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Marco Borradori: il sindaco di tutti

Marco era sportivo e amava tutto ciò che era legato allo sport. Nella foto durante la conferenza stampa di presentazione dell’amichevole di prestigio con l’Inter al Casinò di Lugano. D’altronde era un convinto sostenitore che lo sport potesse dare lustro e visibilità a Lugano.

Alla fiera iViaggiatori di Lugano Il Municipio festeggia la squadra di pallanuoto Lugano. La Società più vincente del Ticino con 8 Coppe Svizzere e ben 17 titoli nazionali.

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A tavola con... Marco Borradori Servizio a cura di David Camponovo

Cari lettori,

tinotte.ch 45

Le risorse finanziarie e una situazione finanziaria sana costituiscono il carburante per un ente pubblico. Definito (e conseguito) l’obiettivo prioritario, ci siamo dedicati al dopo-aggregazioni. La fase aggregativa, avviatasi nel 2004, si è conclusa nel 2013. Ci siamo concentrarti sull’amministrazione, dando ordine alla struttura organizzativa e, appunto, amministrativa. E, ovviamente, con un occhio di particolare riguardo sugli ex comuni, ora quartieri, che andavano e vanno integrati con attenzione e sensibilità nel tessuto cittadino per farli sentire parte integrante della città. La riforma dell’amministrazione l’abbiamo praticamente conclusa. Ci saranno delle fasi ulteriori, ma il grosso è stato fatto. E’ stato, secondo me, un progetto decisivo e lungimirante che ha richiesto molto impegno da parte di tutti, collaboratori e personale compresi; alla fine, ritengo che il risultato sia molto buono e permetta alla città di lavorare con un metodo nuovo per il futuro. Abbiamo poi costituito un Ufficio quartieri ben strutturato, che funziona, interagisce in modo costante e puntuale con i quartieri, con i rappresentanti delle commissioni di quartiere e con la popolazione. Il lavoro comincia a dare i suoi frutti ma, sono sicuro, in futuro le cose andranno ancora meglio! Laddove ci sono ex comuni che hanno ancora dei problemi, sono fiducioso che questi potranno essere risolti in tempi abbastanza brevi. La legislatura che sta per finire e quella che comincerà vedranno occupata la città su alcuni grandi progetti. Poiché la situazione finanziaria negli scorsi anni si è come detto rivelata molto problematica, questi non potevano evidentemente essere affrontati subito. Alcune opere si sono potute iniziare, altre dovranno essere avviate e portate avanti a tappe, in modo tale che la popolazione veda che vi è la forte volontà di partire e raggiungere gli obiettivi prefissati. strutture all’altezza. Certo, abbiamo anche dei problemi, penso allo stadio che non è più al passo con i tempi e con le norme vigenti, penso alla mancanza di un palazzetto dello sport. La soluzione a questi problemi non avverrà in tempi brevi, bisogna essere onesti, richiederà ancora qualche anno, ma c’è. Si tratta del polo sportivo e degli eventi, che verrà realizzato a Cornaredo. E più in generale come vorresti che diventasse Lugano? Lugano ha tanti privilegi, una natura, una collocazione geografica e un paesaggio bellissimi, siamo su un’importante via di transito, fra Zurigo e Milano, abbiamo un alto grado di sicurezza, è una città in cui si vive molto bene. Parecchi stranieri, anche benestanti, hanno deciso di venire a vivere a Lugano perché vi si trovano a loro agio. A me spiace solo quando esco d’inverno e vedo la città vuota. Mi mette tristezza, la vorrei viva e pulsante tutto l’anno, con tanta gente nelle strade e sulle piazze. Marco svelaci qualche caratteristica che Ti ha permesso una così brillante carriera. Sono stato molto fortunato nella mia vita, ho vissuto situazioni e svolto professioni intense e appassionannti. Credo di avere la capacità di ascoltare, di entrare in sintonia con le persone che ho di fronte. La perseveranza e la pazienza sono doti che mi riconosco. Ho capito in fretta che in politica non si può purtroppo avere tutto e subito. E poi mi piace motivare le persone a lavorare con me e in gruppo. Sono convinto che da solo non si può fare molto.

A proposito di progetti come si posiziona Lugano nell’ambito delle sport e delle sue strutture?

“Lugano Città dello sport” non è un miraggio e neppure un vuoto slogan, ma è una realtà. Le strutture sportive a Lugano sono state più volte lodate e sono

Per concludere una curiosità, mai dispiaciuto di non aver praticato (a parte un breve periodo) la professione di avvocato per cui in fondo hai studiato.

