TMW Magazine n.36

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TMWmagazine Mensile di critica e approfondimento calcistico

#36 - dicembre 2014

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foto FDL

MILAN INVESTIRE È L’UNICA STRADA INTER NUOVA INTER PER MANCIO NAPOLI ALLARME A SINISTRA ROMA DUE RINFORZI A GENNAIO LAZIO TUTTO SULLA DIFESA FIORENTINA ACQUISTI E RINNOVI

Alvaro MORATA

Galactico!


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di Michele CRISCITIELLO @MCriscitiello

# EDITORIALE

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Un caldo gennaio di mercato

Editore:

TC&C srl

Sede Centrale, Legale ed Amministrativa Strada Setteponti Levante, 114 52028 Terranuova B.ni (AR) Tel. 055 9175098 | Fax 055 9170872 Redazione giornalistica Tel. 055 9172741 | Fax 055 9170872 Sede redazione Firenze Via da Pordenone 12, Firenze Tel. 055 3999336 | Fax 055 3999336

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Direttore Responsabile: Michele Criscitiello

criscitiello@tmwmagazine.com

Redazione: Marco Conterio

conterio@tmwmagazine.com

Luca Bargellini

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Chiara Biondini

biondini@tmwmagazine.com

Gianluca Losco

losco@tuttomercatoweb.com

Hanno collaborato:

Diego Anelli, Simone Bernabei, Alessandro Carducci, Barbara Carere, Raimondo De Magistris, Lorenzo Di Benedetto, Marco, Frattino, Andrea Giannattasio, Pietro Lazzerini, Gianlugi Longari, Tommaso Loreto, Simone Lorini, Andrea Losapio, Lorenzo Marucci, Tommaso Maschio, Gaetano Mocciaro, Max Sardella, Stefano Sica, Alessandra Stefanelli, Daniel Uccellieri, Antonio Vitiello.

Fotografi:

Federico De Luca, Image Sport Agency, Agenzia PhotoViews.

foto Insidefoto/Image Sport

n un campionato che sembra avere già definito i propri confini più importanti, lasciando spazio soltanto ai contorni di una classifica già definita nei suoi dettagli più rappresentativi, il mercato di gennaio rappresenta una delle poche emozioni ancora disponibili. In questo senso sono diversi gli sviluppi e le sfumature potenziali, a testimonianza dell’importanza che la sessione potrebbe assumere per le gerarchie che verranno. Poco da definire nella lotta scudetto, con la Juventus strafavorita e la Roma che insegue e potrebbe trovare nelle abilità di Sabatini la spinta decisiva per giocarsi le proprie carte sino alla fine. I bianconeri nonostante lo scetticismo iniziale, hanno trovato in Allegri un punto di forza anziché una debolezza, ma per evitare sorprese la ricerca di un difensore appare decisamente indispensabile. Chi dovrà intervenire in maniera capillare è invece l’Inter di Roberto Mancini. Il mercato estivo, per quanto soddisfacente, era stato ispirato per un modulo diverso rispetto a quello adottato dall’attuale guida tecnica. Ausilio dovrà rimboccarsi le maniche e dimostrare nuovamente le proprie qualità perché senza qualche innesto nemmeno il Mancio può fare miracoli. Il Milan conta su Galliani come garanzia di uscire dal tourbillon invernale in una posizione di forza rispetto alle avversarie, ed allora il compito più impegnativo sarà quello di Sampdoria e Genoa, chiamate a non intaccare due meccanismi che stanno funzionando alla perfezione. Il capitolo allenatori vede qualche incertezza legata al rinnovo di Benitez, ma soprattutto in merito all’incostanza proverbiale di Zdenek Zeman. Il Cagliari del boemo funziona a singhiozzo ed alterna prestazioni esaltanti a sconfitte sonore. La prossima campagna acquisti, come spesso accaduto nel passato del tecnico, ha tutto per risultare decisiva in un senso o nell’altro.

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di Marco CONTERIO

@marcoconterio

Galactico!

InnaMorata di lui

Arrivato con il diritto di recompra, Alvaro Morata ha già conquistato la Juventus ed i tifosi bianconeri.

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l buongiorno si vede dal mattino. 15 agosto 2010, il Real Madrid gioca un’amichevole contro il ben più che modesto Alcorcon ma la caliente estate è torrida pure per chi è Galattico. Sicché serve un giovane guizzo, alla prima coi Campioni, maiuscoli, per decidere l’amichevole. In Spagna si grida subito ‘al crack’ ed Alvaro Morata inizia a prendersi le prime pagine. Solo che poi, col passare dei mesi e degli anni, mica è semplice soffiare il posto a Cristiano Ronaldo, Karim Benzema, Gonzalo Higuain e via discorrendo. Pure se sei considerato novello Fernando Morientes per movenze e fiuto del gol, sicché Alvaro da Madrid fa le valigie e vola in Italia. Un’operazione orchestrata dalla

foto di

Image SPORT

COPERTINA/ALVARO #MORATA

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Juventus con calma e col prezioso ausilio dell’avvocato Giuseppe Bozzo, un trasferimento minuzioso e con una formula pure nuova per il football italiano. Il ‘diritto di recompra’. Morata arriva per 20 milioni pagabili in tre anni e l’accordo prevede, inoltre, un diritto di opzione per il Real Madrid, esercitabile o al termine della stagione 2015/16 o al termine della stagione 2016/17, per il riacquisto a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Alvaro Morata a predeterminati valori, fino ad un massimo di 30 milioni, in funzione del numero di partite che il calciatore avrà disputato con la Juventus nella stagione di esercizio del diritto. Il nuovo che avanza non è solo bianconero ma anche spagnolo, visto pure grazie alle quotazioni juventine si guadagna il primo cap con la Spagna. “Farà parte del nuovo ciclo”, ha spiegato il ct Vicente del Bosque, per ripartire dopo il recente tracollo mundial. Questo pure dopo l’infortunio di 50 giorni arrivato due giorni dopo la presentazione, perché Massimiliano Allegri lo vede oggi come primissima alternativa dei due titolari, Carlos Tevez e Fernando Llorente, ma col destino segnato di spartirsi una maglia dall’inizio col connazionale. Ed occhio pure al folle so-

COPERTINA/ALVARO #MORATA

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gno del tecnico bianconero, di schierarli sin dall’inizio tutti e tre insieme, in quello che sarebbe un attacco galattico in formato italiano. Già, perché in fondo hanno caratteristiche che si completerebbero al meglio. Tevez è il genio, l’uomo ovunque. Llorente è il centrale pronto a sfruttare ogni palla alta, ogni traversone, quello che a suon di quantità e qualità apre le porte alle incursioni dei compagni. E Morata? Il crack spagnolo è seconda punta rapida, tecnica, veloce, di qualità, ma anche giocatore d’istinto e qualità che si posiziona tranquillamente come primo fromboliere. Il primo gol arriva a settembre, con l’Atalanta, la prima doppietta a novembre, contro il Parma. E dimostra di aver già carattere e piglio, lui che ha scelto la Juventus di cuore e di testa. “L’ho preferita alla Premier League”, ha spiegato, aggiungendo poi. “Mi si è presentata un’occasione che non potevo lasciarmi scappare - ha assicurato -. Quando una squadra come la Juve ti vuole, non puoi dire di no. Non so se tornerò al Real Madrid. Sono molto felice alla Juve e voglio ripagare la fiducia che mi hanno dato e disputare la miglior stagione possibile”. Il buongiorno si vede dal mattino, già. Ma il meglio deve ancora venire...

COPERTINA/ALVARO #MORATA

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DOPPIO COLPO PER GENNAIO La Juventus cerca un difensore centrale per gennaio, sia per necessità che per virtù. Vuol pensare all’oggi ma pure al domani, la premiata ditta MarottaParatici e per questo segue con interesse Rolando del Porto e Fabian Schar del Basilea. Gli anni di Barzagli avanzano, Caceres vive una stagione travagliata ed Allegri gioca a quattro in difesa. Per questo, visti i tanti impegni, gli uomini mercato vogliono regalare un colpo in mezzo alla Juventus e pure un attaccante per il tridente. Magari un uomo a titolo temporaneo da confermare in futuro, uno alla Xherdan Shaqiri del Bayern Monaco giusto per non fare un nome a caso. Infine Andrej Kramaric: punta del Rijeka, se i croati abbasseranno le pretese, la Juventus potrà presto avere il novello Davor Suker, con altri due baby rinforzi come Erik Palmer-Brown e Tomas Pochettino in arrivo da MLS ed Argentina. Il primo è il miglior talento americano e gioca nel Kansas City, il secondo è un argentino del Boca Juniors che potrebbe essere parcheggiato in un altro club di A come il Sassuolo.

COPERTINA/ALVARO #MORATA

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«E’ il futuro della Juve e della Spagna. Ha tutto per diventare grande»

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COPERTINA/ALVARO #MORATA

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Andrea LOSAPIO

di

@Losapiotmw

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#ATALANTA

Andrej #Kramaric

risolti – sofferti da Alejandro Gomez, un esterno di livello assoluto. D’Alessandro è stato il migliore in campo contro il Parma, ma sembra ancora soffrire il salto di categoria dopo avere fatto la differenza nella scorsa cadetteria. Spinazzola non è stato quasi mai selezionato nell’undici titolare, anche se qualche intoppo non lo ha reso disponibile nel momento peggiore della rosa, mentre Raimondi – generosissimo come al solito – ha offerto assist al bacio, ma non è chi ti può fare la differenza tecnicamente. Con due attaccanti che vorrebbero cross dal fondo come Bianchi e Denis, un altro Gomez – o, paradossalmente, lo Schelotto della prima stagione all’Atalanta – servirebbe come il pane. Anche solo per dare un minimo di imprevedibilità offensiva che in questa prima parte non c’è proprio stata. Difficile anche sostenere, a parte la gara con la Fiorentina, di meritare più punti. Con i viola la vittoria bergamasca sarebbe stata ineccepibile. Altra occasione persa contro la Roma, laddove un punto sarebbe andato forse stretto. Per il resto la vittoria di Cagliari è stata abbastanza fortunata, con Sportiello migliore in campo, così come il pari contro il Napoli. L’assenza di Gomez, fino a qui, ha esaurito quella fantasia necessaria per dare il guizzo: anche se, probabilmente, il rimpianto più grosso sarà Andrej Kramaric, visionato negli scorsi mesi da Marino e Percassi ma poi lasciato al Rijeka.

