Local newspapaer | L' isola delle balene | Pesaro, Italy

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Succede un giorno d’agosto: vigili urbani e poliziotti fermano decine di ciclisti lungo Corso XI settembre, i viali del mare e altre vie del centro storico, scatenando reazioni e polemiche da parte dei cittadini che pochi giorni dopo organizzano una biciclettata di protesta sotto il Comune.

Multe a raffica sui ciclisti in centro storico.

ÈvViva la Bici

l’Isola delle balene Recensione immaginaria di un libro che non ho mai letto. Ma che leggerò perché Psycho killer è un pezzo devastante; perché se David Byrne pubblicasse l'elenco del telefono lo leggerei, sicuro di trovarci comunque spunti interessanti; perché pensare a quest'uomo geniale, seduto sul sellino della sua bicicletta che percorre le strade delle più importanti città del mondo gettando sguardi illuminati sui paesaggi urbani e cogliendo scorci rivelatori della psiche dei suoi abitanti, lo trovo un puro atto di ribellione. Perché i libri di fantasia mi sono sempre piaciuti! Non penserete davvero che la bicicletta esista?

n° 2 Dicembre 2010

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Metti piede sull’isola, lascia un commento.

FaNo: vietat o a bic i e pe doni il tran sito ne ll e vie del c en tro

Cos’ è succ esso...

Diari della bicicletta David Byrne - Bompiani, 2010

Miriam Coffin o Il Pescatore di Balene

Questo è un inizio buono per un editoriale.

Dalla vostra inviata – Dada Knorr

6 Editoriale

Redazione - le Balene

Sì, già, cosa pensiamo di cambiare facendo un foglio come questo? non è altro che di ciò che discutiamo, in fondo - perché un foglio, perché la carta, perché? cosa pensiamo di cambiare? Noi siamo aria fresca, ecco cosa. Ne sono convinta/o, lo sento quando ci vediamo e so che è così, che a tempo perso recuperiamo tempo all'infinito. Il cambiamento - io sono cambiata/o, per dire. Da quando sono sull'isola, la mia vita è cambiata. Quindi penso che per prima cosa abbiamo cambiato noi stessi, un pezzettino di noi stessi, e di ciò che ruota intorno a noi perché abbiamo aggiunto cose, spostato, pensato, scritto, disegnato, scannerizzato, fotografato, letto, mangiato insieme amaretti sotto una barca in mezzo a candele popolate da spiriti.

rista tedesco su un parafanghi, i circoli, i club, le associazioni di categoria (si vocifera anche la Merkel) e l’amministrazione, hanno deciso per la tolleranza zero. I bicicli non potranno quindi circolare in vicoli e strade del centro storico, ma andranno parcheggiati nelle apposite rastrelliere blu, accanto alle quali sosteranno i gendarmi per la multa. Le multe toccheranno sia i ciclisti che coloro che posseggono carrozzelle e stampelle, nonché carrozzine e tricicli, in quanto intralcio alla circolazione urbana. «In questa società», ha esordito un noto opinionista locale, «chi non è capace di avere quattro ruote o chi insidia gli altri coi pedali è un inetto e va sanzionato!» La Lega Italiana Riproduttiva sta inoltrando una protesta contro le multe alle carrozzine, è indubbio che verranno fatte delle eccezioni, e già si vocifera dell’obbligo di casco per i neonati portati in marsupio da mamme non ancora trentenni.

Sei lì che porgi con orgoglio il tuo prezioso e sudato n.1 dell’Isola delle balene, quando la pasticciera ti fredda, una domenica mattina di inizio estate: cosa pensi di cambiare con questo foglio?

Senti Susan Sontag: 'ho fatto un viaggio per vedere cose meravi gliose. Un mutamento nel paesaggio. Un mutamento nel cuore'. Queste parole le ricorda Anna Maria Ortese che dice 'sento che vivere è viaggiare, e viaggiare è crescere. Sento che occorre un mutamento nel paesaggio. Sento che è fondamentale un mutamento nel cuore'.

La Recensione

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Questo è un inizio buono per un editoriale.