Marco Borradori L’esperienza degli studi in diritto e quella dell’avvocatura, esercitata per cinque anni, mi ha insegnato molto. Mi ha preparato alla vita dandomi delle solide basi. Marco Borradori durante l’intervista presso il ristorante pizzeria Tango in Piazza Riforma a Lugano. gli orari, perché anche solo un attimo di ritardo può risultare decisivo. Le scelte più importanti, spessissimo, si fanno al La più importante è stata forse quando il Nano mi ha telefonato per chiedermi se volevo candidarmi nella lista della Lega per il Consiglio Nazionale del 1991. Mi ma lui, in pratica, ha deciso per me e ha scritto sul giornale che ero candidato. Io ero già pronto a prendere il treno e da lí è cambiata tutta la mia vita. Qualche mese prima, per contro, il Nano mi aveva chiesto se volevo entrare nella lista della Lega per il Consiglio di Stato e in quell’occasione ho preferito optare per una sosta. Ero molto tentato, ma non me la sentivo al cento per cento, non ero ancora del tutto convinto. Il secondo treno, sempre pilotato dal Nano, è stato quando nel 1995 c’era da allestire la lista per il Consiglio di Stato. Io stavo molto bene, avevo una vita che mi appagava, a Lugano in Municipio e a Berna in Consiglio Nazionale. Mi sembrava un momento in cui potevo fare esperienza, approfondire ciò che stavo svolgendo. Non avevo nessuna intenzione di candidarmi per altre cariche. Ma il Nano mi convinse a mettermi a disposizione dato che Flavio Maspoli, candidato naturale per il Consiglio di Stato, viveva una situazione piuttosto delicata, così sarei stato, secondo lui, pronto a subentrargli in caso di necessità. Io ho detto che andava bene, sapendo che avrebbe dovuto essere Maspoli il candidato numero uno. Questo è stato il secondo treno che ho preso, più per caso che per volontà. Non volevo necessariamente diventare Consigliere di Stato, ma poi le cose hanno preso una piega diversa da quella che immaginavo e io sono stato in Governo per diciotto anni. Il terzo treno che ho preso è stata la decisione più difficile, quella di scendere dal convoglio del Consiglio di Stato e tentare di diventare sindaco di Lugano. Era un rischio grandissimo perché Giudici era sindaco di Lugano da quasi trent’anni e aveva tutto un suo elettorato fedele, ma io ero convinto che quello fosse il momento giusto per tentare e l’ho detto al Nano, che all’inizio era un po’ tiepido, ma poi si convinse. In questo momento sono felice di essere a Lugano perché c’è un contatto ancora maggiore con la popolazione e con la città, è un grado di coinvolgimento decisamente superiore a quello che ho vissuto in Governo. A questo punto ne approfittiamo per chiedergli di spiegarci il suo modo di essere sindaco di Lugano. Questi tre anni di legislatura sono stati molto impegnativi ed intensi e credo che il municipio abbia lavorato bene, considerato anche che sin dall’inizio ci siamo trovati confrontati con una situazione finanziaria delicatissima. Ci siamo posti delle scadenze per risanare il bilancio e tutte le tappe intermedie stabilite le abbiamo sino ad oggi raggiunte. Questo ci lascia ben sperare di poter tornare al pareggio dei conti già nel 2018. Obiettivo vitale, perché si sa benissimo che una macchina senza benzina non può andare lontano. Ma, in fondo, non era quello che volevo fare veramente. La disciplina giuridica mi ha entusiasmato, soprattutto mi ha insegnato ad usare la logica. La professione, invece, non mi ha mai appassionato. La politica è giunta proprio nel momento in cui ero alla ricerca di nuovi stimuli e nuove soddisfazioni. Il Nano è arrivato al momento giusto per darmi la motivazione giusta! Come si vede, tutto il mio percorso politico è legato a lui. La metafora del treno è perfetta per ricordare come Giuliano sia stato l’elemento centrale (il macchinista, si potrebbe anche dire) della mia carriera politica.

