TMWmagazine Mensile di critica e approfondimento calcistico
#80 AGOSTO 2018
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SOMMARIO #80 AGOSTO 2018
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GIRL POWER
LA SCHEDA CRISTIANO RONALDO I NUMERI DELL’ALIENO
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INTERVISTE 11 17
FIGC - LND UNO SCONTRO CHE FA SOLO MAL AL CALCIO
METEORE
RUI ALVES, PRESIDENTE MADEIRA DUERTE SANTOS, PRESIDENTE CFA RAMÓN CALDERÓN, EX PRESIDENTE REAL MADRID
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MAICKEL FERRIER LE MINACCE DEGLI ULTRÀ. E FERRIER NON DIVENNE IL PRIMO COLORED DEL VERONA
RECENSIONE 47
SPECIALE MONDIALI
BELLA ZIO. IL ROMANZO DI FORMAZIONE DI BEPPE BERGOMI ANDREA VITALI, NON SOLO AUTOBIOGRAFIA MA ROMANZO SPORTIVO.
ALTRI MONDI IL TRIONFO DELLA NEXT GENERATION
EDITORIALI
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SNAPSHOT
BOMBER MONDIALI HARRY KANE SI CONFERMA CENTRAVANTI DI LIVELLO PLANETARIO
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LA PENNA DEL DIRETTORE PAROLA A MICHELE CRISCITIELLO
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INTERVISTA DUARTE SANTOS, PRESIDENTE CFA
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TOP 5 IL MONDIALE DELLE MERAVIGLE
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JUVENTUS NUOVO CINEMA ITALIA
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INTERVISTA RAMÓN CALDERÓN, DS REAL MADRID
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SNAPSHOT L’ URAGANO KANE
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LA SCHEDA I NUMERI DELL’ALIENO
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SERIE B L’ ESTATE DEI FALLIMENTI
JUVENTUS TUTTO DA UNA ROVESCIATA
42 17
SERIE C ANCORA UNA TEMPESTA
INTERVISTA RUI ALVES, PRESIDENTE MADEIRA
45 20
GIRL POWER FIGC - LND
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JUVENTUS TUFFO NEL PASSATO SPECIALE MONDIALI TRIONFO NEXT GENERATION ALTRI MONDI CROAZIA, MONDIALE RECORD
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Michele CRISCITIELLO
È
@MCriscitiello
questa l’unica maniera con la quale è possibile definire l’affare dell’anno, del decennio, del secolo, che la Juventus ha portato a termine con l’acquisizione di Cristiano Ronaldo. Un’operazione che impressione nel momento in cui se ne parla o se ne scrive come in questo caso, quasi come se non fosse già stata portata a termine con tutti i crismi dell’ufficialità. Uno step in più per il nostro calcio, perché sposta equilibri e sensazioni sintonizzandoli su un mondo che eravamo abituati ad osservare come spettatori inermi, e di cui adesso possiamo invece parlare come parte in causa. Tutti i club, da luglio in poi, devono ringraziare Agnelli, Marotta e Paratici per questo motivo: perché nessuna operazione è preclusa al nostro calcio, e perché anche grazie a quel trasferimento i grandi nomi a livello continentale vedranno con interesse la possibilità di affiancare o sfidare CR7 per detronizzarlo dalla succulenta postazione di miglior giocatore del mondo che si è guadagnato a suon di vittorie e Champions League. La lungimiranza è totale, e non solo dal punto di vista tecnico. A livello commerciale la Juventus ha acquisito un’industria che a livello di immagine è una fabbrica di milioni e di seguito mediatico e social. Un vuoto a vincere, che proietta i bianconeri verso l’obiettivo dichiarato: quel trono continentale che dopo l’acquisizione del Re, non è più possibile rimandare oltre.
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L’ar r ivo d i C R 7 a l l a Juve ntus r i l anci a i l mov ime nto : i c ampi oni tor nano in S e r ie A di Marco C onte r io
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ristiano Ronaldo dos Santos Aveiro è atterrato a Torino durante la finale del Mondiale di Russia 2018. Una stella caduta nel cielo d’Italia dopo anni in cui le nuvole dell’austerity coprivano un movimento che stava vivendo di sparuti gridi di gloria ma soprattutto della boria di un passato lontano. Le finali della Juventus, la semifinale della Roma. Un’ Europa League che manca dai tempi del Parma che fu. L’Italia, da Regina, era divenuta Italietta, sobborgo del mercato che conta del Vecchio Continente. Poi, in questa calda estate, Cristiano Ronaldo è atterrato a Torino. Così il mondo è cambiato. È ripartito. Chi guarda la stella anziché la costellazione, dice che l’acquisto a tre cifre sarà propedeutico solo per l’oggi della Juventus. Che con lui e con tutti i campioni arrivati adesso, punta a vincere la Champions League. Che ha fatto un colpo mediatico ed economico, per conquistare la statura delle altre nobili che hanno sfruttato sapientemente, a suon di petroldollari, rubli e altro conio esotico, la caduta dell’impero italiano. Invece no. Cristiano Ronaldo è catalizzatore d’attenzioni, e pure di campioni. “Voglio sfidarlo”. Oppure “voglio giocarci insieme”. Fior di protagonisti l’hanno ripetuto e ribadito. Cinque volte la Champions
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Da sobborgo d’Europa, l’Italia è tornata meta ambita per i big europei
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League. Quattro il Mondiale per Club. Due Liga, tre Premier League. Due Supercoppe Europee, altrettante Coppe del Re, Supercoppe spagnole, Community Shield. Una FA Cup, una Supercoppa portoghese e, con la Nazionale, l’Europeo del 2016. Il palmares del portoghese riesce a mettere i brividi anche alle più calde latitudini del cuore e della passione. Uno score che non viene certo scordato e dimenticato in un movimento, come quello italiano, che con lui si rilancia. L’Inter è diventata nuovamente porto gradito a grandi campioni, il Milan riparte con la proprietà americana e pure con gli ex bianconeri in sella come Gonzalo Higuain. Monchi ha deciso che Roma sarà costruita negli anni e per questo ha puntato su un progetto a lungo termine, fatto di talenti e prospetti. Ma tornare a sognare i ritorni dei Campioni, accoglierne di nuovi, non è fatto casuale. Tutto parte da uno sbarco. Da un atterraggio, in un caldo pomeriggio d’estate. La Croazia di Modric e Mandzukic cadeva sotto i colpi della Francia di quello che, forse un giorno, sarà novello Cristiano Ronaldo come Kylian Mbappé. Uno che per conti e costi è oggi solo un miraggio per l’Italia. Come era ieri, però, anche il Fenomeno portoghese.
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L A S C H E DA
C R ISTIA N O R ON A L DO N AZ ION AL IT À Po rt o g al l o AL T EZ Z A 1 8 5 c m PES O 8 5 kg RUOL O At t ac c a n t e S QUA DRA Ju ven t u s
PA L M A R È S EUROPEI DI C AL C IO Po rt o g a ll o 2 0 0 4 Po lo n ia - U c ra in a 2 0 1 2 F ra n c i a 2 0 1 6 C ON F EDERAT ION S C UP Ru s s i a 2 0 1 7
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L a st andi ng ovat i on del lo St a dium, l’a ddi o di Z i d ane, l’eli cottero di Ag nel li : croni stor i a del colp o del s e colo di Ivan C ardia
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ha spinto CR7 a sposare la causa bianconera. Anche se i semi erano già stati piantati. Da Florentino Perez.
foto Daniele Buffa/Image Sport
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iniziato tutto il 3 aprile, e non ce ne siamo accorti. Con una rovesciata: Cristiano Ronaldo sale in cielo a 2,37 metri, batte Buffon, segna il 2-0 e incanta il mondo. Compreso il pubblico dell’Allianz Stadium che, a partita ancora aperta e qualificazione tutta da decidere (come poi dimostrato dalla gara di ritorno) si alza in piedi e applaude all’unisono il fenomeno portoghese. Un extraterrestre: il 3 aprile non potevamo sapere che il suo approdo in Italia potesse davvero dipendere anche da quel gol e da quella standing ovation. Che sia vero o meno, poco importa: vi sono mille spiegazioni, economiche e non, dietro il trasferimento del calciatore più forte e famoso al mondo dal Real Madrid alla Juventus. Quell’applauso, in ogni caso, è stato uno dei fattori che
LA CLAUSOLA PRO JUVE - Per raccontare la storia del colpo secolo, che nel 3 aprile 2018 ha comunque una data importante, bisogna infatti tornare un po’ più indietro nel tempo, a fine gennaio. Ronaldo non rinnova col Real Madrid, ma trova un accordo per un eventuale addio. La clausola risolutiva inserita nel suo contratto rimane da 1 miliardo soltanto per alcuni club: Atlético Madrid, Barcellona e Paris Saint-Germain. Per tutti gli altri, scende a 100 milioni. Le tre esclusioni, in un accordo che peraltro nessuno ha mai potuto visionare, raccontano la strategia Real: Barcellona e Atletico sono i rivali di sempre, impensabile fare loro un favore. E il PSG, dopo l’affare Neymar, è l’unico club che Perez teme davvero, perché Ronaldo non costa solo una clausola, ma anche decine di milioni di ingaggio. È escluso il Manchester United, per non precludere al portoghese un ritorno a casa. Ma anche la Juventus, che di quella clausola, verbale o scritta che sia, beneficerà in seguito. L’ASSIST DI ZIZOU - Arriviamo così all’estate, o
quasi. Un altro punto di svolta è rappresentato dal 28 maggio: Zinedine Zidane lascia il Real Madrid, dopo aver vinto tre Champions League in tre stagioni. È la fine di un’era, rappresentata da Zidane in panchina e Ronaldo in campo: a posteriori, è innegabile che l’addio dell’allenatore francese abbia rappresentato uno spartiacque, nella nuova rivoluzione Real. E forse un assist per la Vecchia Signora. Via l’uomo che aveva rimesso CR7 al centro del progetto tattico madridista: Ancelotti, per esempio, aveva vinto soprattutto con l’intuizione di schierare Angel Di Maria interno di centrocampo. Zidane ha costruito i suoi successi sullo spogliatoio e sullo zoccolo duro del Real. Su Ronaldo. Il cui nome inizia a circolare in ottica mercato. Il 7 giugno foto Matteo Gribaudi/Image Sport
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il quotidiano portoghese Record lancia la bomba: il fenomeno vuole andare via dal Real Madrid, e la sua decisione è irreversibile. Fa rumore, ma in fin dei conti una notizia pressoché era già stata lanciata un anno prima: il mal di pancia di Ronaldo c’era e c’è, dovuto anche ai problemi col fisco spagnolo, ma ancora nessuno crede davvero a un suo addio. E nel caso, tutti immaginano l’Old Trafford come destinazione: lo dicono le ragioni del cuore, ma lo dice anche la mamma, la signora Maria Dolores, che nella carriera di CR7 ha sempre avuto un ruolo centrale.
