colonnello, 113). .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8852708 Farmacia Sasso (Piazza Garibaldi, 32) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8801071 Farmacia Zaurito (Via Vi orio Veneto, 28) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8801070

Massafra

37


MANIFESTAZIONI L’anno inizia con una delle manifestazioni più conosciute in Italia, il Carnevale con la sfilata dei carri allegorici la domenica e il martedì grasso in genere nel mese di Febbraio. Il 20 Febbraio ricorre la fes vità religiosa della Madonna della Scala ma i festeggiamen in onore di Santa Maria della Scala Patrona di Massafra avvengono la I° Domenica di Maggio con fuochi d’ar ficio e la consegna simbolica delle chiavi della ci à. Nel periodo Quaresimale le processioni penitenziali alle cappelle dei “ crucifissi” nella Gravina di Calitro. Messa Solenne in Coema Domini e Solenni visite ai San repositori il Giovedì Santo. Solenne processione dei Misteri dall’an ca Chiesa Madre per le vie del borgo an co il Venerdì Santo. Festa e Processione in onore della Madonna Se mana Santa - Foto www.formestudio.it del Carmine presso al Parrocchia del Carmine il 16 Luglio. Molto importante è conosciuta la rassegna es va “ Massafraestate “ che si ene tu gli anni da Luglio a Se embre con un cartello ricco di Spe acoli, Concer , Diver men , che tocca tu i quar eri di Massafra. Festa e Processione in onore di San Gaetano presso la Parrocchia di Francesco di Paola con rela va Sagra della Mozzarella il 7 Agosto. Festa e Processione con fiaccolata in onore dei S.S. Medici Cosma e Damiano con la tradizionale Scambisciata e Cavalcata il 26 e 27 Se embre, presso la Chiesa dei S.S. Medici nella Massafra an ca, un angolo molto sugges vo dove si racchiude il profumo della storia massafrese. Solenni Festeggiamen e Processione in onore di San Michele Arcangelo, Patrono di Massafra, il 29 Se embre. Festa e processione in onore S. Lucia, il 13 dicembre, presso l’an ca Chiesa Madre alle prime luci dell’alba, per le strade del paese, con le piche nenie più allegre che annunciano il Natale. Nel periodo Natalizio, oltre la rassegna ”Nataleanziani”, molto importante è annuale appuntamento con la Rassegna – Concorso dei Presepiari, con i presepi più cara eris ci. Se mana Santa - Foto www.formestudio.it

GASTRONOMIA La cucina annovera pia semplici, variega e gustosi, in grado di esaltare i prodo che la campagna sa offrire e di soddisfare i pala più esigen . Tipici primi pia sono: orecchie e e “fricidd” al sugo o con le rape, cavatelli con ceci o fagioli o con sugo di pomodoro e caciorico a, fave e foglie (verdura campestre), fave “spuzzitate” (spuntate e non sgusciate), minestra del pezzente (brodo o enuto dalla co ura contemporanea di pasta sminuzzata, verdura e fra aglie), cardoncelli al forno (cardi libera dalle par spinose, lessa e mescola a uova, formaggio e pepe) e la “ncapriata” (minestra di fave secche rido e in purea e condite con olio extra vergine d’oliva e cipollo selva ci de “lampascioni”). Nella cucina locale dominano anche importan secondi di carne, co a sopra u o al fornello; braciole (invol ni di carne), ”Capuzza” (testa di agnello o capre o sistemata in tegame con patate, olio, origano e co a al forno), ”gnjumeriedde” (fra aglie di capre o o agnello rido e a strisce, condite con prezzemolo e aglio raccolte a gomitole con budelline e co e alla brace) e il “cazzomarro” (invol no di coratella di agnello co o con foglie di alloro e semi di finocchio) sono dei secondi che esaltano gli aromi e la carne della nostra terra Cardoncelli al forno se accompagna , poi, da vini locali (verdeca, racioppo e primi vo). Non mancano pia e mballi che vengono prepara con cura in casa per le fes vità pasquali e natalizie: “callarello” (bollito di agnello e verdure miste di campagne), “marro” (rotolo di interiora di agnello), “p’ddich chien” (focaccia con ripieno di cipolla, olive nere e file di acciughe). Dolci pici locali sono invece i torroncini, le “scartagghiet” (canestrelli di pasta frolla fri con miele), le “pe ’l” (polpe e di pasta semplicemente lievitata, fri e e inzuppate nel vin co o, sciroppo o enuto facendo bollire il mosto fin quando diventa denso), i “purcidd” (gnocche di pasta frolla) e i golosissimi taralli “nglppet” (ricoper da zucchero) del periodo pasquale. 38

Massafra


di Castiglia

Bar - Focacceria - Paninoteca - Stuzzicheria Via Ferrara, 13 - 74016 Massafra (TA) - Tel. 099. 8807033 Cell. 334.3581790 - bybloscafe@libero.it

Olio Extra Vergine di Oliva SPREMITURA A FREDDO/PRODUZIONE ITALIANA

il Tradizionale

OleiďŹ cio Eredi di Michele Laghezza Via Chiatona, 23 - Massafra (TA) - Tel. 099 8803527 - Cell. 339 5794415 Massafra

39


MOTTOLA Mo ola, soprannominata “la terra delle gro e di Dio”, è un comune della provincia di Taranto situato nella parte meridionale della Murgia, su una dei pochi rilievi taran ni, a circa 386 metri s.l.m. Per la sua par colare posizione geografica è chiamata anche “Spia dello Ionio”. Da alcuni pun panoramici è possibile ammirare tu o il Golfo di Taranto. L’ampiezza del suo territorio (212,33 chilometri quadra ) lo pone nei primi cinquanta comuni italiani con la maggiore estensione territoriale. Mo ola è cara erizzata dalla presenza di gravine, di boschi (di pino o di quercia) e anche di zone con macchia mediterranea spontanea. Numerose sono le chiese rupestri dove si possono ammirare un notevole numero di affreschi. La breve distanza dal mare (circa 10 km dallo Ionio) mi ga il clima di Mo ola, che pure è posta in collina. Se ore trainante dell’economia è sopra u o quello agro-alimentare per l’o ma produzione di uva da tavola e da vino, agrumi e ortaggi. Squisito è l’olio extravergine d’oliva che si ricava da eccellen col vazioni di ulivi. La reperibilità di o mi prodo alimentari, unito ad una tradizione culinaria centenaria, rende il se ore della ristorazione tra i più importan e fioren dell’economia ci adina. A questo va anche unito un recente sviluppo dei servizi rice vi che stanno rilanciando il turismo. Molto sviluppa sono l’ar gianato e il se ore commerciale, mentre è in pieno sviluppo il se ore industriale, di cui la produzione d’infissi in legno lamellare è il motore. Ulteriore pregio allo sviluppo economico della ci à è dato dalla nuova zona industriale sorta nella frazione di San Basilio dove trovano sede industrie del se ore tessile, meccanico, ar gianale e della grande distribuzione. La zona industriale è situata in una posizione strategica, a soli 500 metri dallo svincolo autostradale di Mo ola/Castellaneta, inoltre si trova a meno di 2 km dalla S.S 100 che collega Bari a Taranto. Altra potenzialità è data dalla facile percorrenza per raggiungere sia il porto commerciale di Taranto che l’Aeroporto di Bari-Palese.

