Tivoli City marzo 2013

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TIVOLI city Anno II n. 5 - Marzo 2013 - Copia Omaggio

Periodico di informazione, attualitĂ , cultura e tempo libero

Le Chiese di Tivoli Le pizze di Pasqua della tradizione Riccardo Cinti, rombi di passione


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Diamo valore alla storia di Alessandro Cerreoni C'erano una volta i “dossi dissuasori”. Servivano a far moderare la velocità ed erano stati installati sulle strade più a rischio e a maggiore densità di traffico: via Tiburto, via Antonio Del Re, via di Villa Braschi, via Paterno. Appunto, c'erano una volta. Nel senso che nella maggior parte dei casi ormai sono rimasti solo dei pezzi sparsi sull'asfalto. Pertanto sarebbe opportuno che chi si occupa di viabilità si faccia un giro per le vie della città e si dia da fare per ripristinarli, al fine di tutelare la sicurezza e l'incolumità dei cittadini. E già che ci siamo nel discorso, sarebbe bene che vengano apposti anche in altre vie, specie quelle dove sono situate le scuole, da via dei Pini a via Enrico Toti, da viale Picchioni a via Acquaregna e perché no anche su via Empolitana, dove capita di sovente che alcuni automobilisti spingano un po' troppo sull'acceleratore forse in preda ad una sorta di “sindrome di Schumacher”. Dopo questa nota, mi sembra opportuno ringraziare i lettori per l'affetto e la fiducia che ci stanno dando dopo solo pochissimi mesi di vita. Questo è il nostro quinto numero. Pian piano stiamo cercando di dare la nostra impronta. Come potrete notare, questo mese parliamo di una Tivoli multietnica, ovvero facendo una riflessione sui flussi migratori che hanno riguardato la nostra città negli anni. Nei prossimi mesi approfondiremo l'argomento. E a questa nuova gente, ma anche a tutti gli altri cittadini, dedichiamo un ampio spazio alla scoperta dei patrimoni artistici, storici e culturali che Tivoli può annoverare. Di Villa D'Este, Villa Adriana e Villa Gregoriana si sa quasi tutto. Ma delle chiese si sa molto meno. Anche in questo caso non ci fermeremo qui. Dato che poi siamo nel periodo di San Giuseppe e di Pasqua, non potevamo non spendere due parole sui nostri prodotti tipici, dai bignè di San Giuseppe alla pizza sbattuta, dalla pizza cresciuta alla famosa pizza Giulia. Dulcis in fundo c'è una storia che ci sta particolarmente a cuore ed è quella che riguarda la presunta scomparsa dei trofei vinti dalla Tivoli calcio nella sua storia. Dove sono finiti? Lo chiediamo alla città ma soprattutto alle istituzioni, affinché facciano qualcosa per restituirli alla gente e agli sportivi tiburtini. Sarebbe un delitto che vadano persi! Se volete contattare la redazione di Tivoli City, dare suggerimenti, proporre idee, inviare lettere e comunicati, chiedere informazioni pubblicitarie, chiamate i numeri: 327.1756829 327.1757148 - E-mail: tivolicity@puntoacapo.org

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Una grande Tivoli accogliente e multietnica Oggi, con i flussi di immigrazione, con i veloci spostamenti nell'ambito europeo e non, Tivoli sta diventando multietnica mantenendo sempre una capacità di accoglienza esemplare, attenta e attiva di Paolo Paolacci

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na delle cose che ho sempre notato e apprezzato nel corso degli anni è la grande , silenziosa, continua e generosa accoglienza che Tivoli ha sempre partecipato per chiunque sia arrivato qui. Mi riferisco al ruolo storico svolto nel corso degli anni del boom economico, quando la città di Tivoli ha rappresentato lo sbocco lavorativo per tantissime famiglie dei paesi limitrofi, con la Pirelli, le Cave e le Cartiere . Ma non solo lavorativo: ha anche rappresentato un modo di vivere più cittadino con la possibilità di frequentare ogni indirizzo scolastico, i cinema, il teatro, la cultura, facendo respirare un' aria certamente diversa rispetto ai paesi da dove si era arrivati. Questa continua crescita multiculturale oggi, sembra quasi arenata o dimenticata, eppure è esistita... Personalmente non ho vissuto questa accoglienza, perché sono nato a qui, ma la mia famiglia sì. E mia madre e mio padre, quando sono arrivati a Tivoli, da Guadagnolo, sono stati un punto di riferimento per chi ancora era rimasto in paese. La bellezza della vita di provincia non si batte, la mentalità sì. Uscire e incontrare gente è una delle cose più semplici eppure più umane che si possa fare. Rigorosamente a piedi, girare per la città il sabato mattina è un fatto distensivo e utile per chi non l’ha potuto fare durante gli altri giorni; e così cresce questa semplicità proprio come una necessità di cui non si vuole più fare a meno. Quante sono le persone che vengono dai paesi qui intorno e che ormai sono dei tiburtini a tutti gli effetti? Quale cam-

panilismo stupido può fermare questo mondo e questa ricchezza? Tivoli, per chi è venuto da fuori, è stata scelta perché offriva tutti i vantaggi di una grande città senza averne la dispersione. Di questo gliene va dato atto perché è sempre stata generosa e accogliente, sempre pronta a nuovi arrivi. E ne sono arrivati! Oggi, con i flussi di immigrazione, con i veloci spostamenti nell'ambito europeo e non, Tivoli sta diventando multietnica mantenendo sempre una capacità di accoglienza esemplare, attenta e attiva. L’apertura stupenda verso gli altri a volte cede il passo ad una restrizione difensiva delle proprie origini e questa mentalità, rischia di togliere, quasi per pigrizia, tutto il valore umano e di città d’arte che si può vantare davvero di essere. Quasi pure verso i turisti. Allora, perché non prendere sul serio questa grandezza? Perché non unire gli sforzi per dare davvero un valore di fondo a questa valenza per trovare l’entusiasmo di andare verso il futuro? L’accoglienza è l’asticella che misura quanto spazio, tempo e risorse stiamo investendo per crescere nel sociale. Questo ci obbliga ad avere una continua ricettività umana e fisica da armonizzare, gestire e maturare. La sfida, questa sfida per Tivoli è sempre stata vinta. Oggi la difficoltà economica, anche nazionale , la rende più difficile ed è vero. Ma torneremo ad uscire fuori da questa situazione certamente non abbattendo questo valore assoluto a livello sociale, ma rafforzandolo. Per questo ho voluto sottolinearlo. Don Nello Del Raso, fondatore del Villaggio, insieme agli Attivisti di ieri e di oggi, un esempio per tutti.

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L’arte per i diversamente abili TivoliInAbilArte: presentato il progetto dedicato ai giovani diversamente abili e ai ragazzi stranieri per la socializzazione e la formazione

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rende il via il progetto "TivolInAbilArte", una serie di laboratori che coinvolgeranno giovani diversamente abili e ragazzi di origine straniera con l'obiettivo di favorire processi di socializzazione e condivisione attraverso percorsi di espressione creativa sull’identità tiburtina. Il 14 febbraio presso le Scuderie Estensi si è svolto il convegno di presentazione del progetto che vede capofila l'amministrazione comunale di Tivoli con l'assessorato alle Politiche per la Famiglia e Welfare. A febbraio sono stati attivati cinque la-

boratori artistici gratuiti destinati ai ragazzi, di età compresa tra i 15 e i 25 anni, che riguarderanno scrittura creativa, teatro, ceramica, disegno e pittura, arti visive e comunicazione multimediale. All'interno dei laboratori i giovani lavoreranno insieme per condividere, raccontare e comunicare il loro modo di vedere e sentire la storia e la cultura di Tivoli. I risultati di queste esperienze saranno poi presentati in eventi dedicati e in occasioni organizzate durante l’anno presso i luoghi e gli scenari più rappresentativi di Tivoli, oltre che, sul sito dedicato all’iniziativa

www.tivolinabilarte.it. I laboratori di "TivolInAbilArte" vengono portati avanti in collaborazione con l'Associazione nazionale comuni italiani, “Form.Azione”, l'università degli Studi "Guglielmo Marconi", il liceo delle Scienze umane e Linguistico “Isabella d’Este”, l’istituto superiore via Tiburto 44 sede associata Liceo artistico e Liceo classico, l’associazione Famiglie di Angeli Onlus e il Centro d’Integrazione Sociale Onlus. Per ulteriori chiarimenti e informazioni: Ufficio Progetto TivolInAbilarte 0774-453307 – 329 2111191

Autofficina Dielle di Bernardini Lorenzo e Crocchianti Dante snc % $ "" &&

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Dove sono i trofei della Tivoli calcio? I tifosi tiburtini insorgono: “Rivogliamo i trofei della nostra gloriosa Tivoli!”