Le scrivo in quanto primo cittadino e amministratore – colui che amministra, governa, si occupa della cosa pubblica. Ecco, dopo una settimana passata lontano da tutto, la sensazione, a leggere sulle cronache locali di una biciclettata di protesta contro le multe ai ciclisti, è che la

La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.

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Signor Sindaco,

vicenda abbia assunto toni surreali per un vuoto, per una mancanza nel dovere di governare. Sembra, signor Sindaco, che a Lei importi poco di questo meraviglioso mezzo di trasporto che non fa rumore, non consuma niente (se non i grassi in eccesso), e prende poco spazio. Così accade che, quando d’una questione non se ne occupa chi dovrebbe farlo per mandato elettivo, come Lei, lo fanno altri con strumenti inevitabilmente meno adatti dei Suoi, e chiamando in causa persone senza colpe, come i vigili e i poliziotti che hanno fatto multe e hanno scortato (in cinque!) il pericoloso corteo di protesta dei ciclisti scampanellanti. Un vigile che fa una multa ad un ciclista contro mano non è ridicolo, è solo uno che fa il suo mestiere, ma

D’improvviso una massa poderosa emerse dall’acqua e scattò su verticalmente nell’aria. Era la balena.

Senti Susan Sontag: 'ho fatto un viaggio per vedere cose meravi gliose. Un mutamento nel paesaggio. Un mutamento nel cuore'. Queste parole le ricorda Anna Maria Ortese che dice 'sento che vivere è viaggiare, e viaggiare è crescere. Sento che occorre un mutamento nel paesaggio. Sento che è fondamentale un mutamento nel cuore'.

www.radiopereira.it /isoladellebalene

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LETTERA AL ... SINDACO DELLA MIA CITTÀ

Sei lì che porgi con orgoglio il tuo prezioso e sudato n.1 dell’Isola delle balene, quando la pasticciera ti fredda, una domenica mattina di inizio estate: cosa pensi di cambiare con questo foglio?

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ha un altro aspetto e s prattutto diventa familiare, concreto, con una propria conformità, come fosse umano. Il tuo mezzo é assurdamente crudo. Un filo di ferro sapientemente angolato, a vederlo da lontano; dall'alto quasi invisibile, di lato il disegno di un bambino molto concentrato sulle linee dritte e sulla miracolosa curvatura delle ruote.

(Albert Einstein)

Metti piede sull’isola, lascia un commento.

chili, ad un prezzo in termini di energia spesa assolutamente ridicolo rispetto agli analoghi risultati ottenibili con altri mezzi. Non finisci di meravigliarti di quanto cambi il tuo ambiente circostante, quello che pensavi di conoscere a memoria. Adesso no, non é più lo stesso, gli alberi lungo i viali, i vicoli di porfido, le strade di breccia dei parchi – e le asperità, le pendenze, le discese - tutto

e

6 Editoriale

«Per i bastoni dei vecchietti prepareremo apposita ordinanza», ha spiegato il vigile Nuti «perché c’è comunque anche per essi il rischio che facinorosi mascherati da vecchietti li usino per offendere». In arrivo anche il codice degli Ombrelli. Nelle vie troppo strette i pedoni possono causare intoppi e, non essendo possibile controllare l’ingresso di borseggiatori di altri paesi, la troppa vicinanza delle mani a tasche e borsette è indice di scarsa sicurezza. Niente pedoni in vie dove si potrebbero creare strusci e calpestamenti, questi ultimi pericolosi soprattutto in estate, a causa delle esecrabili infradito. Le persone a piedi potranno circolare in fila indiana in apposite strisce pedonali che verranno segnate (a spese dei commercianti) lungo tutte le vetrine del centro. Per le biciclette è invece scattato il semaforo rosso in tutte le vie cittadine: dopo l’incredibile incidente di via Gasparoli, durante il quale è stato inforcato un tu-

e

(Albert Einstein)

Succede un giorno d’agosto: vigili urbani e poliziotti fermano decine di ciclisti lungo Corso XI settembre, i viali del mare e altre vie del centro storico, scatenando reazioni e polemiche da parte dei cittadini che pochi giorni dopo organizzano una biciclettata di protesta sotto il Comune.

