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Lamezia e non solo

Editore: Grafichè di A. Perri

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Lameziaenonsolo incontra

Antonio Saffioti

Nella Fragale

Questo mese incontriamo un uomo eccezionale, Antonio Saffioti, un uomo che ha molto da insegnare a tutti noi. La sua voglia di vivere è contagiosa, la sua forza d’animo non ha limiti. Sono questi motivi che ci hanno spinto ad intervistarlo, perchè è un esempio per tutti noi che spesso, troppo spesso, ci sentiamo “vittime” di un mondo ingiusto per motivi futili. Dovremmo riflettere prima di lamentarci, guardarci intorno e chiederci se abbimo motivo per farlo o, forse, molto più semplicemente, dovremmo incontrare, parlare, vivere accanto a persone come Antonio per uscirme arricchiti. Antonio sei più che noto in città, e non solo, ma per chi non dovesse conoscerti cominciamo questa intervista con delle domande semplici, come se si trovassero di fronte due persone che non si conoscono. Parlaci un po’ di te, presentati brevemente perchè poi al resto ci penserò io! Sono Antonio Saffioti, nato a Lamezia Terme il 19 aprile 1983. All’età di circa due anni mi è stata diagnosticata la distrofia muscolare di Duchenne, ma ciò non mi ha mai impedito di vivere una vita piena ed entusiasmante. Ho conseguito la maturità all’istituto tecnico commerciale “V. De Fazio” di Lamezia Terme nel 2002. Mi sono iscritto successivamente alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Magna Græcia di Catanzaro, dove ho completato la Laurea in Scienze Giuridiche il 30 ottobre 2006. La mia tesi di laurea tratta di Diritto Costituzionale ed è intitolata “Inclusione e tutela dei disabili nei percorsi della formazione”. Presso lo stesso ateneo, ho conseguito anche la Laurea Magistrale in Giurisprudenza il 26 gennaio 2012, con tesi di Diritto Costituzionale intitolata “I diritti dei disabili alla luce della Convenzione ONU”. Da luglio 2012 ho ricopro la carica di Vice Presidente della FISH Calabria (Federazione Italiana Superamento Handicap), carica che ricopro con impegno ancora oggi. A dicembre 2015 ho deciso di scrivere un libro sulla mia vita e ne ho affidato la scrittura allo scrittore Marco Cavaliere. Leggendo qua e là di te mi viene in mente Jovanotti, le parole di una sua canzone

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“Sono un ragazzo fortunato” perchè tu, nella tua sfortuna, lo sei: non perchè tu oggi goda di questa popolarità (ben meritata) ma perchè nel percorso della tua malattia hai avuto accanto figure che ti hanno aiutato a crescere “bene”. A parte la famiglia anche parenti, amici, professori ed assistenti ti hanno aiutato in questo percorso. Non tutti, nelle tue stesse condizioni, hanno avuto la tua fortuna. C’è chi è stato abbandonato a se stesso e chi si è lasciato andare. Non

“normale”. I miei genitori sono stati per me testimoni autentici di un amore vissuto pienamente, nel contesto della quotidianità e ciò ha messo da parte la mia malattia. La canzone che hai citato, guarda caso, è una delle mie canzoni preferite. Senza togliere nulla a Jovanotti che quando ero piccolo era il mio cantate preferito, io mi sento più fortunato di lui, perché al di fuori della malattia, ho una vita fantastica, circondato da familiari e amici meravigliosi. Sì posso dire di essere un “ragazzo fortunato”. C’è una persona, a parte i tuoi, alla quale ti senti particolarmente legato? Una persona alla quale senti di dovere molto per come ti è stata vicina e ti ha aiutata? Sì c’è una persona a cui sono particolarmente legato e sento vicina: è la mia presidente Nunzia Coppede’. Fin da quando ho iniziato a frequentarla è stato per me un esempio di forza e tenacia. Da sempre il mio punto di riferimento legale, sociale e umano.

è così? Già per il fatto di nascere si è fortunati. Lo si è di più se sani. La cosa importante è dove si vive e con chi. Avere avuto una famiglia come la mia mi ha regalato ogni giorno e ogni attimo un’esistenza

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Tu soffri di “Distrofia Muscolare di Duchenne”, la più comune delle malattie rare e che, come la maggior parte delle malattie rare non ha una cura. Fino a 9 anni hai condotto una vita più o meno regolare poi tu, e quanti ti stanno intorno, avete dovuto imparare quella che è “l’arte di convivere” con questo tipo di malattia. E’ un continuo alternarsi di speranze e delusioni ad ogni nuova ricerca che viene fatta? La distrofia muscolare di Duchenne o DMD è un disordine neuromuscolare a trasmissione recessiva caratterizzata da

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degenerazione progressiva dei muscoli scheletrico, lisci e cardiaci, che genera debolezza muscolare diffusa. Si manifesta nella prima infanzia con problemi nella deambulazione che preferiscono fino alla perdita dell’autonomia, negli anni precedenti la speranza di vita era limitata alla seconda decade, prevalentemente a causa di complicanze della cardiopatia o respiratorie. Attualmente ancora non esiste una cura, ma l’attenzione sin dalla diagnosi alle raccomandazioni cliniche di trattamento permette di raddoppiare le aspettative di vita. Parlaci della tua infanzia, anche scoprire la malattia e sapere contro quale mostro combattere è stata una dura battaglia, eri consapevole che, prima o poi, ti avrebbe portato a dovere vivere con “quattro ruote”? La mia è stata un’infanzia serena e tranquilla perché nessuno si accorgeva della mia malattia in quanto non era ancora del tutto manifesta. Solo piccoli dettagli della quotidianità come salire e scendere le scale, non riuscire a correre come gli altri bambini tradivano quell’apparente stato di perfetta salute. Agli occhi della maggior parte delle persone ero un bambino normale. All’età di dieci anni ho capito di avere una malattia “speciale”. Ciò , però, non mi ha abbattuto anzi mi ha fortificato. La consapevolezza delle quattro ruote se da una parte mi ha fatto paura dall’altra mi ha aiutato a rendermi visibile agli occhi di tutti. Finivano gli equivoci, finivano le prese in giro. Si può prendere in giro qualcuno che non cammina bene, ma chi si sognerebbe di prendere in giro qualcuno su una carrozzina. Con la carrozzina potevo finalmente muovermi ed andare in giro senza affaticarmi, potevo seguire i miei amici senza provare l’angosciante sensazione di rimanere sempre indietro. A proposito di ricerche, che passi avanti sono stati fatti da quando tu hai cominciato a combattere con “Duchenne”? Sempre che ne siano stati fatti.

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Poiché la malattia coinvolge più organi e apparati è cambiato l’approccio medico diventando multidisciplinare. Più specialisti, infatti, seguono ora l’evolversi della malattia combattendo su più fronti. L’evoluzione tecnologica e al tempo stesso la nascita di nuovi ausili hanno migliorato di molto la qualità della vita delle persone. Si parla molto anche delle cellule staminali che potrebbero essere di aiuto Il tuo parere in merito? Da quello che ho letto il futuro delle ricerche sarà rappresentato senz’altro dalle cellule staminali, da non confondere con il metodo stamina essendo esso una “pagliacciata”. La ricerca non deve essere,

però, intralciata, secondo me, da temi etico- religiosi. Sei poliedrico, non stai mai fermo, ti interessi di tutto e sei teso a fare del bene agli altri. Spesso i tuoi incontri si concludono con raccolte di fondi per altre associazioni. C’è qualcosa, fra quelle che fai, che ti dà maggiori soddisfazioni? Che so, ascoltare musica, scrivere un libro o leggerlo, partecipare ad incontri o organizzarli? La cosa che più mi aggrada è partecipare e organizzare incontri socio-culturali. Perché io penso che il sociale deve appartenere a tutti noi, poiché è grazie ad esso che si riesce a dare un senso alla vita, compiendo ciò che Gesù ci ha insegnato quando disse “ama il prossimo tuo come te stesso”, sia esso gay, migrante, disabile, anziano... Amo la musica indipendente e italiana.

Il cinema e il teatro da un po’ di tempo sono la mia passione, infatti, quest’anno ho seguito il cantiere laboratorio teatrale Kalt curato da Dario Natale presso il Tip Teatro di Lamezia Terme, che si è concluso con uno spettacolo messo in scena qualche giorno fa. Leggere libri, soprattutto autobiografiche e saggi mi piace e mi rilassa. Antonio e lo sport, oggi si è sensibili verso questo argomento e, sia per la partecipazione ad eventi sportivi come spettatore che come protagonista, per il disabile si sta facendo molto. Parlaci di come tu vivi lo sport Vivo lo sport da spettatore, non essendo riuscito a trovare una squadra di hockey in carrozzina, che è l’unico sport che potrei praticare. Comunque amo tutti gli sport soprattutto il calcio. Sono juventino e vigorino “incazzato”. È vero si sta facendo molto e si è più sensibili nel coinvolgimento dei disabili nello sport. Vedere un ragazzo senza una gamba correre, una squadra di calcio formata da tutti giocatori con le stampelle che giocano e si divertono è una sensazione unica e speciale. Anche a Lamezia da pochi anni esistono realtà sportive per disabili. L’obiettivo dello sport è quello di unire far divertire insegnare i giusti valori. Uno fra questi valori è innegabilmente quello dell’amicizia, dello stare insieme, del rispetto reciproco, del dare il proprio meglio coerentemente con le proprie possibilità. Riconoscere i propri limiti e fare di tutto per superarli, senza troppe pretese ma con la giusta ambizione. La vita è una sfida continua, e lo sport, in tutte le sue sfaccettature, ti consente di afferrarne l’essenza. Le amicizie, ne hai tantissime, alcune durano da una vita. Cosa è l’amicizia per te? C’è un “amico” che ti ha deluso? C’è un amico, per dirla in gergo femminile, “amico del cuore”? Il mio “amico del cuore” è stato e resterà per sempre mio cugino Gianluca, prematuramente scomparso in un incidente

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stradale, insieme al fratello Matteo anche lui grande amico e cugino. Ho tantissimi amici e un fratello acquisito Marco Cavaliere l’autore del mio libro. L’amore … Ti sei mai innamorato? Oppure ti sei quasi imposto di non innamorarti per non subire, magari, una delusione? Ho avuto diversi innamoramenti conclusi alcuni con nulla di fatto altri con solide amicizie. In questo momento sono innamorato della vita, ad aprirmi agli altri e alle cose che mi circondano. Se non ci fosse questa fiamma mi sentirei VUOTO. Non mi è mai balenata l’idea di non innamorarmi per non subire una delusione. Anche le delusioni fanno parte della vita. Il sesso, ne hai già parlato nella rubrica che tieni sul nostro giornale, ce ne vuoi parlare anche qua? Quali sono gli ostacoli, con il sesso, che affronta chi ha la tua malattia? Chi ha la mia patologia non può provvedere da solo alla sua sessualità, c’è bisogno di sostegno e garanzia dei diritti sessuali. La Musica, so che il tuo brano preferito è “Meraviglioso”. E’ questo il genere che preferisci? Quello melodico? O ti piacciono musiche e parole che rappresentano un inno alla vita? Sì, mi piacciono i testi e le musiche che inneggiano alla vita. Mi piacciono anche i cantautori italiani e seguo gli artisti lamentini emergenti. So che ami leggere ed anche scrivere, c’è un autore o un genere che preferisci? Ho letto tutti i saggi di Don Andrea Gallo. Amo gli autori lamentini, Costabile e i libri di poesie. La politica, lo sappiamo tutti, rappresenta il potere, potrebbe essere il “Deus ex Machina” per le malattie rare, non certo facendole sparire ma aiutando

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la ricerca. Invece anche mantenere Centri Scientifici per la ricerca per andare alle radici delle malattie rare è un problema, e noi ne abbiamo la prova con il Centro diretto da Amalia Bruni. Cosa ci vorrebbe per fare cambiare la testa di questo manipolo di uomini che decidono tutto per tutti? Forse un mesetto intrappolati nel corpo di un ammalato potrebbe servire? Se ci fossi tu al loro posto, cosa vorresti?

mondo intero? Di chiedere a Dio perchè “proprio a te”? Provi del risentimento, a volte, per la tua condizione? Non ho mai fatto questi pensieri, ma a volte bisogna dire bugie al fin di bene. Pensi mai a che vita avresti avuto se non ti fossi ammalato? Forse sarei stato un buon padre di famiglia, sull’esempio di mio padre che mi ha fatto capire sempre l’importanza dell’onestà e dell’amore verso il prossimo. Dal punto di vista professionale mi sarebbe piaciuto diventare un magistrato antimafia. E ti capita mai di arrabbiarti con chi ti sta intorno, non con chi conosci, ma con gente sconosciuta, ovviamente per episodi che ti riguardano? Mi succede spesso su facebook quando con amici virtuali ignoranti, omofobi e razzisti, intraprendo discussioni che stuzzicano la mia sensibilità.