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era una volta la Tivoli che sfidava il Foggia, il Frosinone, il Benevento e la Torres. Una Tivoli capace di infiammare una città intera. Oggi quella Tivoli non c'è più, persa nell'anonimato e mediocrità più assoluta. Nella gloriosa storia di questa società, nata nel 1919 – prima di blasonate squadre di serie A – ci sono anche tanti trofei vinti, che per anni sono stati ospitati nelle sedi che la Tivoli calcio ha avuto. Nel calcio, si sa, i protagonisti, nel bene e nel male, passano ma restano la storia e i successi. Che fine hanno fatto i trofei vinti dalla Tivoli 1919? Una domanda che da qualche anno si stanno facendo moltissimi sostenitori e sportivi tiburtini. Un interrogativo di cui si fanno portavoce i supporter della 1919 Crew. “Come tutti sappiamo – sostengono - la Tivoli Calcio 1919 non è più una squadra di Pallone, con la sua matricola sono stati cancellati quasi 100 anni di storia.

Ci apprestiamo a combattere la nostra ultima battaglia. Non abbiamo più una squadra degna del nome di questa città è vero, ma ci sono cose che ancora è possibile salvare. Ci sono i Trofei, i tanti trofei vinti in quasi un secolo di vita. Dal più prestigioso, la coppa Italia Attilio Ferraris del 1947 fino a quello apparentemente più banale che puo' essere una medaglietta vinta dai bambini di 6 anni. E sono tanti. Dove sono questi trofei? Perchè non vengono restituiti alla Città e al Comune di Tivoli? Non sono forse un Patrimonio storico e culturale della nostra città? Possibile che nessuno faccia nulla? Dobbiamo lasciare tutto in mano ai personaggi che hanno rovinato la nostra Tivoli, la nostra storia e la nostra tradizione? Noi non vogliamo credere che sia così. Noi crediamo invece che qualcosa si puo' fare, lottando tutti in una direzione, partendo da noi della 1919 Crew. Ci batteremo per questo!”.

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Villa Gregoriana, il Sindaco incontra i lavoratori Il sindaco di Tivoli Sandro Gallotti ha incontrato recentemente i nove lavoratori di CoopCulture (già PierreciCodess) che avevano organizzato un sit-in di protesta davanti l'ingresso del Parco Villa Gregoriana. Al centro della contestazione la disdetta da parte del Fai del contratto di appalto di servizi con la cooperativa dove hanno prestato lavoro i nove giovani. All'incontro era presente anche Ezio Paluzzi dell'Italia dei Valori. "A breve incontrerò qui a Tivoli la responsabile Area beni del Fai Paola Candiani e il responsabile Risorse umane del Fai Emilio Paccioretti - ha dichiarato il sindaco Gallotti -. Ho già avuto rassicurazioni sul fatto che verranno visionati i curricula per valutarne competenze e professionalità. Non è mai facile affrontare situazioni che mettono a rischio posti di lavoro, soprattutto di questi tempi, ma penso che in questo caso possa essere considerata l'opportunità di garantire una continuità del servizio che per anni ha interessato la gestione delle attività a Villa Gregoriana".

Andrea Ferro entra in Parlamento Tivoli arriva in Parlamento. Ce l'ha fatta Andrea Ferro, ex segretario della Federazione di Tivoli dei Ds e oggi consigliere comunale del Pd. Ha conquistato un posto alla Camera per il Partito di Bersani. Dopo anni di digiuno il comune tiburtino torna ad occupare una sedia in Parlamento. Emozione e soddisfazione nelle parole del neo deputato. "Continueremo a lavorare per il bene della nostra città". Nelle urne tiburtine le schede per il partito di Bersani sono state il 30,29% , mentre il resto della coalizione, da Sel a Centro Democratico ha raccolto poco più del 3%. Ad Andrea Ferro vanno le nostre congratulazioni e l’augurio di una legislatura proficua, certi che saprà portare nelle istituzioni di Governo le istanze che riguardano Tivoli e i tiburtini. Buon lavoro al neo Deputato!

Terme Acque Albule rinnovato il Cda Giuseppe Sorbera, Francesco Di Romano e Bartolomeo Terranova sono i membri del rinnovato Cda della Acque Albule Spa. Le nomine sono avvenute questa mattina durante l'assemblea dei soci della partecipata del Comune di Tivoli. Sorbera, ragioniere commercialista, già membro del collegio sindacale della Acque Albule Spa, è di fatto l'unica new entry all'interno del Cda visto che per Di Romano e Terranova si tratta di due conferme. Sarà proprio il nuovo Cda che ha il compito di formalizzare cariche e deleghe e nominare il nuovo presidente della società. "Questa amministrazione comunale - ha commentato il sindaco di Tivoli Sandro Gallotti - ha tracciato un percorso ben definito per quanto riguarda il futuro della società Acque Albule all'insegna della massima trasparenza e della tutela degli interessi del Comune di Tivoli. Stiamo procedendo sulla strada che porterà alla privatizzazione totale della società. Il Cda ed il presidente che sarà nominato tra pochi giorni avranno il compito di gestire questa delicata ed importante fase che dovrà portare alla pubblicazione del bando europeo per la vendita del pacchetto di azioni possedute dal Comune, ovvero il 60% del totale. E' necessario poter garantire una guida della società dove il Comune torni ad essere il principale punto di riferimento ed arrivare nella massima serenità al passaggio della privatizzazione che potrà significare grandi benefici per la collettività di Tivoli".

Tivoli City N.5 Supplemento al n.3/2013 di GP magazine (Reg.Trib. 421/2000)

Editore: Punto a Capo Srl Direttore: Alessandro Cerreoni Responsabile Commerciale: Claudio Testi Hanno collaborato: Marina Marini, Paolo Paolacci Redazione: Via V. Pacifici, 20 - 00019 Tivoli (RM) E-mail: tivolicity@puntoacapo.org Stampa: Fotolito Moggio - Strada Galli 5 - Villa Adriana (RM) Chiuso in redazione: Il 5/03/13 - Copie distribuite: 10.000

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EcoSportello, per risparmiare energia L’assessore all'Ambiente Federico Lazzaro: "Un servizio per i cittadini e le imprese"

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nformare i cittadini su risparmio energetico, installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile fotovoltaica e termica, riciclaggio e riduzione dei rifiuti, risparmio idrico: questa è la mission dell’Ecosportello del Cittadino del Comune di Tivoli. "L’EcoSportello del Cittadino - ha dichiarato l’assessore all’Ambiente del Comune di Tivoli Federico Lazzaro - ha soprattutto il compito di fornire ai cittadini ed alle imprese una corretta informazione sulle opportunità offerte dalla tecnologia e dalla legislazione attuale per l’impiego, in casa o in azienda, dell’energia solate termica e fotovoltaica. Finanziata dall’assessorato all’Ambiente e Sviluppo sostenibile della Regione Lazio, l’iniziativa, che in via sperimentale avrà durata fino al mese di giugno 2013, conferma la sensibilità dell'amministrazione Gallotti verso i temi dell'ambiente ed in particolare delle energie rinnovabili". "Parlare di risparmio energetico e fonti rinnovabili oggi significa aprire la strada verso opportunità di sviluppo sostenibile che possono essere alla portata non solo delle aziende ma anche di famiglie - ha dichiarato il sindaco Sandro Gallotti -. Obiettivi importanti che devono segnare l'attività dell'amministrazione a sostegno dell'ambiente, dell'economia ed anche dell'occupazione". Gestito dall'associazione Terraverde onlus, l’EcoSportello ha il compito di garantire una corretta informazione ambientale, promuovere e diffondere esperienze e comportamenti eco-compatibili, far conoscere le opportunità offerte delle Energie rinnovabili, in un periodo in cui si rende sempre più necessario promuovere forme di energia pulita e sostenibile come il solare fotovoltaico, sostenendo così le imprese del territorio che sempre di più colgono le opportunità offerte da un settore in grande espansione. Lo Sportello è situato al piano primo delle Scuderie Estensi in vicolo Barchetto, ed è aperto il lunedì dalle 10 alle 14, il martedì e giovedì dalle 14 alle 18.