40

Mo ola


FALEGNAMERIA GRECO A RT I G I A N E & A R R E D O

di Greco Vittorio Porte Interne Portoni Blindati Infissi in Lamellare, Alluminio e Pvc Cucine e Mobili su misura Complementi d’Arredo e Stanzette

Show Room: Via Porpora, 31 - 74019 PALAGIANO (TA) Tel./Fax 099.8841759 - Cell. 347.0850686

Mo ola

41


CENNI STORICI Indicata in tempi antichissimi con la voce latina mutulu (mucchio di pietre), Mottola, situata a 387 metri s.l.m., per la sua posizione dominante sul Golfo di Taranto, è anche chiamata la ”spia dello Jonio”. Dai manufatti rinvenuti si può asserire che sia stata abitata fin dalla Preistoria, in seguito divenne colonia greca e poi romana. Gli affreschi dedicati a San Pietro presenti in alcune cripte ed il nome del casale di Petruscio, termine derivante da Petrus (Pietro), testimoniano il passaggio del Santo diretto a Roma per diffondere il Cristianesimo (periodo tra il 42 ed il 45 d.C.). Dal 475 al 554 fu sotto il dominio dei Par colare della Gravina di Petruscio - Foto Palmio o Foto Goti, mentre rimase colonia greca fino al 571, quando giunsero i Longobardi. Nell’VIII sec. arrivarono i monaci basiliani che, scampati alle persecuzioni iconoclastiche, si stabilirono nelle zone di Petruscio, Casalrotto, San Gregorio, San Vito, San Savino e Grotte. Le incursioni saracene dell’847 e del 927 costrinsero gli abitanti ad erigere una cinta muraria, distrutta nel 1820. Nel 1042, nei pressi del castello, settemila normanni invasero la città durante la notte, costringendo alla resa i pochi greci rimasti a presidio. Goffredo il Normanno, nel 1063 prese d’assalto la rocca della collina e l’assoggettò. Nel 1080, per opera di Roberto il Guiscardo, primo duca di Puglia, divenne contea normanna alle dipendenze di Riccardo Senescalco, figlio del conte Dragone. Saggiamente amministrato, il feudo si arricchì di boschi, di difese, di fiumi, di terreni coltivabili e del titolo di Signoria. Durante la dominazione normanna divenne sede vescovile fino al 1818, quando venne aggregata a Castellaneta. Fu poi sotto la dominazione sveva, angioina ed aragonese. Nel 1653 il feudo di Mottola fu venduto a Francesco Caracciolo, duca di Martina. Con la Restaurazione, seguì le vicende del Risorgimento nazionale. Nel periodo compreso trala Prima e la Seconda Guerra Mondiale, le strade e le piazze della città furono asfaltate e pavimentate. Arrivò anche l’energia elettrica e l’acquedotto che superava incredibilmente le difficoltà dell’altezza della collina. Masseria San Basilio - Foto Palmio o

Ingresso Cripta San Nicola - Foto Palmio o

42

Mo ola


ITINERARIO TURISTICO Mottola, suggestiva e affascinante cittadina da sco-

Cripta San Nicola - Foto Archivio Comunale

prire, si erge a 387 mt. sul livello del mare, da cui si può ammirare l’intero golfo di Taranto, sino a scorgere i monti della Basilicata e della Calabria ed è proprio per la sua strategica collocazione geografica che è anche conosciuta come “Spia dello Jonio”. La città vanta un‘eccezionale patrimonio storico, architettonico ed artistico con gli insediamenti rupestri, d’età medievale che costellano il territorio rurale: le “grotte di dio” scavate nei valloni tufacei e nelle gravine; di particolare pregio per la quantità di affreschi è la cripta di S. Nico-

Cripta San Gregorio - Foto Archivio Comunale

la. Altrettanto interessante è l’aspetto ambientale del territorio di Mottola, zona carsica, rotta da improvvise fratture, le gravine, attraversate da fiumi sotterranei che si aprono la via verso lo Jonio scavando i grandi canyon di Petruscio, Capo Gavito , Forcella e San Biagio. La zona a Nord della città invece lascia spazio alla lussureggiante macchia mediterranea, dove chi ama la natura può addentrarsi nei più suggestivi boschi di querce della provincia tarantina. Ma in questo piccolo angolo di Puglia, numerosi sono anche i segni che testimoniano il tessuto storico culturale dall’ex Cattedrale romanica, S. Maria Assunta, alle poderose mura greche di età ellenistica, al Palazzo Municipale, realizzato nel

Petruscio - Foto Archivio Comunale

1887 con facciata in stile neoclassico. L’escursione agli insediamenti rupestri ha inizio con la visita alla gravina di Petruscio dalla quale è possibile visitare il villaggio ipogeo e la fitta vegetazione. La visita prosegue verso le chiese rupestri dove è possibile visitare: la cripta di S. Angelo, la cripta di Santa Margherita e la cripta di S. Nicola denominata la Cappella Sistina della Civiltà Rupestre, per poi risalire verso Mottola e ammirare la chiesa seminterrata di San Gregorio che conserva al suo interno il maestoso Cristo Pantocratore. Mo ola

43


MANIFESTAZIONI I RITI DELLA SETTIMANA SANTA Quelli che si svolgono a Mo ola sono tra i più conosciu e interessan della provincia ionica, sia per gli accen di genuina religiosità, sia per il ricco corredo statuario che sfila nelle due processioni dei “Misteri” che li cara erizzano: la sera del Venerdì Santo e la ma na del Sabato Santo. Un ruolo importante durante la Se mana Santa è svolto dai confratelli delle an che Confraternite del Carmine, del SS.Sacramento e Rosario, di S.Antonio, dell’Immacolata e del Sacro Cuore che portano a spalla in processione i “Misteri”, statue singole e gruppi statuari. LA PASSIONE VIVENTE Tra i ri e le tradizioni della Se mana Santa, non poteva mancare la rivisitazione in costume della Passione Vivente, organizzata dalla Confraternita del Carmine. Si svolge la sera della domenica delle Palme presso il Santuario della Madonna del Carmine (Madonn’abbasc), un luogo molto sugges vo che perme e un forte raccoglimento e spinge la gente alla preghiera. FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA CHITARRA Il Fes val Internazionale della Chitarra è uno degli appuntamen fissi dell’estate mo olese. Questo evento di solito si svolge dal 3 all’11 luglio, con un programma sempre più ricco di avvenimen interessan e coinvolgen . La manifestazione si apre con “Serenate”: un percorso i nerante con concer di chitarra o ensemble con chitarra, jazz, new age, rock, country, musica classica, flamenco e fusion. Grazie a questa formula d’offerta musicale, l’ascoltatore potrà scegliere il solista, il gruppo o il genere musicale di suo gradimento. La disposizione naturale del centro storico medioevale “Schiavonia”, le sue piazze e, gli spazi ricava dalla disposizione delle case hanno dato al Fes val un contenitore ideale per la realizzazione delle serenate. LA SAGRA DELLA CARNE AL FORNELLO I mo olesi da buongustai non si smen scono mai e quando si tra a di degustare qualche prelibatezza culinaria non mancano all’appello. Così, ogni anno piazza Plebiscito si trasforma in una vera e propria tra oria. I macellai locali deliziano il palato dei passan con specialità di carne co a al fornello e gustata con il buon vino locale. La sagra si svolge nel periodo compreso tra Agosto e Se embre. PRESEPE VIVENTE Le gro e della Madonna delle Se e Lampade rappresentano la cornice naturale della rievocazione della Na vità con la partecipazione di figuran in costume, tra mes eran e personaggi della Santa capanna. La magia della na vità di Betlemme è riproposta, con sugges vi giochi di luce, nelle cara eris che gro e ai piedi della collina mo olese. RASSEGNA INTERNAZIONALE DI PITTURA “ARTISTI A CONFRONTO” Come ogni anno, la ci à di Mo ola si prepara all’importante appuntamento con l’arte, a raverso la Rassegna Internazionale di Pi ura, che ha luogo dal 24 Dicembre al 5 Gennaio. La Scuola Materna “Perasso” di Via Salvo D’Acquisto, si trasforma magicamente in una galleria d’Arte, che raccoglie le opere pi oriche e poe che di cen naia di ar s provenien da tu ’Italia e dall’estero. ASSASSINIO IN CATTEDRALE Rievocazione storica del mar rio di San Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury e patrono della ci à di Mo ola. San Tommaso Becket, assassinato intorno al 1100, è diventato il patrono della ci à per le affinità tra il suo mar rio e quello toccato ad Alimberto, vescovo di Mo ola, poco tempo prima. Entrambi infa volevano proteggere, ognuno nella propria diocesi, i fedeli dalle prepotenze dei nobili. La ricorrenza ricade il 29 dicembre, quando, lungo le vie del centro storico, si snoda il corteo medioevale con oltre trecento figuran fra dame e nobiluomini, solda , umili religiosi, ricchi prela e a razioni ludiche medioevali. Tu o si conclude con la rievocazione dell’assassinio del Santo patrono nella ca edrale del paese. A par re dall’estate 2004 la rievocazione storica, organizzata dal gruppo GAST (Gruppo Amici San Tommaso), si svolge nel mese di agosto. FESTE PATRONALI e FIERE Mercato se manale il Venerdì. Festa di San Giuseppe, il 19 marzo; nei quar eri si effe ua il tradizionale falò con la degustazione dei prodo pici. Fiera di merci varie, 5 giugno. Festa di San Antonio, 13 Giugno; festeggiamen religiosi e civili a cura dell’omonima confraternita. Festa della Madonna del Carmelo, 16 Luglio. Festa dei S.S. Medici Cosma e Damiano, 26 Se embre. Festa della Madonna del Rosario, 13 O obre. Processione dei misteri - Foto Palmio o 44

