Giugno muraca

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Mensile di informazioni varie - anno 3 - n. 2 - maggio 2014 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme - n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa

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Con l’estate che tarda ad arrivare e dopo gli ultimi disagi che la pioggia e il maltempo hanno creato in città parliamo di Lamezia e di Politica con i due personaggi del mese. E’ passato un mese dalla dichiarazione da parte delle Corte dei Conti sul non dissesto di Lamezia Terme, cosa è cambiato in questo periodo? Premesso che attendiamo le motivazioni della decisione delle Sezioni Riunite in speciale composizione della Corte, riunitasi a Roma nell'udienza di merito che ha ribaltato, con la dichiarazione di non dissesto, quanto statuito dalla sezione regionale della Corte medesima, sicuramente la possibilità, in verità ingiusta, da tutti i punti di vista per Lamezia Terme, che si potesse profilare questa ipotesi, ci ha segnati molto e ci ha ulteriormente responsabilizzati spingendoci ad essere ancora più attenti ed oculati e a proseguire il nostro lavoro con impegno e serietà. Secondo lei, da tutta questa storia del dissesto, come ne è uscita l’Amministrazione Speranza?

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Ha ancora il consenso della gente? Oppure, dovrebbe rivedere il suo operato? E’difficile fare valutazioni sul consenso della gente; molto spesso è condizionato da dichiarazioni artefatte che hanno il solo effetto di

generare timori e ansie o screditare chi fa quotidianamente il proprio lavoro con passione e nell'interesse collettivo; certo si possono trovare tanti difetti o individuare molti limiti a questa amministrazione nel suo complesso, ma certamente non si potrà mai dire che non

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abbia fatto il proprio dovere fino in fondo, producendo tutti quegli atti amministrativi e contabili che l'hanno resa credibile in sede giudiziale. Per questo l'Amministrazione Speranza ne esce molto bene e sono convinto che anche la gente, nel tempo, comprenderà la caparbietà di un Sindaco onesto e volitivo che non poteva permettere che il suo mandato si concludesse in maniera ingiusta e drammatica. Tutto ciò che è successo quali ripercussioni avrà sulla prossima campagna elettorale? Da quello che ho potuto vedere o ascoltare nei consigli comunali, la campagna elettorale è già cominciata da tempo, ma il limite di chi la fa, alzando la voce o preannunciando catastrofi, è che non sarà mai credibile: troppo spesso ho assistito ad attacchi alla persona e raramente a proposte costruttive o utili per la crescita della città. Poi non so cosa accadrà; si dice sempre che Lamezia è una città di centro destra, ma perchè sono venti anni che governa la sinistra? Sicuramente è cambiato il modo di fare politica ed è cresciuto, parallelamente alla drammaticità della

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realtà che viviamo, con tutte le problematiche irrisolte che si manifestano nella loro evidenza, il fronte degli scontenti e ancora di più di coloro che non credono più alla politica chiacchierina e inconsistente. Bisogna recuperare il dialogo con la gente sui grandi temi che interessano tutta la Nazione, e anche la nostra città, ma occorre farlo nella maniera giusta; non sarà semplice.

Quali sono (o dovrebbero essere) gli obiettivi di questa Amministrazione? L'amministrazione ha il dovere di concludere il suo mandato con slancio e determinazione concentrandosi su alcuni punti che devono rappresentare il programma di fine mandato: Piano Strutturale, Piano Spiaggia su tutti perchè parliamo di sviluppo reale attraverso il quale è possibile pensare ad un rilancio concreto della nostra città sotto l'aspetto economico-sociale, ma anche ad uno sviluppo urbanistico ponderato e pensato in un’ottica di vivibilità ottimale, sempre nel rispetto delle regole e degli spazi comuni. Sarebbe un buon risultato che offrirebbe al centro sinistra la possibilità di guardare alle prossime elezioni con fiducia e ottimismo.

Le ultime abbondanti piogge verificatesi nel mese di maggio, hanno provocato moltissimi disagi alla popolazione, varie strade sono state sommerse dall’acqua, tanto per fare qualche esempio, ricordiamo via del Progresso, via Perugini, lo stesso sottopassaggio con la nuova pista ciclabile è stato chiuso dai vigili perché era completamente allagato, inve-

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ce di spender soldi per progetti inutili, o comunque che non sono ben visti dalla popolazione (ad esempio Piazza D’Armi), non sarebbe stato meglio cercare di risolvere questo problema? A parte il fatto che su Piazza D'Armi ho sentito pareri diversi e adesso che sta per essere completata interamente devo dire che piace a gran parte della popolazione; è stato superato lo scetticismo iniziale ed oggi l’opera che viene consegnata alla città è sicuramente apprezzata. Questo non significa che il rifacimento del

manto stradale, soprattutto in alcuni tratti, non sia indispensabile; è un problema reale che l'Assessore ai Lavori Pubblici e l'Assessore all'Urbanistica stanno affrontando con interventi concreti, compatibili con le risorse disponibili, anche perchè, strade sicure significano meno disagi e meno incidenti che poi finiscono per gravare inevitabilmente sulle casse del comune quando si perdono le cause per danni subiti dai cittadini. Adesso che la “stagione delle piogge” è finita (o almeno

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dovrebbe) e prima che ne cominci una nuova, non sarebbe il caso di stilare un programma per evitare che tutto ciò accada di nuovo? Una programmazione è fondamentale sia per evitare sprechi, sia per dare la giusta priorità agli interventi più urgenti; ribadisco che sulla problematica c'è la giusta attenzione degli Assessori delegati che sono certo si adopereranno tempestivamente. Bisogna inoltre ricordare che ci sono tanti progetti in cantiere che ancora non sono stati completati. Quando si potranno vedere i risultati di tutto ciò che questa amministrazione ha “creato”? (Teatro G r a n d i n e t t i , Lungomare, Bastione di Malta, ecc). E' vero, così come lo è il fatto che lei si è specificatamente riferito a tre grandi investimenti che il Comune ha voluto fare, non nella logica incomprensibile di non portarli a compimento, ma piuttosto affinchè potessero vedere la luce prima che cali il sipario su questa Amministrazione. Le informazioni sono confortanti: il Teatro Grandinetti sarà presto completamente fruibile; la commissione cultura segue ogni settimana gli ultimi passi che porteranno alla sua riapertura ormai prossima (entro giugno): il Bastione di Malta è stato pulito internamente e reso accessibile per alcune prime visite guidate; è stato inoltre approvato il progetto preliminare per il suo restauro e sarà certamente il fiore all'occhiello della città in un ottica di programmazione turistica futura. Il primo tratto di Lungomare sta per esse-

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E’ di questi ultimi giorni la notizia che anche la Ditta Foderaro, ha chiuso i battenti.