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“Questa Città ha degli indimenticabili tramonti” Elisa Claro è una ragazza spagnola che vive a Tivoli. Leggiamo cosa dice della città tiburtina. Alla fine ci svela cosa l’ha maggiormente colpita della nostra città di Paolo Paolacci

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lisa Claro è una giovanissima ragazza “made in Spagna”. Vive a Tivoli da più di due anni. A lei chiediamo cosa pensa della nostra città e come ci vive. E’ impossibile contenerla nella sua frizzante simpatia, naturale e disarmante. Ciao Elisa, come stai? Da quanto tempo sei in Italia? “E' da quattro anni che sono in Italia. Sono arrivata a Roma per fare una nuova esperienza all’estero e dopo due anni e mezzo mi sono trasferita a Tivoli per lavoro”. Cosa ti manca della Spagna ? Come ti trovi a Tivoli? Quali similitudini? “Della Spagna mi manca mia famiglia, soprattutto le mie nipotine e i miei amici. Però mi trovo bene a Tivoli; è una carinissima città tra le montagne, la natura , i piccoli vicoli… si può andare a piedi o in bici dappertutto e lo stile di vita tra spagnoli e italiani è più o meno

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simile”. Hai visitato le Ville? “Ho visitato Villa D’Este di giorno e la sera illuminata d’estate e Villa Gregoriana. La mia preferita è Villa Gregoriana, mi dà un senso di pace e tranquillità. Un altro posto di Tivoli che mi piace molto è la panoramica da Ponte Gregoriano verso la Sibila con l’albero sopra. E mi ricordo lo stupendo scenario che offriva lo scorso anno dopo la nevicata”. Le tue considerazioni generali suTivoli rapportate con il tuo modo di vivere? “Quello che mi sorprende è che essendo una città tanto bella, non c’è tanto da fare la sera… Secondo me dovrebbe movimentarsi di più. E quando parlo di offerta serale sento la mancanza di Roma. Non so quanto ci resterò, dipende del lavoro comunque vada la ricorderò come la città degli indimenticabili tramonti”.





Le Chiese, ricchezza del territorio Viaggio tra le chiese tiburtine che rappresentano un notevole valore storico di Marina Marini

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ra le ricchezze del nostro territorio e tra le risorse turistiche di cui disponiamo non si devono dimenticare le nostre chiese medievali di cui non tutti conoscono la storia e l’importanza artistica. Attraverso un tour virtuale cercheremo di ricostruire un quadro puntuale delle chiese tiburtine che

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costituiscono dei fiori all’occhiello all’interno di un discorso storico artistico. Iniziamo con la chiesa di S. Pietro alla Carità in via Campitelli. Le prime notizie di questo edificio in stile romanico (XII secolo), detto della Carità, dal nome della Confraternita alla quale fu affidato nel 1815, risalgono all'VIII-IX secolo. La facciata è semplice, in mattoni, e su di essa si aprono tre porte che corrispondono alle tre navate che costituiscono la pianta dell'edificio. A lato si eleva il campanile quadrato costruito nei secoli successivi. Due file di colonne, dodici della chiesa originaria in marmo cipollino e sei aggiunte in occasione dei restauri postbellici, separano le navate illuminate da strette finestre che si aprono su quella centrale. Il presbiterio e l'abside sono sopraelevati. Il soffitto è a capriate; sul pavimento della chiesa è possibile ammirare le tracce di un antico pavimento cosmatesco. Originariamente le pareti dell'edificio erano coperte da affreschi oramai perduti. Gli unici frammenti visibili sono situati sull'altare della navata destra. Vicinissima a piazza Campitelli è

piazza dell’Annunziata che prende il nome dalla chiesa omonima qui ubicata. Iniziò i lavori il cardinale Filippo Gezza De Ruffinis nel 1368 ma fu il vescovo Marcantonio Croce ad abbellire e consacrare la chiesa nel 1544. L’interno è molto bello e curato grazie alla ristrutturazione settecentesca del cardinale Borromini. Oggi la chiesa è sconsacrata ed è stata recentemente restaurata per farne ammirare il tardo stile barocco e le influenze architettoniche settecentesche. E’ scomparsa l’iscrizione un tempo situata sul frontone: “MARIAE DEI PARENTI DESIGNATAE”. Ora in questa chiesa si tengono concerti, mostre ed eventi culturali. La chiesa di S. Silvestro prende il nome da Papa Silvestro protagonista della vicenda della donazione di Costantino (poi smentita dalle ricerche filologiche cinquecentesche di Lorenzo Valla, il quale attraverso un’analisi linguistica e paleografica del documento stabilì che il documento stesso fosse un falso di mano successiva). Secondo la tradizione, questa chiesa fu fatta edificare da Papa Simplicio (468-483, Papa tibur-


tino a cui sono state attribuite anche le costruzioni di S. Stefano, S. Lorenzo, S. Maria Maggiore, S.Pietro alla Carità). Costruita inizialmente a tre navate, la chiesa attualmente ne comprende una soltanto; le arcate laterali infatti risultano murate a causa di motivi urbanistici che avevano previsto l’abbattimento di una navata per allargare via del Colle. Anche il campanile romanico di forma quadrata fu abbattuto e ridotto a vela così come possiamo ammirarlo oggi. Durante alcuni lavori di restauro del 1911, sotto l’affresco dell’abside in cui era raffigurato Cristo con due apostoli nel Giordano con due grandi alberi di palma, sono stati rinvenuti gli affreschi originali dell’abside e dell’arco trionfale risalenti al XII secolo. Nel circuito della parte più medievale di Tivoli non può passare in secondo piano il duomo tiburtino. Edificata forse nel V secolo sopra al foro romano grazie all’opera edilizia del Papa Simplicio, la cattedrale di S. Lorenzo, fu completamente ricostruita nel 1650 dal cardinale milanese Giulio Roma. L’edificio ha una navata unica con cappelle laterali, dopo la ristrutturazione la zona presbiteriale fu abbassata e furono eliminati il coro rettangolare antistante al presbiterio e la vasca battesimale, dietro l’altare maggiore furono inseriti il coro ligneo, gli stalli dei sacerdoti e la cattedra del vescovo. Il cardinale Roma conservò le opere più significative della vecchia basilica come il campanile romanico e alcuni monumenti funebri all’interno come quelli dei vescovi Angelo Lupo e Angelo Leonini. Facciata in stile barocco con portico a tre fornici, sul lato sinistro si erge l'originario campanile di stile romanico. In piazza Plebiscito sorge il convento domenicano di S. Biagio che andò a

sostituire, come di consuetudine nel medioevo per segnare la vittoria del Cristianesimo sugli altri culti, un luogo di culto pagano di Giunone Regina. Costruita nel XII secolo, inizialmente S. Biagio era una piccola chiesetta in stile romanico con un ingresso che si affacciava su via dei Sosii. L’impianto aveva una sola navata rettangolare con cappelle alle pareti, soffitto a capriate, abside poco sviluppata coperta con volta a crociera. Il campanile fu quasi completamente distrutto durante i bombardamenti del 1944. Nel 1285 Papa Onorio IV sancì il possesso della chiesa all’Ordine Domenicano sprovvisto di un luogo in cui predicare. Furono proprio i domenicani ad ampliare la chiesa e ad edificare il convento. Come tutte le chiese domenicane, la nuova struttura venne chiamata S. maria della Gloria ma i tiburtini preferirono chiamarla S. Biagio vescovo e martire. Alla metà del trecento il cardinale Filippo Gezza De Riffinis ordinò il rifacimento della chiesa volgendo la sua facciata su Piazza Plebiscito, così come possiamo vederla oggi. Questi

lavori furono terminati soltanto nel cinquecento inoltrato grazie alle generose donazioni di Vincenzo leonini, fratello del famoso vescovo. Gli stemmi familiari dei Leonini furono così scolpiti sulle basi degli sti-

