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Cattoliciliberali
Cattolici liberali: l’unica regola di salvezza è stare con il Papa vivente (purché sia uno di loro...)
diJoséAntonioUreta
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La“papolatria” ,intesacomeciecasottomissionealPonteficevivente,anchein materiefuoridallasuagiurisdizionespirituale,ècominciataconPapaLeoneXIII elasuapoliticadi ralliement(allineamento)allarepubblicamassonicafrancese. Edèstatainiziatadaicattoliciliberali,nondaitradizionalisti.
In un precedente articolo (1) abbiamo fugatoilmalintesochehaportatoalcunitradizionalisti ad accusare gli ultramontani e un cosiddetto “spirito del Vaticano I” di essere responsabilidelladeriva‘papolatrica’dicerticattolici che pensano che bisogna obbedire al Papa anche quando agisce contro l’insegnamento tradizionale dellaChiesa.Nellerighecheseguonodimostreremo che non furono gli ultramontani, bensì i cattolici liberali ad estendere i limiti dell’infallibilità del Papa ben oltre quelli fissati dalla costituzione dogmatica Pastor Aeternus.
Questa deriva iniziò durante la politica di ralliement (allineamento)conlaRepubblicaimpostada papa Leone XIII ai cattolici francesi, una linea di condottaaccoltaconentusiasmodaicattoliciliberali i quali volevano conciliare la Chiesa con la modernitàrivoluzionaria,mentregliultramontanisiopposeroaquestaindebitaingerenzadelPapanegliaffari temporalidellaFranciasottolineandoilimitidelsuo poteremagisteriale.
L’episodioèstatoanalizzatomagistralmentedal prof.RobertodeMattei,nelsuolibro Il Ralliement di Leone XIII - Il fallimento di un progetto pastorale (2).PerevitarelaseparazionetraChiesaeStatofrancese, papa Pecci esortò i cattolici a unirsi alla Repubblica e a combattere le leggi anticlericali all’internodelsistemarepubblicano.Inquestomodo, la diplomazia vaticana voleva ottenere la benevolenza del governo francese per recuperare i territori cheilRegnod’ItaliaavevasottrattoallaSantaSede.
LanuovapoliticadiLeoneXIIIsiscontravacon due grosse difficoltà: da una parte, le elezioni avevano portato al potere in Francia governi massonici elaicisti,cheavevanointrodottoildivorzio,espulso igesuiti,proibitoasacerdotiereligiosidiinsegnare nellescuolepubbliche,abolitol’educazionereligiosa nellescuoleeimpostoaichiericiilserviziomilitare; dall’altro, essa vanificava le convinzioni monarchichedellamaggioranzadelcleroedeilaicifrancesi.
PapaLeoneXIIIeraunintellettualedaiprincipi solidimadalcuoreliberale.Ingenuamente credeva che, per disinnescare l’anticlericalismodei repubbli-
Papa Leone XIII
Nel 1879 la Repubblica francese avviò una politica anticlericale, ispirata al lemma di Léon Gambetta (a sin.) “le cléricalisme, voilà l’ennemi!” . Per bocca del cardinale Charles Lavigerie (sotto), Papa Leone XIII ordinò ai cattolici francesi di allinearsi alla Repubblica massonica e anticlericale, cessando quindi ogni attività monarchica. Era la politica del Ralliement, della quale Papa Pecci poi si pentì amaramente
cani,fossestatoufficienteconvincerlichelaChiesa nonsiopponevaallaRepubblica,masoloallorosecolarismo.AlcontrariodelPapa,ifedelifrancesivedevano chiaramente che il programma di scristianizzazione della Francia non era un elemento accessorio,malastessaragiond’esseredelregimerepubblicano. Per loro, accettare la Repubblica significava accettare lo “spirito repubblicano” , cioè l’impronta egualitaria e antireligiosa dell’ideologia rivoluzionariadel1789sututtalasocietà.
IlcardinaleLavigerie,arcivescovodiAlgeri,fu scelto da Leone XIII come “intermediario autorizzato”traParigieilVaticanoperlarealizzazionedel ralliement. Ad un ricevimento per gli ufficiali della flotta da guerra francese del Mediterraneo, propose unbrindisiperesortarliadaccettarelaformarepubblicanadigoverno,sostenendochel’ unionedituttii buoni cittadini fosse il bisogno supremo della Franciae “il primo desiderio della Chiesa e dei suoi Pastori” .
Pochimesidopo,LeoneXIIIstessoentrònella mischiaconcedendoun’intervista(laprimamairilasciata da unSovrano Pontefice) a un quotidianoparigino filogovernativo, Le Petit Journal, in cui dichiarava: “Ognuno può mantenere le sue preferenze intime, ma nel campo dell’ azione, non c ’è altro che il governo che la Francia si è dato. La repubblica è una forma di governo legittima come qualsiasi altra ” .Tregiornidopouscìlasuaenciclica Au Milieu des sollicitudes, seguita poco dopo dalla letteraapostolica Notre consolation a été grande,incui il Papa insisteva sulla sua idea di “ accettare senza seconde intenzioni, con quella perfetta lealtà che si addice a un cristiano, il potere civile nella forma in cui esiste di fatto ” .
Il problema di coscienza che questa svolta ponevaaicattoliciabituatiacombatterelaRepubblica massonicaerasimile,interminiattuali,aquellosollevato dal cardinale Joseph Zen e dai cattolici della Chiesa clandestina di fronte al nefasto accordo firmatotralaSantaSedeeilregimecomunistacinese.
La maggioranza dell’episcopato francese dell’epocaaccolsefreddamentequestapoliticadi rallie-
Rispondendo a mons. Freppel, un leader della corrente ultramontana (a dx.), che osservava come un Papa non sia infallibile in materia di opinioni politiche, il cardinale Lavigerie affermò: «La sola regola di salvezza e di vita nella Chiesa è quella di essere dalla parte del Papa, del Papa vivente. Chiunque esso sia» Era l’inizio della cosiddetta “papolatria”
ment,ealcunenotefiguredellacorrenteultramontana, come Mons. Charles-Émile Freppel, vescovo di Angers,visiopposeroapertamente.IlcardinaleLavigerie aprì allora il ballo del “magisterialismo” , cioè, l’errorediconferirepiùimportanzaagliinsegnamenti eaigestidelponteficedelmomentocheaquellidella Tradizione. Accusando gli “intransigenti” che si appellavanoaPioIXperopporsiaLeoneXIII,dichiarò: «La sola regola di salvezza e di vita nella Chiesa è quella di essere dalla parte del Papa, del Papa vivente. Chiunque esso sia» (3).
La stessa istruzione arrivò ben presto dal Papa stesso in relazione a una lettera del cardinale GiovanniBattistaPitra,unodeiprincipalirappresentanti del“partitopiano”(partitodiPioIX).Uncorrispondente olandese pubblicò il testo che aveva ricevuto dalcardinale,ilqualenellasuapartepiùimportante difendevaigiornalistiultramontanielodaval’espansionecattolicaavvenutasottoPioIX,senzadireuna parola sul suo successore. Una campagna di stampa si scatenò contro il vecchio cardinale, accusandolo di voler opporre una politica personale a quella di LeoneXIII.Ungiornalebelgaarrivòadaccusarlodi essere “il capo scismatico di una piccola chiesa che vuole dare lezioni al papa, atteggiandosi a più papista di lui” . Lastampalaicasiunìaigiornalicattolici liberalinelchiedernelapunizione.