CANCELO APRE LA STRADA - All’improvviso, la Juventus. Che non prende Cristiano Ronaldo: prende Joao Cancelo. Il terzino portoghese non è stato riscattato dall’Inter, la Juventus si fionda, lo paga ben 40 milioni di euro al Valencia. Un dettaglio: Cancelo è rappresentato da Jorge Mendes. Che vuole rilanciare la propria immagine: d’altra parte, il rivale Raiola è da poco stato premiato come miglior agente al mondo. E Mendes deve anche muovere Cristiano Ronaldo: è un giocatore che tutti vorrebbero, ma non tutti possono prendere. Nel corso delle trattative per Cancelo, l’agente lo propone alla Juve. Che risponde: perché no? L’affare è complicato: la premiata ditta Marotta&Paratici capisce che non è infattibile. Ma serve l’ok della famiglia Agnelli. È il punto di rottura con una storia ultracentenaria: la Juve non ha mai preso il calciatore più forte al mondo, al massimo ne ha preso uno e lo ha reso tale. Andrea Agnelli non si tira indietro: ai milioni aggiunge 28 telefonate e un viaggio in elicottero. A inizio luglio l’accelerata: mentre fra Italia, Spagna e Portogallo fioccano le indiscrezioni, si inizia a parlare di un viaggio di Marotta e Paratici a Madrid, che non avverrà mai. Il 4 luglio, di sera, Jorge Mendes vede Florentino Perez. Incontro terminato a tarda notte, poi replicato nella giornata successiva. Il Real conferma la disponibilità a cedere per 100 milioni, ma serve che CR7 esca allo scoperto: il presidente dei Galacticos non può essere l’uomo che ha cacciato da Madrid il miglior calciatore nella storia del Real. LA SVOLTA - L’addio pubblico, invece, non arriverà mai. Le parti lavorano a un’alternativa: il 9 luglio si riunisce il consiglio direttivo del Real Madrid, c’è anche un nuovo incontro con Mendes. La soluzione è un comunicato. La Juve, che nel frattempo per bocca del dg Marotta definisce “suggestione” la trattativa, è alla finestra. Ha messo sul piatto 100 milioni, al giocatore ne offre 30 all’anno. È un affare fuori dai parametri bianconeri, ma con la convinzione che consentirà un passo in
foto Daniele Mascolo/PhotoViews
avanti. Il 10 luglio è un giorno che tanti bianconeri ricorderanno a lungo: Andrea Agnelli vola in Grecia, a 50 km da Costa Navarino, l’esclusiva località dove è in vacanza Cristiano Ronaldo. Viaggio di piacere, provano a smentire dalla Juve. Come se possa essere una casualità. Non lo è: dopo il jet privato Agnelli sale su un elicottero. Vola da Cristiano Ronaldo, brinda con lui e con Jorge Mendes. La foto in serata finirà sui social e infastidirà qualcuno, ma ormai poco importa. Perché nel frattempo, alle 17.34 di un 10 luglio che nessun tifoso bianconero potrà mai dimenticare, arriva l’annuncio ufficiale: Cristiano Ronaldo è un nuovo calciatore della Juventus. Tutto è nato, forse, da una rovesciata.
foto Daniele Mascolo/PhotoViews
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IN T E RVI STA avversari come birilli”. Po i , d o p o d u e a n n i , i l t r a s f e r i m e n t o a l l o Sporting CP per una cifra importante. “N o n o s t a n t e f o s s e a n c o r a g i o v a n i s s i m o , c’erano tantissime squadre interessate a C r i s t i a n o . N o i p e r ò t r o v a m m o u n a c c o rdo con lo Sporting e da quel momento la carriera di CR7 iniziò a decollare”. Un g r a n d e a f f a r e , c o n s i d e r a n d o a n c h e quanto lo avevate pagato nel 1995. “È v e r o . A c q u i s t a m m o i l c a r t e l l i n o d i Cristiano Ronaldo dall’Andorinha per due mute di divise nuove e qualche pallone. Chi l’avrebbe mai detto che quella giovane promessa sarebbe arrivata un giorno a vincere cinque volte il Pa l l o n e d ’ O r o ? ” . No n s e l o a s p e t t a v a p e r n i e n t e ?
d i Giacomo Iacobelli s
T
MW ha intervistato in esclusiva il presidente della squadra di Madeira, Rui Alves, che ha raccontato un curioso retroscena sull’acquisto del nuovo campione della Juventus nel lontano 1995. Pr e s i d e n t e , c h e r i c o r d o h a d e l p r i m i s simo Cristiano Ronaldo? “R i c o r d o u n p r e d e s t i n a t o . C r i s t i a n o arrivò al Nacional a soli 10 anni, ma tutto il mondo mi diceva già che avevamo in mano un fenomeno. Mostrava un controllo di palla strepitoso e saltava gli
“L a s u a q u a l i t à e r a i m m e n s a , m a n e s s u no se lo sarebbe potuto immaginare a quell’epoca. Era ancora un ragazzino quando giocava qui”. Do p o P o r t o g a l l o , I n g h i l t e r r a e S p a g n a , crede che Cristiano possa trionfare anche in Italia? “È d i f f i c i l e c h e i l m i g l i o r c a l c i a t o re del mondo non ci riesca. La Juventus ha acquistato il più forte di tutti, complimenti”. Co s a r a p p r e s e n t a i n v e c e Ronaldo per il Nacional?
Cristiano
“U n a l e g g e n d a , u n m i t o , u n c a m p i o ne eterno. Siamo orgogliosi che faccia parte della nostra storia e lo considereremo per sempre uno di noi”
Foto Imago/Image Sport
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IN T E RVI STA all’Andorinha a soli sette anni, nel 1992. Suo padre lavorava come giardiniere e magazziniere presso il nostro impianto sportivo e ci chiese di dargli una possibilità. Così decidemmo di provarlo e ne restammo tutti stregati”. Si v e d e v a g i à a l l o r a c h e C r i s t i a n o a v e v a qualità fuori dalla media? “E r a a n c o r a u n b a m b i n o , m a c o l p a l l o n e faceva cose ben lontane dai suoi coetanei. Era impossibile toglierglielo dai piedi già a quell’epoca. È un vero onore che la storia di Cristiano inizi proprio nel nostro club, ha sempre voluto diventare il migliore. Abbiamo ritirato da tempo la maglia numero 7 e siamo ancora legatissimi a lui”. Da i p r i m i c a l c i c o n l a m a g l i a d e l C F Andorinha ne è passata di acqua sotto i ponti.
d i Gi a c omo Ia c ob el lis
L
a Juventus ha presentato l’acquisto del secolo: il cinque volte Pa l l o n e d ’ O r o C r i s t i a n o R o n a l d o . Una stella sul campo, una miniera d’oro fuori. Ma dietro al mito c’è un percorso che parte da molto lontan o . Tu t t o M e r c a t o W e b . c o m s e l o è f a t t o raccontare in esclusiva da Duarte Santos, presidente della prima squadra in assoluto di CR7, il Clube de Futebol Andorinha de Santo António (Funchal, Portogallo).. Pr e s i d e n t e , c o m e n a s c e Cristiano Ronaldo?
il
mito
di
“D i e t r o a q u e s t a f a v o l a c ’ è t a n t o l a v o r o , ci sono tanti sacrifici. Cristiano arrivò
“A s s o l u t a m e n t e , p e r C r i s t i a n o è s t a t o fondamentale prima di tutto lasciare Madeira. Allo Sporting CP è cresciuto tantissimo per poi diventare una stella del calcio mondiale al Manchester United e al Real Madrid”. Cr i s t i a n o p e r ò h a a n c o r a f a m e d i successi ed è pronto per una nuova sfida professionale: la Juventus. Cosa ne pensa? “È u n a g r a n d i s s i m a s f i d a , l ’ e n n e s i m a della sua carriera. Cristiano vuole scrivere ancora la storia dopo tutto quello che ha vinto a Madrid. Lo vedo carichissimo”. Se c o n d o l e i t r i o n f e r à a n c h e i n I t a l i a ? “N o n h o a l c u n d u b b i o s u q u e s t o : C r i s t i a -
Foto J.M.Colomo
no Ronaldo sarà protagonista assoluto anche con la Juve. La sua mentalità, d’altronde, è quella di un vincitore che non si accontenta mai”. Pe r c h é la Juventus secondo lei? “P e r c h é l a J u v e n t u s è u n a d e l l e s q u a d r e più forti e blasonate d’Europa, oltre che la migliore d’Italia. Con Cristiano i bianconeri saranno ancora più competitivi e potranno sicuramente raggiungere grandi obiettivi”. Ep p u r e , i n I t a l i a c ’ è a n c h e c h i d i c e c h e Cristiano a 33 anni e mezzo è ormai nella fase calante della sua carriera. “N o n s c h e r z i a m o . C o m e s i f a a m e t t e re in discussione il calciatore più forte del mondo? Cristiano è sempre stato un professionista esemplare, un atleta modello. Per questo, e anche per la sua innata ambizione, può rendere ad alti Foto Imago/Image l i v e l lSport i almeno altri quattro anni. Ronaldo vi farà divertire, statene certi”.
