Con la collaborazione dell'ICE, Area Beni di Consumo/Abitare
Traduzioni / Translations / Traducciones Elaine Broadley (inglese) Ruggero Ruberti (spagnolo) Hanno collaborato / Collaborators / Colaboradores Andrea Bonsignori Francesca Caroti Fernanda Fontana Riccardo Piccinini Š Copyright 2007 INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.
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STONE SECTOR 2006 Industria Italiana e Congiuntura Internazionale
Italian Industry and International Trends La Industria Italiana y La Coyuntura Internacional
A cura di:
Ufficio Studi Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A.
STONE SECTOR 2006 Industria Italiana e Congiuntura Internazionale Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.
Quadro generale Dopo un anno come il 2005, che aveva registrato un saldo positivo di crescita economica complessiva a livello internazionale, il 2006 ha proseguito nello stesso andamento, non solo confermando il trend di espansione su un anno già favorevole, ma consolidandolo ulteriormente con cifre superiori alle aspettative. Un miglioramento solido, che ha consentito di reggere anche ad elementi di possibile indebolimento del quadro, e di possibili future insidie come quelle suggerite dai segnali provenienti dal mercato immobiliare americano, e dalle oscillazioni di inizio 2007 della borsa di Shanghai. I Paesi emergenti hanno dato un forte contributo al commercio internazionale e all’aumento dei consumi complessivi e della produzione, anche avvalendosi del vantaggioso andamento del costo del petrolio, nella seconda metà dell’anno. E così anche il 2007 è iniziato in condizioni di sostanziale ottimismo internazionale, sostenuto da alcune performance soprattutto asiatiche ed europee, a cui il Nord America fa comunque da sponda stabile. Le previsioni del Beige Book sono ancora di crescita, anche se si prevede che sarà più debole già nel secondo trimestre 2007, ma alcuni elementi del quadro generale sono di deciso interesse anche per le conseguenze che possono avere poi sul settore specifico delle pietre. Il 2006, comunque, ha visto ancora un forte protagonismo dei due maggiori Paesi asiatici, Cina e India, con una ripresa progressiva dell’economia europea, che si riflette in un andamento dell’euro ai massimi sullo yen e sul dollaro USA. L’acquisto di materie prime per gli europei ne rimane facilitato, anche se la competizione con le esportazioni americane ne risente; tuttavia è l’andamento del mercato immobiliare statunitense che può avere conseguenze negative maggiori di quanto sinora rilevato, anche se nel corso del 2006 è solo verso il quarto trimestre che si è cominciato a parlarne seriamente. A detta degli esperti internazionali, il rischio è ancora in ambiti da considerare normali, e l’inflazione rimane sotto controllo nelle maggiori aree produttive. Permangono tuttavia motivi di potenziale debolezza di quadro nelle dimensioni del disavanzo americano dei pagamenti con l’estero, nelle possibili tensioni sul prezzo delle fonti energetiche, negli andamenti di alcuni mercati immobiliari, forse troppo espansi negli ultimi anni. Anche se leggermente rallentati, si prevede che nel 2007 i ritmi di sviluppo dei Paesi emergenti rimangano forti, con un PIL cinese che continua a crescere con velocità a due cifre, secondo dati ufficiali già diffusi relativi al primo trimestre. Ad essi fa riscontro una Unione Europea che accelera anch’essa, e consolida i risultati raggiunti nel 2006, a cominciare dalla riduzione del disavanzo pubblico complessivo. Il processo è sostenuto in primo luogo dalla Germania, che è ampiamente tornata a svolgere il ruolo di traino dell’economia continentale, ma anche in Italia il risultato è più positivo dell’attesa, soprattutto in seguito alle performance dell’export. Le aspettative delle imprese, però, e la fiducia dei consumatori hanno leggermente rallentato nel nostro Paese, a partire dal primo trimestre del 2007. Restano così ancora senza risposta alcuni quesiti sulla situazione nazionale, dove le reazioni del sistema delle imprese alle sfide sono state migliorative, pur in presenza di cambiamenti del quadro esterno relativamente poco vistosi: evidentemente è in corso un processo di riposizionamento del nostro sistema produttivo nei confronti del mercato, che appare poco a un esame generale, ma che opera poi attivamente nei dati di consuntivo. Certo, rimangono ancora fortemente presenti alcuni focolai di tensione internazionale, che agiscono da sfondo al quadro complessivo, e costituiscono motivo di impegno di risorse destinabili altrove, e soprattutto di destabilizzazione potenziale; ma una importante fascia di Paesi attivi e importanti come motori dell’espansione economica internazionale e dell’interscambio segue una sua via alla crescita e allo sviluppo, tenendosi fuori, almeno apparentemente, dalle linee di aumento della tensione, e sembra in grado di gestire le proprie vicende interne evitando pericolose rotture e altrettanto rischiosi coinvolgimenti esterni.
Settore lapideo internazionale Anche il settore lapideo ha beneficiato delle positive performance internazionali, continuando nel segno di un’espansione che ormai è attiva da molti anni. Nella dialettica tra Paesi produttori e Paesi consumatori si svolge l’espansione di una attività che contribuisce alla complessiva crescita economica di regioni sempre più diffuse e importanti, che contano sul settore per ampliare le loro opportunità di progresso e per irrobustire i loro indici di crescita. Uno sguardo all’elenco dei Paesi che superano la soglia di importanza nella produzione e nella trasformazione delle pietre, infatti, consente di apprezzare l’ampliamento dell’offerta di pietre che al mercato dei consumatori si offre con una grande facilità, ormai, e con condizioni di continuità e di accostamenti di utilizzo, che potenziano a loro volta l’intero mercato dei prodotti lapidei. La produzione di pietre per uso ornamentale, in cava, nel mondo, anche per questo 2006 si è confermata come una attività significativa per i volumi che impegna, e per il business che attiva. Sono ormai ben oltre la cinquantina i Paesi con una attività rilevante, e tecnicamente apprezzabile, e anche se i “grandi” produttori rimangono sempre un novero ristretto, sia in termini di valore intrinseco dei materiali che di offerta significativa come volumi, pure ogni anno dobbiamo fare i conti con nuovi ingressi, con nuovi colori e texture, con nuove qualità che si aggiungono alle precedenti. Certo, accade anche che alcune produzioni si esauriscano, o escano di mercato, o diventino fuori moda per un qualche motivo, ma il saldo rimane ancora attivo, sia per la scoperta di nuove offerte, sia per la scelta da parte di nuovi soggetti di valorizzare le proprie risorse geologiche. Così, vediamo affacciarsi con decisione, ad esempio proprio all’interno di questo volume, una realtà recente come quella cilena, che si presenta alla ribalta internazionale con materiali propri e una industria estrattiva e di prima trasformazione giovane ma propositiva e con belle prospettive. E il Cile affianca un’altra realtà di esperienza più lontana ma di protagonismo ancora giovane anch’essa, come quella turca, che proprio negli ultimi due o tre anni, ha vissuto un momento di espansione rilevante su alcuni mercati importanti per il consumo come quello nordamericano, e quello tedesco. La specializzazione di questi due Paesi – Cile e Turchia – è soprattutto sul marmo, e su pietre calcaree, ed è anche grazie a Paesi come la Turchia che l’espansione quantitativa del mercato lapideo nel 2006 ha riguardato anche i marmi, e non solo i graniti. Hanno svolto, infatti, un ruolo come sempre significativo Italia, Spagna e Grecia, assieme a molti altri produttori, sia storici che nuovi, in misura minore. Ma i graniti hanno vissuto un altro anno da grandi protagonisti dello scenario internazionale, con soggetti come Brasile, India e Cina a fare decisamente da grandi macchine di produzione, trasformazione e consumo e da grandi sostenitori dell’espansione mondiale del mercato. Per un Paese come la Cina, infatti, non vale solo il ruolo del grande produttore, ma pesa molto anche il ruolo svolto come consumatore e utilizzatore di tutto ciò che fa edilizia e costruzioni, e quindi anche di marmi, graniti e altre pietre, da finitura e da arredo urbano e ornamento in genere: le statistiche già altre volte riportate, e presenti in maniera dettagliata sul sito statistico della IMM, descrivono chiaramente lo svolgersi del processo negli ultimi cinque anni, in termini quantitativi, che meglio rappresentano al momento le dimensioni del fenomeno. Per alcuni Paesi, presto potremo mettere in rete anche i dati valoriali, che descrivono in modo significativo non solo i volumi di business coinvolti dal settore, ma soprattutto la qualificazione dei movimenti e dei mercati collegati ai prodotti. Per il momento, possiamo elaborare dei dati parziali, dei quali proveremo a dare lettura e interpretazione nel corso del lavoro. A livello generale, cominciando dalle escavazioni, un ulteriore aumento del numero dei produttori si è accompagnato, anche in Paesi già evoluti nel settore, ad una ulteriore anche se non forte crescita generalmente diffusa delle quantità estratte. Seguendo un criterio di mercato che appare ovvio, ma che in realtà risulta essere estremamente selettivo, in funzione della domanda esterna sono cresciute soprattutto le qualità più affermate e quelle più nuove, destinate ai mercati che accolgono produzioni di pregio, o che cercano novità e rinnovamento di offerta, mentre le produzioni più correnti sono rimaste più stabili,
e più facilmente destinate a mercati interni e di prossimità. Si rafforza così quella dualità di mercato che vede produzioni sia di materia prima che di lavorati molto qualificati e ricercati, da un lato, e materiali e prodotti più correnti dall’altro. Crescono entrambi, ma su due binari paralleli, che alcuni mercati e alcuni produttori ben rappresentano e quasi riassumono nel loro andamento, mentre altri si presentano in maniera più mescolata, su entrambe le facce della medaglia. A livello di areale, anche per il 2006 vediamo così riproporsi a livello elevato come negli anni precedenti i consumi e gli interscambi regionali, per esempio tra tutti i Paesi del Mediterraneo, con Italia Spagna ed Egitto tra i maggiori protagonisti, affiancati un po’ da tutta l’area della costa nord dell’Africa. Nella zona nordamericana, assistiamo all’ulteriore intensificarsi degli scambi tra Stati Uniti, Messico e Canada, affiancati poi da Brasile e altri produttori latini di dimensioni minori, tutti molto concentrati sul grande consumatore USA. Nell’area mediterranea, a differenza di quella americana, hanno un ruolo importante gli scambi di materia prima, che soprattutto per l’Italia svolgono un ruolo forte di integrazione delle esportazioni complessive, e risultano di volume elevato soprattutto per alcune tipologie di materiale, come il bianco di Carrara, che emigra in direzione dei Paesi del nord Africa, principalmente come materiale a valore medio contenuto. Tali prodotti, però, sono spesso soggetti anche a scambi di più lungo percorso, soprattutto quando si tratta di acquirenti che possono contare su un mercato interno di buone dimensioni, e capacità di trasformazione ampia e a costi contenuti. Pensiamo, ancora, alla Cina, che è tra i maggiori acquirenti di calcarei grezzi e semigrezzi proprio di provenienza mediterranea o mediorientale: Italia, Egitto, Spagna, Turchia e Iran sono i suoi maggiori fornitori attuali, e certamente la crescita è repentina soprattutto da Egitto e Turchia, che divengono i primi fornitori in merito. Solo l’import di graniti grezzi dall’India rimane superiore in termini di quantità, ma la crescita su base annua è decisamente superiore nel caso dei due Paesi mediterranei. Non sorprende, da’altra parte, che la Cina importi crescentemente marmi dall’estero, in quanto comunque rimane il più forte produttore di graniti a livello mondiale. Anche se mancano i dati certi aggiornati sulle escavazioni del 2006, sono sufficienti i dati di stima per confermare una leadership che in questo campo rimane sempre forte e non insidiata ancora, se non da lontano, da India e Brasile. Rimane la realtà di un Paese che importa materia prima ed esporta e consuma lavorati da e verso tutto il mondo, conquistando ogni anno quote maggiori e traguardi nuovi, e sostenendo una buona parte di quella crescita internazionale del settore, che rileviamo ormai costantemente da molti anni. C’è da sottolineare un dato, però, nel raffronto con Paesi di collocazione storicamente diversa, come per esempio l’Italia: il valore medio per unità di prodotto importato da Paesi terzi va valutato con attenzione, perché inquadra il segmento di mercato in cui le produzioni e le esportazioni si collocano, e dà una corretta posizione di benchmark rispetto agli altri Paesi concorrenti. Prendiamo come esempio per chiarire la dinamica del confronto la voce relativa alla Germania, che ha visto aumentare le importazioni dalla Cina in maniera significativa nel 2006, e leggiamo quanto segue, riguardo alle importazioni tedesche di lavorati di granito. Tabella 1: Graniti lavorati/ Germania, importazioni PAESI PARTNER
tonn. X 1000 2005
euro x 1000
2006 diff. % ’06/’05
2005
euro per tonn.
2006 diff. % ’06/’05
2005
2006 diff. % ’06/’05
CINA
338,59 370,58
9,45
89.016
84.573
-4,99
263
228
ITALIA
129,45 132,68
2,49
89.651
94.294
5,18
693
711
-13,19 2,62
TOTALE
623,45 649,59
4,19
258.384 267.410
3,49
414
412
-0,67
Fonte: Eurostat; elaborazione: IMM Una situazione analoga si verifica per gli Stati Uniti, dove già l’anno scorso avevamo verificato che le esportazioni da Brasile per il granito, e da Turchia per il marmo erano cresciute in maniera veloce, e con la stessa caratteristica evidenziata dalla situazione tedesca.
Tabella 2: Graniti lavorati/ USA, importazioni PAESI PARTNER
tonn. X 1000
dollari USA x 1000
2006
BRASILE
701,92
1087,21
54,89
444.000
609.000
37,16
633
560
-11,45
CINA
367,53
582,67
58,54
244.000
323.000
32,38
664
554
-16,50
INDIA
458,15
460,88
0,60
243.000
291.000
19,75
530
631
19,04
ITALIA
455,19
353,78
-22,28
335.000
350.000
4,48
736
989
34,43
2255,36
2767,45
22,71
1.476.000
1.800.000
21,95
654
650
-0,61
TOTALE
diff. % ’06/’05
2005
dollari USA per tonn.
2005
2006 diff. % ’06/’05
2005
2006 diff. % ’06/’05
Fonte: Bureau of Census USA; elaborazione: IMM Inoltre, particolarmente nel caso degli Stati Uniti, e sia per il marmo che in misura maggiore per il granito, alla voce “Prodotti lavorati”, risultava evidente un fenomeno diverso, ma altrettanto significativo e valido non solo per questo Paese, e comprensibile solo attraverso la lettura attenta di quanto risultava dalla dialettica delle quantità dichiarate dai vari Paesi. Prendiamo per chiarire il caso particolare dell’Italia, che conosciamo meglio e che ha intensificato il processo nel 2006. Alcune aziende, particolarmente attive fuori dal territorio nazionale e in grado di governare le proprie scelte in modo attento, hanno effettuato investimenti all’estero, soprattutto nei Paesi dove certe produzioni sono più vantaggiose, al fine di integrare la propria offerta sui mercati finali con prodotti sempre controllati e garantiti dal fornitore italiano, ma materialmente trasformati fuori dai confini dell’Italia. È una prassi seguita anche da altri Paesi, non solo dall’Italia, e in molti settori diversi dal lapideo, per motivi di vario tipo: nel nostro settore si va dalla più facile disponibilità della materia prima, ai costi di produzione più agevolmente gestibili e contenuti, alla vicinanza con i mercati di sbocco, alla presenza di partner affidabili e altro ancora. Sempre comunque rimane rispettato un elemento costante di fondo: laddove si svolge l’investimento, e si trasforma il materiale deve esserci una capacità di produzione adeguata ad una qualità complessiva controllabile, cosicché il produttore italiano possa mantenere lo standard a cui i suoi clienti sono abituati, basso medio o alto che sia, senza modificare la sua collocazione di mercato, ma semmai ampliandola con una capacità di concorrenza più efficace. Spesso, le produzioni all’estero sono poi integrate con forniture provenienti dall’Italia, attraverso le quali si mantiene quindi ancor più valida e stretta una presenza diretta sul mercato e presso il cliente. Spesso queste integrazioni riguardano specializzazioni produttive dell’azienda in questione, che vede così migliorare il proprio posizionamento competitivo. Si tratta in altre parole di ampliamento del mix di offerta che una singola azienda o gruppo persegue, e raggiunge attraverso l’integrazione esterna di produzione; ed è una scelta strategica che viene optata non solo nel settore lapideo, ovviamente, ma anche in altri settori produttivi, dove anzi il percorso è già più avanzato, ed è stato sperimentato in maniera poi riprodotta e riadattata al lapideo. Spesso, è stata praticata e già sperimentata anche all’interno dei propri confini nazionali, semplicemente aprendo i distretti produttivi più o meno specializzati ad altre forniture e specializzazioni aggiuntive, per realizzare delle economie produttive allargate. Ma il processo non è privo di rischi, in quanto analogamente a quanto accade ai distretti nazionali, i Paesi presso i quali si svolge sono Paesi che crescono molto rapidamente, e generalmente dispongono in proprio di una ottima base produttiva e di ottime capacità commerciali, costituendo così il passo successivo per un allargamento del settore a livello internazionale, per una sua più spinta globalizzazione, ma il processo avviato in questo modo molto verosimilmente seguirà poi evoluzioni proprie, che sarà difficile gestire, anche se molto interessante seguire. Le specializzazioni produttive delle imprese leader del settore italiano – per rimanere nell’esempio – si collocano in genere ad un livello non facilmente raggiungibile dai concorrenti tutti, ma non tutto il settore condivide parimenti lo stesso profilo di alta eccellenza, per cui si renderà ogni giorno più forte il bisogno di presidiare le proprie nicchie di mercato, le specializzazioni
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qualificanti, le presenze altamente competitive, a cui attribuire anche il ruolo di difesa complessiva dell’intero settore nazionale. È la strada lungo la quale evolve non solo il settore lapideo italiano, appunto, ma anche altri settori, e altri Paesi, che stanno seguendo lo stesso modello di complessità produttiva crescente, per portare la competizione verso profili più avanzati e complessi, e per utilizzare la globalizzazione, senza doverla solo subire. Ma non è l’unico percorso possibile, ce ne sono anche altri, e vedremo alcuni di essi possono essere quanto meno esplorati; per ora, sottolineiamo il fatto che gli investimenti italiani all’estero nel 2006 crescono anche nel settore lapideo, e che il settore si configura in maniera sempre più articolata e dinamica. Leggendo più nel dettaglio alcuni numeri, si ritrovano le grandi direttrici che anche per il 2006 ha seguito il settore: ampliamento dei consumi nell’areale estremo orientale, con una crescita forte delle esportazioni cinesi verso la Corea del Sud, mentre il Giappone rimane stabile e molto alto sui soli graniti lavorati. Partner importanti del Paese orientale rimangono sempre, anche andando fuori dall’areale, la Germania, che continua ad importare quantità crescenti di graniti e abbiamo visto di quale fascia di valore, e gli Stati Uniti, che però preferiscono il Brasile, i cui dati sembrano proprio comprensivi nelle dichiarazioni americane anche delle esportazioni italiane integrate attraverso il Brasile. Ma, per il produttore più importante del mondo continua ad essere la sua zona di prossimità geografica il mercato maggiore, accanto al proprio stesso mercato interno, dove l’espansione immobiliare è così rapida e intensa da generare persino apprensioni sulla tenuta per il futuro prossimo. A leggere le statistiche cinesi delle importazioni, si apprezza anche un’altra tendenza: l’integrazione crescente delle proprie produzioni interne con produzioni esterne, destinate in larghissima parte per i marmi al consumo interno, e per i graniti anche a riesportazione, ma in maniera diversa. I fornitori di marmi, in blocchi e lastre, sono principalmente Turchia Egitto Iran Spagna Italia e Grecia, tutti in ampia crescita sul 2005. E le esportazioni di lavorati di marmi riguardano in maniera significativa il solo mercato sudcoreano. Anche il mercato americano ha conosciuto qualche incertezza sulle prospettive future, soprattutto per le note vicende legate al mercato immobiliare e all’insolvenza di alcune categorie di acquirenti meno forti. Complessivamente, però, nelle acquisizioni di lavorati lapidei, il nord America abbiamo visto che preferisce il sud continentale come fonte di maggior approvvigionamento per i graniti, mentre rimangono i produttori mediterranei i preferiti per i marmi, dall’Italia per i prodotti più costosi, alla Turchia e alla Spagna, in generale. E pure l’Unione Europea, che al 2007 si è ulteriormente allargata a 25 Paesi membri, intensifica gli scambi al suo interno, e con Cina e Turchia protagonisti esterni per i lavorati, rispettivamente di graniti e marmi. Per l’UE rimane la grande confusione statistica sugli scambi di grezzi di granito, che vengono spesso classificati in maniera discordante a seconda dei vari stati, soprattutto se si tratta di Paesi nordici: gli scambi dichiarati tra Paesi esportatori e partner importatori in molti casi sono fortemente discordi, e costringono a ridurre l’informazione disponibile, perché chiaramente le modalità di classificazione dei movimenti non sono omogenee. Rimane il dato di un traffico vivace, che però chiaramente coinvolge anche materiali vili, di grande volume e scarso valore, e di destinazione non ornamentale, a oscurare i movimenti di pietre a destinazione più nobile. Cresce ancora la capacità sia di consumo che di produzione e trasformazione del nord Africa, che vede nell’Egitto la sua punta più avanzata. Per questo Paese, il partenariato con la Cina è sempre più importante, e anche se i dati sono ancora parziali, tuttavia è chiaro il trend che vede i due Paesi in stretta connessione produttiva. Anche l’Italia è partner importante della sponda sud del Mediterraneo, e così pure altri produttori, come la Spagna e la Turchia. Per la Turchia, va detto che da quest’anno verranno meno, sembra, le statistiche dettagliate e precise che solitamente uscivano in questo periodo: gli uffici nazionali hanno deciso di considerarle come un dato “sensibile” e quindi da non diffondere nel modo che anche altri Paesi seguono: sarà un importante tassello in meno nel quadro internazionale, soprattutto con il ruolo crescente che viene svolto nelle dinamiche del settore. Per ora, si può ricostruire il dato indirettamente, attraverso i mercati partner, in attesa che una decisione più favorevole allo scambio di conoscenze venga adottata.
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Settore lapideo italiano Come si è comportato il settore lapideo italiano, in un quadro internazionale così dinamico e veloce nei riposizionamenti competitivi? Il risultato complessivo dell’industria lapidea nazionale è stato di cambiamento apprezzabile e favorevole rispetto agli anni precedenti, anche rispetto ad un 2005 che pure aveva già dato segni di leggero miglioramento sull’anno trascorso. Da una indagine che ogni anno svolgiamo presso un campione molto esteso di aziende italiane, ci vengono i dati e le informazioni affidabili per poter dire che l’insieme del settore italiano ha avuto dei momenti e delle aree di sofferenza, ma ha complessivamente reagito alle difficoltà esterne di competizione e di concorrenza, ricavandosi una serie di specificità produttive e commerciali alle quali si è affidato per riposizionarsi e ripartire dopo alcuni anni di crisi e di arretramenti. Partiamo anche quest’anno da una lettura dei dati di export, che hanno sostenuto fortemente il miglioramento che il settore lapideo nazionale ha vissuto nel corso del 2006, soprattutto in un momento in cui il mercato del consumo interno comincia invece a calare parallelamente al rallentamento dell’attività di edilizia soprattutto privata. Le esportazioni italiane di materiali lapidei hanno complessivamente raggiunto e superato i 4 milioni e le 800 mila tonnellate di prodotto in varia forma, dai blocchi grezzi alle lastre, ai lavorati e finiti, alle polveri e i granulati, per complessivi 1.910 milioni di euro, con una netta prevalenza di tipologie ad alto valore proprio ed aggiunto. La decisa dominanza dei lavorati, come appare chiaro dalla tavola che segue, ha dato un contributo forte sia alla qualificazione delle esportazioni nazionali che al loro miglioramento complessivo, soprattutto sono state attive e produttive le esportazioni relative al marmo e al travertino (ricordiamo che non si distinguono nella classificazione statistica del Sistema Armonizzato adottato internazionalmente). Tabella 3: Italia, esportazioni 2005-2006 ITALIA – TUTTI I PAESI
2005
2006
diff.% 2006/2005
Gennaio-Dicembre 2005/2006
tonn.
Euro
tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
787.143
151.621.426
885.009
172.191.883
12,43
13,57
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
205.010
55.333.872
189.097
49.180.291
-7,76
-11,12
MARMO LAVORATI
973.639
674.029.726
1.020.994
754.819.298
4,86
11,99
GRANITO LAVORATI
938.326
777.981.895
943.754
811.032.391
0,58
4,25
ALTRE PIETRE LAVORATI
197.844
37.572.612
200.625
37.898.572
1,41
0,87
SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati
3.101.962
1.696.539.531
3.239.479 1.825.122.435
4,43
7,58
GRANULATI E POLVERI
1.321.171
60.044.364
1.308.107
64.841.466
-0,99
7,99
SubTOT con Granulati e Polveri
4.423.133
1.756.583.895
4.547.586 1.889.963.901
2,81
7,59
1.278
906.294
20,11
25,11
ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE
Euro % Qt.à
1.535
1.133.844
% Val.
20.605
13.046.789
20.972
13.069.151
1,78
0,17
329.135
6.412.879
251.991
6.490.335
-23,44
1,21
4.774.151
1.776.949.857
1,00
7,53
4.822.084 1.910.657.231
Fonte: Istat; elaborazione: IMM Rispetto allo scorso anno, va subito rilevato che il quadro è molto più omogeneo sul territorio nazionale, di quanto non lo fosse nel 2005: il segno “più” rispetto allo scorso anno non sta solo a indicare una crescita avvenuta, a livello regionale e di distretti, ma è pure più diffuso anche se non proprio uguale dappertutto. Il miglioramento su base annua ha coinvolto molte realtà locali, ed anche i dati regionali di produzione indicano che la cosa è stata abbastanza seguita in maniera positiva nelle varie aree importanti di produzione e trasformazione lapidea. Va detto con chiarezza comunque che l’Italia non ha ancora recuperato i “numeri” del 2000 e neanche del 2001, ma è importante il trend che si è avviato ormai da
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almeno due anni consecutivi, perché il miglioramento del quadro complessivo è iniziato già nella seconda parte del 2005, seguendo una prassi stagionale che ritroviamo da tempo nel settore, nel bene e nel male. Si incomincia a riprendere e consolidare un cambiamento di tendenza negativa che durava ormai da alcuni anni, a cominciare proprio da quel 2000, che era proseguito bene sino alla prima metà dell’anno seguente, e che poi aveva rallentato già prima del settembre 2001, fino a passare alla decrescita, e poi apertamente alla crisi di alcuni mercati, negli anni a seguire. La tavola che segue quantifica la distanza che tuttora separa l’Italia di oggi dai risultati di inizio secolo, e indica già un primo autore, anche se non proprio primario, della ripresa: sta nelle esportazioni dei suoi materiali migliori e più consolidati presso i consumatori, esportati sia in blocchi che in lastre. Non entriamo nel dettaglio delle specifiche, perché la classificazione statistica, di nuovo, non ci consente di identificare singolarmente, separandole, le due tipologie, ma dalle rilevazioni dirette sappiamo che l’andamento positivo, soprattutto nel caso dei marmi e travertini, è dovuto sia ai grezzi che ai semigrezzi. Le dimensioni dei numeri non consentono di attribuire ai blocchi il ruolo di protagonisti della ripresa in termini di grandezza del risultato finale, la quota che essi ricoprono nel totale delle esportazioni settoriali italiane è contenuta, ma indicano il senso e, a nostro avviso, anche un fattore forte di competitività del settore lapideo nazionale, offrendo una chiave di lettura che può aiutare anche per gli sviluppi futuri dell’industria lapidea non solo del nostro Paese. L’Italia svolge un ruolo storico e di leadership non più volumetrico, ma sicuramente ancora qualitativo, e tipizzante all’interno del panorama internazionale. In questo senso segna ancora il percorso di sviluppo che anche altri protagonisti possono seguire, ciascuno secondo le proprie inclinazioni e possibilità: vedremo più avanti come queste linee di tendenza e di evoluzione hanno influito e potranno svolgere ancora di più in futuro una parte importante nella ridistribuzione dei ruoli anche internazionali all’interno del settore. Per ora prendiamo atto che questo aspetto è importante nel quadro di quanto accaduto al settore lapideo italiano nel 2006. Tabella 4: Italia, esportazioni 2000-2006 ITALIA - TUTTI I PAESI
2000
2006
diff.% 2006/2000
Gennaio-Dicembre 2000/2006
tonn.
Euro
tonn.
Euro
MARMO BLOCCHI E LASTRE
779.802
169.865.520
885.009
172.191.883
13,49
1,37
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
207.579
60.739.716
189.097
49.180.291
-8,90
-19,03
MARMO LAVORATI
1.455.216
953.485.188
1.020.994
754.819.298
-29,84
-20,84
GRANITO LAVORATI
1.048.100
851.301.648
943.754
811.032.391
-9,96
-4,73
234.626
48.468.135
200.625
37.898.572
-14,49
-21,81
SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati
3.725.323
2.083.860.207
3.239.479
1.825.122.435
-13,04
-12,42
GRANULATI E POLVERI
1.257.020
43.803.094
1.308.107
64.841.466
4,06
48,03
SubTOT con Granulati e Polveri
4.982.343
2.127.663.301
4.547.586
1.889.963.901
-8,73
-11,17
ALTRE PIETRE LAVORATI
ARDESIA GREZZA
% Qt.à
% Val.
9.215
7.289.961
1.535
1.133.844
-83,34
-84,45
ARDESIA LAVORATA
32.972
22.946.817
20.972
13.069.151
-36,40
-43,05
PIETRA POMICE
67.690
4.897.294
251.991
6.490.335
272,27
32,53
5.092.220
2.162.797.373
4.822.084
1.910.657.231
-5,31
-11,66
TOTALE
Fonte: Istat; elaborazione: IMM Merita sottolineare come per l’Italia il business dei granulati sia in ascesa continua e importante, anche dal punto di vista dei valori coinvolti. Certo, sono dati, quelli dei valori, da leggersi tutti con molta cautela, in quanto il riporto ad euro è “tecnico”, vale a dire che è solo aritmetico, e non tiene conto dei variati rapporti di scambio tra monete, mentre sappiamo bene che le oscillazioni del dollaro hanno avuto un ruolo non da poco nell’orientare quanto meno alcune modalità di traffico delle merci, e degli scambi complessivi. Tuttavia rimane pur sempre un criterio di lettura abbastanza “freddo”, e aiuta
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comunque a interpretare dei dati che altrimenti rimarrebbero ancora più oscuri, o affidati solo ai volumi: abbiamo già visto a livello internazionale, invece, come tenere d’occhio anche i valori corrispondenti sia importante per capire alcuni fenomeni in atto, e dar loro il giusto peso e la giusta interpretazione. Se ci si limita alle voci aggregate più importanti, dal punto di vista della comprensione settoriale, sono possibili diversi criteri di lettura dei dati, perché sono diversi i percorsi seguiti, a seconda delle tipologie produttive e dei mercati di collocazione. Se affianchiamo la tavola precedente con i dati relativi solo alle tipologie maggiori, quelle a maggior valore aggiunto e a maggior diffusione nazionale, e li riclassifichiamo per aree geografiche di sbocco, otteniamo una lettura ancora diversa di quanto accaduto nel corso di questi ultimi sette anni. Cerchiamo cioè di dare una risposta diversa alla domanda di prima: che cosa ha sostenuto l’export del settore lapideo italiano, negli ultimi anni? E che cosa gli ha consentito di conquistare e mantenere un ruolo diverso nello scenario internazionale e nella suddivisione internazionale del lavoro e dei mercati, con cui oggi il settore si confronta e opera? Tabella 5: Italia, esportazioni 2000 – 2006/ Blocchi lastre e lavorati ITALIA - TUTTI I PAESI/ Blocchi lastre e lavorati Gennaio-Dicembre 2000/2006
2000
2006
diff.% 2006/2000
tonn.
Euro
tonn.
Euro
% Qt.à
% Val.
UNIONE EUROPEA
1.420.406
795.063.323
1.005.594
620.565.053
-29,2
-21,9
RESTO D’EUROPA
239.151
136.462.137
305.389
195.547.068
27,7
43,3
AFRICA
314.371
59.616.013
393.231
68.338.562
25,1
14,6
NORD AMERICA
520.976
590.315.338
518.215
583.097.523
-0,5
-1,2
82.959
43.622.613
60.659
30.481.739
-26,9
-30,1
MEDIO ORIENTE
680.350
190.228.638
430.930
151.291.273
-36,7
-20,5
ESTREMO ORIENTE
433.473
233.000.399
502.596
149.545.787
15,9
-35,8
33.635
35.424.491
22.863
26.152.452
-32,0
-26,2
3.725.321
2.083.732.952
3.239.477
1.825.019.457
-13,0
-12,4
CENTRO E SUD AMERICA
OCEANIA TUTTI I PAESI
Fonte: Istat; elaborazione: IMM L’unione Europea nel frattempo si è allargata a 25 Paesi, e dal gennaio 2007 ne sono entrati ancora dall’Europa dell’Est, le tavole sono retrospettive ed omogenee per offrire un raffronto corretto in questo senso, anche se rischiano di essere “antistoriche”. I numeri sono riferiti alla configurazione attuale dell’UE, e il risultato è ampiamente negativo, anche se i valori medi compensano non poco e motivano quindi largamente l’attenzione che tuttora l’area richiede e conquista. È il mercato interno allargato delle nostre imprese, dove la competizione è più diretta con gli altri produttori, perché è in grado di coinvolgere non solo produttori ed esportatori in grado di operare su mercati lontani, ma anche aziende di capacità potenziale a più corto raggio. E invece, è proprio lì che si confrontano i termini aspri della competizione, e che si sono scontati anche i cali di mercati importanti come quello tedesco, e nello stesso tempo è proprio lì che si sono verificate, assieme ai mercati nordamericano e in parte di altre aree, le condizioni e gli input per uscire dalla crisi, per trovare la risposta alle sfide competitive che i nuovi assetti internazionali del mercato impongono. Dalla tavola precedente emergono anche altre cose: la tenuta, sempre, del mercato statunitense, che oscilla ma rimane forte e fondamentale per il nostro export, e dove sostanzialmente, nonostante le forti tensioni portate da produttori esterni, il settore lapideo italiano non cede grandi quote di mercato, e non solo in termini di volumi. Pesa, in questo caso, quel fenomeno di integrazione produttiva che abbiamo visto profilarsi in maniera apprezzabile e significativa già dallo scorso anno, di ingresso nel mercato un po’ più indiretto, mediato attraverso produttori di altri Paesi, sempre ordinatamente affiancati da soggetti nazionali. Non è una strategia nuova, qualche anno fa alcuni operatori, particolarmente attenti alle cose e
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ai mercati esterni, si esprimevano dicendo che bisogna essere “dentro” i mercati, che bisogna portare la competizione all’interno del mercato finale, cercando tutte le strategie e le forme possibili per svolgere la cosa in maniera governata e, finché possibile, da protagonisti. Si separano, in questo processo, le finalità di interesse tra soggetti individuali, aziendali o di gruppo che siano, e territoriali, di distretto o di altro. Ma il processo appare sempre più essere proprio questo, con tutte le innovazioni che nel frattempo l’evoluzione del quadro e dei nuovi protagonismi hanno imposto. E non si tratta di un banale decentramento produttivo, è qualche cosa di più, è una integrazione delle proprie capacità produttive, competitive e industriali in senso largo, che si sviluppa attraverso un mix di quadro produttivo e commerciale. Dai numeri emerge quindi una prospettiva, ancora fragile certo, ma aperta, che va ad affiancare e consolidare le vocazioni di prossimità di mercato come primo elemento di collocazione per le produzioni proprie: per i mercati più lontani, si sfruttano le prossimità degli altri, laddove si può. E però, a questo primo criterio di lettura si aggiunge quello altrettanto importante delle fasce qualitative di mercato, delle specializzazioni produttive, che consentono di ricavare qualcosa di più di semplici nicchie, da presidiare e difendere, e che non vengono perse dalla nostra industria nazionale, ma anzi si mantengono e si consolidano ancora adesso. Il presidio e la difesa, o l’espansione del proprio mercato si svolgono con tutti i mezzi a disposizione, e la globalizzazione ne offre di nuovi, da interpretare e leggere in maniera, appunto, innovativa. I dati più recenti delle esportazioni italiane in fondo dicono proprio questo: la parte più buia della crisi sull’estero sembra passata, e pur nel permanere di forti difficoltà da parte anche di classi di imprese consolidate e competitive, la selezione intervenuta nel corso di questi anni ha lasciato che i soggetti più adeguati al nuovo rimanessero attivi, e sapessero cogliere le occasioni offerte, anche, dalla globalizzazione. Non è solo una sfida, ma anche un’opportunità, quella che viene offerta dalle nuove geografie economiche, e dalla possibilità di operare anche in remoto con produttori e mercati diversi. Cresce la complessità del sistema, e capire di volta in volta su che cosa continuare a contare, e che cosa invece va abbandonato per strada, se necessario, è sempre più difficile, e anche costoso, e non solo in termini di bilancio aziendale: ha costi anche sociali immediati, che spesso si ripagano solo su tempi più lunghi e con modalità pesanti socialmente. Svolgono un ruolo importante, allora, i cosiddetti bigplayers, che sono big più in senso figurato che fisico, ma che svolgono sicuramente la parte di apripista, di leader “culturali” oltre che tecnici e operativi, una parte che può offrire grandi occasioni, ovviamente, ma che può anche risultare molto ingrata, perché offre un esempio di cosa fare e di cosa non fare. Il settore lapideo italiano è un settore, come molti altri del Made in Italy, di distretti produttivi e di piccole imprese, dove quindi l’innovazione, non solo tecnologica ma anche gestionale commerciale e strategica, si svolge spesso per imitazione, per tentativi individuali e per apprendimento collettivo, piuttosto che ricerca attiva e diretta, e ha tempi rapidi e rischi elevati. Copiare quello che fanno gli altri, allora, soprattutto quando si tratta di modelli di successo, diviene un modo immediato di riposizionarsi, se è possibile: possiamo chiamarlo “scouting” gestionale, o tecnologico se tocca invece i processi produttivi, ma alla fin fine si tratta pur sempre di cercare le novità tra quanto ci circonda, e di adattarle a sé stessi. I risultati, però, possono essere anche molto positivi, e gratificanti per chi per primo intuisce un processo nuovo o apre un mercato nuovo con successo, così come per chi comprende la validità di un modello innovativo e lo segue tra i primi. Quali mercati sono stati importanti per l’Italia del settore lapideo nel 2006? Da quanto sin qui visto, alcune cose emergono già: il settore lapideo italiano ha seguito in buona parte le sue naturali inclinazioni e relazioni commerciali costruite nel corso di anni, o comunque facilitate da fattori oggettivi di connessione. Abbiamo visto come l’area europea abbia risentito su base pluriennale delle difficoltà dell’economia e dell’edilizia tedesca. Questo, però, ha anche comportato che, non appena la situazione in Germania è andata migliorando, immediatamente ci sono stati riflessi positivi per i distretti lapidei nazionali che vi sono maggiormente collegati e presenti. Nonostante la recente propensione tedesca ad acquisire soprattutto lavorati in granito da Cina e India, tuttavia il ruolo dell’Italia
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abbiamo visto che si consolida addirittura, anche se soltanto nelle fasce più qualificate di prodotto Non è un consolidamento generale, cioè, ma fortemente mirato e selettivo: marmi lavorati, in valore, graniti lavorati anche qui in valore, e in entrambi i casi con un apprezzamento sensibile del valore medio per tonnellata di esportato. Lo stesso modello vale anche per altri Paesi europei, sia dell’Unione che non, influenzato certamente anche dal valore forte dell’euro su dollaro, che rende più accessibili le merci di valore espresso in euro. Va detto, però, che i lavorati di marmi e travertini si giovano particolarmente di questo meccanismo, associando così al valore di qualità anche quello di tipologia specifica: ne vediamo una replica, sia pure in scala ridotta rispetto alla Germania, in Svizzera, in Russia, e poi, uscendo dai confini continentali, negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi, in Kuwait, in India. Diversi, invece, i casi di nord Africa e Cina, dove conta molto anche la materia prima, e di nuovo si tratta di marmi e travertini in prevalenza. D’altra parte, l’Italia ha produzioni caratteristiche prevalentemente di calcarei, non sono le sue sole produzioni, ma ne sono la parte più conosciuta e valorizzata per importanti distretti produttivi, a cominciare da Carrara. Sono produzioni distintive, caratterizzazioni ormai rinomate, che in qualche caso diventano addirittura simboliche di un’intera area al di là del settore, e ne costituiscono insieme forza e identità produttiva e culturale. Si tratta di temi che coinvolgono anche altri aspetti, oltre a quelli puramente commerciali o industriali, a cui però sono comunque strettamente connessi e quasi in simbiosi. Argomenti che non valgono solo per il lapideo o per l’Italia, ma si estendono a tutti i comparti e le specializzazioni produttive e spesso anche a molti distretti, regioni o addirittura Paesi di produzione. È il tema delle identità simboliche, che esula da questo nostro piccolo ambito di considerazione, ma che tuttavia lo coinvolge, e in qualche caso ne diventa asse portante: basti pensare appunto al marmo di Carrara, o ai travertini romani, o a tutte quelle produzioni di antica tradizione e storia che si identificano con un’area e ne diventano il simbolo. Merita comunque sottolineare che il mercato di maggiore importanza, quello assolutamente da presidiare e difendere in maniera qualificata e strategica è e rimane quello nordamericano, per tutti i numeri che abbiamo letto sinora, e per il ruolo di traino rilevante che comunque svolge anche nei confronti degli altri mercati, più o meno avanzati che siano. Le importazioni dell’industria italiana del lapideo rimangono nell’ambito di un quadro classico, ormai, da qualche anno: sono in ripresa, anche significativa, sia per i marmi che per i graniti, e nei marmi, leggendo i Paesi, sono importanti i nuovi come i vecchi produttori. Crescono sia in volume che in valore la Spagna, anche la Francia e accanto alla riconferma fortissima della Turchia, si affacciano altri soggetti, ancora di ruolo contenuto, ma già in buona evidenza, come la Croazia, la Macedonia e il Montenegro. Continua a crescere nella partnership con l’Italia l’Egitto, che diviene il nostro primo fornitore di marmi in blocchi, e crescono, sia pure su tutt’altra scala di grandezza, anche Marocco e Tunisia, e poi la Namibia. Per i graniti c’è da registrare la crescente presenza della Finlandia, rispetto a un quadro già forte in precedenza, affiancata in Europa dalla più tradizionale Spagna, e dalla nuova anche se piccola Albania, e poi dal Mozambico e dallo Zimbabwe in Africa, mentre cala leggermente il Sudafrica e scende un po’ anche l’Angola. Ma in tema di graniti grezzi e semigrezzi la novità maggiore viene dalla dialettica di ruolo tra Brasile e India: l’India continua ancora ad essere il nostro primo fornitore, ma sui valori medi per tonnellata di importato il Brasile è chiaramente più importante ed è il più mediamente qualificato dei due, per l’industria lapidea nazionale. Sui lavorati, invece, i numeri delle importazioni, ancorché in crescita, sono ancora contenutissimi, pure se per alcuni paesi sono relativamente importanti. La Cina, per esempio, nei confronti dell’Italia aumenta in volume, ed anche in valore, come del resto anche l’India, ma non in valore medio, diversamente dall’India, che invece migliora la qualificazione dei suoi graniti lavorati collocati in Italia.
