Lm s antonio

Page 1

Lamezia e non solo

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 1


pag. 2

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo

https://www.facebook.com/tipografialitografia.perri

https://issuu.com/home/publications

https://twitter.com/GrafichePerri?lang=it

Pinterest • il catalogo mondiale delle idee

http://perri16.podo.it/

di Antonio Perri sapremo come aiutarti a trasformare il tuo sogno in realtà

GRAFICHÉditore

Via del progresso, 200 - 88046 - Lamezia Terme - tel. 0968 21844 - cell 392 7606656 - mail perri16@gmail.com

che ti segua passo dopo passo, che ti aiuti nella stampa cartacea ed in quella digitale, che curi la correzione delle bozze, che ti aiuti nella promozione del libro ...

cerchi un Editore

anche con il codice ISBN che ne assicura la presenza nel Catalogo dei Libri in Commercio e

REALIZZARE IL SOGNO DI VEDERLO STAMPATO,

Se anche per te è così, se hai un manoscritto, che sia una raccolta di poesie o di novelle, un romanzo, una biografia, un libro storico, il tuo diario, un libro che parla per immagini o, perchè no, i tuoi ricordi sui Social, e vuoi

recitava così Thomas Jefferson

Non posso vivere senza libri! rivolgiti a noi:


Facci amare questa città come la ami tu… senza lamenti, con responsabilità Caro Sant’Antonio,

in questi giorni, centinaia, migliaia, di pellegrini verranno al tuo Santuario per affidarti speranze, attese, problemi, sogni che sono nel cuore di ognuno di noi. Lamezia, anche quest’anno, dopo tanti secoli, sarà di nuovo davanti a Te. Forse per rinnovare una tradizione; forse perché così facevano i nostri nonni e i nostri genitori; forse perché; da questo colle dove si domina l’intera città, il tempo e le banalità del quotidiano per un attimo si mettono da parte per far alzare lo sguardo verso il Cielo. Non tutti ci comportiamo sempre da cristiani intransigenti, la frequenza della “pratica” spesso lascia a desiderare e tante altre piccole, medie e (anche) grandi imperfezioni che tu sai prima e meglio di noi. Ma, nonostante questo, siamo qua ogni anno, dal 31 maggio al 14 giugno. Perché S. Antonio è la festa della città. E la città, ogni anno, deve dirti qualcosa. La preghiera che ogni anno, il 12

Lamezia e non solo

giugno, il Sindaco ti rivolge a nome di tutta la comunità recita che a Te è affidato “il governo e la guida della città”. Caspita che responsabilità ti sei preso! Nei sei ancora così sicuro dopo tanti secoli? O vuoi anche tu ritirarti e lasciare il Comune nelle mani di qualche “commissario esterno”? La domanda è retorica: è certo che tu non lo vuoi! Vuoi continuare a “governare” la nostra città.

Editore: Grafichè di A. Perri

E per questo chiami ciascuno ad assumersi le proprie responsabilità, personali e collettive. Penso che quest’anno ritornerai a dirci, come fai ogni anno: rimboccatevi le maniche, lametini! Non lagnatevi perché non è sempre e solo colpa degli altri. Non è colpa di un Capoluogo che “ci ruba tutto”. Non è colpa nemmeno “di quelli che stanno a Roma”, per quanto abbiano il dovere politico e morale di impegnarsi di più, anche di battere i pugni per il bene della città quando è necessario. Ma se la devozione al Santo di Padova è sincera, non tradizionalista e non bigotta, come deve concretizzarsi? Semplice: nel fare, ognuno di noi, la propria parte. Pensiamo, ma forse possiamo sbagliarci, che Tu, come non hai fatto durante la tua vita terrena a cavallo tra il XII e il XIII secolo, non ti saresti mai prestato a fare facili populismi o a gridare per le strade, armato magari di Vangelo e Rosario, “tutti a casa, sono tutti uguali” e slogan del genere. Tu, Sant’Antonio, avresti esaltato il ruolo e la funzione della politica nel suo significato più nobile. Solo la politica, illuminata

pag. 3


da Dio, può cambiare le cose e può cambiarle in meglio. Basti citare un episodio particolare, tra tanti della tua vita, per capire quanto tu, che pur condannavi la politica dell’oppressione verso i deboli e gli ultimi, dessi grande valore invece alla politica come servizio al bene comune, come capacità di cambiare le cose concretamente. Nel 1231, ti sei fatto promotore presso il podestà di Padova, Stefano Boer. di una norma, per quei tempi “rivoluzionaria”, per contrastare la piaga dell’usura contro la quale avevi lanciato terribili invettive: in base alla nuova norma da te promossa, il debitore insolvente senza colpa, una volta ceduti in contropartita i propri beni, non venisse più ne imprigionato ne esiliato. Sant’Antonio uomo concreto, promotore di una “buona politica”, che risolve problemi e drammi dei più poveri. Prima di fare richieste, quest’anno, caro S. Antonio, viene da domandarsi davanti a te: quanto ti “somigliamo” come Lametini? Quanto il

tuo esempio e la tua vita ci pungolano per impegnarci a migliorare la nostra città ogni giorno? Proteggici dalle malattie del corpo, dalle calamità naturali, liberaci dalla miseria e dalla rassegnazione. Ma prima di ogni cosa, proteggici da quell’apatia, da quell’appiattimento su noi stessi che non ci fa essere come eri tu: che non ci fa sentire il grido dei poveri, degli oppressi, dei vessati dalla ‘ndrangheta, di tutti i sopraffatti di ogni angolo della nostra città; che non ci fa essere inquieti per annunciare le cose come stanno, senza compromessi e accomodamenti; dalle ubriacature del potere, dai potentati dei piccoli signori locali, dai sistemi chiusi che fanno entrare sempre i soliti noti e lasciano ai margini chi “non ce la sa”, come si dice dalle nostre parti. Fa o S. Antonio che non ci macchiamo dell’incoerenza di accendere il quadro o di portarti il giglio, per poi piegarci a quei giochetti del potere che, in nome del Vangelo, tu hai combattuto per tutta la tua vita.

Aiutaci, nostro Protettore, ad essere più propositivi. Fai superare a noi lametini la mentalità per cui è sempre un altro a rubarci qualcosa, che sia l’ospedale o il carcere. Aiutaci a maturare rendendoci consapevoli delle nostre risorse e dei nostri doni. Rendici responsabili di ogni singolo metro di questa stupenda città, da te tanto amata. Liberaci dal lamento che non porta a nulla. Che la celebrazione dei cinquant’anni dalla fondazione di Lamezia, sia l’occasione giusta per riscoprirci città, comunità; per superare steccati e divisioni ormai senza senso; per ritrovare un sano orgoglio che non sia campanilismo ma una spinta ad amare sempre più questa città, con le sue risorse e i suoi problemi, con il desiderio di vederla sempre più grande e più bella. Caro S. Antonio, tu ami tanto questa città e ce lo dimostri da secoli. Fa che noi lametini siamo capaci di amarla un po’ di più.

Bar il Miraggio Bar - Caffetteria -Cocktail - Panineria - Piadineria SERVIZIO SISAL RICARICHE BOLLETTINI POSTPAY GRATTA E VINCI

Ogni Sabato il caffè a soli 50 centesimi

pag. 4

Editore: Grafichè di A. Perri

The

n

Luca Fragale - Via A. Volta, 22 - cell. 339 6953497 - Lamezia Terme

ffe in T ow st Co

Be

Lamezia e non solo


Associazionismo: UNITER

Il tempo di Tomasi di Lampedusa negli studi di Maria Antonietta Ferraloro Ospite dell’Uniter e presentata da Costanza FalvoD’ Urso Maria Antonietta Ferraloro, il cinque maggio a Lamezia, ha esordito chiedendosi lo stesso concetto di tempo presente nel lavoro pittorico di Agostino Tulumello. Nell’opera di Agostino la parola tempo scritta con un pennello molto grosso si dilava sulla carta sotto tutta una ragnatela di segni incrociati che segnano la nostra intricata vicenda relazionale col tempo stesso. Maria Antonietta inizierà la sua ricerca negli anni passati su un periodo della vita di Tomasi Di Lamedusa in cui lui soggiornò a Ficarra, paese di nascita e dell’infanzia di Maria Antonietta. Ficarra è un paese in provincia di Messina e lo scrittore vi soggiornò nell’estate del ‘43, tra gli ultimi giorni di luglio e la prima decade di agosto, il principe Giuseppe con la moglie, la psicoanalista Licy Wolff Stomersee, moglie con cui ha avuto fino a quel momento soprattutto un legame epistolare. Maria Antonietta si chiederà sempre quanto abbia influito quel soggiorno nello scrittore e se avesse potuto rinvenirne tracce nel suo romanzo Il Gattopardo. Dopo aver vinto il dottorato di ricerca all’Università di Catania, segue, come una Poirot in gonnella, ogni traccia e per un anno intero non trova nulla. Addirittura qualcuno, molto accreditato come studioso di Tomasi, la consiglierà di lasciar perdere. Ma il tempo si sparge e si allarga e restituisce a chi sa quella traccia cercata perché sotto i vari lavaggi di un tessuto restano sempre impresse le tracce. Così poi per caso e all’improvviso ma frutto di tanto cercare Maria Antonietta può raccogliere testimonianze e riscontri precisi scoprendo anche per caso di aver scritto un libro. Un vero libro. Forte della concezione etica della letteratura diffonde il suo sapere e ce lo dona con semplicità e dolcezza. Ed eccola a mostrarci tutti coloro che parlarono di Tomasi dopo il successo del Gattopardo, da Spinazzola che lo definì romanzo ottocentesco a Calvino che ne rinvenne le raffinate esperienze di letteratura moderna. a Bazlen che scrisse: Una pagina brutta del Gattopardo vale tutti “I Gettoni”