Ali Spezzate BISOGNERà puntare su un altro Gomez

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GERMAN DENIS

foto fotoFederico Daniele Buffa/Image De Luca Sport

a classifica dell’Atalanta è finora deficitaria. Avrebbe dovuto essere l’anno per alzare l’asticella, dopo tre stagioni di salvezze tranquillamente raggiunte – nonostante la penalizzazione – le mosse della società bergamasca volevano dare a Stefano Colantuono una rosa decisamente superiore rispetto a quella degli anni passati. E, almeno sulla carta, lo è davvero. Peccato che, almeno finora, l’attacco sia stato decisamente deludente. Tra German Denis, Rolando Bianchi e Richmond Boakye nessuno è riuscito a fare la differenza – complice anche un calendario complicato – mentre Maxi Moralez si è acceso a tratti. Così non è semplicissimo analizzare cosa potrebbe servire all’Atalanta in un mercato di gennaio che solitamente mette pezze a buchi, ma che non sempre riesce a cambiare la direzione. Certo, se arrivasse un attaccante di razza come Giampaolo Pazzini – sarebbe un cavallo di ritorno dopo essere cresciuto nelle giovanili fino alla prima squadra – o come Marco Borriello, probabilmente verrebbero risolti alcuni problemi: Denis per ora non è stato il solito cannoniere, un po’ perché ha dovuto affrontare una preparazione difficoltosa, un po’ perché le occasioni finora capitategli si possono contare sulle dita di una mano. Per questo anche l’arrivo di un altro attaccante rischierebbe di risolvere solo parzialmente la questione. La batteria di attaccanti include anche Valerio Rosseti, che tornerà a gennaio, sebbene non possa assurgere a salvatore della patria. Forse servirebbe, dopo l’infortunio di Marcelo Estigarribia e i tanti problemi fisici – che ora appaiono

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«Anche se il rimpianto più grosso sarà Andrej Kramaric»

foto Federico De Luca

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di

Tommaso MASCHIO

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#CAGLIARI

Tommaso #Giulini

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molto mercato in Inghilterra, ma Zeman lo tiene in particolare considerazione e preferirebbe non privarsi di un elemento con ampi margini di crescita. Infine il nodo più problematico quello legato a Samuele Longo: per il centravanti scuola Inter questa poteva – e doveva – essere la stagione della consacrazione, ma non pare essersi inserito perfettamente nei meccanismi di gioco del boemo che, in assenza del titolare Sau, gli ha addirittura preferito il fantasista Cossu come punta centrale. L’intenzione, sua e dell’Inter, è di restare a Cagliari, ma se da qui al prossimo mese continuerò a faticare a vedere il campo allora qualcosa potrebbe cambiare. IN ENTRATA: A gennaio il Cagliari dovrebbe chiudere una trattativa che si trascina avanti dalla scorsa estate: quella relativa al talento ceco Josef Husbauer dello Sparta Praga, centrocampista classe ‘90 per cui Zeman ha già dato l’ok. Come detto in precedenza questo potrebbe e dovrebbe essere l’unico innesto di un certo peso nell’organico sardo, con Marroccu che poi potrebbe muoversi per portare sull’isola qualche calciatore di prospettiva magari in collaborazione con una big (si parla del terzino classe ‘96 Tello dell’Envigado). L’unica variabile che potrebbe cambiare il mercato del club di Tommaso Giulini è l’eventuale addio di Longo che potrebbe costringere il Cagliari a cercare un altro centravanti per completare il reparto. La priorità per il club è però trattenere il calciatore fino a fine stagione nella speranza che possa presto inserirsi nei meccanismi di gioco e mostrare le qualità che finora sono emerse solo nella Primavera nerazzurra.

Poche mosse e un’incognita A gennaio Husbauer vestirà la maglia rossoblu. Eriksson tornerà in Svezia

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FRANCESCO MARROCCU foto fotoFederico Daniele Buffa/Image De Luca Sport

a grande vittoria del Cagliari sarebbe non dover intervenire in entrata ed in uscita a gennaio”, con queste parole il direttore sportivo dei sardi Francesco Marroccu ha risposto alle domande su come opererà la società rossoblu sul mercato di gennaio. E c’è da crederci visto che la squadra di Zdenek Zeman viaggia su buone media e non pare abbia necessità di interventi importanti per essere migliorata. In ogni ruolo infatti il tecnico boemo può contare su almeno due calciatori di pari livello, oltre che su un buon numero di giovani da lanciare nel corso della stagione. Sul mercato molto dipenderà quindi dai possibili movimenti in uscita – qualche calciatore infatti non è troppo felice del poco spazio trovato finora – che potrebbero ‘costringere’ la società a intervenire in entrata per non lasciare la coperta troppo corta. IN USCITA: Sono tre i calciatori che potrebbero lasciare l’isola a gennaio per andare a giocare con continuità altrove. Il primo è il centrocampista Sebastian Eriksson, calciatore molto sfortunato che a causa di numerosi infortuni non è mai riuscito a imporsi in Sardegna. Per lui è probabile un ritorno in Svezia dove lo attende il Goteborg. Il secondo è il giovane centrocampista Godfred Donsah che ha

«La vittoria sarebbe non intervenire sul mercato»

foto Emanuele Craba

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di Daniel UCCELLIERI @DUccellieri

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#CESENA

Leandro #Paredes

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glia del Sassuolo la scorsa stagione. Sanabria è un giocatore che può giocare in tutti i ruoli in attacco, dal trequartista alla seconda punta. Come caratteristiche ricorda, con le dovute proporzioni, Lamela. La collaborazione con la Roma potrebbe portare in Roma anche altri giocatori in cerca di spazio, come Leandro Paredes e soprattutto Salih Uçan, centrocampista turco classe ‘94: col ritorno di Strootman, l’ex Fenerbahce è sempre più chiuso. Difficile trovare una maglia da titolare quando davanti, oltre all’olandese, hai giocatori come De Rossi, Pjanic, Nainggolan e Florenzi. Ecco perché il prestito potrebbe essere l’opzione migliore sia per il ragazzo, per la Roma, che per il Cesena, che potrebbe ritrovarsi in casa uno dei giovani più talentuosi del panorama europeo. Forse però, la sola gioventù, non basta per la salvezza. C’è bisogno anche di giocatori con maggior esperienza, giocatori abituati al campionato italiano. L’ultima idea di mercato è Pajtim Kasami, giocatore macedone naturalizzato svizzero in forza all’Olympiakos. Vecchio pallino di Sabatini, la Roma potrebbe acquistarlo a gennaio e girarlo in prestito proprio al Cesena fino al termine della stagione. Cesena-Roma, un’asse di mercato che potrebbe portare frutti vantaggiosi ad entrambe le squadre. Occhio anche in casa Fiorentina: i viola, la squadra con la rosa più ampia del campionato, hanno diversi giocatori in esubero pronti ad essere ceduti nel mercato di gennaio. Fra questi due giocatori che potrebbero far comodo, sono Mounir El Hamdaoui e Oleksandr Iakovenko. Per entrambi c’è il problema ingaggio, ma il club viola potrebbe anche cedere i giocatori a titolo gratuito.

problema CHIAMATO gol

Poche reti segnate per i rOMAGNOLI, serve la svolta in attacco

foto Insidefoto/Image Sport

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roppo poche 9 reti in 13 giornate per una squadra che deve salvarsi. Il potenziale c’è in casa Cesena, con giocatori interessanti come Gregoire Defrel, Hugo Almeida o l’esperto Franco Brienza, giocatore abituato a tirare fuori il meglio quando c’è da lottare per non retrocedere. Il mercato di gennaio probabilmente porterà qualcosa di nuovo all’Orogel Stadium “Dino Manuzzi”: sicuramente non in difesa, i veri problemi dei romagnoli sono come detto in attacco. Dietro con Nicola Leali in porta e giocatori come Massimo Volta e Daniele Lucchini non dovrebbero esserci troppi stravolgimenti, il reparto sembra dare, nonostante tutte le difficoltà, la giusta affidabilità. I maggiori movimenti saranno fra attacco e centrocampo, con Rino Foschi che sonda il mercato alla ricerca di giocatori utili per la salvezza del Cesena: giovani con la giusta fame, pronti a farsi le ossa in una piazza tranquilla ma con una grande tifoseria, che chiede sempre il massimo dai propri giocatori. In quest’ottica potrebbe nascere presto un’asse con la Roma, con i giallorossi che hanno diversi giovani interessanti in cerca di maggior spazio: uno su tutti Antonio Sanabria, attaccante paraguaiano classe ‘96 cresciuto nella Cantera del Barcellona. Nessuna presenza in stagione, appena 2 con la ma-

«Cesena-Roma, un’asse di mercato che potrebbe portare frutti vantaggiosi »

Salih Uçan

foto Insidefoto/IS

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Lorenzo MARUCCI

di

@lorenzomarucci

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#CHIEVO VERONA

Ahmed #Hegazy

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gli è stato preferito anche in virtù della maggiore esperienza, caratteristica che in questo momento sembra essere necessaria per una squadra che punta alla salvezza. In più, restando sui portieri, il Chievo ha anche Christian Puggioni, ancora fuori rosa dopo la lite di quest’estate con Guana. Nicolas Frey sembra essere un punto fisso della difesa clivense ma servono delle alternative al centro: Dainelli è un elemento che può assicurare discreta sicurezza ma da gennaio servono altri innesti per puntellare il reparto e andare a caccia della permanenza in A. Si punterà probabilmente a qualche prestito, preferibilmente di giocatori che abbiano alle spalle un discreto curriculum in modo da poter essere subito utili alla causa. Il giovane egiziano Hegazi della Fiorentina ad esempio è un’idea interessante che però dovrà essere valutata attentamente proprio in virtù della necessità di disporre di calciatori pronti all’uso. A centrocampo le soluzioni non mancano così come in attacco: Schelotto e Botta frenati dagli infortuni non hanno potuto inizialmente offrire il loro pieno contributo ma nel reparto avanzato ci si aspetta un rendimento più elevato e costante da Alberto Paloschi e Maxi Lopez, mentre Sergio Pellissier – nonostante abbia superato i trentacinque anni – è stato riscoperto e sembra poter comunque regalare un aiuto significativo con le sue ultime zampate della carriera. Il vizio del gol non lo ha affatto perso. Oltretutto è una vera e propria bandiera del Chievo (ne fa parte addirittura dal 2002) e in un momento delicato come questo è un punto di riferimento in grado di dare la scossa a tutto il gruppo, indicando la strada giusta da seguire.

Si lavora su difesa e attacco

Serve un’altra iniezione di esperienza per puntare alla salvezza

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Ezequiel Schelotto

foto fotoFederico GiacomoDe Morini Luca

ifesa e attacco. Sono questi i reparti su cui il Chievo Verona intende intervenire a gennaio per rinforzarsi. I primi mesi di campionato in effetti hanno fatto chiaramente capire che il numero di gol incassati deve essere abbassato, così come deve aumentare quello delle reti realizzate. Il ds Luca Nember è dunque al lavoro per colmare le lacune e trovare le soluzioni necessarie per alzare il livello del gruppo. Negli ultimi anni il club di Campedelli è sempre riuscito a salvarsi (dal 2008-09 non è più sceso in B) e anche quest’anno ci sono ancora tutti i presupposti per puntare all’obiettivo. Gli errori però dovranno essere ovviamente ridotti al minimo. Ma andiamo con ordine perché il Chievo a gennaio proverà anche a piazzare qualche calciatore: è verosimile pensare ad esempio che almeno un portiere verrà mandato a giocare. Ad oggi il club veneto ha tre estremi difensori: Albano Bizzarri, Francesco Bardi e Andrea Seculin. Quest’ultimo ha avuto pochissimo spazio e potrebbe essere girato a qualche club in B (tra l’altro viene considerato affidabile e con buoni margini di crescita). Resta comunque anche da valutare la situazione di Bardi che vorrebbe giocare con continuità e che invece dopo un avvio incoraggiante è stato regalato al ruolo di secondo. Bizzarri

«La salvezza è l’obiettivo, ma servono innesti»

foto Buffa/Image Sport

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di Andrea GIANNATTASIO

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@a_giannatta

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#EMPOLI

MANUEL #PUCCIARELLI

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to di fatto nullo) e la giovane promessa in attacco Aguirre, arrivato in prestito dall’Udinese ma fino ad oggi quasi mai sceso in campo. Non era lui, forse, la pedina più giusta da regalare in agosto a Sarri per cercare di far rifiatare la coppia gol MaccaroneTavano, ormai - non ce ne vogliano - sulla via del tramonto e non in grado di reggere da soli il peso di tutto l’attacco empolese. Ed è proprio da qui, dal reparto avanzato, che sicuramente Corsi e Carli vorranno ripartire. Perché se è vero che Pucciarelli (fiore all’occhiello del vivaio azzurro) ha dato ottime risposte in questa prima parentesi di campionato, è evidente che servano nel più breve tempo possibile dei ricambi all’altezza per arrivare nel modo più sereno possibile alla fatidica quota dei 40 punti e per garantire al tecnico maggiori alternative. Di nomi, al momento, non se ne fanno ma la società ha già capito che se vuole scrollarsi di dosso la paura della retrocessione e, soprattutto, quella di vedere costantemente gli uomini contati in attacco serve una punta d’esperienza. Un nome non certo esplosivo - dato che, sulla carta, dovrà in ogni caso essere una riserva - ma che garantisca qualità e risultati ogni qual volta verrà chiamato in causa. Saponara? E’ un’idea, un capriccio del presidente Corsi che vorrebbe riabbracciare in azzurro uno dei suoi acquisti più azzeccati. Occhio anche al centrocampo però: Guarente, come detto, non dà ancora certezze sotto il profilo fisico ed ecco che il nome di Danilo Cataldi, classe ‘94 scuola Lazio, potrebbe tornare di stretta attualità.

Un bomber da salvezza L’Empoli a caccia di alternative in attacco

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MANUEL PUCCIARELLI

foto Federico De Luca

a strada da fare verso la salvezza è ancora lunga e questo mister Maurizio Sarri lo sa bene. Così come lo sanno il presidente Fabrizio Corsi ed il ds Marcello Carli, decisi a guadagnarsi con le unghie e con i denti una permanenza in A che - per quello che si è visto in questa prima parte di stagione - per l’Empoli sarebbe davvero meritata. Il bilancio degli azzurri fino ad oggi è sicuramente da apprezzare, dato che alla vigilia della nuova stagione di A Tavano e compagni erano dati pronti-via per spacciati, salvo poi riuscire a produrre spesso e volentieri un gioco del calcio tra i più divertenti e puliti di tutto il campionato. Una pecca evidente, però, è rimasta ed è quella legata ai risultati che stanno dando i nuovi acquisti arrivati nella scorsa estate. Al di là, infatti, di un paio di eccezioni (il portiere Sepe ed il fantasista della Fiorentina Vecino su tutti), tutti gli altri arrivi di casa Empoli hanno fino ad oggi impressionato molto poco, non facendosi apprezzare per come erano stati annunciati. Il riferimento è in particolar modo a Diego Laxalt e Matteo Bianchetti, entrambi di proprietà dell’Inter (col difensore che però è in comproprietà con l’Hellas Verona) ed impiegati appena una manciata di minuti da Sarri, nonostante il curriculum di tutto rispetto col quale erano approdati in Toscana appena quattro mesi fa. La lista, poi, potrebbe continuare elencando Tiberio Guarente (messo ko dopo appena cinque giornate ed il cui apporto di esperienza ai tanti giovani azzurri è sta-

«La società ha capito che serve una punta d’esperienza»

foto Federico De Luca

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di

Tommaso LORETO @To_Lo_

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#FIORENTINA

MARIO #GOMEZ

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di trovare offerte, in particolare per i cosiddetti invendibili quali Oleksandr Iakovenko e Mounir El Hamdaoui il cui futuro, al momento, sembra possa sbloccarsi solo una rescissione consensuale. E mentre sul fronte attacco piovono le candidature dei vari Pato, Giovinco o Pazzini, in casa viola ci si augura soprattutto che Mario Gomez riesca a trascinare il gruppo dopo aver trovato il primo gol in campionato, a Cagliari. Capitolo rinnovi. Prima di Natale era attesa una risposta da Norberto Neto per il rinnovo e questa è arrivata: il brasiliano ha detto sì al prolungamento di contratto con la società viola. Dunque per l’ex Atletico Paranaense ancora quattro anni da vivere sulle sponde dell’Arno, ma con una differenza sostanziale. Nel 2011 arrivò con le stimmate del talento tutto da scoprire; oggi il portiere è una realtà del calcio italiano e della Nazionale verdeoro che sotto la gestione di Carlos Dunga ha iniziato a prenderlo seriamente in considerazione. Rimane invece una situazione di difficile decifrazione quella di Alberto Aquilani. La società viola non vuole perdere il centrocampista a parametro zero, ma la richiesta di un nuovo accordo triennale formulata dall’ex Liverpool non collima con l’idea del club. Aquilani a Firenze sta bene e si è ritrovato dopo un pellegrinaggio fra Serie A e Premier League che lo aveva trasformato in una sorta di oggetto misterioso. Perderlo, dunque sarebbe probabilmente una sconfitta per tutti. Sia sul piano economico che tecnico.

Acquisti e rinnovi

necessarie alcune cessioni per regalare a Montella i giocatori che servono ufficialmente partito il gran ballo del mercato. Tanto che, oggi come oggi, intorno alla Fiorentina non sono proliferate soltanto voci sui calciatori, ma anche sui dirigenti. E’ da leggere in effetti in questo modo l’arrivo dalla Spagna di presunte avance da parte del Barcellona nei confronti del direttore tecnico Eduardo Macia. Certo, sia lui che Daniele Pradè attendono responsi sul loro futuro, leggere alla voce rinnovi, ma da qui a preventivare una partenza illustre a gennaio di uno dei due ce ne corre. Anzi, per la verità le richieste dei blaugrana sarebbero già state rispedite al mittente iberico. Diverso, invece, il discorso che dovrebbe riguardare le uscite invernali. Se c’è una certezza nella finestra di trattative in arrivo da gennaio, è quella legata al bisogno dei viola di vendere. Per ridurre la rosa, e soprattutto il monte ingaggi. Sotto questo profilo non si registrano grandi novità rispetto alle ultime settimane, rumors su Manuel Pasqual inclusi che oggi resta tra i più seguiti, con Milan e Roma in prima fila, se non la richiesta della società girata al tecnico (nemmeno troppo velatamente) di provare a recuperare chi ha giocato meno pur essendo arrivato in estate. Per molti saranno perciò settimane decisive per ritagliarsi un nuovo spazio (Badelj e Richards, tanto per fare nomi, sono giocatori che non hanno ancora mostrato pienamente tutto il loro valore) mentre per gli altri si tratta soprattutto

«Risolto il caso Neto, ancora da chiarire il futuro di Aquilani»

è

foto fotoFederico FedericoDe DeLuca Luca

Eduardo Macía

foto Federico De Luca

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di Simone BERNABEI

@Simo_Berna

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#GENOA

ALESSANDRO #MATRI

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arriva subito un altro. Al momento i segnali non vanno in questa direzione, ma gennaio è un mese ‘caldo’ e a volte la volontà dei calciatori può ridisegnare gli scenari in tavola. Andando oltre ai due centravanti, il Genoa qualcosa farà, dicevamo. Un giovane davanti, magari, uno che possa far rifiatare quando serve Perotti e i vari esterni via via scelti. In quest’ottica, attenzione a Mbaye Niang, in uscita dal Milan viste le pochissime opportunità regalategli da Inzaghi. Non scordiamoci, in tal senso, gli ottimi rapporti fra Galliani e Preziosi. Quindi gli altri reparti: il centrocampo, secondo le teorie tattiche di Gasperini, è numericamente coperto, difficilmente ci saranno movimenti. Anche perché Kucka, spesso impiegato da avanzato, può ricoprire naturalmente il ruolo di frangiflutti al centro del campo. Mentre in difesa un centrale arriverà, perché la rosa lo richiede. Roncaglia ha il cartellino facile e le squalifiche potranno arrivare, così come fastidi fisici normali nell’arco della stagione sportiva. Ed è proprio questo, probabilmente, il reparto che gli uomini mercato del Grifone puntelleranno prima. Nel mirino ci sono Luca Caldirola, oggi al Werder Brema, e Fabio Pisacane, stopper in forza all’Avellino. Ma attenzione alle sorprese, magari provenienti dalla Spagna, terra calcistica decisamente favorevole ai rossoblù negli ultimi mesi. Quindi la porta, dove il padrone di casa è Mattia Perin. Il suo futuro è in una big, ma a gennaio non si muoverà da Marassi e quindi il club, in tal senso, non farà movimenti.

Obiettivo CONTINUITà

Mercato mirato in difesa. Necessario trattenere Matri e Pinilla

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Mbaye Niang foto fotoFederico Daniele Buffa/Image De Luca Sport

edere il Genoa nelle zone nobili della classifica potrebbe dissuadere i tifosi del Grifone dal pensare al mercato, ma se alla guida del club c’è uno come Enrico Preziosi, da sempre habitué dei colpi a sorpresa, niente è da dare per scontato. Gasperini ha costruito un Genoa solido e divertente, una sorta di riproposizione della sua prima esperienza alla guida della squadra, quando il club rossoblù lottava fino all’ultima giornata per i preliminari di Champions League. Ecco, proprio l’odore d’Europa, col passare delle settimane, potrebbe ‘gasare’ ulteriormente un presidente Preziosi già soddisfatto del lavoro di squadra e staff (tecnico e di mercato) da inizio stagione ad oggi. Alcuni primi, esplorativi incontri fra il numero uno del club e i suoi dirigenti sono già andati in scena, più per capire eventuali profili da integrare alla rosa che nomi concreti offerti dal mercato. Si perché il Genoa, come detto, viaggia che è una meraviglia ed il merito, oltre che di Gasperini, è di un gruppo capace di amalgamarsi alla perfezione in breve tempo. Da qui, naturale avere dubbi sull’acquisto di nuovi e ulteriori interpreti. Ma Preziosi durante le sessioni di calciomercato fermo non ci sa proprio stare e così aspettiamoci dei colpi. Il punto principale attorno a cui ruotano i discorsi è la permanenza di entrambi gli attaccanti titolari, ovvero Alessandro Matri e Mauricio Pinilla. Per Gasperini sono importanti, sia Matri che Pinilla, se ne parte uno ne

«La forza di questo Genoa è il gruppo, ma Preziosi è da sempre un habitué dei colpi a sorpresa»

foto Daniele Buffa/Image Sport

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di Luca BARGELLINI

@Barge82

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#HELLAS VERONA

ANDREA #MANDORLINI

Dai lampi della scorsa stagione al grigiore del campionato attuale. Troppi i punti interrogativi

foto Federico De Luca

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foto Daniele Buffa/Image Sport

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scelto dal ds Sean Sogliano per sostituire Juan Manuel Iturbe, ma finora del talento ex River Plate sembra essere rimasto solo il nome sulla maglia. Come ripartire da una situazione del genere? Il mercato di gennaio, nonostante la tradizionale difficoltà nel trovare giocatori importanti, può essere la soluzione. Dopo dieci anni l’Hellas di Maurizio Setti è tornato ad avere una situazione finanziaria solida e stabile e questo può permettere di lavorare a qualche acquisto. L’ideale sarebbe avere un nuovo tassello per reparto, iniziando dalla difesa, una delle peggiori dell’intera Serie A. Il greco Marios Oikonomou del Bologna potrebbe essere un elemento ideale. Poi un centrocampista di qualità, una sorta di nuovo Jorginho (piace l’islandese del Krasnodar Ragnar Sigurdsson), e un attaccante esterno che lavori sia in fase di rifinitura per Toni (troppe volte il bomber modenese è apparso solo in campo) che in quella realizzativa. Qualcosa andrà fatto anche in uscita visto che alcuni elementi non hanno risposto secondo le attese. Lo spagnolo Antonio Luna e l’ex Toro Guillermo Rodriguez si possono finora etichettare come meteore; stesso discorso per Jacopo Sala tornato in Italia dopo l’avventura con l’Amburgo ma senza troppa fortuna. Infine bisognerà capire come comportarsi con alcuni “vecchi” fra cui lo stesso Savoia e il brasiliano Nenè. Il secondo è apparso comunque più utile al gruppo rispetto all’argentino e per questo la sua situazione sembra più solida. El Conejo rimane il vero punto interrogativo. Dargli ancora fiducia o lasciarlo partire liberando liquidità utile per rafforzare la squadra? Dalla risposta a questa domanda prenderà il via il mercato del Verona. E probabilmente anche la vera stagione dell’Hellas.