Premetto che credo molto nella politica e faccio politica attiva nel mio movimento e partito. Mi piace tanto la politica da riuscire a stare anche 12 ore in un congresso politico. Purtroppo in questo periodo è molto distante dai cittadini specialmente verso coloro che soffrono o vivono in condizione di povertà. Io da politico guarderei soprattutto all’essere umano. Il tema delle malattie rare è poco considerato, centri come quello della professoressa Bruni andrebbero incentivati e valorizzati a dovere. La disabilità, comunque non la auguro a nessuno. La Religione, Dio che posto ha nella tua vita? Ho una fede incondizionata in Dio trasmessa da mia madre. Credo che con la preghiera si possono cambiare molte cose. Il mio Dio, però, è un Dio rivoluzionario e al servizio degli ultimi. Ti capita mai di arrabbiarti con il

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Tu hai provato l’”indipendenza” il poterti muovere liberamente, il fatto di non poterlo più fare che ripercussioni ha avuto su di te? Ciò ha cambiato radicalmente la mia vita, ma non l’ha stravolta, anche perché ho avuto il tempo di prepararmi psicologicamente a questo cambiamento. Che rapporto hai con il tuo corpo? Amo il mio corpo, il mio viso anche se mi rendo conto che dovrei dimagrire, intanto sono una “buona forchetta”. Antonio e le barriere architettoniche, molto è stato fatto e tu, nel tuo piccolo, con le tue lotte, con la tua caparbietà, alcune le hai superate, costringendo chi ti stava attorno ad accorgersi di te e ad agire di conseguenza. Pensi che si arriverà ad abbatterle completamente? Cosa ti auguri? Parafrasando Giovanni Falcone le barriere architettoniche e mentali sono un fenomeno umano e come esso avranno un inizio e una fine.

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Il tuo corpo è ammalato, non la tua mente che, come sottolineato, è iperattiva, curiosa, creativa ma, indubbiamente, non potendoti muovere liberamente, sarai diventato un grande osservatore, quali sono le tue considerazioni quando osservi chi si muove intorno a te? Ti capita mai di pensare che si affannino per nulla? Vorresti scuoterli e dire loro di pensare “seriamente”? Penso che con il mio esempio di esistenza faccio riflettere i normodotati sul senso e la bellezza della vita. Non perdo occasione di scuotere chi mi sta attorno, facendo capire loro che non bisogna abbattersi per cose futili. Antonio e la serenità, non voglio usare la parola “felicità” che, forse, non è di questo mondo. Quando mi è capitato di incontrarti, ti ho visto sempre sereno, sorridente. Ma lo sei veramente? Sì mi sento sereno perché penso che la vita è un’opportunità unica, che ci viene data per lasciare il nostro contributo in questo mondo. Davanti alle mille incognite della mia malattia ho deciso di ancorarmi ad una certezza: la mia forza di volontà. E regalarla agli altri, ai tanti che come me vivono questa dimensione e a chi gli sta vicino. Tu non hai mai gettato la spugna, sei un guerriero, hai scritto un libro, “Chi ci capisce è bravo”, Parlaci di questo libro, un libro scritto a quattro mani, tu e Marco Cavaliere, so che sta avendo molto successo. Partendo dal titolo “Chi ci capisce è bravo” voglio spiegare che questa è un’espressione che usava mio nonno, quando sentiva qualche notizia strana, mi è rimasta impressa e ho deciso di intitolare così il mio libro perché la disabilità è una lotta, un’arte, un modo ingegnoso di vivere e solo

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chi capirà cosa sia la volontà e la fantasia, solo chi avrà la determinazione di credere possibile abbattere il muro del corpo è “bravo”. È un libro corale scritto in prima persona e la voce narrante cambia in base alla narrazione temporale delle vicende: una volta è quella di mio padre, una volta è quella di mia madre, poi c’è la mia è infine quella di mia sorella. Non è un libro che parla di malattia, di sofferenza, di difficoltà e di emarginazione ma è la mia storia e della mia famiglia, la storia di come sia possibile, nonostante una forte disabilità,

vivere una vita piena, entusiasmante e costellata di traguardi. C’è nei tuoi progetti futuri, il sogno di scriverne un altro? Scrivere un libro nell’immediato no, ma insieme a Marco stiamo pensando di incidere l’audio libro di “Chi ci capisce è bravo”. Ma tu, come vivi la tua giornata tipo? Mi sveglio verso le nove e dopo aver svolto le cure personali, me ne sto nel mio letto-ufficio fino alle tredici. Dopo pranzo un piccolo riposino e poi di nuovo nel

mio ufficio tranne nei giorni in cui sono impegnato in riunioni sociali, politiche e civili. In estate di sera in giro per locali, senza però “ sballarmi”. La domanda è delicata ma è strettamente legata alle malattie invalidanti in generale. Cosa ne pensi dei pellegrinaggi verso la Svizzera? La decisione di mettere fine alla vita la rispetto anche se non la condivido. Se dovessi rivolgerti ai giovani, tanti sembrano non apprezzare la bellezza della vita, cosa diresti loro? Direi ai giovani di amare la vita e apprezzare questo dono perché è un’opportunità unica, che ci viene data non per sprecarla, ma per apprezzare e godere di tutto ciò che ci sta attorno. Impegnarsi per degli ideali, vivere da cittadini attivi lottando per un mondo migliore. Sballarsi di volontariato e non di alcolici e droghe. Perché vivendo a 360 gradi la propria vita si impara ad apprezzare quello che si ha. Amare e lasciarsi amare. Nulla è impossibile quando l’amore, il coraggio e la solidarietà si alleano contro il buio e la tentazione di abbandonare tutto. Vorrei ricordare ai giovani una citazione di J.P. SARTRE: “Se tutto fosse destinato a rimanere nell’al di qua della storia e dell’esistenza allora, davvero sarebbe “assurdo che siamo nati” Concludiamo con la consueta domanda alla Marzullo: C’è una domanda che non ti ho fatto e che avresti voluto ti facessi? Fatti la domanda, dacci la risposta Mi piace usare citazioni: qual è la tua citazione preferita? “…Finché l’essere umano conserva un soffio di vita, può perfezionarsi ed essere utile agli altri uomini. Ma egli può esser utile agli altri uomini, solo

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perfezionandosi e può perfezionarsi, solo rendendosi loro utile” (LEV TOLSTOJ - IL BASTONCINO VERDE: SCRITTI SUL CRISTIANESIMO - SUL SUICIDIO - 1890) Ed eccoci qua, a trarre le conclusioni di un’altra intervista appena finita. Di certo è stata la più toccante perchè Antonio è così forte dentro che accanto a lui sembra che gli ostacoli non esistano, le preoccupazioni giornaliere sembrano lontane anni luce. Mi piacerebbe davvero essere una poetessa per scrivere tutto il bello possibile per parlare senza essere accusata poi di piaggeria! E’ sereno, ha tanto da dare, da dire, da fare. Questa è un’intervista che si sarebbe potuta fare solo per immagini, che parlano per lui, che parlano a noi urlando silenziosamente un inno alla vita! Sorridente sempre, sempre in movimento, un vulcano di idee che non restano tali ma diventano azioni grazie a chi gli sta accanto: il padre, la madre, la sorella, gli amici, i conoscenti. Descrivendo una sua giornata tipo dice che mattina e pomeriggio lui riposa, tranne quando ha “qualche impegno”, ecco non credo che abbia detto la verità ... avrebbe dovuto dire che è “mattina e pomeriggio in movimento” (convegni, teatro, concerti, incontri, è anche un bravo attore, come abbiamo scoperto al TIP teatro dove ha recitato diretto da Dario Natale), e che di tanto in tanto riposa! Questa parola non è nel suo DNA. E’ spiritoso, ironico, ride e fa ridere, c’è

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una unica cosa che, a mio parere, gli dà fastidio: l’ignoranza, ma non quella legata al “non conoscere, non sapere”, che può anche essere giustificata, ma quella legata alla supponenza, al conoscere, al sapere e, nonostante tutto al non volere capire! Avere barriere mentali, ecco cosa non gli piace!

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Ama le citazioni, alcune le ha già fatte, ora tocca a me dedicargli quella di chiusura ... E’ di Alejandro Jodorowsky “Questa è la vera libertà: essere capaci di uscire da se stessi, attraverso i limiti del piccolo mondo individuale per aprirsi all’universo”

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Diminuiscono gli ecoreati sui litorali della Regione “CLASSIFICA del MARE ILLEGALE per Km di COSTA” nel Dossier Mare Monstrum di Legambiente la Calabria al 12° posto Le bellezze e preziose risorse naturali delle montagne e delle coste della Calabria negli ultimi anni sono all’attenzione e molto apprezzate in importanti Paesi esteri come gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna. Attenzione e apprezzamento considerati di recente da alcune importanti riviste nazionali che hanno inoltre evidenziato le eccellenze presenti non solo nei settori delle produzioni agricole e della gastronomia ma anche nei settori delle tecnologie avanzate. Questi dati e aspetti positivi della realtà della Calabria non sono graditi ai “negazionisti” e in alcuni settori degli operatori della disinformazione che per “apparire come più antimafiosi che non si può” preferiscono alimentare il pregiudizio lombrosiano e ripetere come pappagalli slogan a vantaggio della ndrangheta. Tra gli slogan di moda nel periodo della stagione balneare, ad esempio, c’è quello che pone la Calabria sempre e comunque nelle prime posizioni delle classifiche del mare illegale ed ecoreati. Cosa che puntualmente si è ripetuta nelle scorse settimane ignorando o facendo finta di non vedere tutti i dati utilizzati da Legambiente per le sue iniziative nel BelPaese. E in particolare la “CLASSIFICA DEL MARE ILLEGALE PER KM DI COSTA” pubblicata alle pagine 4 e 5 del Dossier Mare Monstrum dove la Calabria si trova al 12° posto e con un calo di ecoreati rispetto all’anno corso.