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Macchine È sempre difficile interpretare quanto accade a livello nazionale e internazionale nel settore delle tecnologie, che per sua stessa formazione risulta essere sfuggente alla classificazione e alle radiografie statistiche. I suoi prodotti si spostano da un Paese all’altro, sotto forma di trasferimenti di merce prodotta in un’area, e poi venduta collocata e utilizzata in un’altra, seguono percorsi di tracciatura difficile, perché spesso scelgono la modalità della spezzatura di invio, e si confondono quindi con altre parti meccaniche e automatiche, destinate ad altri usi e settori. E d’altra parte la meccanica soprattutto condivide la sua tecnologia con molte altre destinazioni e ambiti, che non hanno specializzazioni così specifiche da non poter essere ricondotte ad una base comune, e anzi si avvale di crescite innovative e di contenuti spesso elaborati in altri circuiti produttivi e di ricerca, e li converte al settore. La tecnologia che nasce internamente al settore lapideo è tanta, e molto spesso è anche sofisticata, e a sua volta si ibrida con altri settori paralleli; gli sta accanto poi quella di derivazione esterna, importata e modificata opportunamente per rispondere alle esigenze del settore. Rimane così la difficoltà di separare quanto si importa ed esporta di specifico per il lapideo, da tutto il resto, difficoltà che permane anche ora che la ceramica ha ottenuto una classificazione separata per la sua parte di destinazione d’uso. Aggiungiamo, inoltre, che, come già ricordato negli scorsi anni, non è possibile monitorare l’impiantistica per l’escavazione, né per la movimentazione di cava, che pure coinvolgono delle cifre interessanti sia per i valori che per i volumi: solo alcune associazioni di categoria si fanno carico di raccogliere l’informativa specifica e di divulgare quanto direttamente rilevato, sia in Italia che in altri Paesi. I dati ufficiali relativi all’industria italiana della tecnologia per il taglio e la lavorazione, di primo e di secondo livello, dei materiali lapidei danno un quadro del 2006 complessivamente positivo, anche se non del tutto omogeneo nei confronti delle varie aree di partenariato commerciale. I nostri dati, così come si legge dalle nostre tavole di elaborazione, tengono conto solo di voci esclusivamente e sicuramente riconducibili alla specializzazione lapidea delle tecnologie, escludendo quanto invece può avere destinazioni più ampie, o quelle voci di classificazione dei movimenti doganali che le mescolano con altri settori. I volumi di affari che ne emergono sono, così, inferiori al totale che esso realmente muove, ma hanno il pregio di essere “sicuri”, e quindi di poter essere letti con certezza soprattutto nelle oscillazioni e nelle variazioni che emergono dai raffronti per anni per le varie aree geografiche. L’anno 2006 per le esportazioni italiane di macchine per il taglio, la levigatura e la lucidatura delle pietre ornamentali, e delle macchine utensili per lo stesso settore è stato un anno complessivamente positivo, e ha registrato una crescita di alcuni punti percentuali rispetto all’anno precedente: un risultato non esaltante, ma solido e comunque attestato su quelle specializzazioni più sofisticate, rappresentate dalle macchine per seconda lavorazione e dalle macchine utensili per le quali l’industria italiana è particolarmente qualificata. Queste ultime due categorie hanno anche visto un apprezzamento dei valori medi, a segnalare il mantenimento, appunto, della qualificazione che ha posto la tecnologia italiana al massimo livello di competenza e qualità nel mondo. La stretta contiguità di lavoro con il settore di trasformazione nazionale ovviamente gli ha consentito e tuttora gli consente di sperimentare ed evolvere al meglio la sua produzione avanzata per la sua prima clientela, quella dell’industria lapidea italiana, che notoriamente richiede standard qualitativi adeguati alle sue esigenze. Le condizioni di crescita, però, del settore lapideo in tutto il mondo nei termini veloci che abbiamo visto nell’ultimo decennio hanno provocato dei cambiamenti oggettivi nel corso del tempo, ad esempio accorciando i tempi di trasferimento delle novità verso i competitori lapidei esteri, i tempi di appropriabilità delle innovazioni interne al processo produttivo del settore lapideo da parte di utenti lontani, e hanno accorciato lo stesso lead time nella produzione di tecnologia. Vediamo così che le novità tecnologiche, anche in questo settore, vengono spesso vendute non solo o addirittura non prima agli utilizzatori italiani, ma a clienti trasformatori e utilizzatori esteri, con tutte le conseguenze che nel tempo si accavallano per l’intero comparto. Accanto a
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questo accorciamento dei tempi di diffusione dell’innovazione nella fornitura, inoltre, cresce la tendenza dei Paesi terzi alla produzione autonoma dei macchinari e dei prodotti sussidiari, e anche nello stesso comparto delle macchine i concorrenti di nuova estrazione si affacciano al mercato internazionale in piena autonomia ormai, e senza complessi di inferiorità di alcun genere. Vediamo così che a portare la concorrenza al settore italiano delle tecnologie sono industrie nazionali come quelle di Cina e India, che operando molto con i comparti locali possono creare quella parte di circuito commerciale che consente nel tempo di alimentare poi anche segmenti di sperimentazione autonoma. Al momento parliamo di consumatori che utilizzano anche tecnologia non automatizzata, ma si tratta comunque di una fascia di utenza che va per lo meno ad affiancare il mercato delle tecnologie più evolute, e per la quale l’industria meccanica e sussidiaria italiana non è più il primo fornitore. Le quote di mercato, così, ne risentono, e solo l’espansione complessiva del lapideo fornisce il necessario a spostare sul positivo il raffronto delle nostre esportazioni nazionali di macchine verso il resto del mondo. Ma vediamo un po’ più nel dettaglio i numeri che descrivono l’andamento generale delle esportazioni italiane di macchine da taglio, primario e secondario, e da finitura, e di macchine utensili. Leggiamo i dati in valore, espressi in euro, in quanto più significativi. Tabella 6: Italia, export di macchine 2006 /valori Macchine per lavorazione e levigatura
Macchine da taglio Euro
Diff.% ’06/’05
Quota %
Euro €
Unione europea
43.082.627
23,0
30,8
32.557.693
37,2
Resto d’europa
25.254.252
25,2
18,1
9.062.314
-10,7
Africa
Diff.% Quota ’06/’05 %
Macchine utensili
Totale
Euro
Diff.% ’06/’05
Quota %
Euro
Diff.% ’06/’05
Quota %
36,9
55.663.903
5,2
25,9
131.304.223
17,6
29,7
10,3
26.660.308
6,2
12,4
60.976.874
10,0
13,8
9.550.805
-10,2
6,8
5.587.956
134,2
6,3
18.063.369
-22,9
8,4
33.202.130
-8,9
7,5
Nord america
24.329.053
6,3
17,4
20.630.570
44,4
23,4
31.158.158
34,6
14,5
76.117.781
26,2
17,2
Centro e sud america
6.407.637
-34,1
4,6
5.474.701
-11,0
6,2
15.780.361
24,8
7,4
27.662.699
-3,0
6,3
Medio oriente
16.314.216
-48,4
11,7
8.768.633
-41,8
10,0
25.864.895
-34,0
12,1
50.947.744
-40,7
11,5
Estremo oriente
13.001.283
-4,5
9,3
3.742.894
-26,8
4,2
39.080.752
81,2
18,2
55.824.929
38,5
12,6
Oceania Totale
1.772.158
34,7
1,3
2.294.554
2,4
2,6
2.233.785
-35,7
1,0
6.300.497
-10,4
1,4
139.712.031
-3,65
100,0
88.119.315
11,4
100,0
214.505.531
6,5
100,0
442.336.877
3,9
100,0
Fonte: Istat; elaborazione: IMM Ancora una leggera crescita, quindi, in un contesto che copre tutto il panorama internazionale, e mostra la capacità di presenza dell’industria italiana di macchine ovunque operi un settore lapideo nazionale di trasformazione. Alcune rilevanze vanno comunque sottolineate. In primo luogo, la netta importanza delle macchine utensili, che coprono la quota più grande delle esportazioni, e che soprattutto sono in aumento in quasi tutte le aree geografiche importanti. Sono in aumento, a conferma di quanto detto in precedenza sull’accorciamento progressivo dei tempi di diffusione delle tecnologie avanzate, anche in Estremo Oriente, dove quindi si collocano a integrazione qualificata del prodotto locale tecnologico, e a sostegno dell’industria lapidea locale. È l’India il maggior acquirente per questa voce, in senso totale, seguita nell’area estremo orientale, ma a grande distanza, dalla Cina e dall’Indonesia, e tutte e tre sono in crescita sensibile. Il Medio Oriente sembra invece saturo, al momento, e subisce una battuta d’arresto che gli lascia un ruolo contenuto nel panorama di questa voce. Per le macchine utensili italiane rimane sempre l’Unione Europea il maggior mercato, anch’esso in crescita sullo scorso anno, anche se non abbastanza da riguadagnare il dato del 2004. La Spagna è il cliente più importante, seguito dal Regno
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Unito, e poi da Portogallo, Francia, Belgio. Anche l’area del Nord America è importante e positiva, e lo è da tempo, mentre nell’Europa extra comunitaria i mercati maggiori sono la Russia e la Turchia, entrambi in calo rispetto al 2005. La dialettica tra le varie voci della tabella precedente suggerisce come sempre la chiave di lettura per capire lo spostamento dell’attenzione dei vari Paesi sulle fasi del ciclo, per vedere nelle intenzioni locali quali siano da rafforzare e da sostenere, perché in evoluzione o proprio in costruzione, e quali invece siano già sufficientemente attrezzate. Le macchine da taglio, soprattutto taglio primario, costituiscono la prima fase del ciclo e dell’industrializzazione, ma anche quella che per prima riprende a crescere in fase di espansione dell’attività lapidea e dei consumi. Nei dati del 2006, rispetto al 2005, hanno un segno di aumento su base annua praticamente solo in Europa, comunitaria e non, che rappresenta nel suo insieme quasi la metà del mercato di sbocco. Tocca di nuovo alla Spagna il ruolo di primo mercato, seguita dalla Francia, dalla Grecia e da una nuova e crescente Polonia, da una Turchia anch’essa, tuttora, in grande sviluppo, rispetto ai quali solo gli Stati Uniti risultano più importanti e dinamici. Scendono invece Brasile e Iran, mentre l’India eguaglia la Turchia. Per le macchine da finitura, il quadro è un po’ più articolato: per l’Unione Europea, maggiore area di sbocco, la Germania si propone accanto alla costante Spagna, anche se è un ruolo positivo ma fortemente più basso. Il maggiore acquirente, in questo caso, sono gli Stati Uniti, e sono anch’essi in crescita, a recuperare quanto tralasciato nel 2005, mentre questa voce è praticamente l’unica per la quale tutta l’area nordafricana si presenti con un segno di crescita nei confronti dell’anno precedente. Riguardo al nord Africa, e relativamente alle altre voci, si alternano i segni a seconda dei Paesi, e la Tunisia soltanto rimane praticamente sempre in aumento sul 2005, però su cifre molto contenute. Il quadro complessivo, quindi, è un quadro semplice, sostanzialmente positivo e abbastanza chiaro: la tecnologia delle macchine utensili copre le quote più alte, e le aree più importanti rimangono quelle più vicine, e quelle più tradizionalmente “curate” dai produttori italiani, con alcuni mercati particolarmente fedeli, e alcuni timidi nuovi ingressi. Non risulta invece, al momento, che ci siano in elaborazione novità produttive particolarmente “rivoluzionarie”, sia sul piano operativo che sul piano gestionale, anche se la ricerca è sempre attiva, e le idee innovative trovano sempre un terreno fertile nelle imprese produttrici di macchine e impianti, che devono confrontarsi con i nuovi mercati e con i nuovi produttori. I tentativi “nuovi” per ora più interessanti riguardano soprattutto i monitoraggi finalizzati alla sicurezza dei fronti di cava, e sono più istituzionali che industriali privati, anche se da questi ultimi sono fortemente appoggiati e l’attenzione è ovviamente molto alta. Per il resto, l’ingresso di certe forme di automazione sostenute da elettronica e informatica è ormai una cosa acquisita e metabolizzata anche nel settore lapideo, e l’innovazione segue piuttosto il percorso dei miglioramenti incrementali e delle ottimizzazioni, anziché quello dei cambiamenti radicali. In altre parole, per adesso non sembrano esserci le premesse per novità paragonabili a quanto avvenuto, ad esempio, con l’ingresso dei controlli automatici per la miscela e la cala nella fase di segagione dei graniti, o del diamante, ormai qualche decennio fa, nel taglio dei calcarei. Questo non significa affatto, naturalmente, che il settore stia fermo e che non ci siano evoluzioni anche molto efficaci in campo tecnologico, significa soltanto che il percorso è lineare e continuo, e che non sono in vista salti qualitativi bruschi.
Considerazioni conclusive Con quali cambiamenti si è presentato questo 2006, nel settore dei materiali lapidei? Perché qualche cambiamento, qualche novità che si esprime o comincia a dare i primi segnali c’è sempre, anche in un settore come il nostro, che non è strategico a livello internazionale, ma che comunque lo è per lo
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sviluppo economico di alcuni Paesi, e muove comunque volumi e denaro e lavoro in quasi ogni parte del mondo. 1. Abbiamo visto che la produzione ha continuato, sia pure in maniera più lenta, a crescere a livello globale, e qui rileviamo le prime novità e cose diverse dal flusso a cui ormai eravamo abituati negli ultimi anni. Il grande produttore asiatico, la Cina, protagonista dei cambiamenti maggiori nel quadro internazionale del settore, ha rallentato la sua produzione domestica di cava, preferendo integrare il proprio prodotto interno con la materia prima procurata in altri Paesi, dove la sua “campagna acquisti” di fonti di produzione continua e si affianca a tutti gli strumenti di approvvigionamento a cui si può ricorrere abitualmente. Il primo Paese fornitore di marmi grezzi e semilavorati per la Cina è così la Turchia, seguita dall’Egitto, mentre per i graniti il primato tocca all’India, seguita ma molto lontanamente dal Brasile. Si tratta di cifre consistenti, giustificate dal veloce sviluppo interno del comparto delle costruzioni, così veloce che in qualche momento ha generato anche motivate apprensioni nel mondo degli investitori internazionali. Lo sviluppo economico del Paese sta alimentando in maniera evidente una serie di meccanismi in successione logica e operativa, dai quali anche il settore lapideo è interessato, e dei quali risente evidenti conseguenze. La prima è che l’approvvigionamento all’estero è diventato ancora più importante nel quadro locale del settore, costituendo un canale aggiuntivo qualificato, essenziale e voluminoso, oltre che chiaramente funzionale all’attuale momento di sviluppo interno. La seconda è che l’India, che ha continuato invece nel suo cammino evolutivo e di crescita del settore, a questo punto diviene il primo produttore complessivo di pietre, essendo un forte estrattore anche di marmi, di arenarie e altre pietre, oltre che di granito. Nella nostra Tavola A in Appendice Statistica teniamo conto solo dei marmi e dei graniti, perché per troppi altri Paesi i dati sia sulle arenarie che sulle altre pietre locali sono troppo caotici per essere coerentemente confrontati in un quadro di produzione internazionale, che cerchiamo tra mille difficoltà di mantenere non contraddittorio ed omogeneo. Se consideriamo anche queste voci, non c’è alcun dubbio che l’India diviene il nuovo dominatore del settore, sia dal lato della produzione di materia prima per i mercati esterni, che dal lato della produzione tout court, essendo anche un Paese di grande vivacità economica a sua volta, e in grande espansione settoriale. E ricordiamo che anche nel caso della produzione di tecnologie per il settore l’industria indiana è ampiamente presente e attiva, come dimostrano anche i dati relativi all’interscambio di areale delle macchine per la trasformazione, primaria e secondaria. Le esportazioni italiane nella zona risentono poco della concorrenza indiana su alcune tipologie di prodotto per noi importanti, ma certo c’è una fascia di acquirenti locali che viene ampiamente coperta dalla produzione indiana, e risulta quindi fuori dal circuito dei prodotti italiani, anche di secondo livello. 2. Gli investimenti all’estero, finalizzati alla produzione decentrata, secondo un modello evolutivo che riproduce il percorso di crescita sin qui seguito da Paesi come l’Italia, si sono intensificati e stanno portando il settore lapideo nel suo insieme più vicino ad altri settori meno pesanti come classe produttiva. Si tratta di una risposta alle sfide esterne, sulla scala dei costi soprattutto, che pure il nostro settore sta sperimentando, rendendo il mix di offerta e la sua costruzione operativa più complessa, più internazionale e, almeno per ora, più efficiente. I rischi li abbiamo già evidenziati, e sono insiti nel processo stesso di costruzione di un profilo internazionalizzato di impresa, sono quelli di un ulteriore accorciamento dei tempi di apprendimento di altri soggetti esterni ai settori nazionali che per primi esternalizzano. Ma si tratta di un rischio che è comunque inevitabile per tutti i produttori che corrono in testa ai processi, e che la velocità nella circolazione delle informazioni, delle esperienze, delle tecnologie in sé stessa comporta. In altri settori produttivi è in corso una profonda e complessa ricostruzione della suddivisione internazionale dei lavori, delle competenze e dei ruoli svolti nello scenario internazionale: viviamo in un momento storico di grandi elaborazioni e cambiamenti, innestati da fenomeni sia politici che tecnologici enormi. Si può soltanto proseguire un passo dopo l’altro ciascuno nel proprio cammino, cercando di capire e di apprendere dagli altri il più possibile, e di gestire nel proprio ambito tutto il nuovo
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che si riesce ad acquisire in maniera funzionale e ad inventare. La coniugazione di globale con locale costruisce difficoltà, ma insieme anche risposte, ed offre spunti e soluzioni che possono divenire anche molto stimolanti e positive. Lo abbiamo visto nella lettura dei dati di un Paese “vecchio” al settore, come l’Italia: la sua competenza e il suo rimanere ben solido nella fascia alta e qualificata dell’offerta si sono coniugati bene con l’ampliamento di input e di profili produttivi messo a disposizione dalla globalizzazione; inoltre, la possibilità di internazionalizzare almeno una piccola quota di offerta gli ha permesso di rimanere leader qualitativo in mercati di consumo non semplicemente prestigiosi, ma – meglio – remunerativi, come Germania e Stati Uniti, dove abbiamo visto quale sia il valore medio unitario delle esportazioni messe a raffronto tra vari fornitori. Il processo comporta la necessità di mantenersi su un livello comunque di efficienza produttiva molto alto, che non sempre restituisce adeguati margini di redditività di impresa. E però, anche senza escludere innovazioni di offerta anche meno impegnativa (pensiamo a formati di offerta su prodotti “correnti”, ma comunque sempre qualificati per qualche aspetto e non interferenti con le altre destinazioni di clientela) è questo il ruolo e la collocazione che nel quadro internazionale del settore sempre più si viene assegnando al nostro Paese, e a paesi simili al nostro. 3. Una quota crescente di soggetti settoriali si è posizionata, quindi, in maniera abbastanza complessa e anche creativa di esperienze relativamente nuove per il settore lapideo, su fasce di mercato sempre meno sensibili al prezzo. Il prezzo, infatti, è ormai in maniera conclamata un fattore sul quale con molti produttori internazionali non c’è scala di raffronto e di competizione. L’innovazione, così, ha seguito nel lapideo dei paesi più storici – come Italia e Spagna – un percorso alternativo e complementare a quello puramente gestionale e tecnologico della riduzione dei costi, della ottimizzazione della produzione e quanto altro, temi ai quali comunque è stata e viene continuamente dedicata una grande ovvia attenzione. Va sottolineata qui una ambivalenza esplicita nei confronti dell’ottimizzazione gestionale: si sa che non è il fattore di competizione vincente per molte classi di produttori, e però costituisce comunque un obiettivo doveroso oltre che utile sempre, che va perseguito e continuamente aggiornato. Lo si fa, quindi, con la consapevolezza che questi aspetti, come il contenimento dei costi, l’innovazione produttiva, l’ottimizzazione complessiva della gestione d’impresa, sono un valore in sé, perché forniscono innovazione anche di prodotto, e perchè sono strumenti di miglioramento del posizionamento e dell’efficienza complessiva del funzionamento aziendale e settoriale, ma non sono questi i fattori vincenti di competizione, per Paesi i cui costi di base hanno il livello di quelli, per esempio, europei. E allora, bisognerà che questi ultimi e quelli nelle loro condizioni integrino la loro capacità di presenza con altri fattori, meno materiali, meno immediati e forse più rischiosi, ma sperabilmente efficaci, per rimanere ancora presenti e autorevoli nello scenario internazionale del settore. Il rischio rimane alto, perchè la differenziazione verticale delle fasce di mercato ha tempi sempre più brevi di durata, come i dati sulla mobilità delle tecnologie suggeriscono: la crescita complessiva e veloce dell’India su tutti campi del settore lapideo e dei settori sussidiari indica chiaramente chi sarà presto il principale concorrente anche della Cina nel segmento fondamentale dei lavorati. 4. I mercati migliori, e le fasce di domanda più qualificata in genere hanno bisogno quindi di cure particolari per essere adeguatamente curati e difesi anche da concorrenti esterni al settore lapideo. Da un’attività mirata su tale obiettivo, però, sempre che sia svolta con successo e consapevolezza, deriva una stabilizzazione della domanda, nel tempo e nella qualità, che si traduce poi, per risposta, in offerta meglio costruita e meglio gestita, in quanto consente all’impresa una più vantaggiosa e più adeguata programmazione della produzione e in ultima analisi una più elevata redditività di gestione. Ne risente tutto il settore, e particolarmente i distretti dove operano le imprese in grado di muoversi in questa direzione, poiché le ricadute, non rimanendo soltanto dentro i confini della singola azienda, si estendono all’intera filiera, locale e talvolta anche non locale. È il ruolo che possono giocare i big players già menzionati, che svolgono così una attività di trascinamento che giova a tutto l’ambiente
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a cui appartengono, sia geografico sia settoriale. In genere, si riconosce a un soggetto questo ruolo da protagonista soprattutto quando si tratta di innovazione tecnologica o gestionale, ma in realtà vale anche per il marketing e per la valorizzazione in generale del prodotto e della materia. Nel nostro settore è già accaduto in precedenza che imprenditori particolarmente acuti, o distretti particolarmente specializzati in qualcosa di unico, aprissero di fatto delle aree nuove di mercato, che poi anche altri hanno praticato con successo. Basti pensare, per esempio, al mercato dei rivestimenti esterni in granito, per edifici a sviluppo verticale, un mercato aperto dagli Italiani, o meglio da alcune, poche ditte italiane, e poi successivamente battuto anche da altri. In questo 2006, pur senza raggiungere il livello di novità degli esempi prima citati, alcuni soggetti si sono proprio dedicati a questo, al consolidamento e alla stabilizzazione di rapporti commerciali e di fasce di offerta, per rendere meno oscillante il grafico della domanda. Lo hanno fatto seguendo percorsi spesso diversi, ma sempre mantenendo fermo il punto di forza nelle specificità distintive di offerta, nella convinzione che perdere la propria individualità significhi confondersi nel mare dei produttori, e rinunciare quindi alla propria visibilità. 5. Ma come riuscire a distinguersi, in un quadro di offerta così variegato, competitivo e anche affollato? Come riuscire a mantenere un profilo di specificità riconoscibile e vantaggiosa nei confronti di un mercato gremito ormai di produttori oltre che di consumatori? Una delle risposte possibili viene offerta proprio dalle elaborazioni sulle tipicità distintive di un luogo, o di un soggetto: si chiede di caratterizzare la propria presenza specifica, se possibile, con quella parte di offerta che non può essere così facilmente replicata, o diventare patrimonio alienato da parte di concorrenti. In un mondo in cui i tempi di appropriazione del nuovo si accorciano costantemente, per opera di reti di comunicazione e di trasferimento delle informazioni sempre più efficienti e veloci, esiste anche un lato opposto della medaglia, che consente di sfruttare la globalizzazione come un ambiente all’interno del quale tutto ciò che non è globalizzabile diviene un formidabile fattore di unicità e di concorrenza. La non replicabilità di un bene diviene un fattore distintivo di competizione, del quale ci si può servire in maniera utile, se non addirittura vincente. Pensiamo allora all’unicità di una pietra o di un nome, capaci di evocare tutto un patrimonio di valori, di memorie, di aspetti che ne fanno emergere la connotazione positiva e immediatamente riconoscibile: il travertino romano del Colosseo, il rosso di Assuan, il bianco di Carrara, il bianco del Taj Mahal, il nero Africa, e via così. Hanno, anche attraverso il nome, una capacità di presenza e di richiamo presso il consumatore qualificato, che finisce per trascinare anche altri materiali e prodotti meno affascinanti, forse più banali ma magari tecnicamente più adatti ad usi più difficili o speciali. È una risposta possibile, per esempio, nei confronti di competitori esterni al mondo delle pietre ornamentali, una concorrenza sempre molto forte anch’essa e che contribuisce alla complessità del quadro, spesso appropriandosi proprio del nome delle pietre, per impadronirsi della suggestione che al nome è legata. Ma anche internamente al settore si può far leva sulla disponibilità di un bene unico, che serve a contraddistinguere un distretto, un’area, un’impresa, per replicarne l’uso, con una gestione sapiente e attenta a non intaccare il patrimonio simbolico che la sorregge. Gli strumenti per fare marketing attento, equilibrato di un bene prezioso ci sono, e in molti casi anche le esperienze in proposito sono ormai consolidate, anche se relativamente giovani. L’importante è essere consapevoli che quando si parla di un valore condiviso, esso va gestito di conseguenza, attraverso una rete di governance che tuteli il bene stesso con cui si lavora e la sua fruizione, anche per il futuro di chi verrà dopo di noi.
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STONE SECTOR 2006 Italian Industry and International Trends
Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.
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General overview 2006 followed on with the positive trend recorded in 2005 in terms of global economic growth. Not only was the upward trend confirmed but it was also further consolidated with figures exceeding expectations. A solid improvement even in the face of potential weaknesses to the overall picture and future concerns such as the negative signs from the US real estate market and fluctuations on the Shanghai stock market at the beginning of 2007. New countries contributed significantly to international trade figures and the increase in overall consumption and production which also benefited from the favourable trend in oil prices in the second half of the year. Hence 2007 began in a general climate of optimism on the international markets, especially in certain Asian and European countries whose partner remains North American market. The Beige Book estimates are still showing an upward trend although this is expected to wane in the second three-month period of 2007. Overall though there are some interesting general points, especially in terms of their repercussions on the stone industry. 2006 was again dominated by the two major Asian countries, China and India, with a gradual recovery in the European economy reflected in the all-time highs of the Euro against the yen and the US dollar. Consequently, Europeans enjoyed an advantage in terms of the purchase of raw materials although they also suffered from competition with American exports. However, it is the US real estate market which is likely to have more negative effects than the above, although it was only towards the last three-month period at the end of 2006 when this became an important issue. Experts believe the risk is still “normal” and inflation is under control in the major production areas. Yet there are potential weaknesses in terms of the US’s foreign debts, possible tension as regards the price of energy and the trends on some real estate markets which have perhaps grown too much over recent years. According to official data already distributed on the first three-month period developing countries are expected to continue to grow in 2007, although at a slightly slower pace, with the Chinese GNP continuing to rise in two-figure numbers. The European Union seems to follow the same trend, consolidating the 2006 results starting from a reduction in the overall public debt. This trend is led by Germany which has made a full comeback as the driving force of the economy of the continent. Italy has recorded results higher than expectations, especially in terms of exports, although company expectations and consumer trust were slightly lower in the first three-month period in 2007. Hence there are still some questions open as regards the national situation where companies’ reactions to the challenges have improved. Italy’s productive system is obviously in the process of repositioning itself in relation to the market and although this is not so obvious from a general overview of the situation it does come through in the final data. Certainly, some hotbeds of international tension remain very much at the fore. These provide the setting for the overall picture and are the reason for certain investments of resources which could be otherwise employed and above all are potential destabilising agents. Yet a significant number of countries drive the growth of the international economy and trade are developing independently and, as far as it seems, away from the tension, managing their own internal issues and avoiding dangerous breakdowns or the involvement of third parties which may be just as risky.
The international stone industry The stone industry too has benefited from the positive performance of the international economy, continuing to expand as it has done for many years now. Expansion has involved both producers and
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consumers and has led to the overall economic growth of an increasing number of important areas that count on the industry to increase their potential development and strengthen their growth rates. A glance at the list of important countries in terms of stone production and processing demonstrates the extensive range of stones on offer, the ease at which they can be found with guarantees of continuity and the number of their applications as well as the strength of the industry as a whole. Once again in 2006 ornamental stone production figures show the importance of the industry both in terms of volume and trade. The really “large” producers in terms of the intrinsic value of the materials and the significant volumes available may still be a handful but there are in fact over 50 countries with a stone industry worthy of note. Moreover, every year there are new entries with new colours and textures and new varieties. Naturally, some materials run out, move out of the market or become dated for some reason but the end results remain positive due to the discovery of new products and the decision of new players to exploit their own resources. A good example of the latter is Chile which has come to the forefront of the international industry with its own materials backed by a young but dynamic quarrying and first level processing industry with rosy prospects. In addition to Chile there is Turkey, another country with a longer tradition but one which is a relative newcomer to the international markets. Turkey has significantly expanded on certain important consumption markets such as North America and Germany over the past two or three years. The specialization of these two countries – Chile and Turkey – is above all in marble and limestone varieties. Moreover, it is also thanks to countries like Turkey that expansion of stone trade in terms of quantity in 2006 concerns marble and not only granite. As always, countries like Italy, Spain and Greece were important players along with, to a lesser extent, many other producers, both traditional and new. Again though, granite was very much at the fore of the international markets with countries such as Brazil, India and China that stood out in terms of high production, processing and consumption figures and were all important in terms of world expansion. The importance of a country like China, for example, lies not only in its large production but also in its consumption. The construction industry in China is using marble, granite and stone for finishings, urban landscape and ornamentation in general. The figures available, which can also be seen on the IMM statistics site, clearly show the extent of the development over the past five years in terms of quantity. Soon we will be able to publish value statistics for some countries on the net. These will provide significant information not only in terms of volume but also in terms of the trading partners and markets linked to the various products. At the moment we only have partial data available which will be read and interpreted in this report. In general, as far as production is concerned in 2006, there was a rise in the number of producers together with a generally widespread increase, although not strong, in the quantities produced which applies to countries with more advanced industries. As per fairly obvious market dynamics which are actually very selective, in terms of foreign demand most increases have concerned the most established materials and new materials on markets which favour quality products or look for new products. More common materials, on the other hand, remained more stable and destined for the home and nearby markets. Hence the dual nature of the market is reinforced with prestigious quality materials on one hand and more common materials on the other. There are increases on both sides with some markets and some producers representing one side only while others appearing to be more of a mixture. As regards areas, again in 2006 as in previous years, regional consumption and trade were high, for example among Mediterranean countries, with prominent roles played by Italy, Spain and Egypt, seconded by more or less all the area around the North African coast. In North America, trade between the United States, Mexico and Canada intensified, followed by Brazil and other smaller Latin American producers, all highly concentrated on the USA for consumption. Unlike in North America, in the Mediterranean area raw material trade played an important role too, especially in Italy where raw materials were a
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significant part of overall exports and were high in terms of volume. This applied above all to some types of material such as Carrara white which is traded on North African markets mainly as a material of a limited average value. However, these products are often traded on more distant markets, especially when they can count on a good-sized domestic market and substantial processing capacity at limited costs. Again, China is one of the major markets for raw and semi-raw materials from the Mediterranean and Middle Eastern areas. Italy, Egypt, Spain, Turkey and Iran are in fact its major current suppliers and the growth in this respect of Egypt and Turkey, that became China’s leading suppliers, is definitely quite unexpected. Only imports of raw granite from India were greater in terms of quantity in 2006 although annual growth was decidedly higher in the case of the two Mediterranean countries. It is not surprising, however, that China is increasingly importing marble from abroad since it remains the largest world producer of granite. Even though some sure up-to-date information as regards production in 2006 is lacking, the estimated data is enough to confirm the country’s leadership which is anyway strong and currently unrivalled, if not at a distance by India and Brazil. China is anyway a country which imports raw material and exports and consumes finished products from and to the rest of the world. Moreover, every year it increases its share of the markets and accounts for a good part of the international growth in the industry which has been seen to be constant for many years now. When comparing China to other countries with a longer tradition in the industry, Italy for example, it should be remembered that the average value per product unit imported from other countries needs to be assessed carefully since it concerns the markets where they are produced and exported and gives a correct benchmark position in relation to the other rival countries. This can be better explained by looking at the figures for example for Germany, whose imports from China rose significantly in 2006. Below are the figures for German imports of finished products in granite. Table 1: Finished granite products/Germany, imports Partner countries
tons X 1000 2005
Euro x 1000
2006 diff. % ’06/’05
2005
Euro per ton
2006 diff. % ’06/’05
2005
2006 diff. % ’06/’05
China
338,59
370,58
9,45
89.016
84.573
-4,99
263
228
Italy
129,45
132,68
2,49
89.651
94.294
5,18
693
711
-13,19 2,62
TOTAL
623,45
649,59
4,19
258.384 267.410
3,49
414
412
-0,67
Source: Eurostat; processing: IMM A similar situation can be seen in the United States where already last year granite exports from Brazil and marble exports from Turkey were seen to have risen rapidly and in the same way as for Germany. Table 2: Finished granite products/USA, imports Partner countries
tons X 1000
US dollars x 1000
US dollars per tonn.
2005
2006
diff. % ’06/’05
2005
2006
diff. % ’06/’05
2005
2006
Brazil
701,92
1087,21
54,89
444.000
609.000
37,16
633
560
-11,45
China
367,53
582,67
58,54
244.000
323.000
32,38
664
554
-16,50
India
458,15
460,88
0,60
243.000
291.000
19,75
530
631
19,04
Italy
455,19
353,78
-22,28
335.000
350.000
4,48
736
989
34,43
2255,36
2767,45
22,71
1.476.000
1.800.000
21,95
654
650
-0,61
TOTAL
diff. % ’06/’05
Source: Bureau of Census USA; processing: IMM
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In addition, close analysis of the quantities declared by the various countries illustrates a different trend in the finished products category for marble and even more so for granite which was particularly evident in the US but was seen in other countries too. To explain the trend Italy is a good example since the process intensified in Italy throughout 2006. What is happening is that certain companies that are particularly active on the foreign markets have chosen to make investments abroad, especially in countries where it is more convenient to carry out certain types of production. In that way they can extend their range of products to include products that they themselves control and guarantee even though they are made outside Italy. This is happening in other countries too and in many other industries for various reasons. In the stone industry the reasons range from the fact that the raw materials are more readily available to lower and more easily managed production costs, to the nearness to markets, to the presence of reliable partners, etc... One thing which remains constant is that investments are made where there is an adequate production capacity whose overall quality can be controlled so that the Italian companies can maintain the same quality standards, be they low, medium or high, to which their customers are accustomed. It is a question of retaining the same market position and becoming more competitive. Foreign products are often combined with products from Italy which reinforces the companies’ position on the markets. Italian products are often special products peculiar to each individual company which enhance their competitiveness. This is a strategy which has been adopted by other industries for many years now and is now being adapted to the stone industry. In many cases it has already been experimented on a national level by opening up production areas with additional products from other areas in order to create extended productive economies. This does involve, however, potential risks since the countries where companies choose to invest are countries which are growing very rapidly and generally have excellent production and trade capacities. This in turn leads to expansion in the industry on an international level and consequently more intense globalisation. However, the process underway will probably follow its own development and will be difficult to control yet interesting to follow. Moreover, the special products made by leading Italian companies in the industry are generally at a level which other competitor countries cannot reach. Yet the perception of excellence is subjective and consequently companies will have to work hard to keep their niche markets, specialisations and highly competitive positions and to defend the entire national industry too. This evolution is, as already mentioned, apparent in other industries and other countries too where the production model is becoming increasingly more complicated. The secret is to seek more sophisticated competitive strategies and use globalisation rather than just suffer its consequences. However, this is not the only way forward; there are other ways which may at least be worth exploring. For the moment, though, what is evident is that Italian investments abroad rose in 2006 in the stone industry too and the Italian stone industry is becoming increasingly sophisticated and dynamic. A more careful analysis of a few figures shows the main trade areas for the industry in 2006. In the Far East, for example, consumption increased with a significant rise in Chinese exports to South Korea, whereas Japan remained stable and very strong only in terms of finished products in granite. Important partners for Japan are still Germany which continued to import an increasing quantity of granite (and we saw the value segment above) and the United States, although the latter prefers Brazil, whose statistics in the American declarations seem to include Italian exports integrated through Brazil too. However, for the most important producer in the world, in addition to its home market, the major markets remained those nearby where the real estate market is booming at such a rate that there is concern as to whether it can hold in the future. Chinese imports statistics also show another trend and that is the growing integration of domestic products with foreign products, marble mostly for the domestic market and granite for exports too, but in a different way. Marble suppliers of blocks and slabs were mainly Turkey, Egypt, Iran, Spain, Italy and Greece whose figures show significant growth compared to 2005 figures
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whereas exports of finished marble products are only significant to the South Korean market. The US market also showed some uncertainty as regards future prospects, above all due to the wellknown issue of lack of payments on behalf of some categories of less powerful buyers. Altogether, though, the US appeared to prefer the southern continent for its main supplies of granite while it chose the Mediterranean producers for marble, Italy for more expensive products and Turkey and Spain in general. Within the European Union, which has grown to 25 member countries in 2007, there has been an intensification of trade, with China and Turkey as foreign partners for finished products, the former for granite and the latter for marble. There is great confusion in the EU as regards the statistics for raw granite as they are often classified in different ways in the different countries, especially in the northern countries. The trade declared between exporting countries and importing countries often vary significantly which means that the amount of reliable data available is reduced. Nevertheless, in general the statistics point to lively trade, although they include large volumes of low value materials too which are not used for ornamental purposes and therefore obscure the trade of stone for more noble uses. As regards North Africa, consumption, production and processing all grew in 2006, especially in Egypt. The latter’s partnership with China is becoming increasingly important and although the statistics available are still partial the trend linking the two countries is clear. Italy too is an important partner for North African countries as are Spain and Turkey. As far as Turkey is concerned, it looks as though detailed accurate statistics which usually become available around this time will be lacking this year. The national offices have decided to consider them as “sensitive� and therefore not to be distributed in the usual way. These are important statistics for the international industry, especially in view of the increasing role of this country on the international markets. In the meantime it is only possible to reconstruct the statistics indirectly through the partner markets.
The italian stone industry How did the Italian stone industry fare against such a dynamic international background with fast repositioning among competitors? The overall results regarding the national industry show significant positive changes compared to previous years, even 2005 which had already revealed slight improvements. The survey we carried out as we do every year on an extensive sample of Italian companies provides sufficient reliable data to state that despite difficult moments and areas in 2006 the Italian stone industry on the whole managed to react to external competition by specialising its production and trade strategies in order to reposition itself and take off again after some years of crisis and recession. As always, first a look at the exports statistics. These were largely responsible for the improvements in the national stone industry in 2006, especially at a time when domestic consumption was beginning to decline and the building industry was starting to slow down, above all the residential sector. Italian exports of natural stone exceeded 4, 800,000 tons of various products, from raw blocks to slabs, to semi-finished and finished products, to powder and chips for a total value of 1.910 millions Euro, with a clear majority of products with a high intrinsic and added value. The clear supremacy of finished products, as is evident from the table below, accounts to a large extent for the quality of national exports and their overall increase. Marble and travertine exports were particularly high (n. b: there is no distinction in the international Harmonised System for classifying statistics).
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Table 3: Italy, exports 2005-2006 ITALY-ALL COUNTRIES
2005
2006
diff.% 2006/2005
January-December 2005/2006
tons
Euro
tons
MARBLE BLOCKS AND SLABS
787.143
151.621.426
885.009
172.191.883
12,43
13,57
GRANITE BLOCKS AND SLABS
205.010
55.333.872
189.097
49.180.291
-7,76
-11,12
MARBLE FINISHED PRODUCTS
973.639
674.029.726 1.020.994
754.819.298
4,86
11,99
GRANITE FINISHED PRODUCTS
938.326
777.981.895
943.754
811.032.391
0,58
4,25
OTHER FINISHED STONES
197.844
37.572.612
200.625
37.898.572
1,41
0,87
Subtotal Blocks, slabs and finished products
3.101.962 1.696.539.531 3.239.479
1.825.122.435
4,43
7,58
CHIPS AND POWDERS
1.321.171
60.044.364 1.308.107
64.841.466
-0,99
7,99
Subtotal with chips and powders
4.423.133 1.756.583.895 4.547.586
1.889.963.901
2,81
7,59
1.535
1.133.844
20,11
25,11
RAW SLATE FINISHED SLATE PRODUCTS PUMICE STONE TOTAL
Euro % quantity % Val.
1.278
906.294
20.605
13.046.789
20.972
13.069.151
1,78
0,17
329.135
6.412.879
251.991
6.490.335
-23,44
1,21
4.774.151 1.776.949.857 4.822.084
1.910.657.231
1,00
7,53
Source: Istat; processing: IMM What immediately appears from the statistics is that they are much more even throughout the country than in 2005; they show a general increase but also a more widespread increase throughout the various regions and areas. The growth involved many local industries and the regional production data for the various areas of stone production and processing reflects this growth too. Clearly though, Italy has not returned to its 2000 figures or even its 2001 figures but what is important is that it is now recording a positive trend which has continued for at least two consecutive years now since it began in the second half of 2005, following seasonal ups and downs as seen now over many years. It seems that the turnaround from the negative trend which had lasted many years, from a slow down even before September 2001 to a decline and then a real crisis on some markets in the following years, is now being consolidated. The table below shows how far Italy is still behind on its 2000 figures and what is the driving force behind its recovery, that is exports of quality materials (blocks and slabs) with more consolidated markets. We shall not go into detail since again the statistics do not allow us to separate the two categories of products but we can say that the positive trend, especially in the case of marble and travertine, concerns both raw materials and slabs. The figures do not indicate the dominant role of blocks in the recovery since they actually account for a limited share of total exports in the industry. They do reveal in our opinion, however, a strong point of competitiveness of the national stone industry, and this interpretation may well help the future of the stone industry in general, not only in our country. Italy has a traditional leading role which is no longer in terms of volume but rather in terms of quality which stands out in the international industry. In this sense once again Italy leads the development for other countries too, yet each according to its own inclinations and possibilities. We will see at a later stage to what extent these trends and developments have affected the industry in terms of the redistribution of roles, on an international level too. For the time being we shall just acknowledge that this is an important aspect in the developments of the Italian stone industry in 2006.
30
Table 4: Italy, exports 2000-2006 ITALY – ALL COUNTRIES
2000
2006
diff.% 2006/2000
January-December 2000/2006
tons
Euro
Tons
MARBLE BLOCKS AND SLABS
779.802
169.865.520
885.009
172.191.883
13,49
1,37
GRANITE BLOCKS AND SLABS
207.579
60.739.716
189.097
49.180.291
-8,90
-19,03
MARBLE FINISHED PRODUCTS
1.455.216
953.485.188
1.020.994
754.819.298
-29,84
-20,84
GRANITE FINISHED PRODUCTS
1.048.100
851.301.648
943.754
811.032.391
-9,96
-4,73
234.626
48.468.135
200.625
37.898.572
-14,49
-21,81
Subtotal Blocks, slabs and finished products
3.725.323 2.083.860.207
3.239.479
1.825.122.435
-13,04
-12,42
CHIPS AND POWDERS
1.257.020
43.803.094
1.308.107
64.841.466
4,06
48,03
Subtotal with chips and powders
4.982.343 2.127.663.301
4.547.586
1.889.963.901
-8,73
-11,17
OTHER STONES FINISHED PRODUCTS
RAW SLATE
Euro % Quantity
% Val.