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IN T E RVI STA
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uttoMercatoWeb ha parlato in esclusiva col presidente che portò CR7 a Madrid, Ramón Calderón. Fu proprio lui, ai vertici dei blancos dal 2006 al 2009, a definire infatti il suo acquisto dal Manchester United nel dicembre 2008 per l’estate successiva. Ca l d e r ó n , d o p o b e n n o v e a n n i i l c i c l o a Madrid di Cristiano Ronaldo sembra giunto al termine. Un ciclo che fu proprio lei a iniziare.
d i Gi a c omo Ia c ob el lis
“P r o p r i o c o s ì . Tr o v a m m o l ’ a c c o r d o s i a c o n Cristiano Ronaldo che col Manchester United già nel dicembre 2008, quando ero ancora presidente del Real, per portare il giocatore a Madrid a fine stagione. La trattativa fu ufficializzata solo in estate, ma era stata completamente realizzata e definita nei dettagli in quel momento. Così CR7 il 6 luglio 2009 fu presentato come nuova stella merengue da Florentino Pérez”. Fu d i f f i c i l e c o n v i n c e r e C r i s t i a n o R o n a l d o all’epoca? “N i e n t ’ a f f a t t o . L o s t e s s o C r i s t i a n o f u d e c i s i vo nella trattativa: volle vestire la maglia dei blancos a tutti i costi, cercando allo stesso tempo un addio pacifico a un club per cui nutriva grande rispetto e ammirazione come il Manchester United. D’altronde, il Real offre a qualsiasi giocatore un’opportunità unica per raggiungere gli obiettivi più prestigiosi, tanto a livello di squadra come individuale. E questo aspetto pesa molto quando vai a d a c q u i s t a r e u n t o p p l a y e r. S a p e v a m o c h e Ronaldo era un calciatore eccezionale, che avrebbe potuto dare tanto al Real e, rispettando sempre i diritti dei Red Devils, iniziammo
le negoziazioni fino a giungere a un accordo che soddisfava tutti”. Do p o a v e r v i n t o p r a t i c a m e n t e t u t t o c o l Real, Cristiano adesso può però salutare il Bernabéu. “S e d i s g r a z i a t a m e n t e R o n a l d o d o v e s s e a n d a rsene da Madrid, lascerebbe un vuoto impossibile da colmare. Non si trova facilmente un campione che, oltre a partecipare in maniera decisiva al gioco della squadra, ti garantisce più di 50 gol a stagione. Ronaldo al Real sta facendo questo e molto altro da ormai nove anni, non ce lo dimentichiamo”. In f a t t i a M a d r i d c ’ è a n c o r a c h i s p e r a c h e C r i s t i a n o p o s s a c a m b i a r e i d e a . Tr a p r o b l e mi col Fisco, mancato rinnovo e nuove ambizioni, lei come si spiega il mal di p a n c i a d i C R 7 ? “I l d i s c o r s o è a m p i o . I l p r e s i dente Florentino Pérez ha preso delle ottime decisioni per il Real in questi anni, ma ha il difetto di non raccogliere nel giusto modo le eredità che gli vengono lasciate da altri. È successa una cosa simile sia con Casillas che con Raúl, due leggende del madridismo, che non furono acquistate da lui e con le quali il suo comportamento ha lasciato molto a desiderare. Anche nel caso di Cristiano, non appena seppe del suo arrivo, Pérez provò a non rispettare e a modificare gli accordi presi da noi mesi prima. Da quel momento si è creato un conflitto col giocatore che non è mai stato superato, culminato quando Ronaldo ha capito che Florentino non lo valorizza come si dovrebbe” An c h e p e r c h é F l o r e n t i n o s e m b r a a v e r g i à i n d i c a t o Foto d a Imago/Image t e m p o Sport il suo possibile sostitut o : N e y m a r.
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I N TE RV I STA
“È v e r o c h e R o n a l d o h a u n contratto in essere col Real, ma è umano che il miglior impiegato di un’azienda chieda un adeguamento economico. Ancora di più, dopo che è venuto fuori che il Real sarebbe disposto a pagare una cifra pari a 15 volte il suo stipendio per acquistare un altro giocat o r e ( N e y m a r, n d r ) , o f f r e n d o g l i il doppio dell’ingaggio di CR7. Mi auguro che alla fine Florentino Pérez possa tornare sui suoi passi e convincere Cristiano a giocare ancora con noi. La squadra, i soci e i tifosi gliene sarebbero davvero grati”. E se invece, come sembra, il futuro di Ronaldo dovesse e s s e r e a l l a J u v e n t u s ? “P e r storia, tradizione, tifosi e gestione, la Juventus ha conquistato da parecchio tempo il diritto di essere considerata una delle grandi del calcio mondiale. Per questo non sarebbe affatto strano se, qualora alla fine dovesse lasciare il Real, Cristiano scegliesse i bianconeri. Se ciò accadrà, la Juve sarà senza dubbio una squadra molto fortunata”. Qu a n t o m i g l i o r e r e b b e l a J u v e con Cristiano Ronaldo? “M o l t i s s i m o . Q u e s t o a c q u i s t o le permetterebbe di consolida-
Foto Imago/Image Sport
re ulteriormente la sua superiorità in Serie A e le darebbe una marcia in più anche in Champions League. Ronaldo è una grandissima opportunità di mercato, sono tantissimi i club c h e v o r r e b b e r o a v e r l o ” Qu a n t o An c h e a 3 3 a n n i e m e z z o ? “C e r t a m e n t e . C r i s t i a n o è i n s o stituibile e non può essere paragonato a nessuno nel calcio attuale. Al suo talen-
to, alla sua tecnica e alle sue condizioni fisiche si unisce infatti il desiderio permanente di superare sempre l’irraggiungibile. Nella mia lunga vita nel mondo del calcio ho conosciuto davvero pochi giocatori che, nonostante il loro infinito palmarès, mantengono l’ambizione e l’ossessione di allenarsi sempre al massimo per continuare a essere i migliori,
per superarsi ogni giorno, per tagliare nuovi traguardi e battere nuovi record. Sono convinto che tutto questo consentirà a Ronaldo di andare avanti allo stesso livello mostrato fino ad oggi per almeno altri quattro o cinque anni”.