C’era una volta il Verona

ono passati solo dodici mesi, eppure sembrano molti di più. Alla vigilia del Natale 2013 il Verona di Andrea Mandorlini era una la più bella sorpresa della Serie A. Jorginho, Iturbe, Toni e Romulo erano i quattro leader di una squadra in grado di giocare un calcio moderno, veloce ed efficace, con il Bentegodi trasformato in una sorta di bunker inviolabile. In particolare, però, erano due i fattori che s’imposero agli occhi degli osservatori: la prolificità del centravanti arrivato dalla Fiorentina nonostante un’età non più verdissima e l’esplosione su altissimi livelli dell’argentino ex Porto. Oggi di tutto questo è rimasto, purtroppo, ben poco. La squadra di Mandolini nella prima parte della stagione ha, infatti, mostrato poca solidità in fase difensiva e una verve tutt’altro che irresistibile in attacco. Sul piano dei singoli, poi, la situazione non è certo migliore. Rafael Marquez, centrale difensivo del Messico ed ex Barcellona, era stato chiamato a dare personalità, esperienza e qualità alla squadra, ma finora il suo rendimento è apparso al di sotto della attese. Mai però quanto quello di Javier Savoia, el Conejo. Dopo un campionato positivo con l’Olympiacos l’argentino era stato

«Confermare o meno la fiducia a Savoia? Serve una decisione»

SEAN SOGLIANO


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Gianluigi LONGARI @Glongari

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#INTER

ROBERTO #MANCINI

Un’Inter nuova per un Mancio diverso

L’arrivo di Mancini impone a Thohir un mercato da protagonista

foto fotoFederico Alberto Lingria/PhotoViews De Luca

C

on gli stravolgimenti occorsi nelle ultime settimane, legati alla nuova guida tecnica ed alla ricerca di una nuova identità a livello tattico, non è semplice individuare quelle che saranno le necessità dell’Inter nel corso della prossima sessione di mercato. Le incertezze legate al modulo che Roberto Mancini andrà ad adottare da qui al termine della stagione, si ripercuotono inevitabilmente sulle operazioni che Piero Ausilio sta instaurando per garantire continuità a livello di gioco e risultati, generando dinamiche che coinvolgono diversi tavoli di trattative. Il lavoro da parte nostra deve essenzialmente essere quello di interpretare i segnali lanciati dal tecnico nelle poche interviste sin qui rilasciate, mixandole con le carenze strutturali della rosa e con la consapevolezza che la proprietà nel momento dell’avvicendamento in panchina ha preso la decisione di anticipare almeno in parte gli investimenti programmati per l’estate. Non è un mistero dunque, che il calcio di Mancini preveda da sempre una spinta costante sulle corsie esterne garantita da due terzini di corsa e qualità. Se sul-

«Con il ritorno del Mancio, per i cuori nerazzurri tutto sembra raggiungibile»

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la sinistra Dodò rappresenta l’esatto prototipo di questo giocatore, dalla parte opposta né Yuto Nagatomo né il perennemente infortunato Jonathan sembrano offrire garanzie sufficienti. I disagi di Montoya al Barcellona rappresentano un buono spunto, ma probabilmente le priorità saranno altre. Per esempio quella di garantire un’alternativa di sviluppo al gioco offensivo nerazzurro, sin qui incentrata sulla qualità di Mateo Kovacic e sulla vena realizzative di Icardi ed Osvaldo. Il Mancini che San Siro ha riabbracciato ha dimostrato di avere ampliato il proprio ventaglio di opportunità a livello tattico, ma per poterlo rendere efficace è necessario un tipo di calciatore di cui attualmente la rosa nerazzurra non dispone. Uno in grado di sparigliare le carte con le proprie giocate, di creare superiorità numerica saltando l’uomo e di rifornire di suggerimenti dalle corsie esterne due centravanti di struttura e peso come quelli interisti. Uno come Alessio Cerci, tanto per rendere l’idea. La rottura consumatasi tra l’italiano e Simeone apre lo spiraglio per una trattativa con l’Atletico Madrid: un tentativo vale la pena di essere speso, anche perché tutte e tre le parti in causa sembrano concordare verso il fine comune di far abbandonare a Cerci il Calderon. Qualora le disponibilità e la magnanimità di Erick Thohir non dovessero essere compatibili con questo genere di affare, via alle alternative low cost: si parte dal già noto Jevhen Konoplyanka, che la difesa nerazzurra ha già avuto maniera di testare con responsi più che positivi nel girone di Europa League. Il suo contratto scade al termine della stagione e le difficoltà sarebbero legate ad avere la meglio sulla concorrenza più che ad accontentare il Dnipro che sull’argomento ha scarsissima possibilità di trattare. Piace molto Andrij Yarmolenko che però evidenzia costi già quasi proibitivi. Per il resto spazio ai sogni: quelli proibiti come Lavezzi e Lamela, e quelli quasi impossibili come Shaqiri. Del resto, con il ritorno del Mancio, per i cuori nerazzurri tutto sembra raggiungibile. Proprio come dieci anni fa…


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di Lorenzo Di Benedetto @Lore_Dibe88

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#LAZIO

Fabian #Schär

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potrà intavolare, ma anche per quel che riguarda lo svizzero la situazione potrebbe ruotare a favore della Lazio, visto che il suo contratto con il club rossoblu scadrà nel prossimo giugno. Discorso diverso invece per quel che riguarda Gabriel Paletta del Parma. L’italo-argentino è da tempo nel mirino della società capitolina, ma l’infortunio che gli ha impedito di scendere in campo nel campionato in corso sembra aver scoraggiato Claudio Lotito, che vuole un giocatore pronto fin da subito da affidare a Pioli. Per quel che riguarda il centrale gialloblu il discorso potrebbe dunque essere rimandato alla prossima estate. Primo obiettivo in difesa dunque per i biancocelesti, mentre per quel che riguarda le altre zone del campo non sembra che la Lazio debba accelerare i tempi, a meno che il caso Klose non scoppi definitivamente con Tare che a quel punto dovrebbe concentrarsi anche nel trovare una valida alternativa a Filip Djordjevic. Sia a centrocampo che in attacco infatti, vista anche l’assenza dalle coppe europee della stessa società capitolina in questa stagione, sembra che il tecnico emiliano sia abbastanza coperto, con giocatori in grado di adattarsi a seconda delle esigenze di giornata, come Lulic o Mauri, i veri jolly nello scacchiere tattico della Lazio. Se alcune occasioni dovessero presentarsi di fronte agli occhi di Tare, il direttore sportivo biancoceleste sarà pronto a raccoglierle, ma le sue attenzioni dovranno essere rivolte soprattutto al rafforzamento del reparto arretrato che dopo l’infortunio di Gentiletti non ha ancora trovato la spalla ideale dell’inamovibile De Vrij.

Tutto sulla difesa

Dopo i tanti infortuni parte la caccia alla spalla di De Vrij. Schär e Stankovic i nomi caldi

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Miroslav Klose foto Daniele Buffa/Image Sport

l mercato è ormai alle porte e in casa Lazio, mai come in questo momento, le attenzioni degli uomini mercato, capitanati dal Direttore Sportivo Igli Tare, sono rivolte al pacchetto arretrato, con Stefan De Vrij che, dopo quasi un girone di campionato disputato, resta l’unico punto fermo della retroguardia di Stefano Pioli. Sarà dunque in difesa che la dirigenza capitolina dovrà andare alla ricerca di quel rinforzo che potrebbe consentire alla Lazio di puntare con decisione al terzo posto, o almeno alla qualificazione alla prossima Europa League, obiettivo minimo della formazione biancoceleste. Come detto, soltanto l’Olandese De Vrij è stato praticamente sempre utilizzato da Pioli nella prima parte della stagione, con i vari Cana, Gentiletti, Novaretti, Ciani e Radu che si sono alternati al suo fianco. L’infortunio occorso all’argentino ex San Lorenzo, che lo costringerà a rimanere ai box per praticamente tutto il resto della stagione, hanno di fatto acceso la spia della riserva nel reparto arretrato della Lazio e nella prossima finestra di trasferimenti Igli Tare dovrà andare alla ricerca del suo sostituto, dando il modo alla squadra di trovare la definitiva quadratura. Al momento, i nomi più gettonati sono quelli del centrale del Basilea Fabian Schär e di Vojislav Stankovic del Partizan Belgrado. L’operazione per quest’ultimo sarebbe senz’altro la più low cost tra tutte quelle che il ds albanese

«L’infortunio di Gentiletti ha fatto saltare le gerarchie della retroguardia»

foto Insidefoto/Image Sport

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Antonio vitiellO

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@AntoVitiello

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#MILAN

Marcelo #Brozovic

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Al Milan servono almeno due giocatori di grande livello, anche se a gennaio difficilmente i club mettono mani al portafoglio. E se Juve e Roma possono essere più tranquille e perfezionare le squadre con alcuni ritocchi, il Milan dovrebbe sistemare delle gravi carenze. Considerando che almeno dieci giocatori dovrebbero essere cambiati, sia per la scarsa considerazione di Filippo Inzaghi che per caratteristiche inadattabili al gioco dell’allenatore, la dirigenza milanista dovrebbe almeno acquistarne uno per reparto. Un difensore sinistro in grado di dare il cambio a Mattia De Sciglio, in modo che all’occorrenza il nazionale azzurro possa spostarsi anche sulla corsia opposta. Leonel Vangioni del River Plate piace ma dall’Argentina chiedono molti soldi. Questo potrebbe portare il Milan a cambiare obiettivo in quel ruolo. A centrocampo piacciono Daniele Baselli dell’Atalanta e Marcelo Brozovic della Dinamo Zagabria, anche per loro due verranno fatti dei tentativi ma lo scopo è limare le richieste, attualmente elevate. Adriano Galliani proverà ad anticipare l’ingaggio di Suso del Liverpool, il cui arrivo è sicuro per giugno. L’altro reparto da rinforzare, ma che probabilmente il Milan non ritoccherà, è l’attacco. Giampaolo Pazzini viene coinvolto pochissimo, Fernando Torres non segna ed è diventato un problema. Le reti sono arrivate da Keisuke Honda e Jeremy Menez, due giocatori che in carriera non hanno mai brillato in zona gol. E’ un campanello d’allarme a cui il Milan dovrebbe pensare. Se il club vuole tornare veramente competitivo dovrà iniziare a spendere, mettendo da parte i famosi parametri zero.

Investire è l’unica strada

Altra annata anonima per i rossoneri, per risalire bisogna tornare a spendere

foto fotoFederico Matteo Gribaudi/Image De Luca Sport

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l Milan deve decidere cosa fare da grande. E’ arrivato il momento delle grandi riflessioni perché un altro anno di incertezze e brutte figure sul campo, i rossoneri non possono permetterselo. La società deve scegliere se restare in una dimensione anonima e sperare di giocarsi ogni anno l’accesso in Europa League, o puntare a tornare tra le grandi in Europa. Se ha scelto la prima strada allora il progetto è quasi pronto, la squadra è modesta ma può arrivare tra le prime sei in Italia e sperare l’anno prossimo di avanzare in Europa Legaue acquistato con furbizia qualche parametro zero, giocatori a fine carriera che possono dare ancora un contributo nel medio raggio. Se invece il Milan ha intenzione di tornare la squadra di una volta, deve investire. I tempi non sono maturi per tornare a sperperare come un tempo, quando i giocatori più forti in circolazione si acquistavano per tenerli addirittura in panchina. Ma la presidenza può dare una risposta concreta con un paio di giocatori di spessore. Nella rosa del Milan mancano i leader tecnici, gente che sul rettangolo verde sappia fare la differenza. Ha poco senso continuare ad accumulare elementi di medio livello e ritrovarsi ogni stagione con un gruppo di ragazzi che non può andare oltre un certo limite.