Mo ola


GASTRONOMIA La cucina mottolese annovera piatti semplici, variegati e gustosi, in grado di esaltare i prodotti che la campagna sa offrire e di soddisfare i palati più esigenti. Tipici primi piatti sono: orecchiette e “fricidd” al sugo o con le rape, cavatelli con ceci o fagioli o con sugo di pomodoro e cacioricotta, fave e foglie, fave “spuzzitate”, minestra del pezzente, cardoncelli al forno e la “ncapriata”. Nella cucina locale dominano anche importanti secondi di carne, cotta soprattutto al fornello; braciole, ”Capuzza” e “gnjumeriedde” (frattaglie di capretto o agnello ridotte a strisce, condite con prezzemolo e aglio raccolte a gomitoletti con budelline e cotte alla brace). Non mancano piatti e timballi che vengono preparati con cura in casa per le festività pasquali e natalizie: “callarello” (bollito di agnello e verdure miste di campagne), “marro” (rotolo di interiora di agnello), “p’ddich chien” (focaccia con ripieno di cipolla, olive nere e filetti di acciughe). Dolci tipici locali sono invece i torroncini, le “scartagghiet” (canestrelli di pasta frolla fritti con miele), le “pett’l” (polpette di pasta semplicemente lievitata, fritte e inzuppate nel vin cotto, i “purcidd” (gnocchetti di pasta frolla) e i golosissimi taralli “nglppet” (ricoperti da zucchero) del periodo pasquale.

Gastronomia Tipica - Foto Archivio Comunale

Mo ola

Orecchie e con le rape

45


NUMERI UTILI URGENZE Polizia Squadra Volante . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 113 Carabinieri (Via Di Vi orio) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 112 / Tel. 099.8863010 Polizia Municipale (Piazza XX Se embre) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8864014 Vigili del Fuoco (Castellaneta) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 115 / Tel. 099.8492121 Corpo Forestale dello Stato (Piazza XX Se embre) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8867973 SEGNALAZIONE GUASTI Acqua Guas (Pronto Intervento) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 800 - 735735 ENEL . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 800 - 704488 ENELGAS .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 800 - 998998 GAS (Guas ) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 800 - 510171 SERVIZI PUBBLICI Municipio - Centralino (Piazza XX Se embre) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8866911 Biblioteca Comunale (Piazza XX Se embre) e-mail: biblioteca@comunale.mo ola.it Tel. 099.8866924 Ufficio Turis co (Viale Jonio) e-mail: ufficioturis co@comune.mo ola.ta.it .. .. .. .. .. .Tel. 099.8866948 Sezione Comm., Ar gianato ed Industria e-mail: commercio@comune.mo ola.ta.it. .Tel. 099.8866939 Sezione Urbanis ca e Agricoltura e-mail: urbanis ca@comune.mo ola.ta.it . .. .. .. .. .Tel. 099.8866927 U.R.P. e-mail: urp@comune.mo ola.ta.it .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8866902 E.R.A. Protezione Civile . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 329.5866854 Associazione Provinciale Allevatori (Via Einstein).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8861374 Comunità Montana Murgia Taran na (Viale G. Turi) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8867991 Poste Italiane (Via G. Pascoli, 1) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8865411 SANITA’ Centralino - (Via S. Pellico) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8870111 Pronto Soccorso (Via S. Pellico) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 800 - 116211 Guardia Medica (Via S. Pellico) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8862719 FARMACIE Farmacia Lasalvia Fortunato (Via Palagianello, 89) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8863056 Farmacia D’Onghia Francesco (C.so Vi . Emanuele, 70) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8863046 Farmacia Europa Salvatore (Via Europa, 9) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8861176 Farmacia Miccoli Giovanni (Via G. Mazzini, 21) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8863027 SCUOLE PUBBLICHE MATERNE Materna Stat. “Perasso” (Via S. D’Acquisto) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8863118 Materna Stat. “Collodi” (Via Gerloni) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8862093 ELEMENTARI STATALI Elementare Stat. “S. G. Bosco” (Via Paganini, 3) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8865108 Elementare Stat. “Dante Alighieri” (Via S. Allende) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8861398 Elementare Stat. “Ma eo ” (Via G. Ma eo ) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8866375 MEDIE INFERIORI STATALI Media Stat. “A. Manzoni” (Via S. Paolo) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8867441 Media Stat. “De Sangro” (Viale G. Turi, 44).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8863120 MEDIE SUPERIORI STATALI I.P.S.S.S. “M. Len ni” (Via G. Gius , 1) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8867272 Liceo Scien fico “A. Einstein” (Via De Gasperi) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8862888

46

Mo ola


ORO CASH COMPRO ORO

MASSIMA VALUTAZIONE - PAGO CONTANTI Bigiotteria - T.S.C. - Articoli da Regalo Via Europa, 2/a MOTTOLA (TA) - Cell. 389.5529973 - 393.3110835

Di Bello Alessandro Amministrazione Condominiale Associato A.N.A.I.P.

Viale Turi 113 MOTTOLA (TA) - Cell - 347.1704919 - e-mail: dibelloa@libero.it Mo ola