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piti del portale e a Vincenzo è dedicata l’iscrizione “VINCEN. LEONINUS LEONIS P.P. X CUSTODIE CAPITANE F.F. MDXVI” (Vincenzo leonini capitano della guardia di Papa

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leone X fece fare nel 1516). Il viaggio attraverso le chiese storiche continua con la chiesa di S. Maria Maggiore. Attribuita anch’essa all’opera di Papa Simplicio, la leggenda vuole che al suo posto, in origine, ci fosse una grotta in cui trovassero rifugio spirituale vari eremiti che scamparono alla guerra greco-gotica (535-553). Studi più precisi fanno risalire la chiesa la periodo della Rinascita Carolingia, quindi i benedettini di Farfa innalzarono la chiesa ed il convento ad essa attiguo nel IX secolo chiamandola S. Maria Maggiore. Ricerche storiche hanno affermato che l’ingresso della chiesa si trovasse originariamente opposto a quello attuale su piazza Trento. Nel 1300 in monaco benedettino Giovanni siede il via ad una raccolta di denari per ampliare la chiesa, la quale, in seguito all’allargamento delle mura cittadine da parte del Barbarossa, fu inglobata all’interno dell’urbs. L’ingresso su piazza Trento fu abbellito nel 1392 con uno splendido portale marmoreo

e con il rosone. Il pavimento interno era in mosaico cosmatesco e, sebbene oggi in gran parte scomparso, è ancora visibile nel centro della navata maggiore. Il papa Alessandro IV nel XIII secolo la assegnò ai frati conventuali poi sostituiti dai frati minori che intitolarono la chiesa a S. Francesco, mentre il popolo continuò a chiamarla chiesa di S. Maria Maggiore e, nel 1550, con l’arrivo a Tivoli del cardinale Ippolito II si ebbe un altro cambiamento: fu demolito in parte il vecchio monastero, il chiostro inglobato nel suo palazzo e fu costruito un nuovo campanile da lui finanziato. Con la chiesa di S. Maria Maggiore termina, per questo numero, il nostro tour con l’intento di ripercorrere le tappe che hanno reso importanti i nostri monumenti storici. Il nostro patrimonio merita di essere studiato e conosciuto da tutti i tiburtini. Il viaggio alla scoperta delle chiese medievali continuerà nel prossimo numero con altre storie ed altre vicende.



Il benessere nasce dall’acqua alcalina La salute parte da una corretta alimentazione. E su questo concetto si fonda l’attività dell’Associazione Punto Benessere Alcalino operante a Tivoli e a Villanova di Claudio Testi

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iamo con il presidente Stefano Marzi dell’Associazione Punto Benessere Alcalino. Di cosa si occupa questa associazione? “Siamo un’associazione ‘no profit’, formata da padri, madri, sorelle, fratelli di ogni età, etnia, religione e ceto sociale, che hanno deciso di mettere al servizio degli altri parte del loro tempo, risorse, conoscenze, studi, ricerche scientifiche, supporto, assistenza e tutto ciò che può aiutare i più bisognosi e con meno possibilità economiche a ritrovare un benessere fisico e psicologico migliore. Sempre di più oggi si sente parlare di difficoltà delle famiglie meno abbienti a trovare soluzioni ai loro problemi. In questa direzione l’associazione sopra dirige i suoi sforzi per colmare queste differenze e disagi”. Quando è nata e qual è la vostra mission? “Siamo nati circa un anno fa, ma già solo in pochi mesi avevamo centinaia d’iscritti che, grazie al loro appoggio, ci hanno spinto ad aprire ben 8 sedi affiliate in tutto il Lazio e abbiamo decine di richieste di affiliazione in ogni regione d’Italia. La nostra missione e impegno è quella di metterci al fianco di chi non sa cosa fare, come fare e a chi rivolgersi per risolvere i propri problemi sia di natura fisica che di natura psicologica. Abbiamo fatto molti studi sulle cause di moltissime malattie legate ad una scorretta alimentazione e vogliamo essere una linea guida per chi non ha queste conoscenze. Ci avvaliamo di studi condotti da molti ricercatori in ambito accademico mondiale, come il Professor Otto Warburg, biochimico tedesco Premio Nobel nel 1931per la medicina per le sue scoperte sul metabolismo tumorale, Il Professor Max Gerson, che con i suoi studi ha curato e guarito migliaia di malati di tubercolosi, diabete, cancro. C’è poi il Professor T. Colin Campbell che ha condotto studi e sperimentazioni sugli

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effetti dell’alimentazione in relazione all’insorgenza di moltissime malattie, al loro sviluppo e degenerazione e che ha condotto insieme a molti altri medici di tutto il mondo la più grande sperimentazione e indagine epidemiologica nella storia della medicina denominata ‘China Study’ durata ben 25 anni e che ha coinvolto 6000 persone sugli effetti del cibo in relazione all’insorgenza delle malattie degenerative e ha scritto oltre 400 articoli sulle più importanti riviste scientifiche. Possiamo contare inoltre sul Professor Neal Barnard, Professore Associato presso la George Washington University e Presidente del Physicians Commitè for Responsible Medicine Autore di 9 libri e oltre 40 pubblicazioni scientifiche sulle maggiori riviste mediche mondiali, il Professor Caldwell B. Esselstyn Jr. Chirurgo presso la fondazione dell’ospedale di Cleveland, autore di ‘Prevenzione e guarigione delle patologie cardiache’, il Professor Walter C. Willet, Professore di Epidemiologia e Nutrizione e Direttore del Dipartimento di Nutrizione alla Harvard’s School of Public Health di Boston, che ha condotto e conduce tutt’ora da oltre 25 anni studi epidemiologici e sperimentazioni sul rapporto tra cibo e malattie degenerative”. Quali sono i vostri obiettivi? “Grazie a questi studi acquisiti vogliamo portare a conoscenza delle famiglie uno stile di vita sano, volto a prevenire, migliorare il proprio stato di salute, con un occhio di riguardo per i più piccoli, iniziando a educare le nuove generazioni a percorrere una via ed uno stile di vita basato su fondamenti salutari e non scorretti attraverso seminari, convegni, incontri e tutte quelle iniziative sociali e culturali che ci permetteranno questo. L’Associazione Punto Benessere Alcalino nasce con diversi obiettivi sociali, primo tra tutti fornire le informazioni medico-scientifiche


sulle ricerche effettuate in tutto il mondo dai più importanti scienziati e ricercatori nel campo delle malattie e delle nuove metodologie naturali di cura delle stesse. Divulgare e distribuire agli associati l’Acqua Alcalina Ionizzata, meravigliosa scoperta degli ultimi trent’anni già usata in Giappone e in Corea negli ospedali e cliniche in moltissime patologie legate ad un’alimentazione molto spesso non salutare. Fornire e divulgare le informazioni su una corretta alimentazione a partire dalle scuole materne ed elementari, tramite convegni, riunioni,conferenze aperte ai genitori per la salvaguardia della salute dei propri figli. Proporre la diffusione della qualità degli alimenti, erbe speciali, estratti, colloidi e integratori alcalinizzanti per la prevenzione e recupero della salute, forza, energia e fiducia perduta. Aiutare le persone meno abbienti a recuperare un più adeguato benessere fisico, mentale e sociale. Creare dei luoghi dove poter assistere e aiutare le persone, sostenendole e assisterle per il recupero della propria salute”. Il vostro impegno? “La nostra missione e impegno è quella di metterci al fianco di chi non sa cosa fare, come fare e a chi rivolgersi per risolvere i propri problemi sia di natura fisica che di natura psicologica. Attraverso seminari e convegni vogliamo portare a conoscenza delle famiglie uno stile di vita sano, volto a prevenire, migliorare il proprio stato di salute, con un occhio di riguardo per i più piccoli, iniziando a educare le nuove generazioni a percorrere una via ed uno stile di vita basato su fondamenti salutari e non scorretti. Abbiamo un obiettivo meraviglioso da raggiungere per milioni di famiglie ignare che si possa migliorare il proprio stile di vita, con un notevole risparmio sanitario, notevole risparmio d’inquinamento dell’ambiente, perché insegneremo alle famiglie come ridurre enormemente questo fenomeno che rischia di sommergerci”. Associazione Punto Benessere Alcalino Via C. Menotti, 20 - Villanova di Guidonia 0774.554670 Piazza S.Croce,16 - Tivoli 0774.331924 info@puntobenesserealcalino.it