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L a S er i e A tor na a r ug g i re e C r ist i ano R ona ldo è l’a cqui sto che ci vole va p er r i l anci are tutto i l massi mo c ampi onato. In p ass ato quel lo it a li ano er a i l tor ne o s og nato d a tutt i i più g r andi c a lci a tor i a l mondo e l a sp er anza è che C R 7 p oss a a lzare notevolmente i l livel lo e l’app et i bi lit à del nost ro c a lci o. di L orenz o D i B enedetto
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a Diego Armando Marado- Michel Platini alla Juventus, nell’estate del na a Ronaldo, il Fenomeno, 1982. Il Milan non restò a guardare e nel passando per Michel Platini 1987 portò in rossonero sia Marco Van e Marco Van Basten. Di top Basten che Ruud Gullit, mentre l’anno player, anche se ai tempi non successivo fu il turno di Frank Rijkaard, per si chiamavano così, ne sono sempre arri- chiudere il cerchio dei fenomeni olandesi vati tanti in Italia, ma negli ultimi anni il che hanno fatto la fortuna di Arrigo Sacchi vento era purtroppo cambiato, per colpa prima e Fabio Capello poi. Ed eccoci agli di una progettualità rivedibile da parte anni novanta, quelli che hanno visto l’Italia dei nostri club ma anche per l’avvento di assoluta protagonista nelle competizioni sceicchi e grandi imprenditori all’estero, europee. Il colpo dei colpi fu messo a segno che non hanno mai smesso di investire i da Massimo Moratti che riuscì a strappare propri soldi nei maggiori club al mondo. Il Ronaldo al Barcellona per 48 miliardi di colpo messo a segno dalla Juventus rela- lire nel 1997. Il Fenomeno è stato molto tivo a Cristiano Ronaldo è stato sfortunato nella sua avventura nel però giustamente definito come nostro campionato, gli infortuni quello del secolo lo hanno penalize in un baleno zato troppo, ma Maradona e Ronaldo i top solo la Serie A ha nessuno potrà tra i top: Stoickov l’ultimo ritrovato il miglior mai dimenticare Pallone d’Oro calciatore al la sua esperienza mondo, pronto a a Milano, fatta di guidare i biancosuccessi e lacrineri a suon di gol e giocate nella me, come quelle alla sua ultima stagione 2018/2019. Il portoghese tornerà partita, all’Olimpico contro la Lazio nell’india far infiammare gli stadi di tutta la nostra menticato, per ovvi motivi, 5 maggio 2002. penisola, i tifosi sono pronti a fare carte Cristiano Ronaldo è l’ultimo Pallone d’Oro false per vedere CR7 dal vivo, e la mente in carica ad arrivare in Serie A e per tornare torna inevitabilmente all’estate del 1984, all’ultimo acquistato da un club del nostro quando il Napoli acquistò Diego Armando campionato dobbiamo tornare fino al 1995, Maradona dal Barcellona, per 13 miliardi e quando l’allora presidente del Parma, mezzo di lire. Quello relativo al Pibe de Oro Calisto Tanzi, acquistò Hristo Stoickov dal rappresenta forse ancora il colpo più incre- Barcellona per 13 miliardi di lire. Sono dibile della storia della Serie A e i parteno- trascorsi 23 anni dall’ultima volta dunque, pei vissero alcuni anni fantastici, proprio nel mezzo sono successe e cambiate grazie alle magie del numero 10. Gli anni tantissime cose, ma con Cristiano Ronaldo ‘80 videro arrivare in Italia anche altri gran- il calcio italiano torna a recitare un ruolo da dissimi campioni come Zico, preso dall’U- protagonista, con il campione dei campioni dinese nel 1983, oppure Paulo Roberto arrivato a vestire la maglia della Juventus. Falcao, passato alla Roma nel 1980. Dopo Maradona quello più importante fu però
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foto J.M.Colomo
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IL TRIONFO DELLA NEXT GENERATION
Mb app é e non s ol o. E c c o l a Fr anc i a c ampi one d el Mondo t arg at a D e s champs d i Tomma s o B onan
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ià un numero considerevole di addetti ai lavori, prima dell’inizio del Mondiale in Russia, si era reso conto del potenziale a disposizione di Didier Deschamps. Nonostante le convocazioni – con alcune esclusioni eccellenti che hanno fatto storcere il naso –, nonostante la presenza di altre potenze ben equipaggiate, nonostante le quote non dessero per favorita la truppa transalpina. E Russia 2018, quasi come se fosse una sentenza già scritta, non ha fatto che confermare il tutto. Il pacchetto completo. Pieno di giocatori di talento, di storie di calcio, di allenatori alla ribalta. Ma la Francia, al suo secondo titolo dopo la prima vittoria del 1998 nel Mondiale di casa (ultima Nazione a riuscirci), stavolta è andata anche ben oltre il concetto di diversità diventato negli anni fonte di divisioni, distinguo, rivendicazioni comunitarie. Ha preferito esaltare l’unità della bandiera nazionale, propagando come grido di battaglia quel “Vive la France, vive la République” che di solito usano i Presidenti francesi per concludere i discorsi alla nazione. L’ha usato prima Antoine Griezmann, dopo la vittoria sull’Argentina, imitato poi dai compagni. E alla fine pure da Deschamps, diventato il terzo uomo (dopo il brasiliano Mario Zagallo e il tedesco Franz Beckenbauer) ad aver vinto il titolo sia da giocatore (nel 1998 contro il Brasile) sia da tecnico (nel 2018 contro la Croazia). Vent’anni esatti dopo, è lui il primo a prendersi gli onori della cronaca. Un anti-personaggio per eccellenza, spesso sottovalutato, trascurato nonostante abbia messo insieme una carriera pazzesca e invidiabilissima tanto da calciatore quanto da allenatore. La sua Francia campione del Mondo a Russia 2018 non è stata probabilmente la Nazionale che ha fatto vedere il miglior calcio, ma di fatto è quella che più di altre ha messo in campo caratteristiche precise (e vincenti): mentalità, solidità e soprattutto la gioventù e il talento assoluto di alcuni uomini-chiave. E con qualche piccola variazione tattica rispetto alla delusione dell’Europeo 2016. Detto delle esclusioni eccellenti (a testimoniare il carattere di Deschamps, uno che ci ha messo la faccia), rispetto all’Europeo svanito
contro il Portogallo, il ct non ha modificato il modulo, rimasto il 4-2-3-1 ma la posizione di alcuni uomini decisivi. Per questioni anagrafiche sono cambiati i terzini (non più Sagna ed Evra ma Lucas Hernandez e il sorprendente Benjamin Pavard, entrambi 22enni) anche se la vera rivoluzione è arrivata a centrocampo. Due anni fa la coppia di mediani era composta da Pogba e Matuidi: in questo Mondiale al fianco del giocatore dello United a fare da schermo davanti alla difesa è stato piazzato Kanté, creando così una coppia formidabile nello sradicare palloni agli avversari ma anche abile nel palleggio e nel far ripartire velocemente l’azione. Con l’inserimento di Griezmann e Kylian Mbappé alle spalle di Olivier Giroud, infine, ecco velocità, imprevedibilità e freschezza. Soprattutto grazie a quel talento 19enne che in Russia si è fatto il regalo di eguagliare Pelé come giocatore più giovane a fare doppietta e a segnare in finale: Mbappé, il vero simbolo della next generation francese. E’ stato lui, pur giovanissimo, il vero portento del Mondiale. Spesso nel calcio si dice: “Ha 20 anni, è ancora giovane e maturerà”. Mbappé, invece, è già pronto. Ed è in ottima compa-
gnia, visto che altre colonne come Varane e Umtiti, Pogba, Kanté e Griezmann hanno tutti tra i 24 e i 27 anni. La meglio gioventù di Francia, che unisce giovane età ed esperienza internazionale, che è pronta ad inserire altri nuovissimi talenti. E che adesso sogna di aprire un ciclo.
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I l Mond i a l e d a re c ord d el l a C ro a z i a di D imitr i C onti
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utti in piedi per la Croazia. I Vatreni hanno scritto la loro storia calcistica, stabilendo il risultato migliore da quando il paese croato corre da sé e non all’interno della repubblica federale jugoslava. E di storie da raccontare, all’interno di questo gruppo di calciatori, ce ne sarebbero. Partendo magari da chi calciatore non è, ma è stato. Ed ha guidato la selezione del suo paese da uomo capitato lì quasi per caso. Perché sulla carta non avrebbe dovuto guidare lui la nazionale balcanica, bensì Ante Cacic. Ma il ct designato ha perso lo spogliatoio strada facendo, finendo con il perdere poi anche il posto, alla vigilia della partita decisiva per arrivare almeno ai playoff. Da lì la squadra è stata affidata a lui, Zlatko Dalic. Che prima di allora aveva maturato esperienze soprattutto sulle panchine arabe: a suo dire, una scuola di vita. Il suo intento è stato chiaro fin da subito: poche chiacchiere, tanti fatti. Conquistare la fiducia del gruppo di calciatori che da lì a qualche mese avrebbero dovuto rappresentare il paese. Come sia andata a finire, è storia nota. La Croazia, man mano che Russia 2018 andava avanti, si è presa la palma di sorpresa e rivelazione assoluta della rassegna intercontinentale, mettendo a segno un cammino incredibile soprattutto nelle fasi ad eliminazione diretta. Perché se nella fase a gironi la selezione a scacchi ha sì sorpreso tutti toreando l’Argentina, quanto fatto dagli ottavi di finale in avanti ha quasi del clamoroso. Dato che i croati in ogni partita hanno passato il turno rimontando la
situazione che li vedeva sempre sotto di almeno un gol. È andata così agli ottavi con la Danimarca, superata ai rigori così come i padroni della Russia ai quarti di finale. In semifinale ancora meglio: l’Inghilterra era passata in vantaggio ma i croati sono riusciti a trovare il pareggio prima, e il gol-vittoria ai supplementari. Una tradizione di rimonte fatalmente interrotta nell’appuntamento più importante, in finale contro la Francia. E poi ci sono i calciatori, artefici ed esecutori del sogno nazionale. Un gruppo che in patria rimarrà a lungo indimenticabile, composto da campioni e gregari disposti a dar l’anima. Per le giocate illuminanti di capitan Modric - a proposito, a lui è stato assegnato il premio come miglior calciatore della competizione - o di Rakitic, c’era dall’altra parte il sacrificio dei vari Vida - di nuovo a proposito: gran Mondiale sul campo, un po’ meno fuori - e Strinic. Per il nerazzurro illuminato Perisic, che oltre ad una bella dose di sfortuna, si legge pali e rigore dubbio in finale, ha trovato illuminazioni calcistiche in zona offensiva, c’era un Brozovic scopertosi d’improvviso maratoneta maturo e disposto al sacrificio nella zona nevralgica del campo. Questo, in sostanza, è stato il loro segreto. Il trucco dietro alla miglior Croazia di tutti i tempi, che merita solamente uno scroscio di applausi. A dimostrazione c’è l’accoglienza a dir poco incredibile - per una squadra uscita battuta in finale - riservata dalla capitale Zagabria ai suoi eroi. Foto Imago/Image Sport
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R e d a z i on e d i Tuttom e rc atowe b. c om
TH I B AUT COU R TOIS B el g io
P O R T I E R I
Pre m iato dal l a FI FA c o me mig lio r por tie re de l to r neo, ha t ras c inato il Be l gio con le s ue parate e c o n l a sua l ucidità t ra i pali. S’ è c o nfe r m ato uno d ei mig lio r i numer i uno al m ondo e no n a c as o ades s o il Re al M adr id proverà a s t rappar l o al Che l se a e a po r tar lo di nu ovo in Spagna.