47


PALAGIANO Palagiano conta una popolazione superiore ai 16.000 abitan ed è denominata anche “Ci à delle Clemen ne”, per i suoi agrumi. Fa parte a ualmente del Gruppo di azione locale GAL “I luoghi del Mito” e rientra tra i comuni che fanno parte del Parco delle Gravine Joniche, cos tuito nel 2005 dalla Comunità Europea. In località Lamaderchia si trova la gravina omonima, lunga circa 1 km che presenta una scarsa vegetazione e roccia calcarea. Lungo tu o il litorale jonico taran no si sviluppa la Riserva Naturale Stornara più conosciuta come la “Pineta dell’Appia”. Si tra a di una riserva biogene ca prote a dallo Stato e dalla regione Puglia. Essa si estende per se e km sulla fascia cos era jonica, e il suo nome deriva dal ricco movimento di storni migratori. Vi è una vegetazione ricca e l’abitante principale del posto è la pianta mediterranea del pino d’Aleppo, che cresce rigoglioso su dune sabbiose. Nella stessa riserva vi è il pino d’Aleppo più vecchio d’Europa. Il comune jonico presenta nel suo aspe o morfologico molte “lame”. Le lame s’iden ficano come ampi e profondi solchi carsici, vie fluviali naturali. Alcune lame si conservano ancora con un buono stato vegeta vo, altre sono state bonificate e ora si possono vedere distese di agrume . Sul territorio di Palagiano scorre il fiume Lato che nasce tra le Murge laer ne e sfocia nel mar ionio nella località chiamata “Ven due”, dal numero del casello ferroviario Taranto - Metaponto. Alla foce troviamo la Torre Lato che serviva da avvistamento delle navi pirata. Il fiume Lenne, già menzionato in un racconto di Tito Livio, è più ricco di storia e di fascino naturalis co. Si presenta con più flora, sopra u o quando a raversa la pineta dell’Appia. La foce è stata ripris nata e allargata, prima era incastonata fra i due moli, dove vi erano una piccola spiaggia e il fiume, moli ormai distru dopo l’alluvione del 2003. All’inizio della spiaggia vi è un ponte fa o costruire da Mussolini. In questo luogo, nel 1967, Salvatore Quasimodo si fermò ad ammirare il paesaggio. L’agricoltura è il principale se ore dell’economia. Fru o pico di Palagiano è senza dubbio il mandarino che è celebrato in una Sagra, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, durante la quale è premiata, con il “Mandarino d’oro” , l’azienda agricola che in quell’anno ha prodo o il fru o più buono. Il 22 novembre 2009 Palagiano durante la ventesima edizione della Sagra del Mandarino è entrata a far parte del Guinness World Record con la Spremuta più lunga del mondo, superando, con 692,5 litri, il vecchio record (101 l.).

48

Palagiano


FALEGNAMERIA GRECO A RT I G I A N E & A R R E D O

di Greco Vittorio Porte Interne Portoni Blindati Infissi in Lamellare, Alluminio e Pvc Cucine e Mobili su misura Complementi d’Arredo e Stanzette

Show Room: Via Porpora, 31 - 74019 PALAGIANO (TA) Tel./Fax 099.8841759 - Cell. 347.0850686

Palagiano

49


CENNI STORICI Tito Livio in una delle sue opere storiche narra che in un mattino di primavera del 210 a.C. alcuni pastori che conducevano le greggi al pascolo, presso la località denominata “palude fetida”, assistettero allo scontro tra due formazioni navali, una tarantina e l’altra romana. Il combattimento terminò con l’incendio e l’affondamento di gran parte dei due equipaggi. L’episodio avvenne nel corso della I Guerra Punica in località “Sapriportem”. Il sito indicato ricade nel territorio di Palagiano. Inoltre, se osserviamo una cartina geografica dell’antico territorio della “Magna Grecia”, facilmente osserviamo che l’agro di Palagiano si trova nel cuore di un territorio che fu interessato, sin dagli albori dell’VIII secolo a.C ., dalla colonizzazione dei greci (Dori). Lo stesso toponimo deriva dal greco “PalaiosSchenè” e cioè “Antico Accampamento” che nel locale idioma è pronunciato: “Palascene”. I Dori trovarono facili approdi nella zona costiera e, attratti dalla fertilità dell’entroterra, cominciarono a coltivare l’olivo e a sviluppare e migliorare le tecniche per l’allevamento. I primi insediamenti nacquero in prossimità delle sorgenti in località: Chiatona, Calzo, Lenne, Trovara e Fontana del Fico. In questi luoghi, scavi archeologici hanno riportato alla luce numerose tombe risalenti al IV e III secolo a.C. probabilmente appartenute alle povere comunità di contadini e pastori. La collocazione geografica, attraversata dalla Via Appia, ha coinvolto il territorio in tutte le vicende storiche che interessavano i centri limitrofi. Nella seconda metà del XI sec. il territorio di Palagiano si ritrova ad essere un polo dell’insediamento rupestre nel contado occidentale tarantino con il sito di Santa Maria di Lenne. La città si trovò, poi, a dover subire la prepotenza di Murcaldo, fiduciario del principe tarantino Boemondo, che partendo per le crociate, lasciò il feudo nelle sue mani. Dopo l’infeudamento normanno e il possedimento angioino, le terre palagianesi passarono a molti altri feudatari fino alla famiglia Caracciolo che restò fino ai primi anni dell’800 e dovette affrontare tutte le controversie derivanti dalle leggi della soppressione feudale. E’, però, comprensibile che, al di là della presenza di questi feudatari e possidenti, la comunità palagianese ha sempre vissuto tutti i momenti della storia politica e sociale con gli aneliti, le ansie e le speranze di voler affermare i propri valori di civiltà. Basti ricordare i contributi locali per la partecipazione popolare all’Unità d’Italia. Non vanno dimenticate le varie attività politiche e le rivendicazioni contadine ed operaie delle leghe del primo novecento, fino ad arrivare alla tribolata esperienza fascista e all’impegno per la ricostruzione democratica del secondo dopoguerra, in relazione specialmente alla Riforma Fondiaria, che proprio a Palagiano previde la localizzazione di uno dei poli di coordinamento.

Parete Pinto

50

Municipio - Foto Frame - E-Graphix

Palagiano


ITINERARIO TURISTICO CHIESA MATRICE SS. ANNUNZIATA La Chiesa Matrice di Palagiano compare in una pianta topografica del territorio nel 1787, risalente al XVIII secolo, presenta una semplice facciata, opera di transizione dal barocco al neoclassico. La facciata si presenta scandita verticalmente da coppie di lesene con semplici capitelli e segnata orizzontalmente da due cornici marcapiano. Chiude la facciata un fastigio arquato con pinnacoli laterali. All’interno, ad una navata, una tela dell’Annunciazione, di autore ignoto del XVIII secolo, tela ad olio “Madonna dei Miracoli”, attribuita a Domenico Carella, sempre del XVIII secolo, la tela “Crocifissione tra le anime purganti”, della prima metà del XIX secolo attribuita a Gioacchino Toma, il coro ligneo e uno splendido organo, pure settecentesco e una pregevole statua lignea raffigurante San Francesco vestito da conventuale, della prima

SS. Annunziata

metà del XVI secolo, appartenente al soppresso convento di Santa Maria della Nova. Da poco sono state restaurate le Statue di San Rocco risalente al 1601, un crocifisso del XVI secolo e il Cristo Risorto, posto nell’altare barocco sulla sinistra della navata. Nella medesima Chiesa, sulla destra, vi è l’altare dedicato al Santo Patrono, San Rocco, su cui è posta la nicchia che custodisce la venerata immagine del Santo. Sulla nicchia un’epigrafe recita: “Et eris in peste patronus” (“E sarai nella peste il protettore”). Per antica tradizione i solenni festeggiamenti in onore di San Rocco si svolgono il sabato, la domenica e il lunedì successivi al 16 agosto, solennità liturgica del Santo. La sera del sabato ha luogo la processione della cavalcata, che dà inizio ai festeggiamenti, con la sfilata di cavalli riccamente bardati e montati da bambini vestiti come il Santo Pellegrino. CHIESA DI MARIA SS. IMMACOLATA E’ sicuramente la Chiesa più antica di Palagiano, consacrata il 14 febbraio del 1582, come ricorda una targa marmorea sull’architrave d’ingresso. La Chiesa si sviluppò secondo i canoni Francescani, di cui però è rimasta traccia solo del chiostro e della pianta d’aula unica della chiesa. Si presenta con una semplice facciata ingentilita da un rosone (oggi non in buone condizioni); all’interno conserva una tela dell’Immacolata della prima metà del XVIII secolo e Maria SS. Immacolata