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E, quindi oscurando che, con più ecoreati della Calabria per chilometri di costa, sono indicate undici regioni tra cui: - l’Emilia Romagna al 4° posto; - il veneto al 5° posto; - l’Abruzzo al 6° posto; - la Liguria al 9° posto e il Friuli Venezia Giulia al 10° posto. In queste regioni del Nord dove la Ndrangheta investe di più i profitti del malaffare nessun “operatore dell’informazione” si permette di dire e scrivere come si dice e si scrive dei calabresi e della Calabria. Oltre a quelli che negano l’esistenza di qualsiasi aspetto positivo in Calabria e nei calabresi e a quelli che guadagnano sul mare sporco ci sono tanti politicanti e loro fans che quando sono all’opposizione vedono e dicono che tutto va male mentre quando sono loro al potere vedono e dicono che va tutto per il meglio. Politicanti che sia quando sono all’opposizione sia quando sono al potere non fanno nulla per rendere il mare pulito e contrastare realmente chi lo sporca. Gli stessi ignorano che sulle spiagge dei circa 720 chilometri di costa della Calabria, dopo un mese e mezzo dall’apertura ufficiale della stagione balneare non sono ancora esposti i cartelli con le dovute informazioni sulla qualità delle acque e sulle specificità e criticità di ogni singolo tratto di litorale. Cartelli necessari sia per evidenziare le eccellenze dei circa 670 Km di spiagge naturali adibite alla balneazione con le acque

più trasparenti e i fondali più sani della Penisola sia per impedire danni alla salute in corrispondenza dei tratti non adibiti alla balneazione localizzati alle foci inquinate dei fiumi, zone industriali, scogliere e porti con divieto di balneazione permanente per una lunghezza complessiva di circa 45 chilometri. È da ribadire che in gran parte dei comuni costieri si continua con le carenze informative e l’impossibilità per i bagnanti di individuare dove iniziano e terminano i divieti di balneazione e dove fare i bagni in sicurezza. Nel contempo sui social si intensificano post sulle condizioni di trasparenza o sporcizia delle acque marine e su alcuni amministratori locali che, invece di agire per promuovere le risorse dei propri territori e per rimuovere le cause che sporcano il mare, mostrano immagini dei loro incontri per decidere di chiedere ad altri e alla magistratura di individuare chi inquina il mare. Senza considerare che le competenze e responsabilità della gestione e del controllo del territorio, compresi gli scarichi che sporcano il mare, sono degli stessi amministratori comunali, che continuano ad ignorare l’ammonimento dei magistrati della Corte dei Conti della regione Calabria ribadito nelle relazioni su “la gestione delle risorse pubbliche finalizzata a prevenire l’inquinamento delle coste, a risanare le stesse, a migliorare la qualità delle acque destinate alla balneazione e a tutelare la salute pubblica”, nelle quali, tra l’altro, si denuncia che “le amministrazioni hanno mostrato una insufficiente consapevolezza delle proprie funzioni e competenze” e che “la protezione dell’ambiente e della salute pubblica impongono alle amministrazioni pubbliche di ridurre l’inquinamento delle acque di balneazione e di preservare queste ultime da un deterioramento ulteriore. In assenza della dovuta esposizione della cartellonistica di competenza comunale, per ottenere qualche informazione sulle condizioni delle acque marine, è necessario collegarsi via internet al sito web del Ministero della salute oppure al sito web della regione Calabria dove è pubblicata la classifica-

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zione sulla qualità delle acque fatta alla fine del 2016 per l’apertura ufficiale dell’attuale stagione balneare. Nel sito del Ministero della Salute in genere si può leggere la classificazione aggiornata sulla base delle analisi eseguite nel corso della stagione balneare dalle agenzie regionali per l’ambiente ed inviate allo stesso ministero. Purtroppo non sempre e non per tutti i comuni è possibile osservare la situazione aggiornata in tempo reale. E questo perché non sempre si provvede a trasmettere e tempestivamente allo stesso ministero i dati sulla classificazione e le Ordinanze sindacali di divieto di balneazione. I dati delle analisi e classificazioni ufficiali delle acque di balneazione fatte dall’Arpacal e pubblicate sul sito web della Regione mostrano il prevalere di un eccellente stato di salute sia del Tirreno che dello Jonio calabrese. Nonostante le immagini di alcuni tratti di mare sporco che circolano in rete, l’Arpacal ha certificato la qualità eccellente delle acque marine in corrispondenza di più 600 chilometri di costa calabrese, ben oltre il 90% dei circa 670 chilometri di costa adibita alla balneazione. I più estesi tratti costa con sabbia naturale, i mari più trasparenti e i fondali più sani dell’intera Penisola del BelPaese. Prelievi, analisi e classificazioni effettuate dall’Arpacal documentano acque inquinate solo in corrispondenza di 21 aree che rappresentano circa il 2% di tutte le aree adibite alla balneazione in Calabria. Questi tratti con divieto temporaneo di balneazione riguardano: 13 tratti della provincia di Reggio Calabria, 5 tratti della provincia di Cosenza, 2 tratti della provincia Vibo Valentia e un tratto della provincia di Crotone. Gli stessi dati forniti dall’Arpacal evidenziano alcune serie criticità in particolare nella città di Reggio Calabria dove lunghi tratti di spiaggia sono vietati alla balneazione. Criticità evidenziata anche nel sito del Ministero della Salute che dopo un mese e mezzo dell’apertura della stagione balneare per le aree adibite alla balneazione nelle quattro città capoluogo di provincia evidenzia : - Catanzaro 8 aree di balneazione denominate: Bellino, Capitaneria di Porto, Case U.N.R.A., Palace Hotel, Palazzo Bianco, Ristorante Porto, Tibi Dabo, 200 MTa Nord F. Alli tutte balneabili; -

Crotone una sola area denominata “a 500 MT a SUD Fiume Neto” temporaneamente vietata per inquinamento e le altre 19 aree di balneazione tutte balneabili.

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Vibo valentia 8 aree di balneazione denominate Fosso Industriale Porto Salvo, Lido La Capannina, Lido La Marinella, Lido la Vela, Lido Proserpina, Pennello e 200 MT a DX t. Trainiti tutte balneabili;

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Reggio Calabria 25 aree destinate alla balneazione con 11 aree non

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balneabili per inquinamento e denominate: “Pellaro Lume”, “Lido Comunale Zerbi”, “Circolo Nautico”, “Lido Comunale Pontile N”, “Circolo Velico”, “Gallico Limoneto”, “Lido Comunale Pontile S”, “Pentimele”, “500 M N Tott. Annunziata”, “Catona – Bar Reitano” e GallicoLido Mimmo. Le cause delle criticità sono state individuate e descritte dalla stessa Arpacal in un precedente Report dove si legge: “i campioni che hanno dato esito sfavorevole riguardano sempre gli stessi punti di prelievo che nel corso degli anni hanno dimostrato di avere problemi di inquinamento. Tali punti insistono soprattutto nella provincia di Cosenza e Reggio Calabria. Le problematiche rimangono tendenzialmente non risolte e quasi sempre dovute al malfunzionamento di alcuni depuratori costieri e di scarichi abusivi che giungono a mare tramite canali o torrenti. La situazione appare peggiore in caso di campionamenti eseguiti in presenza di pioggia, vicino alle foci di fiumi soprattutto nel periodo tra aprile e maggio o durante i mesi estivi quando il maggior numero di abitanti equivalenti causa inconvenienti al funzionamento dei depuratori costieri.” E, dove per il comune col più bel lungomare del Bel Paese si evidenzia: “La situazione nel comune di Reggio Calabria è piuttosto critica perché da diversi anni lunghi tratti di costa sono sottoposti a divieto di balneazione e non sono state attuate sufficienti misure di ripristino della balneabilità.” Le criticità dei mari che bagnano la regione che potevano e devono essere superate non devono offuscare le specificità del prezioso patrimonio costiero regionale che costituisce il 20% della disponibilità di costa balneabile dell’intera Penisola del BelPaese. Un dato da non sottovalutare perché è una quantità superiore a quella disponibile complessivamente in sei regioni bagnate dal Mar Adriatico: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise e Marche. Le specificità delle spiagge naturali della regione nonostante il riconoscimento dei requisiti necessari per meritare 16 Bandiere Verdi e 7 Blu restano ancora poco valorizzate e conosciute dentro e fuori la Calabria. Tra le specificità del patrimonio costiero della Calabria da non oscurare ci sono gli assetti idro-geomorfologici che favoriscono la presenza e lo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre. La straordinaria biodiversità e le specificità degli ecosistemi presenti nelle acque del Tirreno e dello Jonio della regione sono testimoniate, tra l’altro, dall’elevato numero di specie marine rare sottoposte a protezione da Direttive europee e dalla Convenzione di Rio de Janero. Tra le specie marine protette:13 Mammiferi; 14 Molluschi; 7 Crostacei; 8 Squali; 5 Rettili marini; 4 Echinodermi; 5 Spugne; 6 Antozoi; 6 Pesci e oltre 45 Uccelli marini. La specificità e abbondanza Editore: Grafichè di A. Perri

del Corallo rosso e bianco del Tirreno reggino e dei Cavallucci marini dello Jonio catanzarese non esiste in nessun’altra regione d’Italia e del Mediterraneo. La ricca geodiversità della regione ha, tra l’altro, favorito una rilevante varietà di spiagge naturali formate da frammenti di rocce di tutte le ere geologiche e specificità rare come gli ammassi granitici dello Jonio e del Tirreno calabrese generati dallo stesso magma che ha generato le più note coste granitiche della Sardegna dalle quali sono stati separati a seguito d’imponenti movimenti della crosta terrestre iniziati milioni di anni fa e ancora in atto nel Tirreno. Varietà di terre e acque ricche di minerali e sostanze che alimentano una grande varietà di vegetali e animali e anche di quei preziosi prodotti enogastronomici presi in considerazione dal New York Times per inserire la Calabria tra i luoghi da visitare nel 2017. Oltre alla grande varietà di preziosi aspetti naturalistici, paesaggistici ed ambientali in corrispondenza dei circa 720 chilometri di fascia costiera della Calabria esiste un rilevante e unico patrimonio archeologico a partire dai manufatti risalenti al Paleolitico di Casella di Maida nel Golfo di Sant’Eufemia e del Neolitico di Favella della Corte nella Piana di Sibari a seguire con i resti databili tra l’ VIII ed il V secolo a.C. dei centri abitati della Magna Grecia come: Rhegion, Locri Epizefiri, Kroton, Kaulon, Sybaris, Petelia, Krimisa, Hipponion, Metauros, Medma, Laos, Thurii, Temesa, Terina e Scolacium. Città-Stato con rilevanti opere portuali e attività economiche realizzate per secoli in equilibrio con gli assetti idrogeomorfologici del Territorio e che hanno permesso di raggiungere elevati livelli di civiltà e le massime espressioni dell’ingegno umano. Sul prossimo numero di questo mensile riaccenderemo i riflettori su alcune specificità dei litorali dei 5 comuni costieri del lametino. Accendere i riflettori sulle specificità della bio e geodiversità che caratterizzano gli assetti idrogeomorfologici dei litorali e del patrimonio costiero può stimolare le attività e gli interventi per mantenere il mare sempre pulito e per porre fine ai danni provocati dall’erosione costiera, dalle alluvioni e crolli provocati da eventi naturali prevedibili come le correnti marine, mareggiate e pioggia. Il prezioso patrimonio costiero disponibile, con le ricche specificità alle quali si è fatto cenno, può e deve essere tutelato e valorizzato attraverso interventi e atti concreti dall’insieme delle classi dirigenti locali e nazionali. Ad incominciare dagli interventi su mare e depurazione e dalla “nomina di un commissario unico sulla depurazione con poteri straordinari” e “disponibilità economiche adeguate” annunciate dal Ministro dell’ambiente il 21 marzo scorso in occasione della celebrazione della giornata mondiale dell’acqua in Parlamento. Geologo Mario Pileggi del Consiglio Nazionale Amici della Terra pag. 9