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Il rock per rivivere gli anni ‘60 e ‘70 Cinque band si sono esibite al bivio di San Polo a suon di musica rock per ritornare a respirare quell’epoca di Paolo Paolacci

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omenica 3 febbraio, presso la Sala Conferenze Chiesa del bivio di San Polo a Tivoli, si è svolta una manifestazione dal titolo "Il Rock incontra l'amicizia". Si è trattato infatti di una manifestazione spontanea dei ragazzi degli anni ‘60 che ancora suonano, per riavvicinarsi e riconoscersi in un'unica esibizione, quasi di prova, dovuta proprio ad uno spirito di gruppo, di amicizia. Insomma il tentativo di ricreare quel clima di fine anni ‘60 a Tivoli, che comprendeva anche gli indimenticabili Balli Studenteschi al Cinema Teatro Italia durante il Carnevale. Ognuna delle cinque band, ognuna con un stile specifico, ha presentato quattro brani di vetrina per l'incontro. Hanno aperto la serata gli Aquamarcia band con il loro

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rock inglese seguiti dalla band de I Selvaggi con le cover dei Beatles; quindi la Zapata band che si è esibita con le canzoni di rhythm & blues; poi gli Evergreen con solo musica italiana ed infine i Bandiera Gialla con le canzoni dei Gruppi italiani 60/70. Nel corso degli intervalli inevitabili, per il cambio dei musicisti delle band, c’è stato l’intervento di don Pino Salvatori, che gentilmente ha messo a disposizione la Sala mostrando una semplice e diretta partecipazione a tutte quelle iniziative che concorrono a coinvolgere persone verso degli obiettivi di vita sociale. Massimo Solini, presentato da una scheda di Mara Proietti, ha parlato del suo secondo libro su Tivoli, "Quella straordinaria generazione di donne" , dopo il bel successo


del primo “Sulla Città di Tivoli sta sorgendo il Sole" (entrambi pubblicati nella versione bi-lingua). Nel terzo intervallo, Carmine De Rosa, l'organizzatore e l’ideatore della manifestazione, ha preannunciato la creazione di una Associazione Musicale Artistica e Culturale chiamata “Il Bivio” , rappresentativa dell’area geografica della Valle dell' Aniene . Quindi con i ringraziamenti finali a tutti i presenti, si è intonata a sorpresa la famosissima “Knocking on heaven's door” di Bob Dylan, che ha coinvolto alcuni dei musicisti di tutte e cinque le band , E’ stata una piacevolissima serata, in cui ha colpito la passione ancora intatta e la professionalità sempre più ardita dei protagonisti, tant'è che potrebbe seguitare questa esperienza musicale.

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Il tempo e l’ombra Successo per lo spettacolo teatrale dell’associazione “La nave dei folli” di Claudia Crocchianti

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rande successo per lo spettacolo teatrale “Il tempo e l’ombra” dell’Associazione “La nave dei folli”, che si è svolto il 12 febbraio al Teatro Giuseppetti di Tivoli. L’Associazione è composta da una compagnia di attori provenienti da diverse esperienze teatrali, che hanno scelto dopo tanto “vagabon-

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dare” di costituire un gruppo dove mettere in pratica l’esperienza accumulata nel corso degli anni, nelle situazioni più disparate e in alcuni casi anche in ambito professionistico. Bravissimi gli attori che sono riusciti a coinvolgere il pubblico con un lavoro particolare, che si potrebbe definire un “noir” senza connotazioni di tempo e luogo,

intrigante e pieno di simboli, in cui vengono esplorate le tematiche inerenti al significato che sta alla base dell’intendimento stesso dell’interpretazione teatrale. Finzione, immaginazione e morte, elementi che hanno caratterizzato questa commedia e tenuto in suspence il proprio pubblico grazie all’interpretazione delle due attrici.



Riccardo Cinti rombi di passione Incontriamo il forte pilota tiburtino capace di ottenere ottimi successi di Claudio Testi

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embra una favola d’altri tempi invece è una realtà vissuta oggi, una storia che unisce la passione per lo sport e i grandi valori della famiglia. Tutto nasce dalla passione di Angelo Cinti che la domenica anziché correre per le strade amava divertirsi con il GoKart in pista, in particolare alla Pista d’Oro circuito storico molto importante. Mentre Angelo si divertiva, il figlio Riccardo amava dare “calci al pallone”, ma il papà a poco a poco seppe conquistarlo trasmettendogli questa grande passione, tanto che alla fine anche lui salì per la prima volta su un Go-Kart. Riccardo a che età sei salito per la prima volta su un Go-Kart e cosa ricordi? “Tutto è iniziato a 6 anni, lo ricordo come se fosse questo istante. Per me era un’esperienza emozionante tutta da vivere e da scoprire. Dopo due anni ho iniziato a fare le prime gare nella categoria ‘60 mini’, ottenendo dei risultati onestamente poco incoraggianti. Capii immediatamente che dovevo allenarmi di più non solo al volante ma facendo esercizi fisici anche in palestra. Con grande determinazione iniziai a capire e a gestire meglio le risorse fisiche, tecniche ed emozionali, raccogliendo i primi bei traguardi nella categoria ‘100 junior’, tanto da vincere ben tre campionati regionali”. Come si dice, hai iniziato a prenderci gusto. “Eh sì, a 15 anni sono passato nella categoria superiore, la ‘100 ICA (intercontinentale A)’ vincendo altri due campionati regionali. Ricordo che ebbi una grandissima soddisfazione, stabilii il nuovo record della Pista d’Oro con 43 secondi e 85. Pensate che il record da otto anni in quel periodo era di un certo Giancarlo Fisichella, divenuto grande campione. A gennaio, ogni anno si svolgeva il Torneo dei Campioni a cui partecipavano anche gli ex campioni di Formula 1; partecipai anch’io e vinsi ben otto edizioni. A 16 anni vinsi il Campionato a squadre di GoKart. A questo punto decisi di passare dal Go-Kart all’automobilismo con grandi risultati, all’esordio vinsi il Campionato Italiano Formula Renault 1600”. Come è proseguito questo momento magico? “Un bel giorno, l’ex team manager della Formula 1 di casa

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Renault, Flavio Briatore, mi invita come unico italiano a fare un test in Francia con altri cinque piloti di levatura mondiale. In questa ‘due giorni’ riesco a fare il miglior tempo ma ahimè, come a volte ingiustamente accade anche nella vita, non fui scelto perché non avevo nessun manager e sponsor a livello di Formula 1. Per questo motivo fu scelto Jerome D’Ambrosio, pilota di Formula 1, nel 2012 della Lotus”. A questo punto cosa hai fatto? “Un'altra persona avrebbe abbandonato tutto, invece ho continuato a correre con il mio sponsor di sempre, colui che ha sempre creduto in me, ovvero mio padre Angelo, partecipando alle gare di Formula Renault 2000 e la Formula 3, sempre figurando tra i migliori”. E recentemente? “Nel 2010 sono tornato al primo amore, il Go-Kart, nella categoria ‘125KF’, vincendo l’Open Master d’Italia, titolo vinto in passato da piloti del calibro di Vettel, Hamilton, Rosberg. La ciliegina sulla torta è arrivata nel 2012, quando nella categoria ‘Super Rok’ ho vinto sia il titolo italiano che quello mondiale. Un momento di grande soddisfazione coronato dal sogno d’amore, con l’americana Arianna, sorella di un ex compagno di squadra, conosciuta nel 2006, e dalla nascita di mio figlio Mattia. Non so se diventerà un pilota automobilistico o un campione, ma per me lo è già!”.