9.215
7.289.961
1.535
1.133.844
-83,34
-84,45
FINISHED SLATE PRODUCTS
32.972
22.946.817
20.972
13.069.151
-36,40
-43,05
PUMICE STONE
67.690
4.897.294
251.991
6.490.335
272,27
32,53
5.092.220 2.162.797.373
4.822.084
1.910.657.231
-5,31
-11,66
TOTAL
Source: Istat; processing: IMM It is worth noting how the chips business in Italy is constantly growing and becoming more and more important in terms of value too. The value statistics are of course to be read cautiously since the amounts in Euro are “technical” and do not take into consideration the various exchange ratios. We know, however, that the fluctuations of the dollar have significantly affected certain goods and overall trade. This is still a fairly “cold” reading yet does help to interpret some data which would otherwise remain in the dark or be left to the volume data only. We have already seen how keeping an eye on the relevant values is important to understand underlying trends and their significance. For an understanding of the industry based on the most important group categories, the data may be interpreted in various ways according to the types of products and destination markets. If we look at the previous table containing the data for the main types of products, i.e. the ones with the most added value and the ones that are most common on a national level, and we place them in categories according to the geographical areas of their markets, there is yet another reading of what has happened over the last seven years. Let’s try then to give a different answer to the questions: what has sustained exports in the Italian stone industry over the last few years? And what has enabled it to achieve and maintain a different role in the international industry and in the international division of work and the international markets with which the industry is currently competing and working? Table 5: Italy, exports 2000-2006/ Blocks, slabs and finished products ITALY - ALL COUNTRIES/ Blocks, slabs and finished products January-December 2000/2006
2000 tons
EUROPEAN UNION
1.420.406
REST OF EUROPE
2006 Euro
tons
diff.% 2006/2000 Euro % Quantity % Val.
795.063.323 1.005.594
620.565.053
-29,2
-21,9
239.151
136.462.137
305.389
195.547.068
27,7
43,3
AFRICA
314.371
59.616.013
393.231
68.338.562
25,1
14,6
NORTH AMERICA
520.976
590.315.338
518.215
583.097.523
-0,5
-1,2
82.959
43.622.613
60.659
30.481.739
-26,9
-30,1
MIDDLE EAST
680.350
190.228.638
430.930
151.291.273
-36,7
-20,5
FAR EAST
433.473
233.000.399
502.596
149.545.787
15,9
-35,8
OCEANIA
33.635
35.424.491
22.863
26.152.452
-32,0
-26,2
2.083.732.952 3.239.477
1.825.019.457
-13,0
-12,4
CENTRAL AND SOUTH AMERICA
ALL COUNTRIES
3.725.321
Source: Istat; processing: IMM
31
In the meantime, the European Union has been extended to 25 countries and new countries from Eastern Europe have entered since January 2007. The tables are retrospective and homogeneous in order to offer a correct comparison in this sense, even though they may risk being “anti-historical”. The figures refer to the current makeup of the EU and the result is decidedly negative even though the average values compensate for this and therefore motivate the attention that the area commands. The EU represents an extended home market for our companies where competition is more direct with other producers as it involves not only producers and exporters able to work on distant markets but also those able to work on closer markets. This is where competition is fierce and where decline on important markets such as the German market is felt. Moreover, that is where, together with the North American markets and, to a lesser extent, other markets, the conditions and the input have been found to overcome the crisis and find new responses to the competition imposed by the new international markets. The previous table provides further information. For example, the US market may fluctuate but remains strong and fundamental for our exports. Despite the strong tension caused by external producers, the Italian stone industry has not lost large market shares here and this does not apply to volume alone. In this respect the integration of production (already witnessed as a significant trend last year), with more indirect dealings on markets mediated by producers in other countries yet supported by Italian companies, played an important role. This is not a new strategy. A few years ago certain companies particularly knowledgeable about foreign markets used to remark that one had to be “inside” the markets, to bring competition inside the final markets. And all possible strategies had to be sought in order to do this in a manageable way and as far as possible in a direct way. With all the innovation which the industry’s developments and new players have imposed this process is becoming more and more evident. It is not a simple case of decentralization of production either; it is an actual integration of their productive, competitive and industrial capacities in a more general sense which develops as a new product and commercial mix. The figures show a new trend which is still in its early days but is likely to develop alongside and consolidate the trend of placing products on nearby markets. This trend is to exploit as far as possible the closeness of others to more distant markets. In addition, what comes to the fore is the equally important element of quality market segments and production specialisations which enable companies to create more than simple niches to defend and these are still strong features of the Italian industry. Companies defend or expand their markets with all means at their disposal and globalisation offers new opportunities for innovative solutions. The most recent Italian export data indicates that the worst of the crisis abroad is over. Despite the difficulties even for consolidated and competitive companies the selection process over the last few years has allowed companies that have adjusted to and exploited the new trends (mainly generated by globalisation) to stay alive. The new economic geographical areas and the possibilities to work at a distance with different producers and markets represent both challenges and opportunities. The system is becoming increasingly complex and hence it is more and more difficult to make decisions as regards company strategies. Moreover, it is also very costly and not only in terms of the company budget. There are immediate social costs which are often only paid back in the long term. Thus, the so-called big players who are big in a figurative rather than a physical sense but who in addition to excelling in technical and managerial expertise act as “cultural” leaders, have an important role to play. This is a role which offers great opportunities but one which may also be thankless since it involves setting an example of what to do and what not to do. Like many other Italian industries, the Italian stone industry is made up of production areas and small companies where both technological and strategic and commercial managerial innovation, is more by imitation than by active direct research and happens very quickly with high risks. Copying others, especially when they represent models of success, becomes an immediate way to reposition if possible. We might call this managerial or technological “scouting”
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to find new methods and adapt them to ourselves. The results may be very positive and gratifying for those who manage to start a new process or open up a new market or for those who are among the first to understand the value of a certain innovative model and follow it. What markets have been important for the Italian stone industry in 2006? It is clear from what we have analysed to now that the Italian stone industry has generally followed its natural inclinations and the trade relations it has built over the years. We have seen how the European area has felt the problems affecting the economy and the German building industry for several years now. However, this has also meant that as soon as Germany started to pick up, this brought positive results for the national stone districts with the closest ties there. Despite the recent trend in Germany to buy above all finished granite products from China and India, Italy has managed to consolidate its position, yet only in the quality products segment and only in terms of value. This involves both marble and granite finished products with a significant increase in the average value per ton exported. The same model applies to other European countries, both inside and outside the Union, which has obviously been influenced by the strength of the Euro against the dollar which makes goods in euros more accessible. However, it is marble and travertine finished products which benefit most from this, showing the importance of specific products in addition to quality. This can also be seen, although to a lesser extent than in Germany, in Switzerland, Russia and outside the continent in the United States, the Arab Emirates, Kuwait and India. In the case of North Africa and China it is more the raw materials which are of interest, again mainly marble and travertine. This is understandable since although Italy produces granite too, it is generally well known for its marble and limestone produced in important districts such as Carrara. These are unique products which in some cases come to symbolise entire areas by becoming their productive and cultural strength and identity. This is an all-encompassing phenomenon which goes beyond the commercial and industrial aspects of the products. Again this affects not only the stone industry and not only Italy; it affects all industries and product specializations as well as many production districts, regions and even countries. The theme of symbolic identities is not really relevant to this report but is worth mentioning as it is an important phenomenon. One may think about Carrara marble or Roman travertine or other materials with old traditions and history which are identified with an area and become its symbol. Finally, though, the most important market which must be defended in a coherent, strategic fashion is the North American market. This is not only because of the figures but also because of the driving influence it has on the other markets however advanced they are. As regards imports in the Italian stone industry, these have remained much the same for some years now. In 2006 they grew significantly for both marble and granite and for marble both the new and old producers were important. Imports from Spain and France increased in terms of volume and value and Turkey’s position was strongly confirmed too. Other countries such as Croatia, Macedonia and Montenegro featured too and although their role was still limited their presence was felt. Egypt too stepped up trade with Italy and became its leading supplier of marble in blocks and countries such as Morocco, Tunisia and Namibia also increased their exports to Italy, albeit on a smaller scale. As far as granite is concerned Finland’s exports to Italy increased still further, followed by the more traditional Spain and the new, yet small Albania, then Mozambique and Zimbabwe in Africa, while imports from South Africa fell slightly as did those from Angola. In terms of granite blocks and slabs the main new trend concerns Brazil and India. India continued to be our leading supplier yet Brazil is clearly more important in terms of average value per ton and in terms of the average quality. As for finished products, import figures grew but were still very limited (although they are relatively important for some countries). China’s exports to Italy, for example, grew both in volume and in value as did India’s, but not in average value, unlike India whose granite finished products on the Italian market increased in terms of quality in 2006.
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Machinery It is always difficult to interpret national and international events in the technology sector. Attempts to classify and analyse statistics are hindered because machinery products move from one country to another as goods produced in one area and then sold, placed and used in another. Moreover, they are often shipped in different lots and are therefore confused with other mechanical and automatic parts destined for other uses and industries. This is because basic engineering technology is the same for various uses and industries and often innovation comes from other production and research circuits which is then adapted to the industry. Much technology, often sophisticated, is actually conceived in the stone industry and then mixed with other parallel industries. Yet there is also technology from other industries which is imported and adjusted to meet the industry requirements. Hence, it is hard to separate what is specifically imported and exported for the stone industry from the rest and this difficulty remains even though ceramics have now managed to achieve a separate classification for their uses. Furthermore, as recalled in previous years, it is not possible to monitor the engineering for quarrying or quarry handling machinery which account for interesting figures in terms of both value and volume. Only a few industry associations in Italy and abroad collect this specific information and distribute their direct findings. The official data for the Italian industry for cutting and processing technology (first and second level) for natural stone point to a generally positive year in 2006, although not evenly distributed amongst the various trade partnership areas. Our data, as can be seen from our tables, only takes into account items which can be attributed exclusively and definitely to stone industry technology and excludes anything which may have more varied uses or customs classification items which mix them with other industries. Hence the turnover figures are lower than the total that they really represent but they are “sure�, especially when it comes to the fluctuations and variations which emerge from the comparisons with other years for the various geographical areas. So the year 2006 was all in all a positive one, recording a small percentage rise on the previous year. This is not a superb result but it is solid and is concentrated on the more sophisticated machinery for second level processing and machine tools for which the Italian industry is particularly qualified. The latter two categories also recorded increases in the average values which confirm that the Italian industry has maintained its position of supplier of highly advanced quality technology in the world. Close proximity with the national processing industry has obviously enhanced the possibility to experiment and develop production for its leading customers, i.e. those in the Italian stone industry who are well known for their high quality standard requirements. The fast growth, however, concerning the stone industry throughout the world over the last decade has brought about certain changes. For example, the time for innovation to be transferred to foreign competitors has shortened (which also applies to distant competitors) as too has the actual lead time in the production of technology. What we are now seeing is the sale of new technology not only and sometimes not first to Italian users but rather to foreign processors and users with all the consequences in the industry over time. In addition to the shorter innovation transfer times, there is a growing tendency for other countries to produce their own machinery and subsidiary products. Moreover, even in the machinery sector there are new competitors who are acting totally independently on the international markets with no inferiority complexes. National industries such as those in China and India are now competing against the Italian industry and their close working ties with the local stone industries will help them to build trade circuits which in time will allow them to carry out their own experimentation. At present these are consumers who use non-automated technology too but they stand alongside those who use more advanced technology for whom the Italian mechanical and subsidiary industry is no longer the leading supplier. The Italian share of the market
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has consequently suffered and only the overall growth of the stone industry makes it possible to see the figures for national machinery exports to the rest of the world in a positive light. Now let’s look more in depth at the figures showing the trends for Italian exports of primary and secondary cutting and finishing machinery and tool machines. Let’s take the value data in euros since they are the most significant. Table 6: Italy, machinery exports 2006 /value Machinery for processing and honing
Cutting machinery Euro
%Diff. Share ’06/’05 %
%Diff Euro ’06/’05
Share %
Tool machines %Diff Euro ’06/’05
Total Share %
Euro
%Diff ’06/’05
Share %
European union
43.082.627
23,0
30,8
32.557.693
37,2
36,9
55.663.903
5,2
25,9
131.304.223
17,6
29,7
Rest of Europe
25.254.252
25,2
18,1
9.062.314
-10,7
10,3
26.660.308
6,2
12,4
60.976.874
10,0
13,8
9.550.805
-10,2
6,8
5.587.956
134,2
6,3
18.063.369
-22,9
8,4
33.202.130
-8,9
7,5
North America
24.329.053
6,3
17,4
20.630.570
44,4
23,4
31.158.158
34,6
14,5
76.117.781
26,2
17,2
Central/ south America
6.407.637
-34,1
4,6
5.474.701
-11,0
6,2
15.780.361
24,8
7,4
27.662.699
-3,0
6,3
Middle east
16.314.216
-48,4
11,7
8.768.633
-41,8
10,0
25.864.895
-34,0
12,1
50.947.744
-40,7
11,5
Far east
13.001.283
-4,5
9,3
3.742.894
-26,8
4,2
39.080.752
81,2
18,2
55.824.929
38,5
12,6
Africa
Oceania Total
1.772.158
34,7
1,3
2.294.554
2,4
2,6
2.233.785
-35,7
1,0
6.300.497
-10,4
1,4
139.712.031
-3,65
100,0
88.119.315
11,4
100,0
214.505.531
6,5
100,0
442.336.877
3,9
100,0
Source: Istat; processing: IMM So slight growth again can be seen on an international level which proves the presence of the Italian machinery industry everywhere where there is a national processing stone industry. There are some points to be made however, Firstly, tool machines account for by far the largest share of exports and are increasing in all the important geographical areas. Exports are also increasing in the Far East. Here they serve to integrate the local production of technology which is less advanced, thereby confirming what is said above as regards the gradual shortening of the time for the circulation of advanced technology. India is the major buyer overall for this technology, followed at a distance by China and Indonesia and all three are growing significantly. The Middle East, on the other hand, seems saturated at the moment and is experiencing a slowdown and consequently recorded limited figures. The major market for Italian tool machinery remains the European Union. This too recorded an increase on last year even though it was not able to match the 2004 figures. Spain was the most important customer, followed by the UK, then Portugal, France and Belgium. North America was also important, as it has been for some time, while in Europe the major markets outside the EU were Russia and Turkey, yet both fell against 2005 figures. As always, the relationships between the various items on the previous table provide the key to understanding how the various countries shift their focus in the various cycles and what the local intentions are depending on whether the cycles need strengthening or are sufficiently equipped. Cutting machinery, especially for primary cuts, represents the first phase of the cycle and industrialisation, and is the first to start growing again when the stone industry and consumption are in a phase of expansion. The 2006 figures practically record an annual increase compared to 2005 only in Europe, inside and outside the EU, which altogether accounts for almost half the markets. Spain again was the major market, followed by France, Greece and a new, up-and-coming Poland, and Turkey which was still expanding and only the US exceeded. On the other hand, Brazil and Iran declined while India equalled Turkey.
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As regards finishing machinery, the picture is a little more complicated. In the European Union which is the major market, Germany set itself alongside Spain yet its positive role was somewhat inferior. The major buyer was the United States which is still growing and regaining its 2005 position while this is practically the only item where North Africa showed signs of growth on the previous year. Within North Africa, and in terms of the other items, the figures differ according to the individual countries and only Tunisia recorded increases for practically all items compared to 2005, yet only in a limited way. Hence, the overall picture is fairly simple, generally positive and quite clear. Tool machinery technology held the highest market shares and the most important areas were the closest areas and those more traditionally served by Italian producers, with a few particularly trusting markets and some shy newcomers. At present, there do not seem to be any new particularly “revolutionary” products in terms of production or management. Research is certainly active though and new ideas are welcomed by machinery production companies which have to deal with new markets and new producers. For the time being the most interesting innovation concerns monitoring the safety of quarry fronts. This is more the domain of institutions rather than private enterprises even though the latter support such initiatives and are highly concerned by the matter. The use of certain forms of electronic and computer automation is already normal procedure in the stone industry and innovation is more to do with improvement and optimisation rather than radical changes. In other words, for the time being there do not seem to be the premises for innovation comparable to what has already been introduced such as the use of automatic controls for the mixing and dosage of the cutting mixture in granite sawing or the diamond in the cutting of limestones which was introduced some decades ago now. Of course this does not mean that the industry is at a standstill and that there are no developments, even very effective ones, in the field of technology. It merely indicates that development is fairly linear and continuous without any sudden leaps in quality.
Conclusions What were the changes in 2006 in the stone industry? There is always some change or innovation even in an industry like ours which is not strategic on an international level yet is strategic for the economic development of some countries and anyway moves goods, money and work almost everywhere in the world. 1. We have seen that global production continued to rise in 2006, albeit more slowly and here we witness the first new trends compared to those we had been used to over recent years. The large Asian producer, China, that is responsible for the major changes in the industry on an international scale, actually slowed down its own quarry production, preferring to integrate this with raw materials purchased in other countries where it continues its “buying campaign”. Its leading supplier of raw marble and slabs was Turkey, followed by Egypt, while its major granite supplier was India, followed far behind by Brazil. The figures are large and are due to the fast development of the domestic building industry. This has been so fast that it has even generated reasonable apprehension among international investors. The economic development of the country is obviously creating a series of mechanisms which are involving the stone industry too. The first consequence for the industry is that foreign supplies have become even more important on a local level since they represent a substantial additional supply of quality materials which is also necessary for development of the
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domestic industry. The second is that India that has continued to develop and grow in the industry has become the leading overall producer of natural stone, with its production of marble, sandstone and other stones as well as granite. Table A in the Statistics Appendix features marble and granite only since the figures available for sandstone and other local stones are too chaotic in too many countries to be compared coherently in terms of international production (which we always try to keep as clear as possible despite the numerous difficulties). If we consider these items too there is no doubt that India is the new leader in the industry both in terms of raw material production for foreign markets and in terms of production in general. This is also because the country is experiencing a period of great economic expansion in general and consequently so too is the stone industry. It should also be remembered that India is also very much at the fore of the technology sector too, as is shown by the data concerning trade amongst areas for primary and secondary processing machinery. Italian exports to the area did not actually feel the competition from India very much as far as certain types of products important to Italy are concerned but there is definitely a bracket of local buyers who are well covered by Indian products and are therefore outside the circuit of Italian products, on the second level too. 2. Investments abroad aimed at decentralising production, according to a development model which copies the growth in other countries like Italy, increased in 2006 and are bringing the stone industry nearer to other industries which are in lighter production categories. This is the answer to external challenges, mostly in terms of costs, which our industry is experimenting too by making its product mix and strategies more complex, more international and, at least for now, more efficient. We have already seen the risks which are anyway embedded in the process of company internationalisation that is the further shortening of innovation transfer times from national to foreign industries. It is of course an inevitable risk for all producers at the fore of processes and a consequence of the speed of information, experience and technology. Other production industries are experiencing radical reorganisation in terms of the international division of jobs, skills and roles on the international markets. We are living in a time of great changes triggered off by political and technological developments. All we can do is to deal with the changes step by step, trying to understand and learn as much as possible from others and to absorb and manage everything that is new and useful and to invent. The fusion of global and local environments does cause problems but also creates cues and solutions which may become very stimulating and positive. This can be seen in the statistics of an “old” country like Italy: its skills and ability to maintain a solid position in the high end products segment have worked well with the new inputs and production models generated by globalisation. Moreover, the possibility of internationalising at least a small share of its product mix has enabled the country to stand firm as the leader in terms of quality in consumer markets like Germany and the United States which are not only prestigious but also very profitable. We have seen the average unit price of exports from various suppliers. The process requires very high production efficiency standards which do not always bring sufficient profit margins. Further, even without excluding new, less sophisticated products (more “common” products but quality products in certain aspects) this is increasingly becoming the role and the position of our country and other similar ones on the international markets. 3. Hence an increasing number of countries have positioned themselves in a fairly complex and creative way thanks to experiences which are new to the stone industry in market segments which are increasingly less price-sensitive. Price is in fact very clearly a factor that does not create comparison or competition among many international producers. In the more traditional countries such as Italy
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and Spain, innovation in the stone industry has developed in an alternative and complementary way, not just purely in the managerial and technological sense of cost reduction, production optimisation etc., even though these issues obviously get much attention. It should be emphasised that there is an explicit ambivalence in terms of managerial optimisation: it is well known that this is not a competitive strength for many classes of producers, yet apart from being a useful aim it is also a necessary one to be achieved and constantly updated. Hence companies are aware that general optimisation including cost reduction and production innovation is a value in itself as it brings product innovation and is a way of improving a company’s and an industry’s positioning and overall efficiency. However, this does not provide a competitive advantage for countries whose basic cost levels are those of European countries. The latter and others in the same position will have to combine their presence capacity with other less material factors which are less immediate and probably more risky yet hopefully efficient to maintain their advantage on the international markets. The risk is still high because the vertical differentiation of market segments is increasingly quicker as seen in the technology data: the fast, overall growth of India in all areas of the stone industry and subsidiary sectors clearly indicates that India will soon be the main competitor even for China in the fundamental finished products segment. 4. The best markets and the upper market segments in general, need special attention to be suitably defended from competitors outside the stone industry too. Careful planning in this sense will lead to stabilisation of demand over time and in terms of quality which in turn leads to a better, more organised supply as it allows companies to achieve better planning of production and, ultimately, higher profitability. The whole industry benefits and in particular the districts where the companies able to move in this direction operate (since the effects do not remain within the confines of the individual companies or even the local area but even other districts). This is the role of the big players mentioned above who drive the geographical area and industry sector in which they operate. In general, this role is attributed because of technological or managerial innovation but it actually applies to marketing and the general enhancement of products or materials too. In our industry particularly clever companies or areas specialised in a unique product have been successful in this way. We might recall for example the market for skyscraper cladding in granite which was a market opened up by the Italians, or rather a handful of Italian companies and subsequently followed by others. In 2006 too, although they may not have achieved the same level of innovation as mentioned, certain companies did successfully focus on consolidating and stabilising trade relations and supply segments with a view to making demand less fluctuating. They achieved success on different routes but their common strong point was undoubtedly their reliance on their distinguishing features so as not to be lost in the sea of producers. 5. But how did they manage to distinguish themselves and maintain an advantageous and recognisable unique profile on such a varied, crowded market of producers and consumers? One of the possible answers is concentration on the distinctive features of a place for example, i.e. reliance on some element which cannot easily be reproduced or taken away by competitors. In a world where acquiring innovation is increasingly faster thanks to more and more efficient and faster and faster communication networks, there is also the other side of the coin which involves turning everything outside globalisation to one’s own advantage as a unique competitive element. The inability to copy goods has become a distinctive competitive element which may also be a decisive winning element. Let’s think about a name which has the power to evoke a wealth of values, memories and other elements from which there emerges a positive connotation which is immediately recognisable:
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the Roman travertine of the Colosseum, Assuan Red, Carrara white, the Taj Mahal white, Black Africa and so on. These names alone are a guarantee and attraction for upper market consumers and draw other materials and products which are not as attractive but maybe technically more suitable for more difficult or special uses. Concentration on distinctive features is a possible solution, for example, to face competitors from outside the world of natural stone. Such competitors are very strong and contribute to the complex situation facing the industry as they often take the names of stones to exploit their image. Even within the industry itself, a unique product can be exploited to distinguish a district, area, company in order to inspire its use through clever management, while taking care not to harm the symbolic heritage behind it. The tools to carry out careful marketing of such a precious product are available and in many cases experience is even consolidated. The important thing is to be aware that dealing with a product of shared value means that it has to be managed accordingly in order to protect it for present and future generations.
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STONE SECTOR 2006 La Industria Italiana y La Coyuntura Internacional
Silvana Napoli
Stone Sector 2003 Industria Italiana e Congiuntura Internazionale
Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE Internazionale Marmi e Macchine CARRARA S.p.A. Carrara S.P.A.
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Panorámica general Después de un año como el 2005, en el cual se había verificado un balance positivo en el crecimiento económico a nivel internacional, el 2006 ha seguido el mismo curso, no sólo confirmando la tendencia expansiva sobre un año ya favorable, si no también consolidándolo ulteriormente con cifras superiores a las expectativas. Una mejoría sólida, que ha consentido de resistir también a aquellos elementos de posible debilitación del panorama y de posibles insidias futuras, como aquellas indicadas por las señales provenientes del mercado inmobiliario americano y de las oscilaciones del inicio del 2007 en la bolsa de Shangai. Los países emergentes han dado una contribución importante al comercio internacional y al aumento general de los consumos y de la producción, aprovechando también del andamiento ventajoso del coste del petróleo, en la segunda mitad del año. Y así también el 2007 ha empezado en condiciones de substancial optimismo internacional, sostenido por algunas actuaciones, sobre todo asiáticas y europeas, para las cuales Norteamérica funciona de todas maneras de soporte estable. Las previsiones del Beige Book son de incremento ulterior, aunque se prevea que sea más débil ya en el segundo trimestre del 2007. Algunos elementos del panorama general, sin embargo, son decididamente interesantes, en particular por las consecuencias que pueden generar sobre el sector especifico de la piedra natural. El 2006, sin embargo, ha sido acompañado por un fuerte protagonismo de dos países asiáticos, China e India, con una recuperación progresiva de la economía europea, que se manifiesta en un comportamiento del euro sobre niveles máximos contra yen y dólar estadounidense. La compra de materia prima para los europeos queda facilitada, aunque la competición con las exportaciones americanas quede algo afectada. De todas formas, es la marcha del mercado inmobiliario estadounidense la que puede conllevar consecuencias negativas mayores de las que se han detectado hasta ahora, aunque, en el curso del 2006, sólo hacia el cuarto trimestre se ha podido empezar a hablar de ello seriamente. Según expertos internacionales, el riesgo cae dentro de márgenes que pueden considerar normales y la inflación está bajo control en todas las principales áreas productivas. Quedan todavía motivos de debilidad potencial por lo que concierne a las dimensiones de las diferencias americanas en los pagos hacia el exterior, en las posibles tensiones sobre el precio de las fuentes energéticas, en la marcha de algunos mercados inmobiliarios que se han ampliado demasiado en los últimos años. Si bien ligeramente ralentizados, se prevé que en el 2007 los ritmos de desarrollo de los países emergentes se mantengan fuertes, con un PIB chino que continua creciendo con velocidad a dos cifras, según datos oficiales ya difundidos y relativos al primer trimestre. A ellos responde una Unión Europea que también acelera, y va consolidando los resultados alcanzados en el 2006, empezando por la reducción del déficit público general. El proceso esta apoyado en primer lugar por Alemania, que ha vuelto a desarrollar su papel de remolcador de la economía continental, pero también por Italia, donde los resultados son más positivos de lo esperado, sobre todo después de las actuaciones positivas de las exportaciones. Las expectativas de las empresas, no obstante, y la confianza de los consumidores, han ligeramente disminuido en nuestro país, empezando por el primer trimestre del 2007. Quedan pues sin respuesta algunas interrogaciones sobre la situación nacional, donde las reacciones del sistema de empresas a los retos han sido para la mejoría, si bien con presencia de mutaciones del panorama externo, relativamente poco vistosas: evidentemente es en acto un proceso de reposicionamiento de nuestro sistema productivo frente al mercado, que aparece poco en los exámenes generales, pero que opera activamente en los datos de balance. Por cierto, queda la fuerte presencia de situaciones de tensión internacional, que actúan como elemento de fondo para el panorama general y constituyen un motivo de empeño de recursos utilizables en otras áreas, y sobre todo como elemento de estabilización potencial. Pero un importante sector de países activos e importantes, que funcionan como motores para la expansión económica internacional
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y el intercambio, sigue un camino propio de crecimiento y desarrollo, quedándose fuera, al menos aparentemente, de la líneas de aumento de la tensión, pareciendo capaz de administrar sus propios acontecimientos internos, evitando rupturas peligrosas e implicaciones exteriores.
El sector de la piedra internacional También el sector de la piedra ha beneficiado de las actuaciones positivas internacionales, continuando por el camino de una expansión ya activa desde hace varios años. En la dialéctica entre países productores y países consumidores se desarrolla la expansión de una actividad que contribuye al crecimiento económico general de regiones siempre más extensas e importantes, que cuentan con el sector para ampliar sus oportunidades de progreso y para fortalecer sus índices de crecimiento. Una rápida consultación del elenco de países que superan la línea de importancia en la producción y en la transformación de la piedra, de hecho, permite apreciar la ampliación de la oferta de piedra que ya se presenta con gran facilidad al mercado de los consumidores, con condiciones de continuidad y de acoplamiento de utilices, que potencian a su vez el mercado entero de los productos lapídeos. La producción de piedra para uso ornamental, en cantera, en el mundo, también para este 2006, se ha confirmado una actividad significativa para los volúmenes que empeña, y los negocios que activa. Ya son más de cincuenta los países con una actividad relevante y técnicamente apreciable, y aunque los “grandes” productores sigan siendo un numero limitado, tanto en términos de valor intrínseco de los materiales como de oferta significativa en términos de volúmen, cada año se van contando nuevos ingresos, con nuevos colores y texturas, nuevas calidades que se añaden a las precedentes. Por cierto, ocurre también que algunas producciones se agoten, que salgan del mercado, o que pasen de moda por cualquier motivo, pero el balance sigue activo, tanto en el descubrimiento de nuevas ofertas, como en la elección por parte de nuevos sujetos de valorizar sus propios recursos geológicos. Y así vemos presentarse con decisión, por ejemplo directamente al interior de éste volumen, una realidad reciente como la chilena, que se presenta a la conquista internacional con materiales propios y una industria extractiva y de primera transformación joven, pero bien intencionada y con buenas perspectivas. Y Chile se despliega en proximidad de otra realidad de experiencia, más lejana, pero de protagonismo todavía joven, como aquella turca, che en los últimos dos o tres años ha vivido un momento de expansión importante en algunos mercados de consumo, como el norteamericano y el alemán. La especialización de estos dos países, Chile y Turquía, es sobre todo en el mármol y sus piedras calcáreas, y es gracias a países como Turquía si la expansión cuantitativa del mercado de la piedra en el 2006 ha interesado también los mármoles y no sólo los granitos. En efecto, los mármoles han desarrollado un papel como siempre significativo en Italia, España y Grecia, junto a muchos otros productores, históricos y nuevos, en medida menor. Pero los granitos han tenido otro año de grandes protagonistas del panorama internacional, con sujetos como Brasil, India y China funcionando decididamente como grandes máquinas de producción, transformación y consumo y como grandes sostenedores de la expansión mundial del mercado. Para un país como China, de hecho, no vale solamente el papel de grande productor, si no que pesa también mucho el rol desempeñado como consumidor y utilizador de todo lo que hace edilicia y construcciones, es decir mármoles, granitos y otras piedras, de acabado, de mobiliario urbano y de ornamento en general: Las estadísticas ya presentadas otras veces, y presentes en forma detallada en las paginas estadísticas de IMM, describen claramente el desarrollo del proceso, en términos cuantitativos, en los últimos cinco años, que es el periodo más representativo, al momento, de las dimensiones del fenómeno. Para algunos países pronto podremos publicar en la red también datos de valores, que describen de forma significativa no sólo los volúmenes interesados por el sector, si no sobre todo la calificación de los movimientos y de los mercados conectados a los productos. De
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momento, podemos solamente elaborar datos parciales, de los cuales intentaremos dar una interpretación en el curso del trabajo. A nivel general, empezando por las excavaciones, un aumento ulterior del número de productores ha sido acompañado, incluso en los países ya desarrollados en el sector, a un aumento ulterior, si bien leve pero generalizado, de las cantidades extraídas. Según un criterio de mercado que aparece obvio, pero que en realidad resulta ser extremamente selectivo, en respuesta a la demanda exterior han crecido sobre todo las calidades más afirmadas y aquellas más nuevas, destinadas a los mercados que acogen producciones preciadas, que buscan novedades y renovación de la oferta, mientras las producciones más corrientes se han mantenido más estables y más fácilmente destinadas a mercados internos y de proximidad. Se refuerza, de esta manera, aquélla dualidad de mercado que cuenta tanto con producciones de materia prima como con elaborados muy calificados y refinados, por un lado, y productos más corrientes por el otro. Crecen los dos, pero en binarios paralelos, binarios bien representados por algunos mercados y productores, y casi sintetizados en sus actuaciones, mientras otros se presentan de forma más promiscua sobre ambas caras de la moneda. A nivel de proximidad, también en el 2006, observamos el reproponerse, como en los años precedentes, de un nivel elevado de consumos y de intercambios regionales, por ejemplo entre todos los países del Mediterráneo, con Italia, España y Egipto entre los principales, acompañados por toda el área de la costa norte de África. En la zona norteamericana, asistimos a una ulterior intensificación de los intercambios entre Estados Unidos, México y Canadá, acompañados por Brasil y otros productores latinos de menores dimensiones, todos muy concentrados en el grande consumidor EE.UU. En el área del Mediterráneo, a diferencia de aquella americana, juegan un papel importante los intercambios de materia prima, que son importantes sobre todo para Italia en la integración de las exportaciones totales, que resultan elevadas en volumen sobre todo en algunos tipos de material, como el blanco de Carrara, que emigra en dirección de los países del norte de África, principalmente como material de valor medio contenido. Pero tales productos, a menudo son sometidos a intercambios a más largo recorrido, sobre todo cuando se trata de adquirientes que pueden contar con un mercado interior de buenas dimensiones y con capacidad de amplia transformación y bajo costo. Pensamos todavía a China, que es uno de los mayores compradores de calcáreos brutos y semibrutos, de procedencia mediterránea o medio-oriental: Italia, Egipto, España, Turquía y Irán son los actuales proveedores principales y seguramente el crecimiento es repentino, sobre todo desde Egipto y Turquía, que se convierten en los primeros proveedores del segmento. Solamente las importaciones de granitos brutos desde India queda superior en términos de cantidad, pero el aumento en base anual es decididamente superior en el caso de los dos países mediterráneos. No nos sorprende, por otra parte, que China importe siempre más mármoles del exterior, ya que de todas formas queda como el productor más fuerte de granitos a nivel mundial. Y aunque falten datos precisos actualizados sobre las excavaciones del 2006, son suficientes los datos estimados para confirmar el liderazgo que en este campo sigue siendo fuerte y todavía no amenazado, si no desde lejos, por India y Brasil. Queda la realidad de un país que importa materia prima y exporta y consume elaborados desde y hacia todo el mundo, conquistando cada año cuotas mayores y metas nuevas, y que representa una buena parte de aquel crecimiento internacional del sector, como vamos observando desde hace ya varios años. Lo que hay que evidenciar, sin embargo, es un dato del confronto con países de colocación tradicionalmente diferente, como por ejemplo Italia: el valor medio por unidad de producto importado de terceros países debe ser evaluado con atención, porque se focaliza en el segmento de mercado in el que se colocan las producciones y las exportaciones y ofrece una correcta posición de referencia con respecto a los demás países concurrentes. Para aclarar la dinámica de la comparación, se tome como ejemplo la partida relativa a Alemania, que ha aumentado las importaciones desde China en forma significativa en el 2006, y se lea la tabla siguiente, con respecto a las importaciones alemanas de elaborados en granito.
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Tabla 1: Granito elaborado / Alemania, importaciones Países asociados
Ton. X 1000 2005
euro x 1000
2006 Dif. % ’06/’05
2005
euro por ton.
2006 Dif. % ’06/’05
2005 2006 Dif. % ’06/’05
CHINA
338,59
370,58
9,45
89.016
84.573
-4,99
263
228
ITALIA
129,45
132,68
2,49
89.651
94.294
5,18
693
711
-13,19 2,62
TOTAL
623,45
649,59
4,19
258.384 267.410
3,49
414
412
-0,67
Origen: Eurostat; elaboración: IMM Una situación análoga se presenta para Estados Unidos, donde ya el año pasado se había verificado que las exportaciones desde Brasil para el granito, y desde Turquía para el mármol, habían aumentado en forma rápida, y con la misma característica evidenciada por la situación de Alemania. Tabla 2: Granito elaborado / EE.UU., importaciones Países asociados
Ton. X 1000
dólares EE.UU. x 1000
dólares EE.UU. por ton.
2005
2006
Dif. % ’06/’05
BRASIL
701,92
1087,21
54,89
444.000
609.000
37,16
633
560
-11,45
CHINA
367,53
582,67
58,54
244.000
323.000
32,38
664
554
-16,50
INDIA
458,15
460,88
0,60
243.000
291.000
19,75
530
631
19,04
ITALIA
455,19
353,78
-22,28
335.000
350.000
4,48
736
989
34,43
TOTAL
2255,36
2767,45
22,71
1.476.000
1.800.000
21,95
654
650
-0,61
2005
2006
Dif. % ’06/’05
2005
2006
Dif. % ’06/’05
Origen: Bureau of Census, EE.UU.; elaboración: IMM Además, particularmente en el caso de Estados Unidos, tanto para el mármol como (en medida superior) para el granito, en la partida “Productos elaborados” resultaba evidente un fenómeno diferente, aunque no menos significativo, valido no sólo para este país, y comprensible únicamente a través de una lectura atenta de la dialéctica de las cantidades declaradas por los varios países. Para explicarnos mejor, tomemos por ejemplo el caso particular de Italia, que es el que conocemos mejor y que ha intensificado el proceso en el 2006. Algunas empresas, particularmente activas fuera del territorio nacional capaces de gobernar sus elecciones de forma muy atenta, han efectuado inversiones al exterior, sobre todo en los países donde ciertas producciones son más ventajosas, con el objetivo de añadir a sus ofertas en los mercados finales productos siempre controlados y garantizados por el proveedor italiano, pero materialmente transformados fuera de las fronteras italianas. Es una práctica seguida también por otros países, no sólo por Italia, y en sectores diferentes del lapídeo, por motivos de vario tipo: en nuestro sector puede ser la mas fácil disponibilidad de materia prima, los costes de producción más manejables y contenidos, la cercanía con los mercados de desemboque, la presencia de socios fiables, y mucho más. Se mantiene siempre respetado, de todas formas, un elemento fundamental: allá donde tiene lugar la inversión, y se transforma el material, debe haber una capacidad de producción adecuada a una calidad general controlable, así que el productor italiano pueda mantener el estándar al cual sus clientes están acostumbrados, que sea bajo, medio o alto, sin modificar su posición de mercado, o al contrario ampliándola, con una capacidad de competición más eficaz. A menudo las producciones al exterior son luego acopladas con suministros procedentes de Italia, a través de los cuales se mantiene todavía más válida y cercana una presencia directa en el mercado y el contacto con el cliente. A menudo, estas integraciones conciernen especializaciones productivas de la empresa en cuestión, que mejora de esta manera su propio funcionamiento competitivo. Se trata, en otras palabras, de una ampliación de la variedad de ofertas que una sola empresa o grupo persiguen, y alcanzan, a través de la integración exterior de producción; y es una elección estratégica que se adopta no sólo en el sector de la piedra,
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obviamente, sino también en otros sectores productivos, donde además el recorrido es ya más avanzado, y ha sido experimentado de una forma que ha sido reproducida y adaptada después al mercado de la piedra. Tal estrategia ha sido practicada y ya experimentada también al interior de los propios confines nacionales, simplemente abriendo los distritos productivos más o menos especializados a otros suministros y a especializaciones adjuntas, para realizar economías productivas ampliadas. Pero el proceso no es privo de riesgos, porque análogamente a lo que ocurre con los distritos nacionales, los países donde se desarrolla son países que crecen muy rápidamente, y generalmente cuentan ellos mismos con una buena base productiva y grandes capacidades comerciales, constituyendo así el paso siguiente para una ampliación del sector a nivel internacional, por su globalización más decidida, pero el proceso encaminado de esta manera, muy verosímilmente va a seguir luego sus propias evoluciones, muy difíciles de controlar, aunque interesantes de observar. Las especializaciones productivas de las empresas principales del sector italiano, para seguir con el mismo ejemplo, se colocan generalmente en un nivel difícilmente alcanzable por todos los competidores, pero no todo el sector comparte el mismo perfil de alta excelencia, por lo cual se va a hacer siempre más fuerte la necesidad de vigilar cada uno sobre sus propios nichos de mercado, especializaciones calificadas, presencias altamente competitivas, a las cuales atribuir también un rol de defensa general del sector nacional entero. Es el camino a lo largo del cual evoluciona no sólo el sector de la piedra italiano, sino que también otros sectores y otros países, que están siguiendo el mismo modelo de complejidad productiva creciente, para llevar la competición hacia perfiles más avanzados y complejos y para utilizar la globalización sin tenerla solamente que sufrir. No se trata, sin embargo, del único camino posible. Hay otros, y como veremos, algunos de ellos pueden ser al menos explorados. Por ahora, evidenciamos el hecho que las inversiones italianas al exterior en el 2006 crecen también en el sector de la piedra y que el sector se configura de manera siempre más articulada y dinámica. Leyendo algunas cifras más en detalle, se encuentran las grandes directivas que ha seguido el sector también para el año 2006: ampliación de los consumos en el área extremo oriental, con un fuerte aumento de las exportaciones de China hacia Corea del Sur, mientras Japón se ha mantenido estable y muy alto sólo en los granitos elaborados. Siguen siendo socios importantes del país oriental, fuera de su área, Alemania, que continua importando cantidades mayores de granito (y hemos visto en que sector de valor) y Estados Unidos, que sin embargo prefiere Brasil, cuyos datos parecen completos en las declaraciones americanas, también por lo que concierne las exportaciones italianas integradas a través de Brasil. Pero para el productor más importante del mundo, el mercado mayor sigue siendo su zona de mayor proximidad geográfica, junto a su propio mercado interno, donde la expansión inmobiliaria es tan rápida e intensa que llega hasta a generar aprensión sobre su capacidad de aguante en el próximo futuro. Leyendo las estadísticas chinas de las importaciones, se aprecia también otra tendencia: la integración creciente de sus propias producciones internas con producciones exteriores, destinadas en su mayoría al consumo interno por lo que concierne los mármoles, y por lo que concierne los granitos también a la re-exportación, aunque de forma diferente. Los proveedores de mármoles, en bloques y en tablas, son principalmente Turquía, Egipto, Irán, España, Italia y Grecia, todos en fuerte crecimiento respecto al 2005. Las exportaciones de mármoles elaborados conciernen de forma significativa sólo el mercado surcoreano. También el mercado americano ha conocido algunas incertidumbres sobre las perspectivas futuras, sobre todo por los notos acontecimientos anexos a la insolvencia por parte de algunas categorías menos fuertes. En conjunto, sin embargo, en las adquisiciones de elaborados en piedra, Norteamérica ha demostrado preferir el sur continental como fuente de mayor abastecimiento para los granitos, mientras para los mármoles los productores preferidos siguen siendo los mediterráneos: Italia para los productos más costosos, Turquía y España en general. Y también la Unión Europea, que en el 2007 se ha alargado ulteriormente a 25 países miembros, intensifica los intercambios en su interior, con China y Turquía protagonistas exteriores para los elaborados, respectivamente, de granitos y de mármoles. Para la UE queda la gran confusión estadística
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sobre los intercambios brutos de granito, que a menudo son clasificados en forma discordante según varios niveles, sobre todo si se trata de países nórdicos: los intercambios declarados entre países exportadores y socios importadores, en muchos casos, son fuertemente discordantes, y obligan a la reducción de las informaciones disponibles, porque, como es claro, los métodos de clasificación de los movimientos no son homogéneos. Se mantiene un dato de trafico vivaz, que claramente comprende también materiales menos nobles, de gran volumen y escaso valor, con destinos no ornamentales, que obscurecen los movimientos de piedras con destinos más elevados. Sigue creciendo la capacidad de consumo, producción y transformación del Norte de África, que tiene en Egipto su punta mas avanzada. Para este país, la cooperación con China es siempre más importante, y aunque los datos sean todavía parciales, está siempre más clara la tendencia que une estos dos países en una fuerte conexión productiva. También Italia es un socio importante en el lado norte del Mediterráneo, así como lo son otros productores, por ejemplo España y Turquía. Para Turquía, hay que señalar que desde este año faltaran, según parece, las estadísticas detalladas y precisas que normalmente salían en este periodo: los organismos nacionales han decidido que tales estadísticas se deban considerar datos “sensibles” que no tienen que ser difundidos, de la misma forma que ya hacen otros países: será una pieza importante que faltará del panorama internacional, sobre todo con el rol creciente que se juega en las dinámicas del sector. Por ahora, se puede reconstruir el dato indirectamente, a través de los mercados asociados, esperando en la adopción de una decisión mas favorable al intercambio de conocimientos.