Manifesto della

D’improvviso una massa poderosa emerse dall’acqua e scattò su verticalmente nell’aria. Era la balena.

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ÈvViva la Bici

Multe a raffica sui ciclisti in centro storico.

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mento che é quasi una preghiera: fluido e continuo, innesca una respirazione che è quasi una meditazione. Galleggi sul terreno in uno stato mentale che é contemporaneamente di distacco dalla realtà e assoluto contatto con la realtà. Viaggi leggero, su un mezzo che pesa meno di dieci

Miriam Coffin o Il Pescatore di Balene

www.radiopereira.it /isoladellebalene

biciclea - Un movi-

n° 2 Dicembre 2010

Manifesto della

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La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.

ha un altro aspetto e s prattutto diventa familiare, concreto, con una propria conformità, come fosse umano. Il tuo mezzo é assurdamente crudo. Un filo di ferro sapientemente angolato, a vederlo da lontano; dall'alto quasi invisibile, di lato il disegno di un bambino molto concentrato sulle linee dritte e sulla miracolosa curvatura delle ruote.

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Cos’ è succ esso...

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«Per i bastoni dei vecchietti prepareremo apposita ordinanza», ha spiegato il vigile Nuti «perché c’è comunque anche per essi il rischio che facinorosi mascherati da vecchietti li usino per offendere». In arrivo anche il codice degli Ombrelli. Nelle vie troppo strette i pedoni possono causare intoppi e, non essendo possibile controllare l’ingresso di borseggiatori di altri paesi, la troppa vicinanza delle mani a tasche e borsette è indice di scarsa sicurezza. Niente pedoni in vie dove si potrebbero creare strusci e calpestamenti, questi ultimi pericolosi soprattutto in estate, a causa delle esecrabili infradito. Le persone a piedi potranno circolare in fila indiana in apposite strisce pedonali che verranno segnate (a spese dei commercianti) lungo tutte le vetrine del centro. Per le biciclette è invece scattato il semaforo rosso in tutte le vie cittadine: dopo l’incredibile incidente di via Gasparoli, durante il quale è stato inforcato un tu-

l’Isola delle balene chili, ad un prezzo in termini di energia spesa assolutamente ridicolo rispetto agli analoghi risultati ottenibili con altri mezzi. Non finisci di meravigliarti di quanto cambi il tuo ambiente circostante, quello che pensavi di conoscere a memoria. Adesso no, non é più lo stesso, gli alberi lungo i viali, i vicoli di porfido, le strade di breccia dei parchi – e le asperità, le pendenze, le discese - tutto

Sì, già, cosa pensiamo di cambiare facendo un foglio come questo? non è altro che di ciò che discutiamo, in fondo - perché un foglio, perché la carta, perché? cosa pensiamo di cambiare? Noi siamo aria fresca, ecco cosa. Ne sono convinta/o, lo sento quando ci vediamo e so che è così, che a tempo perso recuperiamo tempo all'infinito. Il cambiamento - io sono cambiata/o, per dire. Da quando sono sull'isola, la mia vita è cambiata. Quindi penso che per prima cosa abbiamo cambiato noi stessi, un pezzettino di noi stessi, e di ciò che ruota intorno a noi perché abbiamo aggiunto cose, spostato, pensato, scritto, disegnato, scannerizzato, fotografato, letto, mangiato insieme amaretti sotto una barca in mezzo a candele popolate da spiriti.