Lamezia e non solo

E continua a parlarci delle lezioni che Tomasi teneva a pochissimi allievi, due, massimo cinque allievi, lezioni memorabili, mille e più pagine di sterminata cultura. Con Auerbach impariamo a non stravolgere il senso del testo analizzato ma a prendere ognuno di noi quel che ci piace e ci sembra consono, così anche questi miei appunti seguono la stessa linea, senza cambiare il senso. Con Maria Antonietta siamo a Ficarra, nel periodo della guerra della seconda guerra mondiale, allo sbarco degli alleati, a Brolo, e poi nel giardino di Lucio Piccolo, il cugino di Tomasi, giardino dove un soldato viene abbandonato morente dai tedeschi in fuga. Sarà lo stesso soldato, borbonico nel romanzo, che ritroviamo nelle prime pagine e del Gattopardo, scorto da Don Fabrizio durante la passeggiata. Siamo con Maria Antonietta da Montale e siamo in quella lettera in cui Tomasi scrive che non esistono i miracoli in letteratura o almeno pur se a volte accadono sono rarissimi. In realtà ogni nuovo vissuto letterario ha già vissuto nel tempo e ci viene restituito in altre forme attraverso quel reticolo di studi che aggangia saldamente uno studioso ad un altro nel bene immenso della letterarietà salvifica. Nei miei appunti partecipati accanto a Maria Antonietta avrei scritto su tante altre meraviglie ascoltate ma rimando ognuno di coloro che mi leggerà ai due libri di Maria Antonietta nella felicità della Litweb. Il tempo ci sia clemente e misericordioso dai tempi dei tempi e non permetta il dilavamento delle conoscenza nel nome della pietas e di una letteratura etica Ippolita Luzzo Maria Antonietta Ferraloro autrice nel 2014 di Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo, finalista al premio Brancati, la studiosa siciliana pubblica nel mese di gennaio 2017 L’operaorologio. Saggi sul Gattopardo, sempre per Pacini Editore

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 5


Associazionismo La FIDAPA, nel corso della Rassegna il “Maggio dei Libri” presenta i due volumi

Cultura e Letteratura nel Lametino, La storia, I testi, L’immaginario di Italo Leone

Metti una sera una combinazione di “eventi”, per esempio metti insieme Cultura, Letteratura, Storia, Tradizioni, Associazioni, Libri, Luoghi, Incontri, Voci Recitanti, metti una sala strapiena, metti gente in piedi che dalle stanze attigue ascolta rapita e ne esce fuori un qualcosa che ha dello straordinario ... ed è proprio questo che è avvenuto il 18 maggio presso il Palazzo Nicotera dove è si è tenuta, organizzata da Angela De Sensi Frontera, presidente Fidapa sezione di Lamezia Terme, la presentazione del cofanetto di libri scritti da Italo Leone e presentati dalla professoressa Giovanna De Sensi Sestito: Cultura e Letteratura nel Lametino, il titolo, La storia, I testi, L’immaginario, il sottotitolo. Due volumi, uno parte dalle Origini e finisce al primo Novecento, l’altro inizia dal secondo Novecento ed arriva ai giorni nostri. Alchimia perfetta questa “combinazione” che ha dato il via ad un incontro che, una volta finito, ti ha lasciata con quella sensazione di volerne sapere ancora di più, di volere ascoltare ancora di più, di pensare “peccato sia finita”, di prendere il libro e risfogliarlo e chiederti come mai, pur avendolo letto, non sei riuscita a cogliere tutte le sfumature che i relatori hanno saputo, sapientemente, sottolineare. Come ha fatto notare Angela De Sensi, questi due volumi sono particolarmente importanti perchè rappresentano la prima pubblicazione di “Letteratura” riguardante il Lametino, quindi di notevole levatura culturale. A parlarcene poi, entrando nei particolari, è stata la prof.ssa Giovanna De Sensi; autrice di importanti libri di storia politica, sociale e di tradizioni storiografiche riguardanti la Sicilia e la Calabria; che ha affermato di avere apprezzato moltissimo l’accurato lavoro di ricerca svolto da Italo Leone perchè, pur conoscendo molti degli autori citati, ha scoperto, leggendo i volumi, notizie che ignorava, riuscendo così ad avere un’ottica ancora più ampia del periodo storico e degli accadimenti di quel periodo. Italo Leone ha spiegato come è nata l’idea di scrivere i libri, ed ecco un’altra fortunata combinazione di eventi: il fratello Lucio che gli porta un libricino di poesie del 1914; di Marsio Prato, (pseudonimo di Tomaso Perri di Serrastretta come si è scoperto poi) la sua curiosità per la forma con cui era scritto, colta, che “affrescava” con le parole la concezione di vita di quel periodo; l’essere membro dell’Uniter;

pag. 6

conoscere Filomena Stancati, Costanza Falvo d’Urso e … come un investigatore che cerca di ricostruire gli eventi di una scena del crimine con i dati che ha in mano, Italo ha cercato di ricostruire la nostra cultura, la nostra letteratura, regalandoci “chicche” di grande valore, partendo da quel libro e andando indietro nel tempo. Archivi storici, documenti scritti a mano, recuperati nelle chiese, nelle vecchie canoniche, nei comuni. Un lavoro di ricerca certosino, svolto con pazienza e con passione, che ha coinvolto tante persone che si sono avvinte in quello studio regalandoci, alla fine, i due volumi. Un libro di Cultura, di Letteratura, che si legge come fosse un romanzo, che ti emoziona e ti coinvolge, che ti entusiasma e ti fa guardare con occhi diversi il passato ma anche il presente, rappresentato dagli autori contemporanei da lui citati, alcuni dei quali presenti all’incontro. E’ stato bello aver sfogliato, letto i volumi prima rimanendo meravigliata per le notizie che contengono sulla cultura che da sempre, e quasi inconsapevolmente, ci ha circondato e ci circonda, ma ancora di più è stato bello ascoltare chi ne ha parlato con cognizione di causa, rimanere ancora una volta stupita perchè ogni parola ascoltata ti ha fatto scoprire altri particolari, ti ha fatto capire l’importanza della nostra storia anzi, della conoscenza della nostra storia e ti ha fatta sentire orgogliosa del tuo essere lametina. E che dire di Giancarlo Davoli che ci ha letto brani dei volumi? Difficile recitare in dialetto, non è da tutti! Con la sua voce calda e ben modulata ci ha “quasi trasportati” nelle parole che pronunziava. Nella poestia di Gaspare Caputo, “Na sir’agustu d’u sessantasìe” ci pareva quasi di vederli questi due giovani evocati con maestria dalla penna di Caputo e dalla voce di Giancarlo, che si lasciavano, lungo il viale di tigli, eccoli là ... un amore al capolinea, senza motivo apparente, un dolore senza fine, in una sera d’agosto del ‘66. Grazie Angela Frontera, grazie Giovanna De Sensi e grazie Giancarlo Davoli ma, soprattutto grazie Italo Leone, uomo di cultura con la semplicità propria dei grandi, grazie per il dono che ha fatto a tutti noi regalandoci la “conoscenza” di una parte della nostra storia. Oramai il cammimo è cominciato ... attenderemo tutti, al varco, l’uscita del prossimo libro. Nella Fragale

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


Associazionismo

LA FIDAPA DI LAMEZIA TERME RIVOLGE L’ATTENZIONE ALLA MUSICA Nello storico Palazzo Nicotera, nella sala affrescata, il 20 Maggio alle ore 17,30 la Fidapa, presidente Angela De Sensi Frontera, in occasione del Maggio Dei Libri, ha presentato il libro di Chiara Macrì “La nascita della moderna didattica pianistica”, Editore Giancarlo Zedde, Torino. Ha introdotto e coordinato Enza Galati, la quale, per la carica ricoperta di vicepresidente della Fidapa di Lamezia, ha curato il tema nazionale durante biennio 2015/17 “I talenti delle donne: una risorsa per lo sviluppo sociale, economico politico del nostro paese” Ed è certamente un “talento” Chiara Macrì, pianista e musicologa, contrattista presso il DAMS dell’Università di Bologna e dell’Unical, che ha al suo attivo più pubblicazioni, articoli per riviste internazionali e volumi, tra cui I grandi maestri di pianoforte del Sette-Ottocento; Sebastiano Guzzi; e altri. Attualmente insegna Storia della Musica per didattica presso il Conservatorio statale di Musica ”Fausto Torrefranca” di Vibo Valenza. A dialogare con lei Angela De Sensi Frontera, a suo tempo giovanissima allieva del grande maestro Sebastiano Guzzi, di cui, in un clima vibrante di emozioni, ha ricordato la personalità, paterna ed esigente, e la valenza didattica, aggiornata ai nuovi canoni. Dal dialogo emerge, infatti, come il tema della nuova didattica si pone alla fine Ottocento e primo Novecento sia per il mu-

Lamezia e non solo

tamento della sensibilità musicale degli ascoltatori, “amanti dell’espressività e delle emozioni e non solo dei tecnicismi e virtuosismi”, sia per le innovazioni degli strumenti: si migliorano i pianoforti per la qualità del suono e la meccanica. Si comprende che la sola tecnica di dito non è sufficiente, in alcuni casi addirittura dannosa. E’ Ludwig Deppe, noto pianista, a capire che il suono dove essere generato dall’azione coordinata di tutte le parti del braccio e non dal movimento delle sole dita. Saranno i suoi discepoli a portare a termine le sue innovazioni, tra questi alcune donne, come Elisabeth Caland, Amy Fay. Più tardi ancora una donna, Marie Jaell, una valente pianista, propone una didattica pianistica basata sul rapporto tra musica e psicofisiologia. E durante il dialogo, sempre più stringente ed esistenziale con Angela De Sensi Frontera, Chiara Macrì racconta come questo interesse per la didattica pianistica l’abbia spinta ad ampliare i suoi studi universitari in ambito medico in particolare a sostenere esami di anatomia e fisiologia. I risultati di questa ricerca sono confluiti in parte nel libro, che é corredato di due appendici: L’anatomia dell’arto superiore; la Fisiologia del movimento. Chiara Macrì con la sua opera ha avuto certamente un intento di ricostruzione storica della didattica, ma anche di indicare le basi scientifiche della nuova didattica pianistica: quella che era stata una intuizione di