Palagiano

51


una statua lignea della seconda metà del XVII secolo raffigurante San Gaetano, a ribuita all’ischitano Gaetano Patalano. Per un breve periodo, l’a uale Chiesa dell’Immacolata, che fu anche convento ospitò il francescano San Giuseppe da Coper no. CHIESA DI SAN NICOLA La Chiesa di San Nicola è la parrocchia più recente: nasce inizialmente in un luogo di culto con un piccolo salone in viale Chiatona, poi nel 1964 nel salone adiacente all’a uale chiesa. Negli anni seguen nasce così la Chiesa di San Nicola la più capiente in quanto possiede più di 400 pos a sedere durante le celebrazioni. Essa si presenta in s le Romanico semplice; all’esterno ci sono tre mosaici raffiguran , da sinistra: l’incontro di Maria con Elisabe a, al centro la Sacra Famiglia, a destra il ba esimo di Gesù. In alto un grande San Nicola

rosone raffigura l’immagine del Santo Nicola di Bari. Al suo interno

vi è un grande mosaico di Gesù e del Padre con la scri a del vangelo di Giovanni: Io, sono la vita, la verità e la via. CHIESA BENEDETTINA DI SANTA MARIA DI LENNE La Chiesa di Santa Maria di Lenne è ubicata in territorio di Palagiano sullo spalto occidentale della Lama di Lenne, lungo la strada provinciale che da Palagiano conduce in contrada Conca d’Oro, precisamente all’omonima masseria. La Chiesa è posta su una lieve altura (33 m. slm) che gli perme e di dominare un largo tra o di territorio ad est, pra camente la zona denominata “Cas glione”, an camente appartenente ai beni della mensa vescovile di Mo ola. CHIESA DELLA MADONNA DELLA STELLA La Chiesa della Madonna della Stella è stata costruita recentemente in sos tuzione di un’altra riedificata e benedetta nel 1954. In devozione per la Madonna si svolge una grande festa molto sen ta dai palagianesi e che conserva nel suo rituale agreste tu a la cara eris ca genuinità di sagra campestre. Fin dal ma no “tamburr e fischarule” svegliano i ci adini che nel pomeriggio, a piedi, si recano in pellegrinaggio verso la chiese a che dista circa tre chilometri dal paese. Sul sagrato si recita il rosario e si celebra la Santa Messa. Al termine ha inizio la spe acolare sagra chiamata della “tagghiarin” (pasta casalinga a fe uccine) condita con sugo piccante. Il prelibato pia o viene distribuito a tu i fedeli presen . E’ una tradizione che richiama tempi passa , quando ai mol poveri del paese veniva distribuita, in ricorrenza della Festa della Madonna, gratuitamente la pasta. Il pia o di creta era un lusso e di pochi e, quindi, quasi tu u lizzavano la pra ca spatola di ficodindia oggi sos tuita dai più moderni pia di plas ca. Verso sera i fedele portano in solenne processione la statua della Madonna per le vie del paese per il rito d’affidamento della ci à alla Vergine.

52

Sagra della “Tagghiarin” - Foto La Belle Photo

Palagiano


I M

IN

T E RN AZ

I NA LE

PRE

O

O

www.comproorovitonatale.it

COMPRO

O R O ARGENTO V it o N a ta le MASSIMA ACCOGLIENZA

NUOVA APERTURA

ti of fre di pi ù

PALAGIANO

Corso A. De Gasperi, 16

MASSIMA VALUTAZIONE MASSIMA RISERVATEZZA

INFO LINE

080 3026513 338 2370029 Palagiano

ERCOLE D’ORO

le nostre sedi

Santeramo (BA) - Via Ospedale, 24 Santeramo (BA) - Via Annunziata, 50 Laterza (TA) - Via Giambattista Vico, 15 Noci (BA) - Via Vittorio Emanuele, 6 Turi (BA) - Via Sedile, 48 Casamassima (BA) - Via Turi, 5d Acquaviva (BA) - Via Mons. Laera, 13 Alberobello (BA) - Via Montegrappa, 19 Adefia (BA) - Corso Umberto I, 4 Sammichele (BA) - Corso Vitt. Emanuele, 5 Conversano (BA) - Via San Lorenzo, 28 Castellaneta (BA) - Arco dei Calderai, 74 Putignano (BA) - Via Cavour, 72

53


MANIFESTAZIONI

Luminarie - Foto Frame - E-Graphix

I palagianesi festeggiano molte ricorrenze, fin dai tempi antichi. Si racconta che quando qualcuno metteva fuori un’immaginetta di qualche santo, tutto il vicinato festeggiava, si festeggiava sempre in grande ogni ricorrenza, se pur le ristrettezze economiche non lo consentivano ma si accontentavano di poco, un bicchiere di vino e balli popolari. La più suggestiva è la festa della Madonna della Stella, ”La Tagghiarin”. Nella seconda settimana del mese di ottobre, nel primo mattino del sabato viene celebrata la messa e portata l’immagine di Maria dal Paese al Santuario in campagna, accompagnata da una banda chiamata lu fisc’arule . Subito dopo inizia il pellegrinaggio dei fedeli. Il maggior afflusso comincia nel pomeriggio quando è pronta la tradizionale “Tagghiarin” una tagliatella riccia fatta in casa cucinata in calderoni di acciaio e condita con salsa e tanto peperoncino. La tradizione vuole che la pasta si distribuisca davanti al sagrato del Santuario e che venga mangiata nella spatola del fico d’india usando come forchetta un ramoscello di ulivo. La pasta anticamente veniva portata dal luogo in cui si cucinava su un carretto sostituito oggi da un trattore con i rimorchi ad alte sponde. Ogni anno, nel mese di Agosto, si svolge la tradizionale Festa Patronale di San Rocco. È un’occasione per riscoprire il vero senso dell’appartenenza ad una comunità, per ricordare le proprie radici e la semplicità delle antiche tradizioni contadine. Le vie del paese vengono illuminate sontuosamente e dopo le Celebrazioni Eucaristiche la festa ha inizio con la tradizionale Processione della Cavalcata “Scambisciata” che si svolge lungo le vie principali. La Processione di Gala con la statua del Santo si muove dalla Parrocchia di Maria SS. Annunziata accompagnata dalla banda che in piazza tiene lo storico concerto. Nel mese di maggio si svolge la Festa di San Nicola con tradizionale sfilata di un corteo storico in abiti d’epoca accompagnati dalla caravella portata in spalla da giovani vestiti da marinai che distribuiscono il pane benedetto. Per celebrare il frutto tipico e simbolo della città di Palagiano, tra la fine di novembre e i primi di dicembre viene celebrata la Sagra del Mandarino. La Sagra che dura tre giorni con stand, spettacoli ed eventi. L’ultimo giorno della Sagra viene consegnato il premio “Mandarino d’oro”.

Statua di San Rocco

GASTRONOMIA La gastronomia è anche un’altra a ra va del territorio di Palagiano. I pia pici locali sono semplici e gustosi e vengono tramanda di generazione in generazioni ormai da secoli. L’eccellente olio d’oliva prodo o dai priva e dalle aziende locali, secondo metodi tradizionali, è il condimento ideale ed inseparabile per ogni pietanza, per insaporire verdure crude o co e e per esaltare il gusto di legumi, ortaggi e tu i prodo lega alla cultura contadina. Tra i primi pia pici ricordiamo il purè di fave con verdure co e, la pasta fresca fa a in casa (chiacarèdde e pizzicarièdde) condite con sugo o accompagnate con cime di rapa senza dimen care la pica tagghiarina: tagliatelle bianche caserecce condite con sugo piccante. Tra le carni le braciòle (invol ni di carne) sono il pia o più noto, insieme con le polpe e, l’agnello, il capre o, la salsiccia e i fega ni. Non si possono dimen care gli insacca ed altre anto gustosi sono i prodo dei mastri casari che hanno dato origine ad una vera e propria arte: caciocavalli, mozzarelle, pecorini, manteche, provoloni, scamorze e burrate. I dolci sono quasi sempre lega alle fes vità. Si preparano scarcelle nel periodo pasquale, carteddate a Natale. Naturalmente, il pasto non può non essere completato da un buon vino, che a Palagiano è una vera e propria vocazione.. Purè di Fave e Cicorie