a bi c i e p ed o n i il t ra n si t o ne lle v i e d e l c e n t ro Dalla vostra inviata – Dada Knorr

rista tedesco su un parafanghi, i circoli, i club, le associazioni di categoria (si vocifera anche la Merkel) e l’amministrazione, hanno deciso per la tolleranza zero. I bicicli non potranno quindi circolare in vicoli e strade del centro storico, ma andranno parcheggiati nelle apposite rastrelliere blu, accanto alle quali sosteranno i gendarmi per la multa. Le multe toccheranno sia i ciclisti che coloro che posseggono carrozzelle e stampelle, nonché carrozzine e tricicli, in quanto intralcio alla circolazione urbana. «In questa società», ha esordito un noto opinionista locale, «chi non è capace di avere quattro ruote o chi insidia gli altri coi pedali è un inetto e va sanzionato!» La Lega Italiana Riproduttiva sta inoltrando una protesta contro le multe alle carrozzine, è indubbio che verranno fatte delle eccezioni, e già si vocifera dell’obbligo di casco per i neonati portati in marsupio da mamme non ancora trentenni.

biciclea - Un movimento che é quasi una preghiera: fluido e continuo, innesca una respirazione che è quasi una meditazione. Galleggi sul terreno in uno stato mentale che é contemporaneamente di distacco dalla realtà e assoluto contatto con la realtà. Viaggi leggero, su un mezzo che pesa meno di dieci

1 FaNo: v i e t ato

una campagna (chiamata Centro storico!) che mobilita sei tra vigili e poliziotti, in una città dove si parcheggiano le moto sulle piste ciclabili, i SUV sui marciapiedi e le Smart di traverso sulle righe blu, senza neanche un richiamo verbale… beh, questo sì, è ridicolo. Tuttavia la responsabilità non è dei poliziotti e neanche dello zelante questore che dà una risposta repressiva ad un problema che andrebbe invece gestito, amministrato. E qui, grazie al Suo disinteresse, siamo al vuoto. Amministrativo.



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Troppo bella e semplice e per- Io però con un po’ di nostalgia vi segnalo un’autore che scavallava le fetta. La bicicletta non è realtà, è nostre colline... Panzini, “La lanfantasia. E' sogno.

terna di Diogene” e poi Marotta, che stava e scriveva a Napoli e il suo l Catalogo - Pesaro “A Milano non fa freddo” che piaL'arte della bicicletta da Du- ceva tanto a mio padre. champ e Rauschenberg - Ed. De Due libri con pagine belle, bellisAgostini-Rizzoli / La lanterna di sime dedicate alla bicicletta, per la Diogene - Alfredo Panzini - Ed. cura del moto e del sole. Treves Milano / A Milano non fa freddo - Giuseppe Marotta - Ed. ibreria Zazie - Fano Bompiani Ivan Illich e Marc Augè amano le Sfogliai tanto tempo fa un libro e due ruote e hanno raccontato quepoi lo acquistai “l’arte della bici- sto amore in "Elogio della bicicletta”... tanti artisti da Duchamp cletta" e "Il bello della bicicletta", ad oggi che hanno costruito, ideato, editi entrambi da Bollati. Sui pedisegnato una bicicletta. dali le nostre anime si aprono al Opere che fanno della bicicletta una sogno e al futuro, sui pedali siamo bella creatura. In realtà mi colpì tutti uguali senza discriminazioni molto del libro l’appendice finale di “cilindrata”. Con una bicicletta con brevi testi di grandi autori; ad le nostre città diventano più libere esempio Buzzati scrisse pagine e affascinanti, diventano nuovi tersplendide in giro per l’Italia se- ritori tutti da scoprire. Pedalare guendo i ciclisti. aiuta ad essere felici.

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La bici di Marco

La tua bici, Marco ne ha viste di tutti i colori: le fughe in salita, i rischi in discesa le bionde e le more le donne, gli amori le droghe - furbate da tanti dimenticate così esagerate da sballare i valori, le urla, gli evviva delle moltitudini guardate dal dentro della solitudine. Un grande tu eri, un grande-piccino in continua ricerca della luce che avevi negli occhi quand’eri bambino. Io... anch’io sono Marco anch’io c’ho la bici o almeno, l’avevo, una Vichi non proprio moderna, ma assai dignitosa... no, non l’hanno rubata o meglio, si - vigliacchi mi han preso la vita, che certo ad entrambi è stata concessa un po’ troppo corta. E se forse hai imprecato talvolta perché in bici hai forato e non c’era lì pronta una ruota di scorta... non ti lamentare che a me, non solo la ruota è mancata. A me, è mancata la scorta.

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l’Isola delle balene

ÈvViva la Bic i

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Durante il restauro (1966-69) del Codice Atlantico di Leonardo, raccolto da Pompeo Leoni nel XVI secolo, i monaci di Grotta Ferrata trovarono due fogli incollati insieme che custodivano una ‘bicicletta’. Era il tratto di Leonardo? O una copia da un disegno del maestro fatto da allievi? Per Augusto Marinoni, studioso leonardesco, doveva essere un disegno di Leonardo del 1493, anno al quale risale il disegno di una catena a denti cubici (oggi nel Codice di Madrid). La verità, per l’esperto di Leonardo Mario Taddei, è che il carboncino marrone usato per la bicicletta non si trova in nessun altro disegno. Che lo stile non è quello di Leonardo o dei suoi assistenti. Che non esiste nessun altro foglio, dei seimila manoscritti di Leonardo, dove compaia un altro abbozzo di questo progetto; Leonardo infatti è solito riproporre ogni appunto almeno una ventina di volte in altri fogli, o completo, o in fase di abbozzo, o nei dettagli dei meccanismi, ma della bicicletta non si trova più niente. Inoltre il modello della bicicletta può essere datato solamente dopo l’Ottocento. Dunque, chi ha disegnato la bicicletta? Uno dei monaci che hanno effettuato il restauro? Lo studioso Marinoni? Chiunque sia stato, pensava che al grande Leonardo mancasse solamente un’invenzione. La cara, meravigliosa bicicletta.

1° Reggio Emilia con 34,86, 18° Pesaro con 16,40

Estensione in chilometri delle piste ciclabili presenti nel territorio comunale 1° Modena con 190 20° Pesaro con 52

ci facciamo un giro in pista?

(fonte: “L’ A-bì-cì. Numeri, idee, proposte sulla mobilità ciclabile” Legambiente - Padova, 15 settembre 2010) Che cos’è una pista ciclabile? Una pista ciclabile è un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso. La realizzazione di piste ciclabili da sola non basta però a ottenere tutti i benefici che derivano dall’utilizzo di questo mezzo. Le piste ciclabili sono di certo necessarie sui grandi assi urbani di scorrimento dove la convivenza tra auto e bici è difficile e pericolosa, ma fondamentale è che sia tutta la viabilità secondaria a rendere possibile una felice coabitazione di mezzi diversi: piedi, pedali, motori. Le piste ciclabili devono essere raggiungibili da tutte le zone della città, devono essere coordinate tra loro, non spezzate da incroci pericolosi o rotatorie. Dare un senso locale e globale alla viabilità e alla vivibilità delle nostre strade, significa pensare alla città nel suo insieme. Per esempio, risparmiando sul costo di 150 mila euro a km per la realizzazione delle piste rialzate a livello marciapiede con il fondo bituminoso rosso, o prendendo in considerazione il fatto che l’apertura di un solo centro commerciale vanifica diversi kilometri di pista ciclabile in termini di riduzione del traffico automobilistico. E puntando sul centro storico che ha per natura una vocazione ciclo-pedonale da trasformare in zona a ciclabilità diffusa. Basterebbe permettere il transito delle biciclette in entrambi i sensi di marcia anche nelle strade a senso unico, per concedere al ciclista un piccolo incentivo obbligando chi sta al volante a procedere con più cautela.

Un primo passo in bici A metà novembre, l’assessore Biancani sarà a Roma per avviare una procedura da parte dell'A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni d'Italia) che consenta una modifica del codice della strada per uniformare l’Italia al resto d’Europa su ciò che si intende giuridicamente per pista ciclabile. Ciò renderà più facile predisporre passaggi riservati alle bici nei centri storici, ad esempio con il codice vigente non è possibile realizzare una pista ciclabile che permetta di risalire Corso XI settembre, con la modifica europea lo sarà.