Le risorse finanziarie e una situazione fi-nanziaria sana costituiscono il carburan-te per un ente pubblico. Definito (e conseguito) l’obiettivo prio-ritario, ci siamo dedicati al dopo-aggregazioni. La fase aggregativa, avviatasi nel 2004, si è conclusa nel 2013. Ci siamo concentrarti sull’amministrazione, dando ordine alla struttura organizza-tiva e, appunto, amministrativa. E, ovviamente, con un occhio di particolare riguardo sugli ex comuni, ora quartieri, che andavano e vanno integrati con attenzione e sensibilità nel tessuto cittadino per farli sentire parte integrante della città. La riforma dell’amministrazione l’abbiamo praticamente conclusa. Ci saranno delle fasi ulteriori, ma il grosso è stato fatto. E’ stato, secondo me, un progetto decisivo e lungimirante che ha richiesto molto impegno da parte di tutti, collaboratori e personale compresi; alla fine, ritengo che il risultato sia molto buono e permetta alla città di lavorare con un metodo nuovo per il futuro. Abbiamo poi costituito un Ufficio quartieri ben strutturato, che funziona, interagisce in modo costante e puntuale con i quartie-ri, con i rappresentanti delle commissio-ni di quartiere e con la popolazione.

Il lavoro comincia a dare i suoi frutti ma, sono sicuro, in futuro le cose andranno ancora meglio! Laddove ci sono ex comuni che hanno ancora dei problemi, sono fiducioso che questi potranno essere risolti in tempi abbastanza brevi. La legislatura che sta per finire e quella che comincerà vedranno occupata la città su alcuni grandi progetti. Poiché la situazione finanziaria negli scorsi anni si è come detto rivelata molto problematica, questi non potevano evidentemente essere affrontati subito. Alcune opere si sono potute iniziare, altre dovranno essere avviate e portate avanti a tappe, in modo tale che la popolazione veda che vi è la forte volontà di partire e raggiungere gli obiettivi prefissati.

A proposito di progetti come si posiziona Lugano nell’ambito delle sport e delle sue strutture?

“Lugano Città dello sport” non è un miraggio e neppure un vuoto slogan, ma è una realtà. Le strutture sportive a Lugano sono state più volte lodate e sono

dopo Leo Leoni (musica), Alberto Polli (Sociale), Dany Stauffacher (gastrono-mia) stavolta, a tavola, ci siamo intrattenuti con il sindaco di Lugano Marco Borradori. Ne abbiamo approfittato per conoscere meglio una persona, che ha dedicato la vita in favore della politica ticinese. Abbiamo cercato di cogliere qualche aspetto interiore di un perso-naggio molto presente nella vita ticine-se, ma in fondo pure molto riservato. Caro Marco nella vita ci sono dei treni, a volte bisogna prenderli a volte no. Raccontaci di tre treni fondamentali della Tua vita e anche, perché no, di una sosta che hai voluto o dovuto fare (se c’è stata). È importante avere il coraggio di pren-dere i treni che passano nella vita e, altrettanto fondamentale, è non sbagliare gli orari, perché anche solo un attimo di ritardo può risultare decisivo. Le scelte più importanti, spessissimo, si fanno al volo. Per me è stato così. Marco Borradori durante l’intervista presso il ristorante pizzeria Tango in Piazza Riforma a Lugano. strutture all’altezza. Certo, abbiamo an che dei problemi, penso allo stadio che non è più al passo con i tempi e con le norme vigenti, penso alla mancanza di un palazzetto dello sport. La soluzione a questi problemi non av verrà in tempi brevi, bisogna essere onesti, richiederà ancora qualche anno, ma c’è. Si tratta del polo