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DA NIJEL SUBASIC Croazia
Ha s te ccato l a fi n al e , m a s e l a Cro az i a è arri vata fi n o al l a fi n al e buo na p arte d e l m e ri to è s u o. O t tima s e m i fi n al e co n t ro l ’ I n g hilter ra, m a s o p rat tu tto g ran d e para-r i go ri ai q uart i e ag l i o t tav i : s u i die ci ri go ri cal ci at i co n t ro di lu i s o l o ci n q ue s o n o an d ati a s eg no.
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Arc h i v i ata l a ke r m es s e d i R us s i a 2 0 1 8 ar r i va i l m o m en to d ei b i l an ci e d ei gi u di z i su tu tte l e s tel l e d el M o n d i al e. E cco l a to p 5 p er r uo l o ( p o r t i er i , di fe n sor i c e n tral i , ter zi n i , cen t ro cam p i s t i , es ter n i d ’ a ttacco e at taccan t i ) re datta dal l a re da zi o n e d i T utto M ercato Web. co m e T M W M agazi n e
JO RDAN PICKFO RD
KA SP E R SCHME I C HE L
I G OR A KI NFE E V
E ’ un a d e l l e tan te s co m m e s s e v i n te d al ct S o u th gate , ch e l ’ h a l an ci ato ti to l are n o n o s tan te fi n o a q ue l m o m e n to ave s s e co l l e z i o n ato s o l o t re am i ch e vo l i : s ’ è m o s t rato e s tre m o d i fe n s o re s o l i d i s s i m o e b ravo i n tut ti i fo n d am e n tal i .
S o tto gl i o cc hi attenti del p a dre, i l p o r ti ere del L ei c ester s’ è c o nfer mato p i ù c he un degno erede di uno dei mi gl i o r i i nter p reti di semp re del r uo l o. Grande p er so nal i tà e o tti mi i nter venti i n una Dani marc a c he è r i sul tata tra l e sq ua dre meno b attute del to r neo.
A 3 2 a nni fi nal mente l a r i b al ta i nter naz i o na l e c he mer i tava c o n l a magl i a del l a Russi a. U no dei mi gl i o r i p o r ti er i degl i ul ti mi 15 anni è r i usc i to a far vedere l e sue q ual i tà anc he c o n l a c asacc a r ussa. E l ’ ha fatto nel l ’ evento p i ù atteso.
In gh ilterra
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D a ni ma rc a
Foto Tutto Napoli
Rus s i a
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TOP 5
T E R Z I N I
C E N T R A L I
B ENJA MIN PAVAR D
MARIO FERNANDES
LUCAS HERNANDEZ
SI ME V R SA L JKO
KI E R A N TR I P P I E R
E’ una de l l e p iù belle s o r pres e di que sta e diz io ne del Mo nd i ale. Ne l 20 16 l o S to cc arda dec is e di puntarci fo r te per tenta re la pronta r isal ita i n B u nd es li ga e D e scham ps no n s e lo è fat to scappare . Ce n t rale nat urale, Si è r ive l ato e ssere un fo r mi dabile te r zino de stro c he fa della fis i c ità e de l l a cor sa le s ue a r mi pr inc i pal i. S e nza di s deg nare le s o r tite offe nsive . Rico rd ate i l go l, c o ntro l ’Arge ntina?
Rus s o, n ato i n B ras i l e , è u n ’ al t ra delle b e l l e s o rp re s e ch e ci h a regalato i l M o n d i al e . C e rto, l’ o tt im o an d am e n to d e l l a s q uad ra ha ai u tato, m a q uan d o ch i am ato i n c a us a Fe rn an d e s h a s e m p re ri s po s to p re s e n te . 7, 7, 5 , 7, 7. S o n o ques t i i vo ti d e l g i o cato re d e l CSK A, u n a te s ti m o n i an z a tan g i b i l e del s uo g ran d e M o n d i al e fat to d i mag is tral i ch i u s ure d i fe n s i ve e qualc h e affacci o i n avan t i d a n o n s o ttoval utare .
T i to l are i n d i s cus s o d i D i d i e r D e s ch am p s , i l te rz i n o d e l l ’ A tl e ti co h a g i o cato s e m p re ti to l are co l l e z i o n an d o o tt i m i vo ti , co n s o l o u n a m e z z a i n s uffi ci e n z a co n t ro l ’ A u s tral i a. Po i tan ta co rs a, tan ta q ual i tà e an co ra p i ù s o l i d i tà d i fe n s i va. U n a b e l l i s s i m o e s o rd i o n e l l a co m p e t i z i o n e p i ù i m p o rtan te .
L’ ester no del l ’ A tl eti c o Madr i d, o b i etti vo di merc ato del l ’ Inter, ha fa tto q uel l ’ ul ti mo sal to a l i vel l o c ara tter i al e c he fo r se gl i manc ava . Tanta c o r sa, un’ o tti ma tenuta di fensi va e una p er so na l i tà c he fi no a q uesto mo mento era r i ma sta nasc o sta. E fo r se q uei 3 0 mi l i o ni c hi esti dai Co l c ho nero s no n so no una c i fra tanto l o nta na da l l a real tà .
6 , 5 . E’ q uesta l a medi a esatta dei vo ti del suo Mo ndi al e. L’ ester no del To ttenha m, do p o l a grande c resc i ta c o n gl i S p ur s, ha dec i so di far si c o no sc ere anc he dal gra nde p ubb l i c o i nter na z i o nal e mettendo i n mo stra una grande c o r sa e un p i ede fa tato i n grado di c rea re p er i c o l i si a su azi o ne c he, so p rattutto, su c a l c i o p i az zato.
Francia
D I F E S A
Fran cia
Cro a z i a
Ing hi l te r r a
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RA PH AE L VAR ANE
DO MAG O J VIDA
HARRY MAGUIRE
A ND R E A G R A NQV I ST
YE R RY MI NA
Probabil m e nte i l mig lio r c entrale di dife sa de l Mo nd i ale, c o n Um titi ha com po s to u na c o ppi a di ce ntral i di difes a g ra ni t i c a. E’ ar r ivato a que s ta c o mpetiz i o ne i n grande for m a po r ta ndo c o s ì avant i l a sua stagione s t ra o rdinar i a do po i tr ionfi col R ea l Mad r id.
G rand e e s p e ri e n z a e te m p e ramento d a l e ad e r. A l l ’ al b a d e i 3 0 anni, i l ce n t ral e d i d i fe s a cro ato s ’ è c o n fe rm ato un a vo l ta d i p i ù d i fenso re tro p p o s o ttoval utato d a lle b i g e u ro p e e v i s to ch e l a s u a c a r r ie ra s ’ è fi n q ui s v i l u p p ata tra Cro az i a, U crai n a e T urch i a.
C o m e P i ck fo rd , M ag ui re è un ’ al tra s co m m e s s a v i n ta d al ct S o u th g h ate v i s to ch e p ri m a d e l l ’ i n i z i o d e l M o n d i al e ave va i n d o s s ato l a m ag l i a d e l l ’ I n g h i l te rra s o l o ci n q u e vo l te . I n R u s s i a h a fatto b e n i s s i m o, ro cci o s o, rap i d o e m o l to at te n to s u l l e p al l e al te .
L ea der del l a S vez i a, è sta to anc he i l r i go r i sta desi gnato e q ui ndi i l c a l c i a to re svedese c he ha real i zza to p i ù go l . E’ stato i l p i l astro p r i nc i p al e del muro eretto dal c t J an A nder sso n c he ha mi etuto v i tti me i l l ustr i .
T re c o l p i di testa v i nc enti , Mi na è stato i l di fenso re c he ha real i z za to p i ù reti i n Russi a. Quel l a del c a l c i a to re c o l o mb i ano è sta ta una reazi o ne da grande gi o c ato re do p o sei mesi a Barc el l o na tra p anc hi na e tr i b una. A desso trovare sq uadra sa rà p i ù semp l i c e.
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Francia
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R us s ia
Croazia
In gh ilterra
S vez i a
Col o mb i a
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TOP 5
C E N T R O C A M P I S T I
E S T E R N I
L U KA M OD R IC
PAUL PO GBA
KEVIN DE BRUYNE
CHR I STI A N E R I KSE N
A L E KSA ND R G OL OV I N
Il Pal l one d’Oro del Mo nd i a le. N u m e ro 10 sul l e s palle, i l c apitano croato si è ca r i c ato s u lle s pa lle l a nazional e a s c acc hi ro s s i e bianchi por tand o la fino al s o g no final e . Gol pe s anti e g i o c a te di fino, pe ccato s o lo c he s i a i n par te m ancato ne l l ’ appuntamento pi ù im por tante .
N o no s tan te al cun e cri ti ch e pro bab i l m e n te e cce s s i ve , l ’ ex J uve r i s u l ta e s s e re u n o d e i c ent ro cam p i s t i p i ù co n ti n u i d e l Mo nd i al e . Le s ue p re s taz i o n i n o n s o no m ai an d ate al d i s o t to d e l l a s u ffi c i e n z a, co l b e l go l s e g n ato nella fi n al e co n t ro l a C ro az i a ch e rappre s e n ta l a ci l i e g i n a s ul l a s u a to r ta M o n d i al e .
C o n H az ard e Luk ak u è ri s ul tato e s s e re u n o d e i m i g l i o ri d e l l ’ o tti m o B e l g i o v i s to i n R us s i a. Le az i o n i d e g l i uo m i n i d i M art i n e z p as s avan o q u as i s e m p re d ai s u o i p i e d i s ap i e n t i , p e ccato s o l o ch e s i a arri vato fo rs e un p o ’ s tan co al l a d e ci s i va s fi d a co n l a F ran ci a. I l p ro n to ri s cat to p e rò è arri vato n e l l a ‘fi n al i n a’ co n t ro l ’ I n g h i l te rra i n cu i è s tato un o d e i m i g l i o ri i n cam p o.