Cosa potrebbe fare l’Amministrazione Comunale per combattere questa crescente crisi economica? E invece a livello nazionale quali sono le misure che andrebbero adottate? Non pensa che questa politica così repressiva introdotta dal Governo Monti abbia in realtà peggiorato la situazione? Ritengo che stiamo ancora vivendo gli effetti di una crisi economica-finanziaria globale e strutturale senza precedenti che ha cambiato il mondo; è evidente che i riflessi di tali effetti si percepiscano anche sul nostro territorio e sulle nostre realtà imprenditoriali che, nonostante lo spirito reattivo, sono talvolta costrette a gettare la spugna di fronte alla forte contrazione di liquidità e ad un atteggiamento poco collaborativo da parte delle banche che hanno fatto venire meno il proprio sostegno. Di fronte ad una situazione del genere si innesca un meccanismo di sfiducia che induce l’impresa a mollare, a malincuore, dopo anni di sacrificio. Se pensiamo alla Ditta Foderaro, per esempio, facciamo riferimento ad una azienda storica nel settore dei trasporti. Oggi la situazione è diventata talmente insostenibile che la stessa, pur vantando crediti cospicui, soprattutto nei confronti della Regione, non può più restare sul mercato, a meno che non succeda qualcosa di rilevante. Il Comune, nella persona del Sindaco, ha incontrato i lavoratori che hanno ricevuto lettera di licenziamento e scritto sia al Prefetto che all’Assessore Regionale ai Trasporti Luigi Fedele per sondare la possibilità di sbloccare il credito di circa 400 mila euro verso la Regione. Sono giunti segnali positivi e si spera

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re finalmente completato, prima dell'apertura ufficiale della stagione estiva; l'altro tratto è in fase di esecuzione (400 metri di passeggiata), ma non voglio sbilanciarmi perché potrebbero esserci sorprese positive anche per l’estate di quest’anno.

“Una città senza cultura, è una città al buio” (cit.) quando Lamezia potrà avere una stagione culturale che richiami gli appassionati a teatro? Credo che i tagli sotto forma di trasferimenti statali che hanno subito i comuni di tutt’Italia in questi anni siano stati talmente pesanti da portare inevitabilmente l’amministrazione a fare delle scelte, io credo coraggiose, anche se per alcuni impopolari. Il settore cultura, sport, sono stati i più colpiti anche se abbiamo cercato di mantenere uno standard qualitativo dell’offerta culturale accettabile e compatibile con le risorse in bilancio; abbiamo mantenuto, invece, alta l’attenzione sui servizi sociali garantendo il supporto alle famiglie più bisognose e, in genere, ai ceti meno abbienti. Tutti auspichiamo che le amministrazioni che verranno possano godere di maggiori risorse e allora sarà necessario un forte impegno per un’azione di riforma e di innovazione in un settore cruciale per la crescita civile e sociale della comunità attraverso l’elaborazione di una politica culturale di ampio respiro, aperta al confronto con individui e associazioni interessate allo sviluppo di una cultura nuova, cioè di una cultura vista come risorsa anche in termini economici. Quanto al Teatro ho già fatto cenno alla sua imminente apertura e quindi alla possibilità di utilizzarlo già nella prossima stagione teatrale.

in una boccata d’ossigeno che, certamente non risolverebbe il problema, ma contribuirebbe a pensare in maniera più serena all’individuazione delle azioni più efficaci da intraprendere per superare il difficile momento. In realtà in Italia e, in genere, in Calabria i problemi delle imprese sono strutturali e occorre grande cooperazione tra i vari livelli istituzionali per far fronte a situazioni che diventano sempre più preoccupanti contribuendo a disegnare uno scenario cupo per tutto il mondo “impresa”. E’ chiaro che l’input deve partire dal governo centrale e le politiche fiscali o le agevolazioni necessarie ripercuotersi a cascata su tutto il territorio nazionale. La “scure” del governo Monti ha introdotto un clima di austerity che, in ossequio al diktat europeo, si è abbattuta su famiglie e imprese mettendole letteralmente in ginocchio e creando un effetto shock in tutti i settori produttivi.

Voglio fare anche oggi una domanda fatta nello scorso numero, quali problemi, secondo lei, avrà il prossimo sindaco di Lamezia? E soprattutto, cosa erediterà? Non pensa che, in questo periodo, possa essere un rischio quello di candidarsi come sindaco?

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Fare il Sindaco in una città importante, grande e problematica come Lamezia non è cosa semplice per nessuno; a maggior ragione in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. Per questo credo che non sarà facile raccogliere l’eredità di Speranza, che è stato un Sindaco senza dubbio all’altezza dell’incarico che gli ha conferito la gente in maniera quasi plebiscitaria. Sicuramente il prossimo Sindaco dovrà far fronte a tutte una serie di problematiche ancora non completamente risolte: per esempio il problema della collocazione dei cittadini Rom che, questa amministrazione, ha cominciato ad affrontare attraverso lo sgombero parziale del sito di Scordovillo e l’individuazione di alcune aeree per la costruzione di prefabbricati dove ubicare le famiglie di etnia Rom. Altre tematiche sulle quali dovrà incentrarsi il suo lavoro, saranno quelle ambientali e in particolare lo scottante problema dei rifiuti che pare rappresenti una delle maggiori ansie della popolazione; come Assessore all’Ambiente consentitemi di dire che non sarà semplice, ma alcuni percorsi, ancora più virtuosi possono essere intrapresi (sul fronte della raccolta differenziata, per esempio, nonostante i buoni risultati conseguiti), dopo il fallimento del sistema politico

regionale in materia di rifiuti; il rilancio del turismo, sfruttando la posizione baricentrica della nostra città, il mare e le Terme; è possibile uno sviluppo in tal senso non solo economico ma anche occupazionale, ma occorre pianificare e creare gli asset strategici idonei; infine una maggiore rappresentatività nelle società partecipate. Il riferimento è soprattutto rivolto alla Sacal dove negli ultimi anni il ruolo del Comune è stato svilito e ricondotto a quello di spettatore. Questi alcuni dei problemi sui quali il nuovo Sindaco dovrà dare risposte oltre a quelle imposte dal lavoro non programmatico ma quotidiano. Io credo che la candidatura a Sindaco non sia un rischio, ma piuttosto, uno stimolo, una sfida da raccogliere per chi si sentirà capace di ascoltare i propri concittadini e impegnarsi in programmi seri, dai tempi certi e dai costi sopportabili; un Sindaco umile, insomma, circondato da gente appassionata e capace, in grado di prendere decisioni tempestive e sempre per il bene della città.

Per concludere, cosa è per lei “Una buona politica”? Secondo me per essere un buon politico e quindi fare buona politica sarebbe opportuno, innanzitutto, capire i valori su cui si fonda la stessa. Occorre che ciascuno di

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noi comprenda che in un momento come quello attuale la gente ha bisogno di punti di riferimento che nell’azione politica dovranno contraddistinguersi per spirito di servizio e senso del dovere, ma anche per trasparenza, integrità morale e coerenza. Mi rendo conto che la storia, anche recente, ci ha proposto, a tutti i livelli, figure politiche che non incarnano neanche uno di questi valori e ciò ha rischiato di portare ad una totale disaffezione o addirittura ad un radicale distacco dalla politica. Ci vuole passione, impegno, rispetto delle regole, ma anche capacità di dialogo e libertà da ogni forma di condizionamento.

Pier Paolo Muraca, in questa lunga intervista, al contrario di coloro che sono stati intervistati fino ad oggi, difende l’operato del Sindaco e della sua Amministrazione. Parla con orgoglio dei progetti avviati (di cui, forse, alcuni saranno inaugurati già quest’estate) e si sofferma su quanto di buono l’amministrazione ha fatto fino ad oggi sostenendo che “il tempo guarisce le ferite” e che alla fine, anche i cittadini di Lamezia capiranno quanto di buono fatto per loro dal Sindaco Speranza e dalla sua Amministrazione.

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“I lontani diventano vicini. E’ questo il desiderio che la prima edizione della

popolazione locale. Per la manifestazione è stata allestita una mostra di stand delle diverse etnie presenti sul territorio con la finalità di portare i mondi lontani davanti ai nostri occhi. Durante la manifestazione uno spettacolo avrà come protagonisti gli immigrati stessi. E’ stata un’occasione per fare festa insieme e per costruire una Lamezia più umana e fraterna. Prendere parte a questa iniziativa vuole dire cambiare, mutare, aprire il cuore ad accogliere altre convinzioni, altre visioni, altri modi di vivere la vita che a tutti ci è stata donata. La presenza dei migranti sono una ricchezza più che un problema e la festa ha voluto manifestare alla comunità lametina il coraggio della fraterna e pacifica convivenza. La manifestazione è stata patrocinata dall’Amministrazione Comunale di Lamezia.”

Festa dei Popoli ha voluto realizzare attraverso un’iniziativa di incontro e condivisione, tenutasi il 25 maggio nel Chiostro di San Domenico, a Lamezia Terme. La festa è stata promossa dall’ufficio “Migrantes” della Diocesi di Lamezia Terme ed è sostenuta dalla Diocesi lametina e dal Centro interculturale “Insieme” della Caritas. Con la manifestazione si è voluto scommettere su una cultura dell’incontro che cerca ogni occasione per fare incontrare e dialogare gli immigrati e la

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Suor Manuela Simoes mscs Direttrice diocesana Ufficio Migrantes

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Tre studenti lametini del Liceo "Campanella" sul "Treno della Memoria": "tornati con una coscienza civica più responsabile"

Vedere con i propri occhi i luoghi dove è stata scritta una delle pagine più buie della storia dell'umanità, per vivere il presente con una coscienza civica più matura, che riconosca e promuova la dignità dell'uomo e di tutti gli uomini. Con questo spirito tre giovani lametini studenti del Liceo "Campanella" - Elisa Caridi, Maura Scalercio e Andrea Guzzo - hanno partecipato al "Treno della Memoria", il viaggio organizzato ogni anno dall'associazione "Terra del Fuoco" che coinvolge migliaia di studenti italiani portandoli nei luoghi della memoria, dove si apprende la "grande lezione" del valore della vita umana, dell'accoglienza e della fraternità tra tutti gli uomini. I tre ragazzi del "Campanella" hanno rinunciato al viaggio d'istruzione e, sostenendo lo sforzo economico dell'intera quota del viaggio, hanno visitato il quartiere ebraico di Cracovia Kamizierz, i campi di concentramento di Auschwitz, Birkenau, la fabbrica di Schindler: un'esperienza di vita che lascia il segno, fatta di storia, di riflessione, di incontro e socializzazione con i ragazzi di tante regioni italiane.

"Visitare quei luoghi cambia la vita, cambia il modo in cui ci si relaziona con gli altri, si prova indignazione di fronte al più piccolo atto di discriminazione verso chi è diverso tra noi". Così i tre studenti raccontano il "loro" viaggio della memoria, osservando che "se da un lato vedere tanta sofferenza scuote emotivamente e paralizza" dall'altro "ha risvegliato in noi il valore dell'impegno civile, giorno dopo giorno, per far si che catastrofi simili non si ripetano più, per dare voce al grido di tutti coloro che anche nella nostra città sono marchiati come "diversi" e discriminati nel godimento dei loro diritti fondamentali".

re come il nostro liceo che punta a formare cittadini in grado di camminare con le proprie gambe con coraggio e responsabilità". Per la professoressa Michela Cimmino, "esiste un legame tra quei cancelli aperti in quei giorni terribili della seconda guerra mondiale e i cancelli della nostra scuola che si aprono, per far si che i nostri studenti siano i protagonisti del risveglio civico e morale del nostro territorio e del nostro paese, con le armi della cultura e con la lucida follia di mettersi in gioco per il cambiamento"

"Il nostro Liceo ancora una volta partecipa al Treno della Memoria e lo fa con la consapevolezza che si da ai propri ragazzi l'opportunità di vivere un'esperienza che pone le basi di un senso di cittadinanza matura e responsabile". Così il dirigente del Liceo "Campanella" Giovanni Martello esprime il proprio sostegno a un'iniziativa che si inserisce a pieno titolo nella filosofia di "un istituto superio-

Al Liceo Campanella presentato il “Rapporto Giovani” dell’Istituto Toniolo: “i giovani danno fiducia alla famiglia e alla scuola”

I giovani adulti, i cosiddetti “millenials”, considerano la famiglia un punto di riferimento sicuro e le persone a cui danno più fiducia sono proprio i familiari. Bocciatura per i partiti e le istituzioni politiche, mentre oltre il 60% si fida della scuola che si colloca tra le istituzioni “meritevoli” di maggiore fiducia da parte dei giovani. A “battere” tutti è Papa Francesco, che gode della fiducia di oltre il 70% degli intervistati.Queste le tendenze emerse dal “Rapporto Giovani 2013”, realizzato dall’Istituto Toniolo in collaborazione con la Fondazione Cariplo e Banca Intesa San Paolo, presentato questa mattina al Liceo “Campanella” nell’ambito della Giornata Diocesana dei Giovani della Diocesi di Lamezia Terme. Un’indagine – quella condotta dall’istituto fondatore dell’Università Cattolica – che tocca i grandi temi della condizione giovanile nel rapporto con il lavoro, la famiglia, le aspettative e i valori e ha visto la partecipazione ai questionari di 9000 persone tra i 18 e i 29 anni con un

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campione che verrà seguito fino ai 34 anni. A presentare i risultati dell’indagine, il Prof. Paolo Guiddi dell’Università Cattolica di Brescia che si è soffermato ad analizzare alcune tendenze emerse dal rapporto, un’indagine che “rappresenta uno stimolo per gli adulti per capire desideri, aspettative e attese dei giovani italiani considerandoli non una categoria a parte ma inseriti in contesto sociale che è frutto dello scambio tra generazioni”. Gode di “buona salute” la famiglia che per l’87,8% rappresenta un punto di riferimento sicuro, un luogo affidabile di investimento positivo. “Questo dato” – ha spiegato il docente – “ deve interrogarci su che tipo di relazione le famiglie devono stabilire con i propri figli, se trattenerli a sé o incoraggiarli a camminare con l proprie gambe”. Le figure familiari, in particolare la madre, sono quelle in cui i giovani ripongono maggiore fiducia perché “considerano i legami familiari autentici, senza alcun secondo fine”. Bocciati i partiti politici e le istituzioni nazionali, con bassissimi livelli di fiducia e oltre il 91% degli intervistati che rifiuta l’impegno politico attivo. Vanno meglio i comuni e le regioni “segnale che i giovani hanno maggiore fiducia in ciò che è più vicino a loro”, mentre oltre il 60% dà fiducia alla scuola. Per quanto riguarda il rapporto con la fede , oltre il 43% dei giovani si dichiara credente non praticamente, uno scenario che – ha spiegato Guiddi – “rivela che oggi la fede non è più vissuta come qualcosa trasmesso passivamente da una generazione all’altra, ma come un’adesio-

ne interiore e una scelta consapevole”. Nel rapporto con la Chiesa – ha aggiunto Guiddi – “è evidente la richiesta da parte dei giovani di una Chiesa meno concentrata sugli aspetti materiali e più spirituale”. Dal Vescovo Mons. Luigi Cantafora l’invito agli studenti a “trovare in Cristo la perla preziosa e la via per una felicità che dura per sempre”. “Missione della scuola è dare agli studenti un orizzonte di senso in cui collocare il proprio progetto di vita” ha ricordato il dirigente Giovanni Martello auspicando un’azione formativa “che guardi non solo allo studente, ma alla persona nella sua ricchezza” L’incontro, a cui hanno partecipato il Sindaco Gianni Speranza e l’Assessore Rosario Piccioni, è stato organizzato dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale Giovanile diretto da Don Fabio Stanizzo che ha auspicato che “l’indagine realizzata dall’Istituto Toniolo possa essere replicata a livello locale per capire quello che i nostri giovani chiedono e dare loro risposte adeguate”forse

Il “Maggio dei Libri” fa tappa al Liceo Campanella:

presentato il libro di Lia Pallone

Lo studio di una psicoterapeuta come luogo in cui le sofferenze, le speranze, i sogni e le attese delle persone escono fuori in un dialogo che affonda nell'esistenziale, tocca con mano le ferite dell'anima e la voglia instancabile di rinascere. Cinque racconti, legati dal filo rosso della diversità, nel libro di Lia Pallone “Provo a raggiungerti” presentato nell’auditorium del Liceo “Campanella” martedì 19 maggio nell’ambito de “Il Maggio dei Libri”, la rassegna promossa dal Sistema Bibliotecario Lametino e dal Comune di Lamezia Terme. “Questo libro nasce da relazioni instaurate con i pazienti in questi anni caratterizzate da uno scambio reciproco di ricchezza umana, in cui mentre donavo ricevevo e toccavo con

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mano lo straordinario valore delle relazioni umane, della vita del singolo che si fa dono per gli altri”, ha detto l’autrice presentando il suo libro: un libro che mette insieme cinque storie tratte da percorsi terapeutici e riportate attraverso la scrittura, una scrittura appassionata ed emozionale, scaturita dalla profondità e dall’ intensità delle relazioni vissute. “La diversità non deve spaventare ma ricchezza da condividere” ha aggiunto la Pallone sottolineando il valore della scrittura come modo privilegiato con cui “le proprie ricchezze e le proprie diversità diventano condivise, diventano ricchezza per tutti”. Dopo i saluti del dirigente Giovanni Martello, che ha espresso soddisfazione per la collaborazione con il Sistema Bibliotecario Lametino nell’ambito de” Il Maggio dei Libri”, la giovane studentessa Federica Gonzales ha offerto la lettura personale di un libro che “parla a tutti, ma parla in particolare alla nostra fascia d’età, all’adolescenza, segnata da paure, chiusure, incapacità di avere relazioni serene con gli altri e, leggendo le cinque storie, si avverte la spinta forte a tirare fuori il meglio che c’è in ciascuno di noi senza aver paura

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delle nostre diversità, né del modo con cui il mondo adulto guarda alla diversità dell’adolescente”. Ad evidenziare il ruolo della scuola nell’accompagnare i giovani nell'età adolescenziale, la docente Michela Cimmino per la quale “i rapporti umani hanno un ruolo centrale nel nostro modo di fare scuola che esclude qualsiasi visione aziendalistica, fondata solo sui risultati, per educare nel senso autentico del termine, quello di “tirare fuori” il meglio da ognuno dei nostri studenti”. Ad animare l’incontro, la musica della pianista Rossella Mendicino e del tenore Giuseppe Sinopoli mentre Giancarlo Davoli ha letto alcune pagine del libro.

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Con l’ultima operazione (Chimera) che, condotta dai carabinieri a Lamezia Terme e coordinata dalla Dda di Catanzaro contro presunti esponenti della cosca Cerra-TorcasioGualtieri, ha portato all’arresto di ventiquattro persone di cui due finite ai domiciliari, si è parlato nuovamente della figura della donna all’interno dei clan. La donna, infatti, ha sempre avuto un ruolo marginale, ma non per questo meno importante al punto che negli anni ha cambiato la sua posizione all’interno della gerarchia della ‘ndrangheta, passando da un ruolo di vivandiera, prostituta e tramite tra chi sta in carcere ed il resto della famiglia, ad una posizione “meno remissiva”. Questo, anche se, sebbene si tratti di un fenomeno ristretto tra Reggio Calabria, il circondario di Palmi e Nicastro, già nel 1892 si parla della partecipazione delle donne nella Piana di Gioia Tauro dove, “vestite da uomini, prendevano parte alla perpetrazione de’ furti ed altri reati”. Ma non solo. Rosaria Testa, rosarnese, accusata di associazione a delinquere, dichiarò che “le donne ammesse nella Picciotteria dovevano pur esse prestare giuramento, facendosi uscire il sangue dal dito mignolo della mano destra”, mentre a Santo Stefano d’Aspromonte la Polizia scoprì anche una sezione femminile. A Nicastro, poi, il capo-bastone della zona durante le operazioni notturne per compiere furti, portava con sé la cognata “armata e vestita da uomo”. Dal 1880 al 1906, inoltre, in Calabria vengono condannate per associazione a delinquere dieci donne e altre otto vengono prosciolte in appello o in istruttoria. Da un’analisi della Dia del 2000 emerge la presenza di 255 donne tra 7.358 presunti affiliati alla ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, e nello stesso anno due sorelle, nipoti di un padrino di ‘ndrangheta sono coinvolte in un’inchiesta e sospettate di essere a capo di una cosca di Taurianova. A spiegare come sia cambiata nel tempo la posizione della donna è il pentito Calogero Marcianò che, in merito all’operazione “Fiori nella notte di San Vito”, fa riferimento alla figura di Maria Morello, “sorella d’omertà della Lombardia”, spiegando che “è inserita a pieno titolo nell’organizzazione ed ha la dote di santista che è la più elevata che una donna può avere all’interno della ‘ndrangheta. Faccio presente che nella regione può esserci una sola donna componente del clan che assume la dote di santista e svolge per l’appunto le funzioni di sorella d’omertà”.