Cultura

Francesco Majone diario di un carabiniere calabrese in terra d’Albania La sala dell’ex municipio di Sambiase era gremita alla presentazione del libro su Francesco Majone, tratto proprio dal diario che lo stesso Majone scrisse, giornalmente, quando era in Albania. Ci ha pensato lo storico Francesco Fabbricatore a curarne la stesura regalandoci così uno spaccato di quel periodo basato non solo sulle parole del Carabiniere che potrebbero essere, sia pure importanti, ma riguardanti solo la sfera privata dell’uomo, ma anche sui numerosi documenti che arricchiscono il diario. Ma chi è Francesco Majone? Un eroe al quale si dovrebbe tributare maggiore onore! Dopo avere preso parte alla Grande Guerra, per la quale fu arruolato come Carabiniere, professione che continuò ad esercitare anche dopo la fine della guerra, a 44 anni, nel 1940, chiese congedo per poter fare domanda, come volontario, per partecipare alla guerra italo-greca, nella convinzione di potere essere di aiuto alla sua patria. E così fu, tanto da essere promosso a Sottotenente. Ma il 9 settembre del 1943, proprio il giorno successivo all’Armistizio fu fatto prigioniero dei tedeschi e fu deportato in Germania da “non collaborazionista”, prigioniero per non essersi voluto asservire ai nazifascisti, come documentato da molte testimonianze di chi si trovava nello stesso campo. Ed il diario si divide proprio in due parti, la prima parte riguardante il periodo in cui lui, da soldato, partecipava attivamente e fattivamente alla guerra, e la seconda parte riguardante il periodo vissuto da prigioniero. Ed ecco che, attraverso le parole, riusciamo ad immergerci in quelle che erano le condizioni storiche e di vita di Majone. Emozionante la lettera che scrive in risposta alla moglie, la prima che riesce ad inviare alla famiglia dopo mesi di prigionia durante i quali i familiari quasi lo credevano morto proprio perchè non avevano alcuna notizia. Traspare, da ogni parola, il dolore per la lontananza, per tutto quel tempo trascorso senza notizie, ed il sollievo, le lacrime, nel saperli stare bene, nel leggere dei figli che crescevano aspettandolo. Stessa emozione nella lettera della figlia Dina,

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la quale amorevolmente gli fa notare che i figli non erano più così piccoli come quando li aveva lasciati, ma che erano cresciuti e lei era già una signorinella che aveva ricevuto una proposta di matrimonio, che non aveva accettato perchè, per farlo, voleva aspettare la presenza del padre. E che dire delle parole, del ricordo della figlia Angelina? Aveva visto un uomo bello, forte, sicuro di sè, partire per il fronte. Il ricordo di quella figura, di suo padre, la ha accompagnata per tutti gli anni di lontananza ma, quando il padre ritorna, dopo cinque anni, quasi non lo riconosce. Ha di fronte un uomo magro, emaciato, sofferente. Un uomo provato nello spirito e nel corpo. Ma quell’uomo fragile, ancora una volta sorprende i propri cari e, nonostante l’enfisema polmonare, causato dalla lunga e dura prigionia, riprende servizio nell’Arma a Crotone. Dopo sette anni le condizioni di salute si aggravano costringendolo a chiedere congedo. Delusione quando, nel momento in cui era lui ad avere bisogno della Patria questa lo tradisce non riconoscendogli, come causa di servizio, la grave insufficienza respiratoria contratta durante la prigionia. Questo voltafaccia comunque non lo portò a denigrare la sua patria o a perdere i principi morali che lo contraddistinguevano e, per i quali, era particolarmente amato e rispettato non solo dai familiari ma da tutti quanti lo conoscevano. La dimostrazione di quanto fosse rispettato fu la sua elezione, con voto quasi unanime, a primo sindaco democristiano di Sambiase. La sua rettitudine, che non voleva scendere ai compromessi che la vita politica richiede, lo portarono a lasciare l’incarico. Morì nel 1974 e, finalmente, gli fu riconosciuto il merito che gli era dovuto, infatti gli tributarono gli onori militari con il picchetto d’onore. E’ questo un libro che dovrebbe essere nelle case di tutti i lametini, perchè è un pezzo della storia d’Italia, perchè è un pezzo della storia calabrese, lametina, perchè è un pezzo di quello che siamo grazie a quello che sono stati uomini come Francesco Majone

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Cultura L’UNIVERSITA’ MAGNA GRAECIA DI CATANZARO RENDE OMAGGIO ALL’ARTISTA

Nik Spatari

Nei giorni scorsi l‘Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, Alta Formazione, Master in Beni culturali e beni ecclesiastici- analisi, gestione, fund raising- ha reso omaggio all’arte, alla forza creatrice di Nik Spatari con un evento a lui dedicato presso la sede della facoltà di Sociologia. La manifestazione, intitolata “Nik Spatari: un maestro dell’arte e del Paesaggio”, si è tenuta davanti ad un folto pubblico che ne ha seguito, coinvolto e partecipe, i diversi momenti. Dopo i saluti del presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, che ha sottolineato l’importanza della promozione culturale per la crescita del territorio regionale e delle sinergie necessarie alla sua costante valorizzazione, il prof. Antonino Mantineo, Direttore del Master in Beni culturali e Beni ecclesiastici, da siciliano, ha espresso la sua grande sorpresa nello scoprire la dimensione artistica e il cammino utopico di Spatari. Gli interventi della prof.ssa Teodolinda Coltellaro, critico d’arte del Comitato Scientifico del MARCA e del prof. Vittorio Politano, vice direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro hanno offerto un ulteriore momento conoscitivo e di analisi dell’opera del Maestro Spatari, proponendo agli studenti e a tutti i presenti un coinvolgente viaggio nel suo straordinario universo creativo, amplificandone e rendendone ancora più tangibili gli smisurati valori umani e artistici che ne hanno connotato l’esistenza e reso possibile la realizzazione della preziosa realtà del MuSaBa. Infatti, dopo aver attraversato il mondo e l’Europa e aver ricevuto unanimi

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riconoscimenti alla sua arte, Nik Spatari è ritornato nella sua amata Calabria, nella natia Mammola, per immergersi nell’infinito sogno del MuSaBa (Museo Santa Barbara):un immenso Parco Museo Laboratorio in progress che si estende tra le valli del Torbido, tra gli aspri e incantevoli paesaggi aspromontani della Locride. Egli ha declinato la sua avventura utopica di uomo e di artista In un territorio ostile che non aiuta i grandi progetti culturali come il suo, ma piuttosto vi frappone ostacoli. E di questo, con il suo intervento, ha offerto una testimonianza la sua indomita compagna, l’olandese Hiske Maas, che ha ancora una volta evidenziato come il loro cammino realizzativo sia stato impervio e di quanto ancora tanto ci sia da fare per mettere in sicurezza le oltre mille opere che il MuSaBa custodisce, per completare l’intera progettualità ideata da Spatari e garantire la più ampia fruibilità e divulgazione di tutto il complesso strutturale del Parco Museo da riconoscere come prezioso Bene comune. Hiske, inoltre, si è soffermata sull’impareggiabile maestria tecnica dell’artista, sull’originalità della sua opera in cui convivono storia e pensiero moderno, ricerca linguistica e sensibilità contemporanea. L’iniziativa si è chiusa con una emozionante lectio del maestro Spatari che ha ripercorso alcuni momenti esaltanti della sua storia creativa: Parigi, i suoi incontri con i grandi del Novecento europeo,quali Picasso, Max Ernst, Jean Cocteau; il suo apprendistato nell’architettura, come allievo e collaboratore di Le Corbusier; le sue letture appas-

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sionate alla Sorbona attraverso cui scopre l’antichità più lontana e sconosciuta della sua terra, quella Calabria abitata dagli Itali, attraversata da popoli e culture che, prima dei Greci e dei Romani, ne determinarono la composita identità mediterranea, quella Calabria cui ritornerà col suo sogno,col suo progetto utopico che gradualmente prenderà forma. Una scelta sofferta e difficile la sua, in un Sud affascinante ma aggressivo, pieno di contraddizioni e difficoltà operative. Una dimensione paesaggistica primitiva e selvaggia è quella in cui avvia il recupero di un complesso monastico medievale in rovina che, sottratto agli sterpi e ai rovi, pietra su pietra, trasfigura nel parco museo laboratorio del MuSaBa, alla cui realizzazione, dal 1969 in poi, dedicherà gran parte del suo tempo e delle sue energie creative. E’ in questi luoghi, in questi paesaggi in cui ora dominano l’arte e la bellezza, che si snoda il racconto dell’incredibile sogno di Nik Spatari e di Hiske Maas, che ne sostiene i passi e ne motiva ancora, dolce e caparbia, il libero fare creativo. Conoscere e capire la forza del suo sogno di uomo e di artista che non si è arreso di fronte a nessun ostacolo e che ancora continua, imperterrito, la sua battaglia quotidiana per dare ad esso forma compiuta, costituisce un messaggio di speranza che incoraggia i giovani a non arrendersi alla rassegnazione perché, se si crede in un sogno, esso può essere realizzato anche in una terra come la nostra, in cui tutto è più arduo e difficile. Questa è la grande lezione di Nik Spatari.

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Associazionismo Parte da Lamezia Terme il Progetto Nazionale

“I PIATTI CONTRO GLI SPRECHI ALIMENTARI” promosso dal SOROPTIMIST e da SLOW FOOD Lamezia Terme, 6 luglio 2017 – I piatti contro lo spreco alimentare. Parte dalla Calabria, e in particolare da Lamezia Terme, il progetto che coinvolgerà tutta la penisola, nella battaglia contro lo spreco alimentare. L’iniziativa è stata ideata e promossa dal Soroptimist club di Lamezia Terme e dalla Condotta Slow Food lametina che, consolidando l’alleanza contro ogni forma di spreco, hanno messo a punto questo nuovo progetto che verrà promosso in tutte le regione d’Italia. La presentazione dell’iniziativa si è svolta a Maida, in occasione del 14mo appuntamento della Rete C&C (cultura & coltura) promossa dal Soroptimist International, e che era incentrato sulla promozione di attività contro gli sprechi alimentari. Nell’ambito dell’iniziativa sono stati riproposti alcuni piatti, facenti parte della tradizione gastronomica calabrese, come la “pasta china”, la frittata di pasta, lo spezzatino, la torta di pane, e nati proprio con l’ottica della riduzione degli sprechi in cucina. “Promuoveremo – ha spiegato Antonello Rispoli della Condotta Slow Food di Lamezia – questi piatti nelle osterie e nei ristoranti del lametino unitamente ad una scheda informativa sull’impatto delle scelte che, come consumatori, determiniamo ogni volta che andiamo a fare la spesa”.

