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STONE SECTOR 2003 Industria Italiana e Congiuntura Internazionale
Italian Industry and International Trends Industrie Italienne et Conjoncture Internationale La Industria Italiana y La Coyuntura Internacional
Con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri A cura di: Ufficio Studi Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A.
Traduzioni / Translations / Traductions / Traducciones Daniela Pratesi Ruggero Ruberti Lara Spinazzè Hanno collaborato / Collaborators / Collaborateurs / Colaboradores Andrea Bonsignori Fernanda Fontana Alessandra Perini Riccardo Piccinini (Copyright 2004) INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.
Tutti i diritti riservati / All rights reserved Tous droits réservés / Todos los derechos reservados
STONE SECTOR 2003 Industria Italiana e Congiuntura Internazionale Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.
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QUADRO GENERALE Per quali eventi verrà maggiormente ricordato, nel prossimo futuro, lʼanno appena trascorso? Probabilmente, la scelta dipenderà da chi li ha vissuti, e da dove li ha vissuti. Certamente, vicende sfavorevoli come lʼinizio della guerra in Iraq, o come la SARS, hanno inciso in senso negativo in molte situazioni e aree di interesse, ma per alcuni Paesi e areali invece il 2003 sarà ricordato come un anno positivo, di crescita della ricchezza del Paese e di ulteriore espansione di attività e di prospettive di sviluppo. Il 2003 è stato un anno con aspetti contraddittori e con intrecci complessi di buono e di cattivo, di successi e di sconfitte, come pochi anni recenti possono registrare. Ad una prima metà decisamente sofferta, sia sul piano economico che su quello umano e politico, per larga parte del mondo occidentale e non, è seguita una seconda metà che ha lasciato intravedere spiragli attivi di miglioramento del clima generale, soprattutto nellʼultimo trimestre dellʼanno e soprattutto in campo economico. Lʼinterscambio di beni è cresciuto progressivamente a livello mondiale, anche se le disparità tra le varie aree del globo si sono in alcuni casi accentuate. Negli Stati Uniti la produzione è complessivamente salita e nella media del 2003 lʼaumento del PIL è risultato pari al 3,1%, contro il 2,6% previsto un anno prima, con unʼinflazione che è rimasta su livelli assai contenuti. Non che manchino i problemi: il mercato del lavoro sta segnalando fenomeni relativamente nuovi per gli USA, indicando scelte strategiche, soprattutto per alcuni lavori in high tech e in ITC per le quali ancora non si hanno ben chiare le possibile ricadute di medio termine. Ma già da tempo il sistema produttivo e finanziario nordamericano si estende ben al di fuori dei confini nazionali, costituendo di fatto un sistema di riferimento internazionale che offre prospettive di rendimento in condizioni di relativa sicurezza. In Giappone il clima ha decisamente beneficiato dellʼandamento dellʼareale est asiatico e della contigua Cina, e la Cina a sua volta ha continuato ad espandersi economicamente a ritmo elevato, al punto da far pensare ad interventi di “raffreddamento” dellʼeconomia, in termini soprattutto monetari, che hanno anche provocato qualche recente, isolato episodio di spavento nelle borse asiatiche. Pure alcune difficoltà del sistema bancario cinese hanno contribuito alla cosa, ma le autorità di governo hanno già da tempo impostato politiche di intervento ad hoc, che verranno attuate entro il 2006. Anche in America Latina i Paesi maggiori, Brasile Argentina Cile, hanno visto migliorare le loro posizioni sia nel quadro internazionale che come clima interno di fiducia, al punto che il Fondo Monetario Internazionale ha complessivamente accreditato una crescita dellʼ1,5% del PIL allʼintera area. Ma a questi sviluppi nettamente positivi ha risposto unʼarea dellʼeuro in lentissima ripresa, conseguente più che altro alla crescita di domanda esterna, con Paesi importanti che non riescono a rispettare i termini del trattato di Maastricht, e comunque sempre appesantita da un valore di scambio dellʼeuro superiore al suo rapporto reale con la moneta statunitense. Il recentissimo ingresso di dieci nuovi Paesi nellʼUnione porta lʼarea ad avere maggior peso e rappresentatività nel quadro internazionale, allargando il proprio mercato interno e divenendo un polo di attrazione sempre più importante per i traffici internazionali. La costa mediterranea dellʼAfrica continua nella sua espansione, pur rimanendo il complesso del continente ancora sostanzialmente ai margini del progresso dellʼeconomia mondiale. Un elemento a parte, ma certamente a forte influenza sul clima generale delle economie e degli interscambi, è stato quello avuto dal dollaro USA nei confronti delle altre monete, e particolarmente
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dellʼeuro. Soprattutto nellʼultimo trimestre dellʼanno, il dollaro si è fortemente indebolito, al punto da arrivare, dal febbraio del 2002 al febbraio 2004 secondo i calcoli della Riserva Federale, ad un deprezzamento in termini effettivi nei confronti dellʼeuro pari al 31%. A questo vanno aggiunte crescita delle esportazioni, particolarmente verso lʼAsia, e forte aumento della competitività complessiva, calcolata in media annua sullʼordine del +4,4%. Un quadro di espansione complessiva delle economie internazionali, quindi, pur in un contesto diseguale tra Paesi, e che rende difficile fare previsioni sugli scenari locali, ma che allo stesso tempo offre motivi di ottimismo e sfide da raccogliere.
SETTORE LAPIDEO INTERNAZIONALE Anche il settore lapideo ha risentito del clima generale espansivo a macchie geografiche, che ha interessato lʼinsieme della attività economiche nel 2003. Lʼinterscambio di materiale, soprattutto lavorato, è complessivamente aumentato, la produzione di cava pure, e i Paesi emergenti, quelli che chiamiamo solitamente new entries, hanno visto in molti casi crescere il loro mercato non solo localmente. Le differenze esistenti tra le economie delle varie aree, riscontrate nel quadro generale, si sono fatte sentire nel settore delle pietre ornamentali, ovviamente non in maniera diretta, e non secondo un riflesso meccanicamente uguale. Lʼimportanza del settore immobiliare, e in generale dellʼedilizia civile, non è infatti legata semplicemente allʼandamento dellʼeconomia, e, anche se ne risente direttamente, conosce un suo percorso come bene autonomo di investimento, che talvolta ne sottolinea lʼimportanza proprio nei periodi di incertezza e di difficoltà di impiego corretto dei risparmi. E così, sia in Paesi a forte espansione edilizia, come la Cina e come alcuni Paesi medio orientali, che in Paesi dove è presente una forte componente speculativa come negli USA, gli investimenti immobiliari hanno continuato a crescere, facendone beneficiare indirettamente anche il settore delle finiture e delle pietre ornamentali, che esaltano la valorizzazione degli edifici. Sono alcuni anni consecutivi che registriamo lo stesso fenomeno, particolarmente forte e in ascesa a partire dalla crisi degli investimenti finanziari speculativi nellʼhigh tech, o meglio a partire dal ridimensionamento dellʼindice Nasdaq. E così, negli Stati Uniti, mentre la ricchezza finanziaria delle famiglie riprendeva a espandersi dopo un periodo di prolungata diminuzione, la ricchezza immobiliare saliva di dieci punti percentuale sul reddito disponibile, e i prezzi delle abitazioni continuavano ad aumentare, anche se a ritmi leggermente più lenti che nel 2002, assieme alla consistenza dei mutui ipotecari. Le importazioni americane di materiale lapideo sono così aumentate del 17,56% rispetto allʼanno precedente, con una crescita progressiva di ruolo sia del Brasile che dellʼIndia per i graniti, e della Turchia per i marmi, che ha dello stupefacente. Basti pensare che nel 2000 la Turchia non arrivava ad esportare negli USA nemmeno 90mila tonnellate di marmi lavorati, e nel 2003 ha superato le 341mila. Cosa analoga per il Brasile con i graniti: nel 2000 superava di poco le 157mila tonnellate, ed ora ne esporta oltre 375mila, mentre lʼIndia è passata da 114mila a 282mila. LʼItalia è ancora il primo fornitore di marmi lavorati ed è il secondo per i graniti ed una parte almeno dellʼexport brasiliano è prodotto in associazione con industrie italiane, ma ormai il sorpasso è avvenuto, e sarà sempre più difficile recuperare le posizioni precedenti.
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In Cina, il quadro è stato ed è diverso: unʼeconomia che continua a crescere al ritmo del +9,1% nel 2003 e del +9,7% nel primo trimestre del 2004, non ha bisogno di altro per motivare un aumento nei consumi di beni immobiliari e di costruzioni in genere, e per segnare un altro record nel lungo elenco di un Paese che è al momento la quarta potenza economica del pianeta. Ha continuato ad espandere il suo peso, sia come Paese produttore, che come trasformatore, importatore ed esportatore, ed anche, ancora, come Paese consumatore. Il ciclo ormai è ampiamente completo: anche se ci sono fasce di prodotti tecnologici (almeno per gli standard del settore) su cui ancora non sono del tutto competitivi a livello internazionale, mancando quella completezza di informazione e formazione, che deve affiancare la semplice capacità produttiva a costi concorrenziali, che finora ha caratterizzato la presenza cinese nel settore, e anche se ci sono aree di mercato in cui ancora non sono presenti a tutto campo, è lecito pensare che si tratti di tempo, e presto la loro capacità di assorbimento di competenze e di tecnologie sarà sufficiente a colmare lo spazio che li divide dal top qualitativo dei produttori internazionali. Il tempo diviene così, di nuovo, il fattore strategico di maggiore importanza, in una corsa allʼapprendimento e al completamento del ventaglio di fattori competitivi da un lato, e dallʼaltro lato alla riappropriazione e consolidamento di importanza di quelle competenze distintive che hanno sin qui mantenuto il top del mercato a disposizione di una ristrettissima rosa di produttori internazionali. Comunque, intanto la Cina ha accresciuto le sue produzioni già notevoli, e soprattutto le sue esportazioni di materiale lavorato, praticamente in tutti i Paesi, ma soprattutto in Corea del Sud e Giappone, consolidando il suo ruolo internazionale di Paese che importa materia prima, la trasforma, in parte la consuma e in parte la esporta, e non solo nel suo areale di prossimità, in quel sud est asiatico che ne rappresenta il suo naturale sbocco, ma anche nei Paesi più esigenti come quelli europei, e persino in Italia e in Spagna. È ormai di gran lunga il maggior Paese esportatore di graniti lavorati, e i suoi porti sono i maggiori del mondo per il traffico di pietra naturale. Il suo export globale ha superato il miliardo di dollari, nel 2003, ed è cresciuto di quasi il 20% in valore su base annua. Anche le importazioni sono aumentate di pari passo, se non di più, soprattutto dallʼEgitto e dallʼIndia, a sottolineare ancora, se mai ce ne fosse bisogno, il ruolo a tutto campo che questo Paese gioca ormai da tempo nel settore. A proposito degli Stati Uniti abbiamo sottolineato il ruolo svolto dalla Turchia, ma non è solo nei confronti degli USA, che questo Paese ha espresso nel 2003 una vitalità e un tasso di sviluppo notevolissimi. È una performance molto più generale e completa, che ha portato lʼindustria lapidea di questo Paese ad essere la vera protagonista dellʼanno del settore. Possiamo tranquillamente dire che il 2003 è stato lʼanno della Turchia, che ha riversato le sue esportazioni in Medio Oriente, in Europa, nel Nord America, e in Estremo Oriente, sia export di blocchi che di lavorati, quasi esclusivamente di marmi. Ha esportato blocchi verso la Cina, con un aumento di oltre il 100 per cento, verso la Siria, e poi verso la Grecia, lʼEgitto, la Spagna e Taiwan, esportando lavorati verso gli Stati Uniti, lʼArabia Saudita e Israele. E del resto la sua presenza nel mercato internazionale è forte, organizzata, semplice ed efficace, e soprattutto appare molto coesa tra produttori: davvero un esempio da imitare. Accanto a queste aree più ricorrenti nel panorama del mercato lapideo degli ultimi due o tre anni, segnaliamo anche un Medio Oriente che complessivamente sta investendo in alcune sue regioni in maniera massiccia e fortemente mirata. Si tratta di operazioni di investimento, che vedono le costruzioni come uno strumento di sviluppo turistico, e quindi economico, importante e di lungo respiro, nonostante in questo momento, lʼarea sia in alcune sue parti destabilizzata dalle conseguenze di una
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devastante guerra in corso. Emirati e Arabia Saudita in primo luogo sono impegnati in ampi progetti di valorizzazione delle risorse naturali e storiche del loro patrimonio nazionale, al fine di farne una componente di un motore di sviluppo alternativo al petrolio. E in questo progetto, lʼutilizzo di materiali lapidei, già avanzato nei progetti degli Emirati, è forte, e in qualche caso, addirittura massiccio. Accanto ai Paesi appena segnalati, merita evidenziare il ruolo che stanno assumendo altri protagonisti dellʼarea, come la Siria e la Giordania, oltre allʼormai consolidato Iran. Rimane il nord Africa, per completare un quadro di influenza mediterranea, e i dati sono quelli di un insieme di Paesi che investe sulle risorse naturali lapidee, aumentando le esportazioni e le importazioni anche, con alcuni protagonisti maggiori e alcuni fenomeni che meritano una breve messa a fuoco. È significativo, infatti, che la Cina importi dallʼEgitto, nel 2003, circa mezzo milione di tonnellate di blocchi di marmo, che scompaiono poi nel grande fiume di materiale che viene rielaborato, ed anche riesportato dallʼEstremo Oriente. Risultano molto attivi anche Marocco, Tunisia e Algeria, soprattutto come produttori di ottimi materiali dai colori apprezzati e versatili. Ma il tratto che più ha segnato il 2003 nel settore lapideo propriamente detto è stato quello della crisi dei produttori classici del settore, primo fra tutti lʼItalia, che ha visto le sue esportazioni continuare a calare, assieme a quelle di altri Paesi europei, tradizionali presidi lapidei: Spagna, Portogallo, ma anche Sud Africa, le cui esportazioni di lavorati in granito, principalmente, sono scese in maniera sensibile. Va detto, però. Che non cʼè molta coerenza da parte del Sud Africa con i dati dichiarati dalla Cina, e in questi casi è sempre difficile capire a che cosa è dovuta la differenza. Tutto quello che si può dire è che la cosa tecnicamente è abbastanza frequente, e non sempre è dovuta a cause strane, quanto piuttosto a diverse interpretazioni della normativa di classificazione delle merci, sia qualitativa che per le provenienze. Rimane il dato di fondo, che Cina e Turchia, uno per il marmo e lʼaltro per il granito, hanno segnato questo anno appena trascorso, e assieme al Brasile, e a pochi altri produttori hanno veramente dato una spinta forte allʼandamento del settore tutto a livello complessivo. Sono cambiati i termini dello sviluppo del comparto, in volume e valore, anche se ci sono tuttora delle fasce consistenti di mercato che non sono pronte per i nuovi protagonisti, e alle quali nemmeno i nuovi protagonisti riescono ad accedere ancora in maniera incisiva e determinante.
ITALIA Particolarmente lʼItalia, in forza del suo ruolo e della sua amplissima presenza in tutte le pieghe e in tutte le articolazioni del settore lapideo, ha sofferto dellʼattacco competitivo che ha subito la leadership storica dellʼindustria internazionale del marmo e del granito nel 2003. I numeri sono espliciti, e in qualche caso anche eccessivi, distorcendo la reale entità della cosa, come se il processo in corso fosse soltanto strutturale e non, pesantemente, congiunturale. Lʼeuro ha fortemente inciso in senso negativo, in un quadro già sensibile a una serie di fattori contrari, da un inizio dʼanno gravato dallʼatmosfera internazionale, alla Sars in primavera, finendo per penalizzare ulteriormente un sistema produttivo che già sconta, nei confronti di molti competitori, costi più alti sui fattori più importanti, dalla manodopera, allʼenergia, dallʼambiente alla sicurezza e a quantʼaltro ogni giorno le imprese italiane, ed europee, devono contabilizzare. Sono il risultato di una storia economica,
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industriale, sociale profondamente diversa tra le diverse aree del mondo, e sono differenze che agiscono a volte a favore e a volte a sfavore di un sistema produttivo complesso. LʼItalia, nel quadro produttivo e commerciale internazionale, si colloca con un suo profilo specifico, fatto di un sistema industriale che privilegia la piccola dimensione, i distretti industriali, le specializzazioni su settori economici a relativamente basso contenuto tecnologico, spesso facilmente “copiabili”, almeno in alcune parti e per alcune caratteristiche, rimanendo così più esposta di altri Paesi alla concorrenza dei nuovi produttori ed emergenti. Va detto, però, che negli ultimi due, tre anni hanno sofferto anche i Paesi con profilo più specializzato e tecnologico, e meno “artigianale” e distrettuale, come la Germania e la Francia, perché alcune caratteristiche,, dello scenario attuale sono così atipiche, da costituire davvero una novità assoluta. Non si tratta soltanto di evoluzione di alcuni contesti produttivi, e di facilità di comunicazione in tempo reale, è la vastità di alcune modifiche in atto, che sta riscrivendo il futuro prossimo, e anche quello più lontano, secondo un copione che solo nelle sue linee più generali e teoriche era stato previsto. E così le esportazioni italiane, per cominciare dal dato più evidente del quadro lapideo nazionale, hanno mostrato la difficoltà intera di un settore altamente specializzato e qualificato, esteso e con presenze in tutte le pieghe del comparto, a tenere il passo con altri sistemi produttivi, che negli ultimi anni hanno portato il loro affondo su alcuni target specifici, e con esito positivo. Stiamo parlando di due realtà competitive in particolare: la Turchia per i marmi e travertini, e la Cina per i graniti (ma anche altri come il Brasile o lʼIndia, sia pure in misura minore), che hanno fortemente condizionato lo scenario internazionale del 2003 e che condizioneranno ancora di più gli scenari futuri, portando verosimilmente ad una progressiva rivoluzione dei rapporti interni al settore. Cominciando dai rapporti con la Turchia, il traguardo più prestigioso del 2003 è stato certamente quel Nord America dove le esportazioni italiane di marmi lavorati hanno ancora uno spazio molto ampio, ma che dallʼanno precedente registravano il sorpasso quantitativo: nel 2003 non solo il sorpasso è confermato, ma ampiamente, essendo ormai la Turchia il primo fornitore di marmi lavorati per lʼarea del Nord America. E gli USA dichiarano quantità addirittura superiori a quanto fa la stessa Turchia, che ricorre talvolta a snodi doganali franchi. Si tratta di dati in volume e non in valore, ma questo non li rende meno insidiosi per il nostro Paese. Il fatto che invece i valori diano ampiamente ancora lʼItalia come primo fornitore di marmi lavorati, e che la stessa cosa accada per i graniti lavorati nei confronti del Brasile segnala semplicemente quale sia ancora la qualificazione dellʼindustria nazionale nei mercati avanzati, o se si preferisce ne completa il collocamento competitivo nei confronti degli altri, di tutti gli altri, competitori. La differenza di valore medio in dollari per unità di importato è ancora molto ampia, siamo quasi al doppio con la Turchia, e a quasi la metà in più con il Brasile: questo significa che il posizionamento strategico dellʼindustria lapidea italiana è ancora molto, molto lontano per gli inseguitori. Ma significa anche che il mercato dei lapidei, e non solo negli USA, sta aprendo degli spazi di consumo forte e in crescita veloce, dai quali lʼItalia è distante, e che quindi si sposta il terreno di competizione aziendale e di sistema su fattori più complessi e rischiosi, per contenuto di immagine e di tecnologia, di qualità e di servizio. Ma leggiamo i numeri. LʼItalia ha esportato meno del precedente anno, secondo un andamento stagionale che ha riflesso fortemente le incertezze generali delle esportazioni italiane: un inizio in sordina, un secondo e terzo trimestre migliori, e poi una chiusura oscillante. Il risultato finale è riportato nella tavola seguente:
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Tav. 1. Export italiano gennaio dicembre 2003 2002 MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati GRANULATI E POLVERI SubTOT con Granulati e Polveri ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE
Tonn. 761.426 165.926 1.333.752 902.644 230.105 3.393.853 1.251.943 4.645.796 3.921 33.230 100.088 4.783.035
Eur 170.752.098 47.548.867 883.050.165 736.370.256 44.590.445 1.882.311.831 44.977.159 1.927.288.990 2.323.731 23.527.763 5.364.853 1.958.505.337
2003 Tonn. 688.782 175.795 1.061.256 915.120 208.074 3.049.027 977.562 4.026.589 2.926 23.860 302.137 4.355.512
Eur 140.932.190 49.822.153 707.127.725 728.601.754 39.883.887 1.666.367.709 40.891.909 1.707.259.618 1.783.863 15.588.982 6.781.768 1.731.414.231
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. -9,54 -17,46 5,95 4,78 -20,43 -19,92 1,38 -1,06 -9,57 -10,56 -10,16 -11,47 -21,92 -9,08 -13,33 -11,42 -25,38 -23,23 -28,20 -33,74 201,87 26,41 -8,94 -11,60
Fonte: Istituto Nazionale di Statistica; elaborazione: IMM
La prevalenza di segni negativi, soprattutto per le voci più significative sia come volumi che come valori, dice chiaramente quanto pesante sia stato questo 2003. E dalla indagine IMM presso un campione di imprese di tutta Italia questo dato è emerso con chiarezza: se lʼanno scorso lʼelemento dominante era stato lʼincertezza sulle prospettive, nel 2003 è stata la stanchezza, assieme alle difficoltà ad operare in un contesto internazionale sempre più selettivo e complesso, dove le “nuove sfide” di pochi anni fa sono diventate molto più forti e geograficamente connesse. Quali sono stati gli elementi di tenuta delle esportazioni italiane del settore? Certamente, in primo luogo il Nord America e particolarmente gli Stati Uniti, dove nonostante tutto, il nostro prodotto è rimasto presente e qualificato, sia per i marmi e travertini che per i graniti, trovando una valorizzazione che, pur con lʼeuro forte, ha consentito allʼItalia di rimanere il primo fornitore, e qualificato, del mercato dei lavorati. Hanno sofferto soprattutto i marmi, più dei graniti, sia in lastre che lavorati, assieme alle ardesie, ma con tutto ciò quello nordamericano è rimasto un punto fermo del panorama nazionale, e ha continuato a pesare per oltre il 30% sul totale dei valori delle nostre esportazioni. Anche lʼUnione Europea, nostra prima area di sbocco, ha diminuito le importazioni complessive dallʼItalia, ma per motivi diversi. Se, infatti, lʼeconomia americana ha dato ampi segnali di ripresa, nonostante le difficoltà di prospettive internazionali, continuando ad investire in costruzioni, nei Paesi europei il quadro è diverso, e più variegato. La crisi economica che lentamente si avvia a risolversi anche nei Paesi dellʼEuropa occidentale, ha portato per un verso a identificare nel settore immobiliare un settore rifugio, ma ha portato anche ad una diminuzione delle disponibilità economiche di fasce ampie di popolazione. Soprattutto in Germania, anche se è aumentata la propensione al risparmio delle famiglie, sintomo di incertezza sulle prospettive future, gli investimenti in costruzioni hanno subito un calo, e quello che ha perso lʼItalia è stato guadagnato, per i graniti lavorati, dalla Cina. Altre tipologie di materiali e di prodotti, certo, ma la tendenza è costante da alcuni anni a questa parte, e già in altre sedi lʼabbiamo rilevata: in 5 anni le esportazioni italiane di graniti lavorati hanno perso oltre il 44%, e quelle cinesi si sono di fatto triplicate, conquistando meritatamente il primo posto nella graduatoria dei fornitori tedeschi.
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La novità dellʼEuropa però volge a est, e ai dieci nuovi Paesi che sono entrati il primo maggio del 2004 a far parte dellʼUnione Europea a pieno titolo. Complessivamente rappresentano un bellʼinsieme di Paesi, con prospettive vivaci e capacità di portare qualcosa di diverso nel panorama di unʼEuropa che ha bisogno di novità, sia produttive che di mercato.
Tav. 2A. Export italiano verso i nuovi Paesi UE, gennaio dicembre 2003 2002 MALTA CIPRO SLOVENIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA TOTALE
Tonn. 14.349 9.451 41.207 825 830 2.580 31.633 12.961 7.753 29.962 137.202
Eur 4.250.042 5.428.758 11.392.970 732.807 582.755 1.034.218 16.695.230 6.841.156 3.889.371 9.992.326 56.589.591
2003 Tonn. 11.093 9.870 38.667 1.055 1.245 1.491 30.142 15.594 7.494 28.090 133.647
Eur 4.191.747 6.418.592 10.348.979 889.225 901.678 886.256 15.015.835 7.954.254 3.557.095 9.136.184 55.108.098
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. -22,69 -1,37 4,44 18,23 -6,16 -9,16 27,82 21,35 50,00 54,73 -42,19 -14,31 -4,72 -10,06 20,31 16,27 -3,35 -8,54 -6,25 -8,57 -2,59 -2,62
Fonte: Istituto Nazionale di Statistica; elaborazione: IMM.
Tav. 2B. Import italiano dai nuovi Paesi UE, gennaio dicembre 2003 2002 MALTA CIPRO SLOVENIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA TOTALE
Tonn. 53 286 10.520 – – – 66 341 10 36 11.260
2003 Eur 12.908 97.862 2.689.675 – – – 33.536 157.168 7.377 44.636 3.030.254
Tonn. 66 430 11.400 – 23 – 41 114 31 100 12.139
Eur 26.212 152.182 2.665.539 – 2.205 – 43.280 107.366 49.097 32.136 3.051.805
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. 23,56 103,07 49,98 55,51 8,36 -0,90 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -36,89 29,06 -66,56 -31,69 199,01 565,54 175,39 -28,00 7,81 0,71
Fonte: Istituto Nazionale di Statistica; elaborazione: IMM.
Le cifre non sono elevate, ma denotano situazioni di sicuro interesse per le imprese italiane. Alcuni di questi Paesi, come la Slovenia, hanno risorse di materia prima apprezzate e già avviate ad uno sfruttamento non solo interno ma allargato allʼintera comunità lapidea europea. In altri casi, come per la Polonia, si tratta di Paesi che già consumano materiali e prodotti italiani, oltre che provenienti da altri Paesi dellʼUnione, oppure che aprono prospettive di mercato in funzione della loro più generale
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aspettativa di crescita. Complessivamente, tutta la zona dellʼEuropa non comunitaria ha costituito un presidio, piccolo ma stabile, per le esportazioni dellʼItalia, con la Svizzera che rimane un riferimento di pregio per lʼindustria lapidea nazionale. È nei confronti del Medio ed Estremo Oriente che il discorso si fa più pesante, sia in termini di prospettive che di attualità recente. E la cosa risulta aggravata dalla consapevolezza che lʼintera area del sud est asiatico, e buona parte dei Paesi arabi sono in fase di investimento in costruzioni, in qualche caso con operazioni magari limitate ma molto intense e di pregio. La presenza degli imprenditori e dei prodotti italiani, un tempo leader incontrastati di questi mercati, si fa più difficile, anche se continua ad essere sempre molto qualificata, soprattutto laddove si esportano trasformati. Arabia Saudita ed Emirati Arabi hanno dominato la scena, ma la prima è in ulteriore calo, anno dopo anno, mentre i secondi sono stati in crescita forte, per la realizzazione di interventi di alto pregio, in cui ancora le imprese italiane si distinguono. Non si sblocca, invece, lʼempasse con il Giappone e i Paesi del sud est asiatico, che si rivolgono sempre meno verso occidente. La ripresa economica del Giappone non si riflette in un ritorno verso i prodotti italiani di pietra, non con una vicinanza forte come quella cinese, che ne è ormai quasi lʼunico fornitore di graniti lavorati, così come accade per la Corea del Sud. Le importazioni dellʼItalia nel 2003 hanno fatto da specchio alle incertezze dellʼindustria lapidea nazionale: la ricostituzione delle scorte, e lʼassortimento complessivo dei materiali hanno un poʼ sofferto, ma le cifre sono ancora di un livello tale da non intaccare il ruolo di crocevia internazionale di materiali di tutto lʼarco produttivo lapideo. LʼItalia, proprio con queste cifre, mostra tutta la complessità della sua industria delle pietre, che non si limitano ad una tipologia o classe di materiali, ma le coinvolge tutte, dal granito ai travertini, ai marmi alle ardesie e ai porfidi. E se calano un poʼ i graniti, tengono invece molto bene i marmi e travertini, avvalendosi finalmente del vantaggio che almeno nellʼacquisto di materia prima la valuta forte gli ha consentito.
Tav. 3. Import italiano gennaio dicembre 2003 2002 MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati GRANULATI E POLVERI SubTOT con Granulati e Polveri ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE
Tonn. 398.258 1.708.934 51.956 44.720 101.027 2.304.895 372.370 2.677.265 5.473 7.357 13.337 2.703.432
Fonte: Istituto Nazionale di Statistica; elaborazione: IMM.
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2003 Eur 74.319.267 373.025.672 29.035.229 21.470.866 13.877.009 511.728.043 18.281.398 530.009.441 952.120 2.803.032 1.476.276 535.240.869
Tonn. 430.549 1.589.255 50.280 75.804 114.817 2.260.705 400.269 2.660.974 4.898 9.588 12.242 2.687.702
Eur 73.612.395 311.810.812 25.160.565 27.953.932 15.185.058 453.722.762 18.722.198 472.444.960 702.631 3.477.769 1.428.240 478.053.600
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. 8,11 -0,95 -7,00 -16,41 -3,23 -13,35 69,51 30,20 13,65 9,43 -1,92 -11,34 7,49 2,41 -0,61 -10,86 -10,51 -26,20 30,33 24,07 -8,21 -3,25 -0,58 -10,68
Non sorprende che i materiali lavorati, graniti e altre pietre, conoscano una crescita che comincia a farsi apprezzare, anche se siamo ancora su livelli contenuti e ben lontani, soprattutto in valore medio, da quanto vediamo nelle esportazioni. Le novità però provengono dalla lettura dei Paesi partner, dalla graduatoria dei fornitori di blocchi e lastre soprattutto, sia per i silicei che per i calcarei. I primi, quelli che pesano e contano di più nel quadro complessivo, vedono sempre lʼIndia come leader, con i suoi fortissimi materiali colorati, che importiamo per oltre mezzo milione di tonnellate, in aumento rispetto al 2002. Il Brasile, secondo fornitore, rimane a meno di 250mila tonnellate, seguito da un Sud Africa, assieme al quale scende nel confronto con lʼanno precedente. E scendono praticamente tutti gli altri, con poche eccezioni, queste ultime tutte tra i Paesi che da poco sono diventati esportatori di materiali verso lʼItalia: Arabia Saudita, Stati Uniti, Ucraina, ai quali si affiancano due ritorni finalmente, Mozambico e Angola. Anche i Paesi Scandinavi cedono un poʼ, mentre rimane stabile la Svizzera e scendono Spagna e Cina. Diverso il quadro per i marmi e travertini, che non sono separabili nelle cifre di transito doganale: primo fornitore è diventato lʼEgitto, in vera e rapida ascesa, seguito dalla Croazia, dalla Turchia, dallʼIran e dalla Tunisia. Sono tutti Paesi che hanno conosciuto una recente accelerazione di sviluppo nel settore, a dimostrazione che le cose stanno cambiando in maniera veloce e profonda, e nuovi soggetti e nuovi attori si ritagliano ruoli di primo piano anche passando attraverso e dentro il nostro sistema produttivo e di filiera. In calo, invece, la Spagna, che pure rimane importante, e il Marocco. In un quadro così in mutamento, lʼindustria lapidea italiana ha ancora potuto contare su un mercato interno che, anche se non dedica alla pietre tutte le attenzioni che queste meriterebbero, tuttavia ha continuato a mantenere elevati i livelli di consumo, in sintonia di andamento con alcune fasce del settore immobiliare e delle costruzioni che hanno avuto un anno ancora in crescita, anche se rallentata rispetto al 2002. Il settore delle costruzioni è rimasto in tutto il 2003 il principale sostegno dellʼeconomia, ha beneficiato delle facilitazioni fiscali e del condono, si è avvalso della crescita delle opere pubbliche, della vitalità del mercato immobiliare, e dei nuovi modi e strumenti per gestire la trasformazione del territorio e delle città. Ma le prospettive per i prossimi mesi, e inevitabilmente queste toccheranno anche il settore lapideo, sono un poʼ più affaticate e incerte: lʼedilizia residenziale, soprattutto quella di manutenzione, è prevista in leggera flessione, non fosse che per le peggiorate condizioni economiche generali, particolarmente sentite delle famiglie, che appaiono in questo momento gravate da mutui ipotecari più diffusi e ingenti che nel passato. E il quadro conseguente è quello di una maggiore cautela di spesa e di investimenti, in un generale aumento di incertezza e di contraddizioni legate a molti fattori diversi. Certamente, il clima “esterno” ha contribuito in questo ultimo anno pure in termini positivi, facendo scegliere la casa come bene su cui investire, anche psicologicamente, oltre che finanziariamente: un bene “rifugio” in tutti i sensi, in cui avvolgersi e trovare serenità e riparo dalle minacce esterne e dalle insicurezze. Si tratta comunque di motivazioni condivise con altri settori, e direttamente connesse con fattori di sviluppo e di crescita economica e sociale, di tuttʼaltra matrice rispetto ai contenuti interni ad una logica economica di comparto, che vanno dallʼoccupazione allʼimmigrazione, dalla redditività di altre forme di investimenti speculativi, alla natalità e allo sviluppo demografico del territorio e delle famiglie.
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MACCHINE PER IL MARMO E LE PIETRE Questʼanno abbiamo variato il metodo di selezione e classificazione dei dati relativi allʼexport e import italiano delle macchine per la trasformazione dei prodotti lapidei, in una maniera che, se diminuisce sensibilmente i numeri complessivi del giro dʼaffari, garantisce però una maggiore pulizia dei dati, e un quadro leggermente più dettagliato. Abbiamo deciso di eliminare due voci, pure pesanti nel consuntivo del settore, perché a nostro avviso non garantiscono la specificità del dato, pur essendo sicuramente usate da alcuni produttori ed esportatori di tecnologia. Si tratta di voci relative a macchinari condivisi con altri settori, in maniera molto più elastica di altre, alla quali preferiamo da questʼanno restringere la nostra attenzione, perché più dedicate alla lavorazione delle pietre. Ci limitiamo così alla macchine da taglio,, alle macchine per lucidatura e finitura, e alle macchine utensili, che abbiamo separato dalla voce precedente, perché costituiscono ormai un segmento di business forte e degno di attenzione autonoma. La crescita di innovazione tecnologica, lʼinserimento nel ciclo di macchine a controllo numerico, lʼevoluzione rapida verso utilizzi di macchine versatili e sofisticate si deve riflettere anche nella lettura variata dei dati tecnici e statistici, almeno fintanto che le classificazioni, spesso grossolane e troppo poco dettagliate, delle voci doganali del codice HS lo consentono. Come accade in questo caso, per questi due ultimi anni in cui si vede subito che le macchine di più recente generazione, quelle ad automazione più spinta e sofisticata, svolgono un ruolo di assoluta importanza, coprendo oltre il 55% del totale ristretto delle esportazioni nazionali del settore. La prima valutazione che emerge immediata riguarda però lʼandamento generale del 2003 rispetto al 2002, in netto contrasto con quanto abbiamo appena esaminato a proposito dei materiali lapidei. Là, per lʼItalia un anno pesante, di difficoltà con il resto dei mercati e con un mercato interno ancoraggio saldo a cui rimanere vicini. Qui, invece, una situazione rovesciata: un mercato interno vissuto in maniera non esaltante dalle imprese, stando a quanto dichiarato nella indagine annuale della IMM, e un mercato esterno in forte accelerazione. E si tratta di un avanzamento che riflette molto bene lʼandamento del settore lapideo a livello internazionale, poiché appartiene ad un circuito nel quale i produttori di tecnologia italiana sono assoluti leader e fornitori ampiamente maggioritari. Basta guardare alla suddivisione per aree dellʼexport italiano del 2003, e vedere dove si collocano gli avanzamenti più forti per avere un richiamo alle dinamiche descritte a proposito del settore internazionale delle pietre ornamentali.
