LA RIVISTA PIÙ LETTA DELLA SVIZZERA
#5 | MAGGIO 2019 | FR. 4.50
50
tardi anni più na tor la Luna e a sedurr
UNA IBRIDA INNOVATIVA Test Honda CR-V Hybrid
La passione per
i droni CON
IONE TCS SEZ O TICIN p. 67
ATTRAZIONE INSULARE Filippine, Hiddensee e Gozo
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SOMMARIO
28
Vita quotidiana da camionista
Test della SUV Honda CR-V Hybrid
Competizioni con i droni: gioco di abilità
30
22
EDITORIALE
LA RIVISTA PIÙ LETTA DELLA SVIZZERA
dossier I droni lasceranno il segno nella mobilità
12 Il TCS prova i droni
droni avranno un impatto significativo sulla nostra mobilità in futuro? A questa domanda possiamo rispondere affermativamente in considerazione delle possibilità e dei progetti in corso. D’altronde, i droni con equipaggio sono già in grado di volare e altri droni vengono utilizzati ad esempio nel settore dei trasporti. Per non parlare di tutte le potenzialità che offrono nell’ambito del salvataggio, delle catastrofi o della protezione della fauna selvatica. Questi piccoli quadricotteri permettono di risparmiare costi e tempo. A livello amatoriale i droni sono già da tempo molto popolari per le riprese fotografiche e video. Vi è addirittura una Champions League per le gare di droni. Che questo hobby debba ora essere sottoposto a regole è altrettanto ovvio. Qui, anche il TCS svolge un ruolo importante con i corsi di pilotaggio droni proposti.
16 Salvataggio
I
Alcuni modelli sono stati sottoposti a test Preziosi assistenti volanti al fianco dei team d’intervento
mobilità 26 Quanto piace la Luna Si torna a parlare di allunaggio e delle sue varie potenzialità
28 Viaggiamo per voi Una giornata in cabina con un camionista zurighese
18 Una nuova sfida Intervista a Urs Holderegger, portavoce dell’UFAC
20 Usi commerciali I diversi utilizzi di questi oggetti volanti nel campo professionale
La Luna affascina ancora
Felix Maurhofer caporedattore Copertina: Foto: Valeriano Di Domenico Marlon Tanner, detto Samsi, campione svizzero Tour 2018 della Swiss Drone League
26 maggio 2019 | touring
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SOMMARIO
35
42
Range Rover Evoque
La piccola Gozo attrae
Filippine: visita di tre isole
44
Inchiesta sugli svizzeri e i viaggi
52
I miei vantaggi club 47 Viaggio dei lettori nelle Fiandre 50 Private Selection Hotels 51 TCS Benefits: viaggi e risparmi 64 Gioca e vinci online
tecnica
club
30 Test Honda CR-V Hybrid
52 Barometro dei viaggi
Una SUV con una innovativa tecnologia ibrida
Il TCS studia le abitudini di vacanza degli svizzeri
33 Tesla Model 3 Saliamo a bordo di questa iper-digitalizzata berlina
35 Range Rover Evoque
54 Muoviamoci Come i soci TCS ne aiutano altri con le bici elettriche cargo
58 Impegno al femminile
La seconda generazione offre comfort e capacità fuoristrada
Ritratto di Fabienne Bernard, presidente di TCS Vallese
svago
rubriche
40 Isola nel Mar Baltico Hiddensee: un bell’angolino a ovest di Rügen
42 Perla del Mediterraneo Che pace a Gozo, che fa parte dell’arcipelago maltese
48 Lo sapevate? Fatti e cifre insoliti sulle isole in tutto il mondo
38/59 L’esperto TCS 60 Forum 60 Impressum 61 Tourolino 62 In giro con 65 Gioca & vinci
TCS Sezione Ticino 68 69 70 71 72 74
Grigliata nel Mendrisiotto Offerta Telepass Ing. Moser: dall’ambiente alla mobilità Elettromobilità in Ticino Personaggi: Fiorenzo Toscanelli Nuovi arrivi a Rivera
Aiutare e riciclare, pedalando
54
Touring n. 6
Temi trattati nella prossima edizione della rivista: in viaggio con i bambini, test della Hyundai Nexo a idrogeno, la Liguria questa sconosciuta, test camper. Data di pubblicazione: 31.5.2019
maggio 2019 | touring
5
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Riserva
ATTUALITÀ CLUB
La nuova cintura airbag anti-cadute La start up SP TechActive, in collaborazione fra gli altri con il partner del TCS «SK Ambulances Genève», ha sviluppato una cintura airbag per anziani. In caso di urto, le due camere d’aria della «Airr Belt» si gonfiano su entrambi i lati del bacino e proteggono il collo del femore. Un efficace accorgimento contro il rischio di cadute. sp-tech-active.ch Ferie a misura di famiglia e per chi ama la natura.
Anno record per TCS Camping Il tempo favoloso e la crescente popolarità del glamping hanno procurato a TCS Camping straordinari 594 000 pernottamenti.
N
el 2018 il maggiore gestore di campeggi della Svizzera ha approfittato della meteo propizia nonché del successo riscontrato dal glamping fra le giovani famiglie di neo campeggiatori. I pernottamenti sono aumentati a 594 000 (+13%), mentre il fatturato ha toccato il record di 23,9 milioni di franchi. A trainare la crescita è stato il glamping che continua a far tendenza. Spiega Oliver Grützner, responsabile Turismo e tempo libero del TCS: «Durante l’alta stagione avremmo potuto addirittura affittare alcuni alloggi più volte contemporaneamente. E le prenotazioni fanno presagire un 2019 altrettanto posi-
tivo». Sono poi circa 100 000 le persone a visitare mensilmente la piattaforma Camping-Insider lanciata nel 2018, ricca di informazioni sul campeggio e i posti più belli d’Europa.
La «Airr Belt» protegge i fianchi quando si cade.
Vallese senza auto Domenica 2 giugno 2019 si svolgerà la 13a edizione dello «Slowup Vallese». Tra le 10 e le 17, ciclisti, pattinatori e pedoni potranno godersi una giornata all’insegna del divertimento sicuro sul percorso di 38 chilometri tra Sion e Sierre. Il TCS è il principale sponsor regionale.
Previsioni 2019 Oltre ad estendere l’offerta glamping a 224 alloggi e all’acquisizione del campeggio Thusis-Viamala, TCS Camping prosegue la collaborazione con la fondazione Cerebral: da luglio si possono prenotare due bungalow senza barriere architettoniche anche a Scuol. Inoltre, dal 5 al 7 luglio a Sion si terrà la seconda edizione del Camping Festival.
Iscrizioni: slowupvalais.ch
FOTO ALD, EMANUEL FREUDIGER
Tutto e di più sul camping ai siti tcs-camping.ch e camping-insider.ch
TEST SERVIZIO CLIENTI DI BIKE-SHARING
TCS Bike Finance
Carvelo2go capolista
Chi acquista una nuova bici o accessori ciclistici con una carta di credito del TCS optando per il pagamento a rate, approfitta ora di un tasso d’interesse preferenziale del 6% (anziché 11,95%). Sono una ventina i partner convenzionati a concedere questo vantaggio finanziario in esclusiva ai soci TCS.
La rivista «cmm360» ha testato il servizio telefonico alla clientela dei vari operatori svizzeri di bike-sharing. Con un 3,8 (punteggio massimo 4), Carvelo2go risulta il migliore. Gli addetti della piattaforma di bici da carico elettriche si sono distinti per la loro competenza, gentilezza e la possibilità di
porre domande. «Siamo in quattro a gestire in proprio la hotline e di regola forniamo assistenza nel giro di pochi minuti», afferma Simone Hugi di Carvelo2go. carvelo2go.ch
Simone Hugi responsabile della hotline vincitrice.
tcs.ch/bike-finance
maggio 2019 | touring
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Il boom delle e-auto Le immatricolazioni di automobili ad alimentazione alternativa sono in forte aumento. Godono di grande popolarità soprattutto i propulsori puramente elettrici. L’anno prossimo un’auto su dieci immatricolate in Svizzera e nel Liechtenstein dovrebbe essere elettrica oppure ibrida plug-in. Solo con un numero elevato di veicoli ad alimentazione alternativa, fra cui anche altre auto ibride, a gas o a idrogeno, potranno essere raggiunti gli obiettivi di riduzione di CO2 nel segmento delle auto nuove, che diventeranno nettamente più severi a partire dal 2020. Le ultime cifre di auto-svizzera, l’associazione degli importatori ufficiali di automobili, indicano che il traguardo è a portata di mano.
Molte nuove auto elettriche «Con il 10,2 percento, per la prima volta dopo un trimestre le alimentazioni alternative si attestano su una quota di mercato a due cifre», scrive auto-svizzera in un comunicato. Più di una vet-
tura su dieci dispone di un propulsore elettrico, ibrido, a gas o a idrogeno. Allo stesso tempo, dopo tre mesi i modelli puramente elettrici toccano le 3023 immatricolazioni, con un incremento del 131,6 percento. Calcolando anche gli ibridi plug-in, il cui numero non è ancora stato esaminato nel dettaglio, le automobili nuove a ricarica esterna dovrebbero aver superato la soglia del cinque percento. A marzo, in Svizzera e nel Liechtenstein si sono registrate complessivamente 28 958 nuove immatricolazioni, con una crescita rispetto all’anno precedente del tre percento, pari a 832 vetture. Cumulativamente, dopo i primi tre mesi dell’anno il mercato dell’auto scende di poco sotto lo zero: infatti con 72 065 immatricolazioni, ne mancano soltanto 24 per uguagliare il primo trimestre 2018.
Ben richieste Le alimentazioni alternative vanno per la maggiore.
Un aeroporto civile per Payerne Il nuovo terminal per l’aviazione civile dell’Aéropôle, il parco tecnologico della Broye, è stato inaugurato a fine marzo a Payerne. La costruzione, durata 19 mesi, ha dato vita ad un edificio lungo 177 metri. I 6557 m2 di hangar possono accogliere mediamente 24 velivoli. L’aeroporto è stato finanziato in gran parte – 27 dei 32 milioni – dalla società d’aviazione Speedwings, presieduta dall’uomo d’affari friburghese Damien Piller. L’impresa, con sede a Meyrin (GE), 8 touring | maggio 2019
si occuperà dell’insieme delle attività aeroportuali. Essa desidera sviluppare le sue prestazioni nella Broye, puntando in particolare sul comfort e la rapidità, grazie alle infrastrutture del «Payerne Airport», più piccole rispetto a quelle di Ginevra. A corto termine dovrebbero essere creati circa venti posti di lavoro. Mentre alcuni aeroporti regionali sono in difficoltà, a Payerne si conta su un aumento dei voli civili, com’è stato il caso in questi ultimi anni.
LA CIFRA
233 Questo il numero di persone che nel 2018 hanno perso la vita sulle strade svizzere, 3 in più rispetto all’anno precedente. Secondo le statistiche dell’Ufficio federale delle strade (USTRA) si registra un incremento fra i conducenti di e-bike, mentre è calato il tasso di mortalità per motociclisti, ciclisti tradizionali e pedoni. I feriti gravi sono aumentati di 219, fissandosi a 3873.
LA FOTO
Gelate primaverili Fa pensare ad un progetto artistico, invece è un’azione di salvataggio dei contadini vallesani. Quando a inizio aprile è tornato il gelo hanno dovuto riparare le albicocche dalle temperature nefaste. Per proteggere i germogli si è applicato un sottile strato di ghiaccio. Inoltre si sono installate delle candele antigelo in ordine sparso. Bello l’effetto visivo, ma tanto lavoro per gli agricoltori.
LA PAROLA
Guida Michelin Nato come annuario delle officine destinato agli appena 3000 automobilisti francesi dell’epoca, dal 1926 il libretto rosso si è sviluppato sino a diventare la classifica di riferimento dei migliori ristoranti ed hotel. Ciò spiega le origini dell’omino Michelin come mascotte del produttore di pneumatici e guide gastronomiche.
ATTUALITÀ
Radar high tech: grazie ai gilet gialli!
Ju-Air non volerà sino al 2021
Vi è stato un effetto boomerang causato dalla distruzione e attacchi subiti da circa il 60% dei radar francesi durante le manifestazioni dei gilet gialli. Le istallazioni rovinate saranno sostituite da sistemi moderni detti «tourelle» alti 4 m che possono sorvegliare 8 corsie su 200 m. Un vero autogoal.
La Ju-Air rinnova completamente i suoi tre storici JU-52 in modo che, dal punto di vista tecnico, possano essere rimessi in esercizio come se fossero aerei nuovi di zecca. Per essere sostituiti, numerosi pezzi devono essere ricostruiti da zero. Il servizio aereo della Ju-Air rimane sospeso sino al 2021.
FOTO EMANUEL FREUDIGER, KEYSTONE, LAIF, ALD
Vacanze nel verde Invece di partire lontano in aereo, inquinando, ecco l’alternativa ecologica delle ferie in campagna. Accarezzando vitelli o aiutando con la fienagione si rallenta e ritrova un modo di vivere senza stress. L’associazione Agriturismo Svizzera riunisce 100 fattorie che accolgono vacanzieri in cerca di relax. L’anno scorso ne hanno approfittato 100 000 ospiti. myfarm.ch
Cargo sotterraneo Il Consiglio federale ha avviato la procedura di consultazione su una legge federale per un sistema di trasporto merci sotto terra.
Perché cercare lontano? Il benessere è di casa.
«Tante Ju» tornerà nei cieli solo a partire dal 2021.
Uno per tutti Lo Swiss Travel Pass è il biglietto all-in-one per treni, autobus e battelli in tutta la Svizzera, una specie di abbonamento generale per turisti. Emesso da Swiss Travel System SA (cui fanno capo le FFS, Svizzera Turismo e diverse aziende di trasporto), nel 2018 ha generato un fatturato di oltre 130 milioni di franchi. Offerta apprezzatissima dai cinesi, seguiti dagli indiani ed americani.
La città dall’alto Per 40 anni, le mura di cinta di Friburgo non erano agibili. Riaperte al pubblico in aprile, invitano ad una passeggiata per godere di una vista spettacolare (durata ca. 2 ore). fribourgtourisme.ch
maggio 2019 | touring
9
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DOSSIER
La Svizzera decolla I droni stanno ora conquistando lo spazio aereo. Nelle nostre regioni vengono anche utilizzati per vari scopi: svago, trasporti, agricoltura o addirittura per il soccorso. Per soddisfare la domanda, la Svizzera cerca di profilarsi come la ÂŤDrone ValleyÂť del mondo. FOTO SANDRO TECHTHALER
I droni stanno diventando una presenza inevitabile nel traffico aereo.
maggio 2019 | touring
11
I droni più cari hanno le eliche davanti I droni sono i velivoli più amati, ma non tutti sono adatti ai voli per effettuare fotografie di qualità oppure riprese video. Il TCS ha esaminato accuratamente cinque quadricotteri. REPORTAGE FELIX MAURHOFER
Voti massimi per il DJI Mavick 2 Pro dalle caratteristiche di volo fino alla fotocamera.
O
ggi, i droni più moderni e sofisticati con buone caratteristiche di volo offrono molte possibilità. Soprattutto se vengono utilizzati per riprese fotografiche e video. Grazie allo sviluppo tecnologico sono diventati accessibili a chiunque. Che questi piccoli quadricotteri siano molto apprezzati, lo dimostrano anche le impressionanti cifre di vendita: secondo alcune stime, lo scorso anno sono stati venduti oltre 100 000 quadricotteri a piloti amatoriali. La scelta è ampia. Per renderla più facile, il TCS ha esaminato i seguenti droni sulla base di 38 criteri assieme a quattro piloti collaudatori: DJI Mavic 2 Pro e Mavic Air,
12 touring | maggio 2019
Parrot Anafi, Yuneec Mantis Q e Wingsland S6. Sono stati confrontati tre droni simili, nonché un prodotto più economico e uno più costoso.
La qualità ha un prezzo L’unico ad aver ottenuto il giudizio «eccellente» nel test è stato il Mavic 2 Pro, che si è imposto con le sue straordinarie doti di volo. Vola con grande stabilità e tiene costantemente la posizione quando è sospeso nell’aria. Le sue grandi dimensioni lo rendono ben visibile anche a grossa distanza. Il Mavic 2 Pro convince per l’app più avanzata, che include l’elaborazione dei filmati, oltre
DOSSIER al telecomando con tre tasti a libera programmazione. La trasmissione in diretta di immagini si svolge in full HD e all’interno della confezione fornita c’è tutto quel che ci vuole. Dal punto di vista tecnico, il Mavic 2 Pro possiede la fotocamera migliore. In fatto di «elaborazione & sicurezza», eccelle il sistema di riconoscimento degli ostacoli a 360 gradi. Il Mavic 2 Pro brilla anche per efficienza, con un volo di circa 28 minuti, il più lungo del test. Il Mavic Air, il secondo drone DJI testato, ha ottenuto un «molto consigliato». Per peso e dimensioni
vic Air offre il controllo gesti. Per quanto concerne il criterio «elaborazione & sicurezza», il Mavic Air convince con un sistema di riconoscimento degli ostacoli verso il basso, davanti e dietro. Con un volo di circa 18 minuti ha fatto segnare il penultimo tempo. Entrambi i velivoli DJI si distinguono per il cambio dell’elica, che avviene in modo semplice e senza attrezzi. Inoltre il marchio offre un servizio «care and refresh», che pagando un supplemento consente di sostituire i droni per due volte anche in caso di collisioni avvenute pure per colpa propria.
→
Eccellente DJI Mavic 2 Pro
Molto consigliato DJI Mavic Air
Test di funzionamento e delle funzioni dell’app.
è all’incirca la metà del fratello maggiore. Il Mavic Air convince anche per le caratteristiche di volo, ma con qualche riserva per quanto riguarda la stabilità nel vento, la visibilità e la velocità massima. Usa la stessa app del Mavic 2 Pro. Il telecomando è disposto in modo un po’ confuso e ha solo un tasto programmabile. Comunque, nella dotazione fornita c’è tutto il necessario. La fotocamera, invece, non si avvicina a quella del Mavic 2 Pro, benché abbia il sensore d’immagine più piccolo. Nei programmi automatici, il Mavic Air si afferma con le stesse performance del 2 Pro, pur mancando delle funzioni hyperlapse e waypoint, al cui posto Mamaggio 2019 | touring
13
I due DJI sono gli unici a possedere un sistema di rilevamento degli ostacoli, così come l’indicatore del tempo di volo residuo e della capacità foto e video. I droni DJI sono anche gli unici che per volare richiedono obbligatoriamente una registrazione nell’app.
dei Mavic Air/Anafi. Nelle caratteristiche di volo, il Mantis Q non ha convinto del tutto. Non mantiene perfettamente la posizione e la quota mentre è in sospensione, inoltre ha problemi di stabilità. Per contro è molto agile e veloce. Per quanto riguarda il criterio «funzionamento & maneggevolezza» l’app del Mantis Q non si avvicina a quella dei Parrot e DJI. La fotocamera è solo parzialmente adatta a fotografare e filmare. Non ha infatti la stabilizzazione meccanica dell’immagine. Per quanto riguarda le opzioni di impostazione fotografica è pari all’Anafi, ma non può competere per le opzioni video. I programmi di volo automatici potrebbero essere più numerosi. Vistosa è la scarsa protezione della fotocamera. In termini di
Con la nota «molto consigliato» ha concluso anche il Parrot Anafi. Simile per dimensioni al Mavic Air, ma un po’ più leggero. Ha ottenuto buoni risultati nelle caratteristiche di volo, ma mentre è in sospensione avvengono lievi correzioni
Test droni 2019 Marca Modello Peso (g) Tempo di volo nel test TCS (min.) Risoluzione fotografica Risoluzione video Acquistato presso Prezzo (fr.) 1 Caratteristiche di volo all’aperto e negli edifici Funzionamento & maneggevolezza Telecamera Elaborazione & sicurezza Efficienza Nota globale Valutazione TCS 1
importanza 0.30 0.10 0.30 0.10 0.20
Tutti i set Fly-More tranne il Wingsland S6
2
Prezzo con telecomando opzionale per l’S6, per tutti gli altri droni un telecomando è disponibile di serie
3
Ampia funzione della fotocamera, modo normale 16 Megapixel
Wingsland S6
Yuneec Mantis Q
Parrot Anafi
DJI Mavic Air
DJI Mavic 2 Pro
230 6 12 Megapixel 4K 30fps Microspot ca. 200 (350) 2
480 27 13 Megapixel 4K 30 fps Conrad ca. 650
320 24 21 Megapixel 3 4K 30fps Conrad ca. 750
430 18 12 Megapixel 4K 30fps Digitec ca. 900
907 28 20 Megapixel 4K 30 fps Digitec ca. 1700
45% 57% 34% 64% 7% 37%
64% 67% 54% 52% 61% 59%
72% 77% 66% 65% 66% 69%
83% 80% 72% 84% 56% 74%
88% 82% 83% 83% 82% 84%
★★☆☆☆
★★★☆☆
★★★★☆
★★★★☆
★★★★★
80–100% 60–79% 40–59% 20–39% 0–19%
★★★★★
il video del test tcs.ch/ portale-video
eccellente molto consigliato consigliato consigliato con riserva non consigliato
di quota. Nel vento e per quanto riguarda la veloefficienza, il Mantis Q si distingue con una durata cità massima si classifica dietro il Mavic Air. Sono del volo di 27 minuti e un breve tempo di riinvece eccellenti le opzioni di impostazione del carica della batteria. volo. In un’area specifica, le configurazioni possono essere adattate alle esigenze perIl Wingsland S6 ha ottenuto Molto consigliato sonali. L’app è molto chiara e di facile solo un «consigliato con riParrot Anafi comprensione. La fotocamera dell’Anafi serva» nella valutazione comsi situa a metà classifica del nostro test. plessiva. Essendo il più piccolo Il funzionamento delle sue impostazioni e leggero tra i droni provati, ovviamente è stato risolto nel migliore dei modi e le non ha poopzioni di riprese video sono più estese tuto distinche sul Mavic Air. Peccato che le funzioni guersi per le carat «follow me» e waypoint siano disponibili solo teristiche di volo, dove con un sovrapprezzo, ma è comunque presente ha evidenziato gli stessi punti deboli del una buona offerta di programmi automatici. L’AMantis Q. Inoltre, a livello tecnico e visivo il suo nafi è l’unico drone del test la cui fotocamera s’inraggio d’azione è limitato a circa 100 metri. Per clina di 180 gradi. Per quanto riguarda l’efficienza, quanto riguarda la velocità massima, l’S6 ovviaAnafi si posiziona davanti al Mavic Air con una dumente non tiene il passo con gli altri modelli. rata del volo di circa 24 minuti. Le opzioni di impostazione del volo sono limitate alla velocità in orizzontale. Salta all’occhio la Lo Yuneec Mantis Q ha ricevuto un «consigliato» mancanza del telecomando, che ha dovuto essere alla fine della prova. È un po’ più grosso e pesante 14 touring | maggio 2019
★★★★☆ ★★★☆☆ ★★☆☆☆ ★☆☆☆☆
DOSSIER
Consigliato Yuneec Mantis Q
acquistato appositamente per il test. La reazione ai comandi è stata la peggiore di tutti e anche l’app dell’S6 è il fanalino di coda del test. Punti forti dell’app sono invece il simulatore di volo integrato e il software per l’elaborazione dei filmati. La fotocamera dell’S6 non ha convinto, perché è fissata al drone e non consente alcuna inclinazione. Anche in fatto di efficienza il Wingsland S6 è carente, con una durata di volo di meno di sei minuti, ben sotto la media.