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“Si tratta di un progetto particolarmente importante – ha spiegato la referente del sud Italia della Rete C&C del Soroptimist Giuseppina Mazzocca – inserito nell’ambito dell’iniziativa “Uguaglianza e sviluppo: gli sprechi alimentari e il cibo che non c’è”, promosso a livello nazionale dall’Unione italiana del Soroptimist International per il biennio 2015-2017. Un’azione concreta in favore della coltura ecosostenibile e contro gli sprechi alimentari. Il tutto inserito nel progetto nazionale che punta a favorire l’avanzamento delle piccole imprenditrici nel settore agroalimentare, l’educazione alimentare, l’uguaglianza e lo sviluppo, con riflessioni e azioni contro lo spreco alimentare e sul tema del cibo che non c’è”. All’incontro che si è svolto nei giorni scorsi hanno preso le rappresentanti dei 30 club di tutta Italia che hanno aderito alla rete che, oltre a discutere del progetto contro gli sprechi alimentari, hanno avuto modo di conoscere le bellezze storiche e archeologiche del territorio lametino, grazie all’accoglienza della presidente del club cittadino Lucia Greco e delle socie lametine.

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Associazionismo - Avis Calabria

Calabria

Assemblea Regionale 2017

Lamezia Terme 45° Assemblea Regionale AVIS Calabria, una di quelle circostanze dove la nostra regione emerge e si distingue, nel panorama nazionale come l’eccellenza in materia di efficenza e funzionalità nell’amministrare, gestire e promuovere la “Donazione” insieme alla città di lamezia Terme sempre in prima linea nella raccolta.

Nella sala Congressi del T Hotel Lamezia si sono susseguiti gli interventi dei Presidenti AVIS Comunali e Provinciali descrivendo in termini tecnici i risultati ottenuti ed i quelli che ci si propone per il futuro. Il Presidente dell’AVIS Regionale Dott.re Rocco Chiriano che ha evidenziato come

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gli obbiettivi prefissati nel 2013-17 siano stati pienamente raggiunti e superati grazie al contributo di 35 mila donatori Calabresi. Il Presidente Nazionale Dott.re Vincenzo Saturni ha ringraziato tutti i Volontari che hanno contribuito al successo delle iniziative messe in campo da tutte le sedi presenti nel territorio regionale ed i dirigenti che hanno sapientemente gestito le risorse ottimizzando i risultati. Una tre giorni full immersion di dati, calcoli, proiezioni slide e video il tutto a testimoniare la straordinaria realtà del volontariato AVIS.

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Il Presidente Luciano Fazzari - AVIS Comunale Lamezia Terme - è interrvenuto a sottoliniare la centralità del volontario AVIS indispensabile contributo al funzionamento della complessa e delicata struttura atta alla raccolta del Sangue. Il Dott.re Caimi figura storica dell’AVIS Comunale Lamezia Terme ha ripercorso brevemente la storia del Volontariato locale che ha visto Presidente sin dagli esordi. L’assemblea si è conclusa con la sodisfazione di tutti i presenti che hanno nominato le nuove cariche e riconfermato all’unanimità alla Presidenza Regionale il Dott.re Rocco Chiriani.

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Scuola

Ciak 3 un processo simulato per evitare un vero processo”- gli alunni della scuola media dell’I.C. Perri-Pitagora premiati per un cortometraggio sul Cyberbullismo. Si è svolta in una Sala del Seminario Regionale Teologico S.Pio X di Catanzaro gremita di studenti e di insegnanti – il convegno finale rivolto alla diffusione dell’esperienza del progetto “Ciak 3 un processo simulato …. per evitare un vero processo” promosso dal Tribunale Minorile di Catanzaro in collaborazione con l’USR della Calabria. Il progetto, finalizzato a promuovere percorsi virtuosi di

acquisizione, da parte dei ragazzi, del concetto di “legalità”, si è basato sulla ferma convinzione di entrambe le istituzioni coinvolte dell’efficacia che un’azione sinergica di scuola e giustizia può esercitare nella prevenzione del disagio giovanile e nello sviluppo e affermazione della cultura della legalità. Fondamentale nell’ attuazione del progetto è stata l’azione formativa rivolta ai giovani allievi fin dall’inizio del “viaggio”, che ha fatto sì che i contenuti del tema fossero effettivamente introiettati nelle coscienze di ognuno di loro. Tale fase, curata dai docenti di classe, ha visto la partecipazione attiva di Giudici Onorari del Tribunale per i Minori che hanno riferito sul bullismo e sul processo minorile e di un Avvocato che ha esposto sul ruolo della difesa nel processo minorile, e si è conclusa con la simulazione sotto la sapiente direzione del Presidente del Tribunale Minorile dott. Luciano Trovato di un processo per reati legati al cyber bullismo. Durante il convegno si è svolta anche la cerimonia di premiazione del concorso collegato al progetto ed istituito dal Centro Calabrese di Solidarietà in collaborazione con il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, la Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, con la sponsorizzazione della Fondazione della Cassa di Risparpag. 14

mio di Calabria e Lucania, l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro e l’Associazione Nazionale Magistrati Il concorso, rivolto alle scuole che hanno partecipato al progetto “Ciak 3 un processo simulato …. per evitare un vero processo“, hanno partecipato, insieme a sessanta scuole provenienti da tutta la regione, anche gli alunni della 2^ E della Scuola Secondaria di 1° grado dell’istituto Comprensivo “Perri-Pitagora” di Lamezia Terme, con un cortometraggio sulla tematica del cyber-

bullismo ricevendo, alla presenza, tra gli altri, del Presidente Luigi Fadiga, già Presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma e Bologna e Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della regione Emilia-Romagna, ben due riconoscimenti conferiti al gruppo-classe e sei premi individuali, consegnati direttamente agli alunni per l’interpretazione dei ruoli loro assegnati. Il processo simulato dei giovani lametini, infatti, è rientrato tra gli undici scelti dalla giuria tra i sessantuno messi in scena ed è stato premiato «per l’impegno e la capacità di partecipazione dell’intero gruppo-classe, che si è distinto per forte senso di coesione e singolare sensibilità al tema di legalità trattato», mentre il prodotto digitale realizzato si è aggiudicato il terzo posto tra le scuole del medesimo grado facendo vincere alla scuola un premio in danaro per l’acquisto di materiale didattico. Un’esperienza altamente formativa, sottolinea la dirigente scolastica Teresa Bevilacqua, che si aggiunge alle numerose iniziative dell’Istituto “Perri-Pitagora” per contribuire al processo di educazione alla legalità e di prevenzione del bullismo e del cyberbullismo delle nuove generazioni che spesso identificano le regole come un limite della libertà individuale e non come fondamento per una vera realizzazione personale e sociale.

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Scuola

Ambiente:

portata a termine sperimentazione sulla

raccolta differenziata nell’ITG di Lamezia L’Istituto Tecnico Settore Tecnologico - ITG di Lamezia Terme, guidato dalla dirigente Patrizia Costanzo, ha da poco portato a termine una breve sperimentazione sulla raccolta differenziata dei rifiuti iniziata al termine dello scorso mese di aprile. La scuola, già attiva con iniziative didattiche in materia di gestione dei rifiuti, ha accolto con immediato interesse e ha messo subito in atto la proposta educativa dell’associazione Lamezia Rifiuti Zero, avente come scopo la sensibilizzazione degli studenti verso una corretta gestione dei rifiuti, da raggiungere anche mediante l’esperienza concreta della raccolta differenziata dei rifiuti prodotti a scuola. L’associazione ha innanzitutto offerto ai ragazzi un momento di riflessione e di confronto sulla problematica ambientale ed economica dei rifiuti e sulle prospettive offerte dalla strategia Zero Waste, basata sui concetti di riduzione, riuso, riciclo, riprogettazione, responsabilità e sul tema di rifiuto come risorsa, realizzando anche una breve dimostrazione pratica sul corretto modo di differenziare i rifiuti. Dopo aver coordinato i rapporti della scuola con la Lamezia Multiservizi, che ha fornito i bidoni necessari alla raccolta dei rifiuti ed ha concordato con i responsabili il calendario della raccolta, Lamezia Rifiuti Zero ha munito gli studenti, coordinati dalla docente di chimica professoressa Carmela Buemi, di un bilancino digitale di precisione utile a pesare i rifiuti prima del conferimento. Nel corso del breve periodo di circa quaranta giorni la raccolta ha contabilizzato 70 chilogrammi di plastica e alluminio e 8 chilogrammi di carta, tipologie di rifiuto più rappresentate all’interno delle scuole in genere. La quantificazione dei materiali avviati a riciclo attraverso la raccolta differenziata ha un importante scopo educativo: da una parte far comprendere che la mole di rifiuti prodotti è enorme e può essere ridotta attraverso scelte di consumo più sostenibili, dall’altra riconoscere il valore economico intrinseco nei materiali postconsumo, che in nessun caso devono essere dispersi o finire in discarica, perché rappresentano ricchezza per la collettività. Si pensi che per alcuni tipi di plastica i consorzi del riciclo riconoscono ai comuni un valore di 370 euro per tonnellata, mentre l’alluminio ne vale ben 400. Una comunità che cresce in consapevolezza sul tema della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare, a partire dai propri giovani, è una comunità che guarda al proprio futuro con senso di responsabilità. Valori questi in cui la dirigente Patrizia Costanzo ed i suoi collaboratori credono decisamente. Per il prossimo anno scolastico, anche in collaborazione con Lamezia Rifiuti Zero, sono previste ulteriori attività di educazione ambientale e l’implementazione della raccolta differenziata in tutto l’istituto Tecnologico, per ottenere risultati sempre più virtuosi e crescere in coscienza ambientale.

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“A SCUOLA DI DIABETE”

Corso di formazione rivolto agli insegnanti

dell’i.c. “S. Eufemia Lamezia”

Su richiesta dell’ I.C. “S.Eufemia –Lamezia”, è stato realizzato il corso di formazione “A Scuola di Diabete”, un percorso informativo/formativo diretto agli insegnanti delle scuole che accolgono alunni con patologia diabetica, avviato dalla Dr.ssa Rosa Anfosso in qualità di Responsabile della struttura semplice Promozione della Salute dell’ASP di Catanzaro, afferente al Dipartimento di Prevenzione Diretto dal Dr. Giuseppe De Vito. L’iniziativa nasce a seguito dell’accordo operativo, a supporto dell’accoglienza e presa in carico del bambino diabetico a scuola, intercorso tra l’Ufficio Scolastico Regionale rappresentato dal Dott. Diego Bouché e l’ASP di Catanzaro diretta dal Direttore Generale Dott. Giuseppe Perri. La formazione, in accordo con quanto sancito dalle due istituzioni scolastica e sanitaria, ha l’obiettivo di garantire la migliore condizione per promuovere l’inserimento e l’integrazione degli studenti con bisogni speciali al fine di tutelarne il diritto allo studio ed il benessere all’interno della struttura scolastica e d’altro canto è in linea con il mandato istituzionale dell’Azienda Sanitaria di erogare prestazioni preventive sul territorio. Il diabete Mellito di tipo 1, in base ai dati epidemiologici forniti dalla rete diabetologia pediatrica calabrese, ha un tasso di incidenza di 15/100.000 casi all’anno. L’incremento dell’incidenza, con la progressiva riduzione dell’età della diagnosi, pone problemi di integrazione ed assistenza scolastica, problemi che inevitabilmente ricadono sul corpo docente non opportunamente preparato in simili ambiti ed in emergenza sanitaria. Il corso, realizzato dalla Dr.ssa Anfosso, Pediatra ed Adolescentologa, dall’Infermiera Pediatrica Lorena Rita Iozzo e dalla Psicologa Dott.ssa Cinzia Ranieri, è stato articolato in più parti: una prettamente clinica con lo scopo di esaminare tutti gli aspetti della patologia diabetica, dalle origini al significato della parola, dalla fisiologia dei principali ormoni all’eziologia della patologia, dai valori glicemici alla terapia insulinica, fino alla correzione di iperglicemie, e delle ipoglicemie che rappresentano l’emergenza sanitaria a scuola. Una parte squisitamente teorico/pratica nella quale sono stati illustrati i vari protocolli riguardanti il corretto utilizzo dei presidi sanitari necessari per la gestione del diabete a scuola, le modalità di esecuzione del controllo glicemico, le varie tecniche di somministrazione dei farmaci tra cui quello salvavita, le principali regole comportamentali da osservare in gravi situazioni di emergenza sanitaria. Per la migliore comprensione del vissuto del bambino diabetico, l’ultima parte del corso è stata completata dalla psicologa che ha dato suggerimenti al fine di comprendere le dinamiche relazionali all’interno della classe e con gli insegnanti e si è posta a supporto e sostegno del bambino e/o della famiglia nella gestione delle emozioni che la nuova condizione patologica suscita. Gli insegnanti, individuati dal Dirigente Scolastico Dott.ssa Fiorella Careri, che hanno partecipato al corso, hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa in quanto avevano una sensazione di inadeguatezza e di difficoltà rispetto alla gestione del bambino diabetico a scuola, in particolare, riguardo all’osservazione delle linee guida da rispettare in possibili situazioni di emergenza dettate da ipoglicemia grave. Gli insegnanti sono stati sottoposti a fine corso a verifica ed è stato rilasciato loro attestato di partecipazione nonché materiale informativo.