Tav. 4. Export italiano di macchine per il marmo, anno2003/2002, in valore per aree
UNIONE EUROPEA ALTRA EUROPA AFRICA NORD AMERICA CENTRO E SUD AMERICA MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE TOTALE
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Suddivisione % 23,89% 13,15% 7,33% 14,55% 6,70% 17,50% 16,88% 100,00%
Diff. % 2003/2002 1,07 -1,70 -4,34 9,97 28,55 36,82 16,97 12,28
LʼAmerica Latina non consuma più lapidei degli Stati Uniti, ma si sta attrezzando in maniera crescente a consumarne più di prima e soprattutto a trasformarne di più, per collocare poi i suoi materiali, una volta trasformati, nei propri mercati di areale e nel Nord America. Il Medio Oriente, invece, ha caratteristiche diverse: importa tecnologia per trasformare soprattutto per il proprio mercato interno, ed entrambe queste due aree hanno avuto il maggior gradiente di crescita sullʼanno precedente, assieme ad un Estremo Oriente, che partiva però da una base già più consistente. Anche la qualificazione delle importazioni degli altri Paesi aggiunge conoscenze al quadro. Se, infatti, le macchine utensili hanno il peso maggiore nel quadro della Tav. 4 dellʼAllegato statistico, l a graduatoria dei Paesi che di più hanno importato riserva informazioni interessanti, e di completa conferma di quanto rilevato sin qui. Il primo Paese importatore è stato lʼIran, seguito sorprendentemente dagli Stati Uniti, e poi dallʼIndia e dalla Spagna. Solo quinta la Cina, che compra poco anche delle altre tecnologie, dopo aver investito fortemente negli anni scorsi. Gli Stati Uniti sono in forte attività anche nelle importazioni di macchine da lavorazione e finitura, e sono i primi importatori di macchine da taglio, complessivamente, il mercato più attivo del 2003 assieme allʼIran. Anche la Spagna conferma una volontà di continuare a crescere e ad attrezzarsi per mantenere la sua quota di mercato e di attività nazionale e internazionale, indicando una scelta strategica decisa di politica competitiva di settore. Non è la sola scelta, che il Paese iberico sta facendo, ma è sicuramente la più quantificabile direttamente. Merita una sottolineatura anche il ruolo della Russia, nel quadro delle esportazioni italiane di tecnologia settoriale del 2003: è presente tra i primi otto, nove Paesi in tutte e tre le specifiche tecnologiche, con una chiara linea di sviluppo che parte dal taglio primario e prosegue con la finitura e le macchine automatizzate. Se queste tavole descrivono come il mondo si sta attrezzando a lavorare, e quindi in ultima analisi a consumare i materiali lapidei, sembra chiaro che le prospettive di crescita ulteriore del settore sono positive e veloci.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il settore lapideo è un settore facilmente accessibile da parte di un sistema industriale o semplicemente di un Paese che voglia investire su di esso in maniera decisa e organizzata, e già da molti anni questo è stato detto e sottolineato, anche in relazione allo sviluppo di programmi di industrializzazione messi in opera da organismi internazionali. Non è importante se quegli specifici interventi sono falliti o sono riusciti, è la valutazione di fattibilità che li ha mossi ad essere rilevante, in quanto ha segnalato il fenomeno in corso. Tecnologia evoluta applicabile, magari non al meglio ma con relativa semplicità e costi praticabili, risorse naturali disponibili in moltissimi luoghi diversi, mercati locali attivabili in maniera tradizionale e utile, mercati più lontani raggiungibili grazie allʼesistenza di circuiti internazionali di valorizzazione organizzati ed efficienti, a cui ricorrere con profitto: tutti fattori che hanno consentito la crescita di nuovi soggetti e di new entries ogni volta che dietro di loro cʼera una volontà reale di operare. Tutto questo ha portato, in pochi anni, a riscrivere gli equilibri internazionale del settore, così come in altri settori, ma in un modo che ogni anno trova degli aspetti nuovi, e che costantemente si ridefinisce e si evolve.
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Questʼanno, dopo alcuni anni dominati decisamente dalla Cina, e dal suo tasso veloce di crescita volumetrica e articolata nel settore, è stato lʼanno della Turchia, un Paese che non è nuovissimo al business internazionale dei marmi e dei graniti, che ha dei materiali molto conosciuti e apprezzati, una struttura produttiva consolidata ed avanzata, una presenza nei mercati esterni diffusa e ben collocata presso i nodi decisionali e finanziari dei progetti, ma che, ripetiamo, già da tempo è presente nel panorama del settore. Questʼanno ha avuto un aumento nelle esportazioni di marmi soprattutto e travertini, principalmente lavorati, verso Paesi importanti e verso aree in crescita di consumo, dimostrando di avere unʼindustria lapidea nazionale che merita considerare veramente come un esempio di successo internazionale di settore. Ed è un successo tanto più importante, proprio in quanto realizzato da un Paese che non è da considerare una new entry del lapideo. È un Paese che sta seguendo delle modalità di comportamento che sembrano un esempio di best practices per tutti, in molti aspetti. Si presenta in maniera organizzata, coesa e diretta; può contare su una collocazione geografica che lo vede vicino ad unʼarea di attuale espansione nei consumi; è presente nei momenti e presso i soggetti che contano in sede decisionale; ha saputo avvalersi degli strumenti nuovi che internet e le ICT mettono a disposizione delle imprese, ha una lunga tradizione di “saper fare” di settore e una attenzione esemplare a tematiche avanzate, come la qualità e gli investimenti in tecnologie nuove, e nello scorso 2003 ha acquistato dallʼItalia macchine utensili per oltre 9 milioni di euro. E così ha solide basi per continuare a giovarsi degli altri vantaggi di cui si avvale, dai relativamente bassi costi della manodopera, ai relativamente bassi costi di produzione complessiva, alla disponibilità di materiale valido, allʼintroduzione in mercati importanti e a tutto quanto altro completa il suo quadro produttivo. Si tratta di una presenza fortemente specializzata sui marmi, quasi a fare da controparte con quella altrettanto aggressiva della Cina, ormai scontata, nei graniti. Della Cina è ormai stato detto tutto, o quasi. Comincia a crescere anche sui marmi, ma su unʼaltra scala di grandezza, almeno per il momento. Il suo mercato di areale è stato decisamente quello più importante, con un Giappone e una Corea del Sud che hanno assorbito quantità elevate di lavorati in granito, e un export di blocchi che diminuisce, per spostare il baricentro sui prodotti trasformati. E infatti abbiamo visto che la Cina ha acquistato anche macchine, in tutte le specializzazioni, e soltanto lʼIndia sembra in grado di reggerne il confronto dimensionale, anche sul piano della volontà di crescita. Quale scenario si delinea, allora? Certamente quello di un settore in forte espansione mondiale complessiva, che dedica attenzioni crescenti e spazi nuovi a nuovi soggetti, ed anche a soggetti non più nuovi, basta che siano in grado di rinnovare il loro posizionamento strategico in maniera decisa e forte: la Turchia, appunto, insegna. E però si delinea anche lo scenario di un settore in cui le specializzazioni di alto livello continuano a valere, perché la complessità, come in tutte le altre attività economiche di questo inizio millennio, tende ad pesare progressivamente di più, e la tecnologia, paradossalmente, se risolve o aiuta a risolvere molti problemi, ne crea parallelamente altri, spesso più complicati. Sotto questo aspetto, il settore lapideo sta attraversando ora una fase che altri settori già conoscono e condividono, e che in qualche misura accomuna sistemi produttivi diversi e talvolta lontani: coesistenza di segmenti produttivi a differente potenziale espansivo e tecnologico, e insieme competizione crescente su segmenti avanzati, e soggetti nuovi che si spostano nelle specializzazioni internazionali di lavoro e ne ridefiniscono le quote rispettive. Contraddizioni interne allo sviluppo, quindi, che possono condizionare gli eventi prossimi futuri in maniera altrettanto forte di quanto possono fare eventi politici esterni al settore imprevedibili, o traumatici.
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È in corso una forte discussione, e non solo in sedi teoriche, ma anche politiche e tecniche, su che cosa significhi oggi attività manifatturiera in Paesi industriali avanzati, soprattutto quando essa si accompagna a condizioni di tecnologia applicata settorialmente di tenore non particolarmente elevato: quali sono i vantaggi che contano per rimanere dentro un livello di competizione che altri Paesi spostano su altri piani, su piani che non sono solo quelli della qualità della produzione e dellʼofferta complessiva? Ci ne sono vantaggi comuni a tutti i settori, oppure ognuno deve cercare i propri in completa autonomia, o solitudine, senza che lʼappartenenza ad un sistema Paese condiviso aiuti o suggerisca soluzioni di sorta? E fino a qual punto è possibile invece convivere, con specializzazioni specifiche e proprie che consentano a più soggetti a differenziato livello di sviluppo di coesistere in maniera salda, anche se competitiva? Sicuramente, il settore lapideo è dentro questo dibattito, per i problemi di coesistenza del modello storico dei produttori che sino ad oggi hanno dominato il quadro, con il modello nuovo che emerge dallʼingresso dei produttori recenti, che hanno già conquistato mercati importanti ed avanzati come il Giappone, e stanno consolidando la loro presenza, in maniera più lenta ma non meno stabile, in mercati come la Germania e gli Stati Uniti. Il lapideo sta attraversando un periodo di turbolenza comune a buona parte dellʼindustria manifatturiera internazionale, che è particolarmente soggetta, con lʼevoluzione che soprattutto il sud est asiatico, ma non solo, sta conoscendo, ad una continua ridistribuzione di ruoli e pesi e specializzazioni internazionali. Il cambiamento è diventato un fattore strutturale della nostra società, e siamo soltanto allʼinizio di un processo di impatto che le tecnologie di informazione e comunicazione stanno avendo sul resto delle attività economiche e umane. Lʼintera nostra società sta cambiando, perché soprattutto in settori strategici lʼinnovazione è così veloce, che impone di cambiare continuamente, ed innovarsi non è più una scelta ma una necessità di sopravvivenza, anche se spesso è poco chiaro in che cosa consiste lʼinnovazione, e su quali dei suoi aspetti è più redditizio concentrare le risorse. I tempi delle decisioni si accorciano, il valore aggiunto si concentra nelle conoscenze, in senso generale, che contano sempre di più, e la trasparenza dei modelli di offerta cambia le regole della competizione, imponendo di prestare crescente attenzione alla propria filiera, alla sua riconfigurazione e al suo allungamento. La capacità di governare i processi diviene più difficile e più importante, perché soltanto facendolo e governando anche i cambiamenti si potrà sopravvivere come sistema produttivo, oltre che come impresa. E in queste condizioni, fare massa critica, per integrarsi in un approccio comune ai problemi può indicare una strada: imprese a forte concorrenza reciproca come la Philips, la Motorola e la STMicroelectronics sostengono in maniera paritetica un centro di ricerca avanzata in Francia, per affrontarne i costi altrimenti proibitivi per una sola di loro, e serve a ciascuna di esse per sostenere la propria competitività individuale. Certo, le dimensioni delle tre imprese non hanno riscontro nel settore, ma la prassi potrebbe trovarne. Il settore delle costruzioni sta cambiando profondamente, e rapidamente, un poʼ dappertutto, perché dappertutto i processi di cambiamento, laddove il business premia, si omologano al livello più elevato. Aumenta la produttività globale, la ricerca di alleanze e approcci comuni tra soggetti diversi di filiera si modifica e si ricrea di volta in volta su basi nuove; i cantieri cambiano pelle, e divengono sempre più luoghi di assemblaggio piuttosto che di costruzione; emergono figure professionali prima appartenenti ad altri settori, e il ruolo tra clienti e fornitori si scambia e si complica in continuazione. Ma in questo
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cambiamento cʼè un largo spazio per la collocazione di competenze distintive che caratterizzano il settore lapideo e le sue leadership, recenti e storiche. E cʼè spazio anche per la valorizzazione di una risorsa come la pietra naturale, che conosce la concorrenza interna tra produttori, ma subisce anche quella esterna, da parte di materiali che vogliono sfruttare lʼappeal dei marmi e dei graniti senza averne le caratteristiche migliori. Sono processi terribilmente difficili anche solo da comprendere mentre accadono, per non dire da governare, e lʼottica aziendale per lʼennesima volta si scontra con quella collettiva di un settore, che a sua volta è parte di un comparto ancora più grande, come quello delle costruzioni, anche se non si limita ad esso. Purtroppo, però, spesso le sfide ai produttori e alle categorie economiche, e non solo, vengono dallʼesterno, e se si vuole rimanere nel contesto produttivo, bisogna affrontarle con consapevolezza e fiducia nelle proprie risorse: una sfida da nuovo millennio, che, come il nuovo millennio, è già cominciata.
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STONE SECTOR 2003 Italian Industry and International Trends Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.
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THE SCENARIO For what events will the year that has just passed be remembered in the future? Probably the choice will depend on those who experienced such events and where they did. Certainly, such negative events as the war in Iraq or SARS hit hard many situations or regions of interest, but for some countries and districts the year 2003 will be remembered as a positive year, a year in which the countryʼs wealth grew and business and development prospects further expanded. 2003 was a year with contradictory aspects and a complex interweaving of good and bad, success and defeat, as very few years have recently done. The first half, which was definitely hard-fought both at an economic and human and political level for a large part of the Western world and not only that, was followed by a second half that gave signs of improvement of the general climate, especially in the last quarter of the year and above all in the economic domain. The import-export trade increasingly grew all over the world, even if the differences between some of the earthʼs regions sometimes deepened. In the United States, production grew overall and, on the 2003 average, the GDP grew by 3.1% against the 2.6% that had been forecast one year earlier, with inflation remaining on fairly low levels. Not that problems are missing: the job market is witnessing phenomena that are comparatively new for the United States, pointing at strategic choices, especially for high-tech and ITC jobs, whose potential medium-term impact is not quite clear yet. But for some time the North-American productive and financial system has been reaching far out of its domestic boundaries, effectively providing an international reference system that offers return prospects in comparatively safe conditions. In Japan, the climate definitely benefited from the trend of the Eastern Asian region and of its neighbour, China, and China in turn kept expanding its economy at a fast rate, so fast that it was though that the economy had to be ʻcooled downʼ, especially in monetary terms, which also caused some occasional scare on the Asian Stock Exchanges, lately. Some problems of the Chinese banking system also aggravated this phenomenon, but for a long time the Government authorities have been developing specific action plans, that are to be enforced by 2006. Also in Latin America, the largest countries, Brazil, Argentine, Chile, was their positions improve, both on a global scale and in a domestic climate of confidence, so much so that the International Monetary generally assigned a 1.5% GDP growth to the whole area. But, on the other hand, these definitely positive developments were met by a Euro-Zone which is very slowly recovering, more through the growth in the domestic demand, with important countries who cannot abide by the Maastricht terms, and in any case still under the burden of an Euro exchange rate that is higher than its real ratio to the US currency. The latest accession of ten new countries to the European Union makes the area more important and more representative on the global market, extend its domestic market and become more and more attractive for the international trade. The Mediterranean coast of Africa keeps expanding, although this part of the continent essentially remains on the fringe of the worldʼs economy. A quite different matter, which however must have strongly affected the general climate of the economies and import-export trade, was the behaviour of the US dollar towards the other currencies, especially the Euro. Especially in the last quarter of the year, the dollar had become much weaker, so
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much so that, according to the Federal Reserve, from February 2002 to February 2004 it had actually depreciated by 31% against the Euro. This should then be added to a growth in exports, especially to Asia, and a strong increase in general competition, whose yearly average has been calculated as about + 4.4%. A scenario of a general expansion of the international economies, then, although with differences between countries, and although it makes it difficult to predict what is going to happen on the local scenarios, still gives grounds for optimism and challenges to be taken up.
THE INTERNATIONAL STONE MARKET The stone market too was hit hard by the general climate of expansion in geographical spots that affected the whole of the economic activities in 2003. The import-export trade of materials, especially finished materials, generally grew, quarry productions also grew, and the emerging countries, the co-called new entries, have often seen their markets expand and not only on a local level. The differences between the economies of each area, as could be observed in the general picture, were deeply felt in the dimensional stone market as well, although not directly, of course, and not with consistently automatic consequences. The importance of the property market and generally that of the building industry is not simply related to the economic trends and, even if it is directly affected by them, it knows how to move as an independent investment asset, that sometimes looks even more important at times of uncertainty or when it seems savings are no longer profitably spent. And so, both in those countries where the building industry is dramatically expanding, such as China and some Middle Eastern countries, where strong speculative factors enter the equation just like in the USA, the property investments kept growing, indirectly benefiting the finishing and dimensional stone industries as well, that add beauty and value to every building. For some years on end, we have seen the same phenomenon happen, which has become particularly strong and intense after the crisis of the speculative financial investments in technology, or better, after the downsizing of the Nasdaq index. And so, in the United States, whilst the families始 wealth began to grow again after a long period of decrease, the property wealth rose by ten percent points of the disposable income and property prices kept increasing, even if at a slightly slower rate than in 2002, along with the substance of mortgage loans. The American imports of stone materials thus increased by 17.56% from last year, with Brazil and India playing an increasing important role for granite, and Turkey for marble, which is somewhat amazing. Just think that in 2000 Turkey did not even reach 90 thousand tons of finished marble exports to the USA and in 2003 it exceeded 341 thousand tons. The same applies to Brazil with granite: in 2000 it exported just over 157 thousand tons, and now it exports over 375 thousand tons, whilst India moved from 114 thousand to 282 thousand tons. Italy is still the greatest supplier of finished marble and the second greatest supplier of granite, and at least part of the Brazilian exports are produced jointly with Italian industries, but it has got ahead by now and it will be harder and harder to get back to the previous positions.
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In China, the scenario was and is different: an economy that keeps growing, +9.1% in 2003 and +9.7% in the first quarter of 2004, needs no other reason to motivate a boost of the property and housing markets and to mark another turning point in the long list of successes of a country that right now is the fourth strongest economic power of the planet. It kept expanding its weight both as a producer and as a processing, importer and exporter country, and again also as a consumer country. The cycle is by now more than complete, and, even if there are segments of high-tech products (at least they are high-tech for the industry standards) in which they are not yet totally competitive world-wide for they lack the exhaustive training and know-how that must go hand in hand with simple productive capacity at competitive costs, which so far have been the typical traits of the Chinese market share, even if there are market areas which they have not completely conquered yet, one can legitimately wonder whether it is just a matter of time, and then their ability to take up technology and know-how will be strong enough to fill the gap that separates them from the international producers始 world. Time thus becomes, once again, the most important strategic factor in a race for learning and for completing the range of competitive factors, on one hand, for regaining possession of and strengthening the importance, on the other side, of those distinctive skills that so far have firmly held the top of the market, which is available to a very selected list of international producers. In any case, in the meantime China has increased its already remarkable productions and above all its exports of finished materials, virtually to every country, but above all to South Korea and Japan, thereby strengthening its international role as a country that imports raw materials, processes them, partly uses them and partly exports them, not only to its neighbouring countries, that south-east of Asia that is its natural outlet, but also to the most demanding countries, such as the European countries, including Italy and Spain. It is now by far the greatest exporter of finished granite, and its ports are the biggest in the world in the dimensional stone trade. Its global exports exceeded one billion dollars in 2003 and grew by nearly 20% by value per annum. Its exports fared no worse, or actually they fared much better, which further highlights, as if we needed it, the far-reaching role that this country has been playing for a long time in this market by now. As regards the United States, we mentioned the role played by Turkey, but it is not only in the USA that this country has shown such a liveliness and development rate in 2003. It is a much more general, exhaustive performance, that has led this country始s stone industry to steal the limelight on the stone scene in that year. We can safely say that 2003 was the year of Turkey, that inundated the Middle East, Europe, Northern America with its exports, and the Far East with exports of both blocks and finished products, mostly marble. It has exported blocks to China, with an over 100 percent increase, to Syria, and then to Greece, Egypt, Spain and Taiwan, exported finished goods to the United States, Saudi Arabia and Israel. And what始s more, its share of the international market is wide, organised, simple and effective, and above all it seems its producers are a close-knit community: a great example that should be followed. Alongside the areas that have frequently reappeared in the stone market in the last two to three years, it始s worth mentioning the Middle East that is making heavy, targeted investments in some of its regions. These are investments in which buildings are viewed as an important, far-reaching means for developing the tourist industry and therefore the economy, even if right now some parts
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of this region are destabilised by the aftermath of a devastating war which is still in progress. First and foremost, the Emirates and Saudi Arabia are engaged in far-ranging plans for the promotion of their natural and historical heritage, in order to turn it into a propeller of development as an alternative to oil. And within such plans, the use of stone materials, which is well under way in the Emirates, is intensive, sometimes massive. Alongside the above-mentioned countries, an important role is being played also by other countries, such as Syria and Jordan, as well as the well-established Iran. Lastly, North Africa completes the picture of the Mediterranean influence, and the figures are those of a group of countries that invest in natural stone resources, by increasing their exports as well as their imports, with some countries playing a more relevant role and some phenomena worth addressing. It is a significant fact that in 2003 China imported from Egypt approximately half a million tons of marble blocks, that then disappeared in the ocean of materials that are reprocessed and sometimes re-exported from the Far East. Morocco, Tunisia and Algeria are also very busy, especially as producers of excellent materials in popular and versatile colours. But the event that took the heaviest toll on the stone industry in 2003 was the crisis of the traditional stone producers, first and foremost Italy, that saw its exports steadily decrease along with those of other European countries, which are also traditional stone producers: Spain, Portugal as well as South-Africa, whose exports of finished granite in particular have remarkably fallen. It should be said, however, that the figures published by South-Africa are not too consistent with those published by China, and in these cases it is always difficult to account for such differences. All we can say is that from a technical point of view it happens fairly often, and that it is not always due to strange reasons, but rather to a different reading of the regulations on the classing of commodities in terms of quality and origin. The basic fact remains, that China and Turkey, one for marble, the other for granite, respectively, have stolen the limelight this year, and along with Brazil and few other producers they have really boosted the whole industry. The development of this industry has changed in terms of volumes and values, even if there are still some substantial market segments that are not ready for the new players, and which the new players cannot penetrate effectively or decisively yet.
ITALY Particularly Italy, for its role and its wide share of all the recesses and ramifications of the stone industry, was hit hard by the competitive attack suffered by the historical leadership of the international marble and granite industry in 2003. The figures are self-evident, and sometimes quite excessive, distorting the real extent of the fact, as if the process under way were just structural and not heavily related to the economic trends. The Euro took a heavy toll on an industry that was already exposed to several adverse factors, from the onset of the year, burdened by the world-wide climate, to the Sars epidemic in spring, which ended up by further affecting a productive system that was already paying to many competitors higher costs on some of the most important factors, such as labour, energy, the environment and safety, and anything else that the Italian and European companies have to address on a daily basis. This is
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the outcome of an economic, industrial, social history that deeply differs between different areas of the world, and these differences sometimes benefit, sometimes disadvantage such a complex productive system. Italy, in its international productive and commercial scenario, has its own special place, made up of an industrial system that gives priority to the small scale, to industrial zones, to specialisation in comparatively low-tech economic sectors, that are often easy to copy, at least in some of their parts or features, thus remaining more exposed than other countries to the competition of new producer and emerging countries. It should be said, however, that even those countries that have a more specialist, technologic, less “home-madeâ€? and local profile, such as Germany and France, have suffered a lot over the last two to three years, since some of the features of the current scenario are so atypical as to be really unique. This is not just about the development of some productive areas or ease of communication in real time, it is the extent of some ongoing changes that is redefining the next as well as the distant future, along lines whose details had escaped us. And so the Italian exports, to start with the most evident figures of the domestic stone industry, epitomised all the difficulties of a highly-specialised and highly-qualified sector which takes pride of place in all the recesses of the market, to keep pace with other productive systems that over the last few years have launched an all-out attack to some specific targets, and successfully. We are talking about two competitive countries in particular: Turkey for marble and travertine, and China for granite (but there are more, for instance Brazil and India, even if to a lesser extent), which have heavily affected the international scenario in 2003 and which will affect the future scenarios even more, and which are likely to revolutionise the internal industry relations. Starting with the relations with Turkey, the most prestigious achievement of 2003 certainly was North America, where the Italian exports of finished marble still have a very wide scope, but where they had already been left behind in terms of quantity as early as the previous year: in 2003, not only Italy was still lagging behind, but it was largely slowing down, with Turkey being by then the first supplier of finished marble to North America. And the USA reported figures that are even higher than those of Turkey that sometimes resorts to free-trade areas. These figures are by volume, not by value, but they are no less treacherous for our country. The fact that the values still place Italy as the first supplier of finished marble, instead, and that the same applies to finished granite for Brazil, is simply a sign of the place that the domestic industry still takes in the most advanced markets or, if you like, it completes its competitive position towards the other competitors, all of them. The difference in the mean value in dollars per imported unit is still very wide, it is nearly twice as much as that of Turkey and nearly one half more than Brazil: this means that the strategic position of the Italian stone industry is still very, very far for its chasers. But it also means that the stone market, and not only the US one, is offering intensive and rapidly-growing scope for consumption, from which Italy is far and which therefore shifts the business and system competition ground onto factors that are more complex and riskier with their high content of image and technology, quality and service. But letĘźs look at the figures. Italy exported less than the previous year, according to a seasonal trend that strongly reflected the general uncertainty of the Italian exports: a quiet start, a better second and third quarter, and then a fluctuating closing. The final results are listed below:
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Table 1. Italian exports – January/December 2003 2002 MARBLE BLOCKS AND SLABS GRANITE BLOCKS AND SLABS FINISHED MARBLE FINISHED GRANITE OTHER FINISHED STONES SubTOT Blocks, slabs and finished products CHIPS AND DUST SubTOT, including Chips and dust UNCUT SLATE FINISHED SLATE PUMICE STONE TOTAL
Tonn. 761,426 165,926 1,333,752 902,644 230,105 3,393,853 1,251,943 4,645,796 3,921 33,230 100,088 4,783,035
Eur 170,752,098 47,548,867 883,050,165 736,370,256 44,590,445 1,882,311,831 44,977,159 1,927,288,990 2,323,731 23,527,763 5,364,853 1,958,505,337
2003 Tonn. 688,782 175,795 1,061,256 915,120 208,074 3,049,027 977,562 4,026,589 2,926 23,860 302,137 4,355,512
Eur 140,932,190 49,822,153 707,127,725 728,601,754 39,883,887 1,666,367,709 40,891,909 1,707,259,618 1,783,863 15,588,982 6,781,768 1,731,414,231
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. -9.54 -17.46 5.95 4.78 -20.43 -19.92 1.38 -1.06 -9.57 -10.56 -10.16 -11.47 -21.92 -9.08 -13.33 -11.42 -25.38 -23.23 -28.20 -33.74 201.87 26.41 -8.94 -11.60
Source: Central Statistics Office; data processed by IMM.
The prevalence of negative signs, particularly for the entries that are most significant in both volumes and values, clearly shows how heavy 2003 was. And the survey conducted by IMM on a sample of companies across Italy brought this figure clearly to the fore: while last year the prevailing factor was uncertainty on prospects, in 2003 it was exhaustion, along with the problems of having to work in an increasingly selective and complex global scenario, where the “new challenges” of a few years ago have become much stronger and geographically linked. What elements kept the Italian stone exports afloat? Certainly, first and foremost North America, particularly the United States, where, in spite of it all, our products are still present and qualified, both for marble and travertine and for granite, and were appreciated in a way that, despite the strong Euro, allowed Italy to remain the first supplier, and a prestigious one, in the finished stone market. It was above all marble slabs and finished products that suffered, more than granite, along with slate, but despite everything the North American market remained a benchmark in the national scenario and kept making up over 30% of the total value of our exports. The European Union, our first outlet, also decreased its total imports from Italy, but for different reasons. While the US economy gave good signs of recovery, despite its negative international outlook, by keeping investing in the property and building markets, the European countries behaved much differently. The economic crisis that is slowly clearing up also in the Western European countries made the property market be seen as a shelter market, but it also caused the disposable money of large strata of the population to decrease. Especially in Germany, even if the familiesʼ bent for saving increased, which is a symptom of uncertainty on future prospects, the investments in buildings decreased, and what Italy lost was gained by China, for finished granite. They are different types of materials and products, but the trend has been steady for a few years now and has been substantiated by other instances: in 5 years, the Italian exports of finished granite have lost over 44%, and the Chinese ones have in fact tripled, deservedly taking first place in the list of German suppliers.
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But the news in Europe look eastwards, and they look to the ten new countries that fully joined the European Union on May 1st 2004. Overall, they make up a nice group of countries, with lively prospects and the ability to bring something different into a Europe that needs new productive and market prospects.
Table 2A. Italian exports to the new EU countries, January/December 2003 2002 MALTA CYPRUS SLOVENIA ESTONIA LATVIA LITHUANIA POLAND CZECH REPUBLIC SLOVAKIA HUNGARY TOTAL
Tonn. 14,349 9,451 41,207 825 830 2,580 31,633 12,961 7,753 29,962 137,202
2003 Eur 4,250,042 5,428,758 11,392,970 732,807 582,755 1,034,218 16,695,230 6,841,156 3,889,371 9,992,326 56,589,591
Tonn. 11,093 9,870 38,667 1,055 1,245 1,491 30,142 15,594 7,494 28,090 133,647
Eur 4,191,747 6,418,592 10,348,979 889,225 901,678 886,256 15,015,835 7,954,254 3,557,095 9,136,184 55,108,098
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. -22.69 -1.37 4.44 18.23 -6.16 -9.16 27.82 21.35 50.00 54.73 -42.19 -14.31 -4.72 -10.06 20.31 16.27 -3.35 -8.54 -6.25 -8.57 -2.59 -2.62
Source: Central Statistics Office; data processed by IMM.
Table 2B. Italian imports from the new EU countries, January/December 2003 2002 MALTA CYPRUS SLOVENIA ESTONIA LATVIA LITHUANIA POLAND CZECH REPUBLIC SLOVAKIA HUNGARY TOTAL
Tonn. 53 286 10,520 – – – 66 341 10 36 11,260
2003 Eur 12,908 97,862 2,689,675 – – – 33,536 157,168 7,377 44,636 3,030,254
Tonn. 66 430 11,400 – 23 – 41 114 31 100 12,139
Eur 26,212 152,182 2,665,539 – 2,205 43,280 107,366 49,097 32,136 3,051,805
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. 23.56 103.07 49.98 55.51 8.36 -0.90 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 -36.89 29.06 -66.56 -31.69 199.01 565.54 175.39 -28.00 7.81 0.71
Source: Central Statistics Office; data processed by IMM.
These figures are not too high, but they define situations that are certainly interesting for the Italian business world. Some of these countries, such as Slovenia, have resources of raw materials that used to be appreciated and that are now exploited, not only for domestic consumption, but for the entire European stone community. In other cases, for instance Poland, some countries already buy Italian
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materials and products as well as products from other EU countries, or open market prospects as a function of their more general growth expectations. Overall, all non-EU Europe has been a small but stable ʻgarrisonʼ for the Italian exports, with Switzerland still a valuable point of reference for the domestic stone industry. It is in the Middle and Far East that the situation is getting worse, in terms of prospects and recent facts. And this is aggravated by the awareness that the whole south-eastern area of Asia and a large part of the Arab countries are investing in the building industry, sometimes in maybe small but very intensive and prestigious works. The role of the Italian businessmen and products, in the past the undisputed leaders of these markets, is getting more and more difficult, even if it remains highly qualified, particularly where finished products are exported. Saudi Arabia and the Arab Emirates stole the limelight, but the former is further falling year after year, while the latter have strongly grown in the very prestigious works in which the Italian companies still stand out. The deadlock with Japan and the South East of Asia is not clearing up, instead, since these countries are not looking so much to the west now. The economic recovery of Japan is not reflected in a comeback of the Italian stone products, not when they are so close to China, which is by now almost their one and only supplier of finished granite, as is the case with South Korea. The imports from Italy in 2003 reflected the uncertainties of the domestic stone industry: the restocking and the general selection of materials suffered a little bit, but the figures are still good enough not to impair the role of the international crossroads of materials that has been played by the whole stone production area. It is just through these figures that Italy shows all the complexity of its stone industry, which is down to one single type or class of materials, but involves them all, from granite to travertine, to marble and slate and porphyry. And while granite decreases a little bit, marble and travertine hold on, exploiting at long last the advantage that the strong currency has given them, at least when buying raw materials.
Table 3. Italian imports, January/December 2003 2002 MARBLE BLOCKS AND SLABS GRANITE BLOCKS AND SLABS FINISHED MARBLE FINISHED GRANITE OTHER FINISHED STONES SubTOT Blocks, slabs and finished products CHIPS AND DUST SubTOT, including Chips and dust UNCUT SLATE FINISHED SLATE PUMICE STONE TOTAL
Tonn. 398,258 1,708,934 51,956 44,720 101,027 2,304,895 372,370 2,677,265 5,473 7,357 13,337 2,703,432
Source: Central Statistics Office; data processed by IMM.
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Eur 74,319,267 373,025,672 29,035,229 21,470,866 13,877,009 511,728,043 18,281,398 530,009,441 952,120 2,803,032 1,476,276 535,240,869
2003 Tonn. 430,549 1,589,255 50,280 75,804 114,817 2,260,705 400,269 2,660,974 4,898 9,588 12,242 2,687,702
Eur 73,612,395 311,810,812 25,160,565 27,953,932 15,185,058 453,722,762 18,722,198 472,444,960 702,631 3,477,769 1,428,240 478,053,600
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. 8.11 -0.95 -7.00 -16.41 -3.23 -13.35 69.51 30.20 13.65 9.43 -1.92 -11.34 7.49 2.41 -0.61 -10.86 -10.51 -26.20 30.33 24.07 -8.21 -3.25 -0.58 -10.68
It is not surprising that the finished materials, including granite and other stones, are growing in a way that is starting to be noticed, even if we are still at a low level, which is far from what we can see in the exports, particularly on the average values. But the news comes from the review of the partner countries, from the list of block and slab suppliers, in particular, for both sandstone and limestone products. The former, those that weigh and account for more on the general picture, still see India as the leader, with its successful coloured materials of which we import over half a million tons, more than in 2002. Brazil, the second greatest supplier, remains at less than 250 thousand tons, followed by South-Africa, along with which it decreases from last year. And virtually all the others are decreasing, with just a few exceptions, i.e. countries that have just recently started to export materials to Italy: Saudi Arabia, the United States, Ukraine, with two countries making a comeback, at last, Mozambique and Angola. The Scandinavian countries are also giving way a bit, while Switzerland is steady and Spain and China are decreasing. Quite a different matter for marble and travertine, which cannot be separated in the customs transit figures: the first supplier is now Egypt which is really and rapidly growing, followed by Croatia, Turkey, Iran and Tunisia. All these countries have gone through a recent development boost in this sector, which proves that things are quickly and dramatically changing, and new stakeholders and new players are starting to play leading roles, sometimes by passing through and into our productive and industry system. Countries that are on the decrease are instead Spain, which remains however important, and Morocco. In such a rapidly-changing scenario, the Italian stone industry could still rely on a domestic market that, even if it does not give stone all the attention it deserves, still keeps its consumption levels high, consistently with some parts of the property and building markets, that saw a good growth during the year, even if slower than in 2002. Throughout 2003, the building industry remained the main propeller of economy, benefited from the tax relief and the amnesty for infringement of building regulations, took advantage of the growth in public works, the liveliness of the property market, and the new methods and tools for managing the transformation of the territory and the cities. But the prospects for the next few months, and they will not help affecting the stone industry as well, are a bit wearier and more uncertain: residential building, particularly building conservation works, is expected to drop slightly, due if not else to the worse general economic conditions, which are deeply felt by the families, that right now seem to be burdened by more widespread and bigger mortgages than in the past. And the resulting picture is that of more cautious expenditures and investments, a general increase in uncertainty and contradictions, that have to do with many different factors. No doubt, the “external” climate played its part in the last year, also favourably, by making people choose homes as the assets in which to invest, not only financially but also psychologically: a “shelter” good in all respects, in which one can wrap oneself up and find peace and shelter from the external threats and from uncertainty. These reasons are however the same as those of other sectors and are directly linked with some development, economic and social growth factors, which are based on completely different grounds from the internal contents of the economic bases of this industry, ranging from employment to immigration, from the profitability of other forms of speculative investments to the birth rate and to the population increase in areas and families.
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MARBLE AND STONE PROCESSING MACHINERY This year, we have changed the way we select and class the exports and imports data on the Italian stone processing machinery market in a way that, whilst remarkably decreasing the total turnover figures, guarantees 驶cleaner始 data and a slightly more detailed picture. We decided to remove two entries, although they weighed a bit on the final balance, because we thought they did not guarantee very specific data, although some technology manufacturers and exporters certainly use them. These entries concerned machinery used in common with other sectors, in a much more elastic manner than others, which we prefer from this year to focus our attention on, since they concern stone processing in a much more specific way. So, we will only review the cutting, polishing and finishing machinery and the tool machines, that we have separated from the previous entry because by now they are a strong business segment of their own that deserve special attention. The growth in technological innovation, the introduction of numeric control machines in the processing cycle, the quick evolution towards the use of versatile and sophisticated machines must be reflected also in the varied review of the technical and statistical data, at least as long as the often too approximate and poorly detailed classifications of the HS code customs entries so allow. As in this case, for these two years in which one can instantly see that the most recent machines, those with the most advanced, sophisticated automation, play a primary role, making up over 55% of the limited total of the Italian machinery exports. The first data that immediately come to the fore concern, however, the general trend of 2003 compared to 2002, which neatly contrasts with what we have just seen for stone. There, a heavy, difficult year for Italy with the rest of the markets and a domestic market, a firm birth to cling on to. Here, instead, it is quite the opposite: a domestic market which is not too exciting for the business world, according to the IMM survey, and a rapidly accelerating external market. And this is a progress that reflects very well the international stone trends, since it belongs to a chain in which the Italian technology manufacturers are the absolute leaders and the wide majority. Juts look at the division of the Italian exports by areas for 2003, and see where the fastest progress has been made, to have an idea of the dynamics that have been described for the international dimensional stone market.
Table 4. Italian exports of marble-processing machinery, year 2003/2002, values by areas
EUROPEAN UNION NON EU-EUROPE AFRICA NORTH AMERICA CENTRAL AND SOUTH AMERICA MIDDLE EAST FAR EAST TOTAL
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% division 23.89% 13.15% 7.33% 14.55% 6.70% 17.50% 16.88% 100.00%
Diff. % 2003/2002 1.07 -1.70 -4.34 9.97 28.55 36.82 16.97 12.28
Latin America does not buy more stone than the United States, but is increasingly gearing up to buy more and more, and above all to process more of it, so that it can then sell its materials, once processed, on its neighbouring markets and in North America. The Middle East, instead, behaves differently: they import technology to process stone above all for their domestic market, and both areas have the highest growth rate compared to the previous year, alongside the Far East that, however, came from a more substantial background. Also, the qualification of imports from other countries adds details to the picture. While the machine tools are those that weigh most on Table 4 of the Statistics Annex, the list of the counties that have imported most provides interesting details, which fully corroborate what we have been saying so far. The first importer country was Iran, surprisingly followed by the United States, and then by India and Spain. China is just fifth, since it buys little, even of other technologies, after making huge investments in the past. The United States are very busy, also importing processing and finishing machinery, and are the greatest importers of cutting machinery, overall the busiest ones in 2003, along with Iran. Spain also reasserts its intention to keep growing and equipping itself to maintain its market share and its national and international business share, which is a sign of a definite strategic choice in a competitive industry policy. It is not the only choice that the Iberian country is making, but it certainly is the one that is most directly quantifiable. In the Italian stone technology scenario of 2003, it is also worth mentioning the role of Russia: it is in the list of the first eight, nine countries in all of the three technological specifications, with a clear line of development, from primary cutting to finishing and automated machinery. If these tables describe how the world is getting ready to work, and therefore ultimately to buy stone materials, it seems clear that the prospects of a further growth of the stone industry are fast and favourable.