Editore: Grafichè di A. Perri

Deppe, basata sull’osservazione empirica, con altri autori, tra cui certamente Chiara Macrì, si fonda su basi scientifiche. E l’arte? La scienza può sminuire l’arte? La musica è arte. Il dialogo tra le due protagoniste va al di là del testo, spazia dalla filosofia, alla psicologia, alla letteratura… nella ricerca di un punto d’incontro tra scienza e arte, vengono citati autori come Kant, Piaget, Lucrezio, Leonardo da Vinci. Angela e Chiara sono infine d’accordo che suonare un pianoforte richiede “Operosità e Talento”, e che solo pochi “chiamati” possono farlo ad alto livello. Ciò non significa che lo studio della musica debba essere riservato ai pochi naturalmente dotati; anzi, l’accesso alla musica deve essere permesso a tutti. Entrambe le docenti sono d’accordo infatti che la musica andrebbe introdotta in tutte le scuole di ogni ordine e grado per la sua valenza formativa dell’armonia interiore, come linguaggio universale per agevolare la comunicazione culturale tra i popoli, come strumento di affinamento dei costumi per portare la pace. A conclusione della serata la Vicepresidente Enza Galati consegna all’autrice una pergamena in cui la Fidapa di Lamezia Terme riconosce Chiara Macrì socia artista come musicologa. A.D

pag. 7


Sorvolandia Un ‘giro’ sulla pagina Facebook o sul sito on-line e, le foto scattate a Sorvolandia, fanno venire la voglia di lanciarsi su quei percorsi fra gli alberi di una splendida pineta finalmente restituita alla collettività dopo anni e anni di abbandono e degrado. Un’idea balenata molto tempo fa e concretizzata dopo una lunga serie di difficoltà (soprattutto burocratiche) che, se sostenuta, potrebbe diventare un elemento di forte attrattiva per l’intero territorio. A febbraio del 2013 l’ associazione sportiva Accademia Arti Marziali Lamezia partecipò al Bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” e il progetto, sottoposto ad apposita valutazione, fu ritenuto idoneo e finanziabile dopo una serie di formalità che, una volta espletate, consentirono l’ avvio dei lavori. Era il 25 giugno del 2016 quando il sindaco della città di Lamezia Terme, avv. Paolo Mascaro, e l’assessore ai lavori pubblici dott. Michelangelo Cardamone, parteciparono alla Posa della Prima Piattaforma e, dopo circa due mesi di lavoro effettuato da una delle migliori imprese del settore, il Parco Avventura Sorvolandia è stato aperto. I Percorsi Acrobatici Forestali (come tecnicamente sono definiti) sono stati installati fra gli alti e robus-

pag. 8

ti alberi della pineta senza che nessuno di essi subisse la trafittura di un solo chiodo. Le tecniche di impianto utilizzate sono infatti totalmente compatibili con la natura e con le piante esistenti nel parco che è ormai diventato un importante punto di riferimento per gli amanti dello sport all’aria aperta, gli appassionati cultori dell’ambiente alla ricerca di un contatto con la natura e con se stessi. A Sorvolandia i percorsi in altezza sono praticabili dall’età di sei anni fino ai novanta in maniera assolutamente sicura considerato l’utilizzo della linea di vita continua (LCV) che, garantendo il costante aggancio del moschettone al cavo in acciaio, impedisce ogni caduta a terra. Piattaforme, zipline e percorsi tibetani [tutti da scoprire] e personale qualificato sono, per tutto l’anno, a completa disposizione delle persone che vorranno cimentarsi in una straordinaria esperienza. Il Parco Avventura rientra in un vasto progetto di riqualificazione di un’area verde estesa ben 60 ettari e, oltre ad essere luogo di svago, vuole farsi strumento di valorizzazione del territorio e della ricchezza ambientale dell’intero Hinterland Lametino.

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


le spigolature di tommaso

E se, come suggeriva Marco Aurelio, usassimo la ragione?

I Colloqui con se stesso di Marco Aurelio invitano il lettore a riflettere sui concetti universali relativi all’uomo come individuo e al senso più autentico della vita e del mondo in cui si trova a vivere. Duemila anni tra noi e il tempo in cui si trova a scrivere il grande Imperatore, eppure ti invita a riflettere sulle possibilità e le difficoltà delle scelte umane, sulla ricerca dell’equilibrio interiore, sul giusto distacco da se stessi e dal mondo. Un continuo e costante afflato spirituale accompagna l’Uomo nei percorsi esistenziali, a volte pieni di cascate ripide, a volte percorsi che ti portano a cercare compromessi politici, altre comportano il sacrificio di te stesso nella rinuncia o sospensione della oasi di pace e meditazione. In effetti è impossibile rinunciare, se hai compiti delicati di responsabilità politica, ad una visione concreta e dura della vita, prendere decisioni impopolari, essere oggetto di critiche esterne, che non tengono conto di quanto un uomo al comando possa esacerbarsi nella pratica del Potere. Nel libro secondo dei Colloqui, capitolo 1, Marco Aurelio sottolinea il fatto che se l’Uomo ha la cognizione del Bene e del Male non può subire danno da ingrati, invidiosi, prepotenti, imbroglioni. Non potrà cadere nella bruttura né tantomeno odiare perché queste persone ignorano il bene e il male, ma sono persone comunque compartecipi di una mente e particella divina formanti tutti insieme una collettività in cammino e in evoluzione. Infelici quindi coloro i quali non prestano attenzione ai moti della propria anima. Hai la ragione? Si. Perché allora non la usi? E, se assolve la sua funzione, che cos’altro vuoi? Ci dice Marco Aurelio. Riprenderemo le nostre riflessioni al prossimo numero. Buoni colloqui con voi stessi, per il momento.

Libera la ... Mente Con il tempo le atmosfere smorzate, le giornate grigie, si incorniciano di solidità. Diventano ricordi ricchi di significato. Amo i paesaggi desolati, il mare durante l’inverno con le pozzanghere, dopo una pioggia, il vento, il grigio, la poca gente. Le atmosfere di un luogo di mare alla fine della stagione estiva le trovo ineguagliabili. Sono momenti in cui non vi è nulla di definitivo, tutto ha il sapore della transizione, della precarietà, proprio come l’esistenza di ogni uomo.

In questa più ampia prospettiva infatti sono state sinora proposte molte iniziative di carattere culturale, musicale, ecologiche che hanno ricevuto il plauso e raccolto la partecipazione di moltissimi cittadini, studenti, giovani che hanno riscoperto questo luogo. Per la stagione estiva in arrivo, sono in programma una serie di iniziative culturali, musicali, teatrali e ludiche a partire dalle quali si inten-

Lamezia e non solo

de contribuire alla promozione di modelli di educazione ambientale e sviluppo sostenibile. Cominciare a considerare come proprio ogni spazio verde può essere il sistema per diffondere maggiore consapevolezza circa la necessità di rivolgersi verso la costruzione di un futuro ‘verde’ e una società ecosostenibile.

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 9


Grafologia

la IN AMBITO GIUDIZIARIO Nel caffè giuridico Aiga, di giovedì 11 maggio, è stato illustrato l’utilizzo della grafologia in ambito giudiziario, la sua applicazione pratica e la normativa di riferimento. Una materia molto curiosa ed interessante, che quotidianamente vede la sua applicazione nelle aule di Tribunale. Attraverso la visione di slide, sono state mostrate particolarità grafiche ed esempi di attuazione dei vari metodi utilizzati. In una prima fase di presentazione della materia, si sono velocemente percorsi gli ambiti giudiziari (civile e penale) in cui è possibile utilizzare la perizia grafologica e i risultati che si riescono ad ottenere. Delineate, quindi, le caratteristiche che la perizia deve avere e come la stessa deve essere redatta, si è tentato di dare ai colleghi, quelle linee guida necessarie per un corretto approccio con la materia. Nella seconda parte dell’incontro, invece, si è entrati nel cuore della metodologia utilizzata per la redazione delle perizie grafologiche, con una veloce spiegazione dei pro e dei contro dei diversi metodi. E’ stato facile comprendere, subito, che la grafologia apre uno scenario molto ampio di conoscenza dell’uomo, ma in particolare del lato che è più nascosto, della personalità umana e del carattere. La scrittura infatti è espressione di tutto ciò che siamo. La maggior parte del tempo a nostra disposizione, viene impiegato nello scambio di segni di riconoscimento. Nel gioco della comunicazione, a volte, riveliamo noi stessi, a volte simuliamo e dissimuliamo, ci nascondiamo agli altri. La scrittura non ci consente di mentire, la scrittura è verità, è istinto, è il risultato dei nostri processi cognitivi. Attraverso il linguaggio scritto, si evidenziano tutti i tratti essenziali della personalità di ognuno di noi. Modi espressivi, incertezze, differenze culturali, strutturazione del linguaggio, disvelamento di aspetti mimetizzati e intenzioni riposte. Ed infatti, il linguaggio scritto, ancora più del parlato, rappresenta un’impronta di personalità lasciata dal soggetto, che può portare, attraverso una sofisticata metodologia, alla sua identificazione. La perizia grafologica è dunque, quell’arma legale che consente di risalire all’autore di lettere minatorie, di falsificazione di documenti, di tracce scritte lasciate sulla scena del delitto. Con il metodo grafologico, si procede collegando le particolarità espressive alle dinamiche psichiche, sempre in connessione con la cultura, l’emotività, l’affettività ed eventuali disturbi di personalità. Riassumendo in una sola frase, quindi, la scrittura è la proiezione della personalità del soggetto scrivente.

pag. 10

E’ la traccia che l’uomo lascia, grazie alla sua ricchezza culturale, intellettiva, e di esperienza sulla strada della vita. Il compito dell’esperto in perizie grafologiche è quello di scoprire tutto ciò che è possibile ricavare da uno scritto, spesso avendo visto pochissimo, a volte solo tracce, come una sigla. Tutto ciò è possibile solo attraverso un rigore metodologico. Ma nel concreto, l’analisi grafologica si struttura attraverso una serie di step. Premessa all’analisi delle scritture ai fini peritali è la fase degli accertamenti tecnico – strumentali. Questa fase è costituita dall’osservazione particolareggiata non solo delle strutture grafiche, ma anche dei tracciati grafici e della carta che li raccoglie, ed è propedeutica all’analisi vera e propria delle scritture. Consiste nell’ analisi del supporto cartaceo per capire se la superficie della carta ha subìto eventuali interventi alterativi sia di natura chimica che di natura fisica aventi rilevanza ai fini peritali. Permette altresì di analizzare i tracciati grafici sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista della dinamica scrittoria, per capire se vi sono interruzioni, riprese, giustapposizioni, correzioni e quanto altro può essere rilevato nel tracciato grafico. A tal fine è necessario che le scritture vengano esaminate in originale e non in fotocopia: infatti sulla fotocopia difficilmente, da un punto di vista peritale, si possono ottenere risultati di attendibilità. Le metodologie utilizzate nel redigere una relazione grafo-tecnica sono diverse e si sono alternate nel corso degli anni. Il metodo calligrafico è il più antico ma anche quello meno affidabile in quanto le persone che seguono uno stesso modello calligrafico presentano lettere rassomiglianti ed anche perché il falsario, quando imita la scrittura di un’altra persona copia l’aspetto morfologico esteriore delle lettere. Si tratta pertanto di un procedimento ormai del tutto superato poiché dà luogo a facili errori. Il metodo grafometrico invece, non considera la forma statica della scrittura, ma i rapporti dimensionali che si stabiliscono fra le forme grafiche in maniera dinamica. In questo caso acquistano grande valore i rapporti tra lettere, tra parole e tra righe, gli angoli, gli assi letterari. Tuttavia, la grafometria anche se rigorosa e oggettiva in fase di misurazione, finisce con il degradarsi nel confronto poiché, pur partendo da dati precisi, tende poi ad accontentarsi di tolleranze ricorrendo a medie e range di variazione. Un metodo statico e ba-