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Tivoli Marathon E’ una delle realtà sportive più attive sul territorio, tra agonismo e solidarietà di Marina Marini

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o sport, si sa, se praticato in tutte le sue sfaccettature e discipline, a livello agonistico e non, comporta dei benefici per il corpo e per la mente oltre ad essere un veicolo di socializzazione. Abbiamo incontrato Marco Morici, presidente dell’associazione Tivoli Marathon e gli atleti Francesca Testi e Mario Salvatori per conoscere meglio questa realtà sportiva che, soprattutto negli ultimi anni, si è affermata sul territorio. Com’è nata la Tivoli Marathon? Risponde Francesca Testi: “L’A.S.D. Tivoli Marathon nasce nel 2005 dalla volontà dei suoi fondatori (Ugo De Angelis, Valter Benaglia, Tullio Meschini, Amedeo Calabrini e Roberto Ferdinandi) di dare alla città di Tivoli un’associazione podistica che portasse il suo nome e lo facesse conoscere anche al di fuori della realtà locale. In quel primo anno di vita gli atleti iscritti all’Associazione furono 32, di cui 3 donne. Molti di essi, fanno parte della squadra ancora oggi, come il nostro attuale Presidente Marco Morici, il Vice Presidente, alcuni Consiglieri e altri attivissimi collaboratori, animati dalla volontà di far crescere la squadra ogni anno di più. La Tivoli Marathon conta oggi 121

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atleti iscritti, di cui 22 donne, e si fregia ormai di partecipazioni a competizioni sia nazionali che internazionali”. Parliamo delle attività dell’associazione, degli obiettivi e delle competizioni. Risponde il presidente Morici: “L’associazione è presente sia sul fronte sportivo agonistico che su quello della promozione di cause benefiche. Ciò che caratterizza la Tivoli Marathon è il connubio tra eventi sportivi e valorizzazione del territorio. E’ incredibile come lo sport possa essere un veicolo per valorizzare la nostra Tivoli, in tal proposito cito la corsa delle tre Ville, una competizione di 10 chilometri il cui ricavato è stato devoluto nel 2011 al villaggio Don Bosco e lo scorso anno all’associazione ‘2 Per lei, uniti per lo sport contro il tumore al seno’. Meritano attenzione anche la Jennesina, gara di 10 chilometri e la corsa del Cavaliere. Molto importante è la coesione del gruppo e lo spirito di aggregazione”. Quanto ci si allena per partecipare alle gare? Risponde Mario Salvatori: “ Il programma di allenamento varia a seconda della distanza . In media si percorrono dai 40 ai 100 chilometri

settimanali, ma tutto ciò è legato al tipo di gara per cui ci si prepara. Non tutti i nostri iscritti scelgono di gareggiare perché, indipendentemente dalla competizione, ci si allena anche per il piacere di far parte di un gruppo unito e compatto. Si può correre con noi a tutte le età, perché lo sport sviluppa benefici, scarica dallo stress. Uno dei nostri campioni nonché socio fondatore, Tullio Meschini, all’età di 76 anni è tuttora un partecipante attivo”. Parteciperete attivamente alla festa dello sport a Tivoli? Risponde ancora Mario Salvatori: “Il 23 marzo siamo presenti, come lo scorso anno, con la staffetta genitori-figli, aperta a tutti e non solo ai nostri iscritti. Sabato 23 ci sarà inoltre una conferenza presso le scuderie Estensi che si occuperà del tema dello sport e della terza età, per approfondire gli aspetti dei benefici che la corsa, ma non solo, conferisce agli anziani. Seguirà poi domenica 24 la maratona per i bambini organizzata da Roberto Ferdinandi”. Chiediamo adesso a Francesca Testi i nuovi progetti della Tivoli Marathon con il Rotary Club. “Io, Valentina Iannilli e Mariana Ungureanu siamo le portavoci dei club Rotary di Tivoli, Lazio e Gui-


donia. Il progetto in questione prende il nome di ‘End polio now’ e riguarda la raccolta di fondi per l’acquisto di vaccini contro la poliomielite. La polio è una malattia infettiva invalidante e potenzialmente fatale, con un piccolo contributo da parte di tutti possiamo lottare per sconfiggerla offrendo i vaccini indispensabili per garantire una vita normale a tutti i bambini. Si può donare attraverso il sito www.retedeldono.it”.

Tornando infine all’aspetto sportivo, come possono orientarsi coloro che vogliono iscriversi alla Tivoli Marathon? Risponde Marco Morici: “Sul nostro sito www.tivolimarathon.it c’è una sezione dedicata alle iscrizioni on line. Ovviamente è richiesta la visita medico sportiva. Inoltre, per eventi, gare, informazioni di vario genere aspettiamo i nuovi iscritti anche su facebook nella nostra pagina ‘a.s.d. tivolimarathon’ ”.

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Cypy’s per capelli di moda Dalla passione di Claudio e Paride nasce un Salone dove la tendenza e la moda sono sempre al passo con i tempi

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iamo andati a trovare Claudio e Paride di Cypy’s Moda Capelli. Claudio come e quando è nata la passione per l’hair stylist? “Quando frequentavo le scuole medie, dopo essere stato promosso. Nel periodo estivo, per divertimento, frequentavo il barbiere sotto casa. Allora si chiamavano così quelli per gli uomini e per le donne esistevano le parrucchiere. Già da subito, vedendoli lavorare, mi appassionai. Al termine delle scuole superiori capii che la passione per l’hair stylist poteva diventare anche un lavoro. Iniziai a studiare e a frequentare delle scuole specifiche e a specializzarmi. La mia piacevole avventura ‘prese forma’ a partire dalla Capitale e il mio sogno di aprire un salone ben presto divenne realtà. Nel 1987, la mia esperienza assieme a quella dell’estroso Paride Salvati, ci permise di aprire Cypy’s, un salone con nuove idee unisex per capelli di moda”. Da allora ai nostri giorni, come è cambiato il vostro modo di lavorare? “Anzitutto vi è stata una evoluzione della strumentazione e dei materiali con cui noi operiamo, la varietà e la ricerca, da parte nostra, sempre della qualità dei prodotti sia per i capelli delle donne che per quelli degli uomini. La clientela nel tempo è diventata sempre più attenta al proprio look, ed entrambi i sessi prendono sempre più spunto dalle acconciature dei personaggi che vanno per la maggiore, principalmente del mondo dello spettacolo e dello sport. Ovviamente noi diamo dei consigli per personalizzare al meglio il tutto, in base alla carnagione, ai lineamenti del volto, agli occhi, alla bocca, ecc., e al tipo di attività professionale della o del cliente”. Qualche simpatico ricordo o aneddoto nel vostro lavoro? “E’ sempre bello vedere i genitori che portano le bimbe e i bimbi a fare i capelli, e la cosa che mi fa più piacere e mi diverte è metterli a loro agio, spesso giocando con loro, canticchiando, raccontando storielle dei loro beniamini o