El sector de la piedra italiano ¿Cómo ha procedido el sector de la piedra italiano, en un panorama internacional tan dinámico y veloz en los posicionamientos competitivos? El resultado general de la industria nacional ha sido un cambio apreciable y favorable respecto a los años precedentes, incluso respecto al 2005, que había dado ya señales de ligera mejoría respecto al año anterior. Desde una encuesta que realizamos cada año sobre una muestra muy amplia de empresas italianas, nos llegan datos e informaciones fiables para poder afirmar que, en conjunto, el sector italiano ha tenido momentos y áreas de sufrimiento, pero que en general ha reaccionado a las dificultades exteriores de competición, obteniendo unas cuantas especificidades productivas y comerciales a las cuales se ha apoyado para reposicionarse y reactivarse después de unos años de crisis y de ralentizaciones. Empezamos también este año con una lectura de los datos de exportación, que han sostenido decididamente el avance del sector nacional en el curso del 2006, sobre todo en un momento en que el mercado del consumo interno empieza a decrecer, paralelamente a la ralentización de la actividad en el ramo de la construcción, sobre todo privada. Las exportaciones italianas de materiales lapídeos, en total, han alcanzado y superado los 4 millones y 800 mil toneladas de producto en varias formas, entre bloques brutos, tableros, elaborados y acabados, polvos y granulados, por un total de 1.910 millones de euro, prevaleciendo netamente las clases de alto valor propio y añadido. La decidida predominancia de los elaborados, como aparece claro en la siguiente tabla, ha dado una fuerte contribución tanto a la calificación de las exportaciones nacionales, como a su avance general, sobre todo, han sido activas y productivas las exportaciones relativas al mármol y al travertino (recordamos que en la clasificación estadística del Sistema Armonizado utilizado internacionalmente, no se hace distinción entre los dos).
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Tabla 3: Italia, exportaciones 2005-2006 Italia – Todos los países Enero-diciembre 2005/2006
2005
2006
dif.% 2006/2005
Ton.
Euro
Ton.
MÁRMOL BLOQUES Y TABL.
787.143
151.621.426
885.009
172.191.883
12,43
13,57
GRANITO BLOQUES Y TABLAS
205.010
55.333.872
189.097
49.180.291
-7,76
-11,12
MÁRMOL ELABORADO
973.639
674.029.726 1.020.994
754.819.298
4,86
11,99
GRANITO ELABORADO
938.326
777.981.895
943.754
811.032.391
0,58
4,25
OTRAS PIEDRAS ELABORADAS
197.844
37.572.612
200.625
37.898.572
1,41
0,87
1.696.539.531 3.239.479 1.825.122.435
4,43
7,58
64.841.466
-0,99
7,99
1.756.583.895 4.547.586 1.889.963.901
2,81
7,59
20,11
25,11
Subtotal Bloques, tablas y elaborados
3.101.962
GRANULADOS Y POLVOS
1.321.171
Subtotal con granulados y polvos
4.423.133
PIZARRA EN BRUTO PIZARRA ELABORADA PIEDRA PÓMEZ TOTAL
60.044.364 1.308.107
1.278
906.294
20.605 329.135 4.774.151
Euro % Cant. % Val.
1.535
1.133.844
13.046.789
20.972
13.069.151
1,78
0,17
6.412.879
251.991
6.490.335
-23,44
1,21
1,00
7,53
1.776.949.857 4.822.084 1.910.657.231
Origen: Istat; elaboración: IMM Comparando los datos con los del año pasado, inicialmente hay que observar que el panorama es mucho más homogéneo, en el territorio nacional, respecto al 2005: el aumento respecto al año pasado no significa sólo un crecimiento conseguido, a nivel regional y de distritos, sino que también resulta más difundido, aunque no exactamente igual en todos los sitios. La mejoría en base anual ha interesado muchas realidades locales, y también los datos regionales de producción indican que los acontecimientos han sido seguidos de forma bastante positiva en áreas importantes de la producción y transformación de los lapídeos. Hay que clarificar, no obstante, que Italia no ha recuperado todavía los “números” del 2000, ni los del 2001, pero es importante la tendencia que se ha iniciado desde ya al menos dos años seguidos, porque la mejoría del panorama general ha empezado ya en la segunda parte del 2005, siguiendo una praxis temporal que encontramos desde tiempo en el sector, para bien o para mal. Se empieza a recuperar y consolidar un cambio de tendencia negativa que duraba ya desde hace algunos años, empezando precisamente en el 2000, que había seguido bien hasta la primera mitad del año siguiente y que luego había ralentizado ya antes del septiembre del 2001, hasta pasar a la reducción y luego, abiertamente, a la crisis de algunos mercados, en los años sucesivos. En la tabla siguiente se cuantifica la distancia que aún hoy separa la Italia de hoy de los resultados de inicio de siglo, e indica ya un primer autor, aunque no principal, de la recuperación: se trata de las exportaciones de los mejores y más consolidados materiales a los consumidores, tanto en bloques como en tableros. No entramos en detalles específicos, porque la clasificación estadística, de nuevo, no nos permite identificar singularmente, separándolas, las dos categorías, pero en base a los sondeos directos sabemos que la marcha positiva, particularmente en el caso de los mármoles y de los travertinos, se debe sobre todo a los brutos y a los semi-brutos. Las dimensiones de los números no permiten atribuir a los bloques el papel principal de la reactivación, en términos de dimensiones del resultado final; las cuotas que se recubren en el total de las exportaciones sectoriales italianas son limitadas, pero indican el sentido y, en nuestra opinión, también un fuerte factor de competitividad del sector de la piedra nacional, ofreciendo una clave de lectura que puede ayudar también para desarrollos futuros de la industria de los lapídeos, no sólo de este país. Italia desempeña un papel histórico y de liderazgo, ya no volumétrico, pero seguramente todavía cualitativo y de tipificación al interior del panorama internacional. En este sentido, este país sigue marcando todavía el camino del desarrollo que también otros protagonistas pueden seguir, cada uno según sus propias inclinaciones y posibilidades: ya veremos más adelante como estas líneas de tendencia y de evolución han influido y como se podrán seguir desarrollando, en el futuro, un papel importante en la redistribución de las
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representaciones al interior del sector. Por ahora tomamos nota de que este aspecto es importante en el panorama de lo que ha ocurrido en el sector lapídeo italiano en el 2006. Tabla 4: Italia, exportaciones 2000-2006 Italia – Todos los países Enero-diciembre 2000/2006
2000
2006
dif.% 2006/2000
Ton.
Euro
Ton.
MÁRMOL BLOQUES Y TABL.
779.802
169.865.520
885.009
172.191.883
13,49
1,37
GRANITO BLOQUES Y TABLAS
207.579
60.739.716
189.097
49.180.291
-8,90
-19,03
MÁRMOL ELABORADO
1.455.216
953.485.188
1.020.994
754.819.298
-29,84
-20,84
GRANITO ELABORADO
1.048.100
851.301.648
943.754
811.032.391
-9,96
-4,73
234.626
48.468.135
200.625
37.898.572
-14,49
-21,81
Subtotal Bloques, tablas y elaborados
3.725.323 2.083.860.207
3.239.479
1.825.122.435
-13,04
-12,42
GRANULADOS Y POLVOS
1.257.020
43.803.094
1.308.107
64.841.466
4,06
48,03
Subtotal con granulados y polvos
4.982.343 2.127.663.301
4.547.586
1.889.963.901
-8,73
-11,17
OTRAS PIEDRAS ELABORADAS
PIZARRA EN BRUTO
Euro % Cant. % Val.
9.215
7.289.961
1.535
1.133.844
-83,34
-84,45
PIZARRA ELABORADA
32.972
22.946.817
20.972
13.069.151
-36,40
-43,05
PIEDRA PÓMEZ
67.690
4.897.294
251.991
6.490.335
272,27
32,53
5.092.220 2.162.797.373
4.822.084
1.910.657.231
-5,31
-11,66
TOTAL
Origen: Istat; elaboración: IMM Cabe mencionar que para Italia el negocio de los granulados es en continuo aumento y resulta ser un mercado muy importante, incluso desde el punto di vista de los valores en juego. Claramente, los de los valores son datos que hay que leer con reserva, porque la equivalencia a euros es “técnica”, es decir, sólo aritmética, y no toma en cuenta las varias relaciones de intercambio entre divisas, mientras sabemos bien que las oscilaciones del dólar han tenido mucha importancia en la orientación de algunos métodos de trafico de mercancías y de los intercambios en general. No obstante, se mantiene como un criterio de lectura bastante “frió”, que ayuda de todas forma la interpretación de los datos que de otra manera serian aún más obscuros, o basados únicamente en volúmenes: ya hemos visto como, a nivel internacional, sea importante dar atención también a los valores correspondientes para comprender algunas dinámicas en curso, dándoles el justo peso y la justa interpretación. Si nos limitamos a las partidas agregadas más importantes, desde el punto de vista de la comprensión sectorial, son posibles diferentes criterios de lectura de los datos, porque son diferentes los caminos seguidos, según los tipos de producción y los mercados de colocación. Si confrontamos la tabla precedente con los datos relativos sólo a los tipos principales, aquéllos con mayor valor añadido y mayor difusión nacional, y los “reclasificamos” por áreas geográficas de desemboque, obtendremos aún una lectura diferente respecto a lo que ha ocurrido en estos últimos siete años. Intentaremos, pues dar una respuesta diferente a la pregunta de antes: ¿Qué es lo que ha sostenido las exportaciones del sector lapídeo italiano, en los últimos años? Y ¿Qué es lo que ha permitido al sector conquistar y mantener un rol diferente en el panorama internacional y en la subdivisión internacional del trabajo y de los mercados, con los cuales hoy el sector se confronta y opera?
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Tabla 5: Italia, exportaciones 2000-2006 / Bloques, tablas y elaborados Italia – Todos los países / Bloques, tablas y elaborados Enero-diciembre 2000/2006 UNIÓN EUROPEA
2000 Ton.
Euro
Ton.
dif.% 2006/2000 Euro % Cant. % Val. -29,2
-21,9
RESTO DE EUROPA
239.151
136.462.137
305.389
195.547.068
27,7
43,3
ÁFRICA
314.371
59.616.013
393.231
68.338.562
25,1
14,6
NORTEAMÉRICA
520.976
590.315.338
518.215
583.097.523
-0,5
-1,2
82.959
43.622.613
60.659
30.481.739
-26,9
-30,1
ORIENTE MEDIO
680.350
190.228.638
430.930
151.291.273
-36,7
-20,5
EXTREMO ORIENTE
433.473
233.000.399
502.596
149.545.787
15,9
-35,8
33.635
35.424.491
22.863
26.152.452
-32,0
-26,2
3.725.321 2.083.732.952 3.239.477 1.825.019.457
-13,0
-12,4
CENTRO Y SUDAMÉRICA
OCEANÍA TODOS LOS PAíSES
1.420.406
2006
795.063.323 1.005.594
620.565.053
Origen: Istat; elaboración: IMM La unión europea, mientras tanto, se ha alargado a 25 países, y desde enero del 2007 han entrado más desde el Este de Europa. Las tablas son retrospectivas y homogéneas para ofrecer una comparación en este sentido, aun que podrían resultar “anti-históricas”. Los números se refieren a la configuración actual de la UE y el resultado es ampliamente negativo, aunque los valores medios compensen poco y motiven extensamente la atención que aún ahora el área requiere y conquista. Es en el mercado interior alargado de nuestras empresas donde la competición es más directa con los demás productores, porque pueden incluir no sólo productores y exportadores en condiciones de operar en mercados lejanos, sino que también empresas con capacidades potenciales de distancia más corta. Pero es precisamente allí donde se confrontan los términos duros de la competición, y donde se han determinado también las reducciones de mercados importantes como el alemán, y al mismo tiempo es precisamente allí que han tenido lugar, junto al mercado norteamericano y en parte de otras áreas, las condiciones y las indicaciones para salir de la crisis y encontrar respuestas a los desafíos competitivos impuestos por las nuevas orientaciones internacionales del mercado. De la tabla precedente emergen también otras cosas: la resistencia, siempre, del mercado estadounidense, que oscila pero se mantiene fuerte y fundamental para nuestras exportaciones y donde substancialmente, a pesar de las fuertes tensiones introducidas por productores exteriores, el sector lapídeo italiano no pierde grandes porciones de mercado, y no sólo en términos de volumen. Pesa, en este caso, aquél fenómeno de integración productiva que hemos presenciado en manera apreciable y significativa ya desde el año pasado, de ingreso en el mercado un poco más indirecto, mediado a través de productores de otros países, siempre apoyados ordenadamente por sujetos nacionales. No se trata de una nueva estrategia. Hace algunos años algunos operadores, particularmente atentos a las cosas y a los mercados exteriores, se expresaban diciendo que hay que estar “dentro” de los mercados, que hay que llevar la competición al interior del mercado final, buscando todas las estrategias y las formas posibles para desarrollar la cosa de manera gobernada y, mientras sea posible, con un rol de protagonistas. Se separan, en este proceso, las finalidades de interés entre sujetos individuales, de empresa o de grupo que sean, y sujetos territoriales, de distrito o de otras formas. Pero el proceso aparece ser siempre más éste, con todas las innovaciones que han sido impuestas, mientras tanto, por la evolución del panorama y por los nuevos protagonismos. No se trata de una simple descentración productiva, es algo más. Es una integración de las propias capacidades productivas, competitivas e industriales en un amplio sentido, que se desarrolla mediante una mezcla de panorama productivo y comercial. De las cifras emerge por lo tanto una perspectiva todavía frágil, es cierto, pero abierta, que va a asistir y a consolidar las vocaciones de proximidad de mercado como primer elemento de colocación para las propias producciones: para los mercados más lejanos, se explotan las proximidades de otros, donde sea posible.
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Pero a este primer criterio de lectura se añade aquello igualmente importante de las secciones cualitativas de mercado, de las especializaciones productivas, que permiten recavar algo más que simples segmentos, que hay que proteger y defender, y que no son perdidas por nuestra industria nacional, al contrario, se siguen consolidando y manteniendo. La protección y la defensa, o la expansión del mercado propio, se llevan a cabo con todos los medios a disposición, con muchos medios nuevos ofrecidos por la globalización, que hay que interpretar y leer de forma innovadora. Los datos más recientes de las exportaciones italianas, al final, nos dicen exactamente esto: la parte más obscura de la crisis respecto al exterior parece superada, y aunque existan aún fuertes dificultades también por parte de clases de empresas consolidadas y competitivas, la selección que ha tenido lugar en el curso de estos años ha dejado que los sujetos más adecuados al nuevo se mantuviesen activos, y que supieran aprovechar de las ocasiones ofrecidas también por la globalización. No se trata solamente de un reto, si no también de una oportunidad, aquella que viene ofrecida por las nuevas geografías y economías, y de la posibilidad de operar también remotamente con productores y mercados diferentes. Crece la complejidad del sistema, y entender de vez en vez sobre cuales elementos se puede seguir confiando, y cuales hay que ir abandonando, se hace siempre más difícil y costoso, no sólo en términos de balance de empresa: hay también costes sociales inmediatos, que a menudo se repagan solamente en tiempos más largos y en formas socialmente gravosas. Desarrollan un papel importante, entonces, los que definimos “big players” que son grandes más en sentido figurativo que físico, pero que desarrollan seguramente la parte de “abre pista”, de líderes “culturales”, además de técnicos y operativos, una parte que puede ofrecer grandes ocasiones, naturalmente, pero que puede también resultar muy ingrata, porque ofrece un ejemplo de qué hacer y qué no hacer. El sector de la piedra italiano es un sector, como muchos otros del Made in Italy, constituido por distritos productivos y pequeñas empresas, donde la innovación, no sólo tecnológica sino también de gestión comercial y estratégica, se actúa a menudo por imitación, por tentativos individuales y por adiestramiento colectivo, más bien que por investigación activa y directa, lo que conlleva tiempos rápidos y riesgos elevados. Copiar lo que hacen los demás, entonces, sobre todo cuando se trata de modelos de éxito, se convierte en un modo inmediato de reposicionarse, si eso es posible: podemos definirlo “scouting” de gestión, o tecnológico si toca los procesos productivos, pero al final siempre se trata de buscar las novedades entre lo que nos rodea, adaptándolas a si mismos. Los resultados, sin embargo, pueden ser también muy positivos y gratificantes para quien es el primero que intuye un proceso nuevo o abre un mercado nuevo con éxito, así como para quien comprende la validez de un modelo de innovación y está entre los primeros a seguirlo. ¿Cuáles mercados han sido importantes para el sector de la piedra italiano en el 2006? Por lo que se ha visto hasta aquí, algunos elementos ya emergen: el sector de la piedra italiano ha seguido en buena parte sus inclinaciones naturales y relaciones comerciales construidas a lo largo de los años, o facilitadas de todas formas por factores objetivos de conexión. Hemos visto como el área europea ha sufrido, en base plurianual, las dificultades de la economía y de la edilicia alemana. Esto, sin embargo, ha hecho en modo que, en cuanto la situación en Alemania ha ido mejorando, inmediatamente ha habido efectos positivos para los distritos lapídeos nacionales más colegados y presentes en esas realidades. A pesar de la reciente propensión alemana hacia la adquisición sobre todo de elaborados en granito de China e India, el papel de Italia, como hemos visto parece incluso consolidarse, aunque solamente en los segmentos más calificados del producto. No se trata de una consolidación general, pero sí fuertemente selectiva y programada: mármol elaborado, en valor, granito elaborado, también en valor, y en ambos los casos con un apreciamiento palpable del valor medio por tonelada de material exportado. El mismo modelo es valido para otros países europeos, tanto de la Unión como no, influenciado seguramente también por el valor fuerte del euro sobre el dólar, que hace más accesibles las mercancías de valor expreso en euros. Hay que decir, sin embargo, que los elaborados del mármol y del travertino se aventajan particularmente de este mecanismo, asociando así
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al valor de calidad también el de tipos específicos: vemos una replica de esto, si bien en escala reducida respecto a Alemania, en Suiza, en Rusia, y, saliendo de los confines continentales, en Estados Unidos, en los Emiratos Árabes, en Kuwait y en India. Los casos del Nord África y de China son diferentes, pues para ellos cuenta mucho también la materia prima, y otra vez se trata principalmente de mármoles y de travertinos. Italia, por otra parte, tiene producciones características principalmente de calcáreos, que no son sus únicas dos producciones, pero seguramente son las más conocidas y valorizadas por importantes distritos productivos, empezando por la misma Carrara. Se trata de producciones distinguidas, de caracterizaciones ya famosas, que de alguna forma se convierten incluso en simbólicas de una entera zona mas allá del sector y constituyen fuerza e identidad productiva y cultural. Se trata de temas que abarcan también otros aspectos, a más de aquellos puramente comerciales o industriales, a los cuales no obstante todo son colegados fuertemente y casi en simbiosis. Temas que son válidos no sólo para el lapídeo o para Italia, sino que se extienden a todos los sectores y especializaciones productivas y a menudo también a muchos distritos, regiones o directamente países de producción. Es el tema de las identidades simbólicas, que prescinden de este nuestro pequeño ámbito de consideración, pero que sin embargo lo incluye, y en algunos casos puede convertirse en su eje principal: pensemos a los ejemplos del mármol de Carrara, o a los travertinos romanos, o a todas aquellas producciones de antigua tradición que se identifican con un área y se convierten en su símbolo. Merece la pena evidenciar, de todas maneras, que el mercado de mayor importancia, aquello que hay absolutamente que proteger y defender de manera calificada y estratégica es, y sigue siendo, aquello norteamericano, por todos los números que hemos leído hasta ahora y por el importante papel de arrastre que siempre desempeña también de cara a los demás mercados, más o menos avanzados. Las importaciones de la industria italiana de la piedra quedan en el ámbito de un panorama clásico desde hace ya algunos años: están en aumento, incluso significativo, tanto los mármoles como los granitos, y para los mármoles, interpretando las cifras de los varios países, son importantes tanto los nuevos como los viejos productores. Aumentan tanto en volumen como en valor España y también Francia, y junto a la muy decidida reconfirmación de Turquía, se van haciendo presentes otros sujetos, aunque con participación limitada, pero ya en buena evidencia, como Croacia, Macedonia y Montenegro. Sigue creciendo, en su partnership con Italia, Egipto, que se convierte para Italia en el primer proveedor de mármol en bloques, así como crecen, si bien en una escala de grandeza completamente distinta, también Maruecos, Túnez y también Namibia. Para los granitos hay que evidenciar la creciente presencia de Finlandia, respecto a un panorama ya fuerte en precedencia, acompañada en Europa por la más tradicional España, de la nueva, aunque pequeña Albania, de los africanos Mozambique y Zimbabwe, mientras baja ligeramente Sudáfrica junto con Angola. Pero en tema de granitos brutos y semibrutos la novedad principal nos llega de la dialéctica de rol entre Brasil e India: India sigue siendo nuestro primer proveedor, pero en los valores medios por tonelada de importado, Brasil es claramente más importante, siendo además el más calificado, en la media entre los dos, por lo que concierne la industria lapídea nacional. En los elaborados, las cifras de las importaciones, si bien todavía en aumento, siguen siendo limitadas, aunque para algunos países sean relativamente importantes. China, por ejemplo, frente a Italia, aumenta en volumen y también en valor, como hace India, pero no en valor medio, a diferencia de lo que pasa precisamente con India, que mejora la calificación de sus granitos elaborados colocados en Italia.
Máquinas Siempre es difícil interpretar lo que ocurre a nivel nacional e internacional en el sector de la tecnología, que por su misma formación resulta eludir a las clasificaciones y las radiografías estadísticas. Sus productos se mueven de un país a otro, en forma de transferencias de mercancías producidas en una zona y luego
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vendida y colocada en otra, siguen caminos de difícil delineación, porque a menudo se escoge la forma de los envíos fraccionados y se confunden con otras partes mecánicas y automáticas, destinadas a otros usos y sectores. Y de hecho, es sobre todo la mecánica la que comparte su tecnología con muchas más destinaciones y otros ámbitos, que no tienen especializaciones especificas que no permitan reconducirlas a una base común, y se aventaja de crecimientos innovadores y de contenidos a menudo elaborados en otros circuitos productivos y de investigación, convirtiéndolos al sector. Es mucha la tecnología que nace internamente al sector de la piedra, y muy a menudo también sofisticada, y a su vez se mezcla con otros sectores paralelos; luego está la tecnología de derivación exterior, importada y modificada oportunamente para responder a las exigencias del sector. Queda así la dificultad de separar lo que se importa y exporta de especifico para los lapídeos de todo el resto, dificultad que permanece aún ahora que la cerámica ha obtenido una clasificación separada por su parte de colocación y de utilización. Añadimos, además, que como ya recordado en años pasados, no es posible vigilar sobre la maquinaria para la excavación ni para el movimiento en cantera, que igualmente mueven cifras interesantes tanto por valores como por volúmenes: sólo algunas asociaciones de categoría se han hecho cargo de recoger las informaciones disponibles y de divulgar los resultados recogidos directamente, tanto en Italia como en otros países. Los datos oficiales relativos a la industria italiana de la tecnología para el corte y la elaboración, de primero y segundo nivel, de materiales lapídeos dan una imagen del 2006 generalmente positiva, aunque no del todo homogénea respecto a las varias áreas de asociación comercial. Nuestros datos, así como se lee en nuestras tablas de elaboración, sólo toman en cuenta partidas exclusivamente y seguramente asociables a la especialización lapídea de las tecnologías, excluyendo lo que puede tener colocaciones más ampliad y aquellas partidas de clasificación de los movimientos aduaneros que las mezclan con otros sectores. Por esta razón, los volúmenes de transacciones resultantes son inferiores al total que realmente el sector realiza, pero tienen la ventaja de ser “seguros” y de poder ser leídos con certeza, sobre todo en las oscilaciones y en las variaciones que emergen de las comparaciones por años y por áreas geográficas. El año 2006 para las exportaciones italianas de máquinas para corte y pulido de las piedras ornamentales, y de las máquinas-herramientas para el mismo sector, ha sido un año positivo en general, viéndose un crecimiento de algunos puntos porcentuales con respecto al año precedente: un resultado no fenomenal, pero sólido y concentrado en las especializaciones más sofisticadas, representadas por las máquinas para la segunda elaboración y por las máquinas-herramientas para las cuales la industria italiana está particularmente calificada. Estas ultimas dos categorías también han tenido una apreciación de los valores medios, señalando el mantenimiento de la calificación que ha puesto la tecnología italiana al máximo nivel de competencia y calidad en el mundo. La estricta contigüidad de trabajo con el sector de transformación nacional naturalmente le ha permitido y todavía le permite experimentar y evolucionar la producción avanzada para sus clientes principales, es decir los de la industria lapídea italiana, que notoriamente requieren estándares de calidad adecuados a sus necesidades. Las condiciones de desarrollo del sector de la piedra en todo el mundo, en términos de rapidez como los que hemos visto en el ultimo decenio, han provocado sin embargo unos cambios objetivos en el curso del tiempo, por ejemplo acortando los tiempos de pasaje de las novedades a los competidores del sector lapídeo extranjeros, los tiempos de apropiación de las innovaciones internas al proceso productivo del sector de la piedra por parte de usuarios lejanos y han acortado los mismo plazos de entrega en la producción de tecnología. Y así vemos como las novedades tecnológicas, también en este sector, a menudo son vendidas no sólo, y no antes, a los utilizadores italianos, sino también a clientes transformadores y utilizadores extranjeros, con todas las consecuencias que en el tiempo se van acumulando en el entero sector. Junto a esta reducción de los tiempos de difusión de la innovación en el suministro, además, crece la tendencia de terceros países hacia la producción autónoma de máquinas y productos subsidiarios, y también
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en el mismo segmento de las máquinas, los competidores de nueva extracción se asoman al mercado internacional ya en plena autonomía y sin complejos de inferioridad de algún tipo. Vemos así que quien lleva competición al sector italiano de las tecnologías son industrias nacionales como aquéllas de China y de India, que operando mucho con los departamentos locales pueden crear esa parte de circuito comercial que permite, con el tiempo, alimentar también segmentos de experimentación autónoma. De momento, hablamos de consumidores que utilizan también tecnología no automatizada, pero se trata de todas maneras de un sector de usuarios que van a colocarse por lo menos al lado del mercado de las tecnologías más evolucionadas, para las cuales la industria mecánica y subsidiaria italiana ya no es el primer proveedor. Las cuotas de mercado, así, sufren, y solo la expansión general del sector de la piedra proporciona lo necesario para llevar hacia lo positivo la comparación entre las exportaciones nacionales italianas de máquinas al resto del mundo. Pero veamos un poco más en los detalles las cifras que describen la marcha general de las exportaciones italianas de máquinas de corte, primario y secundario, de las de acabado y de las máquinas-herramientas. Leamos los datos en valor, formulados en euros, porque son los más significativos. Tabla 6: Italia, exportación de máquinas 2006 / valores Máquinas para corte
Máquinas para elaboración y pulido
Dif.% ’06/’05
Unión Europea
43.082.627
23,0
30,8 32.557.693
37,2
36,9
55.663.903
5,2
25,9 131.304.223
17,6
29,7
Resto de Europa
25.254.252
25,2
18,1
9.062.314
-10,7
10,3
26.660.308
6,2
12,4
60.976.874
10,0
13,8
9.550.805
-10,2
6,8
5.587.956
134,2
6,3
18.063.369
-22,9
8,4
33.202.130
-8,9
7,5
24.329.053
6,3
17,4 20.630.570
44,4
23,4
31.158.158
34,6
14,5
76.117.781
26,2
17,2
Norteamérica Centro y Sudamérica
Euro
Dif.% Cuota ’06/’05 %
Euro
Total
Euro
África
Cuota %
Máquinas-herramientas Dif.% Cuota ’06/’05 %
Euro
Dif.% Cuota ’06/’05 %
6.407.637
-34,1
4,6
5.474.701
-11,0
6,2
15.780.361
24,8
7,4
27.662.699
-3,0
6,3
Oriente Medio
16.314.216
-48,4
11,7
8.768.633
-41,8
10,0
25.864.895
-34,0
12,1
50.947.744
-40,7
11,5
Extremo Oriente
13.001.283
-4,5
9,3
3.742.894
-26,8
4,2
39.080.752
81,2
18,2
55.824.929
38,5
12,6
1.772.158
34,7
1,3
2.294.554
2,4
2,6
2.233.785
-35,7
1,0
6.300.497
-10,4
1,4
139.712.031
-3,65
100,0
88.119.315
11,4
100,0
214.505.531
6,5
100,0 442.336.877
3,9
100,0
Oceanía Total
Origen: Istat; elaboración: IMM Hay otra vez un ligero incremento, en un contexto que recubre todo el panorama internacional, y muestra la capacidad de presencia de la industria italiana de máquinas en cualquier lugar donde opere un sector lapídeo nacional de transformación. Hay de todas formas que evidenciar algunas relevancias. En primer lugar, la importancia de las máquinas-herramienta, que cubren la cuota más grande de las exportaciones y que, sobre todo, son en aumento en casi todas las áreas geográficas importantes. Y son en fase de aumento, a confirmación de lo dicho precedentemente sobre la reducción progresiva de los tiempos de difusión de las tecnologías avanzadas, también en Extremo Oriente, donde se colocan como complemento local cualificado tecnológico, a sostén de la industria de la piedra local. India es el principal comprador para esta partida, en sentido total, seguida, en el área extremo-oriental, pero a grande distancia, por China e Indonesia, y los tres están en fase de crecimiento apreciable. Medio Oriente aparece al contrario saturo, de momento, y padece un arresto que le deja un rol limitado en el panorama de esta partida. Para las máquinas-herramientas italianas, como siempre, es la Unión Europea el mercado mayor, también en fase de crecimiento sobre el año pasado, aunque no bastante para recuperar el dato del 2004. España es el cliente más importante, seguido por Reino Unido, Portugal, Francia y Bélgica. También el área de Norteamérica es importante y positiva, como es desde hace tiempo, mientras en la Europa extracomunitaria los mercados mayores son Rusia y Turquía, ambos en reducción con respecto al 2005.
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La dialéctica entre las varias partidas de la tabla precedente nos sugiere como siempre la clave de lectura para entender el desplace de la atención de los varios países sobre las fases del ciclo, para ver, en las intenciones locales, cuáles hay que reforzar y apoyar, porque en fase de evolución o construcción, y cuáles son ya suficientemente equipadas. Las máquinas de corte, sobre todo corte primario, representan la primera fase del ciclo y de la industrialización, pero también la que se reactiva primero en fase de expansión de la actividad lapídea y de los consumos. En los datos del 2006, respecto al 2005, esas máquinas tienen síntomas de crecimiento en base anual prácticamente sólo en Europa, comunitaria y extra-comunitaria, que representa en su conjunto casi la mitad de las zonas de venta. Toca otra vez a España el papel de primer mercado, seguida por Francia, Grecia y de la nueva y creciente Polonia, por Turquía, también en fase de grande desarrollo, países frente a los cuales sólo los Estados Unidos resultan más importantes y dinámicos. Bajan Brasil e Irán, mientras India está a la par con Turquía. Para las máquinas de acabado el panorama es un poco más articulado: para la Unión Europea, principal área de venta, Alemania se propone junto a España (siempre constante), en un papel positivo pero bastante más bajo. El mayor comprador, en este caso, son los Estados Unidos, también en fase de crecimiento, que están recuperando lo perdido en el 2005, mientras esta partida es prácticamente la única para la cual toda la área norteafricana se presenta con un signo de aumento respecto al año precedente. Con respecto de África del Norte, y relativamente a las demás partidas, los signos se alternan según los países, y sólo Túnez queda prácticamente siempre en aumento frente al 2005, pero en medidas mucho más limitadas. El panorama general, es simple, substancialmente positivo y bastante claro: la tecnología de las máquinas-herramientas recubre las cuotas más altas y las zonas más importantes siguen siendo aquéllas cercanas y más tradicionalmente “cuidadas” por los productores italianos, con algunos mercados particularmente fieles y otros tímidos nuevos ingresos. No resulta haber, de momento, novedades productivas particularmente “revolucionarias” en elaboración, tanto en plan operativo como de gestión, aunque la exploración es siempre activa, y las ideas innovadoras encuentran siempre un terreno fértil en las empresas productoras de máquinas y equipos, que deben confrontarse con los nuevos mercados y con los nuevos productores. Los tentativos “nuevos” más interesantes de momento, conciernen sobre todo la vigilancia finalizada a la seguridad de las canteras, y son más institucionales que privados, aunque apoyados fuertemente por éstos últimos y la atención, como es obvio, es muy alta. Por el resto, el ingreso de ciertas formas de automación apoyadas por electrónica e informática ya son hechos acreditados y metabolizados también en el sector de la piedra, y la innovación sigue más bien el recorrido de las mejoras incrementales y de las optimizaciones, en lugar de él de los cambiamientos radicales. En otras palabras, por ahora no parecen existir los presupuestos para novedades comparables a lo que ha pasado, por ejemplo, con el ingreso de los controles automáticos para la mezcla y la velocidad de corte en fase de cortado de los granitos, o del diamante, ya hace décadas, para el corte de los calcáreos. Esto no significa, naturalmente que el sector esté parado y que no hayan evoluciones, incluso muy eficaces, en campo tecnológico, significa simplemente que el recorrido es linear y continuo y que no se esperan saltos de calidad bruscos.
Consideraciones finales ¿Con cuáles cambiamientos se ha presentado este 2006 en el sector de los materiales lapídeos? Siempre hay algún cambiamiento, alguna novedad que se expresa o empieza a dar sus primeras señales, incluso en un sector como el nuestro, que no es estratégico a nivel internacional, pero que sin embargo lo es para el desarrollo económico de algunos países, moviendo volumen, dinero y trabajo en casi todas las partes del mundo.
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1. Hemos visto como la producción ha continuado, si bien más lentamente, a crecer a nivel global, y aquí observamos las primeras novedades y diferencias respecto al flujo al que estábamos acostumbrados en los últimos años. El grande productor asiático, China, protagonista de los principales cambiamientos en el panorama internacional del sector, ha ralentizado su producción domestica de cantera, prefiriendo integrar el propio producto interno con la materia prima procurada en otros países, donde su “campaña de adquisiciones” de fuentes productivas continua, juntándose a todos los instrumentos de abastecimiento a los cuales se puede recurrir habitualmente. El primer país proveedor de mármol en bruto y semi-elaborado para China es Turquía, seguida por Egipto, mientras para los granitos es India, seguida, pero a mucha distancia, por Brasil. Se trata de cifras consistentes, justificadas por el rápido desarrollo interior del sector de la construcción, tan rápido que en algunos momentos ha generado aprensiones, motivadas, en el mundo de los inversores internacionales. El desarrollo económico del país es alimentando en manera evidente de una serie de mecanismos en sucesión lógica y operativa, en los cuales también el sector de la piedra está interesado y a causa de los cuales debe soportar evidentes consecuencias. La primera es el hecho que el abastecimiento al extranjero ha ganado todavía más importancia en el panorama local del sector, constituyendo un canal suplementar calificado, esencial y voluminoso, además de funcional en el actual momento de desarrollo interior. La segunda es el hecho que India, que ha continuado en su camino evolutivo y de crecimiento del sector, a este punto se convierte en el primer productor general de piedra, siendo un fuerte extractor también de mármol, de areniscas y otras piedras, además que de granito. En nuestra tabla A, en la sección estadística, tomamos en cuenta sólo los mármoles y los granitos, porque en demasiados países los datos sobre las areniscas y demás piedras locales son demasiado caóticos para poder ser coherentemente confrontados en un contexto de producción internacional, que intentamos, con muchas dificultades, mantener no contradictorio y homogéneo. Si consideramos también estas partidas, no hay dudas que India se convierte en el nuevo dominador del sector, tanto en el frente de la producción de materia prima para los mercados exteriores, como en el frente de la producción en general, siendo también un país con gran vivacidad económica y en fase de fuerte expansión sectorial. Y recordamos que también en el caso de la producción de tecnología para el sector, la industria de India es ampliamente presente y activa, como también demuestran los datos relativos al intercambio regional de máquinas para la transformación, primaria y secundaria. Las exportaciones italianas en la zona poco resienten de la competición de India en algunos tipos de productos, importantes para nosotros, pero es cierto que hay un segmento de compradores locales que resulta completamente satisfecho por la producción de India, quedando, pues, fuera de los circuitos italianos, si bien se esté hablando de los de segundo nivel. 2. Las inversiones al extranjero, finalizadas a la producción descentrada, según un modelo evolutivo que reproduce la vía de crecimiento hasta ahora seguida por países como Italia, se han intensificado y están llevando el sector de la piedra en su conjunto más cerca de otros sectores de menor peso, como clase productiva. Se trata de una respuesta a los retos exteriores, hablando sobre todo de costes, que también este sector está experimentando, rindiendo la combinación de la oferta y de su construcción operativa más compleja, más internacional y, al menos por ahora, más eficiente. Los riesgos ya los hemos evidenciados, y están contenidos en el mismo proceso de construcción de un perfil internacional de empresa, son los riesgos de una ulterior reducción de los tiempos de aprendizaje de otros sujetos que están fuera de los mismos sectores nacionales que se van a exponer. Se trata sin embargo de un riesgo inevitable para todos los productores que corren como líderes de los procesos, y no son separables de la velocidad en la circulación de las informaciones, de las experiencias y de las tecnologías empleadas. En otros sectores productivos está llevándose a cabo una profunda y compleja reconstrucción de la subdivisión internacional de los trabajos, de las competencias y de los roles desarrollados en el panorama internacional: vivimos en un momento histórico de grandes
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elaboraciones y cambios, causados por fenómenos políticos y tecnológicos enormes. Sólo podemos seguir, un paso tras otro, cada uno por su camino, intentando entender y aprender de los demás lo más posible, administrando, cada uno en propio entorno, todo lo nuevo que se consigue adquirir de manera funcional y innovadora. La conjunción de lo global con lo local crea dificultades, pero al mismo tiempo también respuestas, y ofrece ideas y soluciones que incluso pueden llegar a ser muy estimulantes y positivas. Lo hemos visto en la lectura de los datos de un país “viejo” en el sector, como Italia: su competencia y su manera de mantenerse sólidamente en el segmento alto y calificado de la oferta se han bien acompañado con la ampliación de oportunidades y de perfiles productivos puestos a disposición por la globalización; además, la posibilidad de internacionalizar al menos una pequeña cuota de oferta le ha permitido seguir siendo líder cualitativo en mercados de consumo no simplemente prestigiosos, sino – mejor todavía – remunerativos como Alemania y Estados Unidos, donde hemos visto cuál es el valor unitario medio de las exportaciones comparadas entre los varios proveedores. El proceso conlleva sin embargo la necesidad de mantenerse a un nivel de eficiencia productiva muy alto, que no siempre restituye márgenes adecuados de ingresos de empresa. Pero aún sin excluir innovaciones de oferta de menor empeño (pensemos a formatos de ofertas sobre productos “corrientes” pero de todas formas calificados en algún aspecto y no interferentes con otras destinaciones de clientela) es este el papel y la colocación que siempre más frecuentemente se va asignando en el panorama internacional a este país y a otros similares. 3. Una cuota creciente de sujetos sectoriales se ha posicionado, pues, de forma bastante compleja y rica de experiencias relativamente nuevas para el sector de la piedra, en segmentos de mercado siempre menos sensibles al precio. Y de hecho el precio ya se ha confirmado ser un factor sobre el cual, con muchos productores internacionales, no hay escala de confrontación ni de competición. Y así la innovación ha seguido, en la industria lapídea de los países con más historia como Italia y España, un recorrido alternativo y complementar a aquel puramente de gestión y tecnológico de la reducción de los costes, de la optimización de la producción y de más factores, y son temas a los cuales, de todas formas, se ha dedicado, y se sigue dedicando, una grande, continua y obvia atención. Y aquí hay que evidenciar una ambivalencia explicita de cara a la optimización de la gestión: se sabe que no se trata del factor de competición triunfador para muchas clases de productores, pero representa de todas maneras un objetivo obligado además de útil, que hay que perseguir y actualizar continuamente. Y eso se hace, pues, sabiendo que esos aspectos, como la racionalización de los costes, la innovación productiva, la optimización general de la gestión de las empresas, son un valor en sí mismas, porque proporcionan también innovación en los productos, y porque son instrumentos de mejoría del posicionamiento y de la eficiencia general del funcionamiento de empresas y sectores, pero no son estos los factores de éxito en la competición para países cuyos costes de base tienen el nivel de aquellos europeos, por ejemplo. Y entonces será necesario que éstos últimos y los que se encuentren en sus condiciones vayan integrando su capacidad de presencia con otros factores, menos materiales, menos inmediatos y quizás más peligrosos, pero lo más posible eficaces, para seguir siendo presentes y admirados en el panorama internacional del sector. El riesgo se mantiene alto, porque la diferenciación vertical de los segmentos de mercado ocurre en tiempos siempre más breves de duración, como sugieren los datos sobre la transferencia de tecnología: el crecimiento general y veloz de India en todos los campos del sector de la piedra y de los sectores subsidiario, indica claramente quién será, pronto, el principal competidor, también de China, en el segmento fundamental de los elaborados. 4. Los mejores mercados y las áreas de demanda más cualificada en general, necesitan de un cuidado particular para ser atendidos y también defendidos adecuadamente de competidores ajenos al sector de la piedra. De una actividad específica para tal objetivo, sin embargo, siempre que sea desarrollada
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con éxito y sabiduría, deriva una estabilización de la demanda, en el tiempo y en la calidad, que se traduce, posteriormente, en una oferta mejor construida y mejor administrada, porque permite a las empresas programar de forma más ventajosa y adecuada su producción, y, no último, de conseguir una mayor rentabilidad de gestión. Y de esto sufre todo el sector, y particularmente los distritos donde operan las empresas que pueden moverse en esta dirección, porque las recaídas, no quedándose únicamente dentro de los confines de las empresas individuales, se extienden a la entera cadena productiva, local y a veces también no local. Es el papel que pueden jugar los “big players” ya mencionados, los que desarrollan una actividad de arrastre de la cual beneficia todo el ambiente al cual pertenecen, tanto geográfico como sectorial. En general, se reconoce a un sujeto este rol de protagonista sobre todo cuando se trata de innovación tecnológica o administrativa, pero en realidad vale también para el marketing y para la valorización en general del producto y de la materia. En nuestro sector ya ha ocurrido precedentemente que empresarios particularmente perspicaces, o distritos particularmente especializados en algo único, abrieran de hecho nuevas áreas de mercado, que después también otros han practicado con éxito. Pensemos, por ejemplo, al mercado de los revestimientos exteriores en granito, para edificios con desarrollo vertical. Es un mercado que ha sido abierto por los italianos, o mejor dicho, por pocas empresas italianas, y después ocupado por otros también. En el 2006, aún sin conseguir el nivel de novedad de los ejemplos citados poco antes, algunos sujetos se han dedicado precisamente a esto, o sea a la consolidación y a la estabilización de las relaciones comerciales y de los segmentos de oferta, para hacer menos oscilante el gráfico de la demanda. Lo han hecho siguiendo vías a menudo diferentes, pero siempre manteniendo firme el punto de fuerza en las especificidades distintivas de oferta, con la convicción que perder la individualidad signifique confundirse en el mar de los productores renunciando así a la visibilidad. 5. Pero ¿Cómo se logra la distinción, en un panorama de oferta tan variado, tan competitivo y tan poblado? ¿Cómo mantener un perfil de especificidad reconocible y ventajoso frente a un mercado ya lleno de productores, además que de consumidores? Una de las respuestas posibles nos llega directamente de las elaboraciones sobre las tipicidades distintivas de un lugar o de un sujeto: se requiere caracterizar la propia presencia especifica, si es posible, con aquella parte de oferta que no puede ser tan fácilmente replicada, o que no puede convertirse fácilmente en patrimonio de los competidores. En un mundo en que los tiempos de apropiación de lo nuevo se reducen constantemente, gracias a redes de comunicación e intercambio de informaciones siempre más eficientes y rápidas, existe también otra cara de la moneda, que permite explotar la globalización como ambiente al interior del cual todo lo que no es globalizable se convierte en un formidable factor de unicidad y de competición. La ausencia de replicabilidad de una mercancía se convierte en un factor distintivo de competición, que puede ser aprovechado de manera útil, por no decir triunfadora. Pensemos entonces a la unicidad de una piedra o de un nombre, capaces de evocar todo un patrimonio de valores, de memorias, de aspectos que hacen emerger su connotación positiva e inmediatamente reconocible: el travertino romano del Coliseo de Roma, el rojo de Assuan, el blanco de Carrara, el blanco del Taj Mahal, el negro África etcétera. Tienen, también a través de su nombre, una capacidad de presencia y de evocación para el consumidor calificado, que acaban por atraer también a otros materiales y productos menos fascinantes, quizás más banales, pero técnicamente más adecuados para aplicaciones más difíciles o especiales. Es una posible respuesta, por ejemplo, a competidores ajenos al mundo de las piedras ornamentales, una competición siempre muy fuerte que contribuye a la complejidad del panorama, a menudo apropiándose precisamente del nombre de las piedras, para apropiarse también de la sugestión asociada a sus nombres. Pero también al interior del sector se puede jugar sobre la posibilidad de un bien único, que sirve para distinguir un distrito, un área, una empresa, para replicar su uso, con una administración competente y atenta a no comprometer
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el patrimonio simbólico que la sostiene. Los instrumentos para desarrollar un marketing atento y equilibrado de un bien precioso existen, y en muchos casos también las experiencias existentes son ya consolidadas, aunque sean relativamente jóvenes. Lo importante es ser concientes de que cuando se habla de un bien compartido, ése debe ser administrado de manera apropiada, a través de una red de gobernanza que proteja el mismo bien y su explotación, también de cara al futuro de quién vendrá después de nosotros.