Non tutto è permesso
Addestramento consigliato
A tutti i droni è fatto divieto di sorvolare le zone di caccia e le riserve di uccelli acquatici e migratori. Queste zone e quelle attorno ad aerodromi e aeroporti sono segnalate nella carta dei droni dell’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC). Allo stesso modo è vietato il volo nelle vicinanze delle aree di intervento dei servizi a luci blu senza il permesso dei responsabili degli interventi. I Cantoni e le autorità locali possono naturalmente emanare leggi proprie per il volo dei droni. I divieti di sorvolo temporanei in caso di grosse manifestazioni (World Economic Forum) valgono anche per i droni e sono indicati al sito skybriefing.ch. I divieti di volo temI CONSIGLI DEL TCS poranei non sono Una buona preparazione di volo segnalati nella evita di mettere in pericolo altre carta dei droni persone e di infrangere la legge dell’UFAC. Chi Osservare le direttive di volo vuole effettuare nazionali, cantonali e locali delle riprese aeree «Return Home» – prima di ogni deve anche attedecollo, adeguare la quota all’amnersi alla legge biente circostante (l’altitudine alla sulla protezione quale il drone ritorna automaticadei dati. ◆
Siccome i droni non sono gli unici utenti del traffico aereo, esistono regole cui i proprietari devono attenersi. I droni appartengono alla categoria dei veicoli aerei senza equipaggio. Viene fatta una distinzione per i droni che superano i 30 kg di peso. In linea di massima, per pilotare i droni di peso inferiore ai 30 chilogrammi non c’è bisogno di permessi. Tuttavia, per i droni di peso compreso tra 0,5 a 30 chilogrammi sono previste alcune restrizioni. Ad esempio, è vietato sorvolare senza autorizzazione assembramenti umani (24 persone) Consigli per gli acquisti o avvicinarsi ad essi a meno di 100 metri. Inoltre, La maggior parte dei droni sono dei cosidquesti droni richiedono un’assicurazione di redetti quadricotteri con quattro motori. Apparecchi sponsabilità civile con una copertura di almeno di questo tipo con fotocamera integrata, ma senza un milione di franchi. È vietato far volare i droni a trasmissione simultanea delle immagini, sono diuna distanza inferiore di 5 chilometri dagli aerosponibili già per 50 franchi. Affinché possa volare porti senza l’autorizzazione del gestore dell’aeroin modo abbastanza stabile, si consiglia di comdromo oppure della società di controllo Skyguide prare un drone con Global Positioning System per gli aeroporti maggiori. Gli aerodromi (GPS) integrato. Per quanto riguarda la risolusottoposti a controllo del traffico aereo zione dei filmati, ormai da tempo si tende al hanno delle zone specifiche, 4K, per cui i moderni droni offrono la all’interno delle quali non si Consigliato con riserva possibilità di registrare video con risolupuò volare a una quota supeWingsland S6 zione 4K. riore ai 150 metri dal suolo.
Prima ancora di pensare a far volare il drone, si raccomanda di leggere le istruzioni d’uso e di familiarizzarsi con le manovre. Con i corsi per i droni, il TCS offre un supporto concreto per il pilotaggio di questi velivoli e per conoscere le relative prescrizioni di legge. Durante i corsi, si impara a manovrare il drone in sicurezza, le leggi in vigore e utili programmi aggiuntivi che aiutano a gestire il drone. Altrettanto raccomandata è l’elaborazione di una lista di controllo prima del volo, con cui si verificano i principali criteri prima del decollo e si riducono le cosiddette sgradevoli sorprese in cielo.
Due dei piloti per il test TCS Lars Tanner (a s.) e Andrea Scuderi (a d.).
mente dal pilota per atterrare)
Le decalcomanie accrescono la visibilità del drone Programmare una riserva sufficiente per il rientro (30% capacità batteria) Si raccomanda di partire da un terreno solido Le persone non coinvolte non vedono quel che vede il drone maggio 2019 | touring
15
Assistente volante per soccorsi in montagna I droni hanno un posto di primo piano nelle organizzazioni di soccorso delle nostre Alpi. Due esperti ne spiegano i meriti e espongono le speranze riposte in un’evoluzione tecnologica costante. TESTO JÉRÔME LATHION | FOTO SANDRO TECHTHALER
A
Davos, l’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) li ha già integrati come strumenti d’osservazione che permettono una simulazione ottimale al computer dei pericoli naturali. Il primo anello preventivo della catena. Perché in Svizzera i droni hanno dato prova della loro utilità anche nell’ambito del soccorso in montagna. Ricerca di persone scomparse; esplorazione di terreni pericolosi o difficilmente accessibili; visione globale in caso di eventi eccezionali; aiuto nella documentazione: i droni fungono ormai da rinforzo alle flotte d’elicotteri e assistono le risorse umane messe a disposizione di alpinisti, sciatori ed escursionisti in pericolo.
Un esempio ci viene da Sion, dove due droni che possono essere muniti di una fotocamera ottica o termica completano, dal 2018, il parco velivoli d’Air Glaciers. Una persona formatrice e fino a 7 piloti istruiti sono al comando dei mezzi in caso di bisogno. Pascal Gaspoz, responsabile della Maison François-Xavier Bagnoud du sauvetage, elenca i vantaggi di questi apparecchi: «Le ricerche sono semplificate e il tempo di localizzazione è ridotto. L’intervento è facilitato nelle zone difficili, poiché il drone è più agile di un elicottero nell’evitare ostacoli quali le linee ad alta tensione, ciò che costituisce una sicurezza per i nostri equipaggi». Senza dimenticare, ovviamente, il costo ben inferiore. «Infine, il drone assiste le colonne di soccorso permettendo di trasportare per via aerea del materiale leggero, come mezzi di sussistenza o materiale radio».
Il lavoro non manca Vediamo ora qual è la situazione a livello nazionale. Rolf Gisler possiede una licenza «DUE» – riservata ai professionisti – della Federazione svizzera dei droni civili (FSDC) ed è responsabile specializzato in seno al Soccorso Alpino Svizzero (SAS). L’organizzazione è incaricata dell’assi16 touring | maggio 2019
stenza in montagna nel nostro Paese, fatta eccezione per il Vallese. Ci spiega che finora sono tre i diversi tipi d’apparecchio acquistati a scopo di test. «Ma saltuariamente vengono utilizzati dei droni esterni o privati, quindi il numero d’apparecchi in funzione al SAS non può essere quantificato con precisione». In merito alla formazione di piloti, il responsabile riconosce che c’è ancora da fare: «Per ora non formiamo nessuno. Ma in maggio si terrà una riunione speciale droni del SAS. Saranno allora definite le possibilità e verranno fissate delle priorità».
Progressi in vista Per molti aspetti, e il SAS lo illustra bene, le prospettive offerte dai droni nel soccorso alpino sono solo agli inizi. A testimoniarlo una realtà sorprendente rivelata presso l’aerodromo di Sion: qui, per ora, il mezzo volante serve perlopiù a localizzare degli animali di compagnia – soprattutto cani – smarriti durante le gite. Ma comunque l’essere umano non perde la sua importanza e dovrebbe beneficiare dei progressi tecnologici. Air Glaciers è infatti partner di Nivitec, una start up di Sion che sviluppa attualmente un drone autonomo di ricerca delle vittime di valanghe, battezzato «Snow». L’apparecchio propone non pochi vantaggi, tra i quali delle fotocamere di bordo che permettono una visione globale della zona d’intervento e un dispositivo per individuare le vittime di valanghe. «Attualmente è in fase di test, ma dovrebbe essere disponibile nel prossimo inverno», si rallegra Pascal Gaspoz. Questo dispositivo è un aiuto atteso con impazienza anche da Rolf Gisler, che spera vi siano altri progressi tecnologici: «L’affidabilità degli apparecchi dev’essere migliorata in caso di basse temperature, di forte vento o di elevata umidità. Infine, il volo dovrebbe essere meno dipendente dal GPS e sarebbe auspicabile poter esplorare grotte, crepacci o gole». ◆
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KEYSTONE
I cerbiatti sono stati per troppo tempo vittime delle falciatrici.
Quando la salvezza dei cerbiatti vien dal cielo
«L’affidabilità degli apparecchi dev’essere migliorata in caso di basse temperature, di forte vento o di elevata umidità»
Rolf Gisler Esperto di droni, Soccorso Alpino Svizzero (SAS)
Per molto tempo, le immagini raccapriccianti dei cerbiatti mutilati dalle falciatrici hanno suscitato commozione, ogni anno, tra metà maggio e metà giugno. Finché, in seno all’Alta scuola delle scienze agrarie, forestali e alimentari (HAFL) di Zollikofen (BE), non è sorta un’idea: perché non reperire le giovani bestie rannicchiate nell’erba alta tramite dei droni dotati di fotocamere termiche? Nel canton Vaud, l’idea ha sedotto cacciatori, agricoltori e piloti. Dopo un test positivo nella regione della Côte, nel 2017, l’azione s’è sviluppata su scala cantonale lo scorso anno. E dal 2019 gli sforzi di tutti questi attori si sono concentrati, dando vita alla fondazione Sauvetage Faons Vaud, posta sotto l’egida della Diana e presieduta da Raymond Bourguignon. Quest’ultimo riferisce sugli sviluppi, tanto soddisfacenti quanto recenti: «Il nostro problema iniziale era soprattutto il costo del materiale. Un appello alle donazioni, lo scorso anno, ci ha permesso d’acquistare 5 droni e una fotocamera termica». Incoraggiati da Prométerre, l’associazione di difesa dei loro interessi, 237 agricoltori vodesi hanno sollecitato gratuitamente l’aiuto della fondazione lo scorso anno. Per umanità, ma anche per interesse: «Le falciatrici con taglio a forbice mutilavano i cerbiatti, le nuove falciatrici rotative tritano gli animali e la loro carne genera dei batteri nocivi per la qualità del foraggio», spiega Raymond Bourguignon. Qualunque sia la motivazione, le cifre per il 2018 parlano chiaro: 446 prati sorvolati, 254 cerbiatti salvati. E dato che su scala nazionale l’azione suscita delle vocazioni sotto forme diverse, il presidente di Sauvetage Faons Vaud ritiene, per estrapolazione, che il ricorso ai droni equipaggiati con fotocamere termiche permetterebbe di preservare almeno 3000 giovani vite animali ogni anno. sauvetage-faons-vaud.com
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Svizzera paradiso dei droni I droni costituiscono la nuova sfida dell’UFAC, come spiega il portavoce Urs Holderegger. Per gestire questo fenomeno di massa l’UFAC sta creando condizioni quadro ragionevoli e integrate nello spazio aereo. INTERVISTA DOMINIC GRAF | FOTO EMANUEL FREUDIGER
Un anno fa l’UFAC venne subissato da richieste per far volare droni. Di conseguenza venne deciso uno stop alle autorizzazioni della durata di quattro mesi. Com’è la situazione adesso?
Per prima cosa si deve dire che consideriamo questa nuova situazione come un’occasione di sviluppo. Da una parte abbiamo introdotto una serie di nuove procedure standard, che semplificano e accelerano il processo di autorizzazione. Per esempio oggi l’autorizzazione per fotografare un matrimonio con un drone può essere ottenuta già in due settimane al massimo. D’altra parte il Consiglio federale ci ha concesso un aumento del personale e assumiamo esperti che conoscono soprattutto la tecnologia informatica in tutti i suoi aspetti. Inoltre intendiamo impegnarci ancora di più per soddisfare i nuovi fabbisogni con la creazione della nuova organizzazione «Innovazione e digitalizzazione», che si occupa del progetto U-Space. Cos’è U-Space?
U-Space è una piattaforma digitale che unisce i due mondi dell’aviazione: quello aereo, con equipaggio, e quello dei droni, senza equipaggio. Si basa su una identificazione remota elettronica di tutti gli utenti dello spazio, in cui anche i droni annunciano la loro posizione in modo automatico su una specie di Cloud. Questa centrale di elaborazione dei dati gestisce il traffico, con la facoltà di chiudere o aprire il cielo in tempo reale, al fine di evitare collisioni tra gli utenti. Un ingegnere dell’UFAC ha contribuito in modo importante alla realizzazione del progetto «Swiss U-Space». Dopo il picco del 2018, vi è una diminuzione di chi vuole il nuovo «giocattolo» dell’aria...
COME PILOTARE UN DRONE Sul suo sito l’UFAC informa sul comportamento corretto e legale da adottare con i droni. Ad esempio quando i piloti di droni hanno bisogno di un’autorizzazione: Si avvicina a più di 5 km da aeroporti ed eliporti
Senza conoscere i dati concreti, questa è la nostra sensazione. Un indizio in questa direzione sono i numeri leggermente in calo di incidenti. Tuttavia non riteniamo che l’interesse nei droni si sia assopito e che non sia più un tema da affrontare. Si prevede un forte sviluppo soprattutto per l’uso professionale dei droni. In questo campo sono in corso diversi test, non sempre con successo come mostra la caduta del drone della Posta nel Lago di Zurigo. Come si pone l’UFAC di fronte a questi progetti?
A questo riguardo la devo contraddire. Non si tratta affatto di test falliti o – come dice lei – di un non-successo. Al contrario, il drone della Posta non è precipitato, bensì ha effettuato con un paracadute un atterraggio di emergenza controllato a causa di un problema tecnico. C’è una bella differenza e si può addirittura dire che è stato un colpo di fortuna perché in questo modo si è potuto testare un atterraggio di emergenza in condizioni reali. A Lugano, ad esempio, da un anno i droni trasportano quotidianamente esami di laboratorio tra l’Ospedale Italiano e l’Ospedale Civico. Da un punto di vista dell’UFAC, si tratta di un notevole successo, dato che ci si muove già a un livello professionale molto alto.
Supera i 150 m dal suolo nelle zone di controllo Si avvicina alle aree di interventi di emergenza con luci blu Sorvola o si avvicina ad assembramenti di persone a meno di 100 m Non rimane costantemente nel campo visivo del pilota Ha un peso superiore ai 30 kg Ulteriori informazioni: ufac.admin.ch
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La Svizzera viene lodata come «Drone Valley». Nel confronto internazionale siamo davvero una specie di paradiso dei droni?
Direi che sia un’affermazione azzeccata. Nel settore dei droni professionali la Svizzera è chiaramente una delle prime al mondo. Sinora in Svizzera si sono insediate oltre 80 imprese per un
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CORSI TCS PER DRONI Imparare a pilotare i droni da insegnanti esperti e diventar dei professionisti! I seguenti corsi per droni del TCS offrono la base ideale per le vostre conoscenze ed esigenze:
«Si prevede un forte sviluppo soprattutto per l’uso professionale dei droni»
Urs Holderegger responsabile comunicazione Ufac
Droni per principianti: basi e primi tentativi di volo (2 ore) Corso base: per dilettanti che desiderano diventare più sicuri (6 ore) Droni Uno: per avanzati incluso l’esame per la licenza «UNO» (2 giorni) Droni Due: per professionisti incluso l’esame per la licenza «DUE» (5 giorni) Corso speciale: alla ricerca di cerbiatti con la tecnica dei rilievi termografici (3 ore) Informazioni e iscrizioni: tcs.ch/corsi-droni
A partire dal 2020 entrerà in vigore l’obbligo di registrazione per i droni con un peso superiore ai 250 grammi. Perché è necessario?
totale di più di 2500 posti di lavoro. E non è dovuto al caso. Da un lato abbiamo la legge più liberale d’Europa in materia di droni. Dall’altro lato i politecnici di Zurigo e Losanna offrono una base ottimale per la ricerca e lo sviluppo ai più alti livelli. Il compito dell’UFAC è anche quello di creare le migliori condizioni quadro in modo che la burocrazia non costituisca un ostacolo per le attività degli attori della «Drone Valley». È per questo che è stato fondato il gruppo UFAC di lavoro sui droni, di cui lei fa parte?
Anche, ma non solo. Da oltre 20 anni esiste un’ordinanza sull’aviazione senza equipaggio, ad esempio per gli aerei da modellismo. Con l’avvento dei droni come fenomeno di massa, la situazione è ben cambiata. In genere chi guida aeromodelli possiede delle nozioni nel campo dell’aviazione, mentre chi usa un drone non ne ha e non pensa di averne bisogno. Per questo motivo, il gruppo di lavoro è stato costituito da un lato per definire nuovamente alcune questioni giuridiche e dall’altro per modificare il controllo, la comunicazione e la prevenzione. Dato che questi aspetti sono collegati strettamente con la ricerca e l’industria, si è potuto venire incontro per tempo ai loro bisogni.
L’Unione europea ha adottato una nuova regolamentazione sui droni, che viene introdotta l’anno prossimo e che prevede anche un obbligo di registrazione. Questa novità è ragionevole anche per noi in Svizzera, soprattutto in vista della realizzazione dell’U-Space. Grazie all’inserimento del proprio drone nel registro, il detentore potrà muoversi nello spazio aereo in modo legale e senza troppa burocrazia. L’obiettivo è di poter autorizzare il volo di un drone in modo diretto e addirittura spontaneo attraverso il sistema sotto forma di un’applicazione e di ottenere in tempo reale informazioni sullo spazio aereo. In questo modo l’obbligo di registrarsi non sarà visto come un ostacolo, bensì come un sostegno che semplifica il pilotaggio dei droni. Dal 2017 il TCS offre corsi con i droni. Qual è la posizione dell’UFAC rispetto a tale iniziativa?
Li vediamo molto di buon occhio. Tutti gli sforzi profusi per la professionalizzazione del volo dei droni, come quello del TCS, contribuiscono alla sicurezza in generale. Nel concepire questi corsi il TCS ha collaborato con la Federazione svizzera dei droni civili (FSDC). Anche l’UFAC è in stretto contatto con la Federazione e dunque indirettamente abbiamo avuto un certo influsso sui corsi del TCS che appoggiamo in pieno. Attualmente comunque non esiste alcuna certificazione da parte dell’UFAC di scuole per il pilotaggio di droni. Con l’avvento della nuova regolamentazione europea però verrà certamente introdotta. ◆ In pillole Urs Holderegger (55) è responsabile comunicazione all’Ufficio federale dell’aviazione civile e membro del gruppo di lavoro sui droni UFAC.
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FOTO AGROSCOPE, STRABAG, FFS
Agroscope sperimenta l’impiego di droni per la protezione delle piante, ad esempio nei vigneti.
Droni sui campi Agroscope, ovvero il centro di competenza della Confederazione per la ricerca agronomica, ha sviluppato una procedura standardizzata per l’uso dei droni, certificata dall’UFAC, allo scopo di proteggere le piante. Nella fattispecie la Svizzera è attualmente l’unico Paese in cui esiste una tale procedura. La viticoltura è il campo ideale per gli assistenti volanti perché spesso i filari si trovano su pendii ripidi e i trattamenti fitosanitari devono essere fatti faticosamente a mano. I test dell’istituto hanno rilevato che su brevi tratti la dispersione dei prodotti irrorati da parte dei droni è analoga a quella dei trattori. Su tratti più lunghi la dispersione è addirittura minore. Attualmente il trattore dà risultati migliori solo per quanto riguarda la distribuzione di agrofarmaci sulle singole viti perché è più vicino alla superficie da irrorare. Gli esperti sono comunque convinti che il risultato dei droni possa essere migliorato mediante adattamenti dell’altezza e velocità di volo. Altrettanto interessante risulta l’impiego dei droni nella lotta contro la peronospora della patata causata dall’agente patogeno «Phythophthora infestans». «In genere le piante devono essere spruzzate più volte con fungicidi dal trattore, in modo
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che le spore dei funghi non attacchino le foglie e le piante. Lungo i corridoi percorsi dal trattore la raccolta di tuberi è inferiore sino al 30 percento e spesso le patate risultano deformi», afferma Ruedi Schwärzel, ricercatore di Agroscope. Quando invece il trattamento viene applicato con l’ausilio di droni, lungo i solchi crescono di nuovo più patate e i tuberi sono di forma più regolare. «Un ulteriore vantaggio consiste nel fatto che i droni si possono usare in ogni momento, anche direttamente dopo la pioggia. È un dettaglio non indifferente, dato che proprio in presenza di umidità il fungo diventa molto attivo e attacca le piante», afferma Schwärzel. Con il trattore invece per irrorare i campi si deve aspettare sino a che il terreno secchi e diventi di nuovo praticabile. «Tra il 15 maggio e la fine di luglio e talora fino ad agosto inoltrato, le piante di patate in Svizzera devono essere trattate all’incirca sette volte contro la peronospora. E laddove i contadini non possono evitare di circolare con i loro trattori nelle zone residenziali, la gente si sente disturbata», aggiunge l’agronomo. I droni, per contro, non vengono praticamente notati dalla popolazione.
Da Strabag il rilievo topografico è affidato a multicotteri.
DOSSIER
Sono (quasi) ovunque Chi crede che in Svizzera i droni professionali vengano utilizzati o sperimentati unicamente nei campi della fotografia, del cinema e dei trasporti, si sbaglia. Infatti questi tuttofare volanti hanno già dimostrato di essere molto utili in agricoltura oltre che nell’edilizia, nonché nel settore ferroviario. TESTO JULIANE LUTZ
Droni nei cantieri
Droni lungo i binari
In questo settore gli assistenti volanti che fanno anche fotografie e video vengono impiegati soprattutto per analizzare la qualità del terreno, riconoscere subito eventuali difficoltà e calcolare esattamente i possibili spostamenti di terreno. Da marzo presso Strabag Svizzera, società del maggior gruppo di costruzioni europeo, viene impiegato un drone. Le foto della superficie terrestre registrate da questo aeromobile a pilotaggio remoto vengono trasformate in modelli 3D per mezzo di un programma di fotogrammetria digitale. «Contrariamente ai vecchi metodi di misurazione manuali, i dati forniti dai droni sono notevolmente più precisi e dunque costituiscono una base migliore per l’allestimento di offerte di costruzione» afferma Pascal Strebel, esperto geometra presso Strabag SA. È dunque possibile calcolare in modo esatto la quantità di materiale di scavo – e anche il numero di camion necessari per il trasporto e lo sgombero. Strabag fa volare il drone sul cantiere anche in fase di costruzione per documentare l’avanzamento dei lavori o per calcolare altre cubature e superfici. I dati in 3D forniscono inoltre la base per il cosiddetto Building Information Modeling (BIM), un metodo sofisticato sempre più utilizzato in campo edile che permette di rilevare, modellare e combinare in forma digitale tutti i dati dell’opera di costruzione.
È dal 2017 che le FFS controllano i pendii lungo l’asse del San Gottardo mediante droni, allo scopo di prevenire e minimizzare tempestivamente il pericolo di smottamenti. I multicotteri fanno risparmiare molto tempo. Basta ricordare che, prima del loro avvento, ci voleva un giorno per percorrere a piedi e ispezionare ad esempio il Rossberg nel Canton Berna. A confronto: con i droni ci vogliono solamente un paio di minuti per salire a 800 metri di altitudine e spingersi sino a 500 metri di distanza. In questa particolare regione l’impiego di droni è previsto su diverse ulteriori tratte. Molto promettenti sono poi stati anche gli esperimenti in cui i multicotteri sorvolano i treni merci prima della partenza per compiere dei controlli mirati dei singoli vagoni. In questo modo, grazie alle riprese, per gli agenti è possibile verificare che la merce sia caricata e coperta correttamente. Sempre per abbreviare i tempi, le FFS ipotizzano il ricorso futuro ai droni anche per le verifiche dei ponti. «Le zone disagevoli, che sinora dovevano essere scalate faticosamente o dovevano essere sorvolate con elicotteri, ora possono essere documentate velocemente per mezzo di un drone. Per l’ispezione dei ponti sono comunque ancora necessari degli esperti in carne ed ossa», spiega Christian Ginsig, portavoce delle FFS. Inoltre si sta studiando l’impiego di droni per il controllo della vegetazione lungo i quasi 3300 km della rete ferroviaria. Le riprese fornite dal multicottero mostrano in maniera puntuale dove le piante invasive hanno cominciato a infestare i lati dei binari. Con le immagini dei droni dal cielo si possono identificare più velocemente le neofite rispetto a prima», sostiene Ginsig. In Svizzera le piante alloctone che si diffondono in modo aggressivo a discapito della flora locale devono essere sradicate sistematicamente. Grazie al drone, la protezione e conservazione delle specie autoctone può adesso essere realizzata in modo più veloce e con maggiore efficacia. ◆ Le FFS si avvalgono a loro volta di droni, ad esempio per controllare la vegetazione.
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Pronti, partenza, via… in missione sportiva Come saranno le gare motoristiche nel 21° secolo? Un presagio ci viene dalle competizioni di droni. In uno scenario spettacolare di luci sgargianti e suoni vibranti, gli apparecchi telecomandati vengono fatti volare attraverso un percorso a velocità di oltre i 100 km orari, mentre i piloti rimangono con i piedi ben saldi a terra. TESTO DINO NODARI | FOTO VALERIANO DI DOMENICO
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DOSSIER
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on appena Marlon Tanner indossa il visore per il «drone racing», il gentile e riservato 18enne apprendista in elettronica di Matzingen presso Frauenfeld si trasforma in Samsi e Samsi è tutt’altro che timido. «Il mio stile di volo è piuttosto aggressivo e imprevedibile e per questo meno preciso. Mi piace rischiare e non voglio mai mollare», spiega Samsi. È il campione svizzero in carica nella corsa dei droni: l’anno scorso ha vinto la Swiss Drone League appena istituita. Già prima che iniziasse la nuova serie di gare, Samsi – nome da pilota di Marlon Tanner – era certo di trovarsi in pole position. D’altronde ne aveva vinto le due edizioni non ancora ufficiali, precedenti al campionato svizzero indoor fondato l’anno scorso. L’ultima stagione che si è peraltro volato esclusivamente all’interno.
I confini svaniscono
Samsi, il campione svizzero comanda il suo drone.