L a sua Dani ma rc a ha so r p reso so p rav v i vendo al l a fase a gi ro ni , mer i to so p rattutto del ta l ento del To ttenham c he si è c ar i c ato sul l e sp al l e tutta l a sq ua dra. Temp i di gi o c o e un go l fo nda menta l e p er l e so r ti da nesi , l a ker messe r ussa no n ha fatto al tro c he c o nfer mare q ua nto di b uo no si di c eva di l ui e del l e sue q ual i tà tec ni c he.
L’ eso rdi o c o n l ’ A ra b i a S audi ta è stato sc o p p i ettante, go l e due assi st. N el l e al tre p ar ti te del l ’ o tti mo Mo ndi a l e del l a Russi a Go l ov i n ha b r i l l ato mo l to meno a l i vel l o real i z zati vo, ma i l suo ap p o r to i n ter mi ni di q ua l i tà è stato c o munq ue i mp o r tante. Tanto da gi usti fi c are l ’ i nteresse fo r te di to p c l ub euro p ei c o me J uventus, Chel sea e A r sena l .
Croazia
Belgio
D a ni ma rc a
Rus s i a
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P H IL IPPE COU TINH O
EDEN HAZ ARD
IVAN PERISIC
KYL I A N MBA P P É
D E NI S C HE RYSHE V
In un Brasil e c he no n ha r is pet tato l e atte se, l’ attacc ante del Barce l l ona è s ta to i l c a lc i ato re offe nsivo ve rdeo ro pi ù per i c o lo s o e de cisivo, l ’unic o a fare la differe nza in un repar to c he ha v is to Neym ar passare alle c ro nac he pi ù pe r l e sue sim u laz i o ni c he per i suoi gol e Gabr iel J es u s ves ti re i panni de l l ’ass ente i ng iu s tific ato.
L ead e r d i un B e l g i o ch e m ai co m e in que s ta ci rco s tan z a è an d ato v i c ino al l a v i t to ri a fi n al e , H az ard s ’ è c o n fe rm ato un o d e i m i g l i o ri c a lc iato ri al m o n d o. E s tro s o e pra tico al l o s te s s o te m p o, cap ace d i no n p e rd e re l a l u ci d i tà an ch e nei mo m e n ti p i ù d e l i cat i .
U n a co s tan te s p i n a n e l fi an co d e l l e d i fe s e av ve rs ari e , h a fatto l a d i ffe re n z a i n s e m i fi n al e e ci h a p rovato an ch e i n fi n al e . C e d e n d o i l p as s o a u n a F ran ci a ch e n e l co m p l e s s o s ’ è m o s trata p i ù fo rte .
L’ uo mo c o p er ti na di q uesta nuova F ra nc i a c he s’ è p resenta ta ai nastr i di p ar tenza c o me l a sec o nda N a z i o na l e p i ù gi ovane del Mo ndi al e, ma no n ha affatto p ati to l ’ i nesp er i enza. A nzi , i l numero 10 del l a F ranc i a c o n l e sue acc el erate ha sp ez zato i n due q ual si asi di fesa . Co n l eggerezza e fantasi a.
Il p i ù euro p eo dei c al c i ato r i r ussi ha di sp utato un Mo ndi al e ecc el l ente a sup p o r to di A r tem Dz yub a . Quattro b ei go l e p resta z i o ni ecc el l enti , senz a dubb i o tra i trasc i nato r i di una Russi a c he s’ è sp i nta fi no ai q uar ti di fi nal e.
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B rasil e
O F F E N S I V I
Fran cia
Belgio
Croazia
Fr anc i a
Rus s i a
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TOP 5
A T T A C C A N T I
H A RRY K ANE
ANTO INE G RIEZ MANN
MARIO MANDZ UKIC
Ne l l ’anal isi dei c entravant i i mpo s sibil e non part ire dal c apo c annonie re de l M o ndia le. Fo o t ball i s not com ing ho me, ma i l Mo nd i ale de l l ’Inghil te r ra e qu i nd i del s uo capitano è stato c o munqu e di tutto r ispe tto. 6 le ret i del bo mbe r de l Totte nham c he g li ha nno re gal ato que l to cc o i nter naz i o nale che for se anc o ra g li ma nc ava .
E’ s tato n o m i n ato M V P d e l l a finale, tan to b as ta p e r i n s e ri rl o nell’ el e n co d e i m i g l i o ri 5 at tacc a nti d e l M o n d i al e . I n ge n e ral e nu mer i d a fe n o m e n o p e r i l tal e n to dell’ At l e ti co M ad ri d ch e d o p o ave r c hi us o o g n i d i s co rs o l e gato al merc ato h a g i o cato co n l a te s ta libera e m e s s o a s e g n o 4 go l e 3 as s i s t fo n d am e n tal i p e r i l s ucce s s o final e d e i gal l e tt i .
L’ at taccan te d e l l a Juve n t us h a i n carn ato al 1 00% i l cuo re e l a fo rz a m e n tal e d e l l a s o rp re n d e n te C ro az i a. U n p un to d i ri fe ri m e n to p e r i co m p ag n i , i n cam p o h a s e g n ato 3 go l e l avo rato co m e un m at to p e r i co m p ag n i co n s p o n d e e s p o rte l l ate co i d i fe n s o ri d i tu rn o. Pe ccato s o l o ch e l a re te m al i z i o s a d i i e ri n o n s i a s e rv i ta a n i e n te .
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Ing hil terra
Fran cia
Croazia
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R OME L U L U KA KU
E D I NSON CAVA NI
4 go l nel l e p r i me due p a r ti te del Mo ndi al e, p o i tanto tanto l avo ro sp o rc o p er l a sq uadra . S e i l Bel gi o è r i usc i to a sa l i re sul p o di o del Mo ndi al e r usso gran p ar te del mer i to è stato a nc he del l ’ attacc ante del l o U ni ted, b ravo a mettere i l suo i mp o nente fi si c o a di sp o si zi o ne dei suo i c o mp agni , H a z ard e De Br uyne su tutti .
Magari con lui in campo il quarto di finale contro la Francia sarebbe andato diversamente... L’Uruguay arrivato agli ottavi senza conoscere sconfitta ha incentrato il proprio gioco sulla crescita tattica del centravanti del PSG, che vista la presenza di Suarez ha leggermente arretrato il proprio raggio d’azione vestendo anche i panni del finalizzatore. A questo lavoro oscuro sono comunque da aggiungere le 3 reti con Russia e Portogallo .
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B omb e r mondi ali : Har r y Kane s i c on fe r ma c e nt ra v ant i d i livel lo pl ane t ar io f inendo d av ant i a l c ampione del mondo Gr i e z mann e a u no de i g randi prot agon ist i di Russi a, Romelu Lukaku .