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SAVERIA MARIA GIGLIOTTI

Questo titolo viene riconosciuto a donne legate in qualche modo agli uomini d’onore, ma ciò avviene molto raramente e comunque le donne non fanno giuramento di fedeltà alla ‘ndrangheta perché il loro primo dovere è quello di essere fedeli ai propri uomini, a prescindere se siano uomini d’onore o no. Nei casi in cui alle donne viene riconosciuto tale titolo queste hanno il compito di dare assistenza ai latitanti, di far circolare le “mbasciate”, di mantenere i contatti, attraverso i colloqui tra i detenuti e l’organizzazione esterna. Un ruolo centrale, invece, le donne lo hanno sempre rivestito nelle faide, alimentando la vendetta perchè custodi della memoria, dei morti, trasmettendo cultura e regole ai figli in quanto è importante il “vincolo di sangue”. A conferma di ciò un’intercettazione dell’aprile 2003 nel corso della quale la figlia di un boss ammise che la propria affiliazione era avvenuta per “discendenza”. La donna, inoltre, sia essa familiare o fiancheggiatrice di un affiliato, è in ogni caso sottomessa alle decisioni della “famiglia”, anche se essa non potrà mai essere un’affiliata. Nel caso in cui si organizza una riunione di ‘ndrangheta nella sua abitazione, essa non sarà mai presente, ma avrà solo la funzione di vivandiera. La donna di un affiliato non manifesta mai curiosità sulle discussioni o attività del suo uomo, ma tacitamente si adegua al proprio ruolo. Questo anche se, con il passare degli anni, il suo ruolo è cambiato in quanto è divenuta meno remissiva nei confronti dell’uomo. Certamente non sarà mai partecipe delle situazioni di ‘ndrangheta, tuttavia è diventata la confidente del proprio uomo e pertanto custodisce taluni segreti a lui utili. Vi sono infatti delle donne, mogli di qualche capo-bastone, che sono prodighe di consigli anche nelle situazioni più difficili. Un solo caso smentisce la regola della ‘ndrangheta in cui una donna è stata affiliata, ed è quello in cui la nipote del capobastone di Nicastro ha ammazzato l’uomo che l’aveva sedotta ed abbandonata, vendicando così il suo onore. Oggi, le donne, come hanno accertato le più recenti indagini sulle principali cosche calabresi vigilano sull'andamento delle estorsioni, riscuotono le tangenti, sono intestatarie di beni appartenenti al sodalizio e curano i rapporti con i latitanti e con l'esterno del carcere.

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Saveria Maria Gigliotti

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LE MASCHERE

La Mela Antirughe Un’ottima e naturale maschera antirughe è quella a base di mela. Mettere in una casseruola un frutto (prima ben lavato), copritelo di latte e cuocetelo fino a quando sarà quasi tener. Poi sbuccaite la mela e mettetela nel robot omogeneizzatore; applicate

Do Rio Preto (tradotto in italiano vuol dire San Giuseppe del Rio Nero), che è anche il proprietario del più importante negozio di “bellezza” del Brasile. “I miei prodotti” mi ha spiegato “sono tutti naturali, senza l’aggiunta di additivi chimici. Faccio delle maschere naturali a base di frutta e vegetali che sono utilissimi per la pelle. Il mio ingrediente naturale è il miele, un prodotto dalle benefiche qualità”.

il prodotto viene lasciato sul volto per circa venti minuti e poi sciacquato con abbondante acqua fredda. Le mani si muovono dolcemente sul volto con dei movimenti precisi che si indirizzano sempre

Ora io vorrei svelare qualche segreto delle mie tecniche di massaggio.

Maschera al Miele Di grande effetto, definita anche miniplastica. Il risultato che si ottiene è quello di ringiovanire la pelle. E’ possibile notare i primi quindi sul viso la pappetta ottenuta mettendola tra due garze. La Patata Decongestiona Centrifugate una patata per estrarre il succo e applicatelo sul viso nei punti in cui si formano macchie rosse e gonfiori; questo succo ha un potere altamente deconge-

stionante. Ho conosciuto a Parigi il famoso visagista brasiliano Osvaldo Carvalho conosciutissimo a San Paulo, nella città di San Jose

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benefici subito dopo il massaggio, le cellule del viso si elettrizzano, riprendono vita; il volto sciupato si gonfia e acquista un colorito ed un aspetto sano. Ingredienti: Un cucchiaio di minestra di miele naturale, senza glucosio, un cucchiaino di mais (detto in brasiliano “maisena”) e, se avete la pelle grassa, aggiungete un cucchiaio di limone. Se invece la vostra pelle è secca delle gocce di vitamina E. Tecnica di Massaggio: Il massaggio va eseguito per circa dieci minuti, dopodiche

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verso l’alto, esercitando un vero e proprio “tiraggio del viso”. Prima con dei gesti trasversali che da soli già tengono a cancellare pieghe spiacevoli e poi con piccoli toni orizzontali. Per quanto riguarda le rughe intorno agli occhi, il composto va applicato sia sopra che sotto le palpebre in modo preciso e con attenzione, indirizzando questa volta i movimenti in senso orizzontale verso l’esterno. N.B. Il massaggio viene eseguito con uno “sfregamento” dell’area interessata, ma con dei gesti decisi che sollevano e tirano la pelle. Tempi di applicazione: Per una donna giovane, con una pelle ancora sana, il miglior sistema è quello di applicare la maschera una volta al mese. Se la pelle invece è molto stanca si puà seguire una cura intensiva, applicandola tre volte a settimana, almeno per un mese. In seguito si potrà ridurre la frequenza a piacimento avendo cura di svolgere questa azione “miniplastica” almeno una volta ogni mese. Un saluto a tutto dalla vostra Erminia. Per info: 339.6486015

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“Una giornata in corsia” è questo il nome dell’iniziativa, autorizzata dall’ASP di Catanzaro, che giorno 29 aprile u.s. ha visto impegnati circa 60 allievi frequentanti i corsi professionali per Acconciatore ed Estetista della scuola APPE. Un’iniziativa voluta fortemente dal direttore dell’APPE Franco Calidonna che si è conclusa positivamente. Muniti di divise e attrezzature da lavoro gli allievi, coordinati dagli insegnanti, si sono recati presso l’Ospedale di Lamezia Terme e hanno offerto ai pazienti dei diversi reparti trattamenti estetici di vario tipo, rendendo, almeno per un giorno, meno dura la degenza in ospedale degli ammalati. Nel reparto di Pediatria, i piccoli pazienti, incuriositi e divertiti, senza alcuna remora si sono fatti truccare il viso per trasformarsi nei personaggi di fantasia che più adorano. Nei reparti di Broncopneumologia,

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Psichiatria, Medicina, Cardiologia, Urologia, Chirurgia ed Ortopedia gli allievi hanno eseguito soprattutto tagli di capelli, rasatura barba, manicure e pedicure con trattamento di calli e duroni. In tali reparti è capitato che gli allievi si siano trovati di fronte a pazienti anziani con patologie piuttosto serie, prime fra tutte il diabete. Ciò nonostante hanno eseguito con bravura i trattamenti richiesti. Nel reparto di Ostetricia e Ginecologia si sono eseguiti trucchi, tagli di capelli, pieghe, manicure e pedicure per rendere ancora più belle le neo – mamme. Il reparto di Oncologia è quello che ha avuto un impatto emotivo molto forte su docenti e allievi, tuttavia davanti a situazioni personali difficilissime questi non si sono tirati indietro e hanno incominciato a dare, soprattutto alle pazienti in chemioterapia consigli per affrontare gli effetti tipici e temporanei delle cure oncologiche come perdita di

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capelli, ciglia e sopracciglia durante la chemioterapia. In particolare, le estetiste hanno dato suggerimenti su come truccarsi e rimanere femminili insomma “donne” anche durante la chemio. Qualcuna delle pazienti si è sottoposta ed è uscita dalla seduta di trucco sorridente, rinfrancata e consapevole che la sua identità non è andata perduta e non andrà perduta. Ha espresso soddisfazione il Direttore Franco Calidonna che ha ringraziato i medici e l’ASP, in particolare la Dirigente medico dott.ssa Annalisa Spinelli che si è dimostrata da subito disponibile alla realizzazione dell’iniziativa, chiedendo anche una collaborazione futura fatta di visite periodiche degli allievi nei diversi reparti. Un grazie anche agli allievi che si sono detti arricchiti di tale esperienza e pronti a ripeterla in futuro. Di essi va sottolineata soprattutto la professiona-

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lità e la cura nell’adottare tutte le misure igieniche necessarie per prevenire infezioni utilizzando attrezzature sterilizzate e materiali monouso, ma anche prodotti per il trucco anallergici. “Attraverso i nostri corsi, dove sono previsti moduli didattici di anatomia e fisiologia, igiene e patologia generale, chimica e cosmetologia, alimentazione e dietologia, puntiamo a creare delle figure professionali, capaci di supportare l’attività medica” – spiega il direttore F r a n c o Calidonna. “La cura del corpo, accompagnata da un supporto psicologico che solleciti il paziente a prendersi cura di nuovo di sé, aiuta a sconfiggere lo spettro della depressione, che spesso colpisce chi vive l’esperienza di una malattia molto grave”. Attraverso esperienze di questo tipo, continua ancora il direttore, “Non solo si intendono valorizzare le doti artistiche degli allievi, ma si vuole accrescere in loro lo spirito di sacrificio affinché possano operare sempre con umiltà, che è la carta vincente per affermarsi nella loro professione”. Rivolgiamo adesso qualche domanda alla docente di estetica della scuola APPE Alessandra Petrolo, che ha preso parte all’iniziativa. 1) Qual è stato lo scopo di questa inizia-

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tiva benefica? Lo scopo di questa giornata è stato quello di donare anche solo per qualche ora, spensieratezza e sorrisi agli ammalati e ai loro familiari. 2) Alla vista dei giovani allievi, come hanno reagito i pazienti dei vari reparti? I pazienti all’inizio sono apparsi incuriositi ma ci

dale più matura, con un sorriso sul viso che mi ha permesso di affrontare la giornata con un altro spirito. Non è stato certo piacevole assistere a situazioni difficili, ma mi sono resa conto che basta veramente poco per aiutare chi soffre.. Mi sono sentita soddisfatta nel dare e nel ricevere … È stata una grande emozione e una bellissima esperienza sicuramente da ripetere..

hanno accolto con molta gentilezza. È questo è stato molto importante se pensiamo che molte delle persone incontrate erano a letto sofferenti …. eppure siamo riusciti a parlare con loro distraendole, anche solo qualche minuto, dai loro problemi. Scambiare due parole e strappare loro un sorriso è stato un gesto di cuore! 3) Quale crescita interiore ha portato in lei questa giornata? Sicuramente sono uscita dall’ospe-

Vorrei concludere ringraziando il direttore Franco Calidonna, che con iniziative di questo genere, aiuta tutti a crescere professionalmente ma anche interiormente.

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3) Pensa che questa iniziativa abbia avuto riscontro positivo negli allievi? Certamente! Da parte loro c’è stata grande collaborazione. Ogni qualvolta riuscivano ad eseguire un trattamento su un paziente, notavo in loro una grande soddisfazione. Con la loro professionalità e vitalità sono riusciti ad interagire ottimamente anche con i pazienti più difficili, come quelli del reparto di Psichiatria, dove si sono sbizzarriti nella realizzazione di lavori particolari. Se l’iniziativa è riuscita grande merito va ai nostri allievi.

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L’adolescenza e le sue fragilità L’adolescenza è un attimo di vita unico e irripetibile, l’individuo è bombardato da una grande quantità di richieste e di stimoli da parte del mondo esterno, parlare di un’unica adolescenza e dei suoi tratti caratteristici non è possibile: risulta difficile quindi poter inquadrare rigidamente questa fase del ciclo vitale a causa delle mille peculiarità relative alle differenze sociali, di genere ed individuali. Le dinamiche adolescenziali vedono protagonista l’individuo in modo unico e personale. Si hanno diverse sfaccettature in una sola personalità: Una, Nessuna e Centomila come nel romanzo di Pirandello. Così come il protagonista del romanzo che per uscire dalla prigione in cui la vita lo rinchiude, cerca di percorrere ogni istante della vita, vivendo attimo per attimo e rinascendo continuamente in modo diverso perché l’esistenza è in continua evoluzione; l’adolescente si sente libero da ogni regola, in quanto le sue sensazioni lo portano a vedere il mondo da una prospettiva diversa da quella adulta. Infatti, se è vero che si tratta di un fenomeno esclusivo ed irripetibile, è altrettanto vero che esistono punti in comune, che ci permettono di descrivere adolescenze adeguate, ritardate, prolungate, sacrificate, antisociali e dipendenti. • Parliamo di adolescenza adeguata quando il processo di crescita dona al soggetto strumenti adeguati per poter tollerare i livelli di stress in cui si trova. Si tratta di ragazzi che, se di fronte ad una difficoltà, sanno chiedere aiuto in maniera spontanea. • Adolescenza ritardata: è uno stato molto frequente. Il soggetto non abbandona i sistemi, le difese e le modalità comunicative della fase precedente. Spesso appartengono a famiglie borghesi, portano avanti i loro studi, intraprendono carriere già avviate in famiglia, sposano persone accettate dai genitori e riproducono il modello familiare. Tuttavia verso i 30 anni o al primo impatto con la realtà, si trovano a fare i conti con la propria adolescenza non ancora superata. • Adolescenza prolungata: è meno frequente. In questi casi si ha un arresto all’adolescenza. Parliamo di giovani che cercano di evitare scelte definitive, sono spesso eterni studenti, sul piano dell’autoaffermazione hanno frequentemente progetti grandiosi. Diventare adulto significa per loro rinunciare, a poter diventare qualsiasi cosa, senza però avere gli strumenti adatti per raggiungere i propri obiettivi. • Adolescenza sacrificata: a causa di problematiche diverse, questi adolescenti non possono disporre del tempo necessario da dedicare alla formazione della loro personalità. Rientrano in questa categoria i ragazzi che