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Sport

Stretching Oggi milioni di persone hanno scoperto gli effetti benefici del movimento. Ovunque guardiate c’è gente che cammina, pratica lo jogging, corre, gioca a tennis, corre in bicicletta o nuota. Che cosa spera di ottenere? Perché questo improvviso interesse per l’attività fisica? La gente attiva vive molto più pienamente. Ha più capacità di resistenza, sopporta meglio le malattie ed è in buona forma. Ha un maggior autocontrollo, è meno depressa, e spesso, in tarda età, intraprende nuove attività con rinnovato vigore. La ricerca medica recentemente ha dimostrato che moltissimi stati di cattiva salute sono direttamente correlati alla carenza di attività fisica. La consapevolezza di ciò, unitamente ad un’appropriata cura della salute, sta cambiando il nostro modo di vivere. L’entusiasmo dei nostri giorni per l’attività fisica non è solo una moda passeggera. Ora ci rendiamo conto che il solo modo per prevenire gli inconvenienti dell’inattività è fare attività, e non per un mese, o un anno, ma per tutta la vita. I nostri antenati non avevano i problemi che si accompagnano alla vita sedentaria. Essi lottavano per sopravvivere ed erano forti e robusti perché continuamente impegnati in faticose attività all’aperto: abbattere alberi, lavorare la terra, cacciare. Ma, con l’avvento della società industriale, l’attività manuale venne sostituita dalle macchine. Diventando meno attiva, la gente cominciò a perdere la forza e l’istinto al movimento naturale. Le macchine hanno certamente reso la vita più facile, ma hanno anche creato seri problemi. Invece di camminare usiamo l’automobile, piuttosto di salire le scale utilizziamo l’ascensore; mentre un tempo eravamo quasi continuamente impegnati in attività fisiche, ora passiamo gran parte della nostra vita seduti. Senza l’impegno fisico quotidiano, il nostro corpo si satura di tensioni, e senza uno sfogo naturale di queste tensioni, i muscoli diventano deboli e rigidi, e perdiamo il contatto con la nostra «fisicità». Ma i tempi stanno cambiando. Gli anni settanta ci hanno portato a considerare criticamente la

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necessità di vivere una vita sana. Abbiamo scoperto che la salute è qualcosa che possiamo controllare, e che possiamo prevenire gli stati di indebolimento e le malattie da inattività. Non siamo più soddisfatti di stare seduti ed inattivi. Ora abbiamo riscoperto le gioie di una vita attiva e sana. Oggi, se lo vogliamo, possiamo recuperare un modo di vivere più sano e soddisfacente a qualsiasi età. La capacità di recupero del corpo è fenomenale. Per esempio, un chirurgo pratica un’incisione, rimuove o corregge il problema, poi cuce la ferita. A questo punto, è il corpo che interviene risanandosi da solo. La natura completa il lavoro iniziato dal chirurgo. Tutti noi abbiamo questa capacità, apparentemente miracolosa, di recupero della salute, sia da eventi cosi drastici come un intervento chirurgico, che da una cattiva condizione fisica causata dalla mancanza di attività o da una dieta sbagli-

ata. Che cosa ha a che fare lo stretching o «allungamento» con tutto questo? È l’importante anello di congiunzione tra la vita sedentaria e la vita attiva. L’allungamento mantiene l’elasticità dei muscoli, vi prepara al movimento, e favorisce il passaggio quotidiano dall’inattività all’attività impegnativa senza eccessivo sforzo. È particolarmente importante se correte, fate il ciclismo, giocate a tennis o se vi dedicate ad altri esercizi impegnativi, perché queste attività producono rigidità e diminuiscono la flessibilità. Eseguire l’allungamento prima e dopo l’attività fisica, conserverà la vostra flessibilità e sarà utile per prevenire i traumi così frequenti, come la periostite tibiale o la classica tendinite dell’atleta (tendine

d’Achille), e i dolori alle spalle o ai gomiti del tennista. Dato l’enorme numero di persone che praticano attività fisica è veramente necessario fornire una corretta informazione. L’allungamento è una metodica facile, ma eseguirlo in maniera errata può realmente causare più danni che benefici. Per questa ragione è fondamentale apprendere le tecniche corrette. Ho constatato che poche persone (inclusi gli atleti professionisti) sanno eseguire correttamente l’allungamento! L’allungamento è semplicemente un modo indolore di prepararsi al movimento. L’allungamento è piacevole e facile, ed una volta appreso correttamente ed eseguito con regolarità, è un valido aiuto per prevenire gli infortuni e per eseguire al meglio le loro prestazioni. L’allungamento fa sentire bene quando è eseguito correttamente. Non dovete forzare i vostri limiti o cercare di fare di più ogni giorno. Non è importante sapere quanto siete in grado di allungarvi. L’allungamento è una tecnica su base individuale strettamente correlata alla vostra struttura muscolare, alla vostra flessibilità, ed ai vari livelli di tensione. La chiave sta nella regolarità e nel rilassamento. L’obiettivo è quello di ridurre la tensione muscolare, favorendo la libertà del movimento, e non di raggiungere la massima flessibilità, che spesso porta al sovrastiramento o all’infortunio. Possiamo imparare molto osservando gli animali. Guardate un gatto od un cane. Essi conoscono per istinto il modo di allungarsi. Lo fanno spontaneamente, senza mai eccedere, mettendo a punto i muscoli che utilizzeranno. L’allungamento non è un’attività stressante: è serena, rilassante, non competitiva. Il sottile fascino dell’allungamento consiste nella capacità di mettervi in sintonia con i vostri muscoli attraverso la presa di coscienza delle tensioni muscolari. La tecnica dell’allungamento è completamente adattabile all’individuo. Non dovete sottoporvi ad alcuna rigida disciplina. L’allungamento da la libertà e la gioia di essere se stessi.

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Lamet ini a Roma Sport

Lo sport, come cita wikipedia, “è l’insieme di attività fisiche effettuate per fini salutistici, formativi e competitivi, e con il termine «sport» si indicano tutte le discipline fisiche in tutte le loro forme e fini” E sport puro è la partecipazione di otto atleti lametini, della Libertas e del Violetta Club, Enzo Falvo, Nicola Fazio, D’Agostino Gianvito, Pasquale Torcaso, Michele Domenicano, Gianfranco Perri, Vincenzo Tutino, Francesco Mancuso alla Prima Mezza Maratona Notturna di Roma. Maratona che ha registrato numeri da capogiro, oltre 5000 i partecipanti che non sono aumentati solo perchè gli organizzatori hanno bloccato il numero degli iscritti. E’ stata una gara dura, faticosa e, sicuramente, il caldo eccessivo che avviluppava la capitale in quel giorno la città, non ha aiutato i nostri “eroi” ma loro ce l’hanno fatta, hanno portato a termine il percorso con ottimi risultati. Oltre 21 i km percorsi che si sono svolti lungo le strade più romane più belle e suggestive, che gli atleti, pur impegnati nella gara, sicuramente avranno ammirato. La partenza è avvenuta da Piazza del Popolo, stesso luogo dell’arrivo e i primi

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10 chilometri hanno toccato il cuore del centro storico: via del Corso, via del Tritone, via Nazionale, Piazza Venezia, via dei Fori Imperiali, Piazza del Colosseo, via di San Gregorio, viale Aventino, via dei Cerchi con vista sul Circo Massimo, Piazza della Bocca della Verita’, via del Teatro di Marcello, Piazza Venezia, via del Corso, via di Ripetta, Piazza Augusto Imperatore e Passeggiata di Ripetta. Dall’11° chilometro è iniziato il tratto del Lungotevere fino a Piazzale delle Belle

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Arti, l’ingresso nel Villaggio Olimpico, per poi tornare sul Lungotevere e chiudere a Piazza del Popolo nuovamente dove tutto era iniziato. Un plauso ai nostri atleti lametini, è questa la Lamezia della quale ci piace parlare. Ad majora ragazzi, ci saremo anche alla prossima vostra avventura!

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Associazionismo

ASSOCIAZIONE ALTROVE & LISSANIA GARDEN Associazione ‘ALTROVE’ presente a Lamezia in via Lissania,18, è un luogo di incontro per “giovani di tutte le età”; proponendo attività culturali di ogni tipo: Mostre di vario genere, presentazione di testi poetico-letterari, conferenze, iniziative socio-culturali per il recupero delle tradizioni del territorio regionale. L’ associazione è situata in un Palazzo Ottocentesco, Casa Lissania, sede di un Bed & Breakfast e fornito di ampio ed elegante giardino, il Lissania Garden, che illuminatissimo durante le serate estive, ospita numerosi appuntamenti musicali dal 2014: “ Estate in Musica “ che vede protagonisti gruppi musicali e professionisti del settore, richiamando un nutrito e vasto pubblico. Tutto ciò grazie alla presenza nell’edificio di un anfiteatro che, accoglie oltre 150 persone per eventi di vario genere: Rap-

presentazioni teatrali, saggi di fine anno, sfilate ed eventi musicali da utilizzare nei mesi primaverili o estivi. Adiacente ad esso è presente il pub birreria Trani a gogò dove è possibile cenare in convenzione. Sabato 27 maggio alle 17,30, ha avuto luogo presso l’ Associazione ‘Altrove ‘, in occasione del Maggio dei libri, la presentazione del testo di Gianfranco Palermo, membro dell’associazione,“ La voce dell’anima”, una raccolta di poesie. Questa la dedica: “ A mia madre, a mia moglie alle mie figlie, il mio tutto. E ala memoria di mio padre. “ Gianfranco Palermo, Lametino d’adozione, è sposato e padre di due bambine, ama la lettura e le biblioteche. Hanno presentato il testo e conversato con l’autorela direttrice di “ Altrove, prof.ssa Anna Cardamone e Sabina Marasco che ne ha recitato

alcuni versi “ Il bello di quello che nasce dal cuore e lo regali al mondo, ti ritorna sempre più ricco di belle conoscenze ed amicizie” ; “Cosa ti aspetti dal domani? Non pioveranno stelle da Venere né le stelle canteranno dal cielo. Ma il tuo io più lontano ricorderà di avere amato. “ E’ stata poi organizzata sabato 3 giugno alle ore 20,15 al Lissania Garden la serata col maxi schermo per la ‘Champions League’ la tanto attesa partita tra Juventus e Real Madrid, che ha richiamato un vastissimo pubblico. Vedere una partita facendo il tifo per una squadra italiana in compagnia è senza dubbio un momento ‘magico’ , vissuto e condiviso grazie ad ‘ Altrove’.