«Nel mercato di gennaio servirebbe almeno un rinforzo per reparto»

DANIELE BASELLI

foto Federico De Luca

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di Raimondo De Magistris @RaimondoDM

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#NAPOLI

AURELIO #DE LAURENTIIS

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Rafael Benitez per una cifra attorno ai 12 milioni di euro, da suddividere fra Sampdoria e Juventus comproprietarie del cartellino. L’allarme sulla corsia sinistra, però, non è limitato solo all’attacco. Dopo la pausa natalizia il Napoli rischia di trovarsi senza terzini su quella corsia. Faouzi Ghuolam volerà in Guinea Equatoriale per la Coppa D’Africa con lo scopo di migliorare la brutta figura rimediata dalla sua Algeria due anni fa, mentre Juan Zuniga è alla prese con un ginocchio destro che lo tormenta ormai da più di un anno. La paura è che il colombiano come nella passata stagione possa saltare buona parte del campionato, un sospetto fondato visto che sui tempi di recupero non ci sono certezze o tabelle di marcia prestabilite. Necessario, a questo punto, correre ai ripari fin da subito, un investimento per il presente ma anche per il futuro visto che a fine campionato saluteranno sia Christan Maggio che Giandomenico Mesto. Chiosa finale sul centrocampo e sulla difesa. In questo caso la società non dovrà sopperire ad alcuna emergenza. I giocatori a disposizione ci sono, anche se non all’altezza di un reparto avanzato da Scudetto e una squadra che era partita in estate con l’obiettivo di migliorare il terzo posto della passata stagione. Difficile che in questo caso il Napoli torni sul mercato, anche perché a gennaio i primi due posti in classifica potrebbero essere già un miraggio. Era necessario fare qualcosa in più la scorsa estate ed è probabile che, senza fretta, si affronterà la questione solo a fine stagione. Adesso è il momento di risolvere le emergenze.

ALLARME A SINISTRA

GABBIADINI IN ARRIVO PER L’infortunio di Insigne. i problemi dei terzini dettano il mercato invernale

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Ivan Perisic

foto Image Sport

dee chiare e trattative avviate ben prima dell’inizio ufficiale della sessione invernale di calciomercato. A causa di infortuni che hanno condizionato la prima parte di stagione, il Napoli dovrà arrivare a gennaio con fatti concreti più che con idee da sviluppare durante il mese. Le imminenti sfide contro Juventus e Lazio subito dopo la pausa natalizia, così come il primo turno di Coppa Italia che rende più fitto il calendario, impongono acquisti da definire già nei primi giorni del nuovo anno, pronti da gettare nella mischia fin da subito per sviluppare al meglio quel turnover ormai necessario per tutte le squadre che vogliono giocare ad alti livelli ogni tre giorni. L’emergenza più grave riguarda l’attacco e, in particolar modo, l’infortunio di Lorenzo Insigne. Nel momento migliore della stagione l’esterno offensivo di Frattamaggiore ha rimediato la rottura del crociato anteriore del ginocchio destro. Un ko dal quale si riprenderà solo in Primavera e che ha costretto il Napoli a rinforzare l’attacco, anche perché Michu - arrivato in estate per sostituire Pandev - a causa di condizioni fisiche precarie è al momento oggetto sconosciuto. Dopo qualche settimana in cui i nomi si sono sprecati (da Perisic a Konopljanka passando per Giovinco) la scelta è ricaduta su Manolo Gabbiadini. L’attaccante approderà a gennaio alla corte di

«L’ex Samp scelto per sostituire Insigne»

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di Gaetano MOCCIARO @gaemocc

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#PALERMO

EDGAR #BARRETO

Rinnovi spinosi e cessioni complicate Alcuni acquisti estivi non convincono e Munoz è ancora in bilico

foto Daniele Buffa/Image Sport

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i sarà molto lavoro per il Palermo in vista del mercato di gennaio, fra uscite e rinnovi. Le entrate potrebbero invece essere ridotte ai minimi termini, considerato il buon rendimento assicurato dai ragazzi di Beppe Iachini: un gruppo avviato, che dopo le difficoltà dovute al salto di categoria ha preso le misure. I rosanero lavorano quindi per blindare i gioielli di casa, a partire da Franco Vazquez. Le grandi prestazioni hanno scatenato l’interesse di diversi club stranieri, su tutti il Wolfsburg che ha dietro le spalle il colosso Volkswagen. I rosanero hanno fiutato il pericolo e iniziato le trattative con l’entourage per blindarlo e rafforzare il potere contrattuale del club. Non si muoverà nemmeno Paulo Dybala: più passano le settimane più il prezzo del suo cartellino sale. Maurizio Zamparini, quasi provocatoriamente (ma nemmeno troppo) chiede 40 milioni a chi lo vuole subito. Di fatto si è già creata la fila per un giocatore arrivato due anni fa per 12 milioni: Phil Neville, storica bandiera del Manchester United, lo ha caldamente suggerito a Louis van Gaal. Grazie all’esplosione dei due sudamericani a pa-

«Ottimismo Barreto, i rosanero non si priveranno del suo capitano»

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gare dazio al momento è l’altro talentino Andrea Belotti. L’esperimento di schierarlo con Dybala e Vazquez ha portato una squadra troppo sbilanciata, costringendo il “Gallo” a finire in panchina. Il potenziale del giocatore, classe 1993, è enorme e per il club è intoccabile. Pochi dubbi per Edgar Barreto. Il paraguayano è in scadenza di contratto ma non ha intenzione di lasciare la Sicilia, così come il club non vuole perdere il proprio capitano: percentuali alte di rinnovo con somma gioia di tutte le parti. Non ci saranno problemi nemmeno per Michel Morganella, stabilmente titolare. Ottimismo anche circa Samir Ujkani: l’albanese è molto gradito dal presidente nonostante non sia riuscito a scavalcare Sorrentino come prima scelta in porta. Diverse le situazioni riguardanti Sinisa Andjelkovic, ma soprattutto Ezequiel Munoz. Per il primo c’è l’Atalanta a bussare la porta, anche se i diversi giocatori in uscita nel reparto arretrato tendono a far rimanere in Sicilia lo sloveno e a riguardo, il ds Dario Baccin, ha palesato ottimismo. Ben più spinosa la posizione dell’argentino: la questione rinnovo si è aperta già la scorsa stagione, col giocatore che aveva lasciato trasparire incertezza sul suo futuro, nonostante sottolineasse la volontà di restare. Tutto è legato alla questione economica, che trova al momento una chiara distanza fra le richieste del giocatore e le proposte del club. Situazione di preoccupante stand-by e rischio di perdere a parametro zero il giocatore. Da valutare anche i giocatori in esubero, e non sono pochi: Souleymane Bamba è pronto a fare le valigie. l’ivoriano è decisamente insoddisfatto dello scarso utilizzo che rischia di fargli perdere la Nazionale. Verso l’uscita anche Feddal, Milanovic e Terzi, che potrebbero rivalutarsi in Serie B mentre è particolare il caso di Simon Makienok e Joao Silva. Entrambi i giocatori non hanno convinto Iachini e sarebbero in uscita, ma per regolamento, avendo entrambi già giocato durante la stagione con due squadre diverse, possono al massimo ritornare al precedente club.


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Simone LORINI

@Simone_Lorini

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#PARMA

TOMMASO #GHIRARDI

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grave difficoltà economica e sono in corso trattative per il passaggio di mano, finalizzato ad evitare punti di penalizzazione conseguenti al mancato pagamento degli stipendi. Tutto vero, tutto inutile, il Parma rimane in mano a Ghirardi, che non paga e chiede scusa a squadra e tifosi, spiegando che la “momentanea assenza di liquidità” è dovuta al fallito tentativo di cedere il club, sfumato all’ultimo minuto a causa del tirarsi indietro della controparte. Un mese dopo, la cessione del club si è verificata davvero: nell’immediata vigilia di Parma-Lazio, il patron bresciano si presenta a Collecchio in compagnia dell’avvocato Fabio Giordano e annuncia il passaggio di mano del club a staff tecnico e squadra, venduto ad una cordata russo-cipriota rappresentata proprio dall’avvocato romano. Una sorpresa per tutti, con la piazza che attende avida maggiori dettagli sulla questione: da Cipro si parla della sorprendente presenza di Suleiman Kerimov dietro l’offerta a Ghirardi, già proprietario del club russo Anzhi. Dopo un colloquio con Giordano, che sarà il nuovo vicepresidente esecutivo del club, Leonardi e Preiti hanno avuto il mandato di porre le basi per un mercato di alto profilo in grado di rinforzare la squadra per andare alla caccia della salvezza e vista la classifica attuale e i tanti problemi della rosa, non si potrà prescindere da un gennaio da protagonista. Nel girone di ritorno bisognerà tenere un ritmo altissimo per fare i punti necessari a garantire la salvezza, per cui se la cordata straniera andrà fino in fondo con l’acquisto del club, è lecito aspettarsi un Parma molto attivo nella finestra di mercato invernale, finanziato dai rubli russi.

DALLA RUSSIA CON AMORE

Il Parma cambia dopo 8 anni: da Ghirardi ad una cordata russo-cipriota

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ROBERTO DONADONI foto Daniele Buffa/Image Sport

Il Parma Football Club, società nata nel 1913 e sodalizio tra i più titolati d’Italia negli ultimi venti anni, non ha più una proprietà italiana: Tommaso Ghirardi, presidente del club dal 27 gennaio 2007, ha infatti ceduto la totalità delle quote ad una cordata russo-cipriota rappresentata dall’avvocato Fabio Giordano. Il patron bresciano lascia dopo otto anni di tante soddisfazioni e poche, ma rilevanti, delusioni. Ora, tutto cambierà. L’esclusione dall’Europa da parte della UEFA, l’abbandono alla presidenza e la conseguente messa in vendita della società, l’assenza di offerte per la stessa, il ritorno del medesimo Ghirardi in sella, dopo un mercato in tono decisamente minore rispetto a tutti quelli vissuti da quando l’imprenditore di Carpenedolo acquisì la società, il 25 gennaio 2008. Questo è, a sommi capi, quanto è successo durante l’estate al club gialloblù, in grado tuttavia di mantenere gran parte dell’intelaiatura della rosa anche per la stagione 2014-2015, compresa la guida tecnica, mister Roberto Donadoni. Ma i risultati non pagano, anzi sono così disastrosi da rendere la squadra gialloblù la peggiore della Serie A sotto più di un punto di vista. A metà novembre, un altro terremoto, l’ennesimo: voci che si rincorrono, la stampa locale che offre certezze, i tifosi smarriti. La società è in

«Leonardi prepara un gennaio da protagonista, finanziato dai rubli russi»

foto Gribaudi/Image Sport

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Alessandro CARDUCCI

@AleCarducci

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#ROMA

WALTER #SABATINI

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i preferiti di Walter Sabatini e gli ottimi rapporti con l’agente Pietro Chiodi consentivano alla Roma di avere una corsia preferenziale per il calciatore. Il giocatore era in mano a Sabatini ma i capitolini, in attesa di cedere almeno uno tra Osvaldo e Borriello, non avevano la liquidità necessaria per soddisfare le richieste dello Steaua Bucarest. Chiriches si accasò così al Tottenham per circa 10 milioni di euro ma Sabatini continuò a seguire il calciatore e la scorsa estate, dovendo trovare il sostituto di Mehdi Benatia, il ds giallorosso parlò con Baldini ancora di Chiriches. Alla fine arrivò Manolas ma la storia d’amore continuò, così come gli ammiccamenti e le telefonate e a gennaio chissà che il romeno non sbarchi veramente a Roma. Da risolvere anche la questione sinistra: ceduto Dodò e con Balzaretti infortunato, i capitolini hanno preso ben tre giocatori capaci di giocare sulla fascia. Sono arrivati Emanuelson, Cole e Cholevas. Se quest’ultimo pian piano ha conquistato il suo spazio, mostrando di essere tatticamente disciplinato, Emanuelson non è stato nemmeno inserito nella lista Champions mentre l’ex Chelsea ha deluso, mostrando gravi lacune difensive senza riuscire a spingere né a creare pericoli in avanti. Si parla addirittura di una sua cessione già a gennaio, magari in America, e la Roma potrebbe a quel punto virare su Adriano del Barcellona. Sabatini potrebbe inoltre mandare alcuni giovani in prestito a farsi le ossa, con Uçan che, fermato da alcuni infortuni, finora non è riuscito a esprimere le sue qualità e potrebbe trovare più spazio in una squadra di mediobasso livello.

Due rinforzi a gennaio Sabatini ha bisogno di un centrale e di un terzino sinistro per sostituire Cole

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Ever Balanta

foto fotoFederico FedericoDe DeLuca Luca

osì recita un vecchio saggio: “Squadra che vince non si cambia”. La Roma, di vittorie, ne ha inanellate parecchie in questa prima parte di stagione ma la squadra andrà rinforzata per riuscire ad arrivare a giugno centrando almeno uno degli obiettivi stagionali. I giallorossi sono stati falcidiati dagli infortuni, soprattutto a centrocampo e in difesa, costringendo Rudi Garcia a schierare quasi sempre gli stessi. Se però il reparto mediano abbonda sia in quantità sia in qualità, quello arretrato ha mostrato qualche lacuna e necessita di un intervento da parte di Walter Sabatini. Innanzitutto serve un centrale: Leandro Castan deve avere il tempo per risolvere il suo delicato problema alla testa e tornerà presumibilmente non prima di marzo. Finora Garcia ha quasi sempre avuto solo due difensori disponibili, senza la possibilità di scegliere in base alle caratteristiche o alla forma fisica di ognuno. Per gennaio si parla di Rolando, ex Inter e accostato da anni alla Roma e attualmente al Porto. Sul taccuino di Sabatini anche Ever Balanta, 21enne colombiano in forza al River Plate che piace tanto al ds giallorosso, oltre a Vlad Chiriches. Quella tra il difensore romeno e la Roma è un amore a distanza che dura oramai da oltre un anno. Era l’estate del 2013 quando i giallorossi, ceduto Marquinhos al Psg per 31.4 milioni di euro, erano alla ricerca di un degno sostituto. Chiriches era tra

«L’attenzione di Sabatini per Chiriches dura da oltre un anno»


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Diego Anelli

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#SAMPDORIA

MANOLO #GABBIADINI

FRA ADDII E NUOVE OCCASIONI

GABBIADINI ANDRà AL NAPOLI MA LA SOCIETà VUOLE COMUNQUE RINFORZARSI

foto Matteo Gribaudi/Image Sport

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l mercato estivo blucerchiato era stato promosso da tecnici e addetti ai lavori, un lavoro oculato ben svolto dal Ds Carlo Osti, seguendo alla lettera le indicazioni di Sinisa Mihajlovic. Un mix di gioventù ed esperienza, mai compiuto il passo più lungo della gamba, ottime risoluzioni delle comproprietà. Un’unica cessione di spessore, Mustafi, soldi freschi reinvestiti per colmare le principali lacune, dalla retroguardia al miglioramento delle seconde linee. A gennaio potrebbe accadere esattamente la stessa cosa, con Manolo Gabbiadini oramai promesso sposo del Napoli. L’idea della dirigenza blucerchiata era quella di rimanere in attesa di eventuali occasioni (vedi lo scambio Okaka-Pozzi dello scorso inverno), senza dunque stravolgere l’undici titolare. La proposta dei paertenopei, però, è apparsa fin da subito concreta ed irrinunciabile e così si è deciso di fare un’eccezione. Chi invece rimarrà sono gli altri gioielli della Samp, in primis Soriano, Obiang e lo stesso ex Parma, per il quale i tentativi di rinnovo del contratto in scadenza nel giugno 2016 hanno visto finora il diretto interessato prendere tempo. In uscita si cercherà di trovare una collocazione agli elementi poco utilizzati, tra i quali Marchionni e Fedato, e alle mancate partenze estive, come

«Confermati tutti i big. Gabbiadini l’unica eccezione»

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Wszolek e Fornasier. L’eventuale cessione di Sergio Romero potrebbe evitare un addio a parametro zero in estate, oltre ad un ballottaggio con Emiliano Viviano per l’intera annata. Un’operazione che agevolerebbe l’arrivo di nuovi tasselli, magari un centrocampista di qualità in grado di spaccare le partite anche a gara in corso e una nuova alternativa offensiva (lessagi Josip Ilicic della Fiorentina) in virtù dell’addio di Gabbiadini e del rendimento altalenante di Gonzalo Bergessio. Due rinforzi che darebbero la possibilità alla Sampdoria di giocarsi fino in fondo le chance europee, veder aumentare il proprio tasso di qualità tecnico-tattica e imprevedibilità. Con il passare delle settimane gli avversari avranno tempo e modo per studiare ogni caratteristica dei blucerchiati, risulterà pertanto determinante disporre di un maggior numero di frecce nel proprio arco. La fantasia di Soriano e lo stato di forma di Okaka avranno bisogno di alternative per poter respirare in un campionato dominato dall’equilibrio. I rumors sul ritorno dei protagonisti del quarto posto circolano come da tradizione, ma le vie del mercato sono infinite. La Sampdoria avrà il dovere di scandagliare i vari mercati internazionali e valorizzare il proprio settore giovanile, lavorando sottotraccia, mantenendo sempre ben presente il rapporto qualità-prezzo per piazzare i nuovi colpacci che possano farla tornare grande. L’uscita di esuberi dalle big, o i nostalgici ritorni rappresentano piste da seguire, ma la Samp si trova dinanzi ad un bivio. Un progetto da seguire costituisce la svolta vincente, richiede l’abitudine a guardare avanti, voltarsi all’indietro non è automaticamente sinonimo di scelte azzeccate. Talvolta può anche valerne la pena, a condizione che rimanga un’eccezione. foto Federico De Luca

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CARLO OSTI


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di

Alessandra STEFANELLI

@AleStefanelli87

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#SASSUOLO

EUSEBIO #DI FRANCESCO

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rettore sportivo del Sassuolo Nereo Bonato abbia inseguito con tutte le proprie risorse Luca Cigarini dell’Atalanta, salvo poi doversi all’ultimo ‘accontentare’ di giocatori con tutt’altre caratteristiche, vedi Matteo Brighi o Saphir Taider. Tra l’altro, oltre che dal punto di vista qualitativo, anche numericamente la mediana sembra il reparto meno fornito: sei i calciatori a disposizione di Di Francesco, dunque addirittura meno rispetto agli attaccanti. Prima di poter intervenire sul mercato in entrata, il Sassuolo dovrà perciò riuscire a dare via almeno uno dei suoi attaccanti. L’indiziato alla partenza sembra essere il solito Leonardo Pavoletti. Per tutta l’estate scorsa, mezza Serie B lo ha inseguito senza però riuscire mai ad affondare il colpo decisivo. Facile, dunque, che qualcuna di queste formazioni possa ritentare l’assalto già nella sessione invernale di calciomercato. Una volta riportato il parco attaccanti a un numero sostenibile si potrà partire con l’assalto al centrocampista di qualità che tanto manca a questa rosa. Magari mantenendo invariato il marchio di fabbrica, che vede una netta prevalenza di italiani in rosa. Senza dimenticare, però, qualche occasione che parli una lingua straniera. Un nome su tutti: Salih Uçan della Roma, per cui però la concorrenza si preannuncia agguerrita. La perfezione – sempre restando nel contesto di una formazione che deve salvarsi senza patemi – non è lontana e il Sassuolo vuole raggiungerla.

AMBIRE Alla perfezione completare una rosa già valida, e sfoltire l’attacco puntellando la mediana.

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NEREO BONATO

foto fotoFederico FedericoDe DeLuca Luca

l Sassuolo è una delle realtà più interessanti tra quelle che stanno emergendo nel nostro calcio. La rosa è importante, il tecnico Eusebio Di Francesco è giovane ma di grandi qualità e prospettive e i risultati fin qui stanno convincendo tutti. Il Sassuolo sta facendo al meglio ciò per cui è stato costruito: tener lontana il più possibile la zona retrocessione e togliersi qualche soddisfazione come il pareggio contro la Juventus o la vittoria contro il Milan dello scorso anno. È possibile migliorare? E se sì, come? Contrariamente a quanto i sette gol presi contro l’Inter potrebbero far pensare, i problemi principali della formazione neroverde non risiedono in difesa, i cui numeri sono incredibilmente molto simili a quelli degli stessi nerazzurri, del Napoli, del Milan o dell’Udinese, anche per merito di un Andrea Consigli nel mezzo di una delle sue migliori stagioni. Le statistiche dell’attacco, invece, qualche lacuna sembrano palesarla, per quanto numericamente il reparto avanzato sia quanto mai fornito e variegato: Simone Zaza, Domenico Berardi, Sergio Floccari, Antonio Floro Flores, Nicola Sansone, Leonardo Pavoletti ed Ettore Gliozzi. Sette punte, troppe anche per un allenatore che mai rinuncia alle tre punte. Eppure l’attacco stenta. La carenza non è numerica, bensì qualitativa: manca quel giocatore che sia in grado di innescare le punte, di servirle e di metterle davanti alla porta. Non è un caso che per tutta la sessione estiva il di-

«Il Sassuolo lavora per tenere lontana la zona calda. È possibile migliorare?»

foto Federico De Luca

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di Pietro LAZZERINI

@PietroLazze

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#torino

SEBASTIAN #GIOVINCO

Due è meglio che uno Al Toro Serve una coppia di attaccanti per risalire la china

foto Daniele Buffa/Image Sport

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l mercato estivo aveva già fatto intravedere delle lacune. Le contemporanee partenze di Ciro Immobile e Alessio Cerci hanno indebolito la squadra nel reparto che la passata stagione aveva messo maggiormente in crisi gli avversari portando il Torino a conquistare addirittura il ritorno in Europa. 35 gol in due, tanti da rispolverare nella memoria dei tifosi granata la coppia Pulici-Graziani che portò allo scudetto della stagione ‘75-’76. Il primo ad andarsene fu Immobile, tentato dai milioni del Borussia e soprattutto dalla Champions League da poter disputare da protagonista. Anche Cerci ha intrapreso la stessa strada, sognando la Liga e la finale della massima competizione europea con il matrimonio con l’Atletico Madrid. Un pacco di milioni che alla fine però non sono stati investiti saggiamente per rinforzare una squadra rimasta zoppa nel proprio reparto offensivo. Il ds Gianluca Petrachi ha centrato un bel colpo con l’acquisto di Fabio Quagliarella, è vero. L’ex Juve ha portato grinta e determinazione ma non sembra avere nelle corde gli stessi gol di Immobile. Discorso identico per Amauri, altro attaccante dall’ottima carriera ma dal rendimento altalenante nel corso delle ultime stagioni. Larrondo, Barreto e Martinez potevano dare qualcosa in più alla squadra, come del resto ci si aspettava anche da El Kaddouri. Arrivati a ridosso del calciomercato però, è sempre più evidente come il presidente

«Il nome buono è Giovinco. Qualità e gol a servizio del piano tattico di Ventura»

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Urbano Cairo, per evitare giochi pericolosi e per cercare di risalire la china dovrà investire nel corso del mese di gennaio, spendendo non poco per regalare a Giampiero Ventura almeno un paio di punte che possano cambiare l’inerzia di uno sterile reparto d’attacco. Il nome più gettonato è sicuramente quello di Sebastian Giovinco. Il “piccolo” attaccante bianconero classe ‘87, cerca lo spazio che neanche Allegri, dopo Conte, sembra destinato a concedergli e con il contratto in scadenza, potrebbe lasciare la Vecchia Signora davanti ad un’offerta che lo possa vedere al centro di un progetto. Marotta pare interessato a trovare una casa al giocatore prima di rischiare di perderlo a zero, dunque anche a livello economico il momento è propizio e se davvero il Torino è intenzionato a puntare su di lui dovrà muoversi per tempo, anche per evitare l’inserimento di altre squadre quali Napoli e Fiorentina. Un altro nome che circola con insistenza è quello di Goran Pandev, volato in Turchia per seguire Prandelli, ma rimasto orfano del tecnico dopo l’esonero e soprattutto voglioso di tornare in Italia per concludere al meglio la propria carriera. Nessuna prima punta dunque, anche perché con Amauri e Quagliarella quel ruolo è più che coperto, piuttosto un trequartista come Josip Ilicic, prossimo a lasciare la Fiorentina dopo i ripetuti screzi con la tifoseria viola. Il prezzo non è certo basso, ma la società gigliata potrebbe anche essere interessata a chiudere anzitempo il rapporto cominciando con un prestito con diritto di riscatto da poter poi onorare nei mesi estivi. Fatto sta che l’unico grande fallimento dei granata da un punto di vista del mercato è stato proprio la sostituzione degli attaccanti che dovrà essere corretta nel mese di gennaio. Le possibilità sono tante, anche da un punto di vista economico. Adesso dovrà essere bravo Petrachi a cogliere l’occasione, senza rischiare una scommessa. Servono almeno due certezze, che portino gol subito, che possano trascinare la squadra nuovamente verso le posizioni più nobili.