Il pilotaggio dei droni è l’ultimo grido e ha tutti i numeri in regola per affermarsi nel grande pubblico come attività del tempo libero e che troverà il suo posto di diritto nelle competizioni di e-sport dell’aria. È evidente: in un’epoca in cui il digitale si fonde sempre di più con l’analogico, questo sport sembra essere ideale per unire i due mondi. Da una parte il drone viene pilotato attraverso il mondo reale, ricreando un percorso a ostacoli in cui può entrare in collisione con oggetti e precipitare, dall’altra il pilota si trova nel mondo virtuale attraverso gli speciali occhiali immersivi che gli mostrano in tempo reale quello che registra la telecamera del suo drone. maggio 2019 | touring
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DOSSIER Con un ronzio penetrante i droni partono e vengono subito accelerati sino a 100 km/h e abilmente pilotati lungo una gimcana, sotto ponti e attraverso cornici artificiali, alzandosi e abbassandosi velocemente e compiendo brusche curve a gomito. Il mondo reale si fonde con il virtuale. È proprio questo ad affascinare Marlon Tanner. «Pilotare droni da corsa è come un videogioco – però dal vivo». Ma ancor più emozionante, infatti procura scariche di adrenalina addirittura più forti dei «games».
Premi stratosferici? A Dubai già nel 2016 si è tenuta una gara di droni e le somme in palio sono state da mille e una notte: ben un milione di dollari! Negli USA, gli eventi della «Drone Racing League» vengono trasmessi da grandi emittenti televisive, facendo anche in questo caso girare tanti soldi – cifre impensabili qui da noi. Al momento in Svizzera si ricevono solo buoni e pezzi di ricambio di case produttrici. «Ci sono pochissime persone che possono vivere di quest’attività», ammette Samsi e aggiunge che anche in quei casi si guadagna soprattutto con la piattaforma video Youtube. A dire il vero sulla scena il termine drone è malvisto. Il suo uso in campo militare e le possibilità di spiare gli altri mediante la telecamera incorporata non lo rendono simpatico. «Per questo motivo in genere parliamo di quadricottero o quad», spiega Marlon Tanner. «Ma dato che spesso la gente non
capisce, si usa ancora il termine di drone». Marlon Tanner non sopporta il fatto che ci sia ancora gente che definisce questi apparecchi dei giocattoli perché nessuno dei suoi droni da gara si può comprare in un negozio. I droni da competizione vengono costruiti a partire da singole componenti e poi adattati allo stile individuale del pilota e al tipo di gara da affrontare. Il «drone racing» di Samsi costa sui 500 franchi. «Si tratta di uno sport a tutti gli effetti, dove si compete con modelli ad alto contenuto tecnologico. Soltanto chi è disposto ad investire tempo, denaro e impegno può ambire ad un posto sul podio».
Ogni inizio è difficile È stato un video su Youtube, visto tre anni e mezzo fa insieme al padre, che ha fatto scattare la scintilla a Marlon Tanner. Come hobby aveva già quello del modellismo di aerei e automobili, in modo che il passo al drone è stato breve. Come lui, altri piloti svizzeri sono arrivati sulla scena delle gare attraverso il modellismo. «In effetti il drone racing è legato strettamente alla costruzione del quad. È estremamente affascinante il fatto che si debba fare attenzione a tanti aspetti in modo che i
droni siano in grado di volare alla perfezione», spiega Marlon Tanner. Per imporsi a livello agonistico, il pilota ha bisogno non solo di abilità meccaniche, ma anche di una buona coordinazione occhio-mano, riflessi pronti e immaginazione dello spazio. E di molto, molto allenamento. Se il pilota ha tutte queste qualità, come Samsi, s’iscriverà alle gare. Qui si tratta di familiarizzarsi il più velocemente possibile con il percorso nei giri di prova; quindi ci si dovrà qualificare per le eliminatorie per poi sfidare i migliori in finale. Durante le singole corse spesso si ha il tempo necessario per riparare gli apparecchi e per conoscere la strategia di volo degli avversari. Come affrontano il percorso, prendono le curve in modo diverso? Sul posto non si faranno più grandi aggiustamenti al proprio equipaggiamento. Piuttosto ci si affida a più droni. «Io punto più sull’agilità che sulla velocità», confida Marlon Tanner. Sono avvantaggiato nelle sequenze complicate, ma viceversa perdo tempo nei tratti in cui è la velocità a contare. Benché quest’anno siano in programma importanti esami scritti di tirocinio e Marlon Tanner voglia dedicarsi anche ad altri hobby, pensa di avere buone probabilità di riuscire a difendere il titolo di campione. «È il mio obiettivo», dichiara. Non vuole certo lasciarsi sfuggire quest’occasione. Infatti è intenzionato a rimanere in lizza e partecipare a gare al di fuori della Svizzera fra un anno o due. ◆
SWISS DRONE LEAGUE La Swiss Drone League (SDL) entra nella sua seconda stagione. Dopo la gara inaugurale a Winterthur in maggio, seguiranno gli appuntamenti di Bienne, Lucerna, Basilea e Berna. Nel Drone Racing FPV i piloti fanno sfrecciare i loro velivoli attraverso un percorso ad ostacoli. FPV sta per «First-Person-View» (visione in prima persona) e significa che si sperimenta il volo dalla prospettiva dell’aereo attraverso il sistema di pilotaggio in remoto (telecamera e occhiali immersivi). Il TCS è fra gli sponsor della SDL. swissdroneleague.ch
Le luci a LED rendono i droni meglio visibili agli spettatori.
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DOSSIER
Una ruota, due funzioni Per navetta stradale e veicolo volante.
Ecco la ruota multimodale Non potendo reinventare la ruota, il modello di pneumatico Goodyear Aero la rivoluziona. Un approccio da ritorno al futuro, che associa vettura autonoma e volante. I droni tremano già… TESTO MARC-OLIVIER HERREN
L’
appartenenza alla vecchia economia non impedisce affatto d’essere risolutamente orientati al futuro. Charles Goodyear, l’inventore della vulcanizzazione – un processo chimico che rende il caucciù più elastico e meno sensibile al calore – era già tra i pionieri nel 19° secolo. Oggi, la società americana eponima – senza diretto legame con quest’ingegnoso chimico – concepisce dei prodotti innovativi, restando comunque uno dei quattro grandi produttori mondiali di gomme. In quest’ottica, il Centro di innovazione Goodyear, in Lussemburgo, pullula di progetti deliranti come la sua ultima concezione, il pneumatico Aero, che esplora la pista delle vetture autonome e quella, improbabile, degli oggetti volanti. Un prototipo al limite della fantascienza, le cui ruote abbozzano però delle soluzioni verosimili per la mobilità autonoma.
FOTO ALD
La gomma si fa elica Più concretamente, il concept Goodyear Aero funge tanto da gomma stradale quasi tradizionale quanto da propulsione a elica per una vettura vo-
modalità di volo o di guida stradale. Il Goodyear Aero è allora pronto a prendere il suo volo e le ruote si mettono in posizione orizzontale. Quest’operazione viene garantita da un sistema a propulsione magnetica che provvede ad un funzionamento senza frizioni. La ruota accoglie in effetti un rotore inclinabile (ispirato ai convertiplani) che serve da gruppo motopropulsore, sia in modalità stradale che aeronautica. E le razze del pneumatico si tramutano in pale d’elica per garantire la portanza in volo.
lante. In concreto ciò significa che i pendolari del futuro potranno passare dalla strada al cielo. Uno scenario avveniristico di cui andrà però considerata principalmente la parte stradale. Nella posizione classica, questo pneumatico senz’aria è destinato alle navette autoApplicazioni concrete nome che trasportano Evidentemente questo scenario rientra passeggeri. Le razze della nel campo della fantamobilità. Infatti struttura non pneumatica Goodyear stima che nel migliore dei casi sono sufficientemente sarebbe immaginabile nel giro di 20 flessibili per ammortizanni. Eppure, il concept Aero racchiude zare gli urti generati dal numerose tecnologie applicabili su dei manto stradale. Interattivo, futuri prodotti più convenzionali. questo concept integra anche Pensiamo ad esempio ai senun processore originato sori a fibra ottica che dall’intelligenza artificontrollano le condiciale che gestisce le zioni della carreginformazioni progiata, l’usura e venienti dai senl’integrità strutsori della turale della gomma, nonLe razze a forma di gomma. Tutti ché dai dati pale permettono di far volare il veicolo. elementi che forniti dalla comunicazione permetteranno tra i veicoli. d’utilizzare dei L’analisi di quepneumatici sto flusso d’insenza vincoli formazioni serve sulle navette aua definire la prassi tonome e, di conseda seguire e, in partiguenza, di massimizcolare, a determinare la zarne la durata d’uso. ◆ maggio 2019 | touring
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MOBILITÀ
50 anni dopo il primo allunaggio, il satellite della Terra è di nuovo nel mirino delle Grandi Potenze e ora anche con il sostegno di investitori privati. La prospettiva di fare molti soldi grazie all’estrazione di preziose materie prime sta creando un’atmosfera da febbre dell’oro. TESTO DINO NODARI
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u un piccolo passo per Neil Armstrong, ma per il mondo fu uno degli eventi più importanti del 20° secolo: l’allunaggio. Sino al 1972 si successero cinque missioni lunari con equipaggio e poi, gradualmente, l’interesse per la Luna andò diminuendo sino a sparire dai riflettori. Quest’estate ricorre il 50° anniversario della prima camminata sulla Luna e si sta delineando una nuova gara per la sua riconquista – con ancora più protagonisti e maggiori obiettivi rispetto a mezzo secolo fa. Da inizio anno la sonda lunare cinese «Chang’e-4» sta esplorando la faccia nascosta della Luna. Una missione che negli Stati Uniti ha provocato un ripensamento riguardo il programma dell’agenzia spaziale NASA: se poco prima l’obiettivo era Marte, ora la situazione è cambiata e il Governo a Washington non vuole più perdere tempo. A dire il vero, la prossima missione lunare con equipaggio era pianificata per il 2028, alla luce però dell’avanzamento della missione cinese, si è deciso di ac26 touring | maggio 2019
celerare i tempi. Stando alla comunicazione di marzo del vicepresidente Mike Pence, gli Stati Uniti vogliono ritornare sulla Luna entro cinque anni. Se necessario anche con la partecipazione di imprese private: «Se i razzi commerciali risultano essere l’unico modo per riuscire a portare astronauti statunistatunitensi sulla Luna entro 5 anni, allora li useremo».
Passeggiare sulla Luna Nel frattempo l’Agenzia Spaziale Europea e la statunitense NASA hanno sottoscritto un Memorandum d’intesa che prevede di coordinare la ricerca scientifica della Luna, condividendo analisi di ingegneria e concetti tecnologici, e di sondare le possibilità per una collaborazione in una missione lunare. E anche la Russia non vuol essere da meno: entro 12 anni i primi cosmonauti dovranno passeggiare sulla
Luna e dal 2031 si dovranno organizzare voli annuali sulla Luna con equipaggio. Ma a cosa è dovuto questo improvviso rinnovato interesse per questo satellite? E da tempo nella corsa alla con conquista della Luna non par partecipano solo Stati, bensì anche imprese private che stanno programmando, in modo più o meno serio, missioni lunari. E sembra anche essere chiaro che nella prossima missione non si tratterà solo di una camminata per aver prestigio mondiale. «Questa volta non pianteremo solo una bandiera e lasceremo solo impronte di piedi», ha dichiarato il presidente USA Donald Trump. «Costruiremo le fondamenta per una missione su Marte e forse per tanti altri mondi».
Il razzo più potente al mondo, il Falcon Heavy.
Prima di tutto però l’interesse è riposto sul satellite della Terra, che ha molto
Un sacco di soldi La prospettiva di grandi affari attira anche investitori e società private, come il programma Space X del capo di Tesla Elon Musk, che con il Falcon Heavy possiede il razzo più potente al mondo del momento. La visione di Musk è analoga a quella della NASA: creare una base permanente sulla Luna da usare come punto di partenza per la conquista del resto dello spazio. Il fatto è questo: la via per andare su Marte e su altri pianeti passa attraverso la Luna. La differenza è che mentre il progetto Space X rappresenta soprattutto un’offerta turistica, il progetto Moon Express della Silicon Valley invece ha come obiettivo il trasporto di materie prime dalla Luna alla Terra e possiede già una licenza di allu-
FOTO ISTOCK, SPACE X
Il ritorno sulla luna
da offrire. Titano, alluminio, ferro, magnesio, oro, platino, iridio, rodio ed elio-3 sono tutte materie preziose custodite sulla Luna. Soprattutto la presenza di elio-3, che è lo stesso gas del Sole e il carburante ideale per la fusione nucleare, fa sognare investitori e scienziati e risveglia grandi aspettative. Si stima che sulla Luna ve ne sia almeno un milione di tonnellate, una quantità strabiliante se si pensa che 40 tonnellate basterebbero a coprire il fabbisogno di elettricità negli USA per un anno. Come questo isotopo dell’elio verrà poi trasferito dalla Luna alla Terra non si sa ancora. Il problema attualmente più grande, la gravitazione terrestre, potrebbe essere risolto con un ascensore nello spazio: una specie di funivia con una serie di cabine attaccate a cavi che viaggiano ad un’altezza di 40 000 km e trasportano persone e materie prime dalla terra allo spazio e viceversa. Fantascienza? Certo, ma tecnicamente sarebbe fattibile e gli scienziati da tempo stanno lavorando a questo progetto.
IL CONSULENTE naggio. Insieme ad altri 33 team, Moon Express ha partecipato al concorso di Google Lunar X. In palio ci sono sino a 20 milioni di dollari che andranno a chi per primo ce la fa a: mettere i piedi sulla Luna, percorrere 500 metri sulla sua superficie e trasmettere dei video della missione. Nonostante ben due prolungamenti del termine, nessun team ce l’ha fatta entro la scadenza di marzo 2018. Il premio è stato annullato, ma molti team non vogliono mollare l’impresa, anche grazie al sostegno di potenti finanziatori. La lista degli investitori nello spazio è piena di nomi illustri, come l’imprenditore britannico e fondatore del Gruppo Virgin Richard Branson o Peter Thiel, che con Paypal e Facebook è diventato miliardario. Larry Page ed Eric Schmidt di Google partecipano alla società Planetary Resources, che punta a ricavare materie prime dagli asteroidi. Sembrano proprio non mancare le idee su come sfruttare lo spazio. ◆
DI CHI È LA LUNA? Sono tutti legittimati a estrarre materie prime nello spazio e addirittura acquistare dei pezzi di pianeta? Comprare appezzamenti si può veramente fare e viene rilasciato anche un certificato, occorre però tener presente che un giorno questi documenti potranno essere dichiarati nulli. Nel Trattato sullo spazio del 1967 e ratificato finora da 107 Stati, l’articolo I prevede che: «… È libero l’accesso a tutte le regioni dei corpi celesti; lo spazio extraatmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti, può essere quindi, a parità di condizioni e in conformità col diritto internazionale, esplorato e usato liberamente da parte di tutti gli Stati senza alcuna discriminazione…)». E l’articolo II: «Lo spazio extra-atmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti, non è soggetto ad appropriazione da parte degli Stati, né sotto pretesa di sovranità, né per uso od occupazione, né per qualsiasi altro mezzo possibile». In questo trattato dunque si parla solo di Stati e non di imprese private. La questione è se le norme in esso contenute siano applicabili pure ai privati. Questo punto deve ancora essere chiarito.
Rotonde: pericolo in agguato per i ciclisti Le rotonde sono particolarmente pericolose per i ciclisti. Quasi un incidente su tre al loro interno coinvolge infatti una bicicletta. Raramente tuttavia sono i ciclisti la causa principale di tali incidenti. TESTO URS-PETER INDERBITZIN
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hi si è dato una volta la pena di osservare il traffico all’interno di una rotonda molto trafficata, sa di cosa parliamo: molti conducenti escono dalla rotonda senza mettere la freccia, sebbene la legge prescriva che ciò sia obbligatorio. Ma peggio è l’abitudine di dare un colpo di gas prima di entrare in rotonda, con l’intenzione di attraversarla senza dover frenare a causa degli altri veicoli che già vi circolano. A questo proposito, la legge prevede espressamente che prima di accedere ad una rotatoria bisogna adattare la velocità e concedere la precedenza ai veicoli già all’interno che provengono da sinistra. I numerosi incidenti dimostrano peraltro quanto sia pericoloso limitarsi ad una rapida occhiata all’avvicinarsi di una rotonda ed entrarvi ad andatura elevata.
In particolare per i ciclisti, l’attraversamento di una rotonda senza visibilità è impresa pericolosa. Studi hanno rivelato che gli incidenti all’interno delle rotonde sono causati nel 90% dei casi da conducenti di un veicolo privato o commerciale, che hanno urtato una bicicletta non vista. La maggior parte degli incidenti che coinvolgono una bicicletta avvengono perché non viene rispettato il diritto di precedenza; mentre la seconda causa più frequente è la fase di sorpasso, allorquando il conducente taglia la strada al ciclista. Purtroppo in questi casi i ciclisti sono sempre la parte più a rischio, perché fortemente soggetti a ferimento, mancando loro una «zona di assorbimento dell’urto».
Avanzare al centro Ma i ciclisti come devono comportarsi prima e dentro
la rotonda? Devono attenersi, come peraltro prescritto e usuale nel resto delle situazioni, all’obbligo di circolare a destra? Ossia in sostanza accedere alle rotonde tenendo completamente la destra e percorrerle lungo il loro bordo esterno fino all’uscita desiderata? È importante sapere che da alcuni anni i ciclisti sono autorizzati a derogare all’obbligo di tenere la destra. Hanno perciò il diritto di spostarsi al centro della corsia già prima di entrare nella rotatoria e di restarci una volta al suo interno. Questo aumenta la visibilità e la sicurezza e riduce il pericolo di non essere visti. In questo modo possono essere evitate anche pericolose situazioni di conflitto con la traiettoria di veicoli in fase di sorpasso che escono dalla rotonda all’improvviso appena davanti al ciclista. Attenzione però, perché procedere al centro della corsia richiede comunque la massima prudenza anche da parte di ciclisti esperti, in considerazione del fatto che i veicoli a motore viaggiano a velocità sostenuta anche nelle rotonde. Spostarsi al centro della strada immediatamente prima di una rotonda senza prima prestare attenzione al traffico può portare a situazioni altrettanto pericolose. deDa parte loro gli automobilisti de vono essere consapevoli che prima di una rotonda va prestata particolare attenzione agli utenti in bicicletta e adottare una guida adeguatamente prudente. ◆ URS-PETER INDERBITZIN consulente giuridico
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«Siam fattore di disturbo» In genere gli automobilisti e i ciclisti si sentono disturbati dalla presenza sulla strada dei camion, perché sono lenti e occupano molto spazio. È così giunto il momento di mettersi nei panni di un camionista per vedere il mondo con i suoi occhi. TESTO E FOTO JULIANE LUTZ
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arkus rkus Böni apprezza il suo lavoro anche dopo 30 anni di attività al volante. Ogni mattina, con sempre rinnovato piacere, si accomoda nella cabina di guida del Volvo FH12. Il camionista zurighese percorre ben 70 000 chilometri l’anno. In questa mattinata nebbiosa di marzo il suo mezzo di 18 tonnellate esce alle 7.45 dalla filiale di Planzer a Dietikon. Oggi deve effettuare delle consegne a clienti in centro e in periferia di Zurigo. Quando la giornata di lavoro è lunga va fino a La Chaux-de-Fonds passando da Bienne e Neuchâtel e ritorno, per una durata di 14 ore, detratte le pause di riposo obbligatorie ritmate dal cronotachigrafo digitale. Pure la giornata «breve» è comunque im-pegnativa per quanto riguarda la concentrazione, perché è sempre immerso nel traffico cittadino stop-and-go. Planzer organizza le giornate di Böni in modo da non superare le 48 ore settimanali di lavoro come prescritto dall’Ordinanza per gli autisti e dall’accordo nazionale tra l’ASTAG e Les Routiers Suisses.
Mantenere sempre la calma Alle 7.53 il cinquantenne fa tappa da una ditta a Schlieren. Con destrezza carica la merce sul carrello elevatore, abbassa le forche e trasporta la fornitura nel magazzino. Poco dopo è già seduto al volante nella cabina ben ordinata e manda al fornitore la firma digitale del magazziniere. Mediante il viva voce informa il prossimo cliente, un privato, che riceverà il mobile già fra mezz’ora. «Non l’ha presa molto bene, perché mi attendeva più tardi. Cerchiamo di venire incontro a ogni desiderio, ma i tempi di consegna variano a seconda dell’intensità del traf traffico», spiega Böni. Arrivato nei pressi del quartiere residenziale a Höngg rallenta e con cautela sosta sulla piazza davanti alla fila di case in cui abita il cliente, in modo da lasciar spazio per far passare eventuali veicoli. Dodici minuti più tardi è di ritorno e racconta che il cliente si aspettava il suo aiuto per portare il mobile in casa. «Ho dovuto chiarirgli che il contratto prevede che ho solo il compito di portare il mobile sino alla soglia e non oltre. Se aiutassi il cliente nel trasporto, perderei troppo tempo e sarei in ritardo con le altre consegne». Mantenere sempre la calma, è la regola di Böni. Anche al volante, perché gli altri utenti della strada non riescono a valutare in modo corretto i mezzi pesanti. Gli automobilisti, ad esempio, si mettono davanti al camion e rallentano costringendolo a una frenata a fondo, mentre i ciclisti svoltano improvvisamente senza segnali, mettendosi così in una situazione di pericolo. «Per gli altri – sintetizza l’autista – siam fattore di disturbo». Molti si chiedono perché sulle strade circolino ancora così tanti camion, dato che in Svizzera si punta a trasfe28 touring | maggio 2019
Non riesce a immaginarsi un altro mestiere L’autista Markus Böni di Zurigo davanti al suo camion di 18 tonnellate.
MOBILITÀ
Lo sforzo fisico è parte costitutiva del suo lavoro.
Pausa pranzo la fa laddove trova un posteggio per il suo camion.
rire la merce su rotaia. «Il fatto è che sono aumentate le ordinazioni tramite online e la ferrovia ha raggiunto il limite delle sue capacità. C’è dunque ancora bisogno dei camionisti», dice mentre si ferma per lasciar svoltare un automobilista, che non fa alcun cenno di ringraziamento. «Sono solo un camionista…», afferma Böni facendo spallucce.
Le insidie della strada Alle 8.52 carica di nuovo della merce e attraversa il centro di Zurigo. Quando fa il tour di consegne gli piace osservare i cambiamenti della città nel corso della giornata e delle stagioni. Il traffico ora è sorprendentemente fluido. L’autista non fa pausa, preferi preferisce aspettare fino a pranzo dato che in questa fascia oraria del mattino circolano meno veicoli. Quando a mezzogiorno riprende pure il traffico privato – spiega Böni – tutto rallenta. E laddove gli automobilisti passano senza far fatica, gli auti autisti di camion invece sono spesso confrontati con insidie, ad esempio a causa di strade pensate solo per i veicoli leggeri. «Presso la Bürkliplatz e il Bellevue è molto stretto. Se in più sulla corsia opposta circola un altro camion, non riesco pro proprio a passare e devo aspettare». Si devono mantenere i nervi saldi. A Küsnacht deve svoltare a sinistra, ma deve fare attenzione a quale strada prendere perché alcune con conducono sotto ponti con un’altezza inferiore ai 3,90 metri del suo veicolo. Per fortuna che Böni, essendo cresciuto nel con Kreis 2, conosce l’area di Zurigo come le sue tasche. È contento di poter arrivare al prossimo luogo in perfetto orario. A Erlenbach ci sono già degli installatori ad attendere la merce, un apparecchio di fitness. Due parole con loro e poi prosegue attraverso una zona rurale. Fa sempre attenzione a compiere un percorso efficiente e non a zig zag. «Siamo sulla via del ritorno in centro a Zurigo. Entro in città da nord in modo da evitare molti semafori». Il mestiere del camionista richiede abilità al volante oltre a una certa sensibilità. Per questo Böni, quando si trova in un quartiere residenziale, non per percorre mai la stessa strada due volte per non disturbare la quiete degli abitanti. Facciamo tappa in un cantiere sulla Il Ilfer genstrasse. Böni risale velocemente a bordo, ma si deve fermare subito. Entrambi i lati della strada sono occupati da auto parcheggiate. Sulla destra una station wagon è in sosta vietata dietro l’ultimo posteggio. Un’auto ce la farebbe a pas pasvei sare, il camion invece no. Per fortuna il conducente del vei-
Sempre concentrato, anche dopo una lunga giornata di lavoro.
colo fuori parcheggio è al volante e si sposta. «In caso contrario – sottolinea Böni – avrei dovuto farmi tutta la strada in retromarcia». Intoppi come questo capitano spesso e rallentano le consegne. Sul Rigiplatz tutto fila invece liscio. Alle 10.30 a Oerlikon compie una consegna di acciaio per un peso totale di 1000 chili. Un cantiere prima di Glattbrugg lo costringe ad una deviazione. Rimane tranquillo. Ma non si stressa mai? «No, altrimenti non potrei fare questo mestiere. Arrabbiarsi a causa del traffico non serve a nulla». Alle 11.02 si ferma a Wallisellen, poi a Schwamendingen alle 11.34 e di nuovo alle 11.43 a Dietlikon. Scarica la merce e in genere la porta sino all’ingresso della ditta. Oltre alla massima concentrazione al volante è richiesto anche uno sforzo fisico non indifferente. Allo scoccare delle 12 decide di concedersi la pausa pranzo. «Un tempo andavo spesso al Glattzentrum, ma ora non ci sono più posti per i camion. Così mangio dove trovo parcheggio. Spesso al Centro Coop di Dielsdorf, perché vi è sempre un posto per il mio mezzo pesante». Davanti a carne impanata e tè freddo Markus Böni racconta che viaggia in Volvo anche in privato: «Le auto sono affidabili, belle e molto sicure». E mi confida che il suo hobby è la moto.