54

Palagiano


Cotto e Mangiato SPECIALITĂ€ - Ittiche - Verdure - Pasticceria - Rosticceria - Gelati

VA NUO RA TU APER

gelati e surgelati Consegna a domicilio - Buffet su prenotazione Vendita ingrosso e dettaglio - Preparazione primi piatti personalizzata mariano.gravinese@gmail.com

Via Boccaccio, 29 - Palagianello ( TA) 74018 - Tel. 333.5607350

Laboratorio di Restauro AntichitĂ dei F.lli Buttiglione s.n.c. Via Muraglie, 21/23 - 74017 Mottola (TA) - Tel.348.2486693/4 - 099.8862624 www.antichitarestauro.com info@antichitarestauro.com Palagiano

55


NUMERI UTILI URGENZE Carabinieri (Via S. D’Acquisto) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8884010 Polizia Municipale (Via V. Emanuele, 19) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8884836 Vigili del Fuoco - Castellaneta (S.S.Appia, Km. 6161.700) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8492121 Protezione Civile (Corso Vi orio Emanuele,8) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8885885 Misericordia di Palagiano - Servizio Ambulanza h-24.. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8882125 SEGNALAZIONE GUASTI Acquedo o Pugliese - Servizio Clien .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 800 735 735 Enel - Servizio Clien .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 800 900 800 SERVIZI PUBBLICI Municipio - Centralino (Via V. Emanuele, 19) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8884040 Poste Italiane (Via S. Francesco D’Assisi, 46) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8886711 Stazione Ferroviaria Palagiano-Mo ola .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8884137 SANITA’ Guardia Medica (Via Beato Egidio) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8885333 Pronto Soccorso - Castellaneta . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491888 Ospedale Castellaneta - Centralino .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8496111 SCUOLE PUBBLICHE MATERNA Scuola Materna Statale “Don Bosco” (Via G. Mazzini, 1) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8884062 Scuola Materna Statale “Walt Disney” (Via Monteverdi, 1). .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8841098 ELEMENTARI STATALI Scuola Elementare Statale (Via V. Bachelet, 167) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8841796 Scuola Elementare Statale “Giovanni XXII” (V.le Stazione) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8884086 Scuola Elem. Statale I Circ. “Giovanni XXII” (V.le Stazione, 29) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8883583 MEDIE INFERIORI STATALI Scuola Media Stat. “Giovanni XXIII” - Presid. (Corso Lenne, 138) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8883583 MEDIE SUPERIORI STATALI ITCG “E. Fermi” (Via G. Di Vi orio, 14) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8841504 Ist. Tecnico Turis co “M. Pagano” (Viale Chiatona, 103) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8885696 Is tuto di Este ca (Via Tinella, 50) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8884928

56

Palagiano


Palagiano

57


PALAGIANELLO Palagianello ha una popolazione di circa 8.000 abitanti e sorge a 133 metri s.l.m. Data l’estensione di soli 43,27 km², il comune risulta il più piccolo della zona occidentale della provincia di Taranto. Il territorio comunale è suddiviso in otto contrade: Serra Pizzuta, Parco del Casale, Parco di Stalla, Conche, Sacramenti, Titolato, Conocchiella e Difesella. A sud dell’abitato sulla strada che porta al mare sorge la frazione di Montedoro che conta circa 350 abitanti. Il territorio di Palagianello è il più piccolo fra i comuni della provincia occidentale di Taranto e si sviluppa in una forma allungata da nord a sud, dall’altopiano murgese fino alla pianura costiera, passando dai 250 ai 5 metri s.l.m.. La parte a nord è caratterizzata da profondi solchi erosivi delle gravine. La più importante è la Gravina di Palagianello, che nasce nel territorio di Mottola ed è la continuazione della gravina di San Biagio. Sulle inaccessibili pareti nidificano numerosi rapaci, come il barbagianni, il gheppio e il grillaio. Nel tratto corrispondente al centro storico, l’uomo medievale ha scavato un interessante villaggio rupestre e ben otto chiese rupestri. L’ultimo tratto della gravina che va dal ponte ferroviario verso sud e diventa una lama. Oggi tutta l’area rientra nell’area Parco Naturale attrezzato di Palagianello, ed è possibile percorrerla grazie a una serie di sentieri. Sui pianori che sovrastano la gravina di Palagianello, si possono riconoscere, tra marzo e maggio, numerose specie di orchidee. Diciassette sono le masserie storiche presenti sul territorio dal 1810. Nei secoli il popolamento delle campagne in Puglia ha visto diversi tipi di insediamento abitativo: dalla “villa rustica” di epoca romana al “chorion” bizantino, dai “casali” medievali alle “masserie regie” di età sveva o angioina (fattorie di proprietà demaniale, nelle quali si praticavano la cerealicoltura e l’allevamento, soprattutto di pecore). L’economia è prevalentemente agricola: ottime le coltivazioni di viti, ulivi e agrumi. Notevole impulso è stato dato all’artigianato e alla valorizzazione turistica. Il clima di Palagianello, come per il resto dell’Arco Ionico Tarantino, è tipicamente mediterraneo, con inverni miti ed estati molto calde, a volte anche torride per azione di caldi venti sciroccali.

58

Palagianello


di Gabriele Gigante

INFISSI IN ANTICORODAL E FERRO TAGLIO TERMICO LEGNO/ALLUMINIO TENDE DA SOLE - ZANZARIERE PORTE INTERNE - PORTE BLINDATE VENEZIANE D’ARREDO C.da Parco di Stalla, 3 - PALAGIANELLO (TA) Cell. 339 4276304 - gigantemontaggi@yahoo.it

Passion for innovation

benvenutisementi@tin.it - benvenutisementi@pec.it

Palagianello

59


CENNI STORICI Palagianello è il più piccolo Comune del versante occidentale della provincia di Taranto. Il territorio è prevalentemente pianeggiante ad eccezione delle contrade Serra Pizzuta, Parco del Casale e Conche ed è ada o all’agricoltura. Il centro urbano si estende per circa 1,5 km a ridosso della gravina, un tempo abitata. Palagianello offre ai turis la possibilità di ammirare le bellezze naturali della gravina che a raverso percorsi a rezza conducono al villaggio troglodi co e alle chiese rupestri. La gravina ed il centro urbano sono dominate dall’imponente castello Stella-Caracciolo che risale al 1300. Il primo documento in cui compare il toponimo Palagianello è l’a o di inves tura del Casale di Palagiano a Giacomo Protonobilissimo, anche se vi sono tes monianze più Panorama - Foto www.comune.palagianello.ta.it an che risalen al 1400. Per Cosimo Damiano Fonseca, Palagianello è “un emblema co esempio di quella facies rupestre che cara erizza l’intero arco jonico: la con nuità della vita in gro a dalla preistoria al Basso Medioevo”. L’abitato rupestre, con le sue chiese, scavato nella roccia calcarea, in gran parte concentrato sullo spalto est della gravina, è la documentazione storico – archeologico ed ar s ca di un nucleo con una economia a prevalenza agricolo – pastorale ben organizzato fin dall’alto medioevo. L’ideazione e la realizzazione dell’insediamento rupestre di Palagianello, con le sue case – gro e distribuite su cinque – sei piani a vari livelli, per la presenza di scale, strade, ovili per il ricovero degli animali, or sistema a terrazze, canali, cisterne per la raccolta delle acque, denota una precisa e cosciente stru ura urbana simile ad un borgo medioevale disposto su un crinale in pendio di una collina. L’abitato gro ale di Palagianello, non ha subito il declino e l’abbandono degli insediamen rupestri rurali nel XIV secolo, ma è tra quei villaggi rupestri sui quali si sono inserite le stru ure dell’archite ura spontanea, come è accaduto a Matera, Vinosa, Laterza, Castellaneta, Massafra, Crispiano e Gro aglie. Il vivere in gro a è un modello di vita che con nuerà anche in età post medioevale, come si desume dalle fon archivis che per i secoli XV e XVI. In par colare per il casale di Palagianello sappiamo che gli abitan vivevano in case coperte a canonizzo o in gro e cavate nel tufo, quest’ul me adibite ad un po di economia prevalentemente agricolo – pastorale. In riferimento ai luoghi di culto non abbiamo tracce di chiese sub divo di età medioevale mentre, sono presen nove chiese rupestri le cui tes monianze iconografiche riportano ad una fase di escavazione alto medioevale. Palagianello, infeudata ai Domini Rober prima del 1464, successivamente passò ai de Ribera nel 1633, i quali furono feudatari fino al 1669, anno in cui morì senza eredi Maria de Ribera. Dopo un periodo in possesso del Regio Fisco passò ai Caracciolo i quali, dal 1671 come fi avoli e, dal 1678, come proprietari, furono feudatari di Palagianello fino a quando, con la legge del 2 agosto 1806, la feudalità venne abolita. Nel 1807, per mo vi demografici Palagianello divenne Comune aggregato e poi frazione di Palagiano. Dopo una lunga ba aglia separa sta, nel 1907, Palagianello ritornò ad essere Comune autonomo.