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di Marco FRATTINO

@MFrattino

editoriale

#UDINESE

Antonio #DI NATALE

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deciderà di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo. Il patron Giampaolo Pozzo ha svelato di aver già definito il contratto con Di Natale per la prossima stagione, con l’esperto attaccante che continua a registrare anche i complimenti del ct Antonio Conte. L’arrivo in estate di Cyril Théréau è servito per dare a Stramaccioni una alternativa nel reparto offensivo, l’ex Chievo Verona non ha finora deluso le attese segnando gol sempre pesanti per conquistare punti contro Lazio, Parma, Atalanta, Palermo e Inter. Chi è finora mancato all’appello è Luis Muriel: i continui problemi fisici accusati dal colombiano obbligano l’Udinese a drizzare le antenne per trovare una soluzione entro fine gennaio, come ha recentemente confermato lo stesso Giaretta ai microfoni di Udinese Channel. “Ci guardiamo attorno. Siamo vigili a 360°, prima di guardare fuori – ha spiegato il ds friulano - monitoriamo il recupero dei nostri calciatori. Seguiamo i giocatori che sono in prestito per valutare un loro possibile rientro a gennaio. Uno di questi può essere Aguirre, attualmente all’Empoli”. Con la porta blindata da Orestis Karnezis e Simone Scuffet, i tanti gol incassati finora indicherebbero un investimento in difesa o in mediana per dare maggiore equilibrio all’undici titolare. L’impressionante settore scouting friulano sa però come muoversi, con tantissimi nomi nel mirino e numerosi talenti pronti a esplodere in bianconero. Il progetto resta di primo piano, per sognare in grande bisogna innanzitutto trattenere i gioielli già presenti nella rosa.

Di Natale non basta

Udinese a caccia di rinforzi: Muriel ko, serve un attaccante e non solo

foto fotoFederico Nicolò Zangirolami/Image De Luca Sport

A

ndrea Stramaccioni sulle orme di Francesco Guidolin. La buona prima parte di stagione offerta dall’Udinese con il nuovo corso tecnico ha soddisfatto la dirigenza friulana, mentre la famiglia Pozzo è pronta a intervenire in sede di mercato a gennaio per confermare la squadra bianconera nella parte sinistra della classifica puntando – dopo aver raggiunto quota 40 punti – a restare in gioco fino alle ultime giornate per la prossima Europa League. Obiettivo tutt’altro che impossibile qualora dovessero essere presi due puntelli nel giro delle prossime settimane, con il ds Cristiano Giaretta già al lavoro per trovare nuovi talenti utili a migliorare il parco giocatori. La duttile rosa a disposizione di Stramaccioni ha permesso finora al tecnico ex Inter di utilizzare più moduli, da scegliere in base alle esigenze tecniche, agli eventuali infortunati e squalificati oltre che secondo l’avversario da affrontare. Il buon lavoro svolto finora da ‘Strama’ potrebbe dunque essere ‘aiutato’ durante la campagna acquisti invernale, provando a risolvere eventuali ‘buchi’ della rosa. L’attacco, ad esempio, continua ad appoggiarsi all’estro di Antonio Di Natale che – ad ‘appena’ 37 anni – ha raggiunto quota 200 gol in Serie A con l’obiettivo di agganciare Roberto Baggio a 205. L’attaccante originario di Napoli ha scritto il suo nome nella leggenda, ma l’Udinese continua a cercare il suo erede per affidargli le chiavi dell’attacco quando l’ex Empoli

«I friulani vogliono consolidarsi coltivando il sogno di tornare a giocare in Europa»

CRISTIANO GIARETTA

foto Federico De Luca

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di

Gianluca LOSCO

@MrLosco

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#SERIE B

Jerry #Mbakogu

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lo della Ternana, che ha un’età media di neanche 24 anni, ha nella sua rosa ben cinque calciatori di 18 anni e ha tre portieri di età compresa fra i 20 e i 23 anni. Dalla parte opposta, troviamo Livorno e Trapani, con un’età media oltre i 26 anni. In generale, comunque, l’età della Serie B è minore rispetto a quella della Serie A (forse non potrebbe essere diversamente), dove troviamo squadre come Juventus, Milan, Roma, Sassuolo, Torino, Atalanta, Verona e Chievo con un’età media superiore ai 28 anni. Le tre neopromosse abbassano il livello, poi c’è l’esempio del Cagliari, che con un tecnico che valorizza i giovani come Zeman, non arriva a un’età media di 24 anni. In Serie B il primato spetta ad Andrea Pierobon del Cittadella, che con i suoi 45 anni rappresenta il calciatore più anziano fra i campionati professionistici italiani. La categoria dell’estremo difensore in effetti spesso ospita giocatori di esperienza: ne sono esempi Ferdinando Coppola, Emanuele Concetti, Michele Arcari, Gabriele Aldegani e Nicolas Bremec. Allo stesso tempo, molte squadre scelgono anche come seconda o terza scelta giovani promettenti. I numeri solitamente non vengono molto apprezzati dai vari addetti ai lavori, fatto sta che i dati sono abbastanza indicativi. Come la Serie A, anche il campionato cadetto non lascia poi così spazio alle nuove leve; le partite sono di più, gli spazi forse maggiori, ma la sensazione è comunque che chi non ha le potenzialità giuste comunque fatichi molto a ritagliarsi un angolo. Più facile farlo, invece, per i vari Guillermo Giacomazzi, Massimiliano Scaglia o Marcello Cottafava: 37 primavere e non sentirle.

Non è un torneo per giovani

Poche le sorprese fra le nuove leve della cadetteria

foto Matteo Papini/Image Sport

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l campionato di Serie B può funzionare da serbatoio, un torneo dove le squadre di Serie A possono mandare i loro giovani per acquisire esperienza e per maturare. Eppure la Serie B è anche il campionato dove serve esperienza, la grinta dell’uomo vissuto oltre alla passione del giovane. Dando un’occhiata alle prime posizioni della classifica marcatori, ci si accorge come non siano molti i giovani ad aver trovato spazio e regolarità nelle reti. Anzi, in questa prima parte del torneo, Jerry Mbakogu del Carpi rappresenta di fatto un’eccezione: lui, classe 1992, si trova in mezzo a gente navigata, che la categoria la conosce benissimo. I vari Luigi Castaldo, Andrea Caracciolo, Daniele Vantaggiato e Pablo Granoche hanno superato quota 30: Davis Curiale e Ettore Marchi sono più giovani, comunque un classe ‘87 il primo e un ‘85 il secondo. La situazione non cambia molto nel vedere i migliori assistmen: Josup Brezovec dello Spezia è la novità stagionale, ma ha già 28 anni; Alessandro Rosina, Carlo Mammarella, Alessandro Sgrigna e Rodrigo Taddei sono tutti over 30. Naturalmente, parlando delle rose in generale delle squadre di B il discorso un po’ cambia. Si ha un’età media solitamente compresa fra i 24 e i 25 anni; ci possono, poi, essere buoni esempi come quel-

«Andrea Pierobon del Cittadella a 45 anni è il calciatore più anziano fra i professionisti italiani»

Andrea Pierobon foto Celeste/Image Sport

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di

Stefano SICA

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#LEGA PRO

SALVATORE #MARRA

ESAMI INFINITI

L’Aversa cerca la svolta grazie al mercato. Serve esperienza e leadership

foto Dario Fico/TuttoNocerina.com

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uando Pasquale Costagliola, direttore sportivo napoletano accorso al capezzale di un’Aversa Normanna malandata, ha accettato un lungo faccia a faccia con i tifosi al termine del derby perso con la Paganese al Bisceglia, si era capito chiaramente che la situazione in casa granata aveva superato i livelli di guardia. In questo va detto che Costagliola ha abilità diplomatiche davvero apprezzabili, sempre pronto ad indirizzare con le sue virtù dialettiche gli umori di presidenti, calciatori e tifosi. Un complesso lavoro di aggregazione portato avanti già con successo ad Arzano e Torrecuso. Va altresì riconosciuto che le frange più appassionate del tifo aversano gli avevano chiesto quell’incontro non certo per rinfacciargli qualcosa o metterlo sul banco degli imputati. Del resto Costagliola ad Aversa ci è arrivato a metà ottobre, giusto il tempo di capire quali sono i difetti di fabbricazione dell’organico granata e come porvi rimedio. Piuttosto il confronto è servito ai tifosi per sollecitare l’area tecnica ad interventi massicci alla riapertura del mercato a gennaio. Un dato è sicuro: il progetto dei fratelli Novelli è fallito a causa di determinate scelte che non si sono rivelate azzeccate. Lo ha certificato il campo in tre mesi e con due gestioni diverse. Alcuni dei giovani che avrebbero dovuto rilanciare il progetto normanno dopo la beatificazione del ripescaggio, non si sono mostrati all’altezza di un campionato così impegnativo, pur

«Nel calcio i taumaturghi non sono buoni per tutte le stagioni»

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inquadrati all’inizio in un discorso tattico coerente e scrupoloso. Tra questi, qualcuno ha già fatto le valigie. Altri andranno via per far posto a nuovi arrivi, in un’opera di rivisitazione della rosa tanto corposa quanto necessaria. Ciò che serve però a questa squadra troppo giovane, che non a caso soffre molto quando si esibisce al Bisceglia, è inoculare esperienza e personalità. Si dirà che il Melfi, ad esempio, ha un organico ancora più verde di quello granata, eppure diverte e fa sognare. Vero. Tuttavia, quando una stagione prende un sentiero lugubre e scivoloso, innestare la retromarcia diventa un obbligo per non accollarsi rischi inutili e provare a mantenere la categoria. Al duo MarraCostagliola il miracolo ad Arzano stava riuscendo proprio in ossequio a questo vincolo. Ed è per la stessa ragione che occorre ripristinare le medesime condizioni che stavano per salvare l’Arzanese. Nel calcio i taumaturghi non sono buoni per tutte le stagioni se non dispongono sempre delle stesse medicine. Lo scorso anno, Marra poteva contare sulla classe e sulla crudeltà calcistica di Francesco Ripa, capocannoniere del girone alla fine del torneo. E poi poteva sfruttare l’apporto di alcuni dei migliori giocatori della categoria, portati ad Arzano in sinergia con Costagliola. Dulcis in fundo, dopo l’era Giovanni Ferraro, la famiglia Serrao decise di abbandonare il vincolo dell’età media per non consegnarsi ad un destino già segnato. E’ questo il circuito da riattivare. A partire dall’ingaggio di una prima punta in grado di elevare il tasso qualitativo dei granata. E attualmente l’Aversa Normanna non ha in rosa un elemento simile. Insomma, servono la leadership e l’esperienza dei militanti di lungo corso. A beneficiarne sarebbero innanzitutto quegli under di talento ma palesemente in difficoltà psicologica. Solo così Marra e Costagliola potranno vincere la loro scommessa. Per far ciò qualche investimento in più si rende obbligato. La palla passa ora al presidente Giovanni Spezzaferri e all’ad Alfonso Cecere. Guardare al passato per immaginarsi un futuro migliore.