Mai viaggiare a vuoto Alle 13.49 si ferma a una ditta e alle 14.01 scarica delle componenti in ferro in un cantiere a Oberglatt. Dato che nessuno è presente per prenderli in consegna, fotografa la merce e manda la foto al fornitore quale prova dell’avvenuta consegna. Alle 14.42 fornisce una fiamma ossidrica a Rümlang, poi il camion è vuoto. Il suo datore di lavoro gli conferma un mandato a Regensdorf. Qui Böni carica 4 tonnellate di acciaio. «Al rientro prendiamo della merce, non viaggiamo mai vuoti». Alle 15.42 il camionista è di nuovo alla sede. Velocemente incolla etichette con codice a barre sui pezzi di acciaio, un autista di muletto li prende e li ripone in scomparti a seconda del codice di avviamento postale, affinché vengano poi caricati su vari camion per la distribuzione. Manca ancora un viaggio. Deve trasportare dei mobili da una filiale all’altra a Dietikon. Mentre fa manovra verso la rampa, il motore diventa rumoroso. «Sto pulendo il filtro del gas di scarico attraverso la produzione di un intenso calore. Lo faccio automaticamente una volta al mese», spiega l’autista orgoglioso del suo nuovo ed ecologico mezzo pesante. Alle 16.40 è di ritorno in sede. Riceve gli ordini per domani in Romandia. Scarica i mobili e il turno è finito. ◆ maggio 2019 | touring
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TECNICA
HONDA CR-V HYBRID 4WD EXECUTIVE
Spiega le ali, la SUV con minicentrale
E4 cilindri, benzina-ibrida, 184 CV W7,2 l/100 km (consumo nel test), etichetta energia D Vautonomia: 787 km kpeso: 1795 kg (vettura test) P8,7 s da 0 a 100 km/h L58 200 fr. Honda presenta la sperimentata SUV CR-V con una innovativa tecnologia ibrida. Bella da guidare e dotata di numerosi sistemi di assistenza, questa trazione integrale esprime soprattutto qualità da ammiraglia.
Buone qualità stradali Consumi corretti Ottimo bilancio delle emissioni Spaziosità dell’abitacolo Interni pregiati
TESTO FELIX MAURHOFER | FOTO EMANUEL FREUDIGER
Dotazione eccellente Sistemi di assistenza
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P Pregiato e spazioso abitacolo.
Pulsanti al posto della leva del cambio.
SCHEDA TECNICA VEICOLO PROVATO Honda CR-V ibrida: 5 porte, 5 posti; 58 200 fr. (veicolo del test: 59 050 fr.) Gamma: dalla Comfort 184 CV (43 900 fr.) all’Executive 184 CV (58 200 fr.) Opzioni: vernice metallizzata (850 fr.), pacchetto illuminazione (895 fr.) Garanzia: 3 anni di fabbrica/ 100 000 km, sistema ibrido 100 000 km/5 anni, 3 anni mobilità; corrosione: 12 anni (condizioni) Importatore: Honda Suisse, 1242 Satigny-Ginevra, honda.ch DATI TECNICI Motore: 4 cilindri, 2.0 l benzina, 145 CV e motore elettrico 184 CV; cambio automatico E-CVT, 4×4 Peso: 1795 kg (veicolo del test), totale ammissibile 2275 kg, carico rimorchiabile 750 kg
I lunghi tragitti sono il punto forte della nuova Honda CR-V Hybrid. 75%
Bisogno di adattamento ai comandi 168 cm
Design conservativo Motore rumoroso Carico rimorchiabile di 750 kg Pulsanti invece della leva del cambio Telaio morbido Spazio per la testa ristretto
passo 266 cm lunghezza 460 cm larghezza 186 cm bagagliaio: 497–1638 litri pneumatici: 235/65 R18, min. 235/60 R16
er Honda la CR-V è un bestseller da anni. Ora i giapponesi portano sul mercato una SUV con un’innovativa tecnologia ibrida. Esternamente non si distingue particolarmente dalla versione precedente atmosferica. Per quanto riguarda la trazione, tuttavia, Honda si è fatta venire un’idea speciale. Con l’«Intelligent Multi-Mode-Drive» si viaggia sostanzialmente con il motore elettrico da 184 CV. Il benzina da 2 l da 145 CV aziona un secondo motore elettrico, che funge da generatore e produce l’energia elettrica necessaria, in pratica una minicentrale. Il sistema decide autonomamente l’impiego ottimale dell’energia della batteria e del motore a benzina. In concreto, in città la trazione passa dalla modalità elettrica (EV) alla modalità ibrida alimentata con il generatore a benzina. Anche a velocità elevate, i motori elettrici garantiscono la forza motrice. Solo tra gli 80 e i 100 km/h il motore termico è inserito direttamente sulle ruote, poiché in questo frangente quello a benzina è più economico. Nel nostro test l’auto del peso di 1,8 tonnellate ha registrato un consumo medio di 7,2 l/ 100 km.
Eccellente su lunghi tragitti La CR-V Hybrid ha in primis il carattere di un’autovettura elettrica. In pianura il motore a benzina è a malapena udibile. Se la strada sale oppure si pigia sul gas, allora sotto il cofano il rumore aumenta. È possibile selezionare diverse modalità di marcia. In modalità Sport, la SUV esprime doti di accelerazione discrete, anche se il punto di forza della CR-V ibrida sono piuttosto i lungi tragitti pianeggianti. Comfort e spaziosità sono buoni. Nell’abitacolo rifinito con materiali pregiati vi sono alcuni vani portaoggetti e anche la modularità è degna di nota. Tramite una manopola è possibile spianare i sedili dietro che liberano una superficie di carico piatta. Il volume del bagagliaio passa allora da 497 a ben 1638 litri, ovvero soltanto 64 in meno della CR-V normale. Un’altra particolarità della CR-V è l’inutile tentativo di cercare la leva del cambio. Infatti la selezione dei rapporti avviene tramite pulsanti. Nel complesso l’interno presenta numerosi interruttori, per cui orientarsi non è del tutto banale e ci vuole un periodo di adattamento. La strumentazione principale è comunque informativa ed illustra i dettagli sul sistema di trazione ibrida misto. ◆ maggio 2019 | touring
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TECNICA
DINAMICA DI COMPORTAMENTO Accelerazione (0–100 km/h): Elasticità: 60–100 km/h (in posizione D) 80–120 km/h (in posizione D) Diametro di sterzata: Frenata (100–0 km/h):
8,7 s 4,6 s 6,4 s 11,8 m 35,4 m
TCS MoBe: Herbert Meier
Insonorizzazione: 60 km/h: 120 km/h:
61 dBA 69 dBA
COSTI DEI SERVIZI Servizio gratis 10 anni/100 000 km, poi: (km/mese) ore mano d’opera (fr.)¦1 15 000/12 0,8 254.– 30 000/24 1,8 479.– Manutenzione per 180 000 km: 15 000 km/anno 8,8 3718.– 1
incl. materiale
COSTI D’ESERCIZIO km/anno
ct./km
fr./mese fissi variabile 15 000 95 813.– 380.– 30 000 63 813.– 760.– Tariffa oraria per il calcolo TCS: 145 Fr. (UFS), agenzie Honda da 95 a 195 fr. CONSUMO AL BANCO DI PROVA Il motore a benzina produce elettricità.
(NEDC 2.0) urbano extra urb. misto Fabb. 5,1 5,7 5,5 126 g/km Emissioni di CO2: Etichetta energia (A–G): D CONSUMO DEL TEST 7,2 l/100 km autonomia 787 km percorso normaliz. TCS: 6,4 l/100 km serbatoio: 57 litri/1 KWh MISURAZ. EMISSIONI STRADA (TCS) CO mg/km misurato 290 nota 89%
Modularità interna della CR-V ben studiata.
particelle NOX mg/km n/km 3,0 4,6 E+10 99% 97% il video del test tcs.ch/ portale-video
Honda CR-V ibrida in dettaglio CARROZZERIA Il design della nuova CR-V non è rinnovato in profondità, ma resta fedele ai tratti ormai noti. Gli interni offrono grande spaziosità, salvo per la testa a causa del tettuccio in vetro. ABITACOLO Gli interni sono rifiniti con materiali pregiati. La versione «Executive» del test appare invitante. Su cockpit e console centrale sono presenti numerosi pulsanti, che penalizzano un po’ l’immediatezza d’uso dell’auto. Anche le selezioni del cambio automatico avvengono tramite tasto. COMFORT La CR-V offre un comfort di marcia elevato. A velocità costante il motore è appena udibile. I sedili offrono numerose regolazioni elettriche e sono confortevoli. Nel complesso la dotazione di serie è molto buona. PREZZO-PRESTAZIONI La versione di allestimento «Executive» della CR-V ibrida non è buon mercato. Tuttavia gli acquirenti si ritrovano una SUV 4×4 completamente equipaggiata e con un sistema di trazione all’avanguardia. I costi dei servizi grazie al pacchetto gratuito di Honda sono molto contenuti. COMPORTAMENTO Il comportamento privilegia il comfort. Le sospensioni morbide innescano un movimento della carrozzeria nelle curve che costringe ad una guida moderata. Una tendenza indotta anche dal motore che favorisce uno stile di guida dolce. Lo sterzo è diretto e preciso. MOTORE E TRASMISSIONE Il sistema di trazione ibrido misto è un nuovo sviluppo di Honda. Esso prevede che sulle ruote possano agire sia il motore elettrico sia quello a benzina. Durante le accelerazioni moderate o a velocità di crociera il motore atmosferico è silenzioso. In salita o forte accelerazione il motore invece romba in modo sensibile. Il regime del motore non è direttamente correlato alla velocità di marcia, fatto che richiede al conducente di abituarsi. CONSUMO Rispetto al peso dell’auto di 1,8 t, alla trazione integrale e alle prestazioni offerte, i consumi del test di 7,2 l/100 km sono buoni. Particolarmente buoni i valori di ossidi di azoto e particelle emessi.
Il design non si differenzia sostanzialmente dalla normale Honda CR-V.
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SICUREZZA La dotazione di sicurezza con tutti i sistemi di assistenza è ai massimi livelli.
CREDITS: pilota Hanspeter «Häppy» Michel della scuola di volo Ikarus, Interlaken; parapendio di Advance.
CHECK-UP TCS
TECNICA Furia elettrica Una linea piuttosto saggia per un temperamento di fuoco.
Prezzo/prestazioni Accelerazioni da supercar Autonomia decente e ricariche rapide Dotazione innovativa Digitalizzazione estrema Maneggevolezza/Visibilità Frontale poco espressivo Maniglie scomode
ricentro molto basso (grazie alle batterie!) contribuisce alla stabilità complessiva. Il comportamento neutro, ma un tantino pesante, non consente di rivaleggiare con le auto sportive dichiarate.
TESLA MODEL 3 PERFORMANCE
Una dragster inattesa N4,70 m; bagagliaio: 542 l E2 motori elettrici, 487 CV, 639 Nm, 4×4; da 0 a 100 km/h in 3,4 s, velocità massima 261 km/h; autonomia (in prova): circa 350 km L69 700 fr. È già domani su questa Model 3 iper-digitalizzata, le cui accelerazioni demenziali appartengono più ad un dragster che ad una berlina. TESTO MARC-OLIVIER HERREN | FOTO EMANUEL FREUDIGER
R
efrattari al mondo digitale, fatevi da parte: la Tesla Model 3 apre una nuova era automobilistica che non si sarebbe immaginata a giudicare dal frontale piuttosto scialbo. Pulsanti e interruttori sono scomparsi dalla plancia di bordo per fare posto ad un unico schermo tattile orizzontale (15”) che raggruppa la totalità dei comandi. Al punto che prima di prendere la strada, è indispensabile una formazione.
Non fosse altro che per imparare a scansionare la carta che sostituisce la chiave. Ci si abitua però rapidamente alle 9 rubriche che gestiscono le regolazioni di questa berlina. Tuttavia, Tesla avrebbe potuto mantenere almeno un sistema di regolazione dei retrovisori esterni più classico e una manopola per il cassetto portaoggetti. Inoltre, un display head-up al posto di un tachimetro digitale incorporato nello schermo centrale facilite-
rebbe il compito del conducente. I due motori elettrici (200 CV davanti e 287 CV dietro) proiettano questa versione Performance come una supersportiva e le accelerazioni dopate dalla coppia massima immediatamente disponibile sono fulminanti quanto basta per ridicolizzare le supercar. Fortunatamente, la trazione integrale gestisce bene la furia di questa cavalleria elettrica. Inoltre, il telaio dal ba-
Rivoluzione Tesla: fase due
Mercedes Classe C. Auto sempre molto apprezzate dalle nostre parti.
L’opulenta berlina Tesla Model S aveva già avuto il grande merito di rimescolare le idee preconcette che venivano affibbiate alle auto elettriche. La familiare Model 3 prosegue il movimento apportandovi un tocco democratico. Sebbene la versione da 35 000 dollari non sia pronta per sbarcare in Europa, la Model 3 ha un prezzo attrattivo. La versione d’entrata (Long Range, 560 km WLTP) esordisce a 57 900 fr. A prestazioni ed equipaggiamento comparabili, ci troviamo a livello di una BMW 3 o di una
In Svizzera, le immatricolazioni della Model 3 in febbraio e marzo hanno assunto la forma di un’ondata di piena. 1370 unità sono state immatricolate. Ampiamente davanti alla Renault Zoe e alla BMW i3, abituali leader del segmento elettrico. In effetti, tutto dipenderà dalla capacità di fornitura delle Model 3, rese difficoltose da questioni logistiche. Il trasporto via nave dalla California non è infatti cosa semplice. Precisiamo che un’auto come la Model 3 Performance è molto bene equipaggiata
Nella quotidianità, sceglieremo di preferenza le accelerazioni della modalità comfort. Ancora sufficientemente dinamica, la Tesla si comporterà allora come un’accorta auto elettrica, a bordo della quale apprezzeremo anche l’ottima insonorizzazione e l’allestimento minimalista. Questa 5 posti si rivela altresì ben abitabile, anche se gli occupanti dietro saranno sorpresi dal tetto in vetro inframezzato da due massicci longheroni. Senza essere generoso, il bagagliaio ha uno spazio utile corretto. Quanto all’autonomia, Tesla annuncia 530 km (WLTP), la nostra breve prova un valore sui 350 km. Apprezzabile, la rapidità di ricarica. E ancora di più il rapporto prezzo-prestazioni senza pari. ◆
di serie e le poche opzioni non faranno esplodere il conto finale. La concorrenza d’alta gamma è avvisata. All’opposto, le vendite della pioniera Model S sono in declino. Bisogna però sapere che quest’ultima non è più venduta che in versione ultra-performante 100D. ◆
Spazio al tattile Lo schermo ospita tutti i comandi.
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TECNICA
Difficile dire se le SUV coupé rilanceranno questo genere di carrozzeria oppure condanneranno i coupé classici. Rimane il fatto che avanzano lancia in resta.
Vista da dietro La scattante concept Cupra Formentor non rimarrà lettera morta.
TESTO MARC-OLIVIER HERREN
P
er definizione i coupé rappresentano la quintessenza dello stile automobilistico. Ma al pari di altri segmenti, quello dei coupé tradizionali si riduce sempre più. Tanto che a parte le marche d’alta gamma, nessun costruttore li produce più. Come spesso accade, le SUV, categoria in voga, percorrono una strada inversa. Se al momento del lancio nel 2008, il BMW X6 appariva come un prodotto esotico, questo coupé ha infatti fatto proseliti. A cominciare dall’X4 che, dal 2014, è stato prodotto in oltre 200 000 esemplari, ossia un
terzo delle vendite della SUV X3 da cui deriva. Al pari della differenza tra SUV e crossover, anche quella con le SUV coupé è difficile da percepire. Caratterizzate dal loro tetto fortemente inclinato, queste ultime vantano un design più elaborato che emana sportività. Ma a differenza dei coupé dalle forme scultoree di un tempo, le SUV coupé hanno un aspetto molto atletico, generalmente sottolineato dall’abbondante uso di protezioni anti-urto.
BMW X4 XDRIVE30I
Mostro di polivalenza Questa SUV coupé non si limita ad un esercizio di stile. Eccellente in autostrada come nel 4×4.
S
ebbene si tratti di un coupé, la BMW X4 è un’auto robusta, come suggeriscono il frontale e il posteriore massicci. Un fatto normale, visto che la seconda edizione cresce di 8 cm in lunghezza e di 4 cm in lar-
ghezza. Inutile dire che il gingillo produce il suo effetto, anche se si rivela piuttosto ingombrante. Senza essere un esempio di abitabilità, è apprezzabile anche lo spazio dietro e quello per la testa, davvero buono nono-
Solo l’inizio In ragione del successo riscontrato e dell’aspra concorrenza che tocca le SUV, i coupé rappresentano una nicchia promettente. Perciò Mercedes-Benz GLC/E e BMW X4/6 subiranno da quest’estate l’insidia della Porsche Cayenne Coupé. Il tutto in attesa di altri potenziali coupé dalle grandi ambizioni quali Peugeot 3008, Cupra Formentor e VW Tiguan. Allettante, anche se la rinascita del coupé neo-classico Peugeot E-Legend non sfigurerebbe nel paesaggio automobilistico. ◆
stante l’inclinazione del tetto. Stesso discorso per il bagagliaio, di facile accesso grazie all’ampiezza del portellone e poco più voluminoso (–25 l) di quello della SUV X3. Naturalmente la visibilità dietro è nulla e l’utilissima telecamera di retromarcia è opzionale, come gran parte delle comodità e aiuti alla guida. Con il baricentro abbassato, la X4 offre un comportamento stabile e preciso. In caso di bisogno, l’ESP s’inca-
N4,75 m; bagagliaio: 525–1430 l E2 l turbobenzina, 252 CV, 350 Nm; cambio aut. a 8 rap., 4×4; 0–100 km/h in 6,3 s; consumo (prova): 9,3 l/100 km; autonomia: 698 km L65 900 fr. Imponente Più bassa della X3 (–6 cm), la X4 ha comunque un aspetto marziale.
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rica di gestire le 2 tonnellate del mostro che si rivela più dinamico di una SUV classica. La potenza, e più ancora la coppia massima disponibile a regimi molto bassi si uniscono per energizzare il Design dimostrativo Qualità da ammiraglia Prestazioni e coppia Comportamento posato Bagagliaio pratico Larga e maneggevole Carattere motore asettico Consumi deludenti
2 l del motore xDrive30i che si bea delle salite di giri. Unico neo: sensazioni e sonorità un po’ asettiche. D’altro canto la X4 è soprattutto una confortevole ammiraglia che tuttavia può sorprendentemente trasformarsi in fuoristrada. Lo dimostrano l’altezza da terra (20 cm) e di guado (50 cm). Che polivalenza, questa SUV coupé! ◆
FOTO ALD, MOH
Fate largo alle SUV coupé
TECNICA Ammorbidita La carrozzeria meno angolosa è sottolineata dai fari LED allungati.
4×4 DA CITTÀ E CAMPAGNA
FOTO ALD
RANGE ROVER EVOQUE
Cura gli estremi N4,37 m; bagagliaio: 472 l Ebenzina 200/249/300 CV, diesel 150/180/240 CV; da 0 a 100 km/h da 6,6 s; consumo: da 5,4 l/100 km, CO2 da 143 g/km Lda 43 900 a 79 400 fr. La seconda generazione si rivela sorprendente sia per il comfort di marcia sia per le capacità off-road. Ambiente raffinato e tecnologico. TESTO MARC-OLIVIER HERREN
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a Range Rover Evoque mantiene il tetto profilato e la fascia laterale ascendente. Difficile fare diversamente quando si è nati direttamente da un prototipo e si punta a diventare una vera e propria icona. Strategia del marchio oblige, la sua carrozzeria si è tuttavia un po’ «velarizzata», dato che i tratti scolpiti si sono ammorbiditi in curve che ricordano la sorella maggiore, la Velar appunto. Un’evoluzione non innocente, in quanto l’Evoque guadagna in raffinatezza entrando nel contempo risolutamente nell’era digitale. La scomparsa dei pulsanti contribuisce alla fluidità della plancia di bordo da cui non emergono che due schermi tattili sovrapposti (il secondo è opzionale). Un’operazione che non disorienta il conducente, dato che i comandi si gestiscono in modo intuitivo. La connettività ed i materiali di bella fattura sono altrettanto al passo coi
tempi. I clienti attenti allo sviluppo sostenibile possono rinunciare al cuoio in cambio di moderni materiali riciclabili. Fatto positivo, cresce solo il passo, liberando tuttavia 2 cm supplementari per le ginocchia dei passeggeri dietro. Il divano non è tuttavia modulare e crea un piano di carico inclinato una volta ripiegato. Si può fare meglio.
Tocco stradale Ciò detto, il telaio non è invece affatto deludente. La sospensione anteriore monta cuscinetti idraulici che riducono le vibrazioni, mentre il posteriore eredita il sistema a bracci multipli della Velar. Con tali premesse, l’Evoque riserva un filtraggio eccellente, cui si aggiunge un’ottima insonorizzazione. E visto che il cambio automatico a 9 rapporti (serie) consente di viaggiare a regimi davvero bassi, in autostrada prevale il silenzio. Pur non essendo un peso piuma – quasi 2 tonnellate – questa SUV ha un comportamento ben stabile in
curva, grazie pure alla trazione integrale a gestione elettronica. Quanto alle motorizzazioni, dei 4 cilindri 2 l turbo, sono assistite da un sistema di ibridazione leggera 48 volt che riduce i consumi del 6%. Come prevedibile, la dotazione di questo giocattolo urbano, il cui prezzo ha preso l’ascensore, è semplicemente corretta. Unico rimpianto, la sorprendente versione cabrio paga il prezzo della soppressione dei modelli a 3 porte e coupé. ◆
Sebbene sia difficile immaginare la Range Rover Evoque immergere le sue belle grandi ruote da 22 pollici nel fango, essa nasconde sorprendenti doti di fuoristrada. Del resto la SUV offre la trazione integrale con molteplici modalità di marcia che equipaggia la gamma Range Rover. Oltre all’altezza da terra di 21 cm, l’altezza di guado raggiunge ora ben 60 cm. Dati questi che non sono soltanto apparenza. A dimostrazione, l’Evoque inaugura un sistema di partenza in salita che si occupa da solo di allentare progressivamente i freni, permettendo all’auto di partire senza il minimo scivolamento delle ruote anche in forte pendenza. Un altro sistema programmabile alla stregua di un regolatore permette di fare avanzare l’auto a bassa velocità su terreni accidentati. Il conducente non deve che lasciar fare al veicolo. Questa 4×4 ha anche dei lati virtuosi. A velocità costante, la trazione integrale permanente disinserisce il treno posteriore. L’auto viaggia così a trazione anteriore, con effetti benefici sui consumi. Un’ottima idea, perché abbiamo qualche dubbio sull’economicità della Range Rover nell’uso quotidiano.
Nessuna paura nemmeno sui terreni difficili.
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TECNICA Dinamica La Scala inaugura il nuovo stile Skoda. Fari LED forniti di serie.
SKODA SCALA FOTO ALD, MOH
Odissea nello spazio rivisitata N4,36 m; bagagliaio: 467 l Ebenzina 115/150 CV; cambi 6 mar. e DSG 7 rap.; 0–100 km/h da 8,2 s; consumo (fabbrica): da 5,0 l/100 km, CO2 da 113 g/km Lda 24 370 a 30 490 fr. Skoda ha fatto il suo esordio nel segmento delle compatte puntando sulle sue doti tradizionali: abitabilità e volume utile fuori norma. TESTO MARC-OLIVIER HERREN
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i fatto, la marca ceca era già presente in questo segmento per il tramite del modello Spaceback. Un’auto che non aveva scatenato le passioni poiché era basata su una tecnologia un po’ datata. Tutto all’opposto della Scala che condivide la piattaforma modulare MQB-A0 del gruppo Volkswagen, e perciò può accedere a tutte le più recenti raffinatezze tecnologiche.
gero che siede in mezzo non sia così ben trattato. Con una capacità ineguagliata di 467 l, il bagagliaio soppianta letteralmente la concorrenza i cui vani normalmente possono contenere ca. 380 l. Un doppio pavimento permette di eliminare il gradino che intralcia questo spazio cubico. Reversibile, è munito di rivestimento sintetico che non teme le macchie. Ben fatto.
La Skoda Scala si smarca dal gruppo delle sue concorrenti compatte esibendo una prestanza inusuale in questa categoria regina del mercato europeo. I suoi 4,36 m portano ad un’abitabilità posteriore da record. Al punto che l’immenso spazio per le gambe creerà qualche invidia pure nel segmento superiore delle familiari. I passeggeri siedono su un divano confortevole e beneficiano di un ampio spazio anche per la testa. Peccato che il passeg-
Un mondo virtuale
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Senza essere eccellente, la rifinitura interna si rivela di bella fattura. L’unione di diversi materiali e rivestimenti produce un bell’effetto, in particolare la plancia di bordo è perfettamente al passo coi tempi. La Scala eredita in opzione la strumentazione virtuale (12,3”) del gruppo e un ampio schermo tattile (9,2”). I posti davanti sono dimensionati in modo altrettanto generoso. Senza grandi sorprese, questa com-
patta a vocazione familiare è dotata di un telaio rassicurante che privilegia la capacità di ammortizzamento. Può essere equipaggiata con un telaio parametrabile che le conferisce così maggiore carattere. Nessuna follia neppure in tema di motorizzazioni: la Skoda Scala monta un 3 cilindri turbo gradevolmente discreto oppure un 4 cilindri da 150 CV. I motori diesel scompaiono, mentre un modello a gas naturale da 90 CV sarà lanciato a fine anno.
Se la dotazione di base è corretta, appare quasi indispensabile farsi sedurre dall’opzione mySkodapack (da 1980 fr.) che include in particolare il regolatore adattivo, l’accesso a mani libere e la telecamera di retromarcia. Così equipaggiata, la Skoda offre un buon rapporto prezzo-prestazioni, eccezion fatta per la garanzia di fabbrica limitata a 2 anni. ◆ Con stile Spigoli pronunciati e uno spoiler nero lucido.
Spazio a volontà Nessuna compatta ha un baule simile.
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TECNICA
Energia solare a domicilio
La 504 futurista Un’integrale elettrica da 340 kW con guida autonoma.
Produrre la propria elettricità per ottenere un bilancio CO2 neutro per la propria auto elettrica è possibile. TESTO MARC-OLIVIER HERREN | FOTO LARS TANNER
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n piccolo impianto solare di tipo «Plug&Play» composto da 6 pannelli è in attività dal 2011 sul tetto piano di un garage del centro tecnico del TCS a Emmen. Quest’esperienza dimostra che l’obiettivo teorico di produrre circa 1000 kWh per anno, ossia 2,7 kWh al giorno, è raggiungibile. Questa quantità di energia permette di compiere un chilometraggio di circa 6000 km con la Citroën C-Zero utilizzata come auto di riferimento. L’elettricità proveniente da questo impianto con una superficie pari a 7,6 m2 è reimmessa direttamente in rete, evitando così i problemi di immagazzinamento. La C-Zero è quindi sempre alimentata tramite la rete. Nel complesso il rendimento annuo dell’istallazione ammonta a
250 fr. e il suo bilancio in termini di CO2 dopo 4 anni è neutro (considerato anche l’uso parziale di elettricità prodotta con vettori fossili). Sulla base di questa esperienza e visto che una piccola auto elettrica consuma meno di 20 kWh per 100 km, il TCS ha formulato la seguente regola generale: ▪ una superficie fotovoltaica di 10 m2 produce annualmente circa 1000 kWh di elettricità, anche se l’inclinazione dei pannelli rispetto al sole non è ideale. ▪ Una produzione di 1000 kWh basta in linea di principio per percorrere almeno 5000 km. ◆
NELLA PRATICA La realizzazione di un impianto fotovoltaico a domicilio non va presa alla leggera. Nella pagina «I professionisti del solare» su swissolar.ch, si trova una lista completa, altre informazioni su sun2wheel.com. Sarà importante chiarire con l’istallatore i seguenti punti e chiedergli di annunciare l’impianto solare all’azienda distributrice di energia o all’azienda fornitrice di servizi energetici competente: L’energia prodotta dai pannelli può essere direttamente immessa in rete sul posto?
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Quanto costa annunciare l’impianto presso il fornitore locale di energia?
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Occorre istallare un contatore bidirezionale?
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L’impianto solare del TCS è costato 9550 fr. Superficie richiesta 25 m2.
A seconda della posizione, del tipo, dell’altezza e delle dimensioni, è possibile che l’impianto fotovoltaico richieda una licenza edilizia. Bisognerà informarsi pure sulla portata del tetto. Un orientamento tra sud-est e sud-ovest e un’inclinazione tra 20–60 gradi dei pannelli sono anche indispensabili.
PEUGEOT E-LEGEND CONCEPT
I retroscena di un gran vociferare Raramente una concept-car aveva scatenato tante passioni. Vi presentiamo i retroscena dell’affare e-Legend. TESTO MARC-OLIVIER HERREN
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he si tratti della prima mondiale a Parigi o della novità riscaldata a Ginevra, la Peugeot e-Legend Concept non smette di conquistare il pubblico. E in seguito alla campagna di spot pubblicitari lanciata dalla casa di Sochaux, si comincia a sognare che questa frizzante reinterpretazione del coupé 504 veda la luce. Una speranza però smorzata dal direttore di Peugeot, Jean-Philippe Imperato: «Non abbiamo mai detto che non la realizzeremo, ma la sua messa in produzione supporrebbe che se ne possano vendere circa 40 000 esemplari a 80 000 euro». Perché dunque un simile battage pubblicitario? «Volevamo far passare il messaggio che l’automobile elettrica non sarà noiosa e che Peugeot offrirà prodotti all’altezza». Il successo vissuto dalla concept-car e-Legend ha sorpreso persino il direttore stilistico di Peugeot Gilles Vidal: «Pensavamo di aver svolto un lavoro onorevole, ma i risultati sono stati completamente folli e questo in tutto il mondo, inclusi gli Stati Uniti. Persino dei giovani che non conoscevano il coupé 504 sono stati entusiasmati». Cosa resterà se l’autovettura non fosse messa in produzione? «Questo studio porterà forse al ritorno del velluto nel rivestimento dei sedili». ◆ maggio 2019 | touring
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Le ruote diventano sempre più intelligenti
I sensori di pressione sono oggigiorno estremamente performanti.
REDAZIONE TOURING
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primi sensori di pressione dei pneumatici furono introdotti nel 2002. Essi informano il conducente sullo stato di pressione delle gomme e avvisano in caso di perdita in modo davvero comodo. Con l’aiuto di questi sensori si viaggia sempre con le gomme allo stato ottimale, per cui se ne allunga la durata, si riduce il consumo di carburante e anche le emissioni di CO2.
Nuovi sistemi Oggi si lavora mondialmente al miglioramento dell’intelligenza delle ruote grazie ai sensori integrati. Sensori con prestazioni migliorate registrano il peso del veicolo e già durante l’operazione di gonfiaggio sono in grado di indicare quando è raggiunta la pressione ideale. Questo semplifica l’operazione e scongiura i problemi dovuti ad un’eventuale imprecisione dei manometri (Filling Assistant di Continental). Un’ulteriore opportunità è costituita dalla verifica di carico, che avverte il conducente quando, ad esempio al momento di partire per le ferie, ha superato il peso di 38 touring | maggio 2019
carico massimo consentito. I sistemi di assistenza alla guida del futuro potranno inoltre utilizzare i dati sul carico per adeguare il loro modo di operare al peso effettivo del veicolo. In questo modo queste funzionalità automatiche saranno ancora più sicure e confortevoli.
Misura del profilo I futuri sensori delle ruote di Continental analizzeranno il comportamento della ruota e saranno in grado di dire quando le gomme sono da sostituire a causa del profilo troppo basso. Grazie alla connettività di bordo, questo dato potrà quindi essere trasmesso direttamente al garagista. Altri costruttori impiegano minuscole clip con antenna integrata direttamente sulla gomma. In questo modo informazioni di base, quali ad esempio «che tipo di gomma sono», vengono captate da un ricevitore radio e trasmesse al sistema elettronico dell’auto. Questa tecnologia in futuro farà la gioia dei gestori delle flotte automobilistiche. Grazie a queste informazioni, sistemi di regolazione e ge-
stione del telaio quali il sistema antibloccaggio (ABS), il sistema di stabilizzazione elettronica (ESP), il sistema di assistenza in frenata ecc. potranno ottimizzare ulteriormente la loro efficacia.
Riconoscere l’aquaplaning Le possibilità non sono tuttavia esaurite. Anche i dati meteo in futuro potranno entrare in questa fusione di informazioni. Telecamere che riprendono il fondo stradale oppure un’analisi della dinamica degli spruzzi di acqua permetteranno di anticipare il pericolo di aqua-
SISTEMA DI CONTROLLO DELLA PRESSIONE Il sistema di controllo della pressione delle gomme obbligatorio su veicoli nuovi importati da novembre 2014 è già ora un gran aiuto. Consente di verificare meno spesso la pressione, pur senza deresponsabilizzare del tutto il conducente. Non ogni sistema permette infatti di rilevare una perdita, se interviene in modo omogeneo su tutte le 4 ruote. Consiglio: verificare ogni tanto la pressione delle gomme al distributore. Un malfunzionamento dei sistemi di controllo non è del tutto da escludere.
planing. Progetti che sono ancora agli albori, ma che in futuro potranno costituire fondamentali tasselli della mobilità autonoma. ◆ RETO BLÄTTLER Funzione: esperto test veicoli e accessori Professione: meccanico d‘auto e venditore tecnico Età: 40 anni Contatto: tcs.ch/esperto
CONTINENTAL
L’ESPERTO TCS
MARTIN ELSEN/EUROLUFTBILD.DE/VARIO IMAGES
SVAGO
Meravigliosi luoghi circondati da acqua Le isole hanno un fascino speciale e a questi grandi o piccoli fazzoletti di terra in mezzo all’acqua quasi nessuno resiste. Raccomandiamo di recarsi su Hiddensee nel Mar Baltico, sulla sorella minore di Malta, Gozo e su tre isole emozionanti nel cuore delle Filippine.
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Il bel cantuccio nel Mar Baltico Hiddensee è sempre stato un luogo abitato da artisti e ai tempi della DDR pure da pensatori controcorrente. Sino ad oggi la piccola isola a ovest di Rügen conserva la sua semplicità e naturalezza che la rendono irresistibile. REPORTAGE JULIANE LUTZ
Il faro di Dornbusch è l’emblema di Hiddensee.
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SVAGO
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ungo il sentiero da Vitte a Kloster il vento soffia con tale foga che si rischia di cadere dalla bicicletta. Anche se lo charme di Hiddensee affascina subito, i visitatori devono fare i conti con la realtà isolana. Da diversi anni le auto sono bandite e dunque ci si muove solo in bici o a cavallo. L’isola nel Mar Baltico a ovest di Rügen, lunga 18,6 km e larga solo 250 metri nel punto più stretto, è considerata un luogo mistico. Già nel 1296 vi venne fondata un’abbazia, ma Hiddensee divenne tragicamente famosa nel 1872 per una mareggiata che uccise tutto il bestiame. Quando il resto del mondo seppe dell’emergenza, venne raccolto denaro e giunsero i primi ospiti.
Il re dell’isola
I panini al pesce da Fischkutter Willi sono molto apprezzati.
Nulla di spettacolare Eppure Hiddensee, «Söte Länneken», ovvero «il bel cantuccio» nel dialetto dei suoi abitanti, non divenne mai un luogo chic. La corrente elettrica esiste dal 1927 nei quattro quartieri del comune Seebad Insel Hiddensee. I sentieri sono in parte sterrati, non esistono alberghi di lusso, non sono stati costruiti viali sul lungomare e la maggior parte degli ospiti alloggiano in appartamenti di vacanza. In compenso ci sono brughiere, dune, lunghe spiagge, incantevoli fari che sembrano appena usciti da libri di fiabe, quello di Gellen al sud e quello di Dornbusch che è l’emblema di Hiddensee. Verosimilmente è la semplicità unita alla naturalezza di quest’isola ad attirare chi è in cerca di relax: qui si può decelerare, pedalare lungo l’isola, godersi in tutta calma gli ottimi panini al pesce da Fischkutter Willi e andare a fare il bagno – nudi o in costume fianco a fianco sulla stessa spiaggia. A Hiddensee la vita non è affatto complicata.
Residenza estiva per artisti Alla fama di Hiddensee hanno contribuito anche scrittori famosi che arrivarono
DA SAPERE Viaggio: ad es. volo ad Amburgo, treno sino a Stralsund, poi traghetto Soggiorno: Appartement-Haus Dornbusch (buon ristorante) o appartamenti di vacanza, hiddenseeservice.de
ISTOCK
Noleggio bici: da Pehl a Kloster Attività: visitare la Casa Hauptmann e l’Heimatmuseum. Con la guida Marion Magas, escursioni tematiche.
Un esempio dell’architettura incantevole di Hiddensee.
sull’isola a partire dal 1900: Ringelnatz, Feuchtwanger, Fallada, per citare alcuni dei più grandi, e Gerhart Hauptmann. Nel 1930 il poeta e romanziere tedesco comprò Casa Seedorn a Kloster e vi trascorse tutte le estati sino al 1943. Anche la sua tomba si trova sull’isola. Vale la pena visitarne la casa trasformata in museo nel 1956. All’interno è rimasta quasi come ai tempi in cui vi visse l’autore ed oggi ospita letture e conferenze. La guida Marion Magas sa tutto sugli artisti e anche sulle leggendarie «Malweiber», un gruppo di artiste di Hiddensee; nel corso di un’escursione tematica gli interessati scopriranno gli angoli più belli dell’isola che non troverebbero da soli. Ai tempi della DDR Hiddensee era meta da sogno per coloro che desideravano respirare un po’ d’aria di libertà o che cercavano qualcosa di diverso. In un bar, un artista proveniente dall’ex Berlino Est racconta che viene qui in vacanza ogni estate dal 1970. Su Hiddensee si è sempre sentito più libero che altrove, quasi come all’estero. Anche oggi sente questa sensazione quando, praticamente tutto solo con lo sguardo rivolto al mare e il vento tra i capelli, pedala verso il faro di Gellen. ◆
Mathias Schilling non è originario di Hiddensee, ma sull’isola è impossibile non avere a che fare con lui. Negli ultimi anni il gastronomo e agricoltore ha cambiato totalmente la scena gastronomica di Hiddensee. Con lo Schillings Hafenamt a Kloster e il ristorante di pesce Hafenkater a Vitte è presente laddove arrivano i battelli e con loro i turisti. Il 37enne gestisce inoltre il Tante Hedwig, un mix tra bar e negozietto a Vitte, dove vende anche carne del suo marchio bio Insel Öhe. Su questa mini isola privata, che da 750 anni appartiene alla sua famiglia e che è separata solo da una lingua d’acqua da Schaprode su Rügen, vive con la moglie e due figli. Nel 2006 ha avviato l’allevamento di bovini sull’isola di Öhe, mentre è a Schaprode che nel 2011 ha iniziato a costruire il suo impero gastronomico con l’osteria Schilling‘s Gasthof, diventata l’indirizzo per mangiare bene a Rügen. A Schaprode, dove i pescatori scaricano il loro bottino, gli è venuta l’idea di fondare assieme a loro un nuovo marchio: Hiddenseer Kutterfisch. I suoi prodotti da tempo vengono venduti in alcune note catene di negozi tedesche. Prossimamente inaugurerà pure la Rote Haus a Vitte come luogo per eventi culinari pop-up. Di questo re isolano si sentirà certamente parlare ancora a lungo.
Il gastronomo Mathias Schilling sulla sua isola di Öhe.
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La serena sorellina di Malta L’isola di Gozo, un gioiello del Mediterraneo che fa parte dell’arcipelago maltese, è una vera oasi di pace. Un luogo ideale per rilassarsi dopo una frenetica visita di La Valletta, la capitale dello Stato insulare di Malta. REPORTAGE ALINE BEAUD
Soprannomi I 37 000 abitanti di Gozo hanno l’abitudine d’attribuire ai bimbi il nome del Santo del loro villaggio. E siccome tutti portano lo stesso nome, bisogna pur affibbiarsi dei soprannomi. Così Matthew, l’autista che ci guida alla scoperta delle numerose attrazioni concentrate sull’isola, ha pure un soprannome: «Io e i membri della mia famiglia ci facciamo chiamare Ta jhasfur, ossia dell’uccello», spiega. Il fatto è che il Paese ha profonde radici cattoliche. Nelle stradine della capitale dell’isola, Victoria, si nota l’importanza della religione. A volte la Vergine Maria, a volte San Giorgio, sono rappresentati sulle facciate degli edifici. Tuttavia, nel cuore cittadino, non sono le icone religiose a colpire l’immaginazione, bensì la quietudine che regna. Gli abitanti sono sorridenti e simpatici, e molti non chiudono nemmeno la porta d’entrata a chiave quando escono: un bel segno di fiducia! Allontanandosi dal centro cittadino e salendo le scale avvolti da un calore soffocante, ci si ritrova nella cinta dell’Antica Cittadella (Il-Kastell). Da lì
Fichi d’India Una vera delizia per gli occhi e per le papille.
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si gode di una magnifica vista a 360 gradi sull’isola. E se il sole non picchia troppo forte, si può ancora passeggiare un momento tra le mura di roccia calcare e insinuare le proprie dita nelle incisioni rugose, antiche o recenti, delle pietre.
Importante sito archeologico Sull’isola non mancano nemmeno le rovine. In particolare, sono da visitare i templi megalitici di Gigantia, costruiti tra il 3600 e il 3200 avanti Cristo. Il sito archeologico, iscritto nel patrimonio mondiale dell’Unesco, può quindi vantarsi d’essere più antico del cerchio di Stonehenge o anche delle piramidi d’Egitto. Gli isolani li nominarono torri di giganti, pensando che i due templi fossero stati eretti da creature gigantesche. Alcuni megaliti superano i 5 metri e la struttura composta dai due templi s’estende su più di 40 metri. A Gozo le curiosità turistiche sono numerose, ma è piuttosto semplice coordinare le diverse visite, dato che i siti sono relativamente vicini. Così, nel nord dell’isola, val la pena recarsi a Marsalform per fare un bagno e scoprire, a poche centinaia di metri dalla baia Xwejni, le saline che s’estendono lungo la costa. I bacini naturali o artificiali prendono posto nella roccia, bagnata dalle onde. Qui l’aria si riempie di sale, offrendo una boccata rivitalizzante. «La raccolta del sale è fatta nella maniera più tradizionale possibile, riempiendo i bacini con la pompa, l’unica macchina che usiamo», spiega Josephine Xuereb. La donna gestisce attualmente l’azienda familiare Xwejni Salt Pans, che da ormai 200 anni passa da generazione a generazione.
Prigioniero di Calipso Un ultimo passaggio obbligato: la grotta di Calipso. La ninfa che intrappolò Ulisse nell’Odissea di Omero. Questo sito è attualmente chiuso a causa di movimenti geologici e quindi ci si reca qui soprattutto per ammirare il panorama. Ma anche per leccarsi i baffi. Infatti, un food truck vende dei pastizzi (specialità gozitana), in cui l’abituale formaggio fresco è sostituito da formaggio di capra. Una delizia! Più in basso troneggia la baia di Ramla, con la sua irresistibile sabbia rossa e calda. Un invito al dolce far niente, a cui non si può resistere a lungo, dato che tutti gli elementi sono riuniti per rilassarsi, tanto qui quanto altrove sull’isola di Gozo. ◆ Questo reportage è stato realizzato con il sostegno di Malta Tourism Authority.
DA SAPERE Raggiungere l’isola di Gozo: aereo: un volo settimanale da Ginevra e diversi voli settimanali da Zurigo con Air Malta. Dall’isola di Malta: traversata in traghetto ca. 20 minuti, meno di 5 euro l’andata-ritorno, il pagamento s’effettua al ritorno. Soggiorno e ristoranti: Kempinski Hotel, San Lawrenz, camera doppia da 137 franchi kempinski.com/en/gozo/ hotel-san-lawrenz
Le Duke Boutique Hotel, Victoria, camera doppia da 97 franchi con colazione thedukehotelgozo.com
Ristorante Oleander, Victory Square, Xaghra: specialità regionali Specialità culinarie: pastizzi, formaggio di capra, pomodori secchi, miele, sale, caffè maltese, olio d’oliva e torrone
FOTO ALINE BEAUD, IMAGO/BLICKWINKEL (1), CARTA KEYSTONE
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ichi d’India a volontà, oleandri che colorano i bordi delle strade, innumerevoli ulivi, campi di meloni o zucchine e spiagge ardenti sotto il sole cocente. Gozo, una delle tre isole principali dell’arcipelago maltese, si distingue da Malta, la sua sorella maggiore, per l’atmosfera più tranquilla e tradizionale, ben diversa dalla cosmopolita capitale La Valletta. La si raggiunge col traghetto, in una ventina di minuti e a un prezzo irrisorio, sebbene siano in corso discussioni per la costruzione di un ponte. Forse a torto, poiché la separazione da Malta, dovuta appunto al mare, preserva certamente la serenità dell’isola di 67 km2, situata a circa 100 km a sud della Sicilia.
Artigianato: merletti fatti a mano, tessitura e filigrana d’argento Attività: bagni, immersione subacquea alla scoperta di relitti e grotte, visita dell’Antica Cittadella (Il-Kastell), scoperta dei templi megalitici di Gigantia Victoria Gozo
Mar Mediterraneo
La Valletta
M A L T A
10 km
SVAGO L’Antica cittadella (Il-Kastell) domina la capitale Victoria.
La Valletta (isola di Malta) in estate. Una gita a Gozo è benvenuta.
Vicoli romantici tutti da scoprire.
Scorcio sulle saline che animano il paesaggio vicino alla baia Xwejni.
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Su tre isole tra colline di cioccolato e canna da zucchero Si chiamano Bohol, Cebu e Negros e si trovano nel cuore delle Filippine. I visitatori rimangono affascinati dalla natura sfaccettata di queste tre isole, dalla loro eredità spagnola oltre che dal mare a perdita d’occhio. REPORTAGE JULIANE LUTZ
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dire il vero, i suoi occhi vitrei a forma di palla non sono belli, ma è proprio questa caratteristica a rendere irresistibili i tarsi delle Filippine. Per scoprire nella vegetazione questi piccoli primati si deve guardare con attenzione. Sono accomodati tra i rami degli alberi della Fondazione Tarsier sull’isola Bohol e non sembrano proprio essere disturbati dai turisti che scattano foto a raffica. Sono strani, ma interessanti: girano la testa a 180 gradi e fiuto e udito coprono una distanza sino a tre chilometri. Dal 1996 la Fondazione Tarsier offre loro un ambiente protetto per scongiurarne l’estinzione. E con ottimi risultati: da 10 si è ora a 100 esemplari. È una meta preferita dai turisti, così come le «Chocolate Hills», ovvero le cosiddette «colline di cioccolato». Situate nell’entroterra, sono un paesaggio romantico come la leggenda della
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loro creazione. Queste 1268 colline a forma di cupola ricoperte di un tappeto erboso avrebbero avuto origine dalle lacrime di un gigante in lutto per l’amata. Il nome deriva dall’aspetto nel periodo di siccità, quando l’erba è scura come il cioccolato!
La magia delle piccole cose Anche i piccoli eventi contribuiscono alla magia di Bohol. Ad esempio una gita in battello sul fiume Abatan, per osservare le lucciole che rilucono tra le mangrovie. «Ci opponiamo alla deforestazione lungo il fiume, in modo che i minuscoli coleotteri abbiano uno spazio in cui vivere», afferma una collaboratrice dell’iniziativa locale Riverlife. «Per noi sono 100 tarsi vivono in un’area protetta sull’isola di Bohol.