CONCLUSIONS The stone sector is easily accessible by an industrial system or simply by a country that wants to invest in it, in a definite, well-organised way, and for many years now this has been said and repeated, also as regards the development of industrialisation schemes implemented by international organisations. It doesn始t matter whether those plans have failed or succeeded, it始s the feasibility study behind them that matters, since it was a sign of the ongoing phenomenon. Advanced technology that is applicable, maybe not to perfect standards but comparatively easily and at affordable prices, natural resources available in very many different places, local markets operable in a traditional, expedient manner, farther markets made accessible by well-organised and efficient international promotion circles that can be profitably made use of: all factors that have led to the development of new players and newcomers every time they were pushed along by a real will to work. In just a few years, this has redefined the balance of the international stone market as well as many other markets, but in a way that year after year finds new features and that relentlessly evolves and redefines itself. This year, after a few years during which China and its fast and far-ranging growth rate had been standing out, was the year of Turkey, a country that is not a newcomer to the international marble
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and granite business, that has very well-known and sought-after materials, a strong and advanced productive structure, a wide share of the external markets, with a very good position in the decisionmaking and financial centres, but that, as we said, has been involved in this industry for quite a long time. This year, it has increased its exports, mainly marble and travertine, mostly finished products, to some important countries and increasingly-consuming regions, which proves it has a veritable domestic stone industry that is worth regarding as an example of an international success for the sector. And this success is all the more meaningful because it comes from a country that cannot be seen as a newcomer to the stone industry. It is a country that is behaving in a way that looks like an excellent example of a best-practice for everyone, in many respects. It looks organised, consistent and straightforward; it can rely on a geographical location next to an area which is expanding its stone consumption; it is there at the times and with the players that really count on the decisionmaking processes; it has managed to make use of the new tools that the Internet and the ICTs provide to the business world, it has well-established, traditional “know howâ€? and has always paid exemplary attention to such advanced issues as quality and investments in new technology, and in 2003 it bought from Italy over 9 million EurosĘź worth of machine tools. And so it has firm grounds for keeping benefiting from the other advantages it enjoys, from comparatively low-cost labour to comparatively low overall production costs, to the availability of good materials, to some important market shares and all that completes its productive scenario. It strongly specialises in marble, almost counteracting that other strong specialisation, that of China in granite, by now taken for granted. Everything has been said about China, more or less. It is beginning to develop its marble market as well, but on a different scale, at least for the time being. Its local and neighbouring markets have been its most important ones for the moment, with Japan and South Korea taking up large amounts of finished granite and block exports on the increase, thereby shifting the balance onto finished products. And actually we saw China buying machinery as well, for all of its specialised operations, and only India seems to be able to bear comparison with it, in terms of scale and also in its willingness to grow. What picture comes up, then? Certainly, the picture of an industry which is generally strongly growing world-wide, which is paying more attention and giving more scope to new players and also to older players, provided they are able to strongly and determinedly renew their strategic positions: such as Turkey, in fact. And, nevertheless, the pictures that comes up is also that of an industry in which highlevel specialisation keeps counting, since complexity, as in all other businesses at the dawn of this millennium, tends to weigh more and more, and, strange as it may sound, while technology solves or helps solve many problems, it also creates other problems, which are often more complicated. In this respect, the stone industry is now going through a phase that other industries have already experienced and share and that somewhat unites different, sometimes distant, productive system: the coexistence of productive systems with different expansion and technological potentials as well as a growing competition on advanced market segments and new players that keep specialising in different operations world-wide and redefining their own shares. Contradictions that are inherent in development, then, and that might affect the future events as strongly as any unpredictable or distressing external political event might.
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There is a strong debate going on, not only in theory but also in the political and technical community, about what manufacture means today in an advanced industrial country, especially when it goes hand in hand with a technology that is applied just to specific operations and that is not too sophisticated: what are the advantages that really help remain competitive when other countries shift their competition onto different levels, levels that are not just production quality or overall supply? Is there any common advantage for all industries, or does each one have to look for its own, independently or all by itself, without its being part of a shared country system helping or suggesting any sort of solution at all? And to what extent can one live, instead, with a specific specialisation of its own that may allow different players with different levels of development live together in a steady, although competitive, way? Certainly, the stone industry is concerned by this debate because of the problem of the coexistence of the traditional models of producers that have so far stood out in the general picture with the new models that have come to the fore after the entrance of the new producers that have already conquered such important and advanced markets as Japan and are strengthening their market shares, in a slower but no less steady manner, in such markets as Germany and the United States. The stone industry is going through stormy times, just like a large part of the international manufacturing industry which is particularly exposed, due to the growing development of the south east of Asia, to an ongoing swapping of roles and importance and specialised operations world-wide. Change has become a structural factor of our society and we are just at the start of an impact that the information and communication technology is having on the remaining economic and human activities. All our society is changing, because, especially in some strategic sectors, innovation is so fast that it forces one to change all the time, and renewing oneself is no longer a choice but a need if one wants to survive, even if often it is not quite clear what innovation means and on what of its aspects it is more profitable to focus one始s resources. The decision-making process is getting faster, added value is concentrated in general know-how, which matters more and more, and the transparency of the supply models changes the rules of competition, forcing one to pay more and more attention to one始s chain, to its reconfiguration and its lengthening. The ability to handle these processes becomes evermore difficult and important, because only by doing it and by handling changes can one survive as a productive system as well as a business. And under these circumstances, being a critical mass to fit in with each other in a common approach to problems, can be the way to go: such mutually-competitive companies as Philips, Motorola and STMicroelectronics are jointly supporting an advanced research centre in France, to cover the costs that would otherwise be unaffordable for one of them alone and to benefit them all, so that they can remain competitive. Of course, the size of these three companies has no match in the stone industry, but the procedure could take inspiration from them. The building industry is dramatically and quickly changing, a bit everywhere, because the processes of change are standardising at the top level a bit everywhere, whenever the business is rewarding. General productivity is on the increase, the search for alliances and common approaches between different operations is changing and redefining itself on new grounds from time to time; the building sites are shedding their skins, and are increasingly turning into assembly sites rather than building sites; jobs come to the fore that in the past used to belong to different industries, and customer/supplier relations swap places and get more and more complicated all the time. But this change leaves wide scope for
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those distinctive skills that are so typical of the stone industry and of its past and present leaderships. And there始s scope for the promotion of such a natural resource as dimensional stone, that is affected by internal competition between producers as well as by external competition between materials that want to exploit the appeal of marble and granite without having their best features. These processes are awfully difficult, even to be guessed as they take place, not to mention how difficult they are to handle, and for umpteenth time the business outlook is at odds with the collective outlook of an industry that is part of an even larger industry, i.e. the building industry, even if it is not restricted to that. Unfortunately, though, often producers and trade categories are challenged by external factors, and, if one wants to stay within the production world, one has to take up such challenges in full awareness and with confidence in one始s resources: this is the challenge of the new millennium that, just like the new millennium, has started for good.
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STONE SECTOR 2003 Industrie Italienne et Conjoncture Internationale Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.
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CADRE GÉNÉRALE Par quels événements on se souviendra dans le future proche de lʼannée qui vient de se passer? Probablement, le choix dépendra de qui lʼon parle, mais surtout dʼoù il vient. Certainement, des événements défavorables comme le début de la guerre en Iraq, ou bien la SARS ont influi de manière négative dans différentes situations et zones dʼintérêt, mais pour certains Pays le 2003 sera rappelé comme une année positive de croissance de la richesse et dʼultérieure expansion dʼactivité et de perspective de développement. Le 2003 a été une année avec des aspects contradictoires, il y a eu du bon et du mauvais, des succès et des défaites comme très peu dʼannées récentes peuvent enregistrer. A la première partie de lʼannée pour grand partie du monde occidentale et non, soufferte sur le plan économique, humaine et politique, a suivi une deuxième partie qui a laissée entrevoir des lueurs dʼaméliorement du climat générale, surtout pour ce qui concerne le champ économique dans le dernier trimestre. Lʼéchange de biens a progressivement grandi à niveau mondiale, même si les différences parmi les différentes zones du globe se sont en certain cas accentués. Aux Etats Unis la production a au total augmenté et en 2003 le PIL (Produit Interne Lourd) a été 3,1%, contre le 2,6% prévu un ans auparavant, avec une inflation qui a demeuré sur des niveaux contenu. Mais les problèmes ne manquent pas: le marché du travail pour les Etats Unis signale de nouveaux phénomènes, montrant des choix de stratégie surtout pour ce qui concerne certains travaux en high tech et ITC qui auront des rechutes à moyen terme. Le système productif et financière nord-américain sʼélargi bien au delà des frontières nationales, constituant ainsi un système de référence internationale qui offre des perspective de rente en conditions de relative sécurité. Au Japon le climat a décidément bénéficié de la marche du marché est asiatique et de la Chine, qui a continue à sʼévoluer économiquement à rythme soutenu, tant que cette nation a récemment provoqué des épisodes de peur dans les bourses asiatiques. Le système bancaire chinois a contribué à la chose, mais les autorités du Gouvernement ont déjà prévu une politique dʼintervention qui se réalisera avant le 2006. Les plus importants Pays dʼAmérique Latine, Brésil, Argentine, Chile, ont vu améliorer leurs positions soit dans le cadre internationale que dans le climat interne de confiance, au point que le Fond Monetaire Internationale a accrédité à cette zone une croissance du1,5% du PIL. Dʼautre coté la zone de lʼeuro a répondu avec une reprise tre lente, qui concerne la croissance de demande à lʼextérieur, avec des Pays importants qui nʼarrivent pas a respecter le traité de Maastricht, été en tout cas alourdie de la valeur dʼéchange de lʼeuro supérieur à son rapport reel avec la monnaie américaine. La très récente entré de dix nouveaux Pays dans lʼUnion porte la zone a avoir un poids plus importante t représentatif dans le cadre internationale et elle devient aussi un pole dʼattraction important pour les commerces internationales. La côte méditeranéenne de lʼAfrique continue son expansion, même si le continent reste aux marges du progrès de lʼéconomie mondiale. Autre considération mérite le dollar, qui influe certainement sur le climat général des économies et des échanges. Pour ce qui concerne le dernière trimestre de lʼannée, le dolar selon les calcules de la Réserve Fédérale, sʼest affaiblie au point tel dʼarriver entre février 2002 et février 2004, à une dépréciation par rapport à lʼeuro du 31%. A cela il faudrait ajouter la croissance des exportations,, en particulière vers lʼAsie,
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et une forte augmentation de la compétitivité totale, calculée sur une moyenne annuelle de + 4,4%. Un cadre dʼexpansion totale des économies internationales, donc, qui montre un contexte inégales entre les Pays et qui rend difficile de faire prévisions sur les scénarios locales, mais qui au même temps offre des raisons dʼoptimisme et de défie à saisir.
SECTEUR LAPIDAIRE INTERNATIONAL Le secteur lapidaire aussi a subit les conséquences du climat général expansif à taches géographiques, qui a intéressé lʼensemble des activités économiques en 2003. Lʼ échange de matériau, surtout travaillé, a dans lʼensemble augmenté, la production de mines aussi, et les pays émergents, ceux que lʼon appelle habituellement new entries, ont vu dans beaucoup de cas croître leur marché et non seulement au niveau local. Les différences qui existent entre les économies des différentes aires, confrontées dans le cadre général, se sont faites aussi sentir dans le secteur des pierres ornementales, non pas de manière directe et pas non plus selon un réflexe mécanique égale. Lʼimportance du secteur immobilier, et en général de la construction civile, nʼest pas en effet liée simplement à lʼévolution de lʼéconomie et même si elle en ressent directement, elle connaît un parcours de bien autonome dʼinvestissement, qui parfois en souligne lʼimportance pendant les périodes dʼincertitudes et de difficulté de lʼemploi correct des épargnes. Et ainsi, aussi bien dans les pays à forte expansion de construction, comme la Chine et comme plusieurs pays du Moyen Orient, que dans les pays où est présente une forte composante spéculative comme aux Etats-Unis, les investissements immobiliers ont continué à augmenter, en en faisant aussi bénéficier indirectement le secteur de la finition et des pierres ornementales, qui exaltent la valorisation des édifices. Cela fait quelques années que nous enregistrons le même phénomène, particulièrement fort et en ascension depuis la crise des investissements financiers dans lʼhigh tech, ou mieux à partir de la réorganisation de lʼindice Nasdaq. Et ainsi, aux Etats-Unis, tandis que la richesse financière des familles reprenait son expansion après une période prolongée de diminution, la richesse immobilière montait de dix points en pourcentage sur la rente disponible, et les prix des habitations continuaient à augmenter, même si à un rythme légèrement plus lent quʼen 2002, avec la consistance des prêts hypothécaires. Les importations américaines des matériaux lapidaires ont ainsi augmenté de 17,56% par rapport à lʼannée précédente, avec une croissance progressive du rôle aussi bien du Brésil que de lʼInde pour les granites, et de la Turquie pour les marbres ce qui est stupéfiant. Il suffit de penser quʼen 2000 la Turquie nʼarrivait pas à exporter ne serait-ce que 90 mille tonnes de marbres travaillés, et quʼen 2003 elle a dépassée 341 mille. Fait analogue pour le Brésil avec les granites: en 2000 il dépassait à peine les 157 mille tonnes, et à présent il en exporte plus de 375 mille, tandis que lʼInde est passé de 114 mille à 282mille. LʼItalie est encore le premier fournisseur de marbres travaillés et le second pour les granites. De plus, au moins une partie de lʼexportation brésilienne est produite en association avec des industries italiennes, mais désormais le dépassement est survenu, et il sera de plus en plus difficile de récupérer les positions précédentes. En Chine, le cadre a été et est toujours différent: une économie qui continue à croître au rythme de + 9,1% en 2003 et de + 9,7% au cours du premier semestre de 2004, nʼa besoin de rien dʼautre pour motiver une
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augmentation de la consommation de biens immobiliers et de construction en général, et pour marquer un autre record dans la longue liste dʼun pays qui est pour le moment la quatrième puissance économique de la planète. Elle a continué à étendre son poids, aussi bien comme pays producteur que transformateur, importateur, exportateur, et aussi encore comme pays consommateur. Désormais, le cycle est amplement complet, et même sʼ il y a des bandes de produits technologiques (au moins pour les standard du secteur) sur lesquelles il ne sont pas encore compétitifs au niveau international, parce quʼil manque de ce complètement dʼinformation et de formation, qui doit appuyer la simple capacité productive à des coûts concurrentiels, qui jusquʼà présent a caractérisé la présence chinoise dans le secteur, et même si il y a des aires de marché dans lesquelles il ne sont pas encore véritablement présent, il est normal de penser que ce nʼest quʼune question de temps, et quʼensuite leur capacité dʼabsorption des compétences et des technologies sera suffisante pour remplir lʼespace qui les divise du top qualitatif des producteurs internationaux. Le temps devient ainsi, encore une fois, un facteur stratégique de grande importance, dans une course à lʼapprentissage et au complètement de lʼéventail des facteurs compétitifs dʼune part, et à la réappropriation et consolidation dʼimportance dʼautre part, de cette compétence distinctive qui ont jusquʼici maintenu le top du marché à disposition dʼune très étroite groupe de producteurs internationaux. Ceci étant, pour lʼinstant la Chine a accroît ses productions déjà remarquable, et surtout ses exportations de matériaux travaillés, pratiquement dans tous les pays, consolidant ainsi son rôle international de pays qui importe la matière première, la transforme, en partie la consomme et en partie lʼexporte, et pas seulement dans ses régions de proximité, dans ce sud est asiatique qui en représente son débouché naturel, mais aussi dans les pays plus exigeants comme ceux de lʼEurope, et jusquʼen Italie et en Espagne. Il est désormais incontestablement le plus grand pays exportateur de granites travaillés, et ses ports sont les plus grands du monde pour le trafic des pierres naturelles. Son exportation globale a dépassé le milliard de dollars en 2003, et a augmenté de quasi 20% en valeur sur une base annuelle. Même les importations ont augmenté et ce de la même manière sinon plus, pour souligner encore, si besoin il y a, le rôle que ce pays joue désormais depuis longtemps dans ce secteur.
ITALIE LʼItalie en particulier, en raison de son rôle et de sa très large présence dans toutes les ramifications et les articulations du secteur de la pierre, a souffert de lʼattaque compétitive quʼ a subie le leadership historique de lʼindustrie internationale du marbre et du granit en 2003. Les chiffres sont explicites, parfois même excessifs, modifiant ainsi la valeur réelle de la situation, comme si le processus en cours était seulement structurel et non plus, essentiellement, conjoncturel. Lʼeuro a joué un rôle négatif, dans un cadre déjà sensible à une série de facteurs contraires – un début dʼannée à lʼatmosphère internationale chargée, la Sars au printemps – et a fini par pénaliser ultérieurement un secteur productif qui supportait déjà, par rapport à de nombreux concurrents, des coûts plus élevés concernant les facteurs les plus importants, de la main-dʼœuvre à lʼénergie, en passant par lʼenvironnement, la sûreté et tous les autres éléments que les entreprises italiennes et européennes doivent chaque jour comptabiliser. Ces coûts sont le résultat dʼune histoire économique, industrielle, sociale profondément différente de celle des autres aires du monde, et ce sont ces différences qui agissent parfois en faveur et parfois en défaveur dʼun système productif complexe.
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LʼItalie dans le cadre productif et commercial international, possède un profil spécifique, fait dʼun système industriel qui privilégie la petite dimension, les zones industrielles, les spécialisations dans les secteurs économiques à contenu technologique relativement bas, souvent facilement « copiable » au moins en partie. Elle sʼexpose ainsi plus que dʼautres pays à la concurrence des nouveaux produits émergeants. Cependant, il faut dire que, pendant ces deux ou trois dernières années, les pays au profil plus spécialisé et technologique et moins artisanal ou régional, comme lʼAllemagne et la France, ont également souffert parce que certaines caractéristiques, du paysage économique actuel sont si atypiques quʼelles constituent vraiment une nouveauté absolue. Il ne sʼagit pas seulement dʼévolution de certains contextes productifs et de facilité de communication en temps réel. Cʼest lʼimportance de certaines modifications en cours, qui est en train de modeler le futur proche, mais également lʼavenir plus éloigné, selon un scénario qui était prévu seulement dans ses lignes les plus générales et théoriques Ainsi les exportations italiennes, en commençant avec la donnée la plus évidente dans le cadre international de lʼindustrie de la pierre, ont montré les difficultés quʼéprouve un secteur hautement spécialisé et qualifié, étendu et avec des ramifications dans tout le secteur, à se maintenir à la hauteur dʼautres systèmes productifs, qui pendant les dernières années ont apporté leur effort sur certains objectifs spécifiques, et ce avec des résultats positifs. Nous parlons de deux réalités compétitives en particulier: la Turquie pour les marbre et les travertins, et la Chine pour les granits (mais aussi le Brésil ou lʼInde, quoique dans une moindre mesure) qui ont fortement conditionné le panorama international de 2003 et qui conditionneront encore plus le futur, menant vraisemblablement à une révolution progressive des rapports à lʼintérieur du secteur. Pour ce qui est de la Turquie, lʼobjectif plus prestigieux de 2003 a sûrement été lʼAmérique du Nord où les exportations italiennes de marbres travaillés ont encore un vaste espace de pénétration, mais enregistraient un dépassement quantitatif déjà à partir de lʼannée dernière: en 2003 non seulement le dépassement a été confirmé, mais sʼest amplifié, la Turquie étant désormais le premier fournisseur de marbres travaillés pour le secteur de lʼ Amérique du Nord. Et les Etats Unis réclament même des quantités supérieures à ce que fait la Turquie, qui recourt amplement à des défraiements douaniers. Il sʼagit de données en volume et non en valeur, mais cela ne les rend pas moins dangereuses pour notre pays. En revanche le fait que les valeurs donnent amplement encore lʼItalie comme premier fournisseur de marbres travaillés, et que la même chose se passe pour les granits travaillés du Brésil, indique simplement le niveau de qualification que lʼon reconnaît à lʼindustrie nationale dans les marchés avancés ou, si lʼon préfère, en précise la compétitivité par rapport à tous les autres concurrents. La différence de valeur moyenne en dollars par unité de produit importé est encore plus importante, nous sommes presque au double par rapport à la Turquie, et à presque la moitié en plus par rapport au Brésil: lʼindustrie de la pierre italienne est stratégiquement en tête par rapport à ses concurrents. Mais cela signifie aussi que le marché de la pierre, et non seulement dans les Etats-Unis, est en train dʼouvrir des espaces de consommation forte et en rapide croissance, espaces dont lʼItalie est passablement écartée. Cela déplace par conséquent le terrain de compétition dʼentreprise et de système sur des facteurs complexes et à risques, à fort contenu dʼimage et de technologie, de qualité et de service. Mais lisons les chiffres. LʼItalie a exporté moins que lʼannée dernière, selon un processus saisonnier qui a fortement reflété les incertitudes générales des exportations italiennes: un début en sourdine, un deuxième et troisième trimestres meilleurs, et puis une fin dʼannée mi-figue, mi-raisin. Le résultat final a été rapporté dans le tableau suivant
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Tab. 1. Exportation italienne janvier décembre 2003 2002 MARBRE BLOCS ET DALES GRANIT BLOCS ET DALES MARBRE TRAVAILLE GRANIT TRAVAILLE AUTRES PIERRES TRAVAILLES SubTOT Blocs, dales et travaillé GRANULE ET POUDRE SubTOT avec granule et poudre ARDOISE BRUTE ARDOISE TRAVAILLE PIERRE PONCE TOTALE
Tonn. 761,426 165,926 1,333,752 902,644 230,105 3,393,853 1,251,943 4,645,796 3,921 33,230 100,088 4,783,035
Eur 170,752,098 47,548,867 883,050,165 736,370,256 44,590,445 1,882,311,831 44,977,159 1,927,288,990 2,323,731 23,527,763 5,364,853 1,958,505,337
2003 Tonn. 688,782 175,795 1,061,256 915,120 208,074 3,049,027 977,562 4,026,589 2,926 23,860 302,137 4,355,512
Eur 140,932,190 49,822,153 707,127,725 728,601,754 39,883,887 1,666,367,709 40,891,909 1,707,259,618 1,783,863 15,588,982 6,781,768 1,731,414,231
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. -9.54 -17.46 5.95 4.78 -20.43 -19.92 1.38 -1.06 -9.57 -10.56 -10.16 -11.47 -21.92 -9.08 -13.33 -11.42 -25.38 -23.23 -28.20 -33.74 201.87 26.41 -8.94 -11.60
Source: Institut Nationale de Statistique; élaboration: IMM
La prédominance des signaux négatifs, surtout en ce qui concerne les éléments plus significatifs comme les volumes ou les valeurs, dit clairement combien lʼannée 2003 a été difficile. Et dʼaprès lʼenquête IMM sur un échantillon dʼentreprises italiennes, une donnée a clairement émergé: si lʼannée dernière lʼélément qui dominait était lʼincertitude sur les perspectives, en 2003 cela a été le ralentissement couplé aux difficultés à opérer dans un contexte international de plus en plus sélectif et complexe, où les « nouveaux défis » dʼil y a quelques années sont devenus beaucoup plus forts et géographiquement liés. Quels ont été les éléments de tenue des exportations italiennes dans le secteur? Certainement, en première instance lʼAmérique du Nord et en particulier les Etats-Unis, où, malgré tout, notre produit est resté présent et bien coté, aussi bien pour les marbres et travertins que pour les granits, et a trouvé une valorisation qui, même avec lʼeuro fort, a permis à lʼItalie de demeurer le premier fournisseur, et qualifié, du marché de produits finis. Ce sont les marbres, plus que les granits, en dalles ou travaillés, qui, avec les ardoises, ont le plus souffert. Malgré tout cela le marché nord-américain est resté un point fixe dans le panorama international, et il a continué à peser pour plus de 30% sur le total des valeurs de nos exportations. LʼUnion Européenne aussi, notre premier espace de débouchés, a réduit les importations italiennes, mais pour des raisons différentes. Si, en effet, lʼéconomie américaine a donné dʼamples signaux de reprise, nonobstant les difficultés de perspectives internationales, en continuant à investir en constructions, le cadre est différent et plus varié dans les Pays européens. La crise économique qui, lentement, sʼachemine vers sa conclusion dans les Pays dʼEurope occidentale également, a mené dʼun côté à lʼidentification du secteur immobilier comme secteur refuge, mais aussi à une diminution de la disponibilité économique dʼune grande partie de la population. En Allemagne surtout, même si la propension à lʼépargne des familles a augmenté, symptôme dʼincertitude sur les futures perspectives, les investissements dans la construction ont subi une baisse, et ce que lʼItalie a perdu a été gagné par la Chine. Il sʼagit dʼautres types de matériaux et de produits, mais la tendance est constante depuis quelques années à présent, et nous lʼavons déjà remarqué ailleurs:
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en 5 ans les exportations italiennes de granits travaillé ont perdu plus de 44%, et les chinoises ont triplé, conquérant à juste titre la première place dans le classement des fournisseurs allemands. Mais la nouveauté de lʼEurope situe à lʼEst, dans les dix nouveaux Pays qui le 1er mai 2004 sont entrés dans lʼUnion Européenne. Ils représentent globalement un bel ensemble de pays, avec des perspectives vivantes et sont capables dʼapporter quelque chose de différent dans une Europe qui a besoin de nouveautés, autant productives que de marché.
Tab. 2A. Export italien vers les nouveaux Pays UE, janviers décembre 2003 2002 MALTE CHYPRE SLOVENIE ESTONIE LETTONIE LITUAINE POLONIE REP. TCHEQUE SLOVAQUIE HONGRIE TOTALE
Tonn. 14,349 9,451 41,207 825 830 2,580 31,633 12,961 7,753 29,962 137,202
2003 Eur 4,250,042 5,428,758 11,392,970 732,807 582,755 1,034,218 16,695,230 6,841,156 3,889,371 9,992,326 56,589,591
Tonn. 11,093 9,870 38,667 1,055 1,245 1,491 30,142 15,594 7,494 28,090 133,647
Eur 4,191,747 6,418,592 10,348,979 889,225 901,678 886,256 15,015,835 7,954,254 3,557,095 9,136,184 55,108,098
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. -22.69 -1.37 4.44 18.23 -6.16 -9.16 27.82 21.35 50.00 54.73 -42.19 -14.31 -4.72 -10.06 20.31 16.27 -3.35 -8.54 -6.25 -8.57 -2.59 -2.62
Eur 26,212 152,182 2,665,539 – 2,205 43,280 107,366 49,097 32,136 3,051,805
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. 23.56 103.07 49.98 55.51 8.36 -0.90 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 -36.89 29.06 -66.56 -31.69 199.01 565.54 175.39 -28.00 7.81 0.71
Source: Institut Nationale de Statistique; élaboration: IMM
Tab. 2B. Import italien de nouveaux Pays UE, janviers décembre 2003 2002 MALTE CHYPRE SLOVENIE ESTONIE LETTONIE LITUAINE POLONIE REP. TCHEQUE SLOVAQUIE HONGRIE TOTALE
Tonn. 53 286 10,520 – – – 66 341 10 36 11,260
2003 Eur 12,908 97,862 2,689,675 – – – 33,536 157,168 7,377 44,636 3,030,254
Tonn. 66 430 11,400 – 23 – 41 114 31 100 12,139
Source: Institut Nationale de Statistique; élaboration: IMM
Les chiffres ne sont pas élevés, mais démontrent des situations très intéressantes pour les entreprises italiennes. Certains de ces pays, comme la Slovénie, ont des ressources en matière première appréciées et déjà prêtes pour une exploitation non seulement intérieure mais élargie à la communauté européenne de lʼindustrie de la pierre. Dans dʼautres cas, comme pour la Pologne, il sʼagit de pays qui consomment
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déjà des matériaux et des produits italiens, en plus de ceux provenant de lʼUnion Européenne, ou bien qui ouvrent des perspectives de marché en fonction de leur attente de croissance. Globalement toute la zone de lʼEurope non communautaire – avec la Suisse qui reste un point de référence de prestige pour lʼindustrie nationale de la pierre – a constitué un espace, petit mais stable, pour les exportations de lʼItalie. Le discours est plus sombre quand on parle du Moyen et de lʼExtrême Orient, aussi bien en termes de perspectives que de récente actualité. La chose sʼaggrave avec la conscience que la totalité du Sud-Est asiatique et la plus grande partie des pays arabes sont dans la phase dʼinvestissement de constructions, parfois avec des opérations limitées mais intenses et de grand prestige. La présence dʼinvestisseurs italiens, autrefois leaders incontestés sur ces marchés, devient plus difficile, même si elle continue dʼêtre toujours très appréciée, surtout pour ce qui est de lʼexportation de produits transformés. LʼArabie Saoudite et les Emirats Arabes ont dominé la scène, mais la première est dʼannée en année en baisse, tandis que le seconds ont été en forte croissance en ce qui concerne la réalisation dʼinterventions de haut prestige, dans lesquels les entreprises italiennes se distinguent. En revanche la situation avec le Japon et les Pays du Sud-Est asiatique ne se débloque pas et ces régions continuent de sʼéloigner du marché occidental. La reprise économique du Japon ne se traduit pas par un retour des produits italiens en pierre, étant donné la proximité de la Chine, qui est presque le seul fournisseur de granit travaillé. Il en va de même pour la Corée du sud. Les importations italiennes en 2003 ont reflété les incertitudes de lʼindustrie de la pierre nationale: la reconstruction des stocks et lʼassortiment global des matériaux ont souffert un peu, mais les chiffres sont encore à un niveau tel que le rôle de carrefour international de matériaux de tout le secteur de la production en pierre nʼest pas compromis. LʼItalie, grâce à ces chiffres, montre toute la complexité de son industrie de la pierre, qui ne se limite pas à une typologie ou à un type de matériaux, mais qui les implique tous, du granit aux travertins, des marbres aux ardoises et aux porphyres. Et si les granits diminuent un peu, les marbres et les travertins se maintiennent bien, profitant de lʼavantage que, du moins dans les achats de matières premières, leur a procuré lʼeuro.
Tab. 3. Import italien janviers décembre 2003 2002 MARBRE BLOCS ET DALES GRANIT BLOCS ET DALES MARBRE TRAVAILLE GRANIT TRAVAILLE AUTRES PIERRES TRAVAILLES SubTOT Blocs, dales et travaillé GRANULE ET POUDRE SubTOT avec granule et poudre ARDOISE BRUTE ARDOISE TRAVAILLE PIERRE PONCE TOTALE
Tonn. 398,258 1,708,934 51,956 44,720 101,027 2,304,895 372,370 2,677,265 5,473 7,357 13,337 2,703,432
Eur 74,319,267 373,025,672 29,035,229 21,470,866 13,877,009 511,728,043 18,281,398 530,009,441 952,120 2,803,032 1,476,276 535,240,869
2003 Tonn. 430,549 1,589,255 50,280 75,804 114,817 2,260,705 400,269 2,660,974 4,898 9,588 12,242 2,687,702
Eur 73,612,395 311,810,812 25,160,565 27,953,932 15,185,058 453,722,762 18,722,198 472,444,960 702,631 3,477,769 1,428,240 478,053,600
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. 8.11 -0.95 -7.00 -16.41 -3.23 -13.35 69.51 30.20 13.65 9.43 -1.92 -11.34 7.49 2.41 -0.61 -10.86 -10.51 -26.20 30.33 24.07 -8.21 -3.25 -0.58 -10.68
Source: Institut Nationale de Statistique; élaboration: IMM
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Il nʼest pas étonnant pas que les matériaux travaillés, granits et autres pierres, connaissent une croissance qui commence à être appréciée, même si nous sommes encore à des niveaux modestes et bien éloignés, surtout en valeur moyenne, de ce que nous voyons dans les exportations. Les nouveautés, nous les lisons dans les Pays partenaires, surtout dans le classement des fournisseurs de blocks et surtout de dalles, aussi bien pour les silices que calcaires. Les premiers, ceux qui pèsent et comptent le plus dans le cadre global, voient toujours lʼInde comme leader, avec ses matériaux colorés, que nous importons pour plus dʼun demi-million de tonnes, en augmentation par rapport au 2002. Le Brésil, deuxième fournisseur, reste à moins de 250 tonnes, suivi par lʼAfrique du Sud, ces deux pays étant en diminution par rapport à lʼannée précédente. Tous les autres sont à la baisse, à de rares exceptions près, toutes situées parmi les pays qui sont devenus depuis peu exportateurs de matériaux vers lʼItalie: lʼArabie Saoudite, les Etats-Unis, lʼUkraine, auxquels il faut ajouter deux pays, le Mozambique et lʼAngola. Les pays scandinaves aussi cèdent un peu, tandis que la Suisse demeure stable et lʼEspagne et la Chine descendent. Quant aux marbres et aux travertins, que lʼon ne peut distinguer dans les chiffres du transit douanier, la situation est différente: lʼEgypte est devenu le premier fournisseur, en rapide ascension, suivie de la Croatie, la Turquie, lʼIran et la Tunisie. Ce sont tous des pays qui ont connu une récente accélération de développement dans le secteur, démontrant ainsi que les choses sont en train de changer de manière rapide et profonde, et que de nouveaux sujets et de nouveaux acteurs se taillent des rôles de premier plan même à travers et à lʼintérieur de notre système de production et de filière. En baisse en revanche lʼEspagne, qui demeure toutefois importante, et le Maroc. Dans un cadre ainsi changeant, lʼindustrie italienne de la pierre a encore pu compter sur un marché interne qui, même sʼil ne consacre pas aux pierres toutes les attentions que celle-ci mériteraient, a continué à maintenir des niveaux de consommation élevés, en syntonie avec certaines zones du secteur immobilier et de la construction qui ont eu encore une année de croissance, moins toutefois quʼen 2002. Le secteur de la construction est resté au cours de toute lʼannée 2003 le principal soutien de lʼéconomie. Bénéficiant dʼallègements fiscaux et de remise, il a profité de la croissance des commandes publiques, de la vivacité du marché immobilier et des nouvelles manières et des nouveaux instruments destinés à gérer la transformation du territoire et des villes. Mais les perspectives des prochains mois, qui inévitablement toucheront le secteur de la pierre, sont un peu moins brillantes et plus incertaines: la construction résidentielle, surtout la construction liée à la manutention, est prévue en légère baisse, ne serait-ce quʼà cause de la détérioration des conditions économiques générales, particulièrement ressentie par les familles, dont le budget apparaît en ce moment grevé par des prêts hypothécaires plus répandus et importants que par le passé. Et le tableau qui en découle est celui dʼune plus grande prudence dans les dépenses et les investissements, dans le cadre dʼune augmentation générale de lʼincertitude et des contradictions liées à différents facteurs. Certes le climat “externe” a eu, au cours de cette derrière année, quelques retombées positives, en présentant la maison comme le bien dans lequel investir, non seulement financièrement mais aussi psychologiquement: un bien refuge dans tous les sens du terme, dans lequel on peut se retirer et trouver sérénité et abri contre les menaces extérieures et les incertitudes. En tout cas il sʼagit de motivations partagées par dʼautres secteurs et directement liées à des facteurs de développement et de croissance économique et sociale tels que lʼemploi, lʼimmigration, la rentabilité dʼautres formes dʼinvestissements prospectifs, la natalité et le développement démographique de lʼenvironnement et des familles.
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MACHINES POUR LE MARBRE ET LES PIERRES Cette année nous avons varié la méthode de sélection et de classement des donnés concernant lʼexport et lʼimport italien des machines pour la transformation des produits lapidaires,de manière à garantir une majeur netteté des donnés et un cadre légèrement plus détaillé même si les numéros de chiffre dʼaffaire diminue sensiblement. Nous avons décidé dʼéliminer deux voix, même si elles étaient importantes dans le bilan du secteur et même si elles sont sûrement utilisés par certains producteurs et exportateurs de technologie, mais quʼà notre avis ne garantissent pas la spécificité des donnés. On se limitera donc aux machines tranchantes, à cirage et finition, aux machines-outils que nous avons séparé de la voix précédente, parce quʼelles constituent désormais un segment du business fort et digne dʼune attention autonome. La croissance dʼinnovation technologique, lʼintroduction dans le cycle de machines à contrôle numérique, lʼévolution rapide vers lʼutilisation de machines universels et sophistiqué doivent se réfléchir dans la lecture varié des données technique et statistique, au moins jusquʼà ce que les classements, souvent grossières et peu détaillé du code HS le permettra. Comme dans ce cas, dans lequel nous voyons que pendant les deux dernières années les machines de génération plus récente, celles à automation plus poussé et sophistiqué, exécute un rôle dʼimportance absolue, en couvrant plus du 55% du totale restreint des exportations nationales du secteur. La première évaluation qui émerge immédiat concerne la marche générale du 2003 par rapport au 2002, en contraste net avec ce que nous venons dʼexaminer a propos des matériaux lapidaire. Où pour lʼItalie une année lourde, de difficultés avec le reste des marchés et avec un marché interne ancrage solide au quel rester proche. Ici, au contraire une situation retournée: un marché interne, selon lʼenquête annuelle de IMM, veçu avec tiédeur dʼaprès les entreprise et un marché externe en forte accélération. Il sʼagit dʼune avancement qui reflex très bien la marche du secteur lapidaire à niveau internationale, parce que il appartient à un circuit dans lequel les produits de technologie italienne sont leader absolus et fournisseurs amplement majoritaires. Il suffit de regarder à la subdivision par zones de lʼexport italien du 2003, et voir où se placent les avancements plus fort pour avoir un rappel aux dynamiques décrite à propos du secteur internationale des pierres ornementales.
Tab. 4. Export italien de machines pour le marbre, année 2003/2002, valeur pour zone
UNION EUROPEENNE AUTRE EUROPE AFRIQUE NORD AMERIQUE CENTRE ET SUD AMERIQUE MOYEN ORIENT EXTREME ORIENT TOTALE
Subdivision % 23.89% 13.15% 7.33% 14.55% 6.70% 17.50% 16.88% 100.00%
Diff. % 2003/2002 1.07 -1.70 -4.34 9.97 28.55 36.82 16.97 12.28
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LʼAmérique Latine ne consomme pas plus de lapidaire que les Etats Unis, mais elle est en train de sʼorganiser pour en consommer plus et à en transformer pour placet ses matériaux transformé à lʼintérieur de son marché et en Nord Amérique. Le Moyen Orient, au contraire, a des caractéristiques différentes: il importe technologie pour transformer surtout pour son marché interne. Ces deux zones ont connu la majeurs valeur de croissance par rapport à lʼannée précédente avec lʼExtrême Orient qui partait dʼune base déjà plus solide. La qualification des importations des autres pays aussi ajoute des connaissances au cadre. Si, en effet, les machines outils ont un poids majeurs dans le cadre de la Tab. 4 ci-joint, le classement des Pays qui ont le plus importé réserve des information intéressantes. Le premier Pays importateur, lʼIran, suivi avec surprise des Etats Unis, et puis de lʼInde et de lʼEspagne. Cinquième place la Chine, qui après avoir investi pendants les dernières années,achète peu des autres technologies aussi. Les Etats-Unis sont en forte activité avec les importations de machines de travaille et finition et ils sont les premiers importateurs de machines de coupe, le marché le plus actif du 2003 avec lʼIran. LʼEspagne aussi confirme la volonté de continuer sa croissance se douant de matériaux pour maintenir sa portion de marché et dʼactivité nationale et internationale, choisissant une politique de compétitivité dans le secteur, ce qui est le plus quantifiable. Le rôle de la Russie mérite dʼêtre souligné dans le cadre des exportations italiennes de technologie du secteur du 2003: elles est présente parmi les premiers huit Pays dans tous les trois technologies avec une claire ligne de développement qui part avec le coup primaire et qui suit avec le travail de finition et des machines automatisés. Ces tableaux décrivent comment le monde est en train de sʼorganiser pour travailler et consommer les matériaux lapidaire et il semble évident que les perspectives de croissance du secteur soient positive set rapides.
EN CONCLUSION Le secteur lapidaire est un secteur facilement accessible pour un système industriel ou pour un Pays qui a envie dʼinvestir de manière décisive et organisée. Nous lʼavons souligné depuis différentes années, même en relation avec les programmes de développement de lʼindustrie mis en marche des organisations internationales. Technologie évolue applicable avec relative simplicité et avec des coûts praticables, ressources naturelles disponibles dans différents endroits et marchés activables de manière traditionnelle et utile, marchés plus loins rejoignables grâce à lʼexistence de circuits internationales de valorisation organisé et efficace: ce sont tous des facteurs qui ont permis la croissance de nouveaux sujets et de nouvelles entrées toutes les fois quʼil avait une volonté réelle dʼopérer. Tout cela a porté,en peu dʼannées, à réécrire les équilibres internationales du secteur qui constamment évolue et se redéfini. Cette année après quelque ans dominés par la Chine et son taux très rapide dʼévolution la Turquie a pris la première place. La Turquie est un Pays présent dans le panorama du secteur depuis différentes années, il est apprécié par ses matériaux, par une structure productive consolidé et avancé et pour sa position bien installé parmi les nœuds de décision et de financiement de projets.
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Cette année elle a connu une augmentation des exportations de marbre surtout de travertins, principalement travaillés, vers Pays et zones en croissance de consommation, démontrant avoir une industrie lapidaire nationale qui mérite grande considération comme exemple de succès internationale du secteur. Succès dʼautant plus important si lʼon considère que la Turquie nʼest pas un Pays nouveau dans le secteur du lapidaire. Cʼest un Pays qui se présente comme exemple pour nous tous, il travaille de manière organisé et directe, il a une position géographique proche des zones dʼexpansion de consommation et il a su tirer profit dʼinstrument tels que internet et que les ICT mettent à disposition. Ila une longue tradition de savoir faire dans ce secteur et une attention particulière pour les thèmes avancés, comme la qualité et les investissements en nouvelles technologies. Pendant le 2003 la Turquie a acheté de lʼItalie des machines outils pour plus de 9 million dʼeuro. Ses bases solides lui permettront de continuer a jouir dʼautre avantages: bas coûts de la main dʼœuvres et de la production totale, disponibilité de matériel valide, introduction dans des marchés importantes et tout ce qui complète son cadre productif. Il sʼagit dʼune présence fortement spécialisé sur les marbres, presque en compétition avec les granits de la Chine. De ce Pays nous avons presque tout dit. Elle commence à croître avec les marbres aussi, mais sur une autre échelle pour lʼinstant. Son marché a sûrement été le plus important avec la proximité du Japon et de la Corée du Sud qui absorbent grandes quantité de produits travaillé en granit, et un export de blocs qui diminue. Nous avons vu que la Chine a acheté des machines dans toutes les spécialisations aussi. Seulement lʼInde semble en mesure de soutenir une comparaison de dimension à cette égard. Quel sera le scenario proche alors? Certainement celui dʼun secteur en forte expansion mondiale qui dédie des attentions à de nouveaux espaces et nouveaux sujets, sʼils sont en mesure de renouveler leur position stratégique de manière forte et résolue comme la Turquie enseigne. Le scénario doit aussi comprendre les spécialisations de haut niveau, parce que la complexité tend à peser beaucoup dans toutes les activités économiques de ce debout de millenium et la technologie si dʼun cote aide dans la résolution de problèmes de lʼautre elle complique. Sous cet aspect le secteur lapidaire est en train de connaître une phase déjà évidentes aux autres secteurs: coexistence de segments productifs différentes à différent potentiel dʼexpansion et de technologie, et croissante compétition dans les segments plus avancés, nouveaux sujets qui se déplacent dans les spécialisations internationales de travail et qui en redefinient les différentes portions. Contradictions interne au développement, donc, qui peuvent conditionner les événements du future proche de manière aussi forte quʼun événement politique extérieur. Une grande discussion est en cours: que signifie aujourdʼhui activité de manufacture dans des Pays Industriels avancés, surtout quand elle sʼaccompagne à des conditions de technologie appliqué non particulièrement élevés? Quels sont les avantages qui comptent pour rester à lʼintérieur dʼun niveau de compétition que les autre Pays déplacent sur dʼautres niveaux qui ne sont pas ceux de la qualité de production et de lʼoffre totale? Il y a des avantages commun à tous les secteurs, ou bien chacun doit chercher les propres en complète autonomie sans que lʼappartenir à un Pays aide ou suggère des solutions? Et jusquʼà quel point il est possible la cohabitation avec des spécialisation spécifique qui permettent à plusieurs sujets à différent niveau de développement de coexister de manière solide même en compétition? Le secteur lapidaire participe à ce débats pour les problèmes de coexistence dʼancien
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et nouveau modèle de production qui émerge avec les producteurs plus récentes qui ont déjà conquis des marchés importantes et avancés comme le Japon, et qui sont en train de consolider leurs présence de manière plus lente mais moins stable dans de s marchés comme lʼAllemagne et les Etats-Unis. Le lapidaire connaît une période turbulente et il subi avec lʼévolution du sud est asiatique une redistribution des rôles et des poids internationales. Le changement est devenu un facteur structurel de notre société, la société entière est en train de changer parce que surtout dans les secteur stratégique lʼinnovation est si rapide quʼelle impose des changements continus et lʼinnovation ne plus une choix mais une nécessité de survie. Les temps décisionnels se raccourcient, les connaissances donnent un surplus de valeur et la transparence des modèles de lʼoffre change les règles de la compétition, imposant de prêter plus attention à sa propre filière à sa reconfiguration et à son prolongement. La capacité de gouverner ces procès devient de plus en plus difficile et importante, parce que seulement ainsi il sera possible de survivre comme système de production et entreprise. Dans ces conditions travailler ensemble de manière compacte pour sʼapprocher des problèmes de manière commune peut indiquer le chemin: des entreprises en forte compétitions telles que Philips, Motorola et STMicroelectronics soutiennent de la même façon un centre de recherche en France, pour affronter des coûts qui seraient prohibé pour chacune dʼentre elles. Certes, les dimensions de ces entreprises ne peuvent être confronté avec les entreprises du secteur lapidaire mais leur stratégie devrait être un exemple. Le secteur des construction est en train de changer profondément et rapidement, la productivité globale augmente ainsi que la recherche de nouvelles alliances entre différentes filières, les chantiers changent devenant plus des endroits dʼassemblement plutôt que de construction; des nouvelles figures professionnelles apparaissent et le rôle entre clients et fournisseurs change et se complique en continuation. Dans tous ces changements il a lʼespace pour la valorisation dʼune ressource comme la pierre naturelle qui connaît la concurrence interne entre producteurs, mais qui subit celle externe de la part de matériels qui veulent exploiter lʼappeal des marbres et des granits sans en avoir les caractéristiques les meilleurs. Ce sont des procès très difficiles à comprendre et à gouverner et lʼoptique de lʼentreprise se heurte avec celle de la collectivité dʼun secteur qui fait partie dʼun secteur plus grand, celui des constructions. Malheureusement, les défies des producteurs aux catégories économiques arrivent de lʼextérieur et si lʼon veut rester dans le contexte de production, il faut affronter avec conscience et confiance dans ses propres ressources une défi de nouvel millenium qui a déjà commencé.
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STONE SECTOR 2003 La Industria Italiana y La Coyuntura Internacional Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.
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PANORÁMICA GENERAL ¿Cuáles serán los eventos que nos harán recordar, en un futuro próximo, el año que acaba de transcurrir? Eso dependerá de quién los ha vivido y en dónde. Seguramente, eventos como el comienzo de la guerra en Irak, o la SARS, han incidido de forma negativa en muchas situaciones y áreas de interés, aunque para muchos países y zonas el 2003 va a ser recordado como un año positivo, de crecimiento de la riqueza del país y de ulterior expansión de las actividades y de las perspectivas de desarrollo. El 2003 ha sido un año con aspectos contradictorios y con entrelazamientos complejos entre acontecimientos positivos y negativos, éxitos y fracasos, como sólo pocas veces se ha registrado en los últimos años. Después de una primera mitad de año particularmente sufrida, tanto en plan económico cuanto en plan humano y político para la mayoría del mundo occidental y también oriental, ha seguido una segunda mitad que ha hecho entrever rayos de esperanza y de mejora del clima general, sobre todo en el ultimo trimestre del año, y más que todo en campo económico. El intercambio de bienes ha crecido progresivamente a nivel mundial, en algunos casos la disparidad entre las varias zonas del mundo se ha acentuado. En Estados Unidos la producción ha subido en su totalidad y en media en el 2003 el aumento del PIB ha resultado ser del 3,1%, contra el 2,6% del año anterior, con una inflación que se ha mantenido en niveles muy contenidos. Pero los problemas no faltan: el mercado del trabajo está señalando fenómenos relativamente nuevos para Estados Unidos, y está indicando opciones estratégicas, sobre todo por lo que concierne algunos tipos de trabajo en los sectores high tech e ITC, cuyas consecuencias a medio plazo aún no son muy claras. Hace ya tiempo, sin embargo, que el sistema productivo y financiero norteamericano se extiende fuera de los confines nacionales, constituyendo de hecho un sistema de referencia internacional que ofrece perspectivas de rendimiento en condiciones de relativa seguridad. En Japón el clima ha seguramente beneficiado de la evolución del área del este asiático y de la vecina China, la cual, a su vez, ha continuado su expansión económica con ritmos elevados, hasta el punto de hacer pensar a maniobras de “enfriamiento” de la economía, sobre todo en términos monetarios, que incluso han provocado algún reciente y aislado episodio de pánico en las bolsas asiáticas. Algunas dificultades del sistema bancario chino han contribuido a la cosa, sin embargo las autoridades de gobierno han emprendido ya desde hace tiempo políticas de intervención específicas, que se actuarán durante el 2006. También los mayores países de América Latina (Brasil, Argentina y Chile) han mejorado sus posiciones tanto en el panorama internacional como a nivel de confianza interna, hasta el punto que el Fondo Monetario Internacional ha acreditado un crecimiento del 1,5% del PIB al área en su complejo. Pero a esta evolución claramente positiva ha respondido un área del euro en lentísima recuperación, consecuente más que nada al crecimiento de la demanda exterior, con países importantes que no consiguen respetar los términos del tratado de Maastricht, una recuperación que sufre de un valor de cambio del euro superior a su relación real con la moneda estadounidense. El reciente ingreso de diez nuevos países en la Unión lleva al área a tener más peso y representatividad en el panorama internacional, extendiendo su mercado interno y convirtiéndose en un polo de atracción siempre más importante para el comercio internacional. La costa mediterránea de África continua con su expansión, quedando sin embargo el continente en su totalidad todavía substancialmente al margen del progreso de la economía mundial. Un elemento a parte, pero seguramente con fuerte influencia en el clima general de las economías y de los
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intercambios, ha sido aquello representado por el dólar de EE.UU. frente a las otras monedas y al euro en especial. En el ultimo trimestre del año en particular el dólar se ha fuertemente debilitado, hasta llegar, según los cálculos de la Reserva Federal, a una depreciación en términos efectivos frente al euro del 31% entre febrero del 2002 y febrero del 2004. A esto se debe añadir el crecimiento de las exportaciones, en particular hacia Asia, y el fuerte aumento de la competitividad en general, calculado en un promedio anual del 4,4%. En un panorama de expansión global de las economías internacionales, que se desarrolla en un contexto de desigualdad entre países, resulta difícil hacer previsiones sobre las realidades locales, pero al mismo tiempo se deslumbran motivos de optimismo y retos por aceptar.
EL SECTOR DE LA PIEDRA INTERNACIONAL El sector de la piedra ha sido también afectado por el clima general en expansión por zonas geográficas, el mismo que ha interesado el conjunto de las actividades económicas en el 2003. El intercambio de material, sobretodo elaborado, ha crecido en general, la producción de cantera también, y los países emergentes, aquellos que solemos llamar new entries, han tenido en mucho casos aumentos de sus mercados, y no sólo de aquellos locales. Las diferencias existentes entre las economías de las varias zonas, individuadas en la panorámica general, se han hecho notar también en el sector de las piedras ornamentales, naturalmente no de forma directa, y no según un reflejo mecánicamente igual. La importancia del sector inmobiliario, y en general de la edilicia civil, no está en efecto enlazada simplemente a la marcha de la economía, y aunque sufre directamente por ella, sigue un recorrido propio como bien autónomo de inversión, cuya importancia se destaca a veces precisamente en los periodos de incertidumbre y de dificultad en un correcto empleo de los ahorros. Y entonces, tanto en países con fuerte expansión edilicia, por ejemplo China y algunos países de Oriente Medio, como en países donde es presente una fuerte componente especulativa, como Estados Unidos, las inversiones inmobiliarias han continuado a crecer, beneficiando indirectamente también el sector del acabado y de las piedras ornamentales, que aumentan la valorización de los edificios. Desde hace algunos años consecutivos notamos el mismo fenómeno, particularmente fuerte y en crecimiento desde el principio de la crisis de las inversiones financieras especulativas del high tech, o mejor, desde el redimensionamiento del índice Nasdaq. Y así, en Estados Unidos, mientras la riqueza financiera de las familias iba empezando a expandirse nuevamente, tras un periodo de prolongada disminución, la riqueza inmobiliaria subía de diez puntos porcentuales sobre la renta disponible y los precios de las viviendas continuaban a aumentar, aunque con ritmos un poco más lentos que en el 2002, junto a la consistencia de los préstamos hipotecarios. Por lo cual las importaciones americanas de piedra natural han aumentado del 17,56% con respecto al año anterior, con un crecimiento progresivo del rol de Brasil y de India para los granitos y de Turquía para los mármoles, lo cual es realmente asombroso. Es suficiente pensar que en el 2000 Turquía no llegaba a exportar en Estados Unidos ni siquiera 90 mil toneladas de mármoles elaborados, y que en el 2003 ha superado las 341 mil. Lo mismo dígase de Brasil con los granitos: en el 2000 superaba apenas las 157 mil toneladas, mientras ahora exporta más de 375 mil. India ha pasado de 114 mil a 282 mil. Italia sigue siendo el primer proveedor de mármoles elaborados y el segundo para los granitos. Es más, al menos una parte de las exportaciones brasileras
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son productos realizados en asociación con industrias italianas, pero el adelanto ha ocurrido, y va a ser siempre más difícil recuperar las posiciones precedentes. En China, la panorámica ha sido y sigue siendo diferente: una economía que sigue creciendo al ritmo de +9,1% en el 2003 y del 9,7% en el primer trimestre del 2004 no necesita más que estos números para motivar un aumento en el consumo de bienes inmobiliarios y de la construcción en general, y para marcar otro récord en el largo elenco de un país que de momento es la cuarta potencia económica mundial. Ha continuado aumentando su peso, como país productor, transformador, importador y exportador, y también como país consumidor. El ciclo se ha ampliamente completado, y aunque haya categorías de productos tecnológicos (al menos para los estándares del sector) en los cuales todavía no son totalmente competitivos a nivel internacional, porque les faltan información y formación completas, complementos que deben sostener la simple capacidad productiva a precios competitivos que hasta ahora ha caracterizado la presencia china en el sector (aún habiendo áreas de mercado en que todavía no son presentes a todo campo), se puede concluir que sea sólo cuestión de tiempo, hasta que la capacidad de absorción de competencias y de tecnologías de este país sea suficiente a llenar el vacío que le separa de los vértices de los productores internacionales. El tiempo es una vez más el factor estratégico de mayor importancia, en una carrera hacia el aprendizaje y hacia la compleción del abanico de factores competitivos por un lado y hacia la reapropiación y consolidación de la importancia, por otro, de aquellas competencias distintivas que han mantenido hasta ahora la cumbre del mercado en las manos de una restringida elite de productores internacionales. De todas formas China ha aumentado sus producciones ya elevadas, sobre todo sus exportaciones de material elaborado, prácticamente hacia todos los países, pero en particular hacia Corea del Sur y Japón, consolidando su rol internacional de país que importa materia prima, la transforma, en parte la consume y en parte la exporta, y no sólo a sus inmediatas cercanías, si no que también a países más exigentes como aquellos europeos, llegando hasta Italia y España. Seguramente ya se trata del principal país exportador de granitos elaborados y sus puertos son los mayores del mundo en trafico de piedra natural. La exportación global de este país ha superado el billón de dólares, en el 2003, y ha crecido casi del 20% en valor sobre base anual. Las importaciones también han aumentado de la misma forma evidenciando una vez más, si aún no fuese evidente, el papel a todo campo jugado por este país, desde ya hace tiempo, en el sector. A propósito de Estados Unidos hemos evidenciado el papel desarrollado por Turquía, que en el 2003 ha mostrado, no sólo con respecto a este país, una vitalidad y una tasa de desarrollo considerables. Es una performance más generalizada y completa, que ha hecho de la industria de la piedra de este país un verdadero protagonista del año en el sector. Se puede tranquilamente decir que el 2003 ha sido el año de Turquía, que ha canalizado sus exportaciones en Oriente Medio, en Europa, en Norte América y en Extremo Oriente, tanto en bloques como en elaborados, casi exclusivamente de mármol. Ha exportado bloques hacia China, con un aumento superior al 100%, hacia Siria, Grecia, Egipto, España y Taiwán, exportando elaborados hacia Estados Unidos, Arabia Saudita y Israel. Su presencia en el mercado internacional de hecho es muy fuerte, organizada, simple y eficaz, y sobre todo se evidencia una fuerte cohesión entre los productores: un ejemplo del cual habría que aprender. Junto a estas zonas más representativas en el panorama del mercado de la piedra de los últimos dos o tres años, evidenciamos también un Oriente Medio que en total está invirtiendo en algunas de sus regiones en forma consistente y programada. Se trata de importantes operaciones de inversión a largo plazo que consideran el sector de la construcción cual instrumento de desarrollo turístico y económico, a pesar de que en este momento algunas partes de esta zona se encuentren desestabilizadas por las consecuencias
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de guerras devastadoras en curso. Los Emiratos y Arabia Saudita están empeñados, en primer lugar, en amplios proyectos de valorización de los recursos naturales e históricos de sus patrimonios naturales, con el objetivo de constituirlos en parte de un motor de desarrollo alternativo al petróleo. En este proyecto, el uso de materiales lapídeos, ya avanzado en los proyectos de los Emiratos, es fuerte, y en algunos casos hasta imponente. Junto a los países antes mencionados, merece la pena considerar el rol que están asumiendo otros protagonistas de la zona, como Siria y Jordania, además del ya consolidado Irán. Queda el norte de África, para completar el panorama de influencia mediterránea, y los datos son los de un conjunto de países que invierte en los recursos naturales lapídeos aumentando sus exportaciones e importaciones, con algunos protagonistas mayores y algunos fenómenos que merecen un rápido enfoque. De hecho es significativo que China en el 2003 haya importado desde Egipto aproximadamente medio millón de toneladas de bloques de mármol, los cuales se han ido integrando a la gran cantidad de material que se reelabora y se vuelve a exportar desde el Extremo Oriente. Resultan muy activos también Marruecos, Túnez y Argelia, sobre todo como productores de óptimos materiales con colores apreciados y versátiles. Pero el acontecimiento que en el 2003 ha dejado la huella más profunda en este sector especifico de la piedra ha sido la crisis de los productores clásicos del ramo, ante todos Italia, cuyas exportaciones han seguido bajando, junto con las de otros países europeos que históricamente habían constituido presencias predominantes en el sector de la piedra: España, Portugal y también Sudáfrica, cuyas exportaciones de elaborados en granito en particular han disminuido apreciablemente. Hay que observar, sin embargo, que no hay mucha coherencia entre los datos declarados por parte de Sudáfrica con los de China y en estos casos es siempre difícil identificar los motivos de tal diferencia. Lo único que se puede decir es que esto técnicamente ocurre con bastante frecuencia y no siempre es debido a causas externas, si no a diferentes interpretaciones de las normas de clasificación de la mercancía, tanto por calidad como por origen. Nos quedan los datos de base, o sea que China y Turquía, uno por el mármol y el otro por el granito, se han distinguido en el año que acaba de terminar, y que junto a Brasil y a otros pocos productores han realmente dado un fuerte empuje al ritmo del sector en su totalidad. Los términos de desarrollo del sector han cambiado en volumen y en valor, aunque haya todavía importantes partes del mercado que no están preparadas para los nuevos protagonistas y a las cuales ni siquiera esos mismos protagonistas consiguen acceder de manera decisiva y determinante.
ITALIA Italia en particular, en virtud de su rol y de su amplia presencia en todas las fases y articulaciones del sector de la piedra ha sufrido el ataque de la competencia como así también el resto de la leadership histórica de la industria internacional del mármol y del granito en el 2003. Los números son explícitos y en algún caso excesivos, distorsionando la real entidad del asunto, como si el proceso en curso fuera solamente estructural y no, como lo es, profundamente coyuntural. El euro ha incidido fuertemente en sentido negativo en un panorama ya sensible a una serie de factores contrarios, con un inicio de año agravado por la atmósfera internacional, hasta llegar a la SARS en primavera, penalizando ulteriormente un sistema productivo que ya está pagando, con respecto a muchos competidores, precios más altos en los sectores más importantes, como la mano de obra, la energía, el medio ambiente, la seguridad y todas las demás partidas que cada día las empresas italianas y europeas tienen que contabilizar. Es el
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resultado de una historia económica, industrial y social profundamente desigual entre las diferentes zonas del mundo y son diferencias que a veces actúan a favor y otras en contra de un sistema productivo complejo. Italia se coloca en el panorama productivo y comercial internacional con un perfil muy especifico, constituido por un sistema industrial que privilegia la pequeña industria, los distritos industriales, las especializaciones en sectores económicos con contenidos tecnológicos relativamente bajos, a menudo fácilmente “copiables”, por lo menos en parte y en algunas características, quedando así mucho más expuesta a la competencia de productores nuevos y emergentes. Cabe observar, de todas formas, que en los últimos dos o tres años los países con un perfil más especializado y tecnológico, menos “artesanal” y provincial, como Alemania y Francia, también han sufrido porque algunas características del escenario actual son tan atípicas que constituyen una verdadera novedad. No se trata sólo de evolución de algunos contextos productivos y de simplicidad de comunicación en tiempo real, si no también de la amplitud de algunas modificaciones en acto, que están volviendo a escribir el fututo inmediato y también aquello más lejano, según un copión que sólo en sus líneas más generales y teóricas se había podido prever. Y así las exportaciones italianas, para empezar por el dato más evidente del panorama lapídeo internacional, han demostrado la total dificultad de un sector altamente especializado y calificado, extendido y presente en todas las zonas del sector, en ir al paso con los demás sistemas productivos, que en los últimos años se han concentrado sobre objetivos específicos con éxitos positivos. Estamos hablando de dos realidades competitivas en particular: Turquía para los mármoles y los travertinos, y China para los granitos (pero también de otros, como Brasil o India, aunque en medida inferior) que han condicionado fuertemente el escenario internacional del 2003 y que condicionarán aún más los escenarios futuros, portando verosímilmente el sector a una revolución en las relaciones internas. Empezando por las relaciones con Turquía, la meta más prestigiosa del 2003 ha sido seguramente esa Norteamérica donde las exportaciones italianas de mármoles elaborados tienen todavía un espacio muy amplio, pero que ya desde el año anterior sufren el adelanto cuantitativo: en el 2003 el adelanto está confirmado ampliamente, siendo Turquía el primer proveedor de mármoles elaborados para el área de Norteamérica. Mientras, EE.UU. declara cantidades hasta superiores a las que declara la misma Turquía, la cual utiliza a veces pasajes aduaneros francos. Se trata de datos en volumen y no en valor, pero esto no los hace menos insidiosos para nuestro país. El hecho que los valores sigan indicando Italia como primer proveedor de mármoles elaborados, y que lo mismo ocurra para los granitos elaborados con respecto a Brasil, muestra simplemente la calificación de la industria nacional en los mercados avanzados, o si se prefiere, completa su colocación competitiva con respecto de todos los demás competidores. La diferencia de valor medio en dólares por unidad de importado sigue siendo muy amplia, casi el doble frente a Turquía, y mayor casi de la mitad frente a Brasil: esto significa que el posicionamiento estratégico de la industria de la piedra italiana sigue siendo todavía muy lejano para los perseguidores. Pero también significa que el mercado de la piedra, no sólo en Estados Unidos, está abriendo espacios de fuerte consumo y está en rápido crecimiento, espacios de los cuales Italia todavía está muy distante, moviéndose el terreno de competición empresarial, y del sistema, sobre factores más complicados, por los contenidos de imagen, tecnología, calidad y servicios. Leamos los números. Italia ha exportado menos con respecto al año precedente, siguiendo un curso de temporada que ha reflejado fuertemente las incertidumbres generales de las exportaciones italianas: un inicio en sordina, con un segundo y tercer trimestre mejores, para llegar a un cierre oscilante. El resultado final se presenta en la siguiente tabla.
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Tabla 1: Exportación italiana – Enero – diciembre 2003 2002 MÁRMOL BLOQUES Y TABLAS GRANITO BLOQUES Y TABLAS MÁRMOL ELABORADO GRANITO ELABORADO OTRAS PIEDRAS ELABORADAS Subtotal Bloques, tablas y elaborados GRANULADOS Y POLVOS Subtotal con granulados y polvos PIZARRA EN BRUTO PIZARRA ELABORADA PIEDRA PÓMEZ TOTAL
Tonn. 761,426 165,926 1,333,752 902,644 230,105 3,393,853 1,251,943 4,645,796 3,921 33,230 100,088 4,783,035
Eur 170,752,098 47,548,867 883,050,165 736,370,256 44,590,445 1,882,311,831 44,977,159 1,927,288,990 2,323,731 23,527,763 5,364,853 1,958,505,337
2003 Tonn. 688,782 175,795 1,061,256 915,120 208,074 3,049,027 977,562 4,026,589 2,926 23,860 302,137 4,355,512
Eur 140,932,190 49,822,153 707,127,725 728,601,754 39,883,887 1,666,367,709 40,891,909 1,707,259,618 1,783,863 15,588,982 6,781,768 1,731,414,231
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. -9.54 -17.46 5.95 4.78 -20.43 -19.92 1.38 -1.06 -9.57 -10.56 -10.16 -11.47 -21.92 -9.08 -13.33 -11.42 -25.38 -23.23 -28.20 -33.74 201.87 26.41 -8.94 -11.60
Origen: Instituto Nacional de Estadísticas; elaboración: IMM
El predominio de signos negativos, sobre todo para las partidas más significativas, tanto en volumen como en valor, muestra claramente lo difícil que ha sido el 2003. Este dato emerge con claridad de una encuesta del IMM con una muestra significativa de empresas de toda Italia: el año anterior el elemento dominante fue la incertidumbre de las perspectivas. En el 2003 ha sido el cansancio, junto a las dificultades en operar en un contexto internacional siempre más selectivo y complejo, donde los “nuevos retos” de hace pocos años se han vuelto mucho más fuertes y entrelazados geográficamente. ¿Cuáles han sido los elementos de sostén de las exportaciones italianas del sector? En primer lugar seguramente Norteamérica, y en particular Estados Unidos, donde a pesar de todo nuestro producto se mantiene presente y calificado, tanto los mármoles como los granitos y los travertinos, que han encontrado una valorización que, aún con el euro fuerte, ha permitido a Italia de seguir siendo el primer proveedor calificado en el mercado de los elaborados. Han sufrido sobre todo los mármoles, más de los granitos, tanto en tableros como en elaborado, junto a las pizarras, pero aún así América ha seguido representando un punto firme en el panorama nacional y ha continuado influyendo en un 30% sobre el total de los valores de nuestras exportaciones. También la Unión Europea, nuestra primera zona de desemboque, ha disminuido las importaciones totales desde Italia, pero por motivos diferentes. A pesar de que de hecho la economía americana haya dado amplias señales de reactivación, a pesar de las dificultades de las perspectivas internacionales, continuando con las inversiones en las construcciones, en los países europeos el panorama es diferente y más variado. La crisis económica que va encaminándose lentamente hacia su resolución también en los países de la Europa occidental, ha llevado, por un lado, a la identificación del sector inmobiliario como un sector de refugio, pero ha llevado también a una disminución de la disponibilidad económica de esferas amplias de la población. Sobre todo en Alemania, aunque haya aumentado la propensión de las familias por el ahorro, síntoma de incertidumbre sobre las perspectivas futuras, las inversiones en construcciones han sufrido una desaceleración, y lo que ha perdido Italia ha sido ganado, por lo que concierne los granitos elaborados, por China. Son tipos diferentes de materiales y productos, pero la tendencia es constante desde hace algunos años, como ya se ha registrado en otras ocasiones: en 5 años las exportaciones italianas de granitos han perdido más del 44%, mientras las chinas de hecho se
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han triplicado, conquistando merecidamente el primer lugar en la clasificación de los proveedores alemanes. Pero para la novedad en Europa hay que mirar hacia el oeste y hacia los diez países nuevos que han ingresado con todo derecho en la Unión Europea el primero de mayo. En la totalidad representan un buen conjunto de países, con perspectivas vitales y con capacidades de traer algo diferente en el panorama de una Europa que necesita innovación, tanto productiva como de mercado.
Tabla 2A. Exportación italiana hacia los nuevos países de la UE – enero – diciembre 2003 2002 MALTA CHIPRE ESLOVENIA ESTONIA LETONIA LITUANIA POLONIA REPÚBLICA CHECA ESLOVAQUIA HUNGRÍA TOTAL
Tonn. 14.349 9.451 41.207 825 830 2.580 31.633 12.961 7.753 29.962 137.202
Eur 4.250.042 5.428.758 11.392.970 732.807 582.755 1.034.218 16.695.230 6.841.156 3.889.371 9.992.326 56.589.591
2003 Tonn. 11.093 9.870 38.667 1.055 1.245 1.491 30.142 15.594 7.494 28.090 133.647
Eur 4.191.747 6.418.592 10.348.979 889.225 901.678 886.256 15.015.835 7.954.254 3.557.095 9.136.184 55.108.098
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. -22,69 -1,37 4,44 18,23 -6,16 -9,16 27,82 21,35 50,00 54,73 -42,19 -14,31 -4,72 -10,06 20,31 16,27 -3,35 -8,54 -6,25 -8,57 -2,59 -2,62
Origen: Instituto Nacional de Estadísticas; elaboración: IMM
Tabla 2B. Importación italiana desde los nuevos países de la UE – enero – diciembre 2003 2002 MALTA CHIPRE ESLOVENIA ESTONIA LETONIA LITUANIA POLONIA REPÚBLICA CHECA ESLOVAQUIA HUNGRÍA TOTAL
Tonn. 53 286 10.520 – – – 66 341 10 36 11.260
Eur 12.908 97.862 2.689.675 – – – 33.536 157.168 7.377 44.636 3.030.254
2003 Tonn. Eur 66 26.212 430 152.182 11.400 2.665.539 – – 23 2.205 – – 41 43.280 114 107.366 31 49.097 100 32.136 12.139 3.051.805
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. 23,56 103,07 49,98 55,51 8,36 -0,90 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -36,89 29,06 -66,56 -31,69 199,01 565,54 175,39 -28,00 7,81 0,71
Origen: Instituto Nacional de Estadísticas; elaboración: IMM
Las cifras no son elevadas, pero denotan situaciones de cierto interés para las empresas italianas. Algunos de estos países, como Eslovenia, tienen recursos de materia prima apreciados y ya encaminados hacia una explotación no sólo interna, sino que también extendida a la entera comunidad lapídea europea. En
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otros casos, como para Polonia, se trata de países que ya consumen materiales y productos italianos, además de aquellos procedentes de otros países de la Unión, o bien que abren perspectivas de mercado en virtud de su expectativa más general de crecimiento. En su complejo, toda la zona de la Europa no comunitaria ha constituido un presidio pequeño pero estable para las exportaciones de Italia, con Suiza que sigue siendo un referente preciado para la industria de la piedra nacional. Pero es frente a Oriente Medio y Extremo que la situación se vuelve complicada, tanto en términos de perspectivas como en asuntos de actualidad reciente. La cuestión es agravada por la conciencia de que la entera zona del sureste asiático y buena parte de los países árabes están en fase de inversión en construcciones, en algunos casos con operaciones quizás limitadas, pero muy intensas y apreciables. La presencia de los empresarios y de los productos italianos, una vez líderes sin rivales en estos mercados, se hace difícil, aunque sigue siendo muy calificada, sobre todo donde se exportan elaborados. Arabia Saudita y los Emiratos Árabes han dominado la escena, pero la primera está en disminución, año tras año, mientras los segundos han ido creciendo apreciablemente, gracias a la realización de operaciones de alto valor, en las cuales las empresas italianas se siguen distinguiendo. No se resuelve, por otro lado, el impasse con Japón y con los países del sureste asiático, que se dirigen siempre menos hacia el occidente. La reactivación económica de Japón no se refleja en un retorno hacia los productos de piedra italianos, aún menos con China tan cercana, que ya va siendo su principal proveedor de granitos elaborados, y lo mismo ocurre con Corea del Sur. Las importaciones de Italia en el 2003 han reflejado con claridad las incertidumbres de la industria nacional de la piedra: la reconstitución de las provisiones, y el surtido global de los materiales han sufrido algo, pero las cifras siguen estando sobre niveles tales de no afectar a la función de cruce internacional de materiales que el país desarrolla para el entero arco productivo de la piedra. Italia, con estos números, muestra toda la complejidad de su industria pedrera, que no es limitada a una tipología o clase de materiales, sino que las comprende todas, del granito al travertino, de los mármoles a las pizarras y los pórfidos. Y mientras los granitos bajan, aguantan bien los mármoles y los travertinos, aprovechando por fin de la ventaja que, al menos en la compra de materia prima, le ha beneficiado una fuerte divisa.
Tabla 3. Importación italiana – Enero – diciembre 2003 2002 MÁRMOL BLOQUES Y TABLAS GRANITO BLOQUES Y TABLAS MÁRMOL ELABORADO GRANITO ELABORADO OTRAS PIEDRAS ELABORADAS Subtotal Bloques, tablas y elaborados GRANULADOS Y POLVOS Subtotal con granulados y polvos PIZARRA EN BRUTO PIZARRA ELABORADA PIEDRA PÓMEZ TOTAL
Tonn. 398.258 1.708.934 51.956 44.720 101.027 2.304.895 372.370 2.677.265 5.473 7.357 13.337 2.703.432
Origen: Instituto Nacional de Estadísticas; elaboración: IMM
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2003 Eur 74.319.267 373.025.672 29.035.229 21.470.866 13.877.009 511.728.043 18.281.398 530.009.441 952.120 2.803.032 1.476.276 535.240.869
Tonn. 430.549 1.589.255 50.280 75.804 114.817 2.260.705 400.269 2.660.974 4.898 9.588 12.242 2.687.702
Eur 73.612.395 311.810.812 25.160.565 27.953.932 15.185.058 453.722.762 18.722.198 472.444.960 702.631 3.477.769 1.428.240 478.053.600
diff. % ʼ03/ʼ02 Q.tà Val. 8,11 -0,95 -7,00 -16,41 -3,23 -13,35 69,51 30,20 13,65 9,43 -1,92 -11,34 7,49 2,41 -0,61 -10,86 -10,51 -26,20 30,33 24,07 -8,21 -3,25 -0,58 -10,68
No nos sorprende que los materiales elaborados, granitos y otras piedras, vivan un crecimiento que empieza a hacerse notar, aunque estemos todavía en niveles contenidos y bien lejos, sobre todo en valor medio, de lo que vemos en las exportaciones. Las novedades, sin embargo, se leen en los datos de los asociados europeos, en la clasificación de proveedores de bloques y tableros sobre todo, tanto silíceos como calcáreos. Para los primeros, que son los que pesan más en el cuadro general, se ve siempre a India como líder, con sus fuertísimos materiales colorados, de los cuales importamos más de medio millón de toneladas, en aumento con respectos al 2002. Brasil, el segundo proveedor, queda a menos de 250 mil toneladas, seguido por Sudáfrica, junto al cual retrocede, con respecto al año anterior. Y también retroceden prácticamente todos los demás, con pocas excepciones, todas entre países que hace poco se han convertido en exportadores de materiales hacia Italia: Arabia Saudita, Estados Unidos, Ucrania, a los cuales se unen por fin, dos retornos: Mozambique y Angola. También los países escandinavos retroceden algo, mientras queda estable Suiza y bajan España y China. Para los mármoles y los travertinos la situación es diferente, puesto que no son disgregables en los datos de tránsito aduanero: el primer proveedor es ahora Egipto, en rápida subida, seguido por Croacia, Turquía, Irán y Túnez. Son todos países que han vivido recientemente una aceleración del desarrollo en el sector, demostrando que las cosas están cambiando de manera rápida y profunda y que nuevos sujetos y nuevos actores van interpretando roles de primer plano también pasando a través y dentro de nuestro sistema productivo y de línea de productos. Retroceden España, que sin embargo sigue siendo importante, y Marruecos. En una situación de cambio como la actual, la industria de la piedra italiana ha podido aún apoyarse a un mercado interno que, si bien sin dedicar a la piedra todas las atenciones que merecería, ha continuado manteniendo niveles elevados de consumo, en sintonía con el paso de algunas zonas del sector inmobiliario y de las construcciones que han tenido otro año en crecimiento, aunque en frenada con respecto al 2002. El sector de las construcciones ha sido por todo el 2003 el sostén principal de la economía, beneficiando de los desgraves fiscales, del condono edilicio y aprovechando del crecimiento de la obra pública, de la vitalidad del mercado inmobiliario y de los nuevos modos e instrumentos para la gestión de la transformación del territorio y de las ciudades. Pero las perspectivas para los próximos meses, que inevitablemente tocaran también el sector de la piedra, son un poco más complicadas y algo inciertas: la edilicia residencial, sobre todo la de manutención, se prevé en ligera flexión, tan solo fuera por el empeoramiento general de las condiciones económicas, particularmente sentido por las familias, que aparecen en este momento aplastadas por préstamos hipotecarios más difusos e ingentes con respecto al pasado. El panorama consiguiente es el de una mayor cautela en los gastos y en las inversiones y un aumento general de la incertidumbre y de las contradicciones vinculadas a diferentes factores. Seguramente el clima “exterior” ha contribuido, en este ultimo año, en términos positivos también, haciendo elegir la casa como bien en el cual invertir, no solo psicológicamente sino también financieramente: un bien “refugio” en todos los sentidos, en el cual envolverse y encontrar serenidad y amparo de las amenazas exteriores y de la inseguridad. Se trata, de todas formas, de motivaciones compartidas con otros sectores y directamente enlazadas con factores de desarrollo y de crecimiento económico y social, con características totalmente distintas con respecto a los contenidos internos de una lógica económica sectorial, que van desde la ocupación a la inmigración, de la rentabilidad de otras formas especulativas a la natalidad y al desarrollo demográfico del territorio y de las familias.
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MÁQUINAS PARA MÁRMOL Y PARA PIEDRA Este año hemos variado el método de selección y de clasificación de los datos relativos a las exportaciones y a las importaciones italianas de máquinas para la transformación de productos lapídeos, de manera que, quizás disminuyendo sensiblemente los números globales del mercado, asegura una mayor nitidez en los datos y un panorama algo más detallado. Hemos decidido eliminar dos partidas, que aún siendo influyentes en el consuntivo del sector, en nuestra opinión no garantizaban la especialidad del dato, no obstante fueran utilizadas seguramente por algunos productores y exportadores de tecnología. Se trata de partidas relativas a maquinarias compartidas con otros sectores de manera mucho más elástica que otras, a las cuales este año preferimos limitar nuestra atención, tratándose de partidas más bien dedicadas a la elaboración de las piedras. Nos limitamos a las maquinas de corte, a aquellas para pulido y acabado y a las maquinas-herramienta, que hemos separado de la partida precedente, porque constituyen un segmento de mercado fuerte y digno de atención especial. El crecimiento de la innovación tecnológica, la inserción en el ciclo de máquinas a control numérico, la rápida evolución hacia usos de maquinas versátiles y sofisticadas, se deben reflejar también en la vasta literatura de datos técnicos y estadísticos, al menos mientras que las clasificaciones, a menudo aproximativas y poco detalladas de las partidas aduaneras del código HS, lo permitan. Es lo que ocurre en este caso, en estos últimos dos años, donde se ve en seguida como las máquinas de más reciente generación (aquellas con sistemas de automatización más sofisticada y a la vanguardia) poseen un rol de absoluta importancia, cubriendo más del 55% del total limitado de las exportaciones nacionales del sector. La primera consideración que emerge, y la mas inmediata, es la que concierne la marcha general del 2003 con respecto al 2002, en neto contraste con lo que acabamos de examinar a propósito de los materiales lapídeos. Allí, para Italia, hay un año difícil, lleno de dificultades con el resto de los mercados y con un mercado interno que representa un punto firme al cual aferrarse. Aquí, por lo contrario, una situación completamente invertida: un mercado interno vivido de manera no muy excelsa por las empresas, según cuanto declarado en la encuesta anual de IMM, y un mercado exterior en fuerte aceleración. Se trata de un avance que refleja muy bien el camino del sector de la piedra a nivel internacional, porque pertenece a un circuito en el cual los productores de tecnología italiana son líderes absolutos y proveedores ampliamente mayoritarios. Es suficiente mirar la subdivisión por áreas de las exportaciones italianas del 2003 y ver donde se colocan los avances más fuertes, para tener una relación con las dinámicas descritas a propósito del sector internacional de las piedras ornamentales.
Tabla 4. Exportación italiana de máquinas para el mármol, año 2003/2002, en valor por zonas
UNIÓN EUROPEA EUROPA, OTROS ÁFRICA NORTEAMÉRICA CENTRO Y SUDAMÉRICA ORIENTE MEDIO EXTREMO ORIENTE TOTAL
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% division 23.89% 13.15% 7.33% 14.55% 6.70% 17.50% 16.88% 100.00%
Diff. % 2003/2002 1.07 -1.70 -4.34 9.97 28.55 36.82 16.97 12.28
América Latina ya no consume más piedra de Estados Unidos, pero se está equipando de forma creciente para consumirla mucho más que antes y sobre todo para transformar más, para luego colocar el material, una vez transformado, en los mercados de su zona y en Norteamérica. Oriente Medio tiene, por lo contrario, características diferentes: importa tecnología para transformar sobre todo para su mercado interno, y ambas estas dos áreas han tenido el mayor gradiente de crecimiento en el año anterior, junto a un Extremo Oriente que ha empezado ya con bases más consistentes. También la calificación de las importaciones de los otros países añade información al panorama. Si de hecho las máquinas-herramienta tienen mayor peso en el cuadro de la Tabla 4 de las Tablas Estadísticas adjuntas, la clasificación de los países que más han importado nos reserva informaciones interesantes y que confirman tajantemente lo que se ha observado hasta aquí. El primer país importador ha sido Irán, seguido sorprendentemente por Estados Unidos y después por India y España. Queda quinta China, que compra poco de otras tecnologías también, después de haber invertido fuertemente en los años pasados. Estados Unidos está en fuerte actividad también en la importación de máquinas para la elaboración y el acabado y son los primeros importadores de máquinas de corte. En total es el mercado más activo del 2003 junto a Irán. También España confirma su voluntad de continuar creciendo y equipándose para mantener su cuota de mercado y de actividad nacional e internacional, indicando una elección estratégica decidida de política competitiva de sector. No es la única elección que el país ibérico está operando, pero es seguramente la más cuantificable directamente. Merece mención también el rol de Rusia, en el escenario de las exportaciones italianas de tecnología sectorial del 2003: está presente entre los primeros ocho o nueve países en todas las tres especificaciones tecnológicas, con una clara línea de desarrollo que empieza por el corte primario y prosigue con el acabado y con las maquinas automatizadas. Si estas tablas describen como el mundo se está equipando para el trabajo, y en un análisis final a consumir los materiales lapídeos, parece claro que la perspectiva de un ulterior crecimiento del sector es positiva y rápida.
CONSIDERACIONES FINALES El sector de la piedra es un sector fácilmente accesible por parte de un sistema industrial o simplemente de un país que quiera invertir en modo firme y organizado, esto se ha dicho y recalcado desde hace muchos años, también en relación al desarrollo de programas de industrialización operados por organismos internacionales. No importa si aquellas operaciones hayan sido exitosas o hayan fracasado, lo que es relevante es el estudio de factibilidad que los ha encaminado, porque ha señalado el fenómeno en curso. Tecnología evolucionada aplicable, quizás no de la mejor forma, pero con relativa simplicidad y a costes razonables, recursos naturales disponibles en muchísimos lugares diferentes, mercados locales activables de forma tradicional y útil, mercados más lejanos accesibles gracias a la presencia de circuitos internacionales de valorización organizados y eficientes a los cuales recurrir con provecho: son todos factores que han permitido lograr el crecimiento de nuevos sujetos y new entries, todas las veces que detrás de ellos existía la voluntad real de operar. Todo eso ha llevado, en pocos años, a redefinir el equilibrio internacional del sector, así como ha ocurrido en otros sectores, pero de
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manera que cada año se encuentran aspectos nuevos y se redefine y se evoluciona constantemente. Este año, después de algunos años decididamente dominados por China y de su rápida tasa de crecimiento volumétrico y articulado en el sector, ha sido el año de Turquía, un país que no es nuevo al business internacional de mármoles y granitos, que posee materiales muy conocidos y apreciados, una estructura productiva consolidada y avanzada, una presencia en los mercados exteriores difundida y bien colocada en los nodos decisorios y financieros de los proyectos, pero que ya está presente en el sector, como antes mencionado, desde hace muchos años. Este año ese país ha experimentado un aumento en las exportaciones de travertinos y en particular de mármoles, principalmente elaborados, hacia países importantes y hacia áreas de crecimiento y de consumo, demostrando de poseer una industria de la piedra nacional que realmente merece ser tomada en consideración como ejemplo de éxito internacional del sector. Y es un éxito todavía más importante, porque ha sido realizado por un país que no se puede considerar una new entry del sector de la piedra. Es un país que está siguiendo conductas de comportamiento que parecen un ejemplo mejores prácticas para todos y bajo muchos aspectos. Se presenta de manera organizada, uniforme y directa. Puede contar con una colocación geográfica ideal, cerca de una zona actualmente en expansión en los consumos. Está presente en los momentos clave y está al lado de sujetos que cuentan en fase decisoria. Ha sabido aventajarse de los nuevos instrumentos proporcionados a las empresas por Internet e ICT, tiene una larga historia de “saber hacer” en el sector y una atención ejemplar en temas relativos a la innovación, como la calidad y las inversiones en nuevas tecnologías y en el pasado 2003 ha adquirido en Italia maquinas-herramienta por más de 9 millones de euro. Ese país tiene bases sólidas para continuar disfrutando de las ventajas de que beneficia, de los costes relativamente bajos de la mano de obra y de la producción en general, de la disponibilidad de material de calidad, de la introducción en importantes mercados y de todos los demás elementos que completan su panorama productivo. Se trata de una presencia muy especializada en los mármoles, que funciona como contrapartida a la otra, muy agresiva y consolidada, de China, en los granitos. Y de China ya hemos dicho todo, o casi todo lo que hay que decir. Empiezan a crecer también sus mármoles, pero en una escala de grandeza diferente, al menos por el momento. El mercado de la zona ha sido indudablemente el más importante, con Japón y Corea del Sur que han absorbido cantidades elevadas de elaborados en granito y una exportación de bloques que disminuye, para mover el baricentro hacia productos elaborados. De hecho hemos visto como China ha comprado más máquinas, en todas las especializaciones, y sólo India parece en condiciones de competir desde un punto de vista dimensional, también en la prospectiva de la voluntad de crecimiento. ¿Cuál va a ser, entonces, el escenario que se va delineando? Seguramente el de un sector en fase de fuerte expansión global, que dedica atenciones crecientes y nuevos espacios a nuevos sujetos, y también no tan nuevos, lo importante es que sean en condiciones de renovar su posición estratégica de manera fuerte y decidida: Turquía es un ejemplo. Lo que pero también se va delineando es el panorama de un sector cuyas especializaciones de alto nivel continúan a ser válidas, porque la complejidad, como en todas las demás actividades económicas de este inicio de milenio, tiende a pesar progresivamente más, y la tecnología, sorprendentemente, resuelve o ayuda a resolver muchos problemas, pero por cierto va creando otros paralelos, a menudo más complicados. Bajo este aspecto, el sector de la piedra está atravesando ahora una fase que otros sectores ya conocen y comparten y de alguna forma acomuna sistemas productivos diferentes y a veces lejanos: coexistencia de segmentos productivos con varios
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potenciales expansivos y tecnológicos, competición creciente en segmentos avanzados y sujetos nuevos que se desplazan hacia especializaciones internacionales de trabajo y redefinen las cuotas respectivas. Existen contradicciones internas al desarrollo, pues, que pueden llegar a condicionar los eventos del futuro más próximo de manera tan fuerte cuanto pueden hacerlo los eventos políticos exteriores al sector, imprevistos o traumáticos. Está teniendo lugar una fuerte discusión, no sólo de tipo teórico sino también político y técnico, sobre lo que significa hoy la actividad manufacturera en los países industriales avanzados, sobre todo cuando esta es acompañada por condiciones de tecnología aplicada en el sector de calidad no particularmente elevada. ¿Cuáles son las ventajas en las que cuentan para mantenerse dentro de un nivel de competición que otros países están moviendo hacia otras plataformas, que no son la calidad de la producción y la oferta completa? ¿Existen ventajas comunes a todos los sectores o cada uno debe buscar las suyas en total autonomía, o soledad, sin que la pertenencia a un sistema de país compartido ayude o sugiera soluciones de cualquier tipo? ¿Hasta qué punto es posible convivir, con especializaciones especificas y propias que permitan a más sujetos con diferentes niveles de desarrollo de coexistir en manera sólida y al mismo tiempo competitiva? Seguramente el sector de la piedra está dentro de este debate, por los problemas de coexistencia entre el modelo histórico de los productores que hasta hoy habían dominado el panorama y el nuevo modelo que emerge del ingreso de los productores recientes, que ya han conquistado mercados importantes y avanzados como Japón y están consolidando su presencia, de manera más lenta pero no menos estable, en mercados como Alemania y Estados Unidos. El sector de la piedra está atravesando un periodo de turbulencia común en buena parte de la industria manufacturera internacional, que es particularmente sensible, a la evolución que sobre todo el Sudeste asiático, pero no sólo, está operando a una continua redistribución de roles, de pesos y de especializaciones internacionales. El cambio se ha convertido en un factor estructural de nuestra sociedad y estamos solamente al inicio de un proceso de impacto que las tecnologías de información y comunicación están teniendo sobre el resto de las actividades económicas y humanas. Nuestra sociedad entera está cambiando, sobre todo porque en sectores estratégicos la innovación es tan rápida que impone el cambio continuo, innovarse ya no es una elección sino una necesidad para la supervivencia, aunque a menudo no esté tan claro en qué consista la innovación y sobre cuál de sus aspectos sea más rentable concentrar los recursos. El tiempo para las decisiones se reduce, el plus-valor se concentra en los conocimientos, en sentido general, que van contando siempre más, y la transparencia de los modelos de oferta cambia las reglas de la competencia, imponiendo una atención creciente a la propia línea de producción, a su reconfiguración y expansión. La capacidad de gobernar los procesos es siempre más crucial y difícil, porque sólo haciéndolo y gobernando también los cambios se podrá sobrevivir como sistema productivo, como empresa también. En estas condiciones, hacer masa critica, para integrarse en un enfoque común a los problemas, puede indicarnos un camino: empresas con fuerte competencia reciproca como Philips, Motorola y STMicroelectronics financian en común un centro de investigación avanzada en Francia, para hacer frente a los costes, de otra forma prohibitivos para cada una, y que les sirve a sostener su propia competitividad individual. Cierto es que las dimensiones de estas tres empresas no tienen equivalente en nuestro sector, pero la praxis que adoptan podría tener.
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El sector de la construcción está cambiando profunda y rápidamente en casi todas partes, porque en todas partes los procesos de cambio, donde los negocios pagan, se homologan al nivel más elevado. Aumenta la productividad global. La búsqueda de alianzas y enfoques comunes entre diferentes sujetos de la línea productiva se modifica y se crea cada vez sobre bases nuevas; las obras cambian aspecto y se convierten mucho más en lugares de montaje que de construcción; emergen figuras profesionales que antes pertenecían a otros sectores y el rol entre clientes y proveedores se intercambia y se complica continuamente. Pero en todo esta evolución hay mucho espacio para la introducción de diversos de conocimientos que caractericen el sector de la piedra y su leadership, reciente o histórico. Hay espacio también para la valorización de un recurso como la piedra natural, que conoce la competición interna entre productores, pero que también sufre de la exterior, a causa de materiales que quieren explotar la atracción de los mármoles y de los granitos sin poseer sus mejores características. Son procesos terriblemente difíciles de comprender y de gobernar mientras tienen lugar, y el enfoque empresarial una vez más choca con el colectivo de un sector que a su vez es parte de otro sector más amplio, como el de las construcciones, aunque no se limite solo a eso. Sin embargo y desafortunadamente, a menudo los retos a los productores y a las categorías económicas, y no sólo, vienen del exterior y si se quiere permanecer en un contexto productivo, es necesario enfrentarse con ellos con conciencia y con confianza en los propios recursos: es el reto del nuevo milenio, que como el nuevo milenio, ha ya iniciado.
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Allegato statistico Statistical annex Annexe statistique Anexo estadistico
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AVVERTENZE PER LE TAVOLE STATISTICHE Le seguenti tavole sono costruite a partire da dati ufficiali, forniti da istituti locali e/o associazioni: si tratta sempre di Istituti governativi di raccolta dati statistici, per quanto riguarda i movimenti doganali delle merci, e talvolta di associazioni di produttori locali, o di altre fonti ufficiali, riguardo alla produzione. Laddove si tratta di stime non documentabili, la cosa viene ogni volta segnalata, ricorrendo ai caratteri in corsivo. Facciamo inoltre presente alcune avvertenze indispensabili per un corretto uso delle tavole seguenti. Particolarmente le informazioni relative alle importazioni ed esportazioni dei vari Paesi, classificate nelle Tavole C richiedono alcune premesse, che possono sembrare banali, ma che invece sono necessarie, poiché servono ad evitare errori banali e fraintendimenti. 1. Le cifre riportate nelle tavole di importazione ed esportazione C1, C2, C3, C4 sono riferite al saldo globale di ogni Paese da/verso tutto lʼinsieme dei suoi Paesi partner. Ovviamente, la nostra lista non comprende tutto lʼinsieme di tutti i Paesi, per cui i totali delle importazioni e i totali delle esportazioni non possono essere coincidenti. Inoltre, le quantità denunciate da ogni Paese nei confronti di ciascun partner non coincidono quasi mai con il viceversa denunciato dal Paese partner, e questo, oltre ad aggravare la cosa, vale non solo per il settore lapideo, ma per tutte le merci, al punto che tutte le fonti di dati internazionali di interscambio usano riportare, nelle tavole a incrocio, entrambe le dichiarazioni, arrivando sino a quattro voci per incrocio (quantità e valori per entrambi i dichiaranti), in import e in export. Il motivo è appunto questo: raramente cʼè coincidenza, e talvolta nemmeno approssimazione, tra i dati di import da un Paese, dichiarati dal Paese importatore, e quelli di export verso lo stesso, dichiarati dal Paese esportatore, nonostante siano dati riferiti alla stessa categoria di movimento e allo stesso periodo. Aggiungiamo che in parte contribuiscono anche i tempi di trasporto, sia pure in termini minimi, a spostare le coincidenze, come pure i differenti regimi doganali e modalità (non sempre proprio armonizzate, a dispetto dei grandi accordi formali) di classificazione e trattazione statistica delle merci tra le istituzioni di differenti Paesi. 2. Le Tavole di seguito riportate sono costruite secondo i seguenti criteri: due tavole dedicate allʼimport export per materiali, marmo e granito, senza rivalutazione dei trasformati a grezzo, e due tavole dedicate allʼimport export per tipologie di materiale scambiato, grezzi e trasformati, riportati a grezzo laddove entrano in gioco i trasformati, e senza distinzione tra calcarei e silicei. Le somme tra tavole sono chiaramente possibili solo a due a due: marmi + graniti, oppure grezzi + trasformati, con coincidenza dei risultati finali solo laddove si abbia lʼaccortezza minima di eliminare il riporto a grezzo dei trasformati. Aggregando altrimenti le tavole, si commettono due errori, sia di conteggio doppio delle quantità pure, che di conteggio aggiuntivo del riporto a grezzo dei trasformati. Di nuovo, la somma delle importazioni con la somma delle esportazioni non può coincidere, per le ragioni già esposte. Le nostre tavole, infatti, ripetiamo, non sono tavole di incrocio tra Paesi, ma solo di quantificazione delle entrate e uscite, relative ai soggetti più significativi per il settore. Esse costituiscono comunque uno strumento informativo adatto ad approssimare i movimenti di materiale lapideo, che intercorrono tra Paesi allʼinterno del comparto, e in questo senso, riteniamo, strumento utile a chi abitualmente o per necessità momentanea, voglia confrontarsi con le statistiche del settore. 3. Spesso le fonti dati non hanno lo stesso aggiornamento, o addirittura i metodi di calcolo del periodo
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non coincidono (per es. lʼanno islamico adottato da alcuni paesi): abbiamo cercato di segnalarlo ogni volta che occorreva. Inoltre, talvolta ci sono anche delle vere e proprie correzioni dei dati già forniti, e questo comporta aggiornamenti anche da un anno allʼaltro, con revisione continua dei risultati. Inoltre, abbiamo utilizzato un criterio differenziato per paesi nel conteggio delle voci: spesso infatti i metodi di classificazione dei vari uffici doganali sono diversi, e quando la cosa era palese, siamo intervenuti per correggere le difformità più evidenti. Ci siamo premurati di segnalarlo ogni volta. La raccolta dati di produzione, anche per lʼItalia, diventa sempre più difficoltosa e incerta. Accanto a Regioni che si dotano di strumenti precisi di rilevazione, ci sono Regioni che rinunciano definitivamente a qualunque tentativo di analisi, lasciando in difficoltà anche le poche fonti locali di volenterosi. In questi casi, abbiamo azzardato una stima sulla base degli andamenti congiunturali e delle fonti locali, ma siamo consapevoli che il risultato rimane una stima. Tutte le tavole riferite allʼItalia, inoltre, sia ai macchinari che ai lapidei, riportano il dato dei valori in migliaia di Euro. Questo inserimento ha comportato delle operazioni di arrotondamento e/o troncamento, che includono un errore tecnico inevitabile: si tratta comunque di un errore molto contenuto, essendo limitato allʼultima cifra dei totali.. La voce “Granulati e polveri” è stata modificata, con lʼeliminazione di un codice HS che riportava chiaramente dati non più pertinenti al settore. Pertanto, anche i valori relativi agli anni precedenti sono stati ricalcolati con il nuovo criterio. LA CLASSIFICAZIONE DEI DATI ISTAT RELATIVI ALLʼEXIMPORT DELLE TECNOLOGIE È STATA MODIFICATA, ESCLUDENDO DUE VOCI RITENUTE ORMAI POCO ATTINENTI CON IL SETTORE, E DANDO SPAZIO ALLA VOCE AUTONOMA RELATIVA ALLE MACCHINE UTENSILI PER LA LAVORAZIONE DELLA PIETRA NATURALE.
NOTES ON STATISTICS TABLES The tables below have been calculated on the basis of official figures from local agencies and/or associations: all of them are governmental agencies that collect statistical data on customs始 traffics and sometimes associations of local producers or other official sources on productions. Any figure that could not be documented has been specified in italics. Please find below some words of caution for a proper use of the following tables. In particular, information on the countries始 imports/exports, as listed in Tables C, require some preliminary explanation that may seem all too clear but is instead necessary, since it helps to avoid common mistakes and misunderstandings. 1. The figures listed in the import/export tables C1, C2, C3, C4 refer to the overall balance of each country from/to all of its partner countries. Obviously, our list does not include the whole of all countries, so total imports cannot tally with total exports. In addition, the amounts reported by each country for each one of its partner country almost never tally with the opposite amounts reported by the partner country, and this, as well as aggravating the situation, applies not only to the stone sector but to all goods, so much so that all the world始s trade data sources usually list both statements in their cross-tables, sometimes even with up to four entries per crossing (the amounts and values of both partners) in the import and export tables. The reason is that the import figures from one country, as stated by the importing country, and the export figures to the same country, as stated by the exporting country, are seldom in agreement, sometimes they actually differ very much, even if referred to the same trade classes and periods. It must also be noted that this level of agreement is also affected by transport times, however slightly, as well as by the different customs legislation and goods classing and statistical processing methods (that, despite important formal agreements, have not always been very well standardised) used in each country. 2. The tables below have been based on the following criteria: two import/export tables classed by materials, marble and granite, where finished goods have not been recalculated as raw materials, two import/export tables classed by type of traded goods, raw and finished goods, where finished goods have been recalculated as raw materials and with no distinction between calcareous and siliceous materials. Additions among the tab les can only be made two by two: marble + granite, or else raw + finished goods, where the end results tally only if finished goods are not recalculated as raw materials. Aggregating the tables otherwise would cause two errors, i.e. pure amounts would be counted twice, and finished goods, recalculated as raw materials, would be counted one more time. Once again, total imports cannot tally with total exports for the above reasons. Our tables are not cross-tables, but have just been designed to quantify incoming and outgoing materials for the most significant actors of the trade. They provide, however, the information needed for an approximation of stone traffics between different countries, and in this respect they are, we think, useful for those who may have to check stone statistics on a permanent or temporary basis. 3. Often, data sources are not equally updated or sometimes the methods used for the calculation of periods may differ (some countries use, for instance, the Islamic year): we have tried to specify it whenever it occurred. In addition, the supplied data have sometimes been heavily corrected, so these figures have had to be updated on a yearly basis and the end results are being reviewed all the time.
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4. In addition, when counting the entries we have used different criteria for each country, since each customs office uses different classing methods, and when the fact was obvious we corrected the most evident inconsistencies. It has been specified every time. 5. The collection of data on production is becoming more and more complicated and uncertain for Italy as well. Alongside regions that have equipped themselves with accurate surveying instruments, there are regions that have given up all attempts, leaving those few local sources of willing people to deal with all the problems. In these cases, we have ventured an estimate on the basis of economic trends and local sources, but we are aware that the result is just an estimate 6. In addition, all tables concerning both Italian machinery and stone products are in thousand euros. This conversion has involved the rounding off and/or cutting off of some figures, which include an unavoidable technical error: it is however a very low error level since it only concerns the last figure of the totals. 7. The “Chips and dust” entry has been changed by removing a HS code that clearly indicated data that are no longer relevant to the sector. Values concerning the previous years have therefore also been recalculated using the new criteria. 8. ISTAT (CENTRAL STATISTICS OFFICE) TECHNOLOGY EXPORTS/IMPORTS DATA FROM HAVE BEEN DIFFERENTLY CLASSED BY IMM, BY REMOVING DATA FROM TWO ITEMS THAT ARE NOW CONSIDERED UNRELATED TO THE STONE INDUSTRY AND BY INCLUDING SEPARATE DATA FROM DIMENSIONAL STONE PROCESSING MACHINE TOOLS.
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AVERTISSEMENTS POUR LES TABLEAUX STATISTIQUES Les tableaux suivants ont été construit en partant des données officiels, fournis des instituts locales et/ou des associations: il sʼagit toujours dʼInstituts gouvernementales de récolte de donnés statistiques, pour ce qui concerne les mouvements des marchandises à travers la douane, et parfois dʼassociations de producteurs locales, ou dʼautres sources officielles concernant la production. Alors quʼil ne sʼagit pas dʼestimes qui peuvent être documentés on le signale en utilisant le caractère italique. Nous signalons en autre certains avertissements indispensables pour une correcte utilisation des tableaux qui suivent. En particulière les informations concernants les importations et exportations dans les différentes Pays classés dans le Tableau C nécessitent certaines prémisses, qui peuvent paraître banales mais quʼau contraire sont nécessaire, parce quʼelles servent à éviter des erreurs banales et des faux sens. 1. Les chiffres dans les tableaux dʼimportation et exportations, C1, C2, C3,C4 se réfèrent au solde globale de chaque Pays de et vers tous ses Pays partenaires. Bien évidemment notre liste ne comprend pas tout lʼensemble des Pays, le totale des importations et des exportations ne peut pas coïncider avec celui dénoncé par le Pays partenaire, et cela vaut pour tous les secteurs et non seulement pour le lapidaire, au point que toutes les sources de donnés internationales dʼéchange rapportent dʼhabitude, dans les tableaux croisés, les deux déclarations, arrivant jusquʼà quatre voix par croisement (quantités et valeurs pour chaque déclarant), en import et export. La raison est que rarement ils coïncident, et des fois on ne trouve même pas une approximation parmi les donnés dʼimport dʼaprès un Pays, déclaré du Pays importateur, et ceux dʼexport vers le même, déclarait par le Pays exportateur, même si les donnés se réfèrent à la même catégorie de mouvement et à la même période. Ajoutons quʼune partie de cette discordance est donné par les temps de transports, ainsi que les différentes régimes des douanes et les modalités de classement et traitement statistique de la marchandise(non pas toujours harmonisés au-delà de grands accords formels). 2. Les tableaux qui suivent ont été construit selon les critères suivantes: deux tableaux dédies à lʼimport export de matériaux, marbre et granit, sans revalorisation des transformé en blocs et deux tableaux dédiés à lʼimport export par typologie de matériel échangé, bruts et transformé,rendus bruts là où les transformés entrent en jeux, et sans aucune distinction entre calcaires et siliceux. Les sommes des tableaux sont clairement possibles seulement à deux à deux: marbres+granits, ou bien bruts+transformés, avec une coïncidence des résultats finales seulement là où lʼon prend la précaution minimum dʼéliminer le remblayage à brut des transformés. Réunissant autrement les tableaux, on fait deux erreurs, le double compte des quantités pures et le compte ajouté du rajoute à bruts des transformés. Nos tableaux, on le répète, ne sont pas tableaux croisés entre Pays, mais seulement de quantification des entrés et des sorties, relative aux sujets les plus significatifs du secteurs. 3. Souvent les sources des donnés nʼont pas la même mise à jour, ou les calcules de la période ne coïncident pas (par ex. lʼan islamique adopté par certain Pays): nous avons cherché de le signaler à chaque fois quʼil le fallait. En autre, des fois on trouve des vraies corrections des données fournis, et cela comporte de mises au jour dʼun année à lʼautre, avec une révision continue des résultats. 4. En autre, nous avons utilisé un critère différent par Pays dans le compte des voix, le classement des différentes bureaux de douane sont souvent différentes, et quand cela était évident nous sommes intervenus pour en corriger les diversités les plus évidentes. Nous lʼavons à chaque fois signalé.
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5. La récolte des donnés de production devient de plus en plus difficile et incertaine pour lʼItalie aussi. A coté de régions qui se douent dʼinstruments précis de relevé, il y a des régions qui renoncent définitivement à tout tentative dʼanalyse, laissant en difficultés les peu de sources locale de ceux qui ont de la volonté. Dans ces cas on a tenté une estimation sur la base des mouvements conjoncturels et de sources locales, même si on est conscient que le résultat reste une estime. 6. Tous tableaux qui se referant à lʼItalie, en autre soit aux machines soit aux lapidaires, ont le donné des valeurs en millier dʼeuro. Cette intégration a comporté des opérations dʼarrondissement et/ou tranchement qui incluent un inévitable erreur technique: en tout cas il sʼagit dʼun erreur très contenu, en étant limité à la dernière chiffre des totales. 7. La voix “Granulés et poudre” a été modifiée, avec lʼélimination dʼun code HS qui rapporte clairement des donnés qui nʼappartiennent pas au secteur. Donc, les valeurs concernant les années précédentes ont été calculé selon le nouvel critère. 8. LE CLASSEMENT DES DONNÉS ISTAT CONCERNENT LʼEXPORT IMPORT DES TECHNOLOGIES A ÉTÉ MODIFIÉ, EXCLUANT DEUX VOIX QUI NOUS SEMBLAIENT AVOIR PEU DE RAPPORTS AVEC LE SECTEUR, ET DONNANT DE LʼESPACE À LA VOIX AUTONOME RELATIVE AUX MACHINES OUTILS POUR LE TRAVAIL DE LA PIERRE NATURELLE.
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NOTAS PARA LA CONSULTA DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS Las tablas siguientes están basadas en datos oficiales, facilitados por entidades locales estatales y algunas asociaciones. Las primeras son siempre de instituciones gubernamentales para la recopilación de datos estadísticos sobre los movimientos aduaneros de las mercancías. En el segundo caso, la información suele proceder de asociaciones de productores locales, o de otras fuentes oficiales, en lo que a la producción se refiere. Los estimados no documentables aparecerán en letra cursiva. Hacemos además presentes algunas advertencias imprescindibles para el uso correcto de las tablas que se detallan a continuación. Nos referimos, en particular, a los datos sobre las importaciones y exportaciones de los varios países, clasificadas en las Tablas C las cuales requieren algunas premisas de orden teórico y técnico, que aunque puedan parecer banales a simple vista, son, sin embargo, necesarias para evitar errores de cálculo e interpretación. 1. Las cifras descritas en las tablas de importación y exportación C1, C2, C3, C4 se refieren al saldo global de cada país hacia y desde la totalidad de sus países asociados. Por supuesto, nuestra lista de datos no incluye todo el conjunto de todos los países asociados por cada país catalogado, por lo tanto, los totales de las importaciones y los totales de las exportaciones no pueden coincidir. Además, las cantidades declaradas por cada país con respecto a cada asociado no concuerdan casi nunca con el equivalente declarado por el país asociado en cuestión, y esto no solo ocurre en el sector de la piedra, sino también en el de las otras mercancías hasta tal punto que todas las fuentes de datos internacionales de intercambio se ven obligadas a mencionar ambas declaraciones en las tablas de cruce, llegando en muchos casos a registrarse hasta cuatro diferentes partidas por cruce (cantidad y valor por ambos declarantes), en importaciones y en exportaciones. El motivo es precisamente éste: que raramente hay coincidencia, y a veces ni siquiera aproximación, entre los datos de importación de un país, declarados por el país importador, y los de exportación hacia el mismo, declarados por el país exportador incluso en los casos de datos relativos a la misma categoría de movimiento y al mismo periodo. Añadiremos que, en parte, aún que sea en forma mínima, los tiempos de transporte también contribuyen a las diferencias así como los diferentes regímenes aduaneros y los sistemas de clasificación y elaboración estadística de las mercancías entre las instituciones de los diferentes países (a menudo poco armonizados, a pesar de los grandes acuerdos formales en vigor). 2. Las Tablas que siguen están construidas según los siguientes criterios: dos tablas dedicadas a la importación / exportación de materiales, mármol y granito, sin reevaluación en bruto de los transformados, y dos tablas dedicadas a la importación/exportación por tipo de materiales intercambiados, brutos y transformados, llevados en bruto donde entren en juego los transformados, y sin distinción entre calcáreos y silíceos. Las sumas entre tablas son claramente posibles solo de dos en dos: mármoles + granitos, o brutos + transformados, con coincidencia de los resultados finales, sólo donde se haya tenido el cuidado de eliminar el pasaje a bruto de los transformados. De lo contrario, agregando las tablas, se habrán cometido dos errores: el del doble computo de las cantidades puras y el del computo adicional del pasaje a bruto de los transformados. Así pues la suma de las importaciones con la suma de las exportaciones no pueden coincidir, por las razones ya indicadas. Nuestras tablas, repetimos, no son tablas de cruce entre países, si no simplemente tablas de cuantificación de entradas y salidas, relativas a los sujetos más significativos para el sector.