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C a os i n s er i e B : C e s e na , B ar i e d Avel l i no f a l l ite di D ani el Ucce l li e r i
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’estate del 2018 non sarà dimenticata tanto facilmente. Da un lato troviamo i colpi ad effetto delle grandi squadre: Cristiano Ronaldo alla Juventus, Higuain e Caldara al Milan con Bonucci che torna bianconero, Nainggolan all’Inter, Carlo Ancelotti al Napoli. Dall’altro una delle pagine più buie della storia del calcio italiano: i fallimenti di Cesena, Bari e Avellino, il caos in serie B ed in serie C fra ricorsi e ripescaggi e richieste di rinvio. La Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, o Covisoc, come molti hanno imparato bene a conoscere in questi mesi, ha svolto le sue indagini ed ha negato l’iscrizione in serie B ai tre club; quella del Cesena è parsa sin da subito come la situazione più complicata: oltre 50 milioni di debito, a niente sono serviti i vari tentativi per cercare di spalmare il debito con l’Erario. La società, con una nota del CdA, ha comunicato di aver aderito all’istanza di fallimento
avanzata dalla Procura della Repubblica di Forlì. Finisce in serie C, nonostante sia già arrivato il secco no da così un’avventura durata 78 anni. Nel corso della sua parte di Gravina. Chiudiamo con l’Avellino, il club che storia il Cesena ha partecipato alla Coppa Uefa nella forse ha ancora qualche possibilità, seppur remota, di stagione 1975/76 e per 13 volte ha giocato un serie A. restare in serie B. Anche in questo caso la Covisoc ha L’ultima stagione nel massimo campionato italiano è negato l’iscrizione al campionato cadetto agli irpini, con stata fatale peri i bianconeri, con il club che si è portato Taccone che ha dato battaglia ed ha fatto prontamente dietro per anni tanti debiti fino al triste epilogo. Il club ricorso. Un ricorso che è stato respinto dal Collegio di Sport del CONI, escludendo adesso ripartirà dai dilettanti. Stessa sorte Garanzia dello di fatto il club dalla serie B. potrebbe toccare ad un club Adesso per i Lupi c’è l’ultima, glorioso come il Bari, ma Mesi da dimenticare per il flebile, speranza: il ricorso al per i galletti c’è una flebile calcio italiano nonostante i TAR del Lazio. Tre club imporsperanza di giocare in serie tanti, tre città e tre tifoserie C il prossimo anno. Andiafaraonici acquisti in serie A costrette a vivere in un incubo mo con ordine: le prime calcistico. Ma il cuore dei tifosi avvisaglie della crisi econocome la mitologica fenice, mica del Bari sono arrivate durante le ultime è grande e gare di campionato ed i playoff di serie B. Il Tribunale risorgeranno dalle loro ceneri e torneranno presto nel Federale Nazionale aveva punito i galletti con due punti calcio che conta. di penalizzazione e la conseguente l’inversione del campo col Cittadella. Dopo l’eliminazione sono emersi tutti i problemi di Giancaspro, sommerso dai debiti ed il conseguente fallimento del club pugliese. Il sindaco Decaro, dopo aver lottato con le unghie e con i denti, ha consegnato il titolo sportivo ad Aurelio De Laurentiis: il patron del Napoli ha battuto in volata altre 10 cordate. “Ho scelto Aurelio De Laurentiis perché ha solidità economica e perché ha competenza sportiva. E’ la persona con la quale ho litigato di più, ho fatto io delle richieste e ci siamo confrontati. Penso che litigheremo spesso, non ha un bel carattere, ma se una persona litiga con chi deve cedergli il titolo sportivo vuol dire che è una persona vera, forse un po’ matta, ma sincera. Ora il mio lavoro è finito e torno a fare l’unica cosa che so fare nel calcio, cioè il tifoso. Partiremo dalla Serie D, dai campi di terra e pietra, e andrò anche io a vedere qualche partita”, ha detto il sindaco di Bari in conferenza stampa. Anche per il Bari quindi si prospetta una ripartenza dai dilettanti, anche se De Laurentiis proverà Foto Giuseppe Celeste/Image Sport ad inoltrare alla Federazione la richiesta di ammissione
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C a lend ar i i l 2 2 ago sto, inc e rto l’av v i o d el tor ne o di C l au di a Mar rone
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Il Consiglio Direttivo della Lega Pro, riunitosi a Firenze, ha preso atto dell’attuale situazione sulla base delle ammissioni decise dal Commissario Straordinario della F.I.G.C. delle Società Cavese, Imolese, e Juventus U23 al Campionato di Serie C e si è provveduto all’integrazione dei gironi A-B-C- e alla sentenza del Tribunale Federale Nazionale che ha ritenuto ripescabili i Club di Catania, Novara, Robur Siena e ha formulato l’ipotesi di formazione dei Gironi di Lega Pro. Il Consiglio Direttivo ha deciso, al momento, di posticipare l’inizio del Campionato alla prima domenica di settembre e di indire per mercoledì 22 agosto 2018 a Roma la definizione dei calendari per il Campionato 2018 -2019. L’assemblea sarà chiamata ad esprimersi se iniziare o meno il Campionato 2018 -2019”. Si è aperto con questo comunicato ufficiale, diramato dall’ufficio stampa della Lega Pro, il caos agostano 2018 della Serie C. Si è aperto con tanti interrogativi, ma, una volta raddrizzata la bocca distorta quando è stato ufficializzato che il 26 agosto non avrebbe preso il via il campionato 2018-2019, si ha avuto
la percezione che questa sia stata una scelta giusta e legittima: è vero che per tutta l’estate si attende il ritorno in campo dei propri beniamini, ma è anche vero che nel caos totale che sta regnando nel mondo del pallone di cuoio italiano sarebbe stato assurdo far prendere il via a campionati che nel calendario avrebbero avuto troppe X e Y e forse qualche caso borderline, un simil Modena per fare un esempio concreto. Come del resto è stato per la Coppa Italia Serie C. Ma riavvolgiamo il nastro, perché, a ogni modo, una vaga idea delle squadre che compongono la prossima Serie C già possiamo averla, partendo dal 16 giugno scorso che chiuse definitivamente la stagione passata, con la finalissima di Pescara: i playoff hanno premiato il Cosenza, che, con Livorno, Padova e Lecce, ha fatto il salto in B, mentre hanno salutato il professionismo, con retrocessione diretta, Prato
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L’assemblea sarà chiamata ad esprimersi se iniziare o meno il Campionato 2018 -2019
e Akragas, con i playout fatali invece per Gavorrano e Santarcangelo. A “compensare” questi vuoti sono arrivate però le quattro squadre retrocesse dalla B, Entella, Ternana, Pro Vercelli e Novara, e le nove promosse dalla D, Gozzano, Pro Patria, Virtus Verona, Rimini, Albissola, Vis Pesaro, Rieti, Potenza, Vibonese; neppure il tempo di festeggiare due assolute new entry nel professionismo, Gozzano e Albissola, alla prima assoluta in Serie C, o il ritorno nel Rimini in categorie più consone alla sua storia, che la burocrazia ha preso il sopravvento. Al 30 giugno, data ultima per presentare la domanda di iscrizione alla Serie C, le prime avvisaglie problematiche: con appelli vari, successivi a quella data, hanno saluto la categoria “solo” Mestre, Reggiana e Fidelis Andria. Discorso diver-
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so quello del Bassano, che si è fuso col Vicenza dando vita al nuovo club L.R. Vicenza Virtus. E in qualche modo si è dovuti intervenire, perché il presidente Gravina ha auspicato per una C a 60 squadre: un difficile traguardo, una speranza che già si aveva l’anno scorso quando le formazioni, alla fine della fiera, furono 56...si, alla fine, perché la C partì con 57 compagini, ma il Modena fu estromesso a campionato in corso prima del fallimento. Si è scatenata quindi la corsa ai ripescaggi dai dilettanti, e dopo quasi un mese di stallo e incertezze, ecco il verdetto (già espresso nel comunicato prima riportato): Cavese e Imolese sono ripescate, e, prima volta nella storia, si è aperto alle Squadre B, un progetto stabilito dalla commissariata FIGC senza la piena condivisione delle altre leghe che si rivela però un flop, visto che solo la Juventus ha optato per questo ingente investimento, conquistando il privilegio di essere la prima di questa sperimentazione. Contestualmente a queste situazioni, la Federazione ha respinto le domande di Prato e Como, la prima a causa del contenzioso legato stadio (in sostanza, il comune ha sospeso la gestione del “Lungobisenzio” alla famiglia Toccafondi) mentre la seconda per un cavillo legato alla fideiussione non presentata ma sostituita da un bonifico di pari importo, sistema però non riconosciuto dagli attuali parametri federali. Entrambe le società, però, hanno impugnato il provvedimento presentando ricorso al Collegio di Garanzia del CONI, ed è quindi attesa per capire quello che sarà il loro futuro. Ma non finisce qui, perché anche la B ha presentato problemi piuttosto seri: l’Avellino non molla e nonostante abbia visto la propria richiesta di iscrizione al torneo cadetto negata per tre gradi di giudizio sportivo e uno amministrativo, ha già
annunciato il ricorso al Consiglio di Stato. Sono da rimpiazzare sicuramente Bari e Cesena: anche in questo caso, corsa ai ripescaggi. Se Ternana, Robur Siena e Pro Vercelli sembravano favorite, ecco che la vittoria di un ricorso presentato dal Novara stravolge le carte in tavola: i piemontesi ottengono l’annullamento della delibera del Commissario Straordinario FIGC secondo la quale “le Società che hanno scontato nelle s.s. 15-16, 16-17 e 17-18 sanzioni per il mancato pagamento, nei termini prescritti, degli emolumenti dovuti ai tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo o delle ritenute IRPEF, o dei contributi INPS o del Fondo Fine Carriera relative ai suddetti emolumenti, saranno computate ai soli fini della redazione della classifica finale, ma saranno in ogni caso escluse dalla possibilità di colmare vacanze di organico”. In sostanza, anche i club penalizzati nelle tre annate trascorse, hanno la possibilità del salto, e Novara e Catania sono balzate in vetta alla graduatoria: la Serie B adesso è solo una formalità. Che può essere sospesa solo dall’ulteriore ricorso, avverso alla bocciatura del primo ricorso in merito, delle tre formazioni prima citate. Regna il caos, e non è da sottovalutare la frase della nota della Lega che recita “L’assemblea sarà chiamata ad esprimersi se iniziare o meno il Campionato 2018 -2019”: c’è anche l’ipotesi di una sorta di sciopero, una protesta vera. Un mezzo notevole, una decisione drastica, ma probabilmente l’unica possibile per una categoria che chiede rispetto ma si ritrova sempre a dover subire le decisioni di terzi.