ITINERARIO TURISTICO DALLA PORTA DEL CASALE ALLA CHIESA DI SAN GEROLAMO I documen del 500 e del 600 ci informano che per entrare nel casale di Palagianello bisognava oltrepassare l’arco della porta, quella che oggi chiamiamo la porta dell’orologio. Quando varchiamo la porta, siamo di fronte ad una chicca urbanis ca: un casale rinascimentale formato da un quadrilatero di case, che delimitano una piazza, con al centro la chiesa parrocchiale di san Pietro apostolo ed in alto in posizione strategica il castello. L’impianto urbanis co, voluto dai Domini Rober nella prima metà del 500, nasce con l’intenzione di ripopolare un insediamento medievale, che i documen iden ficano con Palasciano Vecchio. La chiesa di San Pietro è cara erizzata dalla semplicità della facciata,della scalinata e del campanile. Il castello per la presenza di una massiccia pianta quadrangolare, munita di qua ro torrioni agli angoli e di un cor le centrale, possiede tu e le cara eris che di una for ficazione del 500. L’ingresso monumentale a uale con lo stemma dei Caracciolo-Stella di Santeramo è posto a sud, mentre in origine era spostato ad ovest e vi si accedeva per mezzo di un ponte levatoio, situato sopra un fossato, ancora oggi esistente, che costeggia l’intero lato ovest e parte del lato nord. Il ponte levatoio è stato sos tuito da un ponte in muratura a due archi quando nel 1874 il vecchio ingresso venne chiuso per ricavarne una cappella in onore alla Vergine dei Se e Dolori, proge ata da Gabriele Califano. A ualmente la cappella è di proprietà della Confraternita dell’Addolorata. Via An co Santuario inizia all’altezza del castello e termina, dopo un tracciato lungo 240 metri, dinanzi alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Lungo via An co santuario troviamo le case gro e, un frantoio, che in origine era una chiesa rupestre, e due gro e u lizzate ad ovili. Il monumento più importante è la chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita nel 2000, dopo il crollo del 1972 della decorazione an ca restano le tracce di una Madonna col Bambino e un Sant’Antonio da Padova datato Portale del Borgo Medievale

60

Palagianello


del Dott. Patrizio Loperfido erfido AUTOANALISI DEL SANGUE PRENOTAZIONI VISITE SPECIALISTICHE ALIMENTI PER CELIACI, DIABETICI, ECC... Via Tateo, 6 - 74018 Palagianello (TA) - Tel./Fax 099.8434422 e.mail: farmcom.palagianello@libero.it al 1608. Proseguendo per un sen ero, dove è possibile vedere dall’alto l’insediamento rupestre e dal basso la chiesa rupestre di sant’Andrea , si arriva alla chiesa rupestre di San Gerolamo, la più grande delle chiese rupestri di Palagianello, dove sono presen i dipin di una Madonna col Bambino, un Santo Eremita e un Santo Vescovo tu databili alla prima metà del XIV secolo. DAL CENTRO ACCOGLIENZA DEL PARCO NATURALE ATTREZZATO AL LAGHETTO CARSICO Dopo aver lasciato l’auto nell’area parcheggio del Parco Naturale A rezzato, si prosegue a piedi fino al centro accoglienza, con la sua area di sosta con numerosi tavoli e sedie, Pannelli dida ci ci informano che siamo in un’area prote a e ricca di specie floreali e faunis che in un ambiente cara erizzato dalla Gracina di Palagianello, dove l’operosità dell’uomo, rispe ando la natura, ha creato uno scenario unico: il centro storico di Palagianello. Un percorso storico-ar s co e naturalis co è quello che porta alla chiesa rupestre di Santa Lucia con la sua porta architravata sormontata da una lune a semicircolare, dove all’interno è ancora possibile vedere le tracce di una croce incisa. Alla sinistra della porta d’ingresso c’è una tomba, una cisterna ed una piccola gro a. Santa Lucia era un santuario dove i pellegrini dal IX al XIV secolo hanno lasciato numerose iscrizioni in greco e la no e graffi , come quello del pavone che becca un serpente. La segnale ca ci propone di deviare per visitare la chiesa rupestre di jazzo Rivolta o proseguire verso il fondo della gravina. Lungo i due sen eri ci sono delle aree di sosta per ammirare l’altra sponda della gravina, cara erizzata dai res medievali di Palasciano Vecchio, come l’insediamento rupestre e le chiese rupestri di San Gerolamo e Sant’Andrea. Il sen ero che prosegue verso il fondo gravina, a raversa un paesaggio naturale ricco di ginestre, di calicotome, di len schi e di grandi cespugli di salvione. Il percorso con nua in direzione nord nello scenario del fondo gravina, dove è possibile vedere l’antropizzazione della gravina con le case-gro e e gli or terrazza , in parte ormai incol e in parte occupa da olivi e piante di fichi d’India. Il rosmarino e i cis cara erizzano il percorso che arriva ad una pozza carsica di acqua dolce dove vivono diverse specie di anfibi, il tu o immerso in un rigoglioso bosco di pino di Aleppo. Qui muta il microclima e il so obosco è formato dalla pica macchia mediterranea: len sco, rosmarino, mirto ed altre specie, da notare la presenza della santoreggia montana. La fauna è quella pica delle gravine, ed in par colare, tra i re li oltre la lucertola, la tarantola muraiola e il biacco si trova il raro geco di Kotsky. Panorama della Graviana

Palagianello

61


MANIFESTAZIONI Il patrono di Palagianello è la Madonna delle Grazie, e ricorre il 31 maggio. Palagianello festeggia il suo patrono il giorno di pasquetta, questa è una tradizione che risale a varie decine di anni fa. La festa inizia con la solenne processione della Madonna che attraversa tutto il paese. Al termine della processione tutta la gente corre a godersi i fuochi pirotecnici. L’illuminazione che viene approntata è molto sfarzosa, come da tradizione Pugliese. Fino agli anni settanta la solenne processione dell’immagine della Madonna delle Grazie partiva dalla ricostruenda Cappella omonima, crollata, che richiamava ogni anno un gran numero di devoti anche dai paesi limitrofi. Immensa è la devozione dei palagianellesi verso la loro Patrona e non trascurano nemmeno quelli che possono apparire dei dettagli. E’ il caso della conservazione della sacra immagine e di tutto il suo corredo vestito, manto, capigliatura e portantina. In passato i festeggiamenti avvenivano di Sabato e vi era la tradizione della “Klom d’Pasq”, un dolce confezionato dalle nonne in casa. Il dolce altro non era che pasta dolce lavorata in casa per ricavarne un pezzo della forma spesso rotonda al cui centro era depositato un uovo di gallina. Altra tradizione non scomparsa del tutto, ma limitata nel tempo, è quella che vedeva il Vescovo somministrare il sacramento della Cresima nella Cappella prima di dare inizio alla solenne processione della Madonna per le vie cittadine. Un’ulteriore tradizione non rinnovata nel tempo è quella riferita all’asta che si esperiva in Via Antico Santuario non appena la Sacra Immagine raggiungeva un cespuglio di macchia mediterranea che si affacciava sul frontone tufaceo. L’asta consisteva nel ricevere l’offerta più vantaggiosa economicamente per assolvere le funzioni di portatori della sacra immagine. Sopravvive, invece, la tradizione “du sciuscill”, un piatto tipico che i palagianellesi consumano la Domenica di Pasqua e consiste in un bollito di agnello, finocchi, uova e formaggio.

GASTRONOMIA La cucina vanta una ricca varietà di pia semplici, variega e gustosi che esaltano il sapore dei prodo col va e soddisfano i pala più esigen . Tipici primi pia sono: orecchie e e fusilli al sugo o con le rape, cavatelli con ceci o fagioli o con sugo di pomodoro e caciorico a, fave e foglie (verdura campestre), fave “spuzzitate” (spuntate e non sgusciate), minestra del pezzente (brodo o enuto dalla co ura contemporanea di pasta sminuzzata, verdura e fra aglie), cardoncelli al forno (cardi libera dalle par spinose, lessa e mescola a uova, formaggio e pepe). Nella cucina locale dominano anche importan secondi di carne, co a sopra u o al fornello; braciole (invol ni di carne), ”Capuzza” (testa di agnello o capre o sistemata in tegame con patate, olio, origano e co a al forno), ”gnjumeriedde” (fra aglie di capre o o agnello rido e a strisce, condite con prezzemolo e aglio raccolte a gomitole con budelline e co e alla brace). I dolci pici sono lega essenzialmente alle fes vità religiose. Si preparano le “pe ole” (polpe e di pasta semplicemente lievitata, fri e e inzuppate nel vin co o, sciroppo o enuto facendo bollire il mosto fin quando diventa denso) e i “porcelli” (gnocche di pasta frolla) per Natale; mentre i golosissimi taralli ricoper di zucchero per il periodo pasquale.

62

Palagianello


NUMERI UTILI URGENZE Polizia Squadra Volante . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . Tel. 113 Carabinieri (Via Tateo, 3).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 112 / Tel. 099.8444100 Guardia di Finanza (Castellaneta) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 117 / Tel. 099.8491136 Corpo Forestale dello Stato (Castellaneta) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 1515 / Tel. 099.8492978 Vigili del Fuoco (Castellaneta - S.S. 7 Appia) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. Tel. 115 / Tel. 099.8492121 SERVIZI PUBBLICI Municipio (Via M. D’Azeglio, 1) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8434211 Poste Italiane (Via Don Luigi Sturzo, 1). .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8494044 Museo del Territorio .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..Tel. 339.50234038 Ufficio Turis co.. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 338.6419096 Comunità Montana Murgia Taran na (Centralino - Mo ola) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8867991 Ferrovie dello Stato - Palagianello .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ..Tel. 800-888 088 SANITA’ Ospedale Civile (Castellaneta - Via del Mercato) .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8496111 Pronto Soccorso (Castellaneta - Via del Mercato) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8491888 AUSL TA/1-Guardia Medica (Piazza del Rosario) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8444391 FARMACIE Farmacia Comunale (Via Tateo, 6).. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8434422 Farmacia Greco Dr. Angelo (Via A. Gramsci, 34) . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .Tel. 099.8494031

Palagianello

63


RINGRAZIAMENTI IDEAZIONE, PROGETTAZIONE EDITORIALE E PUBBLICITARIA , GRAFICA ED IMPAGINAZIONE a cura della “ DUE P PUBBLICITA’ S.r.l. “ Via Matteo Pagliari, 2 - 74016 Massafra (TA) Tel. 0383.1975107 Fax. 0383.1961606 – www.duep.net – www.mappeditalia.it – e-mail: info@duep.net . Si ringraziano tutti gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione di questa opera. Copyright (CC-BY-NC-ND -) Due P Pubblicità S.r.l. ( http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0) non sono autorizzati usi e finalità commerciali, non è autorizzata la creazione di opere derivate, è obbligatoria la citazione della paternità dell’opera originale. I testi del Comune di Taranto sono delle Mappe Cartacee precedenti realizzate dalla scrivente, alcune foto sono del Sig. Antonio Flauret , altre del ns. archivio fotografico. I testi del Comune di Castellaneta sono delle Mappe Cartacee precedenti realizzate dalla scrivente, alcune fotografie sono tratte da wikipedia.org e realizzate dal Sig. Pietro D’Ambrosio, le foto e i testi della Sagra della Far’ nèdd sono del sito www.unicomart.it , altre foto sono del ns. archivio fotografico. I testi del Comune di Ginosa sono delle Mappe Cartacee precedenti realizzate dalla scrivente, alcune foto sono di M.C. Bonelli e M. Stigliano e dal sito www.meravigliaitaliana.it . I testi del Comune di Laterza sono tratti dal sito www. laterza.org, alcune foto sono tratte dal sito istituzionale www.comune.laterza.ta.it, altre sono dell’Arch. Catucci e delle Ceramiche Artistiche Carrera. I testi del Comune di Massafra sono delle Mappe Cartacee precedenti realizzate dalla scrivente. Alcune foto sono tratte dal sito www.formestudio.it, altre sono del ns. archivio fotografico. I testi del Comune di Mottola sono stati elaborati dalla Sezione Beni Culturali del Comune, alcune foto sono dell’Archivio Comunale, altre sono state gentilmente concesse dallo Studio Fotografico “Palmiotto “ di Mottola. I testi del Comune di Palagiano sono stati prelevati dal sito www. comunepalagiano.it . Alcune foto sono state gentilmente concesse da “ Frame Foto Video “ e “ E- Graphix” . Testi e Foto del Comune di Palagianello sono stati prelevati dal sito www.comune.palagianello.ta.it. L’editore non si assume alcuna responsabilità per l’uso di marchi o slogan usati dagli sponsor. Si declina ogni responsabilità, scusandoci sin d’ora, per eventuali omissioni, errori, cambiamenti, mutamenti o variazioni, ecc. della rete viaria, di numeri telefonici e nella gestione di enti. Distribuzione Gratuita. Riproduzione Vietata.

Collana “le guide di Mappeditalia.it”

Redazione, proge o grafico ed eleborazione digitale a cura di Due P Pubblicità S.r.l. pubblicato online sul portale www.mappeditalia.it (CC-ND-NC) Finito di stampare DICEMBRE 2012 – Stampa Sud ( Mottola – TA)

64


P U B B L I C I T À www.duep.net - info@duep.net Via M. Pagliari , 2 - 74016 Massafra (TA) - Tel.0383.1975107 - Fax 0383.1961606

www.mappeditalia.it

65


rbluebay@gmail.com

Blue Bay R

e

s

i

d

e

n

c

e

residence bluebay su facebook - skype: residence.bluebay Via Pescherecci, 16 - 74122 Lama (TA) - Tel. 099.9940776 Cell. 388.4280137

Passion for innovation

benvenutisementi@tin.it - benvenutisementi@pec.it 66


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.