SVAGO come fate buone, perché si insediano solo in luoghi in cui l’ecosistema è ancora in equilibrio». Le Filippine sono costituite di 7107 isole. Un buon punto di partenza è offerto dall’arcipelago delle Visayas, che comprende anche Bohol. Sicure e affascinanti, sono un paradiso per sub e per chi fa snorkeling. Tuttavia chi decide di trascorrere le ferie esclusivamente in acqua, perde l’opportunità di scoprire tante altre attrazioni su un’isola facile da esplorare. Per percorrere i 226 km di Bohol basta un giorno. Lungo la strada si scorgono chiese in pietra che furono costruire dagli spagnoli e graziosi villaggi, la cui presenza è annunciata lungo il margine della strada dal riso esposto ad essiccare. Molti abitanti di Bohol vivono pure grazie ai soldi mandati da parenti emigrati, lo si nota dalla manifattura delle case più solida delle altre. Eccetto le «Chocolate Hills» e l’isola di Panglao, Bohol non è ancora una meta del turismo di massa.
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Canti e preghiere su Cebu Con il traghetto in due ore si raggiunge la vicina isola di Cebu, dove non ci sono solo bei resort con vista sul mare. Visitiamo la croce che Ferdinando Magellano fece erigere nel 1521. Attorno alla struttura a forma di chiosco che ospita la Croce di Magellano vi sono donne impegnate a vendere candele e a compiere danze accompagnate da preghiere. E dietro l’angolo si può ammirare la più antica reliquia religiosa delle Filippine: il Santo Niño nell’omonima basilica. L’esploratore e conquistatore portoghese regalò la statuetta alla moglie dell’allora regnante dopo che la coppia e molti sudditi si fecero battezzare, anche a loro insaputa. Le code dei fedeli davanti alla teca che custodisce il Bambin Gesù sono lunghe. Ogni filippino che si reca a Cebu viene qui a pregare.
L’eredità dei baroni dello zucchero Sull’isola di Negros, a ovest di Cebu, il paesaggio è ancora dominato dalla coltivazione di canna da zucchero. I bufali aiutano nei lavori dedicati al raccolto e con il carro colmo di piantine avanzano lungo la strada. La ricchezza dei proprietari delle piantagioni è dimostrata a Silay, dove si trovano alcune antiche e prestigiose ville, in cui ai tempi fecero la loro comparsa i primi frigoriferi e televisori delle Filippine. Una visita dell’isola non sarebbe completa senza Talisay, che nel buio emana un’atmosfera magica. Il barone della canna da zucchero Don Mariano Lacson vi fece costruire un’enorme villa all’inizio del 20° secolo per i figli dopo la morte della moglie. Nella Seconda Guerra Mondiale venne incendiata per non cadere nelle mani dei giapponesi. Ora è un’attrazione turistica molto fotografata. La famiglia Ossorio, proprietaria della raffineria di zucchero Victoria, si è resa immortale con una cappella. Un paio di centinaia di metri più in là dei lavoratori tornano alle case alla fine del turno di lavoro, lasciando vuoto l’edificio in stile Mid-Century Modern degli anni Cinquanta nel bel mezzo di una vegetazione rigogliosa. Se la cappella si trovasse in Europa, sarebbe un luogo di pellegrinaggio per gli appassionati di architettura. In tutta calma si può ammirare il famoso Gesù arrabbiato con il cuore spinato in fiamme dipinto da Alfonso Ossorio, artista dell’espressionismo astratto. L’isola di Negros, dove vivono tre milioni di persone, in materia di sostenibilità svolge un ruolo di pioniera nelle Filippine. Sull’isola sono state costituite fattorie per l’allevamento di gamberetti e atelier per l’intreccio di cestini come alternativa alla coltivazione della canna da zucchero. Vale la pena
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Chi visita Bohol, deve andare a vedere anche le colline di cioccolato, in totale sono 1268.
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SVAGO Apprezzata La mini isola Balicasag presso Bohol è il paradiso dei fan dello snorkeling.
Luzon OCEANO PACIFICO
Manila
F I L I P P I N E Cebu
Bohol
Negros Mare di Sulu
Mindanao
200 km
MALESIA
DA SAPERE Periodo: le Filippine sono una destinazione per tutto l’anno. Viaggio: ad es. con Cathay Pacific via Hong Kong a Cebu, poi proseguire con traghetti. Oppure via Hong Kong a Manila. Dalla capitale con Philippine Airlines ad es. a Negros, poi proseguire con traghetti; volo di rientro da Cebu. Soggiorno: Bohol: Amun Ini, magnifico resort di 12 camere, cucina al top Bohol Beach Club, resort medio con carattere USA, ideale per famiglie Amorita Resort, struttura elegante sulla nota spiaggia di Alona
Negros: Seda Capital Central, hotel business a Bacolod Tutti gli alberghi hanno una base sub, a parte il Seda Capital Central Manila: The Peninsula, oasi di quiete, stupenda area piscina Lavori pesanti I bufali vengono impiegati nel raccolto della canna da zucchero su Negros.
visitare l’Ong OISCA presso Bago, per vedere come viene prodotta la seta. Ai contadini, che sono disposti a piantare gelsi per l’allevamento di bachi da seta, è offerta un’attività e un ricavo alternativi. In direzione sudovest il paesaggio è più collinare, i campi di canna da zucchero sono sostituiti da risaie e bananeti. Su Negros, Cebu e Bohol gli unici mezzi di trasporto pubblici sono delle motociclette con una carrozza laterale, chiamati «tricycles». Grazie a questi tricicli innumerevoli autisti hanno una piccola attività che permette loro di guadagnare da vivere trasportando sia persone che animali. Quando le scuole terminano il pomeriggio, i tricicli sono strapieni di bambini in uniforme. Nel sudest a Dumaguete si trova il Resort Atmosphere. Qui si possono fare immersioni e anche praticare lo yoga e la meditazione in una casa 46 touring | maggio 2019
Tourasia: lo specialista delle Filippine in Svizzera offre viaggi individuali o anche di gruppo tourasia.ch
sull’albero. I proprietari della struttura gestiscono anche un progetto di mensa aperta a tutti. I fratelli Christian (9 anni) e Daniel (11) appartengono al gruppo di 85 bambini che da lunedì a venerdì ricevono il pranzo gratuito. La madre Allyn aiuta in cucina. I due fratelli sono fortunati. Il padre lavora di quando in quando in un ospedale, mentre i genitori dei loro amici sono costretti a cercare nelle discariche materiale da rivendere. Nel quadro di questo progetto la madre di un altro ragazzo si sta occupando di allevare un maialino. Dopo alcuni mesi lo potrà rivendere e usare la gran parte del ricavato per comprare materiale scolastico. È una bella sensazione sapere che almeno una parte, anche se piccola, dei soldi spesi in vacanza, viene usato in modo sensato. ◆ Il reportage è stato realizzato su invito di tourasia.
Protezione ottimale per ogni viaggio Malattia oppure un problema in una destinazione esotica come le Filippine? Con il TCS Libretto ETI si è assicurati per ogni evenienza. Telefonateci per ulteriori informazioni: 0800 140 000 eti.tcs.ch
FOTO ARGUS, JULIANE LUTZ, CARTA KEYSTONE
Cebu: Maribago Bluewater, grande resort con molte attrazioni
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FOTO ADOBESTOCK, ALD
La piazza principale di Bruges.
Scoprire Gand con una gita in battello sui canali.
Un viaggio ricco di sorprese nelle Fiandre Il TCS ha organizzato in esclusiva per i suoi soci un viaggio alla scoperta della parte settentrionale del Belgio. In programma vi è la visita a tre incantevoli città delle Fiandre: Anversa, Gand e Bruges. Scoprite le principali attrazioni durante la visita delle città e dei musei, oltre che navigando in battello. Delizierete i vostri occhi, ma anche il vostro palato con le gustose particolarità gastronomiche. Le 5 giornate trascorse nelle Fiandre saranno ricche e varie, proprio come questa regione! Unitevi a noi: ne rimarrete entusiasti.
1° giorno: Zurigo o Ginevra–
Bruxelles. Volo in mattinata per Bruxelles. Trasferimento ad Anversa. Check-in all’hotel. Giro panoramico. Aperitivo di benvenuto sulla ter-
razza del museo MAS. Cena e pernottamento. 2° giorno: giro del porto, visita alla casa di Rubens e «Nuovo Museo dei Diamanti». Serata a disposizione. 3° giorno: visita delle città di
Gand e Bruges. Picnic sull’acqua. Serata a disposizione. 4° giorno: «Mattinata culi-
naria»: oggi scoprite la gastronomia belga. Pomeriggio a disposizione. Cena conclusiva. 5° giorno: mattinata a libera
Ghiottonerie del Belgio.
disposizione. Poi in tarda mattinata, trasferimento all’aeroporto di Bruxelles e volo di ritorno per Ginevra o Zurigo.
DATE E PREZZI DI VIAGGIO 31.7–4.8.19 da/a Ginevra/14–18.8.19 da/a Zurigo Prezzi per soci TCS a persona in CHF In camera doppia, prestazioni incl.: 5 giorni/4 notti da/a Zurigo con SWISS o Ginevra con BRUSSELS AIRLINES minimo di 15/massimo di 25 persone Supplementi: Doppia uso singola Viaggio del 14.8 da/per Zurigo Non soci TCS Supplemento gruppi piccoli 15–19 persone * Sconto prenotazione anticipata per soci TCS, valido fino al 31.5.2019
2150.– 510.– 100.– 200.– 150.– 100.–
Si applicano le condizioni di viaggio di TCS Viaggi consegnate unitamente all’iscrizione. Con riserva di modifiche del programma di viaggio.
INFORMAZIONI DI VIAGGIO Punti forti TCS Visita guidata privata dei musei MAS e Rubens; gita in battello attraverso i canali di Gand; visita del «Nuovo Museo dei Diamanti»; viaggio di scoperta culinaria nel mondo della gastronomia fiamminga; accompagnatore TCS dalla/ alla Svizzera. Da sapere I cittadini svizzeri che desiderano visitare il Belgio sono pregati di munirsi di una carta d’identità valida. Servizi Volo diretto A/R con SWISS Zurigo–Bruxelles o con BRUSSELS AIRLINES Ginevra– Bruxelles in classe Economy; tasse aeroportuali e sicurezza; tutti i trasferimenti; 4 pernottamenti nell’Hotel**** «Rubens»; 4×BB; 2×LU; 2×DI; vino da tavola, acqua, caffè o tè ai pasti; escursioni e visite
esplicitamente menzionate nel programma dettagliato; ingressi; documentazione completa di viaggio; guida turistica locale esperta; accompagnatore TCS spiegazione: BB=colazione; LU=pranzo; DI=cena
Non compreso Spese personali; mance; pasti non menzionati; bevande; spese di gestione della pratica CHF 60.–, assicurazione spese di annullamento, rientro e cure. Si raccomanda il TCS Libretto ETI Europa, prenotabile su eti.tcs.ch
Organizzazione, prenotazione e informazioni dettagliate TCS Tourismus Service Center Maulbeerstrasse 10 3001 Berna Telefono 0800 163 111 vl@tcs.ch o tcs-viaggi.ch/anversa
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12 FATTI E CIFRE
L’isola che c’è Nel mondo ci sono oltre 100 000 isole; piccole, grandi, basse, alte, abitate e non, divise, famose e famigerate e persino isole fantastiche come ad esempio quella leggendaria di Peter Pan... che non c’è. Ecco cifre e fatti per rispolverare le vostre conoscenze. E scoprire magari anche qualche curiosità. TESTO DOMINIC GRAF | ILLUSTRAZIONI NICOLAS KRISTEN
Un’isola è… … una porzione di terra emersa completamente, anche durante le maree, circondata dalle acque e non classificata come massa continentale. Gli iceberg non sono considerati delle isole, le rocce immerse nell’acqua sì. Eccezione: in Canada la definizione ufficiale vuole che per trattarsi di isola deve crescerci almeno un albero.
L’isola più popolosa è…
L’isola più vasta è…
Un arcipelago è… … un gruppo di isole poco distanti fra loro bagnate dalle stesse acque. Per citare soltanto qualche esempio di arcipelago: le Hawaii, l’Indonesia oppure le Isole Galapagos.
… la Groenlandia. Con quasi 2 milioni di km² è tre volte più grande della Nuova Guinea, la seconda per superficie. Essendole riconosciuto l’autogoverno ha piene competenze sul piano interno, mentre la Danimarca continua a mantenere il controllo sulla politica estera oltre che per la difesa militare.
Un’isola fantasma è… … una presunta isola raffigurata su mappe antiche o che è stata anche documentata per un certo periodo oppure ancora che è frutto di racconti di marinai ed esploratori, ma di cui si è in seguito dimostrato la sua inesistenza. Quella più famosa è senz’altro Atlantide. Oggigiorno gli storici sono unanimi nel ritenerla una leggenda descritta dal filosofo greco Platone. 48 touring | maggio 2019
… Giava in Indonesia. Conta 141 milioni di abitanti, è poi seguita dall’isola giapponese Honshū con 103 milioni di persone. La Gran Bretagna, la maggiore isola europea, registra invece 65 milioni di residenti ed è quindi la terza isola per quanto riguarda la popolazione.
La più grande isola della Svizzera è… … Ufenau nel Lago di Zurigo. Grande 112 000 m², è di proprietà del convento di Einsiedeln.
L’isola più visitata al mondo è… … Maiorca. Si tratta della più grande fra le Isole Baleari ed attrae ogni anno circa 11 milioni di viaggiatori. Come paragone Cuba, la seconda isola per afflusso di turisti, ne accoglie circa 4 milioni ogni anno.
SVAGO
Sulle isole vivono in totale… … circa 730 milioni di persone, vale a dire che una persona su 10 abita su un’isola. L’ONU riconosce 46 stati isolani, un quarto di tutte le nazioni. Lo stato più popolato formato da isole è l’Indonesia con 265 milioni, mentre Nauru (Oceania), lo stato-isola più piccolo del mondo, ha 13 000 abitanti.
La più vasta isola disabitata è… … Devon Island nell’Oceano Artico con un’estensione di 55 247 km² (corrisponde al territorio della Croazia). Fa parte del Canada e gli unici abitanti sono dei lemming e buoi moscati, nonché gli occasionali team di ricercatori che vi approdano per simulare le condizioni di vita su Marte.
L’isola più alta del mondo è… … la Nuova Guinea (Indonesia). Con il monte Puncak Jaya, denominato anche Piramide Carstensz (per l’esploratore olandese Jan Carstensz), raggiunge 4884 metri d’altezza. È interessante da notare che il vulcano hawaiiano Mauna Kea svetta a soli 4200 metri sul livello del mare, ma viene ritenuta la montagna più alta del pianeta con i suoi 17 000 metri se misurata dalla base, sommersa, fino alla vetta.
L’isola più famigerata è… … Alcatraz nella baia di San Francisco. Dal 1934 al 1963 ospitò l’omonimo penitenziario di massima sicurezza in cui furono rinchiusi alcuni fra i più pericolosi criminali degli USA – in primis Al Capone. Anche Robben Island, situata al largo di Città del Capo, divenne tristemente nota come carcere per prigionieri politici durante l’apartheid. Il più famoso fra questi, Nelson Mandela, vi trascorse quasi vent’anni della sua vita.
Si parla di isola divisa… … se il suo territorio viene attraversato da confini tra due o più stati. Per citare alcuni esempi tra i più conosciuti: Hispaniola (Repubblica Dominicana e Haiti), l’Irlanda (Irlanda del Nord/Gran Bretagna e Irlanda) o Borneo nel Mar Cinese: la terza isola più grande del mondo è divisa fra Indonesia, Malesia e Brunei. Altresì divise Cuba (USA/base militare di Guantànamo e Cuba), nonché Cipro (Turchia e Repubblica di Cipro); tuttavia, in questa fattispecie si tratta di confini disputati non riconosciuti dalla comunità internazionale. ◆
Ne sapete di più sulle isole? Allora rispondete al nostro speciale quiz online che troverete su touring.ch/quiz-isole
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chi il parcheggio costa solo 112 fr. Anche in vacanza i Bernasconi non vogliono rinunciare alla mobilità privata e prenotano un’auto da TCS autonoleggio. Grazie al pagamento con la TCS Mastercard ottengono il 10% di sconto e risparmiano ancora 84 fr. Pure dopo le ferie la famiglia continua a beneficiare del programma vantaggi TCS: da Smartphoto ordinano un album delle foto con un cashback dell’11%: di nuovo 3 fr. risparmiati. Quando consultano il conto TCS Benefits (che conteggia tutte le somme risparmiate), rimangono sorpresi: 208.80 fr. Ne è valsa la pena! ◆
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Meta di viaggio numero 1: il Ticino per la popolazione svizzera è la destinazione di vacanza più attrattiva.
Vicino è meglio che lontano Perché viaggiare migliaia e migliaia di chilometri, se si sta bene a pochi passi da casa? Sempre più svizzeri, che riscoprono il proprio Paese come un’attrattiva meta di vacanze, se lo chiedono. Ed è una delle conclusioni a cui giunge il terzo Barometro TCS dei viaggi. TESTO DOMINIC GRAF
L
a popolazione svizzera adora viaggiare e i fatti lo dimostrano in modo chiaro. In media gli svizzeri ogni anno preparano tre volte le valigie per un viaggio con pernottamento e compiono dieci gite giornaliere. L’annuale Barometro TCS dei viaggi, elaborato per la terza volta dal TCS in collaborazione con l’Istituto di ricerca Gfs di Berna, ci mostra quali fattori influiscono sulle nostre decisioni e sui
Regioni di vacanza nazionali, le vincitrici del 2019
nostri piani del tempo libero. Grazie a questo particolare studio rappresentativo – sono stati interpellati 1000 abitanti della Svizzera e 1400 soci del TCS – si possono registrare sviluppi e tendenze ben definite. Per il Touring Club Svizzero il sondaggio rappresenta una base informativa importante al fine di accompagnare al meglio i suoi soci durante i loro spostamenti in Patria e all’estero.
La terza e più recente pubblicazione del Barometro TCS dei viaggi mostra che per andare in vacanza non sempre vogliamo salire a bordo di un aereo. Le ferie all’estero e al mare rimangono tra le attività del tempo libero più attrattive, ma se devono scegliere una destinazione specifica, gli svizzeri optano per mete situate in Svizzera o nei Paesi con-
Destinazioni di viaggio
Sicurezza di viaggio
Classifica delle mete di viaggio
I viaggi all’estero sono diventati più sicuri negli ultimi 12 mesi? (in %)
Popolazione generale
Soci TCS
1
Ticino
Ticino
1
Grigioni
Italia
3
Italia
Spagna/Portogallo
4
Vallese
Australia/Nuova Zelanda
5
Spagna/Portogallo
Grigioni
6
Germania/Austria
Caraibi
7
Francia
Vallese
8
Australia/Nuova Zelanda
USA
9
Caraibi
Francia
10 USA
Germania/Austria
11 Thailandia
Thailandia
12 Sudafrica
Sudafrica
13 Egitto, Emirati Arabi Uniti, Turchia
Egitto, Emirati Arabi Uniti, Turchia
52 touring | maggio 2019
4 6
8 4
33 42
36 37
Esterno: popolazione Interno: soci TCS molto più sicuri piuttosto sicuri
20 10
non lo so/nessuna risposta piuttosto insicuri molto più insicuri
CLUB finanti, all’insegna del motto «vicino è meglio che lontano». Una delle conclusioni a cui giunge il Barometro TCS dei viaggi è infatti: «Nonostante che le vacanze all’estero siano ritenute attrattive, chi vince quest’anno sono le regioni di vacanza nazionali: Ticino, Grigioni e Vallese». Rispetto all’ultimo periodo di sondaggio, soprattutto il Canton Ticino ha guadagnato terreno e quest’anno è stato addirittura indicato come meta di viaggio primaria sia dagli interpellati tra la popolazione che dai soci del TCS. Quasi tutte le altre destinazioni che si trovano più lontano marciano sul posto o perdono in attrattività. Alla fine della classifica si trovano, come negli anni precedenti, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Turchia.
meta. Non da ultimo per il fatto che l’anno scorso si sono verificati meno atti di terrorismo, che invece sono stati sostituiti da eventi specifici nei singoli Paesi come ad esempio Brexit, manifestazioni dei gilet gialli in Francia, siccità in Sudafrica o eruzioni vulcaniche.
Allo stesso modo, i soci TCS sono più attratti da viaggi avventurosi e soggiorni in campeggio. Non da ultimo perché dispongono di maggiori informazioni sui Paesi e sulla loro situazione attuale e dunque in viaggio si sentono più sicuri.
I soci TCS viaggiano più degli altri Come l’anno scorso anche l’attuale Barometro TCS dei viaggi rivela differenze interessanti tra i 1000 svizzeri interpellati e i 1400 soci del TCS. In genere, chi fa parte del TCS è più propenso a percorrere migliaia di chilometri per andare in ferie. Per questo motivo, i viaggi in località lontane – in Australia o nei Caraibi – sono più ricercati dai soci del TCS rispetto al resto della popolazione.
Resoconti di viaggio di amici, conoscenti e user
Si può solo speculare sui motivi precisi per cui la tipologia dei viaggiatori associati al TCS sia perlopiù diversa da quella del resto della popolazione. Ma: chi è in possesso di un Libretto ETI del TCS in caso di problema può sempre fare affidamento all’assistenza dalla Svizzera e può fare ricorso all’esperienza e alla professionalità degli esperti TCS in fatto di mobilità e viaggi. Si sente dunque pronto e preparato ad affrontare anche viaggi più lontani e più avventurosi. ◆ Turisti influenzati dalle catastrofi naturali, ad es. l’eruzione dell’Anak Krakatoa in Indonesia.
Nella decisione pro o contro una destinazione sono molti i fattori in gioco. Le fonti più attendibili rimangono i resoconti di viaggio di amici e conoscenti. Sempre più importanza però la acquistano le valutazioni e i commenti su piattaforme di prenotazione online – che rappresentano la versione digitale delle raccomandazioni personali. Allo stesso tempo però diminuisce l’importanza dell’influsso che hanno le notizie e le novità sui programmi di viaggio degli svizzeri. Solo il 26 percento degli svizzeri si sentono condizionati dalle notizie, mentre nel 2017 erano il 36 percento. Non stupisce dunque che parallelamente il tema del terrorismo e della guerra perda peso nella scelta della
Programmi di viaggio
Attrattività delle attività nel tempo libero
Fattori importanti nella pianificazione (in %)
Attrattività da 0 a 10 Vacanze all’estero
Sicurezza e assistenza in loco 89 88
Rilassamento
7,7 8,3
Vacanze al mare 87
7,1
82
Carattere e ospitalità della popolazione
7,8
Vacanze in Svizzera 86 84
Minaccia di terrorismo
7,0 6,8
Escursioni giornaliere 80 80
Problemi con malattie e agenti patogeni
7,1 7,2
Giro di scoperta in città 68
6,3 77
Rischi dovuti alle forze della natura
6,7
Viaggi di scoperta 65
5,9 69
6,9
FOTO KEYSTONE
Problemi linguistici
Mangiare con amici 45 43
7,7 7,7
Pericoli del trasporto aereo
Soggiorni in campeggio 43 45
Sopra: popolazione Sotto: soci TCS
3,4 4,4
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Guidare l’e-bike e far del bene Soci TCS ultracinquantenni e in forma fisica aiutano le persone anziane a smaltire oggetti da riciclare nell’ambito del progetto «muoviamoci». Mezzo di trasporto sono le e-bike da carico. «Touring» era all’istruzione per diventare pedalatori del TCS. TESTO JULIANE LUTZ | FOTO EMANUEL FREUDIGER
I
l sole attira tutti all’aria aperta. E viamoci» e si tratta di saperne di più chiunque deve rimanere all’interno sulle esigenze di mobilità della generaper qualsivoglia ragione, guarda zione 50+. fuori con nostalgia. Tuttavia fra Cargo e-bike e biciclette i sette partecipanti che questo sabato non sono uguali mattina sono seduti nell’aula di seminaI sette sono arrivati a Ittigen per farsi rio del Centro tecnico del TCS a Ittigen, istruire come pedalatori TCS durante l’atmosfera è delle migliori. I sei uomini un corso gratuito di mezza giornata. e la donna si sono annunciati volontari All’inizio della formazione c’è per l’esperimento del Pedalatore una parte teorica, siccome TCS: soci del club ultracinle e-bike hanno alcune difquantenni in buona forma ferenze rispetto alle norfisica, che amano andare in mali biciclette. Secondo bicicletta, portano in discale norme dell’Ufficio federica la carta usata, le bottirale delle strade (Ustra), glie vuote o perfino i rifiuti le e-bike «lente» con pedaingombranti, per conto di lata assistita fino a 25 persone anziane con una km/h sono equiparate alle mobilità limitata. Come «Posso immagibiciclette, mentre le e-bike mezzo di trasporto si sernarmi di essere in veloci con una pedalata asvono di biciclette da carico servizio ogni due sistita fino a 45 km/h sono con motore elettrico. Avsettimane» considerate dei motocicli. viato lo scorso mese di Susanne Seiler-Baur Ad esempio, nel caso di un settembre a Berna, l’esperifutura pedalatrice divieto di circolazione per mento è condotto dall’Accaautomobili, motocicli e ciclomotori, il demia della mobilità, una filiale del conducente di una e-bike veloce non TCS. Esso fa parte dell’iniziativa «muo54 touring | maggio 2019
può immettersi su quella strada (a meno che il motore non sia spento), mentre può farlo un pedalatore del TCS perché le bici elettriche impiegate nel progetto fanno parte della categoria lenta. Anche la distanza di frenata è nettamente maggiore. Per chi circola su una bicicletta normale ad una velocità di 15 km/h, la distanza di arresto si attesta attorno ai 10,1 metri. Invece, su un’e-bike che va a 25 km/h bisogna calcolare una distanza di arresto di 18,8 metri. Essa aumenta ancora se la carreggiata è bagnata o se la cargo e-bike è carica. Susanne SeilerBaur ascolta attentamente le spiegazioni dei due istruttori del traffico. La 59enne di Schliern presso Berna ha saputo del progetto leggendo un articolo di «Touring». «Ho smesso di lavorare da poco e cerco nuove cose cui dedicarmi», afferma. La combinazione di impegno sociale ed ecologico, all’interno di cui ci si muove, l’ha convinta immediatamente. «Posso immaginarmi di essere in servizio ogni due settimane», dice la donna sportiva.