Più bici Meno smog, meno rumore, meno emissioni di CO2, meno traffico Più bici

Meno spese, meno tempo perso negli ingorghi PiU bici

più salute, più trasporto pubblico, più attrattiva del centro città

ROMA - Ladro ruba motorino caricandolo su una bicicletta. E’ accaduto a Roma, quartiere Esquilino. Protagonista della vicenda un cittadino, di 30 anni, G.A. Lo scorso pomeriggio ha avvistato in piazza Vittorio un vecchio motorino Piaggio, con una ruota bloccata da una catena. Piuttosto che scassinare l’antifurto, l’uomo lo ha coperto con una busta, ha caricato il ciclomotore sulla canna della sua bici “Tognone” e si è allontanato tenendolo in precario equilibrio sulla canna. Percorsi pochi metri, all’altezza del parco di Colle Oppio, è stato individuato da una pattuglia di carabinieri che lo ha fermato e arrestato con l’accusa di furto aggravato.

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Nel nostro Paese una macchina, in oltre il 50% dei casi, non percorre tragitti superiori ai 5 Km

Spostamenti urbani in bicicletta Olanda 27% Danimarca 18% Svezia 12,6% La media in Europa 9,45% Italia solo il 3,8 % In Italia ci sono 600 auto per 1000 abitanti, la media in Europa è di 463 Ogni 100 abitanti, a New York ci sono 20 auto, a Tokio 27, a Londra 36, a Barcellona 41, a Parigi 45, a Roma 76 ... - fonte: Legambiente -

REDAZIONE - LE BALENE: F. CAMPI A. MARZI F. TAMBURINI A. ZUCCHI

il sogno di Leonardo in bicicletta

Indice di ciclabilità delle principali città italiane (metri ciclabili per abitante calcolati tenendo conto di: lunghezza e tipologia piste ciclabili, estensione aree pedonali e zone30, interventi di traffic calming)

Il sole compare attraverso le file di olmi, gli ultimi giorni d’estate sbiadiscono – il cielo e la terra presto saranno più piccoli e come lontani. Sara va in altalena, Matteo la guarda, seduto sulla panchina, e mentre li raggiungo Chiara ci saluta alzando un braccio. Scala un terrapieno, vola giù per la discesa d’erba, ancora e ancora - poi si alza sul sellino e pedala più forte, prende la stradina asfaltata, va a zig zag schivando foglie, sassi, rametti. Sale e scende dal marciapiede che costeggia la strada e torna dentro il parco, passando di nuovo per il campo aperto. La vediamo chinarsi, con una mano tiene il manubrio, con l’altra raccoglie qualcosa da terra, una volta, due volte, tre, quattro … le castagne e i ricci, e i ricci a metà con castagne lucide e piene – riempie le tasche della felpa e dei jeans. Poi viene verso di noi – l’aria è dolce, forse è già ora di pranzo. Sara scende dall’altalena e chiama la sorella. Vuole salire anche lei sulla nuova bicicletta. Rimango qualche istante con la faccia verso il sole, guardo Sara e Matteo, che allunga una mano verso di lei, le accarezza la schiena, poi fa un cenno a Chiara. Lei arriva, si ferma, le cadono due castagne rotonde da una tasca. Fa un sospiro mentre appoggia i piedi sull’erba, scende dalla bicicletta e mi guarda, china la testa da un lato e sorride.

HA COLLABORATO: FRANCESCA PALAZZI ARDUINI

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Il giardino di mio suocero è il posto più comodo (e attrezzato) per ripulire Graziella. Le ruote non sono da buttare, o così pare, e una volta gonfiate non mi rimane che spazzolarle con acqua e sapone. Per prima cosa ripulisco il manubrio. Gratto via la ruggine, per quel che posso, e lucido l’acciaio che

LE LIBRERIE: IL CATALOGO ZAZIE

Graziella

Chiara sale sul sellino. Graziella è ancora più bassa di come pensava. A ginocchia piegate comincia a spingersi, poi parte. Tiene la strada afferrando l’erba con le ruote bianche, mantenendo salda la direzione. Lascia la stradina di terra battuta e si inoltra nel campo aperto dove al centro c’è un unico grande albero di castagno. L’aria fluttua azzurra e bianca tutto intorno, Chiara e Graziella zampettano sui sassi e sulle buche. Girano attorno al grande albero, fanno di nuovo la strada asfaltata e lasciano i giardini, prendendo per la via principale che costeggia le villette e circonda il parco.