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Ellas constituyen, de todas formas, un instrumento informativo que puede ser usado para hacer estimados aproximados sobre los movimientos de material en piedra que tienen lugar entre países al interior del sector, y, en este sentido, consideramos que sean un instrumento útil para aquellos que habitualmente o por necesidad temporánea quieran compararse con las estadísticas del sector. A menudo, los orígenes de los datos, no tienen la misma actualización, o los métodos de cálculo del periodo no coinciden (por ejemplo el año islámico adoptado por algunos países) y hemos intentado señalarlo cada vez que esto ocurre. A veces, también hay verdaderas correcciones de los datos facilitados, y esto produce actualizaciones también entre un año y otro, con revisión continua de los resultados. Hemos además usado un criterio diferenciado para los países en el calculo de las partidas: a menudo los métodos de clasificación de las varias oficinas aduaneras son diferentes, y cuando esto es evidente, hemos corregido las diferencias más visibles. Hemos procurado señalar esto en cada ocurrencia. La obtención de datos de producción, también de Italia, se hace siempre difícil y incierta. Al lado de regiones que tienen instrumentos precisos de estimación, hay regiones que renuncian totalmente al uso de cualquier instrumento de análisis, creando dificultades también para las pocas zonas locales con buena voluntad. En estos casos hemos intentado hacer una estimación sobre la base de la marcha coyuntural y de los datos de origen local, pero sabemos que el resultado siempre será un estimado. Todas las tablas referentes a Italia, tanto en las maquinarias como en la piedra, llevan el dato de los valores recalculado en miles de Euros. Esta inserción ha supuesto la realización de algunas operaciones de redondeo y/o de truncamiento, que incluyen un error técnico inevitable: se trata, de todos modos, de un error muy limitado, que solo se refleja en la última cifra de los totales. La partida “Granulados y polvos” ha sido modificada con la eliminación de un código HS que contenía datos ya no relevantes para el sector. Por lo tanto, también los valores relativos a los años anteriores han sido recalculados con el nuevo criterio. LA CLASIFICACIÓN DE LOS DATOS DEL INSTITUTO NACIONAL DE ESTADÍSTICAS (ISTAT), RELATIVA A LA IMPORTACIÓN Y EXPORTACIÓN DE TECNOLOGÍAS HA SIDO MODIFICADA, EXCLUYENDO DOS PARTIDAS CONSIDERADAS YA POCO PERTINENTES AL SECTOR Y DEJANDO ESPACIO A LA PARTIDA AUTÓNOMA RELATIVA A LAS MÁQUINAS-HERRAMIENTA PARA LA ELABORACIÓN DE LA PIEDRA NATURAL.
INDICE DELLE TAVOLE STATISTICHE ALLEGATE ANNEXED STATISTICAL TABLES INDEX INDEX DES TABLES STATISTIQUES ANNEXES INDICE DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS ANEXAS Tav. A
Produzione internazionale di cava International raw material production Production internationale de matières premierès Produccíon internacional de materias primas
Tav. B
Produzione italiana di cava Italian raw material production Production italienne de matières premierès Produccíon italiana de materias primas
Tav. C
Import export internazionali/Lapidei International import export/Stone materials Import export international/Pierres Importaciones y exportaciones internacionales/Piedras C1
Tav. 1
Tav. 2
marmo marble marbre mármol C2 granito granite granite granito C3 grezzi raw materials matières premières brutos/materias primas C4 lavori riportati a grezzo processed materials, blocks equivalent équivalent en blocs de matériaux produits equivalente en bloques de los materiales elaborados Import export italiano/Lapidei Italian import export/Stone materials Import export italien/Pierres Importaciones y exportaciones italianas/Piedras Import export italiano per aree geografiche/Lapidei
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Tav. 3
Tav. 4
Tav. 5
Tav. 6
Grafici Graphs Graphiques Gráficos
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Italian import export by geographical areas/Stone materials Import export italien/Pierres Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Piedras Import export italiano per Paesi/Lapidei Italian import export by countries/Stone materials Import export italien pour pays/Pierres Importaciones y exportaciones italianas por países/Piedras Import export italiano/Macchine Italian import export/Machinery Import export italien/Machines Importaciones y exportaciones italianas/Maquinaria Import export italiano per aree geografiche/Macchine Italian import export by geographical areas/Machinery Import export italien pour zones géographiques/Machines Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Maquinaria Import export italiano per Paesi/Macchine Italian import export by countries/Machinery Import export italien pour pays/Machines Importaciones y exportaciones italianas por países/Maquinaria
Note relative alla Tavola A Canada: non sono considerate le arenarie. Croazia: il dato è riferito al solo marmo e pietre calcaree. Egitto: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti. India: sono state considerate le sole produzioni di marmo e granito. Italia: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti. Iran: 1999: ʼ98-ʼ99; 2000: ʼ99-ʼ00; 2001: ʼ00-ʼ01; 2002: ʼ01-ʼ02; 2003: ʼ02-ʼ03. Portogallo: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti. Siria: dato riferito ai soli blocchi squadrati. Slovenia: il dato è riferito al solo marmo e granito. Sud Africa: i dati sono riferiti soltanto a granito e altre pietre. Notes on Table A Canada: sandstone data have not been considered. Croatia: data refer to marble and limestone only. Egypt: data revised based on recent information. India: data refer to marble and granite production only. Italy: data revised based on recent information. Iran: 1999: ʼ98-ʼ99; 2000: ʼ99-ʼ00; 2001: ʼ00-ʼ01; 2002: ʼ01-ʼ02; 2003: ʼ02-ʼ03. Siria: data referred to dimension blocks only. Portugal: data revised based on recent information. Slovenia: data refer to marble and granite only. South-Africa: data refer to granite and other stones only. Notes relatives au Tableau A Canada: les grès ne sont pas considérés. Croatie: le donnée se réfère seulement au marre et aux pierres calcaires. Egypte: le donnée a été revu sur la base dʼinformations récentes. Inde: nous avons considéré les seuls productions en marbre et granit. Italie: le donnée a été revu sur la base dʼinformations récentes. Iran: 1999: ʼ98-ʼ99; 2000: ʼ99-ʼ00; 2001: ʼ00-ʼ01; 2002: ʼ01-ʼ02; 2003: ʼ02-ʼ03. Portugal: le donnée a été revu sur la base dʼinformations récentes. Slovénie: le donnée se réfère seulement au marbre et au granit. Sud Afrique: les données se réfèrent seulement au granit et aux autres pierres. Notas para la consulta de la tabla A Canadá: no se han considerado las areniscas. Croacia: los datos se refieren sólo al mármol y a las piedras calcáreas. Egipto: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes. India: se han considerado únicamente las producciones de mármol y granito. Italia: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes. Irán: 1999: ʼ98-ʼ99; 2000: ʼ99-ʼ00; 2001: ʼ00-ʼ01; 2002: ʼ01-ʼ02; 2003: ʼ02-ʼ03. Portugal: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes. Siria: los datos se refieren sólo a bloques canteados. Eslovenia: los datos se refieren sólo al mármol y al granito. Sudáfrica: los datos se refieren únicamente a granito y otras piedras.
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TAV. A. PRODUZIONE INTERNAZIONALE DI GREZZO (TONN.) PAESI
1999
2000
2001
2002
2003
ARABIA SAUDITA
600.000
580.000
600.000
700.000
1.000.000
ARGENTINA
226.993
288.000
280.000
290.000
300.000
40.000
40.000
31.180
47.321
AUSTRIA
AUSTRALIA
376.430
528.034
500.000
500.000
BRASILE
2.458.392
2.836.238
3.059.542
3.710.000
CANADA
332.800
350.000
300.000
300.000
13.000.000
13.000.000
16.800.000
18.000.000
CINA CROAZIA EGITTO FINLANDIA FRANCIA GIORDANIA GIAPPONE INDIA
nd/na
50.000 nd/na 4.000.000 nd/na 18.600.000
168.000
177.000
186.000
185.000
1.200.000
1.400.000
1.500.000
1.700.000
293.128
360.335
580.549
608.619
630.000
1.244.900
1.249.200
1.249.000
1.235.100
1.200.000
34.500
66.300
58.900
72.641
80.000
207.577
206.000
211.590
204.283
200.000
8.760.000
10.054.000
10.150.000
10.500.000
11.200.000
IRAN
7.519.000
7.928.000
9.311.000
9.500.000
10.000.000
ITALIA
10.547.523
10.175.655
10.522.435
10.000.920
10.000.000
328.860
225.300
301.590
280.000
300.000
MESSICO
744.376
1.034.529
1.000.000
1.000.000
1.100.000
NORVEGIA
262.000
242.000
324.550
340.000
KAZAKISTAN
POLONIA PORTOGALLO REPUBBLICA CECA ROMANIA SIRIA
nd/na
nd/na
471.300
554.600
823.500
800.000
2.694.221
2.733.027
3.186.252
2.833.478
2.784.700
250.000
300.000
300.000
300.000
nd/na nd/na
61.523
83.154
71.319
64.660
914.950
553.534
718.635
651726
700.000
SLOVENIA
nd/na
nd/na
46.310
33.690
35.000
SPAGNA
5.600.000
6.200.000
8.770.000
7.616.000
7.760.000
STATI UNITI D’AMERICA
1.250.000
1.320.000
1.220.000
1.260.000
1.350.000
SUD AFRICA
668.600
977.100
869.900
757.700
750.000
SVEZIA
105.762
100.000
100.000
100.000
100.000 113.562
TAIWAN
nd/na
nd/na
144.800
111.000
TAILANDIA
60.220
69.940
82.040
78.500
96.900
TURCHIA
2.304.000
2.453.000
2.625.000
3.150.000
6.200.000
UCRAINA
45.247
57.601
61.134
66.900
70.000
UZBEKISTAN
78.336
79.566
87.230
82.705
80.130
61.009.338
65.929.813
75.694.556
76.904.743
81.385.292
TOTALE
80
TAV. B. PRODUZIONE ITALIANA DI GREZZO (TONN.) REGIONE CAMPANIA VALLE D’AOSTA PIEMONTE
1999
2000
2001
2002
2003
790.888
n.d/n.a
655.240
495.000
500.000
19.700
19.335
27.216
32.400
32.400
686.043
730.000
700.000
610.000
581.000
LOMBARDIA
1.088.944
1.035.850
1.071.986
991.605
999.154
TRENTINO
1.077.894
1.100.000
1.139.613
1.140.200
1.167.000
39.843
120.000
150.000
180.000
180.000
429.055
474.570
373.523
380.000
nd/na
FRIULI V. G.* VENETO LIGURIA TOSCANA MARCHE
130.000
130.000
130.000
113.615
108.500
1.500.000
1.600.000
1.678.980
1.577.100
1.470.000 55.000
20.500
25.900
82.150
61.000
LAZIO
1.186.000
1.150.000
1.200.000
1.300.000
nd/na
PUGLIA
1.300.000
1.400.000
1.200.000
1.000.000
1.000.000
SICILIA
1.050.000
1.100.000
1.178.227
1.255.000
1.150.000
SARDEGNA**
1.228.656
1.290.000
935.500
865.000
665.000
10.547.523
10.175.655
10.522.435
10.000.920
7.908.054
TOTALE
Fonti: fonti locali ufficiali (Uff. regionali, Associazioni di categoria, ecc..)
Note relative alla tavola B Tutti i dati in corsivo sono di stima Molte regioni sono in forte ritardo nella rilevazione dei dati, ed adottano criteri di raccolta e classificazione dei dati soggetti a variazioni di anno in anno
Notes on Table B All data in italics are estimates Many Regional Governments are late in data collecting, and use data collecting and classifying criteria which vary from one year to the other
Notes relatives au tableau B Tous les données en italique sont dʼestime Nombreuses régions ont un fort retard dans la révélation des données, et elles adoptent des critères dʼassemblage et de classement des données sujet à des variations dʼune année à lʼautre.
81
Notas para la consulta de la tabla B Todos los datos en letra cursiva son estimaciones Muchas regiones están en fuerte retraso en la adquisición de los datos y adoptan criterios de recolección y de clasificación que pueden variar de año en año.
Note relative alle tavole C • Austria: lʼinterscambio con la Germania nellʼexport blocchi è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile; • Belgio: lʼinterscambio di blocchi con i Paesi Bassi potrebbe contenere dati riferiti ad altri prodotti in pietra; lʼexport verso la Francia è stato modificato, escludendo una voce non affidabile; • Cina: lʼinterscambio con Hong Kong nellʼexport blocchi è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile; • Germania: lʼimport di granito in blocchi dalla Norvegia è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile; • India: 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002; 2003: 2002-2003; • Iran: 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002; 2003: 2002-2003; • Norvegia: lʼexport di granito in blocchi è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile; • Paesi Bassi: lʼinterscambio con la Germania potrebbe contenere dati riferiti ad altri prodotti in pietra; lʼinterscambio con il Belgio Lussemburgo è stato modificato, perché ritenuto non affidabile; • Regno Unito: export graniti: verso lʼIrlanda il dato è anomalo; lʼinterscambio di granito in blocchi con la Francia e la Norvegia è stato escluso, perché ritenuto non affidabile; • Messico: i dati 2002 sono relativi al primo semestre soltanto • Singapore: lʼimport di granito blocchi dalla Malesia è stato escluso, perché ritenuto non affidabile. Notes on tables C • Austria: block import-export trade with Germany has been changed by removing a supposedly unreliable item; : block import-export trade with the Netherlands could include data referred to different • stone products; exports to France have been changed by removing an unreliable item; • China: block import-export trade with Hong Kong has been changed by removing a supposedly unreliable item; • Germany: granite block imports from Norway have been changed by removing a supposedly unreliable item; • India: 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002; 2003: 2002-2003; • Iran: 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002; 2003: 2002-2003; • Norway: block granite exports have been changed by removing a supposedly unreliable item; • The Netherlands: import-export trade with Germany could include data referred to different stone products; import-export trade with Belgium-Luxembourg has been changed as supposedly unreliable; • United Kingdom: granite exports to Ireland: irregular data; granite block import-export trade with France and Norway has been removed as supposedly unreliable;
82
• •
Mexico: 2002 data refer to the first six months only; Singapore: granite block imports from Malaysia have been removed as supposedly unreliable.
Notes relative aux tableau C • Autriche: lʼéchange avec lʼAllemagne dans lʼexportation des blocs a été modifié, excluant une voix retenue peu fiable; • Belgique: lʼéchange de blocs avec les Pays-Bas pourrait contenir des donnés qui se réfèrent à dʼautres produits en pierre; lʼexportation vers la France a été modifié excluant une voix non fiable; • Chine: lʼéchange avec Hong Kong dans lʼexport de blocs a été modifié excluant une voix non fiable; • Allemagne: lʼimportation de granits en blocs de la Norvège a été modifié excluant une voix non fiable; • Indie: 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002; 2003: 2002-2003; • Iran: 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002; 2003: 2002-2003; • Norvège: lʼexport de granits en blocs a été modifié excluant une voix non fiable ; • Pays-Bas: lʼéchange avec lʼAllemagne pourrait contenir des donnés qui se réfèrent à dʼautres produits en pierre; lʼéchange avec le Luxembourg-Belgique a été modifié excluant une voix non fiable ; • Royame Unis: exportation de granits: vers lʼIrlande le donné est anomale; • lʼéchange de blocs de granits avec la France et la Norvège a été exclus parce que non fiable ; • Mexique: les donnés 2002 se réfèrent seulement au premier semestre; • Singapore: lʼimportation de blocs de granit de la Malaysia a été exclus parce que retenu non fiable. Notas para la consulta de las tablas C • Austria: el intercambio con Alemania en la exportación de bloques ha sido modificado, excluyendo una partida no considerada atendible; • Bélgica: el intercambio de bloques con Holanda podría contener datos relativos a otros productos de piedra. Las exportaciones hacia Francia han sido modificadas, excluyendo una partida no atendible; • China: el intercambio con Hong Kong en la exportación de bloques ha sido modificado, excluyendo una partida no considerada atendible; • Alemania: la importación de granito en bloques de Noruega ha sido modificada, excluyendo una partida no considerada atendible; • India: 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002; 2003: 2002-2003; • Irán: 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002; 2003: 2002-2003; • Noruega: la exportación de granito en bloques ha sido modificada, excluyendo una partida no considerada atendible; • Holanda: el intercambio con Alemania podría contener datos relativos a otros productos de piedra. El intercambio con Bélgica Luxemburgo ha sido modificado, ya que no se ha considerado atendible; • Reino Unido: exportación de granitos: hacia Irlanda los datos son anómalos; el intercambio de granito en bloques con Francia y Noruega ha sido excluido ya que no se ha considerado atendible; • México: los datos 2002 se refieren solo al primer trimestre; • Singapur: las importaciones de granito en bloques de Malasia han sido excluidas ya que no se han considerado atendibles.
83
TAV. C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO Grezzo + lavorati
IMPORT
TOTALE MARMO Paesi / Resto del mondo
2001
2002
2003
03/’02
Variazioni percentuali 03/’01 02/’01
ARABIA SAUDITA
17.600
12.760
nd/na
-100,0
-100,0
-27,5
AUSTRIA
24.660
18.620
20.070
7,8
-18,6
-24,5
BELGIO-LUX
88.460
84.790
110.930
30,8
25,4
-4,1
3.430
5.250
nd/na
-100,0
-100,0
53,1
1.078.480
1.265.900
1.807.960
42,8
67,6
17,4
99.340
173.780
184.430
6,1
85,7
74,9
CROAZIA
6.774
7.987
8.542
6,9
26,1
17,9
DANIMARCA
9.920
8.820
10.320
17,0
4,0
-11,1
FILIPPINE
2.340
4.530
2.100
-53,6
-10,3
93,6
FINLANDIA
1.100
770
1.130
46,8
2,7
-30,0
CANADA CINA COREA DEL SUD
FRANCIA
86.840
78.080
77.200
-1,1
-11,1
-10,1
GERMANIA
103.510
77.060
66.130
-14,2
-36,1
-25,6
GIAPPONE
102.110
82.280
85.170
3,5
-16,6
-19,4
GIORDANIA
82.540
85.210
114.290
34,1
38,5
3,2
GRECIA
106.950
160.150
224.980
40,5
110,4
49,7
HONG KONG
188.470
128.210
126.310
-1,5
-33,0
-32,0
INDIA
65.290
53.090
87.600
65,0
34,2
-18,7
INDONESIA
25.500
31.340
nd/na
-100,0
-100,0
22,9
10
20
950
4650,0
9400,0
100,0 108,1
IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO
4.960
10.320
10.390
0,7
109,5
480.870
450.190
480.820
6,8
-0,0
-6,4
2.990
6.470
10.220
58,0
241,8
116,4
147.810
113.440
128.420
13,2
-13,1
-23,3
MESSICO
31.270
16.400
nd/na
-100,0
-100,0
-47,6
NORVEGIA
3.690
3.490
2.600
-25,5
-29,5
-5,4
PAESI BASSI
29.220
33.820
30.830
-8,8
5,5
15,7
POLONIA
25.107
23.500
23.980
2,0
-4,5
-6,4
PORTOGALLO
28.030
29.840
42.070
41,0
50,1
6,5
REGNO UNITO
64.090
51.770
56.340
8,8
-12,1
-19,2
REPUBBLICA CECA
4.140
5.190
4.870
-6,2
17,6
25,4
RUSSIA
21.570
28.790
34.200
18,8
58,6
33,5
SINGAPORE
47.270
39.580
45.860
15,9
-3,0
-16,3
6.230
5.267
7.749
47,1
24,4
-15,5
SPAGNA
264.200
296.270
345.450
16,6
30,8
12,1
STATI UNITI D’AMERICA
602.640
708.780
838.370
18,3
39,1
17,6
12.340
13.910
16.990
22,1
37,7
12,7
SLOVENIA
SUD AFRICA SVEZIA SVIZZERA TAIWAN THAILANDIA
4.890
5.730
6.910
20,6
41,3
17,2
35.140
39.530
nd/na
-100,0
-100,0
12,5
124.100
139.040
172.620
24,2
39,1
12,0
360
1.108
12.968
1070,4
3502,2
207,8
TURCHIA
5.930
8.800
17.640
100,5
197,5
48,4
UCRAINA
4.890
5.950
7.650
28,6
56,4
21,7
4.045.061
4.315.832
5.225.059
21,1
29,2
6,7
TOTALE
84
TAV. C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO Grezzo + lavorati
EXPORT
TOTALE MARMO Paesi / Resto del mondo
2001
2002
2003
03/’02
Variazioni percentuali 03/’01 02/’01
ARABIA SAUDITA
nd/na
20.750
nd/na
-100,0
-
-
AUSTRIA
4.620
4.020
6.900
71,6
49,4
-13,0
121.980
116.570
130.920
12,3
7,3
-4,4
670
250
nd/na
-100,0
-100,0
-62,7
179.710
234.780
365.460
55,7
103,4
30,6
310
180
260
44,4
-16,1
-41,9
13.833
23.747
43.653
83,8
215,6
71,7
3.460
4.100
4.700
14,6
35,8
18,5
29.090
34.920
43.340
24,1
49,0
20,0
120
130
330
153,8
175,0
8,3
FRANCIA
27.400
15.840
13.910
-12,2
-49,2
-42,2
GERMANIA
53.900
57.230
28.070
-51,0
-47,9
6,2
GIAPPONE
100
40
80
100,0
-20,0
-60,0
BELGIO-LUX CANADA CINA COREA DEL SUD CROAZIA DANIMARCA FILIPPINE FINLANDIA
GIORDANIA GRECIA HONG KONG
9.530
9.620
6.870
-28,6
-27,9
0,9
361.720
333.580
382.360
14,6
5,7
-7,8 -41,3
90.840
53.310
49.780
-6,6
-45,2
165.240
172.120
254.490
47,9
54,0
4,2
27.930
21.660
nd/na
-100,0
-100,0
-22,4
280.547
306.487
364.393
18,9
29,9
9,2
50
20
530
2550,0
960,0
-60,0
2.130.120
2.094.580
1.755.580
-16,2
-17,6
-1,7
190
260
140
-46,2
-26,3
36,8
LIBANO
15.450
24.830
25.390
2,3
64,3
60,7
MESSICO
92.050
43.270
nd/na
-100,0
-100,0
-53,0
NORVEGIA
2.500
3.620
3.500
-3,3
40,0
44,8
PAESI BASSI
1.900
4.170
3.600
-13,7
89,5
119,5 -17,2
INDIA INDONESIA IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN
POLONIA
580
480
600
25,0
3,4
PORTOGALLO
282.960
279.940
296.100
5,8
4,6
-1,1
REGNO UNITO
4.030
4.550
7.740
70,1
92,1
12,9 -54,2
REPUBBLICA CECA
590
270
190
-29,6
-67,8
RUSSIA
6.220
6.540
6.530
-0,2
5,0
5,1
SINGAPORE
7.610
6.693
5.830
-12,9
-23,4
-12,1
SLOVENIA
4.473
3.948
3.990
1,1
-10,8
-11,7
690.120
760.030
776.270
2,1
12,5
10,1
51.580
72.840
56.910
-21,9
10,3
41,2
SUD AFRICA
230
1.150
700
-39,1
204,3
400,0
SVEZIA
300
370
230
-37,8
-23,3
23,3
SVIZZERA
720
670
nd/na
-100,0
-100,0
-6,9
25.730
18.820
18.070
-4,0
-29,8
-26,9
SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA
TAIWAN THAILANDIA
2.950
1.780
1.660
-6,7
-43,7
-39,7
TURCHIA
918.150
1.247.470
1.901.400
52,4
107,1
35,9
UCRAINA
80
110
50
-54,5
-37,5
37,5
5.609.583
5.985.745
6.560.526
9,6
17,0
6,7
TOTALE
85
TAV. C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO Grezzo + lavorati
IMPORT
TOTALE GRANITO Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA
2001
2002
2003
03/’02
Variazioni percentuali 03/’01 02/’01
52.070
45.940
nd/na
-100,00
-100,00
AUSTRIA
126.060
114.110
142.300
24,70
12,88
-9,48
BELGIO-LUX
314.690
350.390
403.560
15,17
28,24
11,34
CANADA CINA COREA DEL SUD CROAZIA DANIMARCA
-11,77
122.750
129.220
nd/na
-100,00
-100,00
5,27
1.093.280
1.240.900
1.555.130
25,32
42,24
13,50
687.290
1.273.210
1.641.190
28,90
138,79
85,25
60.303
61.143
66.064
8,05
9,55
1,39
285.120
407.600
257.780
-36,76
-9,59
42,96
FILIPPINE
28.840
27.030
16.430
-39,22
-43,03
-6,28
FINLANDIA
14.060
13.090
11.570
-11,61
-17,71
-6,90
FRANCIA
297.710
275.260
287.790
4,55
-3,33
-7,54
GERMANIA
745.820
693.290
653.540
-5,73
-12,37
-7,04
GIAPPONE
1.465.640
1.424.110
1.366.750
-4,03
-6,75
-2,83
28.860
33.970
28.570
-15,90
-1,01
17,71 17,10
GIORDANIA GRECIA
47.370
55.470
77.810
40,27
64,26
127.560
128.940
118.660
-7,97
-6,98
1,08
1.410
1.870
5.630
201,07
299,29
32,62
42.290
44.470
nd/na
-100,00
-100,00
5,15
0
0
0
-
-
-
27.140
29.750
36.320
22,08
33,82
9,62
1.836.790
1.854.640
1.779.820
-4,03
-3,10
0,97
2.580
5.090
5.570
9,43
115,89
97,29
LIBANO
64.710
66.210
71.460
7,93
10,43
2,32
MESSICO
20.020
12.370
nd/na
-100,00
-100,00
-38,21
HONG KONG INDIA INDONESIA IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN
NORVEGIA
24.550
24.690
32.320
30,90
31,65
0,57
PAESI BASSI
443.140
403.020
337.130
-16,35
-23,92
-9,05
POLONIA
285.401
372.980
640.220
71,65
124,32
30,69
PORTOGALLO
162.900
237.170
116.730
-50,78
-28,34
45,59
REGNO UNITO
128.520
154.910
209.440
35,20
62,96
20,53
REPUBBLICA CECA
18.900
24.160
29.930
23,88
58,36
27,83
RUSSIA
75.030
90.350
112.650
24,68
50,14
20,42
SINGAPORE
70.390
52.120
42.750
-17,98
-39,27
-25,96 11,36
SLOVENIA
21.006
23.393
23.424
0,13
11,51
685.740
731.130
977.100
33,64
42,49
6,62
1.093.970
1.497.320
1.909.380
27,52
74,54
36,87
SUD AFRICA
17.720
32.180
33.950
5,50
91,59
81,60
SVEZIA
53.190
28.050
26.860
-4,24
-49,50
-47,26
SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA
SVIZZERA
250.710
242.390
nd/na
-100,00
-100,00
-3,32
2.157.490
1.113.850
729.740
-34,48
-66,18
-48,37
THAILANDIA
78.397
117.386
122.319
4,20
56,03
49,73
TURCHIA
74.810
84.980
103.410
21,69
38,23
13,59
UCRAINA
3.310
1.690
4.940
192,31
49,24
-48,94
13.137.537
13.519.842
13.978.237
3,39
6,40
2,91
TAIWAN
TOTALE
86
TAV. C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO Grezzo + lavorati
EXPORT
TOTALE GRANITO Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA AUSTRIA
2001
2002
2003
03/’02
Variazioni percentuali 03/’01 02/’01
nd/na
52.490
nd/na
-100,0
-
-
31.230
28.390
22.390
-21,1
-28,3
-9,1 32,3
BELGIO-LUX
197.040
260.600
215.220
-17,4
9,2
CANADA
186.880
168.500
nd/na
-100,0
-100,0
-9,8
4.223.120
4.769.040
5.469.340
14,7
29,5
12,9
71.130
16.800
22.800
35,7
-67,9
-76,4
4.594
3.220
3.047
-5,4
-33,7
-29,9
19.970
14.170
14.220
0,4
-28,8
-29,0 50,0
CINA COREA DEL SUD CROAZIA DANIMARCA FILIPPINE
580
870
800
-8,1
37,9
FINLANDIA
323.290
346.620
337.520
-2,6
4,4
7,2
FRANCIA
112.400
97.490
91.540
-6,1
-18,6
-13,3
GERMANIA
152.770
154.300
181.690
17,8
18,9
1,0
GIAPPONE
19.690
27.680
33.860
22,3
72,0
40,6
GIORDANIA
146.620
157.520
183.910
16,8
25,4
7,4
5.890
29.800
13.790
-53,7
134,1
405,9 -44,1
GRECIA HONG KONG
111.171
62.120
67.010
7,9
-39,7
1.635.520
1.757.820
2.339.130
33,1
43,0
7,5
INDONESIA
85.280
230.420
nd/na
-100,0
-100,0
170,2
IRAN
26.537
26.873
16.596
-38,2
-37,5
1,3
4.740
4.090
3.980
-2,7
-16,0
-13,7 -6,2
INDIA
IRLANDA ITALIA
1.385.050
1.299.620
1.298.970
-0,1
-6,2
KAZAKISTAN
7.880
8.610
14.540
68,9
84,5
9,3
LIBANO
7.730
8.430
11.960
41,9
54,7
9,1 -15,3
MESSICO
40.220
34.060
nd/na
-100,0
-100,0
NORVEGIA
288.140
315.230
518.790
64,6
80,1
9,4
39.840
30.980
47.350
52,8
18,9
-22,2
PAESI BASSI POLONIA
106.006
96.600
118.420
22,6
11,7
-8,9
PORTOGALLO
373.280
423.210
362.040
-14,5
-3,0
13,4
REGNO UNITO REPUBBLICA CECA
5.030
6.650
5.820
-12,5
15,7
32,2
23.740
17.360
12.800
-26,3
-46,1
-26,9
RUSSIA
4.630
6.380
9.050
41,9
95,5
37,8
SINGAPORE
4.760
10.107
5.420
-46,4
13,9
112,3 -24,3
SLOVENIA
8.491
6.431
7.900
22,8
-7,0
SPAGNA
533.380
567.390
531.780
-6,3
-0,3
6,4
STATI UNITI D’AMERICA
194.100
173.070
172.630
-0,3
-11,1
-10,8
SUD AFRICA
888.650
854.130
733.620
-14,1
-17,4
-3,9
SVEZIA
234.970
263.110
280.210
6,5
19,3
12,0
SVIZZERA
71.540
70.130
nd/na
-100,0
-100,0
-2,0
TAIWAN
21.970
20.880
18.390
-11,9
-16,3
-5,0
9.710
41.660
48.070
15,4
395,1
329,0
TURCHIA
58.180
197.220
148.110
-24,9
154,6
239,0
UCRAINA
75.100
80.430
94.770
17,8
26,2
7,1
11.740.849
12.740.501
13.457.483
5,6
14,6
8,5
THAILANDIA
TOTALE
87
TAV. C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO IMPORT
TOTALE GREZZI Paesi / Resto del mondo
2001
2002
2003
03/’02
Variazioni percentuali 03/’01 02/’01
ARABIA SAUDITA
15.090
8.910
nd/na
-100,0
-100,0
-41,0
AUSTRIA
35.770
29.360
37.310
27,1
4,3
-17,9
229.830
240.820
285.720
18,6
24,3
4,8
97.430
98.530
nd/na
-100,0
-100,0
1,1
2.082.260
2.460.040
3.316.760
34,8
59,3
18,1
38.190
29.170
47.800
63,9
25,2
-23,6
BELGIO-LUX CANADA CINA COREA DEL SUD CROAZIA DANIMARCA
29.864
27.578
30.902
12,1
3,5
-7,7
266.570
385.470
231.620
-39,9
-13,1
44,6
FILIPPINE
3.360
4.150
4.040
-2,7
20,2
23,5
FINLANDIA
6.980
8.090
7.070
-12,6
1,3
15,9
FRANCIA
269.520
238.050
232.610
-2,3
-13,7
-11,7
GERMANIA
303.910
270.410
221.120
-18,2
-27,2
-11,0
GIAPPONE
255.880
144.300
93.970
-34,9
-63,3
-43,6
GIORDANIA
79.370
86.120
116.020
34,7
46,2
8,5
GRECIA
134.150
194.560
256.030
31,6
90,9
45,0
HONG KONG
166.470
102.730
117.880
14,7
-29,2
-38,3
INDIA
63.100
43.400
72.370
66,8
14,7
-31,2
INDONESIA
59.080
67.350
nd/na
-100,0
-100,0
14,0
0
0
0
-
-
-
18.880
23.240
22.430
-3,5
18,8
23,1
2.157.800
2.107.140
2.019.750
-4,1
-6,4
-2,3
2.230
4.550
5.200
14,3
133,2
104,0
IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO
122.730
90.110
116.980
29,8
-4,7
-26,6
MESSICO
8.580
3.830
nd/na
-100,0
-100,0
-55,4
NORVEGIA
21.080
21.940
26.210
19,5
24,3
4,1
PAESI BASSI
364.250
321.420
237.520
-26,1
-34,8
-11,8
POLONIA
263.159
339.970
604.270
77,7
129,6
29,2
PORTOGALLO
132.430
203.200
90.980
-55,2
-31,3
53,4
REGNO UNITO
76.890
85.820
122.790
43,1
59,7
11,6
8.940
9.390
12.910
37,5
44,4
5,0
RUSSIA
40.460
50.070
48.820
-2,5
20,7
23,8
SINGAPORE
29.940
29.171
32.770
12,3
9,5
-2,6
7.839
8.290
11.791
42,2
50,4
5,8
SPAGNA
820.460
884.800
1.166.480
31,8
42,2
7,8
STATI UNITI D’AMERICA
160.860
427.720
486.010
13,6
202,1
165,9
7.340
22.040
22.950
4,1
212,7
200,3
45.700
20.330
22.750
11,9
-50,2
-55,5
187.200
179.620
nd/na
-100,0
-100,0
-4,1
2.199.780
1.155.630
780.400
-32,5
-64,5
-47,5
THAILANDIA
78.030
117.550
134.040
14,0
71,8
50,6
TURCHIA
49.070
57.710
67.290
16,6
37,1
17,6
UCRAINA
350
790
1.830
131,6
422,9
125,7
10.940.822
10.603.369
11.105.393
4,7
1,5
-3,1
REPUBBLICA CECA
SLOVENIA
SUD AFRICA SVEZIA SVIZZERA TAIWAN
TOTALE
88
TAV. C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO TOTALE GREZZO Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA
EXPORT 2001
2002
2003
03/’02
Variazioni percentuali 03/’01 02/’01
nd/na
60.710
nd/na
-100,0
#DIV/0!
#DIV/0!