Si impara ad affrontare le rotonde Dopo il blocco di teoria, Christina Haas, responsabile del progetto «muoviamoci», spiega velocemente le diverse modalità di guida delle bici della marca Riese & Müller e poi si parte. Dapprima i pedalatori si aggirano ancora un po’ tra gli edi-
CLUB
Informazioni pratiche di Christina Haas ai volontari.
Esercitazione nella rotonda su come circolarvi in e-cargo bike.
fici del centro tecnico del club, esercitandosi a frenare e ad affrontare le curve. Poi si cimentano nel percorso di slalom approntato dagli istruttori del traffico Hans Wüthrich e Kornel Fahrni e quindi nella rotonda dove provano una svolta e l’uscita. Infine ricevono dei sacchi con 20 o 25 chili sul loro pianale di carico, per simulare il carico visto che in futuro dovranno trasportare merci da riciclare. Dopo che tutti hanno acquisito familiarità con il carico, Wüthrich e Fahrni suddividono i partecipanti al corso in due gruppi e si immettono sulla strada. All’inizio vanno su e giù da un ponte, provano alcune manovre di
svolta e cercano il modo migliore per af- dei pedalatori, quando suoneranno alla frontare una salita. E ovviamente ci si porta delle persone che essi intendono esercita a guidare in una rotonda. Gli aiutare nell’ambito di questo progetto. istruttori pedalano davanti e i neofiti Beat Zaugg si rallegra fin d’ora del suo li seguono, uno in fila all’altro: guidano primo intervento. Dal giorno del suo come hanno appena imparato, pensionamento il 70enne, che prima della rotatoria si posisembra molto più giovane, zionano al centro della corè impegnato nel sociale. sia, danno la precedenza ai «Siccome però mi piace veicoli che sopraggiungono sempre pure divertirmi da sinistra, attraversano la quando faccio qualcosa, rotonda stando al centro questo progetto entusiadella corsia e segnalano smante è proprio quel che con il braccio quando la abfa per me». Possibilmente, bandonano, esattamente vorrebbe essere in giro come fanno gli automobili- «Siccome però mi come pedalatore ogni setsti mettendo la freccia. La piace sempre pur timana. manovra viene provata didivertirmi quando Smaltire merce verse volte, finché tutti si faccio qualcosa, da riciclare sentono sicuri. questo progetto Gli anziani, il cui centro Maglietta gialla di smaltimento è troppo entusiasmante è come distintivo lontano o che, in generale, proprio quel che Quando i due gruppi si rifanno troppa fatica a fa per me» trovano davanti al centro portare via perché pesanti Beat Zaugg tecnico di Ittigen, sono tutti futuro pedalatore o ingombranti le bottiglie d’accordo che, benché sia vuote, la carta usata o lunga circa 2,35 metri, la bicicletta eletancora i vari rifiuti d’alluminio, ora trica da carico è sorprendente semplice possono prenotare un pedalatore del da guidare. E a giudicare dalle espresTCS. Gratuitamente. Si tratta di vosioni dei volti, è anche molto divertente. lontari, che nell’ambito del progetto Per finire, Christina Haas spiega come «muoviamoci» del TCS aiutano le perfunziona lo smistamento degli incarichi. sone anziane a trasportare al sito di Non appena arriva la richiesta d’aiuto smaltimento la merce da riciclare o per lo smaltimento di merce da riciclare, anche oggetti di varia taglia che non lei invia una mail a tutti i partecipanti vengono più usati. I segni distintivi dei chiedendo chi ha tempo. pedalatori TCS sono le loro magliette gialle e le speciali biciclette elettriche Come regalo di congedo i volontari riceda carico. ◆ vono una maglietta polo nell’inconfonI Pedalatori possono essere prenotati per e-mail dibile giallo TCS. Sulla schiena c’è la oppure telefono: info@muoviamoci.ch, scritta «muoviamoci». La maglietta sarà tel. 058 827 34 09. Ulteriori informazioni al sito: così anche il segno di riconoscimento muoviamoci.ch
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27.06.17 11:08
CLUB
Un assistente per ogni caso Il TCS Car Assistant contribuisce ad evitare le panne. Invia le notifiche di emergenza automaticamente, raccoglie ed analizza in seguito i dati del veicolo e fornisce anche interessanti statistiche. TESTO FELIX MAURHOFER | FOTO EMANUEL FREUDIGER
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imanere bloccati in mezzo al nulla per un guasto è lo scenario da incubo di ogni automobilista. Adesso, grazie alla nuova offerta TCS Car Assistant, è possibile rilevare tempestivamente molte panne incombenti. Se sopraggiunge un problema, i codici di errore vengono visualizzati nell’app e spiegati in modo comprensibile, poi viene segnalata la procedura corretta da seguire. A seconda della gravità del guasto, si può richiedere direttamente l’intervento della Patrouille TCS oppure farsi indicare l’officina disponibile più vicina. Ma lo strumento consente di fare molto di più: L’app visualizza i dati di guida e altri parametri.
i dati vengono inoltrati automaticamente al TCS e poi visualizzati sull’app. Dopo un viaggio si possono consultare valori statistici quali il tempo di percorrenza, il percorso o il consumo e il proprio Driving Score. Altre funzioni sono il diario di bordo, il pianificatore dei servizi di manutenzione oppure le news TCS e le offerte speciali per l’auto.
Notifica d’incidente In caso d’incidente, a partire da un determinata soglia d’urto (forze G) il connettore lancia un allarme diretto alla centrale d’emergenza del TCS, 24 ore su 24. Inoltre trasmette l’indicazione automa-
tica del luogo e dell’ora. Se il conducente non può essere raggiunto telefonicamente, il TCS provvede ad allertare i servizi di soccorso pubblici in base all’indice di collisione ricevuto (livello di gravità dell’incidente).
Installazione semplice Dopo aver scaricato l’app (per iOS o Android) ed essersi connessi, il sistema può essere inizializzato con il connettore. Questo viene inserito nella porta OBD (Onboard Diagnose), legge i segnali e invia tutti i dati rilevanti all’unità tecnica del TCS, dove vengono analizzati ed elaborati. L’applicazione
accede al server tramite connessione GSM e trasferisce i dati elaborati sul telefonino dell’utente. ◆
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CLUB
Donne al centro della mobilità familiare I vertici decisionali del TCS contano nei loro ranghi la presidente della Sezione Vallese del club, Fabienne Bernard. Il suo è un impegno al femminile, a favore della parità e volto ad assicurare la perennità di un club confrontato con numerose sfide future. Ritratto. TESTO JÉRÔME LATHION | FOTO ISABELLE FAVRE
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al 2006 presiede le sorti della sezione vallesana del TCS, che possiede tra l’altro il più alto tasso di fedeltà dei soci. Da ben dieci anni siede nel Consiglio d’amministrazione del club – 24 membri –, in compagnia della sua collega sciaffusana Doris Iselin-Schneider. «Mi sento meno sola», sorride Fabienne Bernard. Per contro è ancora l’unica donna nell’Ufficio presidenziale (8 membri), dov’è responsabile delle missioni strategiche. Auspica un TCS in cui un maggior numero di donne possa accedere a tutti i posti. «Da un lato perché le donne sono al centro della mobilità familiare, ma anche perché un’impresa dove uomini e donne sono presenti a tutti i livelli è un’impresa vincente». Una femminista? La donna, originaria di Martigny, è piuttosto una fautrice accanita della parità. In questo contesto ricorda le condizioni della sua entrata nel comitato della sezione vallesana. In quel periodo, la sua principale motivazione era l’impegno a favore della sicurezza stradale: «François Valmaggia, che allora ne era il presidente, aveva espresso il desiderio d’aprire il comitato alle donne», ci racconta, con riconoscenza. Dalla sua elezione, una certa parità basata sul rispetto delle competenze è rimasta una costante sostenuta da tutti, senza dover essere formalizzata con dei testi. «Il mio obiettivo è di farne una filosofia a livello nazionale, poiché la Svizzera conta numerose donne competenti che sono al centro del cambiamento».
Ascolto e dialogo Non bisogna pensare che, a causa della scarsa presenza, le donne siano snobbate in seno ai vertici del TCS. «Ho una personalità risoluta ed essa può manifestarsi, prosegue Fabienne Bernard. Il Consiglio d’amministrazione è una 58 touring | maggio 2019
Donna forte Fabienne Bernard, presidente di TCS Vallese, è membro del Consiglio d’amministrazione e dell’Ufficio presidenziale.
struttura dinamica che cerca delle soluzioni, ascoltando ognuna e ognuno». Una cultura portatrice di risultati, a suo dire: «Mi sono impegnata molto per stabilire un dialogo sereno tra le grandi e le piccole sezioni, come pure tra le regioni linguistiche. Fortunatamente, le tensioni sono oggi meno frequenti rispetto ad alcuni anni fa. D’altronde que-
sto cambiamento è dovuto in buona parte all’attuale presidente centrale, Peter Goetschi, originario del cantone bilingue di Friburgo. Il TCS è stato messo sui giusti binari, e ciò è importante per permettergli di affrontare le sfide future». Tra di esse, la svolta della mobilità elettrica. Senza dimenticare i veicoli autonomi che… stanno spun-
L’ESPERTO TCS
Un partner imprescindibile Un’altra grande sfida, ancor più immediata, è quella della mobilità elettrica. Sotto la pressione del tempo, si tratta anche qui di sapere quale mobilità scegliere, di trovare la strada giusta avendo in testa una priorità: la difesa dell’utente. Chiaramente, la generalizzazione delle colonnine di ricarica deve imporsi come prioritaria nel capitolato d’oneri del TCS. Ma, agli occhi di Fabienne Bernard, la missione va ben oltre, sulla base di un punto di forza prezioso di cui dispone il club: la sua provata collabora-
«Dobbiamo accompagnare il progresso. Ma la mobilità autonoma pone delle questioni etiche e giuridiche» zione, di lunga data, con i club partner all’estero, che lo fa beneficiare d’informazioni utili per tutti gli attori implicati nella mobilità del futuro. «Su questa base dobbiamo sviluppare una collaborazione con le Scuole universitarie e gli istituti di ricerca coinvolti. Le imprese sopravvivono se sanno proiettarsi nel futuro. Personalmente, ho un’unica ambizione: contribuire a fornire dei mezzi che permettano alle giovani generazioni di progettare il loro avvenire». Un atto di fede futurista che non la distoglie dalle sue convinzioni, sotto i colori del TCS: «Sono fiera di servire un’organizzazione che assiste delle persone e non delle macchine», sottolinea in conclusione la nostra interlocutrice. ◆
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Chi può nutrire il mio gatto?
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La mia vicina nutre regolarmente il mio gatto. Questo mi infastidisce. Ma può dare da mangiare al mio micio contro il mio volere?»
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tando all’orizzonte. Appassionata di storia, la presidente di TCS Vallese intende proprio affrontare queste sfide senza ripetere certi errori del passato. «Si spendono ancora molti soldi per delle infrastrutture stradali che forse non avranno più una gran utilità nell’epoca della mobilità autonoma», precisa. Mobilità autonoma che del resto porterà con sé delle serie questioni d’ordine etico e giuridico: «Chi fa la scelta delle programmazioni e sotto quale controllo? Chi decide sulle vittime – ciclisti o pedoni – che potenzialmente potrebbero essere stesi da un veicolo sprovvisto di conducente?» La formulazione è volutamente scioccante. In effetti, la responsabilità è immensa, gli attori implicati sono numerosi, e il TCS non può essere da meno nella problematica che si verrà a creare, secondo Fabienne Bernard.
TESTO VERA BEUTLER
No. Sebbene gli animali non siano più una cosa, il gatto è di sua proprietà e lei stabilisce chi quando e come lo può nutrire. La sua vicina può pertanto dare da mangiare al suo felino solo se lei l’autorizza. Sarebbe ragionevole parlarne prima assieme, soprattutto se il suo micio mangiasse dalla vicina soltanto ogni tanto. Ad esempio se il suo gatto necessitasse di un’alimentazione speciale, un colloquio servirebbe a ricordare alla vicina che in caso di spese veterinarie causate dalla somministrazione di alimenti non adeguati, potrebbe essere chiamata ad un indennizzo.
fatti avrebbe dovuto segnalare l’animale ai preposti servizi cantonali. Soltanto dopo due mesi dalla segnalazione, qualora il legittimo proprietario non dovesse poter essere rintracciato, la persona che lo trova potrà diventare proprietaria dell’animale. Ancor più scomoda sarebbe la posizione della vicina se avesse nutrito regolarmente il gatto per appropriarsene. Questo è punibile penalmente. Se non si trattasse di un costoso felino di razza, ma di un comune gatto domestico, l’interessata se la caverebbe con solo una multa, a condizione tuttavia che lei sporga querela. ◆
Sarebbe ancor più sgradevole se la vicina dovesse nutrire il suo gatto in modo regolare, al punto che Vera Beutler, dr. iur. questo si stabilisse in casa sua. responsabile di «lex4you». Quest’ultima dovrebbe informarla, affinché lei possa riportare a casa il LEX4YOU suo gatto. In un si«lex4you» è una piattamile caso non serforma interattiva di virebbe nemmeno consulenza giuridica che la vicina si giuper la vita di tutti giorni stificasse con lei – comprensibile, attuale affermando di aver e pratica. considerato il gatto Il TCS è al vostro fianco per le questioni giuridiche. come randagio: in lex4you.ch tali circostanze in-
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FORUM
Scriveteci…
touring impressum Rivista del Touring Club Svizzero
Qui vale la regola: più breve è la lettera, maggiore è la probabilità che venga pubblicata. «Dopo la pioggia viene il sereno» Quasi 40 anni fa, fresca di patente, comprai subito l’auto dei miei sogni: rigorosamente cabrio, la pagai 1500 franchi. Dovetti investirci altri 1000 per renderla adatta alla circolazione stradale. Eravamo all’inizio dell’estate. Dal momento in cui ritirai la Triumph Spitfire III dall’officina iniziò a piovere e non smise più per settimane intere. Non vedevo l’ora che tornasse a brillare il sole per poter guidare finalmente con il tetto aperto. Ogni mattina mi fermavo in una panetteria lungo il tragitto per il lavoro. Con le temperature polari appena scendevo la portiera gelava e spesso dovevo tornare nel negozio e farmi dare dell’acqua bollente per sghiacciarla. Al mio capo la mia spider non piaceva affatto. Un giorno, volendo uscire in retromarcia dal garage con la sua auto andò a sbattere contro la mia parcheggiata davanti: «Come si fa a vedere una macchinetta così piccola e per giunta scura…» borbottò a mo’ di scusa. Ma io andavo orgo-
Questione di volume Touring 12/1-2018/19, Esperto TCS
Leggiamo di rivestimenti stradali e pneumatici silenziosi nonché di riduzioni della velocità. Ma che ne è di coloro che circolano con l’audio a tutto volume? C’è chi ascolta la musica tanto forte da non sentire le sirene delle ambulanze né delle autopompe dei vigili del fuoco. Di notte si viene regolarmente svegliati dal bum-bum che esce dai loro finestrini e che risusciterebbe pure i morti. È qui che occorre intervenire, perché è certo che questi automobilisti sono un pericolo sulle nostre strade e vanno multati (per guida distratta). Karin Buck @
A cielo aperto Con la pioggia, la decappottabile creava qualche fastidio.
Touring 3/2019
Complimenti per lo spazio che finalmente dedicate all’evoluzione elettrica. Soprattutto le 8 asserzioni sull’e-mobilità sottoposte 60 touring | maggio 2019
Caporedattore Felix Maurhofer Vice caporedattori Marc-Olivier Herren Dino Nodari Redazione Aline Beaud Jérôme Lathion Juliane Lutz Dominic Graf Art Director Alban Seeger
gliosa della mia inglesina tutta sprint e me ne disfeci soltanto quando iniziò a bere più olio che benzina. Beatrice Renz, Wil (SG)
Cerchiamo: foto scattate dai lettori @ Nessuno dimentica la prima auto e neanche tutto quello che ci ha fatto vivere. Allora ci racconti la sua curiosa, avventurosa o divertente storia. Da inviare con una fotografia a: touring@tcs.ch
alla prova dei fatti hanno senz’altro contribuito a correggere qualche preconcetto errato. Mi auguro che in futuro Touring presenti maggiormente veicoli a basso consumo. Le statistiche attuali mostrano che in Svizzera si acquistano vetture sempre più grosse e pesanti. I giornali presentano spesso e quasi soltanto test della versione più potente quando viene lanciato un nuovo modello. Invece io non mi sono mai pentito di aver optato per il «downsizing» quando acquistai una Fiat 500e. Infatti non mi sono mai divertito tanto guidando. Roland Käser, Münsingen Difendetevi! Touring 3/2019, Esperto TCS
Evoluzione elettrica
Editore Touring Club Svizzero Casella postale 820, 1214 Vernier (GE)
Socio di lunga data leggo con interesse articoli come quello sulla «Collisione
in montagna con conseguenze» del vostro esperto giuridico. Sono del parere che ci si dovrebbe difendere maggiormente contro accuse degli altri utenti del traffico, è un diritto che spetta a tutti, anche agli anziani. L’anno scorso è mancato poco che investissi una signora che stava attraversando non sulle (!), ma accanto alle strisce pedonali. Sebbene grazie ai miei riflessi ancora buoni abbia evitato l’urto, la mia età ha fatto sì che tutti parlassero di sanzioni e addirittura di ritiro della patente. Anche per la polizia intervenuta sul luogo avrei perso la padronanza del veicolo. Niente di tutto ciò: piena assoluzione e niente spese a mio carico, questa la sentenza del ministero pubblico. Walter Wettach @
La redazione si riserva di apportare eventuali tagli e non tiene corrispondenza. È possibile inviare le lettere per e-mail (touring@tcs.ch). Le lettere sono pubblicate anche nella versione online di Touring (touring.ch).
Responsabile foto Emanuel Freudiger Layout Andreas Waber Stephan Kneubühl Sara Bönzli Mathias Wyssenbach Assistenti di redazione Michela Ferrari (I) Tania Folly (F) Oliver Marti (T) Irene Mikovcic-Christen Corrispondenza Redazione Touring Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna Tel +41 58 827 35 00 touring@tcs.ch Tiratura Edizione italiana: 71 538 Totale: 1 190 995 Edizione/Marketing Reto Kammermann Pubblicità: Cumi Karagülle Roger Müller Chantale Hofer, verlag@tcs.ch TCS Viaggi Mario Brunelli Vantaggi socio Marcel Zimmermann Assistente prestazioni Club Dominique Voramwald Abbonamento: compreso nella quota annua di socio. «Touring» è pubblicato 10 volte l’anno. Modifica indirizzo: con il numero di socio: TCS, Sede centrale, Casella postale 820, 1214 Vernier, Tel. 0844 888 111, info@tcs.ch Testi e foto sono protetti dai diritti di autore. Ogni riproduzione, anche parziale, richiede l’accordo scritto dell’editoria. Si declina ogni responsabilità per manoscritti e altri lavori non richiesti. Produzione Swissprinters SA Brühlstrasse 5, 4800 Zofingen Tel. 058 787 30 00
TOUROLINO
Un concorso sul tema dei droni e un lavoretto manuale su quello delle farfalle: Tourolino mette le ali e si alza nel cielo!
OUR
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Farfalla svolazzante
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TESTO ALINE BEAUD | ILLUSTRAZIONI ANDREA PETER
CREATIVITÀ
Origami alato Procurati un bel foglio di carta quadrato e segui le otto tappe per una creazione primaverile!
1. Piega il foglio lungo le due diagonali e l’asse verticale. Riapri il foglio.
2. Piegalo poi lungo l’asse orizzontale e fa rientrare i lati all’interno.
5. Rialza le 2 punte 6. Rialza la piccola e metti in forma gli punta inferiore. angoli da una parte e dall’altra dell’asse centrale. Gira il foglio.
CONCORSO ONLINE
3. Rialza le 2 punte davanti e gira il foglio.
4. Piega la parte inferiore del tuo origami leggermente al di sopra del lato superiore.
7. Piegalo ora a metà sull’asse verticale.
8. Apri le ali tenendo la parte centrale dell’origami. Ed ecco che la tua farfalla è pronta!
PREMI
In modo generale un pilota deve obbligatoriamente… □
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A. … padroneggiare gli aquiloni prima di poter pilotare un drone. B. … tenere un contatto visivo permanente con il suo drone. C. … saper guidare anche le automobiline telecomandate.
Partecipa al concorso entro il 26.05.2019 collegandoti al nostro sito internet touring.ch e indicando la giusta risposta. Buona fortuna!
Puoi anche infilare la tua farfalla in un vaso dopo averla fissata su un’asticella di metallo creando così una bellissima decorazione.
Un buono-regalo di un valore totale di 100 franchi, generosamente offerto da Franz Carl Weber.
La risposta corretta del concorso n. 4 era C.
Possono partecipare tutti i giovani lettori e le giovani lettrici di Touring della Svizzera e del Liechtenstein, a eccezione dei collaboratori TCS e dei loro familiari. I giovani vincitori del concorso «Tourolino» saranno estratti a sorte e avvisati personalmente. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito al concorso. Sono escluse le vie legali. I nomi dei vincitori verranno pubblicati sul sito internet di Touring.
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IN GIRO CON
MICHEL JAUSSI
La bellezza degli spazi aperti e sconfinati Con le sue immagini vuole suscitare emozioni e creare immagini fuori dal comune e per farlo a volte impiega anche il drone. Stiamo parlando dell’argoviese Michel Jaussi, uno tra i migliori fotografi pubblicitari al mondo. TESTO DINO NODARI | FOTO EMANUEL FREUDIGER
I
l drone emette il bip che ne annuncia l’imminente partenza. Con il radiocomando in mano, Michel Jaussi fa decollare la sua macchina fotografica volante dai piedi del tiglio di Linn, nel Canton Argovia. Questa volta però il professionista non intende scattare immagini del mitico albero plurisecolare, perché oggi il soggetto delle sue fotografie è Jaussi in persona. Ed è chiaro che anche il tiglio deve esserci nell’inquadratura, perché riveste un’importanza capitale per il fotografo. Già da piccolo lo poteva vedere dalla finestra della sua cameretta e da allora è rimasto affascinato ed attratto irresistibilmente da quel luogo – che ha d’altronde immortalato innumerevoli volte. È proprio grazie a questo imponente albero che Michel Jaussi ha cominciato ad interessarsi alla fotografia paesaggistica.
L’effetto «wow» Le foto di Michel Jaussi regalano all’osservatore una nuova prospettiva dello spazio. L’orizzonte è ampio, il sole basso sembra baciare la terra. Sono carrellate sul paesaggio che infondono una sensazione di profonda leggerezza. Le immagini non rappresentano necessariamente solo scorci di natura, bensì anche fabbricati industriali e insediamenti urbani. Spesso sono 62 touring | maggio 2019
prese da una posizione elevata. Nei suoi scatti Jaussi prova a cogliere la sensazione di felicità che spesso si crea in particolari luoghi, quando lo sguardo può volare liberamente, ovunque desideri. «Adoro questo effetto ‘wow’», spiega. Per lui una foto è riuscita quando tutti i dettagli sono studiati fino nei minimi particolari. Questa passione per i dettagli è evidente ad esempio nelle immagini della birreria tedesca Krombacher. Ci sono voluti 15 giorni per ottenere la foto perfetta. E attualmente Jaussi sta viaggiando attraverso tutta la Svizzera per un grande mandato di Swisscom. Già per la terza volta Michel Jaussi è sulla lista dei 200 migliori fotografi pubblicitari di «Lürzer’s Archive». Ogni due anni la rinomata rivista pubblicitaria prepara un libro che presenta i fotografi pubblicitari più importanti al mondo. «È una grande soddisfazione e una conferma della mia professionalità», si rallegra Jaussi. Gli inizi della sua carriera non sono comunque stati facili. Mentre altri si riorientano verso la fotografia dopo aver terminato una prima formazione, Jaussi scelse già a 16 anni di fare un apprendistato di fotografo e poi si mise subito in proprio. Nei primi anni le cose non filarono proprio lisce. Fino a quando, in
una fase difficile, tentò il tutto per tutto. «Decisi di fotografare una Mercedes Classe S in mezzo a un vasto paesaggio», racconta Jaussi. Con sua grande sorpresa, l’importatore gli lasciò il veicolo per due settimane. Le fotografie piacquero talmente tanto che ne chiesero delle altre e da quel momento in poi ricevette sempre più mandati. La ricerca dell’impostazione ottimale ha condotto Michel Jaussi a elevarsi spesso dal suolo, su edifici e tettoie. Dato che il cavalletto non sale più di quel tanto e che gli elicotteri sono costosi, da un paio di anni il fotografo ha cominciato ad usare anche droni. Ha seguito un corso di pilotaggio ed investito nel materiale tecnico necessario. Oggi la fotografia con il drone costituisce sino al 30 percento del suo lavoro. Ma non intende assolutamente abbandonare la macchina fotografica. «Per me il drone è un mezzo per ottenere un determinato risultato e si può utilizzare quando un soggetto lo richiede o quando il luogo può essere ripreso solo dall’alto», spiega mentre guarda il monitor installato in casa sua. Sullo schermo si vede il livestream della sua webcam. In primissimo piano: il tiglio di Linn. ◆
«Della fotografia di paesaggi adoro l’effetto wow» Michel Jaussi fotografo, 47 anni, di Linn (AG)
Albero mitico Michel Jaussi con il drone davanti al tiglio di Linn.
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Valore CHF 449.– funzioni per la salute e il fitness, tra cui l’elettrocardiogramma. L’orologio è pure in grado di inviare una richiesta di soccorso. Quanti soci TCS hanno preso parte al terzo Barometro dei viaggi? Inviate un SMS con tmi051 xxxx (xxxx = numero di soci TCS) al numero 5555
OCCASIONE 2 – SUDOKU 1
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IN PALIO il tablet Huawei Media Pad M5 Lite LTE Valore CHF 349.–
Valore 349.–
La doppia fotocamera del Nokia 7.1 con ottiche Zeiss offre immagini eccellenti. Il display Full HD da 5,8” di questo apparecchio si adatta alla luminosità dell’ambiente e garantisce quindi una perfetta leggibilità in qualsiasi momento. Offre una durata della batteria di un giorno e si ricarica molto rapidamente. Lo smartphone dispone dell’ultima versione del sistema operativo Android.
L’elegante Huawei Media Pad M5 si distingue per il suo brillante display da 10.1” con 1080 px, sul quale i contenuti sono visualizzati con numerosi dettagli e con colori molto fedeli. Il dispositivo è dotato di altoparlanti quad stereo con suono surround 3D, firmati Harman Kardon per fornire i migliori effetti sonori di una sala da concerto. Il tablet può essere utilizzato anche con la penna digitale.
Risolvete l’indovinello matematico e compilate le caselle rosse. Inviate un SMS con scritto tmi052 e le tre cifre al numero 5555.
Risolvete l’indovinello matematico e compilate le caselle verdi. Inviate un SMS con scritto tmi053 e le tre cifre al numero 5555.
Ogni SMS costa CHF 1.50. È possibile partecipare anche per posta, inviando la soluzione a TCS, Editoria Touring, Gioca & Vinci, Casella postale, 3024 Berna.
Possono partecipare tutte le lettrici e tutti i lettori di Touring in Svizzera e Liechtenstein (che abbiano compiuto 16 anni di età). Non possono partecipare i collaboratori del TCS e i loro familiari. I vincitori e le vincitrici di «Gioca & vinci» saranno estratti a sorte tra tutti coloro che hanno risposto correttamente e avvertiti personalmente. I premi non possono essere cambiati né corrisposti in contanti. Non si tiene alcuna corrispondenza in merito ai concorsi e ai sorteggi. È escluso il ricorso alle vie legali.
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TICINO Bollettino della Sezione Ticino
#5 | maggio 2019
Io mi allaccio bene, . . . e tu? La nuova gamma di seggiolini per bambini Cybex al Centro TCS di Rivera: i vantaggi sono la consulenza, il montaggio, lâ&#x20AC;&#x2122;assistenza post-vendita e i prezzi allettanti! Informazioni a pagina 74
SEZIONE TICINO
TCS Gruppo del Mendrisiotto
La «grigliatina» di inizio estate Il Comitato del gruppo TCS Mendrisiotto propone un momento conviviale con la tradizionale «Grigliatina» di inizio estate, allo scopo di intensificare i contatti reciproci fra i Soci e i simpatizzanti del Gruppo e di tutelare sempre meglio gli interessi del TCS Sezione Ticino, venerdì 7 giugno, dalle ore 18.30 al Ristorante Lattecaldo a Morbio Superiore. Un locale, all’imbocco della nostra Valle di Muggio sulle pendici del Monte Bisbino, che dispone di una bella sala e di un parco. Il tutto circondato da un meraviglioso castagneto.
Qui potremo gustare la migliore grigliata mista della stagione. Il ricco aperitivo di benvenuto è offerto dal Gruppo TCS del Mendrisiotto, in seguito la godenda comprende ogni «ben di Dio» a partire dall’affettato misto, passando alle varie carni grigliate, per finire con il sorbetto al limone TCS e un buon caffè. Il nostro Comitato, allo scopo di favorire gli incontri nel Club, ha deciso di fissare un prezzo estremamente vantaggioso, stabilito in fr. 35.– per persona con le bibite comprese.
TCS SEZIONE TICINO
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84 000 copie 10 volte all’anno Roberto Morandi Sara Bönzli
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I posti a disposizione sono limitati, prenotate subito! I posti disponibili sono 65 e quindi occorre iscriversi entro sabato 25 maggio solo presso l’avv. Andrea Carri allo 079 171 48 96 o per e-mail: tcs.mendrisiotto@gmail.com
Punto di contatto via alla Chiesa 10, 6802 Rivera Societariato e prodotti TCS, corsi e scuola guida, collaudi e controlli tecnici.
Impressum Bollettino ufficiale dei Soci TCS, Sezione Ticino Tiratura Edizioni Redazione Layout
L’invito è rivolto ai Soci TCS , ai loro famigliari e conoscenti, ma solo veri amici del TCS. Consigliamo di munirsi di un pullover perché potrebbe essere fresco.
Inserzioni TCS Sezione Ticino CP 581, 6802 Rivera sezioneTI@tcs.ch Stampa
Swissprinters AG Brühlstrasse 5 4800 Zofingen
Per il viaggio: ViaCard, Bollo ecologico (D), Telepass (I, F, E, P), Patente internazionale, Vignetta autostradale per CH e Austria, info e pagamenti Pedemontana Telefono 091 935 91 35, Fax 091 935 91 20 sezioneTI@tcs.ch, www.tcs-ticino.ch
SEZIONE TICINO
Viaggiare
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DOVE FUNZIONA?
COME PAGARE? marzo 2019
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Dipartimento del Territorio
Dall’ambiente alla mobilità Il nuovo Capo della Sezione della mobilità in seno alla Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità del Dipartimento cantonale del territorio, Mirco Moser, che dal 2010 è stato Capo dell’Ufficio dell’aria, del clima e delle energie rinnovabili, descrive le sfide che lo attendono, dalla lotta all’inquinamento passando per la rivoluzione nella mobilità.
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el corso degli ultimi vent’anni la qualità dell’aria in Ticino è migliorata sostanzialmente. E ciò nonostante la popolazione residente sia aumentata di oltre il 10% e il numero di veicoli a motore immatricolati addirittura del 30%. La strategia di lotta contro l’inquinamento atmosferico avviene soprattutto attraverso misure di carattere strutturale sul lungo termine. Si pensi ad esempio al regolare aggiornamento dei limiti legali di emissione per i riscaldamenti, gli impianti industriali, i veicoli a motore oppure le macchine da cantiere, che impone ai produttori il ricorso alla migliore tecnica disponibile. In questa strategia rientra pure il Piano cantonale di risanamento dell’aria, aggiornato dal Consiglio di Stato nel maggio del 2018, che prevede delle misure che toccano i settori delle economie domestiche, dell’industria, dell’artigianato e del traffico. Fra queste figura pure quella che mette a disposizione dei cittadini 3 milioni di franchi per la promozione della mobilità elettrica. Misura che è diventata effettiva lo scorso mese di marzo con l’approvazione del credito da parte del Gran Consiglio. I 3 milioni di franchi sono destinati a incentivare l’acquisto di automobili totalmente elettriche e l’installazione di stazioni
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inducendo da un lato le persone a condividere i veicoli. In questo caso il margine di manovra è molto ampio perché gli attuali tassi di occupazione delle automobili sono estremamente bassi (1,1 occupanti per veicolo). Dall’altro, indirizzando l’utenza sul trasporto pubblico, che sarà totalmente rivoluzionato con l’apertura della galleria di base del Monte Ceneri prevista a dicembre 2020 e la rete tram-treno del Luganese, la cui messa in esercizio è pianificata per il 2027. Queste opere permetteranno l’aumento della frequenza del trasporto e la riduzione dei tempi di viaggio. Infine deve essere sottolineato lo sforzo già in atto per migliorare e potenziare i percorsi ciclabili e pedonali.
Curriculum vitae di ricarica a domicilio e presso i datori di lavoro. In dettaglio, 2000 franchi saranno erogati dal Cantone per l’immatricolazione di una nuova automobile totalmente elettrica a patto che l’importatore svizzero abbia riconosciuto un premio di pari entità sul prezzo di listino applicato in Svizzera. L’elettrificazione della mobilità rappresenta un’ulteriore opportunità di attuare una mobilità più sostenibile nel nostro Cantone. Indubbiamente occorre ridurre il numero di automobili in circolazione,
Mirco Moser, 52 anni, dottore in scienze tecniche al Politecnico federale di Zurigo, è sposato e padre di 4 figlie ed è domiciliato a Bellinzona. Dopo un’esperienza dirigenziale nel settore privato, dal 2003 ha iniziato la sua attività professionale nell’Amministrazione cantonale. Nel 2010 è stato nominato a Capo dell’Ufficio dell’aria, del clima e delle energie rinnovabili e da maggio sarà il nuovo Capo della Sezione della mobilità in seno alla Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità del Dipartimento cantonale del territorio.
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Elettromobilità in Ticino
Cosa sta cambiando nel mondo della elettromobilità in Ticino? Le possibilità di ricarica si espandono. Ma chi si avvicina a questo tipo di trazione che possibilità ha di ricaricare e pagare il dovuto? I parcheggi che offrono una stazione di ricarica come funzionano? A queste domande abbiamo cercato di rispondere con l’ing. Franco Bullo, responsabile del Servizio di elettromobilità «Emotì»
I
l Ticino e la Città di Mendrisio, sono stati per diversi anni dei pionieri a livello mondiale nel campo dell’elettromobilità, in particolare grazie ad una capillare rete di stazioni di ricarica ad accesso pubblico, denominata RiParTI e sviluppata da infovel – centro di competenze per la mobilità sostenibile – per permettere la diffusione dei veicoli elettrici secondo gli obiettivi fissati dai progetti pilota VEL1 e VEL2. Alla chiusura di infovel, avvenuta nel 2015, alcune attività, tra le quali la gestione dell’infrastruttura di ricarica RiParTI, sono state rilevate da Enertì, società con sede a Rivera e costituita dalle dieci principali aziende di distribuzione di energia elettrica ticinesi. In un primo tempo Enertì si è impegnata a garantire agli utenti la continuità del servizio e in seguito, tramite le aziende
elettriche, ha investito nell’ammodernamento e ampliamento della rete, installando nuove infrastrutture e creando il marchio «emotì». Dopo oltre 20 anni di esercizio, le stazioni di ricarica RiParTI necessitavano infatti di un aggiornamento tecnico, in modo da seguire le evoluzioni dei veicoli e soddisfare gli standard imposti dalle case automobilistiche. Le caratteristiche di ricarica e la sempre maggiore capacità delle batterie, richiedono oggi delle apposite stazioni per la ricarica anche in ambito privato. Per questo motivo emotì propone diverse tipologie di infrastrutture adatte alla ricarica privata, sia al proprio domicilio sia in azienda, ottenibili presso Enertì o le principali aziende elettriche di distribuzione ticinesi. Per approfittare dei servizi di emotì basta
I siti interessanti per l’elettromobilità e come ricaricare l’auto tcs.ch/it/test-consigli/consigli/elettromobilita/ (Informazioni e colonnine private) emoti.swiss (abbonamenti alla rete di ricariche, colonnine private) gofast.swiss (rete di colonnine con ricarica rapida)
registrarsi sul sito www.emoti.swiss oppure tramite l’App dedicata, scegliendo fra due diversi tipi di abbonamento, adatti per un utilizzo frequente («membro») o occasionale («non-membro») e due diverse modalità di pagamento (prepagamento o carta di credito). L’accesso alle colonnine pubbliche è possibile tramite la «carta emotì», l’App oppure le carte di altri operatori (roaming). Il costo della ricarica è calcolato in funzione del tipo di abbonamento, della quantità di energia erogata e della durata dello stazionamento. In genere non è richiesto il pagamento del parcheggio, ad eccezione di autosili, posteggi muniti di barriera e P+R, dove la tassa di parcheggio deve essere pagata separatamente, come per i veicoli tradizionali. Le colonnine di ricarica ad accesso pubblico emotì, erogano esclusivamente energia rinnovabile, proveniente dalle centrali idroelettriche ticinesi, certificata «tìacqua» e sono compatibili con tutti i veicoli elettrici e ibridi ricaricabili attualmente in circolazione. marzo 2019
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Patrouille TCS:
Fiorenzo Toscanelli Il 1° maggio, Fiorenzo Toscanelli, motore del Soccorso stradale della Regione Sud, si godrà, dopo 43 anni di attività TCS, il meritato pensionamento.
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uesta sua decisione era nell’aria da qualche tempo, soprattutto dopo l’incidente che gli aveva procurato qualche grattacapo. Ma, ligio al suo ferreo carattere, fino all’ultimo giorno, ha svolto la sua funzione nell’interesse di tutti i soci, del Club e dell’attività di dirigente della SCSS Sagl con attenzione, dedizione e disponibilità che ha accompagnato tutta la sua carriera in seno al TCS. Cresciuto professionalmente sotto il pioniere del Soccorso stradale in Ticino Erminio Rizzi, Toscanelli ha sapientemente continuato la sua opera apportando alla Patrouille TCS quei cambiamenti innovativi al passo con l’evoluzione tecnoclogica dell’automobile, creando un buon affiatamento fra i garage UPSA e le carrozzerie USIC impegnate nel Servizio incidenti e promuovendo maggiore collaborazione con la Polizia e gli Uffici interessati dello Stato. Per meglio conoscere la persona, gli abbiamo rivolto alcune domande.
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La «vecchia guardia» della Patrouille TCS da sinistra: Tonini, Toscanelli, Pongan, Calanchini, Galante, Capelli, Bianchi e Fumagalli
Cosa ti ha spinto ad entrare nel TCS e fare questo lavoro? Dopo l’apprendistato in un garage monomarca del Luganese, la mia passione per le automobili mi spingeva ad ampliare le mie conoscenze e cosa c’era di meglio, a quel tempo del TCS? L’attività di soccorso ti dava la possibilità di soccorrere tutti i tipi di veicoli ed essere a contatto con la gente, inoltre il lavoro era variato e interessante: soccorrere persone in difficoltà, magari di altre culture e nazionalità, il fatto d’intervenire nei più disparati casi con qualsiasi tempo, sapendo di
aiutare qualcuno, mi gratificava pienamente. Com’era il lavoro di pattugliatore negli anni settanta e quali difficoltà hai trovato? La tecnica automobilistica non era così avanzata, la motoristica poco affidabile, i guasti e le rotture importanti, all’ordine del giorno. Per noi pattugliatori, le riparazioni sul posto o i traini in garage erano vissuti con accondiscendenza dagli automobilisti, che si rassegnavano supinamente anche in caso di decisioni difficili.
SEZIONE TICINO
Lavorativamente, per il pattugliatore, rispetto ad adesso, passava molto più tempo sul posto di lavoro anche perché il picchetto durava 24h. Ricordi degli episodi o degli aneddoti divertenti? Ricordo con piacere un sabato mattina di luglio. Mi hanno chiamato per un intervento a Paradiso per un motore di una Chevrolet che non funzionava. Giunto sul posto, il socio TCS mi indicò il suo motoscafo ormeggiato a riva. Sorpreso, gli dissi che i natanti non erano compresi nella copertura TCS. Mi implorò affinché riparassi il motore in quanto il motoscafo, poco dopo, serviva in una manifestazione per lo sci nautico. Vista la situazione acconsentii, riparai il guasto ed andammo a provarlo fino in mezzo al lago dove mi sorse spontanea una domanda: e se ora si ferma come faccio a farmi trainare a riva, visto che allora non c’erano i cellulari? Come ispettore della Patrouille hai dovuto dirigere e aggiornare, per diversi anni, una cinquantina di pattugliatori e seguire oltre cento garage convenzionati col TCS. Quali qualità t’hanno supportato in questo compito? La mia attività spaziava dal Canton Ticino a Lucerna, dai Grigioni a Uri, Obwaldo e Nidwaldo. Effettivamente vi sono stati dei
momenti in cui ero molto sollecitato: tra la gestione dei pattugliatori TCS e dei garagisti convenzionati, le riunioni e gli incontri nelle varie località della mia giurisdizione, solo il tempo per gli spostamenti era impegnativo, ma l’ho sempre fatto con entusiasmo. Ricordo che durante la mia attività ho incontrato parecchie persone disponibili e collaborative, alle quali ho sempre prestato il mio aiuto e con le quali ho poi instaurato un ottimo rapporto personale. Dopo anni di duro lavoro dove sicuramente hai fatto dei sacrifici, ma anche ottenuto delle soddisfazioni, cos’ha significato per te lavorare per il TCS? In 43 anni d’attività al TCS, non mi è mai capitato, iniziando la mia giornata, di pensare – che barba, oggi devo andare a lavorare –, magari pensando che dovevo percorrere 300/400 km per andare in fondo al Canton Grigioni con la neve e il ghiaccio, oppure dover redimere qualche controversia. Il TCS è un datore di lavoro che sebbene ti occupa molto, nel medesimo tempo ti dà la possibilità d’esprimerti nel lavoro al meglio e in modo indipendente, sempre sottostando alle direttive e agli intenti impartiti dalla direzione generale e ciò, sia prima come pattugliatore ed in seguito quale responsabile settoriale.
Come vedi il futuro del TCS tra dieci anni con i cambiamenti che ci saranno nel campo della mobilità? I cambiamenti nel TCS sono già in atto, il Club resta sempre attento alle innovazioni e al passo con i tempi, dando ai soci TCS nuovi servizi, garantendo progressione e salvaguardia degli interessi della mobilità individuale. La mentalità e la sensibilità verso i problemi ambientali, di conseguenza verso una mobilità più consona ai nostri tempi, è notevolmente cresciuta e questo è positivo. E’ buffo vedere, già oggi, che il TCS nato da un gruppo di ciclisti utilizzi ora pattugliatori in bicicletta per soccorrere gli automobilisti! Certamente il futuro sarà dei veicoli rispettosi dell’ambiente per il nostro interesse e quello delle generazioni future, cercando di lasciare loro un ambiente il più possibile vivibile. Sono altresì convinto che malgrado tutte le tecnologie innovative delle nuove automobili, il soccorso stradale continuerà ad esistere, sia che si tratti di veicoli, due ruote a motore o biciclette. Ora, avrai più tempo per i tuoi hobbies: la caccia, l’enologia e la raccolta di cimeli militari. Ci racconti qualcosa in merito? L’occasione del pensionamento è anche il momento di cambiar vita, dedicandomi alle cose che hai trascurato in passato e rinsaldando amicizie. Sicuramente avrò più tempo per curare i miei hobbies e pensare anche alla mia salute. Ma in primo luogo, starò più vicino a mia moglie Cristina e a mio figlio Davide per cercare di recuperare quei tanti momenti di affetto e di familiarità sacrificati per la mia attività. Devi ringraziare qualcuno in particolare? Tutti i miei collaboratori che, con il loro sostegno, mi hanno permesso di raggiungere gli obiettivi fissati. La Direzione del TCS, i miei diretti superiori che hanno riposto in me stima e sostegno, la Sezione Ticino, l’UPSA e l’USIC per l’ottima collaborazione che ha permesso la creazione della SCSS Sagl, i garage convenzionati col TCS, le Polizie Cantonali e le Polizie Comunali del Ticino, Grigioni, Uri, Lucerna, Nidwaldo ed Obwaldo, lo Stato del Cantone Ticino e l’USTRA Ticino.
Fiorenzo Toscanelli, 43 anni di servizio nella Partrouille TCS
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Nuovi seggiolini in arrivo! Lo shop di Rivera offre una nuova gamma di seggiolini per auto Cybex che supera in modo brillante i test condotti dal TCS. Il personale vi attende per consigliarvi in modo professionale e competente sull’acquisto e l’installazione corretta e con prezzi allettanti!
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uesto accessorio è fondamentale per la sicurezza del bambino che viaggia in auto con voi. Inoltre è importante sapere che non sempre un seggiolino va bene per ogni tipo di auto. Il seggiolino deve poter essere installato nell’auto nel modo più stabile e fisso possibile. Per gusci «bebè»
occorre verificare la lunghezza della cintura per garantire un ancoraggio sicuro. Se la cintura è troppo corta per un tipo di guscio, si potrà eventualmente installare un modello con base separata su veicoli dotati di Isofix. I modelli con un’omologazione semi-universale (per esempio, tutti i seggiolini con piede di
seggiolini-auto.tcs.ch oppure Infoguida «Seggiolini auto» Informazioni sulla sicurezza dei bambini in auto, i consigli e i test TCS sono pubblicati nell’infoguida, che potete comandare gratuitamente a seggiolini-auto.tcs.ch o ritirarlo a Rivera. Per il montaggio sono d’aiuto anche i relativi filmati, scaricabili direttamente mediante il codice QR che figura nell’opuscolo o sul sito.
supporto) non sono adatti per tutte le vetture. Generalmente, questi prodotti sono accompagnati da un elenco di veicoli appropriati. Non da ultimo l’uso di più seggiolini nell’auto può creare problemi e a volte tre posti auto sono sufficienti solo per due bambini. È bene quindi, prima dell’acquisto, di informarsi oppure recarsi con la propria auto al Centro TCS di Rivera dove il personale del punto di contatto è adeguatamente formato per consigliarvi nella scelta del modello della nostra gamma e dimostrarvi come lo si installa correttamente. *Inclusi montaggio e servizio post-vendita
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La giacca per il tempo libero Ford Mustang
Due generazioni una leggenda
In onore della celebre Ford Mustang • Con un dinamico soggetto ritraente due modelli Mustang • Con cappuccio imbottito, tasche a marsupio, cerniera, coulisse e bordo elastico in maglia Ford Motor Company Trademarks and Trade Dress used under license to Bradford Exchange. www.FordMotorCompany.com
✃ Dal 1964 il design e l’energia della Ford Mustang suscitano enorme entusiasmo tra conoscitori ed appassionati d’auto. Adesso, con l’esclusiva giacca per il tempo libero “Ford Mustang” rende omaggio in maniera speciale a questo mito. Il capo, blu scuro con cappuccio imbottito e colori a contrasto, presenta la qualità straordinariamente morbida di un tessuto misto, composto al 60% da cotone e al 40% da poliestere. L’impressionante ritratto di due leggende Mustang – la versione del 1965 e la V8 GT del 2015 – decorano la schiena. Anche maniche, lampo e parte anteriore riprendono il tema della Mustang con scritta e marchio. La giacca appare in esclusiva presso The Bradford Exchange. Dimostri la Sua passione per due generazioni di questa autovettura ed ordini, al meglio oggi stesso, il Suo esemplare “Ford Mustang”!
BUONO D’ORDINE ESCLUSIVO Termine di ordinazione: 10 giugno 2019
No. di riferimento: 61132 / 403-NIN09
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Prezzo: Fr. 99.90 o 2 rate mensili di Fr. 49.95 (+ Fr. 11.90 spedizione e servizio) Numero del prodotto: 403-NIN09
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