L’IMPAGINAZIONE E LA GRAFICA: F. FLAMINIO / TRASFORMATTIVO

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Continuo a guardare la bicicletta. In mezzo alle due ruote, sospeso tra il sellino e i pedali, c’è ancora quel nome, in corsivo, solo con la coda della G un po’ sbucciata.

«Ti sbagli … muoio dalla voglia di fartela provare. Dai. Forza.» «E va bene.»

LA TIPOGRAFIA: DIPIAI

Di sera il portone è chiuso. Me ne ricordo a pochi passi dalla serratura e comincio a cercare le chiavi nelle tasche della gonna. Dentro l’aria è umida e sa di pneumatici. Mi guardo attorno cercando il posto dove i miei genitori parcheggiavano sempre i mezzi a due ruote. Faccio qualche passo verso l’angolo opposto all’entrata, e mentre gli occhi si abituano al buio, in quella oscurità, mi sembra che affiori un altro mondo. Un mondo che ha continuato a vivere, là sotto, a nostra insaputa – un mondo dove tutto è rimasto esattamente come era vent’anni fa. Allora, ogni sera d’estate, una ragazzina passava dal portone di ferro, e risaliva le scale che fino al secondo portone a vetri, dimenticando e ricordando le ultime ore passate a pedalare. Mi sembra di risentire quella stanchezza, ora, crescere a ogni gradino, e quel misto di paura e fretta che assomigliava molto ad una fuga. Fuga verso casa. Poi ci sarebbe stato l’ascensore, lo specchio e la mia faccia dentro, il portone marrone e verde, l’aria dolce coi rumori che arrivavano dal piazzale, le finestre aperte. Mamma e papà ancora insieme, a guardare la televisione. Ecco sulla parete di fondo la mia vecchia bicicletta. Afferro con decisione il manubrio della bicicletta nera che la nasconde, districo i pedali, e la spingo più avanti. Ormai mi sento perfettamente a mio agio tra le mura grigie e la luce bianca e piatta che circonda queste creature – che le tiene in vita – e trascino la mia bicicletta per il manubrio, preso qua e là dalla ruggine. Le impugnature bianche, coperte di polvere, il sellino rosso che aveva comprato il nonno perché quello di prima era troppo duro. Guardo il portapacchi. Mi ci sedevo quando a guidare era mia cugina. In genere si trattava di spedizioni molto avventurose, per i cancelli del lungo mare da cui sbocciavano rose da rubare. Tenevo le forbici in una mano e i piedi ben

però rimane opaco vicino alle impugnature. Mia figlia mi aiuta a lucidare le parti cromate, la domenica mattina. Mio marito ha portato la più piccola nel parco dietro casa, mentre noi due siamo rimaste in giardino con Graziella. «Mamma, ma quanto è bassa questa bici! E davvero andavi in giro da sola che eri così piccola?» chiede mia figlia scuotendo le mani giunte. «Magari le bambine erano più basse e di sicuro i modelli delle biciclette erano più belli …» rispondo, passando un panno sul sellino. «Vedi che ruote proporzionate» le dico, «e il portapacchi … guarda com’è bellina sta bici …» Mia figlia china la testa da un lato e alza le spalle, io la guardo e le sorrido. Usciamo dal cancelletto del giardino tenendo Graziella per il manubrio. «Provala dai.» «Mamma sono più alta di te.» «Però sei più magra.» «Ma se muori dalla voglia di provarla e fai finta di no!»

lisoladellebalene@gmail.com

VERSO CASA

sollevati, mentre mia cugina sceglieva i punti giusti dei cancelli che mantenevano nascosta la visuale sui marciapiedi con siepi di fotinia e alberi di magnolia. Quale profumo i viali, in primavera – in equilibrio tra forbici, risate e spine.


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