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


sato sull’osservazione delle strutture grafiche è il metodo grafoscopico che si preoccupa di cogliere gli aspetti meno appariscenti, quali gli attacchi iniziali o i punti finali, gli uncini, i punti, i tagli, delle "t”, ecc., tutto in modo statico, osservandoli isolatamente senza percepire il movimento che li ha prodotti. La grafoscopia osserva anche il "parallelismo assiale”, cioè l’inclinazione degli assi, se questi ultimi sono prolungati, il loro modo di intersecarsi vicino o lontano dal corpo letterale è sempre molto personale e quindi indicativo. Ciò è importante perché in genere il falsario non pensa di modificare il modo d’ inclinarsi vicendevolmente degli assi. Il metodo grafonomico studia il movimento della scrittura attraverso le leggi che regolano il grafismo. Tale metodo non può essere utilizzato se non in combinazione con altri metodi in quanto un suo limite è costituito dal fatto che, servendosi di leggi nate a diversi anni di distanza, esse potrebbero non essere coerenti tra loro, anche solo per il fatto che le più antiche sono nate quando la strumentazione grafica (penna d’oca, pennino metallico flessibile, inchiostri e carta) non avevano le stesse caratteristiche dei periodi nei quali sono state formulate le ultime leggi ( penne a sfera, pennarelli, penne a inchiostro liquido ecc.). Il metodo grafologico infine, studia in modo approfondito la genesi neurofisiologica e neuropsicologica del gesto grafico, rapportando le modalità gestuali ai centri nervosi interessati e ricercando le cause e le moti-

Lamezia e non solo

vazioni di determinati fenomeni. Questo metodo dunque, si basa sulla sostanzialità o accessorietà dei segni, la quantificazione degli stessi, sulla combinazione dei segni, sul principio della dominanza e, soprattutto, sulla teoria del gesto fuggitivo. Esso valuta le dinamiche psichiche che comprendono l’espressione delle valenze comportamentali dello scrivente, come, per esempio l’affetto, l’emotività, l’impazienza, l’ odio, lo stress, la calma. Pertanto, è possibile delineare anche lo stato psichico interiore di chi ha lasciato quella traccia in quel preciso momento della sua esistenza. E’ la metodologia, che si è rivelata indispensabile per lo studio e la valutazione dell’incapacità d’intendere e volere durante la stesura di un testamento. E’ chiaro che, l’indagine sulla scrittura, comporta spesso l’utilizzo contemporaneo di metodologie che comprendono sostanzialmente l’intero parco di "metodi d’indagine”, che nel corso della storia della perizia grafica hanno avuto maggiore credito presso i periti e gli studiosi di questa materia. La grafologia quindi, studia, attraverso la grafia, il gesto che l’ha prodotta, essa tende alla ricostruzione, attraverso lo studio della scrittura, sia di quella in verifica che delle comparative, del modo di essere fisiopsicologico dello scrivente, e quindi di stabilire, dal raffronto dei risultati, la loro eventuale corrispondenza.

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 11


Spettacolo

Il teatro rende liberi Lamezia Terme, 6 maggio 2017. Teatro Comunale “F. Costabile”, in scena i musical Fame e Grease, risultato dei laboratori teatrali organizzati dalla Compagnia Teatrale “I Vacantusi” in collaborazione con la famiglia Federico in due scuole secondarie di I grado lametine, l’Istituto Comprensivo “S. Gatti” e l’Istituto Comprensivo S. Eufemia, per ricordare il piccolo Antonio Federico scomparso qualche anno fa. I laboratori, condotti dal regista Giovanni Carpanzano con l’ausilio e la collaborazione di Angela Gaetano, hanno visto coinvolti, per 7 mesi, 24 ragazzi dagli 11 ai 13 anni che, con costanza e passione, hanno saputo mettersi in gioco raggiungendo risultati sorprendenti nella messinscena di due spettacoli che, nell’immaginario collettivo, sono ormai dei cult. Una sempre impeccabile Ketty Riolo introduce sul palco il sindaco Paolo Mascaro, l’assessore alla cultura Graziella Astorino, Nico Morelli e Walter Vasta, direttori artistici de “I Vacantusi” e Pippo Federico. Dopo i saluti istituzionali, si apre il sipario sul primo dei due musical, Fame, con protagonisti gli alunni dell’I.C. “S. Gatti”. Aurora Curcio, Melissa Molinaro, Martina La Pusata, Alessia Giampà, Anna Maria Furfari, Alessandro Torcasio, Gianluigi Notarianni, Giovannino Greco, Mara Muraca, Simona Curcio, Gaia Pedone, Angelica e Giuseppe Carella entrano in scena con la freschezza e l’emozione della loro adolescenza. Si dispongono perfettamente sul palcoscenico e cominciano a ballare. Ognuno è cosciente del proprio ruolo: studenti che vogliono imparare a danzare, cantare, recitare; docenti rigidi ed esigenti. La High School of the Performing Arts di New York è una scuola durissima, con regole severe. Chi non le osserva è fuori. Ma il prezzo del successo è alto e può condurre perfino a gesti irrimediabili. In una scenografia minimale composta da più piani a simulare più palcoscenici che ospitano scene corali e a solo, i giovani interpreti riproducono in brevi dialoghi e in performance coreografiche, la fatica e i sacrifici a cui devono sottoporsi per realizzare i loro sogni. Gran carattere e bella presenza scenica quella di Aurora Curcio nella parte dell’autoritaria direttrice Miss Sherman, notevoli i numeri di ballo eseguiti con perizia tecnica da Melissa Molinaro e Martina La Pusata. Poi un piacevolissimi intermezzo con un numero di clownerie come risultato del laboratorio con gli adulti diretto sempre da Giovanni Carpanzano e che ha regalato una parentesi di leggerezza e di allegria grazie alla capacità interpretativa di Samuele

pag. 12

Chieffallo, Laura Chirumbolo, Emily Di Giorgi, Patrizia Vasta e Rosa Vergoni. Un siparietto di lucido raso rosso nasconde un manipolo di clown pasticcioni dal naso color ciliegia: una primadonna altera e capricciosa “Sono un’attrice seria, IO!”, una simpaticissima panterona rosa dispettosa e imbranata, una deliziosa topolina birichina, un Romeo in tuta mimetica e una Giulietta spilungona modello ballerina di Siviglia. Questi, tra francesismi, citazioni colte e grammelot, magniloquenza e declamati patetici, movimenti frenetici e immobilismi granitici, a solo e quadri di insieme si divertono a invertire l’ordine delle cose inventando un universo di vita gioiosa ed elementare che ha l’apparenza di una catastrofe ininterrotta. Il congedo, in un tripudio di risate e applausi, sulle note di Vivaldi in un remix de “Le quattro stagioni” e di un Prokfiev d’antan con alcuni brani di “Pierino e il lupo”. Il secondo spettacolo realizzato con gli alunni dell’I. C. S. Eufemia è la messinscena di Grease, altro intramontabile musical. Le celeberrime canzoni interpretate da John Travolta e Olivia Newton-John quali Grease, Summer Nights, Hopelessly devoted to you, You’re the one that I want, Sandy, Greased Lightnin’, qui riproposte nella versione italiana ed eseguite rigorosamente dal vivo, rivelano il talento dei due giovani protagonisti Manuel Renda nella parte di Danny e Emilia Trichilo nel ruolo di Sandy, ma bravissimi anche tutti gli altri ragazzi Christian De Cesare, Emanuele Iannazzo, Marco Procopio, Kautar Stranges, Alessia De Cesare, Elvira Arzenti, Mariarosaria Muraca e Irene De Pace che hanno saputo gestire, con sicurezza, dialoghi e spazio scenico mentre le menzioni speciali vanno a Simona Delfino che nel ruolo di Rizzo ha dimostrato il carattere e la disinvoltura di un’attrice consumata e a Fatima Zerouri, la preside dall’anima rock, per la grinta, l’energia e la memoria dimostrate durante il suo monologo di incoraggiamento ai ragazzi. Insomma, una performance corale recitata con brio, vivacità e ritmo. Belli anche i costumi e le acconciature Anni ’50 e il trucco realizzato da Gemma Carpanzano. Nel finale il balletto della compagine al gran completo sulle note di Greased Lightnin’ con grande partecipazione del pubblico che tributa una meritata standing ovation. Un bravo al regista Giovanni Carpanzano che, in questo faticoso ma esaltante percorso realizzato insieme con ragazzi che mai avevano calcato le scene, ha saputo lavorare in funzione

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


delle caratteristiche e delle specificità di ognuno, valorizzandoli tutti e traducendo in messinscena, con agilità rappresentativa e facilità di linguaggio, due spettacoli estremante complessi. E un encomio ad Angela Gaetano che ha affiancato il regista durante tutto il progetto e che, con dolcezza e pazienza, ha saputo accogliere, consolare, incoraggiare e guidare tutti i ragazzi durante i tanti momenti di sfiducia e di fragilità. Tuttavia, al di là del risultato artistico della performance e dell’importanza del linguaggio teatrale all’interno dell’attività didattica quale strumento di sensibilizzazione per un particolare prodotto culturale, occorre sottolineare soprattutto la valenza sociale e l’importanza pedagogica e formativa di questi laboratori che hanno offerto a tutti i ragazzi una opportunità di crescita personale. “Fare teatro” nelle scuole significa costruire una realtà permanente in grado di generare confronto, relazione e supporto. Significa trasformare i ragazzi da spettatori passivi a soggetti attivi, permettendo loro di diventare parte integrante nello svolgimento della rappresentazione facendo leva sulla loro capacità di utilizzare, in maniera autonoma e creativa, le tecniche acquisite attraverso la caratterizzazione o la “trasformazione” di un personaggio; di rielaborare e interpretare un testo in modo personale; di creare azioni

sceniche da proporre ad un uditorio; di poter trasmettere e condividere con un pubblico le emozioni che un testo suggerisce. In tale contesto “fare teatro” significa, dunque, concorrere alla crescita globale della loro personalità affinché, sbloccando le loro inibizioni e raggiungendo una più compiuta conoscenza di sé stessi, possano esprimere al meglio le loro potenzialità artistiche, espressive e comunicative. Solo in tal senso si potrà operare un cambiamento socio-culturale reale e combattere quei fenomeni quali il disagio e la devianza giovanili attraverso interventi tesi ad arginare situazioni che spesso determinano atteggiamenti di apatia e demotivazione verso lo studio o addirittura l’abbandono scolastico. Un plauso, quindi, ad Anna Maria Rotella, D.S. dell’I. C. “S. Gatti” e a Fiorella Careri, D. S. dell’I. C. S. Eufemia che, insieme alle professoresse Marilia Materasso e Francesca Scarpino, hanno accolto con entusiasmo questo progetto e un grazie ai Vacantusi e alla famiglia Federico che, nel ricordo di Antonio, proseguono con tenacia e passione in questo percorso di formazione e di crescita nei confronti di coloro che saranno i cittadini di domani affinché il teatro possa diventare il luogo dell’incontro, del confronto, della socialità, della libertà e del superamento delle differenze. Bravissimi tutti!

Satirellando

Ogni giorno ci tocca sorbire la dose quotidiana di banalità, per cui, stufa, mi metto a… satirellare! Detesto, a morte, le idee obsolete, quelle che, di solito, raggruppo in un “triplete”! 1) Che un tempo si fosse migliori: falso, cambiano le mode, non i cuori! 2) Che i “valori familiari” un tempo (quando?) si vendessero al consorzio: Lamezia e non solo

Triplete

da oltre 40 anni, anche in Italia, c’è il divorzio! 3) Che s’invecchia solo pei malanni, ma è il cervello a far peggiori danni! E non sarebbero solo questi tre i peggiori mali, ma, ahimè, sono molti, molti di più,

nati da rimpianti di gioventù: da un tempo vissuto male, che oggi aggiunge tanto sale, a ferite troppo banali, che, spesso, soltanto, crediamo tali! Dovremmo, invece, gridare: “Hurrà!” e, finché vita si ha,

Editore: Grafichè di A. Perri

trovare sempre mille entusiasmi, per non finire come fantasmi o, peggio ancora, zavorre, di certo, ritrovate come mummie, poi, in un deserto!!!

pag. 13


Sport

ROYAL:

occorre allargare la base societaria Royal Team Lamezia ormai a riposo dallo scorso 30 aprile, alla fine della seconda sconfitta nella semifinale di ritorno play off col Ciampino, poi sconfitto in finale dal Grisignano, che è dunque approdato in A Elite. Com’è consuetudine in questo periodo, che solo apparentemente sembra ‘silenzioso’, si cerca invece in casa-Royal di mettere a frutto i vari contatti e le (tante) promesse fatte al presidente Nicola Mazzocca. In verità qualche incontro c’è già stato, sia con agganci nostrani che extra regionali. Certo, molti promettono, poi bisognerà vedere al tirar delle somme quanta concretezza gli stessi manifesteranno. Ecco quindi che occorre procedere con prudenza. Un dato è certo: c’è la volontà da parte di Nicola Mazzocca di non interrompere quanto di buono e positivo è stato creato in questi quattro anni di vita societaria. Tanti risultati con una promozione in A, due finali di Coppa Italia, in C e in A e due semifinali play off in A. Sicuramente risultati di spessore per una realtà nata da pochissimi anni, tra l’altro in una città in cui non c’è tradizione di futsal, sia maschile né tanto meno femminile. Un dato è altrettanto certo: ben sapendo che l’attuale momento (che in verità dura ormai da oltre un lustro!) è di crisi economica in tutti i settori, checché ne dica qualche solone parlamentare e politici di vario genere, occorre capire che lo sport significa crescita civile e morale (che visti i tempi è sempre bene sottolineare) di una comunità. Si pensa quanti ragazzi/e sono coinvolti nello sport facendo dunque pratica agonistica o comunque anche amatoriale? Si

pag. 14

valuta l’impatto che le varie società sportive, di tutte le discipline, quale movimento ed indotto economico creano a Lamezia? Bene, chi muove le fila dei vari governi riflettano su queste semplici due domande, la cui risposta positiva è parte fondamentale del lavoro proprio dei politici. Creare cioè condizioni e spazi perché una città e la sua una comunità esprimano i valori genuini e formativi, siano essi sportivi, culturali, ambientali e chi più ne ha più ne metta! Intanto, verso la fine di maggio ha visto il suo epilogo il Progetto Baby Futsal creato dalla Royal Team presso lo storico Edificio Scolastico “Maggiore Perri” di Lamezia Terme ovviamente. Precisamente sabato 27 presso la stessa scuola c’è stata una sorta di festa collettiva che ha coinvolto oltre un centinaio di bambini e bambini. Alla presenza di varie calcettiste della Royal, alternatesi durante l’anno nelle lezioni extracur-

strazioni tecniche oltreché suggerimenti di Losurdo&compagne. “L’appuntamento – ha spiegato Nicola Mazzocca - è per l’anno prossimo quando ripeteremo il progetto, poiché siamo stati promossi, stavolta noi, dalla scuola per quanto fatto. Ovviamente voglio ringraziare non solo dirigente e personale scolastico per l’accoglienza e la disponibilità durante tutto l’anno, ma anche la mia società, lo staff tecnico e le calcettiste. In particolare menziono il nostro sempre disponibile fac-totum Totò Gigliotti e l’ideatore del progetto Tonino Scalise. Senza dimenticare tutti gli altri dello staff per la stagione della prima squadra: da Tonino Mercuri a Francesca Sirianni, da Simona Vescio a Gianluca Vescio e Giacomo Costantino, da Antonio Stella a Luigi Ruberto. Dal dottore Paladino a Peppino Borrello; da Luciano Vasta a Claudia Vetromilo, ad Eugenio Mercuri per le Final Eight”.

riculari, si sono svolti mini tornei, circuiti dimostrativi di calcio a 5 suscitando l’entusiastica partecipazione di tutta la scolaresca coinvolta. Bambini, ma anche ‘giovani promesse già adocchiate, ne ho viste tre terribili, nel senso buono ovviamente’, ha evidenziato Nicola Mazzocca, sprizzavano gioia da tutti i pori nel poter giocare a pallone. Insomma uno spettacolo indescrivibile con i tanti ragazzini attenti alle dimo-

Dunque ritornando alla prima squadra, occorre concretizzare le trattative in corso per rendere solida la struttura societaria con nuovi ingressi di forze imprenditoriali, solo dopo si penserà alla prossima stagione agonistica. E dunque con le conseguenti conferme e nuove arrivate. Intanto una menzione per tutte le ragazze impegnate in questa stagione: i portieri Tiziana Liuzzo e Francesca Fucile; i difensori Laura Malato, Samanta Fragola (disimpegnatasi al meglio anche come allenatrice), Anna Leone, Alessandra Marrazzo. Quindi i laterali Francesca Ierardi, Martina Sommacale (esperienza interrotta a gennaio), Federica Mezzatesta, Sophie Bagnato, Giusy Mirafiore, Valentina Vezio. E i pivot Sharon Losurdo, Erika Linza, Carolina Pileggi, Erika Tinè, Tiziana Pota Quindi lo staff tecnico con Paolo Carnuccio, Pasquale Iannelli, Alessandro Mascaro, Pietro Mercuri.

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


Sport

Sfuma il triplete per Alfonso Casillo Nello Slalom Curinghese sul gradino più alto sale

Vincenzo Manganiello

Il triplete non si è concretizzato per Alfonso Casillo che ha dovuto cedere lo scettro dello Slalom Curinghese al più giovane Vincenzo Manganiello. Da un campano all’altro nello Slalom della ridente cittadina dell’hinterland lametino confermando, qualora ce ne fosse stato bisogno, che sulla SP 114 da località Turrina a Via Colombo si svolge una delle più belle competizioni di questa specialità. La Lamezia Motorsport, sulla scia del Racing Team Lamezia, raccoglie consensi per l’ottimo livello di organizzazione, sia sul piano tecnico che logistico nonché mediatico. Piloti provenienti da tutto il meridione hanno dato via ad una gara spettacolare valevole per il Campionato Regionale, organizzato dall’Automobile Club Catanzaro, che per la Coppa Csai 6ª Zona. “Meglio di così non poteva andare, ha chiosato il Patron Enzo Rizzo, ad una gara straordinaria ha fatto da cornice un pubblico altrettanto straordinario e corretto che ci ha consentito uno svolgimento nella massima tranquillità e sicurezza.” Più che soddisfatti gli amministratori curinghesi, dal Sindaco Domenico Pallaria al suo vice Patrizia Maiello che hanno sottolineato come la kermesse possa diventare un veicolo di traino per l’immagine ed il turismo del territorio. Sicuramente lo sport può essere tutto ciò se, come è successo in questo caso, viene abbinato ad altre iniziative. A Curinga, piloti, addetti ai lavori e semplici tifosi hanno potuto conoscere il percorso di un frutto che vanta grandi numeri in tutta la Piana Lametina ed in particolare proprio nella zona di Acconia, particolarmente adatta alla coltivazione di questo frutto, dai preparativi dei terreni per la sua coltivazione fino alla sua commercializzazione, che interessa i più grandi mercati ortofrutticoli d’Italia. Stiamo parlando della Fragola, frutta primaverile, tenera e golosa, che è la regina incontrastata di questa stagione. Un appuntamento, quello della sagra svoltasi nel sabato precedente la gara, che ha riscosso grande successo con visitatori che aumentano anno per anno. Per quanto riguarda l’aspetto puramente agonistico della gara, a salire sul gradino più alto del podio è stato il giovanissimo (appena

Lamezia e non solo

compiuti i 24 anni), ma già tre volte campione Under 23, Vincenzo Manganiello con il tempo di 2’12”35, ottenuto nella seconda delle tre manches. Con 2’16”63 l’esperto Gaetano Piria per il terzo anno consecutivo si accomoda sul secondo gradino del podio precedendo il campione uscente Alfonso Casillo fermo a 2’24”22 ottenuto nell’ultima manches. Casillo abdica anche a causa della scelta di una vettura non propria che andrà sviluppata e meglio adeguata al pilota. Il podio si è caratterizzato per le vetture dei piloti. Infatti, tutti erano alla guida di una Elia Avrio, casa costruttrice della provincia catanzarese (Simeri Crichi) che si conferma una splendida realtà sotto la guida dei fratelli Tommaso e Sebastiano Elia. Eugenio Catizone ripete il successo dello scorso anno conquistando il Gruppo E1 ITA con il tempo di 2’31”15 precedendo Cesare Leone (2’33”95) e Gabry Driver (2’35”68). Nel Gruppo N podio per Mario Radici che ha fermato il tempo a 2’36”83 precedendo Antonino Germanò (2’37”58) a cui è comunque andato il premio come miglior Under 23. Nel Gruppo A si impone Rosario Aurello che firma il miglior tempo con 2’45”65 precedendo Domenico Battaglia (2’49”99) e Giuseppe Alfio Faro (2’48”22). Al quarto posto (seconda di classe 2000) l’unica ragazza in gara; la 20enne Emilia Covello che con la sua Renault Clio Williams ferma il tempo a 2’48”55. Nel Gruppo delle Racing Start primo posto per il siciliano di Marsala Salvatore Giacalone con il tempo di 2’40”98 ottenuto alla terza prova. Alle sue spalle Rocco Porcaro che ottenuto il tempo di 2’44”40 nella prima manches e Fabio Presta con 2’47”63 segnato nell’ultima prova. Gruppo S appannaggio di Vincenzo Suraci che con 2’37”01 precede Nicola Sinopoli fermo a 2’47”29. Vittoria dunque di un giovane esordiente che sicuramente nel prosieguo della stagione darà filo da torcere ai più esperti Casillo e Piria.

