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La Coppa Svizzera del Crus ticinese
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Il Lugano vince meritatamente il trofeo Sandoz La Coppa Svizzera del Crus ticinese
A cura di Doriano Baserga - foto David Camponovo
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La favola più bella di una coppa svizzera conquistata dal ragazzo momò, uno di noi. Nato e cresciuto tra campi di calcio e spogliatoi tanto da farne un giocatore completo e un uomo squadra.
Da vice allenatore ha lavorato con diversi personaggi e da tutti ha colto il meglio. Ci ha messo del suo ed ecco il Crus, quello che la Coppa la promette il 2 settembre 2021 e la conquista il 15 maggio 2022.
Un percorso non facile, arrivato tra lo scetticismo generale dopo la nomina di allenatore del Lugano. Invece il Crus giorno dopo giorno ha saputo crescere con la squadra portandola a vincere la Coppa più prestigiosa dopo il campionato.
I diecimila in pellegrinaggio a Berna sono merito suo e di una squadra che ha saputo essere tale. Tutti per una sola causa e tutti con umiltà verso quella meta che sembrava così difficile da raggiungere e che invece è stata conquistata con una prestazione a dir poco perfetta.
Tatticamente Mattia Crocitorti ha messo in campo una squadra convinta dei propri mezzi e della forza di voler vincere per una società gloriosa come FC Lugano. Una vittoria per lo sport ticinese e per tutto un Cantone che troppe volte è sommerso dallo strapotere dei confederati.
Tanto per non smentirsi i tifosi del San Gallo erano convinti di vincere facilmente, annunciando già la vittoria in curva prima del fischio d’inizio. Invece capita esattamente il contrario di tutto e capita di scrivere una pagina di storia tra le più belle del calcio ticinese.
Il momò, il ragazzo della nostra terra che è partito dalla gavetta, da gregario e che con sagacia e intelligenza ti arriva a conquistare un titolo così ambito e prestigioso grazie ad un gruppo plasmato con acume tattico e con la grinta che solo il Crus sa infondere ad uno spogliatoio di diverse etnie. Già perché questi giocatori sembravano tutti dei nostri per intenderci. Tutti ticinesi. A cominciare da capitan Sabatini un altro che ha messo le radici a Lugano. Senza dimenticare Custodio con quel suo gol decisivo che ha letteralmente portato tutti in paradiso alla pausa.
Ma tutti sono stati protagonisti guidati in campo dalla luce Lovric, uno che a Udine sarà il faro del centrocampo. Uno così perderlo fa malissimo ma che la proprietà americana saprà sostituire degnamente visto la lungimiranza della scelta del Crus. Abbiamo tantissima fiducia in Mansueto e Blaser. Il Ceo ha capito quanto sia importante questa società e che storia ha alle spalle.
Ora verrà il difficile per tutti, dal Crus alla dirigenza, perché il Lugano visto
www.fclugano.com
1931 1968 1993 2022
quest’anno si è ritagliato un posto da protagonista nel campionato svizzero. I vecchi tempi con le sfide di cartello con Basilea, Zurigo e Young Boys sono tornate prepotentemente alla ribalta anche oltre Gottardo.
Con questa dirigenza così forte, un allenatore che è già stato accostato allo Young Boys ma che resterà fedele in bianconero magari con un rinnovo più lungo nel tempo, tutto a pochi anni dalla nuova casa. Lo Stadio nuovo e tutto questo sarà possibile grazie ai sacrifici di un generoso e sanguigno ex Presidente gentiluomo di nome Angelo Renzetti.
Lui ha salvato il Lugano dalle mani di Preziosi, acquistandolo non senza difficoltà e modellandolo negli anni a permettere al club di essere in grado nuovamente di vincere un trofeo con l’accompagnamento della nuova proprietà americana che benediciamo tutti, ma che ora dovrà continuare sulla via tracciata in questo indimenticabile campionato 2021-22 e condito da una Coppa Svizzera che permetterà alla nuova proprietà di essere già visibile a livello internazionale. E scusate se è poco dopo neppure un anno di proprietà.
Grazie Angelo, grazie Joe Mansueto per aver creduto in questo progetto e grazie Martin Blaser per aver già capito come muoverti a Lugano e in Ticino. In Svizzera lui, Martin, è già un maestro ed è rispettato da tutti. Un vantaggio non indifferente per il Presidente del club Philippe Regazzoni. E ancora oggi riecheggiano le parole di Joe Mansueto al suo insediamento quando disse: “Vogliamo trattare il club con rispetto, perché sappiamo quanto è importante per la sua gente.” E la gente ha risposto con un’onda bianconera infinita verso Berna con ritorno in Piazza Riforma nella notte della conquista e che ora seguirà la società verso il nuovo stadio di Cornaredo.