cartoni animati. La soddisfazione più grande è vederli cambiare nel look e vederli crescere, al punto, di decidere loro come vogliono i capelli e non lasciar decidere più i genitori. Arrivano così a non essere più accompagnati ma vengono da soli, magari in bici, in motorino o in macchina, quando diventano maggiorenni. Altre simpatiche situazioni, con alcune signore non più ‘di primo pelo’, ricordo di una in particolare, una cliente che dopo un periodo di convalescenza post malattia mi chiese: ‘mi raccomando non farmi i capelli come in ospedale’ ”. Qual è la vostra soddisfazione più grande? “Sicuramente, salutare soddisfatte e sorridenti anche persone che erano entrate pensierose della vita di tutti i giorni”. Quali sono le tendenze per il look del 2013? “La donna prende sempre più fiducia nel ‘taglio corto’ che può rendere molto femminili, mentre gli uomini prediligono un look più “spettinato” e pratico, in rapporto alla praticità e alla vita di tutti i giorni. In entrambi i casi per l’aspetto professionale, lo sport e il tempo libero”. Paride, potete parlarci di una bella iniziativa che avete in atto? “Dall’8 marzo parte un ‘gratta e vinci’, per donne e uomini, con molti regali in palio, fra cui la possibilità di andare a Parigi. Tutto questo per premiare e ringraziare la grande fedeltà delle e dei nostre/i clienti e invitare a passare a trovarci quelle/i nuove/i. Il tutto grazie alla professionalità del gruppo di lavoro di Cypy’s Moda Capelli che assieme a me e a Claudio collaborano da più di venti anni. Pina e Barbara che vantano una maggior esperienza, l’estro e la precisione di Federica Stia, la tecnica di grande esperienza di Marika ed Annalisa, l’estro e lo stile di Stefania e Federica Tozzi, la grande rivelazione maschile Marco, la valente collaborazione e professionalità di Patrizia e la new entry piena di grande entusiasmo e prospettive Giorgia”. (Cl.Tes.)

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Tradizione, qualità e passione La Bottega del Dolce propone i suoi bignè di S. Giuseppe e le pizze pasquali

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e Carnevale è il periodo della frappe, delle castagnole e delle bombe, marzo è il mese dei famosi bignè di San Giuseppe. E in più, quest’anno marzo coincide con la Pasqua, che cade il 31, e quindi via anche con i dolci pasquali della tradizione come la pizza sbattuta, la pizza cresciuta e il casatiello. Appunto, parliamo di tradizione. E quando si nomina questa parola non possiamo non pensare a chi pratica l’arte pasticcera da tanti anni, tramandata dai genitori. Fare il pasticciere è un qualcosa che appartiene al dna. Lo sa bene Enrico La Licata, titolare del laboratorio “La Bottega del Dolce”, che ha ricevuto questa dolce arte da sua papà Giuseppe, che nel 1960 decise di intraprendere questa attività lavorando per le migliori pasticcerie di Roma. E così, dopo qualche anno arriva la svolta. Ed è lo stesso Enrico a raccontarcelo: “Nel 1965 riuscì a coronare il suo sogno di aprire una pasticceria tutta sua, in via dei Serpenti. Il fatto di avere un padre pasticciere, che svolgeva questo lavoro con tanta passione, mi ha fatto innamorare di questa arte. Cosicché all’età di nove anni ho iniziato a stare al suo fianco e ad imparare le basi della pasticceria e a carpirne i tanti e affascinanti segreti”. E poi? “Crescendo, anche per me l’arte della pasticceria si è tramutata in una professione. Da lì a poco a poco iniziai a collaborare con le migliori pasticcerie, fin quando, insieme a mia moglie Sabrina abbiamo aperto un’attività tutta nostra, creando uno staff dove, oltre a noi, ci sono Fabio Mattei ed Enrico La Licata junior”. Quali sono le vostre peculiarità? “La nostra pasticceria nasce attraverso

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l’utilizzo di prodotti di prima qualità e dalla continua ricerca delle antiche ricette tramandate nel tempo e nel rispetto della tradizione”. Bignè di San Giuseppe e dolci pasquali E proprio secondo la tradizione in questo periodo si possono gustare i bignè di San

Giuseppe preparati al cento per cento nel laboratorio di Enrico, dal bignè “vuoto” alla crema. Ovviamente con l’utilizzo di ingredienti di qualità, fatti sia fritti che al forno. Si tratta di un dolce che si lega molto bene con il nostro territorio, dato che nasce proprio nella provincia romana.


Per Pasqua “La Bottega del Dolce” propone la pizza cresciuta, la pizza sbattuta e il casatiello. Originariamente la pizza cresciuta la preparavano tutti in casa ed oggi la si può trovare nei migliori forni e pasticcerie. Per tradizione si mangia la mattina di Pasqua accompagnata dalla corallina, che è il tipico salame che si mangia a Roma durante il periodo pasquale, alle uova sode e alla cioccolata calda. Inutile dire che è una di quelle cose che non manca mai sulle tavole e che è probabilmente l’espressione più alta della Pasqua nelle nostre zone. C’è poi la pizza sbattuta romana, una pizza dolce che si mangia a Pasqua ma è buona anche tutto l’anno. Infine, il casatiello, che è un prodotto tipico pasquale della cucina napoletana.

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Il segreto della vera pizza Giulia Le origini di un’esclusiva specialità pasquale tiburtina

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empo di Pasqua e di primavera, si risvegliano i sensi del gusto e del palato per il tipico dolce nostrano che viene servito sulle tavole tiburtine e non la mattina di Pasqua. Parliamo, senza dubbio, della tradizionale pizza cresciuta o, meglio ancora, pizza Giulia di Tivoli. Per tradizione viene accompagnata dalla corallina, dalle uova sode e dalla cioccolata. E’ probabilmente l’espressione più alta della Pasqua nelle nostre zone. Siamo andati a trovare Luigi e Diana del forno Bonvecchi per approfondire la specialità della pizza Giulia da loro prodotta e gli altri manufatti del forno. Signor Luigi ci spieghi l’origine della vera pizza Giulia. “La tradizionale pizza cresciuta tiburtina è stata perfezionata dalla signora Giulia rendendola più gradevole al palato di tutti. E’ una pizza insostituibile nella tipica colazione della mattina di Pasqua. La percentuale di materia grassa la rende friabile. La freschezza degli ingredienti e la qualità dei liquori per dolci sono le caratteristiche che la rendono unica. Il segreto della pizza Giulia? Il tempo, la costanza gli ambienti giusti e la pazienza sono

gli ingredienti segreti per ottenere la perfezione del dolce”. Parliamo adesso della storia del forno Bonvecchi... “L’attività del forno Bonvecchi è iniziata a Tivoli nel 2000 ma questo panificio aveva già iniziato la sua storia il 14 gennaio del 1979 grazie al connubio di Luigi e Diana. Abbiamo fatto una lunghissima esperienza in altre parti del mondo come il Venezuela e gli Stati Uniti, dove abbiamo fatto conoscere all’estero la qualità dei prodotti italiani e tiburtini in particolare”. Quali sono gli altri prodotti tipici del vostro forno oltre alla pizza Giulia? “Secondo noi è importante essere creativi e proporre prodotti sempre nuovi e originali alla nostra clientela. La creatività e la vasta scelta di pani sono una componente essenziale. Tra i bestseller invece ci sono le ciambelline dolci o salate all’anice e al vino, i cancelli e il reparto pasticceria. Nel periodo di Pasqua è molto richiesto il casatiello napoletano con ripieno e il cauciù ripieno di uova, parmigiano e pastiera. Distribuiamo i nostri prodotti anche ai pub e ai locali di Tivoli tra cui il celeberrimo Pippo con cui abbiamo una collaborazione da diversi anni”. (m.m.)