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COUNTRIES’ PROFILES Cile / Chile / Chile Regione Antofagasta: investimento senza frontiere Antofagasta area: investments without frontiers Región de Antofagasta: sin fronteras para su inversión India / India / India Il settore lapideo indiano Indian stone sector El sector de la piedra en India Turchia / Turkey / Turquia Il settore lapideo internazionale e la posizione della Turchia The international stone industry and the standing of Turkey La industria de la piedra internacional y la posición de Turquía
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REGIONE ANTOFAGASTA: INVESTIMENTO SENZA FRONTIERE Alla reputazione già consolidata dei giacimenti di salnitro, rame e oro, si prevede che si vada ad aggiungere quella delle cave di travertino, alabastro e ossidiana, varietà che fanno parte dei 17 tipi di roccia e minerali industriali presenti nella regione Antofagasta, al nord del Cile, il cui governo, tramite il dipartimento Investimenti e Sviluppo dell'Ente cileno di incentivazione alla produzione CORFO (Corporación de Fomento de la Producción), offre sostegno agli investitori interessati a visitare, valutare e investire in attività legate a tale industria. Il Cile è una striscia terrestre lunga e stretta di 4.329 Km. (Cile continentale), che si estende tra la linea della Concordia e il Polo Antartico lungo la costa dell'America del sud, tra l'imponente Cordigliera delle Ande e l'Oceano Pacifico. In Cile è presente una moltitudine di suoli, climi e paesaggi che determinano un enorme potenziale per lo sviluppo di numerose attività, tra cui il turismo, le attività minerarie e l'agricoltura. Le sue coste estese gli conferiscono un deciso vantaggio naturale all'interno del
continente sudamericano. Il sistema portuario, nel frattempo, sta concentrando l'attenzione sui dinamici mercati dell'Asia e dell'Oceania. Pochi paesi al mondo possono, come il Cile, vantare un carattere nazionale tricontinentale, con domini territoriali in Sud America, Oceania e Continente Antartico. LIBERO COMMERCIO Il Cile vanta una delle economie più dinamiche e promettenti dell'America Latina e degli altri paesi emergenti. L'apertura al commercio internazionale e l'investimento dall'estero hanno svolto un ruolo chiave nel rapido processo di modernizzazione di questo paese, il cui inserimento nel panorama internazionale è stato coronato da molteplici accordi sottoscritti con importanti paesi e blocchi economici di tutto il mondo, consentendo l'accesso ad oltre il 75% del PIL mondiale e a un mercato formato da oltre 1.200 milioni di persone e dislocato tra Canada, Stati Uniti, Messico, Perù, CEE, MERCOSUR (mercato comune del sud), Corea e Cina. La sua economia, aperta e competitiva, si riflette in più di 6.000 imprese, che esportano sui 4.000 prodotti in 185 paesi dei 5 continenti, annoverando tra le
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destinazioni paesi quali la Cina, il Giappone e gli Stati Uniti. Vi è inoltre una massiccia presenza di investitori multinazionali, con più di 4.000 imprese provenienti da 64 paesi che mantengono i propri investimenti all'interno del Cile. Il dinamico ambiente di affari si basa su una grande stabilità politica e sociale, in cui lo Stato vigila sul corretto funzionamento del mercato e offre un trattamento paritario agli investitori esteri, proteggendoli giuridicamente tramite uno Statuto per gli investimenti esteri. Per quanto riguarda l'infrastruttura tecnologica, il paese possiede un sistema di telecomunicazioni all'avanguardia, un settore bancario efficiente e competitivo a livello internazionale, con ampia copertura informatica in linea. Questi vantaggi, sommati a quelli di un'economia diversificata e con forti legami commerciali con Europa, Asia, Oceania e America, fanno del Cile uno scenario strategico con uno sbocco sul Sud America e sui mercati dell'AsiaPacifico e rendono questo paese una piattaforma ideale per gli affari e gli investimenti delle aziende nazionali e straniere. REGIONE ANTOFAGASTA Situata al nord del Cile, tra il 21º y 26º parallelo di latitudine sud, l'Antofagasta è la regione mineraria per eccellenza. Fino all'inizio del XX secolo, prodotti come zolfo, borace, iodio e salnitro venivano sfruttati in abbondanza e rappresentavano la fonte principale di ricchezza del paese. Tuttavia, non appena entrò in gioco il rame, quest'ultimo guadagnò subito molta importanza, arrivando oggi ad essere il motore dell'economia nazionale. Ciò nonostante, la Regione Antofagasta non conta unicamente su minerali metallici, ma anche su minerali industriali (non metallici) che godono oggi di un enorme potenziale per trasformarsi in un'industria emergente.
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Riconosciuta a livello mondiale per l'abbondante ricchezza di minerali metallici e industriali (non metallici), la regione Antofagasta del Cile contiene il 43% dei 40 tipi di pietra e minerali industriali esistenti nel paese, tra cui marmo, travertino, granito, gabbro, alabastro, ossidiana, tufo, ignimbrite. Si tratta di varietà che, oltre a trovarsi in uno stato vergine a livello di sfruttamento, sono utilizzabili per appartamenti, facciate, arte funeraria e per svariate altre applicazioni, conferendo uno stile unico a ciascuna creazione. La regione Antofagasta viene valutata positivamente da parte degli investitori, i quali valorizzano la grande quantità di risorse sfruttabili su scala industriale, con vasti giacimenti esposti in piena superficie del deserto, bassi costi di operatività e condizioni favorevoli per la produzione.
fenocristallina e pegmatitica e da tonalità che vanno dal nero all'azzurrognolo, al verdastro. Questa tipologia si concentra principalmente al nordest di Calama nei promontori di Las Papas e Colorado. Tra le altre varietà presenti nella regione Antofagasta vi è la pietra ossidiana, ad est della località di San Pedro de Atacama. Si tratta di una roccia vulcanica vitrea in grado di raggiungere la tonalità del nero assoluto, molto ricercata nel mercato. Vale la pena di sottolineare che tutti gli accessi a ciascuna delle varietà di roccia ornamentale presenti nella regione sono adeguati, con strade e sentieri che conducono alla stessa base nel settore di interesse. Un'altra delle condizioni naturali impareggiabili offerta dalla zona è il suo clima mite e desertico, caratterizzato da temperature gradevoli tutto l'anno e precipitazioni quasi nulle.
PIETRA ORNAMENTALE All'interno della varietà di pietre ornamentali presenti nella regione, troviamo importanti riserve di travertino, roccia sedimentaria nella gamma di tonalità beige, marrone e avorio. Questa risorsa si trova nei pressi della città di Calama, prevalentemente nei canyon del fiume Loa, il più lungo del paese. L'alabastro invece è principalmente concentrato nei dintorni della zona di Sierra Gorda, si distingue per le sue tonalità rosa e avorio. Questa specie di struttura macrocristallina, corrispondente al tipo di gesso cristallino, risalta per l'elevata bianchezza e si presta, grazie alle proprietà che presenta, a numerosi tipi di applicazione. Per quanto riguarda i graniti, ne sono presenti in varietà di tonalità bianche, grigie e rosa, in un raggio di distanza compreso tra i 30 e i 100 km da Calama. Nonostante ciò è comunque possibile trovarne altri tipi in diverse aree della regione, ad esempio il granito nero, presente nei pressi della città di Taltal. Il gabbro è caratterizzato da una struttura
CORFO Grazie al vantaggioso scenario presente nella regione Antofagasta in termini di quantità, qualità e varietà di minerali non metallici, il dipartimento Investimenti e Sviluppo dell'Ente cileno di incentivazione alla produzione CORFO (Corporación de Fomento de la Producción), offre sostegno a investitori interessati a visitare, valutare e investire in attività nella regione, tramite il programma di investimento “Industria della pietra ornamentale nella regione Antofagasta", al fine di incentivare l'avanzata di questo settore, in modo da rinforzare il polso dello sviluppo produttivo e degli investimenti che consentano l'adeguato sfruttamento delle risorse naturali esistenti nella zona, nonché il collegamento con la base di fornitura di beni e servizi dell'industria mineraria. L'invito è di visitare la regione Antofagasta (Cile), dove sarà possibile entrare nel meraviglioso mondo dei minerali, che, in tutta la sua maestosità, vi offrirà a un'esperienza indimenticabile, in una regione che non ha frontiere per i vostri investimenti.
ANTOFAGASTA AREA: INVESTMENTS WITHOUT FRONTIERS The Antofagasta region already has a consolidated reputation for saltpetre, copper and gold and looks set to gain such a reputation for travertine, alabaster and obsidian too. There are in fact 17 types of stone and industrial minerals in the region north of Chile and through the CORFO (Corporación de Fomento de la Producción), the department for investments and development of production, the government offers support to investors interested in visiting, assessing and investing in activities related to this industry. Chile is a long, narrow strip of land 4.329 Km long (Continental Chile), which stretches from the “linea della Concordia” to the Antartic Pole along the coast of South America, between the impressiveAndes and the Pacific Ocean. Chile has a wide variety of land types, climates and landscapes which offer enormous potential for the development of many activities, including tourism, mining and agriculture. Its long coasts place it at a distinct advantage within the South American continent and at present its ports are concentrating on the dynamic markets of Asia and Oceania. Few countries in the world can claim to
possess such a strategic influence in three continents, i.e. South America, Oceania and the Antartic continent. FREE TRADE Chile has one of the most dynamic and promising economies in Latin America and other new countries. Its opening up to international trade and foreign investments has played a key role in its rapid modernisation. Moreover, its inclusion in the international markets has been supported by agreements signed with important countries and economic blocks all around the world, allowing access to over 75% of the world GNP and to a market with over 1.200 million people located between Canada, the United States, Mexico, Peru, EEC, MERCOSUR (the southern common market), Korea and China. Its economy is open and competitive and this is reflected in the number of companies: more than 6000 exporting 4000 products to 185 countries including China, Japan and the United States. There are also numerous multinational investors with over 4000 companies from 64 countries which keep their investments inside Chile.
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The dynamic business environment is based on great political and social stability where the government oversees the correct functioning of the market and offers equal treatment to foreign investors, protecting them legally by means of a Statute for foreign investments. As far as technology is concerned, the country has an advanced system of telecommunications, an efficient banking sector which is competitive internationally and extensive coverage in terms of on-line computers. These advantages, together with the varied economy and strong commercial links with Europe, Asia, Oceania and America, make Chile a strategic partner with markets in South America and Asia and the Pacific region and an ideal platform for business and investments for national and foreign companies. THE ANTOFAGASTAREGION Situated in the north of Chile, between the 21st and 26th parallel on the south latitude,Antofagasta is the mining region par excellence. Up until the beginning of the 20th century, products such as sulphur, borax iodine and saltpetre were exploited in large quantities and represented the main source of wealth for the country. Then, as soon as copper mining began, this took over from the other minerals and became the driving force of the national economy. However, in addition to metal minerals, the Antofagasta region has industrial minerals (non-metal) with huge potential today which can be turned into a new industry. The Antofagasta region in Chile possesses 43% of the 40 types of stone and industrial minerals in the country including marble, travertine, granite, gabbro, alabaster, obsidian, tuff and ignimbrite and it is known the world over for such resources. However, these resources have yet to be exploited and can be used for housing, funeral art and many other applications to create unique solutions.
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The Antofagasta region is considered highly amongst investors who have invested in the large quantities of resources exploitable on an industrial scale with vast deposits right on the surface of the desert, low operational costs and favourable conditions for production. ORNAMENTAL STONE Amongst the varieties of ornamental stone in the region, there are significant reserves of travertine, a sedimentary rock in beige, brown and ivory tones. This is located in the vicinity of the town of Calama, mostly in the canyon of the river Loa, the longest in the country. The alabaster is mainly concentrated around the Sierra Gorda area and is pink and ivory in colour. Its macrocrystalline texture corresponds to a crystalline gypsum and stands out for its very white background. It can be used for numerous types of applications. As for the granite varieties, these are white, grey and pink in colour and are located between 30 and 100 km from Calama. There are, however, other varieties in different areas in the region, for example there is a black granite in the vicinity of the town of Taltal. The gabbro has a phenocrystalline, pegmatitic texture and its colour ranges from black to light bluish and greenish colours. This type is mainly found to the north east of Calama in the headlands of Las Papas and Colorado. In addition there is an obsidian stone found east of a place called San Pedro de Atacama. This is a vitreous vulcanic rock which can be found in absolute black which is very sought after on the markets. It is worth pointing out that access to each of the ornamental stone deposits in the region is adequate with roads and tracks which lead right to the areas of interest. Another unparalleled natural condition offered by the area is its mild desert climate with pleasant temperatures throughout the year and almost no rainfall.
CORFO Thanks to the favourable situation in the Antofagasta region in terms of the quantity, quality and variety of non metal minerals, the CORFO (Corporación de Fomento de la Producción), the department for investments and development of production, offers support to investors interested in visiting, assessing and investing in activities in the region through the investment programme “the ornamental stone industry in the Antofagasta region” aimed at developing the industry. This will guarantee the adequate exploitation of the existing natural resources as well as links with supplies of goods and services to the mining industry. The invitation is extended to visit the Antofagasta region in Chile to see the wonderful world of minerals it offers and appreciate the investment value of such resources.
REGIÓN DE ANTOFAGASTA: SIN FRONTERAS PARA SU INVERSIÓN Tan famosos y apetecidos como los yacimientos de salitre, cobre y oro, se esperan convertir las canteras de travertino, alabastro y obsidiana, variedades que forman parte de los 17 tipos de rocas y minerales industriales que pueden ser encontradas en la Región de Antofagasta, ubicada al norte de Chile, cuyo Gobierno a través del Área de Inversión y Desarrollo de CORFO, apoya a inversionistas interesados en visitar, prospectar e invertir en negocios relacionados con dicha industria.
Chile es una larga y angosta faja de tierra de 4.329 Km. (Chile Continental), comprendida entre la Línea de la Concordia y el Polo Antártico, que se extiende a lo largo de la costa de América del Sur, entre la imponente Cordillera de losAndes y el vasto Océano Pacífico. Posee una maravillosa multiplicidad de suelos, climas y paisajes, que surten de un enorme potencial para el desarrollo del turismo, la minería y la acuicultura, entre otros. Su extensa costa le brinda una ventaja natural privilegiada dentro del continente sudamericano. En tanto, su sistema portuario mira directamente a
los dinámicos mercados de Asia y Oceanía. Pocos países pueden lucir como Chile, un carácter de nación tricontinental, con dominios territoriales en América del Sur, Oceanía y el Continente Antártico. LIBRE COMERCIO Chile exhibe una de las economías más dinámicas y promisorias de latinoamérica y los países emergentes. La apertura hacia el comercio internacional y la inversión extranjera han jugado un papel clave en su rápido proceso de modernización. Su vigorosa inserción internacional ha sido coronada por múltiples acuerdos suscritos con importantes países y bloques económicos del mundo, accediendo a más del 75% del PIB mundial y a un mercado superior a 1.200 millones de personas, destacando Canadá, E.E.U.U, México, Perú, Comunidad Económica Europea (CEE), MERCOSUR, Corea y China. Su economía abierta y competitiva se refleja en más de 6 mil empresas que exportan alrededor de 4 mil productos a 185 países en los 5 continentes, destacando destinos como China, Japón y Estados Unidos. Asimismo, hay una gran presencia de inversionistas
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multinacionales, contando con más de 4 mil empresas procedentes de 64 países que mantienen sus inversiones en el país. Su dinámico ambiente de negocios se basa en una gran estabilidad política y social, donde el Estado vela por el correcto funcionamiento del mercado y ofrece un tratamiento no discriminatorio al inversionista foráneo, protegido jurídicamente por el Estatuto de Inversión Extranjera. En lo que respecta a infraestructura tecnológica, el país posee un sistema de telecomunicaciones de vanguardia mundial, un sector bancario internacionalmente competitivo y eficiente, con una amplia cobertura informática en línea. Todas estas ventajas, sumadas a una economía diversificada y con fuertes lazos comerciales con Europa, Asia, Oceanía y América, convierten a Chile en un escenario estratégico con salida hacia Sudamérica y mercados del Asia Pacífico y en una plataforma para negocios e inversiones de las empresas nacionales y extranjeras. REGIÓN DE ANTOFAGASTA Ubicada al norte de Chile, entre el paralelo 21º y 26º de Latitud Sur, Antofagasta es por excelencia una región minera. Hasta principios del siglo XX, productos como el azufre, bórax, yodo y salitre eran explotados en abundancia y significaban la principal fuente de riqueza para el país. Sin embargo, tan pronto entró en juego el cobre, ganó protagonismo y actualmente es el motor de la economía nacional. No obstante lo anterior, la Región de Antofagasta no sólo cuenta a su haber con minerales metálicos, sino también minerales industriales (no metálicos), los que gozan hoy de un enorme potencial para convertirse en una emergente industria. Reconocida mundialmente por su abundante riqueza de minerales metálicos e industriales (no metálicos), la Región de Antofagasta - Chile
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concentra el 43 % de los 40 tipos de rocas y minerales industriales existentes en el país, destacando mármoles travertinos, granitos, gabros, alabastros, obsidiana, tobas e ignimbritas, variedades que además de encontrarse en estado virgen de explotación, son utilizadas en pisos, fachadas, artes funerarios y en las más diversas aplicaciones, entregando un estilo único a cada creación. La Región de Antofagasta es evaluada positivamente por inversionistas, quienes valoran la gran cantidad de recursos explotables a escala industrial, con vastos yacimientos expuestos a plena superficie del desierto, bajos costos de operación y favorables condiciones para la producción. ROCAS ORNAMENTALES Dentro de la variedad de rocas ornamentales existentes en la Región se encuentran importantes reservas de travertino, roca sedimentaria en la gama de tonalidades beige, pardas y marfiles. Este recurso se halla en los alrededores de la ciudad de Calama, preferentemente en los cajones del Río Loa, el más largo del país. En tanto el alabastro, principalmente concentrado en las cercanías del poblado de Sierra Gorda, destaca por sus tonos rosa y marfil. Esta especie de textura macrocristalina correspondiente al tipo de yeso cristalino resalta por su blancura y aplicaciones factibles de obtener debido a los atributos que presenta. Lo que respecta a los granitos, se encuentran variedades de tonos blancos, grises y rosas, en un radio distante entre los 30 y 100 kms. de Calama. No obstante, también es posible encontrar otros tipos en diversas áreas de la Región, como por ejemplo el granito negro, localizado en las cercanías de la ciudad de Taltal. Los gabros se caracterizan por su textura fenocristalina y pegmatitica, además de su tonalidad que varía entre negro azulenco y verdoso. Esta tipología está principalmente concentrada al noroeste
de Calama en el cerro Las Papas y cerro Colorado. Otras de las variedades que podemos encontrar en la Región de Antofagasta es la obsidiana que, ubicada al este de la localidad de San Pedro de Atacama, es una roca volcánica vítrea que posee la cualidad de alcanzar la tonalidad del negro absoluto, muy apetecido en el mercado. Hay que destacar que los accesos a cada una de las variedades de roca ornamental que podemos encontrar en la Región de Antofagasta son adecuados, con carreteras y caminos conducentes a la misma base del sector útil. Otra de las inmejorables condiciones naturales que presenta la zona es la bondad de su clima desértico caracterizado por agradables temperaturas todo el año y casi nulas precipitaciones. CORFO Dado el ventajoso escenario que luce la Región de Antofagasta en cuanto a cantidad, calidad y variedad de estos minerales no metálicos, el Área de Inversión y Desarrollo de la Corporación de Fomento de la Producción, CORFO, apoya a inversionistas interesados en visitar, prospectar e invertir en la región, a través del programa de Inversión “Industria de Rocas Ornamentales en la Región de Antofagasta”, con el fin de fomentar el progreso de este sector, de modo de fortalecer los polos de desarrollo productivo y de inversión que
IL SETTORE LAPIDEO INDIANO
Dal Sig. Munavar Basha Presidente All India Granites Stone Association 1. INTRODUZIONE Il settore delle pietre ornamentali costituisce una parte importante del settore edilizio indiano cui è attribuito il 5 per cento del PIL ed è secondo solo all’agricoltura in termini di occupazione. Per il 2007 si prevede una crescita nel settore edilizio intorno al 10 per cento. Inoltre, grazie ad ulteriori opportunità di finanziamenti, agevolazioni fiscali e tassi di interesse favorevoli, negli anni a venire si attendono investimenti più grandi nel settore privato, che daranno maggiore spinta al settore lapideo. Alcuni colori e varietà di graniti indiani sono incomparabili, unici al mondo con una richiesta stabile sui mercati internazionali. Si possono ammirare i marmi e le pietre indiani in costruzioni di grande bellezza come la Taj Majal, il Red Fort e molti altri monumenti storici in tutta l’India, in molti edifici commemorativi negli Stati Uniti e in diversi palazzi che appartengono alle grandi aziende in Giappone, Cina, Corea del Sud ed Europa. Anche nei paesi del Golfo vengono scelti e adoperati ampiamente i materiali lapidei indiani. Gran parte dei marmi, pietre arenarie e
calcarei prodotti in India vengono dallo stato di Rajasthan che estrae anche l’ardesia. Il Rajasthan rappresenta il centro del settore lapideo in India con il 65% circa della produzione totale e il 90% della produzione di marmi, pietre arenarie e calcaree (Kotastone). I marmi verdi, le pietre arenarie e le ardesie sono apprezzati e usati a livello mondiale. 2. LO SCENARIO INDIANO India è uno dei maggiori produttori di pietre naturali al mondo. Possiede grandissime risorse di graniti, marmi, pietre arenarie e calcaree (kotastone), ardesie e quarziti. Alcuni colori e varietà di graniti indiani sono impareggiabili, unici al mondo con una richiesta stabile sui mercati internazionali. Il settore lapideo indiano in cifre - Un giro d’affari superiore a Rs. 9,000 crores - Esportazioni superiori a Rs. 3,400 crores nel 2003-04 ed esportazioni di più di Rs.3,500 crores nel 2005-06 - Occupazione superiore a 6 milioni
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3 PRODUZIONE E ESPORTAZIONI La produzione indiana di pietre ornamentali è stimata in 31059,000 tonnellate. L’India è uno dei maggiori esportatori di pietre naturali e si posiziona al terzo posto (in termini di volume) dopo l’Italia e la Cina, seguita a poca distanza dalla Spagna al quarto posto. L’India possiede vaste risorse e knowhow tecnologico, ha una grande capacità di produzione e di trasformazioni e può contare su una crescita in esportazioni nell’ordine di 20% su base annua per tutto il periodo coperto dall’’11° Piano”. Le esportazioni e la produzione nazionale si integrano e si potenziano in ogni aspetto e di conseguenza l’industria nazionale crescerà di pari passo con l’incremento delle esportazioni. 4. LE RISORSE INDIANE DI PIETRE ORNAMENTALI Graniti Marmi Pietre arenarie Kotastone Ardesia 5. IL LAVORO MINORILE Come sappiamo, non esiste il lavoro minorile nelle cave e negli impianti di trasformazione.
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Il granito è piuttosto pesante, circa 100 kg al piede cubico. I blocchi preparati pesano in genere da 10 a 25 tonnellate e di conseguenza non è concepibile pensare al lavoro minorile neanche per trattare lo scarto che risulterebbe anche questo troppo pesante. Così, i bambini non vengono mai sfruttati perchè non possono portare tali pesi. Anche le macchine usate in produzione non sono maneggiabili da bambini. Tutte le immagini di bambini che lavorano nelle cave sono costruite o manipolate da giornalisti e riviste. Tutte le immagini dove si vedono I bambini che sorridono sono immagini scattate da stranieri che gli hanno chiesto di posare in cambio di regali o soldi o per curiosità. 6. CONCLUSIONI: 10 anni fa l’India esportava l’80% della produzione di blocchi ornamentali e il 20% dei lavorati. Oggi, le esportazioni di blocchi si aggirano appena intorno al 15%, mentre le esportazioni dei lavorati sono cresciute all’85%. Questo significa che il settore della trasformazione è cresciuto in modo significativo e ha permesso agli operatori di importare tutta la tecnologia avanzata disponibile sul mercato. Lo sviluppo costante del settore lapideo indiano presenta un’ottima occasione per ulteriori investimenti.
INDIAN STONE SECTOR
By Mr Munavar Basha President All India Granites Stone Association 1. INTRODUCTION Dimensional Stones form a major component of Indian construction sector, which accounts for 5% of the GDP and is the second highest employer after agriculture. India's anticipated growth rate in construction is 10% by 2007. With the higher anticipated spending in the private construction (housing) in coming years due to increased financing options, tax benefits and favourable interest rates, the stone sector is bound to have a leap forward. Some of the colours and types of Indian granites are unique in the world and have no parallel and have regular demand in the world market. Indian Marbles and Sandstones have their own pride of place and one can see these stones in exotic beauty at Taj Mahal, Red Fort and many other historical monuments in India. Similarly, in many War Memorials and several other memorials in U.S.A., several buildings of large corporate giants in Japan, China, South Korea and Europe. So is the case in Gulf countries, where Indian Natural Stones are preferred and used extensively. Majority of marble, sandstone, flaggy limestone produced in India comes from
Rajasthan. The state also produces slate. Rajasthan is the hub of stone activity in India accounting for approximately 65% of India's stone production. The State accounts for over 90% of Country's production of marble, sandstone and flaggy limestone. Indian Green Marble, Sandstones, Slates have found acceptance the world-over and can be seen in every nook and corner of the world. 2. INDIAN SCENARIO India is one of the largest producers of dimensional stones in the world. India is endowed with vast resources of granite, marble, sandstone, flaggy limestone (kotastone), slate and quartzite. Some of the colours and types of Indian granites are unique in the world and have no parallel and have regular flow of demand in the world market. Indian Stone Industry accounts for - a sales turnover of over Rs. 9,000 crores - export of over Rs. 3,400 crores in 2003-04 and export of over Rs.3,500 crores in 2005-06 - employs over 6 million workforce
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3 PRODUCTION AND EXPORTS The Indian stone production is estimated at 31059 thousand tons. India is a leading exporter of stones and ranks third (in terms of tonnage) after Italy and China, with Spain as a close competitor on 4th rank. India has abundant resources, technical know-how, large quarrying base and processing capacity and can safely ensure export growth at the 20% rate per annum during the 11th Plan period. The exports and domestic production are complimentary and supplementary in every aspect and thus the domestic industry will also grow simultaneously with the development of exports. 4. INDIAN STONE RESOURCES Granite Marble Sandstone Flaggy Limestone Slate 5. CHILD LABOUR As we all are aware, there is no Child Labour ever engaged by Granite Quarry or Processing Plant Operators, Granite is quite heavy stone roughly a cubic foot can weigh minimum 100 Kgs. The Dimensional Blocks prepared are generally minimum 10 tonnes to 25 tonnes and no one in right mind can even think of Child Labour even for removal of waste, which would be heavy and impossible for Children to handle.
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Children are never employed due to important aspect that it is impossible for them to handle such heavy stones. Heavy machinery is used in production of dimensional stone. It is impossible for the children to handle them. However all pictures or photographs showing children working in the quarry are concocted, manipulated or fabricated by the concerned reporters and magazine publishers. All Photographs from the facial expression of the children who look very amused and smiling are the ones where these foreigners may have asked them to pose and given some gifts or money and out of curiosity, children seems to have posed for them. 6. CONCLUSION: 10 years back India was exporting 80% of dimensional blocks and 20% of processed material. Today the export of dimensional blocks are only about 15%, while export of processed material is 85%. This means that the processing industry in India has grown leaps and bounds. This has opened the doors for import of the latest technology in stone production to India. As Indian stone industry is growing at a steady pace opportunity for investment in the stone sector continue to be bright.
EL SECTOR DE LA PIEDRA EN INDIA
Por Munavar Basha Presidente de All India Granites Stone Association 1. INTRODUCCIÓN Piedras dimensionales, desde uno de los sujetos principales del sector de la construcción indio, que participa con un 5% al PIB y es el segundo mayor empleador después del sector agrícola. El ritmo de crecimiento de las construcciones en India estimado para el 2007 es del 10%. Con las inversiones en la construcción privada (viviendas) en los próximos años, posibles gracias al aumento de las opciones de financiamiento, a la reducción de los impuestos y a tipos de interés favorables, se prevé una fuerte activación del sector de la piedra. Algunos tipos y colores de granitos indios son únicos al mundo y no tienen competición, y la demanda en el mercado mundial es constante. Los mármoles indios, y las areniscas, ocupan lugares prestigiosos y se pueden admirar en su belleza exótica en Taj Mahal, en Red Fort y en muchos más lugares y monumentos históricos de India. Esas piedras se pueden encontrar también en varios monumentos conmemorativos, de guerras y de otros tipos, en Estados Unidos, así como en varios edificios de grandes corporaciones en Japón, en
China, en Corea del Sur y en Europa. Lo mismo ocurre en los países del Golfo, donde las piedras naturales indias son preferidas y ampliamente utilizadas. La mayor parte de los mármoles, areniscas y piedras calcáreas producidas en India proceden de Rajasthan, donde también se produce pizarra. Rajasthan es el centro de la actividad extractiva india, representando aproximadamente un 65% de la producción de piedra total del país. Este estado participa con más del 90% de la producción de mármol, arenisca y piedra calcárea en el país. El mármol verde indio, las areniscas y la pizarra se han utilizados en todo el mundo y es posible admirarlos en cualquier lugar del globo. 2. EL PANORAMA INDIO India es uno de los principales productores de piedras dimensionales en el mundo, con vastos recursos de granito, mármol, arenisca, piedras calcáreas (Kotastone), pizarra y cuarcitas. Algunos tipos y colores de granitos indios son únicos al mundo y no tienen competición, y la demanda en el mercado mundial es constante.
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El sector de la piedra en India cuenta con: - un volumen de ventas de más de 9.000 Rs. Crore - exportaciones por más de 3.400 Rs. Crore en 2003-2004 y exportaciones por más de 3.500 Rs. Crore en 2005-2006 - más de 6 millones de empleados en el sector 3 PRODUCCIÓN Y EXPORTACIONES La producción de piedra en India está estimada en unas 31.059.000 toneladas. India es uno de los principales exportadores de piedra y es tercero (por tonelaje) después de Italia y China, con España que compete en cuarto lugar. El país tiene abundancia de recursos, competencias técnicas, una amplia capacidad de cantera y de elaboración y puede asegurar aumentos en las exportaciones del 20% anuo durante el período establecido por el programa "11th Plan". Las exportaciones y la producción domestica son complementares y suplementares en todos los aspectos y por tanto la industria domestica va a crecer simultáneamente al desarrollo de las exportaciones. Se estima que la industria domestica crecerá del 20% por año durante el periodo del 11th Plan. 4. RECURSOS DE PIEDRA EN INDIA Granito Mármol Arenisca Piedras calcáreas Pizarra
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5. MANO DE OBRA INFANTIL Es sabido que en el sector de la extracción y de la elaboración del granito no se emplea ni nunca se ha empleado mano de obra infantil. El granito es una piedra pesada, un pié cúbico puede pesar un mínimo de 100 Kg. Los bloques dimensionales preparados pesan normalmente de 10 a 25 toneladas y no podría ocurrírsele a nadie emplear niños, ni siquiera para la remoción de las sobras, que serian pesadas e imposibles de manejar. Por esta razón la industria nunca ha empleado niños. Además, en la producción de piedras dimensionales, se utilizan maquinarias pesadas, imposibles de manejar para los niños. No obstante, hay muchas fotos e imágenes que muestran niños al trabajo en las canteras indias, pero se trata de falsificaciones, retoques o fabricaciones operadas por reporteros y editores en busca de noticias gordas. Hay también en circulación algunas imágenes de niños con expresiones muy divertidas, tomadas por extranjeros que, tras una recompensa en dinero, les pidieron que posaran por ellos en lugares pre-determinados. Pero esas imágenes no representan la realidad. CONCLUSIONES Hace 10 años India exportaba el 80% de los bloques dimensionales y el 20% en material elaborado. Hoy, las exportaciones de bloques dimensionales han bajado al 15%, mientras el material elaborado exportado alcanza el 85%. Esto significa que la industria de la elaboración en India ha crecido enormemente. Se han abierto las puertas a la importación de las tecnologías mas avanzadas en la producción de piedra en India. Y a medida que la industria de la piedra india crece con paso constante, las oportunidades de inversión en el sector de la piedra continúan siendo brillantes.
IL SETTORE LAPIDEO INTERNAZIONALE E LA POSIZIONE DELLA TURCHIA Grazie alla crescente domanda internazionale il settore lapideo ha assunto un ruolo importante per l’economia. Nazioni delle Alpi-Himalaiane; il Portogallo, la Spagna, l’Italia, la Grecia, la Turchia, l’Iran ed il Pakistan hanno grandi depositi di pietre calcaree (marmo, travertino e onice) mentre la Spagna, la Norvegia, la Finlandia, l’Ucraina, la Russia, il Pakistan, l’India, la Cina, il Brasile e il Sud Africa hanno depositi di pietra magmatica. I paesi sviluppati sfruttano questi depositi e cercano metodi di lavorazione sempre più efficaci. A livello internazionale, le provate capacità dei paesi della UE si ripercuotono favorevolmente sull’economia. Attualmente molti depositi nell’UE vengono sfruttati ma, a causa dei profitti sempre più bassi, non tutti sono d’accordo sulla convenienza di questa attività; per far fronte alla concorrenza aggressiva scelgono invece di importare i blocchi e le lastre grezze per poi lavorarli e riesportarli nei paesi sottosviluppati. Grazie alla sua posizione geografica nella catena alpina, la Turchia possiede grandi volumi e molte varietà di marmi. Inoltre, lo sviluppo della sua industria e della tecnologia
ha fatto sì che oggi si possa annoverare fra i principali paesi del settore lapideo. Fra depositi “scoperti, probabili e possibili” la nazione possiede un totale di 13.9 miliardi di tonnellate (5,2 miliardi metri cubi) di pietra naturale, che corrispondono al 33% del totale mondiale, circa 15 miliardi di metri cubi. Attualmente sono attivi gran parte dei depositi. Questi si estendono su un vasto territorio fra Anatolia e Tracia. Gruppi di cave si concentrano nelle province di Afyon, Denizli, Mugla, Bilecik, Isola di Marmara, Bursa, Elazig e Diyarbakir mentre la lavorazione si concentra nelle province di Afyon, Denizli, Mugla, Bilecik, Isola di Marmara, Bursa, Elazig, Diyarbakir, Amasya, Burdur, Antalya, Istanbul,Ankara, Izmir, Kayseri e Sivas. Secondo le stime il settore lapideo conta circa 1000 cave, 1500 impianti e 7500 laboratori. Il 90 % delle cave si trova a ovest del paese e il 65% delle lavorazioni viene effettuata in questa regione. Si stima un’occupazione nell’ordine di 250000 addetti, in aumento significativo su base annua. Le aziende sono in genere di dimensioni piccole e medie.
m3
TON
Depositi scoperti
589.000.000
1.590.000.000
Depositi probabili
1.545.000.000
4.171.000.000
Depositi possibili
3.024.000.000
8.172.000.000
Potenzialità Totale
5.161.000.000
13.934.000.000
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Un settore in grande espansione Essendo riuscito ad industrializzarsi in un periodo di tempo relativamente breve, oggi il settore lapideo è fra i primi a livello internazionale per esportazione, industrializzazione ed occupazione. Di conseguenza si sono rese necessarie misure di regolamentazione. Per far fronte alla situazione e per promuovere l’industria della pietra naturale è stato costituito nell’anno 2000 il Turkey Marble, Natural-Stone and Machines Producers Union (TUMMER). Con 12 associazioni e 88 soci privati, questo sindacato copre l’80% della produzione nazionale. Monitorando gli sviluppi del settore attraverso i suoi soci, il TUMMER oltre a creare una banca dati rappresenta il settore per le questioni da prospettare presso gli enti di competenza. Nel 2006, il settore della pietra naturale è cresciuto in modo significativo con un valore di 1.3 miliardi di dollari. Le esportazioni di 1.027.368 tonnellate in 167 nazioni risultano superiori all’attesa pietra miliare di un milione, con un aumento del 27,55% rispetto all’anno precedente. Il primo paese importatore si confermano essere gli Stati Uniti che consumano il 20,54% del totale con un valore di 387,7 milioni di dollari. Le esportazioni negli Stati Uniti di lavorati in marmo e travertino sono cresciute del 22,82% rispetto all’anno precedente. Poco inferiori alle esportazioni
Turchia MATERIALI LAPIDEI (GREZZI) Marmo in blocchi Onice in blocchi Travertino in blocchi Granito in blocchi Altri materiali lapidei adatti per l’edilizia (grezzi) Ardesia (grezza) TOTALE MATERIALI LAPIDEI (SEMI-LAVORATI) Marmo in lastre Onice in lastre Travertino in lastre Granito in lastre Altri materiali in lastre TOTALE MATERIALI LAPIDEI (LAVORATI) Marmo Travertino Granito Altri materiali lapidei adatti per l’edilizia Ardesia Materiali lapidei per cordoli e marciapiedi Moduli centrali e granulati da materiali lapidei TOTALE MATERIALI 76 LAPIDEI TOTALE NETTO
negli Stati Uniti risultano quelle della Cina, che registra un aumento del 81,14% con un valore di 146,8 milioni di dollari rispetto all’anno precedente mentre le esportazioni di marmo e travertino grezzi sono in aumento del 64,87%. Al terzo posto si segnala il Regno Unito con un aumento del 38,55% con un valore di 61,1 milioni di dollari. Giappone, Iraq, Sri Lanka e Taiwan sono paesi da guardare con interesse poiché registrano incrementi del 100% nelle esportazioni. In Turchia, insieme all’aumento nella produzione c’è stato un aumento nell’utilizzo della pietra naturale dell’80%. Inoltre, l’anno è stato interessante anche per le aziende che producono tecnologia sia per il mercato interno che per quello internazionale. In particolare, l’aumento nella domanda interna ha permesso alle aziende di incrementare la loro capacità produttiva. In generale i risultati positivi hanno incentivato l’apertura di nuove cave, impianti e laboratori promuovendo l’occupazione. Il settore lapideo in Turchia Da sempre, gli esseri umani hanno adoperato la pietra naturale nelle loro case e negli edifici. La qualità della vita è andata sempre migliorandosi e si è scelta la pietra naturale per il suo stile e per la sua durevolezza. Di conseguenza questo materiale è diventato un simbolo di ricchezza e di prosperità e l’ammirazione % cambiamento
contemporanea per la pietra naturale in un’epoca dove prevalgono le macchine e le tecnologie lo conferma. I materiali turchi più conosciuti sul mercato internazionale sono il Supren Salome, l’Elazig Cherry, l’Aksehir Black, il Manyas White, il Bilecik Beige, il Tiger Post, il Denizli Travertine, l’Aegean Bordeux, il Milas Lilac, il Mugla White, il Gemlik Diabaz e l’Afyon Sugar. Secondo le statistiche della produzione globale di blocchi, l’Asia primeggia con il 44%, seguita dall’Europa con il 42%, mentre la Turchia detiene il 9% e di conseguenza compare tra le prime 5 nazioni. Con grandi depositi e più di 150 varietà per colore, disegno, consistenza e qualità, la Turchia è fra i primi paesi in termini di produzione e di esportazione. Il vasto utilizzo della pietra naturale come materiale di costruzione e di decorazione dimostra quanto sia apprezzato da architetti e ingegneri. Una tendenza che dovrebbe continuare negli anni a venire. Il crescente interesse per materiali di classe, ecologici e salutari nelle case e negli uffici europei e statunitensi e i cambiamenti di prezzi hanno incrementato in modo significativo l’utilizzo della pietra naturale. E’ per questo che il settore lapideo è uno dei settori più in crescita a livello internazionale.