24.680
16.760
12.910
-23,0
-47,7
-32,1
BELGIO-LUX
213.280
273.310
211.490
-22,6
-0,8
28,1
CANADA
123.300
124.340
nd/na
-100,0
-100,0
0,8
1.325.850
864.030
712.870
-17,5
-46,2
-34,8 -85,6
AUSTRIA
CINA COREA DEL SUD
58.090
8.370
16.920
102,2
-70,9
CROAZIA
13.133
23.568
44.121
87,2
236,0
79,5
1.440
990
1.470
48,5
2,1
-31,3 23,1
DANIMARCA FILIPPINE
24.150
29.720
33.050
11,2
36,9
FINLANDIA
295.450
322.640
313.070
-3,0
6,0
9,2
68.330
49.870
49.940
0,1
-26,9
-27,0
GERMANIA
186.430
190.710
187.420
-1,7
0,5
2,3
GIAPPONE
18.260
26.440
32.710
23,7
79,1
44,8
FRANCIA
GIORDANIA GRECIA HONG KONG INDIA INDONESIA IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO
9.320
8.890
6.660
-25,1
-28,5
-4,6
205.190
233.470
274.310
17,5
33,7
13,8 -43,7
153.361
86.330
87.510
1,4
-42,9
1.428.350
1.595.290
2.096.360
31,4
46,8
11,7
96.860
232.540
nd/na
-100,0
-100,0
140,1
212.530
208.030
269.420
29,5
26,8
-2,1
110
130
960
638,5
772,7
18,2
938.800
926.710
870.160
-6,1
-7,3
-1,3
7.620
8.290
14.060
69,6
84,5
8,8
15.740
23.900
22.460
-6,0
42,7
51,8
MESSICO
28.280
28.100
nd/na
-100,0
-100,0
-0,6
NORVEGIA
289.260
318.400
521.280
63,7
80,2
10,1 -52,6
PAESI BASSI
15.880
7.530
17.310
129,9
9,0
POLONIA
68.480
64.570
82.430
27,7
20,4
-5,7
383.840
469.110
423.260
-9,8
10,3
22,2
PORTOGALLO REGNO UNITO
5.280
6.320
8.810
39,4
66,9
19,7
16.240
12.590
8.800
-30,1
-45,8
-22,5
RUSSIA
8.950
10.900
12.960
18,9
44,8
21,8
SINGAPORE
3.680
2.620
1.570
-40,1
-57,3
-28,8
REPUBBLICA CECA
SLOVENIA SPAGNA
2.161
2.219
2.407
8,5
11,4
2,7
744.980
842.760
795.790
-5,6
6,8
13,1 -0,0
STATI UNITI D’AMERICA
156.300
156.240
167.140
7,0
6,9
SUD AFRICA
337.830
353.560
257.090
-27,3
-23,9
4,7
SVEZIA
231.730
260.440
278.280
6,9
20,1
12,4
SVIZZERA
62.450
62.840
nd/na
-100,0
-100,0
0,6
TAIWAN
19.570
12.670
8.220
-35,1
-58,0
-35,3
THAILANDIA
8.300
22.620
48.000
112,2
478,3
172,5
TURCHIA
539.400
831.810
1.260.380
51,5
133,7
54,2
UCRAINA
61.820
67.640
77.950
15,2
26,1
9,4
8.404.705
8.847.977
9.229.548
4,3
9,8
5,3
TOTALE
89
TAV. C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO IMPORT
TOTALE LAVORATI Paesi / Resto del mondo
2001
2002
2003
03/’02
Variazioni percentuali 03/’01 02/’01
ARABIA SAUDITA
109.160
99.580
nd/na
-100,00
-100,00
-8,78
AUSTRIA
229.900
206.740
250.120
20,98
8,80
-10,07
BELGIO-LUX
346.640
388.720
457.540
17,70
31,99
12,14
57.500
71.880
nd/na
-100,00
-100,00
25,01
179.000
93.520
92.660
-0,92
-48,23
-47,75
CANADA CINA COREA DEL SUD
1.496.880
2.835.640
3.555.640
25,39
137,54
89,44
CROAZIA
74.426
83.104
87.408
5,18
17,44
11,66
DANIMARCA
56.940
61.900
72.960
17,87
28,13
8,71
FILIPPINE
55.640
54.820
28.980
-47,14
-47,92
-1,47 -29,46
FINLANDIA
16.360
11.540
11.260
-2,43
-31,17
230.060
230.580
264.760
14,82
15,08
0,23
GERMANIA
1.090.840
999.880
997.100
-0,28
-8,59
-8,34
GIAPPONE
2.623.740
2.724.180
2.715.900
-0,30
3,51
3,83
64.060
66.120
53.680
-18,81
-16,20
3,22 4,41
FRANCIA
GIORDANIA GRECIA HONG KONG INDIA INDONESIA IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MESSICO NORVEGIA PAESI BASSI POLONIA
40.340
42.120
93.520
122,03
131,83
299.120
308.840
254.180
-17,70
-15,02
3,25
7.200
23.120
41.720
80,45
479,44
221,11
17.420
16.920
nd/na
-100,00
-100,00
-2,87
20
40
1.900
4650,00
9400,00
100,00 27,31
26.440
33.660
48.560
44,27
83,66
319.720
395.380
481.780
21,85
50,69
23,66
6.680
14.020
21.180
51,07
217,07
109,88
179.580
179.080
165.800
-7,42
-7,67
-0,28
85.420
49.880
nd/na
-100,00
-100,00
-41,61 -12,85
14.320
12.480
17.420
39,58
21,65
216.220
230.840
260.880
13,01
20,65
6,76
94.698
113.020
119.860
6,05
26,57
19,35
PORTOGALLO
117.000
127.620
135.640
6,28
15,93
9,08
REGNO UNITO
231.440
241.720
285.980
18,31
23,57
4,44
REPUBBLICA CECA
28.200
39.920
43.780
9,67
55,25
41,56
RUSSIA
112.280
138.140
196.060
41,93
74,62
23,03
SINGAPORE
175.440
125.058
111.680
-10,70
-36,34
-28,72
38.794
40.740
38.764
-4,85
-0,08
5,02
258.960
285.200
312.140
9,45
20,54
10,13
SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA
3.071.500
3.556.760
4.523.480
27,18
47,27
15,80
SUD AFRICA
45.440
48.100
55.980
16,38
23,20
5,85
SVEZIA
24.760
26.900
22.040
-18,07
-10,99
8,64
SVIZZERA
197.300
204.600
nd/na
-100,00
-100,00
3,70
TAIWAN
163.620
194.520
243.920
25,40
49,08
18,89
1.454
1.888
2.494
32,01
71,53
29,85
63.340
72.140
107.520
49,04
69,75
13,89
THAILANDIA TURCHIA UCRAINA TOTALE
90
15.700
13.700
21.520
57,08
37,07
-12,74
12.483.552
14.464.610
16.195.806
11,97
29,74
15,87
TAV. C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO EXPORT
TOTALE LAVORATI Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA
2001
2002
2003
03/’02
Variazioni percentuali 03/’01 02/’01
nd/na
25.060
nd/na
-100,00
-
-
22.340
31.300
32.760
4,66
46,64
40,11
BELGIO-LUX
211.480
207.720
269.300
29,65
27,34
-1,78
CANADA
128.500
88.820
nd/na
-100,00
-100,00
-30,88
6.153.960
8.279.580
10.243.860
23,72
66,46
34,54
26.700
17.220
12.280
-28,69
-54,01
-35,51
AUSTRIA
CINA COREA DEL SUD CROAZIA
10.588
6.798
5.158
-24,12
-51,28
-35,80
DANIMARCA
43.980
34.560
34.900
0,98
-20,65
-21,42
FILIPPINE
11.040
12.140
22.180
82,70
100,91
9,96
FINLANDIA
55.920
48.220
49.560
2,78
-11,37
-13,77 -11,21
FRANCIA
142.940
126.920
111.020
-12,53
-22,33
GERMANIA
40.480
41.640
44.680
7,30
10,38
2,87
GIAPPONE
3.060
2.560
2.460
-3,91
-19,61
-16,34
GIORDANIA
293.660
316.500
368.240
16,35
25,40
7,78
GRECIA
324.840
259.820
243.680
-6,21
-24,98
-20,02
HONG KONG INDIA INDONESIA IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MESSICO NORVEGIA
97.300
58.200
58.560
0,62
-39,82
-40,19
744.820
669.300
994.520
48,59
33,52
-10,14
32.700
39.080
nd/na
-100,00
-100,00
19,51
189.108
250.660
223.138
-10,98
18,00
32,55 -14,96
9.360
7.960
7.100
-10,80
-24,15
5.152.740
4.934.980
4.368.780
-11,47
-15,21
-4,23
900
1.160
1.240
6,90
37,78
28,89
14.880
18.720
29.780
59,08
100,13
25,81
207.980
98.460
nd/na
-100,00
-100,00
-52,66 -67,39
2.760
900
2.020
124,44
-26,81
PAESI BASSI
51.720
55.240
67.280
21,80
30,09
6,81
POLONIA
76.212
65.020
73.180
12,55
-3,98
-14,69
PORTOGALLO
544.800
468.080
469.760
0,36
-13,77
-14,08
REGNO UNITO
7.560
9.760
9.500
-2,66
25,66
29,10
16.180
10.080
8.380
-16,87
-48,21
-37,70
REPUBBLICA CECA RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA
3.800
4.040
5.240
29,70
37,89
6,32
17.380
28.360
19.360
-31,73
11,39
63,18 -24,47
21.606
16.320
18.966
16,21
-12,22
SPAGNA
957.040
969.320
1.024.520
5,69
7,05
1,28
STATI UNITI D’AMERICA
178.760
179.340
124.800
-30,41
-30,19
0,32
1.102.100
1.003.440
954.460
-4,88
-13,40
-8,95
7.080
6.080
4.320
-28,95
-38,98
-14,12
SVIZZERA
19.620
15.920
nd/na
-100,00
-100,00
-18,86
TAIWAN
56.260
54.060
56.480
4,48
0,39
-3,91
8.720
41.640
3.460
-91,69
-60,32
377,52
TURCHIA
873.860
1.225.760
1.578.260
28,76
80,61
40,27
UCRAINA
26.720
25.800
33.740
30,78
26,27
-3,44
17.891.454
19.756.538
21.576.922
9,21
20,60
10,42
SUD AFRICA SVEZIA
THAILANDIA
TOTALE
91
TAV 1 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
000€
430.549 1.589.255 50.280 75.804 114.817 400.269 4.898 9.588 12.242 2.687.702
73.612 311.811 25.161 27.954 15.185 18.722 703 3.478 1.428 478.054
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
92
688.782 175.795 1.061.256 915.120 208.074 977.562 2.926 23.860 302.137 4.355.512
Tonn. 398.258 1.708.934 51.956 44.720 101.027 372.370 5.473 7.357 13.337 2.703.432
000€ 74.319 373.026 29.035 21.471 13.877 18.281 952 2.803 1.476 535.240
EXPORT 2002
2003 Tonn.
LAPIDEI
000€ 140.932 49.822 707.128 728.602 39.884 40.892 1.784 15.589 6.782 1.731.415
Tonn. 761.426 165.926 1.333.752 902.644 230.105 1.251.943 3.921 33.230 100.088 4.783.035
000€ 170.752 47.549 883.050 736.370 44.590 44.977 2.324 23.528 5.365 1.958.505
Differenza in % Quantità 8,11 -7,00 -3,23 69,51 13,65 7,49 -10,51 30,33 -8,21 -0,58
Valore -0,95 -16,41 -13,35 30,20 9,43 2,41 -26,20 24,07 -3,25 -10,68
Differenza in % Quantità -9,54 5,95 -20,43 1,38 -9,57 -21,92 -25,38 -28,20 201,87 -8,94
Valore -17,46 4,78 -19,92 -1,06 -10,56 -9,08 -23,23 -33,74 26,41 -11,60
TAV 2A ITALIA - EUROPA ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 EUROPA MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn.
000€
210.267 334.670 24.810 22.729 6.906 389.912 4.426 510 12.118 1.006.348
36.798 70.685 12.995 10.127 1.269 17.877 567 387 1.256 151.961
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn. 89.057 139.910 264.555 578.787 205.857 746.764 1.090 12.134 138.957 2.177.111
Tonn. 209.839 434.059 29.622 22.104 11.287 363.310 4.668 570 13.271 1.088.730
000€ 38.122 84.553 16.753 8.926 1.548 17.400 680 445 1.381 169.808
EXPORT 2002
2003 EUROPA
LAPIDEI
000€ 36.878 31.538 205.014 414.511 38.095 33.421 635 7.807 4.090 771.989
Tonn. 112.296 137.152 326.259 612.338 226.580 1.018.810 1.987 14.163 29.330 2.478.915
000€ 39.659 33.147 230.781 455.328 41.887 36.045 954 9.350 2.647 849.798
Differenza in % Quantità 0,20 -22,90 -16,25 2,83 -38,82 7,32 -5,18 -10,53 -8,69 -7,57
Valore -3,47 -16,40 -22,43 13,46 -18,02 2,74 -16,58 -13,13 -9,06 -10,51
Differenza in % Quantità -20,69 2,01 -18,91 -5,48 -9,15 -26,70 -45,14 -14,33 373,77 -12,18
Valore -7,01 -4,86 -11,17 -8,96 -9,05 -7,28 -33,43 -16,51 54,52 -9,16
93
TAV 2B ITALIA - UNIONE EUROPEA ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 UNIONE EUROPEA
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
65.830 175.844 8.474 20.217 5.106 91.021 4.366 166 5.058 376.082
000€ 15.752 24.308 5.831 8.649 1.074 12.984 530 101 776 70.005
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
94
Tonn. 62.913 77.489 189.185 399.999 176.191 666.909 335 7.073 135.922 1.716.016
Tonn.
Differenza in %
000€
88.213 214.527 13.667 19.670 6.458 91.078 4.617 272 8.153 446.655
19.617 31.608 9.395 7.086 1.129 13.486 655 193 967 84.136
EXPORT 2002
2003 UNIONE EUROPEA
LAPIDEI
000€ 28.169 17.036 147.947 304.930 31.893 27.691 240 4.998 2.848 565.752
Tonn. 87.945 83.297 250.970 432.547 195.024 934.745 530 8.643 26.360 2.020.061
000€ 31.907 17.918 180.786 343.397 35.332 30.622 286 6.251 1.664 648.163
Quantità -25,37 -18,03 -38,00 2,78 -20,94 -0,06 -5,44 -38,97 -37,96 -15,80
Valore -19,70 -23,01 -37,93 22,05 -4,94 -3,72 -19,01 -47,43 -19,76 -16,80
Differenza in % Quantità -28,46 -6,97 -24,62 -7,53 -9,66 -28,65 -36,79 -18,17 415,64 -15,05
Valore -11,71 -4,92 -18,17 -11,20 -9,73 -9,57 -16,18 -20,04 71,12 -12,71
TAV 2C ITALIA - ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 ALTRI PAESI D`EUROPA
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
144.437 158.826 16.337 2.513 1.799 298.890 61 345 7.059 630.267
LAPIDEI
000€ 21.046 46.377 7.164 1.478 195 4.893 37 285 480 81.955
Tonn.
Differenza in %
000€
121.626 219.532 15.956 2.434 4.830 272.232 51 298 5.119 642.078
18.505 52.945 7.358 1.839 418 3.914 25 252 414 85.670
EXPORT 2002
2003 ALTRI PAESI D`EUROPA
Tonn.
000€
Tonn.
000€
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
26.144 62.421 75.370 178.788 29.667 79.855 755 5.061 3.035 461.096
8.708 14.501 57.067 109.581 6.201 5.730 396 2.808 1.242 206.234
24.350 53.855 75.289 179.791 31.557 84.065 1.457 5.519 2.970 458.853
7.753 15.229 49.995 111.930 6.555 5.423 668 3.099 982 201.634
Quantità 18,76 -27,65 2,39 3,25 -62,75 9,79 19,61 15,77 37,90 -1,84
Valore 13,73 -12,41 -2,64 -19,63 -53,35 25,00 45,86 13,09 15,91 -4,34
Differenza in % Quantità 7,37 15,91 0,11 -0,56 -5,99 -5,01 -48,18 -8,30 2,19 0,49
Valore 12,33 -4,78 14,15 -2,01 -5,40 5,68 -40,80 -9,39 26,38 2,28
95
TAV 2D ITALIA - AFRICA ANNO 2002/2003
LAPIDEI IMPORT 2002
2003 AFRICA
Tonn.
000€
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
126.753 280.967 3.756 291 607 75 0 248 19 412.716
15.855 56.526 1.591 297 102 8 0 85 27 74.491
Tonn.
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
195.639 2.132 76.578 12.576 153 178.191 10 68 274 465.621
96
000€
94.700 310.776 3.198 236 0 0 0 104 8 409.022
13.560 67.793 1.854 224 0 0 2 30 9 83.472
EXPORT 2002
2003 AFRICA
Differenza in %
000€ 19.736 912 20.875 5.620 85 5.510 8 32 90 52.868
Tonn. 234.499 3.949 74.482 13.165 107 173.286 0 152 170 499.810
Quantità 33,85 -9,59 17,45 23,31 0,00 0,00 0,00 138,46 137,50 0,90
Valore 16,92 -16,62 -14,19 32,57 0,00 0,00 -100,00 182,42 199,97 -10,76
Differenza in % 000€ 24.156 1.121 25.337 7.776 23 6.578 0 107 83 65.181
Quantità -16,57 -46,01 2,81 -4,47 42,99 2,83 0,00 -55,26 61,18 -6,84
Valore -18,30 -18,66 -17,61 -27,74 265,79 -16,24 0,00 -70,31 8,67 -18,89
TAV 2E ITALIA - AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 AMERICA SETTENTRIONALE MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn.
000€
1.654 46.195 227 338 0 1 0 24 11 48.450
514 11.624 465 415 0 17 0 8 107 13.150
Tonn.
Differenza in % 000€
2.329 36.786 148 294 0 2 0 0 1 39.560
756 12.807 436 618 0 7 0 0 31 14.655
EXPORT 2002
2003
LAPIDEI
Quantità -28,98 25,58 53,38 14,97 0,00 -50,00 0,00 0,00 1000,00 22,47
Valore -32,04 -9,24 6,70 -32,82 0,00 132,00 0,00 0,00 245,15 -10,27
Differenza in %
AMERICA SETTENTRIONALE
Tonn.
000€
Tonn.
000€
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
20.736 13.880 234.640 237.738 431 1.342 1.446 9.773 77.229 597.215
19.256 13.139 258.532 234.748 563 553 936 6.458 777 534.962
33.932 8.931 298.526 191.706 1.658 1.317 1.488 16.942 34.382 588.882
34.292 9.346 346.283 210.800 1.704 408 1.086 12.652 1.012 617.583
Quantità -38,89 55,41 -21,40 24,01 -74,01 1,90 -2,82 -42,32 124,62 1,42
Valore -43,85 40,59 -25,34 11,36 -66,96 35,33 -13,85 -48,96 -23,26 -13,38
97
TAV 2F ITALIA - AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 AMERICA CENTRALE E DEL SUD
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
13.978 270.514 1.688 5.593 57.308 311 240 6.517 0 356.149
000€ 3.858 60.657 640 2.306 7.517 40 80 2.060 0 77.158
AMERICA CENTRALE E DEL SUD MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
98
Tonn. 5.630 1.101 34.821 3.601 45 1.975 284 408 3.252 51.117
Differenza in %
Tonn.
000€
10.069 330.203 1.033 5.591 39.694 174 452 5.106 0 392.322
3.368 85.442 733 2.713 6.604 99 185 1.814 0 100.958
EXPORT 2002
2003 000€ 1.987 348 16.700 2.464 60 171 142 251 57 22.180
Tonn. 4.919 609 44.873 5.619 436 590 321 778 131 58.276
LAPIDEI
Quantità 38,82 -18,08 63,41 0,04 44,37 78,74 -46,90 27,63 0,00 -9,22
Valore 14,55 -29,01 -12,69 -15,00 13,83 -60,03 -56,71 13,55 0,00 -23,58
Differenza in % 000€ 1.788 363 23.919 3.512 209 157 199 525 82 30.754
Quantità 14,45 80,79 -22,40 -35,91 -89,68 234,75 -11,53 -47,56 2382,44 -12,29
Valore 11,17 -4,07 -30,18 -29,84 -71,28 9,09 -28,84 -52,12 -30,65 -27,88
TAV 2G ITALIA - VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 VICINO E MEDIO ORIENTE
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
55.861 60.358 3.182 318 0 0 0 0 3 119.722
LAPIDEI
000€ 11.737 17.141 1.237 125 0 0 0 0 1 30.241
Tonn.
Differenza in % 000€
53.122 52.509 2.746 400 1 0 0 0 0 108.778
11.755 16.853 1.167 626 3 0 0 0 0 30.404
EXPORT 2002
2003
Quantità 5,16 14,95 15,88 -20,50 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 10,06
Valore -0,15 1,71 5,99 -79,98 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -0,53
Differenza in %
VICINO E MEDIO ORIENTE
Tonn.
000€
Tonn.
000€
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
131.751 9.245 284.654 49.588 11 48.811 0 53 80.258 604.371
13.655 1.656 108.096 43.468 22 1.167 0 48 845 168.957
163.046 9.095 376.102 44.532 354 56.922 0 22 33.974 684.047
17.295 1.769 131.226 27.142 181 1.621 0 21 563 179.818
Quantità -19,19 1,65 -24,32 11,35 -96,89 -14,25 0,00 140,91 136,23 -11,65
Valore -21,05 -6,37 -17,63 60,15 -87,88 -27,99 0,00 131,52 50,27 -6,04
99
TAV 2H ITALIA - ESTREMO ORIENTE ANNO 2002/2003
LAPIDEI IMPORT 2002
2003
Differenza in %
ESTREMO ORIENTE
Tonn.
000€
Tonn.
000€
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
21.102 589.228 16.578 46.535 49.997 9.970 232 2.288 91 736.021
4.407 93.111 8.183 14.683 6.297 781 55 939 38 128.494
27.898 539.201 15.184 16.096 50.044 8.870 353 1.577 56 659.279
6.624 103.871 8.056 8.365 5.722 773 85 514 54 134.064
EXPORT 2002
2003
-24,36 9,28 9,18 189,11 -0,09 12,40 -34,28 45,09 62,50 11,64
Valore -33,47 -10,36 1,57 75,53 10,05 1,03 -34,94 82,61 -30,72 -4,16
Differenza in %
ESTREMO ORIENTE
Tonn.
000€
Tonn.
000€
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
244.519 9.390 149.282 22.960 1.382 413 32 113 2.062 430.153
48.213 2.121 82.811 16.350 915 60 23 71 871 151.435
211.819 5.886 193.250 25.951 924 847 104 82 2.010 440.873
52.718 1.509 106.770 21.948 536 154 70 66 956 184.727
100
Quantità
Quantità 15,44 59,53 -22,75 -11,53 49,57 -51,24 -69,23 37,81 2,59 -2,43
Valore -8,55 40,56 -22,44 -25,50 70,71 -60,73 -67,29 8,18 -8,93 -18,02
TAV 2I ITALIA - AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn.
000€
936 7.244 39 0 0 0 0 0 0 8.219
443 2.050 50 1 0 0 0 0 0 2.544
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn. 1.449 137 16.725 9.859 194 65 63 1.310 105 29.907
135 1.696 36 0 0 0 0 0 1 1.868
EXPORT 2002
2003 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
Differenza in % 000€
301 5.274 24 0 0 0 0 0 0 5.599
000€ 1.207 109 15.097 11.167 144 10 41 922 52 28.749
Tonn. 915 304 20.235 9.331 45 170 20 1.091 31 32.142
LAPIDEI
Quantità 210,96 37,35 62,50 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 46,79
Valore 228,69 20,82 37,40 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 36,16
Differenza in % 000€ 840 295 18.654 9.709 50 15 14 808 13 30.398
Quantità 58,36 -54,93 -17,35 5,66 331,11 -61,77 215,00 20,07 238,71 -6,95
Valore 43,69 -63,01 -19,07 15,02 186,82 -36,19 188,05 14,15 294,10 -5,43
101
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI IMPORT 2002
2003 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
EUROPA UNIONE EUROPEA FRANCIA PAESI BASSI GERMANIA REGNO UNITO IRLANDA DANIMARCA GRECIA PORTOGALLO SPAGNA BELGIO LUSSEMBURGO SVEZIA FINLANDIA AUSTRIA TOTALE UNIONE EUROPEA
115.340 5.089 22.440 540 362 18 15.737 29.024 105.847 1.003 200 2.874 67.643 9.965 376.082
18.328 1.221 8.379 1.169 328 16 4.260 8.240 16.896 462 90 634 9.185 799 70.006
117.061 4.804 28.128 1.216 472 44 18.135 50.704 144.705 1.093 860 6.588 69.763 3.083 446.655
19.927 1.512 8.372 497 474 33 5.178 11.816 24.147 448 111 1.122 9.655 845 84.136
-1,47 5,95 -20,22 -55,59 -23,36 -60,27 -13,22 -42,76 -26,85 -8,23 -76,74 -56,38 -3,04 223,28 -15,80
-8,03 -19,26 0,09 135,30 -30,83 -53,21 -17,73 -30,26 -30,03 3,12 -18,75 -43,50 -4,87 -5,43 -16,80
ALTRI PAESI D`EUROPA ISOLE CANARIE ISLANDA NORVEGIA LIECHTENSTEIN SVIZZERA ANDORRA GIBILTERRA CITTA’ DEL VATICANO MALTA TURCHIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA ROMANIA BULGARIA ALBANIA UCRAINA BELORUSSIA MOLDAVIA RUSSIA GEORGIA ARMENIA AZERBAIGIAN KAZAKISTAN TURKMENISTAN UZBEKISTAN TAGIKISTAN SLOVENIA CROAZIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA E MONTENEGRO MACEDONIA TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
365.974 46.498 17 66 100.727 23 41 114 31 100 4.028 11.136 3.084 10.790 1.683 61 1 11.400 68.801 355 850 4.486 630.266
39.727 7.465 5 26 15.692 2 43 107 49 32 1.378 837 268 2.649 308 3 3 2.666 8.732 35 156 1.772 81.955
367.303 302 46.872 44 54 70.461 66 341 11 36 5.682 5.824 1.107 10.145 9 169 126 10.520 118.573 622 1.583 2.228 642.076
45.575 58 7.861 20 13 15.052 34 157 7 45 1.740 407 130 2.579 5 28 20 2.690 8.118 74 292 767 85.671
0,00 0,00 -0,36 -100,00 -0,80 0,00 0,00 -100,00 23,56 42,95 0,00 0,00 0,00 -36,89 -66,56 199,01 175,39 -29,11 91,20 178,59 6,36 -100,00 0,00 896,06 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 8,36 -41,98 -43,04 -46,29 101,37 -1,84
0,00 0,00 -12,83 -100,00 -5,03 0,00 0,00 -100,00 103,07 4,25 0,00 0,00 0,00 29,06 -31,69 565,54 -28,00 -20,80 105,65 105,99 2,73 -100,00 0,00 983,95 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -0,90 7,55 -52,81 -46,61 131,06 -4,34
1.006.348
151.961
1.088.731
169.808
-7,57
-10,51
TOTALE EUROPA
102
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI EXPORT 2002
2003 Tonn. EUROPA UNIONE EUROPEA FRANCIA PAESI BASSI GERMANIA REGNO UNITO IRLANDA DANIMARCA GRECIA PORTOGALLO SPAGNA BELGIO LUSSEMBURGO SVEZIA FINLANDIA AUSTRIA TOTALE UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D`EUROPA ISOLE CANARIE ISLANDA NORVEGIA LIECHTENSTEIN SVIZZERA ANDORRA GIBILTERRA CITTA’ DEL VATICANO MALTA TURCHIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA ROMANIA BULGARIA ALBANIA UCRAINA BELORUSSIA MOLDAVIA RUSSIA GEORGIA ARMENIA AZERBAIGIAN KAZAKISTAN TURKMENISTAN UZBEKISTAN TAGIKISTAN SLOVENIA CROAZIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA E MONTENEGRO MACEDONIA TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA TOTALE EUROPA
000€
Tonn.
000€
Differenza in % Quantità
Valore
137.531 58.177 794.307 234.939 6.661 10.369 9.331 4.824 119.199 119.697 7.311 74.932 3.013 135.725 1.716.017
53.343 23.521 276.382 59.113 5.778 8.085 6.384 2.077 46.882 17.287 4.318 8.394 3.355 50.834 565.753
168.874 66.600 838.260 294.862 7.261 11.949 11.335 6.590 154.358 209.052 8.327 109.961 3.370 129.263 2.020.061
65.529 29.638 303.720 71.125 6.263 9.515 7.531 3.017 53.892 25.387 4.053 8.606 3.901 55.986 648.163
-18,56 -12,65 -5,24 -20,32 -8,25 -13,22 -17,68 -26,80 -22,78 -42,74 -12,20 -31,86 -10,59 5,00 -15,05
-18,60 -20,64 -9,00 -16,89 -7,73 -15,03 -15,24 -31,16 -13,01 -31,91 6,54 -2,46 -14,00 -9,20 -12,71
120 964 2.861 734 168.081 139 11.093 18.003 1.055 1.245 1.491 30.142 15.594 7.494 28.090 10.287 3.158 15.900 2.936 763 108 16.271 243 13 2.570 5.262 11 38.667 48.713 19.736 7.911 1.441 461.094
35 447 2.961 755 85.701 107 4.192 5.371 889 902 886 15.016 7.954 3.557 9.136 4.775 1.396 1.979 3.346 331 95 13.324 311 28 3.030 7.067 6 10.349 13.916 4.741 3.209 426 206.236
63 445 3.348 1.248 170.675 90 54 14.349 16.508 826 830 2.580 31.633 12.961 7.753 29.962 8.742 2.493 15.038 1.436 637 139 14.869 267 25 8 614 2.860 90 41.207 49.203 17.923 8.834 1.147 458.854
14 242 2.907 1.072 85.141 41 14 4.250 7.330 733 583 1.034 16.695 6.841 3.889 9.992 5.182 1.080 2.189 2.075 261 68 12.181 401 20 12 776 2.721 132 11.393 13.472 4.845 3.647 401 201.635
91,02 116,60 -14,57 -41,24 -1,52 54,61 -100,00 0,00 -22,69 9,06 27,82 50,00 -42,19 -4,72 20,31 -3,35 -6,25 17,68 26,68 5,73 104,50 19,76 -22,30 9,43 -8,97 -100,00 71,72 318,75 83,97 -100,00 0,00 -6,16 -1,00 10,12 -10,45 25,62 0,49
144,97 84,51 1,87 -29,57 0,66 162,46 -100,00 0,00 -1,37 -26,73 21,35 54,73 -14,31 -10,06 16,27 -8,54 -8,57 -7,87 29,21 -9,60 61,25 26,77 41,07 9,38 -22,44 -100,00 137,49 290,47 159,76 -100,00 0,00 -9,16 3,29 -2,16 -12,00 6,04 2,28
2.177.111
771.989
2.478.915
849.798
-12,18
-9,16
103
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI IMPORT 2002
2003 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE MAROCCO ALGERIA TUNISIA LIBIA EGITTO SUDAN TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
14.144 1.419 26.028 4 90.894 132.488
2.632 386 3.314 2 10.994 17.328
16.609 74 20.918 135 65.072 10 102.818
3.503 11 2.786 5 9.268 3 15.575
-14,84 1830,16 24,43 -97,26 39,68 -100,00 28,86
-24,85 3449,55 18,95 -53,78 18,63 -100,00 11,26
449 71 14 125 659
68 11 13 257 350
952 1 116 1.516 2.586
145 1 12 711 869
-52,88 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 -91,73 -74,51
-53,17 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 -63,85 -59,77
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN GUINEA EQUATORIALE GABON CONGO ZAIRE RUANDA BURUNDI ANGOLA ETIOPIA ERITREA SOMALIA KENIA UGANDA TANZANIA SEYCHELLES E DIPENDENZE MOZAMBICO MADAGASCAR MAURIZIO ZIMBABWE SUD AFRICA NAMIBIA TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
18.108 0 41 125 166 25.973 4.714 32.273 194.712 3.459 279.570
3.879 1 7 140 131 5.385 2.844 7.285 36.328 812 56.812
603 0 5.858 10 0 85 116 21.012 1.707 14.953 259.112 165 303.618
137 1 1.885 3 1 129 81 5.283 1.059 3.702 54.703 45 67.029
-100,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 209,13 0,00 327,37 -100,00 48,18 0,00 43,06 0,00 23,61 176,19 0,00 115,84 -24,85 1998,39 -7,92
-100,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 105,79 0,00 186,81 -100,00 8,64 0,00 62,16 0,00 1,94 168,53 0,00 96,77 -33,59 1691,80 -15,24
TOTALE AFRICA
412.718
74.490
409.022
83.473
0,90
-10,76
AFRICA OCCIDENTALE MAURITANIA MALI BURKINA FASO NIGER CIAD CAPO VERDE SENEGAL GAMBIA GUINEA - BISSAU GUINEA SIERRA LEONE LIBERIA COSTA D’AVORIO GHANA TOGO BENIN NIGERIA TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
104
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI EXPORT 2002
2003 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE MAROCCO ALGERIA TUNISIA LIBIA EGITTO SUDAN TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE AFRICA OCCIDENTALE MAURITANIA MALI BURKINA FASO NIGER CIAD CAPO VERDE SENEGAL GAMBIA GUINEA - BISSAU GUINEA SIERRA LEONE LIBERIA COSTA D’AVORIO GHANA TOGO BENIN NIGERIA TOTALE AFRICA OCCIDENTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN GUINEA EQUATORIALE GABON CONGO ZAIRE RUANDA BURUNDI ANGOLA ETIOPIA ERITREA SOMALIA KENIA UGANDA TANZANIA SEYCHELLES E DIPENDENZE MOZAMBICO MADAGASCAR MAURIZIO ZIMBABWE SUD AFRICA NAMIBIA TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE TOTALE AFRICA
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
45.709 47.672 204.359 96.313 35.052 286 429.391
5.572 7.550 11.608 9.639 5.927 146 40.441
42.798 42.051 194.179 121.440 59.977 429 460.874
5.864 7.225 13.641 14.892 9.774 334 51.730
6,80 13,37 5,24 -20,69 -41,56 -33,32 -6,83
-4,98 4,49 -14,91 -35,28 -39,36 -56,15 -21,82
492 198 663 172 113 27 3.885 57 7 374 116 269 2.900 488 119 1.157 17.952 28.987
114 40 540 49 310 16 858 29 5 78 37 45 607 167 20 176 4.991 8.081
101 510 130 477 0 3.617 446 50 355 210 217 3.150 1.201 235 383 20.633 31.717
38 101 30 105 2 1.048 159 11 70 67 28 573 486 60 68 5.930 8.775
387,98 -61,15 407,96 -64,05 0,00 8897,33 7,40 -87,25 -85,98 5,29 -45,03 24,01 -7,95 -59,36 -49,65 202,08 -12,99 -8,61
196,69 -60,43 1721,02 -52,80 0,00 793,24 -18,17 -81,90 -55,42 11,28 -45,59 63,78 5,92 -65,75 -67,13 157,96 -15,84 -7,91
1.355 243 315 410 21 1 22 28 141 36 202 25 21 25 241 26 3.998 135 7.244
800 236 162 425 18 2 13 24 142 29 67 9 9 17 160 22 2.187 23 4.344
892 321 101 264 1 23 9 7 32 223 80 376 20 14 346 141 4.371 0 7.220
770 194 46 181 1 4 28 10 78 181 29 197 9 23 252 76 2.589 9 4.675
51,98 -24,41 212,42 55,47 0,00 -100,00 -97,18 149,92 324,96 345,30 0,00 -83,92 -100,00 -46,30 0,00 5,00 75,40 -30,42 -81,39 -8,54 98440,15 0,34
3,82 21,82 249,43 135,53 0,00 -100,00 -57,43 -51,66 141,51 82,42 0,00 -83,90 -100,00 -65,85 0,00 5,03 -26,32 -36,27 -71,02 -15,56 157,39 -7,08
465.622
52.866
499.810
65.181
-6,84
-18,89
105
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI IMPORT 2002
2003 Tonn. AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE STATI UNITI D’AMERICA CANADA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
38.050 10.401 48.450
8.974 4.176 13.150
24.976 14.584 39.560
8.195 6.460 14.655
52,34 -28,69 22,47
9,50 -35,35 -10,27
AMERICA CENTRALE E DEL SUD MESSICO BERMUDE GUATEMALA BELIZE HONDURAS EL SALVADOR NICARAGUA COSTARICA PANAMA ANGUILLA CUBA HAITI BAHAMAS ISOLE TURKS E CAICOS REPUBBLICA DOMINICANA ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI ANTIGUA E BARBUDA DOMINICA ISOLE CAYMAN GIAMAICA SANTA LUCIA SAN VINCENZO ISOLE VERGINI BRITANNICHE BARBADOS MONTSERRAT TRINIDAD E TOBAGO GRENADA ARUBA ISOLA BONAIRE COLOMBIA VENEZUELA GUYANA SURINAM ECUADOR PERU’ BRASILE CILE BOLIVIA PARAGUAY URUGUAY ARGENTINA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
10.042 259 63 0 92 71 1.428 319 235 142 869 887 285.809 627 167 550 54.587 356.148
2.515 175 21 1 17 4 239 24 53 54 129 178 66.325 255 182 116 6.870 77.158
12.119 213 34 38 439 18 284 112 96 63 481 330.152 359 185 209 47.521 392.323
2.438 208 40 15 74 6 66 14 34 13 112 90.372 233 139 49 7.146 100.958
-17,13 0,00 21,78 0,00 -99,74 0,00 0,00 0,00 138,72 0,00 -83,93 0,00 -100,00 402,42 0,00 0,00 185,48 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 48,24 1285,62 0,00 0,00 0,00 84,67 -13,43 74,53 -9,76 0,00 163,23 14,87 -9,22
3,16 0,00 -15,97 0,00 -98,37 0,00 0,00 0,00 13,85 0,00 -94,97 0,00 -100,00 261,43 0,00 0,00 71,55 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 58,78 896,27 0,00 0,00 0,00 58,37 -26,61 9,76 31,00 0,00 135,36 -3,86 -23,58
TOTALE AMERICA
404.598
90.307
431.883
115.613
-6,32
-21,89
106
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI EXPORT 2002
2003
AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE STATI UNITI D’AMERICA CANADA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD MESSICO BERMUDE GUATEMALA BELIZE HONDURAS EL SALVADOR NICARAGUA COSTARICA PANAMA ANGUILLA CUBA HAITI BAHAMAS ISOLE TURKS E CAICOS REPUBBLICA DOMINICANA ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI ANTIGUA E BARBUDA DOMINICA ISOLE CAYMAN GIAMAICA SANTA LUCIA SAN VINCENZO ISOLE VERGINI BRITANNICHE BARBADOS MONTSERRAT TRINIDAD E TOBAGO GRENADA ARUBA ISOLA BONAIRE COLOMBIA VENEZUELA GUYANA SURINAM ECUADOR PERU’ BRASILE CILE BOLIVIA PARAGUAY URUGUAY ARGENTINA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD TOTALE AMERICA
Differenza in %
Tonn.
000€
Tonn.