Su istigazione del cardinale Lavigerie, il Papa fecepubblicaresull’Osservatore Romano unalettera che aveva scritto al cardinale arcivescovo di Parigi, in cui esigeva l’obbedienza dei fedeli in una questioneesclusivamentepoliticachenonavevanullaa che fare con la fede, la morale o la disciplina ecclesiastica.SarebbecomesePapaFrancescoimponesse le sue convinzioni sull’immigrazione o sul cambiamento climatico come obbligatorie. L’abuso di potere magisteriale manifestato nella lettera di Leone XIII meriterebbe di essere trascritto per intero, ma ciò supererebbe le dimensioni di un articolo. Ecco alcuni degli estratti più significativi (i commenti tra parentesiquadresononostri):
“Non è difficile vedere che tra i cattolici ci sono alcuni, forse a causa dei tempi sventurati, che, non contenti del ruolo di sottomissione assegnato loro nella Chiesa, pensano di poterne assumere uno nel suo governo. Per dire il meno, immaginano di poter esaminare e giudicare gli atti dell’ autorità secondo il loro modo di vedere le cose. Questo sarebbe un grave disordine se dovesse prevalere nella Chiesa di Dio, dove, per espressa volontà del suo divino Fondatore, sono stati stabiliti due ordini chiaramente distinti: la Chiesa docente e la Chiesa discente (ndt,la Chiesacheinsegnaequellachevieneistruita), i Pastori e il gregge, e tra i Pastori, uno di loro che è per tutti il Capo e il Supremo Pastore. Ai soli pastori è stato dato il pieno potere di insegnare, di giudicare, di dirigere; ai fedeli è stato imposto il dovere di seguire questi insegnamenti, di sottomettersi con docilità a questi giudizi, di lasciarsi governare, correggere e condurre alla salvezza ” .[Certamenteè cosìinmateriadifede,moraleedisciplinaecclesiastica, ma non in tutto il resto, in cui i fedeli sono liberidiavereun’opinionepersonale].
“Così, è assolutamente necessario che i semplici fedeli si sottomettano nella mente e nel cuore ai propri pastori, e questi con loro al Capo e Pastore Supremo. Da questa subordinazione, da questa obbedienza, dipendono l’ ordine e la vita della Chiesa.
È la condizione indispensabile per fare del bene e per arrivare felicemente in porto. Se invece i semplici fedeli si attribuiscono un ’ autorità, se pretendono di erigersi a giudici e dottori; se gli inferiori preferiscono o cercano di far prevalere, nel governo della Chiesa universale, una direzione diversa da quella dell’ autorità suprema, si tratta, da parte loro, di capovolgere l’ ordine, di arrecare confusione in un gran numero di menti e di abbandonare la retta via ” . [Il ralliement nonriguardavailgovernodellaChiesa, ma l’atteggiamento politico dei cattolici francesi versoillorogoverno;ifedelinoneranodunqueobbligatiaseguireiloropastoriinquestamateria].
“E non è necessario, per venir meno a un così sacro dovere, fare un atto di aperta opposizione sia ai vescovi che al Capo della Chiesa: basta che questa opposizione venga fatta in modo indiretto, tanto più pericoloso perché si cerca maggiormente di velarla con apparenze contrarie ” .[Questoeraunriferimentoagliultramontanicampionidell’infallibilità papale].
“È anche un segno di sottomissione insincera stabilire un ’ opposizione tra Sommo Pontefice e Sommo Pontefice [questosuonafamiliare…]. Coloro che, tra due diverse direzioni, rifiutano quella del presente attenendosi a quella del passato, non mo-
Già nel 1982, denunciandone l’uso strumentale in favore della Teologia della liberazione, Plinio Corrêa de Oliveira criticava “l’intellezione deformata del triplice ‘sentire’:
‘cum Romano Pontifice’ , ‘cum Episcopo’ , e
‘cum Parocho’ , che qualcuno vuole addirittura estendere a ‘cum sacristano’”
strano obbedienza all’ autorità, la quale ha il diritto e il dovere di dirigerli, e assomigliano per certi aspetti a coloro che, dopo una condanna, vorrebbero appellarsi a un futuro Concilio o a un Papa più informato ” . [Un altro attacco agli ultramontani accusatidiesserediventaticonciliaristi].
E in una manifestazione fino ad allora sconosciuta di centralismo e persino di autoritarismo, LeoneXIIIaggiunse:
“Ciò da ritenere su questo punto è che, quindi, nel governo generale della Chiesa, a parte i doveri essenziali del ministero apostolico imposti a tutti i Pontefici, è nella libertà di ciascuno di essi seguire la regola di condotta che, secondo i tempi e le altre circostanze, giudica migliore. In questo egli è l’ unico giudice, avendo in questa materia non solo intuizioni speciali, ma anche una conoscenza della situazione generale e dei bisogni della cattolicità, secondo la quale la sua sollecitudine apostolica deve essere regolata. [Ma il Papa è infallibile in tutto ciò che intraprende?Sipuòavereungiudiziocontrario?] Egli è colui che deve procurare il bene della Chiesa universale, al quale è ordinato il bene delle sue varie parti, e tutti coloro che sono soggetti a questo ordinamento devono assecondare l’ azione del Direttore Supremo e servire i suoi scopi.[No,secredonoincoscienza che sbaglia] Così come la Chiesa è una, il suo Capo è uno solo, e così anche il suo governo, al quale tutti devono conformarsi” (4). [L’attuale diritto canonico riconosce il diritto deifedeli diesprimere il loro disaccordo con il rispetto dovuto ai pastori].
Seigiornidopo,unodeiprincipaliparrocidiParigi descriveva così il nuovo clima nella Chiesa: «I vescovi devono riconoscere e proclamare che il Papa ha sempre ragione. I parroci devono proclamare e riconoscere che il loro vescovo ha sempre ragione. I fedeli devono riconoscere e proclamare che il loro parroco, in unione con il suo vescovo e unito al
La politica di Ralliement promossa da Leone XIII tolse ogni legittimità ai cattolici monarchici, aprendo quindi le porte a due tendenze opposte e ambedue nocive: un cattolicesimo democratico (Le Sillon), e un tradizionalismo positivista (Action Française)
Papa, ha sempre ragione. È come la gendarmeria» (5).
Il cardinale Lavigerie, invece, si congratulava conLeoneXIIIperaverresistitoaiventidimalcontento provenienti dai fedeli e dai giornali ultramontani: «Con questo vigoroso atto pontificale, Sua Santità ha condannato un nuovo genere di tirannia, che tentava di imporsi sulla gerarchia cattolica» (6).
Dopolapubblicazionedell’enciclica Au milieu des sollicitudes,ilPaparafforzòlasuaposizione,pur riconoscendochesitrattavadiunaquestionetemporale.CosìscrivevaalvescovodiGrenoble:
“Ci sono alcuni, dispiace dirlo, che mentre protestano del loro cattolicesimo, si credono in diritto di essere refrattari all’indirizzo dato dal Capo della Chiesa, con il pretesto che sarebbe un indirizzo politico. E beh! Di fronte alle loro pretese erronee noi manteniamo in tutta l’integrità ogni nostro atto precedentemente emanato e diciamo ancora: No, senza dubbio, noi non cerchiamo di fare politica, ma quando la politica è strettamente connessa con gli interessi religiosi, come sta accadendo attualmente in Francia, se qualcuno ha la missione di determinare la condotta che può effettivamente salvaguardare gli interessi religiosi, nei quali consiste il fine supremo delle cose, è il Romano Pontefice ” (7).
Almomentodellapubblicazionedell’enciclica, il sig. Émile Ollivier - tutt’altro che ultramontano giacchéerastatoministrodell’imperatoreNapoleone III-scrissequantosegueinunacolonnadel Figaro:
“In attesa che il futuro si pronunci tra Pio IX e Leone XIII, la scelta tra le due opinioni è libera; in quanto si può dire, come gli antichi, non de fide, non si tratta di fede. Quanto a coloro che considerano la