Gennaio-Dicembre 2005
volume(KG) Valore(USD)
volume(KG)
Valore(USD)
34,25 -13,35 18,38 -48,71 -49,48 32,51 13,65
53,19 25,87 31,45 -54,14 6,80 117,32 41,46
1.047.171.038 4.778.968 64.882.869 4.191.198 339.931.175 773.169 1.461.728.417
84.039.058 628.914 8.597.787 466.506 24.517.195 66.068 118.315.527
161,62 393,06 61,82 -7,12 -0,38 38,93
165,13 478,56 60,33 16,56 19,57 72,06
104.271.396 170.305 38.888.709 129.082.676 198.390.502 470.803.587
16.893.121 66.751 8.612.574 7.780.573 20.314.277 53.667.297
8,98 15,20 -2,50 -11,20 -61,09 95,02 -30,93 11,43 16,46
23,26 21,28 -1,04 -5,99 55,64 16,78 -1,32 21,18 27.55
597.373.207 640.206.210 18.469.337 24.077.409 1.396.809 4.185.198 9.242.206 1.294.950.676 3.227.482.680
267.302.286 339.562.527 9.464.493 9.802.824 667.629 894.292 5.765.873 633.459.924 805.442.748
Gennaio-Dicembre 2006 volume(KG) 1.405.784.186 4.140.860 76.806.972 2.149.711 171.722.168 1.024.560 1.661.628.456
Valore(USD) 128.735.864 791.596 11.301.636 213.951 26.183.428 143.575 167.370.049
272.790.036 839.706 62.929.820 119.893.852 197.634.137 654.087.550
44.788.526 386.194 13.808.335 9.069.298 24.209.093 92.342.446
651.003.510 737.538.401 18.006.879 21.381.747 543.537 8.162.068 6.383.624 1.443.019.765 3.758.735.771
329.484.532 411.816.266 9.365.858 9.215.696 1.039.080 1.044.321 5.689.747 767.655.496 1.027.367.9928
THE INTERNATIONAL STONE INDUSTRY AND THE STANDING OF TURKEY The globally exceeding desire for marble is instigating the stone industry to become a lucrative sector. As nations of the Alp-Himalayan Belt; Portugal, Spain, Italy, Greece, Turkey, Iran and Pakistan posses large calcareous stone reserves (marble, limestone, travertine and onyx). Spain, Norway, Finland, Ukraine, Russia, Pakistan, India, China, Brazil and South Africa posses processable magmatic stone reserves. Developed countries utilize stone reserves to benefit the economy and seek methods of efficient processing. Internationally the countries member to the EU have a proven expertise wihin the sector which reflects in their profit making businesses. In present day, many stone mines in the EU nations are being quarried, however because of decreasing profit margins some share the view that this practice is far from optimum profitability. In order to overcome stiff competition, they decide to process imported blocks and raw plates and re-export to third nations. Due to its geographical position on the Alpine Belt, Turkey has many assorted types and large volumes of marble reserves. Furthermore, Turkey’s developing industry and production
technology has placed the country amongst the leading stone processing nations. Classified as “Visible, likely and possible” the nation posseses in total of 13.9 billion tons (5,2 billion m3) of natural stone, corresponding to 33% of world total, 15 billion m3. Today quarrying continues at majority of the fields. These fields are spread sporadically on a wide territory within Anatolia and Thrace. Afyon, Denizli, Mugla, Bilecik, Island of Marmara, Bursa, Elazig and Diyarbakir are provinces where quarries are clustered. Provinces where stone processing is practiced are: Afyon, Denizli, Mugla, Bilecik, Island of Marmara, Bursa, Elazig, Diyarbakir, Amasya, Burdur, Antalya, Istanbul, Ankara, Izmir, Kayseri and Sivas. According to estimates, the stone industry houses, 1000 quarries, 1500 factories, and 7500 workshops. The 90 % of the quarries lie in the west of the country. The processing in this region totals 65% of the total national processing. The estimated workforce within the sector stands close to 250.000. Significant increase is observed annually in the number of people employed within the sector. The businesses of the industry are generally small and medium sized.
m3
TON
Proven Reserves
589.000.000
1.590.000.000
Likely Reserves
1.545.000.000
4.171.000.000
Possible Reserves
3.024.000.000
8.172.000.000
Total Potential
5.161.000.000
13.934.000.000
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A Sector that is booming The fact that the natural stone sector in Turkey has managed to industrialise in a relatively short period has helped raise the sector to the level of the leading sectors in terms of exports, industrialisation and employment. The quick turn around has led to need for regulations and various other problems. In order to resolve these issues, and help boost the Turkish Stone Industry, Turkey Marble, Natural-Stone and Machines Producers Union (TUMMER) was set up in year 2000. With 12 association and 88 private sector members, the union carries out 80% of the total national production. Monitoring the sectorial developments via it’s members, TUMMER keeps data of the industry and voices sectorial issues to relevant administive bodies. In 2006, the natural stone industry has experienced a rather healthy growth reaching the 1.3 Billion dollar trade level. The Turkish Stone Industry export figures have reached 1.027.368 000 exceeding the target, billion “mile-stone”, as well as exporting to 167 countries, growing 27,55% in comparison to previous year. The primary country of export has been as before the U.S. consuming 20.54 % of total exports valued at 387,7 million dollars. The finished marble and travertine export to the U.S. grew by 22,82% in comparison to the year
Turkiye NATURAL STONE(RAW) Marble Raw Block Onyx Raw Block Travertine Raw Block Granite Raw Block Other Stones Suitable for Building (Raw) Slate (Raw) TOTAL NATURAL STONE(SEMI-FINISHED) Marble Raw Slabs Onyx Raw Slabs Travertine Raw Slabs Granite Raw Slabs Other Raw Slabs TOTAL NATURAL STONE(FINISHED) Finished Marble Finished Travertine Finished Granite Other Finished Stones Suitable for Building Slate (Finished) Kerb and Pavement Stones from Natural Stone Center Pieces and Granule from Natural Stone TOTAL NATURAL STONES NET TOTAL
78
before. Following US close behind has been the Peoples Republic of China, where exports grew by 81,14% at a value of 146,8 million dollars in comparison to the year before. The raw block marble and limestone exports to China experiences 64,87 % increase. In third place was the U.K. with 38,55% increase valued at 61,1 million dollars. Japan, Iraq, Sri Lanka and Taiwan are countries gaining interest with 100% increase in exports. In Turkey, parallel to the increase in the use of general industrial capacity, there has been a 80% increase in the use of stone industry capacity. The stone machinery producers have experienced a rather productive year in foreign and the national market, especially, the significant increase in national orders has helped the producers to increase capacity. The overall positive results, have initiated new quarries, factories and workshops to be opened, aiding employment. Stone Industry In Turkey Since the early times, people have shown desire to use natural stone in their buildings and places of residence. The improving standards of living in time have driven people to use natural stone for it’s style and durability. This material gradually has become the symbol of wealth and prosperity. The contemporary admiration for natural stone at an age of machines and technology is an attribute to this fact. % Change
The most commonly recognized Turkish Stones in the international market are the Supren Salome, Elazig Cherry, Aksehir Black, Manyas White, Bilecik Beige, Tiger Post, Denizli Travertine, Aegean Bordeux, Milas Lilac, Mugla White, Gemlik Diabaz and Afyon Sugar. According to global raw block production, Asia extracts greatest at 44%, followed by Europe with 42%. Turkey carries out 9% of the total world block extraction. In terms of international production and trade Turkey holds a position amongst the leading 5 countries. With a healthy natural stone reserve and over 150 variations of colour, motif, mold and quality Turkey has emerged amongst the foremost countries in terms of production and exports. The exceling use of natural stone globally as building and decorative materials is a showing that it is the choice of material by architects and engineers. This trend is likely to continue in the future. The growing interest in classy, ecological and healthy materials and a consciouceness to use these materials in the European and the US homes and offices along with the changes in price is causing a drastic increase for the use of natural-stone. For this reason natural-stone industry is one of the fastest developing sectors internationally.
January-December 2005
Amount(KG) Value(USD)
Amount(KG)
Value(USD)
34,25 -13,35 18,38 -48,71 -49,48 32,51 13,65
53,19 25,87 31,45 -54,14 6,80 117,32 41,46
1.047.171.038 4.778.968 64.882.869 4.191.198 339.931.175 773.169 1.461.728.417
84.039.058 628.914 8.597.787 466.506 24.517.195 66.068 118.315.527
161,62 393,06 61,82 -7,12 -0,38 38,93
165,13 478,56 60,33 16,56 19,57 72,06
104.271.396 170.305 38.888.709 129.082.676 198.390.502 470.803.587
16.893.121 66.751 8.612.574 7.780.573 20.314.277 53.667.297
8,98 15,20 -2,50 -11,20 -61,09 95,02 -30,93 11,43 16,46
23,26 21,28 -1,04 -5,99 55,64 16,78 -1,32 21,18 27.55
597.373.207 640.206.210 18.469.337 24.077.409 1.396.809 4.185.198 9.242.206 1.294.950.676 3.227.482.680
267.302.286 339.562.527 9.464.493 9.802.824 667.629 894.292 5.765.873 633.459.924 805.442.748
January-December 2006 Amount(KG) Value(USD) 1.405.784.186 128.735.864 4.140.860 791.596 76.806.972 11.301.636 2.149.711 213.951 171.722.168 26.183.428 1.024.560 143.575 1.661.628.456 167.370.049 272.790.036 839.706 62.929.820 119.893.852 197.634.137 654.087.550
44.788.526 386.194 13.808.335 9.069.298 24.209.093 92.342.446
651.003.510 737.538.401 18.006.879 21.381.747 543.537 8.162.068 6.383.624 1.443.019.765 3.758.735.771
329.484.532 411.816.266 9.365.858 9.215.696 1.039.080 1.044.321 5.689.747 767.655.496 1.027.367.9928
LA INDUSTRIA DE LA PIEDRA INTERNACIONAL Y LA POSICIÓN DE TURQUÍA El deseo global de mármol está estimulando la industria de la piedra en convertirse en un sector muy lucrativo. Como naciones geográficamente posicionadas en las cinturas de los Alpes y de Himalaya, Portugal, España, Turquía, Irán y Pakistán poseen amplias reservas de piedra calcárea (mármol, piedras calcáreas, travertino y ónice). España, Noruega, Finlandia, Ucrania, Rusia, Pakistán, India, Brasil y Sudáfrica poseen además reservas de piedra magmática elaborable. Los países desarrollados utilizan los recursos geológicos por el beneficio de la economía, buscando métodos eficaces de elaboración. Los países de la UE han demostrado experiencia a nivel internacional en el sector, lo cual se refleja en sus provechosos negocios. En la actualidad, muchas reservas de piedra en los países de la UE son explotadas, aunque, debido a la disminución de los márgenes de provecho, algunos creen que esta practica ya no conduzca a una optimización del provecho. Para poder ganar en una fuerte competición, muchos han decidido por elaborar bloques importados y materiales brutos para volver a exportarlos a terceros países. Gracias a su posición geográfica en la cintura alpina, Turquía cuenta con un grande surtido y altos volúmenes de reservas de mármol. Además, su industria de elaboración y su tecnología de
producción han llevado el país entre los primeros en la elaboración de piedra. Clasificado como "Visible, probable y posible" el país posee un total de 13,9 billones de toneladas (5,2 billones de m3) de piedra natural, correspondientes a un 33% del total mundial, que es 15 billones de m3. La extracción es constante en la mayor parte de las reservas, que están diseminadas en una amplia fracción de territorio en las zonas de Anatolia y Thrace. Afyon, Denizli, Mugla, Bilecik, Isla de Marmara, Bursa, Elazig y Diyarbakir son provincias con grupos de canteras. Las provincias donde se practica la elaboración son: Afyon, Denizli, Mugla, Bilecik, Isla de Marmara, Bursa, Elazig, Diyarbakir Amasya, Burdur, Antalya, Istanbul, Ankara, Izmir, Kayseri y Sivas. Según las estimas, la industria de la piedra comprende 1.000 canteras, 1.500 fabricas y 7.500 talleres. El 90% de las canteras se halla en la parte oeste del país. La elaboración en esta región totaliza el 65% de la elaboración nacional total. El numero de empleados total en el sector es de unas 250.000 unidades. Cada año se va observando un aumento significativo del numero de personas empleadas en el sector. Las empresas y las industrias, en general, son de pequeña o media grandeza.
m3
TON
Proven Reserves
589.000.000
1.590.000.000
Likely Reserves
1.545.000.000
4.171.000.000
Possible Reserves
3.024.000.000
8.172.000.000
Total Potential
5.161.000.000
13.934.000.000
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Un sector en plena expansión El hecho que el sector de la piedra natural en Turquía haya conseguido industrializarse en un periodo de tiempo relativamente breve, ha contribuido a la subida del sector hasta el nivel de los sectores principales, en términos de exportaciones, industrialización y empleo. La rápida evolución ha producido una necesidad de reglamentación, junto a varios otros problemas. Para intentar resolverlos, y favorecer el desarrollo de la industria de la de la piedra turca, en el año 2000 fue creada la TUMMER (Turkey Marble, Natural-Stone and Machines Producers Union). Con 12 asociaciones y 88 miembros del sector privado, la unión contribuye por el 80% a la entera producción nacional. Vigilando sobre los desarrollos sectoriales a través de sus miembros, la TUMMER mantiene los datos de la industria y lleva los problemas sectoriales a la atención de los entes administrativos pertinentes. En el 2006, la industria de la piedra natural ha conseguido un crecimiento muy fructuoso, alcanzando los 1,3 billones de dólares en movimientos comerciales. Las cifras relativas a las exportaciones de la industria de la piedra turca han alcanzado 1.027.360 000, superando el objetivo establecido de 1 billón, exportando a 167 países, con un aumento del 27,55% respecto al año anterior. El país principal de exportación ha sido, como antes, Estados Unidos, consumiendo el 20,54% de las exportaciones, evaluadas en unos 387,7 millones de dólares. Las exportaciones de mármol y travertino acabado a EE.UU ha crecido
Turquía PIEDRA NATURAL(EN BRUTO) Bloque mármol bruto Bloque ónice bruto Bloque travertino bruto Bloque granito bruto Otras piedras para construcción (en bruto) Pizarra (en bruto) Total PIEDRA NATURAL (Semi-elaborada) Tablas mármol bruto Tablas ónice bruto Tablas travertino bruto Tablas granito bruto Tablas otros en bruto Total PIEDRA NATURAL (acabada) Mármol acabado Travertino acabado Granito acabado Otras piedras para construcción, acabadas Pizarra (acabada) Suelos y aceras en piedra natural Piezas centrales y granulados en piedra natural Total Total neto piedras naturales
80
del 22,82% respecto al año precedente. Directamente detrás de Estados Unidos se ha colocado la Republica Popular China, donde las exportaciones han crecido del 81,14%, por un valor de 146,8 millones de dólares, respecto al año precedente. La exportación de mármol y piedras calcáreas a China ha tenido un aumento del 64,87%. En tercer lugar ha habido el Reino Unido, con un aumento del 38,55%, evaluado en 61,1 millones de dólares. Japón, Irak, Sri Lanka y Taiwán son países que van ganando interés, con un 100% de aumento en las importaciones.En Turquía, paralelamente al aumento en el uso de la capacidad industrial general, ha habido un aumento del 80% en el uso de la capacidad industrial propia del sector de la piedra. Los productores de maquinarias para la piedra han tenido un año muy productivo en el mercado nacional y extranjero. En particular, el aumento significativo de pedidos nacionales ha llevado los productores a aumentar la disponibilidad. Estos resultados generalmente positivos, han llevado a la apertura de nuevas canteras, industrias y talleres, impulsando el empleo. El sector de la piedra en Turquía Desde la antigüedad, el hombre ha mostrado el fuerte deseo de utilizar la piedra natural para sus construcciones y residencias. Las mejoras del estilo de vida, con el tiempo, nos ha empujado hacia el uso de la piedra natural, debido a sus calidades de estética y durabilidad. Este material, gradualmente, se ha convertido en símbolo de riqueza y prosperidad. La
% cambio
admiración contemporánea para la piedra natural, en una época de maquinas y tecnologías, es un atributo de este hecho. Las calidades de piedra turca más reconocidas en el mercado internacional son Supren Salome, Elazig Cherry, Aksehir Black, Manyas White, Bilecik Beige, Tiger Post, Denizli Travertine, Aegean Bordeux, Milas Lilac, Mugla White, Gemlik Diabaz y Afyon Sugar. Según datos relativos a la producción de bloques en bruto, Asia es primera con un 44% extracto, seguida por Europa con un 42%. Turquía participa por un 9% a la extracción total mundial. En términos de producción y comercio internacional, Turquía ocupa una posición entre los primeros 5 países al mundo. Con una florida reserva de piedra natural y más de 150 variedades de colores, motivos, formas y calidades, Turquía ha emergido entre los países principales en asunto de producción y exportación. El uso extenso de piedra natural en todo el mundo para edificios y materiales decorativos, es la demostración que se trata del material más deseado por arquitectos y ingenieros y se prevé que esta tendencia vaya a continuar en el futuro. El creciente interés por materiales de clase, ecológicos y saludables, al paso con la propensión hacia el uso de estos materiales en las viviendas y oficinas europeas y americanas, y con el redimensionamiento de los precios, está causando un aumento drástico en el uso de la piedra natural. Por esta razón la industria de la piedra natural es actualmente uno de los sectores con la tasa de desarrollo más elevada internacionalmente.
Enero-diciembre 2005
Cant.(KG)
Valor(USD)
Cant.(KG)
Valor(USD)
34,25 -13,35 18,38 -48,71 -49,48 32,51 13,65
53,19 25,87 31,45 -54,14 6,80 117,32 41,46
1.047.171.038 4.778.968 64.882.869 4.191.198 339.931.175 773.169 1.461.728.417
84.039.058 628.914 8.597.787 466.506 24.517.195 66.068 118.315.527
161,62 393,06 61,82 -7,12 -0,38 38,93
165,13 478,56 60,33 16,56 19,57 72,06
104.271.396 170.305 38.888.709 129.082.676 198.390.502 470.803.587
16.893.121 66.751 8.612.574 7.780.573 20.314.277 53.667.297
8,98 15,20 -2,50 -11,20 -61,09 95,02 -30,93 11,43 16,46
23,26 21,28 -1,04 -5,99 55,64 16,78 -1,32 21,18 27.55
597.373.207 640.206.210 18.469.337 24.077.409 1.396.809 4.185.198 9.242.206 1.294.950.676 3.227.482.680
267.302.286 339.562.527 9.464.493 9.802.824 667.629 894.292 5.765.873 633.459.924 805.442.748
Enero-diciembre 2006 Cant.(KG) Valor(USD) 1.405.784.186 128.735.864 4.140.860 791.596 76.806.972 11.301.636 2.149.711 213.951 171.722.168 26.183.428 1.024.560 143.575 1.661.628.456 167.370.049 272.790.036 839.706 62.929.820 119.893.852 197.634.137 654.087.550
44.788.526 386.194 13.808.335 9.069.298 24.209.093 92.342.446
651.003.510 737.538.401 18.006.879 21.381.747 543.537 8.162.068 6.383.624 1.443.019.765 3.758.735.771
329.484.532 411.816.266 9.365.858 9.215.696 1.039.080 1.044.321 5.689.747 767.655.496 1.027.367.9928
Allegato statistico Statistical annex Anexo estadistico
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Avvertenze per le tavole statistiche Le seguenti tavole sono costruite a partire da dati ufficiali, forniti da istituti locali e/o associazioni: si tratta sempre di Istituti governativi di raccolta dati statistici, per quanto riguarda i movimenti doganali delle merci, e talvolta di associazioni di produttori locali, o di altre fonti ufficiali, riguardo alla produzione. Laddove si tratta di stime non documentabili, la cosa viene ogni volta segnalata, ricorrendo ai caratteri in corsivo. Facciamo inoltre presente alcune avvertenze indispensabili per un corretto uso delle tavole seguenti. Particolarmente le informazioni relative alle importazioni ed esportazioni dei vari Paesi, classificate nelle Tavole C richiedono alcune premesse, che possono sembrare banali, ma che invece sono necessarie, poiché servono ad evitare errori banali e fraintendimenti. 1. Le cifre riportate nelle tavole di importazione ed esportazione C1, C2, C3, C4 sono riferite al saldo globale di ogni Paese da/verso tutto l’insieme dei suoi Paesi partner. Ovviamente, la nostra lista non comprende tutto l’insieme di tutti i Paesi, per cui i totali delle importazioni e i totali delle esportazioni non possono essere coincidenti. Inoltre, le quantità denunciate da ogni Paese nei confronti di ciascun partner non coincidono quasi mai con il viceversa denunciato dal Paese partner, e questo, oltre ad aggravare la cosa, vale non solo per il settore lapideo, ma per tutte le merci, al punto che tutte le fonti di dati internazionali di interscambio usano riportare, nelle tavole a incrocio, entrambe le dichiarazioni, arrivando sino a quattro voci per incrocio (quantità e valori per entrambi i dichiaranti), in import e in export. Il motivo è appunto questo: raramente c’è coincidenza, e talvolta nemmeno approssimazione, tra i dati di import da un Paese, dichiarati dal Paese importatore, e quelli di export verso lo stesso, dichiarati dal Paese esportatore, nonostante siano dati riferiti alla stessa categoria di movimento e allo stesso periodo. Aggiungiamo che in parte contribuiscono anche i tempi di trasporto, sia pure in termini minimi, a spostare le coincidenze, come pure i differenti regimi doganali e modalità (non sempre proprio armonizzate, a dispetto dei grandi accordi formali) di classificazione e trattazione statistica delle merci tra le istituzioni di differenti Paesi. 2. Le Tavole di seguito riportate sono costruite secondo i seguenti criteri: due tavole dedicate all’import export per materiali, marmo e granito, senza rivalutazione dei trasformati a grezzo, e due tavole dedicate all’import export per tipologie di materiale scambiato, grezzi e trasformati, riportati a grezzo laddove entrano in gioco i trasformati, e senza distinzione tra calcarei e silicei. Le somme tra tavole sono chiaramente possibili solo a due a due: marmi + graniti, oppure grezzi + trasformati, con coincidenza dei risultati finali solo laddove si abbia l’accortezza minima di eliminare il riporto a grezzo dei trasformati. Aggregando altrimenti le tavole, si commettono due errori, sia di conteggio doppio delle quantità pure, che di conteggio aggiuntivo del riporto a grezzo dei trasformati. Di nuovo, la somma delle importazioni con la somma delle esportazioni non può coincidere, per le ragioni già esposte. Le nostre tavole, infatti, ripetiamo, non sono tavole di incrocio tra Paesi, ma solo di quantificazione delle entrate e uscite, relative ai soggetti più significativi per il settore. Esse costituiscono comunque uno strumento informativo adatto ad approssimare i movimenti di materiale lapideo, che intercorrono tra Paesi all’interno del comparto, e in questo senso, riteniamo, strumento utile a chi abitualmente o per necessità momentanea, voglia confrontarsi con le statistiche del settore. 3. Spesso le fonti dati non hanno lo stesso aggiornamento, o addirittura i metodi di calcolo del periodo non coincidono (per es. l’anno islamico adottato da alcuni paesi): abbiamo cercato di segnalarlo ogni volta che occorreva. Inoltre, talvolta ci sono anche delle vere e proprie correzioni dei dati già
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forniti, e questo comporta aggiornamenti anche da un anno all’altro, con revisione continua dei risultati. Inoltre, abbiamo utilizzato un criterio differenziato per paesi nel conteggio delle voci: spesso infatti i metodi di classificazione dei vari uffici doganali sono diversi, e quando la cosa era palese, siamo intervenuti per correggere le difformità più evidenti. Ci siamo premurati di segnalarlo ogni volta. La raccolta dati di produzione, anche per l’Italia, diventa sempre più difficoltosa e incerta. Accanto a Regioni che si dotano di strumenti precisi di rilevazione, ci sono Regioni che rinunciano definitivamente a qualunque tentativo di analisi, lasciando in difficoltà anche le poche fonti locali di volenterosi. In questi casi, abbiamo azzardato una stima sulla base degli andamenti congiunturali e delle fonti locali, ma siamo consapevoli che il risultato rimane una stima. Tutte le tavole riferite all’Italia, inoltre, sia ai macchinari che ai lapidei, riportano il dato dei valori in migliaia di Euro. Questo inserimento ha comportato delle operazioni di arrotondamento e/o troncamento, che includono un errore tecnico inevitabile: si tratta comunque di un errore molto contenuto, essendo limitato all’ultima cifra dei totali. La voce “Granulati e polveri” è stata modificata, con l’eliminazione di un codice HS che riportava chiaramente dati non più pertinenti al settore. Pertanto, anche i valori relativi agli anni precedenti sono stati ricalcolati con il nuovo criterio. La classificazione dei dati istat relativi all’eximport delle tecnologie è stata modificata, escludendo due voci ritenute ormai poco attinenti con il settore, e dando spazio alla voce autonoma relativa alle macchine utensili per la lavorazione della pietra naturale. Le tavole relative all’Unione Europea e agli Altri Paesi d’Europa sono state modificate in seguito all’allargamento dell’Unione Europea: i nuovi paesi sono stati inseriti nelle tavole relative all’Unione Europea, anche per il periodo precedente alla data di ingresso nella comunità, al fine di rendere i dati omogenei e paragonabili.
Notes on statistics tables The tables below have been calculated on the basis of official figures from local agencies and/or associations: all of them are governmental agencies that collect statistical data on customs’ traffics and sometimes associations of local producers or other official sources on productions. Any figure that could not be documented has been specified in italics. Please find below some words of caution for a proper use of the following tables. In particular, information on the countries’ imports/exports, as listed in Tables C, require some preliminary explanation that may seem all too clear but is instead necessary, since it helps to avoid common mistakes and misunderstandings. 1. The figures listed in the import/export tables C1, C2, C3, C4 refer to the overall balance of each country from/to all of its partner countries. Obviously, our list does not include the whole of all countries, so total imports cannot tally with total exports. In addition, the amounts reported by each country for each one of its partner country almost never tally with the opposite amounts reported by the partner country, and this, as well as aggravating the situation, applies not only to the stone sector but to all goods, so much so that all the world’s trade data sources usually list both statements in their cross-tables, sometimes even with up to four entries per crossing (the amounts and values of both partners) in the import and export tables. The reason is that the import figures from one country, as stated by the importing country, and the export figures to the same country, as stated by the exporting country, are seldom in agreement, sometimes they actually differ very much, even if referred to the same trade classes and periods. It must also be noted that this level of agreement is also affected by transport times, however slightly, as well as by the different customs legislation and goods classing and statistical processing methods (that, despite important formal agreements, have not always been very well standardised) used in each country. 2. The tables below have been based on the following criteria: two import/export tables classed by materials, marble and granite, where finished goods have not been recalculated as raw materials, two import/export tables classed by type of traded goods, raw and finished goods, where finished goods have been recalculated as raw materials and with no distinction between calcareous and siliceous materials. Additions among the tab les can only be made two by two: marble + granite, or else raw + finished goods, where the end results tally only if finished goods are not recalculated as raw materials. Aggregating the tables otherwise would cause two errors, i.e. pure amounts would be counted twice, and finished goods, recalculated as raw materials, would be counted one more time. Once again, total imports cannot tally with total exports for the above reasons. Our tables are not cross-tables, but have just been designed to quantify incoming and outgoing materials for the most significant actors of the trade. They provide, however, the information needed for an approximation of stone traffics between different countries, and in this respect they are, we think, useful for those who may have to check stone statistics on a permanent or temporary basis. 3. Often, data sources are not equally updated or sometimes the methods used for the calculation of periods may differ (some countries use, for instance, the Islamic year): we have tried to specify it whenever it occurred. In addition, the supplied data have sometimes been heavily corrected, so these figures have had to be updated on a yearly basis and the end results are being reviewed all the time. 4. In addition, when counting the entries we have used different criteria for each country, since each customs office uses different classing methods, and when the fact was obvious we corrected the most evident inconsistencies. It has been specified every time.
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5. The collection of data on production is becoming more and more complicated and uncertain for Italy as well. Alongside regions that have equipped themselves with accurate surveying instruments, there are regions that have given up all attempts, leaving those few local sources of willing people to deal with all the problems. In these cases, we have ventured an estimate on the basis of economic trends and local sources, but we are aware that the result is just an estimate. 6. In addition, all tables concerning both Italian machinery and stone products are in thousand euros. This conversion has involved the rounding off and/or cutting off of some figures, which include an unavoidable technical error: it is however a very low error level since it only concerns the last figure of the totals. 7. The “Chips and dust� entry has been changed by removing a HS code that clearly indicated data that are no longer relevant to the sector. Values concerning the previous years have therefore also been recalculated using the new criteria. 8. ISTAT (Central Statistics Office) technology exports/imports data from have been differently classed by IMM, by removing data from two items that are now considered unrelated to the stone industry and by including separate data from dimensional stone processing machine tools. 9. Following the expansion of the European Union, the Tables referring to EU and the Other European Countries have been revised: the new countries have been included in the EU Tables even for the period of time previous to the date of their entrance in the community, in order to submit harmonized and comparable data.
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Notas para la consulta de las tablas estadísticas Las tablas siguientes están basadas en datos oficiales, facilitados por entidades locales estatales y algunas asociaciones. Las primeras son siempre de instituciones gubernamentales para la recopilación de datos estadísticos sobre los movimientos aduaneros de las mercancías. En el segundo caso, la información suele proceder de asociaciones de productores locales, o de otras fuentes oficiales, en lo que a la producción se refiere. Los estimados no documentables aparecerán en letra cursiva. Hacemos además presentes algunas advertencias imprescindibles para el uso correcto de las tablas que se detallan a continuación. Nos referimos, en particular, a los datos sobre las importaciones y exportaciones de los varios países, clasificadas en las Tablas C las cuales requieren algunas premisas de orden teórico y técnico, que aunque puedan parecer banales a simple vista, son, sin embargo, necesarias para evitar errores de cálculo e interpretación. 1. Las cifras descritas en las tablas de importación y exportación C1, C2, C3, C4 se refieren al saldo global de cada país hacia y desde la totalidad de sus países asociados. Por supuesto, nuestra lista de datos no incluye todo el conjunto de todos los países asociados por cada país catalogado, por lo tanto, los totales de las importaciones y los totales de las exportaciones no pueden coincidir. Además, las cantidades declaradas por cada país con respecto a cada asociado no concuerdan casi nunca con el equivalente declarado por el país asociado en cuestión, y esto no solo ocurre en el sector de la piedra, sino también en el de las otras mercancías hasta tal punto que todas las fuentes de datos internacionales de intercambio se ven obligadas a mencionar ambas declaraciones en las tablas de cruce, llegando en muchos casos a registrarse hasta cuatro diferentes partidas por cruce (cantidad y valor por ambos declarantes), en importaciones y en exportaciones. El motivo es precisamente éste: que raramente hay coincidencia, y a veces ni siquiera aproximación, entre los datos de importación de un país, declarados por el país importador, y los de exportación hacia el mismo, declarados por el país exportador incluso en los casos de datos relativos a la misma categoría de movimiento y al mismo periodo. Añadiremos que, en parte, aún que sea en forma mínima, los tiempos de transporte también contribuyen a las diferencias así como los diferentes regímenes aduaneros y los sistemas de clasificación y elaboración estadística de las mercancías entre las instituciones de los diferentes países (a menudo poco armonizados, a pesar de los grandes acuerdos formales en vigor). 2. Las Tablas que siguen están construidas según los siguientes criterios: dos tablas dedicadas a la importación / exportación de materiales, mármol y granito, sin reevaluación en bruto de los transformados, y dos tablas dedicadas a la importación /exportación por tipo de materiales intercambiados, brutos y transformados, llevados en bruto donde entren en juego los transformados, y sin distinción entre calcáreos y silíceos. Las sumas entre tablas son claramente posibles solo de dos en dos: mármoles + granitos, o brutos + transformados, con coincidencia de los resultados finales, sólo donde se haya tenido el cuidado de eliminar el pasaje a bruto de los transformados. De lo contrario, agregando las tablas, se habrán cometido dos errores: el del doble computo de las cantidades puras y el del computo adicional del pasaje a bruto de los transformados. Así pues la suma de las importaciones con la suma de las exportaciones no pueden coincidir, por las razones ya indicadas. Nuestras tablas, repetimos, no son tablas de cruce entre países, si no simplemente tablas de cuantificación de entradas y salidas, relativas a los sujetos más significativos para el sector. Ellas constituyen, de todas formas, un instrumento informativo que puede ser usado para hacer estimados aproximados sobre los movimientos de material en piedra que tienen lugar entre países al interior del sector, y, en este sentido, consideramos que sean un instrumento útil para aquellos que habitualmente o por necesidad temporánea quieran compararse con las estadísticas del sector.
87
3. A menudo, los orígenes de los datos, no tienen la misma actualización, o los métodos de cálculo del periodo no coinciden (por ejemplo el año islámico adoptado por algunos países) y hemos intentado señalarlo cada vez que esto ocurre. A veces, también hay verdaderas correcciones de los datos facilitados, y esto produce actualizaciones también entre un año y otro, con revisión continua de los resultados. 4. Hemos además usado un criterio diferenciado para los países en el calculo de las partidas: a menudo los métodos de clasificación de las varias oficinas aduaneras son diferentes, y cuando esto es evidente, hemos corregido las diferencias más visibles. Hemos procurado señalar esto en cada ocurrencia. 5. La obtención de datos de producción, también de Italia, se hace siempre difícil e incierta. Al lado de regiones que tienen instrumentos precisos de estimación, hay regiones que renuncian totalmente al uso de cualquier instrumento de análisis, creando dificultades también para las pocas zonas locales con buena voluntad. En estos casos hemos intentado hacer una estimación sobre la base de la marcha coyuntural y de los datos de origen local, pero sabemos que el resultado siempre será un estimado. 6. Todas las tablas referentes a Italia, tanto en las maquinarias como en la piedra, llevan el dato de los valores recalculado en miles de Euros. Esta inserción ha supuesto la realización de algunas operaciones de redondeo y/o de truncamiento, que incluyen un error técnico inevitable: se trata, de todos modos, de un error muy limitado, que solo se refleja en la última cifra de los totales. 7. La partida “Granulados y polvos” ha sido modificada con la eliminación de un código HS que contenía datos ya no relevantes para el sector. Por lo tanto, también los valores relativos a los años anteriores han sido recalculados con el nuevo criterio. 8. La clasificación de los datos del Instituto Nacional de Estadísticas (ISTAT), relativa a la importación y exportación de tecnologías ha sido modificada, excluyendo dos partidas consideradas ya poco pertinentes al sector y dejando espacio a la partida autónoma relativa a las máquinasherramienta para la elaboración de la piedra natural. 9. Las tablas relativas a la Unión Europea y a los demás países de Europa han sido modificadas tras la extensión de la Unión. Los nuevos países han sido incluidos en las tablas relativas a la Unión Europea, también para el periodo anterior a la fecha de ingreso en la comunidad, para obtener datos homogéneos y comparables.
88
indice delle tavole statistiche allegate annexed statistical tables index indice de las tablas estadテ行ticas anexas Tav. A
Produzione internazionale di cava International raw material production Produccテュon internacional de materias primas
Tav. B
Produzione italiana di cava Italian raw material production Produccテュon italiana de materias primas
Tav. C
Import export internazionali/Lapidei International import export/Stone materials Importaciones y exportaciones internacionales/Piedras
C1 C2 C3 C4
marmo marble mテ。rmol granito granite granito grezzi raw materials brutos/materias primas lavori riportati a grezzo processed materials, blocks equivalent equivalente en bloques de los materiales elaborados
89
Tav. 1 Tav. 2 Tav. 3 Tav. 4 Tav. 5 Tav. 6 Grafici Graphs Gráficos
90
Import export italiano/Lapidei Italian import export/Stone materials Importaciones y exportaciones italianas/Piedras Import export italiano per aree geografiche/Lapidei Italian import export by geographical areas/Stone materials Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Piedras Import export italiano per Paesi/Lapidei Italian import export by countries/Stone materials Importaciones y exportaciones italianas por países/Piedras Import export italiano/Macchine Italian import export/Machinery Importaciones y exportaciones italianas/Maquinaria Import export italiano per aree geografiche/Macchine Italian import export by geographical areas/Machinery Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Maquinaria Import export italiano per Paesi/Macchine Italian import export by countries/Machinery Importaciones y exportaciones italianas por países/Maquinaria
TAV. A. PRODUZIONE INTERNAZIONALE DI GREZZO (TONN.) PAESI ARABIA SAUDITA BRASILE CANADA CINA CROAZIA EGITTO FINLANDIA FRANCIA GIORDANIA GIAPPONE GRECIA INDIA* IRAN ITALIA
2002
2003
2.004
2005
600.000
1.220.000
1.220.000
nd/na
3.710.000
6.000.000
6.400.000
6.900.000
2006 nd/na 7.500.000
118.325
118.213
129.773
128.382
125.000
18.000.000
18.600.000
20.600.000
21.000.000
21.000.000
177.000
186.000
174.000
175.000
170.000
1.450.000
1.950.000
2.200.000
2.800.000
3.300.000
717.563
631.448
864.677
859.283
860.000
1.235.100
1.231.500
1.189.020
1.200.480
1.200.000
72.641
62.070
65.000
104.018
nd/na
204.283
191.154
178.224
159.508
150.000
2.100.000
2.100.000
2.100.000
2.100.000
2.200.000
12.523.000
14.221.000
15.528.000
17.367.000
19.000.000
9.311.000
10.000.000
10.400.000
10.493.000
10.500.000
10.109.920
10.810.623
10.883.849
10.868.758
280.000
496.004
NORVEGIA
340.000
330.000
340.000
300.000
320.000
POLONIA
823.500
800.000
1.100.000
1.100.000
1.100.000
2.919.751
2.792.545
2.950.190
2.948.732
3.000.000
894.863
888.672
PORTOGALLO SIRIA SLOVENIA
692.998
853.834
33.690
35.000
519.973
10.924.008
KAZAKISTAN
400.000
nd/na
nd/na
900.000
40.000
nd/na
SPAGNA
7.616.000
7.625.000
8.573.000
8.743.000
8.900.000
STATI UNITI D’AMERICA
1.260.000
1.340.000
1.460.000
1.510.000
1.530.000
SUD AFRICA
730.600
511.500
574.600
750.000
700.000
TAILANDIA
78.500
101.712
90.540
114.483
69.792
TURCHIA TOTALE
3.150.000
6.200.000
78.253.871
7.725.000
88.407.603
8.250.000
96.160.709
9.400.000
99.200.316
102.848.800
Tutti i dati in corsivo sono di stima All data in italics are estimates Todos los datos en letra cursiva son estimaciones *: India: i dati sono comprensivi solo di marmo e granito *: India: data referred only to marble and granite *: India: los datos relativos a India se refieren unícamente a mármol y granito
91
Note relative alla tavola B: Tutti i dati in corsivo sono di stima Molte regioni sono in forte ritardo nella rilevazione dei dati, ed adottano criteri di raccolta e classificazione dei dati soggetti a variazioni di anno in anno. Per la Regione Lazio, sono state inserite le produzioni di tufo per gli anni 2005 e 2006.
Notes on Table B: All data in italics are estimates Many Regional Governments are late in data collecting, and use data collecting and classifying criteria which vary from one year to the other. For the region of Lazio we have included the tuff productions, relating to years 2005and 2006.
Notas para la consulta de la Tabla B: Todos los datos en letra cursiva son estimaciones Muchas regiones están en fuerte retraso en la adquisición de los datos y adoptan criterios de recolección y de clasificación que pueden variar de año en año. Por la Región Lazio, nos hemos incluydo las producciones de toba por los años 2005 y 2006.
92
TAV. B. PRODUZIONE ITALIANA DI GREZZO (TONN.) REGIONE CAMPANIA VALLE D’AOSTA PIEMONTE LOMBARDIA
2005
2006
500.000
450.000
25.722
33.000
600.000
650.000
796.751
800.000
1.136.519
1.200.000
FRIULI V. G.
190.000
190.000
VENETO
640.000
650.000
TRENTINO
LIGURIA
88.726
85.000
1.500.000
1.450.000
217.050
294.645
LAZIO
1.400.000
1.200.000
PUGLIA
1.150.000
1.250.000
SICILIA
1.823.990
1.871.363
800.000
800.000
TOSCANA MARCHE
SARDEGNA TOTALE
10.868.758
10.924.008
Fonti: fonti locali ufficiali (Uff. regionali, Associazioni di categoria, ecc..)
93
Note relative alle tavole C • Austria: l’interscambio con la Germania nell’export blocchi e nell’import blocchi graniti per l’anno 2004 è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile; • Cina: l’interscambio con Hong Kong nell’export blocchi graniti è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile; • Germania: l’import di granito in blocchi 2002-2003-2004 dalla Norvegia è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile; • Iran: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005; 2006: 2005-2006; • Paesi Bassi: l’import di blocchi di granito dal Belgio è stato escluso, perché ritenuto non affidabile; • Regno Unito: l’interscambio di granito in blocchi con la Francia e la Norvegia è stato escluso, perché ritenuto non affidabile; • Singapore: l’import di granito blocchi dalla Malesia è stato escluso, perché ritenuto non affidabile; • Stati Uniti d’America: l’import blocchi di granito dall’Italia 2003-2004 è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile. Notes on tables C • Austria: trade flows of exported/imported blocks to/from Germany for 2004 have been changed by removing an assumedly unreliable item; • China: trade flows of exported blocks of granite to Hong Kong have been changed by removing an assumedly unreliable item; • Germany: imported granite blocks from Norway 2002, 2003, 2004 have been changed by removing an assumedly unreliable item; • Iran: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005; 2006: 2005-2006; • Netherlands: import of blocks of granite from Belgium has been removed as assumedly unreliable; • United Kingdom: trade flows of granite blocks to/from France and Norway have been removed as assumedly unreliable; • Singapore: imported granite blocks from Malaysia have been removed as assumedly unreliable; • United States of America: imported granite blocks from Italy 2003-2004 has been modified, removing an as assumed unreliable item.
94
Notas para la consulta de las tablas C • Austria: el intercambio con Alemania en la exportación de bloques y en la importación de bloques de granito para el año 2004 ha sido modificado, excluyendo una partida no considerada atendible; • China: el intercambio con Hong Kong en la exportación de bloques de granito ha sido modificado, excluyendo una partida no considerada atendible; • Alemania: la importación de granito en bloques 2002-2003-2004 de Noruega ha sido modificada, excluyendo una partida no considerada atendible; • Irán: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005; 2006: 2005-2006; • Holanda: las importaciones de granito en bloques de Bélgica han sido excluidas ya que no se han considerado atendibles; • Reino Unido: el intercambio de granito en bloques con Francia y Noruega ha sido excluido ya que no se ha considerado atendible; • Singapur: las importaciones de granito en bloques de Malasia han sido excluidas ya que no se han considerado atendibles; • Estados Unidos de América: la importación de granito de Italia 2003-2004 ha sido modificada, excluyendo una partida no considerada atendible.