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entrano precocemente nel mondo del lavoro e quelli che sostengono ruoli di tipo genitoriale all’interno della famiglia d’origine. • Adolescenza antisociale: a volte si inizia con le dinamiche del bullismo. Parliamo di adolescenti che tendono ad autoidealizzarsi o ad esprimere le proprie fragilità attraverso atteggiamenti esasperanti, come nel provare piacere infliggendo agli altri pene e dolore. Sono ragazzi che amano manipolare il mondo secondo i propri disegni. • Adolescenza dipendente: in questa categoria rientrano moltissime tipologie di dipendenze, tra le più frequenti troviamo la dipendenza affettiva, da alcool ed altre sostanze, facebook, internet, cellulare, chat e gioco d’azzardo. La cosa che accomuna i diversi tipi di adolescenza sono le fragilità presenti in ogni ragazzo, il quale cerca di identificarsi in gruppi di appartenenza in grado di poter soddisfare i propri bisogni con modelli di vita che si distanziano dalla vita reale, vissuta come scomoda e poco soddisfacente, tuttavia senza riuscire a trovare il giusto equilibrio tra l’ideale ed il reale. Imparare ad affermarsi nei giusti tempi, senza bruciare le tappe, permette di imparare a conoscersi stimolando la propria curiosità attraverso il raggiungimento degli obiettivi e l’accettazione delle frustrazioni difronte alle quali la vita ci pone. Gli adulti hanno il compito di sostenere gli adolescenti nell'esercizio del loro ruolo.

Dott.sa Maria Mirabelli Psicologa clinica-psicoterapeuta Viale Michelangelo, 25 Lamezia Terme

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Cell. 339.5919310

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Ingredienti:

1 pelata origano cipolla sale parmigiano olio pepe 1 uovo mozzarella 2 etti sedanini o penne 500 gr

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VESUVIANA

Procedimento per i sandwich

soffriggere la cipolla con l'olio,aggiungere il pelato schiacciarlo origano sale e pepe cuocere x 30 minuti...in un piatto sbattere l'uovo e aggiungere la mozzarella a tocchetti ...lessare la pasta e condire con sugo mozzarella con l'uovo e formaggio saltare x 2 minuti sul fuoco

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Il primo maggio si è aperta ufficialmente la nuova stagione balneare 2014 che terminerà il 30 settembre. Per tutta la durata e per tutelare la salute dei cittadini, è previsto il monitoraggio con analisi almeno ogni mese e un minimo di 4 campioni per ogni punto di prelievo. Sul Tirreno lametino da Curinga a Nocera Terinese il numero complessivo dei punti di prelievo e le aree adibite alla balneazione sono complessivamente ventisette. Ad inizio stagione balneare nessun divieto di balneazione è stato posto in corrispondenza delle 3 aree individuate nel comune di Curinga. Balneabili anche tutte le aree delimitate e adibite alla balneazione in ognuno dei comuni di Gizzeria, Falerna e Nocera Terinese. Gli stessi litorali, anche per tutelare la salute dei bagnanti, son stati suddivisi in: zone balneabili, zone temporaneamente non balneabili e zone non balneabili. Nel comune di Lamezia Terme, all’inizio della stagione in corso, risultano nove i punti di prelievo posti in corrispondenza delle 9 aree

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adibite alla balneazione. Altre due aree delle spiagge comunali, della lunghezza complessiva di 800 metri, non sono sottoposte ad analisi perché permanentemente non adibite alla balneazione per inquinamento, in corrispondenza del Torrente Bagni e del Fiume Amato. Tra le aree adibite alla balneazione e monitorate, quella con acque inquinate e temporaneamente vietate alla balneazione, è l’area denominata “200 MT a Sud Fiume Amato” della lunghezza di

847,29 metri. Individuare i limiti di questi 847,29 metri, dove inizia e finisce l’area con le acque inquinate non è semplice in assenza della cartellonistica e delle informazioni previste dalle norme vigenti. Difficoltà, tra l’altro, accresciute dalle incongruenze dei dati del Ministero della Salute, i soli disponibili ad inizio stagione balneare. Infatti, mentre la denominazione dell’area fa pensare a un tratto di spiaggia localizzato a Sud del Fiume Amato, nelle mappe, la stessa area, è invece posta a Nord del Fiume Amato. Incongruenze simili, anche in altre aree sia con sia senza divieto di balneazione .

Tra le incongruenze su denominazione e mappatura dei dati pubblicati del Ministero della Salute è da ribadire che il tratto denominato “Lido Marinella” compreso nell’elenco delle aree di balneazione del comune di Lamezia Terme, sulle mappe dello stesso ministero è invece riportato fuori dei confini comunali di Lamezia Terme. Altre perplessità emergono sui valori delle analisi del 29 aprile riportati in corrispondenza dei nove punti

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di prelievo. Dove i valori dei 2 parametri batteriologici: Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, considerati i migliori indicatori di contaminazione fecale, variano tra 10 e 24 per gli Enterococchi e tra 60 e 80 per Escherichia coli. Paradossalmente, i valori minimi 60 di Escherichia coli e 10 di Enterococchi sono indicati in corrispondenza dell’area denominata “200 MT a Sud Fiume Amato” cioè quella segnalata dal Ministero della salute in rosso e con divieto di balneazione. Mentre i valori più elevati (Enterococchi = 24 ed Escherichia coli = 80), si leggono nella zona del centro abitato, in corrispondenza del lungomare di Lamezia Terme. Nella zona industriale e del Pontile ex Sir, l’area denominata “La Conchiglia” risulta balneabile con valori di Enterococchi e Escherichia coli rispettivamente di 22 e 70.

Riguardo il Rapporto SOS Mare 2013, va ribadito che mentre in molti centri di ricerca del Bel Paese e internazionali si discuteva delle eccezionali nuove specie marine scoperte nei

mari che bagnano le coste calabresi ed in particolare del Golfo di S. Eufemia, nella scorsa stagione balneare, molti aspiranti bagnanti sono stati costretti a restare all’asciutto e segnalare il mare sporco all’Agenzia di Protezione ambientale regionale. Segnalazioni che nel 2013 sono state superiori a quelle del 2012. Nel Comune di Lamezia Terme, anche l’attuale stagione balneare si è aperta, come nel 2013, con tre aree, (per complessivi 1.647,29

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nei fiumi e a confluire nel mare: ne sono prova i risultati delle analisi effettuate alle foce dei fiumi, con valori parecchie decine di misure al di sopra della soglia di tollerabilità umana.”

metri), vietate alla balneazione per inquinamento. E senza la possibilità per tutti i cittadini di accedere tempestivamente e con facilità ai dati previsti e da fornire in ogni spiaggia d’Europa. In pratica, senza novità significative e in meglio rispetto alle condizioni e necessità emerse e rese note anche dagli Amici della Terra, nel corso delle stagioni balneari degli ultimi quindici anni. Si continua a sottovalutare la necessità della tempestiva informazione da fornire ai cittadini con la divulgazione in luoghi facilmente accessibili e nelle immediate vicinanze delle aree di balneazione tutti i dati sulla qualità e classificazione delle acque marine, dei profili e delle criticità ambientali di ogni tratto di costa come indicato dalle norme e direttive nazionali ed europee, per evitare i gravi rischi per la salute individuati e segnalati dal Ministero della Salute.