sportivo e degli eventi, che verrà realizzato a Cornaredo. E più in generale come vorresti che di ventasse Lugano? Lugano ha tanti privilegi, una natura, una collocazione geografica e un paesaggio bellissimi, siamo su un’importante via di transito, fra Zurigo e Milano, abbiamo un alto grado di sicurezza, è una città in cui si vive molto bene. Parecchi stranieri, an che benestanti, hanno deciso di venire a vivere a Lugano perché vi si trovano a loro agio. A me spiace solo quando esco d’inverno e vedo la città vuota. Mi mette tristezza, la vorrei viva e pulsante tutto l’anno, con tanta gente nelle strade e sulle piazze. Marco svelaci qualche caratteristica che Ti ha permesso una così brillante carriera. Sono stato molto fortunato nella mia vita, ho vissuto situazioni e svolto pro fessioni intense e appassionannti. Credo di avere la capacità di ascoltare, di en trare in sintonia con le persone che ho di fronte. La perseveranza e la pazienza sono doti che mi riconosco. Ho capito in fretta che in politica non si può purtrop po avere tutto e subito. E poi mi piace motivare le persone a lavorare con me e in gruppo. Sono convinto che da solo non si può fare molto. La più importante è stata forse quando il Nano mi ha telefonato per chiedermi se volevo candidarmi nella lista della Lega per il Consiglio Nazionale del 1991. Mi ha chiamato nel mese di giugno. Io mi sono preso una settimana di tempo… ma lui, in pratica, ha deciso per me e ha scritto sul giornale che ero candidato. Io ero già pronto a prendere il treno e da lí è cambiata tutta la mia vita. Qualche mese prima, per contro, il Nano mi aveva chiesto se volevo entrare nella lista della Lega per il Consiglio di Stato e in quell’occasione ho preferito optare per una sosta. Ero molto tentato, ma non me la sentivo al cento per cento, non ero ancora del tutto convinto. Il secondo treno, sempre pilotato dal Nano, è stato quando nel 1995 c’era da allestire la lista per il Consiglio di Stato. Io stavo molto bene, avevo una vita che mi appagava, a Lugano in Municipio e a Berna in Consiglio Nazionale. Mi sembrava un momento in cui potevo fare esperienza, approfondire ciò che stavo svolgendo. Non avevo nessuna intenzione di candidarmi per altre ca-riche. Ma il Nano mi convinse a mettermi a disposizione dato che Flavio Maspoli, candidato naturale per il Consiglio di Stato, viveva una situazione piuttosto delicata, così sarei stato, secondo lui, pronto a subentrargli in caso di necessità. Io ho detto che andava bene, sapendo che avrebbe dovuto essere Maspoli il candidato numero uno. Questo è stato il secondo treno che ho preso, più per caso che per volontà. Non volevo necessariamente diventare Consigliere di Stato, ma poi le cose hanno preso una piega diversa da quella che immaginavo e io sono stato in Governo per diciotto anni. È stata un’esperienza fantastica! Il terzo treno che ho preso è stata la decisione più difficile, quella di scendere dal convoglio del Consiglio di Stato e tentare di diventare sindaco di Lugano. Era un rischio grandissimo perché Giudici era sindaco di Lugano da quasi trent’anni e aveva tutto un suo elettorato fedele, ma io ero convinto che quello fosse il momento giusto per tentare e l’ho detto al Nano, che all’inizio era un po’ tiepido, ma poi si convinse. In questo momento sono felice di essere a Lugano perché c’è un contatto ancora maggiore con la popolazione e con la città, è un grado di coinvolgimento de-cisamente superiore a quello che ho vis-suto in Governo.