95
TAV. C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO Grezzo + lavorati
IMPORT
TOTALE MARMO
Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
51.560
66.180
77.780
17,5
50,9
28,4
AUSTRIA
18.530
22.320
18.630
-16,5
0,5
20,5
BELGIO
103.420
106.650
119.850
12,4
15,9
3,1
BRASILE
41.690
47.900
57.290
19,6
37,4
14,9
CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA
5.240
9.340
11.240
20,3
114,5
78,2
2.210.960
2.432.700
3.391.850
39,4
53,4
10,0
175.360
213.070
214.570
0,7
22,4
21,5
9.940
8.980
9.560
6,5
-3,8
-9,7
39.660
73.270
nd/na
--
--
84,7
1.390
1.170
1.180
0,9
-15,1
-15,8
FRANCIA
68.220
75.010
83.670
11,5
22,6
10,0
GERMANIA
72.750
76.380
96.670
26,6
32,9
5,0
GIAPPONE
80.810
89.450
72.850
-18,6
-9,9
10,7
GRECIA*
253.120
272.790
293.170
7,5
15,8
7,8
HONG KONG*
137.870
126.430
125.380
-0,8
-9,1
-8,3
IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO LITUANIA
7.470
9.340
13.640
46,0
82,6
25,0
14.980
12.210
18.960
55,3
26,6
-18,5
512.060
528.070
691.200
30,9
35,0
3,1
21.820
13.080
19.520
49,2
-10,5
-40,1
124.010
127.530
120.020
-5,9
-3,2
2,8
2.150
1.580
2.377
50,4
10,6
-26,5
NORVEGIA*
2.460
4.130
6.440
55,9
161,8
67,9
PAESI BASSI
30.590
43.080
71.140
65,1
132,6
40,8
nd/na
32.400
40.480
24,9
--
--
PORTOGALLO
39.990
38.720
36.920
-4,6
-7,7
-3,2
REGNO UNITO*
81.900
94.740
112.140
18,4
36,9
15,7
4.210
4.220
4.080
-3,3
-3,1
0,2
RUSSIA
45.990
63.620
69.190
8,8
50,4
38,3
SINGAPORE
33.610
25.950
37.120
43,0
10,4
-22,8
6.080
5.710
5.180
-9,3
-14,8
-6,1
345.850
331.040
353.380
6,7
2,2
-4,3
1.018.010
1.401.090
1.559.220
11,3
53,2
37,6
SUD AFRICA*
24.850
33.140
42.610
28,6
71,5
33,4
SVEZIA*
11.640
10.790
5.920
-45,1
-49,1
-7,3
TAIWAN
210.160
213.690
196.100
-8,2
-6,7
1,7
THAILANDIA
34.930
23.530
30.390
29,2
-13,0
-32,6
TURCHIA
13.260
17.160
nd/na
--
--
29,4
UCRAINA
10.600
11.300
14.210
25,8
34,1
6,6
5.867.140
6.667.760
8.023.927
20,3
36,8
13,6
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE
96
TAV. C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO Grezzo + lavorati
EXPORT
TOTALE MARMO
Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
2.040
2.850
3.210
12,6
57,4
39,7
AUSTRIA
5.820
6.430
7.330
14,0
25,9
10,5
BELGIO
75.980
183.450
167.670
-8,6
120,7
141,4
BRASILE
12.020
14.350
12.960
-9,7
7,8
19,4
CANADA
1.270
1.410
4.800
240,4
278,0
11,0
470.030
672.720
934.020
38,8
98,7
43,1
CINA COREA DEL SUD
640
960
1.380
43,8
115,6
50,0
3.810
1.890
1.500
-20,6
-60,6
-50,4
533.930
720.670
nd/na
--
--
35,0
260
370
260
-29,7
0,0
42,3
13.300
10.330
12.330
19,4
-7,3
-22,3
GERMANIA
6.940
10.190
24.700
142,4
255,9
46,8
GIAPPONE
650
290
1.750
503,4
169,2
-55,4
362.720
335.150
388.420
15,9
7,1
-7,6
64.350
43.780
23.690
-45,9
-63,2
-32,0
475.260
468.210
426.820
-8,8
-10,2
-1,5
110
110
90
-18,2
-18,2
0,0
1.775.670
1.760.720
1.905.990
8,3
7,3
-0,8 13,6
DANIMARCA EGITTO FINLANDIA FRANCIA
GRECIA* HONG KONG* IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN
220
250
250
0,0
13,6
30.260
33.690
47.490
41,0
56,9
11,3
500
120
390
225,0
-22,0
-76,0
NORVEGIA*
4.530
2.990
4.730
58,2
4,4
-34,0
PAESI BASSI
3.710
7.400
20.170
172,6
443,7
99,5
POLONIA
nd/na
540
1.780
229,6
--
--
333.120
358.690
437.740
22,0
31,4
7,7
3.510
3.960
5.020
26,8
43,0
12,8
300
240
220
-8,3
-26,7
-20,0
RUSSIA
7.850
4.980
7.570
52,0
-3,6
-36,6
SINGAPORE
1.610
1.480
2.210
49,3
37,3
-8,1
SLOVENIA
4.240
5.190
6.280
21,0
48,1
22,4
911.750
982.610
1.072.020
9,1
17,6
7,8
62.400
64.870
65.110
0,4
4,3
4,0
SUD AFRICA*
170
180
110
-38,9
-35,3
5,9
SVEZIA*
490
320
330
3,1
-32,7
-34,7
TAIWAN
16.910
13.840
12.030
-13,1
-28,9
-18,2
2.470
1.230
780
-36,6
-68,4
-50,2
TURCHIA
2.281.970
2.668.530
3.206.850
20,2
40,5
16,9
UCRAINA
70
100
310
210,0
342,9
42,9
7.470.880
8.385.090
8.808.310
5,0
17,9
12,2
LIBANO LITUANIA
PORTOGALLO REGNO UNITO* REPUBBLICA CECA
SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA
THAILANDIA
TOTALE
97
TAV. C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO Grezzo + lavorati
IMPORT
TOTALE GRANITO
Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
9.300
11.670
12.890
10,45
38,60
25,48
AUSTRIA
146.350
160.440
150.460
-6,22
2,81
9,63
BELGIO
450.780
506.320
590.100
16,55
30,91
12,32
BRASILE
740
570
1.740
205,26
135,14
-22,97
CANADA
161.330
205.950
157.530
-23,51
-2,36
27,66
CINA
1.945.680
2.054.250
2.482.530
20,85
27,59
5,58
COREA DEL SUD
1.610.590
1.518.400
1.792.340
18,04
11,28
-5,72
356.120
340.450
341.530
0,32
-4,10
-4,40
1.550
9.060
nd/na
--
--
484,52
DANIMARCA EGITTO FINLANDIA
17.430
19.820
14.840
-25,13
-14,86
13,71
FRANCIA
286.310
299.450
360.670
20,44
25,97
4,59
GERMANIA
784.180
788.250
800.460
1,55
2,08
0,52
GIAPPONE
1.309.080
1.337.860
1.282.810
-4,11
-2,01
2,20
GRECIA*
103.300
122.760
162.100
32,05
56,92
18,84
HONG KONG*
122.520
140.730
161.820
14,99
32,08
14,86
0
0
0
--
--
--
37.930
54.870
72.590
32,29
91,38
44,66
IRAN* IRLANDA ITALIA
1.963.300
1.902.590
1.979.080
4,02
0,80
-3,09
KAZAKISTAN
16.350
14.421
40.010
177,44
144,71
-11,80
LIBANO
85.870
75.180
61.270
-18,50
-28,65
-12,45
LITUANIA
21.950
24.990
33.130
32,57
50,93
13,85
NORVEGIA*
32.410
48.280
44.370
-8,10
36,90
48,97
PAESI BASSI
279.720
429.110
451.620
5,25
61,45
53,41
nd/na
319.380
355.880
11,43
--
--
PORTOGALLO
114.550
112.550
102.500
-8,93
-10,52
-1,75
REGNO UNITO*
236.040
263.420
297.810
13,06
26,17
11,60
25.230
28.420
31.570
11,08
25,13
12,64 13,71
POLONIA
REPUBBLICA CECA RUSSIA
145.260
165.170
216.590
31,13
49,11
SINGAPORE
49.490
63.090
63.240
0,24
27,78
27,48
SLOVENIA
21.350
18.910
22.930
21,26
7,40
-11,43
SPAGNA
952.580
953.030
879.070
-7,76
-7,72
0,05
2.212.680
2.575.090
3.224.000
25,20
45,71
16,38
SUD AFRICA*
29.220
47.620
50.860
6,80
74,06
62,97
SVEZIA*
20.900
30.210
37.120
22,87
77,61
44,55
TAIWAN
1.225.200
2.394.760
1.397.490
-41,64
14,06
95,46
THAILANDIA
139.900
154.190
176.830
14,68
26,40
10,21
TURCHIA
175.610
243.260
nd/na
--
--
38,52
UCRAINA
6.720
8.750
20.520
134,51
205,36
30,21
15.097.520
17.443.271
17.870.300
2,45
18,37
15,54
STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE
98
TAV. C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO Grezzo + lavorati
EXPORT
TOTALE GRANITO
Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
ALBANIA
18.410
34.860
67.200
92,8
265,0
89,4
AUSTRIA
22.740
18.280
18.630
1,9
-18,1
-19,6
BELGIO BRASILE CANADA
05/’04
246.490
256.250
256.900
0,3
4,2
4,0
1.485.320
1.771.500
2.171.680
22,6
46,2
19,3
129.160
87.300
113.500
30,0
-12,1
-32,4
6.413.600
7.975.910
8.517.390
6,8
32,8
24,4
COREA DEL SUD
12.820
12.150
10.500
-13,6
-18,1
-5,2
DANIMARCA
13.740
12.620
13.410
6,3
-2,4
-8,2
2.230
5.090
nd/na
--
--
128,3
348.640
376.680
375.830
-0,2
7,8
8,0
91.894
89.110
100.330
12,6
9,2
-3,0
GERMANIA
118.930
116.180
129.580
11,5
9,0
-2,3
GIAPPONE
37.700
53.900
63.080
17,0
67,3
43,0
CINA
EGITTO FINLANDIA FRANCIA
GRECIA*
7.540
8.330
5.390
-35,3
-28,5
10,5
HONG KONG*
52.020
67.590
34.180
-49,4
-34,3
29,9
IRAN*
36.130
58.078
65.970
13,6
82,6
60,7
2.030
680
730
7,4
-64,0
-66,5
IRLANDA ITALIA
1.380.650
1.341.340
1.333.480
-0,6
-3,4
-2,8
KAZAKISTAN
22.990
220
20.670
9295,5
-10,1
-99,0
LIBANO
13.560
16.370
17.130
4,6
26,3
20,7
860
1.100
910
-17,3
5,8
27,9
NORVEGIA*
341.120
288.170
295.580
2,6
-13,4
-15,5
PAESI BASSI
101.740
127.130
155.080
22,0
52,4
25,0
nd/na
137.490
157.050
14,2
--
--
343.110
385.890
391.940
1,6
14,2
12,5
LITUANIA
POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO*
6.320
8.170
10.460
28,0
65,5
29,3
10.640
12.030
7.540
-37,3
-29,1
13,1
RUSSIA
8.190
11.030
13.450
21,9
64,2
34,7
SINGAPORE
9.700
4.850
7.390
52,4
-23,8
-50,0
REPUBBLICA CECA
SLOVENIA
8.650
10.360
16.590
60,1
91,8
19,8
SPAGNA
545.370
531.810
547.890
3,0
0,5
-2,5
STATI UNITI D’AMERICA
189.560
204.820
178.900
-12,7
-5,6
8,1
SUD AFRICA*
680.900
803.370
nd/na
--
--
18,0
SVEZIA*
322.520
155.000
138.540
-10,6
-57,0
-51,9
TAIWAN
29.560
27.640
42.170
52,6
42,7
-6,5
4.150
11.400
16.530
45,0
298,3
174,7
TURCHIA
215.240
228.410
161.420
-29,3
-25,0
6,1
UCRAINA
119.960
147.920
130.690
-11,6
8,9
23,3
13.394.184
15.399.028
15.587.710
1,2
16,4
15,0
THAILANDIA
TOTALE
99
TAV. C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO IMPORT
TOTALE GREZZO
Variazioni percentuali 2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
48.920
64.440
77.190
19,8
57,8
31,7
AUSTRIA
43.530
41.140
38.440
-6,6
-11,7
-5,5
BELGIO
278.430
282.420
310.250
9,9
11,4
1,4
BRASILE
7.940
8.440
11.080
31,3
39,5
6,3
CANADA
91.440
101.540
72.880
-28,2
-20,3
11,0
4.107.650
4.432.760
5.815.140
31,2
41,6
7,9
39.060
29.130
36.100
23,9
-7,6
-25,4
311.210
304.060
290.600
-4,4
-6,6
-2,3
41.210
67.650
nd/na
--
--
64,2 10,5
Paesi / Resto del mondo
CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA
8.950
9.890
6.600
-33,3
-26,3
FRANCIA
214.680
206.820
209.030
1,1
-2,6
-3,7
GERMANIA
276.950
187.090
190.690
1,9
-31,1
-32,4
GIAPPONE
87.180
72.600
58.510
-19,4
-32,9
-16,7
GRECIA*
289.830
311.280
353.890
13,7
22,1
7,4
HONG KONG*
109.890
114.040
135.920
19,2
23,7
3,8
0
0
0
--
--
--
25.170
12.600
17.210
36,6
-31,6
-49,9
2.130.760
2.016.760
2.263.640
12,2
6,2
-5,4
7.130
8.561
13.280
55,1
86,3
20,1 -6,4
IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO
107.500
100.600
92.760
-7,8
-13,7
LITUANIA
16.040
16.710
23.300
39,4
45,3
4,2
NORVEGIA*
26.050
37.690
26.710
-29,1
2,5
44,7
PAESI BASSI
137.640
247.200
212.830
-13,9
54,6
79,6
nd/na
272.810
276.910
1,5
--
--
PORTOGALLO
82.760
84.960
72.400
-14,8
-12,5
2,7
REGNO UNITO*
140.590
166.810
171.850
3,0
22,2
18,6
7.610
7.810
7.880
0,9
3,5
2,6
RUSSIA
69.360
60.910
63.880
4,9
-7,9
-12,2
SINGAPORE
28.980
31.150
37.160
19,3
28,2
7,5
SLOVENIA
10.740
9.200
7.750
-15,8
-27,8
-14,3
1.102.790
1.064.480
927.150
-12,9
-15,9
-3,5
384.280
401.230
506.700
26,3
31,9
4,4
SUD AFRICA*
14.100
15.380
15.410
0,2
9,3
9,1
SVEZIA*
22.200
30.620
26.170
-14,5
17,9
37,9
TAIWAN
87,7
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA
1.308.550
2.455.580
1.449.220
-41,0
10,8
THAILANDIA
173.720
176.880
206.250
16,6
18,7
1,8
TURCHIA
111.810
132.900
nd/na
--
--
18,9
UCRAINA TOTALE
100
2.500
2.080
2.760
32,7
10,4
-16,8
11.867.150
13.586.221
14.027.540
3,2
18,1
14,5
TAV. C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO EXPORT
TOTALE GREZZO
Variazioni percentuali 2004
2005
2006
06/’05
06/’04
ALBANIA
18.830
35.490
68.220
92,2
262,3
88,5
AUSTRIA
11.810
7.930
10.590
33,5
-10,3
-32,9
BELGIO
165.990
270.430
235.920
-12,8
42,1
62,9
BRASILE
838.370
1.019.220
1.258.030
23,4
50,1
21,6
CANADA
77.080
39.770
68.300
71,7
-11,4
-48,4
1.097.560
1.852.850
950.160
-48,7
-13,4
68,8
5.540
5.100
4.530
-11,2
-18,2
-7,9
840
1.280
3.580
179,7
326,2
52,4
EGITTO
536.160
480.610
nd/na
--
--
-10,4
FINLANDIA
324.370
342.370
311.420
-9,0
-4,0
5,5
52.794
47.500
66.850
40,7
26,6
-10,0
GERMANIA
100.290
96.460
114.490
18,7
14,2
-3,8
GIAPPONE
37.170
52.570
63.150
20,1
69,9
41,4
244.380
231.610
279.240
20,6
14,3
-5,2
81.000
90.090
38.170
-57,6
-52,9
11,2
349.990
378.550
319.020
-15,7
-8,8
8,2
50
20
50
150,0
0,0
-60,0
Paesi / Resto del mondo
CINA COREA DEL SUD DANIMARCA
FRANCIA
GRECIA* HONG KONG* IRAN* IRLANDA ITALIA
05/’04
940.240
992.120
1.074.100
8,3
14,2
5,5
KAZAKISTAN
22.390
250
20.660
8164,0
-7,7
-98,9
LIBANO
28.810
31.310
44.050
40,7
52,9
8,7
670
390
290
-25,6
-56,7
-41,8
NORVEGIA*
345.090
290.200
298.920
3,0
-13,4
-15,9
PAESI BASSI
44.710
58.070
74.900
29,0
67,5
29,9
nd/na
98.230
121.280
23,5
--
--
432.040
508.100
580.490
14,2
34,4
17,6
REGNO UNITO*
4.840
5.330
6.580
23,5
36,0
10,1
REPUBBLICA CECA
7.940
8.770
4.470
-49,0
-43,7
10,5
12.630
13.720
17.220
25,5
36,3
8,6
3.390
2.420
1.410
-41,7
-58,4
-28,6 54,8
LITUANIA
POLONIA PORTOGALLO
RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA
2.810
4.350
5.020
15,4
78,6
1.002.920
1.026.480
1.109.760
8,1
10,7
2,3
172.520
168.800
133.040
-21,2
-22,9
-2,2
SUD AFRICA*
115.490
175.950
102.990
-41,5
-10,8
52,4
SVEZIA*
321.070
154.010
136.950
-11,1
-57,3
-52,0
TAIWAN
8.170
8.060
5.300
-34,2
-35,1
-1,3
THAILANDIA
2.850
2.310
2.170
-6,1
-23,9
-18,9
TURCHIA
1.432.160
1.626.970
1.940.350
19,3
35,5
13,6
UCRAINA
102.240
120.650
102.650
-14,9
0,4
18,0
8.945.204
10.248.340
9.574.320
-6,6
7,0
14,6
SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE
101
TAV. C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO IMPORT
TOTALE LAVORATI RIPORTATI A GREZZO
Variazioni percentuali 2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
23.880
26.820
26.960
0,52
12,90
12,31
AUSTRIA
242.700
283.240
261.300
-7,75
7,66
16,70
BELGIO
551.540
661.100
799.400
20,92
44,94
19,86
BRASILE
68.980
80.060
95.900
19,79
39,03
16,06
CANADA
150.260
227.500
191.780
-15,70
27,63
51,40
97.980
108.380
118.480
9,32
20,92
10,61
3.493.780
3.404.680
3.941.620
15,77
12,82
-2,55
109.700
90.740
120.980
33,33
10,28
-17,28
nd/na
29.360
nd/na
--
--
--
19.740
22.200
18.840
-15,14
-4,56
12,46
Paesi / Resto del mondo
CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA FRANCIA
279.700
335.280
470.620
40,37
68,26
19,87
GERMANIA
1.159.960
1.355.080
1.412.880
4,27
21,80
16,82
GIAPPONE
2.605.420
2.709.420
2.594.300
-4,25
-0,43
3,99
GRECIA*
133.180
168.540
202.760
20,30
52,25
26,55
HONG KONG*
301.000
306.240
302.560
-1,20
0,52
1,74
14.940
18.680
27.280
46,04
82,60
25,03 96,40
IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO LITUANIA
55.480
108.960
148.680
36,45
167,99
689.200
827.800
813.280
-1,75
18,00
20,11
62.080
37.880
92.500
144,19
49,00
-38,98
204.760
204.220
177.060
-13,30
-13,53
-0,26
16.120
19.720
24.414
23,80
51,45
22,33
NORVEGIA*
17.640
29.440
48.200
63,72
173,24
66,89
PAESI BASSI
345.340
449.980
619.860
37,75
79,49
30,30
nd/na
157.940
238.900
51,26
--
--
PORTOGALLO
143.560
132.620
134.040
1,07
-6,63
-7,62
REGNO UNITO*
354.700
382.700
476.200
24,43
34,25
7,89
43.660
49.660
55.540
11,84
27,21
13,74
RUSSIA
243.780
335.760
443.800
32,18
82,05
37,73
SINGAPORE
108.240
115.780
126.400
9,17
16,78
6,97
33.380
30.840
40.720
32,04
21,99
-7,61
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SLOVENIA SPAGNA
391.280
439.180
610.600
39,03
56,05
12,24
5.692.820
7.149.900
8.553.040
19,62
50,24
25,60
SUD AFRICA*
79.940
130.760
156.120
19,39
95,30
63,57
SVEZIA*
20.680
20.760
33.740
62,52
63,15
0,39
TAIWAN
253.620
305.740
288.740
-5,56
13,85
20,55
STATI UNITI D’AMERICA
THAILANDIA
2.220
1.680
1.940
15,48
-12,61
-24,32
TURCHIA
154.120
255.040
nd/na
--
--
65,48
UCRAINA
29.640
35.940
63.940
77,91
115,72
21,26
18.195.020
21.049.620
23.733.374
12,75
30,44
15,69
TOTALE
102
TAV. C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO EXPORT
TOTALE LAVORATI RIPORTATI A GREZZO
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
3.240
4.440
4.380
-1,35
35,19
37,04
AUSTRIA
33.500
33.560
30.740
-8,40
-8,24
0,18
BELGIO
312.960
338.540
377.300
11,45
20,56
8,17
1.317.940
1.533.260
1.853.220
20,87
40,61
16,34
BRASILE CANADA
106.700
97.880
100.000
2,17
-6,28
-8,27
11.572.140
13.591.560
17.002.500
25,10
46,93
17,45
COREA DEL SUD
15.840
16.020
14.700
-8,24
-7,20
1,14
DANIMARCA
33.420
26.460
22.660
-14,36
-32,20
-20,83
CINA
EGITTO FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GIAPPONE GRECIA* HONG KONG* IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO
nd/na
490.300
nd/na
--
--
--
49.060
69.360
129.340
86,48
163,64
41,38
104.800
103.880
91.620
-11,80
-12,58
-0,88
51.160
59.820
79.580
33,03
55,55
16,93
2.360
3.240
3.360
3,70
42,37
37,29
251.760
223.740
229.140
2,41
-8,98
-11,13 -39,84
70.740
42.560
39.400
-7,42
-44,30
322.800
295.476
347.540
17,62
7,66
-8,46
4.180
1.540
1.540
0,00
-63,16
-63,16
4.432.160
4.219.880
4.330.740
2,63
-2,29
-4,79
1.640
440
520
18,18
-68,29
-73,17
30.020
37.500
41.140
9,71
37,04
24,92
LITUANIA
1.380
1.660
2.020
21,69
46,38
20,29
NORVEGIA*
1.120
1.920
2.780
44,79
148,21
71,43
121.480
152.920
200.700
31,25
65,21
25,88
nd/na
79.600
75.100
-5,65
--
--
488.380
472.960
498.380
5,37
2,05
-3,16
REGNO UNITO*
9.980
13.600
17.800
30,88
78,36
36,27
REPUBBLICA CECA
6.000
7.000
6.580
-6,00
9,67
16,67
RUSSIA
6.820
4.580
7.600
65,94
11,44
-32,84
PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO
SINGAPORE
15.840
7.820
16.380
109,46
3,41
-50,63
SLOVENIA
20.160
22.400
35.700
59,38
77,08
11,11
SPAGNA
908.400
975.880
1.020.300
4,55
12,32
7,43
STATI UNITI D’AMERICA
158.880
201.780
221.940
9,99
39,69
27,00
SUD AFRICA*
1.131.160
1.255.200
nd/na
--
--
10,97
SVEZIA*
3.880
2.620
3.840
46,56
-1,03
-32,47
TAIWAN
76.600
66.840
97.800
46,32
27,68
-12,74
7.540
20.640
30.280
46,71
301,59
173,74
TURCHIA
2.130.100
2.539.940
2.855.840
12,44
34,07
19,24
UCRAINA
35.580
54.740
56.700
3,58
59,36
53,85
23.839.720
27.071.556
29.849.160
10,26
25,21
13,56
THAILANDIA
TOTALE
103
TAV 1 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006 IMPORT 2005
2006 Valore 000€
Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
603.615 1.660.027 87.583 168.293 150.772 427.637 10.053 17.416 8.843 3.134.239
94.238 368.025 42.670 59.296 19.179 24.610 1.753 13.883 1.000 624.654
104
Tonn. 468.104 1.548.658 59.980 150.680 203.262 553.723 8.286 15.332 16.778 3.024.803
Valore 000€ 77.166 325.671 30.464 51.517 25.816 26.446 1.168 12.429 1.490 552.167
EXPORT 2005
2006
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
LAPIDEI
Tonn.
Valore 000€
Tonn.
Valore 000€
885.009 189.097 1.020.994 943.754 200.625 1.308.107 1.535 20.972 251.991 4.822.084
172.192 49.180 754.819 811.032 37.899 64.841 1.134 13.069 6.490 1.910.656
787.143 205.010 973.639 938.326 197.844 1.321.171 1.278 20.605 329.135 4.774.151
151.621 55.334 674.030 777.982 37.573 60.044 906 13.047 6.413 1.776.950
Differenza in % Quantità 28,95 7,19 46,02 11,69 -25,82 -22,77 21,33 13,59 -47,29 3,62
Valore 22,12 13,01 40,07 15,10 -25,71 -6,94 50,12 11,69 -32,92 13,13
Differenza in % Quantità 12,43 -7,76 4,86 0,58 1,41 -0,99 20,11 1,78 -23,44 1,00
Valore 13,57 -11,12 11,99 4,25 0,87 7,99 25,11 0,17 1,21 7,53
TAV 2A ITALIA - EUROPA ANNO 2005/2006 IMPORT 2005
2006 Valore 000€
EUROPA
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
262.565 339.750 44.252 24.926 27.832 424.839 9.308 4.053 8.690 1.146.215
42.973 62.398 22.245 9.773 3.620 24.374 1.564 9.483 843 177.273
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
84.663 145.441 276.849 609.391 194.638 988.205 1.398 12.594 177.309 2.490.488
Tonn. 199.430 370.607 25.407 26.808 25.319 553.030 7.202 2.343 16.721 1.226.867
Valore 000€ 34.481 73.050 14.744 10.381 3.272 26.280 897 8.400 1.382 172.887
EXPORT 2005
2006 EUROPA
LAPIDEI
Valore 000€ 37.398 32.903 242.249 467.419 36.143 52.232 1.042 7.388 3.204 879.978
Tonn. 93.550 149.238 252.280 593.438 193.977 1.050.256 1.010 12.138 238.131 2.584.018
Valore 000€ 37.753 35.463 205.857 437.910 35.402 50.634 738 7.174 4.197 815.128
Differenza in % Quantità 31,66 -8,33 74,17 -7,02 9,93 -23,18 29,24 72,98 -48,03 -6,57
Valore 24,63 -14,58 50,87 -5,86 10,64 -7,25 74,30 12,89 -38,99 2,54
Differenza in % Quantità -9,50 -2,54 9,74 2,69 0,34 -5,91 38,42 3,76 -25,54 -3,62
Valore -0,94 -7,22 17,68 6,74 2,09 3,16 41,17 2,98 -23,65 7,96
105
TAV 2B ITALIA - UNIONE EUROPEA ANNO 2005/2006 IMPORT 2005
2006 UNIONE EUROPEA MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn.
Valore 000€
Tonn.
95.201 185.605 28.172 21.856 10.284 206.727 9.261 3.618 5.255 565.979
16.669 26.534 15.252 7.984 2.213 20.120 1.515 9.155 611 100.053
58.079 191.569 11.037 23.753 11.289 210.993 7.101 2.088 9.186 525.095
UNIONE EUROPEA
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
74.452 92.930 212.360 460.604 165.248 921.301 994 7.356 176.126 2.111.371
Differenza in %
Valore 000€ 14.294 27.667 9.217 9.021 2.243 19.404 860 8.200 884 91.790
EXPORT 2005
2006
106
LAPIDEI
Valore 000€ 32.841 21.819 170.694 365.544 29.666 47.326 642 4.832 2.969 676.333
Tonn. 75.272 92.746 204.296 451.204 164.358 981.660 666 7.520 237.234 2.214.956
Valore 000€ 32.576 24.135 159.538 343.257 29.054 45.764 405 5.013 4.023 643.765
Quantità 63,92 -3,11 155,25 -7,99 -8,90 -2,02 30,42 73,28 -42,79 7,79
Valore 16,62 -4,10 65,49 -11,49 -1,35 3,69 76,10 11,65 -30,88 9,00
Differenza in % Quantità -1,09 0,20 3,95 2,08 0,54 -6,15 49,25 -2,18 -25,76 -4,68
Valore 0,81 -9,60 6,99 6,49 2,10 3,41 58,49 -3,62 -26,19 5,06
TAV 2C ITALIA - ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2005/2006 IMPORT 2005
2006 ALTRI PAESI D`EUROPA MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Valore 000€
Tonn. 167.364 154.145 16.080 3.070 17.548 218.112 47 435 3.435 580.236
26.304 35.864 6.992 1.789 1.407 4.254 49 327 232 77.218
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
141.351 179.038 14.370 3.055 14.030 342.037 101 255 7.535 701.772
20.187 45.383 5.528 1.360 1.029 6.876 37 200 498 81.098
EXPORT 2005
2006 ALTRI PAESI D`EUROPA
LAPIDEI
Tonn.
Valore 000€
Tonn.
Valore 000€
10.211 52.511 64.490 148.787 29.390 66.903 403 5.238 1.184 379.117
4.557 11.084 71.555 101.874 6.477 4.907 399 2.557 235 203.645
18.278 56.492 47.984 142.235 29.619 68.596 344 4.617 897 369.062
5.177 11.327 46.318 94.654 6.347 4.869 333 2.161 174 171.360
Quantità 18,40 -13,90 11,90 0,49 25,08 -36,23 -53,47 70,59 -54,41 -17,32
Valore 30,30 -20,97 26,49 31,51 36,79 -38,14 32,61 63,79 -53,42 -4,78
Differenza in % Quantità -44,14 -7,05 34,40 4,61 -0,77 -2,47 17,15 13,45 32,00 2,72
Valore -11,99 -2,15 54,48 7,63 2,05 0,76 20,06 18,29 34,80 18,84
107
TAV 2D ITALIA - AFRICA ANNO 2005/2006
LAPIDEI IMPORT 2005
2006 AFRICA MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn.
Valore 000€
Tonn.
Valore 000€
250.025 341.348 7.988 1.803 590 0 0 270 0 602.024
27.802 91.600 2.849 2.340 92 0 0 133 1 124.817
188.546 331.438 7.623 612 40 1 0 357 0 528.617
22.307 77.833 2.621 1.305 4 1 0 143 0 104.214
EXPORT 2005
2006 AFRICA MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
108
Differenza in %
Tonn. 263.913 6.696 103.879 18.605 138 242.784 0 430 91 636.536
Valore 000€ 27.130 1.694 30.048 9.424 43 8.722 0 101 133 77.295
Tonn. 249.825 18.417 86.534 12.058 380 203.691 27 204 260 571.396
Quantità 32,61 2,99 4,79 194,61 1375,00 -100,00 0,00 -24,37 0,00 13,89
Valore 24,63 17,69 8,71 79,22 2518,77 -100,00 0,00 -7,17 0,00 19,77
Differenza in %
Valore 000€ 24.602 2.617 23.418 5.808 99 7.274 21 65 99 64.003
Quantità 5,64 -63,64 20,04 54,30 -63,68 19,19 -100,00 110,78 -65,00 11,40
Valore 10,27 -35,27 28,31 62,25 -56,37 19,91 -100,00 54,83 34,05 20,77
TAV 2E ITALIA - AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2005/2006 IMPORT 2005
2006 AMERICA SETTENTRIONALE MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Valore 000€
Tonn. 3.324 16.715 528 12.887 0 20 0 0 26 33.500
1.507 5.465 565 9.001 0 9 0 0 22 16.569
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Differenza in %
Valore 000€
1.668 34.980 341 9.722 0 0 0 0 4 46.715
647 10.523 600 7.024 0 2 0 0 12 18.808
EXPORT 2005
2006 AMERICA SETTENTRIONALE
Tonn.
LAPIDEI
Tonn.
Valore 000€
Tonn.
Valore 000€
19.832 6.951 225.780 264.928 724 33.373 50 5.880 71.392 628.910
13.920 8.234 271.273 288.715 955 1.757 39 4.382 1.576 590.851
21.020 11.198 213.963 273.686 2.255 687 85 7.032 44.980 574.906
16.963 11.356 247.061 288.968 1.187 265 52 4.935 567 571.354
Quantità 99,28 -52,22 54,84 32,56 0,00 0,00 0,00 0,00 550,00 -28,29
Valore 132,95 -48,06 -5,92 28,14 0,00 436,80 0,00 0,00 84,42 -11,91
Differenza in % Quantità -5,65 -37,93 5,52 -3,20 -67,89 4757,79 -41,18 -16,38 58,72 9,39
Valore -17,94 -27,49 9,80 -0,09 -19,52 562,01 -24,62 -11,20 177,97 3,41
109
TAV 2F ITALIA - AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2005/2006 IMPORT 2005
2006 AMERICA CENTRALE E DEL SUD MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn.
Valore 000€
Tonn.
13.215 402.196 1.502 23.212 35.989 1.643 217 7.875 0 485.849
4.310 99.557 515 7.130 5.568 20 84 2.874 1 120.059
10.354 260.115 1.002 24.520 68.125 86 361 7.521 0 372.084
AMERICA CENTRALE E DEL SUD MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
110
Tonn. 15.161 376 39.796 5.218 108 24.171 24 200 301 85.355
Differenza in %
Valore 000€ 3.775 64.059 458 6.183 9.934 24 147 2.560 0 87.140
EXPORT 2005
2006 Valore 000€ 5.778 219 20.080 4.383 21 1.041 12 147 151 31.832
Tonn. 8.383 485 40.134 4.765 20 22.014 24 259 96 76.180
LAPIDEI
Quantità 27,63 54,62 49,90 -5,33 -47,17 1810,47 -39,89 4,71 0,00 30,58
Valore 14,17 55,42 12,42 15,32 -43,95 -16,84 -42,78 12,26 0,00 37,78
Differenza in %
Valore 000€ 3.291 312 18.688 3.144 27 572 11 201 39 26.285
Quantità 80,85 -22,47 -0,84 9,51 440,00 9,80 0,00 -22,78 213,54 12,04
Valore 75,57 -29,92 7,45 39,41 -21,01 81,90 13,26 -27,06 283,68 21,10
TAV 2G ITALIA - VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2005/2006 IMPORT 2005
2006 VICINO E MEDIO ORIENTE MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Valore 000€
Tonn. 52.863 38.101 5.695 167 69 0 0 0 0 96.895
12.714 11.447 2.927 54 11 0 0 0 0 27.153
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
41.885 53.145 3.076 402 20 0 0 0 0 98.528
9.814 14.264 1.587 202 2 0 0 0 0 25.869
EXPORT 2005
2006 VICINO E MEDIO ORIENTE
LAPIDEI
Tonn.
Valore 000€
Tonn.
Valore 000€
131.127 10.316 258.093 28.399 2.995 18.708 3 387 121 450.149
14.812 1.986 111.734 22.497 261 918 3 237 105 152.553
136.999 11.664 259.680 32.257 206 43.946 21 31 43.267 528.071
14.297 2.209 95.556 19.674 176 1.192 15 80 551 133.750
Quantità 26,21 -28,31 85,14 -58,46 245,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -1,66
Valore 29,55 -19,75 84,42 -73,05 471,54 0,00 0,00 0,00 0,00 4,97
Differenza in % Quantità -4,29 -11,56 -0,61 -11,96 1353,88 -57,43 -85,71 1148,39 -99,72 -14,76
Valore 3,60 -10,11 16,93 14,35 48,17 -22,93 -80,79 197,67 -81,00 14,06
111
TAV 2H ITALIA - ESTREMO ORIENTE ANNO 2005/2006 IMPORT 2005
2006 ESTREMO ORIENTE MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn.
Valore 000€
Tonn.
Valore 000€
21.434 516.791 27.563 105.290 86.293 1.121 528 5.218 126 764.364
4.861 95.739 13.493 30.980 9.888 205 105 1.393 133 156.797
24.558 494.009 22.459 88.618 109.759 606 723 5.110 54 745.896
5.589 84.605 10.397 26.421 12.604 139 123 1.326 97 141.301
EXPORT 2005
2006 ESTREMO ORIENTE MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
112
LAPIDEI
Tonn.
Valore 000€
Tonn.
Valore 000€
368.832 19.178 101.869 10.797 1.920 814 0 907 2.666 506.983
71.823 4.029 64.684 8.632 378 167 0 456 1.265 151.434
276.474 13.585 107.207 15.410 964 451 72 179 2.260 416.602
53.899 3.093 69.240 11.386 656 97 47 122 894 139.434
Differenza in % Quantità -12,72 4,61 22,73 18,81 -21,38 84,98 -26,97 2,11 133,33 2,48
Valore -13,03 13,16 29,78 17,25 -21,55 47,04 -14,98 5,04 37,06 10,97
Differenza in % Quantità 33,41 41,17 -4,98 -29,94 99,17 80,49 -100,00 406,70 17,97 21,70
Valore 33,26 30,28 -6,58 -24,19 -42,29 72,80 -100,00 273,80 41,61 8,61
TAV 2I ITALIA - AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2005/2006 IMPORT 2005
2006 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Valore 000€
Tonn. 186 5.128 54 8 0 0 0 0 0 5.376
71 1.819 76 18 0 0 0 0 0 1.984
MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE
Tonn. 1.480 139 14.728 6.414 102 52 61 575 111 23.662
Differenza in %
Valore 000€
1.662 4.364 73 0 0 0 0 0 0 6.099
553 1.338 56 0 0 0 0 0 0 1.947
EXPORT 2005
2006 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
Tonn.
Valore 000€ 1.328 115 14.729 9.884 96 4 37 357 57 26.607
Tonn. 890 424 13.841 6.707 40 126 38 763 141 22.970
LAPIDEI
Quantità -88,81 17,51 -26,03 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -11,85
Valore -87,15 35,98 35,29 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1,87
Differenza in %
Valore 000€ 799 284 14.162 9.677 26 11 22 469 65 25.515
Quantità 66,29 -67,22 6,41 -4,37 155,00 -58,73 60,53 -24,64 -21,28 3,01
Valore 66,34 -59,57 4,00 2,14 268,43 -64,30 69,70 -23,93 -12,58 4,28
113
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI IMPORT 2005
2006 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
EUROPA UNIONE EUROPEA AUSTRIA BELGIO CIPRO DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UNIONE EUROPEA
124.081 836 127 69 1 70.443 112.423 20.203 21.819 4.481 418 43.815 3.828 43 894 58.236 102.565 1.643 52 565.977
9.781 322 44 31 10.602 18.675 7.599 5.335 1.367 422 10.550 9.653 65 355 2.502 22.287 438 27 100.055
100.726 798 350 417 1 67.635 109.766 25.925 21.232 22 13 4.655 5 47.687 3.308 54 43.958 95.071 3.461 12 525.096
7.865 305 117 162 5 9.764 19.220 8.701 4.519 24 140 1.394 34 9.955 8.621 41 2.156 18.086 666 14 91.789
23,19 4,74 -63,71 -83,38 -44,22 4,15 2,42 -22,07 2,77 -100,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 -3,74 7.974,24 -8,12 15,73 -21,11 0,00 32,48 7,88 -52,51 338,56 7,79
24,37 5,41 -62,14 -80,72 -93,07 8,58 -2,83 -12,67 18,05 -100,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 -1,93 1.124,44 5,97 11,96 57,28 0,00 16,08 23,23 -34,26 92,68 9,01
ALTRI PAESI D`EUROPA ALBANIA ANDORRA ARMENIA AZERBAIGIAN BELORUSSIA BOSNIA-ERZEGOVINA BULGARIA CITTA’ DEL VATICANO CROAZIA FAER OER GEORGIA GIBILTERRA ISLANDA ISOLE CANARIE KAZAKISTAN KIRGHIZISTAN KOSOVO LIECHTENSTEIN MACEDONIA MOLDAVIA MONTENEGRO NORVEGIA ROMANIA RUSSIA SERBIA SERBIA E MONTENEGRO SVIZZERA TAGIKISTAN TURCHIA TURKMENISTAN UCRAINA UZBEKISTAN TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
18.265 18 574 8.854 70.854 75 5.398 40 5.604 277.943 2.688 1.186 398 44.643 127.759 15.937 580.236
1.371 2 127 1.246 8.747 2 5 2.021 30 1.158 27.510 1.207 369 192 6.974 22.351 3.906 77.218
9.030 55 620 5.277 73.585 100 22 31 3.589 6 1.528 415.228 3.129 68 125 549 53.363 117.835 17.634 701.774
475 5 114 790 8.333 30 8 3 14 1.252 15 380 38.676 1.212 54 26 145 8.068 16.952 4.544 81.096
102,28 0,00 -67,61 0,00 0,00 -7,42 67,80 0,00 -3,71 0,00 -100,00 0,00 -100,00 0,00 -41,76 -100,00 0,00 0,00 50,40 574,72 266,77 -33,06 -14,10 1.656,50 218,35 -100,00 -16,34 0,00 8,42 0,00 -9,62 0,00 -17,32
188,53 0,00 -54,19 0,00 0,00 11,38 57,77 0,00 4,96 0,00 -100,00 0,00 -100,00 0,00 -24,89 -100,00 0,00 0,00 61,44 93,60 204,41 -28,87 -0,41 578,30 638,14 -100,00 -13,56 0,00 31,85 0,00 -14,03 0,00 -4,78
1.146.213
177.273
1.226.870
172.885
-6,57
2,54
TOTALE EUROPA
114
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI EXPORT 2005
2006 Tonn. EUROPA UNIONE EUROPEA AUSTRIA BELGIO CIPRO DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D`EUROPA ALBANIA ANDORRA ARMENIA AZERBAIGIAN BELORUSSIA BOSNIA-ERZEGOVINA BULGARIA CITTA’ DEL VATICANO CROAZIA FAER OER GEORGIA GIBILTERRA ISLANDA ISOLE CANARIE KAZAKISTAN KIRGHIZISTAN KOSOVO LIECHTENSTEIN MACEDONIA MOLDAVIA MONTENEGRO NORVEGIA ROMANIA RUSSIA SERBIA SERBIA E MONTENEGRO SVIZZERA TAGIKISTAN TURCHIA TURKMENISTAN UCRAINA UZBEKISTAN TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA TOTALE EUROPA
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
122.368 204.242 5.981 12.966 2.085 3.919 167.200 675.155 8.568 19.629 1.486 758 6.756 4.768 121.245 30.455 3.912 297.503 17.182 13.408 47.859 117.225 189.545 37.155 2.111.370
45.381 26.653 4.523 11.430 1.908 3.793 70.803 256.370 6.265 12.916 1.407 575 3.812 2.203 26.683 16.350 2.769 73.113 9.497 5.395 11.373 51.286 16.130 15.700 676.335
122.617 195.883 6.729 12.444 2.233 3.657 170.042 769.408 14.263 10.716 1.106 668 6.994 5.093 158.887 27.487 4.145 343.446 15.020 11.703 30.317 118.977 151.793 31.327 2.214.955
46.965 28.241 4.842 10.034 1.906 3.211 64.894 253.325 5.669 9.742 1.035 511 3.928 2.267 26.949 13.035 2.340 69.835 8.042 4.051 9.653 47.866 13.729 11.696 643.766
-0,20 4,27 -11,12 4,19 -6,65 7,18 -1,67 -12,25 -39,92 83,18 34,36 13,39 -3,41 -6,38 -23,69 10,80 -5,63 -13,38 14,40 14,57 57,86 -1,47 24,87 18,61 -4,68
-3,37 -5,62 -6,60 13,91 0,11 18,13 9,11 1,20 10,51 32,58 35,97 12,40 -2,95 -2,83 -0,99 25,43 18,37 4,69 18,09 33,19 17,83 7,15 17,49 34,23 5,06
12.846 21 228 24 343 11.985 3.526 62.983 8 942 2.193 1.044 516 1.332 3.434 300 997 6.781 11.495 29.325 6.533 194.115 22.100 1.326 4.719 379.116
2.687 10 165 85 237 3.087 1.801 20.718 16 1.288 971 2.139 138 1.484 1.115 135 661 6.698 5.122 36.205 2.959 99.354 4 6.980 1.398 8.189 203.646
15.009 136 247 64 1.012 18.066 3.325 91 54.213 238 10 2.462 12 1.601 621 1.267 2.286 337 505 4.644 15.198 22.918 5.146 3.310 182.468 28.900 2.109 2.868 369.063
2.526 229 437 137 359 4.657 1.396 11 17.533 193 31 863 6 1.934 154 1.388 615 174 207 4.606 4.821 20.493 2.275 1.693 90.967 7.662 2.182 3.805 6 171.360
-14,41 -84,23 -7,74 -61,70 -66,11 -33,66 6,05 -100,00 16,18 0,00 296,33 -100,00 -10,93 -100,00 -34,84 0,00 -16,91 5,12 50,25 -10,75 97,52 46,03 -24,37 27,95 26,95 -100,00 6,38 0,00 -23,53 -37,12 64,54 -100,00 2,72
6,39 -95,73 -62,31 -38,01 -34,11 -33,72 29,01 -100,00 18,17 0,00 565,67 -100,00 12,58 -100,00 10,62 0,00 -10,41 6,87 81,14 -22,75 219,34 45,42 6,24 76,67 30,06 -100,00 9,22 0,00 -8,91 -35,92 115,19 -100,00 18,84
2.490.486
879.981
2.584.018
815.126
-3,62
7,96
115
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI IMPORT 2005
2006 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE ALGERIA EGITTO LIBIA MAROCCO SUDAN TUNISIA TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
1.294 177.772 55 13.993 65.406 258.520
470 19.810 7 2.330 7.072 29.689
3.071 139.864 28 12.901 41.095 196.959
370 15.350 6 2.394 5.075 23.195
-57,85 27,10 96,76 8,47 0,00 59,16 31,26
26,84 29,06 26,18 -2,69 0,00 39,36 28,00
96 134 122 352
15 11 19 1 46
440 249 42 731
1 81 145 12 239
0,00 0,00 0,00 70.488,24 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -69,44 0,00 -100,00 190,78 0,00 0,00 -51,85
0,00 0,00 0,00 1.282,88 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -86,17 0,00 -100,00 63,29 0,00 0,00 -80,75
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE ANGOLA CAMERUN CONGO ERITREA ETIOPIA GABON GIBUTI GUINEA EQUATORIALE KENIA MADAGASCAR MALAWI MAURIZIO MOZAMBICO NAMIBIA SEYCHELLES E DIPENDENZE SOMALIA SUD AFRICA TANZANIA UGANDA ZAIRE ZAMBIA ZIMBABWE TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
33.805 53 220 6.569 7 148 18.965 19.155 171.140 486 16 92.589 343.153
8.329 23 173 5.539 1 1.268 4.784 6.325 39.811 303 15 28.509 95.080
41.996 80 358 8.916 16 125 7.458 14.886 190.793 319 65.981 330.928
9.912 15 3 172 6.367 13 996 1.592 5.291 41.026 184 15.211 80.782
-19,50 -100,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -38,46 -26,32 -58,75 18,05 154,27 28,68 0,00 0,00 -10,30 52,46 0,00 0,00 0,00 40,33 3,69
-15,97 -100,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,67 -13,00 -91,00 27,39 200,40 19,56 0,00 0,00 -2,96 65,05 0,00 0,00 0,00 87,42 17,70
TOTALE AFRICA
602.025
124.815
528.618
104.216
13,89
19,77
AFRICA OCCIDENTALE BENIN BURKINA FASO CAPO VERDE COSTA D’AVORIO GAMBIA GHANA GUINEA GUINEA - BISSAU MALI MAURITANIA NIGER NIGERIA SENEGAL SIERRA LEONE TOGO TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
116
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI EXPORT 2005
2006 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE ALGERIA EGITTO LIBIA MAROCCO SUDAN TUNISIA TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
74.151 57.444 154.606 70.435 1.795 243.388 601.819
11.819 8.037 13.919 13.839 1.536 14.578 63.728
59.134 48.002 134.130 58.821 142 239.025 539.254
9.463 7.674 11.652 10.214 183 13.369 52.555
25,40 19,67 15,27 19,74 1.164,62 1,83 11,60
24,90 4,73 19,46 35,48 739,67 9,04 21,26
AFRICA OCCIDENTALE BENIN BURKINA FASO CAPO VERDE COSTA D’AVORIO GAMBIA GHANA GUINEA GUINEA - BISSAU MALI MAURITANIA NIGER NIGERIA SENEGAL SIERRA LEONE TOGO TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
593 3 22 3.411 2.183 81 52 257 13.769 3.106 331 148 23.956
68 5 16 624 793 34 25 48 14 4.584 618 146 41 7.016
447 6 117 3.895 292 1.017 352 4 347 21 732 10.798 3.188 304 194 21.714
107 1 65 633 128 247 61 11 77 68 116 3.226 769 51 54 5.614
32,45 -57,72 -81,00 -12,44 -100,00 114,61 -77,00 1.258,46 -26,11 -100,00 -99,97 27,52 -2,58 9,12 -23,33 10,33
-36,39 234,52 -75,09 -1,52 -100,00 221,56 -44,64 122,67 -37,64 -100,00 -87,82 42,07 -19,59 183,85 -24,34 24,97
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE ANGOLA CAMERUN CONGO ERITREA ETIOPIA GABON GIBUTI GUINEA EQUATORIALE KENIA MADAGASCAR MALAWI MAURIZIO MOZAMBICO NAMIBIA SEYCHELLES E DIPENDENZE SOMALIA SUD AFRICA TANZANIA UGANDA ZAIRE ZAMBIA ZIMBABWE TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
365 1.884 580 191 132 1.032 99 625 164 21 107 27 26 26 1 5.112 253 31 41 41 10.758
285 432 550 191 22 793 60 562 160 32 134 14 7 14 2 3.062 181 11 23 18 6.553
76 1.919 597 14 186 733 203 36 54 176 65 5.832 423 25 57 30 10.426
30 589 719 3 29 427 260 35 19 109 34 3.203 326 4 16 31 5.834
383,20 -1,78 -2,83 1.288,82 -28,95 40,75 0,00 208,45 356,87 -61,28 0,00 -39,30 -58,64 0,00 0,00 0,00 -12,35 -40,12 21,52 -28,60 0,00 34,61 3,18
861,27 -26,64 -23,47 5.791,40 -25,37 85,57 0,00 116,03 354,35 64,84 0,00 23,03 -58,41 0,00 0,00 0,00 -4,41 -44,52 186,62 50,28 0,00 -41,23 12,32
636.533
77.297
571.394
64.003
11,40
20,77
TOTALE AFRICA
117
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
IMPORT 2005
2006 Tonn. AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE CANADA STATI UNITI D’AMERICA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
5.184 28.316 33.500
2.565 14.004 16.569
9.685 37.029 46.714
5.212 13.596 18.808
-46,47 -23,53 -28,29
-50,78 3,00 -11,91
AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANGUILLA ANTIGUA E BARBUDA ARGENTINA ARUBA BAHAMAS BARBADOS BERMUDE BOLIVIA BRASILE CILE COLOMBIA COSTARICA CUBA ECUADOR EL SALVADOR GIAMAICA GRENADA GUATEMALA HONDURAS ISOLA BONAIRE ISOLE CAYMAN ISOLE TURKS E CAICOS ISOLE VERGINI BRITANNICHE ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI MESSICO MONTSERRAT NICARAGUA PANAMA PARAGUAY PERU’ REPUBBLICA DOMINICANA SAN VINCENZO SANTA LUCIA TRINIDAD E TOBAGO URUGUAY VENEZUELA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
42.178 52 434 431.362 504 23 329 96 52 7.802 27 5 1.797 2 1.178 10 485.851
6.410 6 308 110.481 89 5 45 32 5 2.072 7 8 320 4 264 2 120.058
70.065 335 289.931 39 17 16 165 19 32 8.978 108 50 789 1.024 517 372.085
10.107 335 73.929 25 9 2 70 9 8 2.061 25 8 181 240 131 87.140
0,00 0,00 -39,80 0,00 0,00 0,00 0,00 29,66 48,78 1.177,42 37,66 0,00 1.966,96 0,00 0,00 0,00 0,00 -41,56 0,00 0,00 0,00 169,70 -100,00 0,00 -13,10 -75,05 0,00 0,00 -89,98 127,67 0,00 0,00 0,00 0,00 14,98 -98,14 30,58
0,00 0,00 -36,58 0,00 0,00 0,00 0,00 -7,93 49,44 255,57 -48,31 0,00 2.628,11 0,00 0,00 0,00 0,00 -54,08 0,00 0,00 0,00 -50,58 -100,00 0,00 0,57 -69,78 0,00 0,00 3,92 76,44 0,00 0,00 0,00 0,00 10,37 -98,23 37,78
TOTALE AMERICA
519.351
136.627
418.799
105.948
24,01
28,96
118
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
EXPORT 2005
2006 Tonn. AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE CANADA STATI UNITI D’AMERICA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANGUILLA ANTIGUA E BARBUDA ARGENTINA ARUBA BAHAMAS BARBADOS BERMUDE BOLIVIA BRASILE CILE COLOMBIA COSTARICA CUBA ECUADOR EL SALVADOR GIAMAICA GRENADA GUATEMALA HONDURAS ISOLA BONAIRE ISOLE CAYMAN ISOLE TURKS E CAICOS ISOLE VERGINI BRITANNICHE ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI MESSICO MONTSERRAT NICARAGUA PANAMA PARAGUAY PERU’ REPUBBLICA DOMINICANA SAN VINCENZO SANTA LUCIA TRINIDAD E TOBAGO URUGUAY VENEZUELA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD TOTALE AMERICA
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
40.541 588.370 628.911
35.856 554.996 590.852
45.621 529.285 574.906
39.596 531.757 571.353
-11,14 11,16 9,39
-9,44 4,37 3,41
42 53 4.352 294 245 142 44 40.123 2.756 3.009 95 273 793 42 173 106 200 416 393 6 40 10.138 54 3 4.117 892 3.165 149 205 245 1.169 11.619 85.353
37 53 1.944 480 393 213 17 8.715 1.156 1.094 95 267 429 27 165 72 108 337 420 17 58 6.589 42 6 1.633 526 1.101 184 282 151 466 4.756 31.833
2 12 5.066 23 47 299 243 125 36.247 2.981 3.389 206 179 1.383 93 271 21 41 109 150 405 16 19 36 9.137 54 60 1.782 9 875 1.180 105 43 212 1.086 10.275 76.181
1 25 2.123 7 118 565 317 31 6.550 1.340 1.216 155 300 518 23 194 13 30 66 74 499 58 18 42 5.410 29 60 978 8 482 697 201 68 120 423 3.526 26.285
2.505,00 358,38 -14,10 -100,00 522,74 -18,01 -41,56 -64,51 10,69 -7,52 -11,21 -53,76 52,53 -42,67 -54,41 -36,25 -100,00 157,56 83,01 177,46 -2,95 -100,00 -67,13 12,76 10,95 -0,65 -94,59 131,00 -100,00 1,89 168,27 41,19 375,22 15,78 7,63 13,08 12,04
3.006,96 115,05 -8,45 -100,00 307,89 -30,47 -32,88 -45,89 33,06 -13,73 -10,04 -38,68 -11,22 -17,20 15,40 -14,80 -100,00 138,97 61,89 358,00 -15,81 -100,00 -4,52 36,08 21,79 43,03 -90,60 66,98 -100,00 9,15 57,95 -8,22 312,23 26,53 10,27 34,88 21,11
714.264
622.685
651.087
597.638
9,70
4,19
119
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI IMPORT 2005
2006 Tonn. ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE ARABIA SAUDITA BAHRAIN EMIRATI ARABI UNITI GAZA E GERICO GIORDANIA IRAK IRAN ISRAELE KUWAIT LIBANO OMAN QATAR SIRIA YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
27.658 62 2.964 39 47.826 3.840 13.180 250 1.075 96.894
6.533 1 93 503 22 16.357 1.435 1.892 198 119 27.153
41.780 132 2.121 137 41.834 4.172 40 6.558 55 1.699 98.528
9.969 159 402 25 12.295 1.960 6 849 27 178 25.870
-33,80 0,00 -53,03 39,76 -71,36 0,00 14,32 -7,96 -100,00 100,98 353,70 0,00 -36,71 0,00 -1,66
-34,46 0,00 -41,22 25,11 -10,62 0,00 33,05 -26,77 -100,00 122,75 620,00 0,00 -32,81 0,00 4,96
ESTREMO ORIENTE AFGANISTAN BANGLADESH BHUTAN BRUNEI CAMBOGIA (CAMPUCEA) CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD FILIPPINE GIAPPONE HONG KONG INDIA INDONESIA LAOS MACAO MALAYSIA MALDIVE NEPAL PAKISTAN SINGAPORE SRI LANKA TAILANDIA TAIWAN VIETNAM TOTALE ESTREMO ORIENTE
202.720 127 261 976 3 531.850 661 209 5.116 2.930 311 660 18.540 764.364
42.535 134 375 220 60 107.553 478 28 1 1.409 7 782 155 431 2.627 156.795
196.719 36 419 41 172 528.697 573 460 11 4.424 1 1.034 68 568 12.671 745.894
4 39.952 53 429 37 90 96.183 433 88 5 1.132 4 305 139 513 1.936 141.303
0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 3,05 0,00 254,24 -37,62 2.283,89 -97,98 0,60 15,36 0,00 -100,00 1.740,81 0,00 0,00 15,65 -30,52 183,48 358,99 16,21 46,31 2,48
0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 6,46 0,00 152,75 -12,59 499,76 -33,04 11,82 10,39 0,00 -100,00 528,06 0,00 0,00 24,55 55,94 156,84 11,33 -16,01 35,73 10,96
TOTALE ASIA
861.258
183.948
844.422
167.173
1,99
10,04
120
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI EXPORT 2005
2006 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE ARABIA SAUDITA BAHRAIN EMIRATI ARABI UNITI GAZA E GERICO GIORDANIA IRAK IRAN ISRAELE KUWAIT LIBANO OMAN QATAR SIRIA YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
126.482 3.044 86.196 63 47.068 322 19.915 49.816 51.408 1.351 12.663 48.937 2.885 450.150
42.200 2.162 55.364 10 3.385 252 5.138 21.237 7.606 1.290 9.462 3.568 879 152.553
156.191 1.337 107.533 2.857 47.795 2.760 87 44.831 41.097 54.374 1.871 16.183 47.285 3.871 528.072
48.160 645 33.689 71 3.291 180 225 5.428 16.647 8.437 1.142 11.535 3.090 1.212 133.752
-19,02 127,64 -19,84 -97,80 -1,52 -100,00 270,64 -55,58 21,22 -5,45 -27,79 -21,75 3,49 -25,47 -14,76
-12,38 235,20 64,34 -85,93 2,85 -100,00 12,15 -5,33 27,57 -9,85 12,99 -17,97 15,47 -27,43 14,06
ESTREMO ORIENTE AFGANISTAN BANGLADESH BHUTAN BRUNEI CAMBOGIA (CAMPUCEA) CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD FILIPPINE GIAPPONE HONG KONG INDIA INDONESIA LAOS MACAO MALAYSIA MALDIVE NEPAL PAKISTAN SINGAPORE SRI LANKA TAILANDIA TAIWAN VIETNAM TOTALE ESTREMO ORIENTE
3.004 274 726 161 241.208 175 19.099 105 23.253 30.983 93.808 15.659 767 2.927 939 1.785 4.222 13.067 8.011 46.422 389 506.984
354 64 1.042 302 41.865 469 15.622 50 17.785 14.558 21.867 9.891 492 1.094 138 601 3.750 2.613 6.623 12.037 217 151.434
9 2.305 63 264 7 156.421 26.624 242 29.482 39.120 68.956 16.238 54 658 4.116 1 395 1.649 10.755 7.494 7.852 43.798 98 416.601
37 261 35 337 26 27.161 18.233 129 22.307 15.891 15.631 8.824 11 324 950 24 62 582 10.101 1.447 5.789 11.213 57 139.432
-100,00 30,31 335,43 174,80 2.350,90 54,20 0,00 -28,27 -56,62 -21,13 -20,80 36,04 -3,57 -100,00 16,63 -28,89 -100,00 137,80 8,24 -60,74 74,36 2,02 5,99 295,29 21,70
-100,00 35,92 80,09 209,10 1.045,90 54,14 0,00 -14,32 -61,15 -20,27 -8,39 39,90 12,09 -100,00 51,87 15,13 -100,00 120,66 3,27 -62,88 80,62 14,41 7,35 282,43 8,61
TOTALE ASIA
957.134
303.987
944.673
273.184
1,32
11,28
121
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI IMPORT 2005
2006 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. ASSENTE AUSTRALIA FIGI GUAM MARIANNE SETTENTRIONALI NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA TOTALE ASSENTE
5.375 5.375
1.983 1.983
6.099 6.099
1.947 1.947
-11,86 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -11,87
1,87 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1,85
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
5.375
1.983
6.099
1.947
-11,87
1,85
DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE
14 14
2 2
-
-
0,00 0,00
0,00 0,00
TOTALE DIVERSI
14
2
-
-
0,00
0,00
3.134.236
624.648
3.024.808
552.169
3,62
13,13
TOTALE GENERALE
122
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI EXPORT 2005
2006 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. ASSENTE AUSTRALIA FIGI GUAM MARIANNE SETTENTRIONALI NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA TOTALE ASSENTE
21.567 8 2 1.933 152 23.662
24.448 21 1 3 2.016 119 26.608
20.680 10 2 1 2 2.182 74 20 22.971
23.060 30 16 10 3 2.358 27 10 25.514
4,29 -16,84 -28,02 -100,00 -100,00 -11,41 103,93 -100,00 3,01
6,02 -29,45 -93,95 -100,00 -9,61 -14,49 335,61 -100,00 4,29
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
23.662
26.608
22.971
25.514
3,01
4,29
DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE
2 2
103 103
6 6
1.480 1.480
-60,95 -66,67
-93,04 -93,04
TOTALE DIVERSI
2
103
6
1.480
-66,67
-93,04
4.822.081
1.910.661
4.774.149
1.776.945
1,00
7,53
TOTALE GENERALE
123
TAV 4 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
2006
MACCHINE IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 758 4.373
MACCHINE DA TAGLIO
924
Valore 000€ 6.443
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA
149
1.181
109
1.175 2.248
14.019 21.643
663 1.530
Tonn.
MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
2006
22.202 8.437
88.132
8.246
26.676 57.315
214.569 442.418
25.191 54.545
Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
124
Quantità
Valore
21,90
47,36
794
36,70
48,65
7.172 12.339
77,23 46,93
95,46 75,40
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 21.108 145.010
Valore 000€ 139.717
Differenza in %
Differenza in % Quantità
Valore
5,18
-3,65
79.132
2,32
11,37
201.552 425.694
5,90 5,08
6,46 3,93
TAV 5A ITALIA - EUROPA ANNO 2005/2006
MACCHINE
2006
IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 413 2.848
MACCHINE DA TAGLIO
581
Valore 000€ 5.159
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA
100
851
70
752 1.433
11.351 17.361
459 942
EUROPA
MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
Tonn.
2006 EUROPA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
10.137 3.512
41.620
2.918
7.819 21.468
82.324 192.281
7.962 18.257
Tonn.
Quantità
Valore
40,68
81,12
609
42,86
39,81
5.933 9.390
63,83 52,12
91,32 84,89
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 7.377 55.187
Valore 000€ 68.337
Differenza in %
Differenza in % Quantità
Valore
37,41
23,83
33.879
20,36
22,85
78.034 167.100
-1,80 17,59
5,50 15,07
125
TAV 5B ITALIA - UNIONE EUROPEA ANNO 2005/2006
2006 UNIONE EUROPEA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
MACCHINE
IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 363 2.575
530
Valore 000€ 3.561
51
558
33
567 1.148
8.029 12.148
349 745
Tonn.
2006
MACCHINE DA TAGLIO
5.547
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA
2.528
32.558
1.929
4.564 12.639
55.664 131.305
4.510 10.868
UNIONE EUROPEA
MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
126
Tonn.
Quantità
Valore
46,01
38,28
409
54,55
36,40
4.780 7.764
62,46 54,09
67,96 56,46
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 4.429 35.020
Valore 000€ 43.083
Differenza in %
Differenza in % Quantità
Valore
25,24
23,02
23.727
31,05
37,22
52.930 111.677
1,20 16,30
5,17 17,58
TAV 5C ITALIA - ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO ANNO 2005/2006
2006
IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 50 273
MACCHINE DA TAGLIO
51
Valore 000€ 1.598
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA
49
293
37
185 285
3.322 5.213
110 197
ALTRI PAESI D`EUROPA
MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
Tonn.
2006 ALTRI PAESI D`EUROPA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
4.590 984
9.062
990
3.254 8.828
26.660 60.976
3.452 7.390
Tonn.
Differenza in % Quantità
Valore
2,00
485,25
200
32,43
46,79
1.153 1.626
68,18 44,67
188,18 220,68
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 2.948 20.167
Valore 000€ 25.254
MACCHINE
Differenza in % Quantità
Valore
55,70
25,23
10.152
-0,61
-10,73
25.104 55.423
-5,74 19,46
6,20 10,02
127
TAV 5D ITALIA - AFRICA ANNO 2005/2006
MACCHINE
2006 AFRICA MACCHINE DA TAGLIO
24
Valore 000€ 30
0
0
0
32 56
74 104
29 52
Tonn.
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 23 25
2006
MACCHINE DA TAGLIO
2.544
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA
1.069
5.588
605
MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
4.278 7.891
18.063 33.202
5.001 7.926
AFRICA
128
Tonn.
Quantità
Valore
4,35
17,91
0
0,00
0,00
74 99
10,35 7,69
-0,90 3,86
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 2.320 10.635
Valore 000€ 9.551
Differenza in %
Differenza in % Quantità
Valore
9,66
-10,20
2.386
76,69
134,16
23.426 36.447
-14,46 -0,44
-22,89 -8,91
TAV 5E ITALIA - AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2005/2006
2006 AMERICA SETTENTRIONALE MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 36 299
34
Valore 000€ 161
0
19
17
41 75
645 825
10 63
Tonn.
2006
MACCHINE DA TAGLIO
2.087
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA
1.476
20.631
1.210
MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
2.416 5.979
31.158 76.118
1.847 4.856
Tonn.
Differenza in % Quantità
Valore
-5,56
-45,98
114
-100,00
-83,21
213 626
310,00 19,05
202,60 31,84
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 1.799 22.893
Valore 000€ 24.329
AMERICA SETTENTRIONALE
MACCHINE
Differenza in % Quantità
Valore
16,01
6,27
14.292
21,98
44,35
23.153 60.338
30,81 23,13
34,58 26,15
129
TAV 5F ITALIA - AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2005/2006
2006 AMERICA CENTRALE E DEL SUD MACCHINE DA TAGLIO
IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 27 43
8
Valore 000€ 55
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA
0
0
5
MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
0 8
0 55
0 32
Tonn.
2006 AMERICA CENTRALE E DEL SUD MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
130
1.644 809
5.475
1.125
2.529 4.982
15.780 27.663
1.956 5.256
Tonn.
Differenza in % Quantità
Valore
-70,37
26,74
12
-100,00
-100,00
4 59
0,00 -75,00
-100,00 -6,34
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 2.175 9.729
Valore 000€ 6.408
MACCHINE
Differenza in % Quantità
Valore
-24,41
-34,14
6.154
-28,09
-11,04
12.643 28.526
29,29 -5,21
24,82 -3,03
TAV 5G ITALIA - VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2005/2006
2006
IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 26 128
MACCHINE DA TAGLIO
32
Valore 000€ 156
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA
28
250
0
MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
19 79
13 419
21 47
VICINO E MEDIO ORIENTE
Tonn.
2006 VICINO E MEDIO ORIENTE MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
2.661 773
8.769
1.307
3.608 7.042
25.865 50.948
4.892 10.387
Differenza in % Quantità
Valore
23,08
21,52
0
0,00
0,00
153 281
-9,52 68,09
-91,41 48,83
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 4.188 31.640
Valore 000€ 16.314
Tonn.
MACCHINE
Differenza in % Quantità
Valore
-36,46
-48,44
15.065
-40,86
-41,79
39.173 85.878
-26,25 -32,20
-33,97 -40,67
131
TAV 5H ITALIA - ESTREMO ORIENTE ANNO 2005/2006
2006 ESTREMO ORIENTE MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
132
IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 233 1.029
232
Valore 000€ 858
21
61
18
331 584
1.915 2.834
144 395
Tonn.
2006 ESTREMO ORIENTE
MACCHINE
2.986 658
3.743
926
5.855 9.499
39.081 55.825
3.294 7.372
Tonn.
Quantità
Valore
-0,43
-16,57
60
16,67
1,43
793 1.882
129,86 47,85
141,41 50,61
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 3.152 13.610
Valore 000€ 13.001
Differenza in %
Differenza in % Quantità
Valore
-5,27
-4,47
5.113
-28,94
-26,80
21.572 40.295
77,75 28,85
81,17 38,54
TAV 5I ITALIA - AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2005/2006
2006 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. MACCHINE DA TAGLIO
13
Valore 000€ 25
0
0
0
0 13
21 46
0 0
Tonn.
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
2006 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. MACCHINE DA TAGLIO
IMPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 0 1
143
MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA
140
2.295
155
MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE
169 452
2.234 6.301
239 490
Tonn.
Differenza in % Quantità
Valore
0,00
3268,41
0
0,00
0,00
1 2
0,00 0,00
1397,38 2056,65
EXPORT 2005 Valore Tonn. 000€ 96 1.316
Valore 000€ 1.772
MACCHINE
Differenza in % Quantità
Valore
48,96
34,65
2.241
-9,68
2,41
3.474 7.031
-29,29 -7,76
-35,70 -10,39
133
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE IMPORT 2005
2006 Tonn. EUROPA UNIONE EUROPEA AUSTRIA BELGIO CIPRO DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D`EUROPA ALBANIA ARMENIA AZERBAIGIAN BELORUSSIA BOSNIA-ERZEGOVINA BULGARIA CROAZIA GEORGIA ISLANDA KAZAKISTAN KIRGHIZISTAN KOSOVO LIECHTENSTEIN MACEDONIA MOLDAVIA MONTENEGRO NORVEGIA ROMANIA RUSSIA SERBIA SERBIA E MONTENEGRO SVIZZERA TAGIKISTAN TURCHIA TURKMENISTAN UCRAINA UZBEKISTAN TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA TOTALE EUROPA
134
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
123 54 26 234 361 4 81 31 23 20 18 1 165 8 1.149
2.210 1.520 1 332 1.057 3.658 40 611 392 415 60 254 12 1.374 212 12.148
43 17 136 153 31 42 107 5 43 1 5 153 9 745
1.087 193 2 948 2.705 190 262 525 54 613 17 26 964 179 7.765
188,20 224,03 0,00 -7,50 0,00 13.490,53 71,98 135,63 0,00 0,00 0,00 0,00 161,37 0,00 -26,05 -78,90 285,51 -57,25 0,00 -100,00 -77,86 7,62 -16,53 0,00 54,23
103,32 686,40 0,00 96,00 0,00 22.010,53 11,57 35,23 0,00 0,00 0,00 0,00 221,36 0,00 49,73 -20,91 10,84 -58,56 0,00 -100,00 -52,19 42,53 18,18 0,00 56,45
1 1 15 6 5 4 8 226 19 2 287
16 7 4 237 362 16 18 1 13 4.383 111 46 5.214
1 7 31 1 1 8 2 2 119 22 2 196
74 61 53 77 1 27 21 32 1.084 193 3 1.626
17,90 0,00 0,00 0,00 0,00 -89,75 -52,18 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 351,86 -100,00 0,00 0,00 -45,39 51,14 -99,51 0,00 0,00 90,66 0,00 -14,35 0,00 -15,00 0,00 46,43
-78,92 0,00 0,00 0,00 0,00 -94,07 349,17 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 367,81 -100,00 0,00 0,00 -41,26 -12,23 -96,48 0,00 0,00 304,26 0,00 -42,68 0,00 1.444,00 0,00 220,66
1.436
17.362
941
9.391
52,60
84,88
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE EXPORT 2005
2006 Tonn. EUROPA UNIONE EUROPEA AUSTRIA BELGIO CIPRO DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D`EUROPA ALBANIA ARMENIA AZERBAIGIAN BELORUSSIA BOSNIA-ERZEGOVINA BULGARIA CROAZIA GEORGIA ISLANDA KAZAKISTAN KIRGHIZISTAN KOSOVO LIECHTENSTEIN MACEDONIA MOLDAVIA MONTENEGRO NORVEGIA ROMANIA RUSSIA SERBIA SERBIA E MONTENEGRO SVIZZERA TAGIKISTAN TURCHIA TURKMENISTAN UCRAINA UZBEKISTAN TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA TOTALE EUROPA
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
97 1.166 120 99 46 67 1.029 837 935 476 18 14 67 25 265 799 806 937 128 26 98 4.006 546 33 12.640
1.034 12.023 1.211 684 715 728 12.609 9.934 9.707 4.326 182 154 453 354 2.691 6.341 7.328 14.094 1.601 293 1.291 42.087 1.123 342 131.305
98 438 100 64 31 74 1.062 889 742 278 15 10 35 40 270 273 1.030 1.516 72 43 196 3.478 90 24 10.868
1.075 5.650 1.051 809 318 851 12.617 10.084 8.140 2.770 130 137 394 644 3.011 2.035 7.826 17.638 1.039 141 1.372 32.521 1.171 255 111.679
-0,36 166,05 19,82 54,36 49,03 -9,53 -3,07 -5,82 26,07 70,90 20,07 35,06 91,77 -38,31 -1,84 192,78 -21,75 -38,20 76,75 -39,78 -49,93 15,19 508,51 35,45 16,31
-3,80 112,80 15,27 -15,48 125,09 -14,45 -0,06 -1,49 19,25 56,18 39,71 11,91 15,17 -44,94 -10,62 211,57 -6,36 -20,09 54,03 106,94 -5,88 29,42 -4,08 34,34 17,57
358 113 134 240 269 687 40 26 187 1 2 24 19 51 133 621 1.213 111 275 17 3.667 53 587 8.828
1.128 918 6 1.644 170 1.353 3.172 455 464 1.625 10 1 5 156 82 161 1.710 3.665 12.461 564 3.769 138 20.411 1.024 5.883 1 60.976
191 107 26 20 107 280 475 4 8 63 5 1 79 6 4 80 718 1.643 62 56 367 2.188 574 324 7.388
439 1.318 78 120 259 3.620 2.847 39 61 769 6 54 420 96 28 978 3.354 13.074 207 277 4.258 9 15.406 4.078 3.629 55.424
87,09 5,77 -98,75 576,57 123,60 -4,08 44,40 850,48 234,03 195,89 0,00 -62,26 -61,77 -69,87 191,58 1.293,81 67,18 -13,57 -26,15 80,09 -100,00 -25,13 7.883,72 67,58 0,00 2,18 -99,95 19,49
156,96 -30,35 -92,34 1.273,84 -34,27 -62,63 11,44 1.063,47 661,02 111,24 0,00 -85,00 -90,08 -62,82 -14,90 473,96 74,90 9,29 -4,69 172,30 -100,00 -11,48 1.363,96 32,49 0,00 44,28 -99,96 10,02
21.468
192.281
18.256
167.103
17,59
15,07
135
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE IMPORT 2005
2006 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE ALGERIA EGITTO LIBIA MAROCCO SUDAN TUNISIA TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
20 20
69 69
23 15 38
25 3 28
0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 -47,37
0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 146,43
-
-
-
-
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN CONGO ERITREA ETIOPIA GUINEA EQUATORIALE KENIA MADAGASCAR MALAWI MAURIZIO MOZAMBICO NAMIBIA SEYCHELLES E DIPENDENZE SUD AFRICA TANZANIA UGANDA ZAMBIA ZIMBABWE TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
36 36
35 35
14 14
71 71
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 157,14
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -50,70
TOTALE AFRICA
56
104
52
99
7,69
5,05
AFRICA OCCIDENTALE BENIN BURKINA FASO CAPO VERDE COSTA D’AVORIO GAMBIA GHANA MALI MAURITANIA NIGERIA SENEGAL TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
136
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE EXPORT 2005
2006 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE ALGERIA EGITTO LIBIA MAROCCO SUDAN TUNISIA TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
1.479 3.516 442 846 4 685 6.972
6.849 11.341 2.641 3.355 47 3.101 27.334
1.480 2.855 575 1.538 36 300 6.784
7.791 9.254 2.727 7.959 187 1.001 28.919
-0,08 23,15 -23,07 -44,98 -90,20 128,11 2,77
-12,09 22,55 -3,15 -57,85 -75,11 209,67 -5,48
AFRICA OCCIDENTALE BENIN BURKINA FASO CAPO VERDE COSTA D’AVORIO GAMBIA GHANA MALI MAURITANIA NIGERIA SENEGAL TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
1 6 2 21 5 4 188 45 272
8 58 19 12 55 41 735 68 996
137 6 2 2 2 37 129 9 324
877 49 1 2 35 327 795 6 2.092
0,00 -95,85 -69,75 989,47 -100,00 157,83 -100,00 0,00 46,63 379,31 -16,05
0,00 -93,40 -60,42 1.597,14 -100,00 60,62 -100,00 0,00 -7,49 1.078,50 -52,39
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN CONGO ERITREA ETIOPIA GUINEA EQUATORIALE KENIA MADAGASCAR MALAWI MAURIZIO MOZAMBICO NAMIBIA SEYCHELLES E DIPENDENZE SUD AFRICA TANZANIA UGANDA ZAMBIA ZIMBABWE TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
2 2 5 179 132 9 5 4 2 3 283 20 646
27 8 4 1.375 30 89 2 14 26 38 1 3.025 2 230 4.871
3 95 10 7 302 7 18 334 36 6 1 819
60 3 500 172 63 471 73 3 181 3.330 530 14 32 5 5.437
-17,67 733,00 0,00 88,99 1.260,73 30,53 -98,43 0,00 -71,02 -100,00 -81,76 0,00 -15,26 -100,00 -99,16 -100,00 6.733,33 -21,12
-54,62 218,65 0,00 175,12 -82,54 40,75 -99,65 0,00 -64,44 -100,00 -78,98 0,00 -9,16 -100,00 -81,77 -100,00 4.674,36 -10,41
7.890
33.201
7.927
36.448
-0,47
-8,91
TOTALE AFRICA
137
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE IMPORT 2005
2006 Tonn. AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE CANADA S.PIERRE E MIQUELON STATI UNITI D’AMERICA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
75 75
826 826
12 52 64
25 601 626
-100,00 0,00 44,44 17,19
-100,00 0,00 37,42 31,95
AMERICA CENTRALE E DEL SUD ARGENTINA ARUBA BERMUDE BOLIVIA BRASILE CILE
8 -
55 -
-
4 -
0,00 0,00 0,00 0,00 7.088,18 0,00
0,00 0,00 0,00 0,00 1.374,19 0,00
COLOMBIA COSTARICA CUBA DOMINICA ECUADOR GRENADA GUATEMALA HONDURAS ISOLA BONAIRE ISOLE TURKS E CAICOS ISOLE VERGINI BRITANNICHE MESSICO NICARAGUA PANAMA PARAGUAY PERU’ REPUBBLICA DOMINICANA TRINIDAD E TOBAGO URUGUAY VENEZUELA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
8
55
32 32
7 48 59
0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -75,00
0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -6,78
83
881
96
685
-13,54
28,61
TOTALE AMERICA
138
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE EXPORT 2005
2006 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE CANADA S.PIERRE E MIQUELON STATI UNITI D’AMERICA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
473 5.507 5.980
6.764 69.353 76.117
455 122 4.279 4.856
6.416 490 53.432 60.338
4,00 -100,00 28,68 23,15
5,43 -100,00 29,80 26,15
AMERICA CENTRALE E DEL SUD ARGENTINA ARUBA BERMUDE BOLIVIA BRASILE CILE
390 1.973 666
1.974 4 2 9.321 6.071
112 11 2.238 74
1.341 1 101 9.166 569
248,44 -100,00 0,00 -96,48 -11,82 802,45
47,17 -100,00 0,00 -98,46 1,69 966,12
COLOMBIA COSTARICA CUBA DOMINICA ECUADOR GRENADA GUATEMALA HONDURAS ISOLA BONAIRE ISOLE TURKS E CAICOS ISOLE VERGINI BRITANNICHE MESSICO NICARAGUA PANAMA PARAGUAY PERU’ REPUBBLICA DOMINICANA TRINIDAD E TOBAGO URUGUAY VENEZUELA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
364 5 3 24 148 12 3 990 13 1 243 52 93 4.980
368 99 40 296 1 457 132 2 41 4 6.899 122 3 10 465 580 13 760 27.664
52 1 17 23 3 117 1.801 142 51 259 6 350 5.257
490 14 125 64 49 2 873 11.386 4 1.120 258 2.263 72 626 28.524
601,97 -100,00 -73,34 0,00 2,60 0,00 5.302,77 0,00 -23,33 -97,61 0,00 -45,01 0,00 151,25 0,00 71,18 2,76 -99,94 -100,00 -73,45 -5,27
-24,77 -100,00 -21,16 0,00 362,38 0,00 824,92 0,00 -15,93 -95,29 0,00 -39,41 0,00 -33,91 0,00 -58,51 125,03 -99,44 -100,00 21,32 -3,02
10.960
103.781
10.113
88.862
8,38
16,79
TOTALE AMERICA
139
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE IMPORT 2005
2006 Tonn. ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE ARABIA SAUDITA BAHRAIN EMIRATI ARABI UNITI GAZA E GERICO GIORDANIA IRAK IRAN ISRAELE KUWAIT LIBANO OMAN QATAR SIRIA YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
18 19 42 79
5 68 346 419
32 11 5 48
109 130 42 281
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -41,53 298,95 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 64,58
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -38,12 165,24 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 49,11
ESTREMO ORIENTE BANGLADESH CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD FILIPPINE GIAPPONE HONG KONG INDIA INDONESIA MACAO MALAYSIA MALDIVE NEPAL PAKISTAN SINGAPORE SRI LANKA TAILANDIA TAIWAN VIETNAM TOTALE ESTREMO ORIENTE
503 36 5 2 38 584
1.332 15 1.154 74 58 199 3 2.835
318 62 5 8 1 394
827 950 21 77 7 1.882
0,00 58,30 0,00 0,00 0,00 -42,71 0,00 0,00 0,00 0,00 657,69 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 -68,37 0,00 48,22
0,00 61,10 0,00 0,00 0,00 21,48 0,00 0,00 0,00 0,00 840,55 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 -60,06 0,00 50,64
TOTALE ASIA
663
3.254
442
2.163
50,00
50,44
140
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE EXPORT 2005
2006 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE ARABIA SAUDITA BAHRAIN EMIRATI ARABI UNITI GAZA E GERICO GIORDANIA IRAK IRAN ISRAELE KUWAIT LIBANO OMAN QATAR SIRIA YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
1.678 34 365 26 563 30 2.249 499 126 422 686 109 170 87 7.044
9.350 210 2.822 9 1.984 161 25.263 1.962 677 470 6.210 413 1.102 313 50.946
1.462 24 522 61 210 162 4.842 1.123 25 166 959 164 625 43 10.388
6.993 184 3.928 210 756 110 55.001 7.914 272 289 6.467 714 2.548 492 85.878
14,77 44,20 -30,01 -58,20 168,24 -81,77 -53,56 -55,56 394,39 154,78 -28,43 -33,64 -72,80 100,69 -32,19
33,70 14,34 -28,16 -95,57 162,55 46,13 -54,07 -75,21 149,12 62,55 -3,96 -42,07 -56,75 -36,38 -40,68
ESTREMO ORIENTE BANGLADESH CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD FILIPPINE GIAPPONE HONG KONG INDIA INDONESIA MACAO MALAYSIA MALDIVE NEPAL PAKISTAN SINGAPORE SRI LANKA TAILANDIA TAIWAN VIETNAM TOTALE ESTREMO ORIENTE
1 778 104 23 750 6.079 851 52 497 27 131 100 105 9.498
41 6.306 1.033 277 3.296 32.668 4.128 1.684 2 2.083 176 8 724 2.397 1.003 55.826
77 1.174 8 281 123 22 4.391 403 14 84 191 10 23 142 16 411 7.370
439 5.582 20 1.818 2 3.230 246 19.349 3.647 153 1.998 1 1.413 199 247 654 281 1.016 40.295
-98,99 -33,76 -100,00 -62,92 -100,00 -81,62 3.287,17 38,45 111,29 -100,00 -37,49 0,00 -100,00 159,73 172,78 -99,05 -7,86 534,47 -74,56 28,87
-90,76 12,96 -100,00 -43,15 -100,00 -91,43 1.242,24 68,83 13,18 -100,00 -15,68 0,00 -100,00 47,47 -11,67 -96,77 10,62 752,10 -1,33 38,54
16.542
106.772
17.758
126.173
-6,85
-15,38
TOTALE ASIA
141
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE IMPORT 2005
2006 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. ASSENTE AUSTRALIA FIGI NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA SAMOA AMERICANA VANUATU TOTALE ASSENTE
13 13
46 46
-
2 2
38.467,65 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
2.056,65 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2.200,00
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
13
46
-
2
0,00
2.200,00
DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE
-
-
-
-
0,00 0,00
0,00 0,00
TOTALE DIVERSI
-
-
-
-
0,00
0,00
2.251
21.647
1.531
12.340
47,03
75,42
TOTALE GENERALE
142
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE EXPORT 2005
2006 Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in % 000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. ASSENTE AUSTRALIA FIGI NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA SAMOA AMERICANA VANUATU TOTALE ASSENTE
411 2 38 1 452
5.765 30 3 498 4 6.300
394 96 490
5.844 2 1.182 2 7.030
4,37 761,29 0,00 -60,21 -100,00 0,00 -7,76
-1,35 1.467,55 0,00 -57,85 -100,00 0,00 -10,38
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
452
6.300
490
7.030
-7,76
-10,38
DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE
1 1
82 82
1 1
79 79
8,99 0,00
3,52 3,80
TOTALE DIVERSI
1
82
1
79
0,00
3,80
57.313
442.417
54.545
425.695
5,08
3,93
TOTALE GENERALE
143
10.000.000
1.000.000
100.000
10.000
1.000
100
10
1 ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA FRANCIA
MARMO GREZZI + LAVORATI
GERMANIA GIAPPONE GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO NORVEGIA PAESI BASSI
EXPORT
POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA SUD AFRICA SVEZIA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA
2004 2005 2006
144
10.000.000
1.000.000
100.000
10.000
1.000
100
10
1 ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA
GRANITO GREZZI + LAVORATI
FRANCIA GERMANIA GIAPPONE GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO NORVEGIA PAESI BASSI
EXPORT
POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA SUD AFRICA SVEZIA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA
2004 2005 2006
145
10.000.000
1.000.000
100.000
10.000
1.000
100
10
1 ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GIAPPONE
TOTALE GREZZO
GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO
EXPORT
NORVEGIA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA SUD AFRICA SVEZIA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA
2004 2005 2006
146
100.000.000
10.000.000
1.000.000
100.000
10.000
1.000
100
10
1 ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA
TOTALE LAVORATI RIPORTATI A GREZZO
EGITTO FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GIAPPONE GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO NORVEGIA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO
EXPORT
REGNO UNITO REPUBBLICA CECA RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA SUD AFRICA SVEZIA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA
2004 2005 2006
147
148
BREVE DIZIONARIO DEI TERMINI PIù USATI BRIEF DICTIONARY OF MOST USED TERMS BREVE GLOSSARIO DE LAS PALABRAS MÁS USADAS Marmo blocchi e lastre Granito blocchi e lastre Marmo lavorati Granito lavorati Altri/altre pietre Ardesia grezza Ardesia lavorata Granulati e polveri
Marble, blocks and slabs Granite, blocks and slabs Processed marble Processed granite Others/other stones Raw slate Processed slate Chips and powders
Mármol, bloques y tableros Granito, bloques y tableros Mármol elaborado Granito elaborado Otras piedras Pizarra en bruto Pizarra elaborada Granulados y en polvo
Macchine da taglio Macchine da lavorazione e lucidatura Frantoi Macchine per mattonelle sintetiche Lapidei Macchine
Cutting equipments Working and polishing equipments Crushing plants Synthetic tiles plants sintéticas Stone materials Machinery
Máquinas cortadoras Máquinas para la elaboración y el pulido Trituradoras Maquinaria para baldosas synthétiques Piedras Maquinaria
Grezzo Raw Riportato a grezzo Blocks equivalent Produzione Quarried materials Quantità Quantities Valori (mgl euro) Values (thousand euros) Anno/anni Year/years UE/Unione Europea Nord America Centro e Sud America Vicino e Medio Oriente Estremo Oriente Altre aree/Altri Paesi Resto del Mondo
Bruto Equivalente en bloques Producción Cantidades Valores (en miles de Euros) Año/años
European Union UE/Unión Europea North America Norteamérica Central and Centro y Sudamérica South America Middle East Medio Oriente Far East Extremo Oriente Other regions/Other Otras regiones/ Countries Otros Países Rest of the World Resto del mundo
149
Indice S. Napoli:
Stone Sector 2006, industria italiana e congiuntura internazionale Countries’ profiles Cile India Turchia Allegato statistico Avvertenze per le tavole statistiche Indice delle tavole statistiche allegate Tavole statistiche
Breve dizionario italiano/inglese/spagnolo dei termini più usati
5 63 69 75 81 83 89 91 149
Summary S. Napoli:
Stone Sector 2006, Italian Industry and International Trends Countries’ profiles Chile India Turkey Statistical annex Notes on statistical tables Annexed statistical tables index Statistical tables
Brief dictionary of most used terms
23 65 71 77 81 85 89 91 149
Indice S. Napoli:
Stone Sector 2006, la Industria Italiana y la Coyuntura Internacional Countries’ profiles Chile India Turquia Anexo estadístico Notas para la consulta de las tablas estadísticas Indice de las tablas estadísticas annexas Tablas estadísticas
Glosario breve italiano/inglés/español de las palabras más usadas
41 67 73 79 81 87 89 91 149
151
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