Sottovalutazioni e inadempienze diffuse su gran parte dei litorali della regione. Ed evidenziate anche dalla Commissione parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Calabria che sottolinea non solo il forte degrado delle coste e l’inqui-

namento marino, ma anche “la mancanza di una seria volontà volta a individuare le fonti inquinanti e, soprattutto, a perseguire i trasgressori e così interi comuni della zona esaminata continuano ad essere privi di fognatura, mentre le amministrazioni comunali negano l’esistenza del problema. Numerosi sono gli scarichi non censiti da parte dei comuni e delle province, mentre liquami di origine organica e industriale continuano a essere riversati

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Si continua a trascurare la rilevanza delle scoperte delle due specie megabentoniche che vivono nelle acque del mare lametino tra i 70 ed 90 metri di profondità e alle quali è stato assegnato il nome di Topsentia calabrisellae e Halicona fimbriata. Oggetto d’interesse anche dell’Università di Cambridge le due nuove specie scoperte vivono in un contesto idrogeomorfologico unico che rende possibile in una superficie di pochi chilometri quadrati la presenza, tra l’altro, di varie oasi di Coralli finora non rilevata in nessun altra area dell’intero Mediterraneo. Scoperte che confermano la necessità di tutelare e valorizzare il prezioso patrimonio

costiero e di risorse naturali disponibili su tutto il territorio della Regione. Necessità imposta dal fatto che le assolate spiagge con mari trasparenti e balneabili della Calabria costituiscono un quinto dell’intera disponibilità delle spiagge balneabili di tutta la Penisola italiana. E soprattutto dalla specificità degli ambienti marini della regione. Un patrimonio prezioso e unico in Europa. Caratterizzato da geodiversità e assetti idrogeomorfologici favorevoli allo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre. Significativi, in proposito, i suggestivi e rari tratti di costa formati dagli ammassi di rocce granitiche del Golfo di Squillace e del Vibonese. Ammassi rocciosi generati dallo stesso magma che ha generato le più note coste granitiche della Sardegna e dai quali sono stati separati a seguito d’imponenti movimenti della crosta terrestre e dei processi di formazione di nuova crosta iniziati milioni di anni fa ed ancora in atto nel Tirreno. Le rocce di tutte le ere geologiche che circondano le coste della Regione contengono le ampie e più remote testimonianze della nascita ed evoluzione sia del paesaggio terrestre sia degli insediamenti umani dell’intero Belpaese; testimonianze di grandissimo

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interesse scientifico e sempre più oggetto di visite, ricerche e studi dei maggiori centri di ricerca e università del Pianeta.

Oltre ad una grande varietà di preziosi aspetti naturalistici ed ambientali sui litorali della Regione esiste uno dei più rilevanti patrimoni archeologici d’Europa. Sui 715 Km di costa jonica e tirrenica che circondano la Calabria tra l’VIII ed il V secolo a.C. sorgevano i più numerosi e importanti centri abitati della Magna Grecia come: Rhegion, Locri Epizefiri, Kroton, Kaulon, Sybaris, Petelia, Krimisa, Hipponion, Metauros, Medma, Laos, Thurii, Temesa, Terina, Scolacium. Città-Stato serviti di rilevanti opere portuali e con rilevantissime attività economiche realizzate per secoli in equilibrio con gli assetti idrogeomorfologici del Territorio e che hanno permesso di raggiungere elevati livelli di civiltà e le massime espressioni dell’ingegno umano.

Purtroppo, in Calabria l’insieme della classe dirigente continua a non considerare o sottovalutare le specificità della bio e geodiversità che caratterizzano gli assetti idrogeomorfologici dei litorali e del patrimonio costiero regionale. Sottovalutazioni che sono costati e continuano a costare molto sia in termini di mancato sviluppo sia in termini di danni al territorio e alle sue risorse come ad esempio quelli legati a erosione, alluvioni e crolli provocati da eventi naturali prevedibili come le correnti marine e la pioggia. Risanare e risolvere i problemi delle delle acque di balneazione in tutta la Calabria è doveroso e possibile in tempi brevi. Anche perché, a differenza di altre realtà territoriali con bacini molto estesi e con gravi problemi d’inquinamento chimico, i divieti di balneazione nella Regione, sono essenzialmente legati alle acque reflue. E localizzati alla foce dei corsi d’acqua che nascono e si sviluppano nell’ambito degli stessi confini comunali o provinciali. In particolare il problema delle acque marine del lametino non può essere risolto senza il risanamento dei tredici corsi d’acqua che attraversano da Nord a Sud tutto il territorio comunale. Corsi d’acqua che contribuiscono ad alimentare molte delle falde idriche e, con le 104 sorgenti affioranti, rendono Lamezia Terme uno dei territori più ricchi di acqua del BelPaese.

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Il Bruco Non ho mai avuto il pollice verde. In casa ho solo un piccolissimo balcone che si affaccia su di un cortile. Data l’insufficiente esposizione al sole, tutti i miei sforzi per renderlo fiorito sono dei clamorosi insuccessi. Quest’anno ho optato per delle piante verdi. Un vaso l’ho riservato alle piante aromatiche: menta, erba cipollina e basilico. Tutto prometteva bene fino a quando ho notato che il basilico languiva: le foglie avevano dei larghi buchi. Qualcosa le stava mangiando. Ho inforcato gli occhiali ed ho a lungo cercato l’ospite sgradito. Niente. Mattina dopo mattina, alla verifica, il basilico si presentava sempre più scheletrito ed io ero presa da rabbia impotente. Ieri l’ho trovato ridotto al solo gambo ed in cima, tranquillo, un bel bruco verde di quelli che si mimetizzano sotto le foglie e che non riesci mai a stanare. “Ti ho preso!” Ho detto trionfante come una Vispa Teresa.

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Ma, una volta catturato l’ingordo, non ho avuto il coraggio di sopprimerlo: aveva una sua bellezza vellutata e qualcosa di estremamente vitale. L’ho adagiato su di un pezzo di carta e uscendo l’ho portato con me. Una volta fuori ho dovuto fare il solito slalom per accedere ai cassonetti. Da un po’ di tempo infatti il negozio accanto, per difendere le sue vetrine dai motorini in sosta selvaggia, ha installato sul marciapiede una teoria di cassettoni di cemento completi di relativi arbusti. Questo ha tagliato ogni accesso, se non acrobatico, ai cassonetti dei rifiuti. Inutili le proteste: i vasi permangono. Bene. Ho eliminato pericolosamente, a rischio della mia stessa incolumità , i miei scarti nelle varie raccolte differenziate poi, riconquistato il marciapiede, ho deposto il bruco su una delle piante del negozio. L’ho subito perso di vista, si è mimetizzato. Sono sicura che starà benissimo: lì c’è ancora tanto da mangiare.

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