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 15


Sport

Quando cade l’acrobata entrano i clown Entrano le squadre in campo, che magnifica allegria. Quando cade l’acrobata entrano in scena di clown. È la verità,Siamo al circo. Uno dei luoghi più tristi della vita.Uno dei posti nel mondo dove nessuno è libero. E’ notte. Un uomo è sul terrazzo dell’albergo sul mare, ritorna con il pensiero agli anni trascorsi e ad un’unica bugia: Un viaggio. Aveva mentito sulla destinazione,Per vedere una partita di calcio: la finale di coppa dei campioni Juventus- Liverpool a Bruxelles. L’uomo ripensa quella partita,Allo stadio malandato dove si svolgeva. L’Heysel. Ritorna al dramma di una vicenda che doveva essere allegra e giocosa, grandi bambini insieme per condividere una passione. E che invece era diventata una battaglia, Un insensato perdersi della ragione nella cecità della violenza. La parola Heysel Avrebbe da allora il significato morte: 39 morti e 600 feriti innocenti. Una strage immane per una partita di calcio, una ferita aperta e non più rimarginata. Nonostante la strage fosse già consumata, si era deciso, per motivi di sicurezza, di giocare egualmente. Un toccante monologo, una narrazione volta a ricordare una strage assurda, che ha stravolto tutto ciò che di positivo lo sport rappresenta 1984-1985 Coppa dei campioni Finale a Bruxelles-26 maggio 1985Juventus Liverpool: 1-0 Juventus

pag. 16

Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Briaschi, Tardelli, Rossi, Platinì, Boniek, Caricola, Prandelli, Limido, Vignola Il 1985 è il l’anno d’oro per la Juventus in fatto di coppe internazionali. In esaltante quanto gelida notte di gennaio Torino e bianconeri conquistano la supercoppa, in serata di maggio tragicamente indimenticabile a Bruxelles, la Juve guadagna quell’ambita Coppa dei Campioni da tempo inseguita. In entrambe le occasioni l’avversaria e la prestigiosa società inglese del Liverpool

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


Sport Grande partecipazione al Concorso Nazionale di Danza

Cose di Danza svoltosi a Lamezia Terme

Il Concorso Nazionale di Danza “Cose di Danza Csen Citta’ di Lamezia” svoltosi appunto a Lamezia Terme si è concluso con un trionfo che ha visto la partecipazione di circa 600 danzatori di varie fasce di età e oltre 150 atleti al Campionato Nazionale di Bench Press con atleti arrivati da Napoli, Roma, Lecce, Bari e da ogni parte d’Italia. Presenti anche i ragazzi diversamente abili. Erano presenti i Coreografi Ballerini di Amici Canale 5 e Ballando Sotto le Stelle Mr. Nevo, Michele Barile, Alex Magghy, Angela Shaghieva (arrivata in aereo direttamente dalla Russia) e Stella Marzocca. Si è congratulato il Sindaco Paolo Mascaro presente alla manifestazione per la riuscita dell’evento, ha salutato

Lamezia e non solo

tutti i partecipanti, genitori, bambini che hanno riempito per un’intera giornata il Teatro “8 Ciclisti” della Fondazione Terina. Un saluto anche da parte della’ Assessore allo Sport Graziella Astorino entusiasta anche lei per i tanti partecipanti e per la riuscita dei 2 campionati. Sono state consegnate tante Borse di Studio e Trofei. Contento il presidente provinciale del Csen Dott. Francesco De Nardo che da anni quasi 30 anni organizza in città, col comitato Csen di Lamezia, delle belle manifestazioni, contento oltre che per il successo anche per l’elevato livello tecnico dei partecipanti.A Lamezia sono giunti anche vari rappresentanti Csen Calabria. La scuola di danza della palestra

Editore: Grafichè di A. Perri

Fisiodinamic categoria Danza Classica Under 10 ha trionfato al Concorso di Danza Nazionale organizzato dalla CSEN “Cose di Danza” che si è svolto domenica scorsa al Teatro Otto Ciclisti di Lamezia Terme. Le allieve si sono distinte nella coreografia ideata dall’insegante Vanessa Zaffina sulla base della colonna sonora del film Forrest Gump. Insegnante : Vanessa Zaffina Allieve : Mariamirella Nicotera - Giulia D’ippolito - Giorgia Colafati Federica Colafati - Veronica Leone Giorgia Leone - Maria Chiara Renda Emanuela Boncordo - Myriam Villella - Desirè De Michele - Giada Spena Erica Spena - Stefania Mastroianni Giungo Maria - Miriam Falvo

pag. 17


LO PSICOLOGO:

La Psicologia

Chi è? Di cosa si occupa?

Spesso si sente parlare dello psicologo come dello “strizzacervelli”, tutti dicono di averne bisogno ma sono sempre gli altri a doverci andare!!! Prima di tutto è necessario spiegare cosa sia la Psicologia, è una scienza umana che studia ed osserva il comportamento degli individui ed i loro processi mentali, affettivi e relazionali. Per cercare di fare chiarezza si può affermare che lo Psicologo è, in breve, un dottore specialista della parte psichica dell’essere umano. In specifico egli si occupa di: prevenzione, diagnosi, abilitazione, riabilitazione e sostegno del disagio psichico e della promozione del benessere psicologico. Secondo la direttiva generale 89/48/CEE l’attività dello Psicologo consiste nell’ “uso di strumenti conoscitivi e di interventi per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e dibattito in tale ambito” (art. 1, legge n. 56 del 1989). L’intervento dello Psicologo non è assolutamente paragonabile, e non può in alcun modo essere sostituito, da quello di un amico, di un familiare, di un sacerdote, di una guida spirituale, di un mago, etc., in quanto solo e soltanto egli possiede specifici strumenti professionali, conoscenze verificate e scientificamente validate, esperienza ed oggettività riguardo alle molteplici e delicate problematiche psicologiche.

suo supporto può dunque rivolgersi non solo all’individuo, ma anche a famiglie, coppie, gruppi e a ulteriori contesti sociali e lavorativi come aziende, strutture ospedaliere e assistenziali, scuole, carceri, comunità, etc. Lo Psicologo, al contrario di leggendarie convinzioni, svolge la sua professione con il paziente in modo attivo, circolare e deontologico; cioè interagendo con il paziente in modo paritario e dinamico. Inoltre egli rispetta moralmente e professionalmente la persona anche attraverso la conoscenza e l’applicazione del suo Codice Deontologico professionale. Il lavoro dello Psicologo consiste nel comprendere ed accogliere domande, sofferenze, incomprensioni, disagi, ricordi, blocchi, aiutando la persona ad acquisire maggiore consapevolezza, ordine, forza, strategia, motivazione nelle piccole, medie o grandi difficoltà psicologiche.

parte interna, etc.

E’ di molti la convinzione che andare da uno Psicologo porti alla conseguenza di sentirsi osservato o giudicato da un estraneo, e di essere in concreto, pazzi o comunque menomati e/o diversi dalle altre persone. In realtà le dinamiche psicologiche sono presenti in tutti quanti ed hanno una loro fondamentale utilità di protezione, allerta, rapporto con l’esterno, collegamento con la propria

Ci sono dei momenti di fragilità emotiva in ognuno di noi, che da soli non si riescono ad affrontare o a superare, lo Psicologo ha il compito di “aiutare a vedere la realtà con un paio di occhiali nuovi”, cercando di trovare insieme alla persona la prospettiva migliore per guardare ed affrontare la propria vita da un angolazione diversa.

Lo Psicologo è laureato in Psicologia (la triennale + due anni della specialistica), ha praticato un anno di tirocinio presso enti e servizi di psicologia, successivamente ha passato un Esame di Stato per essere abilitato allo svolgimento della sua professione. Inoltre egli è presente, e deve essere necessariamente iscritto, in uno degli Ordini Regionali degli Psicologi presenti in Italia.

In conclusione da quanto detto, il supporto di uno Psicologo è, al giorno d’oggi, una delle migliori risorse disponibili per ristabilire e mantenere la propria fondamentale salute psicologica e sarebbe superficiale e insensato ignorare tale grande possibilità.

Lo Psicologo è in grado di intervenire su sintomi mentali specifici, problematiche affettive, relazionali e sociali, sia in età evolutiva (infanzia e adolescenza) sia in età adulta (a livello individuale, di coppia, della famiglia o di gruppo). Il

Dott.ssa Maria Mirabelli Psicologa clinica e forense – psicoterapeuta Contatti: 339.5919310 mariamirabelli@libero.it

pag. 18

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


La Psicologia

Pillole di psicologia: l’importanza di diventare “Emotivamente Intelligenti”

L’intelligenza emotiva fa riferimento alla capacità delle persone di riconoscere i propri sentimenti, di rintracciarli negli altri, di motivarsi e di riuscire a gestire le emozioni in maniera positiva, sia a livello interiore che nelle relazioni sociali. L’intelligenza emotiva consente quindi, agli individui che la sviluppano, di divenire emotivamente competenti. A quale scopo? E qual è il vantaggio di essere emotivamente intelligenti? Innanzitutto chiediamoci, cosa sappiamo sulle emozioni? Le emozioni sono meccanismi adattivi, disponibili all’organismo per adattarsi alle continue sollecitazioni ambientali. Le emozioni sono presenti in ogni momento della vita quotidiana e mediano costantemente il rapporto che una persona ha con il proprio ambiente fisico e sociale; dei veri e propri piani d’azione dei quali la natura ci ha dotato per gestire in tempo reale le emergenze della vita. Implicano l’attivazione di vari sistemi fisiologici (tachicardia, sudorazione, tremolio, eccitazione) e psicologici (vissuto personale, motivazione, valutazione cognitiva), che interagiscono in risposta alle informazione esterne elaborate. Gli studi condotti sulle emozioni ne hanno delineato le caratteristiche suddividendoli in primarie e secondarie. Le emozioni primarie sono caratterizzate da automatismo, involontarietà e rapidità nello scatenamento, oltre a spontaneità e limitata durata della reazione; queste emozioni sono: gioia, paura, collera, tristezza, disgusto e sorpresa. Le emozioni secondarie, invece, sono collegate allo sviluppo del linguaggio, della coscienza di sé, all’autovalutazione, più in generale alle elaborazioni cognitive, e perciò tendono ad emergere tardivamente. Esempi di emozioni secondarie sono: gelosia, invidia, disprezzo, vergogna, ecc. Ma come è possibile rendere le emozioni intelligenti? E quindi come è possibile portare l’intelligenza nella sfera delle emozioni? Possiamo rintracciare cinque ambiti principali dell’intelligenza emotiva e in ciascuno di essi sono contenute capacità specifiche che ci supportano nelle nostre azioni, determinano il modo in cui controlliamo noi stessi (ambito personale) e gestiamo le relazioni con gli altri (ambito sociale). Proviamo allora a rispondere alla domanda che ci siamo posti pocanzi: come portare l’intelligenza nella sfera delle emozioni? Il percorso è a cinque step: conoscenza delle proprie emozioni – controllo delle emozioni – motivazione di se stessi – riconoscimento delle emozioni altrui – gestione delle relazioni. Esaminiamoli brevemente: 1. Conoscenza delle proprie emozioni. E’ l’ambito dell’autoconsapevolezza, dominato dalla capacità che ci permette di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta. Conoscere le proprie emozioni è la “chiave di volta dell’intelligenza emotiva. […] la capacità di monitorare istante per istante i sentimenti è fondamentale per la comprensione psicologica di se stessi, mentre l’incapacità di farlo Lamezia e non solo

ci lascia alla loro mercè”.

