2 minute read

I fortini della fame di Camorino

Una storia dai paesaggi in cui siamo cresciuti

I fortini della fame

Advertisement

Foto © Hotel La Tureta

Sono le sei e mezza e sono tra i primi clienti che si accomodano per la colazione. Tra il rumore di tazzine che si scontrano e qualche chiacchiera indefinita, comincio ad inalare il profumo di caffè che aleggia nel locale.

Mi accomodo ad un tavolo sulla terrazza e subito giunge una ragazza che con un gran sorriso mi chiede cosa desidero da bere. Sorseggiando il mio cappuccino, osservo intorno a me qualche cliente ritardatario che frettolosamente si dirige in ufficio, mentre qualche turista si gusta in tutta calma la sua colazione.

Indosso le mie scarpe da montagna e, inforcati i bastoni, mi dirigo verso il ponte vecchio di Giubiasco. Qualche scalino e qualche curva più tardi, ecco sorgere in lontananza il primo fortino della fame. Malgrado la sua dimensione pare imponente lì sulla collina circondato da vigneti, e sembra veramente sorvegliare tutta la zona.

Nonostante la struttura sia un po’ cupa e ricordi sicuramente un periodo molto turbolento per la nostra regione, ecco che dalle varie fessure entra quella luce e quel calore che oggigiorno hanno restituito un grande valore a queste costruzioni.

La loro nuova vita come spazi espositivi permette, a chi, come me, spinto da una curiosità verso tutto ciò che ha coinvolto i luoghi che ci hanno cresciuti, di conoscere tramite una semplice passeggiata una storia che ci sembra ormai così lontana, ma che in realtà è proprio dietro l’angolo di casa nostra.”

I Fortini della fame di Camorino

Il viaggiatore attento che si trovasse a passare per Camorino o per Sementina, noterà alcune singolari costruzioni cilindriche. Sono i “Fortini della fame”, un insieme di costruzioni che si inserisce nella storia dell’Ottocento europeo.

Nel 1848 l’Europa fu attraversata da un’ondata di rivoluzioni, animate da un insieme di aspirazioni liberali democratiche, antifeudali e sociali e alimentate da crisi economiche, carestie e aspirazioni nazionali. La Francia, gli stati germanici e quelli italiani, l’Austria e l’Ungheria sono percorsi da un nuovo fermento popolare teso ad abbattere i vecchi regimi degli Asburgo, degli Orléans, dei vecchi governi autoritari che, dopo la sconfitta di Napoleone, il Congresso di Vienna aveva rimesso sul trono. Nella primavera di quell’anno anche Milano insorge e costringe gli occupanti austriaci alla fuga. Sono le Cinque giornate di Milano. Questo risveglio dei popoli sarà di breve durata. Presto le forze reazionarie riusciranno a riorganizzarsi e a reprimere i moti liberali. La Svizzera si trova così come un’isola repubblicana e democratica, attorniata da un’Europa monarchica e antiliberale. Essa offre rifugio per una quantità di profughi politici e di cospiratori e diventa oggetto di pressioni e minacce da parte degli stati confinanti e in particolare dell’Austria, presenza ingombrante e ostile lungo la frontiera meridionale.

I Fortini furono costruiti nel 1853 con un doppio intento: essere parte di un sistema difensivo contro eventuali attacchi austriaci ma anche dare impiego ai numerosi profughi ticinesi espulsi, per ordine del maresciallo Radetzky, dalla Lombardia. La costruzione dei fortini ha infatti dato lavoro a circa 500 persone per un paio di anni, diventando così un’importante fonte occupazionale e di guadagno per la regione.

Per info - www.fortini-camorino.com

Grazie ai nostri lettori da questo numero inizia la nuova rubrica, Angoli del Ticino. Partendo da una foto, racconteremo/racconterete una storia legata al nostro territorio.

This article is from: