3 minute read

Quando la paura si fa strada

L’amaxofobia è il termine meno noto che identifica la paura di guidare. Le persone che ne soffrono affrontano notevoli disagi nella vita quotidiana perché evitano di mettersi al volante. Solo pochi osano guardare in faccia questo tabù e si rivolgono ad un professionista. «Touring» ha parlato con due donne affette dalla paura di guidare e di come sono riuscite a superarla con l’aiuto di una psicologa.

Carmen Fidalgo non è una persona timorosa. Per oltre vent’anni, non ha mai avuto paura di guidare, fino al giorno in cui la sua sicurezza al volante è stata scossa da un attacco di panico. «Mi ha colpita come un fulmine a ciel sereno. Il cuore batteva forte, sudavo e tremavo. Ho pensato: ora svengo e sono sulla corsia centrale dell’autostrada!». È così che la zurighese descrive il momento di shock che da quel giorno le impedisce di guidare in autostrada. Ci riprova, ma la sensazione di oppressione ritorna non appena si avvicina all’imbocco autostradale. «È stato allora che mi sono arresa», racconta la 45enne. A parte l’autostrada, però, non ha problemi al volante. In città e in campagna, guida in modo sicuro, regolare e piacevole come sempre. Per i viaggi più lunghi, usa i mezzi di trasporto pubblici o si siede sul sedile del passeggero. Nonostante questa fobia, continua a vivere senza grandi limitazioni. Dopo qualche anno, però, arriva il momento in cui la sua strategia di evitamento non funziona più. Quando sua madre ha un incidente, si rende conto che non può salire in macchina e correre ad aiutarla. «All’improvviso mi sono sentita dipendente e un po’ indifesa. Questa sensazione si è intensificata sempre di più e ho capito che evitare il problema non poteva essere la soluzione per sempre». Decide quindi di cercare un aiuto professionale su internet e finalmente lo trova su fahrangst.ch. Contatta la responsabile del sito web, Renate Siegenthaler.

Quando lo stress causa un attacco di panico Fin dalla prima conversazione si rende conto di essere in buone mani, in quelle di una psicologa, maestra di scuola guida ed ex camionista allo stesso tempo. «Sapeva esattamente di cosa stavo parlando e mi sono sentita subito accolta e compresa». Renate Siegenthaler, che dal 2007 aiuta gli automobilisti ansiosi a tornare in carreggiata, conosce fin troppo bene il problema della signora Fidalgo: «L’attacco di panico è una delle cause più comuni dell’ansia da guida e colpisce soprattutto le persone molto stressate. Il sovraccarico represso può essere rilasciato all’improvviso come reazione fisiologica allo stress e si perde il controllo del corpo», spiega l’esperta. Se ciò accade durante la guida, può sorgere la paura che la perdita di controllo si ripeta la volta successiva. In autostrada, ciò può avere gravi conseguenze. «La spirale dei pensieri catastrofici inizia a girare. E poiché in autostrada la nostra attenzione è meno impegnata rispetto, ad esempio, al traffico cittadino, è più probabile che abbiamo il tempo di concentrarci sui sintomi fisici, scatenando la spirale dei pensieri. Quindi l’ansia è amplificata a dismisura. Alla fine, le autostrade vengono sempre evitate», spiega la psicologa.

Alcune persone possono convivere abbastanza bene con questa situazione e per soddisfare le loro esigenze di mobilità riescono a trovare alternative accettabili come il trasporto pubblico. Diventa un problema serio solo › quando le persone iniziano a soffrirne e possono gestire la loro vita quotidiana solo con limitazioni e compromessi. «Allora parliamo di un disturbo psicologico da ansia da guida, la cosiddetta amaxofobia», afferma Siegenthaler. Fondamentalmente, le paure sono molto comuni, le persone possono sviluppare paura di quasi tutto. Diversi studi dimostrano che tra il 10 e il 14 percento della popolazione soffre di problemi di ansia che richiedono un trattamento.

Guidare, guidare, guidare

Carmen Fidalgo impara che la sua ansia può essere trattata. Ogni due settimane incontra Siegenthaler per le lezioni di guida. All’inizio solo in città, per conoscersi. Poi, nella seconda lezione, le due partono per la temuta autostrada e subito la sensazione di debolezza la coglie di nuovo. Si irrigidisce, fa fatica a sentire e a vedere, il cuore le batte forte. Esce dall’autostrada appena possibile e fatica a calmarsi. Ma rinunciare è fuori discussione. Nella lezione successiva, le due fanno un altro tentativo e, nonostante la paura che si manifesta anche questa volta, le cose migliorano. L’esperta nella gestione dell’ansia non le ha dato quasi nessuna istruzione, ma le ha trasmesso una nuova fiducia in sé stessa al volante, soprattutto grazie alla sua personalità forte e tranquilla. Un po’ alla volta, Carmen riacquista la fiducia in sé stessa e il senso d'impotenza si attenua. E poi, all’improvviso, la paura si trasforma in gioia. Descrive così la sua esperienza trionfale: «Eravamo in autostrada, era la sesta lezione, e all’inizio non me ne sono nemmeno accorta, ma stavo guidando completamente rilassata. È stato davvero bello guidare».

Carmen assolve un totale di nove lezioni di guida, ma questo non significa che adesso sia semplicemente «guarita». Al contrario, come sottolinea Renate Siegenthaler: «La paura di guidare non può essere semplicemente eliminata per magia. È un processo lungo e faticoso che continua anche dopo il mio aiuto. La chiave del successo è la pratica regolare e indipendente. Si impara a guidare solo guidando, e anche la paura di guidare può essere risolta solo mediante il confronto». Carmen Fidalgo ha compiuto questo processo e ora guida regolarmente in autostrada senza paura. «Il cuore mi batte ancora quando sorpasso, ma non temo più di avere attacchi di panico. In estate ho persino guidato in autostrada in Italia. Prima non avrei mai pensato che fosse possibile e questo mi rende molto orgogliosa», afferma l’ex malata di ansia. ›

This article is from: