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Comici Giorgio Panariello

“Una risata può essere una cosa molto potente. A volte nella vita è l’unica arma che ci rimane”. Il filosofo è Roger Rabbit: un coniglio animato figlio della Disney, d’accordo, ma anzitutto un comico il cui solo obiettivo, a dispetto di tutto e tutti, è far ridere la gente. Difficile pensare che Giorgio Panariello abbia orientato la sua carriera su propositi differenti. Sin dagli inizi, infatti, la sua ironia contagiosa è arrivata al pubblico nel modo più diretto e genuino possibile, tanto che l’attore – per chi lo segue dai primi passi – sembra quasi uno di famiglia. Parola d’ordine, dunque, leggerezza: essenziale per scrollarci di dosso il peso dell’ansia da pandemia. Impresa che pare meno problematica se ad aiutarci c’è chi questa leggerezza sembra avercela nell’anima e oggi è pronto a ripercorrere con noi il proprio percorso attraverso il tour teatrale La favola mia. Uno spettacolo che ha faticato ad arrivare in scena perché bloccato dal lockdown, ma adesso finalmente pronto a riportare gli spettatori in teatro. Da gennaio a marzo, una full immersion nel meglio del repertorio di Panariello, che racconta i 20 anni che lo hanno visto protagonista in tutti i contesti dell’intrattenimento, con quella comicità amichevole e mai sboccata e la tipica guasconeria toscana a dare ancora più brio. Il tour avrebbe dovuto coincidere con i festeggiamenti del 60mo compleanno di Panariello: il traguardo ideale per guardarsi indietro con una consapevolezza diversa, la stessa che lo ha portato a scrivere un libro molto personale intitolato Io sono mio fratello: un racconto intenso e autentico che esplora una parentesi dolorosa nella vita dell’attore come la morte del fratello Franco. Un viaggio, quello del libro, di profonda introspezione che non ha comunque fermato la voglia di divertire e divertirsi. La favola mia, infatti, ha avuto un suo antipasto estivo, Story, sorta di spin-off strutturato come un lungo monologo composto da tutto quel materiale “extra” rimasto fuori dalla scrittura principale. Gag, improvvisazioni ma anche molte note autobiografiche (la scuola, le aspirazioni, la scuola alberghiera, la vendita delle pentole a domicilio…) in un racconto intimo dedicato a chi conosce Panariello ma non sa nulla di Giorgio. Intorno, una scenografia ridotta al minimo con pochi elementi, un semplice sgabello al centro del palco e la capacità trasformativa del protagonista. Ora, invece, siamo al piatto forte e lo show – oltre 30 repliche sui principali palcoscenici italiani - è un’occasione imperdibile per riscoprire i grandi classici del repertorio di Panariello. Esempi? Renato Zero, imitazione ormai cult, il bambino Simone, l’ubriaco Merigo, il vecchietto Raperino o il paffuto bagnino Mario, quest’ultimo ispirato agli anni vissuti in Versilia. Tutte reincarnazioni a cui il comico ha dichiarato più volte di essere ugualmente affezionato, perché collegate a momenti precisi della sua vita o ad aneddoti poi diventati fonte d’ispirazione (come la signora Italia, ispirata a una cliente abituale di una sua amica parrucchiera di Prato). Giusto, allora, omaggiarle e raccontarle una per una, per ripartire insieme al proprio pubblico con tante risate, un pizzico di irriverenza e attualità. (a.f.)

info

& date La favola mia

21 e 22 gennaio Cascina (Pi), Città del Teatro 24 gennaio Colle Val D’Elsa (Si), Teatro del Popolo 25 gennaio Pisa, Teatro Verdi 26 gennaio Rimini, Teatro Galli 29 gennaio Senigallia (An), Teatro La Fenice 30 gennaio Assisi (Pg), Teatro Lyrick

Tutte le altre date su www.ticketone.it

G I O R G I O P A N A R I E L L O

L’attore porta finalmente nei teatri di tutta Italia La favola mia. Un tour di oltre 30 repliche che racconta e omaggia tutto il suo repertorio di irresistibili personaggi

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