2.

Controllo delle emozioni. Imparare a controllare le proprie emozioni vuol dire trovare la giusta regolazione per fronteggiare le diverse situazioni. La capacità di controllare le emozioni e i sentimenti, in modo che essi risultino adeguati, è strettamente legata alla consapevolezza di sé. 3. Motivazione di se stessi. La capacità di dominare le emozioni per raggiungere un obiettivo è una dote essenziale per concentrare l’attenzione, per trovare motivazione e controllo di sé, come pure ai fini della creatività. Chi ha questa capacità tende a essere più produttivo in qualunque ambito si applichi. 4. Riconoscimento delle emozioni altrui. L’empatia, fondamentale nella relazione con gli altri. la persona empatica si sintonizza sull’altro, ne percepisce immediatamente i segnali e riesce ad entrarvi in contatto con una sensibilità spiccata. L’empatia è lo strumento per favorire l’altruismo ed abbattere la sordità emozionale, il cui costo sociale è molto alto e sfocia nei crimini più orrendi causati dall’insensibilità al dolore di coloro che li commettono.

5. Gestione delle relazioni. E’ l’ambito delle competenze sociali e delle capacità specifiche a loro connesse, che permettono a chi ne è in possesso di gestire al meglio i rapporti interpersonali e di tarare i propri interventi con gli altri in modo adeguato, disinvolto ed efficace. Ciascuno di noi può avere capacità diverse in ciascuno dei cinque ambiti, e le carenze nelle capacità emozionali possono essere corrette attraverso interventi specifici. Il dominio delle emozioni, in conclusione, è una chiave indispensabile dello sviluppo del sé e della riuscita dei nostri progetti, delle nostre professioni e delle relazioni. Caro lettore, imparare a dare un nome a ciò che abbiamo dentro, esprimerlo con chi ci è accanto condividendo il nostro mondo interiore, è la componente essenziale dell’intelligenza emotiva che ci permettere di vivere in maniera più sana contribuendo a migliorare la nostra salute. Potenziare la propria “intelligenza emotiva” è possibile e presenta numerosi vantaggi…non perdere altro tempo!

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 19


La Nutrizionista

Centrifugati, estrattore, frullati, conosciamoli meglio…. Ormai in molti locali c’è la possibilità di sedersi e gustare un frullato, un centrifugato, un estratto di frutta e verdura. Il primo arriva dalle spiagge della California dove il clima e le bevande fresche e salutari fanno parte della cultura locale. Per fare i frullati si possono utilizzare sia frutta che verdura, si richiede una base liquida, latte , infusi e possono essere serviti caldi o freddi. Li troviamo anche sotto il nome di smoothies una bevanda cremosa e vellutata che può avere come base lo yogurt o per gli intolleranti i latti vegetali (mandorla, cocco, nocciole, soia). Il centrifugato e l’estratto invece nascono negli ultimi anni in quanto sponsorizzati dalle star di Hollywood che lo inseriscono nelle loro diete dimagranti. Il primo a documentare l’effetto dimagrante fu Joe Cross un australiano di 140 kg che sotto stretto controllo medico iniziò una dieta liquida a base di 80% verdura e 20 % frutta. Effettivamente dimagrì molto.

zucchero semplice che viene convertito in glucosio nel fegato. Un eccesso di fruttosio fa si che si ha la conversione in grassi (trigliceridi), con effetto l’aumento del peso corporeo, ma anche insulino resistenza. I migliori centrifugati sono quindi quelli che contengono 80 % di verdura e il 20 % di frutta. La centrifuga è uno strumento dotato di lame che gira ’’triturando’’ l’alimento ad altissima velocità, producendo calore in grado di ossidare le vitamine principalmente la vitamina C. Per questo motivo spesso si preferisce l’estrattore. L’estrattore a differenza della centrifuga gira molto più lentamente in quanto non ha lame ma una coclea che ‘’mastica’’ l’alimento non ossidando le vitamine e portandosi dietro un po’ di fibra. Con l’estratto possiamo ottenere una maggiore quantità di succo riducendo gli scarti. Un’altra dif-

Quindi questi succhi fanno dimagrire? Attenzione non è proprio così!

I frullati possono contribuire a consumare le 5-8 porzioni giornaliere di frutta e verdura. Possono essere molto utili negli anziani e nei bambini permettendoci di godere di vitamine, minerali e sostanze ad azione antiossidante. Nei frullati rimane inalterata la fibra, una classe di alimenti privi di valori nutrizionali, fondamentali per la funzionalità intestinale e per il controllo del picco glicemico post prandiale. Questo fa si che i frullati sono adatti per i diabetici in quanto mantenendo la fibra si ha una ridotta presenza di zuccheri semplici che potrebbero far aumentare in maniera brusca la glicemia I centrifugati sono perfetti per ricaricarsi l’estate di vitamine, antiossidanti e oligoelementi a patto che ci sia associata sempre una verdura, in quanto l’assenza di fibra potrebbe apportare un eccesso di zuccheri. Dobbiamo sottolineare che la frutta fa bene ma un suo eccesso potrebbe non avere l’effetto dimagrante desiderato. All’interno della frutta abbiamo il fruttosio uno pag. 20

gli zuccheri sia sui muscoli indolenziti e affaticati dopo un’intensa attività grazie al contenuto proteico in vitamine e minerali. L’ananas contiene la bromelina che è un potente antinfiammatorio naturale e il limone ci ricarica di vitamina C. In questo caso quindi sia centrifuga che estratti sono ottimi! Per un bimbo inappetente un buono spuntino potrebbe essere un frullato di anguria e yogurt oppure yogurt fragole e fragoline di bosco. La scelta dello yogurt bianco naturale ricco di carboidrati proteine calcio è un alimento nutriente associato a delle frutta è una merenda dolce molto gradita. Se invece si vuole sostituire il succo di frutta ricco spesso di additivi e conservanti possiamo scegliere sia un estratto sia un centrifugato. In questo caso a causa dell’assenza di fibra è necessario aggiungere una fetta di pane ad esempio con olio e pomodoro. In realtà gli estratti e i centrifugati ci aiutano anche in quei bambini che non amano la verdura in questo caso si può amalgamare con la frutta nascondendo il sapore. E per chi soffre di patologie come gastrite, diabete, colite?

ferenza dell’estrattore è il costo un po più alto sia della centrifuga che del frullatore.

A metà pomeriggio per non arrivare affamati, è necessario fare uno spuntino ottimo quindi può essere sia un frullato una centrifuga o un estratto, per una sana doccia vitaminica. In tutti vi è l’acqua di vegetazione i sali questo fa si che tutti siano degli ottimi drenanti. Ecco qui alcuni indicazioni per scegliere la bevanda giusta

Per uno sportivo per recuperare l’energia dopo lo sforzo possiamo fare un estratto o centrifuga utilizzando, mezzo ananas, 1 limone e un cucchiaino di miele. Ottimo rimineralizzante, il miele in questo caso ha una duplice azione sia di ripristino de-

Nel primo caso essendo sconsigliati solo alimenti liquidi è importante associare sempre qualcosa come una fetta di pane o delle fette biscottate se si vuole utilizzare a colazione. Per le persone con diabete le regole sono mai centrifugati di sola frutta per l’assenza di fibra e la presenza di soli zuccheri semplici. Magari in questi casi degli smoothie con latti alternativi come mandorla ad esempio che contiene una piccola quota lipidica potrà aiutare a rallentare la glicemia. Invece in soggetti colitici estratti e centrifughe sono una soluzione ottima in quanto essendo privi di fibra che in questi casi favoriscono l’infiammazione consentono di assumere vitamine enzimi che a volte si evitano. Alma Battaglia Biologa Nutrizionista Vice Presidente Sips Per info nutrizionali seguitemi alla pagina Facebook Centro Nutrizione Sport e Salute.

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


La Farmacista

Il bello del Sole, in sicurezza “Casa dove non batte il sole, entra il medico tutte le ore”, diceva un vecchio proverbio. Il sole fa bene: è la fonte di salute e di benessere psicofisico.

TECTION FACTOR): esprime numericamente la capacità protettiva di un prodotto nei confronti dell’eritema solare. E’ un indicatore universale che viene riportato sull’etichetta di tutti i prodotti solari e di diversi prodotti cosmetici di uso quotidiano. Il valore minimo di SPF è 6, corrispondente alla categoria di bassa protezione mentre il valore massimo è 50+, corrispondente alla categoria di protezione molto alta. ü RESISTENTE ALL’ACQUA: indica se il filtro rimane efficace dopo un determinato periodo di tempo (40 o 80 minuti) quando si nuota. ü INGREDIENTI ATTIVI: i prodotti solari sono costituiti principalmente da filtri. I filtri fisici agiscono come filtri di superficie e riflettono i raggi UV. I filtri chimici agiscono assorbendo i raggi UV e riducono la loro penetrazione nella pelle.