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di

Barbara CARERE

@Barbara_Napoli

MilanoGenova, solo andata Benedetta Balleggi, moglie di Luca Antonini, racconta la loro nuova vita in Liguria

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na carriera contraddistinta fortemente da due colori quella di Luca Antonini: il rosso e il nero del Milan. Cresciuto nel vivaio milanista il difensore classe 1982 si è sempre sentito legato a doppio filo al club. Purtroppo, però, nell’est 2013 qualcosa si è rotto, ed ecco arrivare per lui una nuova avventura al Genoa. Assieme a Antonini ha compiuto il viaggio sulla Milano-Genova anche la sua famiglia, la moglie Benedetta Balleggi e le sue bimbe Sofia e Viola: “Loro si sono ambientate benissimo - ci racconta lady Antonini -. Sono bambine socievoli, aperte e serene. Fortunatamente non hanno avuto difficoltà nel cambiare contesto. In generale tutti noi ci siamo integrati benissimo a Genova. E’ davvero una splendida città”. Passare da Milano a Genova immagino abbia cambiato anche le vostre abitudini lontano dal mondo del calcio. “A dire il vero non abbiamo molto tempo libero a disposizione. Tra la scuola delle piccole, lo sport e altri impegni vari siamo sempre impegnatissimi. Ci ritagliamo comunque dei momenti per andare al cinema o godersi il lungomare di Genova”.

#L’ALTRA METà DI

LUCA #ANTONINI

«è la persona migliore che potessi incontrare»

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Sofia e Viola protagoniste assolute. Anche a Marassi? “Assolutamente, ma solo per le partite pomeridiane. La sera lo guardano in tv. Sofia conosce i nomi di tutti i compagni di squadra del papà e segue tutta la partita, dall’inizio alla fine. Viola invece, che è più piccola, dopo un po’ cede. A lei interessa solo suo papà, non la partita”. Oramai da anni gli appassionati di calcio conoscono e apprezzano Luca Antonini come calciatore. Ma che tipo di papà è? “Praticamente perfetto! Presente, affettuoso, ma sa anche farsi rispettare quando è necessario. Gioca sempre con le nostre figlie e mi chiede di essere sempre informato su tutto quello che le riguarda”. E da moglie com’è essere la signora Antonini? “A Luca dico spesso che mi reputo molto fortunata ad averlo incontrato. La stessa fortuna che mi ha aiutato a sceglierlo. A 19 anni non sai bene che persona sarà davvero quella con cui hai deciso di passare il resto della tua vita. Lui è un ragazzo con dei principi sani, serio, buono e che è rimasto integro negli anni. E’ la persona migliore che potessi incontrare”. A che punto è l’integrazione con le altre famiglie dei giocatori del Grifone? “Non abbiamo particolari frequentazioni, anche perché i nostri amici sono estranei al mondo del calcio. In più molti dei compagni di squadra di Luca sono giovani e senza figli quindi anche gli interessi e le abitudini sono diverse dalle nostre”. E’ il momento di una tua piccola confessione: cosa non ti piace del lavoro di tuo marito? “L’assenza di umanità che prevale nel mondo del calcio. Sono pochi i casi in cui Luca è stato considerato un uomo con emozioni proprie anziché una semplice pedina di scambio”.


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@Carlo_Canavesi

Tascout, il social dedicato ai giovani calciatori

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di Carlo CANAVESI

mmaginate un social network dedicato ai ragazzi dai 9 ai 17 anni con una passione in comune, quella per il calcio. Un posto dove tutti i giovani calciatori possano condividere dei video in cui palleggiano, segnano o parano. Questo per poi essere notati da osservatori e dirigenti di tutto il mondo. Ora prendete il vostro computer e digitate sulla tastiera www.tascout.com, perché la vostra immaginazione si concretizzerà in quello che vi troverete davanti agli occhi. Una grande idea quella di Claudio Del Gusto, fondatore di Tascout. “L’idea mi è venuta dopo aver letto la storia di Pety - ci racconta - il 13enne brasiliano che è stato ingaggiato dal Real Madrid grazie ai video postati dal padre su YouTube. Un caso simile è quello di Pietro Tomaselli, bambino di 10 anni che è stato da poco comprato dalla Roma. Anche lui è stato notato grazie a dei video postati online. Dunque ho pensato ‘chissà quanti talenti ci sono al mondo che non vengono notati’ e ho deciso di offrire ai giovani calciatori di tutto il mondo una vetrina, ma sopratutto una piattaforma sociale semplice e sicura.

Quindi non stiamo parlando solo di una missione di scouting, ma anche di dare a migliaia di ragazzi la possibilità di condividere e rendere social la loro carriera classifica”. Ma ora parliamo del sito... “E’ ancora in via di sviluppo. Per ora si può accedere solo facendo richiesta, oppure grazie all’invito di un amico già iscritto. Da poco ci sono anche alcune pagine Facebook e blog che possiedono dei codici grazie ai quali ci si può iscrivere”. Il social network è aperto da poco, ma i riscontri sono assolutamente molto positivi. “La reazione degli utenti è stata entusiasmante. Su 220 inviti che abbiamo mandato, ci sono stati 214 iscritti, che hanno caricato quasi 200 video. Dunque siamo molto soddisfatti”. Come sempre in questi casi, ci sono state delle difficoltà. “Sopratutto burocratiche - continua Claudio Del Gusto - viviamo in un paese che non viaggia alla stessa velocità di internet, purtroppo. Fondare una società in Italia significa spendere tanto. Servono tempo e soldi. Anche allestire un team è stato difficile, abbiamo avuto la fortuna di trovare degli ottimi sviluppatori informatici”. Tascout non sarà solo un punto di incontro per giovani calciatori, ma anche un posto dove dirigenti e procuratori potranno scoprire i campioni del futuro. “Per ora i video li mandiamo noi alle persone con cui siamo in contatto, ma in futuro tutto sarà automatico”. Poche settimane di vita, e per questo nuovo social network arriva un traguardo molto importante. “Grazie al presidente Abodi è arrivato il patrocinio della Lega Serie B. Questo in ragione della vocazione della Lega a sostenere e promuovere iniziative che legano calcio, giovani e tecnologia, oltre che per la qualità del progetto. Inoltre siamo sponsor di maglia della Ternana. A loro mancava, così ci siamo proposti. E’ una società molto attiva a livello di social, quindi hanno sposato subito la nostra iniziativa”. Per ora è solo una versione beta, ma Tascout è pronta a diventare un punto di riferimento per ragazzi... E non solo.


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di Luca BARGELLINI

#SNAPSHOTmw

#NOTTI DI CHAMPIONS

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@barge82

Champions in bianconero

foto Daniele Buffa/Image Sport

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ioia e dolore. È spaccata a metà la Champions League italiana. Da una parte la Juventus che nella serata decisiva impatta 0-0 contro l’Atletico Madrid e passa il turno, tornando fra le sedici grandi d’Europa dopo la clamorosa eliminazione dello scorso anno nel gelo di Istanbul. Dall’altra la Roma e i due schiaffi ricevuti dal Manchester City sul prato dell’Olimpico. Totti&C., come nella sfida contro il Bayern Monaco non si sono mostrati in grado di duellare alla pari con una formazione ricca di qualità ed esperienza. Adesso per i giallorossi c’è l’Europa League, mentre per la Juve il sogno continua. Ancora una volta la bandiera del nostro calcio porta solo colori bianconeri. Peccato.


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#NOTTI DI CHAMPIONS

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Juventus-Atlético Madrid 0-0

foto Daniele Buffa/Image Sport

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Juventus-Atlético Madrid 0-0

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ROMA-MANCHESTER CITY 0-2

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Chiara BIONDINI di

@ChiaraBiondini

A modo mio (My Way)

Autori: Rossi Giuseppe, Bocci Alessandra Editore: Mondadori (collana Ingrandimenti) Data di Pubblicazione: novembre 2014

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n questo momento di lavoro per tornare in campo la prossima primavera, l’attaccante della Fiorentina, Giuseppe Rossi ha deciso di regalare a tutti i suoi fan e non solo una biografia dal titolo “A modo mio (My Way)”. Un libro autobiografico che si presenta come una raccolta di racconti personali del giocatore edito da Mondadori e curato da Alessandra Bocci. Pepito parte dal raccontare come lui non abbia mai creduto alle voci riguardanti una prematura fine della propria carriera, visti tutti gli infortuni al ginocchio. “Non penso mai alla sfortuna. Se pensi alla sfortuna parti parecchi metri indietro e non recuperi più. E siccome la vita è una corsa, ma bisogna pensarla come una corsa divertente, è meglio non prendersi degli handicap. Se usi tanto i piedi e le gambe nel tuo lavoro è possibile che qualcosa si rompa prima o poi, ma è la testa che comanda. La testa è la cosa fondamentale, sempre. Senza testa non si trovano vie d’uscita”. Dal primo serio infortunio sul campo del Real Madrid, la sua carriera rievoca gli elementi essenziali di un racconto omerico: l’eroe con incredibile talento e con il tallone d’Achille posizionato nel ginocchio destro, che passa dalla gloria di una strepitosa vittoria alla polvere dell’ennesimo problema fisico. Tanti i riferimenti che il giocatore ripercorre della sua carriera nelle pagine di questo libro, in particolare il 4-2 rifilato alla Juventus un anno fa: “Fu un emozione senza pari. Di fronte a noi c’era la Juve, i rivali di sempre, che la Fiorentina non batte-

#RECENSIONE

GIUSEPPE #ROSSI

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va da tempo; c’era l’aspettativa di riuscire a farlo, perché la squadra stava andando molto bene. Ero più stanco per l’emozione che per la partita appena giocata. Ho visto gente di quaranta o cinquant’anni che piangeva e l’emozione è stata incredibile. Venti ottobre 2013: difficile scordare quella data”. Non ha risparmiato le sue idee tra le differenze dei vari campionati, Liga, Serie A e Premier, lui che li ha provati sul campo: “In Inghilterra è così: pioggia, pioggia e odore di campo, e di gente che vuole vivere il gioco. In Spagna è una passione più giocosa, in Italia è un argomento che impegna le giornate e se non stai attento ti ruba l’anima. Il calcio in Italia non è così brutto, anzi, dal punto di vista tattico è forse il migliore”. Tra gli episodi ricordati c’è il gol segnato contro il Real Madrid scavalcando Cannavaro: “Ho segnato un gol al Real Madrid superando Cannavaro, i miei genitori erano in tribuna fra i tifosi del Madrid e soprattutto Nilde esultava, e papà ha dovuto tirare per il braccio mamma, che stava esagerando un po’ con l’esultanza...”. Si fa riferimento anche a quella tragica finale di Coppa Italia contro il Napoli, in cui persse la vita a Ciro Esposito: “Ricordo la serata della finale di coppa Italia, a Roma contro il Napoli. Io aspettavo e lottavo per giocare almeno uno scampolo di partita e coltivare il mio sogno di andare al Mondiale, ma fuori c’era l’inferno. Non sono parole buttate lì a caso, perché alla fine uno dice l’inferno e va sempre bene. Il delirio, l’inferno... luoghi comuni linguistici. Poi ti affacci e ti rendi conto che un ragazzo sta lottando tra la vita e la morte e allora l’inferno non è più un’espressione letteraria o un modo comune di sintetizzare l’assurdità. L’inferno non è più niente. Non dice quello che sta succedendo realmente, e tu ci sei in mezzo e non sai che cosa fare”. Prima di potersi gustare il ritorno in campo di Giuseppe Rossi, i fan e non solo possono gustars questo estratto scritto a quattro mani, dell’esperienza di un emigrante alla rovescia come lui, partito dagli Stati Uniti per cercare fortuna nello sport più europeo che esista.


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