‘Altrove’ prevede altri incontri, tra cui il saggio finale della scuola di chitarra “Il Liuto, nel Lissania Garden e la 4ª edizione di

crotonese c’inviterà a riscoprire una pagina di storia Calabrese, narrando le vicende del miglior peschereccio dello Ionio ai tempi del fascismo.

“ESTATE IN MUSICA “

21 Luglio ‘ Goran Kusminac: Qualcosa in più rispetto ai brani rimasti famosi negli anni Ottanta: Chitarra e vita musicale di oltre quarant’anni.

3 Settembre ‘Musica Popolare’ Il Gruppo di musica popolare è composto da voce e strumenti tipici della tradizione dell’ Italia meridionale , volto alla riscoperta delle sonorità antiche della Calabria, del Salento e della Sicilia.

che, come negli anni precedenti, allieterà, molte serate estive lametine con gli incontri musicali programmati in Giugno, Luglio e Settembre alle 21,150. Il pubblico potrà alloggiare nell’anfiteatro. Questi gli appuntamenti: 14 luglio pag. 18

‘Carlo Gallo’ : bravo attore

30 Luglio ‘Pompilio Turtoro’ : Collabora coi Nomadi dal 1998. La Band composta da 6 elementi. Proporrà un repertorio dedicato alla vita sociale.

Anche quest’ anno, quindi, grazie all’a associazione “Altrove” ed alla sua Direttrice prof.ssa Anna Cardamone, sarà possibile ascoltare della musica di qualità, in un bellissimo, fresco giardino e in ottima compagnia.

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Associazionismo

Una montagna di pace Una montagna di pace Giorno 1 e 2 Luglio Una montagna di pace organizzata da Rivìentu anima l’Abbazia di Corazzo. Rivìentu la rassegna di eventi promossa dal @COORDINAMENTO TERRITORIALE DEL REVENTINO mette insieme le associazioni del territorio che hanno come obiettivo la rivalutazione del centro storico la valorizzazione delle risorse ambientali e la riscoperta delle tradizioni. Rivìentu è l’anima della nostra montagna e delle sue valli che proprio da “Rivìentu” trae il nome “Reventino” (“Riventìnu”)” Ci saranno tante presenze. Fra questi anche noi tutti. Da Rivìentu : Un contributo artistico tutto lametino quello che apporteranno Ippolita Luzzo e Antonio Pujia di Aleph Arte, anche se l’arte e la cultura per definizione, come la pace, non hanno confini. La nostra abbazia, grande e maestosa, abbraccerà tutti come un grande museo all’aperto con le installazioni artistiche di Antonio Pujia con Conterraneo, memoria e poetica dei luoghi e le letture degli esilaranti post di Ippolita Luzzo sui paradossi del sud. Insieme in lit art con litweb Ippolita Luzzo, laureata in filosofia con tesi su Stirner, L’Unico. Da giugno 2012 scrive sul blog “Ippolita La regina della Litweb” quasi un giornale di cui lei è editorialista, direttrice e cronista. http://trollipp.blogspot.it/ Col suo blog indaga e legge ogni momento letterario ed artistico per lei autentico interpretando in modo originale il senso del testo. Ha vinto il premio Parole Erranti il 5 agosto 2013 a Cropani, nell’ambito dei Poeti a duello, X Festivaletteratura della Calabria . Nel 2016 ha vinto il concorso Blog e Circoli letterari indetto da RadioLibri nell’ambito di Più Liberi più libri al Palazzo dei Congressi a Roma. Nel 2017 fa parte della giuria del Premio Brancati Scrive su alcuni giornali online e riviste. Molti suoi pezzi stanno nelle cartellette Lamezia e non solo

degli autori che, fidandosi, le mandano i loro scritti. Nella libertà di lettura. L’Associazione Culturale “Aleph Arte”, con sede legale a Lamezia Terme, opera dal 1991 promuovendo iniziative culturali nel campo delle arti visive, con lo scopo di favorire lo sviluppo e la conoscenza dell’arte contemporanea. Attraverso il proprio Dipartimento di Didattica dell’Arte Di–d’à, istituito nel 2003, collabora con le scuole di ogni ordine e grado, con le Associazioni, i Musei e gli Enti Pubblici, individuando le opportune strategie per una consapevole fruizione dell’arte e del patrimonio artistico. Il Dipartimento, dedicato all’artista e designer Bruno Munari, opera in stretta collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, seguendo la metodologia del “Laboratorio Giocare con l’Arte”. http://trollipp.blogsp Secondo anno di UNA MONTAGNA DI PACE si rifletterà sul “come restare in Calabria. “all’ombra dei ruderi dell’Abbazia di Corazzo. Sarà una festa di pace. Avremo così mantenuto la parola con noi e con la nostra terra, quella di continuare a sognare e avremo aggiunto un altro importante capitolo al nostro racconto, alla nostra storia. Durante il fine settimana del primo e due luglio le giornate saranno scandite da: Escursioni - curate da Discovering Reventino, Workshop - dedicati a economie solidali, integrazione ed interazione, reti creative, turismo lento, aree interne e mobilità Domenica due luglio. a partire dalle ore 17.00, spazio all’incontro dibattito “Come restare? Un cammino controcorrente” al quale prenderanno parte Antonello Caporale giornalista de Il Fatto Quotidiano - Michele Conia Sindaco di Cinquefrondi Carmine Lupia e Rossella Capellupo.” Da Rivìentu Ippolita Luzzo

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La parola alla Nutrizionista

Lo yogurt e la sua composizione Una leggenda narra che l’inventore dello yogurt sia un pastore turco in cammino per il Caucaso che portava con sé del latte per dissetarsi. Il latte contenuto in un otre ricavato dalla pelle o dallo stomaco di pecora, grazie alle alte temperature e alla presenza di batteri all’interno dell’otre e al fenomeno della fermentazione diede vita ad un alimento nuovo più cremoso e più acidulo in grado di conservarsi più al lungo. Oggi la legislazione Italiana attribuisce alla definizione yogurt il latte fermentato con due ceppi batterici Lactobacillus bulgaricus e streptococcus thermofilus . Nello Yogurt i batteri lattici devono essere vitali fino al momento della scadenza in quantità totale di almeno 10 milioni per grammo. Il kefir non rientra nella definizione di yogurt ma dal punto di vista nutrizionale non c’è molta differenza, la preparazione prevede anche l’utilizzo di lieviti , il risultato è un prodotto alcolico e blandamente gasato . Il latte ossia l’alimento di partenza dello yogurt è costituito da carboidrati in prevalenza lattosio , proteine di elevato valore biologico caseine e sieroproteine , grassi insaturi essenziali (AGE) , e grassi a catena corta (SCFA) che hanno un ruolo protettivo a livello del colon e vitamine soprattutto quelle del gruppo B ( B2,B5,B9,B12) ma anche vitamine A ,D, E, K anche se queste variano in base al periodo di raccolto e dall’allevamento. Per quanto riguarda i sali minerali il calcio è sicuramente il protago-

nista, seguito dal fosforo . Ultimamente si riscontra all’intolleranza al lattosio , ossia lo zucchero del latte. Nell’intestino tenue è presente la lattasi un enzima in grado di scindere il lattosio in due zuccheri più semplici GLUCOSIO E GALATTOSIO , essendo un enzima inducibile cioè si riduce gradualmente con l’età la sua riduzione comporta la scarsa digeribilità del lattosio con dolori addominali, flatulenza e diarrea. Nello Yogurt grazie alla fermentazione ad opera dei batteri lattici il lattosio viene ridotto . Bulgaricus e Thermophilus sono dei probiotici “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”. Il loro ruolo è quello d’impedire la proliferazione di ’’ batteri cattivi’’che potrebbero transitare nell’intestino, inoltre nutrendosi di lattosio si avrà una minore presenza di questo zucchero all’interno dello yogurt che quindi può essere consumato senza grosse problematiche anche dagli intolleranti . La flora batterica è capace di contrastare i processi putrefattivi o l’eccessiva proliferazione di colibatteri per questo motivo lo yogurt è adatto sia in caso di stipsi che in caso di dissenteria. Lo yogurt è indicato per dimagrire, diminuisce il rischio cardiometabolico è adatto a diabetici e ipertesi e ultimamente si è ipotizzato un effetto benefico sul consumo di yogurt e la prevenzione delle carie . Tutte queste proprietà descritte si riferisco-

Una denominazione non precisa è ‘‘Yogurt alla frutta’’ in questo caso si parla di yogurt a cui è aggiunta marmellata di frutta , conservanti , aromi e stabilizzanti. Se facciamo un esperimento e inseriamo della frutta fresca a pezzi o frullata e aspettiamo 15 minuti noteremo che comparirà un colore nerastro causato dall’ossidazione della frutta. Come può quindi essere frutta quella contenuta all’interno delle yogurt in vendita? Se infatti controlliamo l’etichetta di un generico yogurt alla frutta vedremo

Ingredienti: Yogurt intero (latte intero, fermenti lattici specifici vivi: Streptococcus thermophilus e Lactobacillus bulgaricus), ciliegie 5% e amarene 5%, zucchero. Potremmo dire che ha bene poco di frutta e di naturale in un vasetto vasetto ci sono di 16,5 gr di carboidrati

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no allo yogurt bianco con queste caratteristiche nutrizionali:

Esistono in commercio vari tipi di Yogurt . La prima regola è fare attenzione alla DENOMINAZIONE COMMERCIALE che deve essere proprio YOGURT . LISTA DEGLI INGREDIENTI che deve essere breve , priva di grassi idrogenati e dolcificanti DATA DI SCADENZA che è compresa tra 20 e 48 giorni , più ci si avvicina alla data di scadenza più si riduce la vitalità dei probiotici BOLLO CEE marchio di riconoscimento sanitario che individua lo stabilimento di produzione MODALITA’ DI CONSERVAZIONE QUANTITA’ INDIRIZZO DELL’OPERATORE DEL SETTORE ALIMENTARE

pari a tre cucchiaini di zucchero. Se si è a dieta e si scegli questo come prodotto , sicuramente non è una scelta giusta!! Yogurt magri anche in questo caso bisogna sottolineare che se si sceglie uno yogurt magro deve essere bianco perché in genere l’industria sottrae il grasso e aggiunge dolcificanti. Esempio un generico yogurt magro alla fragola in etichetta vedremo: fragola 8%, zucchero, amido succo concentrato di carota nera, addensanti gomma di guar e aromi. Con un totale di 15 gr di carboidrati e 0,1 di grassi. Non abbiate paura dei grassi in questo caso non saranno loro a impedire la vostra perdita di peso. Yogurt greco ultimamente sempre più diffuso è un ottimo alleato per gli sportivi. Si differenzia dallo yogurt classico in quanto è molto più denso e cremoso viene definito ‘’formaggio di yogurt’’. Inizialmente nasceva come yogurt bianco ma si sta diffondendo anche quest’ultimo con preparati alla frutta e magri. E’ molto più saziante dello yogurt tradizionale e leggermente più proteico. Lo yogurt può essere consumato a colazione , a merenda ma potrebbe anche sostituire in queste calde giornate un pasto. Una porzione di 250 gr di Yogurt bianco e 250 gr di frutta, sono un pasto saziante genuino bilanciato , molto più di un’insalata scondita magari arricchita da prodotti conservati. Alma Battaglia Biologa Nutrizionista Vice Presidente SIPS Calabria Facebook Centro Nutrizione Sport Salute

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La parola alla Farmacista esperta in cosmetologia

La bellezza a portata di MA NO

Le mani parlano. Di ciò che siamo e di ciò che vogliamo.