Migliora l’umore, riduce stress e agitazione, aumenta la produzione di serotonina, produce vitamina D, favorisce il rilassamento muscolare, incide positivamente sulla mobilità delle articolazioni ed è utile in alcune malattie della pelle. Ma attenzione agli eccessi e alle cattive abitudini che possono trasformarlo in un nemico e non soltanto d’estate, al mare o in montagna, ma anche in città. I raggi solari sono infatti la principale causa dell’invecchiamento cutaneo della pelle: l’esposizione al sole è responsabile delle discromie cutanee, delle rughe, delle macchie scure e dei segni che affiorano con il passare del tempo sul viso e sul corpo. Inoltre, una esposizione eccessiva e sbagliata può provocare eritemi e ustioni solari e aumenta il rischio di tumori sulla pelle. Per garantire che il tocco del sole resti soltanto una carezza salutare per la nostra pelle vengono in aiuto i prodotti solari. Per “prodotto solare” si intende qualsiasi preparato (quale crema, olio, gel, spray) destinato ad essere posto in contatto con la pelle umana, al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione. Un buon prodotto solare deve essere facilmente spalmabile sulla cute; deve avere una texture il più possibile gradevole per incentivare una generosa e frequente applicazione; deve veicolare efficacemente i filtri sulla pelle, facendoli rimanere sulla superficie dove arrivano le radiazioni senza favorirne l’assorbimento. Le parole-chiave di un prodotto solare sono:

Esistono varie tipologie di formulazioni solari. La forma cosmetica più diffusa e di maggiore compliance è certamente l’emulsione O/A (olio in acqua), in tutte le possibili varianti di viscosità: crema consistente o fluida, latte fluido o molto fluido, idoneo per erogazione spray. Indipendentemente dal fattore di protezione e dal tipo di formulazione scelto, qualche raccomandazione pratica sui solari: 1) FREQUENZA DI APPLICAZIONE: il prodotto solare non resta sulla pelle per sempre, bisogna riapplicarlo frequentemente soprattutto dopo il bagno, dopo aver sudato e dopo essersi asciugati; 2) CONFEZIONI BEN CONSERVATE: durante il periodo di utilizzo si deve porre massima attenzione nel richiudere accuratamente il flacone del solare dopo l’uso e non utilizzare il solare adoperato l’anno precedente. E’ importante e necessaria una cultura corretta del sole soprattutto in relazione alle modalità di esposizione al sole e all’impiego di protettivi solari con ampio spettro di protezione in quantità adeguata. Buon sole a tutti.

ü AMPIO SPETTRO: bisogna garantire una protezione sia contro i raggi UVA, sia contro i raggi UVB. I raggi UVA sono la principale causa della formazione delle rughe, i raggi UVB i principali responsabili delle scottature solari.

Ludovica Liparota , Dottoressa in Farmacia Presta servizio presso la Farmacia Mallamo Ha frequentato il prestigioso Master II livello (teorico e pratico) in “ Scienze Cosmetologiche” presso Università di Pavia

ü FATTORE DI PROTEZIONE (SPF= SUN PROLamezia e non solo

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 21


pag. 22

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


Lamezia e non solo

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 23


Io, due gambe e quattro ruote - totosaff@gmail.com

La Tredicina di Sant’Antonio La devozione a Sant’Antonio attraverso la recita delle preghiere della Nella città di Lamezia Terme nelle date 12, 13, 14 giugno: si celebra la festa in onore in onore di Sant’Antonio di Padova, patrono dell’ex comune di Nicastro. Da secoli gli abitanti di Nicastro celebrano la festa in onore al Santo per evocare una protezione contro le calamità naturali, che in passato tra terremoti e alluvioni hanno segnato questa terra. La prova di tanta devozione è dimostrata dai tipici quadretti illuminati da 13 lampadine, che raffigurano le 13 stelle (che formano la corona sul capo della statua), posti su ogni davanzale delle case lametine. Lamezia è decorata a festa con le tipiche illuminazioni festose e i fiori di giglio, simbolo di castità, purezza e virtù. Nelle vie principali è organizzata la tradizionale fiera lametina ricca dei prodotti calabresi, mentre per i più giovani sono allestite aree dedicate alle giostre oppure delle varie mostre organizzate per l’occasione. Molti sono i fedeli che vengono da ogni angolo del mondo per omaggiare il Santo e per partecipare alla festa della città. La processione si svolge portando in spalla la bellissima statua del Santo che da un lato regge la statuetta del bambin Gesù e dall’altra i Gigli, i tipici fiori che sbocciano proprio nel periodo della festività, preceduta dalla reliquia del Santo, una antichissima frammento della sua pelle. La cerimonia inizia fin dal primo pomeriggio lungo le strade principali, per poi procedere verso la parte antica di Nicastro, il quartiere San Teodoro ai piedi del castello Normanno, residenza estiva dell’Imperatore Federico Barbarossa. Nella tarda serata seguita da migliaia di fedeli la statua insieme alla reliquia arriva nella chiesa di Sant’Antonio posta su un’altura che domina l’intera città. All’arrivo la processione si conclude con una lunga e luminosa festa di fuochi d’artificio ammirati da ogni angolo della città. La particolarità che colpisce di questa celebrazione sono le preghiere e i tipici canti dei devoti che raccontato la storia e la fede immutabile da secoli. «Tredici stelle formano una corona, Antonio è patrono di questa città …» è il ritornello che accompagnerà tutti i devoti del Santo, il quale continua ancora ad elargire le grazie che Dio, per sua intercessione, concede a chi lo invoca e lo prega con cuore sincero. “Tredici stelle” che illuminano la via dell’uomo. TREDICINA DI S. ANTONIO 1 - O glorioso Sant’Antonio, che hai avuto da Dio il potere di resuscitare i morti, risveglia l’anima mia dalla tiepidezza e ottienimi una vita fervorosa e santa - GLORIA AL PADRE - Chi ha d’uopo di miracoli, si volga a Sant’Antonio, a cui non può resistere, nè morte nè demonio. 2 - O sapiente S. Antonio che con la tua dottrina sei stato luce per la Santa Chiesa e per il mondo, illumina l’anima mia aprendola alla divina realtà GLORIA AL PADRE - la colpa e la disgrazia, da chiunque egli allontana, la lebbra la più fracida, il più rio morbo ei sana. 3 - O pietoso Santo, che soccorri prontamente coloro che ti invocano, soccorri anche l’anima mia nelle attuali necessità - GLORIA AL PADRE - Il mar più irato acquietasi,si spezza ogni catena,solo che a lui rivolgasi,chiunque si trova in pena. 4 - O generoso Santo, che accogliendo la divina ispirazione, hai consacrato la tua vita al servizio di Dio, fà che io ascolti con docilità la voce del Signore - GLORIA AL PADRE - Se membro v’ha che siaci, inerte oppur mancante, qual pria robusto e vegeto, lo rende in un istante. 5 - O S. Antonio, vero giglio di purezza, non permettere che l’anima mia resti macchiata dal peccato, ma aiutami a vivere nell’innocenza della vita - GLORIA AL PADRE - Se il vecchio oppure il giovane, perduta ha qualche cosa, tosto gli fa conoscere dove si trova ascosa. 6 - O caro Santo, per la cui intercessione tanti infermi ritrovano la salute, aiuta la mia anima a guarire dalla colpa e dalle inclinazioni cattive - GLORIA AL PADRE - Per lui si svela e dissipa ogni più gran periglio, nè v’ha bisogno o inopia, dov’ei tien fisso il ciglio. 7 - O S. Antonio che ti sei prodigato per salvare i fratelli, guidami nel mare della vita e

pag. 24

dammi il tuo aiuto perchè possa giungere al porto della salvezza eterna - GLORIA AL PADRE - Lido non v’ha, non popolo, che Antonio non acclami, di grazia un ver prodigio, e come tal non l’ami. 8 - O compassionevole S. Antonio, che durante la vita hai liberato tanti condannati, chiedi per me la grazia che sia sciolto dai legami del peccato e non sia riprovato da Dio per l’eternità - GLORIA AL PADRE - Ma più che ovunque è in Padova, ove il suo nome suona,e ognun dal vecchio al bambolo di sua virtù ragiona. 9 - O Santo Taumaturgo, che hai avuto il dono di ricongiungere ai corpi le membra recise, non permettere mai che io mi separi dall’amore di Dio e dall’unità della Chiesa - GLORIA AL PADRE - O lingua ognor mirabile, tre volte benedetta, a Dio non men che agli uomini sempre egualmente accetta. 10 - O soccorritore dei poveri, che aiuti a ritrovare le cose smarrite, fà che non perda mai con il peccato, l’amicizia di Dio ma che la conservi fedelmente per tutta la vita - GLORIA AL PADRE - Deh. Chi ti fè si splendido dei fasti suoi strumento, faccia che il di lui Spirito in noi non sia mai spento. 11 - O carissimo Santo, che ascolti tutti quelli che ricorrono a te, accogli con bontà anche la mia preghiera e presentala a Dio affinchè io sia esaudito - GLORIA AL PADRE - E ognor seguendo i docili i santi suoi dettati, possiamo alfin nel novero, entrare nei beati. 12 - O Sant’Antonio che sei apostolo instancabile della parola di Dio, fa che io possa dare testimonianza della mia fede con la parola e con l’esempio - GLORIA AL PADRE - Donde per tutti i secoli, bandito il duolo e il pianto, si viva sol di gloria e dell’amor più santo 13 - O amatissimo S. Antonio che a Padova hai la tua tomba benedetta, guarda alle mie necessità; parli a Dio per me la tua lingua miracolosa affinchè io possa essere consolato ed esaudito - GLORIA AL PADRE - Inni cantano all’Ottimo che è Uno insieme e Trino e i servi suoi glorifica col suo poter divino.. TREDICI STELLE - CANTO A S. ANTONIO RITORNELLO: Tredici stelle formano una corona, Antonio è patrono di questa città, Antonio è patrono di questa città. (Ogni due o tre strofe, si aggiunge la seguente) Guardatelo quanto è bello, S. Antonio in maestà, con le sue maggiori stelle, tutto pieno di bontà. 1. O giglio olezzante, apostolo ardente, d’Italia sei stella benigna e fulgente. RIT. 2. Invitto campione del Santo Vangelo, Eterno sorriso dell’italo cielo. RIT. 3. Accogli dall’alto la prece ed il cor, dell’alme tu sei conforto ed amor. RIT. 4. Mi dona dei santi l’eccelsa virtù, mi dona, o amabile, il caro Gesù. RIT. 5. Dotato di zelo fecondo e possente, Solcasti le onde del mare furente. RIT. 6. Con l’impeto santo del forte che muor, sarai dell’Italia, o Antonio, l’onor. RIT. 7. Antonio da te venga, sull’ali la fede, nel cuore, nell’alma, che spera, che crede. RIT. 8. La fervida prece di chi ti decanta, v’infondi benigno la grazia tua santa. RIT. 9. S’innalza la lode da mille tribù, Tu grande in parola, Tu grande in virtù. RIT. 10. Tutti gli oppressi e i deboli, fidenti, sempre t’invocano per i tuoi portenti. RIT. 11. Tu ci proteggi, o grande Santo, che di Padova ne sei il vanto. RIT. 12. Canto di gioia, canto in allegria, o S. Antonio tu sei la vita mia. RIT. 13. O S. Antonio, esclama il mio cuor, deh! Tu proteggi me ognor. RIT.

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.