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Tradizione di famiglia Marino Aristotile ci parla dell’attività familiare Pasta all’Uovo Marcello

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n un perfetto connubio tra bontà e storia, con l’amore per il gusto e la genuinità, la pasta all’uovo Marcello soddisfa i palati dei tiburtini da numerosi anni. Siamo andati a trovare Marino Aristotile, figlio del signor Marcello, per farci raccontare la storia della sua attività ed alcune curiosità sui segreti dei loro prodotti che gli hanno consentito di essere inseriti nella guida del Touring club “l’Italia della pasta”. Quando è iniziata l’attività? “Il pastificio Marcello è nato nel 1967 a Tivoli grazie a Marcello e Giuseppina, che sono i miei genitori. Io e mio fratello Dario insieme ai nipoti Jacopo e Alessio portiamo avanti una tradizione che vuole garantire sempre prodotti di alta qualità”. Ci parli delle specialità più richieste dalla clientela. “Senza dubbio i tortellini, i ravioli alla ricotta, le fettuccine casarecce, le crespelle alla ricotta, le lasagne ed i famosi cannelloni. Tutti i ripieni di carne vengono prodotti sul posto, noi stessi selezioniamo i prodotti per farcire le nostre paste. La scelta dei tipi di pasta è legata anche alle stagioni: d’estate si prediligono gnocchi e stringozzi su tutti, mentre d’inverno sono maggiormente vendute le paste ripiene. Abbiamo inoltre una vasta scelta di prodotti già preparati e pronti soltanto da infornare per dei piatti deliziosi e veloci come le lasagne al ragù, agli asparagi, ai carciofi, ai

funghi o le crespelle ai funghi porcini”. Dalla storica sede di via Parmegiani avete sviluppato altre due sedi, una a Campolimpido e l’altra in via Carlo Pisacane. “La sede di Campolimpido è nata nel 2009 dalla necessità di ampliare la produzione per offrire più prodotti, soprattutto c’era la necessità di un laboratorio dove sistemare tutti i macchinari per la pasta. La sede di via Carlo Pisacane, adiacente sulla via Empolitana, è invece un punto vendita”. Quanto è importante la storicità per le attività di Tivoli? “La storicità è importantissima. Se un negozio esiste da tanti anni è perché offre un servizio e dei prodotti eccellenti di cui siamo orgogliosi. La qualità dei prodotti è l’elemento fondamentale per avere la fiducia del consumatore. Nel campo alimentare in particolare è un privilegio godere della fiducia di una sì vasta clientela. La produzione della pasta ma diciamo dei prodotti alimentari in generale, richiede particolari attenzioni e accorgimenti”. Se dovesse consigliare un menù per una cena cosa suggerirebbe? “Per una cena consiglierei un doppio piatto di fettuccine e cannelloni, per avere una pasta normale ed una ripiena. Vorrei specificare che non è vero che la pasta ingrassa, dipende da come la si condisce. Ad esempio, un piatto di agnolotti può sostituire un pasto com-

pleto dal momento che contiene sia carboidrati che proteine. In questo modo si può evitare di aggiungere il pane e la carne e possiamo quindi dire che gli agnolotti oltre ad essere un piatto gustoso che contiene tutti le proprietà nutrizionali, sono anche un piatto economico. Parlando di nutrizione vorrei inoltre specificare una questione importante sulla definizione della vera pasta fresca. La pasta fresca non è quella pastorizzata con il processo UHT che si vende nei supermercati e che scade dopo mesi e mesi. Il processo UHT fa perdere ai prodotti i valori nutrizionali mentre la vera pasta fresca scade dopo3 o 4 giorni ed è quella prodotta e venduta sul posto”.

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AUTOSCUOLA PATRIGNANI

- autoscuola - scuola nautica - pratiche automobilistiche COSA SERVE PER ISCRIVERSI 4 fotografie 1 marca da bollo da Euro 14,62 1 documento valido o patente Codice fiscale Certificato anamnestico

ORARIO LEZIONI TEORIA Dal lunedì al venerdì ore 18/19

VISITA OCULISTICA IN SEDE Lunedì ore 17.15 - Mercoledì ore 17.15

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I turni Novembre

diurno e festivo aperte intera giornata MARZO 2013

08 ven

Riccardi

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Caricari Caricari-Minelli-Sulsenti

Tutte

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Tutte

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Conti

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Tutte

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Riccardi

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Riccardi

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Pangia

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24 dom

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Riccardi

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Tutte Riccardi-Pallante

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APRILE 2013 01 lun

Poggi

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02 mar

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03 mer

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04 giov

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Pallante Pallante-Caricari-Sulsenti

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Meglio soli o accompagnati? L’attività d’impresa svolta in forma societaria A cura del dott. Livio Anastasi

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l proverbio non dice proprio questo, ma non è detto che in una società commerciale siamo sempre “male accompagnati”. Anzi, spesso, l’unica possibilità che abbiamo di iniziare un’attività produttiva è quella di costituire una società. Pensiamo, per esempio, al caso in cui abbiamo l’idea imprenditoriale, ma non abbiamo i capitali per iniziare. E’ questo il caso più frequente. Dopo aver perso tempo con uno o più istituti di credito, che, valutata la documentazione presentata (un quintale di carta stampata), non finanziano il progetto in quanto non interessati, l’unica strada da percorrere rimane la costituzione di una società con un socio finanziatore. Si prende immediatamente appuntamento con un commercialista per avere informazioni sul tipo di società più appropriato. A questo punto, al fine di preparare il lettore all’appuntamento ed ottimizzare i tempi dell’incontro, proveremo a fornire una breve informativa sugli argomenti che potrebbero essere trattati. La prima, e più indicativa, classificazione è quella tra le società di persone e di capitali. Tra le società di persone troviamo, tra l’altro, la società in nome collettivo (S.n.c.) e la società in accomandita semplice (S.a.s.). Tra le società di capitali , invece, troviamo la società a responsabilità limitata (S.r.l.), la società per azioni (S.p.a.) e la società in accomandita per azioni (S.a.p.a.). Brevemente tracciamo le differenze tra i due tipi di società. Mentre nelle società di persone l’elemento personale è preponderante sul capitale; nelle società di capitali, al contrario, è il capitale ad avere la meglio sulle persone dei soci. Da questa fondamentale differenza discende un corollario di norme che nelle società personali tutela le persone dei soci e nelle società di capitali tutela il capitale. Di conseguenza nelle società di persone i soci sono responsabili anche con i propri patrimoni personali, mentre nelle società di capitali i soci sono responsabili soltanto con il capitale sottoscritto e versato nella società. E ancora, il capitale delle società di persone può essere anche esiguo e rappresentato da prestazioni di lavoro dei soci, mentre per le società di capitali è fissato, almeno nella sua consistenza minima, dalla legge e le successive modifiche constano di atti notarili (verbale assemblea straordinaria). Infine, il fallimento di società di persone fa dichiarare falliti

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anche i soci, mentre nelle società di capitali fallisce soltanto la società. Non ultime le differenze di carattere pratico. Nelle società di persone c’è una presunzione assoluta che i soci partecipino all’attività lavorativa (unica eccezione i soci accomandanti nella S.a.s.), mentre nelle società di capitali i soci costituiscono soltanto la proprietà del capitale. Quindi nelle prime tutti i soci sono soggetti ad imposte ed a contributi previdenziali e assistenziali (INPS, INAIL, ecc.) calcolati sul reddito prodotto dalla società (pro quota); mentre nelle seconde i soci saranno soggetti ad imposte soltanto in caso di ripartizione di utili e saranno soggetti a contributi previdenziali soltanto se dichiarano di prestare lavoro all’interno della società. Fino a qualche tempo fa, un’altra discriminante nella scelta del tipo di società, che portava ad optare per le società personali, era l’onerosità dei costi di costituzione e del versamento di capitale iniziale nelle società di capitali. Problema sostanzialmente risolto con l’introduzione di due nuovi tipi di società: la società a responsabilità limitata semplificata (S.r.l.s.) e la società a responsabilità limitata a capitale ridotto (S.r.l.c.r.). La novità introdotta da questi due nuovi tipi di società è la possibilità essere costituite con un capitale minimo, anche di appena un euro, e senza pagare alcuna parcella al notaio. Ci permettiamo soltanto di sottolineare al lettore che, alla luce di quanto detto finora, se nella maggior parte dei casi, si consiglia la società di capitali, non è per un maggiore beneficio del commercialista, ma soltanto per tutelare gli interessi dell’imprenditore. Inoltre, possiamo concludere consigliando al lettore di mettere sullo stesso piano, a livello di importanza, la scelta del tipo di società e la scelta dei soci. Infatti se vorremo sfatare il detto “… meglio soli che male accompagnati …”, dovremo trovare persone che vogliano condividere il nostro progetto, ma, soprattutto, che vogliano condividere i modi per realizzarlo, soltanto così potremo aspirare ad ambiziosi traguardi. Come disse Henry Ford: “… mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo”.



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