ü Il mantenimento del pH fisiologico e del film idrolipidico sono fondamentali per l’integrità della pelle: per questo è molto importante utilizzare detergenti delicati, che rispettino l’acidità cutanea e non siano eccessivamente sgrassanti.

ormonali o inquinamento. Le formulazioni cosmetiche dedicate presentano proprietà schiarenti ed esfolianti e attivi specifici come quelli impiegati nei trattamenti antinvecchiamento per il viso.

ü Idratazione e protezione sono le funzionalità cosmetiche da privilegiare nella scelta dei trattamenti: le creme emollienti e idratanti specifiche aiutano a mantenere e ripristinare il film idrolipidico della pelle e lasciano sulla cute un sottile strato protettivo, non grasso, che prolunga nel tempo l’effetto barriera.

Sono il nostro biglietto da visita nei confronti del mondo esterno, la prima parte di noi che offriamo agli interlocutori in segno di amicizia, sono il nostro agente di comunicazione, il sostituto di una parola che sfugge durante una conversazione. Eppure non sempre dedichiamo loro le giuste attenzioni: soggetta ogni giorno all’azione di molteplici agenti esterni quali fattori climatici come raggi UV, vento, freddo o fattori chimici come detersivi e lavaggi frequenti, la pelle delle mani è più trascurata dal punto di vista cosmetico. Rispetto al viso, trattato e protetto quotidianamente, anche dal make up, le mani godono di minor cura al punto che svelano più precisamente l’età di una persona. Le mani richiedono premure durante tutto l’anno, ma è soprattutto d’estate e d’inverno che necessitano di qualche attenzione in più. D’estate non bisogna mai dimenticare di applicare la protezione solare perché le mani sono una parte del corpo che resta sempre scoperta, durante l’inverno invece è bene proteggerle dal freddo con i guanti per garantire un buon afflusso di sangue fino alla punta delle dita. Una detersione delicata ed un’accurata idratazione della pelle costituiscono le due regole d’oro per la cura delle mani.

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La forma cosmetica del trattamento mani è tradizionalmente in crema, di norma si formulano emulsioni olio in acqua (O|A) per ottenere prodotti di rapido assorbimento e after-feel leggero. La pelle delle mani è fragile perché ha poche ghiandole sebacee e si disidrata più facilmente. I disturbi più frequenti che colpiscono le mani sono: SECCHEZZA: le mani secche sono caratterizzate da colorito spento, rugosità e cute disidratata. Le formulazioni cosmetiche specifiche hanno funzionalità idratante ed emolliente. A tale scopo sono sviluppate con percentuali importanti di agenti umettanti, come la glicerina, la trimetilglicina e il trealosio. L’attività emolliente è invece realizzata con componenti lipidici sia fluidi che pastosi e maggiormente impiegati sono l’olio di mandorle, l’olio di avocado e il burro di Karitè, mentre l’attività di riparazione e rigenerazione cutanea viene svolta da vitamina E, allantoina e fitosteroli. ARROSSAMENTI: le mani arrossate sono il risultato di sbalzi di temperatura e lavaggi frequenti con detergenti irritanti. Le formulazioni cosmetiche specifiche sono creme estremamente nutrienti, ricche di sostanze naturali come glicerina, pantenolo ed estratti di camomilla. MACCHIE: la comparsa di macchie scure sulla pelle delle mani è l’inequivocabile segno dell’età che avanza. Queste discromie sono dovute ad una irregolare distribuzione della melanina, causata da raggi UV, sbalzi

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In ultimo, non dimentichiamo che non esistono belle mani senza unghie sane e curate. Lunghe e sensuali o corte e pratiche, quadrate o tondeggianti, le unghie sono lo specchio che riflette la cura che dedichiamo a noi stesse. Fondamentale per la salute, la tonicità e l’elasticità della pelle delle mani e per la resistenza delle unghie oltre al trattamento cosmetico riveste un ruolo importante un’alimentazione ricca di frutta e verdura (soprattutto zucca, carote e kiwi). E allora curiamo le nostre mani, che ci rendono speciali perché come diceva il filosofo greco Anassagora: “ l’ uomo è intelligente perché ha le mani ”. Ludovica Liparota , Dottoressa in Farmacia Presta servizio presso la Farmacia Mallamo Ha frequentato il prestigioso Master II livello (teorico e pratico) in “Scienze Cosmetologiche” presso Università di Pavia pag. 21


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La parola alla Psicologa

Caldo e ansia: Una connessione possibile? I disturbi d’ansia sono oggi tra i disturbi psicologici più debilitanti che si possano sperimentare e anche i più comuni. In tutto il mondo sono milioni le persone che lottano quotidianamente per controllare ansia, panico, timori e paure. Con l’arrivo della stagione estiva, e quindi con il vertiginoso aumento delle temperature, i disturbi d’ansia insorgono con molta più frequenza. Non solo fattori biologici e fattori psicologici possono dunque interferire con il nostro benessere, ma anche le condizioni atmosferiche concorrono al manifestarsi di questi disturbi. Nei mesi più caldi, l’incremento dell’incidenza dei disturbi d’ansia è riscontrabile dai dati che emergono dalla segnalazioni dei Pronto Soccorso nazionali. Occorre però sottolineare come le condizioni climatiche estive, quali afa e umidità, contribuiscono alla creazione di situazioni che in qualche misura possono essere confuse con i sintomi tipici dell’ansia: sbandamento, capogiri, spossatezza, sensazione di testa vuota, eccessiva sudorazione, sensazione di respirare male e di soffocamento, fame d’aria, svenimento, debolezza e tachicardia. Il caldo rappresenta un potenziale fattore di stress ed è causa di comportamenti impulsivi che, se non controllati, generano attacchi d’ansia o di panico. Una manifestazione d’ansia estremamente intensa, breve e transitoria è l’attacco di panico. Un attacco di panico è un periodo delimitato di intensa apprensione, paura o terrore, durante il quale possono essere avvertiti sintomi quali palpitazioni o tachicardia, tremori, nausea, sbandamento, sudorazione, tremolio, paura di morire, brividi o vampate di calore e sensazioni di soffocamento. Ma in che modo il caldo può generare attacchi d’ansia? I soggetti già predisposti all’ansia rischiano di cadere in un circolo vizioso, interpretando le sensazioni corporee, alterate dal cambiamento di stagione, come una reale prova che stia loro per accadere qualcosa di grave. Questo meccanismo mentale genera paura e agitazione e porta la persona ad esperire un vero e proprio attacco di panico. Per evitare di sperimentare l’ansia e il panico, la persona, spesso senza molta consapevolezza, impara ad evitare situazioni che possano innescare un attacco d’ansia o di panico. La persona inizia a concentrare la propria attenzione alla sua condizione fisica, monitorando costantemente il proprio corpo alla ricerca di sensazioni fisiche inspiegabili. Così allora ci si rinchiude in casa, si rinuncia alle vacanze, si evitano Testata Giornalistica - anno 25°- n.34 - luglio 2017 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa del Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: GRAFICHÈditore Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com Stampa: Michele Domenicano Allestimento: Peppino Serratore Redazione: Nella Fragale - Perri Antonio Progetto grafico&impaginazione: Grafiché Perri-0968.21844

Le iscrizioni, per i privati sono gratuite; così come sono gratuite le pubblicazioni di novelle, lettere, poesie, foto e quanto altro ci verrà inviato. Lamezia e non solo presso: Grafiché Perri - Via del Progresso, 200 - 88046 Lamezia Terme (Cz) oppure telefonare al numero 0968/21844.

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i posti affollati, ci si concentra ossessivamente su qualsiasi percezione corporea e si controllano con estrema frequenza le previsioni metereologiche. Tutte queste azioni possono causare la cosiddetta ansia anticipatoria, ovvero la paura di avere un attacco di ansia, che costituisce di per sé lo scatenarsi dell’ansia stessa. Come possiamo superarlo? Innanzitutto va detto che imparare a gestire l’ansia senza farsi sopraffare da essa è possibile! Iniziamo a riflettere sul fatto che le sensazioni corporee alterate non sono pericolose e che un attacco di panico non causa la morte. Le palpitazioni sperimentate durante un attacco di panico, ad esempio, possono essere molto paurose ma non pericolose. L’esperienza dell’ansia può avere diversi gradi di gravità che variano da persona a persona, ma anche per la stessa persona da episodio a episodio. Può essere davvero difficile quindi stabilire quanto sia “normale o “anormale” l’ansia che si prova; la valutazione di un professionista della salute mentale può offrire una prospettiva di intervento corretta. Il nocciolo di fondo è che il modo di pensare determina la regressione o il mantenimento dell’ansia. Centinai di studi sperimentali, negli ultimi vent’anni, hanno dimostrato che le persone prestano eccessiva attenzione al rischio e al pericolo quando sono in ansia. Pensieri, immagini, ricordi personali associati a rischi o pericoli possono far provare ansia alle persone. Il soggetto ansioso pensa che la peggiore delle ipotesi sia molto più probabile di quello che è realmente, il cosiddetto pensiero catastrofico. Sovrastimare la probabilità e la gravità di una minaccia è un elemento chiave di quella paura principale che sottende all’ansia. Scovare e correggere il pensiero catastrofico è il punto di partenza delle terapie cognitivo- comportamentali per la riduzione dell’ansia. Intervenire nel momento più critico può essere meno agevole, ed è preferibile che il soggetto ansioso si rivolga ad un terapeuta prima di arrivare ad un livello di sofferenza cronicizzato e invalidante. Caro lettore, risolvi i tuoi problemi legati all’ansia e … goditi l’estate! Dr.ssa Valeria Saladino Socia Sips saladino.valeria@gmail.com

Per qualsiasi richiesta di pubblicazione, anche per telefono, è obbligatorio fornire i propri dati alla redazione, e verranno pubblicati a discrezione del richiedente il servizio. Le novelle o le poesie vanno presentate in cartelle dattiloscritte, non eccessivamente lunghe. Gli operatori commerciali o coloro che desiderano la pubblicità sulle pagine di questo giornale possono telefonare allo 0968.21844 per informazioni dettagliate. La direzione si riserva, a proprio insindacabile giudizio, il diritto di rifiutare di pubblicare le inserzioni o di modificarle, senza alterarne il messaggio, qualora dovessero ritenerle lesive per la società. La direzione si dichiara non responsabile delle conseguenze derivanti dalle inserzioni pubblicate e dichiara invece responsabili gli inserzionisti stessi che dovranno rifondere i danni eventualmente causati per violazione di diritti, dichiarazioni malevoli o altro. Il materiale inviato non verrà restituito.

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