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G I R L P OW E R ragazze di Milena Bertolini contribuiva a dare maggiore risalto mediatico all’altra metà del calcio. Tutto faceva propendere per una grande stagione, a partite dalla sfida fra Juventus e Fiorentina del 25 agosto valida per la Supercoppa Italiana, e invece le vicende delle ultime settimane rischiano seriamente di far saltare tutto. La Lega Nazionale Dilettanti dopo aver perso il ricorso , uno s c ont ro che f a s ol o i l ma l e del c a l cio al Tribunale Federale Nazionale per fem m i ni le. riprendersi le due massime serie del calcio femminile si è vista dar ragiodi Tomma s o Ma s chio ne dalla Corte d’Appello per la gioia del suo presidente Cosimo Sibilia, Se Atene piange, Sparta non ride”. Questo ma non del movimento che, memore del caos dello proverbio ben si sposa alla situazione del scorso anno (in tema di organizzazione e regolacalcio italiano in questa infuocata estate in menti poco chiari), si è schierata al fianco della FIGC cui solo la Serie A – con l’arrivo di Cristiano e del Commissario Straordinario Roberto Fabbricini Ronaldo alla Juventus, il ritorno in Italia di che ha immediatamente fatto ricorso. Le società e Carlo Ancelotti e il ritrovato protagonismo delle mila- le calciatrici hanno fatto anche di più proclamando nesi – sembra essere appena toccata dalle incertez- lo sciopero e il conseguente blocco dei campioze, anche se i casi Parma e ChievoVerona qualche nati finché l’organizzazione di A e B non tornerà di macchia l’hanno lasciata anche nel massimo campio- competenza della FIGC. Un braccio di ferro, uno nato. Serie B e Serie C faticano a trovare colmare scontro aperto, che fa male a tutto il movimento e l’organico di squadre – 22 e 60 rispettivamente – al rischia di farlo arretrare pericolosamente dopo i via del prossimo campionato fra fallimenti, mancate passi avanti fatti nell’ultimo periodo in un anno che iscrizioni, ricorsi e contro ricorsi. Il calcio femminile porterà le azzurre dopo 20 anni a disputare la fase invece sembrava non risentire dei problemi che atta- finale di un Mondiale. L’auspico è che mentre leggenagliano il movimento, anzi semmai il contrario: la te queste righe la situazione si sia risolta nel miglior FIGC per dare maggiore slancio al movimento aveva modo possibile per il nostro calcio femminile anche preso sotto la propria ala l’organizzazione di Serie A se all’orizzonte non si intravede nessuno spiraglio e B, a Juventus e Fiorentina si aggiungevano Milan di luce e lo scontro fra Federcalcio e Lega Dilettanti e Roma per un campionato sempre più competitivo appare solo all’inizio. e il mercato regalava colpi importanti per le quattro sopraccitate, ma anche per gli altri club mentre la qualificazione alla prossima Coppa del Mondo delle
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o chiamavano Foquinha, per come sapeva giocare col pallone di testa, come una foca ammaestrata. Un vero marchio di fabbrica, il colpo che lo ha reso per un periodo tra i più fulgidi talenti brasiliani. Peccato che la sfortuna sotto forma di infortuni gli abbia troncato velocemente la carriera. Parliamo di Kerlon Moura Souza, centrocampista offensivo o attaccante classe 1988. Dicevamo del suo colpo più celebre, quello della di G aetano Mo cc i aro foquinha, che ha fatto il giro del mondo con l’esplosione di Youtube. Si vedono numeri da circo, si scommette forte su di lui tanto che qualcuno scomoda persino il paragone con Ronaldinho. Nel 2005 si mette in luce al Sudamericano Under 17, dov’è la stella del Brasile, che trascina alla vittoria finale diventando anche capocannoniere (8 reti in 7 partite) e miglior giocatore del torneo. Già allora vediamo un giovanissimo Kerlon tirar fuori dal cilindro un colpo che esalta il pubblico: col piede si alza il pallone e poi via in dribbling sugli avversari palleggiando di testa. Un colpo geniale, se hai l’abilità che ha Kerlon. Perché se un difensore in qualche modo può strappare la palla dai piedi di un giocatore la situazione cambia con un avversario che ti va via con la sfera incollata alla testa. Non a caso gli interventi per fermarlo sono sempre bruschi, per usare un eufemismo: spintoni, calcioni, colpi di karate. La scena si ripete, a maggior ragione quando il giocatore viene lanciato in prima squadra dal Cruzeiro, e si ritrova difensori più grandi e molto più grossi di lui. Come Coelho, che in un acceso derby Atletico Mineiro-Cruzeiro, irritato dalla sua mossa della foca lo manda al tappeto con una violentissima spallata, che scatena una rissa da saloon e gli costa 10 giornate di squalifica (poi ridotte a cinque). Le costanti botte prese e un fisico fin troppo predisposto agli infortuni mostrano i limiti fisici del giocatore. A 19 anni due gravi infortuni al ginocchio lo tengono a lungo fermo. Questo non scoraggia le squadre europee che hanno messo gli occhi su di lui. In Italia c’è il Torino che si fa inizialmente avanti, il Cruzeiro oppone resistenza e spara addirittura 20 milioni, cifra che spaventa chiunque. Passa un anno e Kerlon alterna col Cruzeiro belle giocate e i soliti guai fisici, ma questo non ferma
KERLON, LA FOQUINHA FINITA A GIOCARE IN GIAPPONE
le squadre europee che puntano su di lui. A mediare per il trasferimento in Europa c’è niente meno che Mino Raiola, che ammette come il giocatore sia nel mirino del Manchester United, vicinissimo a prenderlo prima dell’ennesimo infortunio del giocatore, ma anche Juventus e Inter. La spuntano i nerazzurri che intanto prima di tesserarlo lo fanno curare dal proprio medico di fiducia. Poi lo fanno tesserare dal Chievo, visto il suo status da extracomunitario, allo scopo poi di prenderlo l’anno seguente. A Verona, però, non trova il minimo spazio: giusto 4 spezzoni di gara, senza lasciar traccia. A fine stagione è un giocatore dell’Inter, che in verità si rende conto di non sapere che farsene. Con Eto’o, Milito, Suazo, Balotelli e Arnautovic per il brasiliano non c’è spazio. Kerlon viene così parcheggiato all’Ajax, in prestito con diritto di riscatto. Che gli olandesi non ripongano poi tutta questa fiducia nel giocatore lo si capisce quando lo mandano subito nella squadra riserve. La sorte poi si accanisce e in un allenamento si infortuna gravemente al ginocchio sinistro, rimanendo ai box sei mesi. A fine stagione Kerlon non ha giocato un solo minuto all’Ajax e torna al mittente. L’Inter, però, non ci crede più ma è vincolato col giocatore da un contratto fino al 2012 e non può far altro che parcheggiarlo qua e là in attesa della scadenza contrattuale. Così Kerlon fa ritorno in patria prima vestendo la maglia del Paranà, poi al Nacional Minas Gerais, squadra della terza serie del campionato mineiro. Insomma, una carriera praticamente finita. Anche in queste due squadre non mancano i problemi fisici, che continuano a tormentare il giovane attaccante. L’ultima avventura degna di nota (al netto delle otto presenze nel 2015/2016 con gli Sliema Wanderers) vede Kerlon in Giappone. Nell’estate 2012, la Foquinha ha firmato un contratto col Fujieda MYFC, nella Japan Football League, ossia il terzo livello del calcio giapponese. Anche nella terra del Sol Levante le cose non vanno poi così bene, con appena 20 presenze e 4 gol in due anni.
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Perch é si am o fu ori d ai Mon di a l i e c om e p o ssi am o torn arc i da prot a gon i sti E ditore: Feltr inelli Autor i : Marco B ellina z z o An no e d i z i one : 2 0 1 8 re ce n si one di C hiara Biondini
arco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, che si occupa anche di economia, ha pubblicato nel mese del Mondiale un libro in cui analizza nel dettaglio i motivi che hanno portato l’Italia all’esclusione da questa edizione della Coppa del Mondo. Un’analisi, la sua, che tocca anche gli aspetti della gestione aziendale delle grandi squadre negli ultimi 30 anni, ripercorrendo quadriennio dopo quadriennio, i Mondiali di calcio dal 1990 ad oggi. “La Serie A era il campionato più bello del mondo che tutti ci invidiavano, ci giocavano Maradona, Zico, Falcao, Platini, Rummenige, c’era il Milan di Sacchi, ed era anche il campionato più ricco. Avrebbe potuto, su questa fama e ricchezza - dichiara Bellinazzo nella presentazione del libro - costruire il successo per gli anni a venire, sulla base di una serie di scelte che in quel momento si sarebbero dovute fare, come costruire i primi stadi moderni, centri sportivi all’avanguardia e sfruttare i brand calcistici italiani. Tutto questo non è stato fatto nel momento in cui si dovevano fare queste scelte, nel momento in cui bisognava trasformare il calcio da un sistema mecenatistico ad una vera e propria un’industria. Anche grandi presidenti come Moratti e Berlusconi, che hanno speso moltissimo per i loro club, quando avrebbero dovuto, non hanno fatto questa rivoluzione di carattere industriale nel calcio. Agli inizi degli anni 2000 Milan e Inter fatturavano come Barcellona e Real Madrid , oggi fatturano meno di 1/3, evidentemente questo è un sintomo di un declino dell’intero calcio italiano”. I responsabili sono anche fuori dal sistema calcistico, ricorda la firma de Il Sole 24 Ore, e nel libro se ne elencano parecchi, dal sistema bancario, al sistema istituzionale fino ad arrivare alla questione diritti televisivi. Capitolo per capitolo si analizzano tutti quegli step che hanno portato al declino del calcio italiano, conclusosi con la mancata partecipazione al Mondiale di Russia 2018. Si parla dei problemi relativi alle infrastrutture e alla loro innovazione, all’instabilità di Figc e Lega Calcio, alla gestione dei
diritti televisivi negli anni, degli scandali come quello di Calciopoli, la mancata assegnazione di Euro 2012, l’arrivo delle proprietà straniere. Non ci sono voli pindarici in queste pagine, ma solo una disamina intelligente di fatti e constatazioni obiettive, per collegare il declino dei risultati sul rettangolo verde con la gestione finanziaria e in particolare alle carenze gestionali delle società in determinati periodi storici. La disanima e la visione critica del calcio italiano dagli anni ’90 a oggi, culmina nell’irrimediabile diagnosi che siamo “nel profondo di una crisi da cui sarà difficile uscire…ma c’è ancora speranza per guarire e rimettersi in sesto. Come dicono i medici in questi casi, ci vuole anche la buona volontà del paziente. E la domanda fondamentale è questa: esiste questa buona volontà?”
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