000€
Quantità
Valore
562.218 34.996 597.215
503.760 31.200 534.960
550.949 37.933 588.882
582.616 34.967 617.583
2,05 -7,74 1,42
-13,54 -10,77 -13,38
7.769 239 152 65 3.264 24 0 402 2.638 1 190 0 130 99 1.275 27 59 20 130 5 25 0 362 190 469 31 27 306 4.724 4.380 24 129 683 775 14.528 2.318 133 30 822 4.673 51.118
4.745 340 123 36 63 18 16 212 1.923 2 182 2 131 86 509 12 42 24 163 3 51 1 906 13 213 7 9 294 1.483 1.114 8 8 314 375 6.085 925 45 3 367 1.331 22.180
9.529 176 87 100 84 19 600 1.942 188 205 1 97 21 4.597 80 2 26 41 62 45 2 214 510 24 366 39 55 451 3.945 9.018 131 1.033 772 18.656 2.693 22 1.020 1.424 58.276
5.922 384 74 65 25 14 423 1.564 231 211 6 126 8 1.879 115 1 3 31 51 15 4 370 1.122 1 282 40 32 316 1.518 3.392 42 517 503 8.746 1.172 10 864 675 30.753
-18,47 36,11 74,38 0,00 3161,34 -70,76 -99,58 -33,02 35,85 -99,30 -7,32 -97,00 34,15 384,73 -72,26 -66,32 2447,83 -100,00 -51,78 109,82 -89,07 928,81 -99,83 -28,88 679,84 28,10 -22,29 -50,84 -32,16 19,74 -51,43 0,00 -1,92 -33,95 0,28 -22,12 -13,92 513,59 0,00 -19,36 228,06 -12,28
-19,88 -11,38 66,01 0,00 -3,27 -27,97 14,29 -49,92 22,91 -99,27 -14,04 -72,86 4,32 1049,24 -72,93 -89,49 4010,66 -100,00 -24,70 221,75 -80,22 1323,03 -99,68 -19,24 880,45 -24,41 -82,67 -71,78 -7,03 -2,32 -67,17 0,00 -80,73 -39,26 -25,52 -30,43 -21,08 328,07 0,00 -57,52 97,24 -27,88
648.333
557.140
647.158
648.336
0,18
-14,07
107
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI IMPORT 2002
2003 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE CIPRO LIBANO SIRIA IRAK IRAN ISRAELE GAZA E GERICO GIORDANIA ARABIA SAUDITA KUWAIT BAHREIN QATAR EMIRATI ARABI UNITI OMAN YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
430 9.971 2.357 52.963 2.901 1.295 359 48.705 210 532 119.722
152 972 273 14.362 1.077 289 100 12.701 104 211 30.242
286 13.075 3.308 36.975 4.251 3.155 55 46.341 134 549 632 19 108.779
98 1.644 391 10.262 1.995 746 23 14.811 2 29 134 268 2 30.404
49,98 -23,74 -28,73 0,00 43,24 -31,76 -58,97 552,10 5,10 0,00 0,00 -100,00 -61,70 -15,88 -100,00 10,06
55,51 -40,86 -30,05 0,00 39,95 -46,03 -61,26 335,32 -14,24 0,00 -100,00 -100,00 -21,81 -21,42 -100,00 -0,53
ESTREMO ORIENTE AFGANISTAN PAKISTAN INDIA BANGLADESH MALDIVE SRI LANKA NEPAL BHUTAN MYANMAR (EX BIRMANIA) TAILANDIA VIETNAM CAMBOGIA (CAMPUCEA) INDONESIA MALAYSIA BRUNEI SINGAPORE FILIPPINE CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD GIAPPONE TAIWAN HONG KONG MACAO TOTALE ESTREMO ORIENTE
63 4.838 592.401 3.151 1 301 7.750 268 118 161 339 126.180 13 21 402 12 0 736.020
23 1.242 98.212 898 2 91 1.225 173 115 41 469 25.468 30 39 416 49 1 128.493
45 4.678 528.984 2.148 1 262 7.495 134 76 134 190 114.529 17 86 404 60 35 659.278
12 1.442 106.573 613 1 67 1.169 147 45 95 417 22.430 101 292 416 227 17 134.063
40,30 3,42 11,99 0,00 0,00 46,70 0,00 0,00 60,00 14,78 3,40 0,00 100,50 55,46 0,00 20,57 78,45 10,17 0,00 -21,33 -75,29 -0,37 -79,38 -99,92 11,64
96,07 -13,91 -7,85 0,00 0,00 46,53 0,00 0,00 146,59 34,95 4,81 0,00 17,98 152,35 0,00 -57,05 12,57 13,55 0,00 -70,76 -86,51 -0,02 -78,58 -95,94 -4,16
TOTALE ASIA
855.742
158.734
768.057
164.467
11,42
-3,49
108
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI EXPORT 2002
2003
Differenza in %
Tonn.
000€
Tonn.
000€
ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE CIPRO LIBANO SIRIA IRAK IRAN ISRAELE GAZA E GERICO GIORDANIA ARABIA SAUDITA KUWAIT BAHREIN QATAR EMIRATI ARABI UNITI OMAN YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
9.870 72.645 38.605 0 37 92.045 27 41.702 178.528 43.779 2.874 4.653 113.377 3.817 2.413 604.371
6.419 8.422 2.771 8 32 6.316 8 3.269 59.484 19.141 1.189 2.089 58.441 599 771 168.958
9.451 83.958 48.583 91 770 88.884 40 60.132 236.402 66.832 2.842 5.485 76.634 1.098 2.846 684.047
5.429 11.767 3.619 64 465 13.780 6 4.223 66.260 27.788 1.451 3.168 40.428 592 779 179.817
4,44 -13,47 -20,54 -99,96 -95,20 3,56 -31,75 -30,65 -24,48 -34,49 1,01 -15,18 47,95 247,73 -15,20 -11,65
18,23 -28,43 -23,43 -87,49 -93,17 -54,16 32,54 -22,60 -10,23 -31,12 -18,09 -34,06 44,56 1,25 -1,05 -6,04
ESTREMO ORIENTE AFGANISTAN PAKISTAN INDIA BANGLADESH MALDIVE SRI LANKA NEPAL BHUTAN MYANMAR (EX BIRMANIA) TAILANDIA VIETNAM CAMBOGIA (CAMPUCEA) INDONESIA MALAYSIA BRUNEI SINGAPORE FILIPPINE CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD GIAPPONE TAIWAN HONG KONG MACAO TOTALE ESTREMO ORIENTE
21 1.179 45.191 2.986 12 8.131 351 4.802 349 1 17.382 5.350 81 18.244 513 165.454 120 38.759 44.313 37.246 39.436 235 430.154
6 459 11.562 400 30 1.807 48 1.543 85 3 10.787 1.876 105 11.295 458 31.239 70 21.080 30.578 10.702 17.126 179 151.436
79 1.098 62.772 2.366 35 1.578 53 44 1.648 439 14.751 3.983 51 21.377 487 130.381 155 49.939 50.949 49.783 48.861 46 440.874
51 405 17.687 383 29 797 25 18 848 149 7.971 1.434 42 14.140 503 31.715 99 29.260 38.636 15.993 24.519 25 184.727
-72,83 7,38 -28,01 26,19 -64,75 415,34 561,85 -100,00 0,00 191,30 -20,55 0,00 17,84 34,33 58,95 -14,65 5,34 26,90 -23,08 -22,39 -13,03 -25,18 -19,29 415,39 -2,43
-88,86 13,35 -34,63 4,28 4,53 126,84 88,51 -100,00 0,00 81,95 -42,88 0,00 35,33 30,83 151,44 -20,12 -9,02 -1,50 -28,88 -27,96 -20,86 -33,09 -30,15 618,26 -18,02
1.034.525
320.395
1.124.921
364.544
-8,04
-12,11
TOTALE ASIA
Quantità
Valore
109
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI IMPORT 2002
2003 Tonn. AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. AUSTRALIA NUOVA ZELANDA NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE FIGI VANUATU POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA GUAM NORFOLK ISOLE TOKELAU GEORGIA DEL SUD E ISOLE SANDWICH DEL SUD
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
8.219 -
2.544 -
5.439 161 -
1.818 50 -
51,12 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
39,87 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
-
-
-
-
0,00
0,00
8.219
2.544
5.600
1.868
46,77
36,16
DIVERSI PAESI NON DETERMINATI EXTRA
80
19
139
13
-42,60
44,03
TOTALE DIVERSI
80
19
139
13
-42,60
44,03
2.687.704
478.054
2.703.431
535.241
-0,58
-10,68
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
TOTALE GENERALE
110
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
LAPIDEI EXPORT 2002
2003 Tonn. AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. AUSTRALIA NUOVA ZELANDA NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE FIGI VANUATU POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA GUAM NORFOLK ISOLE TOKELAU GEORGIA DEL SUD E ISOLE SANDWICH DEL SUD
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
27.557 2.134 15 20 1 150 32
26.428 2.174 7 36 2 78 24
29.238 2.681 77 20 86 20 0 0 -
27.652 2.598 66 11 47 12 3 1 -
-5,75 -20,38 -81,02 0,00 0,00 73,96 -100,00 -100,00 -100,00 0,00
-4,43 -16,32 -89,97 246,24 0,00 67,78 -100,00 -100,00 -100,00 0,00
-
-
20
9
-100,00
-100,00
29.908
28.749
32.142
30.398
-6,95
-5,43
DIVERSI PAESI NON DETERMINATI EXTRA
11
276
88
250
-87,32
10,50
TOTALE DIVERSI
11
276
88
250
-87,32
10,50
4.355.510
1.731.414
4.783.034
1.958.505
-8,94
-11,60
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
TOTALE GENERALE
111
TAV 4 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
000€
000€
Quantità
Valore
5.100
589
6.844
30,56
-25,49
74
1.723
200
1.714
-63,00
0,58
504 1.347
6.002 12.825
602 1.391
9.660 18.218
-16,28 -3,16
-37,87 -29,60
Tonn.
112
Tonn.
Differenza in %
769
EXPORT 2002
2003
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
MACCHINE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
18.176
106.940
15.998
98.695
13,61
8,35
8.718
73.042
5.606
54.013
55,51
35,23
28.039 54.933
202.786 382.768
22.899 44.503
188.185 340.893
22,45 23,44
7,76 12,28
TAV 5A ITALIA - EUROPA ANNO 2002/2003
MACCHINE IMPORT 2002
2003 EUROPA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
Tonn.
000€
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
000€
Quantità
Valore
619
4.405
544
6.669
13,79
-33,95
62
1.516
181
1.489
-65,75
1,76
420 1.101
5.413 11.334
533 1.258
8.245 16.403
-21,20 -12,48
-34,35 -30,91
EXPORT 2002
2003 EUROPA
Tonn.
Differenza in %
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
5.490
42.369
6.858
48.344
-19,95
-12,36
2.866
27.106
2.284
22.879
25,48
18,48
8.332 16.688
68.926 138.401
7.030 16.172
67.079 138.302
18,52 3,19
2,75 0,07
113
TAV 5B ITALIA - UNIONE EUROPEA ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 UNIONE EUROPEA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
Tonn.
000€
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
114
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
592
3.614
451
5.061
31,26
-28,60
40
831
80
1.021
-50,00
-18,62
149 781
3.497 7.942
286 817
4.311 10.393
-47,90 -4,41
-18,88 -23,59
EXPORT 2002
2003 UNIONE EUROPEA
MACCHINE
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
3.349
27.209
4.637
33.909
-27,78
-19,76
1.791
18.438
1.572
18.487
13,93
-0,27
4.399 9.539
43.631 89.278
3.216 9.425
35.934 88.330
36,79 1,21
21,42 1,07
TAV 5C ITALIA - ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 ALTRI PAESI D`EUROPA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
Tonn.
000€
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
27
791
93
1.608
-70,97
-50,79
22
685
101
468
-78,22
46,17
271 320
1.915 3.391
247 441
3.934 6.010
9,72 -27,44
-51,31 -43,57
EXPORT 2002
2003 ALTRI PAESI D`EUROPA
MACCHINE
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
2.141
15.160
2.220
14.434
-3,56
5,03
1.074
8.669
713
4.392
50,63
97,37
3.933 7.148
25.295 49.124
3.814 6.747
31.145 49.971
3,12 5,94
-18,78 -1,70
115
TAV 5D ITALIA - AFRICA ANNO 2002/2003
MACCHINE IMPORT 2002
2003 AFRICA
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
000€
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
116
000€
Quantità
Valore
20
116
0
0
0,00
0,00
0
0
0
5
0,00
-100,00
15 35
20 136
3 3
3 8
400,00 1066,67
511,28 1455,55
EXPORT 2002
2003 AFRICA
Differenza in %
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
2.484
8.916
1.545
6.447
60,78
38,29
688
3.860
285
1.790
141,40
115,69
3.692 6.864
14.614 27.390
4.217 6.047
20.394 28.631
-12,45 13,51
-28,34 -4,34
TAV 5E ITALIA - AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 AMERICA SETTENTRIONALE
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
000€
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
42
244
2
60
2000,00
304,83
1
90
9
164
-88,89
-45,43
27 70
271 605
33 44
929 1.153
-18,18 59,09
-70,81 -47,55
EXPORT 2002
2003 AMERICA SETTENTRIONALE
MACCHINE
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
1.479
13.839
1.189
16.053
24,39
-13,79
1.817
19.015
1.500
17.332
21,13
9,71
1.607 4.903
21.509 54.363
1.220 3.909
16.050 49.435
31,72 25,43
34,01 9,97
117
TAV 5F ITALIA - AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 AMERICA CENTRALE E DEL SUD
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
000€
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
118
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
0
0
0
0
0,00
0,00
0
0
0
3
0,00
-100,00
27 27
130 130
3 3
83 86
800,00 800,00
55,82 50,55
EXPORT 2002
2003 AMERICA CENTRALE E DEL SUD
MACCHINE
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
1.614
6.801
520
3.247
210,39
109,47
1.541
7.405
406
2.843
279,56
160,43
1.498 4.653
10.813 25.019
1.982 2.908
13.372 19.462
-24,42 60,01
-19,14 28,55
TAV 5G ITALIA - VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 VICINO E MEDIO ORIENTE
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
000€
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
13
102
13
36
0,00
182,60
12
70
3
4
300,00
1856,40
1 26
15 187
11 27
85 125
-90,91 -3,70
-82,88 48,82
EXPORT 2002
2003 VICINO E MEDIO ORIENTE
MACCHINE
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
2.746
18.896
2.373
13.460
15,72
40,39
922
8.644
718
4.781
28,41
80,79
4.927 8.595
37.852 65.392
3.989 7.080
29.554 47.795
23,52 21,40
28,07 36,82
119
TAV 5H ITALIA - ESTREMO ORIENTE ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 ESTREMO ORIENTE
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
000€
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
120
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
75
233
31
79
141,94
196,18
1
49
7
48
-85,71
1,53
14 90
154 436
19 57
313 440
-26,32 57,90
-50,89 -0,99
EXPORT 2002
2003 ESTREMO ORIENTE
MACCHINE
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
3.580
12.349
3.433
10.420
4,28
18,51
794
5.673
378
3.874
110,05
46,44
7.545 11.919
45.068 63.090
4.232 8.043
39.643 53.937
78,28 48,19
13,68 16,97
TAV 5I ITALIA - AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2002/2003 IMPORT 2002
2003 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
000€
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
0
0
0
0
0,00
0,00
0
0
0
0
0,00
0,00
0 0
0 0
0 0
1 1
0,00 0,00
-100,00 -100,00
EXPORT 2002
2003 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
MACCHINE
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
783
3.770
81
725
866,67
420,23
90
1.339
35
515
157,14
160,26
437 1.310
3.997 9.106
229 345
2.085 3.325
90,83 279,71
91,65 173,88
121
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE IMPORT 2002
2003 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
EUROPA UNIONE EUROPEA FRANCIA PAESI BASSI GERMANIA REGNO UNITO IRLANDA DANIMARCA GRECIA PORTOGALLO SPAGNA BELGIO LUSSEMBURGO SVEZIA FINLANDIA AUSTRIA TOTALE UNIONE EUROPEA
186 11 98 8 10 9 4 276 49 90 2 38 780
867 210 1.953 100 15 32 11 1.629 1.440 967 125 593 7.942
32 22 361 7 1 179 33 135 8 39 818
631 283 5.514 291 21 1.035 217 1.127 419 855 10.393
480,54 -51,58 -72,97 7,62 0,00 0,00 0,00 337,24 53,81 48,92 -33,30 -69,34 0,00 -2,51 -4,58
37,41 -25,71 -64,59 -65,64 0,00 0,00 0,00 -46,44 57,40 563,92 -14,17 -70,32 0,00 -30,62 -23,59
ALTRI PAESI D`EUROPA ISLANDA NORVEGIA LIECHTENSTEIN SVIZZERA MALTA TURCHIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA ROMANIA BULGARIA ALBANIA UCRAINA BELORUSSIA MOLDAVIA RUSSIA GEORGIA ARMENIA KAZAKISTAN UZBEKISTAN TAGIKISTAN KIRGHIZISTAN SLOVENIA CROAZIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA E MONTENEGRO MACEDONIA TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
6 1 194 3 25 2 1 0 34 2 15 12 10 16 2 320
130 27 2.776 24 56 65 27 4 85 39 10 2 91 20 36 3.391
1 1 325 5 0 31 13 0 2 17 45 441
30 40 5.305 84 12 393 35 2 26 33 51 6.010
0,00 320,14 -29,27 -40,51 0,00 -31,22 0,00 0,00 -100,00 0,00 -93,61 0,00 0,00 163,86 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 803,61 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -31,15 0,00 0,00 -96,05 0,00 -27,29
0,00 334,63 -33,65 -47,67 0,00 -70,99 0,00 0,00 -100,00 0,00 -83,45 0,00 0,00 140,15 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 -62,95 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -94,40 0,00 0,00 -28,59 0,00 -43,57
1.101
11.333
1.258
16.403
-12,53
-30,91
TOTALE EUROPA
122
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE EXPORT 2002
2003 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
EUROPA UNIONE EUROPEA FRANCIA PAESI BASSI GERMANIA REGNO UNITO IRLANDA DANIMARCA GRECIA PORTOGALLO SPAGNA BELGIO LUSSEMBURGO SVEZIA FINLANDIA AUSTRIA TOTALE UNIONE EUROPEA
705 107 1.045 1.874 165 44 946 872 2.997 434 66 86 103 96 9.540
8.363 1.240 11.037 13.269 1.590 495 7.796 7.225 28.298 5.052 1.438 800 1.053 1.621 89.278
542 132 854 960 59 39 815 1.281 3.717 612 64 89 143 117 9.425
5.852 1.271 8.744 11.476 777 445 6.859 11.259 30.853 6.567 557 965 1.374 1.332 88.330
30,14 -18,80 22,43 95,21 178,94 10,46 16,03 -31,92 -19,38 -29,18 2,91 -4,15 -27,96 -17,70 1,22
42,91 -2,46 26,22 15,62 104,76 11,29 13,66 -35,83 -8,28 -23,06 158,05 -17,01 -23,35 21,75 1,07
ALTRI PAESI D`EUROPA ISLANDA NORVEGIA LIECHTENSTEIN SVIZZERA MALTA TURCHIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA ROMANIA BULGARIA ALBANIA UCRAINA BELORUSSIA MOLDAVIA RUSSIA GEORGIA ARMENIA KAZAKISTAN UZBEKISTAN TAGIKISTAN KIRGHIZISTAN SLOVENIA CROAZIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA E MONTENEGRO MACEDONIA TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
7 53 1 208 21 1.591 34 47 42 491 73 108 106 910 94 262 215 12 17 1.299 26 49 71 81 0 123 215 467 230 257 36 7.149
60 1.279 75 2.557 112 12.753 576 392 324 2.346 871 533 695 1.945 360 459 1.439 200 31 12.207 377 539 524 1.278 7 1.221 1.051 3.137 845 832 101 49.124
1 66 9 262 41 1.820 7 1 4 711 73 5 89 374 125 266 171 3 15 942 19 138 311 147 20 150 413 227 283 56 6.747
12 1.311 241 2.773 107 13.732 89 8 51 3.934 543 63 800 1.560 263 253 1.577 46 58 7.661 24 1.152 2.278 6.001 122 1.002 2.065 458 1.491 298 49.972
650,95 -18,89 -84,31 -20,68 -47,70 -12,54 392,59 5516,39 922,50 -31,02 -0,41 2316,23 19,95 143,55 -24,92 -1,53 25,71 364,59 17,51 37,95 33,23 -64,18 -77,08 -45,08 0,00 519,60 43,16 13,03 1,32 -9,09 -35,66 5,95
384,55 -2,44 -68,83 -7,79 4,41 -7,13 550,19 4758,51 531,51 -40,37 60,29 751,60 -13,09 24,72 37,03 81,83 -8,75 331,28 -47,70 59,34 1477,64 -53,25 -77,01 -78,70 0,00 898,83 4,94 51,91 84,54 -44,22 -66,00 -1,70
16.688
138.402
16.172
138.302
3,19
0,07
TOTALE EUROPA
123
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE IMPORT 2002
2003 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE MAROCCO ALGERIA TUNISIA LIBIA EGITTO SUDAN TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
1 14 20 35
12 9 116 136
1 2 3
2 7 9
0,00 0,00 2053,85 0,00 -100,00 0,00 1205,60
0,00 0,00 295,57 0,00 -100,00 0,00 1455,55
AFRICA OCCIDENTALE MAURITANIA MALI CAPO VERDE SENEGAL GUINEA - BISSAU COSTA D’AVORIO GHANA BENIN NIGERIA TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
-
-
-
-
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN GUINEA EQUATORIALE GABON CONGO BURUNDI ANGOLA ETIOPIA ERITREA GIBUTI KENIA UGANDA TANZANIA MOZAMBICO MADAGASCAR MAURIZIO ZIMBABWE MALAWI SUD AFRICA NAMIBIA TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
-
-
-
-
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
35
136
3
9
1205,60
1455,55
TOTALE AFRICA
124
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE EXPORT 2002
2003 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE MAROCCO ALGERIA TUNISIA LIBIA EGITTO SUDAN TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
623 1.867 719 365 2.066 5 5.644
2.490 7.147 3.679 1.531 7.811 40 22.697
888 2.111 1.062 589 729 78 5.456
2.604 8.296 4.542 3.994 3.821 574 23.831
-29,84 -11,58 -32,30 -38,06 183,40 -94,20 3,43
-4,37 -13,86 -19,00 -61,68 104,43 -93,08 -4,76
AFRICA OCCIDENTALE MAURITANIA MALI CAPO VERDE SENEGAL GUINEA - BISSAU COSTA D’AVORIO GHANA BENIN NIGERIA TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
6 1 1 8 1 390 406
28 12 8 27 12 1.443 1.529
16 0 1 11 18 4 131 181
206 1 6 81 17 15 857 1.184
-100,00 -100,00 -100,00 -49,09 0,00 -93,14 115,67 0,00 196,72 124,11
-100,00 -100,00 -100,00 -65,79 0,00 -54,45 80,18 0,00 68,47 29,22
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN GUINEA EQUATORIALE GABON CONGO BURUNDI ANGOLA ETIOPIA ERITREA GIBUTI KENIA UGANDA TANZANIA MOZAMBICO MADAGASCAR MAURIZIO ZIMBABWE MALAWI SUD AFRICA NAMIBIA TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
0 0 0 48 6 19 0 4 0 60 268 408 814
3 3 3 425 34 66 7 44 3 269 1.307 1.001 3.164
0 0 7 0 9 22 1 8 11 1 0 10 0 327 12 408
1 2 98 1 78 208 1 4 74 3 2 59 1 2.975 112 3.617
5150,00 0,00 -100,00 -98,75 -100,00 -100,00 116,29 485,00 -100,00 73,08 0,00 -100,00 -100,00 0,00 0,00 521,89 -100,00 -18,09 3190,98 99,23
90,28 0,00 -100,00 -96,82 -100,00 -100,00 104,03 4770,16 -100,00 -10,65 0,00 -100,00 -100,00 0,00 0,00 357,31 -100,00 -56,06 796,68 -12,51
6.864
27.391
6.046
28.632
13,52
-4,34
TOTALE AFRICA
125
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE IMPORT 2002
2003 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE STATI UNITI D’AMERICA CANADA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
69 69
605 605
44 44
1.154 1.154
58,84 0,00 58,84
-47,55 0,00 -47,55
AMERICA CENTRALE E DEL SUD MESSICO GUATEMALA HONDURAS EL SALVADOR NICARAGUA COSTARICA PANAMA CUBA BAHAMAS ISOLE TURKS E CAICOS REPUBBLICA DOMINICANA ANTIGUA E BARBUDA ISOLE CAYMAN GIAMAICA SAN VINCENZO TRINIDAD E TOBAGO ISOLA BONAIRE COLOMBIA VENEZUELA ECUADOR PERU’ BRASILE CILE BOLIVIA ARGENTINA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
6 12 0 10 27
67 2 2 59 130
3 0 3
85 1 86
-100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 861,41
-100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 50,55
TOTALE AMERICA
97
735
47
1.240
107,37
-40,74
126
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE EXPORT 2002
2003 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE STATI UNITI D’AMERICA CANADA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
4.089 815 4.903
44.848 9.515 54.363
3.483 426 3.909
43.947 5.488 49.435
17,38 91,26 25,43
2,05 73,36 9,97
AMERICA CENTRALE E DEL SUD MESSICO GUATEMALA HONDURAS EL SALVADOR NICARAGUA COSTARICA PANAMA CUBA BAHAMAS ISOLE TURKS E CAICOS REPUBBLICA DOMINICANA ANTIGUA E BARBUDA ISOLE CAYMAN GIAMAICA SAN VINCENZO TRINIDAD E TOBAGO ISOLA BONAIRE COLOMBIA VENEZUELA ECUADOR PERU’ BRASILE CILE BOLIVIA ARGENTINA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
2.307 53 0 5 1 0 9 136 18 0 4 1 0 107 66 19 31 1.802 19 13 61 4.652
10.354 144 2 72 8 2 49 243 20 4 20 1 3 1.887 459 298 433 9.554 223 96 1.149 25.019
771 28 7 10 1 0 21 0 14 50 0 26 121 33 34 1.227 22 447 97 2.907
5.707 197 39 52 8 1 424 2 124 232 7 512 1.050 544 301 6.463 209 2.331 1.262 19.462
199,11 89,40 -100,00 0,00 -100,00 355,15 -100,00 -95,63 -75,00 -34,21 171,94 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 315,37 -45,20 -43,21 -8,60 46,88 -14,05 -97,09 -36,51 60,03
81,43 -26,57 -100,00 0,00 -100,00 861,65 -100,00 -98,20 22,84 -60,00 5,05 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 268,71 -56,34 -45,17 43,63 47,83 6,53 -95,90 -8,96 28,55
TOTALE AMERICA
9.556
79.381
6.816
68.897
40,19
15,22
127
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE IMPORT 2002
2003 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE CIPRO LIBANO SIRIA IRAK IRAN ISRAELE GIORDANIA ARABIA SAUDITA KUWAIT BAHREIN QATAR EMIRATI ARABI UNITI OMAN YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
5 14 6 1 0 25
11 68 89 15 3 186
8 15 3 26
10 111 4 125
0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -63,43 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -96,24 0,00 0,00 -4,68
0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -20,35 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -6,73 0,00 0,00 48,82
ESTREMO ORIENTE PAKISTAN INDIA BANGLADESH SRI LANKA TAILANDIA VIETNAM CAMBOGIA (CAMPUCEA) INDONESIA MALAYSIA SINGAPORE FILIPPINE CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD GIAPPONE TAIWAN HONG KONG TOTALE ESTREMO ORIENTE
0 0 4 0 80 0 0 5 90
1 3 16 3 270 1 57 85 435
0 1 1 51 1 1 2 0 57
5 2 15 194 55 119 14 36 440
0,00 -11,54 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -99,39 0,00 56,61 0,00 -98,01 -77,80 122,81 -100,00 57,95
0,00 -75,87 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -82,39 0,00 38,74 0,00 -98,80 -51,81 505,57 -100,00 -0,99
115
622
83
565
38,23
10,05
TOTALE ASIA
128
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE EXPORT 2002
2003 Tonn. ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE CIPRO LIBANO SIRIA IRAK IRAN ISRAELE GIORDANIA ARABIA SAUDITA KUWAIT BAHREIN QATAR EMIRATI ARABI UNITI OMAN YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
83 75 560 22 4.579 340 128 1.513 13 33 64 272 689 225 8.596
817 76 3.344 2 43.766 2.348 720 6.925 163 260 966 1.955 3.805 244 65.392
98 393 401 6 3.616 261 195 1.281 34 1 36 230 528 2 7.080
1.021 1.832 1.403 77 27.912 1.533 1.159 6.578 260 17 349 2.152 3.464 41 47.795
-15,73 -81,00 39,75 301,90 26,63 30,20 -34,40 18,17 -59,98 4646,95 75,36 18,32 30,65 12140,61 21,41
-19,91 -95,83 138,36 -97,39 56,80 53,17 -37,89 5,28 -37,32 1455,76 176,59 -9,15 9,85 499,80 36,82
ESTREMO ORIENTE PAKISTAN INDIA BANGLADESH SRI LANKA TAILANDIA VIETNAM CAMBOGIA (CAMPUCEA) INDONESIA MALAYSIA SINGAPORE FILIPPINE CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD GIAPPONE TAIWAN HONG KONG TOTALE ESTREMO ORIENTE
565 5.522 872 11 301 764 1 350 183 12 5 2.895 146 30 3 262 11.919
1.354 22.919 5.174 63 3.822 4.967 16 3.084 1.257 158 77 16.464 2.414 208 73 1.040 63.090
128 1.060 78 146 2.229 369 24 24 3 1.868 1 765 47 306 996 8.043
268 4.767 173 1.422 19.797 3.186 662 574 49 11.775 24 6.170 962 976 3.133 53.937
341,26 421,04 0,00 -85,79 105,96 -65,71 0,00 -5,18 648,57 -50,05 38,11 54,97 -100,00 -80,98 -37,25 -98,92 -73,71 48,19
405,52 380,74 0,00 -63,38 168,78 -74,91 0,00 -3,22 89,93 -72,48 57,96 39,83 -100,00 -60,87 -78,33 -92,53 -66,81 16,97
TOTALE ASIA
20.515
128.482
15.123
101.732
35,65
26,29
129
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE IMPORT 2002
2003 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. AUSTRALIA NUOVA ZELANDA NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE FIGI POLINESIA FRANCESE
-
-
0 -
1 -
-100,00 0,00 0,00 0,00 0,00
-100,00 0,00 0,00 0,00 0,00
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
-
-
0
1
-100,00
-100,00
DIVERSI PAESI NON DETERMINATI EXTRA
-
-
-
-
0,00
0,00
TOTALE DIVERSI
-
-
-
-
0,00
0,00
1.347
12.825
1.391
18.217
-3,14
-29,60
TOTALE GENERALE
130
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2002/2003
MACCHINE EXPORT 2002
2003 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. AUSTRALIA NUOVA ZELANDA NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE FIGI POLINESIA FRANCESE
1.280 24 0 0 5
8.924 167 1 4 9
332 13 -
3.238 87 -
285,33 89,91 0,00 0,00 0,00
175,60 92,88 0,00 0,00 0,00
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
1.310
9.105
345
3.325
279,71
173,88
DIVERSI PAESI NON DETERMINATI EXTRA
0
8
0
6
582,14
31,56
TOTALE DIVERSI
0
8
0
6
582,14
31,56
54.933
382.768
44.503
340.893
23,44
12,28
TOTALE GENERALE
131
ANNI
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE ALTRI
TOTALI
132
2001
2002
2003
431.973
398.258
430.549
1.725.880
1.708.934
1.589.255
476.221
596.240
667.898
2.634.074
2.703.432
2.687.702
ANNI
2001
2002
2003
MARMO BLOCCHI E LASTRE
87.434
74.319
73.612
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
387.610
373.026
311.811
82.845
87.895
92.631
557.889
535.240
478.054
ALTRI
TOTALI
133
ANNI
2001
2002
2003
MARMO BLOCCHI E LASTRE
754.246
761.426
688.782
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
184.613
165.926
175.795
1.375.933
1.333.752
1.061.256
979.560
902.644
915.120
ALTRI
1.406.261
1.619.287
1.514.559
TOTALI
4.700.613
4.783.035
4.355.512
MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI
134
ANNI
2001
2002
2003
MARMO BLOCCHI E LASTRE
170.331
170.752
140.932
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
49.885
47.549
49.822
MARMO LAVORATI
938.547
883.050
707.128
GRANITO LAVORATI
815.009
736.370
728.602
ALTRI
117.714
120.784
104.931
2.091.486
1.958.505
1.731.415
TOTALI
135
2001
118.031
2002
103.354
2003
98.773
136
2001
406.720
2002
394.497
2003
339.765
137
2001
1.108.878
2002
1.053.802
2003
848.060
138
2001
864.894
2002
783.919
2003
778.424
139
ANNI
2001
2002
2003
UNIONE EUROPEA
282.982
250.970
189.185
NORD AMERICA
293.856
298.526
234.640
VICINO E MEDIO ORIENTE
381.738
376.102
284.654
ESTREMO ORIENTE
176.815
193.250
149.282
ALTRE AREE
240.542
214.904
203.495
1.375.933
1.333.752
1.061.256
TOTALI
140
ANNI
2001
2002
2003
UNIONE EUROPEA
192.139
180.786
147.947
NORD AMERICA
353.930
346.283
258.532
VICINO E MEDIO ORIENTE
147.513
131.226
108.096
ESTREMO ORIENTE
110.908
106.770
82.811
ALTRE AREE
134.057
117.985
109.742
TOTALI
938.547
883.050
707.128
141
ANNI
2001
2002
2003
UNIONE EUROPEA
492.602
432.547
399.999
NORD AMERICA
175.293
191.706
237.738
VICINO E MEDIO ORIENTE
61.146
44.532
49.558
ESTREMO ORIENTE
40.089
25.951
22.960
ALTRE AREE
210.430
207.908
204.865
TOTALI
979.560
902.644
915.120
142
ANNI
2001
2002
2003
UNIONE EUROPEA
391.428
343.397
304.930
NORD AMERICA
208.589
210.800
234.748
VICINO E MEDIO ORIENTE
36.861
27.142
43.468
ESTREMO ORIENTE
38.599
21.948
16.350
ALTRE AREE
139.532
133.083
129.106
TOTALI
815.009
736.370
728.602
143
2001
1.072.955
2002
1.251.943
2003
977.562
144
ANNI
2001
2002
2003
UNIONE EUROPEA
46.761
33.909
27.209
ALTRI PAESI D始EUROPA
15.513
14.434
15.160
5.639
6.447
8.916
AFRICA NORD AMERICA
14.378
16.053
13.839
CENTRO E SUD AMERICA
4.998
3.247
6.801
VICINO E MEDIO ORIENTE
14.331
13.460
18.896
6.828
10.420
12.349
161
725
3.770
108.609
98.695
106.940
ESTREMO ORIENTE AUSTRALIA
TOTALI
145
ANNI
2001
2002
2003
UNIONE EUROPEA
28.221
18.487
18.438
ALTRI PAESI D始EUROPA
10.189
4.392
8.669
4.210
1.790
3.860
AFRICA NORD AMERICA
10.530
17.332
19.015
CENTRO E SUD AMERICA
4.075
2.843
7.405
VICINO E MEDIO ORIENTE
10.470
4.781
8.644
5.092
3.874
5.673
119
515
1.339
72.906
54.014
73.043
ESTREMO ORIENTE AUSTRALIA
TOTALI
146
ANNI
2001
2002
2003
UNIONE EUROPEA
44.034
35.934
43.631
ALTRI PAESI D始EUROPA
25.271
31.145
25.295
AFRICA
17.571
20.394
14.614
NORD AMERICA
15.970
16.050
21.509
CENTRO E SUD AMERICA
13.613
13.372
10.813
VICINO E MEDIO ORIENTE
25.622
29.554
37.852
ESTREMO ORIENTE
28.264
39.643
45.068
778
2.085
3.997
171.123
188.177
202.779
AUSTRALIA
TOTALI
147
BREVE DIZIONARIO DEI TERMINI PIÙ USATI BRIEF DICTIONARY OF MOST USED TERMS BREF DICTIONNAIRE DES TERMES LES PLUS UTILISES BREVE GLOSSARIO DE LAS PALABRAS MÁS USADAS Marmo blocchi e lastre
Mármol, bloques y tableros Granito, bloques y tableros Mármol elaborado Granito elaborado Otras piedras Pizarra en bruto Pizarra elaborada Granulados y en polvo
Blocs et dales de marbre
Marmo lavorati Granito lavorati Altri/altre pietre Ardesia grezza Ardesia lavorata Granulati e polveri
Marble, blocks and slabs Granite, blocks and slabs Processed marble Processed granite Others/other stones Raw slate Processed slate Chips and powders
Macchine da taglio Macchine da lavorazione e lucidatura
Cutting equipments Working and polishing equipments
Machines coupantes Machines dʼélaboration et de polissage
Frantoi Macchine per mattonelle sintetiche
Crushing plants Synthetic tiles plants sintéticas
Lapidei Macchine
Stone materials Machinery
Máquinas cortadoras Máquinas para la elaboración y el pulido Trituradoras Maquinaria para baldosas synthétiques Piedras Maquinaria
Grezzo Riportato a grezzo Produzione Quantità Valori (mgl euro)
Raw Blocks equivalent Quarried materials Quantities Values (thousand euros)
Anno/anni
Year/years
UE/Unione Europea Nord America Centro e Sud America
European Union North America Central and South America Middle East Far East Other regions/Other Countries Rest of the World
Granito blocchi e lastre
Vicino e Medio Oriente Estremo Oriente Altre aree/Altri Paesi Resto del Mondo
Bruto Equivalente en bloques Producción Cantidades Valores (en miles de Euros) Año/años UE/Unión Europea Norteamérica Centro y Sudamérica Medio Oriente Extremo Oriente Otras regiones/ Otros Países Resto del mundo
Blocs et dales de granit Marbre travaillé Granit travaillé Autres pierres Ardoise brute Ardoise travaillé Granulé et podres
Broyeurs Machines pour carreaux
Lapidaires Machines Brut Equivalent en blocs Production Quantité Valeurs en euro An/Ans Union Européenne Amérique du Nord Amérique centrale et du sud Moyen Orient Extreme Orient Autres zones/autres Pays Le reste du monde
149
INDICE S. Napoli:
Stone Sector 2003, industria italiana e congiuntura internazionale Allegato statistico Avvertenze per le tavole statistiche Indice delle tavole statistiche allegate Tavole statistiche
Breve dizionario italiano/inglese/francese/spagnolo dei termini più usati
5 67 69 77 79 149
SUMMARY S. Napoli:
Stone Sector 2003, Italian Industry and International Trends Statistical annex Notes on statistical tables Annexed statistical tables index Statistical tables
Brief dictionary of most used terms
21 67 71 77 79 149
INDEX S. Napoli:
Stone Sector 2003, Industrie Italienne et Conjoncture Internationale Annexe statistique Avertissements pour les tableaux statistiques Index des tables statistiques annexes Tables statistiques
Bref dictionnaire des terms les plus utilisés
37 67 73 77 79 149
INDICE S. Napoli:
Stone Sector 2003, la Industria Italiana y la Coyuntura Internacional Anexo estadístico Notas para la consulta de las tablas estadísticas Indice de las tablas estadísticas annexas Tablas estadísticas
Glosario breve italiano/inglés/francés/español de las palabras más usadas
51 67 75 77 79 149
Finito di stampare nel mese di Maggio 2004 presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore S.p.A. Via A. Gherardesca • 56121 Ospedaletto • Pisa Telefono 050 313011 • Telefax 050 3130300 www.pacinionline.it
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