A questo punto ne approfittiamo per chiedergli di spiegarci il suo modo di essere sindaco di Lugano.

Questi tre anni di legislatura sono stati molto impegnativi ed intensi e credo che il municipio abbia lavorato bene, considerato anche che sin dall’inizio ci siamo trovati confrontati con una situazione finanziaria delicatissima. Ci siamo posti delle scadenze per risanare il bilancio e tutte le tappe intermedie stabilite le abbiamo sino ad oggi raggiunte. Questo ci lascia ben sperare di poter tornare al pareggio dei conti già nel 2018. Obiettivo vitale, perché si sa benissimo che una macchina senza benzina non può andare lontano. Ticino by Night &Day ricorda Marco Intervista nel n. 93 (marzo-aprile 2016), nella rubrica “A tavola con...”

Durante il carnevale Ul Sbroja © D.C. Dopo aver fatto sempre esecutivo a livello comunale e cantonale, chi meglio di te può fare un bilancio sulle due diverse istituzioni? Io sono molto contento di essere a Lugano, prima di tutto perché è la citta che conosco e a cui voglio bene. Poi sono convinto che le sfide presenti e future per la città siano veramente importanti per cui una presenza costante come la mia e di tutti coloro che credono nel futuro di Lugano, potrà essere positiva. È un lavoro impegnativo, senza orari, ma che dà molte soddisfazioni. La prossimità con il cittadino mi espone a critiche, mi permette però anche di ricevere suggerimenti e mi consente un dialogo continuo con i luganesi. di Lugano è sicuramente importante perché la città ormai si è sviluppata e ingrandita molto e come tale è diventata una realtà sempre più rilevante nel panorama politico cantonale. Dopo 7 anni cosa senti di poter ancora dare alla città? Spero di poter dare ancora molto. L’entusiasmo, la passione e la voglia di lavorare ci sono sempre, e sono molto forti. Il Municipio, a mio modo di vedere, ha lavorato bene. La prima legislatura è stata improntata al risanamento finanziario, per ritrovare lo spirito di una città che guarda lontano. Mentre nella seconda siamo tornati a fare politica, avviando moltissimi progetti e alcune grandi opere: abbiamo insomma iniziato a seminare (pensando a medio e lungo termine). Dopo le elezioni di aprile si aprirà una nuova fase, quella in cui finalmente potremo concretizzare e raccogliere i frutti di questi 7 anni di enorme lavoro da parte di tutto il municipio. Una persona da sola non è in grado di fare la differenza. Credo che sia fondamentale avere un municipio coeso, composto da giovani entusiasti come pure da persone di esperienza. Io mi devo mettere tra queste e mi auguro che anche la mia esperienza possa continuare ad essere utile. Hai sempre visto le cose un po’ prima degli altri in un certo senso, chi ci sarà dopo di te nella squadra di governo? Difficile dire, penso e spero che ci sarà spazio per molte persone giovani. Vedo all’interno della Lega, ma anche negli altri partiti, che ci sono giovani in grado di trovare una loro collocazione, che fra 4 anni saranno in grado di entrare nella competizione elettorale e magari anche in Municipio. Lo abbiamo detto ai nostri giovani leghisti, ma in fondo vale per tutti: “cercate di fare esperienza, guardate lontano, preparate adesso il vostro futuro”. Chi crede nella politica luganese deve cominciare ora a farsi l’idea di entrare in Municipio. Il mio auspicio è che per le elezioni future ci siano tanti giovani che riescano a dare un contributo di novità, leggerezza, freschezza, ma anche di serietà e di impegno. Come si può collocare Lugano, la nuova grande Lugano, che ha bisogno anche di numeri importanti e forse anche un po’ di imporsi, come realtà locale e non solo? Marco Borradori Una vita per la politica con amore e impegno Servizio a cura di David Camponovo Marco Borradori con Nadia Ghisolfi e Carlo Maria Acquistapace al New IT Cafe Pambio Noranco durante - © D.C Marco Borradori ha dato molto per riattivare l’aeroporto di Agno. Nella foto vicino a Nadia Ghisolfi e il coordinatore dell’evento Christian Barelli © David Camponovo Pensi davvero che essere in Municipio a Lugano sia quasi più importante di essere un Consigliere di Stato? Avendo fatto il Consigliere di Stato non lo credo, perché chi lavora in governo deve avere un occhio aperto su tutto il cantone, deve abbracciare tutte le diverse realtà e cercare di capire lo spirito di tutte le regioni. È un lavoro assai difficile e molto impegnativo. Fare il Sindaco

Secondo me Lugano deve mantenere la sua identità, non deve cercare di scimmiottare le altre “concorrenti”. Como, per esempio, è stata bravissima in questi due ultimi Natali, però lo siamo stati anche noi con le nostre peculiarità e caratteristiche ed abbiamo avuto un meritato successo. Abbiamo seguito la nostra strada, collaborando con i privati, fissando i paletti in modo molto chiaro, così da avere interazioni trasparenti e proficue tra pubblico e privato. Sono molto fiducioso. Lugano è in un periodo di transizione; è uscito dalla delicatissima crisi degli anni 2008-2013 e ora sta per ritrovare la sua cadenza, il suo passo. Sono convinto che nonostante i tanti problemi di varia natura stiamo andando bene. Hai detto più volte che “ti sei tolto qualche sassolino con gli amici liberali”: qual è l’auspicio per i prossimi quattro anni e quali gli obbiettivi personali per la prossima legislazione? Riuscire a lavorare bene in un Municipio coeso e compatto, al di là delle differenze politiche e partitiche. Importante che l’Esecutivo abbia la determinazione di realizzare qualcosa di bello e costruttivo per la città. Non ho dubbi che sarà così. Gli obbiettivi per i prossimi anni sono molto chiari, potranno essere ovviamente modificati in parte, comunque sappiamo qual è la nostra bussola e i traguardi verso cui tendere. . 30 anni di politica... ci sveli qual è il tuo segreto? Non saprei... ho sempre cercato di essere me stesso, senza mettere una qualsivoglia maschera, rispettando fino in fondo il mio carattere e i miei principi. Questo è l’unico abito che mi si addice, che mi permette di lavorare bene insieme agli altri e di raggiungere con loro i risultati auspicati. Lega dei Ticinesi / UDC - Lista 6, candidato 1

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